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Valtellina: un tipico terroir per il vitigno Nebbiolo

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Valtellina: un tipico terroir per il vitigno Nebbiolo
Boll. Soc. Geol. It., Voltcirre Speciale n. 6 (2006), 97-106, 9F, 3 ~abb.
Valtellina: un tipico terroir per il vitigno Nebbiolo
GUIDOMAZZOLENT
( l ) , BARBARA
ALDIGHIERI (2), ALESSIO CONFORTO (3),
LUIGI MARIANI(4) & GRAZIANOMURADA(5)
RIASSUNTO
1
La Valtellina 6 la principale valle longitudinale deli'arco alpino,
modellata essenzialmente lungo il tratto Est-Ovest del Lineamento
Periadiiatico. Tale orientazione conferisce al versante retico, esposto
a Sud, un microclima favorevole alla viticultura. I filari, a rittochiizo
nella forma tradizionale di coltivazione, si trovano su terrazzi sostenuti da muri a secco: il paesaggio costruito che ne deriva è tra i più
caratteristici dell'italia settentrionale. I versanti sono molto acclivi;
l'esposizione \.aria tra 120" e 220". I suoli evolvono su sottili depositi
glaciali o, più spesso, direttamente sul substrato levigato dall'erosione, sono generalmente caratterizzati da ottimo drenaggio. Vierie
tradizionalmente coltivato il Nebbiolo, introdotto dai Monaci Benedettini tra il X e I'XI secolo. Tale vitigno, chiamato localmente
'<Chiavennasca»,6 uno dei punti di forza della tradizione enologica
italiana e costituisce la base insostituibile di una produzione limitata
ma di elevato livello qualitativo che vanta, tra Piemonte e Valteilina,
21 denominazioni DOC e DOCG.
TERMINI
CHIAVE: Valtellina, Lineamento Periadriatico, paesaggio costntito, terroir, Nebbiolo.
ABSTRACT
races supported by stone walls. This ancient man-made landscape
adds a typical note which takes part in characterization of Valtellina
terroir. The bedrock is represented by strongly deformed metamorphic units of both Austroalpine and Southalpine domains. scatterly
covered by thin glacial deposits.
Nebbiolo offers some of the finest and prone to ageing wines in
the world, in particular Barbaresco and Barolo from Piedmont
iunghe, which has a typical exquisite bouquet ranging From golidroi.2
to violets to rose. As a wine grape, Nebbiolo is nevertheless ve- sensitive to both microclirnate and pedological characteristics. Outside
Piedmont area, Nebbiolo wine growing has generallv denied satisfactory results, due to its seiective micro-climatic requirements (ROBINSON, 1998). Nebbiolo, locally called Chiavennasca, has been cultivated
in Valtellina since severa1 centuries and is fully adapted to the local
conditions. Vine-growing in Sondrio province is devoted to both local
consumption (as for instance in Valchiai~enna)and DOCG-DOC production (MURADA
et alii, 2004; Zoia, 2004). The DOCG and DOC
in an
qualified area is limited to the Rhaetian side of Valtell~i~a,
approximatively 45 km long belt which encompasses chief town Sondrio (MARIANI
& COLA,2004). Between 1998 and 2002 the DOCG production was about 21,500 h1 produced in a 850 ha area.
KEY WORDS: Valtellina, Periadriatic liizeament, Mari-ntade
landscape, terroir, Nebbiolo.
Valtellina (Sondrio, Northern Italy): a typical terroir for
Nebbiolo grape.
INTRODUZIONE
Located in the Centra1 Alps o€ Italy, Vatrelli~~a
is the main longitudinal valle? in the Alpine chain, deeply cut by the Adda river, tribuL'Italia è il primo produttore mondiale di uva Nebbiot a n of Coi110lake, the latter being one o € the deepest canvons due to
Messinian erosion (FINCKH,1978). The E-W trending p a n o€ the val- Io, da cui deriva alcuni dei suoi migliori vini rossi. La Valle? is tectonically contialled, running parallel to the Periadriatic Lin- tellina appartiene ad una delle province italiane più setteneament, the main fault of the entire Alpine edifice (LAUBSCHER, trionali, quella di Sondrio, vicino al confine con la Svizzera
1983; HEITZMANN,
1987; CNR, 1990). The geomorphologs of this (fig. 1). La coltivazione della vite vanta qui una plurisecolavaUey is characterized by a strong difference between the opposite
slopes. The southern one, named Orobico, has a northwards expo- re tradizione e la netta prevalenza del vitigno Nebbiolo ne
sure, tvhile the northern one, named Retico (Rhaetian). has a south- fa il secondo terroir a livello italiano e mondiale per estenwards exposure and enjoys a strong solar radiante‘ Glacial erosion
sione di tale vitigno, dopo l'area piemontese.
\videned the valley and smoothed the bedrock up to 2,000 m a.s.1.
