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Cattedrale ristampa - Val di Noto Magazine

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Cattedrale ristampa - Val di Noto Magazine
A Heidy Bruno di Belmonte
che con affetto materno
illuminò la mia prima giovinezza.
Biagio Iacono
Collana “Chiese e Città del Val di Noto”
diretta e curata da Biagio Iacono
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Proprietà artistica e letteraria della
Sicula Editrice-Netum, Legge 22 Aprile 1941 n° 633
e successive modificazioni.
E’ vietata qualsiasi riproduzione multimediale
anche di fotocopie senza l’autorizzazione scritta
dell’Autore o dell’Editore.
COPYRIGHT by
SICULA EDITRICE – NETUM
Printed in Italy - 2007
Istituto Netum Ente non-profit
Via Bologna 5 - 96017 NOTO ( SR ) - tel. 0931.839605/838678
e-mail: [email protected]
Biagio Iacono
NOTO
La Cattedrale
dalle Origini ad Oggi
SICULA EDITRICE-NETUM
Istituto Netum Ente non profit
...noi per gli altri…una certezza!
Chi siamo...
L’Istituto Netum nasce a Noto nel 1995 ispirandosi ai principi di Libertà
e Democrazia posti a fondamento della Costituzione Italiana e riconoscendosi integralmente nello spirito e nella legislazione socioassistenziale regionale, nazionale ed europea. L’ente è iscritto all’Albo
Regionale di cui alla legge n. 22/86 nelle sezioni Anziani-Minori– Inabili .
Gli scopi dell’Istituto Netum richiamano integralmente il nuovo sistema
di Welfare :
… ( art. 3 dello Statuto)... diffondere in Italia e nel mondo la Cultura italiana
e siciliana a tutti i livelli…
… fondare e gestire istituti socio-assistenziali e strutture di accoglienza
miranti al recupero ed alla dignità dei diritti fondamentali dell’Uomo,
dando precedenza agli orfani, ragazze madri, anziani, disabili, nomadi,
extracomunitari ed emarginati per i più diversi motivi sociali, politici e/o
economici
... organizzare e gestire servizi alle persone, assistenza domiciliare
integrata, assistenza didattica a minori svantaggiati e tutoraggio a nuclei
familiari in stato di disagio…
Nel 1997, l'Istituto Netum diviene Ente non profit ai sensi del Decreto
Legislativo n° 460/97; oggi, con la attuazione del sistema integrato dei
servizi socio-assistenziali ( legge n. 328/00 ), il management dell’ Istituto
Netum ha sviluppato in sé competenze tecniche con un obiettivo unico:
stimolare quanti si avvicinano all’Associazione a “creare valore” e
“capitale sociale” di qualità, aderente ad un reale e fattibile sviluppo del
territorio.
5
Perché questo libro…
I progetti socio-assistenziali realizzati dall’Istituto Netum, oltre a mettere
al “centro” delle proprie azioni gli Anziani, i Caminanti, i Diversamente
abili e le fasce sfavorite della cittadinanza, svolgono un’azione di
supporto genitoriale a tutte le famiglie che versano in uno stato di
svantaggio sociale o di disagio economico: è in questa ottica che nasce
il progetto “ L’isola che non c’è “.
Questo libro è stato “donato” all’Associazione e nasce dall’amore
dell’Autore verso la propria Città affinché, con il contributo di quanti
aderiranno al progetto e lo condivideranno, si possa dare sostegno a
cinque famiglie, con Minori da 0 a 36 mesi, segnalate dal Servizio
Sociale del Comune di Noto, attraverso un servizio di babysitting.
Il progetto “ L’isola che non c’è ”
Obiettivo : dare la possibilità a genitori in stato di svantaggio sociale e/o
di disagio economico di poter lavorare nelle ore del mattino.
Destinatari : cinque minori da 0 a 36 mesi.
Servizi ed orari : servizio di babysitting presso la sede dell’Istituto
Netum dalle ore 08:00 alle ore 13:00 dal Lunedì al Venerdì.
Operatori : n. 2 Assistenti all’Infanzia – n. 1 Educatrice professionale.
Un sentito GRAZIE a tutti gli Amici che hanno permesso la stampa di
questo libro con le loro donazioni e a quanti sosterranno il nostro progetto “ L’isola che non c’è” con il loro contributo.
Noto 17 Maggio 2007
Il Presidente
Francesca Iacono
Istituto Netum Ente non profit
Via Bologna 5 - 96017 NOTO ( SR ) - tel/fax 0931.839605
e-mail : [email protected]
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Noto—La Cattedrale
Premessa dell’Autore
Caro Lettore,
mi scuserai se, tornando a scrivere di Noto, la
mia “… perduta Città di sogno”, i “cocci della
memoria” di
trentacinque anni d’attività giornalistico-editoriale in essa mi
”obbligano” ad un discorso strettamente personale per presentarti questo volumetto sulla nostra Cattedrale.
La quale - dopo il
crollo del 13 Marzo 1996, in cui
andarono distrutte l’intera navata centrale, la neoclassica
cupola e tutta la navata destra non
è
più, al suo interno, lo
spazio di macerie a cielo aperto
con alti cumuli di rovine, come
emerse
undici
quando
anni
pubblicai
or
il
sono,
volume
“ NOTO…mia! ” sull’Architettura ed
Urbanistica di Noto nel ventennio
1976/96 e dal quale estrassi un
f ascicolo
di
Cenni
st or ico-
architettonici dalle Origini al Crollo
della Cattedrale, le cui foto di quel Marzo 1996 illustrarono lo
stato d’abbandono del prima ed evidenziarono i miseri resti
del dopo di quei giorni.
Dopo tanti anni, messa da parte la rabbia o l’impotenza
7
Biagio Iacono
dell’emozione per un disastro da
me
troppe
volte
annunciato,
anche se non in così catastrofiche
proporzioni,
nell’imminente
riapertura del nostro maggior tempio
ripropongo
argomento in
lo
stesso
forme nuove con
l’effetto-colore
ma
con
illustrazioni più ampie e senza lo
sgomento di allora.
Segnato dalle note essenziali sui testi consultati, ma senza
la minima pretesa di voler essere stato esaustivo in materia,
questo volumetto documenta la ricostruzione della nostra
Cattedrale come un fatto compiuto ma rispettoso dello stato
dei luoghi fino ad oggi 27 Maggio
2007. E’ solo una prima bozza o
prova d’Autore, in attesa del totale
restauro
all’interno
ancora
incompleto: queste pagine, infatti,
mancano delle foto sugli arredi, delle decorazioni rimosse o distrutte,
degli altari non ricostruiti né completati, dei quadri non restaurati,
così come mancano degli affreschi
rimossi o staccati e non ancora ricollocati nei siti preesistenti
al crollo, ecc. ecc.
8
Noto—La Cattedrale
E, tuttavia, questo mio modesto lavoro offre illustrazioni,
stampe, foto e ricordi antecedenti il crollo, accompagnati da
brevi cenni sulla storia e sull’architettura della nostra antica
Chiesa Madre, spero sufficienti a lasciarti in cuore un pur
minimo segno di quanto e di cosa in essa si serbasse
sull’arte, la storia e la cultura netina in genere.
