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Aprile 2016 - parrocchia di torri del benaco

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Aprile 2016 - parrocchia di torri del benaco
Aprile 2016 - Anno 18 (n° 209)
Mensile della
Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco
«Questo è il giorno fatto dal Signore,
rallegriamoci ed esultiamo in esso».
Il giorno della Risurrezione è il giorno di Cristo,
il Signore. Il giorno che Dio ha realizzato per Sé
in modo esclusivo ed unico. È il giorno di sua
proprietà; è la novità assoluta, che Egli porta
nella nostra storia. «Questo è il giorno fatto dal
Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso».
Con la Risurrezione dai morti, Gesù inaugura il
tempo ultimo della condizione umana ed immette
nel nostro tempo mortale il seme della sua
vittoria immortale. Tuttavia, questo giorno che
Dio ha riservato a Sé, poiché è suo non è un
giorno che Dio trattiene per Sé. Non lo sottrae
alla trama umana, non lo defalca dal corso delle
nostre vicende, ma lo offre a noi come un dono
della sua squisita bontà divina. La Domenica è il
giorno che Lui ha scelto per visitare il suo
popolo e arricchirlo con i doni della sua Grazia.
La Pasqua, e la Domenica, il suo riproporsi
settimanale, non è tanto un giorno che noi
consacriamo a Dio, è invece, un giorno
che Dio consacra a noi. E poiché è Dio
che ci visita in questo giorno, noi ci
rallegriamo ed esultiamo. Alla
Domenica,
prima
ancora
di
considerare ciò che noi dobbiamo fare
per il Signore, dobbiamo riflettere su
quello che Lui fa per noi. Noi siamo i
destinatari dei suoi doni e così, più che
offrire, riceviamo.
Riceviamo Lui, il suo trionfo sulla
morte, la sua presenza inestinguibile,
Lui il Vivente sempre presente, l’Amore
che non tradisce.
Per questo, se la Domenica è anzitutto un dono,
la prima disposizione che dobbiamo avere è
quella dell’accoglienza gioiosa. Questo dono lo
possiamo godere, ma non manipolare,
cambiarne il senso o la finalità. Non tocca a noi
stabilire a quali condizioni Dio deve distribuire
i suoi doni. Questo giorno interrompe la catena
feriale e dipinge con i colori dell’esultanza
l’attesa umana.
La Domenica appartiene a Cristo e al suo
Mistero. Cristo ha stabilito che il dono della
Sua visita si debba ricevere insieme, come
convocati ad un unico appello e non da isolati,
frazionati, divisi. La Sua presenza si manifesta
nella Chiesa, adunata dalla memoria della Sua
Risurrezione. La Chiesa esiste poiché è stata
chiamata, convocata, posta in essere dal
luminoso trionfo di Cristo sulla morte. Senza
Risurrezione non vi sarebbe la Chiesa e senza
la Chiesa non vi sarebbe la speranza
immortale. Così il giorno del Signore è il
MARIA,
DONNA DELLA PASQUA
giorno della Chiesa, sacramento della presenza
del Risorto. L’Assemblea eucaristica è il cuore
della Domenica. La Domenica è l’Eucaristia
dell’Assemblea radunata nel nome del Signore
risorto: fin dagli inizi è stato così. Luca, negli
Atti degli Apostoli, racconta: «Il primo giorno
della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il
pane e Paolo conversava con loro...» (20,7). La
celebrazione domenicale non è un semplice
incontro di preghiera, è l’Eucaristia. La Chiesa
l’ha ricevuta dagli Apostoli e la celebra
riproponendola all’uomo d’oggi poiché in essa vi
è la Vita che non muore. L’Eucaristia è ciò di cui
la Chiesa vive e ciò in cui si esprime. Esiste la
Domenica, giorno del Signore, solo quando noi
ci raduniamo nel nome del Risorto. Tramite
l’Eucaristia domenicale noi, Chiesa, siamo in
rapporto vivo con il Cristo Risorto, che santifica
i nostri giorni terreni con il suo Corpo e il suo
Sangue. Se questa è, dunque, la finalità della
Domenica la celebrazione eucaristica non può
esser animata da indifferenza e anonimato,
freddezza e disinteresse. Lo stare alla stessa
mensa senza conoscersi e senza volersi bene è
falsità. Il mangiare da soli è tristezza poiché si fa
festa solo quando si è insieme nell’amore
reciproco. La qualità delle nostre celebrazioni
determina il loro futuro. Cristo ha garantito alla
sua Chiesa la sua presenza, ma non ha
assicurato che questa presenza continuerà nelle
nostre chiese, nei nostri quartieri, nei nostri
paesi. Questo dipende dalla qualità delle nostre
comunità, dallo spirito fraterno che sapremo
vivere, dalla nostra capacità di accogliere il
dono del Risorto che ci offre il suo giorno senza
tramonto.
Don Giuseppe
È questa una delle sfide più forti per i
cristiani d’oggi, che si dimenticano
facilmente di aver accolto e di dover
annunciare una «lieta notizia», che fanno
fatica a vivere con convinzione e
originalità la loro dignità segnata dalla
gioia pasquale. Per essere cristiani più
“pasquali” e più credibili, bisognerebbe
che ci rivolgessimo a Maria, che è
modello della vita pasquale. Il suo canto
del Magnificat è paragonabile all’exsultet
che la Chiesa intona nella notte di
Pasqua. La Pasqua, il passaggio di Dio
nella storia umana realizzato in Cristo,
offre un passaggio dell’uomo dalla morte
alla vita, dalle tenebre alla luce, dalla
tristezza alla gioia. Il Magnificat celebra
appunto questo passaggio.
Maria sperimenta in sé
il passaggio di Dio
«O notte veramente gloriosa, che
ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al
suo creatore». Così canta la Chiesa nel
preconio pasquale. Pasqua è dove si
celebra questo passaggio-incontro, in cui
è sempre Dio a fare il primo passo. Il
passaggio- proposta esige un passaggiorisposta: Dio passa dalla parte dell’uomo
perché l’uomo possa passare alla parte di
Dio. Maria sente realizzarsi dentro di sé
questo
misterioso
incontro.
