...

Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese

by user

on
Category: Documents
41

views

Report

Comments

Transcript

Stato di salute della popolazione della ASL4 Chiavarese
REGIONE LIGURIA
Stato di salute della
popolazione
della ASL4 Chiavarese
Stato di salute della popolazione
della ASL4 Chiavarese
Progetto coordinato da:
Antonio MANTI
Responsabile della S.C. Igiene e Sanità Pubblica
a cura di:
Maura FERRARI BRAVO*, Gaddo FLEGO#, Antonio MANTI*
Marco PICASSO*, Rosanna CARNIGLIA DE CARLI°,
Tullio TORREGGIANI*
* S.C. Igiene e Sanità Pubblica – ASL4 Chiavarese
# Direzione Medica di Presidio Ospedaliero – ASL4 Chiavarese
° Dipartimento Farmaceutico – ASL4 Chiavarese
Consulenza e supervisione statistico-epidemiologica di:
Carlo DI PIETRANTONJ, Roberto RASO, Vittorio DE MICHELI
Servizio Sovrazonale di Epidemiologia della ASL20 di Alessandria
I dati di base della ricerca sono stati cortesemente forniti dalle seguenti istituzioni:
• Struttura Analisi Statistiche, Studi e Ricerche della Regione Liguria (Guido AUDASSO, Angelo
MAGLIANI)
• Comuni afferenti al territorio della ASL4
Si ringrazia per la collaborazione:
• Il Dipartimento Informativo e Tecnologico della ASL4 ed in particolare Franco GRECO, Marco FANTINI e
Adriana VARDANEGA per l’informatizzazione dei flussi dei dati di mortalità, SDO, invalidità e
vaccinazioni.
• Donatella LANDO’ per la registrazione e codifica dei dati di mortalità, coadiuvata da Esmeralda ARAYA
BRAVO e Maria PIERLUCA.
• Gianmarco COSTANZO per l’elaborazione dei dati riguardanti gli stati invalidanti.
• Alessandro CASTELLI e Annamaria BOTTINO per l’elaborazione dei dati riguardanti le SDO.
• Paolo SOLARI responsabile della S.C. Nefrologia e Dialisi della ASL4 per i dati sulla patologia renale.
2
Due sono le condizioni alla base della realizzazione del presente lavoro.
La diffusione e l’uso di strumenti informatici nella nostra ASL, oltre a permettere di
gestire con efficienza i servizi erogati, pongono a disposizione con regolarità e
tempestività dati sanitari correnti, la cui elaborazione statistico-epidemiologica
consente di conoscere l’evoluzione dello stato di salute dei nostri concittadini e di
rilevare i bisogni sanitari emergenti.
Altro elemento rilevante è nella nostra ASL la capacità di dialogo e di collaborazione
dei diversi servizi e presidi aziendali, che ha permesso di riportare e di confrontare in
questo volume le informazioni provenienti dal registro di mortalità, dalle schede di
dimissione ospedaliera, dalle registrazione delle vaccinazioni e delle malattie infettive,
dagli archivi delle Commissioni per l’accertamento degli stati invalidanti e da quelli del
Servizio farmaceutico.
L’integrazione di queste fonti permette di confermare o di correggere le cognizioni
dell’andamento dei fenomeni sanitari e di pervenire ad una conoscenza più vicina al
reale degli stessi. Si ricorda, a titolo esemplificativo, che la già nota rilevanza dei
bisogni di salute degli anziani nella nostra ASL viene precisata, nelle dimensioni, nelle
specifiche localizzazioni e nei suoi aspetti qualitativi, dai dati riportati nelle sezioni
demografia, mortalità, stati invalidanti, consumo di farmaci.
L’impegno degli autori e dei molti altri operatori, che hanno a vario titolo collaborato,
ha fatto il resto.
Mettiamo quindi a disposizione dei Soggetti istituzionali e sociali interessati e
dell’opinione pubblica questo quadro dello stato di salute della nostra popolazione,
perchè l’apporto di ognuno, basato sulla consapevolezza, è importante per
salvaguardare la salute pubblica. Infatti è ormai acquisizione comune che la tutela del
bene salute è affidata solo in parte alle strutture sanitarie, ma dipende anche dalle
scelte politiche, economiche, sociali ed ambientali, nonché dagli stili di vita dei singoli.
Per quanto ci riguarda questo strumento ci aiuta nel proseguire il processo di
identificazione delle necessità di salute e di definizione delle priorità, al fine di gestire e
pianificare l’organizzazione dei servizi sanitari, in maniera sempre più aderente ai
bisogni dei cittadini.
Giorgio MARTINY
Direttore generale ASL 4 Chiavarese
3
Prefazione
L
a predisposizione di relazioni sullo stato di salute della popolazione risale nel
nostro Paese agli albori della Sanità pubblica.
Fin dal 1901 il Regolamento generale sanitario e più tardi il Testo unico delle leggi
sanitarie prevedevano che, periodicamente, si relazionasse sull’andamento dei servizi
sanitari e sullo stato di salute della popolazione, sia a livello centrale (Ministero degli
Interni) che periferico (Medico provinciale ed Ufficiale sanitario).
Tuttavia, progressivamente, questa incombenza venne considerata un impegno di
carattere esclusivamente burocratico e, a poco a poco, fu abbandonata.
Negli anni recenti, in relazione sia ad una accresciuta sensibilità ai bisogni di
promozione e di tutela della salute che alla necessità di destinare razionalmente le
risorse, è riemersa la consapevolezza dell’opportunità di avere disponibili dati e
informazioni sullo stato di salute della popolazione.
Contemporaneamente è migliorata la qualità e l’affidabilità dei sistemi informativi
sanitari e si è venuto affinando il sistema degli indicatori in grado di descrivere con
sensibilità e confrontabilità lo stato di salute della popolazione, tanto che il D.M.
12.12.2001 “Sistema di garanzie per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria” ha
proposto una serie di indicatori di risultato dell’assistenza sanitaria, nonché di
indicatori dello stato di salute.
Si sono pertanto moltiplicati, a livello nazionale e locale, studi in tal senso. A cura del
Ministero della Salute hanno visto la luce la “Relazione sullo stato sanitario del Paese”
nell’anno 1999, nel 2000 e nel biennio 2001-2002. Coordinata dall’Università Tor
Vergata di Roma, nel 2001 è stata pubblicata la terza edizione dell’ “Atlante della
Sanità italiana” nell’ambito del progetto “Prometeo”. A livello locale molteplici sono le
iniziative in tal senso, di solito a livello regionale o di singola ASL.
In generale gli scopi di queste iniziative sono costituiti dalla necessità di individuare e
valutare le criticità sanitarie e i bisogni di salute, al fine di pianificare gli interventi più
appropriati di prevenzione e di programmazione sanitaria. Talvolta sono presenti -o
prevalgono- intenti di tenere sotto controllo la spesa sanitaria. Il decentramento del
livello decisionale rende maggiormente sentite queste finalità.
In questo contesto si pone il nostro rapporto sullo “Stato di salute della popolazione
della ASL 4”. Pur rendendoci conto dell’ambizione che traspare dal titolo (il nostro
lavoro è solo un primo passo per una conoscenza più articolata della salute dei nostri
concittadini), abbiamo ritenuto importante cominciare a rendere disponibili le
informazioni riguardanti la mortalità, i ricoveri ospedalieri, le malattie infettive, gli stati
invalidanti, la copertura vaccinale, il consumo di farmaci della popolazione della ASL 4
“Chiavarese”. Oltretutto si tratta di dati aggiornati in quanto la nostra Azienda
sanitaria ha una buona struttura informativa automatizzata e quindi dispone di
4
informazioni provenienti con regolarità dai diversi servizi.
Questo sistema permette di elaborare i dati e di rappresentare i fenomeni sanitari con
tempestività: in tutte le sezioni di questo studio le informazioni più recenti sono
riferite all’anno 2003; la demografia è aggiornata al giugno 2004.
Il nostro lavoro si augura inoltre di dare un modesto contributo a ridefinire i compiti
della moderna Sanità pubblica. La nostra disciplina vive da anni una “crisi di identità”:
il dibattito scientifico sulla “Prevenzione basata sulle prove di efficacia” ne è lo
specchio. In questo processo sono state identificate le attività di Prevenzione di
dubbia o nulla efficacia, anche se è ancora lungo il percorso per tradurre nella pratica
tali acquisizioni teoriche.
Più accidentata è la strada per riconoscere le attività di prevenzione utili e che
attualmente sono carenti. Noi riteniamo che rappresentare lo stato di salute rientri
pienamente in questi ambiti. La funzione epidemiologica, troppo a lungo trascurata,
dovrebbe diventare un asse portante della “nuova” Sanità pubblica. In Liguria
ritroviamo questo indirizzo nel Piano socio sanitario regionale 2003-2005, che
afferma: “è essenziale che il Dipartimento di Prevenzione assicuri l’attività
epidemiologica non solo per le finalità strettamente igienico sanitarie, ma più
compiutamente quale strumento di supporto alle complessive attività dell’azienda
sanitaria per l’esercizio delle funzioni di governo del sistema”.
Per realizzare questi obiettivi, oltre alla destinazione delle risorse necessarie, è
indispensabile superare quelle condizioni che avevano inaridito le “vecchie”
esperienze di relazioni sullo stato di salute.
A nostro avviso è necessario che le attività epidemiologiche a livello locale siano
condotte con rigore metodologico, ma soprattutto è necessario che esse siano in grado
di cogliere, fin dal loro manifestarsi, le reali trasformazioni dello stato di salute e i loro
determinanti. Non devono ridiventare un mero adempimento burocratico, ma devono
percepire gli elementi che ancora mancano al completo realizzarsi di quello stato di
benessere fisico, psichico e sociale che costituisce la salute secondo la definizione
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Inoltre è richiesta la valorizzazione dei risultati del lavoro epidemiologico, che
dovrebbe essere posto a fondamento della pianificazione sia delle attività di
prevenzione che dei servizi sanitari diagnostico terapeutici.
Auspichiamo che il nostro lavoro sia coerente con gli obiettivi posti e possa costituire
un contributo a migliorare il lavoro dei Servizi di Prevenzione nella nostra realtà.
Antonio MANTI
5
Sommario
Demografia
Dall’analisi delle dinamiche evolutive della popolazione residente emerge un quadro del
territorio dell’ASL 4 fortemente influenzato dalla quota di popolazione anziana. Il 27% della
popolazione residente è ultra sessantaquattrenne, con quasi tre nonni per ogni ragazzo sotto i
15 anni. Nel confronto con le altre regioni, la Liguria ha l’indice di invecchiamento più alto e
la ASL4 è la più “vecchia” tra le ASL della regione. Il fenomeno risulta più accentuato
nell’entroterra, dove la popolazione anziana costituisce il 30% del tessuto sociale.
Nel nostro territorio, il fenomeno della bassa natalità (la più bassa in Italia) è costante dal
1990, nascono infatti 6.8 bambini ogni 1000 abitanti (la media nazionale è di 9.4/1000 ) con
un carico di figli in età prescolare per donna feconda pari a 19 bambini ogni 100 donne
fertili, contro una media nazionale pari al 22%. L’ Indice di ricambio sottolinea che le cinque
annate che stanno per lasciare il mondo del lavoro sono il doppio delle cinque che stanno per
entrare in attività.
Le previsioni demografiche al 2011 e al 2021 confermano una popolazione quantitativamente
stabile con una maggiore componente della frazione anziana (32% di ultrasessantaquattrenni
nel 2021).
Mortalità
Il confronto con le altre regioni d’Italia pone l’ASL4 tra le zone con il tasso grezzo di
mortalità più elevato; tale fenomeno è legato alla struttura per età della popolazione.
L’eliminazione dell’effetto confondente dell’età fa emergere un territorio con una media di
decessi l’anno (7.8/1000 ) in linea con il dato nazionale e regionale. L’andamento riscontrato
però non è omogeneo su tutto il territorio, infatti nell’entroterra si assiste ad un costante
eccesso di mortalità per l’intero periodo osservato. La classifica delle cause di morte pone al
primo posto le malattie dell’apparato circolatorio (14653 decessi in 16 anni), seguite dalla
patologia tumorale (9235 decessi) e dalle malattie dell’apparato respiratorio (2170 decessi): si
segnala un aumento dell’età media di decesso in entrambi i sessi e quindi un allungamento
complessivo della vita.
Per le malattie infettive si nota un significativo aumento della frequenza dei decessi, da
ricondurre alla patologia tubercolare che rappresenta il 30% dei decessi per patologia
infettiva. Questo dato è supportato da un alto tasso di notifica di nuovi casi di malattia
tubercolare.
Il calo dei decessi riconducibili all’abitudine al fumo di sigaretta negli uomini costituisce un
segno del cambiamento nello stile di vita nel sesso maschile, non emulato dalle donne.
Per le patologie alcool correlate l’entroterra sembra avere un ruolo disincentivante nei
confronti del sesso femminile e favorente per gli uomini. Nei giovani di età compresa tra i
15 ed i 24 anni le cause accidentali costituiscono la causa principale di decesso.
6
Ricoveri ospedalieri
L’analisi descrittiva dei ricoveri negli anni dal 2001 al 2003 ha permesso di evidenziare i
cambiamenti in merito alla richiesta assistenziale espressa. In particolare si segnala il basso
numero di donazioni d’organo (due trapianti all’anno), che condiziona pesantemente la
qualità della vita dei 25-28 nuovi pazienti che ogni anno iniziano la terapia dialitica nel nostro
territorio.
La domanda di ricovero per la patologia neoplastica, nel suo dato complessivo e per alcune
sedi specifiche (mammella, prostata, colon-retto) è in aumento negli ultimi tre anni in linea
con l’incremento riportato in letteratura della patologia in Italia ed in Liguria.
I ricoveri per le patologie del sistema nervoso sono in aumento: il fenomeno è più evidente
nelle donne ed interessa prevalentemente le fasce anziane. I ricoveri dovuti alle cause
accidentali sottolineano un bisogno assistenziale diverso nei due sessi: per le donne sono più
frequenti episodi senili legati a fratture spontanee o a cadute accidentali, mentre nell’uomo il
fenomeno si presenta maggiormente nelle fasce giovanili (incidenti e traumi).
Vaccinazioni
Si riportano i dati delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate nell’infanzia (percentuali di
soggetti vaccinati rispetto alla popolazione). Si evidenziano gli ottimi livelli di copertura
vaccinale della nostra ASL, in linea e quasi sempre migliori rispetto al resto della Liguria e
all’Italia.
Stati invalidanti
I riconoscimenti di invalidità civile sono sottostimati, in quanto si riportano i dati dal 1995 al
2003 (i soli disponibili su base informatica). Da diversi anni assistiamo ad una continua
crescita delle domande di invalidità, a cui segue un andamento analogo dei riconoscimenti.
Oltre l’8% della popolazione dell’ASL 4 risulta invalido (11.872 soggetti). Tale percentuale
supera il 20%, se si considerano solo gli ultrasessantaquattrenni.
La percentuale delle donne invalide è superiore a quella degli uomini. L’Entroterra presenta
percentuali di invalidi superiori alla Costa.
Il 3,5% della popolazione (5219 soggetti) risulta colpito dalle disabilità più gravi, che
necessitano di assistenza continuativa (indennità di accompagnamento). Prevalgono,
naturalmente, gli anziani e, anche in questo caso, le donne. La gravissima disabilità di natura
psico-organica è tre volte più numerosa della gravissima disabilità motoria.
Consumo di farmaci
Si analizza il consumo di farmaci dispensati Servizio sanitario nazionale nell’anno 2003
(esclusi i farmaci somministrati in ospedale), rapportando i dati della nostra ASL con quelli
della Liguria e dell’Italia.
Nella nostra ASL il consumo di farmaci è in costante aumento; naturalmente gli anziani ne
sono i maggiori consumatori. Le donne assumono più farmaci degli uomini.
I farmaci cardiovascolari sono al primo posto per numero di confezioni consumate; seguono
quelli per l’apparato gastrointestinale e gli antibiotici. Gli antibiotici sono invece la categoria
di farmaci, a cui ricorre il maggior numero di cittadini. Spicca la disparità territoriale: fa uso di
antibiotici il 59% di cittadini dell’Entroterra contro il 38% di quelli della Costa.
7
Indice
Demografia
Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI
Cause di morte e di ricovero ospedaliero
Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI
Coperture vaccinali
Marco PICASSO
Stati invalidanti
Marco PICASSO, Antonio MANTI
Consumo di farmaci
Rosanna CARNIGLIA DE CARLI
8
Demografia
Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI
1
Rappresentazione dei dati
1.1
1.2
2
Algoritmi di calcolo dei principali indicatori in uso ed
analisi del loro andamento nel tempo e nello spazio
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
2.7
2.8
3
9
Piramide dell’età
Previsioni della popolazione residente al 2011 ed al 2021
Indice di invecchiamento
Indice di vecchiaia
Indice di dipendenza
Indice di struttura della popolazione attiva
Indice di ricambio
Indice di carico di figli per donna feconda
Tasso di natalità
Rapporto di mascolinità
Bibliografia
P
er poter ottenere un disegno rappresentativo dello stato di salute della popolazione dell’ASL 4, è
stato adottato il metodo descrittivo, in grado di raffigurare l’andamento spazio-temporale, sia dei
fenomeni demografici, sia degli eventi sanitari legati alla mortalità e alla disabilità.
L’analisi dei fenomeni demografici e delle dinamiche evolutive della popolazione “residente” è stata
effettuata facendo particolare riferimento a caratteristiche quali: la numerosità, la densità abitativa, la
distribuzione in età e sesso. Avendo a disposizione i dati della popolazione riferita agli anni 1991,
1995 e 2000, è stato valutato un eventuale cambiamento nella distribuzione per fasce di età ed
un’eventuale inversione dei flussi migratori fra la fascia costiera e l’entroterra.
Tabella 1 – Popolazione ASL4 – Chiavarese 2004
BORZONASCA
CARASCO
CARRO
CASARZA
LIGURE
CASTIGLIONE
CHIAVARESE
CHIAVARI
CICAGNA
COGORNO
COREGLIA
LIGURE
FAVALE DI
MALVARO
LAVAGNA
LEIVI
LORSICA
MAISSANA
MEZZANEGO
MOCONESI
MONEGLIA
NE
NEIRONE
ORERO
PORTOFINO
RAPALLO
REZZOAGLIO
S. COLOMBANO
CERTENOLI
SANTA
MARGHERITA L.
SANTO
STEFANO
D'AVETO
SESTRI
LEVANTE
TRIBOGNA
VARESE LIGURE
ZOAGLI
TOTALE
Grandi
Saldo %
Residenti Residenti Residenti
Indice di
Superficie Densità Residenti
vecchi (% di
2004femmine maschi
totali
invecchiamento
(Kmq)
Res/Kmq (2000)
> 85 aa)
2000
1055
1002
2057
33.1
3.9
80.04
25.70
2039
0.88
1722
1683
3405
20.2
2.2
8.60
395.93
3267
4.22
333
303
636
42.8
4.7
33.62
18.92
633
0.47
3159
3040
6199
19.3
2.4
27.36
226.57
5803
6.82
813
15094
1282
2712
782
12840
1242
2616
1595
27934
2524
5328
27.6
27.9
23.2
22.5
3.8
3.5
3.2
2.1
30.14
12.17
11.55
9.14
52.92
2295.32
218.53
582.93
1481
28023
2512
5308
7.70
-0.32
0.48
0.38
113
137
250
23.6
4.0
8.02
31.17
258
-3.10
263
7028
1144
244
341
672
1319
1464
1186
502
284
281
16132
612
248
6097
1105
246
342
718
1332
1317
1169
489
306
254
13974
609
511
13125
2249
490
683
1390
2651
2781
2355
991
590
535
30106
1221
29.4
28.4
21.3
33.7
42.2
24.4
27.3
29.1
27.1
33.6
28.5
34.0
25.8
41.8
4.5
3.5
2.1
3.9
5.3
2.6
2.8
3.1
2.2
4.7
3.4
5.0
2.9
4.9
16.68
13.71
9.87
17.79
45.44
28.84
16.17
15.44
64.11
30.31
15.86
2.56
33.76
105.33
30.64
957.33
227.86
27.54
15.03
48.20
163.95
180.12
36.73
32.70
37.20
208.98
891.77
11.59
491
12985
2223
504
671
1269
2646
2731
2371
930
596
556
29357
1287
4.07
1.08
1.17
-2.78
1.79
9.54
0.19
1.83
-0.67
6.56
-1.01
-3.78
2.55
-5.13
1195
1237
2432
24.4
2.9
41.28
58.91
2452
-0.82
5508
4810
10318
29.5
3.4
9.83
1049.64
10593
-2.60
616
624
1240
34.4
4.2
55.36
22.40
1282
-3.28
9935
270
1177
1340
8827
288
1078
1222
18762
558
2255
2562
29.8
30.5
41.1
27.1
3.5
4.3
6.5
4.7
33.33
7.06
136.59
7.63
562.92
79.04
16.51
335.78
19470
541
2390
2526
-3.64
3.14
-5.65
1.43
69937 147733
27.5
3.3
927.59 159.27 147195
0.37
77796
I trenta Comuni afferenti all’ASL 4 organizzati in tre ambiti distrettuali possono essere aggregati in 2
fasce omogenee per distribuzione territoriale: una fascia costiera ed un entroterra, che differiscono
non soltanto per la presenza o meno del mare, ma anche per la densità abitativa, per l’accessibilità ai
servizi e per le abitudini di vita.
