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Lasciamoci prendere dall`invito: Venite e vedrete! ora labora

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Lasciamoci prendere dall`invito: Venite e vedrete! ora labora
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Anno LXIV - N. 1
Mensile - Poste Italiane spa - Sped. in A.P. D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 2 DCB Udine
ora
Lasciamoci prendere dall’invito:
Venite e vedrete!
Ogni anno, i primi giorni di febbraio, il mio pensiero ritorna indietro nel
tempo, al primo incontro con la comunità di Moggio. Rimane indelebile nel
mio ricordo quel primo “trovarci insieme” nella nostra Abbazia, pronti a cogliere stimoli e indicazioni per un programma cui partecipare quali “pietre
vive” di una Chiesa sempre in costruzione. L’aspettativa è forte e si nasconde
dentro un interrogativo che accomuna tutti i presenti, piccoli e adulti. Come
nuovo parroco, cosa intendi proporre alla nostra comunità, cosa possiamo
fare insieme? In altre parole, cosa sei venuto a fare a Moggio? La liturgia
della Parola proclamata durante il rito ci venne incontro, richiamandoci la
testimonianza dell’apostolo Paolo, per una proposta immediata e concreta:
“Quando sono venuto tra voi, fratelli, per farvi conoscere il messaggio di
Dio, l’ho fatto con semplicità, senza sfoggio di parole piene di sapienza
umana. Avevo infatti deciso di non insegnarvi altro che Cristo e Cristo crocifisso” (1Cor. 2).
Fu questo il punto di partenza, il primo abbozzo del nostro programma
pastorale, da condividere come progetto e come attuazione. Con la promessa
seria di impegnarci insieme alla costruzione di una comunità cristiana autentica, senza mai perdere di vista Colui che è via, verità e vita. A distanza di
anni, volentieri e con fiducia ripropongo a tutta la comunità quello stesso
progetto. E’ ancora su Gesù di Nazaret che siamo chiamati a riportare l’attenzione e l’interesse. Tutti, con un particolare richiamo agli adulti, ai genitori,
ai giovani. Si fa urgente per tutti noi riscoprire il senso del nostro essere cristiani, partendo dalla convinzione che il cristianesimo non è una semplice
dottrina o una religione fra le tante. Il cristianesimo è essenzialmente una
Persona. E questa persona è Gesù Cristo, che continua a rivolgere l’invito di
sempre: “Vieni e vedi”.
Nel proporre l’evento della Missione in parrocchia, vogliamo ripartire proprio da qui, nella ricerca di stabilire un contatto personale con Gesù, nostro
Salvatore, superando il solo contatto ideologico o culturale. Vorrei tanto che
la risposta diventasse convinzione personale, largamente partecipata dagli
adulti e dai genitori soprattutto, fino a poter affermare concordemente: questa
esperienza straordinaria mi interessa. Vorrei che nel momento d’avvio della
Missione i giovani, i ragazzi, i bambini trovassero in noi adulti esempi di coerenza, persone capaci di dare importanza a ciò che merita importanza. Fino
a sentirsi, anch’essi, interpellati ad andare incontro al Signore Gesù, gioiosi
di mettersi ai suoi piedi per ascoltare con attenzione e ammirazione.
Tutti ricordiamo l’avvertimento del Signore Gesù. “Nessuno può servire
due padroni: perché, o amerà l’uno e odierà l’altro; oppure preferirà il primo
e disprezzerà il secondo (Mt. 6,24). Affermare, con sincerità, che Gesù è importante nella mia vita, oltre ad essere dono stupendo, comporta delle scelte
concrete, atteggiamenti riconoscibili che qualificano la mia testimonianza di
credente. Oggi, più che mai, chi è fragile nelle convinzioni, chi tentenna e non
sa assumere responsabilità in proprio, viene trascinato inesorabilmente dalla
corrente massificante che all’uomo e alla donna contemporanei propone una
cultura, se non contro Dio, decisamente senza Dio. La sfida è grande.
Tornano attuali, ora e qui, le parole del profeta: “Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annunzia la pace, che reca la buona novella, che
proclama la salvezza (Is. 52,7). Questa stupenda immagine è lieto annuncio
dei missionari, frati e religiose, che saranno impegnati a portare il messaggio
del Vangelo nelle nostre case e sui sentieri delle nostre vallate.
Mons. Lorenzo Caucig
TAXE PERçUE
33015 MOGGIO
(UD)
TASSA RISCOSSA
ITALY
labora
GENNAIO 2014
BOLLETTINO
DELLA PIEVE ABBAZIALE
DI MOGGIO UDINESE
Contributo dalla Provincia di Udine
per il restauro del portone in Abbazia
Con delibera giuntale n. 222 del
13 novembre 2013, la Provincia di
Udine ha assegnato alla parrocchia
di Moggio un contributo di euro
3.000,00- (tremila) per il restauro
del portone ligneo di ingresso della
Chiesa abbaziale.
L’intervento di restauro è stato
effettuato dalla Ditta CIBIEMME
s.n.c. di Asolo (TV), che ha portato
a termine i lavori programmati, nel
rispetto delle indicazioni dettate
dalla Sovrintendenza per i beni
storici e artistici dell’ufficio staccato di Udine.
Alla Provincia di Udine va il nostro ringraziamento più sentito per
il contributo concesso alla parrocchia. Un grazie, con viva riconoscenza, va ai singoli offerenti della
nostra comunità che si propongono di contribuire concretamente
al saldo della spesa totale, pari a
euro 9.455,00.
Il portone della Chiesa abbaziale, dopo
il restauro.
MISSIONE POPOLARE IN PARROCCHIA
“Vieni e vedi!”: 25 maggio - 8 giugno 2014
Annuncio della Missione popolare che si terrà in parrocchia il prossimo mese
di maggio.
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SE UNO È IN CRISTO, È UNA CREATURA NUOVA
In quest’anno 2014 ci inoltriamo
nell’ “Anno della Speranza”, che l’Arcivescovo Mons. Mazzocato ha inaugurato con la sua lettera pastorale.
Abbiamo appena concluso le solennità natalizie con la festa del Battesimo di Gesù, un “mistero”
importante su cui fermare la nostra
attenzione, specialmente adesso che
vivremo la Missione parrocchiale.
Gesù vuole essere battezzato, Lui
che non aveva bisogno di purificazione: “Venne al Battesimo l’Autore
stesso di ogni battesimo, e si manifestò presso il Giordano. Giovanni lo
vide, congiunse le mani e lo scongiurò: “Come vuoi essere battezzato
da me, Signore, tu che santifichi tutti
con il Tuo Battesimo?... Sono un
servo del tutto incapace; tu, che dai a
tutti la libertà, abbi pietà di me…Ubbidisco, Signore, alla tua parola, vieni
al Battesimo a cui il Tuo amore ti
spinge. Con sommo stupore, l’uomo,
che è polvere, vede di essere giunto
al punto di imporre le mani su Colui
che lo ha plasmato” (S. Efrem, diacono – Inni).
