Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese
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Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese
REGIONE LIGURIA Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese Progetto coordinato da: Antonio MANTI Responsabile della S.C. Igiene e Sanità Pubblica a cura di: Maura FERRARI BRAVO*, Gaddo FLEGO#, Antonio MANTI* Marco PICASSO*, Rosanna CARNIGLIA DE CARLI°, Tullio TORREGGIANI* * S.C. Igiene e Sanità Pubblica – ASL4 Chiavarese # Direzione Medica di Presidio Ospedaliero – ASL4 Chiavarese ° Dipartimento Farmaceutico – ASL4 Chiavarese Consulenza e supervisione statistico-epidemiologica di: Carlo DI PIETRANTONJ, Roberto RASO, Vittorio DE MICHELI Servizio Sovrazonale di Epidemiologia della ASL20 di Alessandria I dati di base della ricerca sono stati cortesemente forniti dalle seguenti istituzioni: • Struttura Analisi Statistiche, Studi e Ricerche della Regione Liguria (Guido AUDASSO, Angelo MAGLIANI) • Comuni afferenti al territorio della ASL4 Si ringrazia per la collaborazione: • Il Dipartimento Informativo e Tecnologico della ASL4 ed in particolare Franco GRECO, Marco FANTINI e Adriana VARDANEGA per l’informatizzazione dei flussi dei dati di mortalità, SDO, invalidità e vaccinazioni. • Donatella LANDO’ per la registrazione e codifica dei dati di mortalità, coadiuvata da Esmeralda ARAYA BRAVO e Maria PIERLUCA. • Gianmarco COSTANZO per l’elaborazione dei dati riguardanti gli stati invalidanti. • Alessandro CASTELLI e Annamaria BOTTINO per l’elaborazione dei dati riguardanti le SDO. • Paolo SOLARI responsabile della S.C. Nefrologia e Dialisi della ASL4 per i dati sulla patologia renale. 2 Due sono le condizioni alla base della realizzazione del presente lavoro. La diffusione e l’uso di strumenti informatici nella nostra ASL, oltre a permettere di gestire con efficienza i servizi erogati, pongono a disposizione con regolarità e tempestività dati sanitari correnti, la cui elaborazione statistico-epidemiologica consente di conoscere l’evoluzione dello stato di salute dei nostri concittadini e di rilevare i bisogni sanitari emergenti. Altro elemento rilevante è nella nostra ASL la capacità di dialogo e di collaborazione dei diversi servizi e presidi aziendali, che ha permesso di riportare e di confrontare in questo volume le informazioni provenienti dal registro di mortalità, dalle schede di dimissione ospedaliera, dalle registrazione delle vaccinazioni e delle malattie infettive, dagli archivi delle Commissioni per l’accertamento degli stati invalidanti e da quelli del Servizio farmaceutico. L’integrazione di queste fonti permette di confermare o di correggere le cognizioni dell’andamento dei fenomeni sanitari e di pervenire ad una conoscenza più vicina al reale degli stessi. Si ricorda, a titolo esemplificativo, che la già nota rilevanza dei bisogni di salute degli anziani nella nostra ASL viene precisata, nelle dimensioni, nelle specifiche localizzazioni e nei suoi aspetti qualitativi, dai dati riportati nelle sezioni demografia, mortalità, stati invalidanti, consumo di farmaci. L’impegno degli autori e dei molti altri operatori, che hanno a vario titolo collaborato, ha fatto il resto. Mettiamo quindi a disposizione dei Soggetti istituzionali e sociali interessati e dell’opinione pubblica questo quadro dello stato di salute della nostra popolazione, perchè l’apporto di ognuno, basato sulla consapevolezza, è importante per salvaguardare la salute pubblica. Infatti è ormai acquisizione comune che la tutela del bene salute è affidata solo in parte alle strutture sanitarie, ma dipende anche dalle scelte politiche, economiche, sociali ed ambientali, nonché dagli stili di vita dei singoli. Per quanto ci riguarda questo strumento ci aiuta nel proseguire il processo di identificazione delle necessità di salute e di definizione delle priorità, al fine di gestire e pianificare l’organizzazione dei servizi sanitari, in maniera sempre più aderente ai bisogni dei cittadini. Giorgio MARTINY Direttore generale ASL 4 Chiavarese 3 Prefazione L a predisposizione di relazioni sullo stato di salute della popolazione risale nel nostro Paese agli albori della Sanità pubblica. Fin dal 1901 il Regolamento generale sanitario e più tardi il Testo unico delle leggi sanitarie prevedevano che, periodicamente, si relazionasse sull’andamento dei servizi sanitari e sullo stato di salute della popolazione, sia a livello centrale (Ministero degli Interni) che periferico (Medico provinciale ed Ufficiale sanitario). Tuttavia, progressivamente, questa incombenza venne considerata un impegno di carattere esclusivamente burocratico e, a poco a poco, fu abbandonata. Negli anni recenti, in relazione sia ad una accresciuta sensibilità ai bisogni di promozione e di tutela della salute che alla necessità di destinare razionalmente le risorse, è riemersa la consapevolezza dell’opportunità di avere disponibili dati e informazioni sullo stato di salute della popolazione. Contemporaneamente è migliorata la qualità e l’affidabilità dei sistemi informativi sanitari e si è venuto affinando il sistema degli indicatori in grado di descrivere con sensibilità e confrontabilità lo stato di salute della popolazione, tanto che il D.M. 12.12.2001 “Sistema di garanzie per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria” ha proposto una serie di indicatori di risultato dell’assistenza sanitaria, nonché di indicatori dello stato di salute. Si sono pertanto moltiplicati, a livello nazionale e locale, studi in tal senso. A cura del Ministero della Salute hanno visto la luce la “Relazione sullo stato sanitario del Paese” nell’anno 1999, nel 2000 e nel biennio 2001-2002. Coordinata dall’Università Tor Vergata di Roma, nel 2001 è stata pubblicata la terza edizione dell’ “Atlante della Sanità italiana” nell’ambito del progetto “Prometeo”. A livello locale molteplici sono le iniziative in tal senso, di solito a livello regionale o di singola ASL. In generale gli scopi di queste iniziative sono costituiti dalla necessità di individuare e valutare le criticità sanitarie e i bisogni di salute, al fine di pianificare gli interventi più appropriati di prevenzione e di programmazione sanitaria. Talvolta sono presenti -o prevalgono- intenti di tenere sotto controllo la spesa sanitaria. Il decentramento del livello decisionale rende maggiormente sentite queste finalità. In questo contesto si pone il nostro rapporto sullo “Stato di salute della popolazione della ASL 4”. Pur rendendoci conto dell’ambizione che traspare dal titolo (il nostro lavoro è solo un primo passo per una conoscenza più articolata della salute dei nostri concittadini), abbiamo ritenuto importante cominciare a rendere disponibili le informazioni riguardanti la mortalità, i ricoveri ospedalieri, le malattie infettive, gli stati invalidanti, la copertura vaccinale, il consumo di farmaci della popolazione della ASL 4 “Chiavarese”. Oltretutto si tratta di dati aggiornati in quanto la nostra Azienda sanitaria ha una buona struttura informativa automatizzata e quindi dispone di 4 informazioni provenienti con regolarità dai diversi servizi. Questo sistema permette di elaborare i dati e di rappresentare i fenomeni sanitari con tempestività: in tutte le sezioni di questo studio le informazioni più recenti sono riferite all’anno 2003; la demografia è aggiornata al giugno 2004. Il nostro lavoro si augura inoltre di dare un modesto contributo a ridefinire i compiti della moderna Sanità pubblica. La nostra disciplina vive da anni una “crisi di identità”: il dibattito scientifico sulla “Prevenzione basata sulle prove di efficacia” ne è lo specchio. In questo processo sono state identificate le attività di Prevenzione di dubbia o nulla efficacia, anche se è ancora lungo il percorso per tradurre nella pratica tali acquisizioni teoriche. Più accidentata è la strada per riconoscere le attività di prevenzione utili e che attualmente sono carenti. Noi riteniamo che rappresentare lo stato di salute rientri pienamente in questi ambiti. La funzione epidemiologica, troppo a lungo trascurata, dovrebbe diventare un asse portante della “nuova” Sanità pubblica. In Liguria ritroviamo questo indirizzo nel Piano socio sanitario regionale 2003-2005, che afferma: “è essenziale che il Dipartimento di Prevenzione assicuri l’attività epidemiologica non solo per le finalità strettamente igienico sanitarie, ma più compiutamente quale strumento di supporto alle complessive attività dell’azienda sanitaria per l’esercizio delle funzioni di governo del sistema”. Per realizzare questi obiettivi, oltre alla destinazione delle risorse necessarie, è indispensabile superare quelle condizioni che avevano inaridito le “vecchie” esperienze di relazioni sullo stato di salute. A nostro avviso è necessario che le attività epidemiologiche a livello locale siano condotte con rigore metodologico, ma soprattutto è necessario che esse siano in grado di cogliere, fin dal loro manifestarsi, le reali trasformazioni dello stato di salute e i loro determinanti. Non devono ridiventare un mero adempimento burocratico, ma devono percepire gli elementi che ancora mancano al completo realizzarsi di quello stato di benessere fisico, psichico e sociale che costituisce la salute secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre è richiesta la valorizzazione dei risultati del lavoro epidemiologico, che dovrebbe essere posto a fondamento della pianificazione sia delle attività di prevenzione che dei servizi sanitari diagnostico terapeutici. Auspichiamo che il nostro lavoro sia coerente con gli obiettivi posti e possa costituire un contributo a migliorare il lavoro dei Servizi di Prevenzione nella nostra realtà. Antonio MANTI 5 Sommario Demografia Dall’analisi delle dinamiche evolutive della popolazione residente emerge un quadro del territorio dell’ASL 4 fortemente influenzato dalla quota di popolazione anziana. Il 27% della popolazione residente è ultra sessantaquattrenne, con quasi tre nonni per ogni ragazzo sotto i 15 anni. Nel confronto con le altre regioni, la Liguria ha l’indice di invecchiamento più alto e la ASL4 è la più “vecchia” tra le ASL della regione. Il fenomeno risulta più accentuato nell’entroterra, dove la popolazione anziana costituisce il 30% del tessuto sociale. Nel nostro territorio, il fenomeno della bassa natalità (la più bassa in Italia) è costante dal 1990, nascono infatti 6.8 bambini ogni 1000 abitanti (la media nazionale è di 9.4/1000 ) con un carico di figli in età prescolare per donna feconda pari a 19 bambini ogni 100 donne fertili, contro una media nazionale pari al 22%. L’ Indice di ricambio sottolinea che le cinque annate che stanno per lasciare il mondo del lavoro sono il doppio delle cinque che stanno per entrare in attività. Le previsioni demografiche al 2011 e al 2021 confermano una popolazione quantitativamente stabile con una maggiore componente della frazione anziana (32% di ultrasessantaquattrenni nel 2021). Mortalità Il confronto con le altre regioni d’Italia pone l’ASL4 tra le zone con il tasso grezzo di mortalità più elevato; tale fenomeno è legato alla struttura per età della popolazione. L’eliminazione dell’effetto confondente dell’età fa emergere un territorio con una media di decessi l’anno (7.8/1000 ) in linea con il dato nazionale e regionale. L’andamento riscontrato però non è omogeneo su tutto il territorio, infatti nell’entroterra si assiste ad un costante eccesso di mortalità per l’intero periodo osservato. La classifica delle cause di morte pone al primo posto le malattie dell’apparato circolatorio (14653 decessi in 16 anni), seguite dalla patologia tumorale (9235 decessi) e dalle malattie dell’apparato respiratorio (2170 decessi): si segnala un aumento dell’età media di decesso in entrambi i sessi e quindi un allungamento complessivo della vita. Per le malattie infettive si nota un significativo aumento della frequenza dei decessi, da ricondurre alla patologia tubercolare che rappresenta il 30% dei decessi per patologia infettiva. Questo dato è supportato da un alto tasso di notifica di nuovi casi di malattia tubercolare. Il calo dei decessi riconducibili all’abitudine al fumo di sigaretta negli uomini costituisce un segno del cambiamento nello stile di vita nel sesso maschile, non emulato dalle donne. Per le patologie alcool correlate l’entroterra sembra avere un ruolo disincentivante nei confronti del sesso femminile e favorente per gli uomini. Nei giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni le cause accidentali costituiscono la causa principale di decesso. 6 Ricoveri ospedalieri L’analisi descrittiva dei ricoveri negli anni dal 2001 al 2003 ha permesso di evidenziare i cambiamenti in merito alla richiesta assistenziale espressa. In particolare si segnala il basso numero di donazioni d’organo (due trapianti all’anno), che condiziona pesantemente la qualità della vita dei 25-28 nuovi pazienti che ogni anno iniziano la terapia dialitica nel nostro territorio. La domanda di ricovero per la patologia neoplastica, nel suo dato complessivo e per alcune sedi specifiche (mammella, prostata, colon-retto) è in aumento negli ultimi tre anni in linea con l’incremento riportato in letteratura della patologia in Italia ed in Liguria. I ricoveri per le patologie del sistema nervoso sono in aumento: il fenomeno è più evidente nelle donne ed interessa prevalentemente le fasce anziane. I ricoveri dovuti alle cause accidentali sottolineano un bisogno assistenziale diverso nei due sessi: per le donne sono più frequenti episodi senili legati a fratture spontanee o a cadute accidentali, mentre nell’uomo il fenomeno si presenta maggiormente nelle fasce giovanili (incidenti e traumi). Vaccinazioni Si riportano i dati delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate nell’infanzia (percentuali di soggetti vaccinati rispetto alla popolazione). Si evidenziano gli ottimi livelli di copertura vaccinale della nostra ASL, in linea e quasi sempre migliori rispetto al resto della Liguria e all’Italia. Stati invalidanti I riconoscimenti di invalidità civile sono sottostimati, in quanto si riportano i dati dal 1995 al 2003 (i soli disponibili su base informatica). Da diversi anni assistiamo ad una continua crescita delle domande di invalidità, a cui segue un andamento analogo dei riconoscimenti. Oltre l’8% della popolazione dell’ASL 4 risulta invalido (11.872 soggetti). Tale percentuale supera il 20%, se si considerano solo gli ultrasessantaquattrenni. La percentuale delle donne invalide è superiore a quella degli uomini. L’Entroterra presenta percentuali di invalidi superiori alla Costa. Il 3,5% della popolazione (5219 soggetti) risulta colpito dalle disabilità più gravi, che necessitano di assistenza continuativa (indennità di accompagnamento). Prevalgono, naturalmente, gli anziani e, anche in questo caso, le donne. La gravissima disabilità di natura psico-organica è tre volte più numerosa della gravissima disabilità motoria. Consumo di farmaci Si analizza il consumo di farmaci dispensati Servizio sanitario nazionale nell’anno 2003 (esclusi i farmaci somministrati in ospedale), rapportando i dati della nostra ASL con quelli della Liguria e dell’Italia. Nella nostra ASL il consumo di farmaci è in costante aumento; naturalmente gli anziani ne sono i maggiori consumatori. Le donne assumono più farmaci degli uomini. I farmaci cardiovascolari sono al primo posto per numero di confezioni consumate; seguono quelli per l’apparato gastrointestinale e gli antibiotici. Gli antibiotici sono invece la categoria di farmaci, a cui ricorre il maggior numero di cittadini. Spicca la disparità territoriale: fa uso di antibiotici il 59% di cittadini dell’Entroterra contro il 38% di quelli della Costa. 7 Indice Demografia Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI Cause di morte e di ricovero ospedaliero Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI Coperture vaccinali Marco PICASSO Stati invalidanti Marco PICASSO, Antonio MANTI Consumo di farmaci Rosanna CARNIGLIA DE CARLI 8 Demografia Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI 1 Rappresentazione dei dati 1.1 1.2 2 Algoritmi di calcolo dei principali indicatori in uso ed analisi del loro andamento nel tempo e nello spazio 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 3 9 Piramide dell’età Previsioni della popolazione residente al 2011 ed al 2021 Indice di invecchiamento Indice di vecchiaia Indice di dipendenza Indice di struttura della popolazione attiva Indice di ricambio Indice di carico di figli per donna feconda Tasso di natalità Rapporto di mascolinità Bibliografia P er poter ottenere un disegno rappresentativo dello stato di salute della popolazione dell’ASL 4, è stato adottato il metodo descrittivo, in grado di raffigurare l’andamento spazio-temporale, sia dei fenomeni demografici, sia degli eventi sanitari legati alla mortalità e alla disabilità. L’analisi dei fenomeni demografici e delle dinamiche evolutive della popolazione “residente” è stata effettuata facendo particolare riferimento a caratteristiche quali: la numerosità, la densità abitativa, la distribuzione in età e sesso. Avendo a disposizione i dati della popolazione riferita agli anni 1991, 1995 e 2000, è stato valutato un eventuale cambiamento nella distribuzione per fasce di età ed un’eventuale inversione dei flussi migratori fra la fascia costiera e l’entroterra. Tabella 1 – Popolazione ASL4 – Chiavarese 2004 BORZONASCA CARASCO CARRO CASARZA LIGURE CASTIGLIONE CHIAVARESE CHIAVARI CICAGNA COGORNO COREGLIA LIGURE FAVALE DI MALVARO LAVAGNA LEIVI LORSICA MAISSANA MEZZANEGO MOCONESI MONEGLIA NE NEIRONE ORERO PORTOFINO RAPALLO REZZOAGLIO S. COLOMBANO CERTENOLI SANTA MARGHERITA L. SANTO STEFANO D'AVETO SESTRI LEVANTE TRIBOGNA VARESE LIGURE ZOAGLI TOTALE Grandi Saldo % Residenti Residenti Residenti Indice di Superficie Densità Residenti vecchi (% di 2004femmine maschi totali invecchiamento (Kmq) Res/Kmq (2000) > 85 aa) 2000 1055 1002 2057 33.1 3.9 80.04 25.70 2039 0.88 1722 1683 3405 20.2 2.2 8.60 395.93 3267 4.22 333 303 636 42.8 4.7 33.62 18.92 633 0.47 3159 3040 6199 19.3 2.4 27.36 226.57 5803 6.82 813 15094 1282 2712 782 12840 1242 2616 1595 27934 2524 5328 27.6 27.9 23.2 22.5 3.8 3.5 3.2 2.1 30.14 12.17 11.55 9.14 52.92 2295.32 218.53 582.93 1481 28023 2512 5308 7.70 -0.32 0.48 0.38 113 137 250 23.6 4.0 8.02 31.17 258 -3.10 263 7028 1144 244 341 672 1319 1464 1186 502 284 281 16132 612 248 6097 1105 246 342 718 1332 1317 1169 489 306 254 13974 609 511 13125 2249 490 683 1390 2651 2781 2355 991 590 535 30106 1221 29.4 28.4 21.3 33.7 42.2 24.4 27.3 29.1 27.1 33.6 28.5 34.0 25.8 41.8 4.5 3.5 2.1 3.9 5.3 2.6 2.8 3.1 2.2 4.7 3.4 5.0 2.9 4.9 16.68 13.71 9.87 17.79 45.44 28.84 16.17 15.44 64.11 30.31 15.86 2.56 33.76 105.33 30.64 957.33 227.86 27.54 15.03 48.20 163.95 180.12 36.73 32.70 37.20 208.98 891.77 11.59 491 12985 2223 504 671 1269 2646 2731 2371 930 596 556 29357 1287 4.07 1.08 1.17 -2.78 1.79 9.54 0.19 1.83 -0.67 6.56 -1.01 -3.78 