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Speso mezzo milione per un anestetico pericoloso da usare

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Speso mezzo milione per un anestetico pericoloso da usare
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nuovi flaconi di anestetico - un lotto di
8.210 della Baxter, una spesa di 565mila euro per due anni - sono arrivati in terapia intensiva, nelle sale operatorie e nella radiologia interventistica della Città della Salute (ma la gara comprendeva anche
l’Asl To1 e la To5) e subito il personale ha
segnalato il problema: quel prodotto - sevoflurano - non garantisce la sicurezza perchè
non prevede un sistema di chiusura sicuro
come quelli normalmente in uso e che finora non hanno mai dato alcun problema. Se
il gas fuoriesce, o se la boccetta cade, il rischio per la salute dei lavoratori è elevato,
considerato che il prodotto ha un alto livello di tossicità.
La Cgil lancia l’allarme: «In due casi siamo andati ad un passo da un incidente – dice il responsabile aziendale Francesco Cartellà – si sono verificati microversamenti di
anestetico in una radiologia interventistica e in una sala operatoria. Nulla di grave
per fortuna, ma il rischio per il personale è
alto». Il datore di lavoro, incalza la Cgil «ha
l’obbligo di tutelare la sicurezza dei lavoratori e deve scegliere il prodotto più sicuro.
Si tenga conto che la stessa Baxter in altri
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Come uscirne? In un incontro che si è
svolto ieri mattina fra la direzione della Città della Salute, il responsabile della sicurezza e la Baxter si è trovato un accordo perchè sia la farmacia aziendale, con costi sostenuti dalla Baxter, a provvedere al montaggio degli adattatori che possono garnatire la sicurezza. «Nel frattempo - spiega il
direttore generale Gianpaolo Zanetta - si attendono le possibili innovazioni tecnologiche della ditta». Se l’intesa non fosse stata
chiusa, chiarisce il direttore «sarebbe stato
in ogni caso inevitabile ritirare il prodotto e
la società avrebbe dovuto assumersi le responsabilità». Nel frattempo, una lettera
deil responsabile della sicurezza Pier Luigi
Pavanelli indirizzata a tutti i direttori della
Città della Salute indica le regole da seguire: evitare qualsiasi tipo di manovra aggiuntiva all’interno delle sale operatorie e
predisporre le procedure di preparazione
in massima sicurezza. Con controlli periodi-
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degli
ospedali alle sale operatorie,
quello delle gare per le forniture sanitarie è un tema molto sentito anche dai medici. «Quelle forniture sono gli strumenti che poi noi
utilizziamo in sala operatoria. Adesso quel che preoccupa è che si sono
invertite le priorità: una volta era la
qualità che nelle gare aveva più peso, purtroppo negli ultimi anni sempre di più è il contrario»: Mario Morino è professore ordinario di Chirurgia all’Università, e direttore di
dipartimento delle Molinette.
Professore, come si svolgono le
gare per le forniture mediche. I
medici sono coinvolti o è solo un
adempimento amministrativo?
«Nelle commissioni di gara ci sono quasi sempre medici che portaALL’AMMINISTRAZIONE
Paesi come il Giappone vende un prodotto
diverso».
La storia che ha portato in corsia il sevoflurano è di quelle che si ripetono spesso negli ospedali: si fa la gara, si valutano le offerte, si assegna la fornitura ad una ditta. Chi
perde, nella stragrande maggioranza dei
casi fa ricorso. Tempi lunghi, sia per l’iter
burocratico sia per quello del Tribunale amministrativo. Il primo giudizio della commissione assegnava la fornitura alla società Abbvie srl, ma la Baxter ha presentato ricorso. Il Tar le ha dato ragione. Era andata
così anche per l’Asl To3 (che comprava anche per Mauriziano e San Luigi). Quest’anno però il Consiglio di Stato ha dato ragione
all’azienda, giudicando fondate le ragioni
dell’Asl che aveva ritenuto il prodotto Baxter «molto scarso» proprio dal punto di vista della sicurezza.
ci sia a livello ambientale che a livello di personale».
Il bando per la Città della Salute era stato predisposto dalla Federazioni 1, che accorpava anche Asl To1 e To5 secondo gli
obiettivi di risparmio auspicate da Paolo
Monferino con la centralizzazione degli acquisti, una delle voci che l’attuale ministero della salute considera prioritaria per far
calare ancora le spese della sanità.
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no le competenze tecniche nella
giuria che deve scegliere la fornitura, quindi incidenti da questo punto di vista dovrebbero essere scongiurati. Capita però che abbiano le
mani legate e siano costretti a scegliere la fornitura molto ribassata
perché il punteggio dell’offerta economica ha un peso tale che non è
possibile muoversi in altra maniera».
Questo, però, non produce necessariamente inefficienza.
«Ci sono alcuni casi macroscopici
che dimostrano il contrario. Le faccio l’esempio dei guanti di lattice:
le forniture sono diventate via via
sempre più scadenti, poiché non si
tratta di un prodotto sofisticato,
chi si occupa della fornitura cerca
sempre di risparmiare. Se però lei
parla con qualsiasi chirurgo delle
Molinette le dirà la stessa cosa: sono così scadenti che se ne rompe un
gran numero durante un solo intervento. E per essere sicuri di non tagliarci o bruciarci ne usiamo sempre due o siamo costretti a cambiarli più volte».
I medici che sono in commissione non possono escludere i prodotti scadenti?
«Non è semplice, il sistema è studiato per farla vincere la fornitura
scadente. Il problema è che i direttori generali che spendono il denaro sono valutati sul breve periodo
ma non è scontato che l’effetto sul
lungo periodo sia di un reale risparmio. Neppure nelle gare su scala rePHJV
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ER la prima volta un ospe-
dale apre le porte all’agopuntura. Per sapere se
l’antica arte terapeutica della
medicina cinese può essere efficace per quel mal di testa che
non passa, per il dolore cronico,
per quelli mestruali o per liberarsi dalla dipendenza da fumo, l’opportunità di chiarire
tutti i dubbi è oggi.