La fascia viticola si trova a 46O10' di latitudine nord
Bedrock outcroppings clearly prevail in comparison with scattered,
e
rappresenta
un esempio classico di «paesaggio costruithln Quaternap deposits (BONSIGNOREet alii, 1971). The strong verto» in ambiente alpino. La Valtellina rappresenta una
tical relief frorn the alluvial plain of the Adda river to the adjacent
mountain ridge (about 2,000 meters) is due to a combination of
delle migliori «aree-tipo» italiane per i versanti terrazzati
stiuctural cantrol, fluvial erosion and glacial overexcavation. The
(fig. 2, fig. 3). Questo patrimonio paesaggistico è appena
Rhaetian side is protected h-om the northerly winds and enjoys a
stato inserito nella Tentative list italiana dei siti definiti
microclimate that allows grape growing at a latitude of 46"lO' and
«Patrimonio dell'Umanità» dalllUNESCO.
elevations ranging fi-om aboul 300 ~ i pio 700 m a s.1. (BELLONI&
PELFIKI,1987, FATLLA
et nlii. 2004). Here the noblest italian \vine
I1 presente lavoro si propone di sottolineare l'imporgrape (Nebbiolo)is cultivated on steep sunny slopes, on narrow tertanza del fattore geologico, in quest'area particolarmente
( I ) Dipartimento di Scienze della Ten-a dell'Università degli
Studi di Milano - Stazione Valchiavenna per lo Studio delllAmbiente
Alpino, Chiavenna (SO) - e-mail: [email protected]
(2) Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali, Sez. Milano C.N.R, Milano, Italv - e-mail: [email protected]
( 3 ) Dipartimento di Scienze della Terra delllUniversità degli
Studi di Milano - Stazione Valchiavenna per lo Studio dell'Ambiente
Alpino, Chia~enna(SO), Italy.
(4) Dipartimento di Produzione Vegetale - Università degli Studi
di Milano, Milano. Italy.
(5) Fondazione Fojanini di Studi Superiori, Sondrio, Italy.
evidente, nella morfologia del substrato roccioso e nelle
caratteristiche chimico-fisico-biologiche dei suoli. Su tali
({elementichiave* agiscono poi da un lato le variabili guida meteorologiche (temperatura, umidith, precipitazioni,
vento, radiazione, ecc.) e dall'altro le tecniche agronomiche messe in atto dai produttori (sistemazione dei suoli,
sistemi di allevamento, portinnesti, potature, concimazioni, ecc.). Tutto ciò si traduce in una produzione viticola
con caratteristiche uniche, che fanno dell'areale valtellinese un luogo privilegiato per la produzione di vini di
qualità. La Valtellina mostra tuttavia in modo esemplare
G . MAZZOLENI ET ALI1
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Fig. I - Catena alpina, ripresa dal sensore Modis il 30 settembre 2002. Immagine a bassa definizione di pubblico dominio, dal sito NASA
uvisible Earths. Le aree innevate corrispondono a rilievi di quota molto differente, testimoniando la variabilità dei fattori climatici locali. Si
notino le aree elevate ma con scarse precipitazioni nevose: (I) settore tra la Vai d'hosta e le Alpi Marittime; (11) Canton Ticino; (111) Valtellina
a monte di Tirano; (IV) Valle dell'Adige. In nero è indicato il Lineamento Periadriatico. SO: città di Sondrio. MI: città di Milano.
- Alpine chaiii, shol or1 seprember 30, 2002 by Modis sensor. Free image (loicl defiiilrioil), front ~MsibleEarrhx NASA's website. SII OLI^ coilered
areas corresyor~dio reliefi tcihich greatlx rarzge iii elevarioit, ttidicatiiig local climate variarions. It is u~orthyto obsewe folloiving areas, characterized by htgh alriritde birr scarce sn0i.i~coveritig: ( I ) Wesrenl Alps belii)eerz Aosta vai-1 nnd Alpi Maritrirtie; (II) Canton Ticino, Switzerland;
(111)npper Valtelh~~a,
north of Tirano; (IV)Adige v a l b . Black lirie: Penadriatrc tectonic linear?zenr.SO: Sondno city; MI: Milano city.
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le difficoltb che la conformazione del territorio montano
pone in tutte le fasi di lavorazione in vigna fino aila raccolta delle uve, in altuni casi movimentate per mezzo
dell'eiic.ottroro. Ciò giustifica le dimensioni del vigneto valteiiinese, decisamente piccole rispetto a malte altre aree;
tale Fatto, cui. si connette inevitabilmente la difficoltb di
meccanizzazione di molte pratiche di gestione del vignera, spinge glài oggi alrabbandono dei vigneti piiì marginali
e porrebbe, in futuro, costituire una forte limitazione zlle
attivita viticole in t a b area.
GEOLOGIA
La Valtellina è profondamente incisa nelle Alpi Centrali dal Fiume Adda, che si immette alla quota di circa
200 m s.l.m. nel Lago
- di Corno. Quest'ultimo, a sua volta,
Fig. 2 - Visiorie panoramica dei i.ilie~-idominati dal Caste1 Ci-~irnello corrisponde a uno dei più profondi CU17\1011.5 di erosione
del XIIJ secolo (~ibicatopoco ad est di Sondi-io),dal quale pi-ende il
messjniani ( F ~ J C K H
1978).
,
Tra il cenlro abitato di Teglio
iionie la suiiozona Ci-iiniello. I \igneti sono inseriti armoniosamente e l'iminissione nel Lano si ti-o\,a il tratto di valle orientato
iiel paesag~io,crii-aiterizzato da \-ri.saii~ipre\aleniernerite i-occiosi.
Qiiota topo~i-xFicri
attorno ai 480 m s.l.in. Cortesia Consorzio Tutela Est-Ovest, modellato parallelamente al Lineamento Periadriatico (LPA in fig.
4). Quest'ultimo
corriswonde al ben
Vini di Valiclliiia.
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noto elemento di discontinuità che separa lamcatena Euro.
giri~siis I I ~ I ~ I 1I 0C Gr-1rr17elloDOCG stib:oilc. I~ii7p~nr.ils
ore I~ar.ilio- pa-\.erg-ente da quella Africa-vergente, Alpi Meridionali o
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1990).