Pertanto, caro Lettore, nella tua visita alla Cattedrale di Noto
ammirane la bellezza artistica ricordandoti che la sua ricostruzione –
conseguita
dai
miei
due
amici
Progettisti arch. Salvatore Tringali e
ing .
Rober t o
De
Bene dict is
–
comunque la si vorrà un domani
giudicare esteticamente, merita un
plauso commosso e sincero per i
tempi ed i modi non semplici ad una
così straordinaria realizzazione: ricostruzione e riapertura che
queste
pagine,
senza
falsa
modestia
ma
con
piena
consapevolezza, vogliono solo documentare come un evento
unico e meraviglioso, di cui la intera Città di Noto serberà,
certo, grata e futura memoria.
Con tale auspicio, spero in una tua serena visita nella mia
bella Città Ingegnosa e ti porgo il più beneaugurante saluto.
Noto/Zisola, 27 Maggio 2007
9
prof. Biagio Iacono
Noto—La Cattedrale
Cenni storico-architettonici
La nostra antica Chiesa Madre
fu eretta ad odierna
Cattedrale il 15 Maggio 1844 con la nomina del primo
Vescovo di Noto da parte
del papa Gregorio XVI
e fu
dichiarata monumento nazionale il 21 Novembre 1940.
Dedicata a S. Nicolò di Bari, essa fu iniziata da G. Battista
Deodato Scammacca nella primavera del 1693, poco dopo il
grande terremoto che sconvolse il Val di Noto, quando
nell’odierno sito si provvide alla costruzione d’una baracca di
travi e tavole.
Antica foto della Cattedrale: si notino l’originario tetto a falde ed i lavori in corso sulla cupola
databili verso il 1871. ( foto Biblioteca Comunale Noto )
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Biagio Iacono
La costruzione vera e propria in muratura del primo
edificio,al posto della baracca, avvenne fra il 1694/1697 e completato il tetto, la porta maggiore e le finestre - la nuova
chiesa fu aperta al culto il 6 giugno 1703 con una solenne
benedizione.
Il terremoto del 7 gennaio 1727, tuttavia, provocò danni tali
da richiedere subito interventi di restauro su archi, finestre e
pilastri, al punto che i diversi lavori
di ristrutturazione
proseguirono fino a poco prima del 1745, anno in cui si dette
inizio alla costruzione di una nuova terza chiesa molto più
grande – cioè quella attuale dall’esterno quella
che inglobava chiudendola
precedente, dove si continuarono
a
celebrare le funzioni religiose fino alla primavera del 1768.
Il primitivo progetto del tempio lo si attribuisce al gesuita
arch. fra’ Angelo Italia, specie per l’originaria ed inconsueta
proposta delle due torri campanarie, realizzate poi in altro
tempo e stile.
Rielaborando il progetto dell’Italia, il nostro arch. Rosario
Gagliardi (1690ca-1762) ridisegnò la
pianta dell’odierna
Cattedrale in maniera molto simile a quella della Chiesa del
SS. Crocifisso al nostro Pianalto.
Pertanto,
ritengo
verosimile
l’ipotesi
di
un
progetto
gagliardiano quasi del tutto realizzato nel primo ordine della
facciata o del cosiddetto “piano degli ingressi“, mentre il
complesso monumentale di tutta la Cattedrale, come la
vedevamo prima del crollo e la vediamo oggi con la prossima
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Noto—La Cattedrale
Stampa del primo Novecento:
si noti il Monastero del SS. Salvatore com’era prima della demolizione
per costruirci il Seminario. (coll. P. Giannone )
La Cattedrale di Noto dopo il crollo del 13 marzo 1996.
( foto G. Formica)
13
Biagio Iacono
riapertura, è frutto dell’apporto di più Architetti od “Artisti”
improvvisatisi tali dal Settecento al
Novecento fino alla
ricostruzione di questi primi anni Duemila.
La Cattedrale di Noto vista dalla torre campanaria
della Chiesa di S. Chiara il 25 aprile 2007. ( foto Lucia Iacono)
Infatti, i miei due Amici Progettisti, a pag. 77 del loro
bellissimo
libro
sulla
ricostruzione,
scrivono
che
“La
Cattedrale di S. Nicolò non è opera di un solo autore né il
risultato di una elaborazione progettuale organica, bensì di
complesse vicende del tempo,
di interventi diversi e
sovrapposti.”1
1.
SALVATORE TRINGALI-ROBERTO DE BENEDICTIS, La
Ricostruzione della Cattedrale di Noto,a cura dell’arch. Rosanna La
Rosa con la
consulenza strutturale dell’ing. prof. Carlo Gavarini,
Edizioni L.C.T. Noto,2000.
14
Noto—La Cattedrale
La
La demolizione dell’originario tetto a falde, come emerge da questa cartolina degli anni
Cinquanta, fu l’ultima di tutte le ristrutturazioni, più o meno selvagge od artistiche,
a cui la Cattedrale era stata sottoposta in oltre due secoli:
si notino,in alto a destra, i lavori in corso sul tetto per costruirci la terrazza in calcestruzzo.
Ed.Giacchino Francesco, Noto. ( Coll. P. Giannone )
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Biagio Iacono
Dalle lunghe conversazioni con Corrado Curcio (Noto,19031981) sull’origine della nuova Noto, ho tratto anch’io la poetica
presunzione che l’arch. R. Gagliardi abbia, anche per questo
tempio, progettato di realizzare un’unica grandiosa facciata in
puro
stile tardo-Barocco “a campana” come in molte delle
sue chiese nel Val di Noto.
La Cattedrale vista da ponente fra i ficus. ( foto Lucia Iacono)
Infatti, lo spazio delle attuali neoclassiche torri campanarie come
previsto
dalla
tipica
architettura
settecentesca
-
avrebbe dovuto essere occupato da corpose volute in pietra,
molto più accentuate e, suppongo, meno armoniose di quelle
della bellissima gagliardiana Chiesa di S. Domenico, a causa
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Noto—La Cattedrale
della funzione estetica e di contenimento della enorme spinta
di massa proveniente dal superiore corpo centrale.
2
Ma la suddetta “ipotesi” resta tale perché non confortata da
fonti documentarie, le quali invece risultano numerose
sull’opera d’un secondo architetto, il netino Vincenzo Sinatra
(Noto, 1707-1787) che, nella metà di quel secolo, intervenne
La Cattedrale vista da levante tra i ficus:
si noti il…“gioco barocco” di luci ed ombre! ( foto S. Pelizza )
2.
BIAGIO IACONO, “NOTO…mia! – Architettura ed Urbanistica del Centro
Storico (1976-1995)” Sicula Editrice-Netum, Noto, 1996, da cui il
fascicolo “NOTO, la Cattedrale - Cenni storico-architettonici dalle origini
al crollo“ Sicula Editrice - Netum, Noto, 1996. Di Corrado Curcio si
leggano le note al mio articolo su “Paul Hofer: Architettura ed
Urbanistica di Noto” tratto dalla Rivista NETUM e riproposto nel
suddetto volume “NOTO…mia!” alle pagg. 95/99.
