un diamante grezzo assomiglia ad un ciottolo qualsiasi e nessuno lo
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un diamante grezzo assomiglia ad un ciottolo qualsiasi e nessuno lo
= bisogni educativi speciali “UN DIAMANTE GREZZO ASSOMIGLIA AD UN CIOTTOLO QUALSIASI E NESSUNO LO DEGNEREBBE DI UNO SGUARDO. È L'ABILITÀ DEL TAGLIATORE DI DIAMANTI CHE SVELA LA BELLEZZA CHE GIACE NASCOSTA NELLE PIETRE”. 1 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali “SIAMO TUTTI DIVERSI…OGNUNO CON LA PROPRIA IDENTITÀ”. PREMESSA L’idea principale di questo documento operativo, funzionale all’inclusione degli alunni con BES, nasce dalla volontà di essere una guida di informazione ed azione per docenti e genitori, in merito all’inclusione di alunni e studenti in situazione di difficoltà, al fine di realizzare appieno il diritto all’apprendimento. La scuola è la sede di tutti gli eventi più importanti nel determinare il percorso di un alunno con BES. Di fondamentale importanza è quindi il riconoscimento del problema: l’osservazione dell’insegnante in classe ha un ruolo fondamentale per l’individuazione delle caratteristiche cognitive su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo ma può non bastare. 2 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali OBIETTIVI GENERALI Promuovere l'attiva partecipazione di tutti gli alunni al processo di apprendimento. Centrare l'intervento pedagogico e didattico sulla classe in funzione dell'alunno. Promuovere pratiche scolastiche inclusive attraverso una più stretta collaborazione fra tutte le componenti della comunità educante. Ridurre le barriere che limitano l'apprendimento e la partecipazione sociale attraverso l'utilizzo di facilitatori e l'analisi dei fattori contestuali, sia ambientali che personali. OBIETTIVI TRASVERSALI Vivere il tempo scuola in armonia con gli altri (aver confronto con i compagni, non rimanere isolato, poter raccontarsi …). Apprendere contenuti e modalità cognitive riconducibili alle attitudini personali. Apprendere attraverso l'accesso a diversi stili comunicativi e diverse modalità di concretizzazione delle esperienze. Apprendere modalità di comportamento adeguati ai diversi contesti. Scoprire il piacere di vivere esperienze con altri, nel percorso della propria “crescita”. Fare esperienze consone ai bisogni, all’interno ed all’esterno della struttura scolastica. Apprendere percorsi educativo-didattici in cooperazione con i compagni secondo obiettivi comuni. Acquisire abilità che promuovano la fiducia in sé. DESTINATARI Sono destinatari dell'intervento a favore dell'inclusione scolastica tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali e disturbi evolutivi specifici (legge 170/2010, Legge 53/2003). La presenza di classi eterogenee con problematiche complesse richiede l’elaborazione di una didattica personalizzata costruita sui bisogni e sulle potenzialità degli allievi. 3 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali LE SCELTE EDUCATIVE E DIDATTICHE INCLUSIONE QUALITÀ BENESSERE CONDIVISIONE Riconoscere e valorizzare le diversità favorendo relazioni costruttive e scambi di reciproco arricchimento. Offrire percorsi educativi/didattici/orga nizzativi improntati all'efficacia ed all'efficienza perchè tesi al miglioramento continuo. Perseguire il successo formativo di tutti in un contesto relazionale positivo abbracciando gli aspetti emotivorelazionali della comunità scolastica. Incoraggiare la capacità di fare squadra per lavorare in modo collegiale. Le scelte educative mirano a: garantire il successo formativo per tutti gli alunni favorendo l’acquisizione delle competenze; favorire l’inclusione delle persone con bisogni educativi speciali; rispettare la molteplicità delle intelligenze; promuovere il senso di appartenenza e l’aiuto alle persone in difficoltà. 4 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali COSA SONO I B.E.S.? L’espressione “Bisogni Educativi Speciali” (BES) è entrata nel vasto uso in Italia dopo l’emanazione della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 “STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA”. La Direttiva stessa ne precisa succintamente il significato: “L’AREA DELLO SVANTAGGIO SCOLASTICO È MOLTO PIÙ AMPIA DI QUELLA RIFERIBILE ESPLICITAMENTE ALLA PRESENZA DI DEFICIT. IN OGNI CLASSE CI SONO ALUNNI CHE PRESENTANO UNA RICHIESTA DI SPECIALE ATTENZIONE PER UNA VARIETÀ DI RAGIONI: SVANTAGGIO SOCIALE E CULTURALE, DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E/O DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI, DIFFICOLTÀ DERIVANTI DALLA NON CONOSCENZA DELLA CULTURA E DELLA LINGUA ITALIANA PERCHÉ APPARTENENTI A CULTURE DIVERSE”… “OGNI ALUNNO, CON CONTINUITÀ O PER DETERMINATI PERIODI, PUÒ MANIFESTARE BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI PER MOTIVI FISICI, BIOLOGICI, FISIOLOGICI O ANCHE PER MOTIVI PSICOLOGICI, SOCIALI, RISPETTO AI QUALI È NECESSARIO CHE LE SCUOLE OFFRANO ADEGUATE E PERSONALIZZATE RISPOSTE.” L’utilizzo dell’acronimo BES sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della personalizzazione dell’insegnamento, sancito dalla Legge 53/2003, va applicato con particolari accentuazioni in quanto a peculiarità, intensività e durata delle modificazioni. Il nostro Istituto mostra notevole sensibilità per gli alunni con Bisogni educativi speciali affinché possano essere parte integrante del contesto scolastico. Per questa ragione i docenti si adoperano allo scopo di assicurare loro il diritto al benessere e al successo formativo. La lettura dei bisogni, infatti, non necessita solo e sempre di una “certificazione”. Il Consiglio di classe o il team, nell’ambito della scuola autonoma, è in grado di identificare un bisogno educativo speciale anche senza avere alle spalle una certificazione. La norma recita: “…OVE NON SIA PRESENTE CERTIFICAZIONE CLINICA O DIAGNOSI, IL CONSIGLIO DI CLASSE O IL TEAM DEI DOCENTI, MOTIVERANNO OPPORTUNAMENTE, VERBALIZZANDOLE, LE DECISIONI ASSUNTE SULLA BASE DI CONSIDERAZIONI PEDAGOGICHE E DIDATTICHE, CIÒ AL FINE DI EVITARE CONTENZIOSO” (CM n. 8/2013). È sempre più urgente adottare una didattica che sia “denominatore comune” per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica più inclusiva che speciale. 