2.55 -5.13 1195 1237 2432 24.4 2.9 41.28 58.91 2452 -0.82 5508 4810 10318 29.5 3.4 9.83 1049.64 10593 -2.60 616 624 1240 34.4 4.2 55.36 22.40 1282 -3.28 9935 270 1177 1340 8827 288 1078 1222 18762 558 2255 2562 29.8 30.5 41.1 27.1 3.5 4.3 6.5 4.7 33.33 7.06 136.59 7.63 562.92 79.04 16.51 335.78 19470 541 2390 2526 -3.64 3.14 -5.65 1.43 69937 147733 27.5 3.3 927.59 159.27 147195 0.37 77796 I trenta Comuni afferenti all’ASL 4 organizzati in tre ambiti distrettuali possono essere aggregati in 2 fasce omogenee per distribuzione territoriale: una fascia costiera ed un entroterra, che differiscono non soltanto per la presenza o meno del mare, ma anche per la densità abitativa, per l’accessibilità ai servizi e per le abitudini di vita. 10 Tabella 2 – Ambiti distrettuali Distretto 1 (Sestri Levante) Sestri Levante, Carro, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Maissana, Moneglia, Varese Ligure Distretto 2 (Tigullio orientale) Chiavari, Borzonasca, Carasco, Cicagna, Cogorno, Coreglia Ligure, Favale di Malvaro, Lavagna, Leivi, Lorsica, Mezzanego, Moconesi, Né, Neirone, Orero, Rezzoaglio, San Colombano Certenoli, Santo Stefano D'Aveto, Tribogna Distretto 3 (Tigullio occidentale) Rapallo, Portofino, Santa Margherita Ligure, Zoagli Tabella 3 – Popolazione ASL4 – Chiavarese (ambiti distrettuali) 2004 Residenti femmine DIST. 1 17222 DIST. 2 37313 DIST. 3 23261 Residenti Residenti Indice di Grandi vecchi maschi totali invecchiamento (% di > 85 aa) 15689 32911 29.0 3.5 33988 71301 27.2 3.3 20260 43521 26.8 3.1 Superficie (Kmq) 321.92 551.89 53.78 Densità Residenti Saldo % Res/Kmq (2000) 2004-2000 102.23 33179 -0.81 129.19 70984 0.45 809.24 43032 1.14 Figura 1 - ASL4 – Chiavarese (ambiti distrettuali) Tabella 4 - ASL4 – Chiavarese (ambiti distrettuali – riepilogo indicatori demografici anno 2000) ASL4 DIST. 1 DIST. 2 DIST. 3 11 Indice di vecchiaia 253,7% 275,6% 246,2% 250,3% Indice demografico di dipendenza 58,7% 59,5% 58,5% 58,4% Indice di struttura della popolazione attiva 115,5% 115,2% 114,7% 116,9% Indice di ricambio della popolazione attiva 206,2% 211,7% 197,6% 217,0% Indice di carico Rapporto di di figli per Tasso di mascolinità donna feconda natalità x 1000 89,6% 19,1% 6,8 91,2% 18,6% 6,8 90,5% 19,3% 6,7 86,9% 19,2% 7,0 Tabella 5 – Popolazione ASL4 – Chiavarese (fasce territoriali) 2004 Residenti Residenti femmine maschi Fascia costiera Entroterra 65519 12277 57785 12152 Residenti totali 123304 24429 Indice di invecchiamento 26.9 30.6 Grandi vecchi (% di > 85 aa) 3.2 3.8 Superficie Densità Residenti Saldo % (Kmq) Res/Kmq (2000) 2004-2000 183.40 744.19 672.32 32.83 122842 24353 0.38 0.31 Figura 2 - ASL4 – Chiavarese (fasce territoriali) Tabella 6 - ASL4 – Chiavarese (fasce territoriali – riepilogo indicatori demografici anno 2000) ASL4 Fascia costiera Entroterra 12 Indice di Indice di Indice struttura della ricambio della Indice di demografico popolazione popolazione vecchiaia di dipendenza attiva attiva 253,7% 58,7% 115,5% 206,2% 245,1% 57,5% 115,0% 202,3% 300,6% 65,0% 117,9% 228,2% Rapporto di mascolinità 89,6% 87,9% 98,5% Indice di carico di figli per donna Tasso di feconda natalità x 1000 19,1% 6,8 19,0% 7,0 19,5% 5,8 1 Rappresentazione dei dati 1.1 Piramide dell’età La struttura per età di una popolazione, ovvero la sua rappresentazione grafica in forma di istogramma a barre suddivisa per sesso e fasce di età, costituisce uno degli aspetti centrali della demografia (1). In essa l’immagine della popolazione, composta da giovani, adulti (forza lavoro) ed anziani, risulta di impatto immediato. In base ai dati disponibili è stato possibile riprodurre l’andamento della popolazione del 1995 e del 2000, nonché con una proiezione della popolazione residente nel 2011 e 2021 (2). Figura 3 – Piramide dell’età residenti ASL 4 anno 1995 Figura 4 – Piramide dell’età residenti ASL 4 anno 2000 13 La struttura per età della popolazione dell’ASL 4, in particolar modo quella del 1995, porta i segni legati al calo ed alla ripresa delle nascite dovuto agli eventi bellici del 1915-18 e del 1941-45, al boom del dopoguerra che ha raggiunto il massimo nel 1964 ed infine al declino delle nascite iniziato a partire dagli anni 70–80. Le piramidi mostrano specialmente nella proiezione al 2021 un consistente aumento della fascia anziana, con un basso ricambio generazionale. L’immagine che ne deriva è quella di una piramide che nel periodo di transizione sembra avere l’aspetto capovolto con la promessa di diventare un rettangolo piuttosto omogeneo. Figura 5 - Piramide dell’età residenti ASL 4 previsioni anno 2011 Figura 6 - Piramide dell’età residenti ASL 4 previsioni anno 2021 14 1.2 Previsioni della popolazione residente al 2011 ed al 2021 Le previsioni della popolazione dell’ASL 4 sono state calcolate suddividendo le attuali popolazioni (regionali e locali) in fasce di età omogenee, e su di esse è stata calcolata la proporzione. Tale differenza è stata poi riportata sulla proiezione demografica effettuata dall’ISTAT per la regione Liguria. I presupposti per effettuare tale calcolo si basano sul fatto che le due popolazioni vengono considerate omogenee, sia per l’elemento dinamico, che per quello ambientale e di costume. Partendo dalla stima effettuata dall’ISTAT su base regionale, è stata confrontata la popolazione ASL anno 2001 con quella regionale nei suoi aspetti dinamici (2,3) legati a: § § § § Tasso di natalità (nati vivi anno/ popolazione residente * 1000) Tasso di mortalità (morti anno/ popolazione residente * 1000) Tasso di immigrazione (iscritti anagrafe anno/ popolazione residente * 1000) Tasso di emigrazione (cancellati anagrafe anno/ popolazione residente * 1000) La variabilità dei tassi ottenuti dai dati ASL per l’anno 2001 (4), è stata analizzata attraverso il calcolo dell’errore standard: p(1 − p ) N L'errore standard descrive l'incertezza nella stima di una media (o di una proporzione) e tanto più piccolo è l'errore standard, tanto minore è la variabilità della misura e quindi tanto più attendibile è la stima. L'errore standard sarà impiegato per il calcolo dei limiti fiduciali o intervalli di confidenza al 95%. Figura 7 – Confronto Regione – ASL4 (errore standard) 15 I risultati sopra riportati mostrano differenze significative con scarti che risultano supportati da piccoli numeri. La natalità nell’ASL 4 risulta inferiore a quella regionale di un bambino ogni 2000 abitanti, mentre la mortalità risulta quasi un decesso in più ogni 1000 abitanti. I fenomeni migratori all’interno dell’ASL 4 cambiano più nell’aspetto qualitativo che quantitativo, privilegiando una immigrazione trans regionale nelle fasce anziane. Per meglio capire ed eventualmente correggere la proiezione demografica, sono state calcolate le differenze in percentuale legate alle singole fasce di età (anno 2000). Figura 8 – Confronto Regione – ASL4 (fasce popolazione) Tabella 7 - Confronto Regione – ASL4 (composizione percentuale fasce popolazione) 0-4 5-14 15-44 45-64 65-69 >69 Regione Liguria 3.45% 7.03% 37.13% 27.41% 6.74% 18.24% ASL 4 3.39% 7.07% 36.02% 27.00% 7.04% 19.49% Gli avanzi qui di seguito riportati andranno poi considerati nella proiezione demografica, che comunque è stata calcolata fedelmente. Tra 0 e 4 anni nella ASL risulta un bambino in meno ogni 1000, mentre per l’intervallo tra i 45 ed i 54 anni appaiono 4 adulti in meno ogni 1000. Il gruppo degli anziani è ampio, anche se di poco, con 10 anziani in più ogni 1000. Lo scenario centrale delle ultime previsioni della popolazione per le regioni, rielaborato dall’ISTAT, utilizza come base la popolazione regionale stimata al 1.1.2000. Le previsioni riguardano la popolazione residente e comprendono, per i primi dieci anni, anche una stima della quota di stranieri regolarmente residenti in Italia. 16 Nel breve-medio periodo, le elaborazioni esposte rappresentano lo sviluppo della popolazione ritenuto più probabile (concetto di "futuro probabile"), sulla base dell’andamento recente delle principali componenti demografiche. L’ammontare complessivo della popolazione è destinato ad aumentare leggermente per almeno il primo decennio degli anni 2000: nel 2010, il numero di residenti è di poco superiore all’attuale. Questo risultato è il frutto di due dinamiche demografiche contrastanti. In primo luogo la dinamica naturale, che si ottiene dal saldo tra nati e morti, che si conferma negativa, con una crescente prevalenza dei secondi sui primi. Le determinanti di questo andamento sono da ricercarsi nel progressivo invecchiamento della popolazione, da una parte, e nella bassa propensione alla fecondità espressa dalle donne e dalle coppie, dall’altra. Figura 9 – Proiezione demografica popolazione ASL4 Al contrario, la dinamica migratoria, ottenuta dal saldo tra immigrati ed emigrati, si configura come fenomeno positivo con un incremento di popolazione intorno all’1,9 per mille. Tale fenomeno sarebbe generato dall’ingresso di forza lavoro proveniente dall’estero e dei relativi familiari, anche in base alla prosecuzione di politiche migratorie analoghe a quelle della seconda metà degli anni Novanta. 17 2 Algoritmi di calcolo dei principali indicatori in uso ed analisi del loro andamento nel tempo e nello spazio (3) 2.1 Indice di invecchiamento (pop>64/poptot∗100) Rappresenta la proporzione della popolazione ultra sessantaquattrenne sul totale della popolazione. Qui di seguito viene riportato l’andamento nel tempo dell’indicatore partendo dalla base dati della popolazione residente. Non sono considerati i domiciliati non residenti. L’espressione grafica dell’indice di invecchiamento sottolinea l’aumento della frazione degli anziani rispetto alla popolazione totale e permette di effettuare alcune riflessioni sulla necessità di invecchiare in buona salute. I dati italiani forniti dall’Istat affermano che l’aspettativa di vita senza disabilità a 65 anni è di 3.6 anni per i maschi e di 3.2 per le femmine. Occorre quindi investire sulla popolazione matura di oggi, ed in particolar modo sulla capacità individuale e collettiva di mantenersi in buona salute attraverso un corretto stile di vita, e i buoni propositi come quello di smettere di fumare (“Ho smesso di fumare. Vivro' una settimana in piu' e in quella settimana pioverà a dirotto” - Woody Allen). Figura 10 - Indice di invecchiamento (rappresentazione grafica) Tabella 8 – Indice di invecchiamento (evoluzione temporale) 1990 1995 2000 ASL4 23.5% 25.0% Fascia costiera 22,9% Entroterra 18 26.5% Proiezione 2011 29.2% Proiezione 2021 31.7% 24,4% 25,9% - - 26,5% 27,9% 29,6% - - Distretto 1 23,4% 25,5% 27,4% - - Distretto 2 23,5% 24,8% 26,2% - - Distretto 3 23,7% 25,0% 26,3% - - 2.2 Indice di vecchiaia (pop>64/pop<15∗100) L’indice di vecchiaia rappresenta un indicatore dinamico che stima il grado di invecchiamento di una popolazione; valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi; viene considerato un indicatore di invecchiamento “grossolano” poiché nell’invecchiamento di una popolazione si ha generalmente un aumento del numero di anziani e contemporaneamente una diminuzione del numero dei soggetti più giovani cosicché il numeratore e il denominatore variano in senso opposto, esaltandone l’effetto. L’andamento dell’indicatore nel tempo mostra un leggero calo della quota dei bambini adolescenti con un aumento degli ultra sessantaquattrenni tale da portare l’indicatore da 2.2 nel 1990 a 3.4 nonni per ogni under 14 nel 2021. Figura 11 - Indice di vecchiaia (rappresentazione grafica) Tabella 9 - Indice di vecchiaia (evoluzione temporale) 1990 1995 2000 253.7% Proiezione 2011 272.2% Proiezione 2021 337.1% ASL4 222.5% 244.9% Fascia costiera 214,7% Entroterra 237,0% 245,1% - - 262,1% 286,2% 300,6% - - Distretto 1 221,6% 260,4% 275,6% - - Distretto 2 220,5% 238,2% 246,2% - - Distretto 3 226,8% 244,8% 250,3% - - Grazie ai dati forniti dall’Atlante della Sanità Italiana/2000 Prometeo, è stato possibile confrontare il dato ASL con l’andamento nazionale. Per un miglior impatto visivo l’indicatore è stato associato ad una gradazione di colore, pertanto ad un colore più tenue corrisponde un indicatore più basso (Prometeo riporta i dati della popolazione riferiti al 1997). 19 Figura 12- Indice di vecchiaia (confronto geografico nazionale) Campania Puglia Sicilia Calabria p.a. Bolzano Sardegna Basilicata Lazio Italia p.a. Trento Abruzzo Molise Lombardia Veneto Valle d'Aosta Marche Piemonte Umbria Toscana Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Liguria ASL 4 64.0 79.4 81.6 83.3 88.4 92.3 96.0 114.4 118.0 122.4 124.6 125.2 129.7 131.3 144.7 160.3 166.6 172.9 186.4 188.3 199.2 232.3 252.9 Il quadro che emerge (anche per gli altri indicatori che saranno trattati) è quello di un’Italia caratterizzata da un’importante invecchiamento della popolazione (con la ASL 4 ultima in classifica per rango), sostanzialmente divisa tra una zona centro nord, con bassa natalità ed insufficiente ricambio generazionale, ed una zona centro sud dove il processo di invecchiamento è più limitato. Eccezione a tale fenomeno è la provincia autonoma di Trento e Bolzano che mostra una struttura simile al sud, effetto però, a nostro avviso, di condizioni socio-economiche diverse. All’interno dell’ASL 4 il fenomeno demografico sottolinea un progressivo maggiore invecchiamento delle aree dell’entroterra. Figura 13 - Indice di vecchiaia (confronto geografico ASL4) 20 2.3 Indice di dipendenza (pop<15+pop>64/15<pop<65∗100) L’indice di dipendenza viene considerato un indicatore di rilevanza economica e sociale. Il numeratore è composto dalla popolazione che, a causa dell’età, si ritiene essere non autonoma - cioè dipendente - e il denominatore dalla fascia di popolazione che, essendo in attività, dovrebbe provvedere al sostentamento. E’ un indicatore che risente della struttura economica della popolazione: ad esempio, in società con una importante componente agricola i soggetti molto giovani o anziani non possono essere considerati economicamente o socialmente dipendenti dagli adulti; al contrario, nelle strutture più avanzate, una parte degli individui considerati nell’indice al denominatore sono in realtà dipendenti in quanto studenti o disoccupati. L’indicatore nei paesi in via di sviluppo assume valori maggiori rispetto alle popolazioni più avanzate economicamente; ciò è in gran parte dovuto alla maggiore presenza di individui giovani a causa della loro più elevata fecondità. In una realtà come quella dell’ASL 4 dove la scolarizzazione non termina con la scuola dell’obbligo, l’indicatore andrebbe rimodellato allargando la fascia degli 0-14 a 0-19 con conseguente appesantimento del valore atteso per il 2021 che prevede quasi una persona a carico (0.7) per ogni lavoratore. Figura 14 - Indice di dipendenza (rappresentazione grafica) Tabella 10 - Indice di dipendenza (evoluzione temporale) 1990 1995 2000 ASL4 51.8% 54.4% Fascia costiera 50,6% Entroterra 21 58.7% Proiezione 2011 66.4% Proiezione 2021 69.8% 53,2% 57,5% - - 57,7% 60,4% 65,0% - - Distretto 1 51,5% 54,6% 59,5% - - Distretto 2 51,9% 54,3% 58,5% - - Distretto 3 51,9% 54,2% 58,4% - - Nell’ambito nazionale la ASL 4 si pone nella classifica per rango, tra le zone a più alto indice di dipendenza. Poiché l’Atlante di Prometeo non riporta il dato ASL all’anno 1997, questo è stato calcolato facendo la media dei dati in nostro possesso (popolazione 1995 e 2000). Figura 15 - Indice di dipendenza (confronto geografico nazionale) Lombardia Sardegna Veneto Lazio Valle d'Aosta Piemonte Friuli Venezia Giulia Italia p.a. Bolzano p.a. Trento Puglia Emilia Romagna Campania Toscana Marche Sicilia Calabria Basilicata Abruzzo Umbria Liguria Molise ASL 4 42.1 42.6 43.6 43.9 44.0 45.9 46.7 46.8 46.9 47.5 47.7 48.1 48.9 48.9 50.7 51.2 51.2 51.2 51.2 51.3 51.7 53.8 56,8* L’indice di dipendenza consente di collegare situazione demografica ed aspetti economici, fornendo una misura del carico (teorico) sopportato da ogni cittadino attivo in termini di anziani e bambini con nuovi spunti sulle peculiarità regionali. Le regioni in cui si registra un maggior onere sugli attivi sono Molise, Liguria, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia dove l’indice ha superato il 50%, mentre la Lombardia, Sardegna, Veneto, Lazio, Valle d’Aosta riscontrano un indicatore compreso tra il 42 e 45%. 