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Un`informazione “onesta” e vicina alle “necessità” delle
Un'informazione “onesta” e vicina alle “necessità” delle
persone. E' questo l'impegno che prendo con tutti voi,
nell'assumere la direzione de” la Riviera”. Lo declinerò
attraverso le diverse piattaforme in cui l'azienda si articola,
ossia nella forma del giornale cartacea, del sito internet e
dell'applicazione web, avendo sempre come “riferimento” tre
parole d'ordine : tempestiva, credibilità ed autorevolezza. Fare
meglio ciò che è già ben fatto sarà un obbligo e vi assicuro che
subentrare nella direzione del settimanale, al grandissimo prof.
Pasquino Crupi, non sarà cosa semplice.
PAGINA 7
Quantomeno per noi del giornale “La Riviera” Pasquino
Crupi è, e sarà, insostituibile ma, anche in Suo nome,
abbiamo il dovere di andare avanti e continuare le Sue e
le nostre battaglie. La proposta rivoltemi dall'Editore di
svolgere il ruolo di direttore editoriale del giornale mi
onora, ma debbo premettere che io non sono un
giornalista e che non sono neanche scritto all'albo.
PAGINA 7
DOMENICA 22 SETTEMBRE
2013
LA RIVIERA
02
GRANDE SUD
CONTROCOPERTINA
chiacchiere e distintivo
La proposta dell’eurodeputato IACOLINO di estendere l’Associazione Mafiosa
ai 28 stati dell’Unione Europea è l’ennesima PATACCA A SCOPO DI LUCRO
D
ERCOLE MACRÌ
opo la proposta dell'eurodeputato siciliano Salvatore
Iacolino (rappresentante di quel minestrone politico chiamato Grande Sud) di estendere il reato di Associazione
Mafiosa a tutti i 28 stati dell'Unione Europea, Nicola
Zitara e Pasquino Crupi hanno ringraziato il Signore di non essere
più qui, tra la sfacciataggine di quegli ascari nostrani che hanno fatto
più danni al Sud dei piemontesi.
Entrambi, seppur con metodi e stili differenti, hanno sempre individuato nella sindrome del cardellino il corpo del male che attanaglia
il meridione e nel parto di partiti politici, che sventolano meridionalismo per racimolare briciole nell'urna, la coda malata.
Zitara, osservatore sensibile, che si perdeva con lo sguardo dove il
cielo e lo Jonio sono cosa sola, ricostruiva storia vera, Crupi, ragionatore acuto, che marcava come un capo branco quelle notti grecaniche di gelsomino e schiume marine, risolvendo teoremi complicati,
hanno concluso, prima di trapassare, che l'uomo del Meridione, il
calabrese specialmente, è un cardellino
in gabbia, particolarmente felice però di
disporre in comodato d'uso gratuito di
mangiatoie, abbeveratoi e dondoli.
Soprattutto del dondolo: se un calabrese
lo butti fuori dalla gabbia, non sa più
cosa fare perché «ha le sbarre tra gli
occhi» (Crupi); «ha il grasso sulle ali
(Zitara)».
Vittime di questi difetti di fabbrica,
Salvatore Iacolino e Grande Sud, vorrebbero estendere sbarre e grassi all'inNICOLA ZITARA
Questo siciliano nella
foto potrebbe
pensare, a mio avviso,
di tostare mandorle
e pistacchi
nella sua Favara
tera Europa offrendo alla Francia di Voltaire il feudalesimo, alla
Germania di Beethoven i canti di sdegno, a Erasmo di Rotterdamn
don Ciotti. E il senso del pudore? La decenza?
Questa presa di posizione da parte di Grande Sud è l'ennesimo
inganno nei confronti dei meridionali che, ahimé, si lasciano sempre ingannare. È lucro.
I tedeschi, i francesi, gli olandesi, il nord Europa, sentono i reati,
non i trallallerollerolà. Combattono gli stupri, la violenza, le rapine, i furti nelle case, l'eroina, non l'involuzione umana dell'affiliazione a Mastrosso, né un dito punto, tantomeno comportamenti tribali o riti collettivi.
Al contrario della Calabria, la Baviera non accetterebbe mai punizioni maggiori di quelle che sarebbero giuste; un istituto alberghiero di Barcellona non proporrebbe mai un corso con un santone della
legalità al posto di quello con un grande chef. Un’ostrica della
Normandia, cozza di Ganzirri? Uno scotch di Belfast, limoncello di
Pellaro?
Ma Grande Sud di cosa sta parlando?
Salvatore Iacolino legga Zitara e Crupi
prima di ingabbiare le corde vocali
nella vanvera per estendere patacche a
Strasburgo e all'Europa libera e civile.
Al contrario, potrebbe pensare, a mio
avviso, di tostare mandorle e pistacchi
nella sua Favara, in quella Sicilia mediterranea di Angelino Alfano, il maggiordomo della Giustizia che ha perseguito briganti e mandriani per garantire
malefatte a Sforza e Visconti.
PASQUINO CRUPI
DOMENICA
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
03
Parlando
di...
LA SETTIMANA
BIONDO APE
Macrì ai
fanghi di
Antonimina
La roccellese
Claudia Macrì
aggredita a Roma
Il maresciallo dei vigili urbani Claudia Macrì, roccellese per nascita romana per lavoro, è stata aggredita
da quattro borseggiatrici rom nella Metro di Roma.
«Erano quattro furie» ha dichiarato la Macrì dopo il
selvaggio pestaggio subito alla fermata Piazza di
Spagna.
«Sono orgogliosa della mia divisa e non permetterò a
nessuno di sputargli addosso» ha continuato la vigilessa. Le 4 nomadi le hanno sputato addosso e l’hanno
riempita di calci per averle ostacolate nel tranquillo
svolgimento delle loro quotidiane rapine ai turisti in
ingresso nei vagoni.
Strepitosa la malizia di un ex
assessore comunale di Locri
sulla notizia della nomina
dell’ex sindaco Macrì a
presidente delle Terme di
Antonimina: «Gli amministratori delle terme di
Chianciano,
di
Montecatini, di Abano,
di Ischia, e perfino quelli di Sirmione, sono in
preda ad una forte agitazione, come dimostra un
documento riservato agli
addetti ai lavori. Vi si legge
che la nota competenza dell’imprenditore
agricolo
Francesco Macrì sulla gestione
degli stabilimenti per le terapie
con i fanghi e con le acque di origine meteorica e per le cure inalatorie, unitamente alla sua collaudata esperienza sui dissesti di
bilancio, eserciterà un forte
richiamo presso i clienti delle
altre terme, col rischio incombente di un esodo di massa
reumatica
verso
Antonimina».
Le incompiute di Siderno
Schubert ci lasciò “L’Incompiuta”: dalla morte
del compositore nel 1828 ad oggi vari musicisti
hanno tentato invano di completare la sua
sinfonia. I sindaci di Siderno, per non essere da
meno, ci hanno lasciato “Le Incompiute”.
Quarant’anni or sono fu versata la prima colata
di cemento sulla spiaggia per farne un porticciolo turistico, mai portato a termine: adesso
rimangono i ruderi la cui rimozione è per giunta incompiuta. Quasi vent’anni fa si progettò di
costruire un teatro a Via Amendola e circa dieci
anni fa si pose la inaugurale prima pietra: l’edificio è ancora incompiuto, intorno brucano i
cavalli, benemeriti perché eliminano così un po’
di erbacce nell’area recintata. Ancora, quasi
dieci anni fa fu stanziato il primo contributo
finanziario per la costruzione di un palazzetto
dello sport sulla circonvallazione nord: finora
non c’è stata nemmeno la posa della prima pietra (…e meno male, così nessuno si accorge dell’opera incompiuta). Nel mese di marzo di dieci
anni fa si ideò una pista ciclabile lungo l’argine
dell’invaso della diga in contrada Pantaleo: il
progetto preliminare, inserito nel programma
triennale delle opere pubbliche, è rimasto
appunto incompiuto nei successivi trienni.
Ultimamente, quale intermezzo musicale, i
commissari straordinari del Comune di Siderno
hanno comunicato di aver messo naso nelle
“incompiute”, affidando la ricognizione e le
soluzioni a una task force. A proposito, lo spartito incompiuto di Schubert s’intitola
“Scherzo”.
L’imperatore
degli ovoli
Il professore Domenico Angiletta
ha descritto i metodi di raccolta
dei funghi denominati "ovoli" o
meglio Amanita Caesarea. «Il
nome "caesarea" che significa
imperiale sta ad indicare quanto
l'ovolo buono fosse già molto
apprezzato
all'epoca
dei
Romani»; a tutt' oggi l'ovolo è uno
dei funghi più ricercati e prelibati
per la mensa. Ma oltre descrivere
la bontà e l’unicità di questi funghi
il professor Angiletta si è anche
lanciato in un’aspra denuncia di
"insipieza" verso chi ha amministrato male il territorio dove queste squisite rarità crescono. A
riprendere la lectio magistralis
un’operatore d’eccezzione,
Oreste Romeo.
DOMENICA
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
04
la Riviera
CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò
Ferrovie calabresi
Sempre più abbandonate, tra i contrafforti collinari o lungo la linea della
costa, le rotaie calabresi sono un
pallido ricordo di volontà unitarie.
Sferragliano i nostri treni passando
da stazioni smarrite divenute covo di
serpenti, scorpioni e desperados,
convogli che riportano al bianco e
nero, a De Gasperi e Togliatti, ogni
ora (forse) ne passa uno, ogni giornata per le migliaia di pendolari-studenti-viaggiatori è una epopea
western, e le vacche e i buoi e qualche pistolero, e mancano i Sioux per
trasformarle in una attrazione esotica e turistica, con i politicanti locali
pronti a tagliare nastri per le novità, e
a restare muti di fronte allo sfascio.
Qualche tempo ancora, e anche
questo finirà.
GIOIOSA JONICA
Niente liceo per
un 18enne down
Marco diciottenne con sindrome di
down esce dalla scuola secondaria di
I grado e non viene iscritto alla
secondaria di II grado nonostante le
richieste avanzate dai genitori. Pare
che il motivo sia da individuare nel
fatto che abbia già compiuto 18 anni.
I genitori chiedono con forza che
Marco possa frequentare il primo
anno del Liceo. Un diritto che gli è
stato negato.
Le notizie più lette
della settimana su
larivieraonline.com
1) SAN LUCA: RAGAZZA IN GRAVI
CONDIZIONI DOPO INCIDENTE
2)
SIDERNO: BECCATI CON 25 KG DI
COCAINA
3) SIDERNO: GUASTO IN VIA PIROMALLI
E LA CITTÀ RESTA SENZ’ACQUA
4) SERVIZIO TG1 SUL LAVORO FEMMINILE NELLA LOCRIDE. TOTO LOGOZZO:«SCORRETTA LA GIORNALISTA»
ALTRI TEMPI di Domenico Logozzo
La politica dei fatti
LOCRI
Negato il diritto allo
studio di Nicola Romeo
Nicola Romeo, bambino disabile, non ha
potuto iniziare il suo anno scolastico insieme
ai suoi compagni a causa della mancanza
della fornitura di un seggiolone “speciale”
per uso scolastico.
I genitori in protesta sin dal primo giorno di
scuola, si ritirano perchè a quanto pare
l’Amministrazione Comunale si è già attivata a disporre l’ordine del seggiolone speciale.
Quando nel 1966 il ministro dei Lavori Pubblici,
on.Giacomo Mancini,
promise e fece realizzare
in 3 mesi i nuovi edifici
scolastici per le elementari
"Nunziata"
e
"Antonio
Candido",
dopo che le vecchie
strutture erano state
dichiarate inagibili.
“L'edilizia scolastica e'
una priorita' - disse il
grande leader della sinistra italiana- e con le
opere
realizzate
a
Gioiosa Jonica in tempo
record, abbiamo dimostrato che la Calabria
vuole uscire dall'isolamento e ha tutte le carte
in regola per farcela”.
L'ottimismo della volonta' di Mancini purtroppo
non ha trovato quella
continuita'
operativa
necessaria per la svolta e
oggi la Calabria e' fanalino di coda del Sud del
Sud. Nelle foto: l'intervento di Giacomo
Mancini nell'affollato
cortile delle Elementari
Nunziata. Al suo fianco il
sindaco di Gioiosa
Jonica, prof.Francesco
Logozzo, ed il senatore
di Palmi Marazzita.
DOMENICA
5) IDENTIFICATA LA DONNA TROVATA
CARBONIZZATA SULLA SPIAGGIA DI
BRANCALEONE
6) I BIG DI HOLLYWOOD IN CALABRIA
PER UN COLOSSAL
7) GIOIOSA JONICA: ANCHE MARCO
VUOLE FREQUENTARE LA SCUOLA
SUPERIORE
8) CHIUSURA DI UN TRATTO DELLA SS.
106 DA MARTEDÌ A VENERDÌ
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
05
Il nostro
obiettivo?
soddisfare ogni esigenza dei nostri clienti
La Valle di Mino Muià srl opera nel settore alimentare. La nostra specialità, oltre a quella suina e avicola, è la carne bovina. Proveniente dall'Italia ma anche dalla Francia, viene
rigorosamente controllata e certificata. Il nostro obiettivo è quello di soddisfare ogni esigenza dei nostri clienti, proponendo qualità e freschezza a prezzi invidiabili. Disponiamo
delle migliori marche per quanto riguarda salumi, prosciutti, mortadelle, formaggi e tutto quanto concerne il settore alimentare, siamo, infatti, rivenditori autorizzati Fiorucci,
azienda leader nel settore dei salumi, e di altri marchi quali Levoni, Latteria Soresina, Galbani, Lenti, Prealpi, Salumificio Geca, Salumificio Sila, Caseificio Ernesto Frau Sardegna,
ecc. Altro punto di forza è la nostra sede, situata in contrada Dragoni di Grotteria (RC), proprio vicino allo svincolo della superstrada Jonio-tTrreno, posto strategico che permette ai nostri mezzi di coprire, in tempi relativamente bassi , tutte e due i litorali calabri.
DOMENICA
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
06
LA RIVIERA
LUNEDÌ 23 IN CONSIGLIO REGIONALE
L’EDITORIALE
In ricordo di Pasquino
Ad un mese dalla scomparsa – sarà
ricordato nella sede della massima
Assemblea elettiva della Calabria – il
professore Pasquino Crupi, convinto
meridionalista,
espressione
dell’intellettualità calabrese, fra i
maggiori studiosi della storia della
letteratura della nostra regione.
L’iniziativa si terrà lunedì prossimo 23
settembre alle ore 10.30 nella sala
“Giuditta
Levato”
di
Palazzo
Campanella.
Parteciperanno il Presidente del
Consiglio regionale della Calabria,
Francesco Talarico e il Presidente della
Giunta Giuseppe Scopelliti.
All’incontro – che sarà moderato dal
giornalista Mimmo Nunnari, portavoce
del Presidente del Consiglio –
interverranno Ilario Amendolia e
Rosario Condarcuri, rispettivamente
editorialista ed editore de “La riviera” –
periodico di cui Crupi fu direttore – e
Giuseppe Bombino Presidente dell’Ente
Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Giornalista
pubblicista,
docente,
«È doveroso rendere omaggio
ad uno scrittore e giornalista
brillante che è riuscito a
scandagliare la storia
meridionale aprendo il varco
ad interpretazioni inedite»
prorettore dell’Università per stranieri
“Dante Alighieri” di Reggio Calabria, il
prof. Pasquino Crupi ha scritto numerose
L’EDITORIALE
Continueremo
la nostra battaglia
di Ilario Ammendolia
Quantomeno per noi del giornale “La Riviera” Pasquino Crupi è, e sarà,
insostituibile ma, anche in Suo nome, abbiamo il dovere di andare avanti e
continuare le Sue e le nostre battaglie. La proposta rivoltemi dall'Editore di
svolgere il ruolo di direttore editoriale del giornale mi onora, ma debbo premettere
che io non sono un giornalista e che non sono neanche scritto all'albo. Questo
tuttavia sarebbe l'ultimo dei problemi, molto più seri sono i miei dubbi e la mia
assoluta consapevolezza di essere inadeguato a dirigere “La Riviera” dopo Nicola
Zitara e Pasquino Crupi.
Ci proverò, sia pure solo per l'aspetto “politico” e fidando sulla collaborazione
delle tante intelligenze che ci sono nella nostra Locride ed oltre.. Avrò un'unica
ambizione: essere degno di chi mi ha preceduto e continuare con maggiore
impegno la battaglia che abbiamo intrapreso nel solo ed esclusivo interesse del
nostro popolo. Posso assicurare che in questo impegno ci metterò dentro tutto il
mio entusiasmo che coniugherò come sempre ad una doverosa umiltà.
opere sul Mezzogiorno. Da ultimo, “La
questione meridionale al tempo della
diffamazione calcolata del Sud”.
Annunciando l’iniziativa il Presidente
Talarico ha commentato: “È doveroso
rendere omaggio ad uno scrittore e
giornalista brillante che è riuscito a
scandagliare la storia meridionale
aprendo il varco nella storiografia
ufficiale ad interpretazioni inedite e a
nuove chiavi di lettura sulle condizioni di
arretratezza e di sottosviluppo del
Mezzogiorno”.
Fare de “la Riviera”
una grande famiglia
di Antonio Tassone
Un'informazione “onesta” e Pasquino Crupi) ma non
vicina alle “necessità” delle mancheranno le notizie
persone. E' questo l'impegno dell'economia e delle
che prendo con tutti voi,
nell'assumere la direzione
de” la Riviera”. Lo declinerò
attraverso
le
diverse
piattaforme in cui l'azienda
si articola, ossia nella forma
del giornale cartacea, del
sito
internet
e
dell'applicazione
web,
avendo sempre come
“riferimento” tre parole
d'ordine :
tempestiva,
credibilità ed autorevolezza.
Fare meglio ciò che è già ben
fatto sarà un obbligo e vi
assicuro che subentrare
nella
direzione
del
settimanale , al grandissimo
prof. Pasquino Crupi, non
sarà cosa semplice. Però è politiche economiche , due
proprio questo l'aspetto più versanti che, più degli altri,
stimolante della “sfida” che condizionano, in questa fase,
attende me, e con me, la la vita quotidiana dei
redazione. Una sfida , calabresi. Tutto questo,
peraltro, che, da una parte, ovviamente , senza far venire
prevede nuovi e importanti meno il dovere d' informarvi
investimenti del gruppo su tutto quello che accade in
editoriale sulle nuove Calabria, in Italia e nel
tecnologie,
rafforzando mondo, magari, alzando
ancora di più quella anche l'asticella. Essere ogni
vocazione all'innovazione giorno in redazione sarà il
che da sempre ne modo migliore per assolvere
caratterizza l'attività, e, all'incarico che mi è stato
dall'altra, si pone l'obiettivo affidato dall'amico Rosario
di dare voce agli abitanti Condarcuri. Cercheremo di
non solo della provincia svolgerlo, come redazione,
reggina ma della Calabria dando a tutti i nostri
tutta, affinchè i loro affezionati
lettori la
problemi possano arrivare possibilità
di
poter
nei luoghi dove si prendono intervenire direttamente
le “decisioni”, facendo in sulle questioni sociali più
modo che queste “decisioni” rilevanti, cercando, ove
rispondano
alle
loro possibile, di creare una
aspettative. Per questa sinergia che possa abbattere
ragione, troverete una gli steccati che spesso hanno
crescente attenzione verso i diviso la categoria dei
temi
della
politica giornalisti dai cittadini,
“meridionalista” (nel solco facendo, de “la Riviera”, una
tracciato dagli illustri sola grande famiglia .
predecessori Nicola Zitara e
DOMENICA
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
07
Parlando
di...
COPERTINA
Riflessioni inaugurali
A pochi metri di distanza del luogo in cui
è stata costruita la caserma ci sono i
cantieri del tribunale il cui finanziamento
risale ad oltre un decennio fa e non mi
soffermo sui 25 milioni stanziati al
Comune di Locri dopo il delitto
“Fortugno” e dei quali non è stata speso
neanche un euro. La Locride è in
abbandono ed è stata cancellata da tutti i
calendari regionali e nazionali.
Le incompiute
ILARIO AMMENDOLIA
La nuova caserma dei carabinieri di
Locri è stata inaugurata alla presenza
delle massime autorità civili e militari
della Calabria. Si notavano sul palco i
rappresentanti del governo, il presidente della Regione, il presidente della
Provincia, numerosi consiglieri regionali
e quindi i sindaci della Locride.
Tutto bene e tutto giusto. Legittima la
soddisfazione del comando carabinieri
per una sede più decorosa così come
quella del sindaco della città.
Ritengo opportuno che una classe dirigente si senta gratificata quando un’opera pubblica completa il suo iter e viene
messa a disposizione della comunità.