5 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Il Collegio dei docenti, il singolo Consiglio di classe sono chiamati a mettere in atto tutte quelle condizioni operative, relazionali e organizzative idonee quali: rilevazioni delle situazioni di disagio; adozione di una personalizzazione della didattica (Misure Dispensative; Strumenti Compensativi); elaborazione del PDP (Piano Didattico Personalizzato, ossia progettazioni didattiche calibrate sui livelli attesi per le competenze in uscita e profilo dello studente). Strumento privilegiato è il percorso descritto nel Piano Didattico Personalizzato, che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare, secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile, partecipata, le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. Le Direttive del 27.12.2012 e dell’ 08.3.2013 chiariscono come la presa in carico dei BES debba essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia e dei servizi socio-sanitari e educativi presenti sul territorio. Nel POF (Piano dell’Offerta Formativa) della scuola andranno indicate tutte le strategie organizzative, gestionali, operative, funzionali e quelle mirate a rilevare, monitorare e valutare il grado di inclusività della scuola per migliorarlo nel tempo. Le informazioni sopra descritte sono contenute nel P.A.I. (Piano Annuale per l’Inclusione) che la scuola invia all’USR entro il 30 giugno di ogni anno scolastico con delibera del Collegio dei Docenti. Compiti della scuola Porre l’alunno, con il suo diritto inviolabile a ricevere un’educazione ed un’istruzione adeguate alle esigenze dell’attuale contesto socio-culturale, al centro del processo di insegnamento-apprendimento. Valorizzare gli stili cognitivi e le differenze culturali, nel rispetto delle diversità e peculiarità di cui ciascuno è portatore. Considerare la scuola come luogo d’incontro e di crescita, dove s’instaurano relazioni positive e si collabora per un fine comune, in ordine sia al rapporto adulti\bambini, che adulti\adulti. 6 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Realizzare un processo formativo ricco ed articolato, avvalendosi anche delle risorse presenti sul territorio, perché l’offerta formativa della scuola non si limiti alle sole attività curricolari, ma assuma un più ampio ruolo di promozione sociale e culturale. Per conseguire tali obiettivi la scuola si impegna affinché: ogni attività proposta sia rivolta alla totalità degli alunni; il percorso formativo sia articolato e diversificato al fine di garantire ad ogni bambino pari opportunità di crescita; venga rifiutata ogni forma di discriminazione, attraverso l’educazione alla convivenza civile e al rispetto delle diverse identità individuali e culturali. La centralità dell’alunno Dal testo ministeriale Indicazioni nazionali per il Curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, settembre 2012: “LE FINALITÀ DELLA SCUOLA DEVONO ESSERE DEFINITE A PARTIRE DALLA PERSONA CHE APPRENDE, CON L’ORIGINALITÀ DEL SUO PERCORSO INDIVIDUALE E LE APERTURE OFFERTE DALLA RETE DI RELAZIONI CHE LA LEGANO ALLA FAMIGLIA E AGLI AMBITI SOCIALI ”. Porre l’alunno al centro del processo di insegnamento-apprendimento significa: Formare un individuo competente favorendo un processo di crescita teso alla conquista di traguardi e conoscenze che valorizzino l’esplorazione e la rielaborazione personale della realtà e promuovendo, nelle classi più alte, l’acquisizione di un metodo di studio che permetta l’organizzazione autonoma dei contenuti delle discipline di studio. Valorizzare le conoscenze pregresse individuando i bisogni di ogni bambino collegati con la realtà di provenienza. Favorire fiducia e motivazione facendo leva sui punti di forza e riconoscendo i punti di debolezza. Predisporre contesti stimolanti favorendo l’inserimento degli alunni e rispettando le esigenze del singolo. Riconoscere e dar valore alla “diversa abilità” prendendo coscienza che ogni persona è unica, originale, irripetibile. Favorire lo sviluppo armonico ed integrale della persona sviluppando la capacità di scegliere in autonomia e di assumersi delle responsabilità. Educare alla convivenza civile guidando il bambino a riconoscere e superare i conflitti in modo positivo. Per attuare questo la scuola ha necessità di predisporre un ambiente stimolante a livello cognitivo, creativo, affettivo e relazionale, che tenga conto di regole chiare e condivise nel rispetto reciproco dei ruoli. Non solo, ha anche la necessità “DI UN’ATTENTA COLLABORAZIONE CON GLI ATTORI EXTRASCOLASTICI CON FUNZIONI A VARIO TITOLO EDUCATIVE: LA FAMIGLIA IN PRIMO LUOGO”. In questa ottica pertanto i docenti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado si impegnano nei confronti delle famiglie a: Assumere atteggiamenti positivi e di accoglienza, ascolto e disponibilità. Conoscere le modalità educative della famiglia e ricercare collaborazione per definire un comune progetto educativo. 7 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Rendere noti l’offerta formativa, gli interventi didattici, le strategie, gli strumenti di verifica e di valutazione con un linguaggio accessibile. Attuare modalità d’incontro funzionali alla promozione di un costruttivo rapporto scuolafamiglia. Altresì richiedono ai genitori di: Rispettare l’Istituzione Scolastica e le sue regole. Essere consapevoli del ruolo formativo della scuola. Assumere atteggiamenti di fiducia e di collaborazione nei confronti dei docenti e delle iniziative proposte. Valorizzare le attività che i figli svolgono in ambito scolastico. La scuola richiede alle famiglie, nel momento dell’iscrizione, tutti quei dati utili a migliorare la comunicazione e il rapporto scuola-famiglia (dati di contesto, dati personali, composizione del nucleo familiare e occupazione). Condividere il Patto di corresponsabilità educativa approvato dal Consiglio d’ Istituto come parte integrante del Regolamento d’Istituto. Definire azioni di integrazione e definizione di massima delle programmazioni per obiettivi minimi e/o differenziati per gli alunni con BES. 8 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali “Valutazione” degli alunni