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Biagio Iacono
attivamente su tutta la Cattedrale, collaborando nel primo e
realizzando anche il secondo ordine della facciata con quasi “
un’anticipazione
”artistica
del
tutto
“rinascimentale”
“classica” dell’alto “proto-neoclassico” frontone.
La torre campanaria di ponente al tramonto della Pasqua 2007. (foto S. Pelizza)
18
o
Noto—La Cattedrale
La cupola del Cassone con la terrazza in calcestruzzo, costruita al posto dell’originario tetto a
falde, ambedue distrutte nel crollo del 13 marzo 1996.
( foto Heidy Bruno di Belmonte, Noto, 1955)
19
Biagio Iacono
Particolari della ricchissima facciata e la nuova cupola vista da nord.
Un’occhiata al… cielo, prima dell’ingresso in Cattedrale!
20
Noto—La Cattedrale
Cattedrale di Noto: prospetto sul Corso Vittorio Emanuele come
dall’originario Progetto di Ricostruzione De Benedictis-Tringali
21
Noto—La Cattedrale
La facciata e l’esterno
La facciata
della Cattedrale ha una larghezza di m. 40,
un’altezza di m. 32 e sporge su una grandiosa scalinata lunga
m. 37 con quattro rampe e tre ripiani.
La facciata della Cattedrale, la Domenica di Pasqua 2007:
si notino i segni dei lavori in corso lungo la scalinata ( foto S. Pelizza)
Fatta costruire a proprie spese dal Ciantro Giovanni Di
Lorenzo dei Marchesi del Castelluccio, questa scalinata fu
iniziata nel 1771 e completata solo negli anni 1831/33 su
progetto dell’arch. Bernardo Labisi; poi fu delimitata con due
23
Biagio Iacono
balaustre in pietra che, fin da quei tempi, erano ornate da vasi
ed obelischi, anch’essi in pietra, più volte invano restaurati o
ricostruiti per i ripetuti atti vandalici specie negli ultimi anni
del Novecento!
La Cattedrale vista dalla torre della Chiesa di S. Chiara ( foto S. Pelizza)
Divisa verticalmente in tre sezioni con due ordini orizzontali,
la facciata del nostro tempio s’adorna a piano terra di otto
colonne alte m. 10,60 con base m. 2,55, simmetricamente
disposte in armonia col portale principale e gli ingressi laterali.
Nel secondo ordine, quattro colonne con capitelli corinzi, di
fattura chiaramente diversa per tempo e stile, sostengono il
frontone superiore e l’attico: molto bella questa doppia serie di
alte colonne che, sempre nella facciata, sostengono l’ardita e
24
Noto—La Cattedrale
robusta trabeazione su cui, in perfetta armonia, il Sinatra
poggia il grande attico sormontato da un globo in pietra con
croce,
adornando
il
tutto
con
vasi
in
pietra
notigianamente “rastuni” !
Nell’alto frontone, sull’attico, la croce sul globo in pietra come i vasi cosiddetti,
notigianamente, “ rastuni ” .
25
detti
Biagio Iacono
L’alto frontone con la tipica finestra dell’arch. Vincenzo Sinatra e lo stemma resturato
della Città nell’arco a timpano del portale.
Nell’alto frontone centrale, inoltre, dalla tipica
cornice
stilizzata ad opera dell’arch. Vincenzo Sinatra, risalta una
grande finestra con
una
moderna policroma vetrata,
raffigurante la “Gloria di S. Corrado Confalonieri” Patrono
della Città e Diocesi di Noto: Santo al cui culto la Cattedrale è
26
Noto—La Cattedrale
da sempre stata preposta, conservandone le spoglie mortali in
un’antica preziosissima Urna d’argento custodita nell’apposita
cappella.
Nella costruzione o, meglio, ricostruzione della facciata,
pertanto, l’arch. Vincenzo Sinatra fu il più stretto collaboratore
del Gagliardi e, dopo, il suo diretto successore nella carica di
“Architetto della Ingegnosa Città di Noto” incarico non solo onorifico e con precise responsabilità o competenze, che di lì a
poco sarà conferito anche ad un terzo protagonista della
no-
stra rinascita, il netino architetto Paolo Labisi, con funzioni
ancora più impegnative di quelle
che, oggi, dovrebbero
essere più seriamente e più severamente svolte dall’odierna
Cartolina del secondo Dopoguerra: si notino i lavori in corso per la terrazza sulla Cattedrale
e quelli del costruendo Seminario con l’appendice ancora intatta dell’antico
Monastero del SS. Salvatore sul Corso. Ed. G. Di Giovanni,Noto. ( Coll. P .Giannone )
27
Biagio Iacono
Soprintendendenza ai Beni Culturali ed Artistici della nostra
Provincia di Siracusa!3.
Per quanto concerne la facciata – non essendo stato
corretto né contraddetto da nessuno degli Studiosi che in
questo ultimo decennio si sono occupati della Cattedrale ritengo ancora più verosimile la mia poetica ipotesi del 1996,
quando attribuii all’arch. Bernardo Labisi l’influsso stilistico
dell’arch. Paolo Labisi (1720-1798) nella progettazione e
nell’alta costruzione delle due neoclassiche torri campanarie
al posto di quelle, da noi supposte in origine, del gesuita fra’
Angelo Italia o delle masse di volute in pietra del Gagliardi4.
La Cattedrale in una cartolina timbrata 01.10.1935 ( Coll. P. Giannone )
3.
v. DONATELLA GERMANÒ, Barocco in Sicilia — Chiese e Monasteri di
Rosario Gagliardi, Firenze, 1986, pag. 38
4.
v. BIAGIO IACONO, op. cit., pag. 13
28
Noto—La Cattedrale
Torre campanaria orientale: la data 1768 è visibile ad occhio nudo,
incisa sotto il capitello, quando i lavori erano ancora in corso.
Alte qualche metro in più del frontone centrale - adornate in
origine da altri vasi più piccoli in pietra agli angoli superiori e
culminanti con cupolette svettanti una croce -
queste due
grandi torri campanarie sono quadrate ed a quadruplice arco,
le quali - osserva acutamente Stephen Tobriner risultano sovrapposte nemmeno sulla verticale
laterali alla base.”
5.
non
dei pilastri
5
v. STEPHEN TOBRINER, La genesi di Noto – Una città siciliana del
Settecento, Edizioni Dedalo, Bari, 1989, pag.136.
29
Biagio Iacono
Torre di ponente con statue di S. Matteo e S. Marco. ( foto S. Pelizza )
30
Noto—La Cattedrale
La statua di S. Matteo evangelista. ( foto S. Pelizza )
31
Biagio Iacono
E che esse siano posteriori nel tempo ed “ apocrife “ per
stile rispetto ad un qualunque primitivo progetto, tanto che
sembrano quasi “adagiate” agli estremi lati superiori della
facciata, questo il Lettore più attento lo potrà personalmente
notare, osservandole, in una dolce mattina di pioggia,
quando il sole ad oriente le illumina e quasi le…”muove”!