Tutto bene... ma con una sommessa
osservazione: la Locride è terra di opere
pubbliche ferme da qualche decennio,
di fondi perduti, di soldi mai spesi, di
enormi ritardi. Emblema di tutto ciò è la
statale 106, dove, in alcuni tratti i lavori
sono fermi da un ventennio.
Fermi nonostante il costo di vite umane
e nonostante le strozzature che rendono
impossibile il traffico sulla statale 106.
Ma non è tutto!
A pochi metri di distanza del luogo in
cui è stata costruita la caserma ci sono i
cantieri del tribunale il cui finanziamento risale ad oltre un decennio fa e non mi
soffermo sui 25 milioni stanziati al
Comune di Locri dopo il delitto
“Fortugno” e dei quali non è stata speso
neanche un euro.
La Locride è in abbandono ed è stata
cancellata da tutti i calendari regionali e
nazionali.
Le trombe che suonano per qualche
finanziamento cartaceo non possono
oscurare il disastro che ha fatto dire al
Vescovo Morosini “lascio una Locride
in condizioni peggiori dal momento del
mio insediamento”.
Tutto da noi parla di una recessione antica, risalente a ben prima dell’attuale crisi
economica, e che lascia segni di devastazione e di rovina ovunque.
Ho già scritto che la Locride nell’intera
fascia tettonica calabrese è il punto di
maggiore attrito, che si coglie nei cantieri chiusi, nelle serre abbandonate, nell’agricoltura strozzata, nelle attività produttive bloccate, nei lavori pubblici che
procedono con la velocità di una lumaca
nana.
Almeno ci fosse un minimo di indignazione. Abbiamo subito l’ulteriore taglio
di due treni senza neanche un grido di
sdegno.
In questo contesto per le autorità rappresentate sul palco a Locri nascono
delle nuove e grandi responsabilità.
Queste “autorità”, o parte di esse, non
possono essere presenti solo a qualche
taglio del nastro e poi girarsi dall’altra
parte e far finta di non vedere fondi che
si perdono, lavori fermi da decenni, e
soprattutto la mancanza di una qualsiasi
progettazione. Hanno il dovere di convergere su un disegno positivo di questa
terra. Qualche anno fa - ma sembra passato un secolo - avevamo, come Locride,
ottenuto alcuni tavoli di concertazione
tanto a livello nazionale, e precisamente
nel momento in cui è venuta il ministro
Cancellieri, tanto a livello regionale con
un impegno solenne del presidente
Scopelliti di un incontro a scadenze fisse.
Sul tavolo avevamo messo il progetto
d’urto e la piattaforma elaborata unitamente all’ANCI nazionale.
Elaborare un documento è poca cosa,
farlo diventare patrimonio di un popolo
è cosa completamente diversa.
La Locride deve innanzitutto recuperaDOMENICA
re la propria dignità!
Non può abbassarsi a chiedere elemosine e soprattutto deve acquisire la consapevolezza che le rare inaugurazioni
vanno benissimo, in alcuni casi sono
necessarie, purché segua una tempra da
muli di lavoro tale da convergere e
sbloccare situazioni che si vanno cronicizzando.
Ci pensino “le autorità”.
La partita deve essere giocata “qui ed
ora”. “Destra” e “Sinistra”, sigle sindacali, associazioni, debbono misurarsi su
questo terreno. Le parole le porta via il
vento.
La classe dirigente non può esser tale
nei giorni di festa, nè può restare ancora
priva di passione e di un progetto radicato nella gente, altrimenti la Locride
diventerà sempre più anemica, ed agonizzando, lentamente andrà incontro un
declino senza fondo.
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
08
la Riviera
RITARDI SS.106 E NUOVO TRIBUNALE DI LOCRI
Chi è senza peccato
Ponga l’ultima pietra
ELEONORA ARAGONA
cartoffie da compilare, progettazione, permessi da
ottenere, gare d’appalto, consegna dei lavori e realizzazione opere. Ma tra l’avvio e il completamento
delle infrastrutture nella Locride possono trascorrere decenni. E ripercorrendo le pluriennali vicende
legate alla realizzazione di alcune infrastrutture della zona ne
abbiamo avuto conferma: l’orizzonte è basso.
Uno dei casi noti è quello del Tribunale di Locri in Via
Cosmano. È dal 1992 infatti che è iniziato il percorso che
dovrebbe portare un giorno, forse, a veder realizzato il nuovo
palazzo di giustizia. Fu infatti nel 1992 che venne inviata dal
Comune della Locride la richiesta al ministero di grazia e
Giustizia. Arrivato il sì del Ministero fu affidato il progetto.
Sarebbero poi trascorsi 8 anni per ottenere un primo finanziamento di 20 miliardi di lire dallo stesso Ministero, la cifra
però non era sufficiente e così si ricorse ad un aiuto da parte
della Regione che nel 2001 stanziò 2 miliardi e 500 milioni di
lire.
La telenovela continuò e tenne gli spettatori incollati allo
schermo ancora per molti anni. Fu presentato e approvato il
progetto, si passò quindi alla gara d’appalto che però fu
sospesa per sospette infiltrazioni mafiose. Quindi fu indetta
una nuova gara con scadenza 13 giugno 2011. Fu l’8 febbraio
2012 che avvenne la consegna dei lavori alla ditta e secondo
quanto scritto nel bando 730 giorni dopo il Tribunale doveva
essere completato. Ad oggi, 22 settembre, sono trascorsi 592
giorni, ne restano 138. Vedremo che finale ci riserveranno gli
sceneggiatori, ma i fan della serie credono fortemente in un
colpo di scena e in una nuova stagione.
Con tutto il rispetto per il Tribunale di Locri, la regina delle
incompiute rimane la statale 106. I lavori di ammodernamento che interessano i lotti di Roccella e da Locri ad
Ardore sono ormai emblema di inefficienza e ritardi. L’inizio
dei lavori è stato annunciato negli anni ’90 mentre la data fine
lavori è stata sovrascritta talmente tante volte che ormai è
illegibile . Nei progetti la ss.106 dovrebbe diventare una quattro corsie, 2 per ogni senso di marcia, e permettere così un
collegamento scorrevole tra Puglia, Basilicata e Calabria. Ma
nel tratto calabrese per il momento si tratta di un disegno
abbastanza lontano dalla realtà. E la sfiducia cresce. I lavori
di completamento del Megalotto 1, Locri, sono, secondo gli
ultimi aggiornamenti Anas, al 80%. La variante di Roccella
è stata proposta nel lontano 1991 e doveva essere consegnata entro il 1994, ma di anno in anno e per diverse vicissitudini siamo giunti al 2013 e ancora non è stata inaugurata.
Secondo gli ultimi proclami di Anas e amministrazione roccellese la variante dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere consegnata dal Consorzio Cooperative Costruzioni
(CCC) entro agosto 2014, esattamente a distanza di 540 giorni dalla consegna dei lavori, avvenuta il 16 febbraio 2013.
Vedremo anche in questo caso se con i lavori completati per
il 93% riusciranno ad escogitare un altro avvincente intoppo
per prorogare ulteriormente l’epopea ss 106-variante di
Roccella.
Questi sono solo due delle incompiute celebri e longeve della
Locride, ma avremmo potuto parlare anche dell’ammodernamento della Jonio-Tirreno, della Bovalino-Bagnara, del
Porto di Roccella, dei depuratori consortili, dell’ospedale di
Gerace, ecc.
S
DOMENICA 22 SETTEMBRE
2013
LA RIVIERA
09
Polaroid
PRIMO PIANO
Omicidio Ieraci
Ad un mese dal delitto non ci sono sviluppi, non è stato
dato un perché all’omicidio del panettiere sidernese
né è stato individuato l’assassino. Le forze dell’ordine, da
noi elogiate lo scorso anno, non hanno risposte.
Chi ha premuto quel grilletto?
ANGELO NIZZA
dunque che ne è del delitto
agostano di Ciminà? Già
perché la montagna che ha
inghiottito Vincenzo Ieraci
resta buia e impenetrabile. A
Villaggio Moleti, sullo Zomaro, il
killer ha sparato. Forse voleva colpire il compagno di viaggio del panettiere di Siderno, cioè il consigliere
comunale
di
maggioranza
Domenico Ieropoli, già noto alle
forze dell'ordine. Questo registra la
cronaca, corroborata da fonti investigative. Il resto, l'autore e il movente
di un omicidio all'uso di una volta,
fatto di appostamenti e di subitanea
efferatezza, permangono nebulosi,
indecifrabili. Ci avevano abituato
bene carabinieri e polizia, l'anno
scorso, quando i crimini estivi sono
stati risolti in un battibaleno. Agguati
mortali e raid vandalici e “agricoltura” fuorilegge: tutto ha avuto un
esito positivo per la giustizia, con
buona pace per le vittime e per i loro
congiunti. Si è cominciato a Platì,
all'indomani di ferragosto. Prima col
32enne Antonio Garreffa freddato
dal cognato Pasquale Perre, 41 anni,
come tragico epilogo di una lite
famigliare e, poi, con il sequestro di
una piantagione di canapa indiana.
Nel primo caso, lo sparatore è stato
arrestato dai militari dell'Arma;
quanto alla droga, a seguito del blitz
i giovani coltivatori sono stati identificati e fermati. Un volto ha avuto
anche il vandalo che ha danneggiato
quaranta autovetture a Siderno, il 27
E
Il ricordo
L’Eucaristia Pane spezzato...
N
el giorno in cui la chiesa fa memoria di sant’ Agostino,
la Comunità Sidernese ha dato l’ultimo grande saluto al suo compaesano Vincenzo Ieraci scomparso
tragicamente e prematuramente nel pieno vigore
della sua vita.
Ha celebrato il rito delle esequie il parroco don Massimo Nesci,
nella chiesa di santa Maria dell’Arco, gremita di amici che si
sono stretti intorno alla famiglia in questo momento di immenso dolore.
Vincenzo, primogenito di sei fratelli, rimasto orfano di padre
molto piccolo, aveva saputo, insieme alla sua cara mamma Tita,
prendersi cura della famiglia e contribuire ad aprire ad ognuno
la strada nel mondo del lavoro. Un lavoro dove si guadagna il
pane quotidiano col sudore della propria fronte, in questa dura
ma bella, per chi la sa amare, terra di Calabria.
Vincenzo viene sottratto violentemente all’affetto dei suoi cari,
la moglie Silvana e ai suoi tre figli, Rocco, Pietro e Luca, inspiegabilmente. Solo la fede, come sottolineava opportunamente
don Massimo, nella breve ma incisiva omelia, solo la fede nella
risurrezione e nella misericordia del Signore, può alleviare un
dolore così grande e dare coraggio per andare avanti.
La fede ci vien donata da Dio, come la vita, che è un dono
prezioso, da custodire ed amare, nel pieno dei diritti umani,
diritti che sono venuti a mancare per Vincenzo, e per quanti lo
hanno conosciuto e che hanno versato le loro lacrime di dolore.
Lacrime segnate sul volto dei ragazzi allievi di Vincenzo dal
quale prendevano lezioni di equitazione, condividendo la stes-
sa passione per i cavalli.
Lacrime di dolore che con l’aiuto di Dio possono convertirsi in
lacrime di perdono: questa è stata la preghiera che don
Massimo ha elevato sulla mensa dell’altare dove Gesù diventa
pane spezzato e cibo che si dona.
E il pane è segno di pace, una pace che può venire solo da
Cristo che ha dato la vita per la salvezza di tutti; e Vincenzo lascia ai presenti, come suggerisce il celebrante, il profumo del
pane che lo ha accompagnato nella sua lunga carriera, parole
riportate dal testo della Sapienza (Sap 4, 7-15) di cui amiamo
trascrivere l’intero passo:
“Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
Vecchiaia veneranda non è la longevità, ne si calcola dal
numero degli anni; ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza; vera longevità è una vita senza macchia.
Divenuto caro a Dio, fu amato da lui e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
Fu rapito, perchè la malizia non ne mutasse i sentimenti e l’inganno non ne traviasse l’animo, poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene e il turbine della passione travolge una mente
semplice. Giunto in breve alla perfezione, ha compito una
lunga carriera.
La sua anima fu gradita al Signore; perché egli lo tolse in fretta
da un ambiente malvagio. I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono a questo fatto che la grazia e la misericordia sono
per i suoi eletti e la protezione per i suoi santi.”
Silvana Stalteri
DOMENICA
agosto: è stato individuato grazie alle
telecamere a circuito chiuso presenti
per le strade oggetto della folle scorribanda. E un nome, Vincenzo
Dimasi, è stato assegnato all'appena
maggiorenne che il giorno seguente,
a Monasterace, ha esploso un colpo
di pistola in bocca al funzionario
della Regione Calabria Ferdinando
Iellamo. Infine, l'ultimo del mese,
nella Piana di Gioia, dove le abitudini sono assai comuni a quelle della
Locride, lo Stato ha fatto luce sul fattaccio di Rizziconi. Un padre e due
figli uccisi: Remo Borgese e i suoi
Antonio e Francesco. L'omicida è
stato Francesco Ascone che ha agito
per questione di donne. Il racconto
che viene fuori riavvolgendo il nastro
narra di crimini a volte parecchio
cruenti, per i quali, tuttavia, pare che
la 'ndrangheta centrasse poco o
nulla. Perlomeno, non in maniera
diretta. Nel giro di un'estate, la storia
si ripete, si fa fuoco e si muore. Non
si sa quali conti si son dovuti regolare, non si sa stavolta per quali motivi
d'onore (liti, prepotenza, mogli e
figlie…) quel 25 agosto il commando
ha agito, provocando nel parapiglia
la fine di un uomo. Ma a differenza
della passata stagione, il rebus non
conosce soluzione né pare che esistano ipotesi verosimili e percorribili
per l'archiviazione del caso. A meno
che gli inquirenti non ci stupiscano
ancora una volta, avendo già in serbo
i segreti del macabro trucco, ribadendo così impareggiabile coraggio
e fine perizia.
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BRIGANTI
Leggi antisismiche
ai tempi di Borbone
‘Nto 1783, esattamenti u 5 febbraiu, na scossa i terremotu
distruggìu na randi parti du territoriu i l’interu imperu.
Ferdinando IV ci tenìa o’ regnu e attivàu subitu nu pianu i
soccorsu e ricostruzioni di zoni martoriati, cercandu puru u
trova metodi innovativi ‘nta costruzioni di casi novi, pemmu
evita u si ripeti natta vota nu disastru comu a chigliu
L'Assessorato all'Agricoltura della Provincia
di Reggio Calabria promuove una
manifestazione d'interesse per la partecipazione
alla Biennale dei Sapori e dei Territori, dal 26 al
29 ottobre a Venezia. Per le aziende
agroalimentari reggine su www.provincia.rc.it il
modulo per aderire a “Gusto”.
Un prodotto
di “Gusto”
BRIGANTESSA
SERENA IANNOPOLLO
U sapìavu ca a Calabria è na terra sismica? E
puru a Sicilia? Bonu, e puru i l’Abbruzzu a jiri
pe sutta, cioè tuttu u territoriu i l’ex regno delle
due Sicilie. ‘Nto 1783, esattamenti u 5 febbraiu,
na scossa i terremotu distruggìu na randi parti
du territoriu i l’interu imperu, e sulu ‘nta
Calabria si ‘ndeppiriu 30.000 morti. Ora vui vi
penzati ca ancora mo ‘ndi portamu i danni (tipo
cu’ terremotu i l’Aquila, chi doppu decenni non
ficiru nenti?Mica era l’Emilia Romagna! Ca
L’abbruzzu è sud).
Eh no, cari lettori. Ferdinando IV ci tenìa o’
regnu e attivàu subitu nu pianu i soccorsu e
ricostruzioni di zoni martoriati, cercandu puru
u trova metodi innovativi ‘nta costruzioni di casi
novi, pemmu evita u si ripeti nata vota nu disastru comu a chigliu. A prima cosa chi u rre fici
fu u m’alloggia i superstiti ‘nta baracchi
momentaneamenti,a secunda fu a bonifica du
territoriu e a ricostruzioni di centri urbani,
spessu rilocalizzati a na via menu a rischiu
sismicu. Pemmu cogghi i sordi Ferdinando IV
fici na cosa chi sulu mu si penza mò, ti mandanu o’ mpernu: istituìu a Giunta da Cassa Sacra
a Catanzaru, (chi era già capoluogo da Calabria
Ultra) e misi all’asta i beni da chiesa pe’ terremotati. E fu tandu chi si trovàu nu metodu i
costruzioni chi consistìa u si jungi cementu e
lignu, pemmu si duna cchù elasticità di mura.
Dui terremoti si ‘ndeppiru cchju avanti, ‘nto
1851 e 1857, ma u cchiù spaventosu fu chigliu
famosu di 1908 chi distruggìu Riggiu e Messina.
Si potti vidiri ca molti di “novi” costruzioni fatti
di Borbone restaru ‘mpedi, e atti cattiru, speci
pe’ via di maremoti chi si ‘ngoiaru tuttu u strittu cu 3 ondi ca a cchiù arta fu a terza ed era atra
15 metri .Vi immaginati n’onda i 15 metri
davanti a vui? Beh, cocchi casa resistìu ‘mpedi.
Ed era costruita cu i normi anti sismici ideati i
l’ingegneri borbonici. Ma chiglia era già Itaglia
dù 1861, e i geni itagliani decidìru u abbandonanu i legislaturi anti sismici di Borbone
pemmu u sunnu sostituìti cu chigli “itagliani”?
Eh si, comu potiti vidiri, pe nui fu n’affari i chigli bboni veramenti u passamu i nu patruni a
n’attu, pecchi chistu succedìu.
L'Assessore Provinciale all'Agricoltura,
Gaetano Rao, continua il suo lavoro di
rilancio e promozione del territorio e
promuove una manifestazione d'interesse per la partecipazione a “Gusto Biennale dei Sapori e dei Territori”,
rivolta alle aziende agroalimentari operanti nel territorio della Provincia di
Reggio Calabria. L'evento fieristico,
programmato dal 26 al 29 ottobre a
Venezia, è una vetrina importante per
prodotti biologici e biodinamici, prodotti tipici, dietetici ed equo solidali, che
sposano, dunque, la filosofia dell'agricoltura eco compatibile. L'evidente specificità della Fiera veronese, determina
che, possono partecipare, esclusivamente, aziende produttrici di prodotti trasformati a marchio “Biologico”, di prodotti a marchio di tipicità riconosciuto
(Igp, Dop, Igt, Doc) ed i prodotti a forte
legame territoriale che etichettano con
marchi collettivi nazionali e territoriali,
quali P.A.T., Presidio Slow Food,
De.c.o., Prodotto del Parco e simili. Le
aziende che intendono aderire alla
manifestazione d'interesse, dovranno
compilare un modulo, scaricabile dal
sito www.provincia.rc.it e farlo pervenire
entro il 27 Settembre 2013, all'indirizzo
indicato nell'apposita domanda di partecipazione. Sulla base delle domande di
adesione,
pervenute
al
Settore
Agricoltura della Provincia di Reggio
Calabria, soltanto dieci aziende agroalimentari saranno selezionate, le quali
rispondono ai requisiti di ammissione
richiesti. L'esperienza maturata e le
strategie di pianificazione di marketing
aziendale e territoriale, già avviato con il
brand collettivo “Reggio Calabria, provincia Enoica”, confluiranno nell'allestimento del “pacchetto servizi” offerto
alle aziende partecipanti. Dagli spazi
espositivi, all'incontro con i buyers, alle
attività di comunicazione e promozione,
e quant'altro possa aiutare le nostre
realtà imprenditoriali ad emergere nel
panorama agroalimentare di qualità.
L'Assessore Provinciale Gaetano Rao
invita gli imprenditori a non lasciarsi
sfuggire un'occasione importante di promozione delle peculiarità gastronomiche
locali. “Mettiamo in mostra le eccellenze enogastronomiche, nella prestigiosa
vetrina del “Gusto” di Venezia, dove spiega Rao - sfilano prodotti che identificano un territorio e raccontano percorsi culturali che garantiscono la loro
qualità”. E' una kermesse rivolta agli
amanti del cibo tipico e di qualità, alla
quale sono invitati professionisti, produttori e venditori selezionati del comparto agroalimentare.
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LOCRIDE
VOGLIA DI CAMBIARE
SiderSiCambia si presenta ai cittadini
È nata SiderSiCambia, una nuova associazione socio-culturale sidernese, creata da volti
nuovi, giovani che hanno voglia di fare e di
cambiare. L'associazione nasce dalla necessità di reprimere il lamento per tornare ad
agire, quell'agire che non viene mai accostato
alla nostra generazione. Ci vogliamo riprendere il nostro tempo e la nostra Siderno
attraverso una nuova rivoluzione culturale
che veda partecipi tutti. Abbiamo un sogno:
quello di veder rifiorire la Riviera dei gelsomini. E per fare ciò è necessario abbandonare ogni tipo di etichetta, colori politici, mettere da parte i fini egoistici, per riuscire ad
abbassare le barriere della diffidenza, ormai
alte per retaggi del passato dai quali non riusciamo a districarci, perché troppo noti e
strumentalizzati. Non è il nostro ego che
vogliamo riempire di orgoglio ma quello di
ogni cittadino sidernese, ed è proprio per
questo che invochiamo alla partecipazione,
perché ognuno di noi può essere la molecola
che muove verso il cambiamento. Quello che
abbiamo in testa non è l'inseguimento di un
falso progressismo, non vogliamo abbandonare le nostre radici, piuttosto desideriamo
riappropriarci di tutte le nostre radici migliori, solo così riusciremo a capire la bellezza e
la poesia che questo paese emana.