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declopc~s.S i / c c,l<,i~trrioi~
is closr io 380 111 ii.s.1. Colirte.;i of Coi~sor:io Sudalpino ( L A u B s c H ~ R 1983;
scritta, i l LPA è rappresentato dalla Linea del Tonale
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VALTELLINA: U N TIPICO TERROlR PER
IL VITICNO NEBBIOLO
(BELTRAMI
et alii, 1971; BONSIGNORE
e t alii, 1971; FORCELLA et alii, 1982). Circa a metà dello sviluppo longitudinale della Valtellina, in corrispondenza del Culmine di
Dazio, si osserva una marcata deflessione che raccorda
due segmenti: quello occidentale, più a sud e quello orientale, posto circa 2 km pih a nord. La deflessione coincide
con una lieve torsione in senso antiorario del LPA e delle
discontinuità secondarie ad esso associate. Vi si osserva
la locale rotazione degli elementi strutturali dalla direzione E-W a quella ENE-WSW (((Engadinesen):quest'ultima
trova un riscontro morfologico nei tratti di cresta subrettilinei comprendenti il M. Bassetta, a ovest della fascia viticola, e del P.zo Mercantelli, a nord di Ardenno.
La traccia del LPA si sviluppa prevalentemente lungo
la parte inferiore del versante destro (retico) e, solo in
parte presso l'estremità occidentale dell'area descritta,
lungo la piana alluvionale ad esso adiacente. L'area a
DOC e DOCG forma una stretta fascia che si estende da
Ardenno, ad ovest, fino a Tirano, ad est, coincidendo
quindi con il segmento a oriente del Culmine di Dazio, I1
substrato è rappresentato da unità metamorfiche intensamente deformate, che mostrano una chiara successione
ed orientazione E-W. Tale fascia si trova presso il limite
meridionale di ciò che, in letteratura geologica, viene
chiamato «Zona di radici,) (HEITZMANN,
1987) o, più frequentemente, Zona Raddrizzata Meridionale (MONTRAsro & SCIESA,1994). Essa è costituita (MONTRASIO&
SCIESA,1994) essenzialmente da unità dell'Austroalpino
superiore (((Scistidel Tonale»: gneiss e micascisti biotitici
a tessitura milonitica) e «intennedio»(gneiss minuti e micascisti), quest'ultimo a monte della fascia vitata. Vi si affiancano unità del Sudalpino (Gneiss di Morbegno, Scisti
di Edolo). L'assetto strutturale favorisce una diffusa fi-atturazione subverticale, impostata lungo i piani di scistosità o a basso angolo con questi. Sono presenti (fig. 4) essenzialmente rocce silicatiche, con sottili livelli di marmi;
affiorano anche limitate masse di rocce granitoidi oligoceniche: gli Intrusivi Periadriatici (LAUBSCHER,
1983; RoFig. 3 - Particolare dei terrazzamenti delh sottozona Sasselia (Triasso,
SEMBERG el a h , 1994).
GEOMORFOLOGIA
In Valtellina, i versanti sono molto acclivi, con valori
d'inclinazione che in alcuni casi possono raggiungere i
70". I1 versante settentrionale (retico) ha un'esposizione
generale verso sud e gode di ottimi livelli di soleggiarnento: nell'intera fascia viticola della Valteliina, l'esposizione
varia da 120" a 220". I1 marcato dislivello tra la oiana alluvionale del Fiume Adda e le adiacenti creste rnck~tuose(in
riferimento all'altitudine media, circa 3.000 metri) si deve
ad una combinazione di controllo stmtturale, erosione
fluviale e sovraescavazione glaciale. Nella parte basale del
versante, interessata dalla viticoltura, i processi erosivi
sono chiaramente prevalenti su quelli che hanno prodotto
i depositi quaternari. Questi ultimi sono costituiti da diffusi, sottili depositi glaciali, variamente ricoperti da colluvio e falde di detrito, generalmente rimaneggiati dalle acque di scorrimento superficiale.
L'erosione glaciale (con forme riconoscibili fino ad 01tre 2.000 m di quota) ha aUargato la sezione della valle e
levigato il substrato roccioso, dando luogo ad un insieme
di rocce montonate le cui superfici di alterazione, con vivaci tonalità ocra, sono la nota distintiva della presenza
re dominante della roccia nel vigneto (fig. 5). Tale colore
Sondrio; quota topografica 360-380 m s.l.m.). Si notano i diiiusi
affioramenti rocciosi e Ia disposizione a nttocl?ii?o dei filari. Cortesia
Consorzio Tutela Vini di Valtellina.
- Vineyards o n terraces in Sassella subzone (Tr~asso,Sor-zdrro, elevati011 rangig betit~eeii360 and 380 ni a.s.1.). Deta~l~ho1c-ìividespread
bedrock outcroppirigs and rittochiiio geornet- o f roiil; fi7atlie jizeuns
roitls pparallel IO mainzunz gradieiit). C o u r t e q o/' Corzsorzio Turela
Vini di Valrellina.
risulta importante per l'effetto di restituzione del calore
per radiazione, particolarmente efficace nella zona denominata Inferno.
L'importanza del fattore geologico nell'evoluzione
morfologica è resa evidente dalla caratteristica configurazione del versante retico, dalla sua base fino a circa
1.000 m di quota. Spostandosi da ovest verso est si 0sserva sempre la medesima sequenza di forme, con un
tratto basale che si alza bruscamente dalla piana alluvionale, molto ripido e impostato su rocce a scistosità pressoché verticale, cui segue un allineamento continuo di
terrazzi e parziali contropendenze, che sottolineano la
traccia della grande dislocazione. I terrazzi si sviluppano mediamente tra i 500 e gli 800 m s.l.m. e tendono ad
innalzarsi progressivamente verso est, con la parziale eccezione costituita dal settore presso Triangia, ove la presenza dei granitoidi oligocenici, nettamente più compe-
G. MAZZOLENI ET ALTI
tenti rispetto alle rocce adiacenti, dà luogo a un «duro»
morfologico in marcato rilievo.
