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Cattedrale ristampa - Val di Noto Magazine
A Heidy Bruno di Belmonte che con affetto materno illuminò la mia prima giovinezza. Biagio Iacono Collana “Chiese e Città del Val di Noto” diretta e curata da Biagio Iacono TUTTI I DIRITTI RISERVATI Proprietà artistica e letteraria della Sicula Editrice-Netum, Legge 22 Aprile 1941 n° 633 e successive modificazioni. E’ vietata qualsiasi riproduzione multimediale anche di fotocopie senza l’autorizzazione scritta dell’Autore o dell’Editore. COPYRIGHT by SICULA EDITRICE – NETUM Printed in Italy - 2007 Istituto Netum Ente non-profit Via Bologna 5 - 96017 NOTO ( SR ) - tel. 0931.839605/838678 e-mail: [email protected] Biagio Iacono NOTO La Cattedrale dalle Origini ad Oggi SICULA EDITRICE-NETUM Istituto Netum Ente non profit ...noi per gli altri…una certezza! Chi siamo... L’Istituto Netum nasce a Noto nel 1995 ispirandosi ai principi di Libertà e Democrazia posti a fondamento della Costituzione Italiana e riconoscendosi integralmente nello spirito e nella legislazione socioassistenziale regionale, nazionale ed europea. L’ente è iscritto all’Albo Regionale di cui alla legge n. 22/86 nelle sezioni Anziani-Minori– Inabili . Gli scopi dell’Istituto Netum richiamano integralmente il nuovo sistema di Welfare : … ( art. 3 dello Statuto)... diffondere in Italia e nel mondo la Cultura italiana e siciliana a tutti i livelli… … fondare e gestire istituti socio-assistenziali e strutture di accoglienza miranti al recupero ed alla dignità dei diritti fondamentali dell’Uomo, dando precedenza agli orfani, ragazze madri, anziani, disabili, nomadi, extracomunitari ed emarginati per i più diversi motivi sociali, politici e/o economici ... organizzare e gestire servizi alle persone, assistenza domiciliare integrata, assistenza didattica a minori svantaggiati e tutoraggio a nuclei familiari in stato di disagio… Nel 1997, l'Istituto Netum diviene Ente non profit ai sensi del Decreto Legislativo n° 460/97; oggi, con la attuazione del sistema integrato dei servizi socio-assistenziali ( legge n. 328/00 ), il management dell’ Istituto Netum ha sviluppato in sé competenze tecniche con un obiettivo unico: stimolare quanti si avvicinano all’Associazione a “creare valore” e “capitale sociale” di qualità, aderente ad un reale e fattibile sviluppo del territorio. 5 Perché questo libro… I progetti socio-assistenziali realizzati dall’Istituto Netum, oltre a mettere al “centro” delle proprie azioni gli Anziani, i Caminanti, i Diversamente abili e le fasce sfavorite della cittadinanza, svolgono un’azione di supporto genitoriale a tutte le famiglie che versano in uno stato di svantaggio sociale o di disagio economico: è in questa ottica che nasce il progetto “ L’isola che non c’è “. Questo libro è stato “donato” all’Associazione e nasce dall’amore dell’Autore verso la propria Città affinché, con il contributo di quanti aderiranno al progetto e lo condivideranno, si possa dare sostegno a cinque famiglie, con Minori da 0 a 36 mesi, segnalate dal Servizio Sociale del Comune di Noto, attraverso un servizio di babysitting. Il progetto “ L’isola che non c’è ” Obiettivo : dare la possibilità a genitori in stato di svantaggio sociale e/o di disagio economico di poter lavorare nelle ore del mattino. Destinatari : cinque minori da 0 a 36 mesi. Servizi ed orari : servizio di babysitting presso la sede dell’Istituto Netum dalle ore 08:00 alle ore 13:00 dal Lunedì al Venerdì. Operatori : n. 2 Assistenti all’Infanzia – n. 1 Educatrice professionale. Un sentito GRAZIE a tutti gli Amici che hanno permesso la stampa di questo libro con le loro donazioni e a quanti sosterranno il nostro progetto “ L’isola che non c’è” con il loro contributo. Noto 17 Maggio 2007 Il Presidente Francesca Iacono Istituto Netum Ente non profit Via Bologna 5 - 96017 NOTO ( SR ) - tel/fax 0931.839605 e-mail : [email protected] 6 Noto—La Cattedrale Premessa dell’Autore Caro Lettore, mi scuserai se, tornando a scrivere di Noto, la mia “… perduta Città di sogno”, i “cocci della memoria” di trentacinque anni d’attività giornalistico-editoriale in essa mi ”obbligano” ad un discorso strettamente personale per presentarti questo volumetto sulla nostra Cattedrale. La quale - dopo il crollo del 13 Marzo 1996, in cui andarono distrutte l’intera navata centrale, la neoclassica cupola e tutta la navata destra non è più, al suo interno, lo spazio di macerie a cielo aperto con alti cumuli di rovine, come emerse undici quando anni pubblicai or il sono, volume “ NOTO…mia! ” sull’Architettura ed Urbanistica di Noto nel ventennio 1976/96 e dal quale estrassi un f ascicolo di Cenni st or ico- architettonici dalle Origini al Crollo della Cattedrale, le cui foto di quel Marzo 1996 illustrarono lo stato d’abbandono del prima ed evidenziarono i miseri resti del dopo di quei giorni. Dopo tanti anni, messa da parte la rabbia o l’impotenza 7 Biagio Iacono dell’emozione per un disastro da me troppe volte annunciato, anche se non in così catastrofiche proporzioni, nell’imminente riapertura del nostro maggior tempio ripropongo argomento in lo stesso forme nuove con l’effetto-colore ma con illustrazioni più ampie e senza lo sgomento di allora. Segnato dalle note essenziali sui testi consultati, ma senza la minima pretesa di voler essere stato esaustivo in materia, questo volumetto documenta la ricostruzione della nostra Cattedrale come un fatto compiuto ma rispettoso dello stato dei luoghi fino ad oggi 27 Maggio 2007. E’ solo una prima bozza o prova d’Autore, in attesa del totale restauro all’interno ancora incompleto: queste pagine, infatti, mancano delle foto sugli arredi, delle decorazioni rimosse o distrutte, degli altari non ricostruiti né completati, dei quadri non restaurati, così come mancano degli affreschi rimossi o staccati e non ancora ricollocati nei siti preesistenti al crollo, ecc. ecc. 8 Noto—La Cattedrale E, tuttavia, questo mio modesto lavoro offre illustrazioni, stampe, foto e ricordi antecedenti il crollo, accompagnati da brevi cenni sulla storia e sull’architettura della nostra antica Chiesa Madre, spero sufficienti a