22 2.4 Indice di struttura della popolazione attiva (40<pop<65/15<pop<40∗100) L’indice di struttura della popolazione attiva stima il grado di invecchiamento di questa fascia di popolazione; il denominatore di questo indicatore è rappresentato dalle 25 generazioni in attività più giovani che sono destinate a sostituire le 25 generazioni più anziane, anch’esse in attività al momento della stima dell’indicatore. Un indicatore inferiore al 100% indica una popolazione in cui la fascia in età lavorativa è giovane; ciò è un vantaggio in termini di dinamismo e capacità di adattamento e sviluppo della popolazione ma può essere anche considerato in modo negativo per la mancanza di esperienza lavorativa e per il pericolo rappresentato dalla ridotta disponibilità di posti di lavoro lasciati liberi dagli anziani che divengono pensionati. La popolazione lavorativa attualmente in discreto equilibrio tra fascia dinamica ed inesperta e fascia con maggiore esperienza, subirà nel breve medio termine un invecchiamento della forza lavoro che nel 2021 avrà quasi un rapporto di 2 ultra quarantenni verso 1. Figura 16 – Indice di struttura della popolazione attiva (rappresentazione grafica) Tabella 11 - Indice di struttura della popolazione attiva (evoluzione temporale) ASL4 1995 108.9% 2000 115.5% Fascia costiera 108,4% 115,0% - - Entroterra 112,0% 117,9% - - Distretto 1 109,6% 115,2% - - Distretto 2 109,5% 114,7% - - Distretto 3 107,6% 116,9% - - 23 Proiezione 2011 Proiezione 2021 153.3% 170.2% 2.5 Indice di ricambio (60<pop<65/15<pop<20∗100) L’indice di ricambio stima il rapporto tra coloro che stanno per lasciare, a causa dell’età, il mondo del lavoro e coloro che vi stanno per entrare. Anche questo indice risente del problema della struttura economica della popolazione in cui viene stimato. E’ da sottolineare che è un indice piuttosto instabile, soprattutto quando stimato in piccoli comuni, poiché considera solo cinque generazioni al numeratore e cinque al denominatore. All’interno della ASL4 l’andamento nel tempo risulta stabile, con un insufficiente quota di giovani pronti al subentro agli anziani che rendono liberi i posti di lavoro entrando nell’età pensionabile. Figura 17 - Indice di ricambio (rappresentazione grafica) Tabella 12 - Indice ricambio (evoluzione temporale) ASL4 1995 168.3% 2000 206.2% Fascia costiera 162,4% 202,3% - - Entroterra 199,6% 228,2% - - Distretto 1 159,5% 211,7% - - Distretto 2 172,7% 197,6% - - Distretto 3 167,9% 217,0% - - 24 Proiezione 2011 Proiezione 2021 196.7% 182.3% 2.6 Indice di carico di figli per donna feconda (pop<5/15<popf<45∗100) Questo indicatore, di tipo sociodemografico, stima il rapporto tra il numero di bambini di età inferiore a 5 anni ed il numero di donne in età feconda. Il significato sociodemografico deriva dal fatto che tale indicatore stima il “carico” di figli in età prescolare per donna in età fertile, cioè in un’età in cui - soprattutto nei paesi economicamente sviluppati - più elevata è la frequenza di donne lavoratrici totale. Figura 18 - Indice di carico di figli per donna feconda (rappresentazione grafica) La scelta di scindere nei sui componenti essenziali questo indicatore, è stata dettata dal suo andamento paradosso nel tempo che lo vede in aumento contro un tasso di natalità (che verrà qui di seguito esposto) che invece è stabile con un trend in leggero ribasso. La causa di tale fenomeno è riconducibile al calo del numero delle donne in età fertile ed al boom delle donne nate nel post dopoguerra che ora stanno passando nell’età della menopausa, lasciando il posto a quelle nate nel periodo degli anni 70, dove si è verificato un grosso calo delle nascite Tabella 13 - Indice di carico di figli per donna feconda (evoluzione temporale) ASL4 1990 17.5% 1995 18.4% 2000 19.1% Proiezione 2011 20.7% Fascia costiera Entroterra Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3 17.2% 18.6% 16.5% 17.6% 18.1% 18.3% 19.0% 17.1% 18.9% 18.7% 19.0% 19.5% 18.6% 19.3% 19.2% - 25 Proiezione 2021 19.6% - Il diverso equilibrio generazionale in Italia appare confermato anche dal numero di bambini per 100 donne in età feconda, inferiore al 20% nelle regioni con minore ricambio e superiore a 22 nelle regioni più “giovani” del sud con l’eccezione della Sardegna e della provincia autonoma di Trento e Bolzano. La Regione Campania mostra una punta di 28.1 bimbi per 100 donne. Figura 19 - Indice di carico di figli per donna feconda (confronto geografico nazionale) Liguria Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Toscana ASL 4 Piemonte Sardegna Umbria Valle d'Aosta Lombardia Marche Veneto Lazio Italia Abruzzo Molise p.a. Trento Basilicata Puglia Calabria p.a. Bolzano Sicilia Campania 26 17.9 17.9 18.2 18.4 18.6 19.0 19.2 19.6 19.9 20.0 20.2 20.2 21.0 22.0 22.2 22.3 23.6 23.9 24.8 25.0 26.4 27.0 28.1 2.7 Tasso di natalità (nati vivi/pop∗1000) Tramite l’Ufficio Statistica della Regione Liguria è stato possibile ottenere il numero dei nati vivi dei Comuni dell’ASL4, a partire dall’anno 1990 sino all’anno 2000. Per calcolare il tasso è stata utilizzata la popolazione del 1990 (per i nati dal 1990 al 1992), del 1995 (per i nati dal 1993 al 1996) e del 2000 (per i nati dal 1997 fino al 2000). Per l’anno 2002 il tasso di natalità è stato calcolato con i dati forniti dal sito nazionale ISTAT, mentre per l’anno 2003 l’anagrafe dei singoli Comuni ha fornito la popolazione residente comunale a metà anno ed il numero dei nati vivi. Figura 20 – Tasso di natalità (rappresentazione grafica) Tabella 14 - Tasso di natalità (evoluzione temporale) 1990 6.9 27 1991 6.7 1992 6.9 1993 6.6 1994 6.2 1995 6.4 1996 6.5 1997 6.8 1998 6.7 1999 6.7 2000 6.7 2002 6.8 2003 6.8 In Italia l’andamento del tasso di natalità ricalca quello dell’indice di fecondità, con un livello tendente al basso, con una punta negativa rappresentata dalla regione Liguria con 6,7 nati vivi per 1000 abitanti. Figura 21 - Tasso di natalità (confronto geografico nazionale) Liguria ASL 4 Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Toscana Umbria Piemonte Sardegna Marche Valle d'Aosta Molise Abruzzo Lombardia Lazio Veneto Italia Basilicata p.a. Trento Calabria Puglia Sicilia p.a. Bolzano Campania 6.7 6.7 7.5 7.6 7.6 7.7 8.1 8.3 8.3 8.5 8.7 8.9 9.0 9.0 9.2 9.4 10.0 10.3 10.4 10.9 11.3 12.3 12.4 All’interno dell’ASL 4 l’indicatore, calcolato effettuando la media a partire dal 1990 per evitare le oscillazioni dovute ai piccoli numeri, evidenzia una zona intermedia con un tasso di natalità compreso tra il 7,10 e l’11,7 per 1000, compatibile con la situazione socio economica della zona che permette un buon accesso ai servizi (inclusi quelli scolastici), al mercato lavorativo ed alla prima casa. Figura 22 - Tasso di natalità (confronto geografico ASL4) 28 2.8 Rapporto maschi/femmine (popm/popf) Rappresenta il rapporto di coesistenza tra il totale della popolazione maschile ed il totale della popolazione femminile. Figura 23 – Rapporto maschi/femmine (1995- rappresentazione grafica) Figura 24 - Rapporto maschi/femmine (2021- rappresentazione grafica) Tabella 15 - Rapporto maschi/femmine (evoluzione temporale) 1990 1995 2000 89.6% Proiezione 2011 90.3% Proiezione 2021 90.9% ASL4 89,2% 89.2% Fascia costiera 87,8% 87,8% 87,9% - - Entroterra 96,1% 96,5% 98,5% - - Distretto 1 90,7% 90,7% 91,2% - - Distretto 2 90,6% 90,3% 90,5% - - 29 Distretto 3 85,7% 86,2% 86,9% - - Il rapporto maschi/femmine, che nel suo valore globale privilegia la popolazione femminile rispetto a quella maschile, mostra un andamento nelle varie fasce di età diverso. Infatti il rapporto dei sessi alla nascita registra un maggior numero di maschi rispetto alle femmine. Tale fenomeno, considerato una costante di natura biologica (1), rimane costante sino alle fasce di età 44-45 anni (nel 1995) e si spinge ai 50-55 nella proiezione al 2021. Tale punto di inversione si sta procrastinando nel tempo, frutto molto probabilmente del calo delle morti evitabili nel sesso maschile. 3 Bibliografia 1) Massimo Livi Bacci “Introduzione alla demografia” Ed. Loescher Università 25,70-85, 1999. 2) www.demoistat.it previsioni della popolazione: anni 2001-2051 per età sesso regione. 3) Franco Cavallo, “Elementi per la lettura degli indicatori”, Dipartimento di Igiene e Medicina di Comunità, Facoltà di Medicina dell’Università di Torino 4) ISTAT: www.istat.it. Indicatori socio sanitari nelle regioni italiane Roma – 2000 30 Cause di morte e di ricovero ospedaliero Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI 1 Mortalità 1.1 1.2 Materiali e metodi Indicatori 1.2.1 1.2.2 1.2.3 1.2.4 2 Attività di ricovero ospedaliero 2.1 3 Materiali e metodi Risultati 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 31 Tasso grezzo di Mortalità Rapporti standardizzati di mortalità (SMR) Età media di decesso Regressione Lineare e Correlazione La qualità della compilazione della scheda ISTAT Malattie del sistema circolatorio 3.2.1 3.2.2 Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.3.1 3.3.2 Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.4.1 3.4.2 Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.5.1 3.5.2 Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.6.1 3.6.2 Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. Patologia tumorale Malattie dell’apparato respiratorio Malattie dell’apparato digerente Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche 3.7 3.8 3.9 3.10 3.11 3.12 3.13 Malattie del sistema nervoso 3.7.1 3.7.2 Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.8.1 3.8.2 3.8.3 Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati derivanti dall’attività ambulatoriale (U.O. Nefrologia e Dialisi) Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 3.9.1 3.9.2 Analisi dei dati di mortalità Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. Malattie del sistema genitourinario Disturbi psichici Cause accidentali 3.10.1 Analisi dei dati di mortalità 3.10.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. Patologie alcool correlate 3.11.1 Analisi dei dati di mortalità Patologie fumo correlate 3.12.1 Analisi dei dati di mortalità Malattie infettive 3.13.1 Analisi dei dati di mortalità 3.13.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. 4 32 Bibliografia S i potrebbe affermare che la mortalità rappresenta una misura rozza e poco sensibile della salute e del benessere e della qualità di vita. Nonostante ciò una morte prematura è correlata al concetto di malattia e di scadenti condizioni di vita. Rimane valido e riproponiamo l’interrogativo: “chi non desidera vivere di più anziché meno?” (1). Per quanto riguarda lo studio sulle principali cause di morte nell’ambito dell’ASL4, l’informatizzazione delle schede ISTAT riferite all’anno 2003 e la codifica della causa di morte hanno consentito di monitorare i fenomeni legati allo stato di salute della popolazione in tempi “adeguati” per la verifica di eventuali bisogni sanitari “emergenti”. 1 Mortalità 1.1 Materiali e metodi I dati di mortalità dell’ASL4 di fonte ISTAT forniti dall’Ufficio Statistica della Regione Liguria sono disponibili su base comunale a partire dal 1986, data in cui è considerata affidabile l’informazione sul Comune di nascita. L’ultimo anno reso pubblico è il 2000. Partendo da questa banca dati, saranno effettuate aggregazione per quinquenni ed in particolare: anni 1986-1990; 1991-1995; 1996-2000. Tale raggruppamento consentirà di ridurre al minimo le influenze “annuali” legate al caso e di dare “corposità” a quelle patologie “rare” sia a causa del campione piccolo (dati ASL) sia a causa della bassa frequenza della patologia. Per la codifica delle cause di morte dell’anno 2003, non essendo possibile servirsi del certificato così com’è, si è reso necessario un ulteriore passaggio, cioè la codifica, che consiste nello scegliere fra le patologie indicate dal medico certificatore quella che viene definita come causa iniziale e nel trasformare questa patologia in un codice. Questo è stato realizzato applicando delle regole in maniera standardizzata, al fine di ottenere un risultato riproducibile. Per raggiungere questo risultato ci si è avvalsi dei seguenti strumenti: § § § la scheda (o le schede) per la certificazione delle cause di morte (modelli ISTAT D/4, D/5, D/4 bis, D/5 bis); la Classificazione internazionale delle malattie, traumatismi e cause di morte – IX Revisione (I e II volume). È un utilissimo ausilio per la codifica anche la lista delle voci mancanti all’elenco alfabetico del 2° volume dell’ICD-IX, preparata dal Dott. Feola e collaboratori dell’ISTAT (2, 3); il manuale ACME (4). Partendo dai data base disponibili, sono state effettuate le aggregazioni riportate in tabella denominata “tabella aggregazioni di cause di morte” (5), tenendo conto delle informazioni necessarie alla valutazione dello stato di “malattia” della popolazione, e delle esigenze informatiche. Per i casi dovuti ad incidenti stradali, suicidi ed omicidi, solo per l’anno 2003, è stata effettuata un’ulteriore analisi della documentazione cartacea relativa all’accertamento di decesso effettuato dalla nostra Struttura Complessa di Igiene e Sanità Pubblica, codificando manualmente i casi ancora in corso di indagine da parte dell’Autorità Giudiziaria. 33 1.2 Indicatori 1.2.1 Tasso grezzo di Mortalità Si definisce tasso grezzo di mortalità, per una data patologia causa di morte, il numero di decessi ad essa attribuiti, verificatisi in una certa popolazione nel corso del periodo di osservazione; in genere i tassi sono annuali e riferiti a 100.000 persone. 1.2.2 Rapporti standardizzati di mortalità (SMR) L’SMR è il rapporto tra il numero di decessi osservati nella popolazione in studio e quelli attesi, ossia quelli che si sarebbero verificati se la popolazione in studio avesse la stessa mortalità di quella di riferimento (nel nostro caso la mortalità standard è quella della Regione Liguria nell’anno 2000) , tenuto conto delle eventuali differenze nella loro composizione per età. L’SMR sarà utilizzato per la verifica dei dati di mortalità dell’anno 2003, e per i quinquenni sopra menzionati. Per valutare la significatività statistica della stima dell’SMR sono stati calcolati gli intervalli di confidenza al 95% (IC 95%) utilizzando l’approssimazione di Byar (6). Una corretta interpretazione dei risultati consiste nel considerare “non significativo” un SMR il cui intervallo di confidenza includa il valore 1. 1.2.3 Età media di decesso Per ogni Causa di Morte, è stata calcolata per ogni quinquennio l’età media di decesso.ed il corrispettivo coefficiente di variazione, definito a partire dalla media e dalla deviazione standard: v= σ χ più è piccolo il coefficiente di variazione meno sono variabili i valori intorno alla media. Tale dato, inoltre, è stato calcolato anche per ogni singolo anno di decesso e per i principali gruppi di cause e con relativa rappresentazione descrittiva nel tempo. 1.2.4 Regressione Lineare e Correlazione Lo scopo dell’analisi di regressione lineare è quello di determinare le caratteristiche della relazione fra due variabili, secondo un modello causa-effetto. L’equazione y = β x + c esprime la relazione fra i valori assunti dalla variabile x detta indipendente e i valori della variabile y detta dipendente. I parametri ( β ) e ( c ) esprimono rispettivamente la pendenza e l’intercetta dell’equazione, vengono determinati in modo da rendere minima la distanza fra i valori assunti dalla variabile y e i valori predetti dalla retta di regressione. La pendenza ( β ) esprime la variazione predetta dalla retta di regressione per ogni incremento unitario della variabile x. Mentre l’intercetta ( c ) esprime il valore predetto dalla regressione quando x=0. La capacità della retta di regressione di predire i valori osservati della variabile y, noti i valori di x, viene detta bontà di adattamento ed è espressa dal valore di R detto coefficiente di determinazione. Il coefficiente di determinazione R2 esprime la quota di variabilità della variabile y predetta dalla retta di regressione, quindi tanto più R2 è vicino al valore 1 tanto migliore è la variabilità di y predetta dalla regressione e quindi tanto migliore è la bontà di adattamento della retta ai dati osservati, viceversa tanto più R2 è vicino al valore 0 tanto peggiore è la capacità della retta di regressione di rappresentare i dati osservati. 34 2 Attività di ricovero ospedaliero La stima dei bisogni assistenziali espressi dalla popolazione residente all’interno dell’ASL 4, è stata effettuata utilizzando le informazioni cliniche e di intervento, contenute all’interno della Scheda di Dimissione Ospedaliera. Tale documento infatti possiede alcuni requisiti che la rendono utile per una valutazione epidemiologica di base dello stato di salute del Tigullio ed il suo entroterra; il primo è rappresentato dal suo contenuto, infatti attraverso i codici della Classificazione Internazionale delle malattie, traumatismi e cause di morte – IX revisione, sono rilevabili per ciascun ricovero la diagnosi principale (di dimissione) e secondarie e le procedure diagnostico terapeutiche (inclusi gli interventi); il secondo è l’informatizzazione della scheda che pertanto risulta accessibile a rielaborazioni descrittive anche sotto il profilo clinico. 2.1 Materiali e metodi Partendo dal data base relativo ai ricoveri ospedalieri per gli anni 2001, 2002 e 2003 (integrati con i ricoveri extra aziendali della popolazione residente), sono stati effettuati gli stessi raggruppamenti utilizzati per le cause di decesso (vedi codici ICD IX CM tabella “aggregazioni per cause di morte”) (5), suddivisi per fasce di età. Tale modalità operativa permette di rilevare eventuali cambiamenti in merito alla richiesta assistenziale espressa dalla popolazione residente negli ultimi tre anni, la fascia di età dove tale bisogno risulta più evidente ed una eventuale differenza di comportamento nei due sessi. Per alcuni raggruppamenti è stato anche tentato un confronto con i dati di morbosità descritti in letteratura. E’ indubbio che i dati forniti dalle SDO non costituiscano una stima metodologicamente affidabile della vera incidenza di una patologia, ma con idonei accorgimenti può essere considerato un indicatore “proxy”, ovvero un indicatore che descrive l’andamento di un fenomeno senza osservarlo direttamente. Nella rappresentazione dei risultati accanto ai dati di decesso, sono riportati quelli di ricovero che forniscono un completamento nella valutazione dell’incidenza e nel trattamento di una patologia, infatti, per alcune malattie, come le neoplasie maligne, è stato evidenziato un aumento dei ricoveri non seguito da aumenti del dato d mortalità. Tale riflessione permette di formulare ipotesi sulla “letalità” per causa, all’interno dell’ASL 4 e di verificarne la coerenza con il dato nazionale. 35 Tabella 1 - Aggregazione di cause di morte Codice Descrizione 0010—1399 1400—2399 1510--1519 1530--1549, 1590 1620--1629 1630—1639 1720—1729 1740--1749 1830--1839 1790--1809, 1820--1829 1850--1859 1880--1889 1570—1579 1550—1569 2000—2038 2040--2089 2400—2799 2500--2599 2791 2800—2899 2900—3199 3040--3049 3200—3899 3320—3321 3352 3900—4599 4010—4050 4100--4149 4100--4109 4300—4389 4600—5199 4800 –4870 4900--4939 5000—5089 5200—5799 5400—5430 5710--5719 5800—6299 5850—5860 6300—6769 6800—7099 7100—7399 7400—7599 7600—7799 7800—7999 8000—9999 8200-8209 9400-9499 9600-9899 140--150, 161, 291, 303, 305, 571, E960-E959, 140--150, 161, 162, 188, 189, 305.1, 410--414, 416, 490--496 Malattie infettive e parassitarie Tumori Tumori maligni dello stomaco Tumori maligni dell'intestino (colon e retto) Tumori maligni del polmone Tumori maligni della pleura Melanoma Tumori maligni della mammella Tumori maligni dell'ovaio Tumori maligni dell'utero (collo ) Tumori maligni dell'utero (corpo) Tumori maligni della prostata Tumori maligni della vescica Tumori maligni del pancreas Tumori maligni del fegato Linfomi (hodgkin e non, mielomi) Leucemie Malattie endocrine, nutrizionali, metaboliche e disturbi immunitari Diabete e altre malattie endocrine AIDS Malattie del sangue e degli organi ematopoietici Disturbi psichici Overdose Malattie del SN e degli organi dei sensi Morbo di Parkinson Sclerosi laterale amiotrofica Malattie del sistema circolatorio Ipertensione arteriosa Cardiopatia ischemica Infarto del miocardio Malattie cerebrovascolari Malattie dell'apparato respiratorio Polmoniti Bronchite, enfisema ed asma Pneumoconiosi (Asbestosi, silicosi e antracosilicosi) Malattie dell'apparato digerente Appendicite Cirrosi epatica Malattie del sistema genitourinario Insufficienza renale cronica Complicazioni della gravidanza, del parto e del puerperio Malattie della cute e del tessuto sottocutaneo Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo Malformazioni congenite Alcune condizioni morbose e di origine perinatale Sintomi, segni e stati morbosi mal definiti Cause accidentali Fratture del collo del femore Ustioni Avvelenamenti Malattie alcool correlate con rischio attribuibile > 50% 36 Malattie fumo correlate (tutte) 3 Risultati I tassi di mortalità grezzi, forniti dall’atlante Prometeo (15) mostrano come la struttura per età sia in grado di influire sul numero di morti osservato, ponendo tra le regioni con minor numero di caso Campania, Sardegna e Calabria, mentre nella Liguria e all’interno dell’ASL 4 il fenomeno sarebbe sensibilmente alto con punte del 13.5 e 14.4 morti ogni 1000 abitanti Figura 1 – Tasso grezzo di mortalità (x 1000) p.a. Bolzano Puglia Campania Sardegna Calabria Basilicata Sicilia Lazio Veneto Lombardia p.a. Trento Italia Abruzzo Valle d'Aosta Marche Umbria Molise Piemonte Emilia Romagna Toscana Friuli Venezia Giulia Liguria ASL 4 7.8 7.9 8.1 8.2 8.7 9 9.2 9.3 9.5 9.6 9.7 9.8 10.2 10.6 10.6 