Ad eccezione del grande solco vallivo dei Torrenti
MàIlero/Antognasco e della Va1 Fontana, il versante retico
è inciso da corsi d'acqua di breve sviluppo, la cui proiezione planimetrica misura in genere attorno ai 4-5 km di
lunghezza. Essi sono orientati parallelamente alla linea di
massima pendenza (N-S), con brevi segmenti WNW-ESE
e WSW-ENE, condizionati dall'assetto strutturale del substrato roccioso. Grandi conoidi alluvionali raccordano localmente il fondovalle con la base dei versanti in roccia. I1
fondovalle costituisce una fascia pianeggiante larga in
media 2 km.
UNITA
DI PAESAGGIO E SUOLI
Dal fondovalle fino alla parte inferiore del versante retic0 si possono riconoscere diverse unità di paesaggio, caratterizzate ciascuna da una diversa geornorfologia e, di
conseguenza, da una propria evoluzione dei suoli. Essa è
controllata dalla natura litologica del substrato, dal drenaggio, dalla pendenza e dall'esposizione. Tra le unità più
caratteristiche dell'area vitata valtellinese, vi sono il medio versante e i terrazzi intesi come entità morfologiche
costituite da una superficie sommitale suborizzontale, delimitata da una superficie di erosione. Nel medio versante, caratterizzato da una pendenza media o elevata (fino a
oltre i 4S0), i suoli sono in prevalenza moderatamente
profondi (60- 1 10 cm), con scheletro frequente o abbondante (20-45%), privi di carbonati. Nei terrazzi, i suoli
sono ancora moderatamente profondi (80-100 cm, fig. 6 ) ,
limitati da scheletro abbondante o da orizzonti sovraconsolidati; il contenuto di scheletro va in genere da comune
a frequente (10-30%), sono quasi sempre decarbonatati e
moderatamente evoluti (come indicato dalla brunificazione degli orizzonti B).
Nel complesso, i suoli hanno generalmente una composizione sabbioso-limosa, alta permeabilità, scarsa ritenzione idrica, forte acidità ereditata dal substrato di rocce
essenzialmente silicate (pH tra 4,5 e 5,5) ed un buon equilibrio di oligoelementi assimilabili, con poche eccezioni
et alii,2004). Gli
locali per Mg e B, a volte carenti (FAILLA
interventi si limitano alla caicitazione, praticata con una
certa regolarità, e a concimazioni mirate ad integrare
quanto asportato con il raccolto (basso utilizzo di P e medio di N e K).
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ZONAZIONE VITIVINICOLA
E DENOMINAZIONI IN VALTELLINA
Le attività di zonazione in viticoltura mirano a descrivere un territorio alla luce dei rapporti che si instaurano fra i vitigni coltivati, le caratteristiche ambientali e
l'azione dell'uomo. Scopo della zonazione è quello di valutare le potenzialità produttive e qualitative dei diversi
ecosistemi viticoli attraverso schemi interpretativi appositamente definiti. In questo settore spicca l'attività del
Centro Fojanini di Sondrio, che attualmente collabora
con il Dipartimento di Produzione Vegetale deIl1Università degli Studi di Milano per reaIizzare la zonazione vitivinicola in Valtellina; i primi risultati di tale lavoro
sono stati presentati sulle riviste internazionali di settoet alii, 2004).
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VALTELLINA: UN TIPICO TERROIR PER IL VITICNO N E B B I O L O
Fig. 5 - Tei-razzi su rocce montonate nella sottozona Inleino (Poggiridenti. Sondrio; quota topografica 400 n? s.l.m.).Coi-tesia Consorzio Tutela
Vini di Valtellina.
- Terrrrcrs ciit oir hedrock 1~:1ziclz
ilos been srnoothed by glacinl er.osiori imr11e.s )?rotiroi7i7èes).Irzferilo slrh:orre, izrnr Soiidrio 100 iir a.s.1.).
Coirrtes! «l~Coirsoi.:io Tzrteln I'iizi (li l~'(rlre1lii~n.
L a viticoltura in prmincia di Sondrio dedicata sia al
vino per autoeonsume (come ad e~empioin Ydchiavenna), sia alla prduzione di vini a denorninszione d'ori@ne. In articnlare, l'area qualificata a DOC: e DQCG & l b i tata a versante retico ddla ValteIlinz~~
m n le uniche
emeziani locali di Albosaggia e Sramna, ubicate entrambe presa quello s r ~ b i c a(fig. T). La fascia viticola si
estende da 9'40" a 10'1 5' di longitudine -t, per circa 45
km,su una suprfrtie di 1 ,&Q3 ettari. Seeando I dati oommemiali Fomitì dal Conswairn Tutela Wni della Valtellina,
gli ettari registrati a. DOC e DOCG sano 852 e i produttari
~01x3
4.243 (tenendo in conto anche delle realtil minori).