Cari lettori non crediate che questo nostro
ottimismo sia dettato da utopie e illusioni,
non stiamo nascondendo le nostre teste sotto
la sabbia. Siamo usciti allo scoperto e ci
siamo guardati intorno, conosciamo bene
quelli che possono essere i problemi del
paese che amiamo. E' proprio la presa di
coscienza che ha risvegliato la nostra voglia di
riscatto. Desideriamo quindi mettere da
parte quelle decisioni che passano dal potere
senza competenza e riconoscere quelle che
sono le nostre risorse, sfruttarle al meglio.
Desideriamo riappropriarci di spazi pubblici
nei quali sia possibile riaprire le porte del
confronto, ingrediente fondamentale per la
crescita personale.
Le nostre due prime iniziative sono nate proprio dalla volontà di coinvolgere tutti, creando un senso di coesione e di appartenenza tra
i cittadini sidernesi.
Il concorso di fotografia "SiderSi..Scatta!"
sorge dall'obiettivo di soffermare lo sguardo
di tutti verso i nostri meravigliosi paesaggi,
spesso dati per scontati. Abbiamo ricevuto
un centinaio di foto: spiagge, mare, colline,
cieli e cittadini. Scorci di un paese pieno di
ricchezza. La foto che più ha rappresentato il
nostro progetto è stata quella di Marco
Stalteri, vincitore del concorso, che in modo
originale ha saputo immortalare una Siderno
calda, romantica e vivace, capace di dare il
benvenuto a chiunque. Marco Stalteri è stato
premiato con un buono libro da 50,00 euro.
Abbiamo portato avanti un'iniziativa di tipo
sociale: una raccolta fondi destinata all'acquisto un defibrillatore, in favore della Croce
Bianca di Siderno. Un'iniziativa che ha visto
partecipi tutti, primi i commercianti sidernesi, i quali non si sono tirati indietro ma ci
hanno donato credibilità e insieme siamo riusciti a mettere da parte concorrenze ed egoismi per una causa comune.
Ringraziamo i privati cittadini che hanno
speso qualche minuto al nostro stand durante la festa di Portosalvo, questi cittadini non
hanno contribuito in modo acritico ad un'iniziativa di beneficenza ma si sono informati,
hanno capito il senso profondo dell'iniziativa,
ci hanno dato dei consigli, ci hanno ricordato
Televisioni
FATECI UN FAVORE
Sciogliete
l’Assemblea
dei sindaci
Se l'assemblea dei sindaci deve
continuare a dare questo spettacolo
desolante propongo di scioglierla.
Meglio non avere un organismo
congiunto piuttosto che averne uno
che a questo territorio fa solo un
danno di immagine.
Ho sempre creduto che bisogna
fare rete, che per essere più forti
bisogna unirsi, che se tante voci si
mettono insieme e riescono a parlare unitamente quella voce si sen-
tirà di più. Per questo credo che
l'assemblea dei sindaci della
Locride sia un organismo utile per
il territorio, quando viene usato
bene. Può anche non essere usato
che la strada è lunga e piena di ostacoli e,
nonostante ciò, hanno creduto in noi. Grazie
a voi, commercianti e cittadini, abbiamo
donato un assegno da 2800 euro alla Croce
Bianca, insieme abbiamo contribuito all'acquisto di un defibrillatore, insieme abbiamo
creato partecipazione, rispolverando il valore
dell'altruismo.
Vogliamo ringraziare anche quei cittadini
che si sono mostrati diffidenti. Il nostro ringraziamento ha un senso, non è follia.
Sappiamo da dove nasce la diffidenza di alcuni. È una sfiducia lecita, dilagante che interessa tutte le forme di potere che hanno
accompagnato Siderno, dalla scuola alla politica, dalla pubblica amministrazione alle
forze dell'ordine. Corruzioni ed egoismi che
hanno portato ad una guerra "tutti contro
tutti". La vostra sfiducia è data dalla sospettosità che ogni cosa creata da strutture sociali
sia messa in atto in modo utilitaristico. La sfiducia e il sospetto nascono dalla paura di
ripercorrere strade che ci hanno fatto male.
Ma la paura la prova solo chi si sente impotente, chi crede di non avere risorse per fronteggiare il contesto. Non crediamo di essere
dei super eroi, solo insieme a voi possiamo
realizzare il nostro cambiamento.
Ilenia Maria Barbaro
Nuovo ambizioso
traguardo per Telemia
bene, a volte basterebbe semplicemente che venisse usato. Ma da un
po' di tempo questo organismo è
assolutamente inutile, invisibile,
incapace di promuovere una qualsiasi iniziativa. Pur seguendo attentamente la cronaca politica non
riesco a ricordare chi è il presidente dell'assemblea dei sindaci,
magari se ogni tanto si facesse sentire riusciremmo a ricordarne il
nome…
Tutti bravi a lamentarsi che lo
Stato ci ha abbandonato. Poi capita che lo Stato si materializza per
sottolineare una delle poche esperienze amministrative interessanti
di questo territorio, quella del
Sindaco Mimmo Lucano a Riace
(che guarda caso non frequenta
l'Assemblea dei sindaci visto che
non ha tempo da perdere), con la
terza carica dello stato, il
Presidente della Camera dei
Deputati Laura Boldrini e a parte
i primi cittadini di Benestare e
Gioiosa Ionica non si vede un rap-
presentante dell'Assemblea dei
sindaci, quel luogo in cui ci si batte
per avere cariche che poi si scaricano.
E poi succede che a sottolineare la
bontà delle politiche di Riace arriva anche un ministro del Governo
in carica, Kyenge, e a parte il
padrone di casa di sindaci locridei
nemmeno l'ombra.
Forse i sindaci locridei sono allergici a Riace perché un'esperienza
amministrativa di quel genere
potrebbe mettere in evidenza i
grandi fallimenti di altre amministrazioni?
Bè, se l'assemblea dei sindaci deve
continuare a dare questo spettacolo desolante propongo di scioglierla. Meglio non avere un organismo
congiunto piuttosto che averne
uno che a questo territorio fa solo
un danno di immagine. Oppure
dimettetevi ed eleggete rappresentanti più capaci.
Giovanni Maiolo
Nuovo ambizioso traguardo è stato raggiunto
dall'emittente Telemia, visibile al canale 85. La
tv nata a Roccella Jonica continua a collezionare
un successo dopo l'altro e, dopo la briosa programmazione estiva che ha visto protagoniste le
piazze calabresi, è pronta ad inaugurare una
nuova e variegata stagione televisiva. La Tv dei
due mari, sin dal momento in cui, pochi mesi fa,
ha allargato il proprio bacino d'utenza a quasi
tutta la Calabria, si è dimostrata determinata a
scalare la classifica delle tv regionali più seguite.
Stando agli ultimi dati Auditel, relativi al mese di
Agosto, rispetto al mese di Giugno, Telemia ha
raddoppiato i propri ascolti, confermando ed
incrementando così il successo fin qui ottenuto.
Telemia con 698 punti si conferma infatti terza
emittente televisiva calabrese per ascolto medio
riferito al semigiorno. Un risultato straordinario
soprattutto considerati i pochi numeri di ascolto
che attualmente la separano da Calabria tv e
Video Calabria, piazzatesi rispettivamente al
primo e secondo posto. Telemia consolida così
il ruolo di primo piano rivestito nel panorama
televisivo calabrese. Soddisfazione a tal proposito è stata espressa dall'editore Giuseppe
Mazzaferro che insieme allo staff giovane e
dinamico promette un futuro ricco di novità.
Quest'estate, come di consueto, l'attenzione è
stata rivolta al territorio e alle tante iniziative che
hanno popolato le piazze calabresi. Attenzione
al territorio è assicurata anche per la programmazione televisiva invernale. Lunedì scorso è
ripartita infatti la messa in onda del programma“Tuttincampo”, lo stesso che, anche
quest'anno, mostrerà ai telespettatori azioni, fermenti e talenti di scena nei principali campi
DOMENICA
sportivi. Ripartito alla grande anche l'amatissimo appuntamento con “Lineaperta”. L'annuale
edizione ha aperto i battenti da Piazza Colonne
di Roccella Jonica con una partecipata quanto
chiacchierata puntata dal titolo “Uomini delle
istituzioni: dai magistrati ai politici” che ha visto
la partecipazione dei magistrati Gerardo
Dominijanni e Rocco Cosentino, oltre che del
senatore Sisinio Zito e degli onorevoli Angela
Napoli e Aurelio Misiti. Il tema, che non ha
risparmiato il dibattito sulla questione dello
scioglimento per mafia di molti comuni calabresi, è stato approfondito nel salotto della giornalista Maria Teresa Criniti che anche per l'annuale
edizione ha annunciato di voler portare all'attenzione pubblica temi e problematiche roventi affrontate, come sempre, grazie al contributo
dei vari ospiti presenti in studio e tenendo poi
sempre ben presente la voce dei cittadini in collegamento dalle piazze della regione. Si
attende, tra gli altri, anche il ritorno di “Radici”,
format incentrato sulle tradizioni popolari.
Infine una newentry: una sorpresa domenicale
di tutto rispetto. Sugli schermi di Telemia approda infatti “Finalmente è domenica”, nuovo contenitore domenicale che intratterrà i telespettatori con giochi, discussioni, musica e tanto altro
ancora e avrà come obiettivo quello di innalzare
ancor più la già eccellente media di ascolti
domenicali. Sono queste solo alcune delle
novità che caratterizzeranno la nuova stagione
televisiva di Telemia. La direzione dell'emittente
e lo staff tutto sono determinati ad affrontare
questa nuova sfida puntando ovviamente alla
vetta della classifica.
Redazione di Telemia
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
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La Riviera
REFERENDUM RADICALI
La gente ha esercitato un diritto costituzionale
Giovedì scorso si sono raccolte le firme dei
referendum radicali a Siderno. Noi riteniamo
sia civilmente importante partecipare.
Si parla spesso dell'abisso che separa la gente
comune dalla politica e dalle Istituzioni In
Calabria la frattura è particolarmente evidente per l'incapacità della “classe dirigente” di
sincronizzarsi con la gente.
Sabato 14 settembre i radicali, con l'onorevole
Rita Bernardini, erano a Platì, piccolo paese
dell'Aspromonte, per raccogliere le firme per
i 12 referendum proposti dal partito radicale.
Giovedì la raccolta di firme è stata a Siderno.
La gente si mette in fila per firmare, sono
uomini, donne, ragazze e giovani. Le firme
sinora raccolte a Platì sono circa cinquecento,
sabato, in una sola ora, hanno firmato in 118,
due per ogni minuto.
Si dirà: Platì è un paese di ndrangheta ed
hanno firmato perché sei dei dodici referendum riguardano la giustizia.
Analisi sbagliata e fuorviante.
La gente di Platì si è armata della sola carta d'identità rilasciata dalla Repubblica Italiana, ha
raggiunto la piazza centrale del Paese e, alla
luce del sole, ha esercitato un diritto costituzionale.
Io non so quanti tra coloro che hanno firmato
sono uomini di ndrangheta, né mi interessa
saperlo, so per certo che ho assistito ad una
pagina di democrazia partecipata.
So che quel giorno le persone di Platì si sono
sentiti cittadini della Repubblica, orgogliosi di
esercitare un loro diritto mentre, per decenni,
la politica a Platì si è presentata a fari spenti e
solo per chiedere il voto . So che hanno deciso di essere protagonisti del proprio destino
riappropriandosi di una “sovranità” che non
sono più disponibili a delegare.
È comodo fare politica nel Palazzo, è ancora
più comodo presentare qualche stupida interrogazione parlamentare quando si procede ad
un ulteriore taglio di quattordici treni nella
nostra Regione. È confortevole esser presenti
al taglio del nastro di una opera pubblica
costruita con qualche decennio di ritardo così
com'è facile fare annunci che non avranno
alcun seguito.
Se questa è la politica perché sorprendersi che
la gente ne prenda le distanze?
Possibile che si è così ciechi da scambiare la
politica con le vicende personali di Berlusconi,
o con i destini di Renzi, Bersani, o Cuperlo?
Sono passati sette mesi dalle ultime elezioni,
non un solo parlamentare della Repubblica,
eletto in Calabria, ha sentito il bisogno di
recarsi nei paesi con i consigli comunali sciolti
per mafia per discutere con la gente e capire,
innanzitutto da loro, cosa sta succedendo.
La gente ha tanto bisogno di riprendersi la
propria sovranità.
Se degradiamo questa gente nei nuovi lebbrosi, negli appestati del nostro tempo, perché
sorprenderci se odiano lo Stato, le istituzioni,
la politica?
Eppure questi Paesi sono nostri, più sono
ammalati più li dobbiamo sentire nostri. Se
oggi una sola persona viene lasciata al suo
destino, domani un intero popolo sarà in pericolo.
Certo, qualcuno dirà che nei paesi
d'Aspromonte si possono fare brutti incontri,
(mi verrebbe da dire non peggiori di quelli che
si fanno nei palazzi del “Potere”), ma la democrazia si costruisce giorno per giorno tra la
gente, partendo dai luoghi in cui la sofferenza
è più acuta .
Rifugiarsi nell'antimafia di maniera è vile
prima che inutile, e non è un caso che il vescovo di Locri, monsignor Morosini, nel momen-
to in cui s'è congedato da quello che per cinque anni è stato il “suo” popolo, abbia sentito
il bisogno di ammonire «non fatevi ammaliare dall'antimafia di professione».
Se oggi qualcuno pensa di fare dei paesi
dell'Aspromonte una riserva indiana, affidata
e vigilata dalle forze dell'ordine, sappia che
passeranno pochi anni e lo stesso destino avrà
l'intera Calabria e progressivamente l'intero
Sud.
Storicamente la nostre classi dirigenti hanno
avuto come tratto distintivo la viltà che si
sostanzia con la “fuga” dalla linea del fronte
ed il comodo attendarsi nelle retrovie a curarsi dei loro interessi particolari, indifferenti al
destino di coloro di cui dovrebbero essere l'espressione.
Oggi più che mai la “questione calabrese” è
soprattutto questione di classe dirigente che
non può essere nominata e legittimata da
Roma bensì espressione della sofferenza e
della voglia di riscatto del nostro popolo. A
Platì, è stata scritta una timida pagina, ma per
comporre il libro c'è ancora tanto da lavorare.
I.A.
Unione dei comuni della Vallata del Torbido:
utilità del presente, speranza del futuro
Un recente studio a cura dell'ANCI
(Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha
evidenziato alcune positività fattuali delle
Unioni dei Comuni: la cosiddetta “intenzionalità parsimoniosa”, cioè Comuni che sanno
fornire servizi senza sprecare le risorse pubbliche; la crescita dell'attenzione e dell'impegno
verso i territori; lo sviluppo e l'implementazione del senso di comunità; l'effetto del local
value, vale a dire una percezione minore di
marginalità e di perifericità; il rafforzamento
della classe dirigente, votata al bene comune e
al futuro.
L'Unione dei Comuni è un ente locale di
secondo grado costituto da due o più comuni
per l'esercizio associato di alcune funzioni,
regolarmente disciplinato dal Testo Unico
degli Enti Locali. È una forma di governo territoriale in continua ascesa, sempre più diffusa
sul territorio (370 in tutt'Italia, 10 in Calabria
ma ancora nessuna esperienza nella nostra
provincia), finalizzato al duplice risultato di
migliorare servizi e funzioni pubbliche e di
rafforzare la democrazia municipale di cui è
intessuta la storia italiana. Con vantaggi di
natura economico-finanziaria di immediata
agibilità (molte Regioni hanno già votato normative incentivanti a favore delle Unioni; le
Unioni sono escluse dal patto di stabilità, ecc).
Più che una coercizione etero-imposta, più che
un obbligo residuale di carattere quasi tecnico,
l'Unione dei Comuni merita di essere considerata una concreta occasione di innovazione
amministrativa e di crescita della governance
locale. La logica dominante di un'Unione funzionale, difatti, è una logica a somma positiva,
IN EVIDENZA
L’Unione dei Comuni è
una forma di governo
territoriale in continua
ascesa, sempre più
diffusa sul territorio,
finalizzato al duplice
risultato di migliorare i
servizi e funzioni
pubbliche e di rafforzare
la democrazia municipale
di cui è intessuta la storia
italiana
ovvero una logica win-win che consente di
ottenere vantaggi per tutti i soggetti interessati
e di produrre ottimi meccanismi di problem
solving. Purché vi sia il giusto compromesso tra
le ragioni “prosaiche” di natura tecnico-economica a breve gittata e quelle “poetiche” di
una politica che guarda alla prospettiva futura.
Con questa persuasione di fondo, il PD di
Gioiosa Jonica ha inteso riprendere e rilanciare sul tema - ormai decennale, visti i progetti di
Unione risalenti al triennio 2001-2004 - di
“Unione dei Comuni della Vallata del
Torbido”, organizzando lo scorso 30 Agosto
un confronto pubblico a più voci e senza alcuna rete di protezione.
La Vallata del Torbido (Gioiosa Jonica,
Marina di Gioiosa Jonica, Grotteria,
Mammola, Martone, San Giovanni di
Gerace) è un territorio con una secolare omogeneità morfologica e storico-culturale, un territorio che nasce in quanto tale e che potrà
conoscere un suo effettivo sviluppo soltanto
nel quadro di una proficua unità sinergica.
Soprattutto in una fase di transizione come
quella attuale, nella quale le sfide internazionali finalizzate alla stabilizzazione finanziaria si
intrecciano e si sovrappongono con l'esigenza
nazionale di attori politico-amministrativi in
grado di perseguire obiettivi strategici sul
piano sociale ed economico. Perciò stesso, ipotizzare di proseguire con le separatezze e
distinzioni odierne (che senso ha progettare
PSA in cui le due Gioiosa si muovono autonomamente? Che logica è quella di contrattare
singolarmente - invece che come territorio - i
finanziamenti europei destinati al sistema
depurativo della Vallata del Torbido?) è un
errore assolutamente incomprensibile ed
ingiustificabile.
Polizia municipale ed amministrativa, tributi e
contabilità, politiche sociali e di assistenza alla
persona, servizi scolastici, tutela ambientale e
paesaggistica, programmazione urbanistica ed
infrastrutturale, attrattività turistico-culturale:
gli ambiti entro i quali operare per costruire
un'Unione dei Comuni all'altezza della situazione sono molteplici e di varia natura. Con l'obiettivo di cooperare per il raggiungimento di
“economie di scala”, le sole in grado di razionalizzare i costi e le spese, di migliorare l'efficacia dei servizi offerti, di consolidare il rapporto
cittadino/istituzione comunale.
Occorre superare innanzitutto le sempre più
esauste barriere mentali, assai più ampie ed
escludenti dei confini spaziali ed amministrativi. Con l'Unione, ogni comune della Vallata
manterrà la sua identità, le sue insegne, la sua
autonomia: lo farà calandosi in una realtà più
ampia e comprensiva, nella quale programmare unitariamente ai comuni limitrofi diverrà
una scelta di merito ancor prima che di metodo. Bussola di riferimento, la democrazia quella razionale e pedagogica che connette
l'uno con l'altro, secondo la lezione di un grande della filosofia moderna come John Dewey:
«Una democrazia è qualcosa di più di una
forma di governo».
È prima di tutto un tipo di vita associata, di
esperienza comunicata e congiunta.
L'estensione nello spazio del numero di individui che partecipano ad un interesse in modo
che ognuno deve riferire la sua azione a quella degli altri per dare un motivo e una direzione alla sua equivale all'abbattimento di quelle
barriere di classe, di razza e di territorio nazionale che impedivano all'uomo di cogliere il
pieno significato della loro attività….” (John
Dewey, Democrazia ed Educazione, 1916).
Due sono le strade, nella situazione data della
Vallata del Torbido, che sarebbe opportuno
percorrere con la massima trasparenza pubblica.
Da una parte, un lavoro comune di analisi e di
elaborazione con i cittadini di tutti i comuni
DOMENICA
interessati, a partire dal coinvolgimento delle
organizzazioni democratiche (partiti, associazioni, forze sindacali, ecc.) e delle singole individualità (operatori economici, intellettuali,
professionisti). Convegni e seminari di studio,
assemblee pubbliche, interazione con i cittadini anche per il tramite delle moderne tecnologie digitali: sono molti gli strumenti a disposizione per aggredire e sovrastare la cd. “idiosincrasia unitaria”, ovvero andare oltre gli egoismi municipali e le paure identitarie (Unione
dei Comuni non significa superamento delle
storiche autonomie comunali). L'Unione deve
divenire un progetto “caldo”, vissuto dalle
comunità coinvolte e partecipato dagli
stakeholders (i cd. “portatori di interesse”) del
territorio.