10
Tabella 2 – Ambiti distrettuali
Distretto 1 (Sestri Levante)
Sestri Levante, Carro, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Maissana,
Moneglia, Varese Ligure
Distretto 2 (Tigullio orientale)
Chiavari, Borzonasca, Carasco, Cicagna, Cogorno, Coreglia Ligure, Favale di
Malvaro, Lavagna, Leivi, Lorsica, Mezzanego, Moconesi, Né, Neirone, Orero,
Rezzoaglio, San Colombano Certenoli, Santo Stefano D'Aveto, Tribogna
Distretto 3 (Tigullio occidentale)
Rapallo, Portofino, Santa Margherita Ligure, Zoagli
Tabella 3 – Popolazione ASL4 – Chiavarese (ambiti distrettuali) 2004
Residenti
femmine
DIST. 1
17222
DIST. 2
37313
DIST. 3
23261
Residenti Residenti
Indice di
Grandi vecchi
maschi
totali
invecchiamento (% di > 85 aa)
15689
32911
29.0
3.5
33988
71301
27.2
3.3
20260
43521
26.8
3.1
Superficie
(Kmq)
321.92
551.89
53.78
Densità Residenti Saldo %
Res/Kmq
(2000)
2004-2000
102.23
33179
-0.81
129.19
70984
0.45
809.24
43032
1.14
Figura 1 - ASL4 – Chiavarese (ambiti distrettuali)
Tabella 4 - ASL4 – Chiavarese (ambiti distrettuali – riepilogo indicatori demografici anno 2000)
ASL4
DIST. 1
DIST. 2
DIST. 3
11
Indice di
vecchiaia
253,7%
275,6%
246,2%
250,3%
Indice
demografico di
dipendenza
58,7%
59,5%
58,5%
58,4%
Indice di
struttura della
popolazione
attiva
115,5%
115,2%
114,7%
116,9%
Indice di
ricambio della
popolazione
attiva
206,2%
211,7%
197,6%
217,0%
Indice di carico
Rapporto di
di figli per
Tasso di
mascolinità
donna feconda natalità x 1000
89,6%
19,1%
6,8
91,2%
18,6%
6,8
90,5%
19,3%
6,7
86,9%
19,2%
7,0
Tabella 5 – Popolazione ASL4 – Chiavarese (fasce territoriali) 2004
Residenti Residenti
femmine maschi
Fascia
costiera
Entroterra
65519
12277
57785
12152
Residenti
totali
123304
24429
Indice di
invecchiamento
26.9
30.6
Grandi
vecchi (% di
> 85 aa)
3.2
3.8
Superficie Densità Residenti Saldo %
(Kmq)
Res/Kmq (2000)
2004-2000
183.40
744.19
672.32
32.83
122842
24353
0.38
0.31
Figura 2 - ASL4 – Chiavarese (fasce territoriali)
Tabella 6 - ASL4 – Chiavarese (fasce territoriali – riepilogo indicatori demografici anno 2000)
ASL4
Fascia costiera
Entroterra
12
Indice di
Indice di
Indice
struttura della ricambio della
Indice di
demografico
popolazione
popolazione
vecchiaia
di dipendenza
attiva
attiva
253,7%
58,7%
115,5%
206,2%
245,1%
57,5%
115,0%
202,3%
300,6%
65,0%
117,9%
228,2%
Rapporto di
mascolinità
89,6%
87,9%
98,5%
Indice di
carico di figli
per donna
Tasso di
feconda
natalità x 1000
19,1%
6,8
19,0%
7,0
19,5%
5,8
1
Rappresentazione dei dati
1.1 Piramide dell’età
La struttura per età di una popolazione, ovvero la sua rappresentazione grafica in forma di
istogramma a barre suddivisa per sesso e fasce di età, costituisce uno degli aspetti centrali della
demografia (1). In essa l’immagine della popolazione, composta da giovani, adulti (forza lavoro) ed
anziani, risulta di impatto immediato.
In base ai dati disponibili è stato possibile riprodurre l’andamento della popolazione del 1995 e del
2000, nonché con una proiezione della popolazione residente nel 2011 e 2021 (2).
Figura 3 – Piramide dell’età residenti ASL 4 anno 1995
Figura 4 – Piramide dell’età residenti ASL 4 anno 2000
13
La struttura per età della popolazione dell’ASL 4, in particolar modo quella del 1995, porta i segni
legati al calo ed alla ripresa delle nascite dovuto agli eventi bellici del 1915-18 e del 1941-45, al boom
del dopoguerra che ha raggiunto il massimo nel 1964 ed infine al declino delle nascite iniziato a
partire dagli anni 70–80.
Le piramidi mostrano specialmente nella proiezione al 2021 un consistente aumento della fascia
anziana, con un basso ricambio generazionale. L’immagine che ne deriva è quella di una piramide che
nel periodo di transizione sembra avere l’aspetto capovolto con la promessa di diventare un
rettangolo piuttosto omogeneo.
Figura 5 - Piramide dell’età residenti ASL 4 previsioni anno 2011
Figura 6 - Piramide dell’età residenti ASL 4 previsioni anno 2021
14
1.2
Previsioni della popolazione residente al 2011 ed al 2021
Le previsioni della popolazione dell’ASL 4 sono state calcolate suddividendo le attuali popolazioni
(regionali e locali) in fasce di età omogenee, e su di esse è stata calcolata la proporzione. Tale
differenza è stata poi riportata sulla proiezione demografica effettuata dall’ISTAT per la regione
Liguria. I presupposti per effettuare tale calcolo si basano sul fatto che le due popolazioni vengono
considerate omogenee, sia per l’elemento dinamico, che per quello ambientale e di costume.
Partendo dalla stima effettuata dall’ISTAT su base regionale, è stata confrontata la popolazione ASL
anno 2001 con quella regionale nei suoi aspetti dinamici (2,3) legati a:
§
§
§
§
Tasso di natalità (nati vivi anno/ popolazione residente * 1000)
Tasso di mortalità (morti anno/ popolazione residente * 1000)
Tasso di immigrazione (iscritti anagrafe anno/ popolazione residente * 1000)
Tasso di emigrazione (cancellati anagrafe anno/ popolazione residente * 1000)
La variabilità dei tassi ottenuti dai dati ASL per l’anno 2001 (4), è stata analizzata attraverso il calcolo
dell’errore standard:
p(1 − p )
N
L'errore standard descrive l'incertezza nella stima di una media (o di una proporzione) e tanto più
piccolo è l'errore standard, tanto minore è la variabilità della misura e quindi tanto più attendibile è la
stima. L'errore standard sarà impiegato per il calcolo dei limiti fiduciali o intervalli di confidenza al
95%.
Figura 7 – Confronto Regione – ASL4 (errore standard)
15
I risultati sopra riportati mostrano differenze significative con scarti che risultano supportati da
piccoli numeri. La natalità nell’ASL 4 risulta inferiore a quella regionale di un bambino ogni 2000
abitanti, mentre la mortalità risulta quasi un decesso in più ogni 1000 abitanti.
I fenomeni migratori all’interno dell’ASL 4 cambiano più nell’aspetto qualitativo che quantitativo,
privilegiando una immigrazione trans regionale nelle fasce anziane.
Per meglio capire ed eventualmente correggere la proiezione demografica, sono state calcolate le
differenze in percentuale legate alle singole fasce di età (anno 2000).
Figura 8 – Confronto Regione – ASL4 (fasce popolazione)
Tabella 7 - Confronto Regione – ASL4 (composizione percentuale fasce popolazione)
0-4
5-14
15-44
45-64
65-69
>69
Regione Liguria
3.45%
7.03%
37.13%
27.41%
6.74%
18.24%
ASL 4
3.39%
7.07%
36.02%
27.00%
7.04%
19.49%
Gli avanzi qui di seguito riportati andranno poi considerati nella proiezione demografica, che
comunque è stata calcolata fedelmente.
Tra 0 e 4 anni nella ASL risulta un bambino in meno ogni 1000, mentre per l’intervallo tra i 45 ed i
54 anni appaiono 4 adulti in meno ogni 1000. Il gruppo degli anziani è ampio, anche se di poco, con
10 anziani in più ogni 1000.
Lo scenario centrale delle ultime previsioni della popolazione per le regioni, rielaborato dall’ISTAT,
utilizza come base la popolazione regionale stimata al 1.1.2000. Le previsioni riguardano la
popolazione residente e comprendono, per i primi dieci anni, anche una stima della quota di stranieri
regolarmente residenti in Italia.
16
Nel breve-medio periodo, le elaborazioni esposte rappresentano lo sviluppo della popolazione
ritenuto più probabile (concetto di "futuro probabile"), sulla base dell’andamento recente delle
principali componenti demografiche.
L’ammontare complessivo della popolazione è destinato ad aumentare leggermente per almeno il
primo decennio degli anni 2000: nel 2010, il numero di residenti è di poco superiore all’attuale.
Questo risultato è il frutto di due dinamiche demografiche contrastanti. In primo luogo la dinamica
naturale, che si ottiene dal saldo tra nati e morti, che si conferma negativa, con una crescente
prevalenza dei secondi sui primi. Le determinanti di questo andamento sono da ricercarsi nel
progressivo invecchiamento della popolazione, da una parte, e nella bassa propensione alla fecondità
espressa dalle donne e dalle coppie, dall’altra.
Figura 9 – Proiezione demografica popolazione ASL4
Al contrario, la dinamica migratoria, ottenuta dal saldo tra immigrati ed emigrati, si configura
come fenomeno positivo con un incremento di popolazione intorno all’1,9 per mille. Tale fenomeno
sarebbe generato dall’ingresso di forza lavoro proveniente dall’estero e dei relativi familiari, anche in
base alla prosecuzione di politiche migratorie analoghe a quelle della seconda metà degli anni
Novanta.
17
2
Algoritmi di calcolo dei principali indicatori in uso ed
analisi del loro andamento nel tempo e nello spazio (3)
2.1 Indice di invecchiamento (pop>64/poptot∗100)
Rappresenta la proporzione della popolazione ultra sessantaquattrenne sul totale della popolazione.
Qui di seguito viene riportato l’andamento nel tempo dell’indicatore partendo dalla base dati della
popolazione residente. Non sono considerati i domiciliati non residenti. L’espressione grafica
dell’indice di invecchiamento sottolinea l’aumento della frazione degli anziani rispetto alla
popolazione totale e permette di effettuare alcune riflessioni sulla necessità di invecchiare in buona
salute. I dati italiani forniti dall’Istat affermano che l’aspettativa di vita senza disabilità a 65 anni è di
3.6 anni per i maschi e di 3.2 per le femmine.
Occorre quindi investire sulla popolazione matura di oggi, ed in particolar modo sulla capacità
individuale e collettiva di mantenersi in buona salute attraverso un corretto stile di vita, e i buoni
propositi come quello di smettere di fumare (“Ho smesso di fumare. Vivro' una settimana in piu' e in
quella settimana pioverà a dirotto” - Woody Allen).
Figura 10 - Indice di invecchiamento (rappresentazione grafica)
Tabella 8 – Indice di invecchiamento (evoluzione temporale)
1990
1995
2000
ASL4
23.5%
25.0%
Fascia costiera
22,9%
Entroterra
18
26.5%
Proiezione
2011
29.2%
Proiezione
2021
31.7%
24,4%
25,9%
-
-
26,5%
27,9%
29,6%
-
-
Distretto 1
23,4%
25,5%
27,4%
-
-
Distretto 2
23,5%
24,8%
26,2%
-
-
Distretto 3
23,7%
25,0%
26,3%
-
-
2.2 Indice di vecchiaia (pop>64/pop<15∗100)
L’indice di vecchiaia rappresenta un indicatore dinamico che stima il grado di invecchiamento di una
popolazione; valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai
giovanissimi; viene considerato un indicatore di invecchiamento “grossolano” poiché
nell’invecchiamento di una popolazione si ha generalmente un aumento del numero di anziani e
contemporaneamente una diminuzione del numero dei soggetti più giovani cosicché il numeratore e
il denominatore variano in senso opposto, esaltandone l’effetto.
L’andamento dell’indicatore nel tempo mostra un leggero calo della quota dei bambini adolescenti
con un aumento degli ultra sessantaquattrenni tale da portare l’indicatore da 2.2 nel 1990 a 3.4 nonni
per ogni under 14 nel 2021.
Figura 11 - Indice di vecchiaia (rappresentazione grafica)
Tabella 9 - Indice di vecchiaia (evoluzione temporale)
1990
1995
2000
253.7%
Proiezione
2011
272.2%
Proiezione
2021
337.1%
ASL4
222.5%
244.9%
Fascia costiera
214,7%
Entroterra
237,0%
245,1%
-
-
262,1%
286,2%
300,6%
-
-
Distretto 1
221,6%
260,4%
275,6%
-
-
Distretto 2
220,5%
238,2%
246,2%
-
-
Distretto 3
226,8%
244,8%
250,3%
-
-
Grazie ai dati forniti dall’Atlante della Sanità Italiana/2000 Prometeo, è stato possibile confrontare il
dato ASL con l’andamento nazionale.
Per un miglior impatto visivo l’indicatore è stato associato ad una gradazione di colore, pertanto ad
un colore più tenue corrisponde un indicatore più basso (Prometeo riporta i dati della popolazione
riferiti al 1997).
19
Figura 12- Indice di vecchiaia (confronto geografico nazionale)
Campania
Puglia
Sicilia
Calabria
p.a. Bolzano
Sardegna
Basilicata
Lazio
Italia
p.a. Trento
Abruzzo
Molise
Lombardia
Veneto
Valle d'Aosta
Marche
Piemonte
Umbria
Toscana
Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna
Liguria
ASL 4
64.0
79.4
81.6
83.3
88.4
92.3
96.0
114.4
118.0
122.4
124.6
125.2
129.7
131.3
144.7
160.3
166.6
172.9
186.4
188.3
199.2
232.3
252.9
Il quadro che emerge (anche per gli altri indicatori che saranno trattati) è quello di un’Italia
caratterizzata da un’importante invecchiamento della popolazione (con la ASL 4 ultima in classifica
per rango), sostanzialmente divisa tra una zona centro nord, con bassa natalità ed insufficiente
ricambio generazionale, ed una zona centro sud dove il processo di invecchiamento è più limitato.
Eccezione a tale fenomeno è la provincia autonoma di Trento e Bolzano che mostra una struttura
simile al sud, effetto però, a nostro avviso, di condizioni socio-economiche diverse.
All’interno dell’ASL 4 il fenomeno demografico sottolinea un progressivo maggiore
invecchiamento delle aree dell’entroterra.
Figura 13 - Indice di vecchiaia (confronto geografico ASL4)
20
2.3 Indice di dipendenza (pop<15+pop>64/15<pop<65∗100)
L’indice di dipendenza viene considerato un indicatore di rilevanza economica e sociale. Il
numeratore è composto dalla popolazione che, a causa dell’età, si ritiene essere non autonoma - cioè
dipendente - e il denominatore dalla fascia di popolazione che, essendo in attività, dovrebbe
provvedere al sostentamento.
E’ un indicatore che risente della struttura economica della popolazione: ad esempio, in società con
una importante componente agricola i soggetti molto giovani o anziani non possono essere
considerati economicamente o socialmente dipendenti dagli adulti; al contrario, nelle strutture più
avanzate, una parte degli individui considerati nell’indice al denominatore sono in realtà dipendenti
in quanto studenti o disoccupati.
L’indicatore nei paesi in via di sviluppo assume valori maggiori rispetto alle popolazioni più avanzate
economicamente; ciò è in gran parte dovuto alla maggiore presenza di individui giovani a causa della
loro più elevata fecondità.
In una realtà come quella dell’ASL 4 dove la scolarizzazione non termina con la scuola dell’obbligo,
l’indicatore andrebbe rimodellato allargando la fascia degli 0-14 a 0-19 con conseguente
appesantimento del valore atteso per il 2021 che prevede quasi una persona a carico (0.7) per ogni
lavoratore.
Figura 14 - Indice di dipendenza (rappresentazione grafica)
Tabella 10 - Indice di dipendenza (evoluzione temporale)
1990
1995
2000
ASL4
51.8%
54.4%
Fascia costiera
50,6%
Entroterra
21
58.7%
Proiezione
2011
66.4%
Proiezione
2021
69.8%
53,2%
57,5%
-
-
57,7%
60,4%
65,0%
-
-
Distretto 1
51,5%
54,6%
59,5%
-
-
Distretto 2
51,9%
54,3%
58,5%
-
-
Distretto 3
51,9%
54,2%
58,4%
-
-
Nell’ambito nazionale la ASL 4 si pone nella classifica per rango, tra le zone a più alto indice di
dipendenza. Poiché l’Atlante di Prometeo non riporta il dato ASL all’anno 1997, questo è stato
calcolato facendo la media dei dati in nostro possesso (popolazione 1995 e 2000).
Figura 15 - Indice di dipendenza (confronto geografico nazionale)
Lombardia
Sardegna
Veneto
Lazio
Valle d'Aosta
Piemonte
Friuli Venezia Giulia
Italia
p.a. Bolzano
p.a. Trento
Puglia
Emilia Romagna
Campania
Toscana
Marche
Sicilia
Calabria
Basilicata
Abruzzo
Umbria
Liguria
Molise
ASL 4
42.1
42.6
43.6
43.9
44.0
45.9
46.7
46.8
46.9
47.5
47.7
48.1
48.9
48.9
50.7
51.2
51.2
51.2
51.2
51.3
51.7
53.8
56,8*
L’indice di dipendenza consente di collegare situazione demografica ed aspetti economici, fornendo
una misura del carico (teorico) sopportato da ogni cittadino attivo in termini di anziani e bambini
con nuovi spunti sulle peculiarità regionali.
Le regioni in cui si registra un maggior onere sugli attivi sono Molise, Liguria, Umbria, Abruzzo,
Basilicata, Calabria e Sicilia dove l’indice ha superato il 50%, mentre la Lombardia, Sardegna, Veneto,
Lazio, Valle d’Aosta riscontrano un indicatore compreso tra il 42 e 45%.
22
2.4 Indice di struttura della popolazione attiva (40<pop<65/15<pop<40∗100)
L’indice di struttura della popolazione attiva stima il grado di invecchiamento di questa fascia di
popolazione; il denominatore di questo indicatore è rappresentato dalle 25 generazioni in attività più
giovani che sono destinate a sostituire le 25 generazioni più anziane, anch’esse in attività al momento
della stima dell’indicatore.
Un indicatore inferiore al 100% indica una popolazione in cui la fascia in età lavorativa è giovane; ciò
è un vantaggio in termini di dinamismo e capacità di adattamento e sviluppo della popolazione ma
può essere anche considerato in modo negativo per la mancanza di esperienza lavorativa e per il
pericolo rappresentato dalla ridotta disponibilità di posti di lavoro lasciati liberi dagli anziani che
divengono pensionati.
La popolazione lavorativa attualmente in discreto equilibrio tra fascia dinamica ed inesperta e fascia
con maggiore esperienza, subirà nel breve medio termine un invecchiamento della forza lavoro che
nel 2021 avrà quasi un rapporto di 2 ultra quarantenni verso 1.
Figura 16 – Indice di struttura della popolazione attiva (rappresentazione grafica)
Tabella 11 - Indice di struttura della popolazione attiva (evoluzione temporale)
ASL4
1995
108.9%
2000
115.5%
Fascia costiera
108,4%
115,0%
-
-
Entroterra
112,0%
117,9%
-
-
Distretto 1
109,6%
115,2%
-
-
Distretto 2
109,5%
114,7%
-
-
Distretto 3
107,6%
116,9%
-
-
23
Proiezione 2011 Proiezione 2021
153.3%
170.2%
2.5 Indice di ricambio (60<pop<65/15<pop<20∗100)
L’indice di ricambio stima il rapporto tra coloro che stanno per lasciare, a causa dell’età, il mondo del
lavoro e coloro che vi stanno per entrare. Anche questo indice risente del problema della struttura
economica della popolazione in cui viene stimato.
E’ da sottolineare che è un indice piuttosto instabile, soprattutto quando stimato in piccoli comuni,
poiché considera solo cinque generazioni al numeratore e cinque al denominatore.
All’interno della ASL4 l’andamento nel tempo risulta stabile, con un insufficiente quota di giovani
pronti al subentro agli anziani che rendono liberi i posti di lavoro entrando nell’età pensionabile.
Figura 17 - Indice di ricambio (rappresentazione grafica)
Tabella 12 - Indice ricambio (evoluzione temporale)
ASL4
1995
168.3%
2000
206.2%
Fascia costiera
162,4%
202,3%
-
-
Entroterra
199,6%
228,2%
-
-
Distretto 1
159,5%
211,7%
-
-
Distretto 2
172,7%
197,6%
-
-
Distretto 3
167,9%
217,0%
-
-
24
Proiezione 2011 Proiezione 2021
196.7%
182.3%
2.6 Indice di carico di figli per donna feconda (pop<5/15<popf<45∗100)
Questo indicatore, di tipo sociodemografico, stima il rapporto tra il numero di bambini di età
inferiore a 5 anni ed il numero di donne in età feconda.
Il significato sociodemografico deriva dal fatto che tale indicatore stima il “carico” di figli in età
prescolare per donna in età fertile, cioè in un’età in cui - soprattutto nei paesi economicamente
sviluppati - più elevata è la frequenza di donne lavoratrici totale.
Figura 18 - Indice di carico di figli per donna feconda (rappresentazione grafica)
La scelta di scindere nei sui componenti essenziali questo indicatore, è stata dettata dal suo
andamento paradosso nel tempo che lo vede in aumento contro un tasso di natalità (che verrà qui di
seguito esposto) che invece è stabile con un trend in leggero ribasso.
La causa di tale fenomeno è riconducibile al calo del numero delle donne in età fertile ed al boom
delle donne nate nel post dopoguerra che ora stanno passando nell’età della menopausa, lasciando il
posto a quelle nate nel periodo degli anni 70, dove si è verificato un grosso calo delle nascite
Tabella 13 - Indice di carico di figli per donna feconda (evoluzione temporale)
ASL4
1990
17.5%
1995
18.4%
2000
19.1%
Proiezione
2011
20.7%
Fascia costiera
Entroterra
Distretto 1
Distretto 2
Distretto 3
17.2%
18.6%
16.5%
17.6%
18.1%
18.3%
19.0%
17.1%
18.9%
18.7%
19.0%
19.5%
18.6%
19.3%
19.2%
-
25
Proiezione
2021
19.6%
-
Il diverso equilibrio generazionale in Italia appare confermato anche dal numero di bambini per 100
donne in età feconda, inferiore al 20% nelle regioni con minore ricambio e superiore a 22 nelle
regioni più “giovani” del sud con l’eccezione della Sardegna e della provincia autonoma di Trento e
Bolzano. La Regione Campania mostra una punta di 28.1 bimbi per 100 donne.
Figura 19 - Indice di carico di figli per donna feconda (confronto geografico nazionale)
Liguria
Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna
Toscana
ASL 4
Piemonte
Sardegna
Umbria
Valle d'Aosta
Lombardia
Marche
Veneto
Lazio
Italia
Abruzzo
Molise
p.a. Trento
Basilicata
Puglia
Calabria
p.a. Bolzano
Sicilia
Campania
26
17.9
17.9
18.2
18.4
18.6
19.0
19.2
19.6
19.9
20.0
20.2
20.2
21.0
22.0
22.2
22.3
23.6
23.9
24.8
25.0
26.4
27.0
28.1
2.7 Tasso di natalità (nati vivi/pop∗1000)
Tramite l’Ufficio Statistica della Regione Liguria è stato possibile ottenere il numero dei nati vivi dei
Comuni dell’ASL4, a partire dall’anno 1990 sino all’anno 2000. Per calcolare il tasso è stata utilizzata
la popolazione del 1990 (per i nati dal 1990 al 1992), del 1995 (per i nati dal 1993 al 1996) e del 2000
(per i nati dal 1997 fino al 2000). Per l’anno 2002 il tasso di natalità è stato calcolato con i dati forniti
dal sito nazionale ISTAT, mentre per l’anno 2003 l’anagrafe dei singoli Comuni ha fornito la
popolazione residente comunale a metà anno ed il numero dei nati vivi.