Nel momento in cui risale dall’acqua del Giordano, Gesù vide i cieli
squarciarsi e lo Spirito, come colomba, discendere su di Lui. All’inizio della creazione lo Spirito
aleggiava sulle acque. Poi il Signore
alitò sulla creta che aveva modellato
con le sue mani e fece dell’uomo un
essere vivente, a Sua immagine e somiglianza. Ma, dopo il peccato,
Adamo si rese indegno del Paradiso
eanche i cieli si chiusero sopra di lui.
Adesso che è comparso nel mondo il
nuovo Adamo, Gesù, che dona lo
Spirito della vita, i cieli si squarciano
perché ha inizio una creazione
nuova.
Gesù, immergendosi nel Giordano,
ha accettato una terribile solidarietà
con il genere umano, che è venuto a
salvare: “C’è un battesimo che devo
Le Clarisse partecipano alle celebrazioni in Abbazia, dalla loro postazione
oltre la grata.
ricevere, e come sono nell’ansia, finchè non sia compiuto!” (Lc.12,50).
Un legame strettissimo con il Batte-
simo del Giordano è la morte in
croce, e Gesù non manca di indicarlo.
Così, quando Giovanni il Battista sta
battezzando nel Giordano, vede venire a sé il Signore ed esclama: “Ecco
l’Agnello di Dio, che toglie il peccato
del mondo!” (Gv. 1,29).
Col Battesimo nel Giordano, Gesù
intraprende il suo cammino verso la
morte redentrice. Egli discende nelle
acque e su di Lui discende lo Spirito.
E noi discendiamo nell’acqua del
Battesimo per immergerci nella Sua
morte e risaliamo con Lui, partecipi
della sua Risurrezione, in virtù di
quello Spirito che il Signore ci dona,
perché è Lui che battezza nello Spirito Santo. “Quanti siamo stati battezzati in Cristi Gesù, siamo stati
battezzati nella Sua morte. Per mezzo
del Battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte, affin-
Giornata della vita consacrata
Papa Francesco all’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno. Oggi celebriamo la festa della Presentazione di Gesù al tempio. In questa data ricorre anche la Giornata
della vita consacrata, che richiama l’importanza per la Chiesa di quanti
hanno accolto la vocazione a seguire Gesù da vicino sulla via dei consigli evangelici. Il Vangelo odierno racconta che, quaranta giorni dopo
la nascita di Gesù, Maria e Giuseppe portarono il Bambino al tempio
per offrirlo e consacrarlo a Dio, come prescritto dalla Legge ebraica.
Questo episodio evangelico costituisce anche un’icona della donazione
della propria vita da parte di coloro che, per un dono di Dio, assumono
i tratti tipici di Gesù vergine, povero e obbediente.
Questa offerta di sé stessi a Dio riguarda ogni cristiano, perché tutti
siamo consacrati a Lui mediante il Battesimo. Tutti siamo chiamati ad
offrirci al Padre con Gesù e come Gesù, facendo della nostra vita un
dono generoso, nella famiglia, nel lavoro, nel servizio alla Chiesa, nelle
opere di misericordia. Tuttavia, tale consacrazione è vissuta in modo
particolare dai religiosi, dai monaci, dai laici consacrati, che con la professione dei voti appartengono a Dio in modo pieno ed esclusivo. Questa appartenenza al Signore permette a quanti la vivono in modo
autentico di offrire una testimonianza speciale al Vangelo del Regno
di Dio. Totalmente consacrati a Dio, sono totalmente consegnati ai fratelli, per portare la luce di Cristo là dove più fitte sono le tenebre e per
diffondere la sua speranza nei cuori sfiduciati.
Servizio e
collaborazione nelle chiese
A conclusione del periodo natalizio, particolarmente intenso in ambito celebrativo, colgo l'occasione
per ringraziare con viva gratitudine
le collaboratrici ed i collaboratori
(oltre una trentina) che con passione e distinta responsabilità provvedono al servizio di pulizia e
addobbo nelle quattro chiese dove
si celebra la Messa la domenica.
Particolarmente impegnativo è il
servizio di custodia delle nostre
chiese, che richiede responsabilità e
costante dedizione. A nome di tutta
la comunità voglio esprimere il ringraziamento più sentito a Marta
(Chiesa di Ovedasso), a Mauro
(Chiesa di Dordolla), a Decio
(Chiesa di Moggio Basso), a Beppino (Chiesa Abbaziale).
Celebrazione nella Chiesa abbaziale. Professione solenne di una Clarissa (anno 2012).
ché, come Cristo fu risuscitato dai
morti per mezzo della gloria del
Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rom. 6,34).
Una allusione ancora più chiara al
Battesimo si trova nell’acqua che insieme al sangue uscì dal costato di
Cristo, pendente dalla croce. L’acqua
è inseparabile dallo Spirito: la fecondità dell’acqua è dovuta allo Spirito
di Dio. Il profeta Ezechiele afferma
di aver visto l’acqua uscire dal lato
destro del Tempio, e scendere verso
il Mar Morto, acquistando una potenza sempre più grande, fino a diventare un fiume, le cui acque
risanano: “Ogni essere vivente che si
muove dovunque arriva il fiume,
vivrà” (Ez. 47,1-9). È dal fianco di
Gesù sulla croce che esce l’acqua che
porta la vita dovunque. Egli è il principio della creazione nuova, che
sorge dal suo potente Soffio.
Il Battesimo ci immette subito
nella Pasqua. Lavati nelle acque del
Battesimo, siamo illuminati da Cristo,
Luce del mondo. San Paolo, nella lettera agli Efesini, ci ha tramandato a
proposito un prezioso frammento di
un antico inno battesimale. Al catecumeno che stava per ricevere il Battesimo, la Chiesa diceva: “Svegliati, o
tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà”.
“Che dire dell’acqua? Sull’acqua,
ancor prima delle origini del mondo,
si librava, come dice la Scrittura, lo
Spirito di Dio. O acqua, che hai lavato l’universo macchiato di sangue,
prefigurando l’attuale lavacro! O
acqua, che hai meritato di essere sacramento di Cristo, lavando tutto
senza essere lavata! Sei tu la prima a
cominciare, sei tu che compi e perfezioni i misteri… e quando sei fluita
dal costato del Salvatore, quelli che ti
hanno percosso ti hanno visto, e
hanno creduto; per questo tu sei uno
dei tre testimoni della nostra rigenerazione: infatti “tre sono i testimoni,
l’acqua, il Sangue e lo Spirito”. L’acqua per il lavacro, il Sangue per il riscatto, lo Spirito per la Risurrezione”
(S. Ambrogio, Commento al Vangelo
di Luca – 1 Gv. 5,5-7).
Ecco che è ormai chiaro come dal
Battesimo di Gesù è scaturita la grazia del Battesimo cristiano. Noi
siamo quei graziati per i quali, come
dice S. Gregorio Nazianzeno “tutto è
stato fatto, perché diventiate come
altrettanti soli, cioè forza vitale per
gli altri uomini. Siate luci perfette
dinnanzi a quella luce immensa…
Giungerà a voi, limpidissima e diretta
la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo
raggio, peoveniente dal Dio unico, attraverso Gesù Cristo nostro Signore”
(S. Gregorio Nazianzeno – Discorso
39 per il Battesimo del Signore).