con BES Scuola dell’Infanzia Nella scuola dell’infanzia la valutazione è funzionale alla conoscenza e alla comprensione dei livelli raggiunti da ciascun bambino per poter identificare i processi da promuovere, sostenere e rafforzare al fine di favorirne lo sviluppo e la maturazione. Valutare l’alunno significa ricavare elementi di riflessione sul contesto e l’azione educativa, in una prospettiva di continua regolazione dell’attività didattica tenendo presenti i modi di essere, i ritmi di sviluppo e gli stili di apprendimento dei bambini. La valutazione si modula in tre fasi fondamentali: una fase iniziale per delineare un quadro delle capacità con cui ogni bambino entra nella scuola dell’infanzia; durante il percorso viene, poi, verificata l'adeguatezza delle proposte in modo da aggiustarle in relazione ai ritmi, tempi e stili di apprendimento di ogni bambino; infine, viene presa in considerazione la qualità dei percorsi didattici per verificare gli esiti formativi. La scuola dell'infanzia, quindi, non opera una vera e propria valutazione, ma un'osservazione del processo di apprendimento priva di misurazioni. 9 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali UNA PRECISAZIONE I Disturbi Evolutivi Specifici (D.E.S.) sono: Alunni per i quali è stata rilasciata diagnosi di DSA. Alunni per i quali è stata rilasciata diagnosi di ADHD. Alunni per i quali è stata rilasciata diagnosi di disturbo evolutivo specifico (Deficit del linguaggio, Deficit delle abilità non verbali, Deficit della coordinazione motoria…) . Alunni per i quali sia in corso una valutazione in merito alla possibilità di ottenere una diagnosi di DSA. Alunni seguiti privatamente per DSA/disturbo evolutivo. Alunni per i quali sia in corso una valutazione in merito alla possibilità di ottenere una diagnosi di ADHD. Alunni per i quali sia in corso una valutazione in merito alla possibilità di ottenere una diagnosi di disturbo evolutivo specifico. Alunni per i quali le insegnanti riterrebbero opportuno avviare una valutazione DSA o disturbo evolutivo. Alunni con comportamenti dirompenti auto ed etero aggressivi, destabilizzanti il contesto scolastico, limitanti le relazioni sociali e l'apprendimento. 10 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Alunni con diagnosi di disturbi evolutivi: Se hanno diagnosi di DSA, facciamo riferimento alla Legge 170/10 e DM 5669 12/7/2012 ed elaboriamo un PDP. Se hanno diagnosi di ADHD, Disturbi del Linguaggio, Disturbi della coordinazione motoria o non-verbali allora la scuola è in grado di decidere in maniera autonoma, “se” utilizzare, o meno, lo strumento del PDP, in caso non lo utilizzi ne scrive le motivazioni, infatti: “la scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza. (…) il Consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato, Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363). Non esiste la “diagnosi di BES” ma necessità di Bisogni Educativi Speciali a scuola “Mio figlio ha un BES”, “Nella relazione vi è messo diagnosi di BES”, oppure ancora, alla domanda: “Che diagnosi ha? Di BES”: sono tutte affermazioni errate, inesatte e difformi da ogni normativa e documento ufficiale. La diagnosi di “Bisogno Educativo Speciale” non esiste. La diagnosi è una dicitura sanitaria. La diagnosi può essere di “Disturbo Specifico di Apprendimento, nello specifico di Dislessia Evolutiva”, oppure diagnosi di “ADHD”. Quindi non esiste la diagnosi (e dunque neppure la certificazione) di Bisogni Educativi Speciali. I Bisogni Educativi Speciali dei DSA: ovvero BES e DSA sono due concetti diversi. “La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” (Art. 1 L. 170/10). I DSA tecnicamente non sono dei BES, ma i DSA necessitano di Bisogni Educativi Speciali a scuola, ovvero di interventi e strategie didattiche specifiche per i DSA. Lo stesso principio vale per l’ADHD, o Disturbi del Linguaggio o svantaggio socio-culturale. Tutti questi necessitano di un Bisogno Educativo Speciale a scuola. “In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana”. (Dir. MIUR 22/12/2012). Per una più corretta informazione potrebbe essere meglio superare denominazioni come “BES e DSA”. Si rischia che il genitore, insegnante o operatore che legge, non conoscendo la normativa, la prima cosa che si domandi è: “ma allora BES e DSA sono due cose diverse?”. 11 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Il nostro Istituto Comprensivo prevede l'elaborazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), volto a strutturare il percorso formativo di ogni alunno per il quale vengano riconosciuti bisogni educativi speciali, sulla base delle personali esigenze riconosciute. Il Piano Didattico Personalizzato: NON è obbligatorio per tutti i BES. Il Piano Didattico Personalizzato citato nella normativa è previsto dal DM n°5669 12/7/2011 sui DSA. E’ obbligatorio quando: abbiamo una diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento, dunque con tutti codici che iniziano con F 81 DELL’ICD-10. E’ scelta della scuola quando: Abbiamo una diagnosi di Disturbo Evolutivo (diverso dai DSA) come ADHD, Disturbo del Linguaggio, Disturbo Coordinazione Motoria o visuo-spaziale. Abbiamo delle difficoltà di apprendimento, svantaggio socio-culturale o alunni stranieri. “Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno diritto alla certificazione di Disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363). Può essere compilato in qualsiasi periodo dell’anno. Se vi è diagnosi di DSA si compila entro 3 mesi. La compilazione spetta sempre alla scuola, e questo può avvenire durante l’anno anche inoltrato. Solo per le diagnosi di DSA, il PDP dovrebbe essere operativo entro 3 mesi dalla presentazione della documentazione diagnostica a scuola. Motivo per cui è sempre bene segnarsi data e numero di protocollo della presentazione dei documenti. “La scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbo” (DM n°5669 12/7/2011) a questo punto seguono alcuni punti da inserire nel PDP. Se si frequenta una classe in cui vi saranno gli esami di Stato, è invece richiesto che la diagnosi sia presentata entro il 31 marzo dell’anno in corso (CM n° 8 del 6/3/2013). 