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Novembre-Dicembre - Caritas Diocesana di Palermo
SE OGNUNO FA QUALCOSA ° 10 anno informaCaritas Palermo NOVEMBRE/DICEMBRE 2010 ANNO 10 - NUMERO 6 Spedizione in abbonamento postale - Legge 662/96 - CMP Palermo www.caritaspalermo.it Il monito del Cardinale Romeo nel suo messaggio alla città di Palermo In caduta libera - Rapporto 2010 su povertà ed esclusione sociale in Italia 2011 - Anno del volontariato Memoria del 100° Anniversario di Ordinazione Sacerdotale del Card. Ernesto Ruffini La rubrica volti e storie: la storia di Vincent Arcidiocesi di Palermo Caritas Diocesana 90134 Palermo - Via Matteo Bonello, 2 indice www.caritaspalermo.it novembre/dicembre 2010 Direttore responsabile: diac. Pino Grasso Natale forza di cambiamento per i poveri Natale e la risposta del silenzio . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 A Ballarò i confrati panettieri insegnano ai giovani disoccupati . Direttore editoriale: mons. Benedetto Genualdi Redazione: Tommaso Calamia Giuseppa Calò Fernanda Di Monte Sara Gallo Giuseppe Gianbusso Salvo Grasso . . 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 “Il mondo che la gente chiede dipende da quello che la gente fa” Il monito del cardinale Romeo nel suo messaggio alla città di Palermo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 In caduta libera . 7 Presepe di pane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La famiglia in Sicilia in caduta libera . Famiglie in bilico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Il senso di possibilità anche “in caduta libera” L’uomo ed il lavoro al centro . . . . . . . . . . . . . . 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Una speranza per le nuove generazioni Progetto grafico e impaginazione: Tony Aiello [email protected] . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Il volontariato si espone . In-Con-Tra. Educazione e salute: una ONG Siciliana il CO.P.E. per lo sviluppo degli emarginati nella periferia di Lima . . . . . . . 15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Educazione all’ambiente . Redazione e Amministrazione: Via M. Bonello, 2 - 90134 Palermo Tel. 091.6077261 - Fax 091.335437 Stampa: Officine Tipografiche Aiello & Provenzano Bagheria (Palermo) Spedizione in Abbonamento Postale Etica è legalità La nuova sede del comitato Addiopizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Una scuola anche per i genitori: progettare una nuova realtà educativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Scuole occupate: una lettura di contesto Educare in Sicilia: risorse e problemi. Per dare un tuo contributo: c.c.p. 11297900 - Palermo oppure: C/C BANCARIO S. PAOLO IMI AG. N. 8 - Via E. Restivo, 85 90041 Palermo Conto Corrente n. 961 Coord. Banc. ABI 1025 - CAB 4608 Specificare la causale del versamento 19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Riparazione e Responsabilizzazione: quali interventi per ri-costruire legami sociali? . Rigiuto? Risorsa! Baratto!! Registrazione Tribunale di Palermo, n. 12 del 2001, decreto 6/12-6-2001 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 A cento anni dall’Ordinazione Sacerdotale di Ernesto Ruffini . . . Diritti negati, bisogni scoperti “oggi”: quale sfida per il Sociale? . I desideri di Ibervillea . 23 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Festa di Natale in carcere tra divertimento, emozione e speranza Una cena “rosso Cardinale” . . . 26 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 “Palermo, lo Zen torna al centro della progettazione cittadina” . 27 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 La storia di Vincent Luce del mondo . Lo sportello d’ascolto per le dipendenze patologiche scende in strada . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Stanno tutti bene 22 . . . . . . . . 