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La responsabilit� dello scienziato

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La responsabilit� dello scienziato
3 Esperienze di vita – Scienza e tecnologia: quale futuro?
Jack Steinberger
La responsabilità dello scienziato
1. Marie Curie: scienziata francese di origine
polacca (1867-1934)
che insieme al marito
Pierre diventò famosa
in seguito alla scoperta
del radio e a fondamentali studi sulla radioattività.
2. Watson e Crick:
Dewey Watson James,
biologo statunitense,
premio Nobel 1962 per
la medicina e per i suoi
studi sulla struttura degli acidi nucleici. Francis Harry Compton
Crick, biochimico inglese, premio Nobel
1962 per i suoi fondamentali studi sulla struttura del DNA.
3. DNA: la molecola che
in tutti gli esseri viventi
contiene i caratteri ereditari.
4. ingegneria genetica: insieme delle tecni-
che per la produzione
di nuovi geni e la modificazione del corredo
cromosomico di un organismo mediante sostituzione o aggiunta di
nuovo materiale genetico. (I geni sono le particelle dei cromosomi
portatrici dei caratteri
ereditari.)
5. Bardeen, Brattain e
Shockley: si tratta di tre
fisici statunitensi la cui
fama è legata agli studi
che portarono alla realizzazione del transistor.
6. transistor: dispositivo essenzialmente costituito da un cristallo
semiconduttore (germanio o silicio) che sostituisce con notevoli
vantaggi i tubi elettronici.
Negli ultimi cent’anni, il pianeta è cambiato radicalmente. È quasi
inutile insistere sui grandi miglioramenti: trasporti, comunicazioni,
informatica, produzione alimentare, medicina ecc. Il progresso tecnico è stato accompagnato da un progresso sociale: è migliorata la
condizione dei lavoratori, l’assistenza sanitaria universale, l’accesso
all’educazione. Si è perfino fatto qualche passo avanti nell’evitare la
guerra. Almeno in parte, questo progresso tecnico e sociale può essere attribuito allo sviluppo scientifico.
Ma la trasformazione tecnologica ha portato con sé nuovi problemi:
l’aumento della popolazione, l’uso accresciuto di risorse naturali,
come il petrolio e il gas, e l’accumularsi dei gas da effetto-serra. Un
aspetto interessante di questi problemi sta nella loro natura planetaria. Per la prima volta nella sua esistenza, l’uomo è arrivato al punto
in cui sta minacciando il proprio ambiente su scala globale. Ne nasce una sfida altrettanto interessante: inventare organizzazioni governative mondiali capaci di affrontare questi problemi.
In tale contesto, che responsabilità ha uno scienziato? Quella minima consiste nell’informare l’opinione pubblica e nel farlo onestamente, proprio perché la specificità dei risultati scientifici è tale che
il pubblico spesso non può dare un proprio giudizio e deve affidarsi allo scienziato. L’obbligo di informare non viene favorito dall’assenza generale di contatto e di comunicazione tra scienziati e pubblico. A questo non è facile rimediare.
Secondo un’opinione diffusa, lo scienziato è responsabile dell’applicazione, buona o cattiva, delle sue scoperte. Nel contesto della ricerca pura, è assurdo. Nessuno è tanto acuto da prevedere le possibili conseguenze di un progresso fondamentale delle nostre conoscenze. Marie Curie1 non poteva prefigurarsi la bomba atomica;
Watson e Crick2, nello scoprire la doppia elica del DNA3, non potevano prevedere i vantaggi e i pericoli dell’ingegneria genetica4, né
Bardeen, Brattain e Shockley5, nello scoprire il principio del transistor6, il mondo dell’informatica.
Se vogliamo ampliare la nostra comprensione del mondo, gli scienziati devono esser lasciati liberi di seguire il proprio intuito nello
scegliere i settori in cui compiere progressi fondamentali. Nella ricerca pura non ha senso proporre «un’autolimitazione del sapere».
Nella ricerca applicata, il problema è più sottile ma anche qui non
sempre è possibile distinguere tra ricerca desiderabile e non.
Ovviamente ogni scienziato fa i conti con la propria coscienza: tuttavia la responsabilità ultima per l’applicazione delle conoscenze scientifiche spetta alla società nel suo complesso. Lo scienziato fa parte di
questa società e ha una responsabilità particolare nella misura in cui
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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3 Esperienze di vita – Scienza e tecnologia: quale futuro?