12 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Consenso Genitori: firmano PDP, ma non (ovviamente) per interventi didattici. Il PDP va firmato da tre figure: Dirigente scolastico (o da suo delegato), dai docenti e dalla famiglia, ciò è riportato nella CM n° 8 del 6/3/2013. Infatti il PDP rappresenta un accordo di reciproca collaborazione tra scuola e famiglia. Ma, come abbiamo detto, il PDP non è necessario per tutti i BES, in molti casi la scuola può decidere di mettere in atto della strategie didattiche di intervento senza formalizzarle nel PDP. In questo caso, non essendoci il PDP non è necessaria alcuna firma da parte della famiglia. D’altro canto non c'è bisogno di alcun documento per spiegare l'utilizzo di strategie didattiche più conformi a migliorare l’apprendimento di un alunno in difficoltà. E’ uno strumento operativo che va applicato. Il PDP non si deve trasformare in un dovere burocratico quanto piuttosto in un’occasione per i docenti di poter far apprendere al meglio i propri studenti. Le indicazioni operative indicano che il PDP non è un elenco di modalità dispensative/compensative e neppure delle caselline, tipo checklist, da spuntare. Si corre il rischio di produrre un PDP più per il bisogno d’avere un documento da registrare che delle indicazioni semplici ed operative da poter adottare. “Il Piano Didattico Personalizzato non può essere inteso come mera esplicazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazione didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale”. (CM n°8 del 6/3/2013). Viene redatto anche con diagnosi di DSA rilasciata da struttura privata. Qui il MIUR mette un punto fermo: Piano Didattico Personalizzato subito con la diagnosi di DSA della struttura privata in mano. Il punto più rilevante di questa normativa è che permette alle famiglie, rivolgendosi al professionista privato, di abbattere sia i lunghi tempi di molti enti pubblici, sia i costi elevati di tanti enti accreditati e nel contempo che vi sia garantita una diagnosi rigorosa perché compilata da professionisti che rispettano la Consesus Conference sui DSA (la Consesus Conference è un comitato scientifico, formato dai più importanti esperti e dalle più importanti associazioni nell’ambito dei disturbi dell’apprendimento, che ha lo scopo di trarre delle linee-guida per la diagnosi e il trattamento dei DSA). In questo modo, sia la scuola che la famiglia, può attivarsi tempestivamente per una diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi come previsto dalla legge quadro dei DSA (art. 2, L. 170/10). Dunque i docenti possono accettare la diagnosi di DSA emessa da strutture private per la piena applicazione della Legge 170/10 e DM 5669 12/7/2011: “Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda, nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate, di adottare 13 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo. Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad accertamenti diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la fine dell’anno scolastico ad ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui sostanzialmente avrebbero diritto. Si evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate richiedono” (CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013). Cosa contiene Per ciascun alunno con DES/DSA, il PDP specifica le misure dispensative e gli strumenti compensativi definiti nella relazione clinica del neuropsichiatria o dello psicologo esperto dell’età evolutiva da utilizzare dai docenti nell’ambito dei percorsi personalizzati attivati per lo studente. Verifiche e valutazioni Misure dispensative e strumenti compensativi sono garantiti anche per le verifiche ai fini della valutazione periodica, annuale e per quella relativa alle prove d’esame; il loro utilizzo non penalizza la valutazione. La prestazione orale va privilegiata e considerata anche come compensativa della prestazione scritta. Nei casi di studenti in situazioni di forte disagio, il PDP può presentare caratteristiche di differenziazione anche consistente dal percorso regolare ed ha carattere di temporaneità. Si configura infatti come intervento specifico e limitato al periodo strettamente necessario a superare la situazione di svantaggio. Non sono previste modalità differenziate di valutazione finale. È opportuno prevedere azioni che consentano il rientro al percorso regolare. Sarà stabilito un calendario di incontri periodici con la famiglia in orario di ricevimento e in occasione dei consigli di classe ma anche, se necessario, in forme individuali di incontro. Le segnalazioni potranno avvenire, naturalmente, anche in corso d'anno qualora se ne presenti la necessità e dovranno essere firmate da tutti i docenti che compongono il consiglio di classe/team docenti a testimonianza della condivisione su quanto osservato. Nel caso di alunni privi di diagnosi, ma la cui performance apprenditiva lasci sospettare la presenza di DSA, la scuola, attraverso il coordinatore di classe/docenti di classe, ne darà comunicazione alla famiglia che potrà procedere ad indagini specialistiche di conferma. Tutte le misure adottate dalla scuola vanno scritte nel POF. Tutta la documentazione (scheda di rilevazione, PDP, interventi, percorsi, risultati delle verifiche e incontri con esperti ed operatori) sarà tutta documentata e raccolta nel fascicolo personale riservato dell'alunno. 