Le Sorelle Clarisse
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L’ALBA n. 1 - MOGGIO UDINESE - GENNAIO 2014
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PAPA FRANCESCO PER LA QUARESIMA
LA VERA MISERIA È NON VIVERE DA FIGLI DI DIO
Cari fratelli e sorelle, in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perché possano
servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo
spunto dall’espressione di san
Paolo: «Conoscete infatti la grazia
del Signore nostro Gesù Cristo: da
ricco che era, si è fatto povero per
voi, perché voi diventaste ricchi per
mezzo della sua povertà» (2 Cor
8,9). L’Apostolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli
ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano
nel bisogno. Che cosa dicono a noi,
cristiani di oggi, queste parole di
san Paolo?
Anzitutto ci dicono qual è lo stile
di Dio. Dio non si rivela con i mezzi
della potenza e della ricchezza del
mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che
era, si è fatto povero per voi…».
Cristo, il Figlio eterno di Dio,
Papa Francesco.
uguale in potenza e gloria con il
Padre, si è fatto povero; è sceso in
mezzo a noi, si è fatto vicino ad
ognuno di noi; si è spogliato, “svuotato”, per rendersi in tutto simile a
noi (cfr Fil 2,7; Eb 4,15)….
Lo scopo del farsi povero di
Gli alunni della scuola primaria
per i bambini della Bolivia
Da questa pagina si vuole sottolineare la generosità che i bambini della nostra comunità hanno
saputo esprimere in prossimità
delle feste natalizie.
Grazie ai contatti epistolari intercorsi negli ultimi anni, alcune
realtà della Bolivia sono entrate
nelle aule della Scuola Primaria di
Moggio.
Il mese di novembre è stata
Suor Federica, di origine boliviana, a far visita personalmente
agli alunni che hanno accolto con
vivo entusiasmo la proposta di
condividere un gesto di solidarietà
a favore di bambini che si trovano
in situazioni meno fortunate in
Bolivia, nella diocesi affidata ad
un vescovo friulano, mons. Tito
Solari (di Pesariis in Carnia).
Infervorati dalla testimonianza
particolarmente convincente da
parte di Suor Federica, tutti gli
alunni si sono sentiti coinvolti ad
una entusiasmante gara di generosità, in prossimità delle feste natalizie.Alla Messa di mezzanotte,
hanno portato all’altare il frutto
dei loro risparmi (euro 592,00), da
aggiungere alla somma raccolta in
chiesa (euro 1.158,00), per un totale di Euro 1.750,00.
Gesù, nel Vangelo: "In verità, vi
dico: tutte le volte che avete fatto
ciò a uno dei più piccoli di questi
miei fratelli, lo avete fatto a me"
(Mt. 25).
La prima classe delle Elementari con le buste da inviare ai bambini della Bolivia.
Gesù non è la povertà in se stessa,
ma – dice san Paolo – '...perché voi
diventaste ricchi per mezzo della
sua povertà'. Non si tratta di un
gioco di parole, di un’espressione ad
effetto! E’ invece una sintesi della
logica di Dio, la logica dell’amore,
la logica dell’Incarnazione e della
Croce. Dio non ha fatto cadere su
di noi la salvezza dall’alto, come
l’elemosina di chi dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico. Non è questo l’amore di
Cristo! …Che cos’è allora questa
povertà con cui Gesù ci libera e ci
rende ricchi? È proprio il suo modo
di amarci, il suo farsi prossimo a noi
come il Buon Samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo
morto sul ciglio della strada.
Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a
guardare le miserie dei fratelli, a
toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle.
La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza
fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi
di miseria: la miseria materiale, la
miseria morale e la miseria spirituale. La miseria materiale è quella
che comunemente viene chiamata
povertà e tocca quanti vivono in
una condizione non degna della
persona umana…Non meno preoccupante è la miseria morale, che
consiste nel diventare schiavi del
vizio e del peccato. Questa forma di
miseria, che è anche causa di rovina
economica, si collega sempre alla
miseria spirituale, che ci colpisce
quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo
di non aver bisogno di Dio, che in
Cristo ci tende la mano, perché
pensiamo di bastare a noi stessi, ci
incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente
salva e libera.
LETTERA DALLA BOLIVIA
Carissima Sonia e carissime
maestre,
Grazie delle notizie e delle foto
dei vostri alunni e della solidarietá
che costruite giorno dopo giorno
con loro e gli alunni piú grandi
della scuola di Moggio. Il grazie da
noi Suore e educatori e persone di
Santa Fe spero vi arrivi concretamente anche con madre Noris
quando verrá a parlarvi con le foto
e i disegni dei bambini che abbiamo fatto in questo mese di novembre al doposcuola e gli
educatori di Santa Fe. Cosí ricambiamo le conoscenze. Intanto ogni
bene e vi mandiamo un soffio virtuale di caldo (che é propio forte
in questi giorni) mentre voi avete
freddo intenso. Dopodomani, finisce l'anno scolastico qui in Bolivia,
e i piú piccoli 1, 2 e 3 elementare
sono giá in vacanza da venerdì
scorso; ai primi di febbraio il
nuovo anno scolastico riparte. Grazie per il sostegno del pane e latte
e tante altre piccole opere che riusciamo a portare avanti ogni
giorno attraverso la vostra solidarietá: libri, quaderni e borse di studio per il doposcuola e studenti; la
salute e medicine+ospedale, di
tanti bambini e persone povere:
alimenti, vestiti e certificati. Intanto: buon Natale e a sentirci per
e-mail.
Suor Federica e suore Rosarie
di Santa Fe – Bolivia
Suor Federica si diverte con i bambini di Moggio.
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L’ALBA n. 1 - MOGGIO UDINESE - GENNAIO 2014
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IL SALUTO DELLA FORANIA A DANTE
SAGRESTANO DI STOLVIZZA
Nel momento di rivolgere l’ultimo saluto a Dante Lettig, tanti
sono i pensieri e altrettanti i ricordi
che mi spingono a rileggere l’ultimo
ventennio della vita pastorale nelle
parrocchie della nostra Forania. Si
tratta di un periodo in cui fatti e
cambiamenti hanno segnato profondamente la nostra realtà, in rapida evoluzione; un periodo che ci
ha costretti a rivedere metodi e
ritmi nell’impostazione dei programmi pastorali.
In questa circostanza, viene
spontaneo ricordare un aspetto che
ha caratterizzato la fatica del nostro
camminare insieme, preti e laici, lasciandoci guidare dagli orientamenti del Concilio Vaticano 2°. Lo
sforzo è stato quello di superare
certe resistenze, determinate da
una impostazione pastorale che
troppi compiti e competenze affidava o delegava al sacerdote e ai religiosi: “I pastori riconoscano e
promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella Chiesa; con fiducia affidino loro degli uffici in
servizio della Chiesa; li incoraggino
Conferimento del ministero straordinario della Comunione a Dante Lettig.
perché intraprendano delle opere
anche di propria iniziativa”(L.G.).