Nella giornata dedicata all’agopuntura che si celebra il 14
novembre in tutto il mondo (organizzata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici
e dalla Fisa, la Federazione delle società di agopuntura),dalle
11 all’ospedale Sant’Anna si potrà avere un colloquio diretto e
individuale con i medici. Chiun-
que voglia sapere se l’agopuntura può essere indicata per
una specifica patologia, avere
informazioni sui trattamenti e
sulla loro durata, può trovare
tutte le risposte che cerca
nell’Aula Delle Piane.
Sono due le attività ambulatoriali della Città della Salute
che la utilizzano: il servizio di
agopuntura in ginecologia e
ostetricia, che è pure centro di
riferimento regionale, e il centro cefalee della donna. In Piemonte l’agopuntura è inserita
nei livelli essenziali di assistenza e le terapie si possono fare
nelle strutture pubbliche presentando una regolare impegnativa con il pagamento del
ticket.
Ogni anno, nei due centri si
fanno 3500 sedute di agopuntura e di moxibustione, una tecnica che stimola i punti dell’agopuntura con il calore anziché
con gli aghi. La crescita della ri-
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chiesta sale ogni anno. Al centro vengono seguiti pazienti
che soffronod i disturbi poco
trattabili: nausee , mal di testa
e vomito in gravidanza. Si esegiono inoltre trattamenti per il
rivolgimento fecale, nei quali,
pungendo e scaldando un solo
punto di agopuntura sul piede
si può ottenere il corretto posizionamento del bambino in presentazione podalica ed evitare
quindi il ricorso al taglio cesareo. Un risparmio sia in termini
di salute per la paziente, sia di
costi. Si è inoltre scientificamente provato che l’agopuntura è efficace nel controllare i disturbi della lattazione .
Prima delle consulenze dirette sarà possiible ascoltare gli interventi degli esperti, che parlano degli effetti e delle tappe della legge regionale sulle medicine non convenzionali.
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LA STAMPA
SABATO 14 NOVEMBRE 2015
Biella e provincia .41
.
AUMENTANO ANCHE I «BONUS» PER GLI OSPITI DELLE CASE DI RIPOSO
Sanità, la rivoluzione parte dai Distretti
Ambulatori 24 ore su 24 e più assistenza a domicilio: i sindaci approvano il piano territoriale dell’Asl
FRANCESCA FOSSATI
BIELLA
Parte la rivoluzione della sanità territoriale: più assistenza domiciliare, nuove
collaborazioni tra medici di
famiglia, specialisti, infermieri e area sociale e 35 progetti che riguardano la prevenzione e le cure. L’obiettivo è che i cittadini trovino sul
territorio, prima che in ospedale, la maggior parte delle
risposte ai loro bisogni di salute. L’altra sera i sindaci dei
Distretti Asl hanno approvato all’unanimità, e in contemporanea a Biella e a Cossato,
il Programma di attività territoriali (Pat) Asl. A illustrarlo c’erano il direttore generale Gianni Bonelli e il direttore
distrettuale Michele Sartore
in ospedale, il direttore sanitario Angelo Penna e quello
distrettuale Barbara Bragante al poliambulatorio di
Cossato.
Novità
Nel 2016 nasceranno le Aggregazioni funzionali territoriali, 4 nel Distretto 1, 2 nel
Distretto 2 (a Cossato e a
Trivero) e una comune per i
pediatri di libera scelta, composte da 15-20 medici ciascuna per garantire ai pazienti
l’assistenza ambulatoriale e
domiciliare 24 ore su 24 in-
ci ha convinti perché il personale dell’Asl è valido e lo realizzerà - commenta Claudio
Corradino, sindaco di Cossato -. L’Asl, che per 2 anni ha
focalizzato l’attenzione sul
nuovo ospedale, ora investe
sul territorio potenziando il
poliambulatorio di Cossato,
migliorando il 118 di Trivero
(dove entro dicembre sarà attivata una postazione medicalizzata, ndr) e coinvolgendo
i medici di famiglia».
Anziani
FOTO CORRADO MICHELETTI
Il direttore generale Asl Gianni Bonelli (al centro) durante un incontro con i sindaci
sieme all’ex Guardia medica.
Saranno collegati alle nuove
Unità complesse di cure primarie (una a Biella in ospedale
e una a Cossato al poliambulatorio). In questi mini-ospedali
(non per le urgenze), i medici
di base passeranno a una medicina di iniziativa, non solo
prescrivendo farmaci e visite:
collaboreranno con infermie-
il caso
PAOLA GUABELLO
BIELLA
ri, assistenti sociali e volontari, nonché con gli specialisti
dell’ospedale attraverso la telemedicina. Ci saranno ambulatori dedicati ad alcune patologie e altri per i pazienti cronici. «Rafforzeremo i servizi
sul territorio per riservare
l’accesso in ospedale alle fasi
più acute - dice Bonelli -. Il
prossimo passo sarà l’invio del
documento in Regione per
l’approvazione».
«Un buon lavoro»
Per Marco Cavicchioli, sindaco di Biella, la direzione dell’Asl ha lavorato molto bene
per un piano che giudica positivo dato anche l’aumento
della popolazione anziana.