lasciarti in cuore un pur minimo segno di quanto e di cosa in essa si serbasse sull’arte, la storia e la cultura netina in genere. Pertanto, caro Lettore, nella tua visita alla Cattedrale di Noto ammirane la bellezza artistica ricordandoti che la sua ricostruzione – conseguita dai miei due amici Progettisti arch. Salvatore Tringali e ing . Rober t o De Bene dict is – comunque la si vorrà un domani giudicare esteticamente, merita un plauso commosso e sincero per i tempi ed i modi non semplici ad una così straordinaria realizzazione: ricostruzione e riapertura che queste pagine, senza falsa modestia ma con piena consapevolezza, vogliono solo documentare come un evento unico e meraviglioso, di cui la intera Città di Noto serberà, certo, grata e futura memoria. Con tale auspicio, spero in una tua serena visita nella mia bella Città Ingegnosa e ti porgo il più beneaugurante saluto. Noto/Zisola, 27 Maggio 2007 9 prof. Biagio Iacono Noto—La Cattedrale Cenni storico-architettonici La nostra antica Chiesa Madre fu eretta ad odierna Cattedrale il 15 Maggio 1844 con la nomina del primo Vescovo di Noto da parte del papa Gregorio XVI e fu dichiarata monumento nazionale il 21 Novembre 1940. Dedicata a S. Nicolò di Bari, essa fu iniziata da G. Battista Deodato Scammacca nella primavera del 1693, poco dopo il grande terremoto che sconvolse il Val di Noto, quando nell’odierno sito si provvide alla costruzione d’una baracca di travi e tavole. Antica foto della Cattedrale: si notino l’originario tetto a falde ed i lavori in corso sulla cupola databili verso il 1871. ( foto Biblioteca Comunale Noto ) 11 Biagio Iacono La costruzione vera e propria in muratura del primo edificio,al posto della baracca, avvenne fra il 1694/1697 e completato il tetto, la porta maggiore e le finestre - la nuova chiesa fu aperta al culto il 6 giugno 1703 con una solenne benedizione. Il terremoto del 7 gennaio 1727, tuttavia, provocò danni tali da richiedere subito interventi di restauro su archi, finestre e pilastri, al punto che i diversi lavori di ristrutturazione proseguirono fino a poco prima del 1745, anno in cui si dette inizio alla costruzione di una nuova terza chiesa molto più grande – cioè quella attuale dall’esterno quella che inglobava chiudendola precedente, dove si continuarono a celebrare le funzioni religiose fino alla primavera del 1768. Il primitivo progetto del tempio lo si attribuisce al gesuita arch. fra’ Angelo Italia, specie per l’originaria ed inconsueta proposta delle due torri campanarie, realizzate poi in altro tempo e stile. Rielaborando il progetto dell’Italia, il nostro arch. Rosario Gagliardi (1690ca-1762) ridisegnò la pianta dell’odierna Cattedrale in maniera molto simile a quella della Chiesa del SS. Crocifisso al nostro Pianalto. Pertanto, ritengo verosimile l’ipotesi di un progetto gagliardiano quasi del tutto realizzato nel primo ordine della facciata o del cosiddetto “piano degli ingressi“, mentre il complesso monumentale di tutta la Cattedrale, come la vedevamo prima del crollo e la vediamo oggi con la prossima 12 Noto—La Cattedrale Stampa del primo Novecento: si noti il Monastero del SS. Salvatore com’era prima della demolizione per costruirci il Seminario. (coll. P. Giannone ) La Cattedrale di Noto dopo il crollo del 13 marzo 1996. ( foto G. Formica) 13 Biagio Iacono riapertura, è frutto dell’apporto di più Architetti od “Artisti” improvvisatisi tali dal Settecento al Novecento fino alla ricostruzione di questi primi anni Duemila. La Cattedrale di Noto vista dalla torre campanaria della Chiesa di S. Chiara il 25 aprile 2007. ( foto Lucia Iacono) Infatti, i miei due Amici Progettisti, a pag. 77 del loro bellissimo libro sulla ricostruzione, scrivono che “La Cattedrale di S. Nicolò non è opera di un solo autore né il risultato di una elaborazione progettuale organica, bensì di complesse vicende del tempo, di interventi diversi e sovrapposti.”1 1. SALVATORE TRINGALI-ROBERTO DE BENEDICTIS, La Ricostruzione della Cattedrale di Noto,a cura dell’arch. Rosanna La Rosa con la consulenza strutturale dell’ing. prof. Carlo Gavarini, Edizioni L.C.T. Noto,2000. 14 Noto—La Cattedrale La La demolizione dell’originario tetto a falde, come emerge da questa cartolina degli anni Cinquanta, fu l’ultima di tutte le ristrutturazioni, più o meno selvagge od artistiche, a cui la Cattedrale era stata sottoposta in oltre due secoli: si notino,in alto a destra, i lavori in corso sul tetto per costruirci la terrazza in calcestruzzo. Ed.Giacchino Francesco, Noto. ( Coll. P. Giannone ) 15 Biagio Iacono Dalle lunghe conversazioni con Corrado Curcio (Noto,19031981) sull’origine della nuova Noto, ho tratto anch’io la poetica presunzione che l’arch. R. Gagliardi abbia, anche per questo tempio, progettato di realizzare un’unica grandiosa facciata in puro stile tardo-Barocco “a campana” come in molte delle sue chiese nel Val di Noto. La Cattedrale vista da ponente fra i ficus. ( foto Lucia Iacono) Infatti, lo spazio delle attuali neoclassiche torri campanarie come previsto dalla tipica architettura settecentesca - avrebbe dovuto essere occupato da corpose volute in pietra, molto più accentuate e, suppongo, meno armoniose di quelle della bellissima gagliardiana Chiesa di S. Domenico, a causa 16 Noto—La Cattedrale della funzione estetica e di contenimento della enorme spinta di massa proveniente dal superiore corpo centrale. 2 Ma la suddetta “ipotesi” resta tale perché non confortata da fonti documentarie, le quali invece risultano numerose sull’opera d’un secondo architetto, il netino Vincenzo Sinatra (Noto, 1707-1787) che, nella metà di quel secolo, intervenne La Cattedrale vista da levante tra i ficus: si noti il…“gioco barocco” di luci ed ombre! ( foto S. Pelizza ) 2. BIAGIO IACONO, “NOTO…mia! – Architettura ed Urbanistica del Centro Storico (1976-1995)” Sicula Editrice-Netum, Noto, 1996, da cui il fascicolo “NOTO, la Cattedrale - Cenni storico-architettonici dalle origini al crollo“ Sicula Editrice - Netum, Noto, 1996. Di Corrado Curcio si leggano le note al mio articolo su “Paul Hofer: Architettura ed Urbanistica di Noto” tratto dalla Rivista NETUM e riproposto nel suddetto volume “NOTO…mia!” alle pagg. 95/99. 