Alla luce di questi orientamenti,
anche la nostra Forania si è mossa
con passi lenti, ma decisi, cercando
di restituire ai laici, uomini e donne,
spazi e ruoli di loro competenza
nella programmazione e nei vari
ambiti di vita pastorale. Ora possiamo contare su laici che, previa
preparazione e su mandato ufficiale,
sanno dare la loro disponibilità a
qualificati servizi nella liturgia, nella
catechesi, nella testimonianza partecipata della carità.
Non posso fare a meno di ricordare la celebrazione condivisa a livello foraniale in Pieve, a Prato di
Resia, nel primo pomeriggio della
solennità di Cristo Re, anno 2005.
L’occasione era il conferimento del
ministero straordinario della Co-
munione a sei nuovi ministri della
forania. Tra i sei candidati c’era
anche Dante Lettig, fedele sacrestano della parrocchia di Stolvizza,
da anni appassionato animatore
delle celebrazioni domenicali e dei
vari appuntamenti devozionali durante la settimana. Sul suo volto,
quel pomeriggio, ho potuto leggere
non soltanto emozione e gioia, ma
l’umiltà trasparente e la responsabilità di un uomo capace di cogliere
la straordinarietà del compito che
gli veniva affidato.
Grazie, Dante, per la tua convinta testimonianza. Il tuo esempio
rimanga tra noi come stimolo e richiamo, perché sappiamo affrontare con più determinazione e
speranza la situazione attuale. Al di
là del problema della progressiva riduzione o mancanza di sacerdoti in
vari paesi, i laici sappiano prendere
coscienza delle proprie funzioni
nella comunità, dei doni che lo Spirito Santo affida ad ognuno, a beneficio di tutta la comunità.
Mons. Lorenzo Caucig
Vicario Foraneo
TAPPI PER LA VITA
Chi direbbe che anche un umile,
semplice tappo di plastica può concludere la sua vita facendo del
bene? Da anni, diverse organizzazioni umanitarie usufruiscono
della raccolta di tappi di plastica
per trasformare il ricavo della loro
vendita in opere di bene. Anche la
ben nota Casa Via di Natale, che
ad Aviano offre assistenza ed ospitalità a pazienti del vicino CRO ed
ai parenti che li assistono, si serve
di questa buona pratica per finanziare le diverse attività della casa.
Con i ragazzi che si preparano a
ricevere la cresima, abbiamo deciso di avviare una raccolta di tappi
e, aiutati anche da altre persone,
abbiamo potuto consegnare alla
direttrice della Casa, Carmen Gallini, ben quattro sacchi ricolmi di
colorati tappi. Ci siamo recati ad
Aviano il 28 dicembre scorso, con
Delia e Giulio come accompagna-
tori e autisti, ed abbiamo incontrato la realtà di questa casa, voluta
e realizzata da semplici cittadini, finanziata dalle fiaccolate, da donazioni e anche dai...tappi.
La signora Carmen ha coinvolto
i ragazzi guidandoli a conoscere le
varie parti della casa e spiegando
le iniziative che vi vengono portate
avanti a favore dei malati e dei loro
famigliari. E' stato un incontro altamente formativo e umanamente
coinvolgente, tanto da convincerci
a continuare la raccolta dei tappi,
piccola goccia, senza la quale, però,
il mare della solidarietà sarebbe
più povero. La giornata si è conclusa con una gustosissima pizza e
con la visita al paese di Poffabro,
presepe tra i presepi.
Ringraziamo di cuore tutti coloro i quali ci hanno aiutati a realizzare questo progetto per la vita.
I cresimandi con la signora Carmen Gallini, direttrice della Casa Via di Natale ad
Aviano.
Mariangela
Corso di preparazione al matrimonio
Inizio 11 marzo 2014 a Pontebba
Da diversi anni nella nostra Forania vengono organizzati i Corsi di preparazione al matrimonio e alla famiglia per i giovani che intendono impostare la vita coniugale e familiare alla luce del messaggio cristiano.
Per l’anno 2014, le Foranie di Moggio Udinese e di Tarvisio offrono
l’opportunità di frequentare il Corso a Pontebba (sala riunioni presso la
Canonica). Gli incontri (n. 8) si terranno il Martedì, a partire dall’11
marzo 2014, dalle ore 20,30 alle ore 22.
Per informazioni e iscrizioni, rivolgersi in Parrocchia, Tel. 0433/51149.
I cresimandi in visita al paese di Poffabro, presepe tra i presepi.
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L’ALBA n. 1 - MOGGIO UDINESE - GENNAIO 2014
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LA VOCE DEL “CLUB ALCOLISTI”
DI MOGGIO UDINESE
Il CLUB ALCOLISTI di Moggio
ha compiuto trent’anni di vita.
L’evento è stato ricordato in occasione di un “Interclub di Zona” il 23
novembre scorso, in una sala delle
ex Scuole Elementari del capoluogo.
Il Club di Moggio è nato nel 1982 ad
opera del dott. Giancarlo Miglio,
medico di base a Moggio fino al
1984. Si era formato nel 1979 alla
scuola del prof. Hudolin, ideatore
del nuovo metodo di cura e riabilitazione dei disturbi alcolcorrelati.
Il prof. Hudolin aveva illustrato la
propria metodologia a Trieste nel
1979 e il Club di Moggio fu il primo
a sorgere nella zona del Canal del
Ferro-Valcanale. Dopo anni di osservazioni sul campo e di attenti
studi del fenomeno, il prof. Hudolin
poteva affermare, con la certezza del
metodo scientifico, che i problemi
alcolcorrelati (fisici-relazionali e sociali) sono legati all’assunzione episodica o protratta di bevande
alcoliche e indicava con chiarezza la
strada da seguire per prevenire e curare quella che, agli inizi, veniva definita “malattia alcolica” e ora viene
indicata come “errato stile di vita”.
Il dott. Miglio svolse alacremente
la propria opera anzitutto come medico, dimostrando a molti pazienti la
fondatezza del metodo Hudolin,
quindi coinvolse in una fitta rete di
incontri formativi colleghi, presidenti di Associazioni, insegnanti, religiosi e chiunque si dimostrasse
interessato alla conoscenza dei problemi alcolcorrelati e alla vita delle
nostre Comunità. Con i suoi pertinenti ed efficaci interventi riuscì a
salvare molte vite e a riportare la serenità in numerose famiglie di Moggio, che ancor oggi serbano di lui un
graditissimo ricordo. L’intera ACAT
lo ricorda con gratitudine, ammirazione e massima stima per lo spessore e l’importanza del lavoro che
svolse con professionalità e profonda umanità in favore delle Comunità del Canal del FerroValcanale.