Me deriva un generzrk frazi~nammtomalto marcato, can
una superficie medi-a inferiom a 0,s ha (salo 7 tra i naggiori prsdtittari djspongam di una superfide Wtah wperiore ai 10 ha],
La qtianr'itz massima tonIe ammessa .alla produzione
ef 94,220 hhl, ean una resa mamima di 120 quintali p r ettaro e una msa massima di uva in vina del ?.CT%. 11 disciplinare per la D W G ha defigltu. che siano &n ris6vlersì
ida??gleiesclasfaramwte i vigmtt ubicati in iem~nideclivi e: di
natwa brecnciam b. L'area qualificata a DOCG corrispande
alla donarninaziane tIaTtellina Saperiore ed e ubicata
welusivarnente su1 versante iietìco. Le singale zane mno:
Vialtelliinhl DDCC,estesa iri modo disr~nrinuotra Asdenno
e Tirana, e qiiattru mttamne df minar estensione, da @ve-
P
Fig. 6 - Visiane di dettagli@di un suo1~attmversa un profilo d o l o gcu reatliz~atuin locakith %n Gervasiq (SO). L'hmagine illusira un.
suolo moderarwnente p r ~ f iàppianenente
~ d ~
d temzm pdnripale,
limitata inferiamene dal sub.tmto rocciasa. ~mt-cisia~md8ziane
Fojanini di Studi +pariori, %adria.
- IChnmterts~ic4 I!@ soii im a prlezIa&kd prdie aiu a San @m&
fOJ.%e pk~fogra?phsbat~1sn mcJderatdy &p s d , f~rnttedm main
rrporphoh
sbpe temwaa S"he suil is limiiied rmmurfS rk bmbbm by
Wmck. foiiiuesy of fo,&ione Fojdnirti di Suill Sup&&, &dri~).
G . MAZZOLENI ET ALI1
- Normali climatiche (valori medi trentennali per il periodo 1971-2000) per le stazioni di Sondrio e di Traona. Nostre
-
elaborazioni su dati del Servizio Idrografico e del Centro Fojanini.
Clinlatic rzormals for stations ofsondrio arid Traona faverage values for 1971-2000period). Valztes obtaiiled froi~zdata of'
Servizio Idrograflco af7d Centro Fojanini.
Temperature medie delle massime mensili
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Traona (252 m s.l.m.)
5.3
7.5
12.7
15.9
20.4
24.4
27.0
26.4
21.7
16.0
9.0
5.2
anno
15.9
Sondrio (298 m s.l.m.)
5.5
7.9
13.3
16.5
20.9
24.6
27.1
26.6
22.0
16.4
9.5
5.4
16.3
anno
Temperature medie delle minime mensili
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Traona
0.5
1.4
5.8
7.9
12.1
14.5
17.2
17.1
13.4
9.2
4.4
1.5
8.8
Sondrio
-1.2 -0.2
3.6
6.9
11.1
13.5
16.0
16.1
12.3
8.0
3.0
-0.2
7.4
gen
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
Precipitazioni medie mensili
feb
nov
dic
anno
Traona
51.3 39.9 73.4 105.6 148.4 139 1 127.2 130.1 141.0 130.6
78.1
52.6
12174
Sondrio
49.0 35.2 58 9
70.8
50.6
991.2
85.8
106.7 108.3
99.9
99.1
109.3 117.7
b
C
st verso est, Sassella, Grt~inello,Infènlo e Valgella. Queste
ultime condividono pressoché il medesimo substrato, costituito in prevalenza da micascisti milonitici (Scisti di
Edolo); solo nella parte più settentrionale dell'area del
Grrlnieilo affiora la Granodiorite di Triangia (Intrusivi Periadriatici).
Nel dettaglio, la zona Sassella (dal nome della chiesetta della Sassella ai piedi dell'omonirno sperone roccioso)
misura 150 ha; la zona Gruniello (dal Caste1 Grumello, del
XIII secolo) misura 96 ha; la zona Inferno (daIle ternperature molto elevate, raggiunte nei piccoIi terrazzi dominati
da grandi masse rocciose) misura 65 ha e la zona Valgella
(dal latino i~allicula)comprende l'area a vigneto più estesa, di 161 ha. Nel 2001 stata aggiunta una quinta sottozona all'estremo occidentale dell'area a DOCG, nel comune di Berbenno in Valtellina, denominata Maroggia.
Esiste infine un'area ben più ristretta, corrispondente
a tutti gli effetti ad un crtr: il Vigneto Fracia.
CLIMA
La fascia vitata della Valtellina presenta il clima caratteristico dell'area alpina interna, il cui carattere più saliente è costituito dalla relativa scarsità di precipitazioni
rispetto alla ben piu piovosa area alpina esterna (effetto
endo-alpino), con una piovosità media annua dell'ordine
degli 850-1.200 mm e con valori che diminuiscono gradualmente man mano che si risale la valle (BELLONI&
PELFINI,
1987; MARIANI,
1996).
La distribuzione stagionale delle precipitazioni vede il
massimo nel semestre estivo (aprile-settembre) ed i1 minimo nei semestre invernale. 11 massimo precipitativo estivo
è dovuto alle infiltrazioni di aria fresca atlantica nella media troposfera, associate al transito di perturbazioni a
nord delle Alpi, a cui consegue la genesi di temporali anche violenti, talora accompagnati da grandine. Al quadro
delle precipitazioni contribuiscono infine in modo sostanziale le perturbazioni atlantiche in transito sul Mediterraneo, a cui sono per lo più da attribuire le fasi perturbate
primaverili e autunnali.
Le temperature medie annue del fondovalle risultano
dell'ordine di 11/12"C, con una mitezza in parte vanificata
dalla tendenza, tipica del semestre freddo, all'accumulo di
masse d'aria fredda che scivolano dalle pendici nel periodo notturno («lago freddo») e che espongono il fondovalle
& COLA,2004).
stesso al rischio di gelate (MARIANI
Nettamente più favorito sul piano termico è il versante vitato, che gode di un'esposizione prevalente verso Sud:
a livello medio annuo ciò comsponde un guadagno teret
mico di circa 1-1S0C rispetto al fondovalle (BRIGATTI
alii, 1991).