«Un piano ambizioso, ma che
Stefano Ceffa di Bioglio, presidente del consorzio Cissabo, è
soddisfatto della volontà di incrementare le quote sanitarie
per gli anziani non autosufficienti perché attualmente circa 200 di esse non sono coperte. L’esigenza per gli ospiti delle case di riposo è pari a 797
rette, ma oggi l’Asl ne garantisce 585. Elena Chiorino di
Ponderano condivide il piano e
diverse idee: «Ad esempio, la
visione di Bonelli delle Uccp
come un trait d’union tra
l’ospedale e le cure domiciliari
e la creazione di ambulatori
dedicati». Posti che oggi sono
22, ma che in base alle indicazioni regionali diventeranno
36 (alla Vialarda e alla San
Giorgio): data l’esigenza di 50
posti l’Asl intende aggiungerne altri 10, arrivando a 46.
Nomine
Eletti i presidenti
dei Comitati
Istituiti i comitati dei
sindaci del Distretto 1
(Biella) e del Distretto
2 (Cossato). Due nuovi organi composti dai
sindaci dei due distretti dell’Asl i cui
compiti saranno partecipare alla programmazione delle
attività socio-sanitarie territoriali proposta dall’Asl, approvarla e verificarne i risultati in base alla
soddisfazione dei cittadini segnalando
eventuali problemi e
informare la popolazione. Sono stati eletti i presidenti e i vicepresidenti: Mauro Nicoli (sindaco di Benna) e Roberto Favario
(sindaco di Muzzano)
per il Distretto 1;
Claudio Corradino di
Cossato e Cristina
Sasso di Valle Mosso
per il Distretto 2.[F. FOS.]
Montoro, il paladino dei disabili
vince la battaglia sulle pensioni
È passato l’emendamento che favorisce gli over 55
n passo alla volta, e il
traguardo è sempre più
in vista. La battaglia
che Antonio Montoro porta
avanti ormai da anni, cioè da
quando la legge Fornero ha
cambiato le regole dell’età
pensionabile, incassa un risultato. L’obiettivo di Montoro è
quello di inserire i disoccupati
invalidi o portatori di handicap
(dal 60 al 74 per cento) nella
formula di «Opzione donna»
che prevede delle agevolazioni
a chi decide di anticipare il collocamento a riposo.
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La novità
«Tre anni di mail a tutti i politici, alle associazioni e ai sindacati - spiega Montoro - Non riesco a capacitarmi come si faccia a non capire che un invalido ultra cinquantacinquenne
ha una condizione completamente diversa da una persona
sana. Sembra di combattere
contro un muro di gomma. Ma
ora è arrivata una buona notizia. Fedriga mi ha comunicato
che i senatori di Lega Nord
hanno preparato degli emen-
damenti simili a quelli di Susta
e Favero che vanno nella stessa direzione».
In altre parole il governo ha
riproposto il rifinanziamento
della normativa «Opzione donna» introdotta alcuni anni fa
che favorisce chi ha compiuto
57 anni e ha 35 anni contributi
(se lavora nel privato) o 58 e 35
(se lavora nel pubblico) con penalizzazioni che vanno da poco
più di un terzo a un quarto dell’importo.
«Siamo di fronte al fatto che
questa opzione non si può
estendere a tutti ma alcune categorie sociali sono più in difficoltà di altre - commenta Gian
Luca Susta - Montoro ci ha dato uno spunto importante. Abbiamo presentato un disegno
di legge che prevede l’estensione della normativa agli invalidi
con più del 60% di invalidità.
Ora è stato trasformato in
emendamento alla legge finanziaria in discussione in Senato
e questa è una buona notizia.
Opzione donna è stata poco
Antonio
Montoro
Da anni si
batte affinchè
gli invalidi
disoccupati
possano
accedere alla
pensione
dai 55 anni
utilizzata perché ha una penalizzazione elevata. La battaglia
è difficilissima, la torta dei finanziamenti è la stessa per
tutti ma con l’ammissibilità è
stato superato il primo step.
sarà poi il governo a esprimere
un giudizio politico su questa
come su altre richieste, altrettanto dignitose e bisognose».
12
40 .Vercelli città
STAMPA
.LA
SABATO 14 NOVEMBRE 2015
MARTEDÌ L’ESORDIO
BISOGNA RISPETTARE I TURNI DI RIPOSO, MA C’È POCO PERSONALE
Croce Rossa
Beneficenza
Allarme di medici e sindacati in vista dell’entrata in vigore della direttiva sugli orari di lavoro con il Calcio a 5
Sanità, servizi a rischio dal 25
ANDREA ZANELLO
VERCELLI
Tra poco più di una settimana
la sanità locale, e non solo, rischia di sprofondare nel caos
più assoluto. L’allarme arriva
da più parti: dai sindacati fino
all’Ordine dei medici. A rischio ci sarebbero molti servizi, ospedalieri e non: il 25
novembre infatti entrerà in
vigore la normativa europea
recepita dalla Legge 161 del
30 ottobre 2014. Si tratta della Disposizione in materia di
orario di lavoro del personale
delle aree dirigenziali e del
ruolo sanitario del servizio
sanitario nazionale, che stabilisce il tetto delle ore lavorabili settimanali per chi opera
in sanità, il tetto delle ore di
riposo giornaliere (11 ore consecutive) e il riposo settimanale. Il personale medico lavorerà secondo i turni stabiliti e dovrà osservare le ore di
riposo senza poter sgarrare,
pena sanzioni salatissime. A
meno di proroghe dell’ultima
ora, che però il ministro della
salute Beatrice Lorenzin ha
già escluso a più riprese.
Lunedì un incontro
«A rischio ci sono molti servizi h24 coperti con la reperibilità del personale medico e
non dalla guardia attiva –
spiega Mariella Laterra Rsu
Sanzioni
salate
L’Asl
«Garantiremo
i cittadini»
per chi
non
rispetterà
i turni
di riposo
stabiliti
dalla
Legge
europea
161
Asl di Vercelli, rappresentante
Cgil che però parla per tutte le
sigle sindacali che si sono sedute unitariamente al tavolo della trattativa –. E’ stato convocato un tavolo tecnico aziendale ma siamo in attesa anche di
risposte a livello nazionale e
regionale». Lunedì è in calendario un incontro in regione:
«La soluzione è una sola: fare
subito nuove assunzioni in modo da rimpolpare i reparti e far
1 «Siamo di fronte
sì che i turni di lavoro siano rispettosi della norma sopra
menzionata» ha detto Claudio
Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, sindacato
degli infermieri.
