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L`aldilà - unangelo.it

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L`aldilà - unangelo.it
L'ALDILÀ'
Di tanto in tanto mi domando che cosa incontrerò di là, appena superata la soglia della vita terrena.
Vedrò le meraviglie dell'eterna felicità? I corpi, risorti puri e nuovi, che hanno il potere di spostarsi
con la sola forza del pensiero a velocità supersonica? Vedrò i miei cari, gli amici che mi hanno
preceduto? Vedrò, vedrò, vedrò
Mi fermo improvvisamente e mi rendo conto che quanto spero e sogno di fare o di vedere
nell'Aldilà è qualcosa di ancora troppo umano: la felicità cercata e inseguita per la vita intera; il
movimento libero da gravami; i parenti e gli amici....
Sarà come se non fossimo ancora dall'altro lato della soglia.
A questo punto ritengo che prima ancora di avventurarmi ulteriormente nella domanda iniziale di
cosa incontrerò al di là di questa dimensione - sia veramente opportuno capire (o meglio, scoprire)
chi sono e cosa rappresento oggi su questa terra.
AAAAAAAAAAA
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Prima di iniziare questo viaggio - che sicuramente è più impegnativo che andare su Marte a bordo
di una attrezzatissima astronave - decido di proiettare il ''me" nel "noi" riferito a tutta l'umanità.
Perché tale scelta? Forse per non svelarmi personalmente, per non volermi sottoporre al giudizio
dell'unico lettore che avrà questa riflessione? Certamente no! Infatti sarebbe un atteggiamento
egoistico guardare unicamente al mio orticello ed ignorare volutamente che la mia sorte è legata
strettamente a quella del resto deirumanità.
Quindi, quello che dirò di seguito comprenderà rilievi e considerazioni globali entro cui ci sarà
anche il mio essere uomo oggi.
AAAAAAAAAAA
La S. Madre Chiesa docet! Ci insegna, attraverso le Sacre Scritture, i l Bene e i l Male. Ciascuna di
queste due realtà contiene nell'uomo dei limiti nel senso che non si è del tutto buoni, non si è del
tutto cattivi. Quest'ultima, comunque, vuole essere una regola generale o generica dalla quale
l'uomo ha il pieno arbitrio di uscire a seconda di quello che al momento ritiene giusto o utile per sé.
Ci ritroviamo, quindi, di fronte a due scelte:
1) La scelta per Dio che propone il Bene e supporta la Sua proposta mediante l'opera salvifica
dello Spirito Santo e la Santa Chiesa nel cui Corpo si trovano gli strumenti di santificazione:
i Sacramenti;
2) La scelta per il tentatore (o il falsario, come definito da p. Livio di Radio Maria). Il tentatore
non propone: ammalia, circuisce, presenta i l falso come vero e viceversa. E, comunque,
y scegliere lui significa scegliere la morte dell'anima.
Vorrei soffermarmi per lo più su questa seconda scelta. Essa presuppone un rinnegamento di Dio,
nostra Fonte ed Origine.
Troppe persone, da sempre, hanno rinunziato a Dio facendosi esse stesse dio, vivendo
autonomamente in virtù di una "religione" malefica che non ha spazio per il Creatore.
Non solo si rinnega Dio, si vive come se si fosse dio ma, ancor peggio, come se Dio non fosse mai
esistito.
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L'uomo si fa dio, è dio di se stesso.
Ma deve presto fare i conti con questa sua scelta. Infatti farsi dio significa sentirsi al di sopra di
tutto e di tutti; essere autenticamente autonomi in quanto nulla e nessuno ci può superare.
Come si spiega allora la supremazia di un uomo su altri uomini? E' dio quello che spadroneggia? E
quelli che gli sono sottoposti (per ruolo, per cultura, per intelligenza, per potere economico od altro)
cosa sono se non sono quel dio che pensavano di essere nel ripudiare l'UNICO vero Dio?
E quello che al momento soggioga gli altri, cos'è? E' forse lui i l dio degli uomini? Se così fosse,
come si spiega che a sua volta viene scalzato da un altro e questo da un altro ancora? E come si
spiega che questi dei muoiono da uomini, a volte fra sotTerenze indicibili? Cosa pensano questi ^
pseudo dei nel guardare coloro che hanno scelto Dio ed affrontano la vita - con le sue gioie e i suoi
dolori - serenamente? E cosa pensano quando vedono la loro solidarietà, il loro vivere l'uno per
l'altro?
E' forse a questo punto che i l dio del momento deve fare i conti con l'angoscia del vivere, con le
difficoltà ordinarie, col dolore e la sofferenza di una malattia. Dov'è il potere tanto declamato che li
libera da tale angoscia?
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Si trova forse nel buco al braccio? In una pillola di ecstasy? In uno spinello?
Se anche cosi fosse, non si domanda il dio del momento perchè ha avuto bisogno di un artificio per
non impazzire? E uno così che dio è?
Ha mai avuto un attimo di lucidità per riconoscere di avere sbagliato scelta? Ha mai sperato di avere
ancora tempo e facoltà per scegliere altro?
AAAAAAAAAAA
Ora posso anche farmi la famosa domanda iniziale: Cosa vedrò al di là della soglia umana?
A questo punto ritengo di poter parlare in prima persona, poiché al di là della soglia l'individuo
singolo è solo a fare i conti con Cristo-Giudice a fare i conti.
Cosa incontrerò?
Incontrerò me stesso, esattamente come sono, come ho voluto essere per tutta la vita terrena. Non ci
saranno infingimenti né camuffamenti; non ci saranno giustificazioni, né se né ma. Sarò così come
sono! Nudo nella verità dell'anima che non indosserà neanche un velo trasparente.
La verità sarà una sola, sarà costituita dalla scelta del mio libero arbitrio.
Ho usato l'arbitrio (dono di Dio) o ne ho abusato?
Sarò pronto alla letizia etema o all'eterna angoscia?
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Non sarà più un fatto di scelta attuale, ma di scelta del passato.
Avrò vissuto, pur fra le mille difficoltà della vita, in letizia d'intenti e di opera o avrò vissuto già
prima l'angoscia di una scelta sbagliata che mi voleva falsamente al vertice di ogni condizione
umana?
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Preferisco non usare il termine "dannazione", perché anche la carne ne prova ripulsa; uso il termine
"angoscia" quale prosecuzione ancor più pesante di una condizione già vissuta.
Sia la letizia che l'angoscia saranno la risposta alla domanda: Che ne sarà di me?
AAAAAAAAAAA
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La tragicità della condizione del dopo soglia è rappresentata dal non ritomo, mai; dall'eternità che
ci accoglierà chi alla letizia per l'inconfro col Creatore, chi all'angoscia per una scelta comoda ma
bugiarda.
Messina, 26/12/05
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