L'effetto dell'esposizione spiega anche gli elevati livelli
di radiazione riscontrabili nella fascia vitata, con una radiazione fotosinteticamente attiva (PAR) media annua
teorica (calcolata ipotizzando l'assenza di copertura nuvolosa) dell'ordine di 2.700-3.200 MJlanno per metro quaet alii, 2004).
drato di terreno (FAILLA
L'impronta più marcata sul regime dei venti della valle è data dai fenomeni di brezza, tipici delle fasi di tempo
stabile e soleggiato. Con una media di 25-35 casi i'anno,
sono importanti gli episodi di foehrz (detto anche favonio:
correnti impetuose in ricaduta lungo il versante sottovento), in coincidenza dei quali si assiste a condizioni di vento forte in folate, con illimpidimento del cielo, sensibile
diminuzione dell'umidità relativa (fino a valori inferiori al
10%) ed aumento anche consistente delle temperature.
Tale fenomeno può determinare condizioni di stress idrico per la vite che tuttavia non rappresentano di norma un
fattore limitante di rilevo per la viticoltura della Valtellina, in virtù della buona piovosità estiva.
Nella tab. 1 si riportano i dati termici e pluviometrici
di due località dell'area valtellinese rappresentative della
bassa (Morbegno) e media vallata (Sondrio).
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VALTELLINA: U N TIPICO TERROIR PER IL VITIGNO NEBBIOLO
I VITIGNI
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La VaLtellina è essenzialmente terra di vitigni a bacca
rossa. I vini bianchi sono sempre al livello inferiore del sistema di denominazione (IGT) e si ottengono in genere
dalla vinificazione in bianco dei medesimi vitigni, ai quali
sono recentemente stati aggiunti alcuni «internazionali» a
bacca bianca, come Sauvignon e Chardonnay. Per i DOC
e DOCG di Valtellina il disciplinare consente, a complemento del predominante Nebbiolo, l'uso limitato di alcune uve autoctone rosse, non aromatiche, come Pignola,
Rossola e Brugnola; solo recentemente sono stati ammessi, sempre in minima quantità, anche vitigni ~internazionali))come Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Merlot.
I1 Nebbiolo, uno dei più nobili vitigni italiani, è stato
probabilmente impiantato nelle vallate alpine dai Monaci
Benedettini, tra il X e I'XI secolo (ZOIA, 2004); solo più
tardi avrebbe raggiunto le famose zone piemontesi delle
Langhe e del Roero. Questo vitigno di difficile ambientamento offre tra i più fini e longevi vini al mondo (ROBINSON, 19981, valorizzati da un tipico, fine bouquer che spazia dai sentori floreali di violette e rose al goudron
(termine francese - che significa catrame - con il quale si
definisce il profumo amaro, leggero e gradevole dei grandi vini invecchiati e ben conservati, AA.W., 2004).
Lo storico nome locale «Chiavennasca» dato al Nebbiolo non ha alcuna attinenza geografica con la città di
Chiavenna ma deriverebbe da ciu vinasca, ossia vitigno
(<conpiù vena e vigoren o che da più vino» a secondo
delle interpretazioni. Altri sinonimi conosciuti per Chiavennasca sono Marchesana, Brunenta, Prunenta, Melasca, Picutener e Spanna. I1 grappolo maturo è di grandezza media, a forma conica o cilindrica, con ali poco
sviluppate. Gli acini sono piccoli, di dimensioni non sempre uniformi, ellissoidali, corti. Si adatta bene in località
montane soleggiate e riparate dai venti freddi. Ricco di
tannino ed aromi, il Nebbia10 è relativamente scarso in
antociani, che vanno estratti il più possibile dalle bucce
durante le prime fasi della macerazione, adottando le opportune tecniche di cantina, per evitare di realizzare vini
di colore troppo tenue (poco apprezzati dal consumatore
attuale). La selezione clonale è stata avviata negli ultimi
anni con il supporto tecnico del Centro Fojanini di Sondrio e, nel caso di un singolo produttore, dell'Istituto
Agrario di San Michele alllAdige. In alcuni casi sona stati
realizzati impianti con doni selezionati da vivai ubicati in
altre aree; il portainnesto Riparia x Rupestris 420lA è risultato quello meglio adattato alle caratteristiche locali
dei suoli, molto ben drenati e di elevata acidità (FAILLA
et
alii, 2004).
La Pignola è un altro vitigna che concorre all'uvaggio
per la produzione dei vini classici di Valtellina, ai quali
conferisce colore e sapidità (gusto di nocciola). E conosciuto anche con i nomi di Pignola Valtellinese, Pignolo
Spanna e Pignolo Spano; si tratta di un vitigno di origine
piemontese introdotto successivamente in Valtellina, dove
già nel XVI secolo veniva coltivato. I1 grappolo è di dimensioni medio piccole o piccole, cilindrico corto (con 1
o 2 ali) o piramidale allungato (con 3-5 ali): gli acini sono
medio-piccoli, sferoidali o leggermente appiattiti, di colore blu-nero nelle parti direttamente esposte alla luce del
sole.
La Rossola è un'uva a maturazione tardiva, conosciuta anche con il nome di Rossera, Rossola Nera o Rossolo
e nota in Valtellina già nei XVI secolo. I1 grappolo maturo
G. MAZZOLENI ET ALI1
vino
mesi
G
Fig. 8 - Vigneti della sottozona Grumello (Castel Grumello-Montagna in Valtellina, quota topografica tra 300 e 550 m s.l.m.). Da FAILLA
BI alii (2004).