Le assunzioni però sono
bloccate da anni: la coperta
corta fino ad ora è bastata a garantire i servizi grazie «a medici e personale che faceva più
ore di quelle stabilite dai turni e
non osservava quelle di riposo
– dice Piergiorgio Fossale, presidente dell’Ordine dei medici
della provincia – il sistema sanitario si è sempre retto sul sacrificio dei medici con turni
ben più lunghi di quelli che dovrebbero osservare. L’entrata
in vigore della norma non è una
novità dell’ultima ora: c’è stato
un anno di tempo e nessuno ha
fatto nulla. La politica si è dimostrata poco disponibile verso la il personale sanitario».
all’entrata in vigore di
una normativa di cui
eravamo già a conoscenza – fanno sapere
dall’Asl di Vercelli - che
riguarda il personale
medico in quanto le altre categorie erano già
sottoposte a questo tipo di vincolo di turnistica. L’articolazione dell’orario di lavoro del
personale medico, che
ha qualifica dirigenziale, prima poteva godere di maggiore flessibilità, anche in relazione
all’autonomia dirigenziale. L’azienda sta da
alcuni mesi operando
in un’ottica di riorganizzazione di cui questo argomento è un ulteriore aspetto di valutazione. E’ nostra priorità fare in modo che la
riorganizzazione sia efficiente e garantisca i
servizi ai cittadini».
IERI CONFERENZA E CONSEGNA AL MUSEO LEONE
Premio “Alpin dla bassa” all’impegno di Bertone
coordinatore regionale della Protezione civile
Una giornata memorabile,
quella di ieri, per gli alpini
della sezione di Vercelli «Fratelli Garrone», che hanno
consegnato a Roberto Bertone, volontario della protezione civile, il premio «Alpin dla
bassa», giunto alla quarta
edizione. In un anno particolare, quello del centenario
dall’entrata in guerra nel Primo conflitto mondiale, tema
ampiamente trattato sia nella conferenza stampa - svoltasi in mattinata in Comune
alla presenza del sindaco
Maura Forte e del presidente
nazionale Sebastiano Favero
- che nella relazione di Fulvio
Scagliotti, andata in scena nel
tardo pomeriggio al Museo Leone, luogo in cui è avvenuta la
consegna del riconoscimento.
«Roberto - ha detto il presidente della sezione Piero Medri - è a nostro avviso la personalità più consona per la consegna di questo premio, per noi
così importante. Il suo impegno volontario e di grande passione ha dato vita alle grandi
imprese della Protezione civile
vercellese e gli ha permesso di
distinguersi anche a livello regionale, diventando coordinatore regionale del corpo».
L’aspetto regionale ha portato
Medri a considerare un’eventualità di prestigio: «Sarebbe
bello, e ci stiamo lavorando, radunare presto le sezioni di Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta e
francesi proprio a Vercelli».
GREPPI
La relazione
La consegna del premio al museo Leone
Alla consegna del premio, di
fronte a un Bertone visibilmente emozionato, la relazione
dell'alpino Scagliotti ha riscosso consensi ed applausi. L’alpino vercellese, parlando di Prima guerra mondiale, si è concentrato su come il conflitto sia
stato vissuto da donne e bam-
bini e del ruolo, in molti casi attivo, che hanno avuto durante
il periodo bellico. La chiusura,
affidata al presidente nazionale, il trevigiano Sebastiano Favero: «La reintroduzione della
leva obbligatoria senza armi
sarebbe un aspetto fondamentale - ha detto - per rinverdire
l'amore per la patria e per il dare. E’ proprio questo concetto
a dover essere trasmesso ai nostri giovani: chi dà riceverà
sempre di più».
[S. FO.]
Quando lo sport diventa collaborazione tra associazioni,
momento socializzante e occasione di divertimento per i
volontari. Con questo spirito
il Comitato della Croce Rossa di Vercelli ha pensato di
creare una formazione di calcio a 5. La squadra sarà composta dai soci della Cri dai
quali, peraltro, è partita
l’idea. Tra gli obiettivi del neonato team, oltre a quello di
tenersi in forma e trascorrere alcune ore assieme per
consolidare i rapporti d’amicizia, c’è anche uno scopo decisamente più importante:
organizzare incontri a scopo
benefico con altre realtà del
territorio, impegnate nel
campo del volontariato. Così
dopo alcuni test d’allenamento, la Croce Rossa è pronta
all’esordio. Martedì alle 20
alla «Gabbia» di Vercelli, i volontari sfideranno la formazione dei soci della Croce Blu
e l’Infermieria del Dea.
CONVEGNO
Il futuro
delle Banche
del Tempo
La Banca del Tempo di Vercelli, in collaborazione con
Comune e il gruppo di Auto
Mutuo Aiuto «Vita Activa» di
Villa Cingoli, organizza il convegno «Le Banche del Tempo
e la condizione umana nell’era
digitale: partecipazione e cittadinanza attiva». Durante la
giornata verranno affrontati
gli aspetti che caratterizzano
questa realtà dove le persone
offrono il proprio tempo libero ricevendo, in cambio, il
tempo altrui. L’appuntamento, in programma oggi dalle 9
alle 16 al teatro Barbieri, prevede diversi interventi tra cui
il presidente della Banca del
Tempo di Vercelli Felice Paiola, diverse autorità cittadine,
l’arcivescovo Marco Arnolfo e
il provveditore Antonio Catania. Saranno presenti anche
la presidente nazionale delle
Banche del Tempo Maria Luisa Petrucci e il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba.