14 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali MISURE DISPENSATIVE Può essere importante dispensare lo studente da alcune tipologie di compito. Alcuni esempi: Scuola Primaria e Secondaria L’insegnante deve evitare: lettura a voce alta a meno che lo studente non ne faccia richiesta; eccessiva memorizzazione dei termini (in particolare se astratti); rispetto dei tempi standard (tempi maggiori per l’espletamento delle prove, o meglio, tempi ottimizzati, con meno esercizi per ogni tipologia). Può essere importante concordare con lo studente e la famiglia le modalità di svolgimento dei compiti a casa e intervenire relativamente alla quantità di compiti e non alla qualità degli stessi. Per la valutazione degli apprendimenti in lingua inglese si può valutare di dispensare dalla prova scritta, prevedendo una prova orale analoga. Va precisato che non può essere concessa dispensa da nessuna disciplina curricolare. STRUMENTI COMPENSATIVI Lo strumento compensativo non rappresenta e non deve essere visto come una facilitazione, piuttosto rappresenta il mezzo per compensare la difficoltà determinata dal disturbo e consentire il dispiegarsi pieno delle altre abilità. Cambia a seconda dell’età e dei bisogni individuali. Alcuni esempi: Scuola Primaria Scuola Secondaria Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri (uno per volta). Tavola pitagorica; Tabella delle misure, tabelle delle formule; Calcolatrice, Ausili visivi e tabelle per il calcolo mentale; Tabelle per ricordare (tabelle della memoria), in particolare per la grammatica italiana e le lingue straniere; Grafici, schemi, mappe concettuali e mentali di ogni tipo; Computer con programmi di videoscrittura con correttore ortografico e/o sintesi vocale, commisurati al singolo caso. Utilizzo di mappe concettuali e mentali, schemi, grafici e tabelle per lo studio e in fase di verifica (orale e scritta); Dizionari digitali per la lingua italiana, straniera da usare con il PC; Software per la creazione di mappe e tabelle; Software per la matematica, traduttori, calcolatrice, formulari; uso del PC per la stesura dei testi, la lettura per mezzo di sintesi vocale, la creazione di mappe concettuali e l’uso di Power Point come ausilio all’esposizione orale. Riferimenti Legislativi: Legge 517/77, Legge 53/2003, Legge 170/2010, D.M. 27 dicembre 2012, C.M. N°8 del 6 marzo 2013, Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. 15 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Questionario IPDA e batterie di prove QUANDO? Il questionario IPDA va compilato nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia e all’inizio della 1^ classe di scuola primaria. Il bambino arriva in 1^ che ha già fatto un percorso e si è costruito un’idea di come funziona il codice scritto. Per un insegnante può essere utile avere degli strumenti per analizzare e conoscere queste idee e capire a che livello sono i bambini quando entrano in classe 1^. E’ importante: Attuare il questionario IPDA nella scuola d’infanzia per far emergere alunni con difficoltà, in particolar modo quelli che presentano scarse abilità di ordine fonologico/metafonologico e simbolico (ai bambini di 5 anni per favorire il passaggio alla scuola primaria e ai bambini in entrata della classe 1^ primaria per un confronto oggettivo). Attuare batterie di prove (italiano e matematica) nella scuola primaria e secondaria di I grado (partendo dalla classe 1^ primaria in uscita e per tutte le altre in entrata e uscita) per far emergere gli alunni che potrebbero essere potenziali dislessici e conseguentemente intraprendere adeguati potenziamenti delle abilità deficitarie. PERCHÉ? Per identificare precocemente i bambini con difficoltà per poterli aiutare in maniera efficace. Per identificare all’interno della popolazione scolastica alunni con deficit obiettivi. Per poter adottare una didattica adeguata al profilo della classe e strutturare attività mirate e specifiche. Per segnalare casi di sospetto disturbo con dati oggettivi alla mano. VANTAGGI Consente un lavoro mirato e tempestivo sui pre-requisiti dell’apprendimento facilitando l’acquisizione e l’uso del codice alfabetico. Contribuisce a prevenire l’insuccesso scolastico. Valorizza le differenze. 16 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Il questionario IPDA e le batterie di prove non possono e non vogliono avere nessuna valenza diagnostica. Possono però essere utili agli insegnanti per sottolineare eventuali carenze da colmare con interventi didattici di recupero e potenziamento e per mettere a punto strategie adeguate, valorizzando le caratteristiche di ogni allievo. Occorre inoltre precisare che il rilievo di un punteggio di rischio non necessariamente è legato alla presenza di un vero e proprio disturbo destinato a persistere nel tempo. Come in tutte le batterie di prove, è piuttosto un indicatore della presenza di una prestazione atipica, che merita attenzione e può suggerire l'opportunità di avviare un lavoro di potenziamento mirato al superamento della difficoltà. Le batterie non hanno le pretese di evidenziare in modo inequivocabile un disturbo, ma di individuare, con buon livello di attendibilità, i soggetti a rischio di un determinato disturbo. Non si tratta di effettuare una diagnosi, ma piuttosto di indirizzare ad uno studio diagnostico una popolazione che presenta alcuni indici caratterizzanti. Per essere efficace una batteria di prove deve essere semplice, rapida da somministrare e poco costosa, sia in termini di strumentazione che di impiego di risorse specialistiche. La procedura prevede: Predisposizione del materiale per la somministrazione delle prove collettive, comprensivo delle indicazioni per la somministrazione e la correzione oggettiva delle prove stesse. Consegna del materiale ai docenti delle classi. Somministrazione delle prove da parte dei docenti di classe. Compilazione del questionario IPDA da parte dei docenti. I docenti di classe provvederanno alla correzione delle prove. Per gli alunni con BES saranno fornite griglie osservative per effettuare il rilevamento delle difficoltà oggettive che l’alunno manifesta. Analisi dei dati per l’individuazione degli alunni a rischio: in caso di rischio elevato si consiglia alla famiglia il supporto di specialisti per l’eventuale formulazione di una diagnosi corretta. 