Figura 20 – Tasso di natalità (rappresentazione grafica)
Tabella 14 - Tasso di natalità (evoluzione temporale)
1990
6.9
27
1991
6.7
1992
6.9
1993
6.6
1994
6.2
1995
6.4
1996
6.5
1997
6.8
1998
6.7
1999
6.7
2000
6.7
2002
6.8
2003
6.8
In Italia l’andamento del tasso di natalità ricalca quello dell’indice di fecondità, con un livello tendente al basso, con
una punta negativa rappresentata dalla regione Liguria con 6,7 nati vivi per 1000 abitanti.
Figura 21 - Tasso di natalità (confronto geografico nazionale)
Liguria
ASL 4
Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Piemonte
Sardegna
Marche
Valle d'Aosta
Molise
Abruzzo
Lombardia
Lazio
Veneto
Italia
Basilicata
p.a. Trento
Calabria
Puglia
Sicilia
p.a. Bolzano
Campania
6.7
6.7
7.5
7.6
7.6
7.7
8.1
8.3
8.3
8.5
8.7
8.9
9.0
9.0
9.2
9.4
10.0
10.3
10.4
10.9
11.3
12.3
12.4
All’interno dell’ASL 4 l’indicatore, calcolato effettuando la media a partire dal 1990 per evitare le
oscillazioni dovute ai piccoli numeri, evidenzia una zona intermedia con un tasso di natalità
compreso tra il 7,10 e l’11,7 per 1000, compatibile con la situazione socio economica della zona che
permette un buon accesso ai servizi (inclusi quelli scolastici), al mercato lavorativo ed alla prima casa.
Figura 22 - Tasso di natalità (confronto geografico ASL4)
28
2.8 Rapporto maschi/femmine (popm/popf)
Rappresenta il rapporto di coesistenza tra il totale della popolazione maschile ed il totale della
popolazione femminile.
Figura 23 – Rapporto maschi/femmine (1995- rappresentazione grafica)
Figura 24 - Rapporto maschi/femmine (2021- rappresentazione grafica)
Tabella 15 - Rapporto maschi/femmine (evoluzione temporale)
1990
1995
2000
89.6%
Proiezione
2011
90.3%
Proiezione
2021
90.9%
ASL4
89,2%
89.2%
Fascia costiera
87,8%
87,8%
87,9%
-
-
Entroterra
96,1%
96,5%
98,5%
-
-
Distretto 1
90,7%
90,7%
91,2%
-
-
Distretto 2
90,6%
90,3%
90,5%
-
-
29 Distretto 3
85,7%
86,2%
86,9%
-
-
Il rapporto maschi/femmine, che nel suo valore globale privilegia la popolazione femminile rispetto
a quella maschile, mostra un andamento nelle varie fasce di età diverso. Infatti il rapporto dei sessi
alla nascita registra un maggior numero di maschi rispetto alle femmine. Tale fenomeno, considerato
una costante di natura biologica (1), rimane costante sino alle fasce di età 44-45 anni (nel 1995) e si
spinge ai 50-55 nella proiezione al 2021.
Tale punto di inversione si sta procrastinando nel tempo, frutto molto probabilmente del calo delle
morti evitabili nel sesso maschile.
3
Bibliografia
1) Massimo Livi Bacci “Introduzione alla demografia” Ed. Loescher Università 25,70-85, 1999.
2) www.demoistat.it previsioni della popolazione: anni 2001-2051 per età sesso regione.
3) Franco Cavallo, “Elementi per la lettura degli indicatori”, Dipartimento di Igiene e
Medicina di Comunità, Facoltà di Medicina dell’Università di Torino
4) ISTAT: www.istat.it. Indicatori socio sanitari nelle regioni italiane Roma – 2000
30
Cause di morte
e di ricovero ospedaliero
Maura FERRARI BRAVO, Tullio TORREGGIANI
1
Mortalità
1.1
1.2
Materiali e metodi
Indicatori
1.2.1
1.2.2
1.2.3
1.2.4
2
Attività di ricovero ospedaliero
2.1
3
Materiali e metodi
Risultati
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
31
Tasso grezzo di Mortalità
Rapporti standardizzati di mortalità (SMR)
Età media di decesso
Regressione Lineare e Correlazione
La qualità della compilazione della scheda ISTAT
Malattie del sistema circolatorio
3.2.1
3.2.2
Analisi dei dati di mortalità
Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
3.3.1
3.3.2
Analisi dei dati di mortalità
Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
3.4.1
3.4.2
Analisi dei dati di mortalità
Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
3.5.1
3.5.2
Analisi dei dati di mortalità
Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
3.6.1
3.6.2
Analisi dei dati di mortalità
Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
Patologia tumorale
Malattie dell’apparato respiratorio
Malattie dell’apparato digerente
Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche
3.7
3.8
3.9
3.10
3.11
3.12
3.13
Malattie del sistema nervoso
3.7.1
3.7.2
Analisi dei dati di mortalità
Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
3.8.1
3.8.2
3.8.3
Analisi dei dati di mortalità
Analisi dei dati derivanti dall’attività ambulatoriale (U.O. Nefrologia e Dialisi)
Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
3.9.1
3.9.2
Analisi dei dati di mortalità
Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
Malattie del sistema genitourinario
Disturbi psichici
Cause accidentali
3.10.1 Analisi dei dati di mortalità
3.10.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
Patologie alcool correlate
3.11.1 Analisi dei dati di mortalità
Patologie fumo correlate
3.12.1 Analisi dei dati di mortalità
Malattie infettive
3.13.1 Analisi dei dati di mortalità
3.13.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
4
32
Bibliografia
S
i potrebbe affermare che la mortalità rappresenta una misura rozza e poco sensibile della salute e
del benessere e della qualità di vita. Nonostante ciò una morte prematura è correlata al concetto
di malattia e di scadenti condizioni di vita.
Rimane valido e riproponiamo l’interrogativo: “chi non desidera vivere di più anziché meno?” (1).
Per quanto riguarda lo studio sulle principali cause di morte nell’ambito dell’ASL4,
l’informatizzazione delle schede ISTAT riferite all’anno 2003 e la codifica della causa di morte hanno
consentito di monitorare i fenomeni legati allo stato di salute della popolazione in tempi “adeguati”
per la verifica di eventuali bisogni sanitari “emergenti”.
1
Mortalità
1.1
Materiali e metodi
I dati di mortalità dell’ASL4 di fonte ISTAT forniti dall’Ufficio Statistica della Regione Liguria sono
disponibili su base comunale a partire dal 1986, data in cui è considerata affidabile l’informazione sul
Comune di nascita. L’ultimo anno reso pubblico è il 2000.
Partendo da questa banca dati, saranno effettuate aggregazione per quinquenni ed in particolare: anni
1986-1990; 1991-1995; 1996-2000.
Tale raggruppamento consentirà di ridurre al minimo le influenze “annuali” legate al caso e di dare
“corposità” a quelle patologie “rare” sia a causa del campione piccolo (dati ASL) sia a causa della
bassa frequenza della patologia.
Per la codifica delle cause di morte dell’anno 2003, non essendo possibile servirsi del certificato
così com’è, si è reso necessario un ulteriore passaggio, cioè la codifica, che consiste nello scegliere fra
le patologie indicate dal medico certificatore quella che viene definita come causa iniziale e nel
trasformare questa patologia in un codice. Questo è stato realizzato applicando delle regole in
maniera standardizzata, al fine di ottenere un risultato riproducibile.
Per raggiungere questo risultato ci si è avvalsi dei seguenti strumenti:
§
§
§
la scheda (o le schede) per la certificazione delle cause di morte (modelli ISTAT D/4,
D/5, D/4 bis, D/5 bis);
la Classificazione internazionale delle malattie, traumatismi e cause di morte – IX
Revisione (I e II volume). È un utilissimo ausilio per la codifica anche la lista delle voci
mancanti all’elenco alfabetico del 2° volume dell’ICD-IX, preparata dal Dott. Feola e
collaboratori dell’ISTAT (2, 3);
il manuale ACME (4).
Partendo dai data base disponibili, sono state effettuate le aggregazioni riportate in tabella
denominata “tabella aggregazioni di cause di morte” (5), tenendo conto delle informazioni necessarie
alla valutazione dello stato di “malattia” della popolazione, e delle esigenze informatiche.
Per i casi dovuti ad incidenti stradali, suicidi ed omicidi, solo per l’anno 2003, è stata effettuata
un’ulteriore analisi della documentazione cartacea relativa all’accertamento di decesso effettuato dalla
nostra Struttura Complessa di Igiene e Sanità Pubblica, codificando manualmente i casi ancora in
corso di indagine da parte dell’Autorità Giudiziaria.
33
1.2 Indicatori
1.2.1 Tasso grezzo di Mortalità
Si definisce tasso grezzo di mortalità, per una data patologia causa di morte, il numero di decessi ad
essa attribuiti, verificatisi in una certa popolazione nel corso del periodo di osservazione; in genere i
tassi sono annuali e riferiti a 100.000 persone.
1.2.2 Rapporti standardizzati di mortalità (SMR)
L’SMR è il rapporto tra il numero di decessi osservati nella popolazione in studio e quelli attesi, ossia
quelli che si sarebbero verificati se la popolazione in studio avesse la stessa mortalità di quella di
riferimento (nel nostro caso la mortalità standard è quella della Regione Liguria nell’anno 2000) ,
tenuto conto delle eventuali differenze nella loro composizione per età.
L’SMR sarà utilizzato per la verifica dei dati di mortalità dell’anno 2003, e per i quinquenni
sopra menzionati.
Per valutare la significatività statistica della stima dell’SMR sono stati calcolati gli intervalli di
confidenza al 95% (IC 95%) utilizzando l’approssimazione di Byar (6). Una corretta interpretazione
dei risultati consiste nel considerare “non significativo” un SMR il cui intervallo di confidenza
includa il valore 1.
1.2.3 Età media di decesso
Per ogni Causa di Morte, è stata calcolata per ogni quinquennio l’età media di decesso.ed il
corrispettivo coefficiente di variazione, definito a partire dalla media e dalla deviazione standard:
v=
σ
χ
più è piccolo il coefficiente di variazione meno sono variabili i valori intorno alla media.
Tale dato, inoltre, è stato calcolato anche per ogni singolo anno di decesso e per i principali gruppi di
cause e con relativa rappresentazione descrittiva nel tempo.
1.2.4 Regressione Lineare e Correlazione
Lo scopo dell’analisi di regressione lineare è quello di determinare le caratteristiche della relazione fra
due variabili, secondo un modello causa-effetto.
L’equazione y = β x + c esprime la relazione fra i valori assunti dalla variabile x detta indipendente e i
valori della variabile y detta dipendente.
I parametri ( β ) e ( c ) esprimono rispettivamente la pendenza e l’intercetta dell’equazione, vengono
determinati in modo da rendere minima la distanza fra i valori assunti dalla variabile y e i valori
predetti dalla retta di regressione. La pendenza ( β ) esprime la variazione predetta dalla retta di
regressione per ogni incremento unitario della variabile x. Mentre l’intercetta ( c ) esprime il valore
predetto dalla regressione quando x=0.
La capacità della retta di regressione di predire i valori osservati della variabile y, noti i valori di x,
viene detta bontà di adattamento ed è espressa dal valore di R detto coefficiente di determinazione.
Il coefficiente di determinazione R2 esprime la quota di variabilità della variabile y predetta dalla retta
di regressione, quindi tanto più R2 è vicino al valore 1 tanto migliore è la variabilità di y predetta dalla
regressione e quindi tanto migliore è la bontà di adattamento della retta ai dati osservati, viceversa
tanto più R2 è vicino al valore 0 tanto peggiore è la capacità della retta di regressione di rappresentare
i dati osservati.
34
2
Attività di ricovero ospedaliero
La stima dei bisogni assistenziali espressi dalla popolazione residente all’interno dell’ASL 4, è stata
effettuata utilizzando le informazioni cliniche e di intervento, contenute all’interno della Scheda di
Dimissione Ospedaliera.
Tale documento infatti possiede alcuni requisiti che la rendono utile per una valutazione
epidemiologica di base dello stato di salute del Tigullio ed il suo entroterra; il primo è rappresentato
dal suo contenuto, infatti attraverso i codici della Classificazione Internazionale delle malattie,
traumatismi e cause di morte – IX revisione, sono rilevabili per ciascun ricovero la diagnosi
principale (di dimissione) e secondarie e le procedure diagnostico terapeutiche (inclusi gli interventi);
il secondo è l’informatizzazione della scheda che pertanto risulta accessibile a rielaborazioni
descrittive anche sotto il profilo clinico.
2.1 Materiali e metodi
Partendo dal data base relativo ai ricoveri ospedalieri per gli anni 2001, 2002 e 2003 (integrati con i
ricoveri extra aziendali della popolazione residente), sono stati effettuati gli stessi raggruppamenti
utilizzati per le cause di decesso (vedi codici ICD IX CM tabella “aggregazioni per cause di morte”)
(5), suddivisi per fasce di età.
Tale modalità operativa permette di rilevare eventuali cambiamenti in merito alla richiesta
assistenziale espressa dalla popolazione residente negli ultimi tre anni, la fascia di età dove tale
bisogno risulta più evidente ed una eventuale differenza di comportamento nei due sessi.
Per alcuni raggruppamenti è stato anche tentato un confronto con i dati di morbosità descritti in
letteratura. E’ indubbio che i dati forniti dalle SDO non costituiscano una stima metodologicamente
affidabile della vera incidenza di una patologia, ma con idonei accorgimenti può essere considerato
un indicatore “proxy”, ovvero un indicatore che descrive l’andamento di un fenomeno senza
osservarlo direttamente.
Nella rappresentazione dei risultati accanto ai dati di decesso, sono riportati quelli di ricovero che
forniscono un completamento nella valutazione dell’incidenza e nel trattamento di una patologia,
infatti, per alcune malattie, come le neoplasie maligne, è stato evidenziato un aumento dei ricoveri
non seguito da aumenti del dato d mortalità. Tale riflessione permette di formulare ipotesi sulla
“letalità” per causa, all’interno dell’ASL 4 e di verificarne la coerenza con il dato nazionale.
35
Tabella 1 - Aggregazione di cause di morte
Codice
Descrizione
0010—1399
1400—2399
1510--1519
1530--1549, 1590
1620--1629
1630—1639
1720—1729
1740--1749
1830--1839
1790--1809,
1820--1829
1850--1859
1880--1889
1570—1579
1550—1569
2000—2038
2040--2089
2400—2799
2500--2599
2791
2800—2899
2900—3199
3040--3049
3200—3899
3320—3321
3352
3900—4599
4010—4050
4100--4149
4100--4109
4300—4389
4600—5199
4800 –4870
4900--4939
5000—5089
5200—5799
5400—5430
5710--5719
5800—6299
5850—5860
6300—6769
6800—7099
7100—7399
7400—7599
7600—7799
7800—7999
8000—9999
8200-8209
9400-9499
9600-9899
140--150, 161, 291, 303,
305, 571, E960-E959,
140--150, 161, 162, 188,
189, 305.1, 410--414,
416, 490--496
Malattie infettive e parassitarie
Tumori
Tumori maligni dello stomaco
Tumori maligni dell'intestino (colon e retto)
Tumori maligni del polmone
Tumori maligni della pleura
Melanoma
Tumori maligni della mammella
Tumori maligni dell'ovaio
Tumori maligni dell'utero (collo )
Tumori maligni dell'utero (corpo)
Tumori maligni della prostata
Tumori maligni della vescica
Tumori maligni del pancreas
Tumori maligni del fegato
Linfomi (hodgkin e non, mielomi)
Leucemie
Malattie endocrine, nutrizionali, metaboliche e disturbi immunitari
Diabete e altre malattie endocrine
AIDS
Malattie del sangue e degli organi ematopoietici
Disturbi psichici
Overdose
Malattie del SN e degli organi dei sensi
Morbo di Parkinson
Sclerosi laterale amiotrofica
Malattie del sistema circolatorio
Ipertensione arteriosa
Cardiopatia ischemica
Infarto del miocardio
Malattie cerebrovascolari
Malattie dell'apparato respiratorio
Polmoniti
Bronchite, enfisema ed asma
Pneumoconiosi (Asbestosi, silicosi e antracosilicosi)
Malattie dell'apparato digerente
Appendicite
Cirrosi epatica
Malattie del sistema genitourinario
Insufficienza renale cronica
Complicazioni della gravidanza, del parto e del puerperio
Malattie della cute e del tessuto sottocutaneo
Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo
Malformazioni congenite
Alcune condizioni morbose e di origine perinatale
Sintomi, segni e stati morbosi mal definiti
Cause accidentali
Fratture del collo del femore
Ustioni
Avvelenamenti
Malattie alcool correlate con rischio attribuibile > 50%
36
Malattie fumo correlate (tutte)
3
Risultati
I tassi di mortalità grezzi, forniti dall’atlante Prometeo (15) mostrano come la struttura per età sia in
grado di influire sul numero di morti osservato, ponendo tra le regioni con minor numero di caso
Campania, Sardegna e Calabria, mentre nella Liguria e all’interno dell’ASL 4 il fenomeno sarebbe
sensibilmente alto con punte del 13.5 e 14.4 morti ogni 1000 abitanti
Figura 1 – Tasso grezzo di mortalità (x 1000)
p.a. Bolzano
Puglia
Campania
Sardegna
Calabria
Basilicata
Sicilia
Lazio
Veneto
Lombardia
p.a. Trento
Italia
Abruzzo
Valle d'Aosta
Marche
Umbria
Molise
Piemonte
Emilia Romagna
Toscana
Friuli Venezia Giulia
Liguria
ASL 4
7.8
7.9
8.1
8.2
8.7
9
9.2
9.3
9.5
9.6
9.7
9.8
10.2
10.6
10.6
11
11
11.5
11.7
11.7
12.3
13.5
14.4
Figura 2 - Tasso standardizzato di mortalità (x 1000)
37
Marche
Abruzzo
Molise
p.a. Bolzano
Trento
Umbria
Veneto
Basilicata
Calabria
Toscana
Puglia
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Italia
Lombardia
ASL 4
Lazio
Liguria
Sardegna
Piemonte
Valle d'Aosta
Sicilia
Campania
6.8
7.0
7.1
7.3
7.3
7.4
7.4
7.4
7.5
7.5
7.5
7.5
7.5
7.7
7.8
7.8
7.8
7.8
7.8
8.0
8.2
8.3
8.7
La standardizzazione diretta dei tassi di mortalità (facendo sempre riferimento all’Atlante Prometeo)
consente di eliminare l’effetto confondente della strutture per età della popolazione (8) e di
apprezzare il fenomeno nelle sue componenti di incidenza e trattamento. La Valle d’Aosta la Sicilia e
la Campania registrano i valori di mortalità più elevati (da 8.2 a 8.7 decessi ogni 1000 abitanti) mentre
nelle Marche si registra il tasso più basso di mortalità pari a 6.8 per 1000.
Tabella 2 – Tasso grezzo di mortalità e rapporto di mortalità standardizzato con il dato regionale
(confronto complessivo)
Femmine
Oss./aa
Maschi
Tasso grezzo
SMR
x 100000
IC 95%
Oss./aa
Tasso grezzo
SMR
x 100000
IC 95%
1986-1990
1038,8
839,0
199,8
212,4
506,4
320,0
13,3
12,9
15,5
12,0
13,3
14,3
1,09
1,08
1,14
1,01
1,10
1,15
1,06
1,05
1,07
0,95
1,05
1,09
1,12
1,11
1,22
1,07
1,14
1,21
1092,2
874,4
217,8
232,6
528,2
331,4
13,9
13,3
17,1
13,3
14,0
14,3
1,06
1,03
1,20
1,02
1,07
1,07
1,03
1,00
1,13
0,97
1,03
1,01
1,09
1,06
1,28
1,08
1,11
1,12
1092,0
877,0
215,0
237,6
542,0
312,4
14,1
13,4
17,5
13,7
14,5
13,6
1,01
0,99
1,16
0,98
1,07
0,96
0,99
0,96
1,09
0,93
1,03
0,91
1,04
1,01
1,23
1,04
1,11
1,01
Totale ASL4
Fascia costiera
Entroterra
Distretto 1
Distretto 2
Distretto 3
1043,6
809,6
234,0
247,2
510,8
285,6
15,0
14,2
18,9
15,4
14,9
14,9
1,22
1,19
1,35
1,24
1,20
1,26
1,19
1,16
1,27
1,17
1,15
1,20
1,26
1,23
1,43
1,31
1,25
1,33
1026,4
806,2
220,2
228,6
523,8
274,0
14,7
14,0
17,9
14,4
15,3
13,7
1,13
1,11
1,23
1,05
1,19
1,09
1,10
1,07
1,15
0,99
1,14
1,04
1,16
1,14
1,30
1,12
1,23
1,15
996,4
780,0
216,4
223,8
506,8
265,8
14,3
13,6
17,9
14,1
15,0
13,3
1,02
0,99
1,15
0,94
1,09
0,98
0,99
0,96
1,08
0,89
1,04
0,93
1,05
1,02
1,22
1,00
1,13
1,04
1991-1995
Totale ASL4
Fascia costiera
Entroterra
Distretto 1
Distretto 2
Distretto 3
1996-2000
Totale ASL4
Fascia costiera
Entroterra
Distretto 1
Distretto 2
Distretto 3
L’analisi descrittiva dell’andamento della mortalità all’interno del territorio della ASL4 nell’ultimo
quinquennio mostra un tasso di mortalità in linea con quello regionale (SMR non significativo). Tale
fenomeno risulta evidente anche per la fascia costiera dove l’SMR è inferiore all’unità.
Nell’entroterra, il tasso si discosta in modo significativo rispetto al dato regionale con un tasso di
mortalità di 17.5 x 100000 abitanti nelle donne e 17.9 x 100000 abitanti per gli uomini (dato ASL4
rispettivamente di 14.1 e 14.3). E’ possibile riscontrare un costante eccesso di mortalità
nell’entroterra per tutto il periodo di tempo valutato contrariamente alla fasci costiera dove si è
verificato un progressivo recupero dell’SMR Il distretto 2, costituito prevalentemente dai comuni
dell’entroterra, mostra un SMR significativo per tutto il periodo di analisi.