Ella
sperimenta la Pasqua mentre canta il
Magnificat. «L’anima mia magnifica il
Signore »: Maria coglie il passo di Dio,
percepisce con stupore l’irrompere della
sua forza salvifica e trasale di gioia per la
grandezza del suo amore. «Grandi cose
ha fatto in me l’onnipotente»: in lei Dio
rinnova i prodigi dell’antica pasqua, in lei
Dio compie ora una nuova pasqua. Le è
dato di testimoniare un nuovo passaggio
di Dio nella storia, un passaggio che
porta un nome e un volto: Gesù Cristo,
di cui Maria è chiamata ad essere madre.
Tutta l’opera salvifica di Gesù si svolge
nel dinamismo del passaggio: con
l’incarnazione, il figlio di Dio «discende
HA RICEVUTO
I SACRAMENTI
DELL’INIZIAZIONE
CRISTIANA
ERIKA
2
3
Siate forti e vedrete la salvezza che il
Signore oggi opera per voi» (Es 14,13).
dal cielo» (Gv 6,38), passando dalla sfera
di Dio al mondo umano; la croce e la
risurrezione, invece, segnano il suo
«passare da questo mondo al Padre» (Gv
13,1). Maria è testimone e collaboratrice
di questo duplice passaggio, ciò conferisce
a tutta la sua esistenza una tonalità
pasquale.
Antonia
A MARIA, DONNA DELLA PASQUA
O Maria, vergine del Magnificat
e donna della Pasqua,
veglia su questo mondo in continuo
passaggio ma che non sa dove
andare. Sei l’esperta del passaggio.
In Maria si compie
il passaggio dell’umanità
«Dio ci ha fatti passare dalla schiavitù alla
libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto
alla festa, dalle tenebre alla luce. Perciò
diciamo davanti a lui: alleluia!»: sono
parole della liturgia pasquale ebraica, che
evidenziano questo concetto: il passaggio
di Dio opera un passaggio nell’uomo. Nel
suo
canto
del
Magnificat, Maria si fa
voce di tutta l’umanità.
È l’umanità sorpresa
dall’amore che celebra
le sue nozze con Dio. È
l’umanità povera che
canta la sua Pasqua di
salvezza. «Ha spiegato
la potenza del suo
braccio...» (Lc 1,5155). Nel Magnificat,
con una serie di sette
verbi:
spiegato,
disperso,
rovesciato,
innalzato,
ricolmato,
rimandato,
soccorso,
Maria descrive l’agire di
Dio
sull’umanità.
Il
numero sette ha il
significato di totalità, i
verbi quindi indicano la logica di fondo, il
criterio e lo stile d’azione di Dio: Egli si
manifesta come il Dio della Pasqua. Infatti
i sette verbi rappresentano tutti un
ribaltamento
della
situazione,
un
passaggio. La Pasqua di Dio sconvolge gli
schemi umani ed opera un cambiamento,
di cui Maria è testimone e profezia.
Accompagnando l’umanità nel cammino
pasquale, ella rivolge ancora oggi, a tutti,
la parola incoraggiante di Mosè a Israele
davanti al Mar Rosso: «Non abbiate paura!
A Nazaret il tuo “sì” segna il passaggio
tra l’Antico e il Nuovo Testamento.
Ad Ain Karim annunzi con il tuo
Magnificat il passaggio ad un
mondo nuovo.
A Betlemme partecipi al passaggio di Dio
dal cielo alla terra.
A Gerusalemme con la profezia di
Simeone e con la perdita del tuo figlio
nel tempio compi una pasqua interiore
e senti passare una spada nel tuo cuore.
A Cana hai provocato il passaggio
dall’acqua al vino.
Al Calvario sei testimone del passaggio
dell’umanità dalla morte alla vita.
Nel cenacolo accogli con tutta la Chiesa
la pasqua dello Spirito.
Dopo il tuo “passaggio” nel cielo,
non hai cessato di essere ausiliatrice
della nostra pasqua,
causa della nostra letizia.
Lungo tutta la storia della Chiesa
ti troviamo in tutte le svolte,
in tutti i momenti quando spunta l’alba,
quando germoglia la vita.
Continua ad assisterci, o Maria,
nei nostri vari passaggi in questa terra,
fino al nostro passaggio definitivo
al cielo, per raggiungere te
e il tuo figlio Gesù Cristo, nostra Pasqua.
3
3
PELLEGRINAGGIO A PADOVA
prenderci una pausa dalle nostre
incombenze quotidiane per fare spazio
dentro di noi all'ascolto ed alla preghiera.
Lasciando la Basilica si può portare con
sé, e tenerlo stretto nel cuore il saluto
Francescano che recita: PACE e BENE in
nome di S. Antonio e S. Francesco.
Nel pomeriggio ci siamo recati a Chiampo
in provincia di Vicenza.
Qui abbiamo visitato la Grotta di Lourdes
costruita da Fra Claudio Granzotto e
benedetta
con
l'inaugurazione
il
29/09/1935,
luogo
di
preghiera
riconosciuto anche dal Papa Giovanni
Paolo || con la Beatificazione di Fra
Claudio il 20/11/1994.
La Grotta è una fedele ricostruzione della
Grotta di Lourdes che si trova in Francia,
anche la natura circostante e del tutto
simile.
Accanto alla Grotta c'è la Via Crucis, un
percorso ascensionale con 15 Stazioni,
nella quale siamo stati accompagnati da
una sorella francescana, Suor Santina,
che ci ha guidato nella meditazione e
nella preghiera.
Nello scorso mese di febbraio, come
accade da qualche anno con grande
partecipazione, la Parrocchia di Torri con il
gruppo S. Antonio ha organizzato il
pellegrinaggio al Santo di Padova.
Soprattutto in quest'anno Giubilare della
Misericordia c'è in tutti noi il desiderio di
far visita e pregare in una Basilica
Giubilare e attraversare "La Soglia della
porta della Misericordia" e questa era una
bella opportunità da non perdere.
Poco prima dell'ingresso alla Basilica
abbiamo ricevuto una guida che suggeriva
le varie tappe del percorso Giubilare
all'interno, vivendole con Spirito di
devozione.