17 Biagio Iacono attivamente su tutta la Cattedrale, collaborando nel primo e realizzando anche il secondo ordine della facciata con quasi “ un’anticipazione ”artistica del tutto “rinascimentale” “classica” dell’alto “proto-neoclassico” frontone. La torre campanaria di ponente al tramonto della Pasqua 2007. (foto S. Pelizza) 18 o Noto—La Cattedrale La cupola del Cassone con la terrazza in calcestruzzo, costruita al posto dell’originario tetto a falde, ambedue distrutte nel crollo del 13 marzo 1996. ( foto Heidy Bruno di Belmonte, Noto, 1955) 19 Biagio Iacono Particolari della ricchissima facciata e la nuova cupola vista da nord. Un’occhiata al… cielo, prima dell’ingresso in Cattedrale! 20 Noto—La Cattedrale Cattedrale di Noto: prospetto sul Corso Vittorio Emanuele come dall’originario Progetto di Ricostruzione De Benedictis-Tringali 21 Noto—La Cattedrale La facciata e l’esterno La facciata della Cattedrale ha una larghezza di m. 40, un’altezza di m. 32 e sporge su una grandiosa scalinata lunga m. 37 con quattro rampe e tre ripiani. La facciata della Cattedrale, la Domenica di Pasqua 2007: si notino i segni dei lavori in corso lungo la scalinata ( foto S. Pelizza) Fatta costruire a proprie spese dal Ciantro Giovanni Di Lorenzo dei Marchesi del Castelluccio, questa scalinata fu iniziata nel 1771 e completata solo negli anni 1831/33 su progetto dell’arch. Bernardo Labisi; poi fu delimitata con due 23 Biagio Iacono balaustre in pietra che, fin da quei tempi, erano ornate da vasi ed obelischi, anch’essi in pietra, più volte invano restaurati o ricostruiti per i ripetuti atti vandalici specie negli ultimi anni del Novecento! La Cattedrale vista dalla torre della Chiesa di S. Chiara ( foto S. Pelizza) Divisa verticalmente in tre sezioni con due ordini orizzontali, la facciata del nostro tempio s’adorna a piano terra di otto colonne alte m. 10,60 con base m. 2,55, simmetricamente disposte in armonia col portale principale e gli ingressi laterali. Nel secondo ordine, quattro colonne con capitelli corinzi, di fattura chiaramente diversa per tempo e stile, sostengono il frontone superiore e l’attico: molto bella questa doppia serie di alte colonne che, sempre nella facciata, sostengono l’ardita e 24 Noto—La Cattedrale robusta trabeazione su cui, in perfetta armonia, il Sinatra poggia il grande attico sormontato da un globo in pietra con croce, adornando il tutto con vasi in pietra notigianamente “rastuni” ! Nell’alto frontone, sull’attico, la croce sul globo in pietra come i vasi cosiddetti, notigianamente, “ rastuni ” . 25 detti Biagio Iacono L’alto frontone con la tipica finestra dell’arch. Vincenzo Sinatra e lo stemma resturato della Città nell’arco a timpano del portale. Nell’alto frontone centrale, inoltre, dalla tipica cornice stilizzata ad opera dell’arch. Vincenzo Sinatra, risalta una grande finestra con una moderna policroma vetrata, raffigurante la “Gloria di S. Corrado Confalonieri” Patrono della Città e Diocesi di Noto: Santo al cui culto la Cattedrale è 26 Noto—La Cattedrale da sempre stata preposta, conservandone le spoglie mortali in un’antica preziosissima Urna d’argento custodita nell’apposita cappella. Nella costruzione o, meglio, ricostruzione della facciata, pertanto, l’arch. Vincenzo Sinatra fu il più stretto collaboratore del Gagliardi e, dopo, il suo diretto successore nella carica di “Architetto della Ingegnosa Città di Noto” incarico non solo onorifico e con precise responsabilità o competenze, che di lì a poco sarà conferito anche ad un terzo protagonista della no- stra rinascita, il netino architetto Paolo Labisi, con funzioni ancora più impegnative di quelle che, oggi, dovrebbero essere più seriamente e più severamente svolte dall’odierna Cartolina del secondo Dopoguerra: si notino i lavori in corso per la terrazza sulla Cattedrale e quelli del costruendo Seminario con l’appendice ancora intatta dell’antico Monastero del SS. Salvatore sul Corso. Ed. G. Di Giovanni,Noto. ( Coll. P .Giannone ) 27 Biagio Iacono Soprintendendenza ai Beni Culturali ed Artistici della nostra Provincia di Siracusa!3. Per quanto concerne la facciata – non essendo stato corretto né contraddetto da nessuno degli Studiosi che in questo ultimo decennio si sono occupati della Cattedrale ritengo ancora più verosimile la mia poetica ipotesi del 1996, quando attribuii all’arch. Bernardo Labisi l’influsso stilistico dell’arch. Paolo Labisi (1720-1798) nella progettazione e nell’alta costruzione delle due neoclassiche torri campanarie al posto di quelle, da noi supposte in origine, del gesuita fra’ Angelo Italia o delle masse di volute in pietra del Gagliardi4. La Cattedrale in una cartolina timbrata 01.10.1935 ( Coll. P. Giannone ) 3. v. DONATELLA GERMANÒ, Barocco in Sicilia — Chiese e Monasteri di Rosario Gagliardi, Firenze, 1986, pag. 38 4. v. BIAGIO IACONO, op. cit., pag. 13 28 Noto—La Cattedrale Torre campanaria orientale: la data 1768 è visibile ad occhio nudo, incisa sotto il capitello, quando i lavori erano ancora in corso. Alte qualche metro in più del frontone centrale - adornate in origine da altri vasi più piccoli in pietra agli angoli superiori e culminanti con cupolette svettanti una croce - queste due grandi torri campanarie sono quadrate ed a quadruplice arco, le quali - osserva acutamente Stephen Tobriner risultano sovrapposte nemmeno sulla verticale laterali alla base.” 5. non dei pilastri 5 v. STEPHEN TOBRINER, La genesi di Noto – Una città siciliana del Settecento, Edizioni Dedalo, Bari, 1989, pag.136. 29 Biagio Iacono Torre di ponente con statue di S. Matteo e S. Marco. ( foto S. Pelizza ) 30 Noto—La Cattedrale La statua di S. Matteo evangelista. ( foto S. Pelizza ) 31 Biagio Iacono E che esse siano posteriori nel tempo ed “ apocrife “ per stile rispetto ad un qualunque primitivo progetto, tanto che sembrano quasi “adagiate” agli estremi lati superiori della facciata, questo il Lettore più attento lo potrà personalmente notare, osservandole, in una dolce mattina di pioggia, quando il sole ad oriente le illumina e quasi le…”muove”! Cattedrale e Centro Storico di Noto sotto la neve ai primi del Novecento. Allora, esse evidenziano tutta una loro diversa fattura architettonica, per tempo e stile, ed una diversa natura lapidea perché il tono del loro colore di essere “pietre” risultava molto difforme rispetto a quello originario dell’intera facciata. E, tuttavia, oggi una tale distinzione non è più facilmente percepibile, data la ritrovata uniformità del colore assunto dall’intera facciata col recente restauro eseguito nella ricostruzione. 