9A
*
UNO SFIDANTE A SINISTRA PER IL PD
INTERVISTA
In edicola con La Stampa
Airaudo scende in campo
“Programma entro Natale”
Sono accorsi in 500 alle «Vetrerie», locale di corso Regina, per dire a Giorgio Airaudo che lo vogliono come candidato sindaco dello schieramento che raccoglie partiti e
movimenti a sinistra del Pd.
Numerosissimi tra il pubbli-
Che
tempo
che fa
“E’ contro
Fassino
o per la città?”
co gli esponenti sindacali, soprattutto di Fiom e Cgil. Airaudo ha annunciato l’intenzione di incontrare più torinesi
possibile a gruppetti: «Con loro farò il programma che presenterò prima di Natale».
Minello A PAGINA 51
Violante: “Prima
di sfidarsi provino
a confrontarsi”
Servizio
REPORTERS
Giorgio Airaudo
A PAGINA 51
8° 15°
Oggi
Nebbie o nubi
basse al mattino, tendenti
a diradarsi in
giornata con
condizioni
abbastanza
soleggiate.
Sereno o
velato sulle
Alpi.
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A difesa
dei pedoni
Scrivete a [email protected]
Su Twitter hashtag #pedoniarischio
Ci sono strade, a Torino, che sono un pericolo per i pedoni, ad
ogni ora del giorno. Zone della
città dove quotidianamente attraversare a piedi una via o una
511 11 500
investiti
morti
feriti
piazza è una scommessa. Dov’è
pericoloso addirittura camminare sul marciapiede. Ci sono
strisce pedonali che gli automobilisti non considerano mai,
semafori che non vengono minimamente rispettati. Segnalateci (anche con una foto, se volete) qual è la strada pericolosa
vicino a casa vostra.
Affluenza record alla manifestazione in piazza Castello, spente anche le luci d’artista
IL CASO
Migliaia in piazza per Parigi
“Non cediamo ai ricatti”
Ospedali
psichiatrici
il pasticcio
della Regione
I Foo Fighters annullano il concerto: delusione per dodicimila fan
ALESSANDRO MONDO
NOEMI PENNA
I MUSULMANI
“La paura
è che la gente
non distingua”
6° 16°
Maria Teresa Martinengo
Domani
A PAGINA 46
Ben soleggiato salvo possibili nebbie
sulle pianure
nelle ore più
fredde, in
rapido dissolvimento in
mattinata.
trada in salita per la Regione, in ritardo sulla realizzazione delle strutture che dovranno rimpiazzare
gli ex ospedali psichiatrici
giudiziari e diffidata dal ministero: ad oggi è operativa solo
quella di Bra; per ora l’utilizzo
del Barocchio di Grugliasco è
pura teoria.
A PAGINA 55
S
Le indagini sul rogo di agosto
Cto, la caccia al piromane
è tra i muri dell’ospedale
7° 13°
Martedì
Soleggiato
nella prima
parte della
giornata,
salvo nebbie
nel primo
mattino. Nubi
in aumento
tra pomeriggio e sera.
R A L
®
TORINO
LA STAMPA
Situazione
Permangono
condizioni di
alta pressione
con giornate
soleggiate e
miti sulle Alpi
a tratti più
grigie in
pianura per
nebbie o nubi
basse più
estese questa
mattina.
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REPORTERS
L’omaggio della Mole ai francesi
Assandri, Iacomussi e Numa ALLE PAGINE 46 E 47
LO SPORT
Arriva Milano
Toro in bacheca
La Manital sogna c’è la Supercoppa
Oggi (ore 12) al Ruffini Dopo la finale scudetto
la sfida con la capolista la Primavera granata
riaccende l'orgoglio
supera ancora la Lazio
Domenico Latagliata
Ivana Crocifisso
A PAGINA 71
A PAGINA 71
L’incendio scoppiato il 4 agosto al terzo piano del Cto era
doloso. Gli inquirenti, dopo
l’ultima relazione dei vigili
del fuoco, non hanno più dubbi che il ventottesimo rogo in
12 anni sia da imputare a un
piromane, come certamente
almeno la metà di tutti gli altri incendi. Ma ora prende
corpo la pista interna: numerosi elementi inducono a
pensare che ad agire sia sta-
to un dipendente della struttura, che ben conosceva i luoghi,
i turni del personale, le modalità di accesso.
Intanto, per le carenze nelle misure di sicurezza, il pm
Raffaele Guariniello ha
iscritto sul registro degli indagati il direttore generale
Gian Paolo Zanetta, che spiega che l’iter per la messa a
norma è già iniziato.
Italiano A PAGINA 53
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LA STAMPA
DOMENICA 15 NOVEMBRE 2015
.
Cronaca di Torino .55
Il ministero punta il dito sulla gestione della Regione
Ospedali psichiatrici, Piemonte diffidato
Progetti in panne. Dall’inizio dell’anno spesi 2,5 milioni di euro per portare i pazienti in Lombardia
A Torino primo tirocinio in Italia
il caso
Un corso per spiegare
ai medici del futuro
come comunicare
ALESSANDRO MONDO
NOEMI PENNA
ui Rems, le Residenze regionali che avrebbero dovuto ospitare i pazienti degli ex ospedali psichiatrici giudiziari, il Piemonte è fuori regola
da 228 giorni. Oltre ad aver ricevuto la diffida del sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo,
dall’1 aprile ha speso più di 2,5
milioni di euro per tenere i pazienti nell’ex Opg di Castiglione
delle Stiviere, di cui lo Stato non
ha ancora approvato il rimborso (l’ultima copertura delle spese garantita è quella del biennio
2012-2013).