3.1 La qualità della compilazione della scheda ISTAT
Per valutare la qualità della codifica durante la compilazione del modello ISTAT delle cause di morte
è possibile utilizzare l’indicatore rispondente ai segni e sintomi mal definiti (codice 7800—7999); tale
indicatore mostra per tutti i quinquenni ed anche nel 2003 un SMR inferiore all’unità con una
differenza statisticamente significativa rispetto al dato regionale. E’ possibile quindi affermare che i
medici dell’ASL4 ricorrono meno frequentemente a definizioni generiche delle cause di morte.
38
Tabella 3 – Qualità della compilazione della scheda ISTAT: segni e sintomi mal definiti
SMR
39
Maschi
IC 95%
0,40
0,31
0,50
0,47
0,37
0,58
0,38
0,30
0,48
0,37
0,20
0,62
Cod. 7800-7999
Segni e sintomi mal definiti
1986-1990
1991-1995
1996-2000
2003
SMR
Femmine
IC 95%
0,65
0,52
0,81
0,49
0,38
0,62
0,37
0,28
0,49
0,55
0,31
0,89
3.2 Malattie del sistema circolatorio
3.2.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 4 - Malattie del sistema circolatorio (mortalità)
14653
Femmine
Oss. totali
Tasso grezzo
SMR
1986-1990
1991-1995
1996-2000
2003
670.28
678.29
666.76
584.83
1.19
1.11
1.03
0.90
Maschi
IC 95%
1.15
1.07
0.99
0.82
Tasso grezzo
SMR
599.02
589.64
540.20
442.75
1.35
1.25
1.05
0.86
1.24
1.15
1.07
0.99
IC 95%
1.29
1.19
1.00
0.76
1.41
1.30
1.10
0.96
Le malattie del sistema circolatorio rappresentano in numero assoluto la principale cause di decesso
non solo in Italia (9), ma anche all’interno del territorio dell’ASL4.
Età media di decesso diviso per maschi e femmine sottolinea il divario tra i due sessi che si mantiene
evidente e costante negli anni. L’R2 della regressione lineare, indica una bassa dispersione dei dati
intorno alla retta di regressione che quindi è altamente rappresentativa dell’andamento del fenomeno.
Figura 3 – Malattie del sistema circolatorio (età media di decesso)
87
86
85
Maschi
Femmine
84
y = 0,2391x - 392,77
R2 = 0,8762
83
82
81
80
79
78
y = 0,1826x - 285,77
R2 = 0,8129
77
76
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
La distribuzione delle malattie del sistema circolatorio all’interno dei due sessi è differente in quanto
per le donne gli accidenti cerebrovascolari rappresentano la causa principale di decesso, mentre per
gli uomini la cardiopatia ischemica mantiene il primato, anche se dal 1986 ad oggi mostra un
andamento sensibilmente decrescente.
40
Figura 4 - Malattie del sistema circolatorio (femmine - tasso grezzo x 100000)
86-90
Malattie cerebrovascolari
91-95
96-00
2003
Infarto del miocardio
Cardiopatia ischemica
Ipertensione arteriosa
0
50
100
150
200
250
Figura 5 - Malattie del sistema circolatorio (maschi - tasso grezzo x 100000)
86-90
Malattie cerebrovascolari
91-95
96-00
2003
Infarto del miocardio
Cardiopatia ischemica
Ipertensione arteriosa
0
50
100
150
200
250
Il miglioramento dell’SMR, che nei primi due quinquenni è sopra l’unità e statisticamente
significativo (esisteva un eccesso di mortalità rispetto alla regione anno 2000), e il progressivo
allungamento dell’età media di decesso evidenziano un adeguato trattamento delle patologie di
origine vascolare sia nelle fasi acute che nella prevenzione.
41
Tabella 5 – Principali patologie cardiocircolatorie (mortalità)
Femmine
Oss./aa
Maschi
Tasso
Età
Oss./aa grezzo
CV SMR IC 95%
media
x 100000
Tasso grezzo Età
CV SMR IC 95%
x 100000
media
1986-1990
522.6
670.3
82.5
13.8
1.2
1.2 1.2
37.4
48.0
82.8
10.9
0.9
0.8 1.1
126.8
162.6
80.4
14.4
1.2
1.1 1.3
67.0
85.9
78.4
16.2
1.5
1.3 1.6
142.4
182.6
81.5
14.5
1.2
1.1 1.3
532.6
678.3
84.2
13.5
1.1
1.1 1.2
37.6
47.9
83.3
12.4
0.9
0.7 1.0
126.2
160.7
82.4
13.7
1.1
1.0 1.2
66.8
85.1
81.0
14.3
1.3
1.2 1.5
138.2
176.0
83.8
13.4
1.0
1.0 1.1
517.6
666.8
84.9
13.5
1.0
1.0 1.1
45.4
58.5
84.9
11.2
1.0
0.9 1.1
115.6
148.9
83.2
14.4
1.0
0.9 1.1
58.6
75.5
82.2
15.1
1.1
1.0 1.3
116.4
149.9
83.4
15.5
0.8
0.8 0.9
454.0
584.8
86.3
12.2
0.9
0.8 1.0
51.0
65.7
86.7
10.3
1.1
0.8 1.5
77.0
99.2
85.3
13.3
0.6
0.5 0.8
38.0
49.0
82.7
14.1
0.7
0.5 1.0
118.0
152.0
85.4
11.5
0.8
0.7 1.0
Totale
Ipertensione
arteriosa
Cardiopatia
ischemica
Infarto del
miocardio
Malattie
cerebrovascolari
416.6
599.0
77.2
19.3
1.4
1.3 1.4
24.4
35.1
78.8
13.5
1.4
1.1 1.6
153.4
220.6
74.3
21.1
1.5
1.4 1.6
92.2
132.6
71.9
22.5
1.6
1.5 1.8
87.6
126.0
78.1
18.5
1.2
1.1 1.3
413.0
589.6
78.0
19.0
1.3
1.2 1.3
20.0
28.6
79.3
15.4
1.0
0.9 1.3
149.8
213.9
74.8
20.3
1.3
1.2 1.4
94.8
135.3
72.3
21.7
1.6
1.4 1.7
85.0
121.4
79.0
18.2
1.1
1.0 1.2
375.8
540.2
79.1
18.2
1.1
1.0 1.1
23.2
33.4
79.0
14.9
1.1
0.9 1.3
124.4
178.8
75.7
19.8
1.0
0.9 1.1
68.8
98.9
73.2
21.6
1.1
0.9 1.2
74.8
107.5
80.1
17.2
0.9
0.8 1.0
308.0
442.7
79.7
17.2
0.9
0.8 1.0
35.0
50.3
80.7
13.6
1.7
1.2 2.3
88.0
126.5
77.9
17.2
0.7
0.6 0.9
52.0
74.7
76.1
18.4
0.8
0.6 1.0
61.0
87.7
80.4
20.6
0.7
0.5 0.9
1991-1995
Totale
Ipertensione
arteriosa
Cardiopatia
ischemica
Infarto del
miocardio
Malattie
cerebrovascolari
1996-2000
Totale
Ipertensione
arteriosa
Cardiopatia
ischemica
Infarto del
miocardio
Malattie
cerebrovascolari
2003
42
Totale
Ipertensione
arteriosa
Cardiopatia
ischemica
Infarto del
miocardio
Malattie
cerebrovascolari
3.2.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
Diversamente dalle cause di morte, i ricoveri per la patologia cardiovascolare sono più frequenti negli
uomini, con un’età media di ricovero intorno ai 65 - 70 anni.
La patologia cardiovascolare nel suo dato di ricovero ospedaliero e quindi di bisogno sanitario
espresso, sembra avere un andamento stabile negli ultimi tre anni, per cui il calo dei decessi è
ragionevolmente riconducibile ad un adeguato trattamento della patologia in fase acuta e alla
prevenzione delle recidive.
Tabella 6 – Malattie del sistema circolatorio (ricoveri ospedalieri)
Femmine
2001
2002
Maschi
2003
2001
2002
2003
8
26
55
76
88
164
284
389
1090
23
19
37
79
93
181
309
402
1143
12
29
63
71
83
259
4
17
26
68
86
202
5
4
40
71
100
105
325
3
6
22
38
97
79
245
3
5
14
37
115
162
336
4
7
19
44
92
187
353
Ricoveri per malattie del sistema circolatorio
11
8
37
71
88
135
232
456
1038
11
3
30
54
87
134
237
477
1035
2
5
19
31
78
135
3
2
13
31
88
137
1
2
11
29
77
58
178
3
4
5
24
47
60
143
11
3
18
34
76
261
403
6
8
8
28
83
269
403
9
6
36
69
69
117
232
435
973
0-14
15-24
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
18
24
45
88
116
163
321
437
1212
Ricoveri per infarto del miocardio
2
4
8
36
84
134
0-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
5
31
45
72
87
240
Ricoveri per malattie ischemiche del cuore
1
2
11
15
55
77
161
0-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
11
8
35
77
137
67
335
Ricoveri per malattie cerebrovascolari
43
3
6
10
26
88
319
452
0-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
6
6
15
39
107
215
388
Figura 6 - Malattie del sistema circolatorio (femmine – ricoveri ospedalieri)
2001
Mal. cebebrovascolari
2002
2003
Mal. ischemiche del cuore
Infarto miocardio acuto
Tot mal. del sistema
circolatorio
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
Figura 7 - Malattie del sistema circolatorio (maschi – ricoveri ospedalieri)
2001
Mal. cebebrovascolari
2002
2003
Mal. ischemiche del cuore
Infarto miocardio acuto
Tot. mal. del sistema
circolatorio
0
44
200
400
600
800
1000
1200
1400
3.3 Patologia tumorale
3.3.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 7 – Patologia tumorale (mortalità)
9235
Femmine
Oss. totali
Tasso grezzo
SMR
1986-1990
1991-1995
1996-2000
2003
318.34
340.29
325.39
300.15
1.05
1.06
0.98
0.90
Maschi
IC 95%
0.99
1.01
0.92
0.79
Tasso grezzo
SMR
472.77
450.59
464.31
467.18
1.14
1.03
0.99
0.99
1.11
1.12
1.03
1.02
IC 95%
1.08
0.98
0.94
0.89
1.19
1.08
1.04
1.11
La patologia tumorale rappresenta nel nostro territorio, come in Italia, la seconda causa di morte (9).
Il tasso grezzo totale diviso per sesso non mostra sostanziali variazioni nel tempo anche se tale dato
quantitativo mostra sfumature qualitative di rilievo.
La prima è sicuramente l’età media di decesso che è passata dai 72 anni ai 76 per le femmine e dai 70
ai 73 per i maschi, con un R2 indicativo di una buona equazione di regressione.
Figura 8 - Patologia tumorale (età media di decesso)
77
76
Maschi
Femmine
75
y = 0,259x - 441,91
R2 = 0,7572
74
73
72
y = 0,2036x - 333,94
R2 = 0,7344
71
70
69
1986
45
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
L’analisi dell’SMR per le diverse patologie tumorali, per il quinquennio 1996-2000, mostra un
andamento complessivamente sovrapponibile al trend regionale.
Tabella 8 – Principali patologie tumorali
Femmine
Tasso grezzo per 100.000 abitanti (casi)
86-90 91-95 96-00 2003
86-90 91-95 96-00 2003
318.3 340.3 325.4 300.2
(248) (267) (253) (233)
28.5
(22)
36.4
(28)
14.1
(11)
24.4
(19)
2.6
(2)
3.8
(3)
57.7
(45)
13.3
(10)
14.6
(11)
1.3
(1)
6.9
(5.4)
15.6
(12)
21.3
(17)
14.4
(11)
10.3
(8)
46
23.9
(19)
41.3
(32)
14.5
(11)
25.2
(20)
2.5
(2)
3.8
(3)
63.7
(50)
15.3
(12)
14.3
(11)
2.8
(2)
6.9
(5.4)
20.1
(16)
21.1
(17)
16.8
(13)
10.4
(8)
19.3
(15)
39.9
(31)
11.6
(9)
30.9
(24)
4.4
(3.4)
2.8
(2)
53.1
(41)
13.7
(11)
6.7
(5)
2.3
(2)
6.4
(5)
18.8
(14.6)
25.8
(20)
17.5
(14)
11.1
(9)
Maschi
16.8
(13)
42.5
(33)
12.9
(10)
28.3
(22)
2.6
(2)
0.0
42.5
(33)
6.4
(5)
9.0
(7)
0.0
2.6
(2)
19.3
(15)
16.8
(13)
28.3
(22)
7.7
(6)
472.8 450.6 464.3 467.2
(329) (316) (323) (325)
Tumori
Tumori maligni dello stomaco
Tumori maligni dell'intestino (colon e retto)
Tumori maligni dell'intestino (aspecifiche)
Tumori maligni del polmone
Tumori maligni della pleura
Melanoma
35.4 30.0 29.3
(25) (21) (20)
47.7 45.1 42.0
(33) (32) (29)
13.2 13.7 12.9
(9)
(10)
(9)
137.5 126.5 132.0
(96) (89) (92)
9.8
9.7
10.9
(7)
(7)
(8)
3.2
2.9
5.2
(2)
(2)
(4)
37.4
(26)
37.4
(26)
14.4
(10)
97.8
(68)
15.8
(11)
4.3
(3)
42.6
(30)
40.5
(28.4)
40.0
(28)
48.9
(34)
24.4
(17)
18.7
(13)
26.2
(18)
16.4
(12)
12.4
(9)
22.6
(16)
15.7
(11)
29.4
(21)
12.9
(9)
13.4
(9.4)
14.4
(10)
16.4
(11.4)
27.9
(19)
20.1
(14)
12.1
(8.4)
27.3
(19)
24.4
(17)
28.8
(20)
18.7
(13)
15.8
(11)
mammella
ovaio
prostata
utero (collo )
utero (corpo)
Tumori maligni della vescica
Tumori maligni del pancreas
Tumori maligni del fegato
Linfomi (hodgkin e non, mielomi)
Leucemie
Tabella 9 – Principali patologie tumorali (mortalità)
Oss./aa
47
Tasso
grezzo
x 100000
Età media
CV
SMR
IC 95%
22.2
28.4
11
19
2
3
45
10.4
11.4
1
5.4
12.2
16.6
11.2
8
28.47
36.43
14.11
24.37
2.57
3.85
57.72
13.34
14.62
1.28
6.93
15.65
21.29
14.37
10.26
77.07
75.71
76.95
71.15
74.50
67.40
69.38
68.88
69.61
74.20
78.11
73.95
74.20
71.54
64.43
17.41
20.12
21.01
22.52
15.58
27.57
29.13
28.19
28.63
26.23
14.89
19.23
19.03
24.43
54.12
1.57
0.91
1.53
0.88
0.95
1.13
1.09
1.17
1.73
0.73
1.25
0.83
1.13
0.87
1.25
1.29
0.77
1.15
0.72
0.45
0.63
0.95
0.88
1.31
0.23
0.83
0.64
0.90
0.66
0.90
18.8
32.4
11.4
19.8
2
3
50
12
11.2
2.2
5.4
15.8
16.6
13.2
8.2
23.94
41.26
14.52
25.22
2.55
3.82
63.68
15.28
14.26
2.80
6.88
20.12
21.14
16.81
10.44
80.10
78.17
79.46
70.10
72.60
67.20
71.72
73.57
72.55
80.27
79.04
77.68
78.48
72.79
68.56
14.52
18.65
18.21
22.54
18.40
39.45
26.99
19.91
22.51
12.69
15.44
16.00
16.45
24.85
38.42
1.24
0.97
1.47
0.87
0.87
1.08
1.15
1.29
1.61
1.49
1.15
1.01
1.05
0.97
1.20
1.00
0.83
1.12
0.70
0.42
0.60
1.01
0.99
1.22
0.74
0.76
0.80
0.84
0.75
0.86
15
31
9
24
3.4
2.2
41.2
10.6
5.2
1.8
5
14.6
20
13.6
8.6
19.32
39.93
11.59
30.92
4.38
2.83
53.07
13.65
6.70
2.32
6.44
18.81
25.76
17.52
11.08
76.45
77.25
77.96
72.69
78.47
74.27
73.15
68.40
76.19
72.67
81.16
75.86
76.96
77.19
77.42
20.46
19.11
18.24
21.67
14.83
23.58
25.47
29.42
19.67
20.78
11.56
18.88
15.06
20.56
20.74
0.96
0.90
1.12
1.03
1.41
0.79
0.93
1.13
0.73
1.18
1.02
0.90
1.23
0.98
1.23
0.76
0.76
0.82
0.85
0.82
0.39
0.81
0.84
0.48
0.54
0.66
0.71
1.00
0.76
0.89
13
33
10
22
2
0
33
5
7
0
2
15
13
22
6
16.75
42.51
12.88
28.34
2.58
0.00
42.51
6.44
9.02
0.00
2.58
19.32
16.75
28.34
7.73
78.31
80.88
84.00
74.59
82.00
0.00
73.76
69.20
76.14
0.00
91.50
80.33
80.92
78.55
81.50
20.39
12.91
9.86
18.19
4.46
0.00
24.43
26.16
27.62
0.00
0.60
20.74
17.07
22.80
8.10
0.83
0.96
1.25
0.94
0.83
0.00
0.74
0.53
0.99
0.00
0.41
0.93
0.80
1.58
0.86
0.44
0.66
0.60
0.59
0.09
0.00
0.51
0.17
0.40
0.00
0.05
0.52
0.42
0.99
0.31
1986-1990
1.89
K stomaco
1.08 K intestino/colon/retto
1.99
K intestino nsp
1.08
K polmone
1.75
K pleura
1.86
Melanoma
1.24 K mammella/prostata
1.54
K ovaio
2.24
K utero collo
1.69
K utero corpo
1.82
K vescica
1.07
K pancreas
1.40
K fegato
1.14 Linfomi LH LNH mielomi
1.71
Leucemie
1991-1995
1.52
K stomaco
1.13 K intestino/colon/retto
1.91
K intestino nsp
1.06
K polmone
1.60
K pleura
1.78
Melanoma
1.30 K mammella/prostata
1.66
K ovaio
2.09
K utero collo
2.66
K utero corpo
1.68
K vescica
1.26
K pancreas
1.31
K fegato
1.24 Linfomi LH LNH mielomi
1.63
Leucemie
1996-2000
1.20
K stomaco
1.05 K intestino/colon/retto
1.50
K intestino nsp
1.23
K polmone
2.26
K pleura
1.41
Melanoma
1.06 K mammella/prostata
1.47
K ovaio
1.08
K utero collo
2.24
K utero corpo
1.51
K vescica
1.13
K pancreas
1.49
K fegato
1.24 Linfomi LH LNH mielomi
1.65
Leucemie
2003
1.42
K stomaco
1.34 K intestino/colon/retto
2.29
K intestino nsp
1.42
K polmone
3.00
K pleura
1.31
Melanoma
1.04 K mammella/prostata
1.24
K ovaio
2.04
K utero collo
2.40
K utero corpo
1.48
K vescica
1.53
K pancreas
1.36
K fegato
2.39 Linfomi LH LNH mielomi
1.86
Leucemie
Oss./aa
Tasso
grezzo
x 100000
Età media
CV
SMR
IC 95%
24.6
33.2
9.2
95.6
6.8
2.2
29.6
35.37
47.74
13.23
137.46
9.78
3.16
42.56
73.63
73.07
73.04
68.93
68.74
62.09
78.82
20.70
21.09
27.89
20.66
22.75
29.57
13.19
1.64
1.08
1.34
1.18
0.87
1.15
1.32
1.36
0.92
0.98
1.07
0.61
0.57
1.12
1.96
1.25
1.79
1.29
1.22
2.06
1.55
17
13
18.2
11.4
8.6
24.44
18.69
26.17
16.39
12.37
73.76
69.25
71.42
66.05
67.70
18.28
24.19
20.12
35.02
39.31
1.36
1.29
0.94
1.02
1.10
1.09
0.99
0.75
0.77
0.80
1.68
1.64
1.15
1.33
1.48
21
31.6
9.6
88.6
6.8
2
28.4
29.98
45.12
13.71
126.50
9.71
2.86
40.55
74.93
72.61
73.83
69.66
72.18
68.30
79.31
19.43
23.33
20.51
21.07
17.82
24.57
13.76
1.31
0.96
1.31
1.03
0.82
1.01
1.18
1.07
0.82
0.96
0.94
0.57
0.48
0.99
1.59
1.13
1.73
1.13
1.15
1.85
1.39
15.8
11
20.6
9
9.4
22.56
15.70
29.41
12.85
13.42
76.48
70.04
73.26
70.64
74.43
18.25
23.43
19.36
34.82
29.33
1.18
1.03
1.00
0.77
1.15
0.93
0.78
0.82
0.56
0.84
1.47
1.34
1.21
1.02
1.53
20.4
29.2
9
91.8
7.6
3.6
27.8
29.32
41.97
12.94
131.96
10.92
5.17
39.96
74.11
73.77
74.20
71.69
71.45
69.61
81.35
20.85
20.08
20.80
17.72
18.50
28.99
12.54
1.19
0.83
1.14
1.01
0.87
1.75
1.05
0.97
0.70
0.83
0.92
0.61
1.04
0.88
1.44
0.98
1.52
1.11
1.19
2.77
1.24
10
11.4
19.4
14
8.4
14.37
16.39
27.89
20.12
12.07
75.12
72.40
71.30
71.87
68.88
17.63
22.85
24.42
26.55
44.24
0.69
1.01
0.89
1.12
0.98
0.51
0.76
0.72
0.88
0.70
0.91
1.31
1.08
1.42
1.32
26
26
10
68
11
3
34
37.37
37.37
14.37
97.75
15.81
4.31
48.87
73.85
76.00
77.20
71.15
71.09
61.33
81.82
20.38
16.97
21.17
20.08
20.92
37.24
8.62
1.51
0.74
1.26
0.75
1.25
1.46
1.29
0.99
0.49
0.61
0.58
0.62
0.29
0.89
2.22
1.09
2.33
0.95
2.24
4.27
1.80
19
17
20
13
11
27.31
24.44
28.75
18.69
15.81
78.16
74.59
72.70
71.46
77.91
15.48
18.72
20.08
35.40
18.32
1.31
1.50
0.92
1.04
1.28
0.79
0.87
0.56
0.56
0.64
2.05
2.41
1.42
1.79
2.29
Figura 9 – Principali patologie tumorali (femmine – tasso grezzo x 100000)
Leucemie
86-90
Linfomi
91-95
Fegato
96-00
2003
Pancreas
Vescica
Utero (corpo)
Utero (collo )
Ovaio
Mammella
Melanoma
Pleura
Polmone
Intestino (aspecifico)
Intestino (colon e retto)
Stomaco
0
20
40
60
80
100
120
140
160
Figura 10 - Principali patologie tumorali (maschi – tasso grezzo x 100000)
Leucemie
86-90
91-95
Linfomi
96-00
Fegato
2003
Pancreas
Vescica
Prostata
Melanoma
Pleura
Polmone
Intestino (aspecifico)
Intestino (colon e retto)
Stomaco
0
48
20
40
60
80
100
120
140
160
Dettagli sulle principali patologie tumorali (10).