30 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 editoriale di mons. Benedetto Genualdi Natale forza di cambiamento per i poveri l periodo di Natale ogni anno viene utilizzato dai mass media come tempo nel quale fare il punto sulla situazione socio economica della popolazione, di verifica sulla presenza dei poveri nei nostri territori. La domanda cruciale è sempre la stessa: sono aumentati i poveri quest’anno? A dir la verità tutto ciò è molto strano, se si considera che la domanda sulla povertà è bene che ce la facciamo anche nel resto dell’anno, che dobbiamo evitare di cadere nel tranello di rimanere alla superficie del problema che mette in correlazione la crisi dei consumi, di cui si lamentano i palermitani, e l’aumento della povertà. Credo che sia opportuno riflettere su due equivoci che impediscono di affrontare efficacemente il tema dello stato di povertà, se vogliamo che sia facilitato l’avvio di un nuovo processo culturale e sociopolitico per superare gli ostacoli che impediscono lo sbocco in uno status sociale migliorativo delle persone e delle famiglie, che di fatto si trovano escluse dal produzione e dalla fruizione della ricchezza. I due nodi problematici sui quali riflettere sono: da una parte l’equivoco che tende a identificare la povertà con la povertà economica, dall’altra parte l’equivoco che tende a fare permanere una certa confusione tra situazione di povertà e condizione di impoverimento. Se si fa eccezione dei fenomeni di povertà conclamata che sono connessi con il barbonismo, dobbiamo considerare soprattutto quelle tipologie di nuove povertà, che obbligano alcune categorie di persone a vivere e a rimanere in uno stato di povertà, che deriva proprio dall’esclusione sociale. Le nuove povertà sono rappresentate dalla solitudine degli anziani, da I quanti vivono uno stato di dipendenza da alcool, droga, fumo, ma anche a motivo del ricorso sfrenato al gioco di azzardo. La condizione poi di quanti subiscono violenza e sfruttamento sessuale è certamente da considerare all’interno del grave problema della crescita di questi nuovi poveri. L’esclusione poi dal lavoro e dal lavoro nel proprio paese determina forme quanto mai preoccupanti di disagio socio-economico e socio-culturale, di cui piange le conseguenze il nostro Sud e la Sicilia in particolare. Alle promesse e alle proposte della politica (di tutte le forze politiche) fatte in fase preelettorale non corrispondono il più delle volte seri programmi strutturali capaci di invertire la tendenza all’impoverimento. Senza entrare nel dettaglio di singole promesse e proposte, possiamo dire che sono nel ricordo di tutti alcuni temi ribaditi in tutti i dibattiti politici e nelle sedi più diverse: aumento dei salari, difesa del potere di acquisto delle pensioni, superamento dell’emergenza abitativa attraverso un piano sociale della casa, iniziative a sostegno della maternità e alla prima infanzia attraverso l’accesso a bonus, all’incremento di asili nido e scuole materne a tempo pieno, assegni sociali in caso di disoccupazione involontaria. Queste ed altre misure, comunque, hanno un valore positivo per quanti si trovano a rischio di povertà, ma chiediamoci: quali misure vengono prese per quanti già vivono la povertà estrema o che già sono caduti in una condizione di povertà? Ci poniamo ancora una domanda: quali misure adottare per quegli italiani che non hanno una casa propria (20%)? Quali misure adottare per chi non ha un lavoro, e non ce l’ha da anni, e per chi ha un lavoro precario, e che magari sente di poterlo perdere per la crisi in atto? Gli utenti delle mense della carità sono in aumento, e non solo per la presenza degli immigrati. Le richieste di alloggio in centri di accoglienza sono in aumento. Solo a Palermo lo scorso anno si contavano 1072 sfratti, di cui 805 per morosità. Sono dati che si riferiscono “alle categorie più disagiate, che con i loro redditi bassi o medio-bassi non sono in grado di assolvere ai pagamenti dovuti, incrementando, pertanto, la fascia di povertà delle famiglie di questa città. E allora cosa fare? Il Natale di quest’anno riuscirà ad avere una lunghezza d’onda capace di andare oltre l’effimero? Per la Chiesa il Natale è memoria dell’Amore di Dio che prende Carne in Gesù di Nazaret, e quindi dovrebbe avere una forza propulsiva capace di cambiamento e di rinnovamento. Ce lo auguriamo di cuore. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 3 natale di Fernanda Di Monte Natale e la risposta del silenzio atale? E’ una parola che si pronuncia quasi timidamente, perché è ancora possibile, oggi far capire a tutti cosa è il Natale?”