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COME TROVARE LA FORMULA PERFETTA (E TENERLA A
Vita digitale PASSWORD COME TROVARE LA FORMULA PERFETTA (E TENERLA A MEMORIA) resa mentale calano visibilmente». La conclusione è lapidaria: «Crescendo in sistemi interconnessi, stiamo diventando simbiotici con i nostri strumenti informatici: viviamo con il vantaggio di avere una vasta gamma di informazioni ma lo svantaggio di saperle gestire solo restando costantemente cablati. Otteniamo più informazioni dal web che dalle relazioni tradizionali (amici, familiari, colleghi), tanto che l’esperienza di perdere la nostra connessione internet equivale ormai alla perdita di un amico». CERVELLI IN SOVRACCARICO L’indagine trova concordi anche gli studiosi italiani. Cesare Cornoldi, responsabile del laboratorio di memorie di apprendimento all’Università di Padova, con la sua équipe è giunto alle stesse evidenze scientifiche: «In una ricerca sugli effetti della multimedialità abbiamo osservato che la fruizione di Avere il web sempre a disposizione rende pigra la mente più canali informativi costituisce una rice indebolisce la capacità di ricordare. È la conclusione chezza culturale, ma produce un sovraccadi una ricerca Usa. C’è un antidoto? Sì, nella rete stessa rico della mente. Inoltre, un inferiore ricorso alla memoria conduce a una minore abidi Ottaviano Nenti tudine alle strategie mnestiche». «Con internet pensiamo di poter avere tutto e in fretta, senza rendersi conto che la iuscite a ricordare dieci numeri di tele- persone, dicendo ad alcuni che avrebbero mancanza di sforzo cognitivo dissolve le nuofono dei vostri più cari familiari e ami- avuto solo la loro mente per ricordare, men- ve acquisizioni in un breve arco di tempo», ci? Dieci anni fa probabilmente avreste tre ad altri che avrebbero potuto aiutarsi afferma la psicologa clinica Dalila Maria Cicrisposto di sì. Adesso, forse, ci dovete pen- con internet. Chiamati alla verifica dei loro carelli. «Se abbiamo una connessione web, sare... Ancor più se si tratta di ricordare le ricordi senza accesso a supporti esterni, i alla prima amnesia la usiamo, senza renderdieci, venti, cento password differenti con primi si sono mostrati nettamente più per- ci conto che come quell’informazione è arricui accedere ai vostri account online. formanti, mentre i secondi hanno palesato vata in fretta, con un semplice click, tanto Come cambia la nostra memoria ora che un chiaro disimpegno mnemonico. velocemente sparirà dalla nostra memoria a basta un click per avere tutto a disposizio- La ricerca è stata replicata in tre varianti più lungo termine. Otteniamo il meglio dalla ne? L’enorme mole di dati offerti dalla rete approfondite, giungendo nostra memoria solo rafforza la capacità di ricordare o, al contra- agli stessi esiti. Il che ha quando sappiamo di rio, disimpegna per la sensazione di poter indotto gli scienziati ad poter fare affidamento avere e sapere tutto? Uno studio condotto alcune conclusioni: soltanto su di essa». negli Usa da tre psicologi, Betsy Sparrow «Quando le persone penMa l’allentamento della (Colombia University NY), Jenny Liu (Uni- sano di dover fare affidamemoria non è l’unico versity of Wisconsin-Madison) e Daniel mento solo sulla propria pericolo del web. «Lo Wegner (Harvard University Cambridge), mente, risultano molto usiamo spesso come struOLTRE LO USERNAME... e pubblicato su Science con il titolo «Google più attivate cerebralmenmento di competizione», Gli esperti di sicurezza effects on memory: Cognitive consequen- te; se invece si fa credere spiega Enrico Rolla, foninformatica raccomandano ces of having information at our fingertips», loro che potranno avvadatore a Torino dell’Istidi usare password sempre ha lanciato l’allarme. Serie di nomi e paro- lersi di una memoria diverse per ogni account. Ma tuto Watson - Scuola di le sono state sottoposte a diversi gruppi di esterna, concentrazione e psicologia cognitivoricordarle tutte non è facile... 