32 Noto—La Cattedrale Molto belle le quattro statue in pietra degli Evangelisti, alte tre metri – prima attribuite allo scalpellino netino C. Falesi ma ora confermate come opere certe dello “statuario” catanese Giuseppe Orlando, eseguite sotto la direzione dell’arch. Bernardo Labisi: il che - pertanto - avvalora meglio la mia ipotesi sulla paternità dello stesso riguardo alle torri campanarie. Lo stemma in pietra della Città s’inscrive nel grande timpano ad arco intero che sovrasta il portale centrale con la sigla “S.P.Q.N.) (foto S. Pelizza) Queste statue segnano o riempiono lo “spazio incompiuto” da noi ipotizzato nel progetto dell’arch. Rosario Gagliardi e sembrano conciliare una indiscutibile “frattura estetica” fra le due torri campanarie e l’alto corpo centrale della facciata, appunto perché evidenziano una marcata ricerca di neoclassica armonia nella sintesi ricompositiva di più stili e lezioni diverse. 33 Biagio Iacono Al centro dei due ingressi laterali, la Cattedrale s’apre alla fastosa scenografia di Piazza Municipio col portale di bronzo, opera postuma dello scultore Giuseppe Pirrone, che illustra le scene più importanti della vita di San Corrado. Porta laterale di levante: uguale e simmetrica all’altra di ponente. 34 Noto—La Cattedrale Alla base delle torri due grandi nicchie a conchiglia. Lo stemma in pietra, simbolo storico della Città, s’inscrive nel grande timpano ad arco intero che sovrasta il portale con la sigla “S.P,Q.N.” (Il Senato ed il Popolo dei Netini) quasi come una gemma che, specie dopo il suddetto restauro, splende ed attrae per la sua bellezza ed unicità. Anche le due porte laterali sono sormontate da timpani ad arco intero su cui insistono due piccole nicchie con catino a conchiglia ed un altro più piccolo ad arco spezzato. Al centro delle basi delle due torri campanarie notiamo due nicchie molto più grandi, con catino a conchiglia, sormontate da un timpano a triangolo: mancano le statue che anche qui avrebbero dovuto essere collocate, come in tutte le altre 35 Biagio Iacono nicchie del tempio, per ulteriormente arricchirne la facciata e gli ingressi laterali. Interessante, infine, la grande trabeazione - con cornice a mensole e rosoni - che scorre lungo i due ordini separando i piani della facciata ma segnando armoniosamente il movimento barocco del tempio anche lungo le incomplete fiancate laterali, le cui nicchie però differiscono in stile dalle precedenti. La fiancata laterale di levante - con nicchie sormontate da un attico e finestre trilobate tipiche dell’arch. R. Gagliardi evidenzia l’incompiuta grande trabeazione con cornice e mensole a rosoni, che separa armonicamente i due ordini della facciata anche in quella di ponente, e su cui – col restauro della ricostruzione – non si è voluto giustamente intervenire. 36 Noto—La Cattedrale La data 1767 – scoperta col restauro sulla fiancata di levante è scolpita fra la tipica finestra gagliardiana ed il relativo portale d’ingresso secondario. 37 Noto—La Cattedrale La Cupola Dopo il crollo del 13 marzo 1996, un frammento di cupola - come un fragile guscio di noce spezzata e pendente -in La cupola ricostruita, al tramonto del giorno di Pasqua 2007. ( foto S. Pelizza ) 39 Biagio Iacono questi anni ci ha ricordato come quella intera fosse la terza in ordine di tempo: la prima cupola – da immaginare sulla navata centrale come una “volta reale in pietra e gesso, a monta ribassata” 6 - era crollata il 19 giugno 1780 a causa dei molti difetti di costruzione e di scosse sismiche avvenute dagli anni 1760/69 in poi. Cupola ed interno della Cattedrale, qualche giorno dopo il crollo. La seconda fu ricostruita da Stefano Ittar nel 1789 e crollò nella fatidica ricorrenza dell’11 gennaio 1848. La terza,di cui avevamo rimpianto la perduta bellezza,fu progettata e ricostruita in stile neoclassico dall’ing. arch. netino Luigi Cassone fra il 1854 ed il 1861: l’effetto d’insieme della facciata e della maestosa baroccheggiante cupola distrutta donava e 6. - con questa ricostruita da Tringali e v. DE BENEDICTIS — TRINGALI, op. cit. pag. 5 40 Noto—La Cattedrale De Benedictis - ridona restituendo alla Cattedrale di Noto un fascino ed una straordinaria suggestione non paragonabili ad altre emozioni estetiche. In questo grandioso monumento, infatti, emerge “ la più felice sintesi espressiva” di quello che aveva già Stephen Tobriner categoricamente definito “Stile Netino” perché nascente da una fusione di stili come un “unicuum” da più eclettiche lezioni. 7 Altro particolare della torre campanaria di levante: la data 1768 è visibile ad occhio nudo sotto il capitello, quando i lavori nella Cattedrale erano ancora in corso. 7. v. S.TOBRINER, op. cit. pag.120 . 41 Biagio Iacono Ingenuo,quindi, era stato – nel secolo scorso – l’aver voluto attribuire a questo o ad altro architetto un’opera di così multiforme concorso creativo ed operativo com’è la Cattedrale di Noto, ed altrettanto fuorviante era già sembrato voler “datare ad ogni costo” in questo o quell’anno i lavori come “completati” , se è vero che l’anno 1768, inciso e visibile sotto l’estremo capitello a sud della torre orientale, e quello del 1767 scoperto recentemente col restauro della ricostruzione sulla fiancata di levante, dimostrano solo che i lavori a quelle date erano stati ripresi e/od ancora in corso. Tuttavia, un’attribuzione sui tempi delle varie fasi di restauri o della “complessiva ricostruzione” della nostra Cattedrale, ci Si noti l’evidente stato d’abbandono in cui giaceva la cupoletta della torre campanaria di ponente, con erba verdeggiante, come quasi tutta la Cattedrale di Noto prima del 13 marzo 1996. ( foto G. Formica) 