11 11 11.5 11.7 11.7 12.3 13.5 14.4 Figura 2 - Tasso standardizzato di mortalità (x 1000) 37 Marche Abruzzo Molise p.a. Bolzano Trento Umbria Veneto Basilicata Calabria Toscana Puglia Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Italia Lombardia ASL 4 Lazio Liguria Sardegna Piemonte Valle d'Aosta Sicilia Campania 6.8 7.0 7.1 7.3 7.3 7.4 7.4 7.4 7.5 7.5 7.5 7.5 7.5 7.7 7.8 7.8 7.8 7.8 7.8 8.0 8.2 8.3 8.7 La standardizzazione diretta dei tassi di mortalità (facendo sempre riferimento all’Atlante Prometeo) consente di eliminare l’effetto confondente della strutture per età della popolazione (8) e di apprezzare il fenomeno nelle sue componenti di incidenza e trattamento. La Valle d’Aosta la Sicilia e la Campania registrano i valori di mortalità più elevati (da 8.2 a 8.7 decessi ogni 1000 abitanti) mentre nelle Marche si registra il tasso più basso di mortalità pari a 6.8 per 1000. Tabella 2 – Tasso grezzo di mortalità e rapporto di mortalità standardizzato con il dato regionale (confronto complessivo) Femmine Oss./aa Maschi Tasso grezzo SMR x 100000 IC 95% Oss./aa Tasso grezzo SMR x 100000 IC 95% 1986-1990 1038,8 839,0 199,8 212,4 506,4 320,0 13,3 12,9 15,5 12,0 13,3 14,3 1,09 1,08 1,14 1,01 1,10 1,15 1,06 1,05 1,07 0,95 1,05 1,09 1,12 1,11 1,22 1,07 1,14 1,21 1092,2 874,4 217,8 232,6 528,2 331,4 13,9 13,3 17,1 13,3 14,0 14,3 1,06 1,03 1,20 1,02 1,07 1,07 1,03 1,00 1,13 0,97 1,03 1,01 1,09 1,06 1,28 1,08 1,11 1,12 1092,0 877,0 215,0 237,6 542,0 312,4 14,1 13,4 17,5 13,7 14,5 13,6 1,01 0,99 1,16 0,98 1,07 0,96 0,99 0,96 1,09 0,93 1,03 0,91 1,04 1,01 1,23 1,04 1,11 1,01 Totale ASL4 Fascia costiera Entroterra Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3 1043,6 809,6 234,0 247,2 510,8 285,6 15,0 14,2 18,9 15,4 14,9 14,9 1,22 1,19 1,35 1,24 1,20 1,26 1,19 1,16 1,27 1,17 1,15 1,20 1,26 1,23 1,43 1,31 1,25 1,33 1026,4 806,2 220,2 228,6 523,8 274,0 14,7 14,0 17,9 14,4 15,3 13,7 1,13 1,11 1,23 1,05 1,19 1,09 1,10 1,07 1,15 0,99 1,14 1,04 1,16 1,14 1,30 1,12 1,23 1,15 996,4 780,0 216,4 223,8 506,8 265,8 14,3 13,6 17,9 14,1 15,0 13,3 1,02 0,99 1,15 0,94 1,09 0,98 0,99 0,96 1,08 0,89 1,04 0,93 1,05 1,02 1,22 1,00 1,13 1,04 1991-1995 Totale ASL4 Fascia costiera Entroterra Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3 1996-2000 Totale ASL4 Fascia costiera Entroterra Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3 L’analisi descrittiva dell’andamento della mortalità all’interno del territorio della ASL4 nell’ultimo quinquennio mostra un tasso di mortalità in linea con quello regionale (SMR non significativo). Tale fenomeno risulta evidente anche per la fascia costiera dove l’SMR è inferiore all’unità. Nell’entroterra, il tasso si discosta in modo significativo rispetto al dato regionale con un tasso di mortalità di 17.5 x 100000 abitanti nelle donne e 17.9 x 100000 abitanti per gli uomini (dato ASL4 rispettivamente di 14.1 e 14.3). E’ possibile riscontrare un costante eccesso di mortalità nell’entroterra per tutto il periodo di tempo valutato contrariamente alla fasci costiera dove si è verificato un progressivo recupero dell’SMR Il distretto 2, costituito prevalentemente dai comuni dell’entroterra, mostra un SMR significativo per tutto il periodo di analisi. 3.1 La qualità della compilazione della scheda ISTAT Per valutare la qualità della codifica durante la compilazione del modello ISTAT delle cause di morte è possibile utilizzare l’indicatore rispondente ai segni e sintomi mal definiti (codice 7800—7999); tale indicatore mostra per tutti i quinquenni ed anche nel 2003 un SMR inferiore all’unità con una differenza statisticamente significativa rispetto al dato regionale. E’ possibile quindi affermare che i medici dell’ASL4 ricorrono meno frequentemente a definizioni generiche delle cause di morte. 38 Tabella 3 – Qualità della compilazione della scheda ISTAT: segni e sintomi mal definiti SMR 39 Maschi IC 95% 0,40 0,31 0,50 0,47 0,37 0,58 0,38 0,30 0,48 0,37 0,20 0,62 Cod. 7800-7999 Segni e sintomi mal definiti 1986-1990 1991-1995 1996-2000 2003 SMR Femmine IC 95% 0,65 0,52 0,81 0,49 0,38 0,62 0,37 0,28 0,49 0,55 0,31 0,89 3.2 Malattie del sistema circolatorio 3.2.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 4 - Malattie del sistema circolatorio (mortalità) 14653 Femmine Oss. totali Tasso grezzo SMR 1986-1990 1991-1995 1996-2000 2003 670.28 678.29 666.76 584.83 1.19 1.11 1.03 0.90 Maschi IC 95% 1.15 1.07 0.99 0.82 Tasso grezzo SMR 599.02 589.64 540.20 442.75 1.35 1.25 1.05 0.86 1.24 1.15 1.07 0.99 IC 95% 1.29 1.19 1.00 0.76 1.41 1.30 1.10 0.96 Le malattie del sistema circolatorio rappresentano in numero assoluto la principale cause di decesso non solo in Italia (9), ma anche all’interno del territorio dell’ASL4. Età media di decesso diviso per maschi e femmine sottolinea il divario tra i due sessi che si mantiene evidente e costante negli anni. L’R2 della regressione lineare, indica una bassa dispersione dei dati intorno alla retta di regressione che quindi è altamente rappresentativa dell’andamento del fenomeno. Figura 3 – Malattie del sistema circolatorio (età media di decesso) 87 86 85 Maschi Femmine 84 y = 0,2391x - 392,77 R2 = 0,8762 83 82 81 80 79 78 y = 0,1826x - 285,77 R2 = 0,8129 77 76 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 La distribuzione delle malattie del sistema circolatorio all’interno dei due sessi è differente in quanto per le donne gli accidenti cerebrovascolari rappresentano la causa principale di decesso, mentre per gli uomini la cardiopatia ischemica mantiene il primato, anche se dal 1986 ad oggi mostra un andamento sensibilmente decrescente. 40 Figura 4 - Malattie del sistema circolatorio (femmine - tasso grezzo x 100000) 86-90 Malattie cerebrovascolari 91-95 96-00 2003 Infarto del miocardio Cardiopatia ischemica Ipertensione arteriosa 0 50 100 150 200 250 Figura 5 - Malattie del sistema circolatorio (maschi - tasso grezzo x 100000) 86-90 Malattie cerebrovascolari 91-95 96-00 2003 Infarto del miocardio Cardiopatia ischemica Ipertensione arteriosa 0 50 100 150 200 250 Il miglioramento dell’SMR, che nei primi due quinquenni è sopra l’unità e statisticamente significativo (esisteva un eccesso di mortalità rispetto alla regione anno 2000), e il progressivo allungamento dell’età media di decesso evidenziano un adeguato trattamento delle patologie di origine vascolare sia nelle fasi acute che nella prevenzione. 41 Tabella 5 – Principali patologie cardiocircolatorie (mortalità) Femmine Oss./aa Maschi Tasso Età Oss./aa grezzo CV SMR IC 95% media x 100000 Tasso grezzo Età CV SMR IC 95% x 100000 media 1986-1990 522.6 670.3 82.5 13.8 1.2 1.2 1.2 37.4 48.0 82.8 10.9 0.9 0.8 1.1 126.8 162.6 80.4 14.4 1.2 1.1 1.3 67.0 85.9 78.4 16.2 1.5 1.3 1.6 142.4 182.6 81.5 14.5 1.2 1.1 1.3 532.6 678.3 84.2 13.5 1.1 1.1 1.2 37.6 47.9 83.3 12.4 0.9 0.7 1.0 126.2 160.7 82.4 13.7 1.1 1.0 1.2 66.8 85.1 81.0 14.3 1.3 1.2 1.5 138.2 176.0 83.8 13.4 1.0 1.0 1.1 517.6 666.8 84.9 13.5 1.0 1.0 1.1 45.4 58.5 84.9 11.2 1.0 0.9 1.1 115.6 148.9 83.2 14.4 1.0 0.9 1.1 58.6 75.5 82.2 15.1 1.1 1.0 1.3 116.4 149.9 83.4 15.5 0.8 0.8 0.9 454.0 584.8 86.3 12.2 0.9 0.8 1.0 51.0 65.7 86.7 10.3 1.1 0.8 1.5 77.0 99.2 85.3 13.3 0.6 0.5 0.8 38.0 49.0 82.7 14.1 0.7 0.5 1.0 118.0 152.0 85.4 11.5 0.8 0.7 1.0 Totale Ipertensione arteriosa Cardiopatia ischemica Infarto del miocardio Malattie cerebrovascolari 416.6 599.0 77.2 19.3 1.4 1.3 1.4 24.4 35.1 78.8 13.5 1.4 1.1 1.6 153.4 220.6 74.3 21.1 1.5 1.4 1.6 92.2 132.6 71.9 22.5 1.6 1.5 1.8 87.6 126.0 78.1 18.5 1.2 1.1 1.3 413.0 589.6 78.0 19.0 1.3 1.2 1.3 20.0 28.6 79.3 15.4 1.0 0.9 1.3 149.8 213.9 74.8 20.3 1.3 1.2 1.4 94.8 135.3 72.3 21.7 1.6 1.4 1.7 85.0 121.4 79.0 18.2 1.1 1.0 1.2 375.8 540.2 79.1 18.2 1.1 1.0 1.1 23.2 33.4 79.0 14.9 1.1 0.9 1.3 124.4 178.8 75.7 19.8 1.0 0.9 1.1 68.8 98.9 73.2 21.6 1.1 0.9 1.2 74.8 107.5 80.1 17.2 0.9 0.8 1.0 308.0 442.7 79.7 17.2 0.9 0.8 1.0 35.0 50.3 80.7 13.6 1.7 1.2 2.3 88.0 126.5 77.9 17.2 0.7 0.6 0.9 52.0 74.7 76.1 18.4 0.8 0.6 1.0 61.0 87.7 80.4 20.6 0.7 0.5 0.9 1991-1995 Totale Ipertensione arteriosa Cardiopatia ischemica Infarto del miocardio Malattie cerebrovascolari 1996-2000 Totale Ipertensione arteriosa Cardiopatia ischemica Infarto del miocardio Malattie cerebrovascolari 2003 42 Totale Ipertensione arteriosa Cardiopatia ischemica Infarto del miocardio Malattie cerebrovascolari 3.2.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. Diversamente dalle cause di morte, i ricoveri per la patologia cardiovascolare sono più frequenti negli uomini, con un’età media di ricovero intorno ai 65 - 70 anni. La patologia cardiovascolare nel suo dato di ricovero ospedaliero e quindi di bisogno sanitario espresso, sembra avere un andamento stabile negli ultimi tre anni, per cui il calo dei decessi è ragionevolmente riconducibile ad un adeguato trattamento della patologia in fase acuta e alla prevenzione delle recidive. Tabella 6 – Malattie del sistema circolatorio (ricoveri ospedalieri) Femmine 2001 2002 Maschi 2003 2001 2002 2003 8 26 55 76 88 164 284 389 1090 23 19 37 79 93 181 309 402 1143 12 29 63 71 83 259 4 17 26 68 86 202 5 4 40 71 100 105 325 3 6 22 38 97 79 245 3 5 14 37 115 162 336 4 7 19 44 92 187 353 Ricoveri per malattie del sistema circolatorio 11 8 37 71 88 135 232 456 1038 11 3 30 54 87 134 237 477 1035 2 5 19 31 78 135 3 2 13 31 88 137 1 2 11 29 77 58 178 3 4 5 24 47 60 143 11 3 18 34 76 261 403 6 8 8 28 83 269 403 9 6 36 69 69 117 232 435 973 0-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale 18 24 45 88 116 163 321 437 1212 Ricoveri per infarto del miocardio 2 4 8 36 84 134 0-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale 5 31 45 72 87 240 Ricoveri per malattie ischemiche del cuore 1 2 11 15 55 77 161 0-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale 11 8 35 77 137 67 335 Ricoveri per malattie cerebrovascolari 43 3 6 10 26 88 319 452 0-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale 6 6 15 39 107 215 388 Figura 6 - Malattie del sistema circolatorio (femmine – ricoveri ospedalieri) 2001 Mal. cebebrovascolari 2002 2003 Mal. ischemiche del cuore Infarto miocardio acuto Tot mal. del sistema circolatorio 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 Figura 7 - Malattie del sistema circolatorio (maschi – ricoveri ospedalieri) 2001 Mal. cebebrovascolari 2002 2003 Mal. ischemiche del cuore Infarto miocardio acuto Tot. mal. del sistema circolatorio 0 44 200 400 600 800 1000 1200 1400 3.3 Patologia tumorale 3.3.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 7 – Patologia tumorale (mortalità) 9235 Femmine Oss. totali Tasso grezzo SMR 1986-1990 1991-1995 1996-2000 2003 318.34 340.29 325.39 300.15 1.05 1.06 0.98 0.90 Maschi IC 95% 0.99 1.01 0.92 0.79 Tasso grezzo SMR 472.77 450.59 464.31 467.18 1.14 1.03 0.99 0.99 1.11 1.12 1.03 1.02 IC 95% 1.08 0.98 0.94 0.89 1.19 1.08 1.04 1.11 La patologia tumorale rappresenta nel nostro territorio, come in Italia, la seconda causa di morte (9). Il tasso grezzo totale diviso per sesso non mostra sostanziali variazioni nel tempo anche se tale dato quantitativo mostra sfumature qualitative di rilievo. La prima è sicuramente l’età media di decesso che è passata dai 72 anni ai 76 per le femmine e dai 70 ai 73 per i maschi, con un R2 indicativo di una buona equazione di regressione. Figura 8 - Patologia tumorale (età media di decesso) 77 76 Maschi Femmine 75 y = 0,259x - 441,91 R2 = 0,7572 74 73 72 y = 0,2036x - 333,94 R2 = 0,7344 71 70 69 1986 45 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 L’analisi dell’SMR per le diverse patologie tumorali, per il quinquennio 1996-2000, mostra un andamento complessivamente sovrapponibile al trend regionale. Tabella 8 – Principali patologie tumorali Femmine Tasso grezzo per 100.000 abitanti (casi) 86-90 91-95 96-00 2003 86-90 91-95 96-00 2003 318.3 340.3 325.4 300.2 (248) (267) (253) (233) 28.5 (22) 36.4 (28) 14.1 (11) 24.4 (19) 2.6 (2) 3.8 (3) 57.7 (45) 13.3 (10) 14.6 (11) 1.3 (1) 6.9 (5.4) 15.6 (12) 21.3 (17) 14.4 (11) 10.3 (8) 46 23.9 (19) 41.3 (32) 14.5 (11) 25.2 (20) 2.5 (2) 3.8 (3) 63.7 (50) 15.3 (12) 14.3 (11) 2.8 (2) 6.9 (5.4) 20.1 (16) 21.1 (17) 16.8 (13) 10.4 (8) 19.3 (15) 39.9 (31) 11.6 (9) 30.9 (24) 4.4 (3.4) 2.8 (2) 53.1 (41) 13.7 (11) 6.7 (5) 2.3 (2) 6.4 (5) 18.8 (14.6) 25.8 (20) 17.5 (14) 11.1 (9) Maschi 16.8 (13) 42.5 (33) 12.9 (10) 28.3 (22) 2.6 (2) 0.0 42.5 (33) 6.4 (5) 9.0 (7) 0.0 2.6 (2) 19.3 (15) 16.8 (13) 28.3 (22) 7.7 (6) 472.8 450.6 464.3 467.2 (329) (316) (323) (325) Tumori Tumori maligni dello stomaco Tumori maligni dell'intestino (colon e retto) Tumori maligni dell'intestino (aspecifiche) Tumori maligni del polmone Tumori maligni della pleura Melanoma 35.4 30.0 29.3 (25) (21) (20) 47.7 45.1 42.0 (33) (32) (29) 13.2 13.7 12.9 (9) (10) (9) 137.5 126.5 132.0 (96) (89) (92) 9.8 9.7 10.9 (7) (7) (8) 3.2 2.9 5.2 (2) (2) (4) 37.4 (26) 37.4 (26) 14.4 (10) 97.8 (68) 15.8 (11) 4.3 (3) 42.6 (30) 40.5 (28.4) 40.0 (28) 48.9 (34) 24.4 (17) 18.7 (13) 26.2 (18) 16.4 (12) 12.4 (9) 22.6 (16) 15.7 (11) 29.4 (21) 12.9 (9) 13.4 (9.4) 14.4 (10) 16.4 (11.4) 27.9 (19) 20.1 (14) 12.1 (8.4) 27.3 (19) 24.4 (17) 28.8 (20) 18.7 (13) 15.8 (11) mammella ovaio prostata utero (collo ) utero (corpo) Tumori maligni della vescica Tumori maligni del pancreas Tumori maligni del fegato Linfomi (hodgkin e non, mielomi) Leucemie Tabella 9 – Principali patologie tumorali (mortalità) Oss./aa 47 Tasso grezzo x 100000 Età media CV SMR IC 95% 22.2 28.4 11 19 2 3 45 10.4 11.4 1 5.4 12.2 16.6 11.2 8 28.47 36.43 14.11 24.37 2.57 3.85 57.72 13.34 14.62 1.28 6.93 15.65 21.29 14.37 10.26 77.07 75.71 76.95 71.15 74.50 67.40 69.38 68.88 69.61 74.20 78.11 73.95 74.20 71.54 64.43 17.41 20.12 21.01 22.52 15.58 27.57 29.13 28.19 28.63 26.23 14.89 19.23 19.03 24.43 54.12 1.57 0.91 1.53 0.88 0.95 1.13 1.09 1.17 1.73 0.73 1.25 0.83 1.13 0.87 1.25 1.29 0.77 1.15 0.72 0.45 0.63 0.95 0.88 1.31 0.23 0.83 0.64 0.90 0.66 0.90 18.8 32.4 11.4 19.8 2 3 50 12 11.2 2.2 5.4 15.8 16.6 13.2 8.2 23.94 41.26 14.52 25.22 2.55 3.82 63.68 15.28 14.26 2.80 6.88 20.12 21.14 16.81 10.44 80.10 78.17 79.46 70.10 72.60 67.20 71.72 73.57 72.55 80.27 79.04 77.68 78.48 72.79 68.56 14.52 18.65 18.21 22.54 18.40 39.45 26.99 19.91 22.51 12.69 15.44 16.00 16.45 24.85 38.42 1.24 0.97 1.47 0.87 0.87 1.08 1.15 1.29 1.61 1.49 1.15 1.01 1.05 0.97 1.20 1.00 0.83 1.12 0.70 0.42 0.60 1.01 0.99 1.22 0.74 0.76 0.80 0.84 0.75 0.86 15 31 9 24 3.4 2.2 41.2 10.6 5.2 1.8 5 14.6 20 13.6 8.6 19.32 39.93 11.59 30.92 4.38 2.83 53.07 13.65 6.70 2.32 6.44 18.81 25.76 17.52 11.08 76.45 77.25 77.96 72.69 78.47 74.27 73.15 68.40 76.19 72.67 81.16 75.86 76.96 77.19 77.42 20.46 19.11 18.24 21.67 14.83 23.58 25.47 29.42 19.67 20.78 11.56 18.88 15.06 20.56 20.74 0.96 0.90 1.12 1.03 1.41 0.79 0.93 1.13 0.73 1.18 1.02 0.90 1.23 0.98 1.23 0.76 0.76 0.82 0.85 0.82 0.39 0.81 0.84 0.48 0.54 0.66 0.71 1.00 0.76 0.89 13 33 10 22 2 0 33 5 7 0 2 15 13 22 6 16.75 42.51 12.88 28.34 2.58 0.00 42.51 6.44 9.02 0.00 2.58 19.32 16.75 28.34 7.73 78.31 80.88 84.00 74.59 82.00 0.00 73.76 69.20 76.14 0.00 91.50 80.33 80.92 78.55 81.50 20.39 12.91 9.86 18.19 4.46 0.00 24.43 26.16 27.62 0.00 0.60 20.74 17.07 22.80 8.10 0.83 0.96 1.25 0.94 0.83 0.00 0.74 0.53 0.99 0.00 0.41 0.93 0.80 1.58 0.86 0.44 0.66 0.60 0.59 0.09 0.00 0.51 0.17 0.40 0.00 0.05 0.52 0.42 0.99 0.31 1986-1990 1.89 K stomaco 1.08 K intestino/colon/retto 1.99 K intestino nsp 1.08 K polmone 1.75 K pleura 1.86 Melanoma 1.24 K mammella/prostata 1.54 K ovaio 2.24 K utero collo 1.69 K utero corpo 1.82 K vescica 1.07 K pancreas 1.40 K fegato 1.14 Linfomi LH LNH mielomi 1.71 Leucemie 1991-1995 1.52 K stomaco 1.13 K intestino/colon/retto 1.91 K intestino nsp 1.06 K polmone 1.60 K pleura 1.78 Melanoma 1.30 K mammella/prostata 1.66 K ovaio 2.09 K utero collo 2.66 K utero corpo 1.68 K vescica 1.26 K pancreas 1.31 K fegato 1.24 Linfomi LH LNH mielomi 1.63 Leucemie 1996-2000 1.20 K stomaco 1.05 K intestino/colon/retto 1.50 K intestino nsp 1.23 K polmone 2.26 K pleura 1.41 Melanoma 1.06 K mammella/prostata 1.47 K ovaio 1.08 K utero collo 2.24 K utero corpo 1.51 K vescica 1.13 K pancreas 1.49 K fegato 1.24 Linfomi LH LNH mielomi 1.65 Leucemie 2003 1.42 K stomaco 1.34 K intestino/colon/retto 2.29 K intestino nsp 1.42 K polmone 3.00 K pleura 1.31 Melanoma 1.04 K mammella/prostata 1.24 K ovaio 2.04 K utero collo 2.40 K utero corpo 1.48 K vescica 1.53 K pancreas 1.36 K fegato 2.39 Linfomi LH LNH mielomi 1.86 Leucemie Oss./aa Tasso grezzo x 100000 Età media CV SMR IC 95% 24.6 33.2 9.2 95.6 6.8 2.2 29.6 35.37 47.74 13.23 137.46 9.78 3.16 42.56 73.63 73.07 73.04 68.93 68.74 62.09 78.82 20.70 21.09 27.89 20.66 22.75 29.57 13.19 1.64 1.08 1.34 1.18 0.87 1.15 1.32 1.36 0.92 0.98 1.07 0.61 0.57 1.12 1.96 1.25 1.79 1.29 1.22 2.06 1.55 17 13 18.2 11.4 8.6 24.44 18.69 26.17 16.39 12.37 73.76 69.25 71.42 66.05 67.70 18.28 24.19 20.12 35.02 39.31 1.36 1.29 0.94 1.02 1.10 1.09 0.99 0.75 0.77 0.80 1.68 1.64 1.15 1.33 1.48 21 31.6 9.6 88.6 6.8 2 28.4 29.98 45.12 13.71 126.50 9.71 2.86 40.55 74.93 72.61 73.83 69.66 72.18 68.30 79.31 19.43 23.33 20.51 21.07 17.82 24.57 13.76 1.31 0.96 1.31 1.03 0.82 1.01 1.18 1.07 0.82 0.96 0.94 0.57 0.48 0.99 1.59 1.13 1.73 1.13 1.15 1.85 1.39 15.8 11 20.6 9 9.4 22.56 15.70 29.41 12.85 13.42 76.48 70.04 73.26 70.64 74.43 18.25 23.43 19.36 34.82 29.33 1.18 1.03 1.00 0.77 1.15 0.93 0.78 0.82 0.56 0.84 1.47 1.34 1.21 1.02 1.53 20.4 29.2 9 91.8 7.6 3.6 27.8 29.32 41.97 12.94 131.96 10.92 5.17 39.96 74.11 73.77 74.20 71.69 71.45 69.61 81.35 20.85 20.08 20.80 17.72 18.50 28.99 12.54 1.19 0.83 1.14 1.01 0.87 1.75 1.05 0.97 0.70 0.83 0.92 0.61 1.04 0.88 1.44 0.98 1.52 1.11 1.19 2.77 1.24 10 11.4 19.4 14 8.4 14.37 16.39 27.89 20.12 12.07 75.12 72.40 71.30 71.87 68.88 17.63 22.85 24.42 26.55 44.24 0.69 1.01 0.89 1.12 0.98 0.51 0.76 0.72 0.88 0.70 0.91 1.31 1.08 1.42 1.32 26 26 10 68 11 3 34 37.37 37.37 14.37 97.75 15.81 4.31 48.87 73.85 76.00 77.20 71.15 71.09 61.33 81.82 20.38 16.97 21.17 20.08 20.92 37.24 8.62 1.51 0.74 1.26 0.75 1.25 1.46 1.29 0.99 0.49 0.61 0.58 0.62 0.29 0.89 2.22 1.09 2.33 0.95 2.24 4.27 1.80 19 17 20 13 11 27.31 24.44 28.75 18.69 15.81 78.16 74.59 72.70 71.46 77.91 15.48 18.72 20.08 35.40 18.32 1.31 1.50 0.92 1.04 1.28 0.79 0.87 0.56 0.56 0.64 2.05 2.41 1.42 1.79 2.29 Figura 9 – Principali patologie tumorali (femmine – tasso grezzo x 100000) Leucemie 86-90 Linfomi 91-95 Fegato 96-00 2003 Pancreas Vescica Utero (corpo) Utero (collo ) Ovaio Mammella Melanoma Pleura Polmone Intestino (aspecifico) Intestino (colon e retto) Stomaco 0 20 40 60 80 100 120 140 160 Figura 10 - Principali patologie tumorali (maschi – tasso grezzo x 100000) Leucemie 86-90 91-95 Linfomi 96-00 Fegato 2003 Pancreas Vescica Prostata Melanoma Pleura Polmone Intestino (aspecifico) Intestino (colon e retto) Stomaco 0 48 20 40 60 80 100 120 140 160 Dettagli sulle principali patologie tumorali (10). I tumori maligni dello stomaco mostrano una lieve diminuzione con un’età media di decesso stabile. Tale andamento sembra essere in linea con l’andamento dell’incidenza della patologia (che risulta in diminuzione) e con il dato italiano (Regione Liguria bollettino di statistica) Il tumori maligni del colon-retto hanno un andamento sostanzialmente stabile. Tale immagine contrasta con il dato di incidenza che risulta in aumento. Tale fenomeno potrebbe essere legato al cosi detto “screening spontaneo”, che consente la diagnosi precoce di alcuni casi con effetti positivi sull’età media di decesso che risulta in aumento con un slittamento da 75.7 a 80.9 per le donne e da 73.1 a 76 per gli uomini. Il dato di incidenza invece sembra essere confermato dai ricoveri ospedalieri che sono in aumento per tale patologia in entrambi i sessi. Il tumori maligni del polmone riflettono un cambiamento negli stili di vita nei due sessi ed in particolare all’abitudine al fumo. La patologia che nel sesso maschile rappresenta la causa di morte più frequente tra i tumori, mostra un sensibile calo negli anni, mentre per le donne si assiste ad un aumento. Il tumore maligno della pleura, rappresenta un problema regionale, poiché la Liguria possiede tassi superiori alla media nazionale, legati all’esposizione professionale alle fibre di amianto, utilizzato nella coibentazione degli scafi (attività portuale e cantieristica). Poiché il tempo di latenza di questa patologia è molto lungo, assistiamo ancora per gli uomini ad un aumento della patologia. Il tumore maligno della mammella e della prostata . La campagna di screening, organizzata o spontanea, ha determinato per il tumore alla mammella un sensibile calo della mortalità per tale patologia (mentre i ricoveri sono in leggero aumento). Per quanto riguarda il tumore della prostata l’aumento dell’incidenza della patologia e dei casi di decesso sembra essere legato al progressivo invecchiamento della popolazione maschile. Il tumore maligno dell’utero ed ovaio. Spesso dalla codifica ISTAT è difficile differenziare tumori del collo e del corpo dell’utero in quanto il curante mette la definizione generica. Pertanto tale distinzione mantenuta nella tabella riassuntiva, manca della precisione del dato. In generale è possibile notare un calo della patologia con un’età media di decesso in leggero aumento per l’utero e stabile per l’ovaio. Linfomi, mielomi e leucemie sono in sensibile ascesa per entrambi i sessi parallelamente all’incidenza della patologia ed in linea con il trend nazionale. Anche l’età media di decesso mostra un salto in avanti. Il tumore maligno della vescica. La letteratura riconduce questa patologia ad alcune abitudini dietetiche, al fumo ed a esposizioni occupazionali 49 3.3.