17 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali I candidati con disturbi specifici di apprendimento (DSA), di cui alla legge n. 170/2010, possono utilizzare per le prove scritte (comprensive della Prova Nazionale) gli strumenti compensativi previsti dal piano didattico personalizzato (PDP) o da altra documentazione, redatta ai sensi dell’art. 5 del D.M. 12 luglio 2011. È possibile prevedere alcune particolari attenzioni finalizzate a rendere sereno, per tali candidati, lo svolgimento dell’esame sia al momento delle prove scritte, sia in fase di colloquio. Gli studenti possono usufruire di dispositivi per l’ascolto dei testi della prova registrati in formato “mp3”. Per la piena comprensione del testo delle prove scritte, la commissione può prevedere, in conformità con quanto indicato dal citato decreto ministeriale, di individuare un proprio componente che possa leggere i testi delle prove scritte. Per i candidati che utilizzano la sintesi vocale, la commissione può provvedere alla trascrizione del testo su supporto informatico. In particolare, si segnala l’opportunità di prevedere tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento della prove scritte (prova nazionale ipotesi di 30min aggiuntivi), con particolare riferimento all’accertamento delle competenze nella lingua straniera, di adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma. Al candidato può essere consentita l’utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti utili nello svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove. I candidati con disturbo specifico di apprendimento (DSA) che, ai sensi dell’art. 6, comma 6, del DM 12 luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico differenziato, con esonero dall’insegnamento della/e lingua/e straniera/e, e che sono stati valutati dal Consiglio di classe con l’attribuzione di voti relativi unicamente allo svolgimento di tale piano, possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate al solo rilascio dell'attestazione di cui all'art. 13 del D.P.R. n. 323/1998. Per detti candidati, il riferimento all’effettuazione delle prove differenziate va indicato unicamente nell’attestazione e non nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto. Per i candidati con diagnosi di disturbo specifico di apprendimento (DSA), che hanno seguito un percorso didattico ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua/e straniera/e, la commissione sottopone i candidati medesimi a prova orale sostitutiva delle prove scritte. La commissione, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, stabilisce modalità e contenuti della prova orale sostitutiva, che ha luogo nei giorni destinati allo svolgimento delle prove scritte di lingua straniera, al termine delle stesse, o in un giorno successivo, purché compatibile con il calendario delle prove orali. 18 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Sintesi normativa su scrutini ed esami alunni con DSA L. 170/2010 D.M. 12 luglio 2011 c.m. 48/2012 Art. 5. Misure educative e didattiche di supporto: agli Nuove norme in studenti con DSA sono garantite durante tutto il materia di DSA in percorso di formazione scolastica e universitaria, ambito scolastico adeguate forme di verifica e valutazione, anche per quanto concerne gli esami di stato. Art. 5. Obbligo di redazione del PDP per gli alunni con diagnosi di DSA, con l’indicazione degli strumenti dispensativi e delle misure compensative adottate. Art. 6. La valutazione periodica e finale deve essere coerente con gli interventi pedagogico- didattici sintetizzati nel PDP. Linee guida sui DSA LE COMMISSIONI DEGLI ESAMI DI STATO TENGONO IN DEBITA CONSIDERAZIONE LE INDICAZIONI FORNITE NEL PDP RELATIVAMENTE ALLA DIDATTICA E ALLA VALUTAZIONE: POSSONO RISERVARE TEMPI PIÙ LUNGHI, ADOTTARE GLI STRUMENTI COMPENSATIVI IDONEI E CRITERI VALUTATIVI PIÙ ATTENTI AL CONTENUTO CHE ALLA FORMA. Anche per le prove di lingua straniera vengono adottate le misure compensative e dispensative più adeguate, compatibili con le difficoltà connesse ai DSA. In casi di particolare gravità del DSA, su richiesta delle famiglie e approvazione del consiglio di classe, gli alunni possono essere esonerati dalle lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato. I candidati con DSA possono utilizzare per le prove scritte gli strumenti compensativi previsti dal PDP. Sono consentiti sia l’ascolto di testi in formato mp3, sia la Esame di stato lettura da parte di un componente della commissione. primo ciclo. Se il PDP prevede una dispensa da una prova di lingua comunitaria, la commissione può sottoporre i candidati a prova orale sostitutiva (opportuna verbalizzazione). 19 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Alunni con BES (nota prot. n. 3587 n. del 3 giugno 2014) Per altre situazioni di alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), formalmente individuati dai singoli Consigli di classe, dovranno essere fornite alla Commissione d'esame utili e opportune indicazioni per consentire a tali alunni di sostenere adeguatamente l'esame. La Commissione, sulla base di quanto previsto dalla Direttiva 27.12.2012 recante Strumenti di intervento per alunni con Bisogni educativi speciali ed organizzazione scolastica per l'inclusione, dalla circolare ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 e dalle successive note, di pari oggetto, del 27 giugno 2013 e del 22 novembre 2013, esaminati gli elementi forniti dai Consigli di classe, terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative ai candidati con Bisogni Educativi Speciali (BES), per i quali sia stato redatto apposito Piano Didattico Personalizzato e, in particolare, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell'ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. A tal fine i Consigli di classe trasmetteranno alla Commissione d'esame i Piani Didattici Personalizzati. In ogni caso, per siffatte tipologie, non è prevista alcuna misura dispensativa in sede di esame, sia scritto che orale, mentre è possibile concedere strumenti compensativi, in analogia a quanto previsto per gli alunni con DSA. 20 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Il loro svolgimento dipende dal tipo di disturbo o difficoltà. La nota MIUR, in tal senso chiarisce ogni procedura. Tabella riassuntiva prove INVALSI alunni con BES Disturbi evolutivi specifici (con certificazione o con diagnosi) Svolgimento prove INVALSI Inclusione dei risultati nei dati di classe e di scuola Decide la scuola SI (a) Decide la scuola PDP SI SI (a) Decide la scuola PDP SI SI NO - DSA certificati ai sensi della legge 170/2010 (d) Diagnosi di ADHD Bordeline cognitivi Altri disturbi evolutivi specifici Svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale Strumenti Documento compensativi di o altre riferimento misure (a) A condizione che le misure compensative e/o dispensative siano concretamente idonee al superamento della specifica disabilità o del disturbo specifico. (d) Sono compresi anche gli alunni e gli studenti con diagnosi di DSA in attesa di certificazione. Qualunque sia la tipologia di Bisogno Educativo Speciale di un alunno, essa deve essere segnalata sulla maschera elettronica per l’inserimento delle risposte dello studente alle prove INVALSI selezionando un’opzione fra quelle di seguito indicate: solo DSA DES (ADHD, Borderline cognitivi, ecc.). Tale operazione deve essere effettuata solo nel caso in cui tale informazione non appaia automaticamente sulla predetta maschera secondo quanto comunicato dalla scuola nella trasmissione delle informazioni di contesto. Si precisa che gli studenti con Bisogni educativi speciali, indipendentemente dalla tipologia di appartenenza sono dispensati dalla compilazione del Questionario studente, ove previsto. 