Nel 1984, contando oltre 40 persone, il Club di Moggio venne diviso
e nacquero, così, il Club n. 60 e il
Club n. 134. Poiché nei due Clubs
aumentava costantemente il numero
dei partecipanti, vennero fondati,
gradualmente, i Clubs di Resia,
Chiusaforte, Pontebba, Tarvisio,
Cave del Predil. La metodologia si
rivelava vincente, pur tenendo conto
delle spradiche ricadute che, comunque, fanno parte del percorso e
stanno ad indicare quanto sia
grande lo sforzo che l’alcolista deve
compiere per superare la dipendenza dall’alcol e per recuperare affetti e valori talvolta seriamente
compromessi. Il Club pone le proprie basi e la propria forza nell’approccio familiare sistemico, si
rivolge, cioè, all’intero “sistema famiglia”, allo scopo di cambiare e migliorare le relazioni di tutti i
componenti in continua relazione
fra loro. Il metodo d’intervento si
basa sul principio dell’auto-aiuto e
dell’aiuto reciproco. Non si parla di
medicine o di interventi particolari:
aiutando gli altri a vincere la dipendenza, aiuto me stesso e, unendo le
forze, è più facile sconfiggere il nemico, anche il più temibile. Il Club
non fa miracoli e non promette miracoli, ma si può affermare che in
questi 30 anni di attività ha ottenuto
una percentuale di risultati positivi
che sfiora il 75%. Fin dai primi anni
i Clubs furono ovunque frequentati
da un buon numero di famiglie, che
partecipavano compatte a ogni iniziativa dell’Associazione con entusiasmo, solidarietà, disponibilità,
soprattutto verso chi ne aveva maggiormente bisogno.
Intanto passavano gli anni, cambiavano le idee, le persone, il modo
e l’età di avvicinarsi all’alcol, persino
la metodologia, alla quale il suo fondatore apportò qualche modifica,
soprattutto nella terminologia. Ma
la sostanza è rimasta sempre la
stessa, ed è tutto ciò che vede la famiglia e il gruppo uniti e compatti
nello sforzo comune di mantenere la
sobrietà, la salute e l’armonia tanto
faticosamente riconquistate. Un
ruolo fondamentale nella forma-
zione degli operatori e nella iniziale
assistenza a coloro che intraprendevano il difficile cammino dell’astinenza, venne esercitato dai medici e
dagli operatori del SERT che, dopo
un intenso periodo di lavoro e di sostegno, inviavano un buon numero
di persone con rispettivi famigliari
in ogni Club. Ancor oggi i medici e i
vari operatori del SERT collaborano validamente col Club di Moggio ed operano con continuità in
vari ambiti d’intervento in favore
della salute della nostra Comunità.
Fra i medici del SERT è doveroso
ricordare soprattutto il dott. Gianni
Canzian, figura carismatica della nostra Associazione che, con una notevole preparazione e una non
comune capacità di dialogo, riuscì ad
avvicinare e ad aiutare concretamente un numero elevatissimo di
persone, fra cui molti giovani, che
vedevano in lui non solo il medico,
ma anche e soprattutto un amico
comprensivo, disponibile, generoso.
Il Club di Moggio nutre gli stessi
sentimenti di stima e di profonda
gratitudine nei confronti del dott.
Paolo Cedaro che, da sempre, segue,
incoraggia e sostiene con perizia e
convinzione le persone impegnate
nella lotta quotidiana contro l’alcol
e il lavoro del nostro Club. La certezza della sua presenza e del suo
valido contributo sono di grande
aiuto.
L’”Interclub di Zona” ha avuto
inizio con le relazioni dei professionisti e dei presidenti di Club, i quali
hanno tratteggiato con precisione il
fenomeno “dipendenze” nel nostro
territorio, suscitando negli astanti
vivo interesse e partecipazione.
Molte e toccanti sono state le testimonianze degli alcolisti di ieri e di
oggi presenti all’incontro. Le loro
parole, incisive, dirette e più efficaci
di qualsiasi discorso, hanno profondamente coinvolto l’uditorio ed
hanno prodotto la vigorosa, realistica immagine di persone che, con
la sobrietà, hanno ritrovato la salute
ed un sereno, operoso stile di vita,
che l’alcol aveva rovinosamente
cancellato. Per tutto questo i Clubs
devono andare avanti con fiducia,
impegno, solidarietà, per farsi conoscere sempre meglio nelle rispettive
Comunità, specialmente da tutti coloro che dimostrano sensibilità e interesse per le problematiche sociali
e desiderano offrire il proprio contributo in favore di una causa che
merita un’attenzione e un impegno
molto maggiori di quanto le consuetudini sociali, il quieto vivere, la disaffezione e, spesso, il disprezzo per
coloro che devono, tendono ad attribuirle.
Il Club di Moggio si riunisce ogni
mercoledì alle ore 17,30, in una sala
delle ex Scuole Elementari del capoluogo. E’ aperto a tutti, specialmente
a coloro che sentono l’esigenza di
migliorare le proprie conoscenze rispetto ai problemi alcolcorrelati e di
promuovere il benessere della nostra società.
Claudia Zambelli
Missione nel Canal del Ferro...“Venite e vedrete”
«Venite e vedrete!» è
la risposta che Gesù dà
ai due discepoli che, volendo seguirlo, gli chiedono: «Dove abiti?».
«Venite e vedrete» è l’invito a stare con Gesù, a
iniziare un coinvolgente
cammino alla sua sequela, un cammino che
conduce fino alla Croce.
È guardando alla Croce
Frate Cesare, annuncia la Misinfatti che è possibile vesione a Moggio.
dere la grandezza e la
meraviglia del “tutto” dell’amore di un Dio che non si è
in nulla risparmiato. E’ qui che nasce la meraviglia della
fede: «Davvero questo uomo è Figlio di Dio».
La croce, però, pur essendo un passaggio obbligato,
non è ancora la parola definitiva sull’amore di Dio.
L’amore si compie nella vita e manifesta il suo potere
nella risurrezione. Dio sconfigge ogni forma di morte e
dona la sua vita di risorto a quanti credono in Lui.
E noi, come e con Gesù, siamo chiamati nella nostra
esistenza a mostrare e a far vedere agli altri la gioia della
vita nuova che ci è stata donata, una vita abitata e animata dallo Spirito di Dio Amore.
Il Logo della Missione popolare.
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L’ALBA n. 1 - MOGGIO UDINESE - GENNAIO 2014
6
La storia dell’asilo-ricreatorio di Dordolla
5ª puntata.
I primi anni
Domenica 16 gennaio 1927 con
la semplice solennità che i tempi
consentivano viene inaugurato
l’Asilo infantile “Monumento ai
caduti” di Dordolla.
Nell’occasione viene scoperta,
sulla facciata, la lapide ricordo dedicata ai caduti in guerra della Val
Aupa. Da subito però iniziano le
difficoltà per gestire l’encomiabile iniziativa voluta da Pre
Simon e realizzata col fondamentale contributo delle famiglie
della Valle.
L’Asilo non ha alcuna entrata
patrimoniale e provvede agli
scopi statutari essenzialmente con
le quote di iscrizione, dalle quali
sono esentati i bambini poveri e
gli orfani di guerra, con “questue
di patate e fagioli e con piccole private beneficienze” (da una relazione di Pre Simon del 1931
indirizzata all’Opera maternità ed
infanzia). La relazione così prosegue: “L’istituzione per poter svilupparsi e raccogliere i ragazzi dai
Inaugurazione dell’Asilo infantile a
Dordolla. Scoprimento della lapide ricordo dedicata ai caduti della Val
Aupa.
diversi casolari avrebbe bisogno di
sovvenzioni e da parte del municipio e di codesta Opera”.