Dall'altra parte, emulando e adattando le
“buone prassi” altrove introdotte (basti pensare alla normativa approvata in Toscana), sarà
opportuno impegnare il gruppo consiliare
regionale PD (per la parte politica di nostro
riferimento) alla presentazione di un apposito
disegno di legge a sostegno delle Unioni dei
Comuni e adoperarsi alla contesa nella società
e nel dibattito pubblico calabresi per l'effettiva
approvazione della legge stessa. L'impegno
assunto dal consigliere regionale PD Nino De
Gaetano, proprio a Gioiosa Jonica e proprio al
termine del dibattito pubblico dello scorso 30
Agosto, si muove inequivocabilmente in questa direzione: a noi, dunque, l'iniziativa perché
si producano risultati concreti a ratifica dei
proclami pubblici.
Angelo Antonio Larosa
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Parlando
di...
IN RICORDO DI PASQUINO CRUPI
LA LETTERA
La tua bandiera
sventolerà ancora
“Sono l’ultima dei suoi figli, la più piccola, non l’ho goduto
pienamente e fisicamente, ma ne ho annusato il pensiero e
alla sua parola mi sono formata. Lui mi ha insegnato l’amore
per i deboli, il piacere della dialettica e del confronto e,
soprattutto, l’obbligo morale dello scontro pari, mai impari.”
BENEDETTA CRUPI
on è facile parlare di mio padre Pasquino quando
ancora sento il calore rassicurante della sua voce
che la sera mi parlava e mi indicava la direzione
verso cui si muovevano gli eventi.
Io non so come ricostruirò la mia giovane vita senza di lui,
mi sorregge il pensiero che sia comunque a me accanto e,
guai a chi me lo tocca! Sono l’ultima dei suoi figli, la più
piccola, non l’ho goduto pienamente e fisicamente, ma ne
ho annusato il pensiero e alla sua parola mi sono formata.
Lui mi ha insegnato l’amore per i deboli, il piacere della
dialettica e del confronto e, soprattutto, l’obbligo morale
dello scontro pari, mai impari, essendo quest’ultimo consuetudine dei tanti gaglioffi turbolenti che hanno venduto
la sua Calabria e segnato la sconfitta degli umili e degli
innocenti, vittime principali del malgoverno e della cattiva
politica.
Mio padre Pasquino Crupi, respirava umanesimo a pieni
polmoni, parlava ai giovani, li amava era il “Professore”
l’insegnante capace di saltare i testi, di parlare al cuore, di
colorare il pensiero così come era riuscito a colorare la
luna.
Umile tra gli umili, impastato di amore paesano e per i
paesani, sempre con il rosso di Gramsci nel cuore, stretto
nel pugno e nelle pieghe del suo sapere antico.
Un giorno mi spiegò il suo comunismo, lo spiegò a me
bambina che lo guardavo attenta e incuriosita:
“Comunismo vuol dire essere uguali, vuol dire non vedere
più pianti di madri per figli rachitici e uomini sfruttati,
vuol dire avere pane, pasta, latte e scuole per tutti e il
buon vino si berrà nei bicchieri di vetro, la plastica sarà eliminata dalla vita e dal cuore di tutti”.
Il comunismo per lui era una mamma salvifica, un amico
presente , un respiro di libertà e uguaglianza, una bandiera rossa che garrisce al vento, era il coraggio e l’audacia
con cui si sfidano le leggi e le convenzioni della società
N
perbenista, pedante maestrucola ed ottusa. Mio padre ha
sempre rotto con il mondo di facciata, lui che di facciata
conosceva solo quella di casa e si è sempre ribellato a qualsiasi forma di opportunismo o di viltà.
Ero bambina, tanto bambina e già conoscevo i canti socialisti: “Bandiera Rossa”, “L’internazionale”, “Contessa” e
soprattutto “Addio Lugano bella”, è questa la canzone che
papà amava più di ogni altra, d’altra parte lui, anarchico,
lo era sempre stato.
Nella resistenza al sonno lo battevo, quando stavamo
insieme, raramente lo facevo andare a dormire, avevo
sempre una storia da ascoltare, avevo sempre una domanda da porgli e lui continuava a parlare, era un parlatore
instancabile il mio papà. Alla sua conoscenza grande, faceva difetto quella scientifica-medica, chissà, non credo
abbia mai compreso la gravità del suo male, la “Fine” non
era un parametro valutabile, e lo ha ignorato fin quando le
forze lo hanno piegato nel corpo, ma non nel pensiero.
Papà Pasquino è morto abbracciando la sua grande passione, il suo Sud, il suo Meridione che non è mai stato un
punto geografico, ma sempre un cuore pulsante che ha
narrato schierandosi, senza paura, senza timore di rimanere isolato, con il suo popolo, con la miseria del popolo
calabrese e le condizioni di degrado in cui è stato costretto a vivere e vive. Papà è sempre stato dentro alla realtà
meridionale, mai se n’é allontanato, ha respirato tutte le
creature della vita e del dolore e in ognuna di esse ha visto
la sacralità dell’esistenza, ma sempre in un orizzonte terreno e umano: la Madonnina di Polsi era dentro di lui, ma
stava quaggiù, terrena e madre come nessuno mai .
Il sacrificio dei meridionali, mio padre lo ha reso quel che
è: emblema della barbarie della storia ufficiale che imperterrita va avanti e della classe politica corrotta che la regge
e su tutto ha sventolato la sua bandiera rossa che rimane
alta, bella e gloriosa.
Papino mio riposa in pace, la tua bandiera sventolerà
ancora, ne sono certa.
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LA RIVIERA
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la Riviera
Il maestro
AMEDEO MACRÌ
Pasquino Crupi. Un nome. Una leggenda. E sebbene sia stato
scritto tantissimo, dopo la sua dipartita, sulla sua poliedrica
figura, ciò rappresenta un'esile contributo rispetto all'inestimabile patrimonio culturale che ci ha lasciato. Avendolo sempre
considerato un “maestro”, anche io ho qualche cosa da raccontare allorquando nel giugno del 1968 mi fece dono del fatidico
“Libretto Rosso” di Mao Tse Tung. E' un volumetto che
conservo gelosamente. Si è trattato di un
regalo fatto, ripeto, da un “maestro” a un
ragazzo con l'esuberanza giovanile e la
speranza di contribuire alla costruzione
di una società migliore.
Pasquino ha avuto sempre come faro la
crescita culturale delle giovani generazioni e spesso e volentieri, riportando
uno dei pensieri maoisti, ci ripeteva che
“Nell'imparare dagli altri si possono
assumere due atteggiamenti diversi.
LIBRETTO
L'uno, dogmatico, consiste nel prendere
ROSSO
ogni cosa, convenga o no alle nostre concitazioni delle opere dizioni. Questo atteggiamento non è
buono. L'altro esiste nell'usare il cervello e
del presidente
imparare ciò che conviene alle nostre conMao Tse- Tung
dizioni, cioè assimilare ogni esperienza
che possa esserci utile. Questo è l'atteggiamento che dobbiamo assumere”.
Non v'è alcuna ombra di dubbio che il suo
primario interesse fosse quello di occuparsi della libertà degli
uomini, svincolare le comunità dal giogo dell'oppressione,
siano essi meridionali o meno.
La libertà quindi intesa come una forma di struttura culturale,
personale o collettiva che fosse, capace di ribaltare fasi di subalternità nordista.
E' questo il filone principe che accompagna Pasquino in tutti i
suoi scritti letterari, storici, politici e non esile è stato il suo
apporto in quella che fu la più che decennale esperienza della
rivista Filorosso (anni 80/90) soprattutto in campo letterario
allorquando pubblicammo un numero monografico sullo scrittore Mario La Cava scriveva che egli “particolarizza la scoperta di passioni fondamentali dell'uomo, dell'uomo meridionale ,
appunto perché esse nascono segnate e umiliate dal destino
storico della regione calabrese, incapaci di redimersi e di ampliarsi, espressive di un certo modo di essere dell'organizzazione
sociale e politica……. Così il La Cava non ci dà soltanto
vicende di un ambiente, ma anche e soprattutto di personaggi
ricchi e complessi, che fanno avvertire la contraddizione fondamentale della società italiana e afferrare l'esistenza di un
mondo chiuso, misero e miserabile, arretrato e semifeudale”.
Questo è solamente un aspetto, ma come non ricordare le continue sollecitazioni che mi faceva ad ogni nostro incontro:
“Amedeo, dobbiamo riprendere la pubblicazione di Filorosso,
perché ha costituito un apprezzabile momento culturale per la
Locride e per la stessa realtà regionale” o ancora quella più
recente di riprendere la mia attiva collaborazione alla Riviera,
settimanale che si era impegnato a dirigere.
Non ebbi mai il coraggio di dirlo al “maestro” Pasquino, ma
l'aveva intuito e fors'anche giustificato che il mio disimpegno
dipendeva da una linea editoriale che propendeva verso un
eccesso di garantismo nel confronti della criminalità organ
izzata o quella talvolta speciosa polemica sui professionisti dell'antimafia.
E' stato il suo alto senso di rispetto verso gli altri e di onestà
intellettuale che non ha “forzato” il suo ruolo di “maestro” nei
miei confronti.
Quello che maggiormente mi rimbomba ancora oggi nelle
orecchie è la sua grande capacità oratoria (leggere l'articolo di
Rosa Marrapodi) nei comizi; fatidici quelli di Piazza dei Martiri
a Locri negli anni 70/80, nei quali metteva a nudo le malefatte
del potere democristiano del tempo rappresentato dalle
famiglie dei Laganà, dei Barbaro, dei Sainato.
Una oratoria che non trascendeva mai nell'offesa, neppure
quando in qualche comune della Locride, in piazza si trovava
solo qualche uditore, mentre il resto della popolazione,
sebbene curiosa, rimanesse asserragliata dietro le imposte delle
finestre. Gente muta, ma tesa a raccogliere tutte le sfumature
dei suoi ragionamenti.
Questo è stato Pasquino per me. Un “maestro” e tale rimarrà.
Di una sola cosa sicuramente potrebbe dispiacersi e cioè della
difficoltà a raccogliere il suo testimone. Non sarà certo una
cosa semplice, ma in ogni caso difficile da raccogliere e conservare.
Amedeo Macrì
La tua bandiera
sventolerà ancora
RITA E CHARLES CASSAR
La morte del prof. Pasquino Crupi lascia un vuoto
culturale difficilmente colmabile. Fu, un eminente
rappresentante della cultura calabrese nel mondo e da
Malta giungono le condoglianze piu' sentite> Malta
conobbe il prof. Crupi in occasione di un gemellaggio
Locri/Malta - che il prof. Carmelo Catalano organizzo' per un futuro culturale sempre piu' ricco . Il prof
Crupi venne invitato dal preside/pittore Charles
Cassar a tenere una conferenza sulla lettereratura
italiana all'Universita' di Malta e in quell'occasione il
prof Crupi riusci con chiarezza e facondia ad interessare il pubblico maltese . L'occasione lo volle invitato
a casa dei coniugi Cassar /Martilotti per continuare
un dialogo letterario mai interrotto ( La prof.
Martilotti e' di origine calabrese /Corigliano Calabro).
L'amicizia scaturita tra Crupi e I Cassar li trovo' accomunati nella presentazione della mostra pittorica dell'artista maltese Charles Cassar a Palazzo Nieddu,
Locri . Il prof Crupi seppe con competenza e dialettica esprimere l'arte del Cassar mostrando comunione di sentire tra arte moderna e antica ( il titolo
della mostra “ I ricordi del Tempo - 2003) e interrogando il passato , chiari' il legame di comunione culturale tra le due antiche civilta'del Mediterraneo ,
senza dimenticare il nostro grande pittore italo/maltese Mattia Preti.. Un ricordo piacevole e ridanciano di un Pasquino ,che sapeva tenere desta l'attenzione di tutti con le sue battute e aforismi, ci accompagnera' per sempre . Arrivederci Pasquino .
Polsi - Ricordato con una
messa il Prof. Pasquino Crupi
Ieri 13 settembre 2013 si è svola a Polsi in Aspromonte la celebrazione eucaristica in memoria del
compianto prof. Pasquino Crupi, voluta dalla Fondazione Corrado Alvaro, dal Centro Studi P.
Stefano De Fiores e dallo stesso Santuario mariano.
Alla cerimonia hanno partecipato, oltre ai rappresentanti delle istituzioni culturali sanluchesi
Bruno Bartolo, Antonio Strangio e Fortunato Nocera, altri cittadini e cittadine di San Luca e di
altre località, amici del professore di Bova Mariana, di Bovalino, di Ardore ed una rappresentanza dell’Associazione Cultura Mediterranea guidata dal Presidente prof. Carmelo Catalano di
Mammola, che ci ha tenuto a comunicare ai presenti il messaggio ricevuto dal Prof. Charles Cassar
dell’Università de La Valletta e grande pittore, amico e estimatore del prof. Crupi, che così si esprime “ La morte del Prof. Pasquino Crupi lascia un vuoto culturale difficilmente colmabile. Fu un
eminente rappresentante della Cultura Calabrese nel mondo e da Malta giungano le condoglianze più sentite.”
Il superiore del Santuario, canonico Don Pino Strangio, ha dedicato l’omelia al Professore e,
facendo riferimento al santo della giornata Giovanni Crisostomo, grande vescovo e dottore della
Chiesa del IV sec., ritenuto uno dei maestri della cristianità, ha ricordato come per tutti noi
Pasquino è stato e rimane il maestro, e come egli stesso chiamava il suo amico rettore Don
Trimboli “maestro”. L’omelia è proseguita ricordando ciò che lo legava al Sacro Luogo e la necessità che egli sentiva di visitare, di tanto in tanto il Santuario, nonché i vincoli di amicizia e di stima
con i rettori: Don Trimboli prima e con lo stesso don Pino.
Infine ha preso la parola Fortunato Nocera, “storico” amico e compagno del Professore, che di lui
ha fatto un breve ma chiaro ritratto, ricordando le sue doti non comuni di critico innovatore e storico della letteratura, di giornalista brillante - a volte sferzante - ed efficace, di cultore di scienze
umane e sociali, di oratore e comunicatore dall’efficacia straordinaria, di meridionalista e grande
studioso del meridionalismo. Ha ricordato infine il viaggio a Polsi compiuto qualche settimana
prima della morte, in sua compagnia, in una giornata di completa solitudine: nel Santuario non
c’era nessuno. Ed al beneficio spirituale e materiale che dichiarò di aver ottenuto da quel viaggio,
durante il quale gli confidò, anche, di voler riprendere la pubblicazione di una rivista dedicata al
Santuario.
DOMENICA 22 SETTEMBRE
2013
LA RIVIERA
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La
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Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
Italiana
AmministratoreUnico
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Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE
In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA
RUBRICHE
AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, NINO SIGILLI.
meridional-mente
Editorialista: ERCOLE MACRÌ
Art Director: PAOLA D’ORSA
Grafica: EUGENIO FIMOGNARI
Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA
Cartoline
di Antonio Calabrò
di Enzo Carrozza
Briganti
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Loqui e sproloqui
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COLLABORATORI
Anna Laura Tringali, Franco Crinò, Nicodemo Barillaro, Giuseppe Gangemi,
Mimmo Romeo, Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello, Franco Blefari, Daniele
Mangiola, Angelo Nizza, Domenico Angiletta,
Messaggi nel tempo
di Daniela Ferraro
Arte e dintorni
di Domenico Spanò
NOTE E SCHERMAGLIE
GERACE
Il Trenino risponde all’assessore Ruggero
Egregio Sig. Condarcuri con la presente
volevo rispondere all' assessore Giurleo
per alcune inesatte se:
punto n. 1 dove afferma che io con il mio
trenino faccio compiere ai visitatori il tour
della cittadina di Gerace, si facevo questo
da 20 anni ad oggi invece quest'anno
come ogni anno faccio richiesta per effettuare questo servizio dal protocollo n.
5044 del 04 luglio 2013 dove ad oggi
(ormai l'estate turistica finita) non ho
avuto nessuna risposta ed autorizzazione
per effettuare questo servizio e ai numerosi turisti che mi richiedono il tour della
città o con bambini o con persone con
problemi motorie o semplicemente turisti che vogliono conoscere Gerace o a
turisti che ogni anno portano amici e
parenti a fare questo tour, io quest'anno,
in particolar modo in questi ultimi mesi
ho dovuto negare questo loro desiderio
dove nel mese di luglio e agosto capitava
quasi tutti i giorni. Non vorrei che ci fossero problemi politici a questa mancata
autorizzazione???
Quindi che senso ha pagare le tasse proprio a Gerace???
Con la vecchia amministrazione non ho
mai avuto di questi problemi perché il trenino è stato considerato sempre un bene
di Gerace.
Punto n. 2 l'assessore Giurleo afferma
che i numerosi visitatori della manifestazione Il borgo Incantato, avevano l'imbarazzo della scelta avendo 3 navette della
Mediterranea e uno dei miei trenini. Le
ricordo che con tutti i mezzi di navetta
eravamo impegnati al parcheggio
Barbara, all'ingresso della città, lasciando
gli altri parcheggi privi di questo servizio
perciò la gente doveva andare per forza a
piedi. Le faccio presente che avevo fatto
richiesta dal protocollo n. 4922 in data 01
luglio 2013 di partecipare al trasporto
turistico nelle serate della manifestazione
con gli altri miei trenini, dove voi non
avete autorizzato, favorendo una ditta di
fuori la Mediterranea, con quale gara
dappalto??? Ho lavorato solo con un trenino perché questo ha una licenza di trasporto turistico dai vari parcheggi al ristorante la squella, alla parte alta della città,
dove in quei giorni è stato annullato quel
percorso, quasi ad un km prima dove la
gente era costretta a salire a piedi dalla
Porta del Borghetto, cosi lungo la
Circonvallazione si era creata un'area
pedonale dove non avete nemmeno
tenuto in considerazione che li c'è un'attività commerciale il ristorante la Squella,
dove in quelle 5 serate non ha visto nemmeno l'ombra di una persona.
C'era lavoro per tutti sia per i miei trenini
che per la mediterranea, in questo modo
non vi erano disagi carissimo
Amministratore.
Caro assessore Giurleo nella lettera precedente lei mi dice che non c'è nessun
codice della strada che vieta la sosta
lungo la circonvallazione, allora mi dice
che senso ha fare un'ordinanza dal 3 al 31
agosto dove le macchine dovevano parcheggiare nei vari parcheggi e io con il
mio trenino dovevo fare il servizio navetta dai vari parcheggi alla parte alta e inoltre nell'ordinanza c'era pure scritto che
dalle ore20:00 alle ore 02:00 dovevo scendere vuota senza nessun passeggero sul
trenino, io l'ordinanza l'ho rispettata ma a
quanto pare voi avete fatto tutto il contrario, facendo passare le auto dei turisti nel
divieto di transito e facendoli parcheggiare lungo la circonvallazione invadendo la
sede stradale. Allora se volevate tutto
questo perché non darmi l'autorizzazione
cosi io avrei svolto il mio giro panoramico????Come mai durante la giornata fino
alle ore 20:00 le auto dei turisti potevano
accedere al centro storico e parcheggiare
ovunque????ed io invece con il mio trenino ho dovuto fare servizio navetta all'esterno della città??? In questo modo si
può fare turismo??????
Si parla di incentivare il turismo, in che
modo???Di sicuro non cosi!!!!!!!
Fino ad oggi i turisti che raggingevano
Gerace usavano il mio trenino come servizio navetta, li ho sempre lasciati o al
castello o alla cattedrale e poi il ritorno
con il trenino era alla porta del sole alla
fine di tutti i negozi, perciò non ho mai
tolto niente a nessuno. Oggi con il trenino faccio servizio navetta all'esterno della
città, lavoro lo stesso, visto che le persone
apprezzano questa attrazione turistica.
Maria Giovanna Sassone
SIDERNO
Ci vuole un
punto e a capo
Gerace e l’antica
porta scomparsa
Al Sig. Sindaco di Gerace
Dr. Giuseppe Varacalli
Egregio Signor Sindaco,
sono innamoratissima della Città di Gerace da
Lei amministrata con dovizia ed estrema competenza.
L'ho sempre fotografata in lungo e in largo ogni
volta che mi è capitata l'occasione di venire.
Son ritornata ieri, in occasione di un convegno.
Mancavo da circa 8 anni.
Armata di fotocamera mi accingo a “cercare”
quella porta antica che mi aveva ammaliata per
la sua coerenza con il contesto del bellissimo
palazzo sito in via Zaleuco ed abbastanza visibile
durante la salita che porta dalla Piazza del Tocco
alla Cattedrale.