Cattedrale e Centro Storico di Noto sotto la neve ai primi del Novecento.
Allora, esse evidenziano tutta una loro diversa fattura
architettonica, per tempo e stile, ed una diversa natura lapidea
perché il tono del loro colore di essere “pietre” risultava molto
difforme rispetto a quello originario dell’intera facciata. E,
tuttavia, oggi una tale distinzione non è più facilmente percepibile, data la ritrovata uniformità del colore assunto dall’intera
facciata col recente restauro eseguito nella ricostruzione.
32
Noto—La Cattedrale
Molto belle le quattro statue in pietra degli Evangelisti, alte
tre metri – prima attribuite allo scalpellino netino C. Falesi ma
ora confermate come opere certe dello “statuario” catanese
Giuseppe Orlando, eseguite
sotto
la
direzione dell’arch.
Bernardo Labisi: il che - pertanto - avvalora meglio la mia
ipotesi
sulla
paternità
dello
stesso
riguardo
alle
torri
campanarie.
Lo stemma in pietra della Città s’inscrive nel grande timpano ad arco intero che sovrasta
il portale centrale con la sigla “S.P.Q.N.) (foto S. Pelizza)
Queste statue segnano o riempiono lo “spazio incompiuto”
da noi ipotizzato nel progetto dell’arch. Rosario Gagliardi e
sembrano conciliare una indiscutibile “frattura estetica” fra le
due torri campanarie e l’alto corpo centrale della facciata,
appunto
perché
evidenziano
una
marcata
ricerca
di
neoclassica armonia nella sintesi ricompositiva di più stili e
lezioni diverse.
33
Biagio Iacono
Al centro dei due ingressi laterali, la Cattedrale s’apre alla
fastosa scenografia di Piazza Municipio col portale di bronzo,
opera postuma dello scultore Giuseppe Pirrone, che illustra le
scene più importanti della vita di San Corrado.
Porta laterale di levante: uguale e simmetrica all’altra di ponente.
34
Noto—La Cattedrale
Alla base delle torri due grandi nicchie a conchiglia.
Lo stemma in pietra, simbolo storico della Città, s’inscrive
nel grande timpano ad arco intero che sovrasta il portale con
la sigla “S.P,Q.N.” (Il Senato ed il Popolo dei Netini) quasi
come una gemma che, specie dopo il suddetto restauro,
splende ed attrae per la sua bellezza ed unicità.
Anche le due porte laterali sono sormontate da timpani ad
arco intero su cui insistono due piccole nicchie con catino a
conchiglia ed un altro più piccolo ad arco spezzato. Al centro
delle basi delle due torri campanarie notiamo due nicchie
molto più grandi, con catino a conchiglia, sormontate da un
timpano a triangolo: mancano le statue che anche qui
avrebbero dovuto essere collocate, come in tutte le altre
35
Biagio Iacono
nicchie del tempio, per ulteriormente arricchirne la facciata e
gli ingressi laterali.
Interessante, infine, la grande trabeazione - con cornice a
mensole e rosoni - che scorre lungo i due ordini separando i
piani
della
facciata
ma
segnando
armoniosamente
il
movimento barocco del tempio anche lungo le incomplete
fiancate laterali, le cui nicchie però differiscono in stile dalle
precedenti.
La fiancata laterale di levante - con nicchie sormontate da un attico
e finestre trilobate tipiche dell’arch. R. Gagliardi evidenzia l’incompiuta grande trabeazione con cornice e mensole a rosoni,
che separa armonicamente i due ordini della facciata anche in quella di ponente,
e su cui – col restauro della ricostruzione – non si è voluto giustamente intervenire.
36
Noto—La Cattedrale
La data 1767 – scoperta col restauro sulla fiancata di levante è scolpita fra la tipica finestra gagliardiana ed il relativo portale d’ingresso secondario.
37
Noto—La Cattedrale
La Cupola
Dopo il crollo del 13 marzo 1996, un frammento di cupola
- come un fragile guscio di noce spezzata e pendente -in
La cupola ricostruita, al tramonto del giorno di
Pasqua 2007. ( foto S. Pelizza )
39
Biagio Iacono
questi anni ci ha ricordato come quella intera fosse la
terza
in ordine di tempo: la prima cupola – da immaginare sulla
navata centrale come una “volta reale in pietra e
gesso, a
monta ribassata” 6 - era crollata il 19 giugno 1780 a causa dei
molti difetti di costruzione e di scosse sismiche avvenute dagli anni 1760/69 in poi.
Cupola ed interno della Cattedrale, qualche giorno dopo il crollo.
La seconda fu ricostruita da Stefano Ittar nel 1789 e crollò
nella fatidica ricorrenza dell’11 gennaio 1848.
La terza,di cui avevamo rimpianto la perduta bellezza,fu
progettata e ricostruita in stile neoclassico dall’ing. arch.
netino Luigi Cassone fra il 1854 ed il 1861: l’effetto d’insieme
della facciata e della maestosa baroccheggiante cupola distrutta donava e
6.
- con
questa ricostruita da Tringali e
v. DE BENEDICTIS — TRINGALI, op. cit. pag. 5
40
Noto—La Cattedrale
De Benedictis - ridona restituendo alla Cattedrale di Noto un
fascino ed una straordinaria suggestione non paragonabili ad
altre emozioni estetiche.
In questo grandioso monumento, infatti, emerge “ la più
felice sintesi espressiva” di quello che
aveva
già
Stephen
Tobriner
categoricamente definito “Stile Netino” perché
nascente da una fusione di stili come un “unicuum” da più
eclettiche lezioni.
7
Altro particolare della torre campanaria di levante: la data 1768 è visibile
ad occhio nudo sotto il capitello, quando i lavori nella Cattedrale erano ancora in corso.
7.
v. S.TOBRINER, op. cit. pag.120 .
41
Biagio Iacono
Ingenuo,quindi, era stato – nel secolo scorso – l’aver voluto
attribuire a questo o ad altro architetto un’opera di così
multiforme concorso creativo ed operativo com’è la Cattedrale
di Noto, ed altrettanto fuorviante era già sembrato voler
“datare ad ogni costo” in questo o quell’anno i lavori come
“completati” , se è vero che l’anno 1768, inciso e visibile sotto
l’estremo capitello a sud della torre orientale, e quello del
1767 scoperto recentemente col restauro della ricostruzione
sulla fiancata di levante, dimostrano solo che i lavori a quelle
date erano stati ripresi e/od ancora in corso.
Tuttavia, un’attribuzione sui tempi delle varie fasi di restauri
o della “complessiva ricostruzione” della nostra Cattedrale, ci
Si noti l’evidente stato d’abbandono in cui giaceva la cupoletta della torre campanaria di
ponente, con erba verdeggiante, come quasi tutta la Cattedrale di Noto
prima del 13 marzo 1996. ( foto G. Formica)
42
Noto—La Cattedrale
La cupola vista oggi dal Monumento ai Caduti. ( foto S. Pelizza )
43
Biagio Iacono
è stata prospettata da una delle tante cronologie di Stephen
Tobriner8, anche se persistono in me diverse perplessità in
merito, essendomi ben tenuto alla larga dai “lavori in corso” e
mai invitato anche dai tanti improvvisatisi “Studiosi di Noto”
lautamente, però, stipendiati e…foraggiati!