Eravamo accompagnati da Don Tiziano,
parroco di Albisano, che ha concelebrato
la S. Messa in Basilica, alla quale abbiamo
partecipato.
Ognuno poi ha avuto il tempo di
raccogliersi in preghiera personale, per chi
lo desiderava nel bellissimo chiostro della
Magnolia poteva celebrare il Sacramento
della Riconciliazione.
Può essere una scelta, ma anche una
necessità fermarsi per un giorno e
4
3
questo pellegrinaggio. In una sala del
santuario dedicato a san Leopoldo
Mandic dove un frate ci ha raccontato
alcuni aneddoti della vita del piccologrande frate, c’è una parete su cui sono
dipinti il papa Paolo VI e il patriarca
Atenagora entrambi inginocchiati in
preghiera, immagine dell’ideale di San
Leopoldo:l’unita delle chiese Cattolica e
Ortodossa. Senza sembrare presuntuose
pensiamo che un piccolo segno di questa
unità sia avvenuto anche nel nostro
gruppo, visto che tra noi c’erano due
pellegrine di fede cristiana- ortodossa
che con noi hanno condiviso tutto il
cammino di preghiera. È una piccola cosa
ma un grande cammino comincia sempre
con dei piccoli passi magari incerti e
nascosti, con delle piccole cose come
quella di mettere insieme la stessa fede
nell’unico Padre che ama nello stesso
modo tutti i suoi figli, nello stesso Figlio
che ha salvato tutti i suoi fratelli e
nell’unico Spirito che spinge tutti verso
l’Unità.
Bruna e Daniela
È ritenuta fra le più belle e caratteristiche
del mondo per l'espressività dei gruppi
statuari in bronzo, per la natura intorno
che avvolge il mistero della Passione di
Cristo, per l' atmosfera spirituale e
l'espressività "Viva" dei lineamenti delle
figure,
come
ci
volessero
dire
qualcosa...lasciare
un
messaggio
da
portare con noi nel cuore per il ritorno a
casa.
Alla 14esima Stazione c'è la fedele
ricostruzione del Santo Sepolcro nel quale
abbiamo potuto recarci all'interno, un
momento davvero intenso....
Credo che in tutti noi sia sorto il desiderio
di ritornare lì di nuovo, questo è' quello
che si percepiva.
Ogni anno questo pellegrinaggio ci
arricchisce e soprattutto diventa un tempo
di condivisione, di vicinanza e di maggior
conoscenza anche con persone che non
incontriamo spesso per le strade del
nostro paese. Grazie!
Antonella
IMPRESSIONI SUL
PELLEGRINAGGIO A PADOVA
PADOVA
È NATO RICCARDO.
Ci è stato chiesto di scrivere le nostre
impressioni sul pellegrinaggio a Padova
svolto nello scorso mese di febbraio; non
essendo molto esperte nello scrivere
vorremmo cavarcela con un “è stato tutto
bello, speriamo di esserci anche l’anno
prossimo”. Ma riflettendo un attimo
qualcosina possiamo spremere. Qualche
parola potrebbe aiutarci. Innanzitutto
AMICIZIA; abbiamo ritrovato persone che
da qualche tempo non vedevamo e
conosciuto persone simpaticissime. Poi
ACCOGLIENZA; Il nostro piccolo gruppo è
stato accolto con affetto e non ci siamo
sentite come dei pesci fuor d’acqua, ma
parte di una comunità che compie un
cammino assieme. FEDE; per noi è stato
proprio un pellegrinaggio nella fede in un
Padre che ci mostra nelle piccole cose di
ogni giorno la sua misericordia e ci chiede
di essere come Lui, misericordiosi verso
chi ci sta più accanto. Vorremmo infine
sottolineare una piccola esperienza fatta in
Congratulazioni
a mamma Federica e a papà Alessandro.
È NATA NICOLE.
Congratulazioni a mamma Ilaria e a
papà Cristian.
SONO NATI PIETRO E TOMMASO.
Congratulazioni a mamma Elisa e a
papà Luca.
HANNO RICEVUTO
IL BATTESIMO
ELIA
NICOLÒ
5
3
stato molto positivo perché li ha stimolati
ad una partecipazione più attiva e
consapevole.
LA MIA PRIMA CONFESSIONE…
13 marzo 2016
V domenica di Quaresima
5. Facendo la prima Confessione ho
capito l’importanza del perdono. Gesù ci
perdona sempre se ci pentiamo delle
azioni sbagliate.
6. La mia prima Confessione è stato un
momento
importante,
bello
ed
emozionante.
7. La mia prima Confessione non è stata
la prima volta che mi sono aperto a Dio,
ma il ricevere, e sentire dentro di me il
suo perdono è stata un’esperienza nuova
ed emozionante.
8. Partecipare alla prima Confessione di
mio figlio, è stata la conferma del
percorso che abbiamo scelto con il
battesimo, un viaggio con Dio e verso
Dio nel quale il durante sarà contornato
di amore
1. Nei giorni prima ero molto emozionato
e non vedevo l’ora che venisse domenica
per ricevere il perdono di Dio.
9.
2. Io e la mia famiglia ringraziamo don
Giuseppe e sr Adriana per averci
accompagnati in questo percorso verso la
Riconciliazione con Gesù in modo semplice
e amorevole. Grazie
“La mia prima confessione,
mamma mia che emozione,
si mio Dio mi hai perdonato
e perciò te ne sono grato.
Non avevo gran peccati
e per sbaglio eran nati
anche se non sono gravi,
quanto è dura fare i bravi!
Ma adesso io prometto,
che sarò una bravo ometto,
forse è meglio il promemoria
a otto anni non c’ho memoria”!
3. Per mia figlia è stata una bella
esperienza; era un po’ agitata ma quando
don Giuseppe è venuto a casa l’ha
tranquillizzata.