Ripeto “faceva” da portone, perché adesso non
c'è più. È stata sostituita da un'anonima porta in
alluminio e vetro, che nulla ha a che vedere con
il contesto storico-architettonico del paese.
La domanda che mi sorge spontanea, anzi le
domande:
1. Dove è andata a finire la porta antica?
2. È per caso in fase di restauro?
3. Come è possibile che una amministrazione
comunale sempre attenta e sensibile al decoro
della città abbia consentito questo stravolgimento nella scelta e messa in posa di un elemento che
possa inesorabilmente cozzare con la bellezza e
la storia di questo meraviglioso centro?
Teresa Libri
Caro Direttore, dalla prossima settimana La
Riviera la leggerò solo su internet e ti confesso che
mi mancherà l'edizione cartacea. Lunedì o martedì
dopo Portosalvo rientro ad Aosta ma presto ritornerò per “le olive”. Voglio esprimere il mio grazie
al signor Domenico Cimarosa che nell'edizione di
domenica primo settembre de La Riviera ha condiviso il mio scoramento per la decadenza di
Siderno. Caro Direttore ti autorizzo, se mai te lo
chiedesse, a fornire il mio indirizzo email. Potrebbe
essere un primo passo per iniziare a costruire il
nuovo rinascimento di Siderno, anche se il mio
contributo potrà essere limitato in quanto per lunghi periodi dell'anno vivo in Valle d'Aosta.
Come dice il signor Cimarosa è proprio il caso di
ripartire da zero con le persone di buona volontà il
cui obiettivo sia quello di contribuire a dare nuovo
splendore a Siderno. Certo l'obiettivo deve essere
solo ed unicamente Siderno; senza alcun fine partitico.
E mi permetto di rivolgere un appello ai
Commercianti sidernesi. Diano il buon esempio
adottando il marciapiede ed il tratto di strada antistante il proprio esercizio mantenendolo pulito e
attrezzandosi di gentili inviti a rispettare il codice
della strada ed il diritto dei pedoni, da mettere nei
tergicristallo delle auto parcheggiate sul marciapiede, sulle strisce pedonali o nelle rampe di accesso
per i disabili che impediscono l'accesso ai negozi.
La stessa cosa dovrebbero fare i proprietari di
immobili situati a fronte strada. Estirpare le erbacce o raccogliere la spazzatura portata dall'acqua e
dal venti costa poco ed può essere un passatempo.
Io, nel mio piccolo, pulisco la strada antistante la
cinta dell'abitazione dei miei suoceri e pulisco
anche qualche metro in più. Ma vorrei rivolgere un
invito anche alla coraggiosa cittadina Serenella
Multari che con la lettera La Stalla: Siderno, ma
non ti vuole più bene nessuno? Ha denunciato una
grave illegalità. Il fatto lo dovrebbe però denunciare alle forze dell'Ordine e alla Procura perché sono
proprio le istituzioni che devono garantire la legalità occupandosi anche delle micro illegalità. Non
possono credere che i vigili non abbiano visto ciò
che la Cittadina Serenella ha raccontato. Pure
loro, compreso il Comandante, hanno gravi
responsabilità. La Procura indaghi ed il
Commissario esca dall'Ufficio per rendersi conto
dello squallore che avvolge Siderno. È proprio
contrastando le micro criminalità che, forse, si
potrebbe ridare fiducia alla coscienza civica di
molti cittadini che vogliono tanto bene a Siderno e
non vogliono più vederla così.
Grazie per l'attenzione e buon lavoro.
Piero Minuzzo
DOMENICA 22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
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Le COLLABORAZIONI non precedute dalla
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l’editore e gli autori sono da intendersi
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FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla
redazione, anche se non pubblicati, non
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esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il
territorio nazionale ed estero.
GLI AUTORI delle rubriche in cui si
esprimono giudizi o riflessioni personali, sono
da ritenersi direttamente responsabili.
HANNO COLLABORATO
Giuseppe Patamia, ,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
COPERTINE
Dal 2003 a cura
di Paola D’Orsa
LETTERA APERTA
“Al danno si aggiunge la beffa”
Gentilissimo Signor Presidente,
a scriverLe è il presidente della Pro
Loco di Siderno, una città che, come
tante altre della provincia di Reggio
Calabria, e' amministrata da commissari prefettizi straordinari quindi,
direttamente, dallo Stato; ragion per
cui, teoricamente, si dovrebbe star
meglio, anche perchè i rapporti con
Provincia e Regione dovrebbero essere più stretti.
Invece, con profondo rammarico,
vediamo, almeno in questo periodo
estivo, che le attenzioni di Provincia e
Regione sono indirizzate esclusivamente verso i comuni dove ci sono
amministrazioni politiche in carica,
che godono di eventi e spettacoli programmati e finanziati dai suddetti
enti. Intendiamoci, noi siamo contenti
per coloro che riescono ad avere questi benefici; non siamo però contenti, e
non potremmo esserlo, per come
viene ignorata la nostra Siderno e gli
altri comuni commissariati, nonostante le richieste inoltrate dalle Pro Loco
e da altre importanti associazioni che
operano, con serietà e dedizione sul
territorio.
Tutto questo mi fa pensare ad un
abbandono soprattutto “politico”
delle popolazioni di questi comuni,
come se quei voti espressi dai cittadini che hanno fatto vincere le elezioni
ad alcuni partiti prima era buoni mentre ora non hanno più nessun valore.
Tutto questo non ci sta bene e invitiamo i politici regionali e provinciali a
fare un profonda riflessione su questa
“scellerata” scelta di abbandonare la
Locride al suo destino, scelta che poi
colpisce la maggioranza dei cittadini
onesti e laboriosi.
Naturalmente spero di essere smentito con fatti concreti, e non con le solite parole di circostanza.
Nei comuni commissariati il ruolo
delle associazioni è importantissimo,
bisogna ascoltarle, aiutarle e sostenerle in quanto ancor di più rappresentano i cittadini tutti, già di per sé penalizzati dalla mancanza di un'amministrazione politica.
Le associazioni, che per vocazione,
oltre che statuto, non indossano casacche di questo o quel partito, non devono restare inascoltate. Certo che avrà
la sensibilità di valutare attentamente
quanto prospettatoLe, in attesa di gradito riscontro La saluto cordialmente.
Il Presidente
Agostino Santacroce
Amaru
Vincenzu
Doppu chi catti 'i supa d' 'a sumera,
e si rruppìu 'na para di costati,
rrumbulandu c' 'u mbastu 'i 'n'armacera,
Vicenzu passa tristi li jornati.
Esti tuttu cogghjutu pegli e ossa,
sulu “amaru Vicenzu”, dici 'a genti;
pari ch'è unu chi tornau… d' 'a fossa.
«Non siti megghju?» “ Sugnu malamenti “.
Sapi ca non ci sunnu medicini
mi si ponnu sanari gli malanni,
o si ponnu faciri jungitìni:
l'ossa no n'ànnu calciu a novant'anni.
«Vicenzu - nzò c''u' ncuntra - comu siti,
'na ppena megghju, o sempi 'i 'na manera?»
“ Non mi pozzu… operari….n' 'o sapiti?
e mancu… jiri fora… c' 'a sumera! “.
Non è com'a 'na vota, cchjù no rridi,
non cunta cchjuni chigli temp''i tandu,
chi carrijava ligna e ciaramidi,
quandu sup' 'a sumera jìa volandu…
Franco Blefari
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la Riviera
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Con la scomparsa di Michele Roccella perde il suo personaggio più pittoresco
Michele Galati in un meraviglioso ritratto di Pollier
Venerdì scorso, dopo una lunga malattia,
è venuto a mancare Michele Galati,
meglio conosciuto e caro a tutti come
"Micheli du latti".
Fino a quando la malattia cardiovascolare
non si è manifestata in maniera più grave,
costringendo Michele a cure più
approfondite e all'impossibilità di poter
uscire da casa da solo, è stato sempre una
persona particolarmente socievole, allegra, spiritosa, amato non solo nel suo
rione di Zirgone, ma da tutti a Roccella,
perché Michele il paese lo girava in lungo
e in largo sempre con la sua simpatia e il
suo sano modo di giocherellare con tutti.
A Roccella tutti lo conoscevano già da
quando, insieme al padre (Cicciu du latti),
ogni pomeriggio fino a tarda sera, percorrevano tutti i rioni del paese per distribuire e vendere il latte fresco sfuso appena
munto dai pascoli locali.
Michele aiutava il papà a riempire, dal
silos posto sulla loro motoape di color
celeste, le bottiglie o le caraffe delle massaie che si incontravano sul posto di ritrovo per acquistare la quantità giornaliera
di latte per la famiglia. Diverse generazioni di roccellesi, fino ai primi anni '80, sono
cresciuti con il latte fresco a colazione di
Ciccio e Michele.
L'immagine più pittoresca di Michele
comunque rimane il suo "commercio"
ambulante di frutta e verdura con la sua
bicicletta. Nel cestino posteriore della sua
"Graziella" collocava la verdura appena
raccolta dall'orto e girava per il paese fino
a venderla tutta: lattughe, pomodori,
broccoli ma soprattutto u "petrusinu" a
"centu liri o mazzu"!!!
Non possiamo non ricordare anche quello che fu il suo più "autorevole" compito
nell'ambito delle attività religiose del
paese: in ogni festa, processione, funerale
che sia, Michele era sempre in testa al
corteo con il bastone della croce in mano!
Michele era una vera e propria "macchietta", con i suoi gesti, il suo fedele cappello
di lana, le sue tipiche smorfie, scatenava la
simpatia e faceva divertire grandi e bambini... Tantissima la commozione di tutto
il paese nel giorno dei suoi funerali.
Con Michele se ne va un altro pezzo di
storia di Roccella, storia di una persona
semplice, genuina, che con la sua modestia, spensieratezza e allegria si è fatto
amare e rispettare da tutto il paese.
Nicola Iervasi
Un viaggio senza ritorno
Ogni domenica mattina come da abitudine
Enzo si alzava dal letto prima che sorgesse
il sole, si infilava gli stivai, i calzoni, giacca a
vento e cappello da cowboy. Prendeva il
fucile e la cartucciera, ed era già pronto per
una battuta di caccia. Il cane stava sulla
soglia della porta, lo aspettava e lo guardava con ansia e malumore. Enzo, che ben
conosceva il suo cane, intuì che qualcosa
non andasse. Per risollevargli il morale
disse: “vieni Bobby, che andiamo a spasso”, ma il cane abbaiava furiosamente e
non aveva intenzione di muoversi da casa.
Enzo allora si preoccupò e gli chiese:
“dimmi cosa c'è di strano? Forse ce l'hai
con me perché ti ho svegliato di buonora?”
, il cane, con lo sguardo gli sorrise, ma la
sua volontà era quella di rimanere a casa,
quindi continuava ad abbaiare, gli voleva
far capire che nell'aria qualcosa non andava bene. Enzo non capì quel che il cane gli
voleva far capire perché era preso per via
della battuta di caccia, inoltre si era già
fatto tardi. Bobby non voleva che Enzo si
arrabbiasse, così saltò su quella vecchia
jeep e prese posto in un angolo. Enzo felice e contento si mise al volante e partirono
verso la montagna. C'era un vento freddo
quella mattina, e la neve scendeva dall'alto
su quei fiori selvatici, era una meraviglia.
Enzo spense il motore della macchina e
scese, sentì il ruggito di un leone in mezzo
a quella valle bianca. Bobby tremava dalla
paura e udendo il rumore dell'acqua che
scendeva giù dal monte, piangeva perché si
sentiva in trappola, guardava a destra e
sinistra per trovare una via d'uscita,il suo
cuore batteva forte per la paura ma all'improvviso si tranquillizzò perché vide una
passerella dove si poteva raggiungere l'altro lato della valle, così si mise ad abbaiare
voleva far capire al suo padrone che erano
salvi, e potevano uscire fuori da quella
valle. Enzo, ormai anche lui preoccupato,
si mise a correre per passare da quella antica e pericolosa passerella, camminavano
ed esploravano quella valle come se volessero trovare qualcosa di misterioso.
Finalmente arrivarono ai piedi di un grande monte e videro una grotta, vi entrarono
e li c'era una scala che portava alla cima
della montagna dove c'era una pianura che
faceva spavento. Bobby sembrava un lupo,
per come ululava voleva far capire ad Enzo
che dovevano tornare indietro. Enzo sentì
delle voci che gridavano: “vattene da qui,
noi non vogliamo visitatori, siamo stanchi e
vogliamo solo riposare in pace”. Enzo
intanto cercava di calmare il cane: “Bobby
vieni qui”, lo accarezzò, gli diceva “stai
tranquillo, non ti accadrà nulla di male,
non aver paura, stai calmo, noi siamo qui
solo per una battuta di caccia e ancora non
abbiamo visto volare una penna.
Ascoltami Bobby, sicuramente questo
luogo era abitato dai guerrieri greci e
quando arrivavano i loro nemici si mettevano in cima alle montagne e consumavano una battagli vincente, qui c'è ancora un
pezzo, forse è la canna di un fucile. Si combatteva per sopravvivere, i greci si rifugiavano dentro queste grotte e facevano queste scale per salire sulla cima della montagna e dall'alto potevano colpire facilmente
il nemico; chi sa quante vite umane si sono
spente ai piedi di questa sacra montagna”.
Bobby calò le orecchie e si mise a sedere
vicino a Enzo, che lo accarezzò e disse “ ce
la faremo a uscire da questo incubo”,
intanto passò uno stormo di uccelli, Enzo
sparò e ferì un volatile che cadde dall'altra
parte della montagna in un burrone. Enzo
scese quelle scale e corse a prendere quel
grosso uccello ferito che era finito dentro
quel bosco maledetto e pieno di siepi, erba
selvatica, alberi secolari; quel bosco faceva
paura, sembrava che quegli alberi volessero parlare e facevano paura anche a
Bobby. Nonostante anche Enzo avesse
paura, c'era qualcosa che lo spingeva ad
andare avanti; alla fine disse: “ va bene
Bobby cerchiamo quel grosso uccello e poi
torniamo a casa”. Passo dopo passo, procedendo lentamente sotto quelle foglie secche udivano delle voci umane: “siamo qui,
venite, vi prego dateci una mano, salvateci
vi supplico abbiamo bisogno d'aiuto”,
Bobby udì le voci e si mise a tremare, aveva
paura e non riusciva ad andare avanti, era
DOMENICA
come se qualcuno lo tenesse fermo,
guardò Enzo e intanto passava una nuvola
nera, forse una fase spirituale lo spinse ad
andare avanti, quello spirito dentro di sé gli
gridava “non tornare indietro!!”, e la
volontà di trovare quell'uccello aumentava,
decise così di andare avanti, camminava
senza rendersi conto notte e giorno ma
non trovava una via di uscita. Una notte il
cane scomparì e si mise a gridare “Bobby
dove sei? Vieni qui, non ti allontanare ti
prego, resta accanto a me e vedrai che riusciremo ad uscire da questo inferno!”. La
voce si Enzo rimbombava dentro quel
bosco come un tuono che faceva tremare
la terra. Enzo si guardava intorno ma il
cane non c'era più, si mise a piangere come
un bambino, Bobby era svanito nel nulla.
Preoccupato e senza voglia di camminare
dentro quel bosco maledetto aveva perso
ogni speranza, si sentiva depresso e non
sapeva quale via doveva prendere, era
come un uccello chiuso in gabbia; quelle
grida e quella voci di pianto suonavano
nella sua testa come mille campane stonate “vieni da questa parte abbiamo bisogno
di te”, quella voce lo stava perseguitando, si
mise a gridare: “ dove siete? Fatevi vedere!! Cosa volete da me? Io voglio tornare a
casa, vi prego lasciatemi andare per la mia
via, fatevi vivi vi voglio vedere, non vi
nascondete dietro quelle siepi selvatiche,
non abbiate paura di me, non vi farò del
male, sono un brav'uomo e desidero fare
amicizia”.
(continua)
Domenico Ubaldo
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
21
DOMENICA
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
22
L’intervista
Alessandra Polimeno
Decisiva potrebbe essere un’analisi scrupolosa nella direzione delle potenzialità e
dell’attrattiva che possono avere i nostri territori, con il conseguente rilancio del settore
turistico. E’ indubbio che la filiera deve comprendere, oltre il posto di villeggiatura,
anche la possibilità di promuovere la valorizzazione dei nostri prodotti tipici attraverso
un rilancio del settore agroalimentare, capace finalmente di uscire dai confini regionali
e trovare un mercato nazionale.
«La ripresa impone dinamicità»
NATALINA MISOGANO
ei ha dato il via al dibattito sul
femminicidio, si è fatta sentire
in sede di approvazione di
bilancio, ha chiesto e ottenuto una
verifica di giunta. Per di più, ha
organizzato una serie di convegni su
lavoro, fondi strutturali, turismo
sociale. Consigliere Provinciale
Alessandra Polimeno, non si può
dire che sia stata con le mani in
mano…….
Specie di questi tempi la politica
deve essere considerata un impegno
costante perchè la ripresa ci impone
dinamicità.
Obiettivo principale, per quanto
possibile, è quello di dare risposte
alla gente e continuare a proporre
idee ma, innanzitutto, bisogna restituire credibilità alla nostra azione
politica.
Ci spieghi meglio…
Sul femminicidio, ad esempio, l’impegno del Governo e del ministro
Alfano, in particolare, ha finalmente
posto in essere azioni concrete per
proteggere le donne e punire in
maniera specifica qualsiasi forma di
violenza e discriminazione contro di
esse. E’ comunque vero che, accanto alle norme, è necessario un impegno preciso per promuovere interventi sul fronte della sensibilizzazione culturale relativa al ruolo ed alla
figura della donna. Un’attenzione
ed una responsabilità a cui siamo
chiamati tutti : istituzioni, scuole,
famiglie, associazioni.
Alla Provincia, quale clima sta
accompagnando l’ingresso nella
seconda metà della legislatura?
Al Presidente Raffa è stato detto più
volte che insieme dobbiamo decidere le politiche ed insieme valutare
quali aggiornamenti occorrono.
Abbiamo spesso riaffermato, pur tra
tante critiche anche di natura gestionale, la necessità di una coerenza di
fondo che permetta di salvaguardare la coalizione senza escludere una
verifica programmatica per rilanciare l’azione di governo della
Provincia.
Non c’è dubbio che l’assenza di lavoro rappresenti l’effetto più preoccupante di questo periodo di crisi.
Secondo lei, quali sono le strade da
seguire per intervenire concretamente?
Naturalmente non bisogna pensare
di creare occupazione in un solo
comparto. Decisiva potrebbe essere
un’analisi scrupolosa nella direzione
delle potenzialità e dell’attrattiva
che possono avere i nostri territori,
con il conseguente rilancio del settore turistico.
E’ indubbio che la filiera deve comprendere, oltre il posto di villeggiatura, anche la possibilità di promuovere la valorizzazione dei nostri prodotti tipici attraverso un rilancio del
settore agroalimentare, capace finalmente di uscire dai confini regionali
e trovare un mercato nazionale. Per
questo oltre che di attrattiva voglio
parlare di una vera e propria atten-
L
zione costante che deve arrivare dal
Governo centrale per adeguare servizi e infrastrutture.
A proposito di turismo, è in calendario per il 5 ottobre un convegno sul
Turismo Sociale. Quali le potenzialità dei nostri territori?
Quello del turismo sociale è un settore del quale mi occupo da circa 10
anni ed il cui sviluppo dovrebbe
avvenire nel segno delle tre “s”, le
stesse che hanno scandito la crescita
del comparto: sociale, sostenibile,
solidale. Ed è proprio su questa ultima denominazione che bisogna concentrare le attenzioni visto che parliamo di un pezzo del turismo del
futuro, anche in virtù del fatto che le
prospettive di vita si sono allungate.
Questo segmento, difatti, può destagionalizzare i flussi. E’ un turismo
strategico per il territorio, anche se
l’attenzione della politica è ancora
inadeguata. All’iniziativa del 5 ottobre, comunque, daranno un importante contributo il Sottosegretario al
lavoro Jole Santelli e il Governatore
della Calabria Giuseppe Scopelliti.
Prima ancora, sabato 28 settembre,
avete in programma una significativa iniziativa a Gerace inerente i
Fondi Strutturali con l’Assessore
Mancini ...
L’iniziativa sarà l’occasione per
approfondire una tematica di rilevante importanza quale quella del-
Nuova Calabria: Non inviteremo più il
sindaco Mittiga alle nostre manifestazioni
evento che abbiamo organizzato a
Bovalino come Nuova Calabria è pienamente riuscito, rafforzerà la nostra iniziativa, che si dimostrerà utile per contribuire
a risolvere una serie di problematiche a livello
locale e non solo.