. Un interrogativo che si poneva il grande teologo Karl Rahner (1904-1984) e che si presenta puntualmente ogni anno. Per i più è una festa in cui si aspettano e si fanno i doni, ci si ritrova coi familiari, ci si sente più buoni e così via. Ma al di à di tutto questo cosa c’è? “Le grandi esperienze di vita”, scrive Rahner, “sono indubbiamente un dono di Dio e della sua grazia, ma il più delle volte vengono concesse solo a colui che è pronto a riceverle. Altrimenti la stella spunterebbe sulla sua vita senza che egli possa vederla”. Per i momenti forti della vita, quindi anche per “le massime solennità della nostra salvezza” è necessario “preparare tutto l’uomo corpo ed anima”. La prima cosa importante è prepararsi al Natale. La seconda, forse, potrà sembrare un controsenso, ma non lo è, è di essere capaci di rimanere soli. “Se ci riuscirai veramente”, sottolinea il teologo, “potrai “N sperare di donare a coloro che ti sforzi di amare un cuore natalizio, ossia mite, paziente, pronto a tutto, delicato”. Questo è il vero dono da mettere sotto l’albero, se non si vuol correre il rischio che tutti gli altri si riducano a delle spese inutili che si potrebbero anche rimandare ad altri tempi. Saper stare da soli con se stessi, incon- 4 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci trarsi con se stessi, per poter veramente essere con gli altri. Attendere in silenzio che Gesù parli al cuore. “Si prende coscienza della presenza di Dio, quando si tace”. Non è facile, bombardati come siamo, dal frastuono delle parole, delle cose da fare. Se riusciamo a tacere si apre il mondo nuovo del vero Natale. Allora il silenzio non ci atterrisce più. Il Gesù che si “fa carne” si mostra nella sua piccolezza facendoci il dono della pace. E questo è appunto il messaggio di Natale: “Dio è veramente vicino a te, là dove sei, purché tu sia aperto a questo infinito”. Questa esperienza del cuore è l’unica con cui possiamo comprendere esattamente il messaggio di fede del Natale: Dio si è fatto uomo. A volte, lo affermiamo senza convinzione, senza percepire la profondità di tale espressione. Che Dio si fa uomo, richiede una attenzione a riconoscere che Lui si rivolge ad ognuno personalmente e lo riconosciamo nella nostra vita e nella nostra storia come nostra salvezza. Allora il Natale, il “Gesù con noi” non è riferibile solo a un giorno dell’anno ma ad ogni momento del nostro esistere. Natale, ogni giorno, ogni momento se apriamo il nostro cuore. Questo è il vero Natale! natale di Roberto Clementini A Ballarò i Confrati panettieri insegnano ai giovani disoccupati na grande speranza si concretizza verso i nuovi bisogni del lavoro che manca. In un quartiere popolare, ricco di moltissime presenze confraternali, l’antica Confraternita dei Panettieri in S. Isidoro Agricola, sensibile ai bisogni dei giovani del quartiere, dà il via ai corsi per diventare fornaio. Questi confrati, che vivono del loro lavoro e in cammino con tutte le Confraternite palermitane, alla sequela del loro Pastore il Cardinale Paolo Romeo, si mostrano sensibili a venire incontro ad un grande bisogno di dieci giovani in un quartiere che vuole vivere la propria rinascita attraverso il ripristino della legalità ed il valore del lavoro. Ma esaminiamo per un momento il fenomeno che porta uomini a condividere con gli altri la loro esperienza; afferma spesso il nostro Presidente nazionale della Confederazione Dott. Francesco Antonetti che dobbiamo essere capaci di riproporre, nella nuova società che ci U circonda, in chiave moderna, un modo antico di fare la Carità, che ha reso grande nei secoli il movimento delle Confraternite e di rispondere ai nuovi bisogni della gente. Un progetto che vale per tutti noi ed oggi anche la stampa siciliana presenta la notizia con belle foto dove si vedono alcuni attori principali, espressione della Chiesa palermitana. La confraternita, sempre sensibile alla guida del Centro diocesano per le Confraternite, aperta alla collaborazione in Parrocchia con il Parroco, aperta alla Caritas diocesana con il suo Direttore, agli uffici diocesani dei problemi sociali e del lavoro, della Pastorale giovanile ed ai Centri sociali di S.Chiara e San Francesco Saverio tutti insieme a rispondere con i fatti a ciò che il Vescovo va sollecitando da sempre, anche con la sua lettera pastorale, la comunione, il dialogo, l’apertura mentale di fare tutto per il Vangelo, così come ci insegna San Paolo. PRESEPE DI PANE di Dino Ceraulo A nche quest’anno si rinnova l’antica tradizione del presepe di pane artistico realizzato dai Maestri Fornai di Palermo. Il presepe è la testimonianza del cammino di fede “Insieme” delle Confraternite di Gesù e Maria dei lavoranti fornai e di Maria SS. Addolorata del Venerdi Santo. Il nostro presepe di pane artistico, che ogni anno riscuote sempre maggiori consensi, si realizza da circa 20 anni nella