42 Noto—La Cattedrale La cupola vista oggi dal Monumento ai Caduti. ( foto S. Pelizza ) 43 Biagio Iacono è stata prospettata da una delle tante cronologie di Stephen Tobriner8, anche se persistono in me diverse perplessità in merito, essendomi ben tenuto alla larga dai “lavori in corso” e mai invitato anche dai tanti improvvisatisi “Studiosi di Noto” lautamente, però, stipendiati e…foraggiati! Si era pensato, infatti, che molti lavori fossero stati “completati” alla fine del Settecento, che per tutto l’Ottocento si era intervenuti con ricostruzioni o restauri e che solo nel secondo Novecento ci si era davvero convinti o, meglio, illusi d’averli portati a termine. Questo, però, se per le cose umane fosse vero e se la costruzione della gigantesca terrazza in calcestruzzo, al posto dell’antico tetto, non avesse dimostrato – specie dopo il terremoto di S. Lucia del 13 dicembre 1990 – con quanta spregiudicata incompetenza fossero stati ignorati i più elementari principi del restauro e/o del consolidamento strutturale nella scienza delle costruzioni: basti osservare l’assoluta mancanza d’un pur minimo cordolo in calcestruzzo lungo il muro perimetrale su cui essa poggiava! Eppure, da un così disastroso scenario - come da me auspicato - la Città di Noto sta per “risorgere più bella nel Mattino del nuovo Millennio”9, se è vero che, oggi, nel Centro Storico vanno compiendosi e completandosi anche altri vari restauri e, specie davanti alla nostra risorta Cattedrale, è di 8. v. DE BENEDICTIS-TRINGALI, op. cit. pagg. 44/45. 9. v. B. IACONO, op. cit. pag.5. 44 Noto—La Cattedrale nuovo possibile percepire analiticamente gli influssi dell’architettura del Rinascimento Italiano fusi con quelli del tipico Barocco Romano sublimatosi nel netino stile tardo-Barocco Siciliano. Inoltre, gli influssi dell’Illuminismo Francese vengono qui a ricomporsi, fra ultimo Settecento e primo Ottocento, in una vera e propria rielaborazione tutta sicula del Neoclassicismo Europeo. Questa “rilettura netina” di così eclettiche influenze rende proprio la nostra Architettura un fatto atipico ed eccezionale al punto che il “Barocco di Noto”, da tanti decenni, è stato riconosciuto “unico al mondo”: fatto, questo, dimostrato anche dal recente riconoscimento dell’UNESCO, che ha inserito la nostra Città ed il Val di Noto nella Word List di quei siti unici al mondo quali “Patrimonio dell’Umanità” da salvaguardare. 45 Biagio Iacono Mons. Nunzio Zappulla, già Parroco della Cattedrale, davanti al Portale d’ingresso, opera postuma in bronzo di G. Pirrone. (foto ing. Salvatore Bonfanti ) 46 Noto—La Cattedrale Uno sguardo all’interno della Cattedrale prima e dopo il crollo L’interno della Cattedrale visto dall’ingresso prima del crollo: si noti il grande affresco sulla volta centrale e l’ottocentesco pavimento in marmo non ripristinato con la ricostruzione. ( foto C. Allegra ) 47 Biagio Iacono Anche l’interno della Cattedrale, prima del crollo, rivelava, nel suo continuo sovrapporsi di moduli architettonico-decorativi, gli evidenti gusti dei molteplici interventi dal Settecento alla prima metà del Novecento: c’era qui una meravigliosa pagina tutta netina di arte, storia e cultura che meriterebbe studi molto più approfonditi di questi rapidi cenni. Appena entrati, vivissima vibrava nel cuore la sensazione di trovarsi in una Basilica Romana tipo S. Pietro senza, tuttavia, perdersi nei secoli perché nella Cattedrale l’identità della storia di Noto era quasi tutta “documentata” e, quindi, “palpabile” in ricchezza artistica. Interno della facciata,dopo il crollo del 13 marzo 1996: si notino intatte le iscrizioni sotto la policroma vetrata che raffigurava una “Gloria di San Corrado”, oggi mancante, e sulla trabeazione del portale che ricorda ai Posteri la “storia” della Cattedrale. 48 Noto—La Cattedrale L’interno della facciata, oggi, senza la policroma vetrata della “Gloria di San Corrado” ma del tutto ben restaurata. Realizzata in tre navate, con la centrale molto più ampia ed alta delle laterali, la chiesa presenta una pianta a croce latina con transetto, al cui centro si ergeva la cupola del Cassone, alta m. 76, poggiante su un cornicione con la scritta in oro : - Deo Optimo Maximo – Divisque Nicolao et Conrado / Omnis Honor et Gloria – Deiparae in Coelum Assumptae / Laus et Preces. Nel decennio 1949-59 - adempiendo ad un solenne voto dei Netini durante la Seconda Guerra mondiale – l’interno fu decorato ed affrescato egregiamente dal bolognese A. Baldinelli e dal torinese N. Arduino. 49 Biagio Iacono La cupola del Cassone vista dall’interno prima del crollo: si notino le grandi macchie d’umido che da anni “rivestivano” le strutture portanti della stessa cupola. ( foto C. Allegra ) Il tamburo della cupola ricostruita da S.Tringali e R. De Benedictis. 50 Noto—La Cattedrale La “Gloria di San Corrado” dell’Arduino, nella volta della navata centrale, del tutto distrutta col crollo.( foto C. Allegra) 51 Biagio Iacono L’interno della navata centrale, senza gli affreschi interni della volta, del presbiterio e dell’abside, come appare oggi dopo la ricostruzione. San Giovanni Evangelista, “ all’umido! ” prima del crollo, sotto il tamburo in uno dei quattro pennacchi della cupola. Si notino i danni dovuti all’umidità anche nel transetto e nel presbiterio (foto G. Attardi ) 52 Noto—La Cattedrale Muri, archi e pilastri giganteschi – che mai avremmo sospettato potessero davvero schiantarsi e cedere con tanta improvvisa fragilità! – reggevano la cupola, la magnifica volta centrale, il transetto e le due navate minori che erano illuminate da cupolette sulle relative cappelle laterali: il tutto in un classico gioco barocco di chiaroscuri sapientemente dosato nel suo mutevole perenne alternarsi. Interno della navata centrale,qualche giorno prima del crollo: si notino come i distrutti pilastri fossero stati così maldestramente “ingabbiati” dalle cosiddette “Autorità competenti”. (foto G. Attardi ) La Navata centrale LA VOLTA DELLA NAVATA CENTRALE, qui ricordata attraverso le foto anteriori al crollo del 13 marzo 1996, è andata del tutto irrimediabilmente distrutta dal crollo della 53 