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Venite e vedrete - Parrocchia Maria SS. della Medaglia Miracolosa

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Venite e vedrete - Parrocchia Maria SS. della Medaglia Miracolosa
Lasciatevi riconciliare con Dio
Mercoledi 10 febbraio inizieremo il cammino di
Quaresima che ci condurrà fino al Triduo Pasquale.
La Liturgia ci farà rivivere nuovamente il Rito
dell’imposizione delle Ceneri sul capo, rito antico e
sempre suggestivo dal significato profondo, ma
spesso incomprensibile in questo nostro tempo.
Vogliamo approfondire il vero significato di questo
tempo e l’impegno richiesto ai credenti nel periodo
antecedente la Pasqua.
Il tempo di Quaresima si presenta già delineato da una lunga tradizione nei suoi tratti celebrativi e nelle sue indicazioni
pratiche e spirituali. Nella Chiesa antica i quaranta giorni che avvicinavano alla Pasqua erano organizzati per i
catecumeni e i penitenti, quale tempo di preparazione alla rinascita pasquale nel battesimo e nella penitenza. Da allora
questo periodo è stato sempre riproposto ai cristiani come tempo di digiuno, di penitenza, di particolare
impegno nella carità, in vista di una grande disponibilità alla parola del Vangelo e al dono della Pasqua.
Noi ripercorriamo ora la strada di Gesù verso la Pasqua, concentrando simbolicamente nella Quaresima tutte le
nostre strade, fatte di fatica, di oscurità, di attese, di speranze e anche di dolore. Nel far questo noi viviamo ogni anno
un’esperienza nuova: nuovo è il nostro vissuto in mezzo alle nostre comunità, tra la nostra gente, nuova è la compagnia
del Signore che condivide con noi un pezzo della nostra vita, nuovi i suggerimenti che la Chiesa ci offre per un
impegno di penitenza, di preghiera, di ascolto e di disponibilità di fronte al dono trasfigurante della risurrezione.
2. CHE COS’È LA QUARESIMA?
Il Direttorio su pietà popolare e Liturgia afferma: «La Quaresima è tempo che precede e dispone alla
celebrazione della Pasqua. Tempo di ascolto della Parola di Dio e di conversione, di preparazione e di memoria del
Battesimo, di riconciliazione con Dio e con i fratelli, di ricorso più frequente alle “armi della penitenza cristiana”: la
preghiera, il digiuno, l’elemosina (cfr. Mt 6,1-6.16-18)».
Purtroppo, ancora siamo soliti guardare la Quaresima come un tempo triste da vivere e celebrare; un tempo
quasi fine a sé stesso, dove non si intravede per niente la mèta della risurrezione. Questa impostazione, però, non
appartiene al nostro tempo.
L’inizio della Quaresima, nel Rito romano, è qualificato dall’austero simbolo delle Ceneri, che
contraddistingue la Liturgia del Mercoledì delle Ceneri. Appartenente all’antica ritualità con cui i peccatori convertiti
si sottoponevano alla penitenza canonica, il gesto di coprirsi di cenere ha il senso del riconoscere la propria
fragilità e mortalità, bisognosa di essere redenta dalla misericordia di Dio. Lontano dall’essere un gesto puramente
esteriore, la Chiesa lo ha conservato come simbolo dell’atteggiamento del cuore penitente che ciascun battezzato è
chiamato ad assumere nell’itinerario quaresimale. Nonostante la secolarizzazione della società contemporanea, il
popolo cristiano avverte chiaramente che durante la Quaresima bisogna orientare gli animi verso le realtà che
veramente contano; che si richiede impegno evangelico e coerenza di vita, tradotta in opere buone, in forme di rinuncia
a ciò che è superfluo e voluttuario, in manifestazioni di solidarietà con i sofferenti e i bisognosi.
Il divario esistente tra la concezione liturgica e la visione popolare della Quaresima non impedisce che il tempo
dei «Quaranta giorni» costituisca dunque uno spazio efficace per una feconda interazione tra Liturgia e pietà popolare.
Un esempio di questa interazione sta nel fatto che la pietà popolare privilegia alcuni giorni, alcuni pii esercizi,
alcune attività apostoliche e caritative che la stessa Liturgia quaresimale prevede e raccomanda. La pratica del digiuno,
così caratteristica fin dall’antichità in questo tempo liturgico, è “esercizio” che libera volontariamente dai bisogni della
vita terrena per riscoprire la necessità della vita che viene dal cielo: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola
che esce dalla bocca di Dio».
Il cammino quaresimale termina con l’inizio del Triduo pasquale, vale a dire con la celebrazione della Messa “In
Coena Domini”. Nel Triduo pasquale, il Venerdì Santo, dedicato a celebrare la Passione del Signore, è il giorno per
eccellenza dell’Adorazione della santa Croce. Ma la pietà popolare ama anticipare la venerazione cultuale della Croce.