I tumori maligni dello stomaco mostrano una lieve diminuzione con un’età media di decesso stabile. Tale
andamento sembra essere in linea con l’andamento dell’incidenza della patologia (che risulta in
diminuzione) e con il dato italiano (Regione Liguria bollettino di statistica)
Il tumori maligni del colon-retto hanno un andamento sostanzialmente stabile. Tale immagine contrasta
con il dato di incidenza che risulta in aumento. Tale fenomeno potrebbe essere legato al cosi detto
“screening spontaneo”, che consente la diagnosi precoce di alcuni casi con effetti positivi sull’età
media di decesso che risulta in aumento con un slittamento da 75.7 a 80.9 per le donne e da 73.1 a 76
per gli uomini. Il dato di incidenza invece sembra essere confermato dai ricoveri ospedalieri che sono
in aumento per tale patologia in entrambi i sessi.
Il tumori maligni del polmone riflettono un cambiamento negli stili di vita nei due sessi ed in particolare
all’abitudine al fumo. La patologia che nel sesso maschile rappresenta la causa di morte più frequente
tra i tumori, mostra un sensibile calo negli anni, mentre per le donne si assiste ad un aumento.
Il tumore maligno della pleura, rappresenta un problema regionale, poiché la Liguria possiede tassi
superiori alla media nazionale, legati all’esposizione professionale alle fibre di amianto, utilizzato nella
coibentazione degli scafi (attività portuale e cantieristica). Poiché il tempo di latenza di questa
patologia è molto lungo, assistiamo ancora per gli uomini ad un aumento della patologia.
Il tumore maligno della mammella e della prostata . La campagna di screening, organizzata o spontanea, ha
determinato per il tumore alla mammella un sensibile calo della mortalità per tale patologia (mentre i
ricoveri sono in leggero aumento). Per quanto riguarda il tumore della prostata l’aumento
dell’incidenza della patologia e dei casi di decesso sembra essere legato al progressivo
invecchiamento della popolazione maschile.
Il tumore maligno dell’utero ed ovaio. Spesso dalla codifica ISTAT è difficile differenziare tumori del collo
e del corpo dell’utero in quanto il curante mette la definizione generica. Pertanto tale distinzione
mantenuta nella tabella riassuntiva, manca della precisione del dato. In generale è possibile notare un
calo della patologia con un’età media di decesso in leggero aumento per l’utero e stabile per l’ovaio.
Linfomi, mielomi e leucemie sono in sensibile ascesa per entrambi i sessi parallelamente all’incidenza della
patologia ed in linea con il trend nazionale. Anche l’età media di decesso mostra un salto in avanti.
Il tumore maligno della vescica. La letteratura riconduce questa patologia ad alcune abitudini dietetiche, al
fumo ed a esposizioni occupazionali
49
3.3.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
La domanda di ricovero ospedaliero per la patologia tumorale nel suo dato complessivo, ed in alcuni
casi nella patologia tumorale specifica, (mammella, prostata, colon-ano-retto) mostra un dato in
incremento negli ultimi 3 anni, in linea con il fenomeno già citato di incremento dell’incidenza della
patologia tumorale riportata in letteratura in Italia e nella regione Liguria. E’ possibile ipotizzare un
dato di letalità per patologia in calo all’interno del nostro territorio. Tale fenomeno è legato sia alla
diagnosi precoce (campagne di screening e maggiore attenzione dei medici di medicina generale) che
all’utilizzo di terapie più efficaci.
Figura 11 – Principali patologie tumorali (femmine – ricoveri ospedalieri)
2001
Chemioterapia
2002
2003
Mammella
Trachea-bronchi-polmoni
Colon-retto-ano
App. digerente-peritoneo
Tot. tumori maligni
0
200
400
600
800
1000
Figura 12 - Principali patologie tumorali (maschi – ricoveri ospedalieri)
2001
Chemioterapia
2002
2003
Prostata
Trachea-bronchi-polmoni
Colon-retto-ano
App. digerente-peritoneo
Tot. tumori maligni
0
50
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
3.4 Malattie dell’apparato respiratorio
3.4.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 10 – Malattie dell’apparato respiratorio (mortalità)
2170
Femmine
Oss. totali
Tasso grezzo
SMR
1986-1990
1991-1995
1996-2000
2003
67.98
59.35
66.73
97.90
1.12
0.90
0.95
1.40
Maschi
IC 95%
0.99
0.79
0.84
1.10
Tasso grezzo
SMR
121.64
111.65
122.47
139.44
1.41
1.21
1.21
1.38
1.26
1.02
1.07
1.75
IC 95%
1.28
1.10
1.10
1.12
1.56
1.34
1.33
1.68
Le patologie respiratorie mostrato un andamento nel tempo piuttosto stabile per gli uomini, ed un
aumento della patologia nelle donne, con un progressivo slittamento in avanti dell’età media di
decesso.
Figura 13 – Malattie dell’apparato respiratorio (età media di decesso)
90
88
Maschi
y = 0,4046x - 722,67
R2 = 0,633
Femmine
86
84
82
80
78
y = 0,3044x - 527,3
R2 = 0,67
76
74
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
Analizzando le singole cause di decesso è possibile identificare due gruppi principali: quelle
dipendenti da esposizioni professionali (asbestosi, silicosi, antracosilicosi), che sono in calo nei
maschi con un’età media di decesso stabile intorno ai 75 anni, e le bronchiti, polmoniti enfisema ed
asma che dipendono da predisposizioni genetiche (allergie), ambientali (polveri fini veicolate
dall’inquinamento urbano), abitudini di vita (fumo) e patologie senili.
Dai grafici si nota un aumento di questo ultimo gruppo di patologie polmonari, specialmente nelle
fasce di età senili, nel valutare questo fenomeno è bene ricordare che l’anno 2003 è stato codificato
con metodo manuale e che rappresentando un solo anno è fortemente influenzato dalle variazioni
casuali. Analizzando i ricoveri per polmonite si evidenzia comunque nel 2003 un aumento del 40%
dei casi nelle donne anziane nell’anno 2003 rispetto al 2002. Ci ripromettiamo di verificare se tale
fenomeno si riproporrà nel 2004 con uguale frequenza.
51
Figura 14 - Malattie dell’apparato respiratorio (femmine – tasso grezzo x 100000)
86-90
91-95
Pneumoconiosi (Asbestosi,
silicosi e antracosilicosi)
96-00
2003
Bronchite, enfisema ed asma
Polmoniti
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Figura 15 - Malattie dell’apparato respiratorio (maschi – tasso grezzo x 100000)
86-90
91-95
Pneumoconiosi (Asbestosi,
silicosi e antracosilicosi)
96-00
2003
Bronchite, enfisema ed asma
Polmoniti
0
52
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Tabella 11 – Principali malattie del sistema respiratorio (mortalità)
Femmine
Oss. Tasso grezzo Età
/aa
x 100000
media
CV
Maschi
SMR
Tasso
Oss.
Età
grezzo
/aa
media
x 100000
IC 95%
CV
SMR
IC 95%
1986-1990
19.2
24.63
84.48
11.83
1.23 1.00
1.51
19.4
24.88
82.29
14.41
1.23 1.00
1.50
0.0
0.00
0.00
0.00
0.00
2.20
17.4
22.16
84.23
20.90
1.02 0.82
1.26
19.0
24.20
82.31
12.50
1.10 0.89
1.35
0.0
0.00
0.00
0.00
0.00
2.00
18.8
24.22
87.67
11.27
1.05 0.85
1.28
18.0
23.19
84.26
12.01
0.99 0.80
1.22
0.2
0.26
88.00
0.00
0.52 0.01
2.88
35.0
45.09
88.71
9.53
1.95 1.36
2.72
25.0
32.20
83.56
9.99
1.38 0.89
2.04
2.0
2.58
93.50
2.86
5.18 0.58 18.70
Polmoniti
Bronchite,
enfisema asma
Pneumoconiosi
(Asbestosi,
silicosi e
antracosilicosi)
17.0
24.44
79.12
20.88
1.33 1.06 1.65
43.0
61.83
77.70
16.86
1.58 1.38 1.81
10.2
14.67
76.16
15.43
2.34 1.74 3.07
14.2
20.27
80.80
17.40
1.03 0.81 1.30
40.0
57.11
79.92
13.34
1.36 1.18 1.57
10.0
14.28
78.22
12.95
2.12 1.57 2.80
22.2
31.91
81.46
18.08
1.48 1.22 1.78
34.6
49.74
81.45
12.83
1.08 0.92 1.25
6.6
9.49
78.15
11.16
1.28 0.88 1.80
20.0
28.75
82.30
11.65
1.33 0.81 2.06
56.0
80.50
83.91
11.44
1.75 1.32 2.27
6.0
8.62
75.50
14.13
1.16 0.42 2.53
1991-1995
Polmoniti
Bronchite,
enfisema asma
Pneumoconiosi
(Asbestosi,
silicosi e
antracosilicosi)
1996-2000
Polmoniti
Bronchite,
enfisema asma
Pneumoconiosi
(Asbestosi,
silicosi e
antracosilicosi)
2003
53
Polmoniti
Bronchite,
enfisema asma
Pneumoconiosi
(Asbestosi,
silicosi e
antracosilicosi)
3.4.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
Il ricorso al ricovero ospedaliero per le patologie croniche ostruttive è concentrato nelle fasce d’età
sopra i 55 anni con interessamento prevalente del sesso maschile (esposizione professionale ed
abitudine al fumo). I ricoveri per la patologia asmatica nell’anno 2001 hanno subito l’effetto
confondente della chiusura trimestrale dei day-hospital (il dato 2001, per essere confrontabile
dovrebbe essere diviso per 4). L’analisi dei dati ospedalieri delgi ultimi 3 anni sottolinea come il
ricorso all’intervento specialistico viene richiesto prevalentemente dalle fascie giovanile (0-24 anni).
Tabella 12 - Principali malattie del sistema respiratorio (ricoveri ospedalieri)
Femmine
2001
2002
Maschi
2003
2001
2002
2003
24
3
5
9
4
16
46
131
238
15
4
12
9
12
10
37
113
212
Ricoveri per polomonite ed influenza
25
0
4
11
9
13
28
106
196
14
1
4
13
4
17
21
102
176
10
2
7
7
4
11
19
141
201
0-14
15-24
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
22
4
13
16
18
20
49
90
232
Ricoveri per malattie polmonari croniche ostruttive (escluso asma)
1
2
3
4
6
19
27
70
132
1
0
2
4
7
13
39
70
136
80
11
7
17
12
12
10
13
162
22
8
13
13
11
12
6
10
95
2
0
1
2
5
15
36
73
134
0-14
15-24
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
4
0
4
3
24
74
149
182
440
0
0
3
6
4
54
91
140
298
1
1
1
3
15
45
95
179
340
129
28
9
8
7
5
5
0
191
27
10
1
7
9
4
4
1
63
45
6
5
6
8
2
7
5
84
Ricoveri per patologia asmatica
54
22
6
6
7
11
18
6
14
90
0-14
15-24
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
Figura 16 – Malattie dell'apparato respiratorio (femmine – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
25-34
2003
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
50
100
150
200
250
300
Figura 17 - Malattie dell'apparato respiratorio (maschi – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
25-34
2003
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
55
50
100
150
200
250
300
Figura 18 – Malattie dell’apparato respiratorio escluse asmatiche (femmine – ricoveri ospedalieri).
0-14
2001
15-24
2002
25-34
2003
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
50
100
150
200
250
300
Figura 19 - Malattie dell’apparato respiratorio escluse asmatiche (maschi – ricoveri ospedalieri).
0-14
2001
15-24
2002
25-34
2003
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
56
50
100
150
200
250
300
Figura 20 - Patologie asmatiche (femmine – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
25-34
2003
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
50
100
150
Figura 21 - Patologie asmatiche (maschi – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
25-34
2003
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
57
50
100
150
3.5 Malattie dell’apparato digerente
3.5.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 13 – Malattie dell’apparato digerente (mortalità)
Femmine
SMR
Maschi
SMR
1671
Oss. totali
Tasso grezzo
1986-1990
64.39
1.29
1.13
1.46
95.48
1.72
1.54
1.91
1991-1995
67.75
1.26
1.11
1.42
71.39
1.22
1.07
1.38
1996-2000
2003
67.50
56.68
1.19
1.00
1.05
0.73
1.35
1.34
65.84
53.19
1.05
0.85
0.92
0.60
1.19
1.17
IC 95%
Tasso grezzo
IC 95%
Le patologie dell’apparato digerente includono le morti per appendicite (che sono un indicatore di
mortalità evitabile), con nessun caso notificato nell’anno 2003, e la cirrosi epatica. L’età media di
decesso non mostra una significativa relazione con la retta di regressione.
Figura 22 – Malattie dell’apparato digerente (età media di decesso)
84
82
80
Maschi
Femmine
78
y = 0,2708x - 460,73
2
R = 0,4756
76
74
72
70
y = 0,3591x - 643,81
2
R = 0,3494
68
66
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
Tabella 14 – Principali malattie dell’apparato digerente (mortalità)
Femmine
Oss. Tasso grezzo Età
/aa
x 100000
media
0.4
0.51
14.2
18.21
0.2
0.25
16
20.38
0.2
0.26
12.2
15.72
0.0
0.00
11.0
14.17
58
CV
Maschi
SMR
IC 95%
Oss.
/aa
1986-1990
66.50 21.49 4.81 0.54 17.35 Appendicite 0.4
Cirrosi
70.18 28.61 1.24 0.97 1.57
epatica
32.8
1991-1995
70.00 0.00 2.18 0.03 12.16 Appendicite 0.2
Cirrosi
70.84 25.95 1.32 1.05 1.64
epatica
20.8
1996-2000
56.00 0.00 2.07 0.03 11.53 Appendicite 0.2
Cirrosi
71.10 27.36 0.98 0.75 1.26
epatica
20.8
2003
Appendicite 0.0
Cirrosi
71.82 26.52 0.89 0.44 1.59
epatica
15
Tasso
grezzo
x 100000
Età
media
CV
SMR
0.58
86.50
3.34
-
47.16
65.99 27.16 1.95 1.66 2.27
0.29
45.00
29.70
65.17 32.45 1.18 0.96 1.43
0.29
82.00
29.90
67.15 27.97 1.12 0.92 1.36
0.00
21.56
-
0.00
0.00
-
-
-
-
IC 95%
-
-
-
-
-
-
-
-
76.33 15.55 0.81 0.45 1.34
Per la cirrosi epatica è possibile evidenziare una stabilità della patologia nel decennio 91-2000 ed un
leggero calo nel 2003, in linea con l’andamento regionale (vedi tabella con SMR) con un’età media di
decesso tra i 65-70 anni.
In Italia la patologia ha un’origine prevalentemente etanolica al nord ed infettiva al sud. La morte di
questi soggetti avviene spesso per l’insorgenza di una neoplasia primitiva al fegato che invece risulta
stabile dall’86 ad oggi negli uomini con un leggero calo nelle donne.
Figura 23 – Cirrosi epatica (tasso grezzo x 100000)
86-90
maschi
91-95
femmine
96-00
2003
0
10
20
30
40
50
Figura 24– Neoplasia maligna del fegato (tasso grezzo x 100000)
86-90
maschi
femmine
91-95
96-00
2003
0
59
10
20
30
40
50
3.5.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
Le patologie legate alle malattie dell’apparato digerente costituiscono, in base all’analisi dei dati di
ricovero ospedaliero, un problema delle fascie anziane per entrambi i sessi.
Figura 25 – Malattie dell’apparato digerente (femmine – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
2002
15-24
2003
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
100
200
300
400
500
Figura 26 – Malattie dell’apparato digerente (maschi – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
2003
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
100
200
300
400
500
La domanda di ricovero ospedaliero per la malattia epatica cronica e cirrosi sembra stabile negli
anni 2001-2002-2003 (considerando il 2001 influenzato parzialmente dalla chiusura trimestrale
dei day-hospital). Negli uomini l’età più colpita sembra quella compresa tra i 55-64 anni.
Tabella 15 – Malattia epatica cronica e cirrosi (ricoveri ospedalieri)
Femmine
2001
2002
Maschi
2003
2001
2002
2003
24
27
40
29
2
122
23
19
32
32
17
123
Ricoveri per malattia epatica cronica e cirrosi
14
22
20
23
12
91
60
13
7
21
17
16
74
10
10
22
10
23
75
0-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
28
34
24
45
19
150
3.6 Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche
3.6.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 16 - Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche (mortalità)
1179
Femmine
Oss. totali
Tasso grezzo
SMR
1986-1990
1991-1995
1996-2000
2003
47.97
58.58
61.83
55.93
0.95
1.08
1.08
0.97
Maschi
IC 95%
0.82
0.94
0.95
0.70
1.10
1.23
1.22
1.30
Tasso grezzo
SMR
32.21
51.11
46.57
37.37
0.81
1.22
1.03
0.83
IC 95%
0.67
1.05
0.88
0.54
0.97
1.41
1.20
1.21
Figura 27 – Diabete e AIDS (femmine - tasso grezzo x 100000)
86 - 90
91 - 95
AIDS
96 - 00
2003
Diabete
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Figura 28 - Diabete e AIDS (maschi - tasso grezzo x 100000)
86 - 90
91 - 95
AIDS
96 - 00
2003
Diabete
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Diabete
Evidenze scientifiche consentono di affermare che uno stretto controllo glicometabolico sia del
Diabete di tipo 1 (da carenza primaria di insulina), che del tipo 2 (dell’adulto), è in grado di ridurre
fortemente l’incidenza delle complicanze microvascolari ( retinopatia, nefropatia, neuropatia) e di
quelle macrovascolari quali l’infarto del miocardio, ictus, arteriopatia obliterante periferica (in questo
secondo caso e per il tipo 2 è necessario il controllo di altri fattori di rischio cardiovascolare come i
lipidi ed il colesterolo plasmatici, la pressione arteriosa, il fumo ed il peso). Inoltre lo stile di vita, in
soggetti predisposti geneticamente, è in grado di ridurre l’incidenza dei nuovi casi di diabete di tipo 2
del 58% (PSR).
La regione Liguria possiede un tasso di incidenza per il diabete di tipo 1 (tra 0 e 14 anni) tra quelli più
elevati in Italia, con una previsione effettuata dall’OMS di incremento delle stime di prevalenza di tali
patologie.
I dati di mortalità all’interno dell’ASL4 sembrano in leggero aumento, in linea con le previsioni del
dato di prevalenza della patologia.
61
50
L’età media di decesso però mostra un leggero aumento, con un passaggio da 81 anni ad 85 per le
donne e da 75 a 78 per gli uomini.
Figura 29 - Diabete (età media di decesso)
86
84
femmine
82
maschi
80
78
76
74
72
70
86-90
91-95
96-00
2003
AIDS
Nel corso degli anni tra i residenti liguri, e anche all’interno dell’ASL4 si è verificata una costante
crescita delle morti dovute da AIDS sino al 1995, anno in cui con l’introduzione delle prime terapie
antiretrovirali si è avuta l’inversione della tendenza, per cui dallo stato di sieropositività si passa più
difficilmente ad AIDS conclamato e quindi al decesso.
Alcuni autori includono l’AIDS tra le morti evitabili, all’interno del gruppo appartente alla
prevenzione primaria, ovvero patologie evitabili attraverso l’utilizzo di corretti stili di vita.
Figura 30 – AIDS (età media di decesso)
48
46
femmine
44
maschi
42
40
38
36
34
32
30
86-90
62
91-95
96-00
2003
3.6.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero
Diabete
L’analisi del periodo di ricovero in regime ordinario per la patologia diabetica, mostra un dato
costante negli anni per entrambi i sessi. E’ opportuno sottolineare che il ricorso al ricovero avviene
prevalentemente per le complicanze della patologia diabetica o per scompensi metabolici gravi. La
patologia viene seguita prevalentemente a livello ambulatoriale sia per quanto riguarda la diagnosi
che il trattamento e l’educazione sanitaria.
Tabella 17 – Diabete (ricoveri ospedalieri)
Femmine
2001
2002
Maschi
2003
2001
2002
2003
3
7
1
6
15
18
50
6
1
9
9
10
17
52
Ricoveri per patologia diabetica
4
2
1
9
26
28
70
2
5
1
7
11
34
60
0
2
1
3
12
44
62
0-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
Totale
3
1
4
12
10
10
40
HIV
Il Piano Sanitario Regionale propone per questa patologia l’attivazione di una sorveglianza attiva nei
confronti dell’infezione da HIV in coerenza con il progetto obiettivo nazionale AIDS 1998/2000
(DPR n. 174 8/3/2000).
L’età media di decesso, così come quella di ricovero si aggira tra i 30 ed i 40 anni. Si possono notare
comunque alcuni casi di ricoveri nelle fasce under 14 anni.
Tabella 18 – HIV (ricoveri ospedalieri)
Femmine
2001
2002
Maschi
2003
2001
2002
2003
0
4
4
9
1
2
3
23
1
1
1
11
5
0
1
20
3
1
9
14
12
1
0
40
Ricoveri per HIV
9
4
1
5
2
2
2
25
63
5
0
1
3
0
0
0
9
0
2
8
11
3
0
0
24
0-14
15-24
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
Totale
3.7 Malattie del sistema nervoso
3.7.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 19 – Malattie del sistema nervoso
1071
Oss. totali
1986-1990
1991-1995
1996-2000
2003
Femmine
Tasso grezzo
SMR
38.99
46.87
57.45
86.31
0.88
0.97
1.13
1.69
Maschi
IC 95%
0.74
0.84
0.98
1.31
Tasso grezzo
SMR
35.37
38.83
42.84
53.19
1.00
1.04
1.05
1.30
1.03
1.12
1.28
2.15
IC 95%
0.83
0.87
0.89
0.92
1.20
1.23
1.23
1.80
Figura 31 – Malattie del sistema nervoso (età media di decesso)
86
Maschi
84
y = 0,4774x - 871,38
R2 = 0,5639
Femmine
82
80
78
76
74
y = 0,3332x - 587,97
R2 = 0,1817
72
70
68
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
Nel suo complesso le patologie del SN mostrano un leggero incremento per entrambi i sessi (anche
se i numeri assoluti rimangono piccoli). Per l’anno 2003 si evidenzia un SMR significativo nella
popolazione femminile.