21 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Come agire praticamente a scuola con gli alunni con Bisogni Educativi Speciali Alunni che necessitano di Bisogni Educativi Speciali a scuola Come lo individuo Cosa faccio Per quanto tempo PDP Sempre ma con modifiche annuali. DSA Legge 170/2010 Disturbi evolutivi specifici (con certificazione o con diagnosi) In attesa di certificazione, va bene anche diagnosi di specialista privato (CM n° 8 del 6/3/2013). Diagnosi di ADHD Bordeline cognitivi Altri disturbi evolutivi specifici Strategie didattiche non formalizzare oppure PDP (se il CdC lo ritiene opportuno) Per “diagnosi” si intende un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie”(CM n° 8 del 6/3/2013). “Il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un P.D.P., avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Nota MIUR del 22/11/2013, n°2363) Circoscritto nell’anno scolastico di riferimento e messo in atto per il tempo strettamente necessario (CM n° 8 del 6/3/2013). La diagnosi di BES non esiste. Note I link normative citate: Legge quadro sui DSA 170/2010; DM 5669 del 12/7/2011; Direttiva BES del 27/12/2012 Circolare MIUR n° 8-561 6/3/2013; Nota MIUR del 22/11/2013; Nota Invalsi per alunni BES. 22 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali RISORSE INTERNE Dirigente Scolastico Funzioni strumentali Docenti di sostegno Coordinatori di classe Personale ATA Consigli di classe Consiglio d’Istituto Collegio docenti Assistenti educatori GLH/GLI Incontri interistituzionali Assistenti alla comunicazione. RISORSE ESTERNE Genitori ASL Centri sportivi Centri sociali Comune Enti privati Associazioni varie Sponsor Figure volontarie SPAZI ATTREZZATI INTERNI ALLA SCUOLA Aule LIM Aula di informatica Biblioteca Aula per video, per incontri con esperti esterni... Spazi che possono essere adibiti ad attività creative (es. teatro, arte, lavori di gruppo, ecc.). Palestre Mense Aula docenti 23 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali CHI COSA FA Il Dirigente scolastico Le funzioni per i BES svolgono Il consiglio di classe Il Collegio dei docenti Promuove attività di formazione e di aggiornamento al fine di garantire a tutti gli insegnanti il conseguimento di competenze e di strumenti operativo-concettuali; Individua tra gli insegnanti curricolari dell’Istituto referenti per i BES; Soprintende all’ elaborazione del Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) osservando che vengano definite metodologie, pratiche didattiche ed organizzative; Stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise con Organi collegiali e famiglie; Si pone come facilitatore nei rapporti con le altre Istituzioni affinchè vengano svolti compiutamente compiti e ruoli; Effettua un periodico monitoraggio delle azioni, al fine di favorire l’individuazione e la diffusione delle “buone prassi”, e di valutazione del grado di inclusività della scuola. consulenza, quando richiesta, ai consigli di classe che segnalano la presenza di alunni BES; supporto, quando richiesto, ai docenti con alunni BES nella definizione del PDP; individuazione, quando richiesta, di strategie didattiche efficaci, strumenti compensativi e dispensativi. deve predisporre un piano didattico personalizzato (PDP) che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti per tutti gli alunni individuati in situazione di svantaggio scolastico, tranne nei casi di disabilità. Il PDP deve essere firmato dalla famiglia, dal Consiglio di classe e dal Dirigente Scolastico. La famiglia autorizza in forma scritta il trattamento dei dati sensibili. Esplicita nel POF impegno programmatico per l'inclusione e criteri e procedure utilizzo risorse. Discute e delibera il Piano Annuale per l'Inclusività. Provvede all'adattamento del Piano in relazione alle risorse assegnate. Verifica i risultati raggiunti al termine dell'anno scolastico. Delibera piani di miglioramento. 24 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Il progetto intende: rafforzare la funzione culturale, sociale e civile della scuola nell'azione educativa alle pari opportunità; sostenere i diritti degli tutti alunni nel rispetto delle normative vigenti e nell'attuazione delle politiche sociali e dell'inclusione; creare opportunità di incontro tra scuola e la famiglia in contesti di apprendimento e di relazione consapevole; favorire forme concrete di partecipazione progettuale ed operativa da parte di tutti i soggetti appartenenti alla realtà sociale vicina ai soggetti con difficoltà; favorire occasioni di incontro, scambio e diffusione di buone prassi tra i professionisti delle scuole ottimizzando le risorse. SOSTENERE FAVORIRE 25 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali CONSIGLI DALLA RETE (Risorse didattiche sul web) Non dimentichiamoci la rete, ricca fonte di materiale su numerosi siti e forum per scambio, condivisione di buone pratiche di insegnamento, confronto tra insegnanti e tutti coloro che si occupano del benessere e della formazione dei nostri bambini, futuri cittadini del domani! Siti utili http://www.aiditalia.org/ http://www.aidtorino.org/ http://groups.google.com /group/ libro di scuola (materiale per ogni disciplina scolastica) http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=535 http://dislessia-passodopopasso.blogspot.com/ http://www.polovalboite.it/didattica.htm Dislessia e disturbi dell’apprendimento - riferimenti bibliografici Per approfondire l’argomento e trovare spunti operativi nella didattica quotidiana: Anolli L.