Biagio Iacono soprastante terrazza in calcestruzzo: essa era stata affrescata dall’Arduino e riportava scene della “Gloria di San Corrado”. Oggi, pertanto, essa ci appare nel suo antico ed originario bianco splendore, tipico della poetica barocca: l’Arte della Maraviglia stupisce nella sua abbagliante architettonica ricchezza esterna - corrispondente, però, all’interno “vuoto” biancore - dopo lo sbalorditivo e magico “pieno” della facciata. Questa, in fondo, non è mai stata, poi, del tutto “completata” con le tante statue e statuine che avrebbero dovuto “riempire” le relative nicchie rimaste…“vuote”! La Navata centrale durante il restauro 54 Noto—La Cattedrale Le cupolette della navata destra, viste da nord-est dopo il crollo. Le stesse cupolette di cui sopra, ricostruite, in foto del 25 marzo 2007 55 Biagio Iacono Il Presbiterio Un’antica cartolina-ricordo: si noti il pulpito a sinistra con un magnifico organo a canne sulla destra, nonché la francescana povertà del primitivo presbiterio con abside ed altare maggiore disadorni. (coll. P. Giannone) IL PRESBITERIO, ricco di marmi policromi, non è stato interessato dal crollo ma si presentava – come le nostre foto dimostrano - in uno stato pietoso per l’umido affiorante in molti affreschi. Questi – quelli salvatisi dal crollo che qui documentiamo - sono stati quasi tutti asportati, conservati e sottoposti a custodia o restauro per essere, un giorno, ricollocati nei rispettivi siti precedenti il crollo, anche se oggi non è possibile ipotizzare quando ciò possa avvenire! Nel Presbiterio, pertanto, noi notavamo: 1) Il Trono vescovile con sedia e sgabello dorato stile impero. 56 Noto—La Cattedrale 2) L’Altare maggiore in pregiati marmi policromi ad intarsio con, ai lati, le finissime neoclassiche statue in marmo bianco della Fortezza e della Temperanza. 3) Il Coro in noce rinascimentale per i Canonici del Capitolo della Cattedrale. 4) Il grande stemma del vescovo Mons. Angelo Calabretta, intarsiato artisticamente sul pavimento. 5) I due grandiosi affreschi del Baldinelli: “ La cacciata dal Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva” a sinistra sulla parete del Coro, e la “Resurrezione di Gesù Cristo” sulla parete opposta. La Cattedrale stracolma di Netini e Fedeli attorno all’Urna, domenica 3 marzo 1996, dieci giorni prima del crollo, nell’Ottava di San Corrado! ( foto “Per non dimenticare” del Kiwanis Club di Noto) 57 Biagio Iacono La “Resurrezione di Gesù Cristo” del Baldinelli. ( foto M. Castobello) La “Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre” del Baldinelli. (foto M. Castobello ) 58 Noto—La Cattedrale Cumuli di macerie, alte anche una decina di metri e visti dal presbiterio subito dopo il crollo, occupavano la navata centrale e quella di destra con le relative cappelle laterali distrutte! ( foto M. Castobello) 59 Biagio Iacono L’Abside NELL’ABSIDE – dominava ancora l’arte del Baldinelli con la maestosa figura del “Cristo Pantocreatore” con scettro ed il “Libro della Vita “ aperto sull’Alfa-Omega simbolo del principio e della fine d’ogni terrena cosa. Abside superstite col Cristo Pantocreatore: si notino le grandi macchie d’umido che investivano anche il cuore del presbiterio prima del crollo. ( foto G. Attardi ) Alla sinistra del Cristo, come evidente dalle foto riprodotte in queste pagine, erano affrescati S. Gregorio Magno e S. Girolamo, Nicolò Morengia e Girolamo Terzo, S. Agata e S. Venera mentre alla destra trovavamo S. Ambrogio e S. Agostino, S. Giorgio e S. Domenico Savio, S. Lucia e S. Maria Goretti. Le classiche immagini dello Spirito Santo nella colomba e del Dio Padre erano affiancate da Mosè ed 60 Noto—La Cattedrale Abramo quasi ad evidenziare la splendida “Assunzione della Vergine” opera sempre del Baldinelli, realizzata nel 1950 a ricordo del dogma dell’Assunta ma – vedi foto a pag.59 - al momento del crollo in pessime condizioni. Sotto tutte queste grandiose figure emerge l’invito all’adorazione con la scritta: Regem magnum / Dominum / Venite adoremus - e pannelli di Angeli musicanti. L’Autore di questo libro – prof. Biagio Iacono – mostra le gravi lesioni verificatesi anche nel primo pilastro della navata sinistra, in data 7 Ottobre 1995: inutilmente denunciate sul suo giornale “La Gazzetta di Noto” del 21 Ottobre 1995 con l’editoriale “Barocco: la torta è finita” pubblicato poi nel volume “NOTO…mia” del 1996. 61 Biagio Iacono SUI PENNACCHI della cupola si stagliavano, legando transetto e navata centrale, i quattro straordinari Evangelisti, affrescati dal Baldinelli, mentre i vari fasci di luce che scendevano dalle molteplici policrome vetrate costituiscono, ormai, il rimpianto per una mistica serena suggestione agli occhi ed al cuore anche dei non credenti! La Navata sinistra Nella NAVATA SINISTRA - pur con i danni, le lesioni ed i timori d’un crollo che avevo, fotografandomi, denunciato su “La Gazzetta di Noto” nel 1993 e nel 199510 - si segnalavano le seguenti opere sugli altari od ai lati delle cappelle che, oggi del tutto disadorne, in questa edizione, illustriamo così come ci apparivano prima del crollo: 1) “Il miracolo di S. Francesco di Paola” , una tela del pittore netino Costantino Carasi (1717-1799). Particolari di una delle tante decine di metri d’intonaco pericolante, di cui la Cattedrale di Noto era piena da diversi anni,e di “come” venivano “controllati” intonaci e pilastri: con vetrini rivelatisi, poi, del tutto inutili. (foto G. Attardi) 62 Noto—La Cattedrale “Il miracolo di S. Francesco di Paola” , tela del pittore netino Costantino Carasi (1717 – 1799). 10. v. B. IACONO, op. cit. pagg.119, 164,165-167. 63 Biagio Iacono “Lo spasimo di Sicilia”, copia dell’originale di Raffaello eseguita nel 1809 dal pittore siracusano Raffaele Politi (1783-1870). 64 Noto—La Cattedrale 2) “Lo spasimo di Sicilia”, ottima copia dell’originale dipinto di Raffaello che si trova nel Museo del Prado a Madrid e che fu eseguita nel 1809 dal siracusano Raffaele Politi (1783-1870). La Cappella del Sacro Cuore in restauro (a sinistra) e una delle tante cappelle sul “tipo” di restauro uniformemente “ricostruito” in ambedue le navate laterali. ( a destra) 3) La cappella del Sacro Cuore con, ai lati, le statue di S. Rita e S. Nicolò. 