Per
noi
genitori,
soprattutto personalmente, mi ha fatto
piacere fare questo percorso insieme,
perché quando arrivavo a casa, io e mia
figlia avevamo modo di parlare della
stessa cosa con termini “uguali” senza
pensare a parole strane o difficili da far
capire a lei. Sono arrivata al giorno della
Confessione e mi sentivo più che partecipe
e non solo da mamma. Questo è quanto
ho provato.
10 Mi è piaciuto e sono felice di aver
parlato con Gesù e Dio Padre.
4. Affiancare i nostri bambini nella
preparazione alla Confessione con la
presenza al catechismo, rispondendo
insieme alle domande del testo, ripetendo
con loro i dieci comandamenti e l’atto di
dolore, dopo l’esame di coscienza serale, è
12 Il giorno della mia prima Confessione
è stato bello ed emozionante. Finita la
Confessione mi sono sentita purificata!
11 Per me è stato bello che un
momento così individuale come la
Confessione sia stato vissuto da mia
figlia come un momento importante
inserito nella vita della comunità. Credo
si sia sentita molto responsabilizzata e
importante. Era emozionatissima!
6
3
DOMENICA DELLA DIVINA
DIVINA MISERICORDIA
3 Aprile 2016 - Seconda
Seconda domenica di Pasqua
La Domenica della Divina Misericordia
è stata istituita da San Giovanni Paolo
II il 30 Aprile del 2000 durante le
solenne Celebrazione dell’iscrizione di
Suor Maria Faustina Kowalska nell’albo
dei Santi. La Congregazione per il Culto
Divino e la disciplina dei Sacramenti ha
emanato il Decreto di istituzione della
festa il 5 Maggio 2000. Non è una
nuova
Festa
istituita
ma
una
'denominazione'
della
seconda
Domenica di Pasqua che è la prima a
continuare il percorso delle 'pasque
settimanali'. Sorprendentemente nella
Liturgia della Parola troviamo proprio le
Letture che manifestano i contenuti
ricordati nella rivelazione privata avuta
da santa Faustina e confermati dal
processo di riforma del Concilio
Vaticano II. Altri testi per la liturgia di
una festa nuova non potrebbero
senz'altro essere più forti; ci si
accorge che c'è un incrocio misterioso
che offre anche, a partire dai testi
intoccabili della seconda Domenica di
Pasqua, elementi ricchissimi sul piano
della riflessione e dell'annuncio del
più centrale dei misteri cristiani:
quello
appunto
della
Divina
Misericordia.
È
il
segreto
interpretativo appunto del Mistero
pasquale come attuazione costante
della Divina Misericordia. Nell'Enciclica
Dives in Misericordia si legge: 'Il
Mistero pasquale è il vertice di questa
rivelazione
ed
attuazione
della
misericordia. La risurrezione è il
segno che corona l'intera rivelazione
dell'amore misericordioso nel mondo
soggetto al male '.Il decreto del 5
maggio 2000, invita ad accogliere la
Misericordia di Dio.
Mons. Enzo Lodi, liturgista di fama,
afferma
decisamente:
'Bisogna
riconoscere che finalmente si celebra
la Divina Misericordia nella Domenica
in cui il Vangelo della Messa (Gv 20,
19-23) ci presenta due realtà centrali
della nostra fede. La prima è quella
espressa dal testo fondamentale che
promulga
il
sacramento
della
penitenza, oggi così mal compreso e
celebrato, che così potrebbe ritrovare
il suo rilievo biblico. La seconda realtà
è la manifestazione del costato aperto
dello stesso Risorto, che altrove lo
stesso evangelista ci indica come un
mistero sacramentale di fede (Gv 19,
34), perché da esso scaturiscono il
sangue (l'Eucaristia) e l'acqua (il
7
3
battesimo), che sono il 'simbolo dei
sacramenti della chiesa'. Mi pare che
queste ragioni siano sufficienti per
fugare ogni dubbio: la riforma liturgica
è così completata, perché la Chiesa è
guidata dallo Spirito 'verso tutta la
verità' (Gv 16, 13).
La Festa della Divina Misericordia è la
più importante di tutte le forme del
culto e della devozione alla Divina
Misericordia. Gesù parlò per la prima
volta del desiderio di istituire questa
Festa a suor Faustina a Plock nel 1931,
quando le trasmetteva la sua volontà
per quanto riguardava il Quadro: 'Io
desidero che vi sia una Festa della
Misericordia. Voglio che l'Immagine,
che dipingerai con il pennello, venga
solennemente benedetta nella prima
Domenica
dopo
Pasqua;
questa
Domenica deve essere la Festa della
Misericordia'. Negli anni successivi
nelle apparizioni private Gesù è
ritornato a fare questa richiesta
definendo il giorno della Festa nel
Calendario Liturgico della Chiesa, la
causa e lo scopo della sua istituzione, il
modo di prepararla e di celebrarla
come pure le grazie ad essa legate. La
scelta della prima Domenica dopo
Pasqua ha un suo profondo senso
teologico: indica lo stretto legame tra il
mistero pasquale della Redenzione e la
Festa della Divina Misericordia, cosa
che ha notato anche suor Faustina:
'Ora vedo che l'opera della Redenzione
è
collegata
con
l'opera
della
Misericordia richiesta dal Signore'. Per
quanto riguarda il modo di celebrare la
Festa Gesù ha espresso due desideri:che il quadro della Misericordia sia quel
giorno solennemente benedetto e
pubblicamente, cioè liturgicamente,
venerato; - che i sacerdoti parlino alle
anime di questa grande e insondabile
Misericordia Divina e in tal modo
risveglino nei fedeli la fiducia. Una
particolare grazia è legata alla
Comunione ricevuta quel giorno in
modo degno. La Comunione deve
essere ricevuta il giorno della Festa
della Divina Misericordia, invece la
confessione può essere fatta prima.
L'importante è non avere alcun
peccato.
DOVE È STATA CELEBRATA PER
PRIMA QUESTA RICORRENZA?