Tabella 20 – Principali malattie del sistema nervoso
Femmine
Oss. Tasso grezzo
Età
/aa
x 100000
media
CV
Maschi
SMR
IC 95%
9.2
2
11.80
2.57
79.35
68.20
10.67
18.45
1.67
0.71
1.22 2.22
0.34 1.31
6.2
3.2
7.90
4.08
79.45
75.88
11.63
14.23
1.03
1.08
0.70 1.45
0.62 1.76
7.6
2.4
9.79
3.09
84.11
70.67
9.48
17.46
1.19
0.79
0.85 1.64
0.41 1.39
9
3
11.59
3.86
85.67
65.00
6.09
21.95
1.41
0.99
0.65 2.69
0.20 2.90
64
1986-1990
Morbo di
Parkinson
SLA
1991-1995
Morbo di
Parkinson
SLA
1996-2000
Morbo di
Parkinson
SLA
2003
Morbo di
Parkinson
SLA
Oss.
/aa
Tasso grezzo
x 100000
Età
media
5.6
1.8
8.05
2.59
79.50
65.22
7.12 1.07 0.71 1.54
51.44 1.39 0.64 2.64
8.6
0.2
12.28
0.29
78.72
73.00
11.69 1.51 1.10 2.04
0.00 0.15 0.00 0.82
8
1.8
11.50
2.59
79.70
66.11
12.60 1.28 0.92 1.75
31.31 1.27 0.58 2.41
5
1
7.19
1.44
79.80
70.00
15.14 0.80 0.26 1.87
0.00 0.71 0.01 3.93
CV
SMR
IC 95%
Nel dettaglio la Sclerosi laterale amiotrofica (i casi di sclerosi multipla non risultano codificate
all’interno della nostra ASL forse per un problema di automatismi ISTAT), presenta una media di 2
decessi all’anno per le donne e di uno per gli uomini con un’età media di decesso intorno ai 65-70
anni.
L’incidenza annua della patologia è di 2 casi per 100.000 abitanti/anno con insorgenza più
frequentemente fra i 50 ed i 60 anni, (è rara prima dei 20 anni e dopo i 70 anni) ed è lievemente
prevalente nell’uomo. La durata della malattia è di 2-5 anni. Le forme prevalentemente bulbari
presentano un decorso più rapido, mentre le forme prevalentemente periferiche hanno un decorso
spesso più lento.
Il morbo di Parkinson oscilla tra i 7-9 decessi all’anno per le donne ed i 5-8 per gli uomini, segno di
una stabilità dell’incidenza della patologia e del livello di trattamento. Questa patologia è diffusa in
tutto il mondo e mostra un incremento legato all'aumento della vita media dell'uomo. Sembra
colpire, in generale, più il sesso maschile rispetto a quello femminile, per quanto la differenza appaia
piuttosto modesta. Se si considera invece una popolazione di persone esposte a lavori nocivi (che
prevedono il contatto con idrocarburi e/o solventi) la malattia risulta lievemente prevalente nella
donna anche per la sua superiore aspettativa di vita.
3.7.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
Nel capitolo ricoveri per malattie del sistema nervoso e degli organi di senso rientrano le patologie
infettive del sistema nervoso, quelle ereditarie degenerative ed autoimmuni e le patologie del sistema
nervoso periferico. Il maggior numero di ricoveri nelle donne over 75 anni deve essere ricondotto
alla diversa demografia nei due sessi: in questa fascia di età le donne risultano quasi il doppio rispetto
degli uomini.
Figura 31 – Malattie del sistema nervoso (femmine - ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
2003
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
100
200
300
400
500
600
700
800
Figura 32 - Malattie del sistema nervoso (maschi - ricoveri ospedalieri)
2001
2002
15-24
2003
35-44
55-64
75+
0
65
100
200
300
400
500
600
700
800
3.8 Malattie del sistema genitourinario
3.8.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 21 - Malattie del sistema genitourinario (mortalità)
Femmine
Oss. Tasso grezzo Età
/aa
x 100000
media
CV
Maschi
SMR
IC 95%
Oss.
/aa
Tasso
grezzo
x 100000
Età
media
12.6
18.12
80.95
4.2
6.04
81.2
12.8
18.27
8.2
CV
SMR
IC 95%
1986-1990
8
10.26
84.22
10.75 0.60
0.43 0.81
3.2
4.10
85.1
12.13 0.41
0.23 0.67
13.4
17.07
82.24
13.52 0.92
0.71 1.17
6.8
8.66
84.4
12.03 0.80
0.56 1.12
15
19.32
82.89
14.89 0.99
0.78 1.24
6.2
7.99
81.5
16.85 0.70
0.48 1.00
12
15.46
83.67
10.48 0.79
0.41 1.38
6
7.73
82.0
10.89 0.68
0.25 1.48
Totale
Insufficienza
renale cronica
13.58 1.24
0.96 1.59
0.81
0.50 1.23
78.58
18.59 1.17
0.90 1.49
11.71
77.6
19.9
1.46
1.05 1.98
14.6
20.99
82.96
13.57 1.22
0.96 1.54
6.8
9.77
82.8
14.7
1.11
0.77 1.56
16
23.00
77.81
24.39 1.34
0.76 2.17
8
11.50
72.7
31.6
1.31
0.56 2.58
8.2
1991-1995
Totale
Insufficienza
renale cronica
1996-2000
Totale
Insufficienza
renale cronica
2003
Totale
Insufficienza
renale cronica
I decessi dovuti a patologie del sistema genitourinario, pur non rappresentando una quota
numericamente rilevante, mostrano un andamento in incremento con un’età media di decesso
costante con spunti al ribasso.
Figura 33 – Insufficienza renale cronica (tasso grezzo x 100.000)
maschi
86-90
femmine
91-95
96-00
2003
0
66
2
4
6
8
10
12
14
Figura 34 - Insufficienza renale cronica (età media di decesso)
86
84
82
80
78
76
74
femmine
maschi
72
1986 - 1990
1991 - 1995
1996 - 2000
2003
In Italia circa 39 mila persone soffrono di malattie croniche del rene ed il numero di nuovi casi per
anno è passato dagli 8,6 per 100.000 abitanti nel 1988 ai 15 per 100.000 del 2000. I decessi per tale
patologia sono stabili negli ultimi 15 anni e sostanzialmente sovrapponibili al dato italiano fornito
dal rapporto della Società Italiana di Nefrologia (decessi per patologia 11.4 per 100.000) (11).
3.8.2 Analisi dei dati derivanti dall’attività ambulatoriale (U.O. Nefrologia e Dialisi)
La Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi ha messo a disposizione di questo studio i dati
dell’attività ambulatoriale derivante dalla terapia dialitica.
In questo caso il bisogno espresso, ma non soddisfatto, di pazienti da sottoporre a trapianto
d’organo è deducibile dal numero dei pazienti in dialisi. Alcuni autori attualmente ritengono che
addirittura l’80% dei pazienti in dialisi sarebbe idoneo al trapianto, ed in effetti paesi come la
Norvegia, dove l’attività è molto sviluppata, sono giunti vicino a questo numero trapiantando gli
ultra settantenni. In Italia, al contrario, dove l’attività di trapianto è di molto inferiore a quel paese, i
criteri di idoneità sono molto più stretti per cui, solitamente, il numero di pazienti idonei al trapianto
non supera il 30% dei pazienti in dialisi. All’interno dell’ASL 4, vi sono attualmente 76 pazienti in
terapia emodialitica, di età compresa tra i 34 e i 92 anni e 23 in terapia dialitica peritoneale (18 in
dialisi automatizzata, 5 in dialisi peritoneale manuale) di eta’ compresa tra i 30 e 82 anni.
In questi ultimi anni vi e’ stato un progressivo aumento dell’incidenza di pazienti in terapia
sostitutiva cronica (parallelamente alla situazione nazionale), a carico soprattutto della fascia di età
medio–alta (>60 anni), e per patologie riguardanti soprattutto le nefropatie secondarie (diabete,
mieloma, vasculopatie). Nella ns. ASL l’incidenza media annuale e’ di circa 25-28 nuovi pazienti che
iniziano la terapia sostitutiva. Questo dato e’ superiore alla media nazionale e si spiega con l’età
media della popolazione del ns. territorio, che e’ decisamente piu’ alta di quella di altre regioni e con
il fatto che abbiamo assistito in questi ultimi anni al trasferimento di residenza nel ns. comprensorio
di pazienti anziani, con patologie renali, provenienti da altre regioni del Nord Italia (Lombardia,
Emilia).L’incidenza di insufficienza renale acuta tale da richiedere la terapia sostitutiva e’ di circa 1518 pazienti/anno.
Per quanto riguarda il numero dei pazienti sottoposti a trapianto renale, va detto che e’ decisamente
basso. In tutto il 2004 sono stati trapiantati solo due pazienti, aggirandosi la media a solo due- tre
trapianti/anno.
Presso il ns. ambulatorio sono seguiti circa un centinaio di pazienti affetti da insufficienza renale
cronica, di cui 20 con filtrato < a 15 ml/min, seguiti presso l’ambulatorio di predialisi.
67
3.8.3 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
Il numero dei ricoveri ospedalieri per la patologia genitourinaria sono in aumento con una
distribuzione diversa nelle varie fasce di età: per le donne infatti la patologia sembra avere una
maggiore incidenza nel periodo compreso tra i 25 ed i 55 anni, mentre per gli uomini la patologia si
manifesta consistentemente dopo i 55 anni di età.
Tabella 22 – Malattie del sistema genitourinario (ricoveri ospedalieri)
Femmine
2001
Maschi
2002
2003
2001
2002
2003
Ricoveri per malattie del sistema genitourinario
1119
1162
1186
Totale
930
787
1010
Figura 33 –Malattie del sistema genitourinario (femmine – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
2002
2003
15-24
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
50
100
150
200
250
300
Figura 34 – Malattie del sistema genitourinario (maschi – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
25-34
2003
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
68
50
100
150
200
250
300
3.9 Disturbi psichici
3.9.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 23 - Disturbi psichici (mortalità)
Femmine
Oss. Tasso grezzo Età
/aa
x 100000
media
CV
Maschi
SMR
IC 95%
Oss.
/aa
Tasso
grezzo
x 100000
Età
media
5.6
8.05
57.50
69.76 0.43
0.28 0.62
10.8
15.42
69.15
46.44 0.77
0.58 1.01
13.4
19.26
77.57
31.69 0.89
0.69 1.13
25.0
35.94
83.52
13.67 1.66
1.07 2.45
CV
SMR
IC 95%
1986-1990
6.2
7.95
81.48
12.25 0.25
Disturbi
psichici
0.17 0.36
1991-1995
15.2
19.36
83.96
17.03 0.56
Disturbi
psichici
0.44 0.70
1996-2000
33.8
43.54
86.82
9.59
1.19
1.01 1.38
Disturbi
psichici
2003
47.0
60.54
87.13
11.70 1.65
1.21 2.19
Disturbi
psichici
I decessi riconducibili ai disturbi psichici sono in aumento (SMR significativo nel 2003 per entrambi i
sessi), con un’età media di decesso in aumento, ma con grosse oscillazioni del dato, almeno negli
uomini (CV molto ampio).
L’analisi dettagliata delle cause di decesso per questo tipo di disturbo ha evidenziato la netta
prevalenza (70%) degli stati psicotici organici senili e presenili, che mostrano nel tempo un
progressivo aumento.
Figura 35 - Stati psicotici organici senili e presenili (decessi osservati)
70
60
50
40
30
20
10
0
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2003
La diffusione ed il peso delle patologie mentali è sicuramente sottostimata, poiché i dati rilevati da
questo studio sono quelli deducibili dai decessi e dai ricoveri ospedalieri. L’OMS stima che la
proporzione di popolazione con disordini mentali in Europa varia tra 1% ed 6%, riferendo tale
fenomeno alla disoccupazione ed al disagio giovanile (7).
All’interno della ASL 4, si profila invece uno stato patologico mentale dell’anziano ultra
settantacinquenne. Per logica riconduciamo al disturbo depressivo anche i decessi per “suicidio” che
invece sono riportati sotto la voce di morti violente. Il dato porta con sé l’inconveniente della
69
sottostima per quei casi ancora sotto indagine da parte della Procura della Repubblica e per i quali
non sono pervenuti i modelli ISTAT. La trasmissione del referto autoptico vige anche per i casi
disposti dall’Autorità Giudiziaria; purtroppo la prassi corrente contraddice questa norma e in questi
casi la causa di morte è raramente posta a disposizione del registro di mortalità (3). Per l’anno 2003
risultano solo 3 casi di suicidio codificati ISTAT. Da un nostro censimento, in base alle constatazioni
di decesso effettuate dal servizio, risultano altri 2 accertamenti necroscopici riconducibili a cause di
suicidio e 8 casi ancora sotto indagine da parte della Magistratura.
70
3.9.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero.
I ricoveri ospedalieri per la patologia psichiatrica descrivono i casi di acuzie per cui si è reso
necessario (in modo volontario o coatto) un intervento specializzato e continuo. Tali dati sono
costanti negli anni (circa 900 ricoveri all’anno), con diversità di distribuzione nei due sessi; infatti per
le donne la patologia sembra avere maggiore rilevanza dopo i 75 anni, mentre per gli uomini l’età è
compresa tra i 25 ed i 45 anni.
Figura 36 – Disturbi psichici (femmine – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
2003
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
50
100
150
Figura 37 - Disturbi psichici (maschi – ricoveri ospedalieri)
0-14
15-24
2001
25-34
2003
2002
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
50
100
150
Da quanto rilevato è possibile descrivere la tendenza del fenomeno, che risulta in aumento con un
disagio senile ma anche giovanile che potrebbe portare a disabilità precoci con difficoltà ad attendere
alle normali attività di vita e ci consente di rilevare l’insufficienza del sistema di rilevamento dei dati,
poiché la patologia è seguita a livello territoriale con l’obiettivo appunto di mantenere socialmente
integrato il soggetto portatore di disturbi psichici.
71
3.10 Cause accidentali
3.10.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 24 – Cause accidentali (mortalità)
Femmine
Maschi
Oss.
/aa
Tasso
grezzo
x 100000
Età
media
CV
SMR
50.0
64.13
76.36
28.92
1.42
1.25
1.61
48.4
61.64
78.93
28.89
1.27
1.12
1.44
43.6
56.16
80.44
24.65
1.10
0.96
1.26
22.0
28.34
86.64
11.50
0.56
0.35
0.84
IC 95%
Oss.
/aa
Tasso
grezzo
x 100000
Età
media
CV
SMR
IC 95%
52.6
75.63
61.77
62.44
1.50
1.32 1.69
48.2
68.82
64.76
53.24
1.31
1.15 1.49
46.0
66.12
65.80
52.48
1.20
1.05 1.37
31.0
44.56
68.06
48.13
0.81
0.55 1.15
1986-1990
Cause accidentali
1991-1995
Cause accidentali
1996-2000
Cause accidentali
2003
Cause accidentali
Le cause accidentali rappresentano una quota di decessi sostanzialmente evitabili in tutte le età e
sono così distribuite negli anni.
Tabella 25 – Principali cause accidentali (mortalità)
Femmine
Oss. Tasso grezzo
SMR
/aa
x 100000
Maschi
Oss. Tasso grezzo
SMR
/aa
x 100000
IC 95%
IC 95%
1986-1990
33.6
15.2
0.2
1.0
24.92
19.50
0.26
1.28
1.35
1.98
0.29
1.84
1.15
1.56
0.00
0.59
1.57
2.48
1.61
4.28
Traumatismi senza fratture del femore
Fratture del collo del femore
Ustioni
Avvelenamenti
34.2
12.2
0.6
1.4
26.88
15.54
0.76
1.78
1.27
1.45
0.81
2.52
1.09
1.11
0.16
1.01
1.48
1.86
2.37
5.19
Traumatismi senza fratture del femore
Fratture del collo del femore
Ustioni
Avvelenamenti
35
7.2
0.6
0.8
0.24
0.13
0.04
0.21
1.25
0.81
0.79
1.44
1.07
0.57
0.16
0.39
1.45
1.12
2.30
3.70
Traumatismi senza fratture del femore
Fratture del collo del femore
Ustioni
Avvelenamenti
41.8
7.6
1.0
2.2
26.91
10.93
1.44
3.16
1.55
2.32
0.88
4.05
1.35
1.64
0.28
2.02
1.78
3.18
2.05
7.26
42.2
5.0
0.2
0.8
28.11
7.14
0.29
1.14
1.50
1.41
0.17
1.46
1.31
0.91
0.00
0.39
1.72
2.08
0.95
3.74
39.8
4.0
0.8
1.4
29.30
5.75
1.15
2.01
1.36
1.03
0.66
2.59
1.18
0.63
0.18
1.04
1.56
1.59
1.70
5.34
1991-1995
1996-2000
Per quanto riguarda gli accidenti da trasporto la Liguria possiede un tasso di incidenti in rapporto alla
popolazione residente molto superiore alla media italiana (7,1/1000 abitanti verso 4,8/1000 in Italia
nel 1996). Pur essendo più contenuta rispetto al resto del paese, anche in Liguria la mortalità per
incidenti stradali rappresenta la prima causa di morte nella classe di età tra i 18 ed i 24 anni con 12.6
casi ogni 1000 (dato 1994). Dall’estrapolazione delle principali cause di decesso dei giovani di età
compresa tra i 15 ed i 24 anni si può evidenziare, partendo dall’1986 al 2000, la seguente
distribuzione
per
rango
di
occorrenza:
Tabella 26 – Decessi per età compresa tra 15-24 anni (per rango di occorrenza)
Gruppo di cause
Oss. %
Gruppo di cause
Oss. %
Cause accidentali
Sintomi,segni morbosi mal definiti
Tumori
Malattie SNC
Malattie sistema circolatorio
Malattie endocrine e disturbi immunitari
67
18
16
11
10
7
Disturbi psichici
Malattie apparato respiratorio
Malattie sangue ed organi ematopoietici
Malformazioni congenite
Malattie apparato digerente
6
3
2
2
1
72
46.9
12.6
11.2
7.7
7.0
4.9
4.2
2.1
1.4
1.4
0.7
3.10.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero
I ricoveri per traumatismi ed infortuni sono stabili con leggere fluttuazioni e mostrano un effetto di
netto incremento dei ricoveri per la fascia femminile ultra settantacinquenne dovuti solo in parte alla
distribuzione per età (nel 2004 è di 12843 contro quella maschile di 7174). Infatti il tasso di ricovero
per età calcolato per le ultra settantacinquenni risulta quasi doppio nelle femmine rispetto ai maschi.
Tabella 27 – Cause accidentali (ricoveri ospedalieri per età> di 75 anni - tasso grezzo x 100)
Cause accidentali
Femmine
Maschi
Cause accidentali escluso fratture collo femore
2001
2002
2003
2001
2002
2003
4.3%
2.9%
4.0%
2.6%
4.4%
2.5%
2.7%
1.7%
2.6%
1.5%
2.8%
1.5%
La motivazione del fenomeno può essere ricondotta in parte alle fratture spontanee del femore, che
nella donna sono correlate all’osteoporosi dovute alla carenza di estrogeni derivante dalla cessazione
della funzione ovarica durante la menopausa.
Figura 38 – Cause accidentali (femmine – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
2003
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
200
400
600
Figura 38 – Cause accidentali escluso fratture del collo del femore (femmine – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
2003
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
73
200
400
600
Figura 39 - Cause accidentali (maschi – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
2003
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
200
400
600
Figura 40 - Cause accidentali escluso fratture del collo del femore (maschi – ricoveri ospedalieri)
0-14
2001
15-24
2002
2003
25-34
35-44
45-54
55-64
65-74
75+
0
200
400
600
Diversamente dalle donne, gli uomini ricorrono al ricovero ospedaliero per le cause accidentali
nell’età compresa tra 15-44 anni e meno in età senile.
74
3.11
Patologie alcool correlate
3.11.1 Analisi dei dati di mortalità
L’alcool è secondo solo al tabacco come causa di danni dovuti alla dipendenza da sostanze. Poiché la
maggior parte delle patologie alcool correlate è di origine multifattoriale è difficile valutare con
precisione la quota attribuibile direttamente all’alcool. In Italia la percentuale dei decessi riconducibili
all’alcool varia dal 5% al 8%.
Tabella 28 – Patologie alcool correlate (mortalità)
Fascia costiera
Oss.
/aa
Tasso grezzo
x 100000
SMR
17,2
43,2
26,4
75,6
1,13
1,53
0,90
1,33
1,39
1,74
18,4
35,0
28,0
60,6
1,13
1,17
0,91
1,00
1,39
1,36
17,0
31,0
26,0
53,9
1,02
0,98
0,81
0,83
1,26
1,15
Oss.
/aa
IC 95%
Entroterra
Tasso grezzo
x 100000
SMR
IC 95%
1986-1990
Femmine
Maschi
3,0
14,4
23,3
116,4
0,91
2,04
0,51
1,60
1,49
2,57
3,4
9,2
26,7
74,9
1,00
1,27
0,58
0,93
1,61
1,70
2,2
9,6
17,9
79,5
0,65
1,29
0,32
0,95
1,16
1,71
1991-1995
Femmine
Maschi
1996-2000
Femmine
Maschi
Per quanto riguarda le cause di morte per patologie alcool-correlate è stata utilizzata la lista proposta
dal Comitè National de Dèfense Contre l’Alcolisme (CNDCA) aggregata secondo la modalità che
possiede un rischio attribuibile superiore al 50% all’alcool (12). Nel quinquennio 1996-200,
all’interno dell’ASL4, la quota dei decessi correlati all’alcool corrisponde al 2.8%. Tale dato rimane
costante per i decessi complessivi sulla costa e nell’entroterra. E’ possibile notare una differenza tra i
due sessi, infatti la percentuale dei decessi negli uomini nell’entroterra arriva al 5% (SMR non
significativo).
Figura 41 – Patologie alcool correlate (femmine - tasso x 100000)
1986-1990
1991-1995
Fascia costiera
1996-2000
Entroterra
0
20
40
60
80
100
120
Figura 42 – Patologie alcool correlate (maschi - tasso x 100000)
1986-1990
1991-1995
Fascia costiera
1996-2000
Entroterra
0
75
20
40
60
80
100
120
3.12 Patologie fumo correlate
3.12.1 Analisi dei dati di mortalità
In Italia la quota della popolazione con abitudine al fumo è pari al 24.1% (ISTAT, 2001), con note di
recupero tra i giovani (dati forniti dall’osservatorio “Fumo, alcool e droga”) con un calo dal 34.1%
del 2001 al 29.1% del 2002 al 26.8% del 2003.