- V i i i ~ r d i12
s Gniiilello s~hrone(Castel Grumello-Montagnaiiz Valtellina, elevation raizgii~gberii~een300 ai7d 550 111 a.s.1.).Afrer FAIUA e1 alii (2004).
è di dimensioni medio-piccole, cilindrico oppure piramidale, spesso con un grappolino peduncolare sviluppato.
Gli acini hanno dimensioni medie e per effetto della compressione diventano piriformi. Sono di colore violetto,
non sempre uniforme perché la sua intensità dipende dalla carica produttiva. Nella percentuale variabile concessa
dal disciplinare conferisce al vino un'adeguata acidità, favorendone conservazione e invecchiamento.
Le uve Rossola e Pignola conferiscono una certa nota
ammandorlata, che risulta evidente ai palati p i ì ~fini soprattutto nei vini della sottozona Grumello.
poggio),, tipico della viticoltura collinare). I1 vigneto presenta viti più alte (fjno a 150 cm di distanza tra grappoli e
suolo), maggior densità d'impianto (fino a 7.500 ceppi per
ettaro come massimo, al momento sperimentato da un
singolo produttore) e potatura a cordone speronato. Le caratteristiche morfologiche del territorio rendono difficilmente realizzabili lavorazioni del terreno meccanizzate
quali aratura e Fresatura; nella maggior parte dei vigneti
si controllano le erbe infestanti con l'ausilio di un diserbo
autunnale e con la falciatura estiva; sono in aumento i vigneti ad inerbimento totale. L'unica meccanizzazione utilizzata riguarda la raccolta ed il trasporto dell'uva in vendemmia, con teleferiche e, talora, sistemi a monorotaia.
METODI DI COLTWAZIONE
I vigneti sono coltivati su ripidi versanti ben soleggiati, in stretti terrazzi (ronchi) sostenuti da muri a secco
(fig. 8). La lunghezza complessiva di questi ultimi è stimata in circa 2.500 krn; le tecniche costruttive e le conseguenti caratteristiche sono molto simili a quelli della vicina Valchiavenna.
Nelle coltivazioni tradizionali, i grappoli si trovano vicini al suolo (circa 70 cm); i filari sono disposti lungo le
linee di massima pendenza, per sfruttare al meglio la radiazione solare. La densità d'impianto varia tra 3.700 e
4.500 ceppi per ettaro; impianti più fitti non sono di norma raccomandabili dato che il Nebbiolo è un vitigno vigoroso che esige una potatura mediamente lunga (da 10 a
12 gemme). I più comuni sistemi di potatura sono gtcyof
modificato e silvoz (MURADAet alii, 2004). Negli ultimi
anni, laddove la profondità del suolo lo consente, alcuni
vigneti sono stati organizzati in filari paralleli alle isoipse
(per le aree montane si preferisce la definizione «sistemazione in traverso» al termine «giropoggio»o meglio «gira-
I VINI
La certificazione di qualità dei vini valtellinesi giunge
ad una svolta con l'ottenimento della DOCG nel 1998. Dal
9 maggio 2002, la piramide della D.O. (denominazione
d'origine) dei vini di Valtellina è la seguente (tab. 2):
I1 Valtellina Superiore è ottenuto dalla vinificazione
di uva nebbiolo per almeno il 90% raccolte e selezionate
ali'interno dei vigneti di produzione del Valtellina Superiore; la resa massima consentita è di 80 quintali per ettaro ed è previsto un affinamento minimo di 24 mesi. All'interno della zona di produzione del Valtellina Superiore
sono presenti le cinque sottozone che hanno parametri
produttivi più restrittivi (descritte in precedenza).
I1 Rosso di Valtellina è costituito almeno da11'80% di
uve Nebbiolo e risulta essere di utilizzo versatile sia come
vino giovane, quando offre profumi freschi e un colore
rosso vivo, sia come vino da invecchiamento. La resa
massima è di 100 quintali per ettaro, mentre la resa in
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VALTELLINA: U N TIPICO TERROIR PER IL VITIGNO NEBBIOLO
vino è del 70%. L'affinamento minimo previsto è di 9
mesi a partire dal 1" dicembre successivo alla raccolta.
Gli IGT, unici tra i vini valtellinesi, sono bianchi, rosati o rossi ottenuti dai vitiani raccomandati ed autorizzati per la Provincia di ~ o n d r i o .
Le principali caratteristiche delle attuali tecniche di
vinificazione sono: innalzamento della temperatura Rno a
28 "C all'inizio della fermentazione: controlli nutrizionali
ai lieviti, controllo dell1ossigenazio;e e della temperatura;
macerazioni di 6-10 gg., a volte macerazione finale a caldo (40-42 "C per 2 gg.); fermentazione malolattica direttamente in legno (barriqrtes, tonnentrx, fino a botti da 20-30
H1) sempre con batteri indigeni e completata entro
dicembre; affinamento in legno; messa in bottiglia dopo
18-24 mesi dalla fermentazione malolattica.
Lo Sforzato o Sfursat deriva da una vendemmia tardiva (2" o 3J decade di ottobre, fino alla l a di novembre) ed
è I'unico vino rigorosamente monovarietale. L'uva può essere raccolta e selezionata all'interno dei vigneti destinati
a DOCG e DOC, a bassa produzione (massima consentita
80 qlha, in genere 60-70 qlha). Solo i grappoli migliori di
Nebbiolo (non più di di 40-50 qlha), spesso privati della
parte inferiore meno matura, vengono selezionati per lo
Sforzato. I grappoli subiscono una disidratazione naturale
che può superare il 30%. Per ottenere ciò, se il clima di
ottobre è propizio, i tralci con i grappoli vengono parzialmente tagliati e lasciati seccare sulla pianta per circa 25
giorni. Secondo tradizione, I'appassimento dei grappoli
awiene in solai, su graticci di vimini (fig. 9). Oggi vengono predisposti appositi locali, ben ventilati. I grappoli ben
maturi hanno un contenuto medio di zuccheri attorno al
18-20%; dopo I'appassimento tale concentrazione raggiunge il 26-27%, ideale per I'invecchiamento in piccoli
carati di rovere. L'invecchiamento minimo è di 20 mesi, i
primi 12 dei quali in rovere; la gradazione minima è fissata al 14%.