22 CLASS OTTOBRE 2014 SAVUSHKIN / GETTYIMAGES R Vita digitale te scenico, possa aiutarli a ritrovare il cano- ti neurochimici e nuove connessioni neuvaccio eventualmente perduto. «Il web può ronali. Sono esercizi che noi clinici usiamo essere un pericolo ma anche un alleato», spie- anche per i pazienti parkinsoniani o con ga tuttavia Marco Zautzik, attore romano e deficit di memoria. Ma funzionano a patbergonzoniano, come ama definirsi, ovvero to di approcciarvisi con motivazione, impeimpegnato sulla parola e su giochi di paro- gno e organizzazione». le fulminanti e precisi: «È un mezzo che «Scacchi, sudoku, cruciverba, carte sono offre un overload di concetti così denso da tutti modi efficaci», conferma Rolla. «Non indurre a ridisegnare le proprie strutture di vi è nulla di meglio che allenare la mente pensiero. A patto di ascoltare le esigenze del- divertendosi, perché ci conduce a ricordala nostra mente: se re in modo piacevole. comprendiamo l’affanPer questo dico che il SFIDE MEMORABILI no che prova a gestire web ha grandi potenI due campioni Jonas von Essen questa mole di dati, zialità: induce intee Andi Bell durante un round reagiremo cercando di razione, indagine, del recente torneo Extreme Memory, al Dart Neuroscience approfondimento. Center di San Diego, California. Inoltre, la necessità di gestire carichi crescenti di dati rende urgente il perfezionamento di un metodo e di un’organizzazione solidi e affidabili». I consigli Gasbarro, da medico, vanno oltre la rete: «Svolgete attività fisica, muovete il corpo: migliora la circolazione del sangue e quindi l’irrorazione delle cellule, anche cerebrali, intensificando memoria, riflessione, concentrazione, capacità di collegamento cognitivo ed elaborazione concettuale». L’esercizio ludico aiuta, ma un singolo fattore da solo non basta a contrastare la pigrizia indotta da un mezzo seduttivo come il web. Serve un approccio integrato, capace di coinvolgere tutti gli aspetti del nostro habitus mentale, di fronte alla rete e a ogni impegno quotidiano. «Come il web richiede un approccio attivo rispetto alla passività che induce la tv», spiega la Ciccarelli, escogitare un metodo, di creare bookmark «bisogna contrastare la distrazione mantementali, ramificazioni di concetti chiave per nendoci vigili e attenti». Gli esercizi menscoprire in fretta la strada adatta a ritrovare tali funzionano a patto di svolgerli con la parola utile in un dato momento». volontà e serenità. «E se un gioco a un cerAnche gli esperti concordano sul fatto che to punto annoia, si deve cambiare il gioco, se da un lato il web allenta la memoria, per la motivazione», conclude Gasbarro. l’indolenza di scegliere sempre la strada Metodi e raccomandazioni che dovrebbero più breve, dall’altro con i giusti accorgi- preservarci dall’ipotesi più inquietante: un menti può trasformarsi in un alleato. futuro in cui si colleghi un microchip alla «Dove trovare gli antidoti? Ma nella rete mente per mantenere inalterate le stanze stessa!», afferma la Ciccarelli. «Il web è della memoria. Eventualità dalla quale per ricco di app interattive e brain training per gli esperti siamo al riparo. Almeno per le stimolarla, potenziali artefici di mutamen- prossime due o tre generazioni... SANDY HUFFAKER comportamentale, «ricorrendovi alla prima necessità per la paura di perdere terreno dagli altri, di essere meno informati e pronti, in modo quasi compulsivo. Raramente siamo offline, il web è diventato onnipresente nelle giornate. Invece dovrebbe essere un alleato utile ma discreto, che interviene solo quando serve davvero». Una linea che trova consensi anche fra i medici. «Il computer è entrato come un ufo nelle nostre vite», afferma Nicola Gasbarro, primario all’Ospedale Santa Maria alle Grazie di Pozzuoli, «e il web è quasi diventato il nostro terzo emisfero cerebrale: quello in cui stocchiamo tutte le cose da ricordare e a cui facciamo ricorso per eludere quanti più sforzi possibile. Internet è diventato una memoria transitoria, un luogo in cui le informazioni sono stivate collettivamente fuori da noi». A essere minacciati da questa way of life, o meglio da questa way-out from memory, sono un po’ tutte le categorie professionali, ma soprattutto quelle che sulla memorizzazione di lunghi testi fondano la loro attività. Tra questi, gli attori di monologhi costituiscono l’emblema, dato che trascorrono un’ora in scena senza neppure un collega che sul palco, con qualche espedien- 24 CLASS OTTOBRE 2014 Vita digitale PIÙ FOSFORO E APP PER RICORDARE I CODICI La password perfetta non esiste. Però, con l’aiuto della tecnologia, si può