Si era pensato, infatti, che molti lavori fossero stati
“completati” alla fine del Settecento, che per tutto l’Ottocento
si era intervenuti con ricostruzioni
o restauri e che solo nel
secondo Novecento ci si era davvero convinti o, meglio, illusi
d’averli portati a termine.
Questo, però, se per le cose umane fosse vero e se la
costruzione della gigantesca terrazza in calcestruzzo, al posto
dell’antico tetto, non avesse dimostrato – specie dopo il
terremoto di S. Lucia del 13 dicembre 1990 – con quanta
spregiudicata incompetenza fossero stati
ignorati i più
elementari principi del restauro e/o del consolidamento
strutturale nella scienza delle costruzioni: basti osservare
l’assoluta mancanza d’un pur minimo cordolo in calcestruzzo
lungo il muro perimetrale su cui essa poggiava!
Eppure, da un
così disastroso scenario - come da me
auspicato - la Città di Noto sta per “risorgere più bella nel
Mattino del nuovo Millennio”9, se è vero che, oggi, nel Centro
Storico vanno compiendosi e completandosi anche altri vari
restauri e, specie davanti alla nostra risorta Cattedrale, è di
8.
v. DE BENEDICTIS-TRINGALI, op. cit. pagg. 44/45.
9.
v. B. IACONO, op. cit. pag.5.
44
Noto—La Cattedrale
nuovo
possibile
percepire
analiticamente
gli
influssi
dell’architettura del Rinascimento Italiano fusi con quelli del
tipico Barocco Romano
sublimatosi
nel
netino
stile
tardo-Barocco Siciliano.
Inoltre, gli influssi dell’Illuminismo Francese vengono qui a
ricomporsi, fra ultimo Settecento e primo Ottocento, in una
vera e propria rielaborazione tutta sicula del Neoclassicismo
Europeo.
Questa “rilettura netina” di così eclettiche influenze rende
proprio la nostra Architettura un fatto atipico ed eccezionale
al punto che il “Barocco di Noto”, da tanti decenni, è stato riconosciuto “unico al mondo”: fatto, questo, dimostrato anche
dal recente riconoscimento dell’UNESCO, che ha inserito la
nostra Città ed il Val di Noto nella Word List di quei siti unici al
mondo quali “Patrimonio dell’Umanità” da salvaguardare.
45
Biagio Iacono
Mons. Nunzio Zappulla, già Parroco della Cattedrale, davanti al Portale d’ingresso,
opera postuma in bronzo di G. Pirrone. (foto ing. Salvatore Bonfanti )
46
Noto—La Cattedrale
Uno sguardo all’interno della
Cattedrale prima e dopo il crollo
L’interno della Cattedrale visto dall’ingresso prima del crollo:
si noti il grande affresco sulla volta centrale e l’ottocentesco pavimento in marmo
non ripristinato con la ricostruzione. ( foto C. Allegra )
47
Biagio Iacono
Anche l’interno della Cattedrale, prima del crollo, rivelava, nel
suo continuo sovrapporsi di moduli architettonico-decorativi,
gli evidenti gusti dei molteplici interventi dal Settecento alla
prima metà del Novecento: c’era qui una meravigliosa pagina
tutta netina di arte, storia e cultura che meriterebbe
studi
molto più approfonditi di questi rapidi cenni. Appena entrati,
vivissima vibrava nel cuore la sensazione di trovarsi in una
Basilica Romana tipo S. Pietro senza, tuttavia, perdersi nei
secoli perché nella Cattedrale l’identità della storia di Noto
era quasi tutta “documentata” e, quindi, “palpabile” in
ricchezza artistica.
Interno della facciata,dopo il crollo del 13 marzo 1996: si notino intatte le iscrizioni sotto la
policroma vetrata che raffigurava una “Gloria di San Corrado”, oggi mancante, e sulla trabeazione del portale che ricorda ai Posteri la “storia” della Cattedrale.
48
Noto—La Cattedrale
L’interno della facciata, oggi, senza la policroma vetrata della “Gloria di San Corrado”
ma del tutto ben restaurata.
Realizzata in tre navate, con la centrale molto più ampia ed
alta delle laterali, la chiesa presenta una pianta a croce latina
con transetto, al
cui
centro si
ergeva la
cupola
del
Cassone, alta m. 76, poggiante su un cornicione con la scritta
in oro : - Deo Optimo Maximo – Divisque Nicolao et Conrado /
Omnis Honor et Gloria – Deiparae in Coelum Assumptae /
Laus et Preces.
Nel decennio 1949-59 - adempiendo ad un solenne voto dei
Netini durante la Seconda Guerra mondiale – l’interno fu
decorato ed affrescato egregiamente dal bolognese A.
Baldinelli e dal torinese N. Arduino.
49
Biagio Iacono
La cupola del Cassone vista dall’interno prima del crollo: si notino le grandi macchie d’umido che
da anni “rivestivano” le strutture portanti della stessa cupola. ( foto C. Allegra )
Il tamburo della cupola ricostruita da S.Tringali e R. De Benedictis.
50
Noto—La Cattedrale
La “Gloria di San Corrado” dell’Arduino, nella volta
della navata centrale, del tutto distrutta col crollo.( foto C. Allegra)
51
Biagio Iacono
L’interno della navata centrale, senza gli affreschi interni della volta,
del presbiterio e dell’abside, come appare oggi dopo la ricostruzione.
San Giovanni Evangelista, “ all’umido! ” prima del crollo,
sotto il tamburo in uno dei quattro pennacchi della cupola.
Si notino i danni dovuti all’umidità anche nel transetto e nel presbiterio (foto G. Attardi )
52
Noto—La Cattedrale
Muri, archi e pilastri giganteschi – che mai avremmo
sospettato potessero davvero schiantarsi e cedere con tanta
improvvisa fragilità! – reggevano la cupola, la magnifica volta
centrale, il transetto e le due navate minori che erano
illuminate da cupolette sulle relative cappelle laterali: il tutto
in un classico gioco barocco di chiaroscuri sapientemente
dosato nel suo mutevole perenne alternarsi.
Interno della navata centrale,qualche giorno prima del crollo:
si notino come i distrutti pilastri fossero stati così maldestramente “ingabbiati”
dalle cosiddette “Autorità competenti”. (foto G. Attardi )
La Navata centrale
LA VOLTA
DELLA
NAVATA
CENTRALE, qui ricordata
attraverso le foto anteriori al crollo del 13 marzo 1996,
è
andata del tutto irrimediabilmente distrutta dal crollo della
53
Biagio Iacono
soprastante terrazza in calcestruzzo: essa era stata affrescata
dall’Arduino e riportava scene della “Gloria di San Corrado”.