Alessandra Polimeno e Pietro Crinò rappresentano dei riferimenti costanti per noi nella
attività che svolgiamo, ed anche questa volta
hanno confermato il loro spirito costruttivo al
servizio della zona; il consigliere provinciale
ha annunciato il convegno sul turismo sociale,
le cui conclusioni saranno affidate al
Sottosegretario di Stato al Lavoro Jole
Santelli e al Presidente Scopelliti, il consigliere regionale il disegno di legge sulla Editoria
minore .
Sono apparsi estremamente interessanti e
concreti gli interventi di Bruno Panuzzo, che
ha promosso una pubblicazione di Martina
Zito sull’enogastronomia e del Professore
Menotti Calvani, docente a Tor Vergata, che
ha affrontato magistralmente il tema.
Abbiamo registrato con piacere la soddisfazione dei commercianti che hanno gestito gli
stand per la possibilità che gli abbiamo offerto
di avere ricavi e di valorizzare i tanti prodotti
tipici che si è deciso di sostenere, in un contesto di azioni ed appuntamenti per la crescita
culturale del nostro territorio, avvalendosi
tanto del discorso della Dieta Mediterranea
quanto del “lancio” delle nostre risorse e delle
nostre località.
Il grande clima di partecipazione che si è registrato e gli obiettivi della iniziativa sono stati
L’
resi possibili da uno sforzo organizzativo e
personale del gruppo dirigente, dal volontariato
delle
Associazioni,
dall’Amministrazione
Comunale
di
Benestare, che ha messo a disposizione il
palco, dalla Ditta Gaetano Oliva che ha messo
in funzione nel “Villaggio” un gruppo elettrogeno.
Questo per rimediare ad una decisione
incomprensibile del sindaco Mittiga di negarci questi servizi accessori in extremis, dopo che
lui stesso, insieme all’Assessore al Commercio
Mazzone, aveva offerto e concordato, nei termini consueti sempre utilizzati dal Municipio,
e non stiamo parlando, si badi bene, di contributi in denaro, ai quali non siamo interessati e
che, talvolta, da parte dell’Amministrazione
comunale, vengono concessi con un sapore
tutto politico o propagandistico. Nonostante
le difficoltà frapposte dal sindaco, abbiamo,
comunque, saputo garantire e con successo lo
svolgimento della iniziativa e non possiamo,
pertanto, esimerci dal ringraziare per questo
chi ha collaborato con noi. Altro punto, ugualmente incomprensibile ci risulta la decisione
della Pro Loco di non patrocinare il nostro
evento posto che era stato già concesso per
altre iniziative. Quali sono le nostre conclusioni? La Pro Loco dovrebbe motivare la decisione che ha assunto; l’assessore Mazzone
reagire, per essere stato delegittimato e mortificato dal suo sindaco. Quanto al sindaco, non
lo inviteremo più alle iniziative che promuoveremo!
Francesco PerroneCoordinatore Nuova Calabria
l’utilizzo dei Fondi Strutturali.
Questi, negli ultimi due cicli (settennali), hanno avuto a disposizione
circa un terzo del bilancio della UE:
nel 2000-2006 intorno a 195 miliardi
di euro e nel 2007-2013 circa 335
miliardi.
Tali dati iniziali possono essere sufficienti per delineare l’importanza
strategica dei Fondi Strutturali in un
quadro dove la grave situazione di
crisi dell’economia italiana, con ricadute ancora più gravi nelle regioni
del Mezzogiorno, provoca effetti
allarmanti sulla tenuta dell’occupazione e sul reddito delle famiglie
generando un impoverimento dei
ceti più deboli che si traduce, poi, in
una vera e propria emergenza.
E’ necessario intervenire, fornendo
però ai Comuni interessati il know
how tecnico e organizzativo, anche
per attrarre i necessari investimenti
privati degli operatori del settore o
del mondo del credito (banche, fondazioni, ecc.).
Comuni, Province e Regione, insieme alle parti sociali devono essere
costantemente al lavoro sulla programmazione e gestione dei nuovi
fondi, senza affermare maggiori o
minori pesi dal punto di vista istituzionale, anche perché la responsabilità è grandissima.
I Sindaci, con grande impegno e
senso di responsabilità, daranno
attuazione a queste nuove risorse
per portare la nostra regione fuori
dalle aree meno sviluppate
dell’Unione Europea, da cui non si è
elevata nonostante la immensa
disponibilità di risorse fino ad oggi
messe a disposizione con i precedenti cicli di programmazione.
In tutte queste iniziative lei e il
Consigliere Regionale Pietro Crinò
figurate costantemente tra i relatori.
E’ nata una sintonia politica?
Sicuramente, visto se non mi viene
difficile trovare una sintonia con chi
interpreta l’azione politica come me.
Già che ci siamo le chiedo un giudizio su alcuni big della politica.
Iniziamo con il Presidente Raffa?
Aspettiamo di vedere se la verifica
finalmente in atto alla Provincia ci
consegnerà un Raffa più determinato. Nessuno mette in discussione le
sue qualità morali.
Il Presidente Scopelliti?
Un politico caparbio e con le idee
chiare. Questo deve essere riconosciuto anche da chi ha posizioni
diverse da lui.
L’ On.le Nucera?
E’ colui che ha sollecitato il mio
impegno politico e continueremo a
confrontarci anche in futuro.
Un sindaco donna per la guida della
Città di Reggio Calabria?
Sento nomi interessanti di donne e
ovviamente faccio il tifo perché
finalmente la città si tinga di rosa.
Ed un sindaco donna a Bovalino?
Magari
proprio
Alessandra
Polimeno..
Darò il mio contributo per una soluzione positiva, ma io fino al 2016
farò il Consigliere Provinciale.
DOMENICA 22 SETTEMBRE
2013
LA RIVIERA
23
Parlando
di...
SPORT
Il Roccella cerca la “prima”in casa
Due partite in tre giorni per il nuovo
Roccella targato Galati. Domenica scorsa a
Rizziconi è arrivata la prima vittoria stagionale al cospetto della Taurianovese di
mister Giovinazzo. E’ stata una vittoria
molto importante per il morale e per la
classifica ed anche perché è arrivata su un
campo da gioco al limite della regolarità.
Mister Galati ha dovuto fare a meno dello
squalificato Criniti sostituito dall’ottimo
Femia autore del gol che poi ha deciso la
partita. N Roccella padrone del campo che
ha controllato andando negli spogliatoi sul
doppio vantaggio. Il in avvio di secondo di
Guido non ha cambiato l’esito della partita
anzi proprio il Roccella ha avuto le occasioni per chiudere prima la gara sbagliando
diverse occasioni da rete ma alla fine il successo è arrivato. Mercoledì si è continuato
con la Coppa Italia gli amaranto che hanno
ospitato la Palmese. La partita si è messa
subito male per il Roccella che ha subito il
gol degli ospiti. Al 9’ minuto Giovinazzo si
incuneava in area e serviva un pallone sul
secondo palo dove il ben appostato
Corigliano doveva solo appoggiare in rete.
Al 24’ arrivava al rete del pareggio il
Roccella con una punizione dal limite battuta da Figliomeni che beffava Caputo con
un preciso tiro rasoterra. Poi occasioni sia
dall’una che dall’altra parte senza peraltro
che il punteggio si modificasse. Oggi per il
team jonico ancora una gara casalinga contro il temibile Corigliano mentre il regolamento della seconda fase di Coppa Italia
prevede che il Roccella vada a fare visita al
Bocale, la partita si giocherà mercoledì 2
ottobre alle ore 15:30. lr
Bovalinese: si riaccende l’entusiasmo
Dopo quasi tre mesi è tornata a
riunirsi in assemblea l’asd
Bovalinese 1911 . Dal 28 giugno
scorso,
data
nella
quale
l’Assessore Delfino aveva dato
mandato al trio SerranòCostabile-Seminara di prendere
in mano le redini della società
per salvarla e mantenere in vita
la storia centenaria della ‘grande
Bovalinese’, importanti traguardi sono stati raggiunti. Ad oggi i
tre commissari hanno svolto al
meglio il loro compito, compiendo un miracolo sportivo, riuscendo a far iscrivere la società al
campionato, partendo da una
situazione a dir poco critica.
Inoltre, è iniziato da due settimane il torneo di Promozione,
che già ha visto la squadra creata dalla 'Triade', ottenere un
risultato positivo, vincendo il
derby contro il Siderno, in un
emozionante match casalingo
Il Futsal Ardore
si presenta ai
propri tifosi
Senza rumore e clamori inutili i dirigenti della
Futsal Ardore hanno lavorato sodo per costruire
una squadra che possa raggiungere l’obbiettivo
che gli compete e che il nuovo presidente Teotino
Giovanni ha dichiarato apertamente di voler raggiungere ovvero la promozione in C1. Organico
societario completamente rinnovato, al
Presidente Teotino Giovanni. In bocca al lupo.
terminato 4 a 3. Domenica, peraltro, si è visto un numeroso
pubblico presente al ‘Cartisano’
di Bovalino. Partecipazione che
ben ha impressionato l’attuale
dirigenza in pectore. Adesso il
passo successivo è quello di for-
mare e allargare la dirigenza,
step fondamentale per non mandare in fumo tutto il gran lavoro
fatto questa estate. Obiettivo,
quindi, della riunione è nominare nuovi soci disposti a sacrificarsi
economicamente
e
umanamente per la causa
Bovalinese.
Intanto, oggi arriva la stracittadina
con
la
matricola
BenestarNatilese
di
mister
Procacciante e del direttore generale Giuseppe Amato. Una partita che richiamerà sugli spalti
del “Lollò Cartisano” il pubblico delle grandi occasioni.
a.s.
Mammola : c’è Neve
E' stato eletto il nuovo consiglio direttivo dell'
U.S.D. Mammola per il biennio 2013-2015. Neve
Giuseppe Presidente , Rando' Francesca Vice
Presidente
,
Agostino
Nicodemo
Segretario/Tesoriere;
Sita'
Giovanna
Consigliere. Con la riconferma di Pino Neve a
presidente il Mammola calcio ha avviato un
nuovo progetto in vista del prossimo campionato di seconda categoria puntando su Gianni
Scigliano come allenatore che da alcune settimana dirige la preparazione allo stadio comunale. Il tecnico cauloniese ha accettato ben
volentieri l'incarico avviando un nuovo progetto
con la sola ambizione di un buon piazzamento in
classifica. Tra i tanti arrivati quello di Luca
Mammolenti estroso centrocampista reduce da
un grande campionato nel Marina di Gioiosa e il
portiere Attilio Spadola. Tante anche le riconferme su tutte quelle di Raschellà e il giovane
Furfaro. Il nuovo Mammola ha giocato ieri una
amichevole contro il Caulonia gara terminata 11 con tante buone indicazioni per mister
Scigliano con i giovani Furfaro e Giovinazzo
subito protagonisti di una buona gara. Nel frattempo a giorni l'Amministrazione Comunale
come afferma su facebook il Vice sindaco di
Mammola Stefano Raschellà , convocherà le
realtà sportive, (Associazioni calcistiche), che
Presentazione in
grande stile per
lo Sporting Locri
Presentazione in grande stile per lo
Sporting Locri del presidente
Domenico Stilo che presso la Corte
del Palazzo di Città a Locri ha avuto
modo di far conoscere a cittadini e
tifosi lo staff dirigenziale e tecnico,
allenatrice e parco giocatrici che
saranno impegnate nella massima
serie del Campionato Nazionale Figc
di Calcio a 5 Femminile. Una bella
serata, che ha visto l’emozione sul
volto di molte ragazze, impegnate in
questa importante sfida sportiva e
personale, chi per la prima volta, chi,
invece, con qualche esperienza alle
spalle. Il numeroso pubblico ha così
conosciuto chi avrà modo di difendere
e portare avanti i colori amaranto e il
nome di Locri nella prossima Serie A,
che si prevede molto impegnativa ed
equilibrata. La società locrese è al secondo anno di partecipazione e si presenta ai nastri di partenza come una
delle più attrezzate per poter disputare un campionato tranquillo, puntando lungo il proprio percorso, ed in
virtù anche della campagna acquisti
effettuata, anche a qualcosa in più,
come ad esempio i play-off di fine
campionato.
lr
Inizia la nuova
stagione per la
Sensation Gioiosa
Jonica
hanno avanzato richieste all'Ente comunale, con
l'intento di ricondurre ad un clima di serenità e
spirito sportivo le società e i calciatori che a
breve saranno impegnati nei rispettivi campionati. Le autorizzazioni dell'impianto sportivo di
Mammola saranno rilasciate con atto deliberativo della Giunta comunale al quale seguirà quella
del Sindaco. L'invito dell'Amministrazione
Comunale è quello di un atteggiamento costruttivo e di cooperazione tra le realtà sportive presenti sul territorio, l'augurio è quello di un sano e
leale antagonismo sportivo.
N. Barillaro
DOMENICA
Si riparte! La Sensation Gioiosa
Jonica già da alcuni giorni ha ripreso
ad allenarsi in vista del prossimo campionato di Serie C femminile. Il torneo 2013-2014 vedrà tra le sicure protagoniste la squadra biancorossa,
dopo l’ottimo quarto posto (e l’accesso ai playoff) nella scorsa annata,
dove la Sensation fu certamente la
rivelazione del campionato. Tecnico,
società e pallavoliste lavorano in sinergia per dare ancora più soddisfazioni ai propri tifosi, vera arma in
più della Sensation, che non fanno
mai mancare il proprio supporto.
lr
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
24
la Riviera
Siderno: serve la scossa per
riprendersi dalle delusioni
Doppio colpo del
Polistena, arrivano
Romeo e Denaro
Il Polistena nella giornata di chiusura dei
tesseramenti ha raggiunto l'accordo con
Romeo Giuseppe difensore centrale classe
1988 ex Gioiosa Jonica e Taurianovese.
Firma per il Polistena anche Giuseppe
Denaro centrocampista classe 86 ex Gioiosa
Jonica, Marina di Gioiosa e Bovalinese. I
due calciatori che dal Gioiosa Jonica erano
passati alla Taurianovese nel mese di
Agosto, hanno sostenuto il primo allenamento nei giorni scorsi con il Polistena e
sono già stati a disposizione di mister
Cotroneo, ieri, per la trasferta di Palmi, contro il Taureana. Grande soddisfazione in
tutto l'ambiente per questo doppio colpo
del ds Anastasio.
Stadio radio
Novita’ in questa settimana per quanto
riguarda il Siderno calcio. E’ stato ingaggiato Vittorio Spanò difensore centrale
classe 1987, cresciuto nelle giovanili
della reggina, per poi maturare esperienze con Siracusa, Rossanese, Messina
acr, Soverato e Guardavalle. Ha iniziato
a Davoli la prima parte di questa stagione. Partiti verso altre destinazioni
Dino Leveque e Francesco Fiocchetto
Maviglia. Il gruppo è compatto sta lavorando sodo per rimediare ad un inizio di
stagione per niente soddisfacente. La
società, nonostante un inizio deludente,
continua a credere fortemente in questo
gruppo di calciatori che tanto bene
aveva fatto nelle partite di coppa Italia
ben figurando anche con il Guardavalle
squadra di categoria superiore.
Purtroppo, ancora, il gruppo non è al
top della condizione fisica ma sta migliorando giorno dopo giorno. Sicuramente
andrà migliorata questa rosa, infatti, la
società si è sempre mantenuta attenta e
vigile per valutare tutte le opportunità di
mercato che si dovessero presentare.
Intanto, i tifosi sperano che oggi contro
la matricola Soriano, i bianco-azzurri
possano regalare la prima vittoria stagionale. Un Siderno che può contare un
nutrito drappello di giocatori del posto
che si stanno impegnando al massimo,
purtroppo, almeno per ora, i risultati
La Società Cosenza Calcio informa che, in relazione alla gara Vigor Lamezia-Cosenza in programma
oggi alle ore 15,00 (Stadio Guido D’Ippolito), il
Prefetto di Catanzaro “ritenuto di adottare provvedimento che valga a scongiurare, in occasione dell’incontro di calcio di che trattasi, ogni possibile turbativa per l’ordine e la sicurezza pubblica” ha disposto la trasmissione, per la provincia di Cosenza, in
diretta televisiva RAI della partita. Si ricorda che in
occasione della gara Vigor Lamezia-Cosenza
Calcio non sarà attivo il progetto “porta un amico
allo stadio”.
lr
non sono arrivati anche se domenica
scorsa a Bovalino, la compagine di mister Guglielmo Telli è stata particolarmente sfortunata. Nonostante il doppio
vantaggio Carabetta e soci si sono fatti
prima raggiungere e poi superare dagli
amaranto di mister Favasuli che hanno
Gioiosa J.: derby con il Brancaleone
E' tempo di trovare la prima vittoria
in campionato. Dopo il buon pareggio di Polistena di domenica scorsa il Gioiosa Jonica ritorna tra le
mura amiche per cercare di incamerare la prima vittoria stagionale .
Oggi pomeriggio al Comunale arriva il Brancaleone di mister Laface
che in questo campionato si è
attrezzato per disputare una stagione di vertice per tentare un pronto ritorno in Eccellenza. Domenica
a Polistena il primo punto stagionale per un Gioiosa Jonica che
Vigor-Cosenza:
le restrizioni del
Prefetto di Cz
trovato due jolly vincenti dell’ex
Giuseppe Romeo, anche se sull’ultima
rete c’è’ stata una leggera deviazione che
ha messo fuori causa il portiere
Ebanista, non esente del tutto da
responsabilità. Il Soriano è una bella
squadra che è partita con grandi motivazioni tanto da andare a vincere nettamente sul campo della Villese alla prima
di campionato. La compagine vibonese
ha una buona coppia d’attaccanti, tra cui
Nesci, che potrebbe mettere in difficoltà
la retroguardia di casa. Servirà, pertanto,
una concentrazione massimale per
superare l’ostacolo e guardare al futuro
con rinnovato entusiasmo. Se non
dovesse arrivare la vittoria, per il Siderno
si profilerebbe un’altra stagione particolare con tanta ma tanta sofferenza per
cercare di raggiungere l’obiettivo minimo stagionale che , riteniamo noi, non
può che essere una tranquilla salvezza.
A meno che la società non deciderà di
irrobustire l’organico con elementi di
qualità e di categoria superiore.
A.T.
ha carattere da vendere ma che
deve amalgamarsi meglio in tutti i
reparti visto i tanti nuovi innesti
tutti importanti per un progetto che
può e deve solo migliorare.
L'arrivo di Vincenzo Carbone ha
dato più ordine al centrocampo
mentre la difesa da grandi certezze
visto le tante riconferme e con
Pasquale Patrizio giocatore dai
piedi buoni servirà per dare ulteriore linfa e concretezza a un reparto
che già la scorsa stagione ha dato
ampie garanzie . In avanti Antonio
Roccisano nel reparto offensivo
potrà dare un grande contributo
visto le sue ottime doti realizzative
ampiamente dimostrate già nella
sfida di domenica a Polistena . Nulla
si può rimproverare al Gioiosa
Jonica in questo avvio di stagione
per quanto riguarda l'impegno e il
carattere due componenti importanti che sicuramente saranno decisive nell'arco di tutta la stagione.
Nicodemo Barillaro
Marina di Gioiosa: bene i nuovi arrivati
Primo punto per il nuovo
Marina di Gioiosa di mister
Pasquale Rotondo. La compagine giallorossa sul neutro di
Roccella Jonica contro la
Villese ha offerto una buona
prova cancellando la sconfitta
di quindici giorni fa a Rizziconi.
Il presidente Tavernese al
novantesimo ha affermato :”
Nulla da rimproverare ai ragazzi, oggi ho visto solo cose positive. Purtroppo abbiamo dovuto
fare i conti con la sfortuna,
infatti soprattutto nel primo
tempo abbiamo sciupato diverse occasioni con Monteverde e
Palermo . Se avessimo portato
a casa l'intera posta in palio non
ci sarebbe stato nulla da obiettare. Sono felice della prova di
tutta la squadra soprattutto dei
nuovi arrivati che incominciamo ad ambientarsi molto bene.
Cercheremo di fare bene in
questo torneo consapevoli che
in Promozione non esistono né
gare facili né gare impossibili. Il
mister in settimana ha strigliato
a dovere i ragazzi, facendogli
capire che non possono perdere
come hanno fatto contro il
Rizziconi. Il gruppo è stato
bravo a recepire il messaggio,
dando una risposta di carattere
sul campo: ci prendiamo questo
punto come un risultato estremamente positivo contro una
Villese che certamente non è
stat a guardare giocando una
buona gara . Il nostro obiettivo
in questo campionato rimane
quello di valorizzare i giovani,
ottenendo una tranquilla salvezza: tutto quello che dovesse
arrivare, lo accoglieremmo
come tanto di guadagnato”.
Tutti i nuovi arrivati( Brogna,
Paparatti, Monteverde, Elitro,
Nocera e Autelitano) hanno
dato domenica una buona
impressione e mister Rotondo è
pronto a puntare su di loro nel
corso della lunga stagione che
per i giallorossi sarà caratterizzata da diversi derby.