gestire la sicurezza e salvare la memoria di Emanuele Elli C’ è chi le appunta sulla Moleskine, sword inviolabile ma il sistema più utile chi le compone di volta in volta che possa aiutare a gestire un numero di secondo un personale algoritmo, chi cerca codici inevitabilmente numeroso. invano di mantenere sempre la stessa. Sì, gestire le password è un problema tutt’al- In questo senso, la gestione «fai da te» tro che secondario. Come per le chiavi del- è destinata a scomparire, insieme alle le serrature, i codici di accesso da memo- più spericolate abitudini, per lasciare rizzare sono sempre di più, si confondono posto alla diffusione di strumenti infortra loro, sono da tenere sempre a portata matici per la gestione delle password. Tra questi ci sono softwadi mano eppure in un re come Password, posto sicuro. E sono un 4 MEMO UTILI KeePass, RoboForm, classico degli oggetti LastPass, che, instalsmarriti. OltretutApp Store e Google lati sul pc, alcuni grato, sono il vero anelPlay ne mettono a tuitamente altri con lo debole di tutta la disposizione molte, da Keeper a F-Secure Key, costi contenuti, mesicurezza informada 1Password morizzano in forma tica, il cavallo di a LastPass. Sono criptata tutti i proTroia che rende vane le le app che aiutano a pri account e offrospesse mura erette dai organizzare le tante no anche un link software di protezione password necessarie alla vita digitale. Un diretto in modo che dei server. consiglio: prima di non occorre più sceglierne una, digitare le parole Si deve chiarire subimeglio confrontarsi segrete ogni volta to che la password con qualcuno sul che si accede allo stesperfetta non esiste; o loro funzionamento e scegliere la più so sito (ma senza utimeglio, la più sicura adatta ai propri usi. lizzare l’opzione «risarebbe quella digitata cordami» dei browser da una scimmia sulla che è assai poco sicura). Per quanto riguarvostra tastiera e dunque del tutto casuale: niente riferimenti a nomi, date, luoghi, da il collegamento dai dispositivi mobiparenti (tutte informazioni che chiunque li, tablet e smartphone, esistono molte potrebbe mescolare dopo un’attenta lettu- app che svolgono una funzione analoga ra dei profili social) e nessuna significativa ma possono funzionare anche da generamodalità di digitazione. Però sarebbe dif- tori di password casuali o per gestire accesficile da ricordare e sconsigliabile da utiliz- si condivisi. Certo, resta sempre il prozare per tutti gli accessi. Meglio dunque blema di ricordare la password che dà non tanto cercare il Sacro Graal della pas- accesso a tutte le altre... 26 COSÌ SI ALLENA IL MUSCOLO MENTE «La memoria è come un muscolo, se non la eserciti si atrofizza. Ma se hai un buon metodo per potenziarla puoi raggiungere capacità mai immaginate, persino in epoca di web e i-cloud». Parola di Matteo Salvo, 37 anni, laurea in ingegneria meccanica all’Università di Genova e trainer della memoria per professione. «Non dobbiamo solo contrastare l’indolenza provocata dalla rete», spiega, «ma anche gli altri pericoli della contemporaneità: fretta, ansia, velocità, densità di impegni, vita multitasking. Se manca un metodo, finiamo in loro balia». Per questo, Salvo invita a guardare alla rete non come a un nemico ma come a un alleato della memoria. «Nel web, per esempio, si trovano approfondimenti sulle mappe mentali utili ad ancorare le informazioni che ci servono a nomi e situazioni di fantasia, pratiche solo apparentemente peregrine, in realtà capaci di creare trame di racconti che non potremo più dimenticare». Con queste mappe, Matteo è diventato un recordman ai campionati internazionali di memoria, dov’è riuscito in performance come ricordare 1.124 cifre in pochi minuti. Eppure non è nato campione, anzi, lo è diventato per caso e per necessità. «Impiegavo troppo tempo a preparare gli esami universitari», spiega, «così ho cercato i metodi adatti a migliorare i miei punti deboli». Salvo è diventato la prova provata che tecnica, tenacia e forza di volontà sono grandi alleati dell’intelligenza. E il web può essere altrettanto: «Non è un nemico. Basta farne un uso proattivo, metodico e selettivo. Non solo per trovare contenuti-on demand ma anche per trovare metodi, conoscerli ed esercitarli». (Ottaviano Nenti) Info: www.matteosalvo.com CLASS OTTOBRE 2014