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. La domanda di ricovero ospedaliero per la patologia tumorale nel suo dato complessivo, ed in alcuni casi nella patologia tumorale specifica, (mammella, prostata, colon-ano-retto) mostra un dato in incremento negli ultimi 3 anni, in linea con il fenomeno già citato di incremento dell’incidenza della patologia tumorale riportata in letteratura in Italia e nella regione Liguria. E’ possibile ipotizzare un dato di letalità per patologia in calo all’interno del nostro territorio. Tale fenomeno è legato sia alla diagnosi precoce (campagne di screening e maggiore attenzione dei medici di medicina generale) che all’utilizzo di terapie più efficaci. Figura 11 – Principali patologie tumorali (femmine – ricoveri ospedalieri) 2001 Chemioterapia 2002 2003 Mammella Trachea-bronchi-polmoni Colon-retto-ano App. digerente-peritoneo Tot. tumori maligni 0 200 400 600 800 1000 Figura 12 - Principali patologie tumorali (maschi – ricoveri ospedalieri) 2001 Chemioterapia 2002 2003 Prostata Trachea-bronchi-polmoni Colon-retto-ano App. digerente-peritoneo Tot. tumori maligni 0 50 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 3.4 Malattie dell’apparato respiratorio 3.4.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 10 – Malattie dell’apparato respiratorio (mortalità) 2170 Femmine Oss. totali Tasso grezzo SMR 1986-1990 1991-1995 1996-2000 2003 67.98 59.35 66.73 97.90 1.12 0.90 0.95 1.40 Maschi IC 95% 0.99 0.79 0.84 1.10 Tasso grezzo SMR 121.64 111.65 122.47 139.44 1.41 1.21 1.21 1.38 1.26 1.02 1.07 1.75 IC 95% 1.28 1.10 1.10 1.12 1.56 1.34 1.33 1.68 Le patologie respiratorie mostrato un andamento nel tempo piuttosto stabile per gli uomini, ed un aumento della patologia nelle donne, con un progressivo slittamento in avanti dell’età media di decesso. Figura 13 – Malattie dell’apparato respiratorio (età media di decesso) 90 88 Maschi y = 0,4046x - 722,67 R2 = 0,633 Femmine 86 84 82 80 78 y = 0,3044x - 527,3 R2 = 0,67 76 74 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 Analizzando le singole cause di decesso è possibile identificare due gruppi principali: quelle dipendenti da esposizioni professionali (asbestosi, silicosi, antracosilicosi), che sono in calo nei maschi con un’età media di decesso stabile intorno ai 75 anni, e le bronchiti, polmoniti enfisema ed asma che dipendono da predisposizioni genetiche (allergie), ambientali (polveri fini veicolate dall’inquinamento urbano), abitudini di vita (fumo) e patologie senili. Dai grafici si nota un aumento di questo ultimo gruppo di patologie polmonari, specialmente nelle fasce di età senili, nel valutare questo fenomeno è bene ricordare che l’anno 2003 è stato codificato con metodo manuale e che rappresentando un solo anno è fortemente influenzato dalle variazioni casuali. Analizzando i ricoveri per polmonite si evidenzia comunque nel 2003 un aumento del 40% dei casi nelle donne anziane nell’anno 2003 rispetto al 2002. Ci ripromettiamo di verificare se tale fenomeno si riproporrà nel 2004 con uguale frequenza. 51 Figura 14 - Malattie dell’apparato respiratorio (femmine – tasso grezzo x 100000) 86-90 91-95 Pneumoconiosi (Asbestosi, silicosi e antracosilicosi) 96-00 2003 Bronchite, enfisema ed asma Polmoniti 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Figura 15 - Malattie dell’apparato respiratorio (maschi – tasso grezzo x 100000) 86-90 91-95 Pneumoconiosi (Asbestosi, silicosi e antracosilicosi) 96-00 2003 Bronchite, enfisema ed asma Polmoniti 0 52 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Tabella 11 – Principali malattie del sistema respiratorio (mortalità) Femmine Oss. Tasso grezzo Età /aa x 100000 media CV Maschi SMR Tasso Oss. Età grezzo /aa media x 100000 IC 95% CV SMR IC 95% 1986-1990 19.2 24.63 84.48 11.83 1.23 1.00 1.51 19.4 24.88 82.29 14.41 1.23 1.00 1.50 0.0 0.00 0.00 0.00 0.00 2.20 17.4 22.16 84.23 20.90 1.02 0.82 1.26 19.0 24.20 82.31 12.50 1.10 0.89 1.35 0.0 0.00 0.00 0.00 0.00 2.00 18.8 24.22 87.67 11.27 1.05 0.85 1.28 18.0 23.19 84.26 12.01 0.99 0.80 1.22 0.2 0.26 88.00 0.00 0.52 0.01 2.88 35.0 45.09 88.71 9.53 1.95 1.36 2.72 25.0 32.20 83.56 9.99 1.38 0.89 2.04 2.0 2.58 93.50 2.86 5.18 0.58 18.70 Polmoniti Bronchite, enfisema asma Pneumoconiosi (Asbestosi, silicosi e antracosilicosi) 17.0 24.44 79.12 20.88 1.33 1.06 1.65 43.0 61.83 77.70 16.86 1.58 1.38 1.81 10.2 14.67 76.16 15.43 2.34 1.74 3.07 14.2 20.27 80.80 17.40 1.03 0.81 1.30 40.0 57.11 79.92 13.34 1.36 1.18 1.57 10.0 14.28 78.22 12.95 2.12 1.57 2.80 22.2 31.91 81.46 18.08 1.48 1.22 1.78 34.6 49.74 81.45 12.83 1.08 0.92 1.25 6.6 9.49 78.15 11.16 1.28 0.88 1.80 20.0 28.75 82.30 11.65 1.33 0.81 2.06 56.0 80.50 83.91 11.44 1.75 1.32 2.27 6.0 8.62 75.50 14.13 1.16 0.42 2.53 1991-1995 Polmoniti Bronchite, enfisema asma Pneumoconiosi (Asbestosi, silicosi e antracosilicosi) 1996-2000 Polmoniti Bronchite, enfisema asma Pneumoconiosi (Asbestosi, silicosi e antracosilicosi) 2003 53 Polmoniti Bronchite, enfisema asma Pneumoconiosi (Asbestosi, silicosi e antracosilicosi) 3.4.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. Il ricorso al ricovero ospedaliero per le patologie croniche ostruttive è concentrato nelle fasce d’età sopra i 55 anni con interessamento prevalente del sesso maschile (esposizione professionale ed abitudine al fumo). I ricoveri per la patologia asmatica nell’anno 2001 hanno subito l’effetto confondente della chiusura trimestrale dei day-hospital (il dato 2001, per essere confrontabile dovrebbe essere diviso per 4). L’analisi dei dati ospedalieri delgi ultimi 3 anni sottolinea come il ricorso all’intervento specialistico viene richiesto prevalentemente dalle fascie giovanile (0-24 anni). Tabella 12 - Principali malattie del sistema respiratorio (ricoveri ospedalieri) Femmine 2001 2002 Maschi 2003 2001 2002 2003 24 3 5 9 4 16 46 131 238 15 4 12 9 12 10 37 113 212 Ricoveri per polomonite ed influenza 25 0 4 11 9 13 28 106 196 14 1 4 13 4 17 21 102 176 10 2 7 7 4 11 19 141 201 0-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale 22 4 13 16 18 20 49 90 232 Ricoveri per malattie polmonari croniche ostruttive (escluso asma) 1 2 3 4 6 19 27 70 132 1 0 2 4 7 13 39 70 136 80 11 7 17 12 12 10 13 162 22 8 13 13 11 12 6 10 95 2 0 1 2 5 15 36 73 134 0-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale 4 0 4 3 24 74 149 182 440 0 0 3 6 4 54 91 140 298 1 1 1 3 15 45 95 179 340 129 28 9 8 7 5 5 0 191 27 10 1 7 9 4 4 1 63 45 6 5 6 8 2 7 5 84 Ricoveri per patologia asmatica 54 22 6 6 7 11 18 6 14 90 0-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale Figura 16 – Malattie dell'apparato respiratorio (femmine – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 25-34 2003 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 50 100 150 200 250 300 Figura 17 - Malattie dell'apparato respiratorio (maschi – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 25-34 2003 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 55 50 100 150 200 250 300 Figura 18 – Malattie dell’apparato respiratorio escluse asmatiche (femmine – ricoveri ospedalieri). 0-14 2001 15-24 2002 25-34 2003 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 50 100 150 200 250 300 Figura 19 - Malattie dell’apparato respiratorio escluse asmatiche (maschi – ricoveri ospedalieri). 0-14 2001 15-24 2002 25-34 2003 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 56 50 100 150 200 250 300 Figura 20 - Patologie asmatiche (femmine – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 25-34 2003 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 50 100 150 Figura 21 - Patologie asmatiche (maschi – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 25-34 2003 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 57 50 100 150 3.5 Malattie dell’apparato digerente 3.5.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 13 – Malattie dell’apparato digerente (mortalità) Femmine SMR Maschi SMR 1671 Oss. totali Tasso grezzo 1986-1990 64.39 1.29 1.13 1.46 95.48 1.72 1.54 1.91 1991-1995 67.75 1.26 1.11 1.42 71.39 1.22 1.07 1.38 1996-2000 2003 67.50 56.68 1.19 1.00 1.05 0.73 1.35 1.34 65.84 53.19 1.05 0.85 0.92 0.60 1.19 1.17 IC 95% Tasso grezzo IC 95% Le patologie dell’apparato digerente includono le morti per appendicite (che sono un indicatore di mortalità evitabile), con nessun caso notificato nell’anno 2003, e la cirrosi epatica. L’età media di decesso non mostra una significativa relazione con la retta di regressione. Figura 22 – Malattie dell’apparato digerente (età media di decesso) 84 82 80 Maschi Femmine 78 y = 0,2708x - 460,73 2 R = 0,4756 76 74 72 70 y = 0,3591x - 643,81 2 R = 0,3494 68 66 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 Tabella 14 – Principali malattie dell’apparato digerente (mortalità) Femmine Oss. Tasso grezzo Età /aa x 100000 media 0.4 0.51 14.2 18.21 0.2 0.25 16 20.38 0.2 0.26 12.2 15.72 0.0 0.00 11.0 14.17 58 CV Maschi SMR IC 95% Oss. /aa 1986-1990 66.50 21.49 4.81 0.54 17.35 Appendicite 0.4 Cirrosi 70.18 28.61 1.24 0.97 1.57 epatica 32.8 1991-1995 70.00 0.00 2.18 0.03 12.16 Appendicite 0.2 Cirrosi 70.84 25.95 1.32 1.05 1.64 epatica 20.8 1996-2000 56.00 0.00 2.07 0.03 11.53 Appendicite 0.2 Cirrosi 71.10 27.36 0.98 0.75 1.26 epatica 20.8 2003 Appendicite 0.0 Cirrosi 71.82 26.52 0.89 0.44 1.59 epatica 15 Tasso grezzo x 100000 Età media CV SMR 0.58 86.50 3.34 - 47.16 65.99 27.16 1.95 1.66 2.27 0.29 45.00 29.70 65.17 32.45 1.18 0.96 1.43 0.29 82.00 29.90 67.15 27.97 1.12 0.92 1.36 0.00 21.56 - 0.00 0.00 - - - - IC 95% - - - - - - - - 76.33 15.55 0.81 0.45 1.34 Per la cirrosi epatica è possibile evidenziare una stabilità della patologia nel decennio 91-2000 ed un leggero calo nel 2003, in linea con l’andamento regionale (vedi tabella con SMR) con un’età media di decesso tra i 65-70 anni. In Italia la patologia ha un’origine prevalentemente etanolica al nord ed infettiva al sud. La morte di questi soggetti avviene spesso per l’insorgenza di una neoplasia primitiva al fegato che invece risulta stabile dall’86 ad oggi negli uomini con un leggero calo nelle donne. Figura 23 – Cirrosi epatica (tasso grezzo x 100000) 86-90 maschi 91-95 femmine 96-00 2003 0 10 20 30 40 50 Figura 24– Neoplasia maligna del fegato (tasso grezzo x 100000) 86-90 maschi femmine 91-95 96-00 2003 0 59 10 20 30 40 50 3.5.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. Le patologie legate alle malattie dell’apparato digerente costituiscono, in base all’analisi dei dati di ricovero ospedaliero, un problema delle fascie anziane per entrambi i sessi. Figura 25 – Malattie dell’apparato digerente (femmine – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 2002 15-24 2003 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 100 200 300 400 500 Figura 26 – Malattie dell’apparato digerente (maschi – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 2003 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 100 200 300 400 500 La domanda di ricovero ospedaliero per la malattia epatica cronica e cirrosi sembra stabile negli anni 2001-2002-2003 (considerando il 2001 influenzato parzialmente dalla chiusura trimestrale dei day-hospital). Negli uomini l’età più colpita sembra quella compresa tra i 55-64 anni. Tabella 15 – Malattia epatica cronica e cirrosi (ricoveri ospedalieri) Femmine 2001 2002 Maschi 2003 2001 2002 2003 24 27 40 29 2 122 23 19 32 32 17 123 Ricoveri per malattia epatica cronica e cirrosi 14 22 20 23 12 91 60 13 7 21 17 16 74 10 10 22 10 23 75 0-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale 28 34 24 45 19 150 3.6 Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche 3.6.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 16 - Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche (mortalità) 1179 Femmine Oss. totali Tasso grezzo SMR 1986-1990 1991-1995 1996-2000 2003 47.97 58.58 61.83 55.93 0.95 1.08 1.08 0.97 Maschi IC 95% 0.82 0.94 0.95 0.70 1.10 1.23 1.22 1.30 Tasso grezzo SMR 32.21 51.11 46.57 37.37 0.81 1.22 1.03 0.83 IC 95% 0.67 1.05 0.88 0.54 0.97 1.41 1.20 1.21 Figura 27 – Diabete e AIDS (femmine - tasso grezzo x 100000) 86 - 90 91 - 95 AIDS 96 - 00 2003 Diabete 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 Figura 28 - Diabete e AIDS (maschi - tasso grezzo x 100000) 86 - 90 91 - 95 AIDS 96 - 00 2003 Diabete 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Diabete Evidenze scientifiche consentono di affermare che uno stretto controllo glicometabolico sia del Diabete di tipo 1 (da carenza primaria di insulina), che del tipo 2 (dell’adulto), è in grado di ridurre fortemente l’incidenza delle complicanze microvascolari ( retinopatia, nefropatia, neuropatia) e di quelle macrovascolari quali l’infarto del miocardio, ictus, arteriopatia obliterante periferica (in questo secondo caso e per il tipo 2 è necessario il controllo di altri fattori di rischio cardiovascolare come i lipidi ed il colesterolo plasmatici, la pressione arteriosa, il fumo ed il peso). Inoltre lo stile di vita, in soggetti predisposti geneticamente, è in grado di ridurre l’incidenza dei nuovi casi di diabete di tipo 2 del 58% (PSR). La regione Liguria possiede un tasso di incidenza per il diabete di tipo 1 (tra 0 e 14 anni) tra quelli più elevati in Italia, con una previsione effettuata dall’OMS di incremento delle stime di prevalenza di tali patologie. I dati di mortalità all’interno dell’ASL4 sembrano in leggero aumento, in linea con le previsioni del dato di prevalenza della patologia. 61 50 L’età media di decesso però mostra un leggero aumento, con un passaggio da 81 anni ad 85 per le donne e da 75 a 78 per gli uomini. Figura 29 - Diabete (età media di decesso) 86 84 femmine 82 maschi 80 78 76 74 72 70 86-90 91-95 96-00 2003 AIDS Nel corso degli anni tra i residenti liguri, e anche all’interno dell’ASL4 si è verificata una costante crescita delle morti dovute da AIDS sino al 1995, anno in cui con l’introduzione delle prime terapie antiretrovirali si è avuta l’inversione della tendenza, per cui dallo stato di sieropositività si passa più difficilmente ad AIDS conclamato e quindi al decesso. Alcuni autori includono l’AIDS tra le morti evitabili, all’interno del gruppo appartente alla prevenzione primaria, ovvero patologie evitabili attraverso l’utilizzo di corretti stili di vita. Figura 30 – AIDS (età media di decesso) 48 46 femmine 44 maschi 42 40 38 36 34 32 30 86-90 62 91-95 96-00 2003 3.6.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero Diabete L’analisi del periodo di ricovero in regime ordinario per la patologia diabetica, mostra un dato costante negli anni per entrambi i sessi. E’ opportuno sottolineare che il ricorso al ricovero avviene prevalentemente per le complicanze della patologia diabetica o per scompensi metabolici gravi. La patologia viene seguita prevalentemente a livello ambulatoriale sia per quanto riguarda la diagnosi che il trattamento e l’educazione sanitaria. Tabella 17 – Diabete (ricoveri ospedalieri) Femmine 2001 2002 Maschi 2003 2001 2002 2003 3 7 1 6 15 18 50 6 1 9 9 10 17 52 Ricoveri per patologia diabetica 4 2 1 9 26 28 70 2 5 1 7 11 34 60 0 2 1 3 12 44 62 0-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ Totale 3 1 4 12 10 10 40 HIV Il Piano Sanitario Regionale propone per questa patologia l’attivazione di una sorveglianza attiva nei confronti dell’infezione da HIV in coerenza con il progetto obiettivo nazionale AIDS 1998/2000 (DPR n. 174 8/3/2000). L’età media di decesso, così come quella di ricovero si aggira tra i 30 ed i 40 anni. Si possono notare comunque alcuni casi di ricoveri nelle fasce under 14 anni. Tabella 18 – HIV (ricoveri ospedalieri) Femmine 2001 2002 Maschi 2003 2001 2002 2003 0 4 4 9 1 2 3 23 1 1 1 11 5 0 1 20 3 1 9 14 12 1 0 40 Ricoveri per HIV 9 4 1 5 2 2 2 25 63 5 0 1 3 0 0 0 9 0 2 8 11 3 0 0 24 0-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 Totale 3.7 Malattie del sistema nervoso 3.7.