S
Costi per il Piemonte
Per disincentivare la permanenza, la Regione Lombardia
ha innalzato le tariffe di soggiorno: la Regione Piemonte sborsa
300 euro al giorno per ogni detenuto psichiatrico piemontese,
450 euro se è stato internato dopo marzo 2015. A oggi l’unico
Rems attivato in Piemonte è il
San Michele di Bra: soluzione
temporanea, in quanto clinica
privata, dove per ogni paziente
vengono rimborsati giornalmente 240 euro. Lì i posti dovevano essere 30, ma dopo lunghe
trattative tra Regione e Comune, sono scesi a 18. Oggi è quasi a
pieno regime: da Castiglione sono stati trasferiti in 17, di cui uno
è scappato poco dopo l’arrivo ed
è tutt’ora a piede libero. Rimangono quindi due dozzine di pazienti in attesa di trasferimento:
dieci non sono sottoposti al vincolo di Rems, quindi potranno
essere accolti dai servizi territoriali regionali; per gli altri non ci
sono altre sistemazioni se non
la detenzione in proroga nell’ex
Opg lombardo, a caro prezzo.
Tempi
lunghi
Oggi l’unica
struttura
disponibile
in Piemonte
è una clinica
privata a Bra
Il corso
«Per il Barocchio
stiamo ridefinendo
il progetto, quando
partiranno i lavori
scatterà lo sgombero»
Antonio Saitta
assessore regionale
alla Sanità
«I lavori sarebbero
dovuti cominciare
in settimana ma tutto
è stato sospeso
dalla Prefettura»
Anselmo Zanalda
direttore
Dipartimento Asl Torino 3
«Era tutto pronto,
anche se venisse dato
oggi il via libera
saremmo comunque
in ritardo di un anno»
Roberto Montà
sindaco
di Grugliasco
Il caso di Grugliasco
E pensare che a Grugliasco
era tutto pronto. Il Rems della
Regione sarebbe dovuto sorgere al Barocchio: 40 posti di
cui 15 nella casa di cura già esistente, gli altri nella struttura
adiacente di proprietà della
Città Metropolitana, occupata
da vent’anni dal centro sociale
Squat. «Il progetto c’è, il bando
per l’appalto pure: i lavori sarebbero dovuti iniziare questa
settimana ma è stato tutto sospeso dal Comitato provinciale
per l’ordine e la sicurezza pubblica della Prefettura», ricorda
il dottor Enrico Zanalda, diret-
La capacità di
comunicare
diventerà
parte
integrante
del
curriculum
dei nuovi
medici
2,5
300
milioni
euro
La spesa che il Piemonte ha
sostenuto dal primo aprile
per tenere i suoi pazienti a
Castiglione
delle Stiviere
La cifra giornaliera chiesta
dalla Regione Lombardia
per tenere i pazienti
piemontesi
nell’ex-Opg
tore del Dipartimento di salute
mentale dell’Asl To3.
vincia di Torino, due a Cuneo,
un’altra a Biella».
Il nodo dello sgombero
Regione in difficoltà
L’unico modo per iniziare i lavori
è lo sgombero dei locali occupati:
«Ora è tutto fermo. Anche se da
parte nostra c’è massima disponibilità», dice il sindaco di Grugliasco, Roberto Montà. «Per i pazienti della comunità psichiatrica
erano già state trovate altre sistemazioni per permettere i lavori.
L’entrata in servizio del Rems era
stata prevista per febbraio, e anche se venisse dato oggi il via libera saremmo comunque in ritardo
di un anno: non credo che il Barocchio andrà in porto, anche se
trovo assurdo che si preferisca
tutelare una realtà illegale rispetto ad un servizio come questo –
rincara Zanalda –. In ogni caso bisogna trovare altre soluzioni. Il
10% dei pazienti è ritenuto “indimissibile”, quindi per loro si potrebbero pensare degli spazi all’interno del braccio psichiatrico
delle Vallette. Per gli altri esistono
alcune strutture di proprietà delle Asl, censite lo scorso anno in vista della chiusura degli Opg, trasformabili in Rems: una è in pro-
Situazione di difficoltà confermata, in un’ottica meno pessimistica,
dalla Regione. «E’ vero. Avevamo
già pronto il progetto per risistemare la parte dell’edificio oggi occupato dalla comunità terapeutica, rimandando ad una seconda
fase l’utilizzo dei locali occupati
abusivamente, ma nell’incontro
con la Prefettura è emersa la preoccupazione di reazioni da parte
degli squatter anche solo per portare a termine il primo step», spiega l’assessore alla Sanità Antonio
Saitta. E adesso? «Ci è stato chiesto di predisporre un progetto
unico, che tenga conto di tutti gli
spazi della struttura: quando partiranno i lavori generali, scatterà
lo sgombero. Il ministero è stato
aggiornato». Resta l’incognita
sulla tempistica dell’apertura del
cantiere, contestuale all’allontanamento degli occupanti: fino ad
allora, i pazienti piemontesi resteranno a Castiglione delle Stiviere.
Non a caso, in Regione continua la
ricerca e la valutazione di altre opzioni rispetto a Grugliasco.
ANSA
I medici del futuro vanno a
scuola di comunicazione.
Parte da Torino il primo tirocinio in Italia dedicato alla
comunicazione in ambito
medico: con i pazienti, parenti, colleghi ma anche le
amministrazioni, i finanziatori e i giornalisti. A prenderne parte, come crediti
obbligatori per la laurea, saranno i 450 studenti del secondo anno nel corso magistrale della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino, diretta da Ezio Ghigo.
Il progetto è stato ideato
da Paolo Cavallo Perin, coordinatore della Commissione relazione con i media
della Scuola di Medicina, e
Pierpaolo Berra, l’addetto
stampa della Città della Salute e del Mauriziano di Torino, a partire da un’esigenza quotidiana: «Ormai ogni
medico deve saper comunicare. Rispetto a dieci anni
fa tutto è cambiato: la comunicazione è diventata un
fattore fondamentale e imprescindibile nel campo sanitario e lo sarà sempre di
più in futuro. Le lezioni
partiranno ad aprile e saranno tenute da sette docenti esperti nel settore.