Nicodemo Barillaro
DOMENICA
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Polaroid
Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza
Un greco in Magna Grecia!
E’ il fantasma di Tommaso
Campanella, che spinge Savinio a
effettuare un viaggio in Calabria,
filosofo da lui definito verticale,
piramidale e tolemaico. E’ quanto
viene fuori da una intervista rilasciata dallo scrittore a Giuseppe
Selvaggi l’anno prima cioè il 1947.
Lo stesso aveva scritto una introduzione alla Città del sole, nella quale
il fascino di questo calabrese lampeggiante e roccioso non impediva
allo scrittore di affermare con insolenza che la Città del sole come
modello di repubblica era un
modello da non imitare e di opporre l’antidoto della grecità mentale.
Nel 1944, in una edizione edita da
Colombo, lo scrittore aveva avuto il
primo approccio con la Calabria,
con uno dei suoi uomini migliori, se
non il migliore, il genio. Aveva scritto l’introduzione alla Citta del Sole
« ... la libertà di pensare col proprio
cervello ... si accende per la prima
volta in Grecia e la illumina, e non
torna a riaccendersi nel mondo se
non con l’Umanesimo».
In questa introduzione, Savinio
non è distaccato e il commento
diventa uno strumento acuminato
di confronto secco e spassionato fra
«concetto teistico del mondo e concetto umanistico»: «La Città del
Sole non è un’utopia. Le manca il
primo requisito di ogni utopia: la
qualità ateistica. Lavorando in quest’aura utopica, ho finito per credere utopicamente che i miei lettori
hanno tutti superato il pregiudizio
della serietà, che tanto buio spande
sulle cose della coltura e comunque
della vita, e sanno ormai che la
serietà è un ostacolo e una limitatezza, e dunque una forma di inintelligenza».
Gli articoli dello scrittori sono un
diario del viaggio in Calabria che
Savinio effettuò, durante la campagna elettorale del 1948, assieme al
ministro socialdemocratico Roberto
Tremelloni. L’approccio eccentrico e
straniato rispetto all’evento politico
(le elezioni “apocalittiche” del
1948) e la percezione dell’universo
antropologico calabrese (che richiama la Tessaglia dell’infanzia saviniana) sono fusi in un “pastiche” che
riconferma l’intelligenza e lo stile
dell’autore. Questi testi (scoperti
nell’Archivio Carte Savinio di
Firenze e curati e annotati dallo storico Vittorio Cappelli) furono disseminati in un periodo abbastanza
lungo, su riviste (“Illustrazione italiana” e “Corriere d’informazione”), col risultato di renderne difficilmente riconoscibile l’unitarietà.
A Crotone, 1948 , lo scrittore nota la
gravità dell’uomo calabro, al contrario dei greci, che hanno una condizione di levità, leggerezza che li
fanno stare sulle cose piuttosto che
dentro le cose.
Si dice che questi italiani quaggiù
sono greci. È vero. Ma con una certa
quale differenza. Il greco, anche il
pastore che non colloquia sui monti
se non coi capi del proprio gregge, non
sta chiuso dentro le cose ma vive di là
dalle cose, con leggerezza. Anche
stanco, anche vecchio, il greco ha nel
passo una specie di danza. Come si
traduce in calabrese leventià? Stare
sulle cose – stare “temporaneamente”
sulle cose, è la condizione più “greca”
del greco. Qui invece l’uomo sta dentro le cose, gravemente. E non c’è
danza nel suo passo.
A Stilo 1948 nota la costruzione del
modello teorico della Città del Sole
nella cittadina stessa, anche se il
luogo dell’opera notoriamente
Tabropana, è un’isola orientale. In
sostanza, crediamo che Savinio lo
collochi laddove Campanella parla
del posto dove:
“Sorge nell’alta campagna un colle,
sopra il quale sta la maggior parte
della città; ma arrivano i suoi giri
molto spazio fuor delle radici del
monte […] dentro vi sono tutte l’arti,
e l’inventori loro, e li diversi modi,
come s’usano in diverse regioni del
mondo.” (da La città del Sole 1602)
In effetti, per chi guarda la cittadina, sovrastata dal “panettone”
(Savinio lo chiama pan di zucchero)
rappresentato dal masso del Monte
Consolino, sulla cui pancia sta
“incollata” Stilo, non può fare a
ameno di pensare che il modello del
filosofo sia stato quello:
Stilo è per me il luogo più illustre della
Calabria. Non tanto per il suo
Duomo né per la vicina Cattolica,
quanto perché questa città rupestre e
a pan di zucchero è il modello vivo
della Città del Sole. Diremmo che
Savinio si strascina appresso, nel suo
viaggio in Calabria, Tommaso
Campanella, l’idea di Campanella,
di cui parlando della sua visita a
Telesio morto poco prima, scrive di
ciò che deve aver provato
Campanella, di quello che lui possa
aver detto a Telesio.
Ecco, questo è il suo rovello per
tutto il tempo che dura il viaggio in
Calabria. Sapere ciò che non potrà
mai sapere!
Cosenza 1948
Siamo per arrivare a Cosenza. Nella
cattedrale di Cosenza, Tommaso
Campanella passò una notte intera a
colloquio col cadavere di Bernardino
Telesio. Questo colloquio notturno,
nella tenebrosa vastità della chiesa,
tra un filosofo vivo e un filosofo
morto, è uno degli episodi più drammatici e assieme più commoventi che
io mi conosca.
Quanto amore, quanta venerazione
di discepolo! Quando Campanella
seppe che il suo maestro era morto,
lui, che in vita non era mai riuscito a
vederlo, corse a Cosenza per vederlo
almeno morto, entrò nella cattedrale
ove la salma era stata portata e deposta sul catafalco, eluse la vigilanza dei
guardiani, passò la notte presso la
bara. Ma da dove partì Campanella
per arrivare a Cosenza? Da Stilo, sua
città natale, no. Troppo lontana. E
allora?
L’accenno al brigantaggio lo lascia
meditabondo sull’equivoco della
storia ufficiale nei confronti di chi
difese la patria come i partigiani e
appunto i briganti, assetati di giustizia.
Catanzaro 1948
Il brigantaggio della Calabria era una
forma di patriottismo, affine ai kleftes
(i ladri) che combattevano per la liberazione della Grecia e ai nostri
Partigiani: la sola forma di patriottismo, la sola forma di liberalismo, la
sola forma di giustizia, la sola forma
di umana vita, in mezzo alla legale
iniquità di quel tempo, in mezzo alla
legale crudeltà, in mezzo alla legale
inumanità. O equivoco bestiale!
Domenica a Catanzaro. Sono affacciato al parapetto della villa
Margherita. Grandioso panorama di
valli e monti. Il mio contegno è di
uomo muto di stupore. Se viaggiare
nel Mezzogiorno mi costa qualche
fatica, è solo per la troppa abbondanza dei pasti, per le troppe bellezze della
natura, per i troppi inviti a far onore
agli uni e alle altre. Io sono abituato a
non badare a come mangio e a quanto mangio. Sono abituato a fingere di
non vedere neanche quello che muoio
dalla voglia di vedere. A questo mi ha
portato la necessità di conciliare
curiosità, desiderio e pudore. Coloro
che mi stanno vicino e mi vedono così
distratto e tranquillo, si fidano di me.
Non sospettano l’investigatore segreto, non s’accorgono dei due specchietti retrovisori agli angoli delle mie lenti.
I due giovanotti in aspetto di agnelli
che mi fanno premurosa guida in
questa visita di Catanzaro, stanno
immobili ai miei lati, mi guardano
guardare, rispettano il mio silenzio,
sono orgogliosi e contenti. Io ho gli
occhi fissi sul panorama, ma in verità
non guardo: mi riposo.
Alla fine, nei pensieri dello scrittore
ritorna il filosofo e il rovello di cui
dicevamo sopra.
Intanto penso a cose lontanissime.
Penso che sono io stesso Tommaso
Campanella, a colloquio di notte
nella cattedrale di Cosenza col cadavere di Bernardino Telesio.
Parafrasando, ed esagerando,
potremmo dire che l’identificazione
nel filosofo che si confronta con
Telesio è l’identificazione dello scrittore che si mette a confronto con la
Calabria e la sua storia?
Giuseppe Fiorenza
(21 – continua)
BIOGRAFIA
Alberto Savinio, alias
Andrea De Chirico (Atene
1891-Roma 1952), fu pittore,
scrittore, musicista,
scenografo e regista. Fratello
minore di Giorgio De
Chirico, trascorse la sua
infanzia in Grecia e poi visse
in Italia, a Monaco e a
Parigi dove frequentò
Picasso, Picabia, Brancusi,
Cocteau e fondò il
“sincerismo” musicale.
Rientrato in Italia nel 1915
si accostò al Dadaismo e al
clima culturale del
cosiddetto “ritorno
all’ordine” del fratello
Giorgio, di Carrà e di de
Pisis. Successivamente, di
nuovo a Parigi, diede pieno
sviluppo alla sua attività di
pittore precorrendo il
grande surrealismo francese.
Dopo il suo primo libro,
Hermaphrodito (1918),
svolse un’intensa attività
letteraria e pubblicistica: si
ricordano Dico a te, Clio
(1939), Infanzia di Nivasio
Dolcemare (1941), Narrate,
uomini la vostra storia
(1942), Ascolto il tuo cuore,
città (1943), Casa “La Vita”
(1943).
(dalla biografia di copertina
di Partita rimandata,
Rubbettino editore)
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LA RIVIERA
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Parlando
Alternativa per un matrimonio
low cost. Sposi con sponsor
di...
Coronare il giorno del fatidico sì oggi può costare
una fortuna.
Non bastano i confetti bianchi e i fiori d'arancio,
ma una miriade di dettagli vanno curati minuziosamente per tentare di andare di pari passo con i
matrimoni di Buckingham Palace.
CULTURA E SOCIETÀ
A Reggio la XXXVI Convention Nazionale del Kiwanis
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
Dio non ama i bambini era il titolo,
senz'altro provocatorio, di un romanzo
di Laura Pariani. Il Kiwanis, si. Il
Kiwanis li ama eccome. E li ama tutti,
profondamente: il suo principale
obiettivo, infatti, è quello di “Servire i
bambini del mondo”. Questo è il
motto corrente del Kiwanis, un' organizzazione globale di volontari impegnata a “cambiare il mondo, un bambino ed una comunità per volta”.
In Italia il primo club del Kiwanis
International è stato, nel 1967, quello
di Milano, seguito dal club di Roma,
Palermo, Catania, e via di seguito: tutti
facevano capo al Distretto SvizzeraLiechtenstein. È nel 1977 che il distretto Italia è stato costituito ed è dal 20012002 che, a seguito della costituzione
di un club nella Repubblica di San
Marino, ha assunto la denominazione
di “Distretto Italia-San Marino”.
È dunque da ben 36 anni che i Club
Kiwanis di tutta Italia si incontrano per
fare il punto sulle attività svolte durante l'anno. Scelgono una città, la invadono e poi la inondano e contagiano con
tutta la loro profonda umanità.
Quest'anno, per la XXXVI
Convention del Kiwanis, la scelta è
caduta su Reggio Calabria. La cerimonia di apertura si è svolta presso la suggestiva cornice del Teatro Cilea, con
oltre 250 delegati dei club di tutta
Italia, 600 presenze tra ospiti e accompagnatori, autorità civili, religiose e
militari, tra cui il governatore della
Calabria, Giuseppe Scopelliti, e il
Presidente della Provincia di Reggio
Calabria, Giuseppe Raffa, il capo della
sezione operativa della Direzione
marittima, tenente di vascello
Francesco Foti, il Vice Comandante
dei Vigili del Fuoco, Dott. Ing. Andrea
Gattuso. Presenti anche autorità kiwaniane nazionali e internazionali, come
il Presidente Internazionale del
Kiwanis, Tomas De Julio, il Presidente
della Federazione Europea, Ernst von
der Weppen, il Vice-Chairman
Eliminate Europe Project, Filip
Delanote, il Trustee della Fondazione
Kiwanis, Valeria Gringeri. Il tutto è
avvenuto in perfetto stile kiwaniano,
con l'inno iniziale alla bandiera statunitense, seguito da quello alla bandiera
europea, della Repubblica di San
Marino e italiana, tutti magistralmente
eseguiti dal Coro Lirico Francesco
Cilea diretto dal Maestro Bruno
Tirotta.
«Sono molto fiero di essere qui, in questa meravigliosa location a rappresentare un enorme numero di Paesi e a
raccontare i risultati raggiunti con le
innumerevoli iniziative svolte per i
bambini nel mondo, come l'eliminazione del tetano neonatale e prenatale» - ha dichiarato il Presidente
Internazionale del Kiwanis, Tomas De
Julio, il quale ha ribadito: «Ogni bambino in qualunque parte del mondo ha
il diritto di vivere e di non essere colpito da questa tremenda malattia e noi
facciamo tutto il possibile per eliminare questa gravissima patologia».
Il riferimento è alla campagna mondiale Eliminate, lanciata il 24 giugno
2010 a fianco dell'UNICEF. L'obiettivo
è quello di eliminare il tetano materno
e neonatale entro il 2015. Servono 110
milioni di dollari per immunizzare 129
milioni di madri e i loro futuri figli. Il
Distretto Italia- San Marino ne ha
finora raccolti 479 mila. Un assegno
virtuale di 122.018,00 è stato consegnato durante la cerimonia dal
Governatore del Distretto Italia-San
Marino, Roberto Garzulli, e dal
Luogotenente Governatore della
Divisione Calabria 2, Natale Praticò,
principale organizzatore della
Convention: si tratta della somma raccolta quest'anno nel nostro Paese, con
cui sono state salvate 81.345 vite.
Basta, infatti, 1,50 per salvare la vita
di una madre e del suo futuro bambino da questa malattia mortale ma prevenibile.
«È stato un anno eccezionale - ha
dichiarato Garzulli - abbiamo raccolto
fondi per salvare più di 80 mila bambini dalla morte per tetano materno
neonatale; abbiamo realizzato iniziative in tutta Italia, raccogliendo consensi ovunque. Siamo la nazione - ha sottolineato - che ha aperto il maggior
numero di nuovi Club. Tutto questo ci
conforta, ci entusiasma e ci spinge ad
andare avanti». È sempre il governatore Garzulli ad avanzare una proposta assolutamente lodevole: quella di
istituire la figura del Garante
Comunale dei Diritti dell'Infanzia e
della Adolescenza. «È una figura che è
già stata sperimentata in alcuni comuni. Con questa proposta il Kiwanis
vuole fare il salto di qualità: non vuole
più essere soltanto raccoglitore di
fondi per salvare bambini ma intende
essere presente sul proprio territorio al
fine di tutelare al meglio i diritti del
minore».
Momento clou della cerimonia inaugurale è stata la consegna dei riconoscimenti internazionali ai Club
Kiwanis e ai Kiwaniani che durante
l'anno sociale 2012-2013 si sono distinti per le enormi potenzialità e il grande
entusiasmo con cui hanno affrontato
l'attività di fundraising e di service a
favore delle comunità e dei bambini.
Tra i Kiwaniani del Distretto Italia-San
Marino, un importante attestato di
benemerenza per l'impegno e i prestigiosi risultati ottenuti, oltre che per il
supporto nella realizzazione della
XXXVI Convention, è stato assegnato
al Luogotenente Governatore della
Divisione Calabria 2, Natale Praticò.
Al sociologo Antonio Marziale il premio Hixson del Kiwanis International
Il volto migliore della Calabria,
quella che non si monta la testa
Lui, lui non si offende se non lo chiami Dottore. Lui si fa chiamare
Antonio, da tutti. E se non gli dai del tu, ti fa riformulare la domanda. Non
sa che farsene di quei cerimoniosi quanto inutili appellativi di cortesia,
tanto cari, invece, a chi in Calabria - dove anche Antonio è nato - rispedisce lettere al mittente perché non la si chiama “Onorevole”. C'era anche lui, Antonio
Marziale, alla XXXVI Convention del
Kiwanis. Lui, sì, che è innanzitutto
Presidente dell'Osservatorio dei Diritti sui
Minori, poi è anche consulente della
Commissione parlamentare per l'Infanzia, è
stato ispiratore ed estensore del Codice di
autoregolamentazione Tv e Minori, quel
famoso codice recepito dalla Legge Gasparri
che mette al centro del pubblico televisivo i
nostri figli, perché sono loro che subiscono
più di tutti l'influenza della tv. Ed era diventato più che mai necessario proteggerli, consentire loro un sano, equilibrato e completo sviluppo mentale e morale;
perché le nuove generazioni nascono e crescono con la tv accesa e la tv,
senza regolamentazione, può essere molto pericolosa per i nostri figli. Ma
Antonio ha pensato a loro e si impegnato a proteggerli insieme al ministro Gasparri, con il quale ha lavorato anche alla stesura del Codice
Internet e Minori. Antonio è stato, inoltre, Coordinatore per le politiche
giovanili in Regione Lombardia, nonché Dirigente dell'Associazione
Nazionale Sociologi. Tanti titoli per lui, dunque, ma non sono bastati a fargli montare la testa: continua a farsi chiamare Antonio. E per la sua
profonda umanità e per il suo viscerale
amore per i bambini, nel corso della XXVI
Convention del Distretto Italia - San Marino
dei Kiwanis Club, Antonio ha ricevuto il prestigioso premio Hixson, un premio internazionale, il terzo premio internazionale ad
essergli riconosciuto. Antonio, infatti, ha
ricevuto premi da altre due autorevolissime
organizzazioni umanitarie mondiali: la
Melvin Jones dai Lions Club e la Paul Harris
assegnatagli dai Rotary Club. Dunque,
Triplete per Antonio e per la sua umanità.
“Farò tutto ciò che è nelle mie umane possibilità per tutelare i bambini, è lo scopo della
mia vita. Ma senza l'apporto di ciascuno, la mia è una battaglia contro i
mulini al vento: impossibile!”- è quanto Antonio scrive sul suo profilo Fb.
L' Antonio, plurilaureato, pluripremiato, che si infastidisce se lo chiami
Dottore. L'Antonio che fa parte di quella Calabria che non si monta la
testa. (M. G. C.)
DOMENICA
«I nostri sono stati dei risultati in crescendo che mi riempiono di orgoglio e
che mi ripagano per tutti gli sforzi
compiuti durante l'anno, sforzi che
hanno avuto come unico obiettivo
quello di servire i bambini di tutto il
mondo. E questa Convention è l'occasione per rilanciare il nostro impegno
per il futuro». Nel suo discorso di apertura Praticò ha ringraziato la Regione
Calabria, la Provincia e il Comune di
Reggio Calabria, i Comuni di Villa San
Giovanni, Scilla e Bova, il presidente
della Sogas (società di gestione dell'aeroporto dello Stretto), il Consorzio del
Bergamotto e il Consorzio di Bonifica
del Basso Jonio Reggino. Ha ribadito,
inoltre, come la XXXVI Convention
del Kiwanis - fortemente voluta dal
Kiwanis Reggio Calabria, Kiwanis
Reghion 2007, Kiwanis Villa San
Giovanni
e
sponsorizzata
dall'Immediato Past Luogotenente
Governatore, Francesca Pizzi - sia
anche un evento incentrato sul turismo: «È stata data alle signore e a
coloro che non sono impegnati nei
lavori kiwaniani l'opportunità di visitare quanto di più prezioso offre il
nostro territorio. È stato organizzato
un archeo tour per permettere di far
conoscere il nostro ricco patrimonio
storico-artistico e archeologico, ed è
stata anche data la possibilità di andare alla scoperta del nostro straordinario patrimonio paesaggistico. Tra le
tappe più importanti: il borgo di
Pentedattilo, un posto affascinante e
pieno di mistero; il borgo di Bova che
dal 2003 rientra nella rete dei Borghi
più Belli d'Italia e che dal febbraio
2013 è nella lista dei 21 “Gioielli
d'Italia”; il Parco Archeologico di San
Pasquale a Bova Marina; il fantastico
borgo di Chianalea e l'incantevole
Scilla».
I lavori kiwaniani si sono conclusi con
la tradizionale cena di gala presso l'hotel Altafiumara di Villa San Giovanni,
durante la quale si è tenuta la cerimonia di Passaggio delle Consegne tra il
governatore uscente Roberto Garzulli
e il nuovo governatore Carlo Turchetti
il quale, a partire da ottobre guiderà il
Kiwanis Distretto Italia-San Marino
all'insegna dello slogan “Teniamoli per
mano”.
Una XXXVI Convention ricca e ben
riuscita, dunque, che ha saputo coniugare turismo e un profondo senso di
umanità. Un'accoppiata insolita ma
assolutamente vincente.