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 19 – Malattie del sistema nervoso 1071 Oss. totali 1986-1990 1991-1995 1996-2000 2003 Femmine Tasso grezzo SMR 38.99 46.87 57.45 86.31 0.88 0.97 1.13 1.69 Maschi IC 95% 0.74 0.84 0.98 1.31 Tasso grezzo SMR 35.37 38.83 42.84 53.19 1.00 1.04 1.05 1.30 1.03 1.12 1.28 2.15 IC 95% 0.83 0.87 0.89 0.92 1.20 1.23 1.23 1.80 Figura 31 – Malattie del sistema nervoso (età media di decesso) 86 Maschi 84 y = 0,4774x - 871,38 R2 = 0,5639 Femmine 82 80 78 76 74 y = 0,3332x - 587,97 R2 = 0,1817 72 70 68 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 Nel suo complesso le patologie del SN mostrano un leggero incremento per entrambi i sessi (anche se i numeri assoluti rimangono piccoli). Per l’anno 2003 si evidenzia un SMR significativo nella popolazione femminile. Tabella 20 – Principali malattie del sistema nervoso Femmine Oss. Tasso grezzo Età /aa x 100000 media CV Maschi SMR IC 95% 9.2 2 11.80 2.57 79.35 68.20 10.67 18.45 1.67 0.71 1.22 2.22 0.34 1.31 6.2 3.2 7.90 4.08 79.45 75.88 11.63 14.23 1.03 1.08 0.70 1.45 0.62 1.76 7.6 2.4 9.79 3.09 84.11 70.67 9.48 17.46 1.19 0.79 0.85 1.64 0.41 1.39 9 3 11.59 3.86 85.67 65.00 6.09 21.95 1.41 0.99 0.65 2.69 0.20 2.90 64 1986-1990 Morbo di Parkinson SLA 1991-1995 Morbo di Parkinson SLA 1996-2000 Morbo di Parkinson SLA 2003 Morbo di Parkinson SLA Oss. /aa Tasso grezzo x 100000 Età media 5.6 1.8 8.05 2.59 79.50 65.22 7.12 1.07 0.71 1.54 51.44 1.39 0.64 2.64 8.6 0.2 12.28 0.29 78.72 73.00 11.69 1.51 1.10 2.04 0.00 0.15 0.00 0.82 8 1.8 11.50 2.59 79.70 66.11 12.60 1.28 0.92 1.75 31.31 1.27 0.58 2.41 5 1 7.19 1.44 79.80 70.00 15.14 0.80 0.26 1.87 0.00 0.71 0.01 3.93 CV SMR IC 95% Nel dettaglio la Sclerosi laterale amiotrofica (i casi di sclerosi multipla non risultano codificate all’interno della nostra ASL forse per un problema di automatismi ISTAT), presenta una media di 2 decessi all’anno per le donne e di uno per gli uomini con un’età media di decesso intorno ai 65-70 anni. L’incidenza annua della patologia è di 2 casi per 100.000 abitanti/anno con insorgenza più frequentemente fra i 50 ed i 60 anni, (è rara prima dei 20 anni e dopo i 70 anni) ed è lievemente prevalente nell’uomo. La durata della malattia è di 2-5 anni. Le forme prevalentemente bulbari presentano un decorso più rapido, mentre le forme prevalentemente periferiche hanno un decorso spesso più lento. Il morbo di Parkinson oscilla tra i 7-9 decessi all’anno per le donne ed i 5-8 per gli uomini, segno di una stabilità dell’incidenza della patologia e del livello di trattamento. Questa patologia è diffusa in tutto il mondo e mostra un incremento legato all'aumento della vita media dell'uomo. Sembra colpire, in generale, più il sesso maschile rispetto a quello femminile, per quanto la differenza appaia piuttosto modesta. Se si considera invece una popolazione di persone esposte a lavori nocivi (che prevedono il contatto con idrocarburi e/o solventi) la malattia risulta lievemente prevalente nella donna anche per la sua superiore aspettativa di vita. 3.7.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. Nel capitolo ricoveri per malattie del sistema nervoso e degli organi di senso rientrano le patologie infettive del sistema nervoso, quelle ereditarie degenerative ed autoimmuni e le patologie del sistema nervoso periferico. Il maggior numero di ricoveri nelle donne over 75 anni deve essere ricondotto alla diversa demografia nei due sessi: in questa fascia di età le donne risultano quasi il doppio rispetto degli uomini. Figura 31 – Malattie del sistema nervoso (femmine - ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 2003 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 100 200 300 400 500 600 700 800 Figura 32 - Malattie del sistema nervoso (maschi - ricoveri ospedalieri) 2001 2002 15-24 2003 35-44 55-64 75+ 0 65 100 200 300 400 500 600 700 800 3.8 Malattie del sistema genitourinario 3.8.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 21 - Malattie del sistema genitourinario (mortalità) Femmine Oss. Tasso grezzo Età /aa x 100000 media CV Maschi SMR IC 95% Oss. /aa Tasso grezzo x 100000 Età media 12.6 18.12 80.95 4.2 6.04 81.2 12.8 18.27 8.2 CV SMR IC 95% 1986-1990 8 10.26 84.22 10.75 0.60 0.43 0.81 3.2 4.10 85.1 12.13 0.41 0.23 0.67 13.4 17.07 82.24 13.52 0.92 0.71 1.17 6.8 8.66 84.4 12.03 0.80 0.56 1.12 15 19.32 82.89 14.89 0.99 0.78 1.24 6.2 7.99 81.5 16.85 0.70 0.48 1.00 12 15.46 83.67 10.48 0.79 0.41 1.38 6 7.73 82.0 10.89 0.68 0.25 1.48 Totale Insufficienza renale cronica 13.58 1.24 0.96 1.59 0.81 0.50 1.23 78.58 18.59 1.17 0.90 1.49 11.71 77.6 19.9 1.46 1.05 1.98 14.6 20.99 82.96 13.57 1.22 0.96 1.54 6.8 9.77 82.8 14.7 1.11 0.77 1.56 16 23.00 77.81 24.39 1.34 0.76 2.17 8 11.50 72.7 31.6 1.31 0.56 2.58 8.2 1991-1995 Totale Insufficienza renale cronica 1996-2000 Totale Insufficienza renale cronica 2003 Totale Insufficienza renale cronica I decessi dovuti a patologie del sistema genitourinario, pur non rappresentando una quota numericamente rilevante, mostrano un andamento in incremento con un’età media di decesso costante con spunti al ribasso. Figura 33 – Insufficienza renale cronica (tasso grezzo x 100.000) maschi 86-90 femmine 91-95 96-00 2003 0 66 2 4 6 8 10 12 14 Figura 34 - Insufficienza renale cronica (età media di decesso) 86 84 82 80 78 76 74 femmine maschi 72 1986 - 1990 1991 - 1995 1996 - 2000 2003 In Italia circa 39 mila persone soffrono di malattie croniche del rene ed il numero di nuovi casi per anno è passato dagli 8,6 per 100.000 abitanti nel 1988 ai 15 per 100.000 del 2000. I decessi per tale patologia sono stabili negli ultimi 15 anni e sostanzialmente sovrapponibili al dato italiano fornito dal rapporto della Società Italiana di Nefrologia (decessi per patologia 11.4 per 100.000) (11). 3.8.2 Analisi dei dati derivanti dall’attività ambulatoriale (U.O. Nefrologia e Dialisi) La Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi ha messo a disposizione di questo studio i dati dell’attività ambulatoriale derivante dalla terapia dialitica. In questo caso il bisogno espresso, ma non soddisfatto, di pazienti da sottoporre a trapianto d’organo è deducibile dal numero dei pazienti in dialisi. Alcuni autori attualmente ritengono che addirittura l’80% dei pazienti in dialisi sarebbe idoneo al trapianto, ed in effetti paesi come la Norvegia, dove l’attività è molto sviluppata, sono giunti vicino a questo numero trapiantando gli ultra settantenni. In Italia, al contrario, dove l’attività di trapianto è di molto inferiore a quel paese, i criteri di idoneità sono molto più stretti per cui, solitamente, il numero di pazienti idonei al trapianto non supera il 30% dei pazienti in dialisi. All’interno dell’ASL 4, vi sono attualmente 76 pazienti in terapia emodialitica, di età compresa tra i 34 e i 92 anni e 23 in terapia dialitica peritoneale (18 in dialisi automatizzata, 5 in dialisi peritoneale manuale) di eta’ compresa tra i 30 e 82 anni. In questi ultimi anni vi e’ stato un progressivo aumento dell’incidenza di pazienti in terapia sostitutiva cronica (parallelamente alla situazione nazionale), a carico soprattutto della fascia di età medio–alta (>60 anni), e per patologie riguardanti soprattutto le nefropatie secondarie (diabete, mieloma, vasculopatie). Nella ns. ASL l’incidenza media annuale e’ di circa 25-28 nuovi pazienti che iniziano la terapia sostitutiva. Questo dato e’ superiore alla media nazionale e si spiega con l’età media della popolazione del ns. territorio, che e’ decisamente piu’ alta di quella di altre regioni e con il fatto che abbiamo assistito in questi ultimi anni al trasferimento di residenza nel ns. comprensorio di pazienti anziani, con patologie renali, provenienti da altre regioni del Nord Italia (Lombardia, Emilia).L’incidenza di insufficienza renale acuta tale da richiedere la terapia sostitutiva e’ di circa 1518 pazienti/anno. Per quanto riguarda il numero dei pazienti sottoposti a trapianto renale, va detto che e’ decisamente basso. In tutto il 2004 sono stati trapiantati solo due pazienti, aggirandosi la media a solo due- tre trapianti/anno. Presso il ns. ambulatorio sono seguiti circa un centinaio di pazienti affetti da insufficienza renale cronica, di cui 20 con filtrato < a 15 ml/min, seguiti presso l’ambulatorio di predialisi. 67 3.8.3 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. Il numero dei ricoveri ospedalieri per la patologia genitourinaria sono in aumento con una distribuzione diversa nelle varie fasce di età: per le donne infatti la patologia sembra avere una maggiore incidenza nel periodo compreso tra i 25 ed i 55 anni, mentre per gli uomini la patologia si manifesta consistentemente dopo i 55 anni di età. Tabella 22 – Malattie del sistema genitourinario (ricoveri ospedalieri) Femmine 2001 Maschi 2002 2003 2001 2002 2003 Ricoveri per malattie del sistema genitourinario 1119 1162 1186 Totale 930 787 1010 Figura 33 –Malattie del sistema genitourinario (femmine – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 2002 2003 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 50 100 150 200 250 300 Figura 34 – Malattie del sistema genitourinario (maschi – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 25-34 2003 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 68 50 100 150 200 250 300 3.9 Disturbi psichici 3.9.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 23 - Disturbi psichici (mortalità) Femmine Oss. Tasso grezzo Età /aa x 100000 media CV Maschi SMR IC 95% Oss. /aa Tasso grezzo x 100000 Età media 5.6 8.05 57.50 69.76 0.43 0.28 0.62 10.8 15.42 69.15 46.44 0.77 0.58 1.01 13.4 19.26 77.57 31.69 0.89 0.69 1.13 25.0 35.94 83.52 13.67 1.66 1.07 2.45 CV SMR IC 95% 1986-1990 6.2 7.95 81.48 12.25 0.25 Disturbi psichici 0.17 0.36 1991-1995 15.2 19.36 83.96 17.03 0.56 Disturbi psichici 0.44 0.70 1996-2000 33.8 43.54 86.82 9.59 1.19 1.01 1.38 Disturbi psichici 2003 47.0 60.54 87.13 11.70 1.65 1.21 2.19 Disturbi psichici I decessi riconducibili ai disturbi psichici sono in aumento (SMR significativo nel 2003 per entrambi i sessi), con un’età media di decesso in aumento, ma con grosse oscillazioni del dato, almeno negli uomini (CV molto ampio). L’analisi dettagliata delle cause di decesso per questo tipo di disturbo ha evidenziato la netta prevalenza (70%) degli stati psicotici organici senili e presenili, che mostrano nel tempo un progressivo aumento. Figura 35 - Stati psicotici organici senili e presenili (decessi osservati) 70 60 50 40 30 20 10 0 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2003 La diffusione ed il peso delle patologie mentali è sicuramente sottostimata, poiché i dati rilevati da questo studio sono quelli deducibili dai decessi e dai ricoveri ospedalieri. L’OMS stima che la proporzione di popolazione con disordini mentali in Europa varia tra 1% ed 6%, riferendo tale fenomeno alla disoccupazione ed al disagio giovanile (7). All’interno della ASL 4, si profila invece uno stato patologico mentale dell’anziano ultra settantacinquenne. Per logica riconduciamo al disturbo depressivo anche i decessi per “suicidio” che invece sono riportati sotto la voce di morti violente. Il dato porta con sé l’inconveniente della 69 sottostima per quei casi ancora sotto indagine da parte della Procura della Repubblica e per i quali non sono pervenuti i modelli ISTAT. La trasmissione del referto autoptico vige anche per i casi disposti dall’Autorità Giudiziaria; purtroppo la prassi corrente contraddice questa norma e in questi casi la causa di morte è raramente posta a disposizione del registro di mortalità (3). Per l’anno 2003 risultano solo 3 casi di suicidio codificati ISTAT. Da un nostro censimento, in base alle constatazioni di decesso effettuate dal servizio, risultano altri 2 accertamenti necroscopici riconducibili a cause di suicidio e 8 casi ancora sotto indagine da parte della Magistratura. 70 3.9.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero. I ricoveri ospedalieri per la patologia psichiatrica descrivono i casi di acuzie per cui si è reso necessario (in modo volontario o coatto) un intervento specializzato e continuo. Tali dati sono costanti negli anni (circa 900 ricoveri all’anno), con diversità di distribuzione nei due sessi; infatti per le donne la patologia sembra avere maggiore rilevanza dopo i 75 anni, mentre per gli uomini l’età è compresa tra i 25 ed i 45 anni. Figura 36 – Disturbi psichici (femmine – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 2003 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 50 100 150 Figura 37 - Disturbi psichici (maschi – ricoveri ospedalieri) 0-14 15-24 2001 25-34 2003 2002 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 50 100 150 Da quanto rilevato è possibile descrivere la tendenza del fenomeno, che risulta in aumento con un disagio senile ma anche giovanile che potrebbe portare a disabilità precoci con difficoltà ad attendere alle normali attività di vita e ci consente di rilevare l’insufficienza del sistema di rilevamento dei dati, poiché la patologia è seguita a livello territoriale con l’obiettivo appunto di mantenere socialmente integrato il soggetto portatore di disturbi psichici. 71 3.10 Cause accidentali 3.10.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 24 – Cause accidentali (mortalità) Femmine Maschi Oss. /aa Tasso grezzo x 100000 Età media CV SMR 50.0 64.13 76.36 28.92 1.42 1.25 1.61 48.4 61.64 78.93 28.89 1.27 1.12 1.44 43.6 56.16 80.44 24.65 1.10 0.96 1.26 22.0 28.34 86.64 11.50 0.56 0.35 0.84 IC 95% Oss. /aa Tasso grezzo x 100000 Età media CV SMR IC 95% 52.6 75.63 61.77 62.44 1.50 1.32 1.69 48.2 68.82 64.76 53.24 1.31 1.15 1.49 46.0 66.12 65.80 52.48 1.20 1.05 1.37 31.0 44.56 68.06 48.13 0.81 0.55 1.15 1986-1990 Cause accidentali 1991-1995 Cause accidentali 1996-2000 Cause accidentali 2003 Cause accidentali Le cause accidentali rappresentano una quota di decessi sostanzialmente evitabili in tutte le età e sono così distribuite negli anni. Tabella 25 – Principali cause accidentali (mortalità) Femmine Oss. Tasso grezzo SMR /aa x 100000 Maschi Oss. Tasso grezzo SMR /aa x 100000 IC 95% IC 95% 1986-1990 33.6 15.2 0.2 1.0 24.92 19.50 0.26 1.28 1.35 1.98 0.29 1.84 1.15 1.56 0.00 0.59 1.57 2.48 1.61 4.28 Traumatismi senza fratture del femore Fratture del collo del femore Ustioni Avvelenamenti 34.2 12.2 0.6 1.4 26.88 15.54 0.76 1.78 1.27 1.45 0.81 2.52 1.09 1.11 0.16 1.01 1.48 1.86 2.37 5.19 Traumatismi senza fratture del femore Fratture del collo del femore Ustioni Avvelenamenti 35 7.2 0.6 0.8 0.24 0.13 0.04 0.21 1.25 0.81 0.79 1.44 1.07 0.57 0.16 0.39 1.45 1.12 2.30 3.70 Traumatismi senza fratture del femore Fratture del collo del femore Ustioni Avvelenamenti 41.8 7.6 1.0 2.2 26.91 10.93 1.44 3.16 1.55 2.32 0.88 4.05 1.35 1.64 0.28 2.02 1.78 3.18 2.05 7.26 42.2 5.0 0.2 0.8 28.11 7.14 0.29 1.14 1.50 1.41 0.17 1.46 1.31 0.91 0.00 0.39 1.72 2.08 0.95 3.74 39.8 4.0 0.8 1.4 29.30 5.75 1.15 2.01 1.36 1.03 0.66 2.59 1.18 0.63 0.18 1.04 1.56 1.59 1.70 5.34 1991-1995 1996-2000 Per quanto riguarda gli accidenti da trasporto la Liguria possiede un tasso di incidenti in rapporto alla popolazione residente molto superiore alla media italiana (7,1/1000 abitanti verso 4,8/1000 in Italia nel 1996). Pur essendo più contenuta rispetto al resto del paese, anche in Liguria la mortalità per incidenti stradali rappresenta la prima causa di morte nella classe di età tra i 18 ed i 24 anni con 12.6 casi ogni 1000 (dato 1994). Dall’estrapolazione delle principali cause di decesso dei giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni si può evidenziare, partendo dall’1986 al 2000, la seguente distribuzione per rango di occorrenza: Tabella 26 – Decessi per età compresa tra 15-24 anni (per rango di occorrenza) Gruppo di cause Oss. % Gruppo di cause Oss. % Cause accidentali Sintomi,segni morbosi mal definiti Tumori Malattie SNC Malattie sistema circolatorio Malattie endocrine e disturbi immunitari 67 18 16 11 10 7 Disturbi psichici Malattie apparato respiratorio Malattie sangue ed organi ematopoietici Malformazioni congenite Malattie apparato digerente 6 3 2 2 1 72 46.9 12.6 11.2 7.7 7.0 4.9 4.2 2.1 1.4 1.4 0.7 3.10.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero I ricoveri per traumatismi ed infortuni sono stabili con leggere fluttuazioni e mostrano un effetto di netto incremento dei ricoveri per la fascia femminile ultra settantacinquenne dovuti solo in parte alla distribuzione per età (nel 2004 è di 12843 contro quella maschile di 7174). Infatti il tasso di ricovero per età calcolato per le ultra settantacinquenni risulta quasi doppio nelle femmine rispetto ai maschi. Tabella 27 – Cause accidentali (ricoveri ospedalieri per età> di 75 anni - tasso grezzo x 100) Cause accidentali Femmine Maschi Cause accidentali escluso fratture collo femore 2001 2002 2003 2001 2002 2003 4.3% 2.9% 4.0% 2.6% 4.4% 2.5% 2.7% 1.7% 2.6% 1.5% 2.8% 1.5% La motivazione del fenomeno può essere ricondotta in parte alle fratture spontanee del femore, che nella donna sono correlate all’osteoporosi dovute alla carenza di estrogeni derivante dalla cessazione della funzione ovarica durante la menopausa. Figura 38 – Cause accidentali (femmine – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 2003 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 200 400 600 Figura 38 – Cause accidentali escluso fratture del collo del femore (femmine – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 2003 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 73 200 400 600 Figura 39 - Cause accidentali (maschi – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 2003 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 200 400 600 Figura 40 - Cause accidentali escluso fratture del collo del femore (maschi – ricoveri ospedalieri) 0-14 2001 15-24 2002 2003 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+ 0 200 400 600 Diversamente dalle donne, gli uomini ricorrono al ricovero ospedaliero per le cause accidentali nell’età compresa tra 15-44 anni e meno in età senile. 