(a cura di) Psicologia della comunicazione. Ed. Il Mulino, 2002 Ashman F., Conway R.N.F., Guida alla didattica metacognitiva, Ed. Erickson Associazione Italiana Dislessia (a cura di), Le poesie che non so leggere. Ed. Fratelli Frilli Editori, 2002 (farne richiesta direttamente all’A.I.D.). Bargero M.L., "Concetti e mappe: una nuova didattica", RES,n.7, 1994, Elemond, Milano Bertocchi D., La lettura. Ed. Milella, 1983 Biancardi A. Quando un bambino non sa leggere. Ed. Rizzoli, 1999. Biancardi A., Mariani E., Pieretti M., La discalculia evolutiva. Ed. Franco Angeli, 2003 Boscolo P., Psicologia dell’apprendimento scolastico. Ed. UTET Libreria Buzan T. e B., "Mappe mentali", NLP Italia, Milano, 2003 Calvani (a cura di), Multimedialità nella scuola. Ed. Garamond, 1996 Calvani A., Dal libro stampato al manuale multimediale. Computer e formazione. Ed. La Nuova Italia, 1990. Canevaro A., e altri, Potenziali individuali di apprendimento Firenze, La nuova Italia. Cornoldi C. (a cura di), I disturbi dell' apprendimento. Ed. Il Mulino, 1991 Cornoldi C. Le difficoltà di apprendimento a scuola. Ed. Il Mulino Cornoldi C., De Beni R., Imparare a studiare. Strategie, stili cognitivi e atteggiamenti nello studio. Ed. Erickson, 1993 Cornoldi C., Fattori, Ramanzini, Gruppo M.T., Prove per l’esame della motivazione all’apprendimento e alla lettura dalla 1^ elementare alla scuola superiore. Organizzazioni Speciali, Firenze Ferraboschi L., Meini N., Produzione del testo scritto (2 livelli), Ed. Erickson Ferraboschi L., Meini N., Recupero in ortografia, Ed. Erickson Gainotti G., Struttura e patologia del linguaggio. Ed Il Mulino,1993 Lavinio C., Teoria e didattica dei testi. Ed. La Nuova Italia, 1990 Logorio B., Come si insegna, come si apprende. Ed. Carocci Mammarella N., Cornoldi C., Pazzaglia F., Psicologia dell’apprendimento multimediale, E-learning e nuove tecnologie. Ed. Il Mulino Masoni M. V., Studiare bene senza averne voglia. Ed. Erickson, 2001 Merini C., I problemi della lettura. Ed. Bollati Boringhieri, 1991 Mucchielli R., Bourcier A., La dislessia. Ed. Nuova Italia P.E. Tressoldi e C. Vio (a cura di), Diagnosi dei disturbi dell’apprendimento scolastico. Ed Erickson, 1998. 26 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali Peroni M., Staffa N., Grandi L., Berton M., (a cura di) Coop. Anastasis e Associazione Italiana Dislessia, Guida agli ausili informatici, DISLESSIA - Come utilizzare al meglio le nuove tecnologie con i Disturbi Specifici dell'Apprendimento Plessi P., Insegnare a studiare. Ed. De Agostini, 1996 Pontecorvo (a cura di), I contesti sociali dell’apprendimento. LED Edizioni Universitarie di Lettere Economia diritto, 1995 Sabbadini L., Ossella T., Educazione al linguaggio. Ed. Franco Angeli Sartori G. La lettura. Processi normali e dislessia. Ed. Il Mulino, 1984 Scarpe D., Muller S., Abilità di studio. Ed. Erickson Scataglini C., Giustizi A., Adattamento dei libri di testo. Ed. Erickson Stella G. (a cura di), La dislessia: aspetti clinici, psicologici e riabilitativi. Ed. F. Angeli, 1996 Stella G. (a cura di), La dislessia: aspetti cognitivi e psicologici: diagnosi precoce e riabilitazione. Ed. Franco Angeli, 2003 Stella G., Di Blasi F., Giorgetti W., Savelli E., La valutazione della dislessia. Ed. Città Aperta, 2003 Stella G., Dislessia. Ed. Il Mulino, 2004 Stella G., Gallo D., Dislessia, scelte scolastiche e formative. Ed. Omega (farne richiesta all’AID) Stella G., In classe con un allievo con disordini dell’apprendimento. Ed. Fabbri Editori, Milano, 2001 (farne richiesta direttamente all’AID) Stella G., Storie di dislessia. Bambini di oggi e di ieri raccontano la loro battaglia quotidiana. Ed. Libri Liberi, 2002 (farne richiesta direttamente all’AID). “La dislessia raccontata agli insegnanti” 1 - Come riconoscerla Cosa fare in classe – AAVV, Firenze Ed. Libri liberi 2002. “La dislessia raccontata agli insegnanti” 2 – Prima elementare: prove di ingresso e proposte di lavoro - AAVV, Firenze Ed. Libri liberi 2003. “Dislessia”- Lavoro fonologico tra scuola dell’infanzia e scuola primaria – AAVV, Firenze Ed. Libri liberi 2006. “Leggere prima di leggere” N. Galvan – G. Andreatta presentazione P. Boscolo, Firenze Ed. Libri liberi 2006. “Uno, due, dui… Una didattica per la discalculia” N. Galvan- A. Biancardi, Firenze Ed. Libri liberi 2007. “Dislessia strumenti compensativi” AAVV, presentazione G. Stella Firenze Ed. Libri liberi 2004. “Dislessia strumenti compensativi per la lingua inglese” P. Kvilekval – E. Rialti, Firenze Ed. Libri liberi 2010 “DSA e SCUOLA DELL’INFANZIA” quaderno operativo R. Centra, Firenze Ed Giunti Scuola 2011 “LA DISLESSIA e i DSA” conoscere per intervenire G. Stella – L. Grandi, Firenze Ed. Giunti Scuola 2011 “Numeri e calcolo” Lo sviluppo delle competenze aritmetiche e la discalculia evolutiva B. Butterworth, Trento Ed. Erikson 2011. “LA DISCALCULIA e LE DIFFICOLTA’ in aritmetica” D. Lucangeli, Firenze Ed. Giunti Scuola 2012. “Come fare per GESTIRE la CLASSE nella pratica didattica” L. D’Alonzo, Firenze Ed. Giunti Scuola 2012. 27 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA! = bisogni educativi speciali TESTI CONSULTATI PER LE BATTERIE DI PROVE E IL QUESTIONARIO IPDA Test AC-MT 6-11 / 11-14 Test di valutazione delle abilità di calcolo e soluzione di problemi - Cesare Cornoldi, Daniela Lucangeli, Monica Bellina- Ed. Erikson Trento 2012 BVSCO Batteria per la valutazione della Scrittura e della Competenza Ortografica nella Scuola dell'Obbligo - Patrizio E. Tressoldi e Cesare Cornoldi - ed. Giunti Organizzazioni Speciali, Firenze 2000. VALUTAZIONE DELLE ABILITA’ DI SCRITTURA – collana diretta da Dario Ianes – P. Giovanardi Rossi e T. Malaguti – 1 marzo 2003. Prove lettura/comprensione MT – C. Cornoldi; ed. Giunti O.S. IPDA – nuova edizione (questionario osservativo per l’Identificazione precoce delle Difficoltà di Apprendimento); A. Terreni, M.L. Tretti, P.R. Corcella, C. Cornoldi, P.E. Tressoldi; ed. Erickson. Le FF.SS. Nunziata A. e Simeoni D. 28 Progetto: TANTE MANI…UNA SCUOLA!