Il card. Franciszek Macharski con la
Lettera Pastorale per la Quaresima
(1985) ha introdotto la festa nella
diocesi di Cracovia e seguendo il suo
esempio, negli anni successivi, lo
hanno fatto i vescovi di altre diocesi
in Polonia. Il culto della Divina
Misericordia nella prima domenica
dopo Pasqua nel santuario di Cracovia
- Lagiewniki era già presente nel
1944. La partecipazione alle funzioni
era
così
numerosa
che
la
Congregazione
ha
ottenuto
l'indulgenza plenaria, concessa nel
1951 per sette anni dal card. Adam
Sapieha. Dalle pagine del Diario
sappiamo
che
suor
Faustina
Kowalska fu la prima a celebrare
individualmente questa festa con il
permesso del confessore.
QUALI SONO LE ORIGINI
DELLA FESTA?
Gesù, secondo le visioni avute da suor
Faustina e annotate nel Diario, parlò
per la prima volta del desiderio di
istituire questa festa a suor Faustina a
Płock
nel
1931,
quando
le
trasmetteva la sua volontà per quanto
riguardava il quadro: "Io desidero
che vi sia una festa della
Misericordia. Voglio che l'immagine,
che dipingerai con il pennello, venga
solennemente benedetta nella prima
8
3
domenica
dopo
Pasqua;
questa
domenica deve essere la festa della
Misericordia". Negli anni successivi
Gesù è ritornato a fare questa richiesta
addirittura in 14 apparizioni definendo
con precisione il giorno della festa nel
calendario liturgico della Chiesa, la
causa e lo scopo della sua istituzione, il
modo di prepararla e di celebrarla
come pure le grazie ad essa legate.
CHI ERA
SUOR FAUSTINA KOWALSKA?
PERCHÉ È STATA SCELTA LA
PRIMA DOMENICA DOPO PASQUA?
La scelta della prima domenica dopo
Pasqua ha un suo profondo senso
teologico: indica lo stretto legame tra il
mistero pasquale della Redenzione e la
festa della Misericordia, cosa che ha
notato anche suor Faustina: "Ora
vedo che l'opera della Redenzione
è collegata con l'opera della
Misericordia richiesta dal Signore".
Questo
legame
è
sottolineato
ulteriormente
dalla
novena
che
precede la festa e che inizia il Venerdì
Santo. La preparazione alla festa
consiste in una novena con la recita,
cominciando dal Venerdì Santo, della
coroncina alla Divina Misericordia.
Nata in un villaggio polacco e
battezzata col nome di Elena, è la
terza dei 10 figli di Marianna e
Stanislao
Kowalski,
che
sono
contadini poveri, nella Polonia divisa
tra gli imperi russo, tedesco e
austriaco. Elena fa tre anni di scuola,
poi va a servizio. Pensava di farsi
suora già da piccola, ma realizza il
progetto solo nell’agosto 1925: a
Varsavia, ora capitale della Polonia,
entra nella comunità della Vergine
della Misericordia, prendendo i nomi
di Maria Faustina. Come suora
dapprima fa la cuoca, la giardiniera,
la portinaia, passando poi per varie
case della Congregazione (tra cui,
quelle di Varsavia, Vilnius e Cracovia).
Ma al tempo stesso è destinataria di
visioni e rivelazioni che i suoi
confessori le suggeriscono di annotare
COME SI FESTEGGIA?
Per quanto riguarda il modo di
celebrare la festa vengono indicati due
desideri:
- che il quadro della Misericordia sia
quel giorno solennemente benedetto e
pubblicamente, cioè liturgicamente,
venerato;
- che i sacerdoti parlino alle anime di
questa
grande
e
insondabile
misericordia Divina e in tal modo
risveglino nei fedeli la fiducia.
9
3
in un diario (poi tradotto e pubblicato
in molte lingue). Suor Faustina tuttavia
non crede che questi fatti straordinari
siano un marchio di santità. Lei scrive
che alla perfezione si arriva attraverso
l’unione intima dell’anima con Dio, non
per mezzo di “grazie, rivelazioni,
estasi”. Queste sono piuttosto veicoli
dell’invito divino a lei, perché richiami
l’attenzione su ciò che è stato già
detto, ossia sui testi della Scrittura che
parlano della misericordia divina e poi
perché stimoli fra i credenti la fiducia
nel Signore (espressa con la formula:
"Gesù, confido in te") e la volontà di
farsi
personalmente
misericordiosi.
Muore a 33 anni in Cracovia.
Beatificata nel 1993, è proclamata
santa nel 2000 da San Giovanni
Paolo II. Le reliquie si trovano a
Cracovia-Lagiewniki,
nel
santuario
della Divina Misericordia. La sua festa
ricorre il 5 ottobre.
Suor Faustina trovò molte resistenze
perché, come le fu detto dal suo
confessore don Michele Sopocko, la
festa della Divina Misericordia esisteva
già in Polonia e veniva celebrata a
metà settembre. Lei confida la sua
perplessità a Gesù che insiste nel
volere
che
l’immagine
venga
solennemente benedetta e riceva culto
pubblico nella prima domenica dopo
Pasqua, affinchè ogni anima ci pensi e
ne venga a conoscenza.
Sarà Giovanni Paolo II ad accogliere
pienamente questa richiesta di Gesù.
Le
sue
encicliche:
“Redemptor
Hominis” e “Dives in Misericordia”
rivelano la trepidazione del Pastore e
esprimono quanto sia convinto che il
culto
alla
Divina
Misericordia
rappresenti una “tavola di salvezza”
per l’umanità.
Egli scrive:” Quanto più la coscienza
umana,
soccombendo
alla
secolarizzazione, perde il senso del
significato
stesso
della
parola
«misericordia»,
quanto
più,
allontanandosi da Dio, si distanzia dal
mistero della misericordia, tanto più
la Chiesa ha il diritto e il dovere di far
appello al Dio della misericordia «con
forti grida». Queste «forti grida»
debbono essere proprie della Chiesa
dei nostri tempi, rivolte a Dio per
implorare la sua misericordia, la cui
certa manifestazione essa professa e
proclama come avvenuta in Gesù
crocifisso e risorto, cioè nel mistero
pasquale. È questo mistero che porta
in sé la più completa rivelazione della
misericordia, cioè di quell'amore che è
più potente della morte, più potente
del peccato e di ogni male, dell'amore
che solleva l'uomo dalle abissali
cadute e lo libera dalle più grandi
minacce.” ( Dives in Misericordia VIII15)
Il
30
aprile
2000,
con
la
canonizzazione di Santa Faustina
Kowalska, Giovanni Paolo II istituisce
ufficialmente la festa della Divina
Misericordia per tutta la Chiesa,
fissandone la
data la seconda
domenica di Pasqua.