7. Linus Pauling e Andrei Sakharov: Linus
Pauling, chimico statunitense, premio Nobel
1954 per le sue fondamentali ricerche sui legami chimici e premio
Nobel 1962 per la pace,
in riconoscimento della
sua azione a favore del
disarmo e contro gli esperimenti nucleari. Andrei Sakharov: fisico
russo, studioso della fusione nucleare controllata, premio Nobel 1975
per la pace.
8. Krusciov: uomo politico sovietico; primo
segretario del Partito
Comunista dal 1953, ricoprì dal 1958 anche la
carica di primo ministro. Fu rimosso da tutte le cariche nel 1964 e
si ritirò a vita privata.
9. Richard Garwin:
scienziato americano.
10. supersonico: relativo a velocità superiori
alla velocità del suono.
11. Nixon: Richard
Nixon. Presidente degli Stati Uniti nel 1968 e
riconfermato nel 1972.
12. gadget: accessori
curiosi, originali, ma inutili o comunque del
tutto superflui.
13. concertata: di comune accordo, concordata.
è tecnicamente esperto rispetto a un particolare problema. Uno dei
modi principali per assumersi tale responsabilità consiste nell’informare l’opinione pubblica.
Così hanno fatto Linus Pauling e Andrei Sakharov7 negli anni cinquanta, a proposito delle bombe nucleari fatte esplodere nell’atmosfera. Si sapeva che la radioattività prodotta durante i test, che poi si
diffondeva sul pianeta, avrebbe ogni volta causato la morte per cancro di numerose persone ma i militari non desistevano. In Unione
Sovietica, Sakharov scrisse degli articoli e convinse Krusciov8 a
smettere e, negli Stati Uniti, Pauling si rivolse all’opinione pubblica.
Le loro azioni hanno contribuito alla firma del trattato del 1963, che
ha vietato i test delle armi nucleari nell’atmosfera e nello spazio.
Un altro bellissimo esempio dell’esercizio di tale responsabilità è
quello di Richard Garwin9, nel dibattito americano svoltosi attorno
al 1970 sullo sviluppo del trasporto aereo supersonico10. Garwin faceva parte della commissione consultiva sulla scienza nominata dal
presidente Nixon11. Su richiesta del presidente, essa studiò la questione e consegnò un rapporto negativo, per motivi ecologici. Nixon
decise di non tenerne conto. Peggio ancora, si rifiutò di rendere
pubblico il documento. Lo fece Garwin, nonostante il parere contrario degli altri membri della commissione. Nixon si arrabbiò talmente che soppresse addirittura l’intera commissione. A mio giudizio, se oggi non abbiamo aerei supersonici da trasporto, gran parte
del merito spetta a Garwin.
Purtroppo, gli scienziati per lo più hanno pochi contatti sia con l’opinione pubblica sia con i governi e i canali di comunicazione sono
meno aperti di quanto ci piacerebbe.
Vorrei passare ora al futuro, al secolo che sta per arrivare. Sono convinto che la sfida principale che attende lo scienziato non è di sviluppare tecnologie sempre più competitive e gadget12 affascinanti,
ma piuttosto di aiutare ad evitare i disastri globali che minacciano
la nostra società:
1. l’aumento della popolazione
2. le disparità Nord-Sud
3. il rapido sfruttamento di risorse naturali limitate
4. l’inquinamento, soprattutto dell’atmosfera, con i gas da effettoserra
5. un sistema economico non ecologico, prigioniero dello sviluppo e
incapace di venire incontro agli elementi più deboli della società
6. le armi nucleari.
Questi problemi hanno in comune il fatto di essere globali; la loro
soluzione richiede un’azione mondiale concertata13. Non basta la
tecnologia a sistemarli e nemmeno la scienza, anche se può essere
utile: serve l’impegno della società nel suo complesso.
Per concludere, gli scienziati possono essere utili nell’attirare l’attenzione sui problemi che la società si trova ad affrontare e forse an-
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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3 Esperienze di vita – Scienza e tecnologia: quale futuro?
che per individuare le possibili soluzioni tecniche, per esempio progettando impianti nucleari intrinsecamente sicuri che non producano scorie, oppure definendo dei metodi per il controllo e il rispetto
di un mondo libero da armi nucleari. Una delle maggiori responsabilità sociali dello scienziato è quella di informare l’opinione pubblica ma, insisto, la responsabilità ultima spetta alla società nel suo
insieme; soltanto la volontà e la determinazione dei governi e della
società su scala globale possono rispondere ai pericoli globali che la
minacciano.
(da Dieci Nobel per il futuro, Marsilio, Venezia, rid.)
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Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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