Oggi, pertanto, essa ci appare nel suo antico ed originario
bianco splendore, tipico della poetica barocca: l’Arte della
Maraviglia stupisce nella sua abbagliante architettonica
ricchezza esterna - corrispondente, però, all’interno “vuoto”
biancore - dopo lo sbalorditivo
e magico “pieno” della
facciata. Questa, in fondo, non è mai stata, poi, del tutto
“completata” con le tante statue e statuine che avrebbero
dovuto “riempire” le relative nicchie rimaste…“vuote”!
La Navata centrale durante il restauro
54
Noto—La Cattedrale
Le cupolette della navata destra, viste da nord-est dopo il crollo.
Le stesse cupolette di cui sopra, ricostruite, in foto del 25 marzo 2007
55
Biagio Iacono
Il Presbiterio
Un’antica cartolina-ricordo: si noti il pulpito a sinistra con un magnifico organo a canne
sulla destra, nonché la francescana povertà del primitivo presbiterio
con abside ed altare maggiore disadorni. (coll. P. Giannone)
IL
PRESBITERIO, ricco di marmi policromi, non è stato
interessato dal crollo ma si presentava – come le nostre foto
dimostrano -
in uno stato pietoso per l’umido affiorante in
molti affreschi. Questi –
quelli salvatisi dal crollo che qui
documentiamo - sono stati quasi tutti asportati, conservati e
sottoposti a custodia o restauro per essere, un giorno,
ricollocati nei rispettivi siti precedenti il crollo, anche se oggi
non è possibile ipotizzare quando ciò possa avvenire!
Nel Presbiterio, pertanto, noi notavamo:
1)
Il Trono vescovile con sedia e sgabello dorato stile
impero.
56
Noto—La Cattedrale
2)
L’Altare maggiore in pregiati marmi policromi ad intarsio
con, ai lati, le finissime neoclassiche statue in marmo
bianco della Fortezza e della Temperanza.
3)
Il Coro in noce rinascimentale per i Canonici del Capitolo
della Cattedrale.
4)
Il grande stemma del vescovo Mons. Angelo Calabretta,
intarsiato artisticamente sul pavimento.
5)
I due grandiosi affreschi del Baldinelli: “ La cacciata dal
Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva” a sinistra sulla
parete del Coro, e la “Resurrezione di Gesù Cristo” sulla
parete opposta.
La Cattedrale stracolma di Netini e Fedeli attorno all’Urna, domenica 3 marzo 1996, dieci giorni
prima del crollo, nell’Ottava di San Corrado!
( foto “Per non dimenticare” del Kiwanis Club di Noto)
57
Biagio Iacono
La “Resurrezione di Gesù Cristo” del Baldinelli. ( foto M. Castobello)
La “Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre” del Baldinelli.
(foto M. Castobello )
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Noto—La Cattedrale
Cumuli di macerie, alte anche una decina di metri e visti dal presbiterio subito dopo il crollo,
occupavano la navata centrale e quella di destra con le relative cappelle laterali distrutte!
( foto M. Castobello)
59
Biagio Iacono
L’Abside
NELL’ABSIDE – dominava ancora l’arte del Baldinelli con la
maestosa figura del “Cristo Pantocreatore” con scettro ed il
“Libro della Vita “ aperto sull’Alfa-Omega simbolo del principio
e della fine d’ogni terrena cosa.
Abside superstite col Cristo Pantocreatore: si notino le grandi macchie d’umido che
investivano anche il cuore del presbiterio prima del crollo. ( foto G. Attardi )
Alla sinistra del Cristo, come evidente dalle foto riprodotte
in queste pagine, erano affrescati S. Gregorio Magno e
S. Girolamo, Nicolò Morengia e Girolamo Terzo, S. Agata e
S. Venera mentre alla destra trovavamo S. Ambrogio e
S. Agostino, S. Giorgio e S. Domenico Savio, S. Lucia e
S. Maria Goretti. Le classiche immagini dello Spirito Santo
nella colomba e del Dio Padre erano affiancate da Mosè ed
60
Noto—La Cattedrale
Abramo quasi ad evidenziare la splendida “Assunzione della
Vergine” opera sempre del Baldinelli, realizzata nel 1950 a
ricordo del dogma dell’Assunta ma – vedi foto a pag.59 - al
momento del crollo in pessime condizioni. Sotto tutte queste
grandiose figure emerge l’invito all’adorazione con la scritta: Regem magnum / Dominum / Venite adoremus - e pannelli di
Angeli musicanti.
L’Autore di questo libro – prof. Biagio Iacono – mostra le gravi lesioni verificatesi anche nel primo
pilastro della navata sinistra, in data 7 Ottobre 1995: inutilmente denunciate sul suo giornale “La
Gazzetta di Noto” del 21 Ottobre 1995 con l’editoriale “Barocco: la torta è finita” pubblicato poi nel
volume “NOTO…mia” del 1996.
61
Biagio Iacono
SUI PENNACCHI della cupola si stagliavano, legando
transetto e navata centrale, i quattro straordinari Evangelisti,
affrescati dal Baldinelli, mentre i vari fasci di luce che
scendevano dalle molteplici policrome vetrate costituiscono,
ormai, il rimpianto per una mistica serena suggestione agli
occhi ed al cuore anche dei non credenti!
La Navata sinistra
Nella NAVATA SINISTRA - pur con i danni, le lesioni ed i
timori d’un crollo che avevo, fotografandomi, denunciato su
“La Gazzetta di Noto” nel 1993 e nel 199510 - si segnalavano
le seguenti opere sugli altari od ai lati delle cappelle che, oggi
del tutto disadorne, in questa edizione, illustriamo così come
ci apparivano prima del crollo:
1)
“Il miracolo di S. Francesco di Paola” , una tela del
pittore netino Costantino Carasi (1717-1799).
Particolari di una delle tante decine di metri d’intonaco pericolante,
di cui la Cattedrale di Noto era piena da diversi anni,e di “come” venivano “controllati”
intonaci e pilastri: con vetrini rivelatisi, poi, del tutto inutili. (foto G. Attardi)
62
Noto—La Cattedrale
“Il miracolo di S. Francesco di Paola” ,
tela del pittore netino Costantino Carasi (1717 – 1799).
10.
v. B. IACONO, op. cit. pagg.119, 164,165-167.
63
Biagio Iacono
“Lo spasimo di Sicilia”, copia dell’originale di Raffaello eseguita nel 1809
dal pittore siracusano Raffaele Politi (1783-1870).
64
Noto—La Cattedrale
2)
“Lo spasimo di Sicilia”, ottima copia dell’originale
dipinto di Raffaello che si trova nel Museo del Prado a
Madrid e che fu eseguita nel 1809 dal siracusano
Raffaele Politi (1783-1870).
La Cappella del Sacro Cuore in restauro (a sinistra) e una delle tante cappelle
sul “tipo” di restauro uniformemente “ricostruito” in ambedue le navate laterali. ( a destra)
3)
La cappella del Sacro Cuore con, ai lati, le statue di
S. Rita e S. Nicolò.
4)
Statue in bronzo dei Vescovi di Noto
Mons. Giovanni
Blandini(1875-1913), dello scultore netino Giuseppe
Pirrone e di Mons.Giusepppe Vizzini (1913-1935), dello
scultore fiorentino Mario Ferretti.