All’epoca apriva il 1° di Aprile
e chiudeva il 31 Ottobre. Nel 1930
frequentano l’Asilo 43 bambini
dei quali i paganti sono 29 con
retta mensile aumentata rispetto
al primo anno di funzionamento
da 5 a 8 £..
L’insegnante, non diplomata, è
Treu Gemma di Pietro classe
1912, ha uno stipendio di 840 £
oltre a vitto ed alloggio. Vi è
anche una bidella retribuita 210 £.
È previsto servizio di refezione.
L’Asilo non è ancora in ditta di
nessuno, “di proprietà finora del
Sac. Don Simone Treu c.c. locale”,
ma il progetto è di erigerlo ad
Ente morale. La domanda di sovvenzione citata, cozza contro un
muro burocratico che avrebbe
fatto desistere chiunque.
L’Archivio parrocchiale conserva un documento in cui si descrive lo stabile “costruito in cotto
e cemento armato, tetto con tegole
curve, serramenti in larice, pavimenti in abete, per una stima peritale di £. 47.000” per tale valore è
stato assicurato con la società La
Cattolica di Verona. Allega inoltre “un inventario con 13 banchi,
3 panche 2 attaccapanni, 1 tavolino, 46 lampade, 1 contatore, 6
quinte 1 sipario, 1 campanello elettrico, 1 scaletta, 1 mensola giocattoli e materiale didattico per un
valore complessivo di £. 800”. Sottolinea pure che rimane da sistemare il muro di sostegno al cortile
e la definitiva chiusura dei muri di
cinta. Laconicamente termina ri-
ferendo che ha un debito di £.
10.000 con banche.
Il documento è firmato dall’Arcivescovo Nogara in occasione
della visita pastorale del 1932.
Molto verosimilmente il contenuto del documento è stato utilizzato per rispondere alle richieste
avanzate per ottenere le sovvenzioni: ma di queste nessuna traccia! Pre Simon non demorde, è
ben convinto della bontà dell’opera ed il 1 Marzo 1933 divulga
un volantino molto significativo:
“Egregio Signore, Per coprire un
rilevante deficit, che da più anni
mi tormenta ed assilla; ho deciso
di preparare una PESCA di BENEFICIENZA, che ho fissato pel
9 e 10 del p.v. Luglio, in cui rispettivamente si inaugurerà, il 9 il
parco della rimembranza a ricordo dei Caduti di questa Vallata,
e il 10 si celebrerà più solenne la
festa votiva del terremoto, di cui
quest’anno ricorre il 25° anniversario”.
(segue 6ª puntata)
Bruno Lucci
Moggio ha perso un grande campione
Dopo una lunga malattia è deceduto in questi giorni Silvano
Franz, noto campione italiano di
corsa in montagna ed appassionato naturalista. Originario della
lontana frazione di Stavoli, della
corsa ne fece una necessità della
sua vita. Esordì nel mondo dello
sport nella disciplina ciclistica. La
bicicletta mal si addiceva a dover
percorrere il piccolo sentiero che
portava fino a Stavoli, appesantito
da 365 gradini posti sull’irta salita
del “Pacol di Stai”.
Durante il periodo militare riuscì a superare la selezione e a entrare nel gruppo sportivo militare
nella disciplina dell’atletica leggera. Si fece subito notare vincendo i campionati siciliani
reclute, nella specialità dei metri
3000 su pista. Successivamente
partecipò ai campionati italiani a
Firenze e realizza nella stessa distanza un ottimo quinto posto.
Grazie a questa affermazione ottenne la qualificazione per partecipare poi ai campionati mondiali
militari.
Un brutto incidente automobilistico avvenuto durante il servizio
militare, lo costrinse per un lungo
periodo ad abbandonare i campi
di gara. Dopo il suo congedo dal
servizio militare fa il suo ritorno in
pista sotto la guida del professore
Ovidio Bernes dell’ASU. Gareggia
per una stagione nei vari campi di
atletica della nostra regione. Innamorato delle sue montagne, volle
cimentarsi anche nelle varie gare
di corsa in montagna che si svolgevano nell’Alto Friuli. Approdò alla
corte dell’U.S. Aldo Moro di Paluzza.
Dopo aver dominato tutte le
competizioni podistiche di corsa in
montagna, nel mese di settembre
1964, si presentò assieme ai suoi
compagni di casacca, Gaetano Di
Centa (papà di Manuela e Giorgio) ed Enzo Maieron ai campionati italiani di corsa in montagna a
Saiano di Brescia. Silvano riuscì ad
imprimere un ritmo elevato alla
sua corsa e dopo una combattuta
gara con il campione italiano Lavelli, riuscì a vincere a sorpresa la
Adorazione settimanale al Santissimo
“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi,
e io vi ristorerò” (Mt.11,28).
TUTTI I GIOVEDI:
dalle ore 20 alle ore 21 presso la Chiesa della Trasfigurazione
visa sportiva e a farsi trasferire in
Lombardia. Tutto questo gli permise di poter gareggiare con la
crema dell’atletica nazionale di
quei tempi. I suoi diretti avversari
erano Lavelli, Ambu, Cindolo,
Volpi e Bagni. Prese parte alle
gare più importanti a livello nazionale, fra le quali il Campaccio, la
Cinque Mulini e nei giri podistici
internazionali di Magenta, Trento
e Trieste, alle maratone di Catania,
Savona e Monza piazzandosi sempre fra i primi dieci posti.
Nel cross lombardo del Campaccio riuscì a piazzarsi alle spalle
del campione italiano Bianchi e a
vincere la medaglia d’argento. Per
motivi famigliari dovette far ritorno alla sua Moggio. A causa
degli impegni di lavoro dovette ridurre la sua attività agonistica.
Con grande passione e capacità, si
dedicò alla cura della fotografia
Anno 1964. L’arrivo vittorioso di Silvano naturalistica, e al recupero di un
Franz ai campionati italiani di corsa in
rustico andato in rovina, trasformontagna a Saiano (Brescia).
mandolo in un vero capolavoro
maglia tricolore. Con la sua inspe- edilizio. Per tanti anni ricoprì la carata impresa regalò alla società pa- rica di componente del consiglio
luzzana il 1°titolo italiano di corsa direttivo del Gruppo Atletica
Moggese. La sua esperienza messa
in montagna.
Fu inoltre il 1° atleta moggese a a disposizione del sodalizio sporfregiarsi di questo ambito titolo. tivo permise alla società di ragVenne subito notato dalla più giungere ambiti traguardi.