Tabella 29 – Patologie fumo correlate (mortalità)
Fascia costiera
Oss.
/aa
Tasso grezzo
x 100000
SMR
Entroterra
IC 95%
1986-1990
148,6
264,0
228,3
461,8
1,18
1,33
1,10
1,26
1,27
1,41
146,8
255,2
223,1
441,8
1,06
1,20
0,99
1,14
1,14
1,27
Femmine
Maschi
Oss.
/aa
Tasso grezzo
x 100000
SMR
IC 95%
30,0
73,6
233,0
594,7
1,06
1,45
0,89
1,30
1,24
1,60
30,8
65,6
242,1
534,1
1,05
1,25
0,89
1,12
1,22
1,39
27,8
59,0
226,6
488,3
0,92
1,07
0,77
0,95
1,09
1,20
1991-1995
Femmine
Maschi
1996-2000
145,4
227,2
222,5
395,2
1,01
0,99
0,93
0,94
1,08
1,05
Femmine
Maschi
Per quanto riguarda le fumo correlate sono state incluse tutte quelle patologie in cui è riconosciuto
un importante ruolo causale del fumo di sigaretta (abuso di tabacco, malattie ischemiche del cuor,
malattia cardiopolmonare cronica, tumori maligni delle labbra, cavità orale, faringe, esofago, laringe,
polmone, vescica, rene, malattie polmonari croniche ostruttive. (13). La percentuale dei decessi
riconducibile al fumo all’interno dell’ASL4 corrisponde al 22% con differenze non significative tra la
fascia costiera e l’entroterra.
Figura 43 – Patologie fumo correlate (femmine - tasso x 100000)
1986-1990
1991-1995
Fascia costiera
1996-2000
Entroterra
0
100
200
300
400
500
600
Figura 44 – Patologie fumo correlate (maschi - tasso x 100000)
1986-1990
1991-1995
Fascia costiera
1996-2000
Entroterra
0
76
100
200
300
400
500
600
3.13 Malattie infettive
3.13.1 Analisi dei dati di mortalità
Tabella 30 – Malattie infettive (mortalità)
Femmine
Oss. Tasso grezzo Età
/aa
x 100000 media
CV
SMR
Oss.
/aa
IC 95%
Maschi
Tasso
Età
CV
grezzo
media
x 100000
SMR
IC 95%
1986-1990
2.4
3.08
66.17 34.52
4.12
2.13
7.20
Malattie
infettive
4.6
6.61
74.70 14.54 26.83 17.01 40.27
5.2
7.42
73.46 28.85 29.01 18.95 42.51
1.8
2.59
78.78 14.98
9.62
4.39
18.26
5.0
7.19
72.80 9.51
26.72
8.61
62.36
1991-1995
2.6
3.31
81.62 12.04
4.06
2.16
6.94
Malattie
infettive
1996-2000
1.4
1.80
80.43 25.18
2.07
0.83
4.27
Malattie
infettive
2003
10.0
12.88
82.70 11.98 14.80 7.08 27.22
Malattie
infettive
L’SMR relativo ai decessi per malattie infettive risulta all’interno della nostra ASL quasi sempre
statisticamente significativo, con un eccesso di mortalità rispetto al dato regionale ligure anno 2000.
Andando ad approfondire le cause di questo fenomeno, che potrebbe essere imputato anche ad una
buona attività di codifica, considerando i numeri esigui che alimentano l’SMR (tra gli 8 ed i 15 casi
all’anno) emerge il seguente quadro.
Figura 45 - Malattie infettive (osservati 1986-1990)
Setticemia
16%
TBC miliare
TBC SNC3%
3%
Inf. intestinali mal
definite
6%
TBC polmonare
42%
Inf. Batt. d.n.d.d.
9%
Inf. meningococcica
3% Herpes zoster
3%
77
Epatite virale
9%
Altre forme TBC app.
resp.
3%
rickettsiosi
3%
Figura 46 - Malattie infettive (osservati 1991-1995)
Sifilide
3%
Postumi TBC
18%
Setticemia
17%
Sarcoidosi
5%
Tetano
3%
TBC polmonare
35%
Mal. altri micobatteri
3%
Herpes zoster
3%
Epatite virale
10%
Framboesia
3%
Figura 47 - Malattie infettive (osservati 1996-2000)
Inf.SNC virus lenti
6%
Malaria
6%
Herpes zoster
6%
Setticemia
13%
Sarcoidosi
6%
Herpes simplex
6%
Postumi TBC
6%
Epatite virale
6%
Candidiasi
13%
78
Altre micosi
6%
TBC polmonare
26%
Figura 48 - Malattie infettive (osservati 2003)
Setticemia
39%
Epatite virale
20%
TBC polmonare
27%
Candidiasi
7% Inf.intestinali mal
definite
7%
La Struttura Semplice di Profilassi delle Malattie Infettive ha messo a disposizione di questo lavoro le
informazioni derivanti dalla notifica delle malattie infettive (D.M. 15/12/1990) e del relativo
confronto con il dato regionale (Osservatorio Regionale Malattie Infettive).
Tabella 31 – Notifiche malattie infettive (tassi grezzi x 100000 anno 2003)
ASL 4
Febbre tifoide
Salmonellosi non tifoidea
Morbillo
Parotite epidemica
Pertosse
Rosolia
Scarlattina
Varicella
Epatite A
Epatite B
Epatite NANB
Legionellosi
Tb polmonare
Tb extrapolmonare
AIDS
79
REGIONE LIGURIA
Oss.
Tasso grezzo x 100000
Oss.
Tasso grezzo x 100000
0
31
4
2
2
2
57
185
3
1
0
1
20
3
5
0.00
21.32
2.59
1.37
1.37
1.37
39.20
127.25
2.06
0.69
0.00
0.69
13.76
2.06
3.28
2
330
187
96
12
21
1.162
2.013
60
43
12
17
112
25
66
0.13
21.01
11.91
6.11
0.76
1.34
74.01
128.22
3.82
2.74
0.76
1.08
7.13
1.59
4.23
I dati generali forniti subiscono l’influsso del fenomeno della “sottonotifica”, risulta quindi difficile
una valutazione comparativa dei tassi di notifica. La notifica dei casi di tubercolosi, grazie alla
particolare sensibilità al problema da parte degli operatori sanitari, può essere ragionevolmente
ricondotta all’incidenza della malattia se nel nostro territorio risulta quasi il doppio rispetto al dato
regionale (13.76 contro 7.13 della Regione Liguria) con un trend di progressiva crescita dal 1998 al
2003
Figura 49 – Notifiche casi di tubercolosi (confronto temporale)
25
20
15
10
y = 2,2286x - 4444,3
2
5
0
1998
80
R = 0,5873
1999
2000
2001
2002
2003
3.13.2 Analisi dei dati di ricovero ospedaliero
I ricoveri per la patologia infettiva sembrano distribuiti nelle due fasce estreme, sotto i 14 anni e
dopo i 65 anni (per la caratterizzazione del tipo di patologia infettiva si rinvia alla descrizione della
notifica delle malattie infettiva).
Figura 50 – Malattie infettive (femmine – ricoveri ospedalieri)
0-14
15-24
25-34
35-44
45-54
55-64
2001
2002
65-74
2003
75+
0
10
20
30
40
50
60
70
Figura 51 – Malattie infettive (maschi – ricoveri ospedalieri)
0-14
15-24
25-34
35-44
45-54
55-64
2001
2002
65-74
2003
75+
0
10
20
30
40
50
60
I casi di tubercolosi trattati in ospedale invece sono stabili per entrambi i sessi con un’età media di
ricovero che si aggira intorno ai 40 anni.
Tabella 32 –TBC (ricoveri ospedalieri)
TBC
Femmine
Maschi
81
2001
19
34
2002
4
22
2003
17
20
70
4
Bibliografia
1) Jim Connelly et Chris Worth”per una nuova sanità pubblica” Centro scientifico editore, il
ruolo contemporaneo della medicina, 23-26, 2001
2) Classificazioni delle malattie, traumatismi e cause di morte, IX revisione. ISTAT, Roma,
1984.
3) Manuale di gestione e codifica delle cause di morte – Regione Emilia Romagna – 2000
4) ICD-9 ACME Decision Tables for Classifyng Underlying Causes of Death. Instruction
Manual – 1988
5) Costa G. et al, “La mortalità in piemonte negli anni 1980-91” Torino – Regione Piemonte,
1997
6) Breslow N.E., Day N.E. Statistical methods in cancer research Vol. II - the design and
analysis of cohort studies. International Agency for Research on Cancer, Lyon 1987
7) Prometeo “Atlante della Sanità Italiana” Università Tor Vergata – 2000
8) Marina Vercelli et al, “La mortalità in Liguria” 15, 1992
9) ISTAT. La situazione del paese nel 2002. rapporto annuale. Cap.4 244-261, 2003.
10) Garrone E; Casella C et al “I trend e la distribuzione geografica della mortalità In Liguria
1988-1999” Bollettino Regionale di Statistica 21-46, 2003
11) Registro di Dialisi e Trapianto Rapporto della S.I.N. (Società Italiana di Nefrologia)
(www.sin-italia.org) - 2002
12) Statistiques Comitè National de Defense Contre l’Alcolisme, Paris, 1984.
13) IARC Cancer Disc - October 1994. International Agency for Research on Cancer, Lyon 1995
(IARC Monographs, vol 1-55).
82
Coperture vaccinali
Marco PICASSO
L
e vaccinazioni pediatriche rappresentano uno dei più importanti interventi di sanità pubblica e
l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che i programmi di immunizzazione siano
regolarmente valutati in termini di adeguatezza, efficienza ed efficacia.
La copertura vaccinale indica la percentuale di vaccinati rispetto alla popolazione. Questo dato viene
rilevato dalle autorità sanitarie regionali e trasmesso al Ministero della Salute.
Il Piano Sanitario Nazionale italiano pone l’obiettivo del raggiungimento del 95 per cento di
copertura vaccinale contro nove malattie (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B,
Haemophilus influenzae tipo b - Hib, morbillo, parotite, rosolia) in accordo con l’Organizzazione
Mondiale della Sanità.
Nel 1998 è stata condotta per la prima volta un’indagine per stimare la copertura vaccinale su tutto il
territorio nazionale utilizzando il metodo del campionamento a cluster, messo a punto dall’Expanded
Programme of Immunization (EPI), coinvolgendo 19 delle 20 Regioni italiane e Province autonome
(studio ICONA). Nel 2003 l’indagine è stata ripetuta con l’adesione di tutte le Regioni e Province
autonome.
Materiali e metodi
Sono state confrontate le coperture vaccinali della ASL4, ricavate dal Sistema Informatizzato
aziendale con i risultati dello studio ICONA 2003 per quanto riguarda il dato ligure e nazionale al
24° mese.
Coperture vaccinali al 24° mese
Vaccinazione
Polio
DT
Pertosse
HBV
Hib
MMR/Morbillo
Regione Liguria
92,4
96,2
91,4
92,4
90,5
77,2
ASL4
96,5
96,2
95,0
95,6
93,0
91,4
Italia
95,7
95,8
95,5
95,5
87,0
76,9
Figura 1 - Coperture vaccinali al 24° mese
MMR
Hib
HBV
Pertosse
DT
Liguria
ASL4
Italia
Polio
83
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Commento ai risultati
Registriamo nella ASL4 un buon livello di copertura vaccinale per tutte le vaccinazioni
raccomandate.
A livello nazionale la copertura per polio, difterite, tetano, pertosse ed epatite B è quasi del 96%, in
Liguria è del 93%. I dati della ASL sono in linea con quelli nazionali.
Il livello di copertura per HiB in Italia è il 87%, in Liguria il 90.5%. Nella ASL 4 risulta vaccinato il
93% dei bambini.
In Italia il 77% dei bambini di 12-24 mesi è stato vaccinato contro il morbillo, in Liguria il 77.2%. La
copertura nella ASL4 (91.4%) è superiore a quella nazionale.
La copertura vaccinale ha raggiunto nella ASL4 gli obiettivi previsti dal Piano Sanitario Nazionale
per tutte le vaccinazioni. Per morbillo, parotite e rosolia è in corso l’adesione della nostra ASL alla
campagna per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita.
Bibliografia
•
Rapporti ISTISAN 03/37 “ICONA 2003: indagine nazionale sulla copertura vaccinale infantile”
- Gruppo di lavoro ICONA, Istituto Superiore di Sanità
•
Piano Nazionale Vaccini 1999-2000. Conferenza Stato Regioni, 18 giugno 1999
•
Nuovo calendario delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate per l'età evolutiva. D.M. 7-41999.
•
Il nuovo calendario delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate per l'età evolutiva. Circ.
Ministero della sanità n. 5 del 7-4-1999.
•
Piano vaccinazioni raccomandate 1999. D.G.R. Regione Liguria n. 586 del 4-6-1999.
•
Linee di indirizzo tecnico-organizzativo per l'attività di vaccinazione in età adulta nella Regione
Liguria. D.G.R. Regione Liguria n. 901 del 4-8-2000.
•
Approvazione del progetto pilota della Regione Liguria ''Impatto di una campagna vaccinale
antipneumococcica allargata sulla morbosità infantile''. D.G.R. Regione Liguria n. 563 del 23-52003.
•
Modifica della schedula vaccinale antipoliomielitica. D.M. 18 giugno 2002
•
Piano Nazionale per l’eliminazione del Morbillo e della Rosolia congenita 2003-2007. Conferenza
Stato Regioni 13 novembre 2003.
84
Stati invalidanti
Marco PICASSO, Antonio MANTI
L
’informatizzazione dei dati provenienti dagli accertamenti delle Commissioni per il
riconoscimento degli stati invalidanti della ASL4 ha reso possibile ricavare risultati di interesse
statistico epidemiologico da questa fonte.
Gli accertamenti diagnostici delle commissioni ASL per il riconoscimento degli stati invalidanti
costituiscono una formidabile fonte di informazioni per la conoscenza dello stato di salute della
popolazione ed in particolare delle patologie croniche. La qualità della diagnosi è alta in quanto si
tratta di diagnosi verificate da equipes di medici sulla base di accertamenti effettuati presso strutture
sanitarie pubbliche.
Pur non potendo parlare di prevalenza in senso assoluto, in quanto le domande di invalidità, su base
volontaria, non interessano la totalità della popolazione, riteniamo che le patologie accertate dalle
Commissioni (da cui derivano benefici per i soggetti riconosciuti invalidi) sono ben rappresentative
dell’insieme delle disabilità.
Materiali e metodi
I dati della disabilità sono presenti nel Sistema Informatizzato aziendale a partire dall’anno 1995:
questo significa che le statistiche che seguono non considerano i riconoscimenti attribuiti negli anni
precedenti e quindi i valori riportati (numero di casi e tassi di prevalenza) sono sottostimati rispetto a
quelli reali.
Sono stati analizzati i riconoscimenti di stato invalidante a tutto l’anno 2003. Sono stati esclusi i
soggetti deceduti e, qualora una persona abbia avuto più riconoscimenti, è stato considerato solo
l’ultimo tra questi.
I riconoscimenti attribuiti sono stati suddivisi per grado di invalidità, per sesso, per fasce d’età e
secondo un criterio geografico.
Non si è ritenuto di analizzare i codici relativi alle diagnosi, attribuiti applicando le tabelle del DM
5/2/1992, in quanto spesso troppo generici o assegnati “per analogia” con altre patologie. La scarsa
utilizzabilità di detta codifica, ai fini della conoscenza delle patologie alla base delle disabilità, è
implicitamente confermata dal progetto ISTAT “Rilevazione delle certificazioni di disabilità” che
propone la codifica delle diagnosi accertate dalle Commissioni ASL sulla base della Classificazione
Internazionale delle Malattie (ICD) L’attribuzione alle diagnosi del codice ICD X permetterà in
futuro di utilizzare questa fonte di dati per ottenere informazioni epidemiologiche attendibili.
Nonostante la presenza in letteratura di svariati lavori che trattano l’argomento anziani e disabilità è
difficile confrontarne i risultati per la diversità di approccio metodologico e la differente scelta degli
indicatori.
La nostra scelta è stata quella di rapportare gli invalidi alla popolazione residente, calcolando tassi di
prevalenza. Si è fatto riferimento alla popolazione dei Comuni della ASL4, quale risulta dal
censimento ISTAT 2001.
85
Presentazione dei risultati
Tabella 1 – Anni 1995-2003. Invalidità civili riconosciute nei livelli di gravità previsti dalla normativa, suddivise
per sesso. Tasso di prevalenza rispetto alla popolazione totale.
Invalidi civili
Maschi Femmine
Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità
superiore ad 1/3 ed inferiore al 74%
Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità non inferiore al 74%
Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità 100% con permanente inabilità
lavorativa (artt. 2 e 12 L. 118/71 - pensione di inabilità)
Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità 100% e con impossibilità di
deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore
Soggetti di età ≥18 e <65 anni con invalidità 100% e con necessità di
assistenza continua, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della
vita
U64enne con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni e i compiti propri della
sua età. (ai soli fini della assistenza sanitaria)
U64nne 100% e con impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di
un accompagnatore
U64enne 100% e con necessità di assistenza continua, non essendo in grado
di compiere gli atti quotidiani della vita
Minore con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della
sua età o ipoacusico
Minore invalido (legge 68/99 collocamento al lavoro dei disabili)
Minore invalido con impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di
un accompagnatore
Minore invalido con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di
compiere gli atti quotidiani della vita
Totali
Totali
Oss.
Tasso di
prevalenza
734
458
1046
479
1780
937
1.21%
0.64%
268
325
593
0.40%
60
38
98
0.07%
199
181
380
0.26%
1148
1990
3138
2.13%
329
848
1177
0.80%
1042
2388
3430
2.33%
45
3
29
2
74
5
0,05%
0,00%
12
9
21
0,01%
8
4306
4
7339
12
11645
0,01%
7,91%
invalidità previsti dalla normativa italiana (Legge 118/1971 e successiva legislazione)(1),
suddivisi per sesso e viene quindi presentato il tasso di prevalenza. Nel grafico è mostrato
l’andamento delle domande di invalidità civile e dei riconoscimenti di indennità di
accompagnamento nel periodo 1995-2003 nella ASL4. Si registra una crescita continua delle
domande di invalidità, più marcata tra il 2000 e il 2002, anni nei quali la nostra azienda ha
abbattuto i tempi di attesa per gli accertamenti sanitari. Un andamento analogo seguono i
riconoscimenti di invalidità più gravi (cosiddette “indennità di accompagnamento”).
(1) Si rammenta che la Legge italiana non considera invalidi civili i soggetti con invalidità inferiore al 34%
Figura 9 – Anni 1995-2003. Domande di invalidità civile e riconoscimenti di indennità di accompagnamento
(confronto temporale)
5000
4500
Indennità
4000
Domande
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
86
0
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
Nelle tabelle successive sono riportati i soggetti riconosciuti ciechi civili e sordomuti, ai sensi
delle Leggi 382/70 e 508/88. Si ricorda che i ciechi civili vengono ulteriormente suddivisi in
ciechi ventesimisti (con residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi con eventuale
correzione) e ciechi assoluti.
Tabella 2 – Anni 1995-2003. Cecità civili riconosciute, suddivise per gravità e per sesso. Tasso di prevalenza
rispetto alla popolazione totale.
Ciechi civili
Ciechi con residuo visivo
Ciechi assoluti
Totali
Maschi
Totali
Femmine
37
37
74
89
47
136
Osservati
Tasso di prevalenza
126
84
210
0,09%
0,06%
0,14%
Tabella 3 –Anni 1995-2003. Sordomutismi riconosciuti, suddivisi per sesso. Tasso di prevalenza rispetto alla
popolazione totale.
Sordomuti
Maschi
Sordomuti
Totali
Femmine
8
Osservati
Tasso di prevalenza
0,01%
17
9
La tabella successiva riepiloga tutti gli stati invalidanti riconosciuti nella ASL4 e presenta la
prevalenza delle diverse invalidità nei due sessi. Si evidenzia una più elevata prevalenza dell’invalidità
civile nel sesso femminile, non dovuta solo alla maggiore numerosità femminile nella composizione
della popolazione.
Tabella 4 – Anni 1995-2003. Tutti gli stati invalidanti riconosciuti, suddivisi per tipo di invalidità e per sesso.
Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative.
Tutti gli stati invalidanti
Invalidi Civili
Ciechi Civili
Sordomuti
Totali
Maschi
Femmine
Totali
Osservati
Tasso di
prevalenza
Osservati
Tasso di
prevalenza
Osservati
Tasso di
prevalenza
4306
74
8
4388
6,19%
0,11%
0,01%
6,31%
7339
136
9
7484
9,45%
0,18%
0,01%
9,64%
11645
210
17
11872
7,91%
0,14%
0,01%
8,07%
Nelle tabelle che seguono i riconoscimenti di stati invalidanti vengono suddivisi, in base al criterio
geografico, nei 3 distretti della ASL e nelle zone Costa ed Entroterra. In tutti e tre i distretti e nelle
due zone si conferma la maggiore prevalenza di stati invalidanti nel sesso femminile. Si evidenzia
inoltre una più elevata percentuale di invalidi, sia maschi che femmine, nell’Entroterra rispetto alla
Costa, da riferire alla maggiore anzianità della popolazione nella prima.
Tabella 5 - Anni 1995-2003. Stati invalidanti riconosciuti, suddivisi per sesso, zona geografica e distretto. Tassi
di prevalenza rispetto alle popolazioni relative.
Maschi
Distretto 1
Distretto 2
Distretto 3
Totali
Fascia costiera
Entroterra
Totali
87
Osservati
Tasso di
prevalenza
991
2256
1141
4388
3447
941
4388
6,26%
6,69%
5,70%
6,31%
6.00%
7.79%
6.31
Femmine
Totali
Osservati
Tasso di
prevalenza
Osservati
Tasso di
prevalenza
1653
3858
1973
7484
6010
1474
7484
9,53%
10,36%
8,57%
9,64%
9,20%
12,01%
9.64
2644
6114
3114
11872
9457
2415
11872
7,97%
8,61%
7,24%
8,07%
7,70%
9.92%
8.07
Di seguito i riconoscimenti degli stati invalidanti sono suddivisi per fasce d’età, con particolare
attenzione per la fasce d’età più avanzata.
Tabella 6 - Anni 1995-2003. Stati invalidanti riconosciuti, suddivisi per sesso e fascia d’età. Tassi di prevalenza
rispetto alle popolazioni relative.
Maschi
Fasce d’età
0-17
18-64
>=65
Totali
Oss.
Tasso di
prevalenza
72
1738
2578
4388
0,75%
3,91%
16,59%
6,31%
Femmine
Totali
Oss.