“È importante allora che raccogliamo
per intero il messaggio che ci viene
dalla parola di Dio in questa seconda
Domenica di Pasqua, che d'ora
innanzi in tutta la Chiesa prenderà il
nome di "Domenica della Divina
Misericordia". E aggiunge:
“La canonizzazione di Suor Faustina
ha
un'eloquenza
particolare:
mediante questo atto intendo oggi
trasmettere questo messaggio al
nuovo millennio. Lo trasmetto a tutti
gli
uomini
perché
imparino
a
conoscere sempre meglio il vero volto
di Dio e il vero volto dei fratelli.”
(Giovanni Paolo II – Omelia 30 aprile
2000).
Teresa
10
3
L’OGGETTO PIÙ
con certezza come si sia formata. E
nessuno è in grado di riprodurla, con
tutte le caratteristiche chimiche e
fisiche presenti sul lenzuolo.
MISTERIOSO DEL MONDO:
MONDO:
LA SINDONE
6. Nell’impronta sindonica è codificata
un’informazione tridimensionale. Con
un analizzatore d’immagine si ottiene
una forma tridimensionale del corpo
proporzionata e senza distorsione.
Applicando lo stesso procedimento a
un dipinto o a una normale fotografia
si
ottengono
invece
immagini
deformate.
7. Oltre al fatto che nel Medio Evo
non si sapeva più come avveniva la
crocifissione romana (i chiodi erano
sempre dipinti nel palmo...), che la
composizione e la differenziazione del
sangue (venoso, arterioso, siero ecc.)
è stata scoperta e studiata alcuni
secoli dopo che la Sindone di Torino
era già nota, senza tener conto dei
pollini e del resto.
1. È un lenzuolo funerario di lino,
tessuto a spina di pesce. È certamente
molto antico: è lungo poco più di
quattro metri (4,37 per l’esattezza) e
largo un metro e dieci centimetri. Si
trova in una splendida cappella del
Duomo di Torino.
8. Tutti i segni che vediamo fanno
pensare
ad
una
cosa
sola:
quest’uomo ha subito uno dei supplizi
più crudeli e disonoranti di tutti i
tempi: la crocifissione. Una grossa
macchia di sangue, segno di una
ferita sul costato, invade la parte
destra. Questa ferita è sicuramente
mortale: nessun uomo che ha una
ferita di questo genere può essere
vivo. Il colpo fu inferto quando l’uomo
era già morto.
2. Sulla Sindone si vede l’immagine
tenue di un corpo umano maschile, di
fronte e di schiena, perché il lungo
lenzuolo sul quale fu adagiato supino
gli
fu
poi
ripiegato
sopra,
e
probabilmente rincalzato ai piedi.
L’immagine è stabile, dal punto di vista
del colore e della chimica (vale a dire
che non può essere cancellata,
sbiancata, mutata dai normali agenti
chimici) ed è insensibile all’acqua.
9. Il biologo Max Frei di Zurigo, scoprì
sulla Sindone tracce di aloe e di
mirra. Sostanze usate in Palestina per
la sepoltura dei cadaveri. Max
continuò le sue ricerche e scoprì
microscopici
granuli
di
polline
appartenenti a specie vegetali che
esistono solo in Medio Oriente.
3. Non è un dipinto e le tracce sono
sangue umano del gruppo AB.
4. La prima grande sorpresa è che si
tratta di un negativo fotografico.
5. La garanzia che non si tratti di un
“falso” medievale sta nel fatto che
ancora oggi nessuno è in grado di dire
11
3
PRINCIPALI DATE DELLA SINDONE
10. “La Sindone di Torino è una sfida
alla nostra intelligenza. La Chiesa
invita gli scienziati ad agire con libertà
interiore e un attento rispetto sia per la
metodologia scientifica che per la
sensibilità dei credenti”.
544: A Edessa (odierna Turchia) per la
prima volta si hanno informazioni e si
parla di una straordinaria immagine “non
fatta da mani d’uomo”, che molti studiosi
moderni identificano con al Sindone,
ripiegata in modo tale da presentare
all’osservazione il solo volto..
Siamo noi l’icona di Dio,
944: La Sindone
Costantinopoli.
il suo manifesto,
la sua immagine,
viene
portata
a
1204:
I
Crociati
conquistano
Costantinopoli
portano
via
anche
numerose
reliquie.
Esistono
testimonianze scritte di crociati che
dicono di aver visto “la Sindone del
Signore”.
la sua visione.
Lo scopo dell’icona è di lasciar indovinare
colui che non si può toccare,
e di suscitare il desiderio di conoscerlo,
di trasfigurare il reale
1147: Ludovico VII , re di Francia, in
visita a Costantinopoli, venera la Sindone
ivi custodita.
e di porre al suo centro
la sorprendente luce del Tutto Altro.
Siamo noi l’icona di Dio,
1353: Geoffroy de Charny, cavaliere
oltre che devoto cristiano, porta la
Sindone
nel
suo
feudo
di
Lirey
(Francia).Da
questo
momento
la
permanenza in Occidente del sacro
Lenzuolo è rigorosamente documentata.
la disegniamo con la nostra carne e
sangue,
con il nostro sudore
e le nostre lente esitazioni,
le nostre parole e i nostri gesti,
1453: Marguerite de Charny cede la
Sindone ai Duchi di Savoia.
i nostri rifiuti e le nostre rivolte,
1502: E’ custodita entro un’urna
d’argento, che viene posta in una nicchia
scavata nel muro della sacrestia – coro
della
gotica
Sainte
Chapelle,
appositamente eretta , le cui pareti di
pietra sono rivestite di lesene di quercia.
la nostra tenerezza.
Senza finzioni né menzogne
noi siamo l’icona di Dio.