74 3.11 Patologie alcool correlate 3.11.1 Analisi dei dati di mortalità L’alcool è secondo solo al tabacco come causa di danni dovuti alla dipendenza da sostanze. Poiché la maggior parte delle patologie alcool correlate è di origine multifattoriale è difficile valutare con precisione la quota attribuibile direttamente all’alcool. In Italia la percentuale dei decessi riconducibili all’alcool varia dal 5% al 8%. Tabella 28 – Patologie alcool correlate (mortalità) Fascia costiera Oss. /aa Tasso grezzo x 100000 SMR 17,2 43,2 26,4 75,6 1,13 1,53 0,90 1,33 1,39 1,74 18,4 35,0 28,0 60,6 1,13 1,17 0,91 1,00 1,39 1,36 17,0 31,0 26,0 53,9 1,02 0,98 0,81 0,83 1,26 1,15 Oss. /aa IC 95% Entroterra Tasso grezzo x 100000 SMR IC 95% 1986-1990 Femmine Maschi 3,0 14,4 23,3 116,4 0,91 2,04 0,51 1,60 1,49 2,57 3,4 9,2 26,7 74,9 1,00 1,27 0,58 0,93 1,61 1,70 2,2 9,6 17,9 79,5 0,65 1,29 0,32 0,95 1,16 1,71 1991-1995 Femmine Maschi 1996-2000 Femmine Maschi Per quanto riguarda le cause di morte per patologie alcool-correlate è stata utilizzata la lista proposta dal Comitè National de Dèfense Contre l’Alcolisme (CNDCA) aggregata secondo la modalità che possiede un rischio attribuibile superiore al 50% all’alcool (12). Nel quinquennio 1996-200, all’interno dell’ASL4, la quota dei decessi correlati all’alcool corrisponde al 2.8%. Tale dato rimane costante per i decessi complessivi sulla costa e nell’entroterra. E’ possibile notare una differenza tra i due sessi, infatti la percentuale dei decessi negli uomini nell’entroterra arriva al 5% (SMR non significativo). Figura 41 – Patologie alcool correlate (femmine - tasso x 100000) 1986-1990 1991-1995 Fascia costiera 1996-2000 Entroterra 0 20 40 60 80 100 120 Figura 42 – Patologie alcool correlate (maschi - tasso x 100000) 1986-1990 1991-1995 Fascia costiera 1996-2000 Entroterra 0 75 20 40 60 80 100 120 3.12 Patologie fumo correlate 3.12.1 Analisi dei dati di mortalità In Italia la quota della popolazione con abitudine al fumo è pari al 24.1% (ISTAT, 2001), con note di recupero tra i giovani (dati forniti dall’osservatorio “Fumo, alcool e droga”) con un calo dal 34.1% del 2001 al 29.1% del 2002 al 26.8% del 2003. Tabella 29 – Patologie fumo correlate (mortalità) Fascia costiera Oss. /aa Tasso grezzo x 100000 SMR Entroterra IC 95% 1986-1990 148,6 264,0 228,3 461,8 1,18 1,33 1,10 1,26 1,27 1,41 146,8 255,2 223,1 441,8 1,06 1,20 0,99 1,14 1,14 1,27 Femmine Maschi Oss. /aa Tasso grezzo x 100000 SMR IC 95% 30,0 73,6 233,0 594,7 1,06 1,45 0,89 1,30 1,24 1,60 30,8 65,6 242,1 534,1 1,05 1,25 0,89 1,12 1,22 1,39 27,8 59,0 226,6 488,3 0,92 1,07 0,77 0,95 1,09 1,20 1991-1995 Femmine Maschi 1996-2000 145,4 227,2 222,5 395,2 1,01 0,99 0,93 0,94 1,08 1,05 Femmine Maschi Per quanto riguarda le fumo correlate sono state incluse tutte quelle patologie in cui è riconosciuto un importante ruolo causale del fumo di sigaretta (abuso di tabacco, malattie ischemiche del cuor, malattia cardiopolmonare cronica, tumori maligni delle labbra, cavità orale, faringe, esofago, laringe, polmone, vescica, rene, malattie polmonari croniche ostruttive. (13). La percentuale dei decessi riconducibile al fumo all’interno dell’ASL4 corrisponde al 22% con differenze non significative tra la fascia costiera e l’entroterra. Figura 43 – Patologie fumo correlate (femmine - tasso x 100000) 1986-1990 1991-1995 Fascia costiera 1996-2000 Entroterra 0 100 200 300 400 500 600 Figura 44 – Patologie fumo correlate (maschi - tasso x 100000) 1986-1990 1991-1995 Fascia costiera 1996-2000 Entroterra 0 76 100 200 300 400 500 600 3.13 Malattie infettive 3.13.1 Analisi dei dati di mortalità Tabella 30 – Malattie infettive (mortalità) Femmine Oss. Tasso grezzo Età /aa x 100000 media CV SMR Oss. /aa IC 95% Maschi Tasso Età CV grezzo media x 100000 SMR IC 95% 1986-1990 2.4 3.08 66.17 34.52 4.12 2.13 7.20 Malattie infettive 4.6 6.61 74.70 14.54 26.83 17.01 40.27 5.2 7.42 73.46 28.85 29.01 18.95 42.51 1.8 2.59 78.78 14.98 9.62 4.39 18.26 5.0 7.19 72.80 9.51 26.72 8.61 62.36 1991-1995 2.6 3.31 81.62 12.04 4.06 2.16 6.94 Malattie infettive 1996-2000 1.4 1.80 80.43 25.18 2.07 0.83 4.27 Malattie infettive 2003 10.0 12.88 82.70 11.98 14.80 7.08 27.22 Malattie infettive L’SMR relativo ai decessi per malattie infettive risulta all’interno della nostra ASL quasi sempre statisticamente significativo, con un eccesso di mortalità rispetto al dato regionale ligure anno 2000. Andando ad approfondire le cause di questo fenomeno, che potrebbe essere imputato anche ad una buona attività di codifica, considerando i numeri esigui che alimentano l’SMR (tra gli 8 ed i 15 casi all’anno) emerge il seguente quadro. Figura 45 - Malattie infettive (osservati 1986-1990) Setticemia 16% TBC miliare TBC SNC3% 3% Inf. intestinali mal definite 6% TBC polmonare 42% Inf. Batt. d.n.d.d. 9% Inf. meningococcica 3% Herpes zoster 3% 77 Epatite virale 9% Altre forme TBC app. resp. 3% rickettsiosi 3% Figura 46 - Malattie infettive (osservati 1991-1995) Sifilide 3% Postumi TBC 18% Setticemia 17% Sarcoidosi 5% Tetano 3% TBC polmonare 35% Mal. altri micobatteri 3% Herpes zoster 3% Epatite virale 10% Framboesia 3% Figura 47 - Malattie infettive (osservati 1996-2000) Inf.SNC virus lenti 6% Malaria 6% Herpes zoster 6% Setticemia 13% Sarcoidosi 6% Herpes simplex 6% Postumi TBC 6% Epatite virale 6% Candidiasi 13% 78 Altre micosi 6% TBC polmonare 26% Figura 48 - Malattie infettive (osservati 2003) Setticemia 39% Epatite virale 20% TBC polmonare 27% Candidiasi 7% Inf.intestinali mal definite 7% La Struttura Semplice di Profilassi delle Malattie Infettive ha messo a disposizione di questo lavoro le informazioni derivanti dalla notifica delle malattie infettive (D.M. 15/12/1990) e del relativo confronto con il dato regionale (Osservatorio Regionale Malattie Infettive). Tabella 31 – Notifiche malattie infettive (tassi grezzi x 100000 anno 2003) ASL 4 Febbre tifoide Salmonellosi non tifoidea Morbillo Parotite epidemica Pertosse Rosolia Scarlattina Varicella Epatite A Epatite B Epatite NANB Legionellosi Tb polmonare Tb extrapolmonare AIDS 79 REGIONE LIGURIA Oss. Tasso grezzo x 100000 Oss. Tasso grezzo x 100000 0 31 4 2 2 2 57 185 3 1 0 1 20 3 5 0.00 21.32 2.59 1.37 1.37 1.37 39.20 127.25 2.06 0.69 0.00 0.69 13.76 2.06 3.28 2 330 187 96 12 21 1.162 2.013 60 43 12 17 112 25 66 0.13 21.01 11.91 6.11 0.76 1.34 74.01 128.22 3.82 2.74 0.76 1.08 7.13 1.59 4.23 I dati generali forniti subiscono l’influsso del fenomeno della “sottonotifica”, risulta quindi difficile una valutazione comparativa dei tassi di notifica. La notifica dei casi di tubercolosi, grazie alla particolare sensibilità al problema da parte degli operatori sanitari, può essere ragionevolmente ricondotta all’incidenza della malattia se nel nostro territorio risulta quasi il doppio rispetto al dato regionale (13.76 contro 7.13 della Regione Liguria) con un trend di progressiva crescita dal 1998 al 2003 Figura 49 – Notifiche casi di tubercolosi (confronto temporale) 25 20 15 10 y = 2,2286x - 4444,3 2 5 0 1998 80 R = 0,5873 1999 2000 2001 2002 2003 3.13.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero I ricoveri per la patologia infettiva sembrano distribuiti nelle due fasce estreme, sotto i 14 anni e dopo i 65 anni (per la caratterizzazione del tipo di patologia infettiva si rinvia alla descrizione della notifica delle malattie infettiva). Figura 50 – Malattie infettive (femmine – ricoveri ospedalieri) 0-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 2001 2002 65-74 2003 75+ 0 10 20 30 40 50 60 70 Figura 51 – Malattie infettive (maschi – ricoveri ospedalieri) 0-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 2001 2002 65-74 2003 75+ 0 10 20 30 40 50 60 I casi di tubercolosi trattati in ospedale invece sono stabili per entrambi i sessi con un’età media di ricovero che si aggira intorno ai 40 anni. Tabella 32 –TBC (ricoveri ospedalieri) TBC Femmine Maschi 81 2001 19 34 2002 4 22 2003 17 20 70 4 Bibliografia 1) Jim Connelly et Chris Worth”per una nuova sanità pubblica” Centro scientifico editore, il ruolo contemporaneo della medicina, 23-26, 2001 2) Classificazioni delle malattie, traumatismi e cause di morte, IX revisione. ISTAT, Roma, 1984. 3) Manuale di gestione e codifica delle cause di morte – Regione Emilia Romagna – 2000 4) ICD-9 ACME Decision Tables for Classifyng Underlying Causes of Death. Instruction Manual – 1988 5) Costa G. et al, “La mortalità in piemonte negli anni 1980-91” Torino – Regione Piemonte, 1997 6) Breslow N.E., Day N.E. Statistical methods in cancer research Vol. II - the design and analysis of cohort studies. International Agency for Research on Cancer, Lyon 1987 7) Prometeo “Atlante della Sanità Italiana” Università Tor Vergata – 2000 8) Marina Vercelli et al, “La mortalità in Liguria” 15, 1992 9) ISTAT. La situazione del paese nel 2002. rapporto annuale. Cap.4 244-261, 2003. 10) Garrone E; Casella C et al “I trend e la distribuzione geografica della mortalità In Liguria 1988-1999” Bollettino Regionale di Statistica 21-46, 2003 11) Registro di Dialisi e Trapianto Rapporto della S.I.N. (Società Italiana di Nefrologia) (www.sin-italia.org) - 2002 12) Statistiques Comitè National de Defense Contre l’Alcolisme, Paris, 1984. 13) IARC Cancer Disc - October 1994. International Agency for Research on Cancer, Lyon 1995 (IARC Monographs, vol 1-55). 82 Coperture vaccinali Marco PICASSO L e vaccinazioni pediatriche rappresentano uno dei più importanti interventi di sanità pubblica e l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che i programmi di immunizzazione siano regolarmente valutati in termini di adeguatezza, efficienza ed efficacia. La copertura vaccinale indica la percentuale di vaccinati rispetto alla popolazione. Questo dato viene rilevato dalle autorità sanitarie regionali e trasmesso al Ministero della Salute. Il Piano Sanitario Nazionale italiano pone l’obiettivo del raggiungimento del 95 per cento di copertura vaccinale contro nove malattie (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae tipo b - Hib, morbillo, parotite, rosolia) in accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel 1998 è stata condotta per la prima volta un’indagine per stimare la copertura vaccinale su tutto il territorio nazionale utilizzando il metodo del campionamento a cluster, messo a punto dall’Expanded Programme of Immunization (EPI), coinvolgendo 19 delle 20 Regioni italiane e Province autonome (studio ICONA). Nel 2003 l’indagine è stata ripetuta con l’adesione di tutte le Regioni e Province autonome. Materiali e metodi Sono state confrontate le coperture vaccinali della ASL4, ricavate dal Sistema Informatizzato aziendale con i risultati dello studio ICONA 2003 per quanto riguarda il dato ligure e nazionale al 24° mese. Coperture vaccinali al 24° mese Vaccinazione Polio DT Pertosse HBV Hib MMR/Morbillo Regione Liguria 92,4 96,2 91,4 92,4 90,5 77,2 ASL4 96,5 96,2 95,0 95,6 93,0 91,4 Italia 95,7 95,8 95,5 95,5 87,0 76,9 Figura 1 - Coperture vaccinali al 24° mese MMR Hib HBV Pertosse DT Liguria ASL4 Italia Polio 83 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Commento ai risultati Registriamo nella ASL4 un buon livello di copertura vaccinale per tutte le vaccinazioni raccomandate. A livello nazionale la copertura per polio, difterite, tetano, pertosse ed epatite B è quasi del 96%, in Liguria è del 93%. I dati della ASL sono in linea con quelli nazionali. Il livello di copertura per HiB in Italia è il 87%, in Liguria il 90.5%. Nella ASL 4 risulta vaccinato il 93% dei bambini. In Italia il 77% dei bambini di 12-24 mesi è stato vaccinato contro il morbillo, in Liguria il 77.2%. La copertura nella ASL4 (91.4%) è superiore a quella nazionale. La copertura vaccinale ha raggiunto nella ASL4 gli obiettivi previsti dal Piano Sanitario Nazionale per tutte le vaccinazioni. Per morbillo, parotite e rosolia è in corso l’adesione della nostra ASL alla campagna per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita. Bibliografia • Rapporti ISTISAN 03/37 “ICONA 2003: indagine nazionale sulla copertura vaccinale infantile” - Gruppo di lavoro ICONA, Istituto Superiore di Sanità • Piano Nazionale Vaccini 1999-2000. Conferenza Stato Regioni, 18 giugno 1999 • Nuovo calendario delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate per l'età evolutiva. D.M. 7-41999. • Il nuovo calendario delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate per l'età evolutiva. Circ. Ministero della sanità n. 5 del 7-4-1999. • Piano vaccinazioni raccomandate 1999. D.G.R. Regione Liguria n. 586 del 4-6-1999. • Linee di indirizzo tecnico-organizzativo per l'attività di vaccinazione in età adulta nella Regione Liguria. D.G.R. Regione Liguria n. 901 del 4-8-2000. • Approvazione del progetto pilota della Regione Liguria ''Impatto di una campagna vaccinale antipneumococcica allargata sulla morbosità infantile''. D.G.R. Regione Liguria n. 563 del 23-52003. • Modifica della schedula vaccinale antipoliomielitica. D.M. 18 giugno 2002 • Piano Nazionale per l’eliminazione del Morbillo e della Rosolia congenita 2003-2007. Conferenza Stato Regioni 13 novembre 2003. 84 Stati invalidanti Marco PICASSO, Antonio MANTI L ’informatizzazione dei dati provenienti dagli accertamenti delle Commissioni per il riconoscimento degli stati invalidanti della ASL4 ha reso possibile ricavare risultati di interesse statistico epidemiologico da questa fonte. Gli accertamenti diagnostici delle commissioni ASL per il riconoscimento degli stati invalidanti costituiscono una formidabile fonte di informazioni per la conoscenza dello stato di salute della popolazione ed in particolare delle patologie croniche. La qualità della diagnosi è alta in quanto si tratta di diagnosi verificate da equipes di medici sulla base di accertamenti effettuati presso strutture sanitarie pubbliche. Pur non potendo parlare di prevalenza in senso assoluto, in quanto le domande di invalidità, su base volontaria, non interessano la totalità della popolazione, riteniamo che le patologie accertate dalle Commissioni (da cui derivano benefici per i soggetti riconosciuti invalidi) sono ben rappresentative dell’insieme delle disabilità. Materiali e metodi I dati della disabilità sono presenti nel Sistema Informatizzato aziendale a partire dall’anno 1995: questo significa che le statistiche che seguono non considerano i riconoscimenti attribuiti negli anni precedenti e quindi i valori riportati (numero di casi e tassi di prevalenza) sono sottostimati rispetto a quelli reali. Sono stati analizzati i riconoscimenti di stato invalidante a tutto l’anno 2003. Sono stati esclusi i soggetti deceduti e, qualora una persona abbia avuto più riconoscimenti, è stato considerato solo l’ultimo tra questi. I riconoscimenti attribuiti sono stati suddivisi per grado di invalidità, per sesso, per fasce d’età e secondo un criterio geografico. Non si è ritenuto di analizzare i codici relativi alle diagnosi, attribuiti applicando le tabelle del DM 5/2/1992, in quanto spesso troppo generici o assegnati “per analogia” con altre patologie. La scarsa utilizzabilità di detta codifica, ai fini della conoscenza delle patologie alla base delle disabilità, è implicitamente confermata dal progetto ISTAT “Rilevazione delle certificazioni di disabilità” che propone la codifica delle diagnosi accertate dalle Commissioni ASL sulla base della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) L’attribuzione alle diagnosi del codice ICD X permetterà in futuro di utilizzare questa fonte di dati per ottenere informazioni epidemiologiche attendibili. Nonostante la presenza in letteratura di svariati lavori che trattano l’argomento anziani e disabilità è difficile confrontarne i risultati per la diversità di approccio metodologico e la differente scelta degli indicatori. La nostra scelta è stata quella di rapportare gli invalidi alla popolazione residente, calcolando tassi di prevalenza. Si è fatto riferimento alla popolazione dei Comuni della ASL4, quale risulta dal censimento ISTAT 2001. 85 Presentazione dei risultati Tabella 1 – Anni 1995-2003. Invalidità civili riconosciute nei livelli di gravità previsti dalla normativa, suddivise per sesso. Tasso di prevalenza rispetto alla popolazione totale. Invalidi civili Maschi Femmine Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità superiore ad 1/3 ed inferiore al 74% Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità non inferiore al 74% Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità 100% con permanente inabilità lavorativa (artt. 2 e 12 L. 118/71 - pensione di inabilità) Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità 100% e con impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità 100% e con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita U64enne con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni e i compiti propri della sua età. (ai soli fini della assistenza sanitaria) U64nne 100% e con impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore U64enne 100% e con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita Minore con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della sua età o ipoacusico Minore invalido (legge 68/99 collocamento al lavoro dei disabili) Minore invalido con impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore Minore invalido con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita Totali Totali Oss. Tasso di prevalenza 734 458 1046 479 1780 937 1.21% 0.64% 268 325 593 0.40% 60 38 98 0.07% 199 181 380 0.26% 1148 1990 3138 2.13% 329 848 1177 0.80% 1042 2388 3430 2.33% 45 3 29 2 74 5 0,05% 0,00% 12 9 21 0,01% 8 4306 4 7339 12 11645 0,01% 7,91% invalidità previsti dalla normativa italiana (Legge 118/1971 e successiva legislazione)(1), suddivisi per sesso e viene quindi presentato il tasso di prevalenza. Nel grafico è mostrato l’andamento delle domande di invalidità civile e dei riconoscimenti di indennità di accompagnamento nel periodo 1995-2003 nella ASL4. Si registra una crescita continua delle domande di invalidità, più marcata tra il 2000 e il 2002, anni nei quali la nostra azienda ha abbattuto i tempi di attesa per gli accertamenti sanitari. Un andamento analogo seguono i riconoscimenti di invalidità più gravi (cosiddette “indennità di accompagnamento”). (1) Si rammenta che la Legge italiana non considera invalidi civili i soggetti con invalidità inferiore al 34% Figura 9 – Anni 1995-2003. Domande di invalidità civile e riconoscimenti di indennità di accompagnamento (confronto temporale) 5000 4500 Indennità 4000 Domande 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 86 0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Nelle tabelle successive sono riportati i soggetti riconosciuti ciechi civili e sordomuti, ai sensi delle Leggi 382/70 e 508/88. Si ricorda che i ciechi civili vengono ulteriormente suddivisi in ciechi ventesimisti (con residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi con eventuale correzione) e ciechi assoluti. Tabella 2 – Anni 1995-2003. Cecità civili riconosciute, suddivise per gravità e per sesso. Tasso di prevalenza rispetto alla popolazione totale. Ciechi civili Ciechi con residuo visivo Ciechi assoluti Totali Maschi Totali Femmine 37 37 74 89 47 136 Osservati Tasso di prevalenza 126 84 210 0,09% 0,06% 0,14% Tabella 3 –Anni 1995-2003. Sordomutismi riconosciuti, suddivisi per sesso. Tasso di prevalenza rispetto alla popolazione totale. Sordomuti Maschi Sordomuti Totali Femmine 8 Osservati Tasso di prevalenza 0,01% 17 9 La tabella successiva riepiloga tutti gli stati invalidanti riconosciuti nella ASL4 e presenta la prevalenza delle diverse invalidità nei due sessi. Si evidenzia una più elevata prevalenza dell’invalidità civile nel sesso femminile, non dovuta solo alla maggiore numerosità femminile nella composizione della popolazione. Tabella 4 – Anni 1995-2003. Tutti gli stati invalidanti riconosciuti, suddivisi per tipo di invalidità e per sesso. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative. Tutti gli stati invalidanti Invalidi Civili Ciechi Civili Sordomuti Totali Maschi Femmine Totali Osservati Tasso di prevalenza Osservati Tasso di prevalenza Osservati Tasso di prevalenza 4306 74 8 4388 6,19% 0,11% 0,01% 6,31% 7339 136 9 7484 9,45% 0,18% 0,01% 9,64% 11645 210 17 11872 7,91% 0,14% 0,01% 8,07% Nelle tabelle che seguono i riconoscimenti di stati invalidanti vengono suddivisi, in base al criterio geografico, nei 3 distretti della ASL e nelle zone Costa ed Entroterra. In tutti e tre i distretti e nelle due zone si conferma la maggiore prevalenza di stati invalidanti nel sesso femminile. Si evidenzia inoltre una più elevata percentuale di invalidi, sia maschi che femmine, nell’Entroterra rispetto alla Costa, da riferire alla maggiore anzianità della popolazione nella prima. Tabella 5 - Anni 1995-2003. Stati invalidanti riconosciuti, suddivisi per sesso, zona geografica e distretto. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative. Maschi Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3 Totali Fascia costiera Entroterra Totali 87 Osservati Tasso di prevalenza 991 2256 1141 4388 3447 941 4388 6,26% 6,69% 5,70% 6,31% 6.00% 7.79% 6.31 Femmine Totali Osservati Tasso di prevalenza Osservati Tasso di prevalenza 1653 3858 1973 7484 6010 1474 7484 9,53% 10,36% 8,57% 9,64% 9,20% 12,01% 9.64 2644 6114 3114 11872 9457 2415 11872 7,97% 8,61% 7,24% 8,07% 7,70% 9.92% 8.07 Di seguito i riconoscimenti degli stati invalidanti sono suddivisi per fasce d’età, con particolare attenzione per la fasce d’età più avanzata. Tabella 6 - Anni 1995-2003. Stati invalidanti riconosciuti, suddivisi per sesso e fascia d’età. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative. Maschi Fasce d’età 0-17 18-64 >=65 Totali Oss. Tasso di prevalenza 72 1738 2578 4388 0,75% 3,91% 16,59% 6,31% Femmine Totali Oss. Tasso di prevalenza Oss. Tasso di prevalenza 49 2086 5349 7484 0,55% 4,62% 22,75% 9,64% 121 3824 7927 11872 0,65% 3,99% 20,30% 8,07% Tabella 7 - Anni 1995-2003. Stati invalidanti riconosciuti nelle fasce d’età avanzate, suddivisi per sesso. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative. Maschi Fasce d’età 65-74 75-84 >=85 Tasso di prevalenza Oss. 869 9,79% 1047 21,13% 662 38,80% Femmine Totali Oss. Tasso di prevalenza Oss. Tasso di prevalenza 1255 2098 1996 11,21% 25,91% 47,31% 2124 3145 2658 10,59% 24,10% 44,86% Nelle ultime tabelle sono prese in considerazione le indennità di accompagnamento (che costituiscono le forme più gravi di disabilità e che richiedono un’assistenza continuativa), suddivise per fasce d’età e per tipo di disabilità (motoria o psicorganica). Tabella 8 – Anni 1995-2003. Indennità di accompagnamento riconosciute, suddivise per sesso e tipo di invalidità (le indennità per invalidità civile sono suddivise per le principali fasce d’età). Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative. Maschi INDENNITA'DI ACCOMPAGNAMENTO 0-17 18-64 >=65 Totali Ciechi Sordomuti Totali Femmine Totali Oss. Tasso di prevalenz a Oss. Tasso di prevalenza Oss. Tasso di prevalenza 20 259 1371 1650 37 8 1695 0,21% 0,58% 8,82% 2,37% 0,05% 0,01% 2,44% 13 219 3236 3468 47 9 3524 0,15% 0,48% 13,77% 4,47% 0,06% 0,01% 4,54% 33 478 4607 5118 84 17 5219 0,18% 0,53% 11,80% 3,48% 0,06% 0,01% 3,55% Tabella 9 - Anni 1995-2003. Indennità di accompagnamento riconosciute per invalidità civile, suddivise per sesso e fascia d’età, con attenzione alla popolazione anziana. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative. INDENNITA' DI ACCOMPAGNAMENTO 0-64 65-74 75-84 >=85 Totali 88 Maschi Oss. Tasso di prevalenza Femmine Oss. 279 0,52% 232 292 3,29% 395 596 12,03% 1245 483 28,31% 1596 1650 2,37% 3468 Totali Tasso di prevalenza Oss. Tasso di prevalenza 0,43% 3,53% 15,38% 37,83% 4,47% 511 687 1841 2079 5118 0,47% 3,42% 14,11% 35,09% 3,48% Tabella 10 Anni 1995-2003. Indennità di accompagnamento riconosciute per disabilità motorie, suddivise per sesso e fascia d’età. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative. Indennità di accompagnamento con impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore (disabilità motoria) Maschi Femmine Totali Fasce d’età 0-17 18-64 >=65 Totali Oss. 12 60 329 401 Tasso di prevalenza 0,13% 0,13% 2,12% 0,58% Oss. 9 38 848 895 Tasso di prevalenza 0,10% 0,08% 3,61% 1,15% Oss. 21 98 1177 1296 Tasso di prevalenza 0,11% 0,11% 3,01% 0,88% Tabella 11 Anni 1995-2003. Indennità di accompagnamento riconosciute per disabilità psicorganiche, suddivise per sesso e fascia d’età. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative. Indennità di accompagnamento con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita (disabilità psicorganica) Maschi Femmine Totali Fasce d’età 0-17 18-64 >=65 Totali Oss. Tasso di prevalenza Oss. Tasso di prevalenza Oss. Tasso di prevalenza 8 199 1042 1249 0,08% 0,45% 6,71% 1,80% 4 181 2388 2573 0,04% 0,40% 10,16% 3,31% 12 380 3430 3822 0,06% 0,42% 8,79% 2,60% Commento ai risultati I risultati presentati permettono di trarre alcune conclusioni: innanzi tutto si evidenzia una lenta crescita delle domande di invalidità fino al 2000 che in seguito hanno registrato un’autentica impennata (da segnalare che la drastica riduzione dei tempi d’attesa avvenuta negli ultimi anni potrebbe avere accentuato questa tendenza). I portatori di disabilità, riconosciuti tali, costituiscono oltre l’8% della popolazione della ASL4. Il sesso femminile presenta costantemente (tranne che nelle fasce di età più giovani) sia un maggior numero di casi osservati che un maggior tasso di prevalenza (6.3% nei maschi e 9.6% nelle femmine). Questo dato si accentua negli ultrasessantaquattrenni, a conferma del fatto che le donne vivono di più degli uomini, ma che la qualità della loro vita è peggiore. Le maggiori percentuali di invalidi si collocano nell’entroterra: questo fenomeno riguarda sia i maschi che le femmine. Le forme più gravi di disabilità (indennità di accompagnamento) colpiscono il 3.4% della popolazione (5118 casi). Anche in questo caso il sesso femminile è prevalente (4.5% nelle femmine rispetto a 2.4% nei maschi). E’ degno di interesse infine come, nelle cause dei riconoscimenti di indennità di accompagnamento, la gravissima disabilità psicorganica sia circa tre volte più numerosa della gravissima disabilità motoria. 89 Bibliografia C. Culotta et al. Studio Argento:Indagine sulla salute nella terza età in Liguria ASL3 Genovese, 2002 Istituto Nazionale di Statistica: “Sistema Informativo sull’handicap: rilevazione delle certificazioni di disabilità”, 13/06/2002 Consiglio Nazionale delle Ricerche, Progetto Finalizzato Invecchiamento, Roma, 1998 Katz S, Downs TD, Cash HR, et al.: Progress in development of the index of ADL, Gerontologist, 1970, Part 1, 20-30. Lawton MP, Broadway IAMB: Assessment of older people: self maintaining and instrumental activities of daily living. Gerontologist, 1969,9: 179-186. Tinetti ME: Performance-oriented assessment of mobility problems in elderly patients. J Am Geriatr Soc 34:119-126, 1994. CISIS (Centro interregionale per il sistema informatico ed il sistema statistico) “ Il sociale in cifre“Roma febbraio 2004. 90 Consumo di farmaci Rosanna CARNIGLIA DE CARLI I l consumo di farmaci negli ultimi anni ha registrato un costante trend espansivo dovuto soprattutto all’invecchiamento della popolazione. Conseguentemente si è assistito ad un continuo incremento della spesa farmaceutica il cui andamento è influenzato non solo dai consumi ma anche da altri fattori quali ad esempio la variazione dei prezzi dei medicinali, l’introduzione di nuovi prodotti e di nuove confezioni, l’effetto mix ( spostamento delle prescrizioni verso farmaci più costosi). La Regione Liguria (ed in particolare l’ASL 4 Chiavarese) è caratterizzata da una forte incidenza di ultrassessantaquattrenni i cui consumi farmaceutici risultano essere molto elevati (più del doppio rispetto al resto della popolazione assistita). Il presente rapporto fotografa la situazione relativa al consumo dei medicinali da parte della popolazione residente e desidera rappresentare un valido contributo per capire i bisogni e per promuovere interventi di appropriatezza delle cure e di un migliore utilizzo delle risorse disponibili . Materiali e metodi I dati sono stati ricavati dalle ricette farmaceutiche spedite dalle farmacie convenzionate nell’anno 2003. I dati di prescrizione farmaceutica sono stati raccolti, elaborati ed analizzati dal Servizio Farmaceutico dell’ASL con l’ausilio di specifici programmi informatici. Banche dati utilizzate • • • • ASL 4 Chiavarese-Dipartimento Farmaceutico-Dipartimento Informatico e Tecnologico REGIONE LIGURIA- DATASIEL CINECA-Consorzio Interuniversitario Bologna S.F.E.R.A.-IMS Health S.p.A. Il rapporto analizza i dati sotto i seguenti profili: Popolazione in studio ed indicatori generali Viene presentato un quadro globale della popolazione dell’ASL 4 Chiavarese fornendo alcune misure riepilogative attraverso l’uso di indicatori di consumo quali: § il numero di pezzi di farmaci (non è stata scelta la dose definita giornaliera (DDD), solitamente utilizzata in studi analoghi, in quanto il presente lavoro costituisce la base per successive analisi più approfondite). § il numero di trattati (residenti dell’ASL 4 che hanno ricevuto nell’anno almeno una prescrizione di un farmaco ) § percentuale di trattati/residenti (tasso di prevalenza che indica qual è la percentuale di pazienti trattati con farmaci sul totale dei residenti) 91 § il numero di pezzi per trattato (numero di confezioni farmaceutiche ricevute da ciascun trattato) Profilo farmacoepidemiologico Vengono presentati i profili prescrittivi secondo la classificazione Anatomica Terapeutica Chimica (ATC: sistema di classificazione dei farmaci utilizzato dai paesi scandinavi ed adottato anche dal Ministero della Salute italiano) suddivisi per territorio ASL ( distretti-fascia costiera/entroterra). Vengono inoltre raffrontati i profili prescrittivi dell’ASL 4 con quelli regionali e nazionali. I dati analizzati riguardano i farmaci erogati dal Servizio Sanitario Nazionale ai cittadini residenti sul territorio dell’ASL 4 nell’anno 2003. Popolazione in studio La popolazione in studio è stata suddivisa per fasce d’età, per territorio di riferimento e per sesso di appartenenza. La suddivisione dei dati come sopra riportata ci consente: • di conoscere quanto incide l’invecchiamento della popolazione sul consumo farmaceutico; • di conoscere quali patologie incidono maggiormente sullo stato di salute della popolazione; • di verificare l’esistenza di eventuali scostamenti di rilievo tra le varie zone in cui è stata suddivisa l’ASL (distretti, fascia costiera/entroterra). Confronto consumi farmaceutici Asl4-Regione Liguria - Italia Il raffronto dei dati di consumo farmaceutico riguarda ciascun gruppo anatomico terapeutico principale (GAP). La tabella che segue evidenzia che i consumi farmaceutici da parte della popolazione dell’ASL 4 non si discostano in maniera significativa dalla media regionale e nazionale. Tabella 12 Anno 2003 GAP C Descrizione GAP SISTEMA CARDIOVASCOLARE A J N B M G R H S L D 92 APPARATO GASTROINTESTINALE E METABOLISMO ANTIMICROBICI GENERALI PER USO SISTEMICO SISTEMA NERVOSO CENTRALE SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO SISTEMA GENITO-URINARIO ED ORMONI SESSUALI SISTEMA RESPIRATORIO PREPARATI ORMONALI SISTEMICI, ESCLUSI GLI ORMONI SESSUALI ORGANI DI SENSO FARMACI ANTINEOPLASTICI ED IMMUNOSOPPRESSORI DERMATOLOGICI Pezzi / Residenti Italia Regione Liguria ASL 4 5.7 6.4 6.4 2.0 2.3 2.3 1.9 1.5 1.5 1.1 0.8 0.9 1.5 0.9 0.8 1.4 0.9 0.7 0.7 0.7 0.6 0.6 0.6 0.6 0.4 0.4 0.4 0.2 0.3 0.3 0.1 0.2 0.2 0.1 0.1 0.1 I gruppi terapeutici maggiormente prescritti risultano essere quelli riguardanti: • il sistema cardiovascolare • l’apparato gastrointestinale • gli antimicrobici • il sistema nervoso centrale Si evidenzia come i farmaci del sistema cardiovascolare, dell’apparato gastrointestinale e del sistema nervoso centrale, nella ASL4 e nella Regione Liguria registrino un consumo (pezzi/residente) maggiore rispetto a quanto riscontrato nel resto d’Italia. Peraltro il consumo di antimicrobici nella nostra ASL e nella Regione Liguria risulta inferiore al dato nazionale. Confronto consumi farmaceutici suddivisi in base alla popolazione I dati riportati nelle tabelle che seguono illustrano il consumo dei farmaci nella popolazione dell’ASL 4 nell’anno 2003. Le tabelle riguardano: • consumi farmaceutici nella popolazione suddivisa per fasce d’età Da tali tabelle si evidenzia un andamento fisiologico trattati/residenti nelle varie fasce d’età. Nell’età avanzata i trattati sono quasi la totalità degli assistiti. Per quanto riguarda il consumo di farmaci suddiviso per sesso,si rileva un maggior numero di trattati femmine nelle fasce d’età centrale ed avanzata. • consumi farmaceutici suddivisi per fasce d’età e per zone ( fascia costiera ed entroterra). Si evidenzia un trend analogo nelle varie zone per quanto riguarda la suddivisione per fasce d’età. Nella fascia costiera si rileva che, nell’età avanzata, la percentuale di trattati è inferiore rispetto all’entroterra. • consumi farmaceutici suddivisi per distretto Le tabelle evidenziano che nel Distretto 2 la percentuale di trattati rispetto ai residenti è inferiore rispetto agli altri due distretti. La fascia d’età avanzata è quella maggiormente trattata con farmaci in tutti i Distretti in cui è suddivisa l’ASL. Tabella 13 Anno 2003 - Valutazione indicatori suddivisi per fasce d’età (ASL 4 Chiavarese) Fasce d’età Trattati (femmine) % % % Trattati (maschi) Trattati (totali) Trattati/residenti Trattati/residenti Trattati/residenti (femmine) (maschi) (totali) 0-14 4.667 5.202 9.869 62.7 65.5 64.1 15-44 16.896 13.695 30.591 64.7 50.9 57.7 45-64 17.265 14.302 31.567 84.0 74.6 79.4 >65 22.957 14.911 37.868 97.7 96.0 97.0 Totale 61.785 48.110 109.895 77.8 63.0 74.7 93 Tabella 14 – *Dati comprensivi delle ricette ASL4 spedite da farmacie ubicate in altre ASL liguri. Anno 2003 – Trattati/residenti e pezzi/trattati suddivisi per fasce d’età e zone Fasce d’età % Trattati/Totale trattati % Trattati/residenti Pezzi/trattati Fascia costiera 0-14 9.1 64 4 15-44 28.1 57 6 45-64 28.8 79 17 >65 34.1 98 34 Totale 100 74.5 19 Entroterra 0-14 8.4 65 4 15-44 26.9 59 7 45-64 28.1 80 17 >65 36.4 93 36 Totale 100 75 20 Tabella 15 Anno 2003 – Trattati/residenti e pezzi/trattati suddivisi per fasce d’età e distretti Fasce d’età % Trattati/Totale trattati % Trattati/residenti Pezzi/trattati Distretto 1 0-14 7.3 64.5 3 15-44 26.5 58 5.1 45-64 27.5 82.2 14 >65 38.5 97.7 33 Totale 100 75.5 17.2 Distretto 2 0-14 8.5 64.9 3.8 15-44 24.5 57.6 5.7 45-64 27.8 77.8 15.4 >65 39.1 96.5 32 Totale 100 74.2 17.1 Distretto 3 0-14 8.5 60.9 4.4 15-44 24.5 58.3 6.9 45-64 27.2 79.9 17.5 >65 39.6 97.4 34 Totale 100 74.1 18.8 94 Consumi farmaceutici suddivisi per gruppo terapeutico (ATC 1° Livello) Le tabelle che seguono riguardano: • consumi suddivisi per gruppo terapeutico e per territorio (entroterra-fascia costiera) • consumi suddivisi per gruppo terapeutico e per distretto L’analisi dei dati evidenzia che : • il maggior consumo di farmaci (pezzi/residente) si registra nel gruppo terapeutico dei farmaci cardiovascolari • la maggior parte della popolazione viene trattata con farmaci appartenenti al gruppo terapeutico degli antimicrobici ( antibiotici) Tabella 16 Anno 2003 -Trattati e pezzi per trattato per gruppo anatomico principale e zone % Trattati/Totale %Trattati/Residenti trattati GAP Descrizione GAP Fascia Entroterra costiera Fascia costiera Entroterra Pezzi/trattato Fascia Entroterra costiera A APPARATO GASTROINTESTINALE E METABOLISMO 13.2 13.3 22.0 33.0 8.6 8.5 B SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI 8.5 8.8 14.0 22.0 7.3 7.4 C SISTEMA CARDIOVASCOLARE 17.3 17.2 28.0 43.0 19.0 18.1 D DERMATOLOGICI 0.8 0.9 1.2 2.1 5.0 5.1 G SISTEMA GENITO-URINARIO ED ORMONI SESSUALI 4.2 3.5 7.0 8.7 7.6 7.9 H PREPARATI ORMONALI SISTEMICI, ESCLUSI GLI ORMONI SESSUALI 3.9 4.2 6.3 10.6 4.6 4.4 J ANTIMICROBICI GENERALI PER USO SISTEMICO 23.3 23.5 38.0 59.4 3.2 3.4 L FARMACI ANTINEOPLASTICI ED IMMUNOSOPPRESSORI 0.9 0.9 1.4 2.1 10.2 9.5 M SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO 11.7 11.7 19.0 29.5 3.0 3.2 N SISTEMA NERVOSO CENTRALE 6.5 6.6 10.6 16.6 10.5 10.1 P FARMACI ANTIPARASSITARI, INSETTICIDI E REPELLENTI 0.3 0.2 0.6 0.5 2.5 3.3 R SISTEMA RESPIRATORIO 7.2 7.6 11.8 19.2 4.4 4.5 S ORGANI DI SENSO 1.5 1.1 2.5 2.7 11.9 10.7 V VARI 0.06 0.05 0.1 0.1 10.7 17.9 Y GALENICI 0.2 0.2 0.4 0.5 3.0 2.5 95 Tabella 17 Anno 2003 -Trattati per gruppo anatomico principale e distretti %Trattati/Residenti GAP Descrizione GAP Distretto 1 Distretto 2 Distretto 3 A APPARATO GASTROINTESTINALE E METABOLISMO 30.0 28.0 28.0 B SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI 19.0 18.0 17.0 C SISTEMA CARDIOVASCOLARE 46.0 41.0 37.0 D DERMATOLOGICI 1.3 1.3 1.0 G SISTEMA GENITO-URINARIO ED ORMONI SESSUALI 8.0 8.0 8.4 H PREPARATI ORMONALI SISTEMICI, ESCLUSI GLI ORMONI SESSUALI 8.3 7.2 7.3 J ANTIMICROBICI GENERALI PER USO SISTEMICO 51.0 44.0 42.0 L FARMACI ANTINEOPLASTICI ED IMMUNOSOPPRESSORI 1.7 2.0 1.7 M SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO 28.0 22.0 22.0 N SISTEMA NERVOSO CENTRALE 15.0 14.0 13.0 P FARMACI ANTIPARASSITARI, INSETTICIDI E REPELLENTI 0.5 0.4 0.7 R SISTEMA RESPIRATORIO 16.0 15.0 13.0 S ORGANI DI SENSO 3.0 3.1 3.0 V VARI 0.1 0.1 0.1 Y GALENICI 0.6 0.3 0.5 Tabella 18 Anno 2003 -Pezzi per trattato per gruppo anatomico principale e distretti Pezzi/trattati GAP Descrizione GAP Distretto 2 Distretto 3 7.4 7.0 7.6 A APPARATO GASTROINTESTINALE METABOLISMO B SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI 6.5 6.2 6.6 C SISTEMA CARDIOVASCOLARE 14.1 13.9 16.4 D DERMATOLOGICI 4.1 5.6 4.8 SISTEMA GENITO-URINARIO ED ORMONI SESSUALI PREPARATI ORMONALI SISTEMICI, ESCLUSI GLI ORMONI SESSUALI ANTIMICROBICI GENERALI PER USO SISTEMICO FARMACI ANTINEOPLASTICI ED IMMUNOSOPPRESSORI 6.6 6.7 7.3 4.1 4.2 4.4 3.1 2.9 2.9 8.4 8.1 8.8 M SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO 2.9 2.8 2.9 N SISTEMA NERVOSO CENTRALE 8.8 8.6 8.5 P FARMACI ANTIPARASSITARI, INSETTICIDI E REPELLENTI 2.1 3.1 2.4 R SISTEMA RESPIRATORIO 3.7 4.0 4.5 S ORGANI DI SENSO 10.0 9.5 10.6 V VARI 7.2 10.1 20.1 Y GALENICI 2.5 2.4 2.8 G H J L 96 E Distretto 1 Risultati dello studio Nel presente rapporto si è inteso studiare il consumo dei farmaci poiché esso ci consente di descrivere anche se in modo indiretto, la realtà sanitaria del territorio considerato. L’analisi dei dati riportati evidenzia che nell’ASL 4 Chiavarese tale consumo risulta essere: • superiore nell’entroterra rispetto alla fascia costiera • superiore nei Distretti che hanno un’incidenza più elevata di popolazione anziana. • superiore nel sesso femminile rispetto a quello maschile. I farmaci maggiormente consumati (pezzi/residenti) sono quelli del sistema cardiovascolare (antiipertensivi e cardiologici), dell’apparato gastrointestinale (antiulcera) ed antibiotici. Per quanto riguarda la popolazione trattata, si evidenzia che gli antibiotici risultano essere i farmaci più utilizzati (trattati/residenti). E’ da approfondire la differenza tra entroterra, dove fa uso di antibiotici il 59% di cittadini rispetto al 38% di quelli della fascia costiera Bibliografia Informatore farmaceutico – Medicinali, anno 2003, Ed. OEMS Relazione sullo stato sanitario del Paese 2000 a cura del Ministero della Sanità Relazione sullo stato sanitario del Paese 2001-2002 a cura del Ministero della Salute Progetto Arno-Cineca – anno 2001 97