suggestiva Chiesa di S. Isidoro Agricola meglio conosciuta come Chiesa dei Fornai. La Chiesa di S. Isidoro, costruita nel 1643, appartenne fin dalle origini alla Compagnia dei lavoratori fornai dove ha sede la Confraternita di “Gesù e Maria” dei suddetti lavoratori e, in epoca più recente, anche la Confraternita di Maria SS. Addolorata del Venerdì Santo, fondata nel 1922/23, promotrice di una processione famosa nel quartiere dell’Albergheria di Palermo. La chiesa è dedicata a S. Isidoro, umile contadino vissuto a Madrid nel sec. XII e canonizzato nel 1622 da Papa Gregorio XV. S. Isidoro è patrono della città di Madrid e santo protettore della Famiglia Reale di Spagna e il suo culto si diffuse in Sicilia negli anni del viceregno spagnolo. Il suggestivo presepio è interamente realizzato con lo stesso materiale, il pane, per dar vita ad una espressione concreta di fede. Tutti i personaggi, forgiati dalle abili mani dei Maestri Fornai della Confraternita di “Gesù e Maria” dei lavoranti fornai, (e precisamente: Vincenzo Catalano, Giovanni Catalano, Pietro Lazzara, Franco Gulotta, Salvatore Marino e Salvatore Lodi), prendono forma e lentamente, il classico panorama del presepio assume uno scenario particolare. I soggetti realizzati prendono poi posto nella realizzazione scenica curata dai ragazzi della Confraternita di Maria SS. Addolorata del Venerdi santo e precisamente: Paolo Gulizzi, Alessio Gulizzi, Filippo Sapienza, Paolo Milazzo e Giovanni Mezzatesta. Pane e vita sono un binomio presente nell’esperienza quotidiana in questo presepio, tale binomio diventa anche una proposta, visto che Cristo è venuto nel mondo “perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Il presepe è stato inaugurato l’8 dicembre 2010 e rimarrà sino al 6 gennaio 2011 disponibile per le visite tutti i giorni nelle ore: 9.30 - 12.30 / 16.00 - 19.30. Oltre la realizzazione del presepe, la Confraternita con una punta di orgoglio ci tiene a far conoscere l’istituzione di un corso per preparare i giovani, del quartiere e non, alla nobile arte del fornaio, gli stessi ragazzi sono momentaneamente impegnati in alcune borse lavoro della Caritas diocesana e stanno effettuando del tirocinio pratico sul campo in alcuni forni della città. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 5 arcidiocesi di Pino Grasso “Il mondo che la gente chiede dipende da quello che la gente fa” Il monito del cardinale Romeo nel suo messaggio alla città di Palermo uardiamo questa nostra Città. Sì, so bene che è più facile scorgerne le brutture, specie quelle che saltano subito all’occhio, i disagi nei quali da sempre sembra immobilizzata. Ad uno sguardo più attento si riconosce che c’è troppo poco senso di responsabilità che soggiace a tante di queste brutture. E questo ad ogni livello, specie quando il disinteresse e l’egoismo diventano sostrato culturale che impoverisce le straordinarie potenzialità di questa nostra Città”. E’ quanto ha detto nel suo primo messaggio alla Città, da cardinale l’Arcive- “G scovo Paolo Romeo, il quale ha invitato i politici, amministratori e semplici cittadini ai doveri civici. “È certamente evidente lo stallo politico-amministrativo che attanaglia questa “Palermo felicissima”. Risentiamo senza dubbio di un “effetto a cascata” a partire dalla situazione regionale e nazionale. Ma lo stallo sembra essere anche quello delle tante coscienze che non credono più nel cambiamento e che non si impegnano in una vera responsabilità condivisa. Tutti desideriamo una Città più pulita. E questo dipende da una efficiente raccolta dei rifiuti. Ma c’entra anche la responsabilità dei 6 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci singoli cittadini. Come viviamo gli ambienti che ci sono stati consegnati dalla storia? Assumiamo la responsabilità di custodire il creato, e quanto di bello ci è stato donato? A tutti piacerebbe vivere in una Palermo meno caotica, più libera dallo smog e dal traffico. Ed è giusto chiedere all’Amministrazione di provvedere ai controlli e di agevolare la viabilità. Ma quale senso civico mostriamo per primi noi cittadini quando circoliamo per le strade? Siamo responsabili nell’attenerci alle regole, nell’evitare i disagi con il nostro comportamento, nel rispettare le esigenze di tutti? Nell’evitare di mettere a repentaglio la nostra vita e quella degli altri?” “Ci addolora – ha continuato il cardinale – sapere delle tante famiglie che fanno grosse difficoltà ad