Non abbiamo fretta:
occorre una vita intera perché essa sia
dipinta,
1532: Incendio nella Cappella del Santo
Sudario a Chambery (capitale dei
Savoia).
tanto minuzioso ardore essa esige.
Per realizzarla occorre spesso
1578: Emanuele Filiberto dopo aver
spostato (1562) la capitale da Chambery
a Torino, porta in città anche la Sindone
(che d’ora in poi si chiamerà La Sindone
di Torino).
contemplare il Modello,
fino a quando sulla nostra faccia,
traspaia il suo Volto.
Non il volto di un condannato
a orribile morte,
1898: L’avv. Secondo Pia per la prima
volta fotografa la Sindone.
ma quello del Risorto Vittorioso
Le Ostensioni più recenti:
Vivente per l’eternità.
1978, 1998, 2000, 2010 e 2015
***
12
3
LA ‘BUONA A NULLA’
Bernardetta rimase ancora a Lourdes,
ritirandosi
nel
silenzio
e
nel
nascondimento; poi, si consacrò a Dio,
entrando tra le suore di Nevers. Aveva
vent’anni. Al Vescovo, che aveva
ricevuto la sua professione religiosa, la
Superiora disse: «Che cosa vuol dire a
costei che è buona a nulla?». E lui con
dolcezza: «Figlia mia, poiché siete
buona a nulla, vi darò l’incarico della
preghiera».
DI LOURDES
PREDILETTA DA MARIA
Bernardetta, la protagonista delle
apparizioni di Lourdes, umanamente
parlando viveva in una situazione psicoclinica familiare desolante, ma era una
“povera in spirito”, cioè si fidava
totalmente di Dio. E Maria Immacolata
scelse proprio lei.
Non le mancava mai il sorriso
Bernardetta l’accettò. Sino alla fine
della vita. Trascorse i suoi 15 anni di
vita religiosa nel nascondimento e nella
preghiera, facendo i lavori più umili e
più duri, tutto alla maggior gloria di
Dio, unita a Cristo sofferente. Ogni
azione fatta per la conversione dei
peccatori, come le aveva chiesto la
bella “Signora”. Missione eseguita con
fedeltà anche nelle grandi sofferenze
che ebbe negli ultimi anni della sua
vita, quando fu costretta a letto. Anche
quando fu inaugurato il primo
Santuario a Lourdes, lei era ammalata.
Sempre, anche durante la malattia, a
“questa buona a nulla” non mancherà
mai il sorriso proveniente da una gioia
profonda che niente di brutto e di
difficile riusciva a turbare. Il ricordo
della Signora che chiamava “la mia
Madre del Cielo”, le sarà sempre di
grande conforto anche nei momenti più
duri della malattia. Diceva spesso:
«Maria SS. Immacolata è così bella che,
dopo averla vista una volta, non si
attende altro che di rivederla in Cielo
per sempre».
Santa Bernadetta Soubirous nel 1866
entrò nell’ordine delle suore della carità
di Nevers, dove morì a 35 anni, il 16
aprile 1879. Quindici anni di vita
religiosa vissuti nel nascondimento e
nella preghiera per lei che era stata
prescelta dalla Vergine per portare il
messaggio salvifico del Figlio
all’umanità.
La “Signora vestita di bianco” le aveva
promesso: «Non ti farò felice in questo
mondo, ma nell’altro». Le difficoltà non
furono poche, le incomprensioni e i
sospetti duri a morire, le cause di
infelicità tante, le umiliazioni pure. Non
ultima, quella ricevuta all’inizio della sua
vita da religiosa. Finite le apparizioni,
13
3
Chi era questa buona a nulla?
Non si sottrasse a nessuna difficoltà
Come
accennato,
Bernardetta
presentava un quadro psico-clinico
sociale desolante: situazione familiare
povera, salute debole (asmatica e un po’
ritardata
fisicamente),
quoziente
intellettuale basso (intelligenza pratica,
memoria scarsa per cui non riusciva ad
imparare il Catechismo).
A 14 anni, quasi analfabeta. Era una
pastorella e con pecore… veramente
«rognose»
(dirà
lei).
Particolare
importante: aveva sempre con sé il «suo
tesoro», cioè un rosario, che recitava
tutti i giorni. Ma San Paolo non aveva
forse scritto: «Dio ha scelto ciò che nel
mondo è stolto per confondere i
sapienti»
(1Cor
1,27)?
Possiamo
sorridere quanto vogliamo per la
povertà, in tutti sensi, di lei, ma Maria è
apparsa proprio a lei, l’11 febbraio 1858,
la prima di 18 apparizioni. Che
segneranno per sempre Bernardetta.
Proprio a lei «la Signora» affidava un
messaggio con il quale chiedeva a tutti
conversione, penitenza e preghiera. Da
notare che la Madonna, che si
presenterà
dicendo
«Io
sono
l’Immacolata Concezione», usava in
questa auto-definizione il contenuto del
dogma
dell’Immacolata
Concezione
proclamato da Papa Pio IX l’8 dicembre
del 1854, cioè soltanto quattro anni
prima. Quando poi Bernardetta riferì
quelle parole difficili al parroco, che
temeva più dei gendarmi, si capì subito
che esse non potevano essere frutto né
della cultura religiosa (scarsa), né della
sua fantasia (non brillante). Lei era
soltanto una povera pastorella, che
conosceva la durezza della vita.
Apparizioni proprio a lei? La Madonna
non poteva scegliere di meglio? È
chiaro che le visioni per lei
significavano nuovi orizzonti spirituali,
nel futuro, ma anche molte “grane” nel
presente. Cominciarono, infatti, i
sospetti, le burla, gli interrogatori, le
accuse di isterismo, perfino l’arresto
dei gendarmi. Insomma, non era
creduta da nessuno. Dubbi in tutti e
dovunque. Lei, però, resistette, non si
contraddisse mai, non rinnegò niente e
non si sottrasse a nessuna difficoltà.
Finché, quattro anni dopo, nel 1862,
arrivò il riconoscimento dal Vescovo
che dichiarava autentiche le apparizioni
autorizzando la prima cappella a
Massabielle.