Nella tab. 3 sono riportati i dati di produzione medi
annuali per le vendemmie h a il 1998 ed il 2002.
n
I
Fig. 9 - Metodo tradizionale di appassimento dei grappoli di Nebbiolo selezionati per la produzione dello Sforzato. Cortesia Consoi.zio
Tutela Vini di Valtellina.
- Tradifional irzethod for Sforzato ii~irieproduction: \i:itherii?g ni~n'
shriiikuge o/'selected Nebbiolo grapes. Co~rrresyo/' Coiisor:io Tritela
Vir~idi Vultellzna.
- Rappresentazione delle diverse tipologie di vini a denomi-
nazione d'origine prodotti in Valtellina, secondo lo schema
della *piramide di qualità)). La base include i vini soggetti a
restrizioni meno severe, corrispondenti ad una maggior
produzione (IGT).
- «Pyrai?~idqzlality)) diagram slzoi.z,ing Valtellina ~virles.
Base inclndes wirzes ~vhichrespect less restrictive prescribing
rtiles, genera. prodtlced in kigher ar7zoLcllt (IGT).
SFORZATO di VALTELLINA DOCG
VALTELLINA SUPERIORE DOCG
CONCLUSIONI
ROSSO di VALTELLINA DOC
Tra le caratteristiche che rendono riconoscibile il vigneto valtellinese, spiccano quelle intrinseche del territorio, determinate in buona misura dal fattore geologico.
Esse sono:
1) la superficie utile coincidente con versanti montuosi di forte inclinazione esposti prevalentemente verso
sud. in minima parte con la base del versante stesso (conoidi alluvionali) o la piana alluvionale;
2) I'ubicazione dei filari su un sistema di terrazzi sostenuti da muretti a secco, con predominanza di rocce affioranti o subaffioranti e depositi quaternari subordinati,
in forma di lembi sottili e discontinui;
3) i suoli relativamente sottiIi, molto ben drenati,
spesso SOVI-appostia Lin substrato fittamente fratturato,
raramente sostenuti da orizzonti limo-argillosi sovraconsolidati di origine glaciale, di natura marcatamente acida
ereditata dal substrato di rocce silicate.
Le caratteristiche esposte indicano allo stesso tempo
condizioni favorevoli, testimoniate dall'ottima riuscita di
un vitigno esigente come il Nebbiolo, e le difficoltà determinate dalla logistica difficile. Questa riguarda tutte le
fasi di coltivazione e di raccolta delle uve, traducendosi in
TERRAZZE RETICHE di SONDRIO IGT
- Dati di produzione medi annuali per le vendemmie effet- Average
tuate tra il 1998 ed il 2002.
annua1 wine prodtlctioit of'rhe per-iod 1998-2002.
Sforzato
Valtelllna Superiore
uva
v!no
7,000 q
26 000 q
3,500 q
18,000 q
alti costi e in una generale tendenza alla riduzione della
produzione. La risposta dei produttori valtellinesi è stata
nel complesso positiva, come indicato daIla scelta di investire sul miglioramento del livello qualitativo, a volte attraverso il reimpianto delle vigne con utilizzo di forme di
coltivazione diverse da quelle tradizionali.
G. MAZZOLENI ET ALI1
L e d i n a m i c h e e c o n o m i c h e i n d i c a n o due e l e m e n t i di
r e c e n t e i n d i v i d u a z i o n e : (I) l ' a n n o scorso in I t a l i a si è verif i c a t o per l a p r i m a v o l t a il « s o r p a s s o » d e l l e v e n d i t e di
v i n o i m b o t t i g l i a t o r i s p e t t o a q u e l l o s f u s o ; (11) s i s t a afferm a n d o un t i p o d i c o n s u m a t o r e non t r a d i z i o n a l e , che vede
il v i n o non come i n t e g r a t o r e a l i m e n t a r e ma come oggetto
di consumo ((edonistico)).
T e n u t o c o n t o di q u a n t o a c c e n n a t o , l a sfida p e r il f u t u r o
è s u p e r a r e le oggettive difficoltà e i c o s t i elevati d e l l a vitic o l t u r a d i m o n t a g n a , a t t r a v e r s o un ulteriore m i g l i o r a m e n t o qualitativo c o m p a t i b i l e con un m e r c a t o « d i nicchia)), inv e s t e n d o ancora s u l l a s e l e z i o n e c l o n a l e e s h t t a n d o la
tipicità d i un vitigno prestigioso q u a n t o poco diffuso.
Gli autori desiderano ringraziare le seguenti persone e soggetti
per aver messo a disposizione dati, indicazioni utili ed immagini:
ProF. Diego Zoia, Prof. Attilio Scienza, Dott. Attilio Montrasio, Consorzio Tutela Vini di Valtellina, e i prolf. Mario Vanossi e Maria
Bianca Cita per le utili e costruttive revisioni.
Lavoro eseguito nell'ambito del Progetto .Paesaggi terrazzati
dell'Arco Alpino* (INTERREG. 111-B sALPTER>>e finanziato per la
stampa dall'1stituto per la Dinamica dei Processi Ambientali - CNR,
sezione di Milano.
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