5)
“La Madonna che prega per le Anime Purganti”, altra
tela di Costantino Carasi.
65
Biagio Iacono
La Cappella del Sacro Cuore.
66
Noto—La Cattedrale
La “Gloria di San Corrado” della policroma vetrata, rimasta intatta nell’alto della facciata interna e,
a fianco, un’immaginetta del primo Novecento: si notino i colori di cupola e cupolette verdeggianti.
6)
Statua in marmo di “S. Michele” di scuola gaginiana,
pro veniente da Noto Antica, da tempo restaurata dal
netino prof. Angelo Di Maria.
7) Busto del “Cristo morente” in marmo grigio scuro (1917),
dono dell’artista netino Francesco Saverio Sortini.
Quest’opera, da me vista dopo il crollo, è rimasta intatta
per puro caso!
8)
Un settecentesco Crocifisso di legno, proveniente da
Noto Antica, è al centro dell’altare nel transetto con gli
affreschi della “Madonna e S. Giovanni” a lato e con
67
Biagio Iacono
quelli di “S. Francesco e S. Caterina da Siena” in alto
alle pareti.
9)
“La
cappella
del
SS.
Sacramento”,
distrutta
dal
terremoto del 1848 e ricostruita nel 1899, fa da sfondo
alla navata sinistra e fu decorata dagli artisti Sebastiano
Giuliano da Palazzolo Acreide e Mariano Senia da Noto
sotto la guida e su progetto del netino ing. Francesco
Cassone.
Statue in bronzo dei Vescovi di Noto Mons.Giovanni Blandini (1875-1913) opera dello
scultore netino Giuseppe Pirrone (a sinistra) e di Mons.Giusepppe Vizzini (1913 --1935) dello
scultore fiorentino Mario Ferretti. (a destra) ( foto v. N. Zappulla, op. cit. pag.69)
68
Noto—La Cattedrale
“La Madonna che prega per le Anime Purganti”,
altra tela del pittore netino Costantino Carasi (1717 – 1799). (foto C. Allegra)
69
Biagio Iacono
Busto del “Cristo morente” in marmo grigio scuro ( 1917)
dono dell’artista netino Francesco Saverio Sortini.
La cappella del Crocifisso, di fronte nel transetto della navata sinistra,
con Allievi e Docenti dell’ITAS di Noto, sotto la cupola e nel cuore della navata centrale,
qualche mese prima del crollo. (foto G. Attardi )
70
Noto—La Cattedrale
Il settecentesco Crocifisso di legno al centro dell’altare nel transetto di sinistra
con la Madonna e San Giovanni. ( foto C. Allegra)
71
Biagio Iacono
“La cappella del SS. Sacramento”, decorata da Sebastiano Giuliano da Palazzolo
Acreide e Mariano Senia da Noto, com’era e come appare coi restauri in corso.
Si noti, in primo piano, la statua di S. Michele lì provvisoriamente collocata.
La Navata destra
Della NAVATA DESTRA non è facile
descrivere con
esattezza i danni del crollo, essendo stata
quasi del tutto
distrutta, come dimostrano anche qui le varie foto tranne,
fortunatamente, la “ Cappella di San Corrado”
sebbene,
allora, fosse rimasta in gran parte ostruita dalle macerie.
72
Noto—La Cattedrale
Le macerie delle due navate, destra e centrale, dopo il crollo ostruivano la cappella
della Sacra Famiglia con, ai lati, S. Giovanni Bosco e San Pio Papa
ed anche la cappella di S. Corrado nel transetto (foto M. Castobello )
73
Biagio Iacono
L’uscita dell’Urna di S. Corrado e la relativa Cappella col tempietto in legno scolpito e dorato,
in cui si custodisce l’Urna d’argento con le spoglie mortali del Santo.
Caratterizzata da un ottocentesco fasto decorativo su motivi
architettonici tardo-barocchi e con l’ingresso segnato da
un’artistica cancellata in ferro fuso, questa cappella
è
circolare con cupola, ai cui pennacchi si stagliano quattro
rilievi di Angeli che portano cilicio, bastone, spada e cintura –
i simboli di S. Corrado – mentre otto bassorilievi sul tamburo
illustrano episodi della vita del Santo.
Sull’altare,
nell’alta
parte
nascosta
da
un
cosiddetto
Tempietto in legno scolpito e dorato, si custodisce l’Urna di
San Corrado, una cassa di legno ricoperta d’argento, opera di
Claudio Lo Paggio, ritenuta uno dei capolavori dell’oreficeria
siciliana del tardo Cinquecento.
L’Urna è visibile solo nei mesi di febbraio ed agosto durante
le apposite feste e ricorrenze.
74
Noto—La Cattedrale
Urna di San Corrado Confalonieri, Patrono della Città e Diocesi di Noto.
( foto M. Castobello )
75
Biagio Iacono
Si noti la povertà della “Vara” su cui il Santo
veniva portato in processione. (Cartolina
timbrata 15 agosto 1904, Ed. G. Cavarra Noto,
a sinistra) e l’Uscita del Santo. Ed. Libreria
G. Cavarra.Noto. (coll. P.Giannone)
La navata destra e la Cappella di San Corrado durante i restauri.
76
Noto—La Cattedrale
Affreschi di San Corrado, prima del crollo, ora rimossi dagli ovali delle volte:
si noti l’umido che rivestiva anche l’ opera qui in basso. ( foto C. Allegra )
77
Biagio Iacono
Uscita e Processione di San Corrado con i caratteristici cilii ( foto C. Allegra)
78
Noto—La Cattedrale
Le spoglie mortali di San Corrado, prelevate dall’Urna ed esposte in Cattedrale
nell’agosto del 1990. ( foto G. Fugà)
Un grande quadro del 1924, opera del pittore sac. Orazio
Spadaro fa da sfondo al “Tempietto” e raffigura “San Corrado
fra Noto Antica ed il fiume “Asinaro”: trattasi di una ottima
copia fra le tante derivate dall’antico dipinto del XVI secolo,
oggi conservato al Museo Nazionale di Palermo.
Segnaliamo, pertanto, quello che c’era nella navata destra
prima del crollo, senza poterne meglio illustrare le condizioni,
essendo oggi anch’essa massimamente disadorna:
1)
La cappella e l’altare della “Sacra Famiglia” con
l’omonimo affresco dell’Arduino (1956) ed
Giovanni Bosco e San Pio X Papa.
79
ai lati San
Biagio Iacono
L’Urna di San Corrado, in processione coi caratteristici Cilii,
nella Cava del Santuario fuori le mura.
L’Urna di San Corrado nell’uscita dalla pro-Cattedrale Chiesa di San Carlo al Corso
il 19 febbraio 2007. ( foto C. Lalicata )
80
Noto—La Cattedrale
2)
La cappella di San Pietro con una grande e magnifica
tela di G. Patania (1827) raffigurante la “Consegna
delle chiavi a S. Pietro Apostolo”.
Particolare della Cappella di San Corrado durante i restauri.
3)
La cappella della Madonna delle Grazie con, al centro,
un pregevole bassorilievo in marmo dipinto della
Madonna in azzurro e del Gesù Bambino in rosso,
circondato
da
undici
Cherubini.