Tasso di
prevalenza
Oss.
Tasso di
prevalenza
49
2086
5349
7484
0,55%
4,62%
22,75%
9,64%
121
3824
7927
11872
0,65%
3,99%
20,30%
8,07%
Tabella 7 - Anni 1995-2003. Stati invalidanti riconosciuti nelle fasce d’età avanzate, suddivisi per sesso. Tassi di
prevalenza rispetto alle popolazioni relative.
Maschi
Fasce d’età
65-74
75-84
>=85
Tasso di
prevalenza
Oss.
869 9,79%
1047 21,13%
662 38,80%
Femmine
Totali
Oss.
Tasso di
prevalenza
Oss.
Tasso di
prevalenza
1255
2098
1996
11,21%
25,91%
47,31%
2124
3145
2658
10,59%
24,10%
44,86%
Nelle ultime tabelle sono prese in considerazione le indennità di accompagnamento (che
costituiscono le forme più gravi di disabilità e che richiedono un’assistenza continuativa), suddivise
per fasce d’età e per tipo di disabilità (motoria o psicorganica).
Tabella 8 – Anni 1995-2003. Indennità di accompagnamento riconosciute, suddivise per sesso e tipo di
invalidità (le indennità per invalidità civile sono suddivise per le principali fasce d’età). Tassi di prevalenza
rispetto alle popolazioni relative.
Maschi
INDENNITA'DI ACCOMPAGNAMENTO
0-17
18-64
>=65
Totali
Ciechi
Sordomuti
Totali
Femmine
Totali
Oss.
Tasso di
prevalenz
a
Oss.
Tasso di
prevalenza
Oss.
Tasso di
prevalenza
20
259
1371
1650
37
8
1695
0,21%
0,58%
8,82%
2,37%
0,05%
0,01%
2,44%
13
219
3236
3468
47
9
3524
0,15%
0,48%
13,77%
4,47%
0,06%
0,01%
4,54%
33
478
4607
5118
84
17
5219
0,18%
0,53%
11,80%
3,48%
0,06%
0,01%
3,55%
Tabella 9 - Anni 1995-2003. Indennità di accompagnamento riconosciute per invalidità civile, suddivise per
sesso e fascia d’età, con attenzione alla popolazione anziana. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni
relative.
INDENNITA' DI ACCOMPAGNAMENTO
0-64
65-74
75-84
>=85
Totali
88
Maschi
Oss.
Tasso di
prevalenza
Femmine
Oss.
279 0,52% 232
292 3,29% 395
596 12,03% 1245
483 28,31% 1596
1650 2,37% 3468
Totali
Tasso di
prevalenza
Oss.
Tasso di
prevalenza
0,43%
3,53%
15,38%
37,83%
4,47%
511
687
1841
2079
5118
0,47%
3,42%
14,11%
35,09%
3,48%
Tabella 10 Anni 1995-2003. Indennità di accompagnamento riconosciute per disabilità motorie, suddivise per
sesso e fascia d’età. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative.
Indennità di accompagnamento con impossibilità di deambulare
senza l'aiuto permanente di un accompagnatore (disabilità motoria)
Maschi
Femmine
Totali
Fasce d’età
0-17
18-64
>=65
Totali
Oss.
12
60
329
401
Tasso di
prevalenza
0,13%
0,13%
2,12%
0,58%
Oss.
9
38
848
895
Tasso di
prevalenza
0,10%
0,08%
3,61%
1,15%
Oss.
21
98
1177
1296
Tasso di
prevalenza
0,11%
0,11%
3,01%
0,88%
Tabella 11 Anni 1995-2003. Indennità di accompagnamento riconosciute per disabilità psicorganiche, suddivise
per sesso e fascia d’età. Tassi di prevalenza rispetto alle popolazioni relative.
Indennità di accompagnamento con necessità di assistenza continua,
non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita (disabilità psicorganica)
Maschi
Femmine
Totali
Fasce d’età
0-17
18-64
>=65
Totali
Oss.
Tasso di
prevalenza
Oss.
Tasso di
prevalenza
Oss.
Tasso di
prevalenza
8
199
1042
1249
0,08%
0,45%
6,71%
1,80%
4
181
2388
2573
0,04%
0,40%
10,16%
3,31%
12
380
3430
3822
0,06%
0,42%
8,79%
2,60%
Commento ai risultati
I risultati presentati permettono di trarre alcune conclusioni: innanzi tutto si evidenzia una lenta
crescita delle domande di invalidità fino al 2000 che in seguito hanno registrato un’autentica
impennata (da segnalare che la drastica riduzione dei tempi d’attesa avvenuta negli ultimi anni
potrebbe avere accentuato questa tendenza).
I portatori di disabilità, riconosciuti tali, costituiscono oltre l’8% della popolazione della ASL4.
Il sesso femminile presenta costantemente (tranne che nelle fasce di età più giovani) sia un maggior
numero di casi osservati che un maggior tasso di prevalenza (6.3% nei maschi e 9.6% nelle
femmine). Questo dato si accentua negli ultrasessantaquattrenni, a conferma del fatto che le donne
vivono di più degli uomini, ma che la qualità della loro vita è peggiore. Le maggiori percentuali di
invalidi si collocano nell’entroterra: questo fenomeno riguarda sia i maschi che le femmine.
Le forme più gravi di disabilità (indennità di accompagnamento) colpiscono il 3.4% della
popolazione (5118 casi). Anche in questo caso il sesso femminile è prevalente (4.5% nelle femmine
rispetto a 2.4% nei maschi).
E’ degno di interesse infine come, nelle cause dei riconoscimenti di indennità di accompagnamento,
la gravissima disabilità psicorganica sia circa tre volte più numerosa della gravissima disabilità
motoria.
89
Bibliografia
C. Culotta et al. Studio Argento:Indagine sulla salute nella terza età in Liguria ASL3 Genovese, 2002
Istituto Nazionale di Statistica: “Sistema Informativo sull’handicap: rilevazione delle certificazioni di
disabilità”, 13/06/2002
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Progetto Finalizzato Invecchiamento, Roma, 1998
Katz S, Downs TD, Cash HR, et al.: Progress in development of the index of ADL, Gerontologist,
1970, Part 1, 20-30.
Lawton MP, Broadway IAMB: Assessment of older people: self maintaining and instrumental
activities of daily living. Gerontologist, 1969,9: 179-186.
Tinetti ME: Performance-oriented assessment of mobility problems in elderly patients. J Am Geriatr
Soc 34:119-126, 1994.
CISIS (Centro interregionale per il sistema informatico ed il sistema statistico) “ Il sociale in
cifre“Roma febbraio 2004.
90
Consumo di farmaci
Rosanna CARNIGLIA DE CARLI
I
l consumo di farmaci negli ultimi anni ha registrato un costante trend espansivo dovuto
soprattutto all’invecchiamento della popolazione.
Conseguentemente si è assistito ad un continuo incremento della spesa farmaceutica il cui
andamento è influenzato non solo dai consumi ma anche da altri fattori quali ad esempio la
variazione dei prezzi dei medicinali, l’introduzione di nuovi prodotti e di nuove confezioni, l’effetto
mix ( spostamento delle prescrizioni verso farmaci più costosi). La Regione Liguria (ed in particolare
l’ASL 4 Chiavarese) è caratterizzata da una forte incidenza di ultrassessantaquattrenni i cui consumi
farmaceutici risultano essere molto elevati (più del doppio rispetto al resto della popolazione
assistita).
Il presente rapporto fotografa la situazione relativa al consumo dei medicinali da parte della
popolazione residente e desidera rappresentare un valido contributo per capire i bisogni e per
promuovere interventi di appropriatezza delle cure e di un migliore utilizzo delle risorse disponibili .
Materiali e metodi
I dati sono stati ricavati dalle ricette farmaceutiche spedite dalle farmacie convenzionate nell’anno
2003. I dati di prescrizione farmaceutica sono stati raccolti, elaborati ed analizzati dal Servizio
Farmaceutico dell’ASL con l’ausilio di specifici programmi informatici.
Banche dati utilizzate
•
•
•
•
ASL 4 Chiavarese-Dipartimento Farmaceutico-Dipartimento Informatico e
Tecnologico
REGIONE LIGURIA- DATASIEL
CINECA-Consorzio Interuniversitario Bologna
S.F.E.R.A.-IMS Health S.p.A.
Il rapporto analizza i dati sotto i seguenti profili:
Popolazione in studio ed indicatori generali
Viene presentato un quadro globale della popolazione dell’ASL 4 Chiavarese fornendo alcune misure
riepilogative attraverso l’uso di indicatori di consumo quali:
§ il numero di pezzi di farmaci (non è stata scelta la dose definita giornaliera (DDD),
solitamente utilizzata in studi analoghi, in quanto il presente lavoro costituisce la base per
successive analisi più approfondite).
§ il numero di trattati (residenti dell’ASL 4 che hanno ricevuto nell’anno almeno una
prescrizione di un farmaco )
§ percentuale di trattati/residenti (tasso di prevalenza che indica qual è la percentuale di
pazienti trattati con farmaci sul totale dei residenti)
91
§
il numero di pezzi per trattato (numero di confezioni farmaceutiche ricevute da ciascun
trattato)
Profilo farmacoepidemiologico
Vengono presentati i profili prescrittivi secondo la classificazione Anatomica Terapeutica Chimica
(ATC: sistema di classificazione dei farmaci utilizzato dai paesi scandinavi ed adottato anche dal
Ministero della Salute italiano) suddivisi per territorio ASL ( distretti-fascia costiera/entroterra).
Vengono inoltre raffrontati i profili prescrittivi dell’ASL 4 con quelli regionali e nazionali.
I dati analizzati riguardano i farmaci erogati dal Servizio Sanitario Nazionale ai cittadini residenti sul
territorio dell’ASL 4 nell’anno 2003.
Popolazione in studio
La popolazione in studio è stata suddivisa per fasce d’età, per territorio di riferimento e per sesso di
appartenenza.
La suddivisione dei dati come sopra riportata ci consente:
• di conoscere quanto incide l’invecchiamento della popolazione sul consumo farmaceutico;
• di conoscere quali patologie incidono maggiormente sullo stato di salute della popolazione;
• di verificare l’esistenza di eventuali scostamenti di rilievo tra le varie zone in cui è stata
suddivisa l’ASL (distretti, fascia costiera/entroterra).
Confronto consumi farmaceutici Asl4-Regione Liguria - Italia
Il raffronto dei dati di consumo farmaceutico riguarda ciascun gruppo anatomico terapeutico
principale (GAP).
La tabella che segue evidenzia che i consumi farmaceutici da parte della popolazione dell’ASL 4 non
si discostano in maniera significativa dalla media regionale e nazionale.
Tabella 12
Anno 2003
GAP
C
Descrizione GAP
SISTEMA CARDIOVASCOLARE
A
J
N
B
M
G
R
H
S
L
D
92
APPARATO GASTROINTESTINALE E
METABOLISMO
ANTIMICROBICI GENERALI PER USO
SISTEMICO
SISTEMA NERVOSO CENTRALE
SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI
SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO
SISTEMA GENITO-URINARIO ED ORMONI
SESSUALI
SISTEMA RESPIRATORIO
PREPARATI ORMONALI SISTEMICI, ESCLUSI
GLI ORMONI SESSUALI
ORGANI DI SENSO
FARMACI ANTINEOPLASTICI ED
IMMUNOSOPPRESSORI
DERMATOLOGICI
Pezzi / Residenti
Italia
Regione Liguria
ASL 4
5.7
6.4
6.4
2.0
2.3
2.3
1.9
1.5
1.5
1.1
0.8
0.9
1.5
0.9
0.8
1.4
0.9
0.7
0.7
0.7
0.6
0.6
0.6
0.6
0.4
0.4
0.4
0.2
0.3
0.3
0.1
0.2
0.2
0.1
0.1
0.1
I gruppi terapeutici maggiormente prescritti risultano essere quelli riguardanti:
• il sistema cardiovascolare
• l’apparato gastrointestinale
• gli antimicrobici
• il sistema nervoso centrale
Si evidenzia come i farmaci del sistema cardiovascolare, dell’apparato gastrointestinale e del sistema
nervoso centrale, nella ASL4 e nella Regione Liguria registrino un consumo (pezzi/residente)
maggiore rispetto a quanto riscontrato nel resto d’Italia. Peraltro il consumo di antimicrobici nella
nostra ASL e nella Regione Liguria risulta inferiore al dato nazionale.
Confronto consumi farmaceutici suddivisi in base alla
popolazione
I dati riportati nelle tabelle che seguono illustrano il consumo dei farmaci nella popolazione dell’ASL
4 nell’anno 2003.
Le tabelle riguardano:
• consumi farmaceutici nella popolazione suddivisa per fasce d’età
Da tali tabelle si evidenzia un andamento fisiologico trattati/residenti nelle varie fasce
d’età. Nell’età avanzata i trattati sono quasi la totalità degli assistiti. Per quanto riguarda il
consumo di farmaci suddiviso per sesso,si rileva un maggior numero di trattati femmine
nelle fasce d’età centrale ed avanzata.
• consumi farmaceutici suddivisi per fasce d’età e per zone ( fascia costiera ed entroterra).
Si evidenzia un trend analogo nelle varie zone per quanto riguarda la suddivisione per
fasce d’età. Nella fascia costiera si rileva che, nell’età avanzata, la percentuale di trattati è
inferiore rispetto all’entroterra.
• consumi farmaceutici suddivisi per distretto
Le tabelle evidenziano che nel Distretto 2 la percentuale di trattati rispetto ai residenti è
inferiore rispetto agli altri due distretti. La fascia d’età avanzata è quella maggiormente
trattata con farmaci in tutti i Distretti in cui è suddivisa l’ASL.
Tabella 13
Anno 2003 - Valutazione indicatori suddivisi per fasce d’età (ASL 4 Chiavarese)
Fasce d’età
Trattati
(femmine)
%
%
%
Trattati (maschi) Trattati (totali) Trattati/residenti Trattati/residenti Trattati/residenti
(femmine)
(maschi)
(totali)
0-14
4.667
5.202
9.869
62.7
65.5
64.1
15-44
16.896
13.695
30.591
64.7
50.9
57.7
45-64
17.265
14.302
31.567
84.0
74.6
79.4
>65
22.957
14.911
37.868
97.7
96.0
97.0
Totale
61.785
48.110
109.895
77.8
63.0
74.7
93
Tabella 14 – *Dati comprensivi delle ricette ASL4 spedite da farmacie ubicate in altre ASL liguri.
Anno 2003 – Trattati/residenti e pezzi/trattati suddivisi per fasce d’età e zone
Fasce d’età
% Trattati/Totale trattati
% Trattati/residenti
Pezzi/trattati
Fascia costiera
0-14
9.1
64
4
15-44
28.1
57
6
45-64
28.8
79
17
>65
34.1
98
34
Totale
100
74.5
19
Entroterra
0-14
8.4
65
4
15-44
26.9
59
7
45-64
28.1
80
17
>65
36.4
93
36
Totale
100
75
20
Tabella 15
Anno 2003 – Trattati/residenti e pezzi/trattati suddivisi per fasce d’età e distretti
Fasce d’età
% Trattati/Totale trattati
% Trattati/residenti
Pezzi/trattati
Distretto 1
0-14
7.3
64.5
3
15-44
26.5
58
5.1
45-64
27.5
82.2
14
>65
38.5
97.7
33
Totale
100
75.5
17.2
Distretto 2
0-14
8.5
64.9
3.8
15-44
24.5
57.6
5.7
45-64
27.8
77.8
15.4
>65
39.1
96.5
32
Totale
100
74.2
17.1
Distretto 3
0-14
8.5
60.9
4.4
15-44
24.5
58.3
6.9
45-64
27.2
79.9
17.5
>65
39.6
97.4
34
Totale
100
74.1
18.8
94
Consumi farmaceutici suddivisi per gruppo terapeutico (ATC
1° Livello)
Le tabelle che seguono riguardano:
• consumi suddivisi per gruppo terapeutico e per territorio (entroterra-fascia costiera)
• consumi suddivisi per gruppo terapeutico e per distretto
L’analisi dei dati evidenzia che :
•
il maggior consumo di farmaci (pezzi/residente) si registra nel gruppo terapeutico dei
farmaci cardiovascolari
•
la maggior parte della popolazione viene trattata con farmaci appartenenti al gruppo
terapeutico degli antimicrobici ( antibiotici)
Tabella 16
Anno 2003 -Trattati e pezzi per trattato per gruppo anatomico principale e zone
% Trattati/Totale
%Trattati/Residenti
trattati
GAP
Descrizione GAP
Fascia
Entroterra
costiera
Fascia
costiera
Entroterra
Pezzi/trattato
Fascia
Entroterra
costiera
A
APPARATO GASTROINTESTINALE E
METABOLISMO
13.2
13.3
22.0
33.0
8.6
8.5
B
SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI
8.5
8.8
14.0
22.0
7.3
7.4
C
SISTEMA CARDIOVASCOLARE
17.3
17.2
28.0
43.0
19.0
18.1
D
DERMATOLOGICI
0.8
0.9
1.2
2.1
5.0
5.1
G
SISTEMA GENITO-URINARIO ED
ORMONI SESSUALI
4.2
3.5
7.0
8.7
7.6
7.9
H
PREPARATI ORMONALI SISTEMICI,
ESCLUSI GLI ORMONI SESSUALI
3.9
4.2
6.3
10.6
4.6
4.4
J
ANTIMICROBICI GENERALI PER USO
SISTEMICO
23.3
23.5
38.0
59.4
3.2
3.4
L
FARMACI ANTINEOPLASTICI ED
IMMUNOSOPPRESSORI
0.9
0.9
1.4
2.1
10.2
9.5
M
SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO
11.7
11.7
19.0
29.5
3.0
3.2
N
SISTEMA NERVOSO CENTRALE
6.5
6.6
10.6
16.6
10.5
10.1
P
FARMACI ANTIPARASSITARI,
INSETTICIDI E REPELLENTI
0.3
0.2
0.6
0.5
2.5
3.3
R
SISTEMA RESPIRATORIO
7.2
7.6
11.8
19.2
4.4
4.5
S
ORGANI DI SENSO
1.5
1.1
2.5
2.7
11.9
10.7
V
VARI
0.06
0.05
0.1
0.1
10.7
17.9
Y
GALENICI
0.2
0.2
0.4
0.5
3.0
2.5
95
Tabella 17
Anno 2003 -Trattati per gruppo anatomico principale e distretti
%Trattati/Residenti
GAP
Descrizione GAP
Distretto 1
Distretto 2
Distretto 3
A
APPARATO GASTROINTESTINALE E METABOLISMO
30.0
28.0
28.0
B
SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI
19.0
18.0
17.0
C
SISTEMA CARDIOVASCOLARE
46.0
41.0
37.0
D
DERMATOLOGICI
1.3
1.3
1.0
G
SISTEMA GENITO-URINARIO ED ORMONI SESSUALI
8.0
8.0
8.4
H
PREPARATI ORMONALI SISTEMICI, ESCLUSI GLI ORMONI
SESSUALI
8.3
7.2
7.3
J
ANTIMICROBICI GENERALI PER USO SISTEMICO
51.0
44.0
42.0
L
FARMACI ANTINEOPLASTICI ED IMMUNOSOPPRESSORI
1.7
2.0
1.7
M
SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO
28.0
22.0
22.0
N
SISTEMA NERVOSO CENTRALE
15.0
14.0
13.0
P
FARMACI ANTIPARASSITARI, INSETTICIDI E REPELLENTI
0.5
0.4
0.7
R
SISTEMA RESPIRATORIO
16.0
15.0
13.0
S
ORGANI DI SENSO
3.0
3.1
3.0
V
VARI
0.1
0.1
0.1
Y
GALENICI
0.6
0.3
0.5
Tabella 18
Anno 2003 -Pezzi per trattato per gruppo anatomico principale e distretti
Pezzi/trattati
GAP
Descrizione GAP
Distretto 2
Distretto 3
7.4
7.0
7.6
A
APPARATO
GASTROINTESTINALE
METABOLISMO
B
SANGUE ED ORGANI EMOPOIETICI
6.5
6.2
6.6
C
SISTEMA CARDIOVASCOLARE
14.1
13.9
16.4
D
DERMATOLOGICI
4.1
5.6
4.8
SISTEMA GENITO-URINARIO ED ORMONI
SESSUALI
PREPARATI ORMONALI SISTEMICI, ESCLUSI
GLI ORMONI SESSUALI
ANTIMICROBICI GENERALI PER USO
SISTEMICO
FARMACI
ANTINEOPLASTICI
ED
IMMUNOSOPPRESSORI
6.6
6.7
7.3
4.1
4.2
4.4
3.1
2.9
2.9
8.4
8.1
8.8
M
SISTEMA MUSCOLO-SCHELETRICO
2.9
2.8
2.9
N
SISTEMA NERVOSO CENTRALE
8.8
8.6
8.5
P
FARMACI ANTIPARASSITARI, INSETTICIDI E
REPELLENTI
2.1
3.1
2.4
R
SISTEMA RESPIRATORIO
3.7
4.0
4.5
S
ORGANI DI SENSO
10.0
9.5
10.6
V
VARI
7.2
10.1
20.1
Y
GALENICI
2.5
2.4
2.8
G
H
J
L
96
E
Distretto 1
Risultati dello studio
Nel presente rapporto si è inteso studiare il consumo dei farmaci poiché esso ci consente di
descrivere anche se in modo indiretto, la realtà sanitaria del territorio considerato.
L’analisi dei dati riportati evidenzia che nell’ASL 4 Chiavarese tale consumo risulta essere:
• superiore nell’entroterra rispetto alla fascia costiera
• superiore nei Distretti che hanno un’incidenza più elevata di popolazione anziana.
• superiore nel sesso femminile rispetto a quello maschile.
I farmaci maggiormente consumati (pezzi/residenti) sono quelli del sistema cardiovascolare
(antiipertensivi e cardiologici), dell’apparato gastrointestinale (antiulcera) ed antibiotici.
Per quanto riguarda la popolazione trattata, si evidenzia che gli antibiotici risultano essere i farmaci
più utilizzati (trattati/residenti). E’ da approfondire la differenza tra entroterra, dove fa uso di
antibiotici il 59% di cittadini rispetto al 38% di quelli della fascia costiera
Bibliografia
Informatore farmaceutico – Medicinali, anno 2003, Ed. OEMS
Relazione sullo stato sanitario del Paese 2000 a cura del Ministero della Sanità
Relazione sullo stato sanitario del Paese 2001-2002 a cura del Ministero della Salute
Progetto Arno-Cineca – anno 2001
97
Fly UP