Verteranno sugli elementi
generali della comunicazione e sui problemi che si possono riscontrane nell’attività clinica, con regole di base
ed esempi concreti. Ogni
medico, oltre al suo lavoro
diagnostico e chirurgico, deve infatti sapersi relazionare
con il paziente e i suoi parenti, ma allo stesso tempo deve
avere a che fare con l’Urp, la
medicina legale, gli uffici
stampa e i giornalisti. E per
ogni interlocutore serve un
tipo di comunicazione differente, per essere veramente
efficace», spiega Berra.
Il nuovo corso è divenuto
realtà grazie a Roberta Siliquini, presidentessa del Consiglio Superiore di Sanità
nonché dei corsi di laurea di
Medicina e Chirurgia, e in
questa prima fase sperimentale prevede tre incontri da
due ore nell’aula magna delle
Molinette.
Dimostrandone l’efficacia,
l’idea è di farlo entrare nei piani didattici delle scuole di medicina di tutta Italia, insegnando ai futuri medici come
gestire i rapporti e destreggiarsi nella comunicazione interna ed esterna all’ospedale,
facendo attenzione alle dinamiche psicologiche e i malintesi che argomenti così delicati possono causare.
[N. PEN.]
1
Un lettore scrive:
riferimento all’articolo di Gramellini, dalla rubrica
“Buongiorno - L’arte di convivere”
apparso su la Stampa di venerdi 13
novembre. Sono assolutamente
d’accordo col vicedirettore, a parte un punto: i cristiani, salvo pochissime eccezioni, non possono
entrare nelle moschee, perché
considerati infedeli ed impuri. Il
sottoscritto ha vissuto, per motivi
di lavoro, oltre 4 anni in Algeria,
più di 10 anni in Marocco, 2 anni in
Turchia ed è stato spesso in Tunisia, in Egitto, in Iran e nella Penisola araba, Yemen compreso. In tutti
questi paesi, la reciprocità non l’ho
praticamente mai riscontrata.
«Su questo punto occorre essere, a mio avviso, molto chiari, se
i figli degli stranieri non vogliono,
o i loro parenti non li lasciano entrare a visitare i monumenti della
nostra civiltà, i nostri figli non debbono patire le conseguenze, anzi...
dovremmo loro spiegare perché,
da noi, tutti possono entrare in
chiesa e, nei loro paesi, solo i mu-
1234456789368A3B26
2 «Faccio
1
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798A43661FFAC636CA46619FA683D96736FA936F977CB9F3796FA6A C7A
1
sulmani possono, salvo pochissime
eccezioni, entrare nelle moschee».
BRUNO DE MORI
Un lettore scrive:
2 «Mi riallaccio alla lettera del 10
novembre sulla situazione di panchine e staccionate alla Pellerina.
Sono anni che queste ultime sono
collassate. Se venisse fatta la manutenzione, evidentemente non si arriverebbe al punto di doverle sostituire completamente. L’impressione che si ha, entrando nel parco, è di
un degrado irreversibile. Probabilmente il Comune non provvederà a
breve termine (e forse mai) al ripristino quindi, visto che il parco è fre-
quentato giornalmente da molti atleti che si allenano, perché le società
e gli esercizi che sponsorizzano maratone e corse in generale, non si
fanno carico di tale onere, fregiandosi in questo modo anche di un’indubbia ottima pubblicità?».
CARLA
Una lettrice scrive:
2 «Il tempo che passa è segnato
dai cambiamenti in noi ed intorno a
noi. Ho saputo recentemente, con
tanta amarezza che, il magazzino
Coin della mia città, di cui ero affezionata cliente, verrà chiuso a fine
anno. Chi vorrà fare acquisti, dovrà
recarsi in un nuovo punto vendita,
alle porte di Torino, in uno dei tanti
caotici grandi centri commerciali,
le nuove cattedrali del divertimento
nei fine settimana.
«Qualcuno potrà pensare che mi
cruccio davvero per ben poca cosa,
in questi tempi poi! Eppure, per me
(middle aged woman non auto munita) è importante davvero! In quel
piccolo store, ho trascorso momenti lieti e spensierati. Le commesse
(che spero davvero possano salvare il loro posto di lavoro in pericolo)
avevano sempre, per me, un gesto
gentile ed accogliente, disponibili e
mai invadenti. I vari reparti erano
discreti e curati con attenzione e
gusto, e segnavano il cambio del-
le stagioni con grazia ed allegria.
«Un tempo, Torino era conosciuta come la piccola Parigi, proprio
per la gentilezza dei negozianti che
intrattenevano la clientela con tratti garbati e discreti, come nella migliore tradizione sabauda. Ora, al loro posto, ci sono questi mega-store
di marche internazionali, colmi di
articoli accatastati, sempre nuovi e
diversi, ma spesso di scarsa, se non
pessima qualità, a basso costo, o,
per contro, inarrivabili pezzi unici,
per spesa e taglie. Mi domando: è
questo il mondo globale?
«Dove rimane la peculiarità, la
creatività e la tradizione dei luoghi».
ILEANA COLOMBO
Il direttore sanitario dell’ospedale
di Rivoli scrive:
2 «In merito alla lamentata
scomparsa delle fedi d’oro alla signora deceduta dopo un trauma
cranico accaduto ad Avigliana e
trasportata in codice rosso al Dea
di Rivoli , si comunica che in ospedale vige una procedura ed una relativa modulistica che viene utilizzata per inventariare e custodire
(in vista della riconsegna ai famigliari), tutti gli effetti personali prelevati ai pazienti sia in pronto soccorso che in tutti gli altri servizi sanitari ospedalieri. Da quanto prelevato alla signora con immediata
consegna ai famigliari presenti in
Dea non risultavano fedi d’oro. Pertanto non si esclude che la paziente
al momento dell’arrivo al Pronto
Soccorso ne fosse già priva».