Caro Silvano. Se lassù troverai
forte società di atletica di quei
tempi, la SNIA di Varedo di Mi- le montagne… il tuo paradiso è
lano. Dopo averlo convinto, lo garantito.
portarono ad indossare la loro diPugnetti Gino
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L’ALBA n. 1 - MOGGIO UDINESE - GENNAIO 2014
ANAGRAFE PARROCCHIALE 2013
BATTESIMI
Gardel Pietro di Alessandro e Elena, il 07.04.2013
D’Aronco Davide di Matteo e Elisa, il 07.04.2013
Beccarello Ginevra di Giuseppe e Sara, il 05.05.2013
Tolazzi Vittorio di Cristiano e Ambra, il 05.05.2013
Rossi Martino di Gianni e Anke, il 02.06.2013
Morandini Annamaria di Michele e Lucia, il 02.06.2013
Gramegna Davide di Stefano e Lorena, il 02.06.2013
Puddu Lisa di Christian e Irene, il 02.06.2013
Tavella Martina di Carlo e Roberta, il 09.06.2013
Faè Leonardo di Alessandro e Sabrina, il 14.07.2013
Faleschini Arianna di Claudio e Vanna, il 14.07.2013
Not Tommaso di Ermanno e Romina, il 18.08.2013
Caldarelli Stefano di Paolo e Tiziana, il 08.09.2013
Fiorito Davide di Fabio e Lara, il 22.09.2013
Silveri Marco di Giuseppe e Seila, il 28.09.2013
7
DEFUNTI
OLGA FRANZ GARDEL
AMALIA ZEARO
n. 29.09.1020 m. 02.01.2014
m. 23.10.2013
Sarai sempre
nei nostri cuori.
Carla e Carlo Alberto
I tuoi cari ti ricordano
MATRIMONI
Cian Raffaele e Faleschini Laura, il 26.05.2013
Marcon Alex e Carchedi Simonetta, il 14.09.2013
Silveri Giuseppe e Filaferro Seila, il 28.09.2013
MORTI
Copetti Remigio di anni 88, il 01.01.2013
Romanin Manlio di anni 59, il 09.01.2013
Faleschini Della Schiava Carolina di anni 101, il 14.01.2013
Tomat Adelchi di anni 73, il 10.06.2013
Beccarello Renzo di anni 65, il 11.06.2013
De Nardi Giovanni di anni 66, il 22.06.2013
Gallizia Not Venerina di anni 85, il 05.07.2013
Zearo Romeo di anni 88, il 25.07.2013
Franz Lucci Lucia di anni 97, il 09.08.2013
Bulfon Silvana di anni 83, il 08.09.2013
Biancolini Aldo di anni 81, il 20.09.2013
Druidi Di Gallo Danila di anni 87, il 22.09.2013
Zearo Cracogna Amalia di anni 90, il 23.10.2013
Pugnetti Pierino di anni 80, il 02.12.2013
Missoni Faleschini Gemma di anni 84, il 08.12.2013
Treu Anna Maria di anni 93, il 12.12.2013
SILVANO FRANZ
m. 08.01.2014
ALDO GARDEL
n. 11.11.1925 m. 23.01.2004
Il tuo ricordo
è sempre vivo in noi.
I tuoi cari
Tu seis stât un om di cret
di chei dûrs, ducj di un toc
ma ancje onest,e franc e sclet,
e sevêr, e sigûr, e gjenerôs....
un vêr pari di famee.
Cualchi volte un pôc ruspiôs
ma cui flôrs e cu lis bestis
dut gjentîl e dulinciôs
parcè che
la bielece dal Creât
ti clamave, ti atraeve
ti cjoleve ancje il flât.
OFFERTE
40,00; Pugnetti Anna (UD) 20,00; Di
Bernardo Tarcisio 25,00; Di Bernardo
Vittorina (Buia) 25,00; Di Gallo Massimo 50,00; Mainardis Giovanni (Pasian di Prato) 20,00; Tolazzi Aldo
(Tarvisio) 30,00; Faleschini Ivana
(UD) 20,00; N. N. 20,00; Zambelli Milena (TV) 25,00; Biancolino Pierluigi
20,00; Fabbro Luigi (TO) 20,00; Franz
Felice 15,00; Foramitti Mario (UD)
25,00; Foramitti Foschiatti Anna (Gemona) 25,00; Moretti Romeo (UD)
15,00; Not Tarcisio (UD) 30,00; Filaferro Manuel (USA) 20,00; Filaferro
Franco 10,00; Filaferro Seila 10,00;
Missoni Marco (Resia) 40,00; Zearo
Bruno 20,00; Pugnetti Marino (BS)
20,00; Job Stamatias Emma (GR)
15,00; Job Emilia (Tolmezzo) 15,00;
Faleschini Gina (TO) 20,00; Not
Dario 25,00; Giacomini Teresa 10,00;
Moretti Franca 15,00; De Toni Ezio
(Tavagnacco) 30,00; Panier Bruna
20,00; Basso Tiziano 50,00; Canotto
A Silvano
Mandi Silvano
Tu, tu âs passât la vite
simpri corint
e cussì a fuarce di cori
tu seis rivât insomp
prime dal timp.
UN ANNO ECCEZIONALE
Da anni ormai, l’anagrafe parrocchiale evidenzia la tendenza ad
un progressivo aumento del numero per quanto riguarda i defunti:
43 funerali nell’anno 2012. Nei primi 14 giorni del mese di gennaio
2013 sono stati registrati tre funerali. Da allora in poi, però, non
sono stati celebrati funerali fino al giorno 12 giugno 2013 (cinque
mesi, senza funerali). Mai successo a Moggio, a memoria d’uomo.
Complessivamente, nell’anno 2013, in parrocchia sono stati celebrati 16 funerali.
PRO L’ALBA
Faleschini Ugo (RM) Euro 30,00; Filaferro Bruna (F) 20,00; Pitocco Perini Anna (Artegna) 25,00; Franz
Riccardo (PD) 20,00; Della Schiava
Gina 15,00; Biancolino Vera (IM)
30,00; B. L. (TO) 30,00; Motta Giovanni (BO) 50,00; Biancolini Clelia
15,00; Forabosco Anita (Cavalicco)
20,00; Gallina Mingolla Graziella
(CH) 50,00; Gallizia Enzo (Pontebba) 31,00; Not Nella (TO) 20,00,
Moretti Orazio (Tolmezzo) 15,00;
Mongiatti Luigi (F) 20,00; Faè Jole
(MI) 15,00; Barbieri Alfredo 20,00;
Biancuzzi Edda (Buttrio) 20,00; Pugnetti Remigio 15,00; N. N. (VE)
20,00; Basso Genesio 30,00; N. N.
20,00; Pellegrini Flavio (UD) 35,00;
Aloise Candotti Pierina (TV) 20,00;
Pascolo Sergio (Ivrea) 30,00; Biancolino Luigia (MN) 50,00; Tolazzi Mario
(UD) 25,00; Adduca Romano (San
Daniele) 25,00; Petris Enzo (MB)
Il tuo ricordo
è sempre vivo in noi.
I tuoi cari
MANLIO ROMANIN
n. 29.10.1953 m. 09.01.2013
“Il Signore
faccia splendere su di te
il suo volto e ti dia pace”.
Il ricordo del tuo esempio
e della dedizione
alla tua famiglia siano forza
per continuare a percorrere
la strada che ci porterà
un giorno
a ritrovarci nel Signore.