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
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Dall'abito da sposa agli addobbi floreali, dalle
bomboniere alle fedi nuziali, dal trucco al parrucco possono avere dei costi talmente elevati da
render conveniente accendere un mutuo. Così
una giovane coppia reggina per affrontare simili
spese ha deciso di organizzare il giorno delle
nozze sponsorizzando imprese calabresi.
Una moda già sperimentata negli Stati Uniti e in
Francia che oggi a quanto pare fa tendenza
anche dalle nostre parti. È il caso dei promessi
sposi, Rachele di Rosarno e Damiano di
Cittanova che osano con un’idea innovativa
“Sposi con sponsor”. Avranno pensato: «Perché
rinunciare ad una cerimonia da sogno?». In
fondo questa è la soluzione ideale per organizzare un matrimonio da favola, a bassi costi e senza
rinunciare a nulla. Per realizzare quest'evento
occorre solo trovare delle aziende che vogliono
fare da sponsor in cambio di pubblicità.
Il che consiste nel dare visibilità agli sponsor e a
tutti coloro che saranno disposti a partecipare
all'evento reso pubblico tramite Facebook,
Twitter, blog, sui giornali, rassegna stampa a cui
tutte le persone potranno prendere parte e
seguirli fino al giorno del loro matrimonio.
Sembra che la via presa dai giovani reggini abbia
avuto successo visto le tante adesione riscontrate sul web. È proprio vero che il bisogno aguzza
l’ingegno.
Ilaria Ammendolia
la Riviera
Individuati relitti di foresta post-glaciale nel Parco dell'Aspromonte
Bombino: “tutela attiva” funzionale a
conservazione della biodiversità e reddito
Una scoperta di rilevante interesse naturalistico arricchisce la conoscenza della biodiversità del Parco d'Aspromonte.
Nel corso di alcuni studi condotti nell'area
protetta, infatti, sono emersi elementi attestanti che un numero consistente di esemplari di rovere meridionale (Quercus petraea
ssp. austrotyrrhenica) siano il frutto di un processo evolutivo iniziato in era post-glaciale e
che ha conferito caratteristiche di unicità alle
formazioni riscontrate nel Parco Nazionale.
Gli studi promossi dall'Ente Parco si inseriscono nell'ambito di specifiche iniziative di
recepimento della recente Direttiva emanata
dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare in materia di conservazione della biodiversità e contribuiscono a
costruire una identità certa del patrimonio
naturale dell'area protetta attraverso una
profonda conoscenza delle peculiari caratteristiche del territorio. In tale contesto, in coerenza con gli indirizzi programmatici
dell'Ente, si è svolto a Gambarie
d'Aspromonte il VII seminario internazionale sulla “Gestione e conservazione della biodiversità” organizzato dalla Società Botanica
Italiana e dal Dipartimento di Agraria
dell'Università degli Studi Mediterranea di
Reggio Calabria, con il patrocinio dell'Ente
Parco Nazionale dell'Aspromonte. Il seminario ha dato avvio alle prime attività di ricognizione e verifica delle formazioni boschive
candidabili come “vetuste” e, quindi, inseribili nella rete italiana delle foreste vetuste istituita dal Ministero dell'Ambiente.
Ancora una volta l' area protetta aspromontana non ha tradito le aspettative: i professori
Giovanni Spampinato (Dipartimento di
Agraria dell'università Meditereranea) e
Salvador Rivas - Martinez (Università di
Madrid, Spagna), insieme ai tecnici del Parco,
hanno riscontrato, nella zona montana di
Samo, la presenza di alberi secolari di rovere
che, a seguito di analisi dendrocronologiche e
morfologiche, hanno evidenziato caratteri di
vetustà associati a particolari adattamenti
Locri, grande successo per lo spettacolo “Solo la sera sono serio”
Grande successo alla Corte
di Palazzo a Locri per “Solo
la sera sono serio”, lo spettacolo teatrale scritto, diretto ed interpretato dall'attore
romano-viterbese
Piermaria Cecchini, accompagnato sul palco dai bravissimi QuartAumentata,
che hanno eseguito dal vivo
le musiche inserite all'interno della rappresentazione
teatrale.
Lo spettacolo, organizzato
da Dario Larosa, con il
patrocinio della Regione
Calabria
e
dell'Amministrazione
Comunale di Locri, è stato
proposto in anteprima
nazionale rispetto a quello
che sarà poi il cartellone
degli eventi teatrali che
interesserà la Citta di Locri
nel periodo invernale ed
estivo del 2014. Visto il
riscontro di pubblico ricevuto, sarà sicuramente una
grande stagione teatrale.
Un monologo entusiasman-
Piermaria Cecchini
e i QuartAumentata
fanno il pienone
te, ricco di colpi di scena,
con un'ironia applicata a
numerose tematiche quotidiane, tenendo l'argomento
“vita” al centro di ogni
discorso. Il tutto accompagnato magistralmente dall'etno-sound
dei
QuartAumentata, che ha
proposto alcune loro canzoni insieme a musiche inedite.
A fine spettacolo, breve
confronto tra Raffaella
Rinaldis
e
Piermaria
Cecchini, dove l'attore ha
avuto modo di spiegare
come è nato il proprio spet-
tacolo e come lo ha inteso,
ricevendo ancora numerosi
applausi per le sue parole.
In conclusione è intervenuto il Sindaco di Locri, dott.
Giovanni Calabrese, il
quale si è detto soddisfatto
della risposta del pubblico:
«Un grazie a Piermaria, un
grazie agli organizzatori, ma
un grazie al grande pubblico
di Locri. Grande presenza,
grande
partecipazione,
grande soddisfazione da
parte
di
tutta
l'Amministrazione. Anche
perché quest'estate abbiamo “vinto” la classifica del
Magna Graecia Teatro
Festival come presenza di
pubblico rispetto agli altri
siti della Regione. Quindi
significa che la Città risponde, il territorio risponde, e
noi continueremo questo
grande impegno per il teatro. Infatti ci sono tutte le
premesse, anche perché
domani (oggi, ndr) apriremo il Palazzo della Cultura,
concludendo finalmente l'iter procedurale per l'apertura definitiva. Con la
disponibilità di questa struttura, avremo la possibilità di
organizzare una grande stagione teatrale durante il
2014. Questo l'impegno che
stiamo portando avanti
insieme alla Giunta, migliorando l'immagine della
Città, non parlando sempre
di cose negative, anche grazie e soprattutto alla cultura.»
fisiologici in risposta a vicissitudini climatiche
avvenute nel corso dei millenni (a partire dal
periodo glaciale pleistocenico würmiano 120-70.000 anni fa). L'Aspromonte ha rappresentato, per tali formazioni, un'area rifugio e di isolamento che ha favorito la differenziazione di particolari meccanismi morfologici di adattamento nei confronti del clima in
continua evoluzione. Tale scoperta, che suscita un enorme interesse da parte degli studiosi, rappresenta per il Parco il punto di partenza verso l'avvio di più specifiche indagini,
anche di tipo genetico, volte alla caratterizzazione della singolarità riscontrata, utili alla
programmazione di idonee strategie di conservazione e valorizzazione. Il Presidente e il
Direttore dell'Ente guardano con fiducia l'avvio delle nuove indagini. «Il territorio
dell'Aspromonte conserva caratteristiche uniche, sia dal punto di vista biologico che geomorfologico, - commenta il Direttore
Tommaso Tedesco - ed è nostro compito salvaguardare questo inestimabile “tesoro” di
biodiversità che rappresenta un patrimonio
non solo del nostro territorio, ma dell'intero
pianeta. Abbiamo inaugurato una nuova
attenzione e consapevolezza del valore della
biodiversità che ci conduce con nuovi e più
forti stimoli alla definizione di idonei strumenti per la sua valorizzazione».
«Siamo persuasi che occorra promuovere il
migliore e irrinunciabile equilibrio tra tutela
passiva e valorizzazione delle esternalità positive fornite dalla nostra area protetta; - afferma il presidente Giuseppe Bombino - solo se
impareremo a tradurre in termini reddituali i
valori della conoscenza, della protezione e
della promozione delle nostre risorse naturali potremo dire d'aver avviato processi di sviluppo in armonia con le esigenze e le attese
delle popolazioni locali. Ciò richiede un
approccio strategico alla sostenibilità - conclude Bombino - attraverso la programmazione, la partecipazione e il coinvolgimento di
tutte le intelligenze nei processi di sostegno
alla crescita territoriale e locale».
PIRATERIA E IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
L’ ammiraglio Giovanni
Galotolo ospite
del Rotary Club di Locri
Venerdì 27 settembre, alle 18,30 nel salone delle conferenze del Grand Hotel
President, l'ammiraglio Giovanni
Galatolo terrà una conferenza sulla pirateria e sull'immigrazione clandestina via
mare, i due più importanti problemi che
attengono alla sicurezza marittima,
secondo le accezioni di security e disafety.
Il presidente del Rotary Club di Locri,
dott. Saro Cilea, ha organizzato la conferenza ben sapendo quanto importante e
delicato per la sicurezza e gli equilibri
sociali internazionali sia l'argomento trattato. “I dati parlano chiaramente - ci dice
il presidente Cilea - e non necessitano di
commenti: soltanto nel 2012 sono 26 le
navi sequestrate dai pirati nel mondo e
ben 154 sono gli ostaggi in mano ai criminali; oltre 21.000 migranti sono stati soccorsi nel 2013 (dato aggiornato al 5 settembre)”.
Nell'ambito del fenomeno piratesco, la
presenza di forze navali NATO o multinazionali è riuscita a ridurre gli attacchi nella
High Risk Area - nel Golfo di Aden transitano 30.000 navi l'anno - teatro operativo dei pirati somali. Ma se sul versante est
dell'Africa gli abbordaggi sono considerevolmente diminuiti, nel tratto di Oceano
Atlantico prospiciente il west Africa il
fenomeno è in serio costante aumento,
non solo ma ciò che ulteriormente preoccupa è lo scenario legato alla rapina a
DOMENICA
mano armata a bordo in continua violenta crescita.
L'immigrazione clandestina via mare
lungo le coste italiane è davvero un problema sociale. L'Italia è “costretta” dall'etica, dalla morale e dalla coscienza dei
marinai ad intervenire in soccorso ai
migranti, ben oltre il limite territoriale
della nostra Search and Rescue Region a
sud di Lampedusa. Il conflitto internazionale in atto fra Malta e Italia sulla delimitazione della SRR (prevista dalla
Convenzione di Amburgo), ben noto ai
competenti organismi internazionali, non
ha ancora trovato soluzione a causa dell'inezia delle istituzioni internazionali che
sembrano non curarsene.
Il nostro Club - conclude il presidente
Cilea, nell'auspicare la più ampia partecipazione - nello solco dell'azione umanitaria e spirito di servizio del Rotary, che
svolge in tutto il mondo con gli oltre
1200mila rotariani, ha voluto organizzare
questo evento proprio nella Locride,
luogo di approdo, agognato di migliaia di
disperati, vittime della fame, della sete,
delle persecuzioni e dello sfruttamento,
tentano di fuggire dalle piaghe che il
benessere del mondo “civile” ha inflitto
sulla pelle degli ”ultimi”.
Walter Scerbo
22 SETTEMBRE 2013
LA RIVIERA
29
Parlando
di...
ATTUALITÀ
Allegri
Taddeo e Bunny
A.A.A.
Abbronzatissimo
Fer
Abbracciati
Sagra del Vino 2013:
non si vive di solo pane!
Arteedintorni... di Domenico Spanò
Affaticato
Summit culinari
Vedo doppio...che bambole!
Natino Chirico e i segni colorati di vita
L'Arte pittorica di Natino Chirico è un
insieme di magnetiche emozioni visive, esperienze e sperimentazioni artistiche che portano il marchio dell'eccellente arte e genialità
“Made in Italy” in tutto il mondo. Nato a
Reggio Calabria in terra arida ed ostica, dal
quale però sa cogliere ed assorbire la magnificenza dei colori primari naturali che trova
intorno al suo luogo natio: il blu intenso del
mare Ionio, il giallo del sole cocente del Sud,
il verde delle fitte foreste aspromontane e il
rosso della passione e del calore della gente
di Calabria.
La sua formazione si divide tra gli studi di
Architettura e l'Accademia delle Belle Arti
tra Reggio Calabria, Milano e infine Roma.
Nel 1976 inizia la breve avventura dell'attività
didattica insegnando figura disegnata presso
il Liceo Artistico di Brera a Milano.
Natino Chirico non è personaggio convenzionale ma tutto estro e genialità; dedica tutta
la sua anima e il suo corpo all'attività pittorica facendone pienamente una ragione di vita.
Durante gli anni '70/'80 espone le sue opere
nelle principali rassegne d'arte contemporanea dislocate in lungo e in largo su tutto lo
stivale. Sin dai primi anni di attività le sue
opere vengono esportate all'estero nelle maggiori gallerie d'arte delle più importanti città
del mondo: Parigi, Berlino, Praga, Mosca,
Bruxelles, New York, S. Francisco.
Persona eclettica costituita da mille sfumature di colori forti e intensi, senza mezzi toni.
La sua sperimentazione passa dall'esperienza
nell'ideazione di disegni di tessuti per la collaborazione artistica con gli stilisti Gianni
Versace e Ken Scott, alla passione e la pratica dell'ideazione Architettonica, al Design e
alla Grafica. Discipline che hanno a suo
modo completato l'artista e arricchito l'uomo.
Oggi il mondo artistico di Natino Chirico è
fatto di tanto colore, materia, schizzi, gocce,
forme e sagome. Tutto ciò che viene coperto
dai sui schizzi colorati diviene opera d'arte.
Precursore di una tecnica artistica innovativa
ed essenziale dove il colore e la materia sono
i principi dominanti per descrivere e raccontare ciò che l'artista semplicemente ci suggerisce sottovoce coi sui segni.
Le sue opere sprigionano vitalità, movimento, energia, pur se apparentemente composte
da semplici forme o emblematiche sagome.
Osservare le sue opere è generare un movimento cinematico dal quale si entra nel tun-
nel della libera immaginazione dove tutto è
permesso tranne che la staticità. Ogni schizzo, ogni tratto tagliente di colore definisce
magistralmente la perfezione dell'immagine
nella propria mente. Ogni sagoma prende
vita e movimento come se realmente volesse
uscire dal fondo del quadro nel quale è
immortalata.
Tutti questi espedienti artistici sono presenti
nelle opere attuali e successive agli anni '90
riconducibili alla raccolta delle celebri opere
de “I Miti del Cinema”. Sagome di personaggi illustri quali Charlie Chaplin, Totò,
Eduardo De Filippo, Federico Fellini,
Pasolini, Massimo Troisi, Sofia Loren, Anna
Magnani, che hanno fatto la storia del cinema. Opere che racchiudono intuizione, sintesi, raffinatezza ed evocazione. Pezzi di pellicola, fotogrammi storici del cinema che sono
rimasti nell'immaginario collettivo. Come pur
anche i personaggi della storia o della narrativa come Don Chisciotte e Sancho Panza
(Gli Invincibili).
Il simbolo e l'emblema di queste opere sono
senza dubbio la vitalità e l'energia che sprigionano le sagome divertenti, bizzarre,
ironiche, delicate e tenere di Charlie Chaplin,
il famoso ed unico Charlotte. L'uomo con la
bombetta in testa e il suo bastone arcuato.
Natino Chirico lo rappresenta con segni colorati che ne ridanno vita, emozione; ne crea
un legame profondo e intimo con questo
soggetto a tal punto da immedesimarsi pienamente poiché summa di ironia, genialità,
DOMENICA
sensibilità. Rivoluzionario e moderno.
Proprio come il suo creatore pittorico.
Natino Chirico esporrà le sue opere a
Novembre
al
prossimo
Festival
Internazionale del Film di Roma presso lo
spazio Tirsò.
04 AGOSTO 2013
LA RIVIERA
30
la Riviera
rraro e Ferreri
Siderno, Carnevale 1953:
Ciccio Frascà, Mimmo Massimino,Ciccio
Coluccio, Domenico Caridi,Mario Sgotto
e il cane Pippo
Money Man
Messaggi
nel
Sotto la stessa bandiera???
tempo
di Daniela Ferraro
La leggenda del pozzoleo
Inerpicata su una rupe da dove domina
la valle verdeggiante interrotta dal tortuoso fluire del fiume Neto, Santa
Severina (Crotone), la Siberene degli
Enotri, con il superbo castello, le chiese, un passato tumultuoso che ha visto
succedersi sul suo suolo Greci,
Romani,
Arabi,
Bizantini, Normanni,
Svevi,
Angioini,
Aragonesi, è anche sede
di forti suggestioni dovute alle leggende intessute
nei secoli dalla fantasia
popolare e alimentate
dalla fede nei miracoli.
Immettendoci sulla via
che sale verso Piazza
Campo, ci viene incontro
sulla destra la chiesa di
Santa Filomena (o di
Pozzoleo), vero gioiello
dell'architettura bizantina nella ricercatezza delle decorazioni dei portali, nella
cupola con colonnine dai capitelli finemente decorati a motivi vegetali che le
imprimono un gradevole sapore orientale. E davanti all'arco del portone d'ingresso, ecco la sua leggenda tingersi di
realtà mentre respiriamo quella fede
che tutto cementa e tramanda ai posteri… “ Era Filomena una semplice
donna del popolo, fortemente devota
quanto lavoratrice dovendo, da sola,
accudire il figlioletto di 4 anni. Le sue
giornate trascorrevano uguali tra l'acqua da prendere alla fontana, l'alternanza tra il lavoro di casa e quello dei
campi, la devota frequenza della piccola chiesa del paese finché una mattina,
al rientro dalla Messa,
non trovò il bambino nel
suo letto. Inutile l'affannoso richiamo dal cortile
alle stradicciole del paese,
la disperata ricerca lungo
fossi e burroni finché la
pietà della gente non la
costrinse a tornare a casa,
le vesti lacere, gli occhi
sbarrati, la voce ormai
ridotta ad un rauco
lamento. Ed ecco levarsi
all'improvviso una vocina
dal pozzo:” Mamma,
sono qui, la Madonna mi ha salvato!” Il
bambino era incolume: sorrideva dal
fondo salmastro saldamente ancorato
ad un quadro raffigurante la Madonna!
Per tale motivo, venuta a morte,
Filomena chiese che al posto della sua
casa si ergesse la chiesa che poi da lei
avrebbe assunto il nome e dove tuttora
la gente confluisce da ogni dove, nei
momenti di difficoltà, fiduciosa nell'aiuto della Madonna del pozzo.”
Tra moglie e marito...
uno strano tipo
Parole sante
Loqui e
Sproloqui
di Filomena Cataldo
L’anno che verrà
Pico della Mirandola si sarebbe comportato diversamente, avendo com'è
noto la facoltà di ricordare. Una
buona memoria, insomma. Quanto
basterebbe alla nostra classe politica
per mettere in atto quelle quattro
cosucce vendute nelle campagne elettorali. Eppure - evidentemente - qual-
concorsi per posti vacanti; che si vada
in pensione, non si percepisca lo stipendio ma non si possa neppure rientrare in servizio; che si incentivi la scolarità, ingrassando le classi, ma non si
abbiano i soldi per l'edilizia scolastica;
che si possa sostare in una barella nel
corridoio di un ospedale per il diritto
cosa non va. Trattasi di velocità eccessiva del messaggio o di bonarietà venduta a poco prezzo ed anche falsamente. Qualunque sia la natura di ciò
che ci viene proposto, è certo che
puzzi, come il migliore degli ospiti che
si stabilisca in casa. Accade dunque
che si abolisca l'IMU e si aumenti il
costo dei libri di testo; che si innalzi
l'età della pensione e si bandiscano
alla cura e poi si muoia per mancanza
di personale; che si venga uccisi da un
paziente instabile e poi si provveda a
disporre la sicurezza … tutto, fortunatamente, in Italia pare essere direttamente proporzionale. E questo ci consola se non altro perché i nostri politici credono davvero in quello che dicono. E noi - doverosamente - crediamo
di credere in quello che dicono.
Auguroni di Buon Compleanno a
Elisa Romeo di Locri per i suoi 19
anni da parte di papa Cosimo,
mamma Marinella il tuo fratellino
Nicola.
Guarda il cielo con il suo manto di
stelle chiudi gli occhi e pensa con il
cuore la cosa che tieni di più al
mondo. -Guarda di nuovo il cielo
con il suo manto di stelle ma adesso guarda attentamente la luna
chiudi gli occhi e sussurrando dici
vorrei la cosa che il mio cuore dice.
Così saprai davvero ciò che ami
davvero. È ti auguriamo sempre
che si avveri buon compleanno!
Viste le tante richieste
che giungono alla redazione per
la pubblicazione di foto
di auguri, non riuscendo ad
accontentare tutti, ricordiamo ai
nostri lettori che le foto
sono a pagamento
I vincitori del concorso
Miss e Mister bimbo,
organizzato
da Antonio Ferreri
DOMENICA 04 AGOSTO 2013 LA RIVIERA
31
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