Cominciava, così, la storia di Lourdes:
storia della misericordia di Dio e della
miseria umana, storia di perdono e
riconciliazione, di conversione e di
molte guarigioni spirituali (e talvolta
anche corporali). Il tutto nel ricordo di
Maria Immacolata.
Due anni dopo ci fu il viaggio da
Lourdes a Nevers, per diventare suora.
Alla vestizione religiosa affermò: «Io
sono venuta qui per nascondermi».
Anche
durante
quegli
anni
continuarono
le
difficoltà,
le
sofferenze, le umiliazioni e la malattia. I
favori del Cielo si pagano! E la felicità?
Arrivò con la morte il 16 aprile 1879,
col sorriso sulle labbra. Aveva 35 anni.
Il cammino terreno di questa “buona a
nulla” era terminato. Bernardetta non
moriva, ma andava a rivedere la «sua
Madre nel Cielo», che l’aspettava a
braccia aperte.
Ilaria
14
3
SANTE QUARANTORE
QUARANTORE
CENTRI DI ASCOLTO
“Prima della festa di Pasqua, Gesù,
sapendo che era giunta la sua ora di
passare da questo mondo al Padre, dopo
aver amato i suoi che erano nel mondo,
li amò sino alla fine!” (Gv. 13,1).
Così ci annuncia Giovanni nel suo
Vangelo, e Lc. 22,15 prosegue: “Ho
desiderato ardentemente di mangiare
questa Pasqua con voi!”.
Sono le parole del Vangelo che
introducono l’ultima Cena del Signore. In
quella cena istituisce per noi il
Sacramento dell’Eucaristia: “Corpo dato,
Sangue versato”.
Eucaristia, Mistero d’amore che da allora
nutre il popolo di Dio.
Gesù si è fatto “Eucaristia” per stare con
noi, per farci vivere in Lui, perché lo
amiamo,adoriamo
vivo
presente
nell’Ostia Santa.
Le S. Quarantore sono un tempo più
prolungato per amare, adorare Gesù
Sacramentato solennemente esposto.
La nostra Comunità parrocchiale ha
vissuto questi giorni con partecipazione
orante, assidua, adorante. Mai il Signore
è rimasto da solo!
Quando il Signore chiama i suoi figli
rispondono come le folle che lo
seguivano sulle strade della Palestina.
Adorazione, preghiera comunitaria e
personale che si è prolungata nella notte
delle “24 ore per il Signore” voluta da
Papa Francesco e debitamente inserita in
questi giorni di Adorazione.
Gruppi di fedeli si sono susseguiti nelle
24 ore per far compagnia a Gesù.
Abbiamo pregato anche per la prossima
“Missione” parrocchiale che si terrà a
novembre.
Ci aiuti la Vergine Maria, i Santi Pietro e
Paolo, San Filippo Neri, il Beato
Giuseppe Nascimbeni ad essere sempre
consapevoli che solo Gesù è: Via, Verità
e Vita e ad amare, desiderare, volere
stare con Lui.
Dina
DI QUARESIMA
Quando due o più sono riuniti nel mio
nome, Io sono in mezzo a loro…dice
Gesù!
Così ci siamo sentiti negli incontri del
martedì a casa di Chiara Giacometti!
Un gruppetto di persone, ansiose di
sentire, ascoltare, ciò che veniva
proposto scambiandosi opinioni e
esperienze.
Abbiamo meditato, sviluppato le
“Opere di Misericordia corporali”
iniziate negli incontri di Avvento,
come proposto da Papa Francesco per
questo
“Anno
Giubilare
della
Misericordia”.
Interessanti gli interventi, esperienze
personali e non, costruttivi commenti
sui vari temi hanno riscaldato
l’ambiente famigliare e di amicizia che
si è creato.
L’ultima giornata quasi un rammarico
collettivo per la fine degli incontri.
Stare
insieme,
conoscerci,
per
conoscere un po’ di più è stato bello e
appagante.
Chiediamo allo Spirito Santo che ci
illumini per mettere in pratica, nella
vita di ogni giorno, ciò che in questi
incontri ci ha fatto scoprire.
Centro di Ascolto
Chiara Giacometti
San Faustino
SONO TORNATI AL PADRE
COSTANTINO
MARIO
ERMINIO
15
3
APPUNTAMENTI APRILE 2016
ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE.
OGNI DOMENICA
ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO.
OGNI LUNEDÌ
ore 9.00-12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI.
OGNI MARTEDÌ
ore 15.00: CATECHESI SCUOLA MEDIA.
ore 15.00: CATECHISMO SCUOLA ELEMENTARE.
OGNI GIOVEDÌ
ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA.
OGNI VENERDÌ
ore 20.00: INCONTRO GRUPPO ADOLESCENTI / GIOVANI.
OGNI SABATO
ore 15.00 - 18.00: TEMPO PER LE CONFESSIONI.
DOMENICA
DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA
3
MERCOLEDì 13
ORE 20.00: INCONTRO DI PREGHIERA IN ONORE DI S. ANTONIO
SAN MARCO EVANGELISTA
LUNEDÌ
FESTA PATRONALE A PAI
25
ore 10.00 S. MESSA SOLENNE, PROCESSIONE E
BENEDIZIONE DI AUTO E MOTO.
Per informazioni parrocchiali è possibile consultare il sito:
www.parrocchiaditorridelbenaco.it
CELEBRAZIONE DELLA LITURGIA
PARROCCHIA DI TORRI
ORARIO FESTIVO
ORARIO FERIALE
Sabato
ore 17.00 Vespero
ore 18.00 S. Messa
Domenica
ore
ore
ore
ore
ore
8.30
10.00
11.15
17.00
18.00
S. Messa
S. Messa
S. Messa
Vespero
S. Messa
ore
ore
ore
7.00 Lodi
17.00 Vespero
18.00 S. Messa
PARROCCHIA DI PAI
ORARIO FESTIVO
Sabato
ore 19.30
Domenica ore 10.00
Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio
La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa –Anna Menapace – Rosanna Zanolli –
William Baghini. Collaborazione fotografica: Mario Girardi Impaginato e stampato da: Daniela Pippa
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