Vittorino 20,00; N. N. 20,00; Della
Schiava Gianni (PD) 20,00; Boglioni
Giuseppe (Bassano) 30,00; Franz
Leonardo 50,00; Bulfon Elena 20,00;
Faleschini Diacci Rina (TV) 30,00;
Treu Maria (Roma) 50,00; Moras Roberto (TS) 50,00; Lolla Villa Maria
(MI) 20,00; Missoni Pianta Olga
Ogni sorte di mistîr
lis tôs mans àn savût fâ
e ancje il len, il fier e il clap
di te si son
lassâts domâ.
Polse duncje in sante pâs
che la tô part
tu, tu le âs fate.
E cumò intal paradîs
tu puès stâ sentât....
in scarpets o in cravate.
Eugenia Monego Ceiner
(UD) 20,00; Leonarduzzi Marcella
(UD) 50,00; Della Schiava Annalisa
(LU) 20,00; Pallober Romanin Tiziana 40,00; Spinato Maria 50,00; N.
N. 20,00; Zenato Godetti Amelia
(UD) 30,00; Not Mauro (Feletto)
20,00; Tolazzi Antonino 20,00; Crescioli Bruna (FI) 25,00; Continua.
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L’ALBA n. 1 - MOGGIO UDINESE - GENNAIO 2014
8
XVI concorso “Presepi a Moggio”
Presepi a MOGGIO: tripudio di
fantasia e creatività. Con queste parole la giuria si è espressa parlando
del XVI concorso “Presepi a Moggio”- “A Moggio la Stella”, decretando i vincitori.
Lavoro impegnativo per i tecnici
chiamati a giudicare i settanta presepi presentati a concorso. Qualità
elevata, creatività, originalità di
composizione, sapiente uso di materiali diversissimi fra loro hanno contraddistinto le opere.
I presepisti si sono proprio sbizzarriti nell’uso e accostamento di
materiali diversi, dal legno alla
carta, al vetro agli elementi naturali
del bosco. I partecipanti sono suddivisi per categorie: bambini, artisti,
hobbisti. I vincitori del concorso
sono:
– categoria bambini: ex equo fra
presepe in creta realizzato dalla
classe seconda media di Moggio e il
presepe in pane realizzato dalla
scuola dell’Infanzia Regina Margherita di Moggio.
– Altro ex equo nella categoria
Presepe realizzato da Pagani Renza e
Di Giusto Silvana di Coseano (1° premio).
adulti (artisti ed hobbisti) fra il presepe realizzato in legno e sassi di
Chiavon Paolo di Pozzuolo, il presepe in vetro realizzato da Pagani
Renza Di Giusto Silvana di Co-
seano e il presepe in pane realizzato
da Lucio Savorgnan di Porpetto. Segnalati nella categoria: Adriano
Scarsini di Moggio, Valducci Roberta di Aviano, Giuseppe Castagnaro di Trieste, Della Schiava
Giovanni di Trelli, Tony Beltrame di
Udine, Molinaro Emilana di Udine,
Manuela Iuretig di Pulfero, Coccolo
Marina di Treppo Grande.
– Anche il premio assoluto del
concorso è stato condiviso fra il presepe realizzato con chiodini di Tonizzo Ivan di Udine e il presepe
trittico di foggia bizantina realizzato
da Beomo Lorenzo di Grado.
I più singolari sono senz’altro un
presepe realizzato con zollette di
zucchero di Celestina Catarossi di
Qualso e un presepe realizzato tutto
con gli elementi del bosco; una
grande radice fa da culla ad un
enorme fungo “custodito” da un angioletto ricavato in un fungo realizzato dall’artista Manuela Iuretig.
I presepi di Moggio ogni anno
vengono cambiati proprio grazie al
concorso.
Quest’anno con grande onore la
rassegna ospita la retrospettiva del
compianto Ottavo Deganutti persona da sempre vicina alla Pro Loco
e che ogni anno dal lontano 1960
realizzava per il periodo natalizio
dei biglietti augurali disegnando
delle Natività.
La rassegna Moggese è gemellata da quindici anni con la rassegna
“Amici del Presepio” di Qualso. Al
concorso Moggese partecipano gli
Amici del Presepio di Trieste,
Grado e Udine e l’Associazione “Insieme si Può”. Quest’anno le opere
di presepisti Moggesi e di quelli che
hanno aderito alle passate edizioni
sono presenti alla rassegna presepiale di Senago di Milano. Curatore
artistico unitamente alla Pro Loco
Moggese è da sempre lo scultore
Sergio Pacco di Udine.
La Pro Loco ringrazia tutti i presepisti per l’adesione a questo concorso rinnovando di anno in anno la
tradizione e la meraviglia del Presepe.
Giuliana Pugnetti
Scuola dell’infanzia
REGINA MARGHERITA
LA NOSTRA SCUOLA OFFRE:
SERVIZI
• Servizio MENSA con pasti preparati presso la scuola.
• Menù completo e articolato su quattro settimane, consegnato ai genitori all’inizio dell'anno scolastico ed esposto giornalmente in bacheca.
• Menù specifici per bambini con intolleranze certificate.
• Servizio di SCUOLABUS in collaborazione con i Comuni di Moggio
Udinese e Resiutta.
ATTIVITÀ SCOLASTICHE
• Predisposizione di Progetti Educativi con programmi specifici a seconda dell’età e dei bisogni dei bambini;
• Attività motoria; Approccio ludico alla lingua inglese;
• Laboratorio grafico-manuale; Laboratorio di lingua friulana;
• Laboratorio sulla sicurezza; Laboratorio di cucina;
• Continuità verticale con la Scuola Primaria;
• Incontri di formazione per genitori.
AGGREGAZIONE
• Visite guidate e uscite, in orario scolastico, per arricchire il Progetto
Educativo;
• Momenti di aggregazione/incontro con altre scuole paritarie (progetti
in rete);
• Collaborazione e laboratori con enti presenti sul territorio;
• Momenti di incontro tra i bambini e le famiglie (castagnata con i
nonni, natale, carnevale, gita e festa di fine anno, …)
ORARIO
• ENTRATA dalle ore 8.00 alle ore 9.00
• 1^ USCITA dalle ore 12.30 alle ore 13.00
su richiesta (non è previsto il servizio di scuolabus)
• 2^ USCITA dalle ore 15.30 alle ore 16.00
Scuola dell’Infanzia Regina Margherita. Un presepio da primo premio realizzato
dai bambini.
Bollettino Parrocchiale «L’ALBA» - Editore Parrocchia di San Gallo abate - Moggio Udinese - Via Chiesa, 19 - Tel.
0433 51149 - C.C.P. 14565337 intestato a «Opere Parrocchiali» - 33015 Moggio Udinese - Dir. resp. Duilio Corgnali Aut. Trib. Tolmezzo n. 159 del 17-3-2006 - Lithostampa - Pasian di Prato, Udine - Poste italiane - Sped. in a.p. D.L.
353/2003 (conv. in L. 27.2.2004, n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Udine
Fly UP