Questa
opera,
d’impronta gaginiana (sec.XV), è una delle più preziose
in Sicilia ed era, un tempo, fra le più venerate dai Netini.
Decorata con stucchi e statue di S. Lucia e S. Agata
81
Biagio Iacono
per volere del Vescovo Vizzini e per mano dello scultore
modicano Assenza nel 1924, si segnala anche perché
custodisce la
tomba di Mons. Angelo Calabretta,
Vescovo di Noto dal 1936 al 1970, del quale lì vicino si
ammirava il
busto in bronzo, opera dell’ultima fase
artistica del nostro scultore G. Pirrone.
Cappella della “Sacra Famiglia” con l’affresco di N. Arduino (1956)
82
Noto—La Cattedrale
Altra antica cartolina - ricordo: si noti il pulpito a sinistra con un magnifico organo
a canne sulla destra, nonché l’Urna di San Corrado sull’Altare Maggiore
in un tempietto circolare (coll. P. Giannone)
4)
Il Mausoleo Di Lorenzo: trattasi d’un bellissimo e raro
monumento funerario, con ritratto del Ciantro Giovanni
Di Lorenzo dei Marchesi di Castelluccio (1724-1777),
caratteristica opera
settecentesca in policromi marmi
intarsiati con relativa lastra tombale a terra.
5)
La cappella della “Natività”: una bellissima tela (1783)
del pittore Giovanni Bonomo.
83
Biagio Iacono
Cappella di San Pietro con la “Consegna delle chiavi a S. Pietro Apostolo”,
una grande e magnifica tela del pittore G. Patania (1827) .
84
Noto—La Cattedrale
La Cappella della Madonna delle Grazie com’era e come appare, sopra, durante i restauri in
corso con, al centro, un pregevole bassorilievo della Madonna in marmo dipinto azzurro e del
Gesù Bambino in rosso, circondato da undici Cherubini.
85
Biagio Iacono
Il Mausoleo Di Lorenzo, monumento funerario del Can. Giovanni Di Lorenzo dei Marchesi
del Castelluccio (1724-1777), grande benefattore della Cattedrale.
( foto Rivista NETUM, ottobre 1985)
86
Noto—La Cattedrale
La Cappella della “Natività” (1783) con una
bellissima tela del pittore netino Giovanni Bonomo.
87
Biagio Iacono
6)
Infine, nella navata destra, segnaliamo il Battistero col
“Battesimo di Gesù“: un grandioso affresco che occupa
quasi tutta la parete e s’impone per grazia, forza e
bellezza: anche se
negli ultimi anni prima del crollo
l’eccessiva umidità lo stava del tutto rovinando, come
dimostra la foto dell’Autore di questo libro che, in data 7
ottobre 1995, ne segnalava
invano i
danni anche
giornalisticamente!
Cappella del Battistero col “ Battesimo di Gesù“: negli ultimi mesi prima del crollo l’Autore
di questo libro ne segnalava invano i danni ! ( foto G. Attardi )
88
Noto—La Cattedrale
Cappella del Battistero col “Battesimo di Gesù”
com’era diversi anni prima del crollo. ( foto C. Allegra )
89
Biagio Iacono
Sacrestia della Cattedrale:“Gloria della Madonna con Santi” ( foto C. Allegra)
90
Noto—La Cattedrale
Prospetto esterno della Cupola, come disegnato
nell’originario progetto De Benedictis-Tringali
Provvisoria conclusione
Inutile, infine, ricordare la ricchezza inestimabile del
cosiddetto “Tesoro della Cattedrale” che da tempo era stato
rubato e del quale chi scrive conosceva la consistenza solo in
91
Biagio Iacono
quel che gli appariva nelle cerimonie religiose; né va
dimenticato che nella Sacrestia erano custodite molte altre
tele, fra cui una settecentesca “Gloria della Madonna con
Santi”, i ritratti dei Vescovi di Noto ed un “San Corrado” in un
grande antico quadro. Pulpito, altari minori, altri piccoli quadri,
lampadari e tante altre opere d’arte arredavano la nostra Cattedrale, vero
tempio di culto cristiano, forse testimone – con
la sua improvvisa caduta – d’una fede e d’una grandezza della Urbs ingeniosa d’altri tempi, che l’odierna nostra Città, specie dopo il riconoscimento Unesco, sembra voler di nuovo
rappresentare non solo con la straordinaria e magnifica
ricostruzione della Cattedrale ma anche con la gran parte dei
monumenti restaurati od in fase di restauro nel “rinnovato”
Centro Storico, ove è stata, da tempo, attuata un pur
discutibile e limitata Isola pedonale.
Purtroppo l’emergenza sisma del 1990, le mie documentate
ma inutili grida d’allarme nel luglio 1993 e nell’ottobre 1995 su
“La Gazzetta di Noto”, l’atavica nostra ignavia e la estrema
sottovalutazione del rischio da parte di tutte le cosiddette
Autorità competenti, non hanno impedito che questa magnifica
opera d’arte ricevesse – con il crollo del 13 Marzo 1996 – un
colpo tale che, se non si fosse intervenuti in questi anni
subito, pur fra tante polemiche, oggi nel 2007 non avremmo
avuto la gioia di rivedere la nostra Cattedrale ricostruita e
riaperta al culto, pur con tutti i limiti delle mancate decorazioni
o dei molteplici parziali e/o discutibili restauri.
92
Noto—La Cattedrale
Prospetto esterno della Cupola, vista da nord,
come disegnato nell’originario progetto De Benedictis-Tringali
Ma un grazie particolare deve davvero essere rivolto ora a
tutte le Autorità che a questa “Ricostruzione” materiale e
sociale hanno di fatto contribuito per le rispettive competenze, senza dimenticare soprattutto i due Progettisti – l’arch.
Salvatore Tringali e l’ing. Roberto De Benedictis – i quali, con
la Società Impresa Donati S.p.A. di Roma,
hanno tutti
realizzato un’opera così bella e grandiosa che, nei
secoli,
certamente renderà ancora più “Ingeniosa” la nostra Città.
Noto-Zisola, 27 Maggio 2007 93
prof. Biagio Iacono
94
Noto—La Cattedrale
Indice
L’Istituto Netum
pag. 5
Premessa dell’Autore
pag. 7
Cenni storico-architettonici
pag.11
La facciata e l’esterno
pag.23
La cupola
pag.39
Uno sguardo all’interno della
Cattedrale prima e dopo il crollo
pag.47
La navata centrale
pag.53
Il presbiterio
pag.56
L’abside
pag.60
La navata sinistra
pag.62
La navata destra
pag.72
Provvisoria conclusione
pag.91
95
Finito di stampare nel Giugno del 2007 da
Grafiche Santocono - Rosolini (SR) - Italy
per la Sicula Editrice-Netum dell’Istituto Netum Ente non profit
Via Bologna, 5 – NOTO – (SR) – tel. 0931839605/838678
e-mail: [email protected]
Progetto grafico: Sara Pelizza
In copertina: foto Sara Pelizza
Ove non espressamente indicato, foto dell’Autore
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