4) Statue in bronzo dei Vescovi di Noto Mons. Giovanni Blandini(1875-1913), dello scultore netino Giuseppe Pirrone e di Mons.Giusepppe Vizzini (1913-1935), dello scultore fiorentino Mario Ferretti. 5) “La Madonna che prega per le Anime Purganti”, altra tela di Costantino Carasi. 65 Biagio Iacono La Cappella del Sacro Cuore. 66 Noto—La Cattedrale La “Gloria di San Corrado” della policroma vetrata, rimasta intatta nell’alto della facciata interna e, a fianco, un’immaginetta del primo Novecento: si notino i colori di cupola e cupolette verdeggianti. 6) Statua in marmo di “S. Michele” di scuola gaginiana, pro veniente da Noto Antica, da tempo restaurata dal netino prof. Angelo Di Maria. 7) Busto del “Cristo morente” in marmo grigio scuro (1917), dono dell’artista netino Francesco Saverio Sortini. Quest’opera, da me vista dopo il crollo, è rimasta intatta per puro caso! 8) Un settecentesco Crocifisso di legno, proveniente da Noto Antica, è al centro dell’altare nel transetto con gli affreschi della “Madonna e S. Giovanni” a lato e con 67 Biagio Iacono quelli di “S. Francesco e S. Caterina da Siena” in alto alle pareti. 9) “La cappella del SS. Sacramento”, distrutta dal terremoto del 1848 e ricostruita nel 1899, fa da sfondo alla navata sinistra e fu decorata dagli artisti Sebastiano Giuliano da Palazzolo Acreide e Mariano Senia da Noto sotto la guida e su progetto del netino ing. Francesco Cassone. Statue in bronzo dei Vescovi di Noto Mons.Giovanni Blandini (1875-1913) opera dello scultore netino Giuseppe Pirrone (a sinistra) e di Mons.Giusepppe Vizzini (1913 --1935) dello scultore fiorentino Mario Ferretti. (a destra) ( foto v. N. Zappulla, op. cit. pag.69) 68 Noto—La Cattedrale “La Madonna che prega per le Anime Purganti”, altra tela del pittore netino Costantino Carasi (1717 – 1799). (foto C. Allegra) 69 Biagio Iacono Busto del “Cristo morente” in marmo grigio scuro ( 1917) dono dell’artista netino Francesco Saverio Sortini. La cappella del Crocifisso, di fronte nel transetto della navata sinistra, con Allievi e Docenti dell’ITAS di Noto, sotto la cupola e nel cuore della navata centrale, qualche mese prima del crollo. (foto G. Attardi ) 70 Noto—La Cattedrale Il settecentesco Crocifisso di legno al centro dell’altare nel transetto di sinistra con la Madonna e San Giovanni. ( foto C. Allegra) 71 Biagio Iacono “La cappella del SS. Sacramento”, decorata da Sebastiano Giuliano da Palazzolo Acreide e Mariano Senia da Noto, com’era e come appare coi restauri in corso. Si noti, in primo piano, la statua di S. Michele lì provvisoriamente collocata. La Navata destra Della NAVATA DESTRA non è facile descrivere con esattezza i danni del crollo, essendo stata quasi del tutto distrutta, come dimostrano anche qui le varie foto tranne, fortunatamente, la “ Cappella di San Corrado” sebbene, allora, fosse rimasta in gran parte ostruita dalle macerie. 72 Noto—La Cattedrale Le macerie delle due navate, destra e centrale, dopo il crollo ostruivano la cappella della Sacra Famiglia con, ai lati, S. Giovanni Bosco e San Pio Papa ed anche la cappella di S. Corrado nel transetto (foto M. Castobello ) 73 Biagio Iacono L’uscita dell’Urna di S. Corrado e la relativa Cappella col tempietto in legno scolpito e dorato, in cui si custodisce l’Urna d’argento con le spoglie mortali del Santo. Caratterizzata da un ottocentesco fasto decorativo su motivi architettonici tardo-barocchi e con l’ingresso segnato da un’artistica cancellata in ferro fuso, questa cappella è circolare con cupola, ai cui pennacchi si stagliano quattro rilievi di Angeli che portano cilicio, bastone, spada e cintura – i simboli di S. Corrado – mentre otto bassorilievi sul tamburo illustrano episodi della vita del Santo. Sull’altare, nell’alta parte nascosta da un cosiddetto Tempietto in legno scolpito e dorato, si custodisce l’Urna di San Corrado, una cassa di legno ricoperta d’argento, opera di Claudio Lo Paggio, ritenuta uno dei capolavori dell’oreficeria siciliana del tardo Cinquecento. L’Urna è visibile solo nei mesi di febbraio ed agosto durante le apposite feste e ricorrenze. 74 Noto—La Cattedrale Urna di San Corrado Confalonieri, Patrono della Città e Diocesi di Noto. ( foto M. Castobello ) 75 Biagio Iacono Si noti la povertà della “Vara” su cui il Santo veniva portato in processione. (Cartolina timbrata 15 agosto 1904, Ed. G. Cavarra Noto, a sinistra) e l’Uscita del Santo. Ed. Libreria G. Cavarra.Noto. (coll. P.Giannone) La navata destra e la Cappella di San Corrado durante i restauri. 76 Noto—La Cattedrale Affreschi di San Corrado, prima del crollo, ora rimossi dagli ovali delle volte: si noti l’umido che rivestiva anche l’ opera qui in basso. ( foto C. Allegra ) 77 Biagio Iacono Uscita e Processione di San Corrado con i caratteristici cilii ( foto C. Allegra) 78 Noto—La Cattedrale Le spoglie mortali di San Corrado, prelevate dall’Urna ed esposte in Cattedrale nell’agosto del 1990. ( foto G. Fugà) Un grande quadro del 1924, opera del pittore sac. Orazio Spadaro fa da sfondo al “Tempietto” e raffigura “San Corrado fra Noto Antica ed il fiume “Asinaro”: trattasi di una ottima copia fra le tante derivate dall’antico dipinto del XVI secolo, oggi conservato al Museo Nazionale di Palermo. Segnaliamo, pertanto, quello che c’era nella navata destra prima del crollo, senza poterne meglio illustrare le condizioni, essendo oggi anch’essa massimamente disadorna: 1) La cappella e l’altare della “Sacra Famiglia” con l’omonimo affresco dell’Arduino (1956) ed Giovanni Bosco e San Pio X Papa. 79 ai lati San Biagio Iacono L’Urna di San Corrado, in processione coi caratteristici Cilii, nella Cava del Santuario fuori le mura. L’Urna di San Corrado nell’uscita dalla pro-Cattedrale Chiesa di San Carlo al Corso il 19 febbraio 2007. ( foto C. Lalicata ) 80 Noto—La Cattedrale 2) La cappella di San Pietro con una grande e magnifica tela di G. Patania (1827) raffigurante la “Consegna delle chiavi a S. Pietro Apostolo”. Particolare della Cappella di San Corrado durante i restauri. 