DR. ARTURO PASQUALUCCI
[email protected]
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
www.lastampa.it/specchio
www.facebook.com/specchiodeitempi
12345
LA STAMPA
DOMENICA 15 NOVEMBRE 2015
Non lascia l’aula per protesta
È lite nei banchi d’opposizione
Muscarà e Travaini contro Torelli: “Avevamo deciso insieme”
.
Novara e provincia .51
L’ospedale
Il Santissima
Trinità
di
Borgomanero
rischia
di perdere
posti letto
con la riorganizzazione
della Regione
il caso
CINZIA BOVIO
ARONA
olemiche dopo l’ultimo
Consiglio comunale di
Arona. Dopo la mancata discussione sull’ordine del
giorno contro i tagli all’ospedale di Borgomanero, il gruppo di opposizione «Costruiamo il futuro» se la prende
con il sindaco Alberto Gusmeroli e contro la consigliera Carla Torelli, che non ha
abbandonato l’aula per protesta insieme agli altri due
esponenti del suo gruppo.
Lei però rincara: «No a un
protagonismo politico chiuso
e velenoso. Non abbandonerò mai i Consigli».
All’inizio della riunione di
martedì, «Costruiamo il futuro» ha proposto un ordine
del giorno urgente perché si
esprimesse una «netta contrarietà» contro eventuali tagli di posti letto all’ospedale
di Borgomanero sostenendo
«tutte le iniziative che i sindaci vorranno mettere in atto per scongiurarli».
La maggioranza e gli altri
due consiglieri di opposizione Ferruccio Cairo e Antonio
Furfaro (che hanno ribadito
di «non essere la stampella
I SINDACI SOLLECITANO UN INCONTRO URGENTE
“Il piano regionale di Saitta
taglia i posti letti e i servizi
che l’assessore aveva garantito”
P
Carla Torelli
A destra
Alessandro
Travaini e
Nino Muscarà
della maggioranza») hanno
bocciato la proposta di discutere il documento. I consiglieri
Nino Muscarà e Alessandro
Travaini (Costruiamo il futuro) protestano: «E’ stato un atto di prepotenza del sindaco:
pensa di essere il re Sole. Non
siamo sicuri che siano contro i
tagli: forse pensano solo a salvaguardare le promesse fatte
per l’ex ospedale di Arona».
Il sindaco ha bocciato la
proposta ritenendola inutile:
«Già 41 sindaci dei distretti Asl
di Arona e Borgomanero si sono espressi in tal senso e proprio per questo, prima di approvare il Piano territoriale
dell’Asl, abbiamo chiesto un incontro all’assessore regionale
alla Sanità, Antonio Saitta».
«Serve un chiarimento»
Muscarà e Travaini hanno
abbandonato il Consiglio per
protesa: «E’ stata l’ennesima
provocazione della maggioranza. Dopo avere svilito le
interrogazioni spostandole a
fine assemblea, ora si oppone
anche alla discussione degli
odg». «Costruiamo il futuro»
non ha nascosto lo stupore
sul fatto che Torelli sia rimasta in aula: «Avevamo concordato l’uscita. Urge un
chiarimento».
La spaccatura tra l’altro è
alla vigilia del congresso cittadino del Pd, di cui Torelli e Travaini fanno parte. La consigliera, che conferma il suo attaccamento al partito, ribadisce:
«L’argomento era già stato
trattato da Gusmeroli tra le
sue comunicazioni: l’odg era
diventato inutile. Chi non governa deve adeguarsi al ruolo
di attore non protagonista ed
escogitare strade e metodi per
essere ascoltato. Lo scontro
non giova a nessuno».
Il capogruppo Muscarà
conclude: «Se Torelli non appoggia le linee del nostro gruppo, ne tragga le conseguenze».
No al piano di riduzione di
posti letto all’ospedale di
Borgomanero. Sono i sindaci
della zona a dirlo, dopo avere
bocciato il piano delle attività
territoriali presentato dall’Asl di Novara.
Anna Tinivella, sindaco di
Borgomanero, Giulio Frattini, presidente del Consorzio
Socio Assistenziale del Distretto Sanitario di Borgomanero, Augusto Cavagnino,
sindaco di Soriso e Dario Piola, presidente dell’assemblea
dei sindaci del Distretto Sanitario di Borgomanero lamentano «l’assoluta mancanza di riscontri da parte
dell’assessore alla Sanità della Regione Piemonte rispetto
alle più volte segnalate problematiche assistenziali e sanitarie del territorio. Tali
problematiche si riassumono
nella riduzione dei posti letto
dell’ospedale di Borgomanero, nell’assegnazione di una
quota capitaria che è la più
bassa di tutto il Piemonte e
non tiene conto dei residenti in
comuni novaresi assegnati ad
altre Asl (Vercelli e Vco) che
però si rivolgono all’ospedale
di Borgomanero». Un altro elemento negativo rimarcato è
che i posti ospedalieri sono penalizzati da un numero eccessivo di letti di riabilitazione a
Veruno e a Piancavallo.
Le ulteriori penalizzazioni
in materia di sanità nel territorio di Borgomanero «e quelle
conseguenti all’adozione del
nuovo Atto Aziendale porterebbero ad un irreversibile impoverimento dell’offerta sanitaria ospedaliera e assistenziale territoriale». Da qui la richiesta di un incontro urgente
con l’assessore regionale a
Borgomanero dove, qualche
mese fa, nel corso di una visita
all’ospedale aveva invece garantito il mantenimento di tutti i servizi.
[M.G.]
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