Infatti, lungo l’intero arco della Quaresima, il venerdì che, per antichissima tradizione cristiana, è giorno
commemorativo della Passione di Cristo, la pietà si orienta volentieri verso il mistero della
Croce. Contemplando il Salvatore crocifisso, si afferra più facilmente il significato del dolore
immenso e ingiusto che Gesù, il Santo e l’Innocente, patì per la salvezza dell’uomo, e si
comprende pure il valore del suo amore solidale e l’efficacia del suo sacrificio redentore.
Allora, «cenere in testa e acqua sui piedi». La strada della Quaresima si snoda tra il
rito dell’imposizione delle Ceneri, con il quale abbiamo aperto questo tempo liturgico, e quello
della Lavanda dei piedi, il Giovedì santo. Una strada lunga, apparentemente, poco meno di due
metri ma, in verità, molto più lunga e faticosa, perché si tratta di partire dalla propria testa per
arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal
mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, e il tempo di Quaresima è un
momento privilegiato o, forse, quello più adatto per cominciare.
Pentimento e servizio sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere ed
all’acqua, più che alle parole. Non c’è credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre,
quelle fatte dai pulpiti, forse si dimenticano subito. Queste, invece, no, perché espresse con i simboli, che parlano un
“linguaggio a lunga conservazione”. E’ difficile, per esempio, sottrarsi all’urto di quella cenere. Benché leggerissima,
scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo perentorio
all’unica cosa che conta: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15). Dunque, cenere e acqua, ingredienti
primordiali del bucato di un tempo, sono i simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci dalla testa ai piedi.
«Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20): questo monito dell’apostolo Paolo che ascolteremo nella messa
del mercoledi delle Ceneri vogliamo che diventi lo slogan della Quaresima. La Liturgia ce lo ha consegnato
nell’Eucaristia del Mercoledì delle Ceneri: ci proponiamo, pertanto, di accoglierlo, farlo nostro e gridarlo al mondo.
Ad esso fanno riferimento il digiuno, le opere di carità e tutti i buoni propositi che in questo tempo vogliamo prendere.
Certo, per cominciare, non potremo mancare di volgere i nostri occhi all’icona del Padre misericordioso che
abbraccia il figlio “morto e tornato in vita” (cfr. Lc 15,11-32), quindi, accostandoci al Sacramento del Perdono, in
quanto un più vivo dialogo con il Signore, maestro di conversione, e di apertura ai problemi dei fratelli possono far
crescere il tono della vita spirituale delle nostre comunità e aumentare la sensibilità e la disponibilità alla solidarietà e
alla condivisione.
In questo tempo di Quaresima, dobbiamo riscoprire la preghiera: confidando unicamente nella
misericordia di Dio, affidiamo a lui il nostro bisogno di salvezza, supplicandolo di liberarci dal maligno e di
confermarci nello Spirito Santo. L’abbondante ascolto della Parola di Dio e la partecipazione attiva alle azioni
liturgiche, che questo tempo ci suggerisce, costituiscano il nostro “pane quotidiano”. La Liturgia delle Ore, la Preghiera
del Rosario (tanto raccomandato dal Papa), la lettura spirituale, la visita al Santissimo Sacramento, non sono vecchia
ferraglia da mettere in solaio: sono segni ancora validi di amore vero per il Signore, che non possono essere surrogati da
altri amori. Senza la preghiera saremo bravi, faremo sussultare la nostra gente di letizie estemporanee, la terremo su, ma
non la aiuteremo ad arrivare al cuore di Dio.
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Dobbiamo fare una rinnovata esperienza della tenerezza di Dio, della sua bontà invincibile, sempre vigile e
attenta a cogliere l’ora del perdono e della grazia rianimatrice. Allora la vita battesimale rinasce, la linfa soprannaturale
riprende a circolare copiosamente entro le potenze dell’anima, lo Spirito Santo, “che è Signore e dà la vita”, comincia
ad agire liberamente in tutte le nostre fibre e ad illuminare tutti i nostri pensieri. E’ la risurrezione pasquale, che si attua
in noi con una nuova pienezza e una letizia nuova.
Alla luce di quanto detto, seguiamo Gesù, lungo la via della Croce, colmi di entusiasmo e curiosi nella ricerca
di scoprire il suo vero volto che dimora nei fratelli, ed auguriamoci reciprocamente una buona Quaresima, premessa
indispensabile di una buona Pasqua.
Ripensando al cammino che oggi si apre davanti a noi, auguro di cuore a voi, alle vostre famiglie ed alle vostre
Comunità cristiane di vivere (non solo celebrare!!!) questo “tempo santo” come occasione propizia per una seria
revisione della vita, dei progetti personali, familiari, sociali, comunitari, ecc…
La Quaresima, questa Quaresima, sia il momento favorevole per ri-appropriarci della Gioia pasquale, quella
gioia che deve pervadere le nostre esistenze, trasfigurarle e proiettarle in una dimensione sovraumana, la dimensione
del Cielo, nostra “Patria”.
Maria Santissima guidi il nostro cammino ed orienti i nostri passi verso la luce del Risorto. Amen!
Buon cammino!!!
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