3) La cappella della Madonna delle Grazie con, al centro, un pregevole bassorilievo in marmo dipinto della Madonna in azzurro e del Gesù Bambino in rosso, circondato da undici Cherubini. Questa opera, d’impronta gaginiana (sec.XV), è una delle più preziose in Sicilia ed era, un tempo, fra le più venerate dai Netini. Decorata con stucchi e statue di S. Lucia e S. Agata 81 Biagio Iacono per volere del Vescovo Vizzini e per mano dello scultore modicano Assenza nel 1924, si segnala anche perché custodisce la tomba di Mons. Angelo Calabretta, Vescovo di Noto dal 1936 al 1970, del quale lì vicino si ammirava il busto in bronzo, opera dell’ultima fase artistica del nostro scultore G. Pirrone. Cappella della “Sacra Famiglia” con l’affresco di N. Arduino (1956) 82 Noto—La Cattedrale Altra antica cartolina - ricordo: si noti il pulpito a sinistra con un magnifico organo a canne sulla destra, nonché l’Urna di San Corrado sull’Altare Maggiore in un tempietto circolare (coll. P. Giannone) 4) Il Mausoleo Di Lorenzo: trattasi d’un bellissimo e raro monumento funerario, con ritratto del Ciantro Giovanni Di Lorenzo dei Marchesi di Castelluccio (1724-1777), caratteristica opera settecentesca in policromi marmi intarsiati con relativa lastra tombale a terra. 5) La cappella della “Natività”: una bellissima tela (1783) del pittore Giovanni Bonomo. 83 Biagio Iacono Cappella di San Pietro con la “Consegna delle chiavi a S. Pietro Apostolo”, una grande e magnifica tela del pittore G. Patania (1827) . 84 Noto—La Cattedrale La Cappella della Madonna delle Grazie com’era e come appare, sopra, durante i restauri in corso con, al centro, un pregevole bassorilievo della Madonna in marmo dipinto azzurro e del Gesù Bambino in rosso, circondato da undici Cherubini. 85 Biagio Iacono Il Mausoleo Di Lorenzo, monumento funerario del Can. Giovanni Di Lorenzo dei Marchesi del Castelluccio (1724-1777), grande benefattore della Cattedrale. ( foto Rivista NETUM, ottobre 1985) 86 Noto—La Cattedrale La Cappella della “Natività” (1783) con una bellissima tela del pittore netino Giovanni Bonomo. 87 Biagio Iacono 6) Infine, nella navata destra, segnaliamo il Battistero col “Battesimo di Gesù“: un grandioso affresco che occupa quasi tutta la parete e s’impone per grazia, forza e bellezza: anche se negli ultimi anni prima del crollo l’eccessiva umidità lo stava del tutto rovinando, come dimostra la foto dell’Autore di questo libro che, in data 7 ottobre 1995, ne segnalava invano i danni anche giornalisticamente! Cappella del Battistero col “ Battesimo di Gesù“: negli ultimi mesi prima del crollo l’Autore di questo libro ne segnalava invano i danni ! ( foto G. Attardi ) 88 Noto—La Cattedrale Cappella del Battistero col “Battesimo di Gesù” com’era diversi anni prima del crollo. ( foto C. Allegra ) 89 Biagio Iacono Sacrestia della Cattedrale:“Gloria della Madonna con Santi” ( foto C. Allegra) 90 Noto—La Cattedrale Prospetto esterno della Cupola, come disegnato nell’originario progetto De Benedictis-Tringali Provvisoria conclusione Inutile, infine, ricordare la ricchezza inestimabile del cosiddetto “Tesoro della Cattedrale” che da tempo era stato rubato e del quale chi scrive conosceva la consistenza solo in 91 Biagio Iacono quel che gli appariva nelle cerimonie religiose; né va dimenticato che nella Sacrestia erano custodite molte altre tele, fra cui una settecentesca “Gloria della Madonna con Santi”, i ritratti dei Vescovi di Noto ed un “San Corrado” in un grande antico quadro. Pulpito, altari minori, altri piccoli quadri, lampadari e tante altre opere d’arte arredavano la nostra Cattedrale, vero tempio di culto cristiano, forse testimone – con la sua improvvisa caduta – d’una fede e d’una grandezza della Urbs ingeniosa d’altri tempi, che l’odierna nostra Città, specie dopo il riconoscimento Unesco, sembra voler di nuovo rappresentare non solo con la straordinaria e magnifica ricostruzione della Cattedrale ma anche con la gran parte dei monumenti restaurati od in fase di restauro nel “rinnovato” Centro Storico, ove è stata, da tempo, attuata un pur discutibile e limitata Isola pedonale. Purtroppo l’emergenza sisma del 1990, le mie documentate ma inutili grida d’allarme nel luglio 1993 e nell’ottobre 1995 su “La Gazzetta di Noto”, l’atavica nostra ignavia e la estrema sottovalutazione del rischio da parte di tutte le cosiddette Autorità competenti, non hanno impedito che questa magnifica opera d’arte ricevesse – con il crollo del 13 Marzo 1996 – un colpo tale che, se non si fosse intervenuti in questi anni subito, pur fra tante polemiche, oggi nel 2007 non avremmo avuto la gioia di rivedere la nostra Cattedrale ricostruita e riaperta al culto, pur con tutti i limiti delle mancate decorazioni o dei molteplici parziali e/o discutibili restauri. 92 Noto—La Cattedrale Prospetto esterno della Cupola, vista da nord, come disegnato nell’originario progetto De Benedictis-Tringali Ma un grazie particolare deve davvero essere rivolto ora a tutte le Autorità che a questa “Ricostruzione” materiale e sociale hanno di fatto contribuito per le rispettive competenze, senza dimenticare soprattutto i due Progettisti – l’arch. Salvatore Tringali e l’ing. Roberto De Benedictis – i quali, con la Società Impresa Donati S.p.A. di Roma, hanno tutti realizzato un’opera così bella e grandiosa che, nei secoli, certamente renderà ancora più “Ingeniosa” la nostra Città. Noto-Zisola, 27 Maggio 2007 93 prof. Biagio Iacono 94 Noto—La Cattedrale Indice L’Istituto Netum pag. 5 Premessa dell’Autore pag. 7 Cenni storico-architettonici pag.11 La facciata e l’esterno pag.23 La cupola pag.39 Uno sguardo all’interno della Cattedrale prima e dopo il crollo pag.47 La navata centrale pag.53 Il presbiterio pag.56 L’abside pag.60 La navata sinistra pag.62 La navata destra pag.72 Provvisoria conclusione pag.91 95 Finito di stampare nel Giugno del 2007 da Grafiche Santocono - Rosolini (SR) - Italy per la Sicula Editrice-Netum dell’Istituto Netum Ente non profit Via Bologna, 5 – NOTO – (SR) – tel. 0931839605/838678 e-mail: [email protected] Progetto grafico: Sara Pelizza In copertina: foto Sara Pelizza Ove non espressamente indicato, foto dell’Autore