arrivare a fine mese. Ne condividiamo la sofferenza nel bisogno, così come ci ha insegnato il Signore Gesù che nacque povero. La povertà è attorno a noi, è vicina a noi. Ne avvertiamo l’abbrutimento in cui pian piano fa decadere l’uomo. La comunità ecclesiale auspica che nella nostra Città strumenti socio-assistenziali sempre più efficaci possano provvedere ad interventi puntuali che rispettino la dignità dei poveri. Ma non è questa una grande occasione per fare appello alla responsabilità di tutti? Per scoprire o riscoprire la solidarietà reciproca e il senso della comunione fra tutti i figli di Dio? Non è l’occasione per passare dalla risposta della sobrietà alla risposta della carità? I poveri non possono sperare nella manna dal cielo. Ma devono contare sul pane che viene dai fratelli! Quello sì. È l’“eccomi” della condivisione e del dono. Può farsi concreto nelle situazioni che conosciamo, ma anche attraverso le Caritas parrocchiali, gli enti caritativi e di volontariato, le mense che sono presenti nel nostro territorio cittadino”. osservatorio di mons. Benedetto Genualdi In caduta libera Rapporto 2010 su povertà ed esclusione sociale in Italia efficace sodalizio tra Caritas Italiana e Fondazione Zancan anche quest’anno ha prodotto il Rapporto sulla povertà, che, quasi in continuità con il tema che è stato oggetto di studio nell’anno precedente (Famiglie in salita), mette in evidenza come al centro dell’osservazione continua a rimanere la famiglia, che viene colta nella situazione di scivolamento e di caduta (In caduta libera). I due titoli dei L’ Rapporti 2009 e 2010 (Famiglie in salita e In caduta libera) sono bene illustrati dalle immagini di copertina che simbolizzano gli effetti della crisi che si ripercuote sulla famiglia. Nel Rapporto 2009 l’icona rappresenta un bimbo che fa fatica a salire i gradini di una scala troppo difficile per le sue forze, nel Rapporto 2010 l’icona rappresenta un bimbo che è colto nell’atto di avventurarsi nella discesa di uno scivolo al parco. Sono due icone che hanno il valore di rappresentare anche simbolicamente dei significati di riferimento: ogni salita comporta una fatica che richiede una prova per potere orientare a una successiva fase di crescita, dopo l’esperienza della caduta libera è necessario rimettere i piedi per terra. Il Rapporto 2010 comprende una prima parte, curata dalla Fondazione Zancan, che si sofferma sul fenomeno dell’aumento dei poveri in Italia e in Europa come a “una deriva da contrastare a partire dalle famiglie”, e una seconda parte, curata dalla Caritas italiana, che invita a rivolgere lo sguardo su “Comunità ecclesiale e povertà in Italia e in Europa: riflessione, accompagnamento, animazione”. “Un messaggio chiaro emerge dal presente rapporto: la famiglia è la principale vittima della povertà e dell’impoverimento. La lotta contro la povertà deve partire dal garantire anzitutto cittadinanza sociale alle famiglie, superando l’attuale cultura individualistica e attuando una serie di politiche integrate, relative al lavoro, al fisco, alla casa, ai servizi sociali, culturali e sanitari” (Presentazione, pag. 9). La riflessione sul tema sposta l’attenzione dalla “povertà” ai “poveri”. E come sempre dietro questa nuova semantica sta una prospettiva nuova con la quale si intende fare i conti. I criteri per stabilire i parametri per calcolare lo stato di “povertà assoluta” e di “povertà relativa”, alla luce della crisi economica che ha investito la popolazione, ci fa spostare l’attenzione su quella fascia di famiglie che, appunto, stavano in bilico, cioè stavano al di sopra della linea della povertà convenzionale appena del 10% o del 20 % in più, ma che, proprio a causa della crisi, sono precipitate sotto la soglia della linea di povertà, cioè i 50 o i 100 euro in più al mese di cui potevano disporre prima della crisi, e che non li facevano considerare nella categoria dei poveri, adesso, venendo a mancare, li fa precipitare in una condizione di “impoverimento”. È la fascia dei nuovi poveri, che sono stati vittime di alcuni “fattori che hanno maggiormente influito nell’indebolire economicamente una parte così consistente della popolazione” (secondo l’Istat 1 milione e 762 mila famiglie pari a oltre 3 milioni di persone). I fattori maggiormente condizionanti sono dovuti all’aumento della disoccupazione, all’aumento dei cassintegrati, al calo del potere di acquisto del denaro, al livello di diseguaglianza dei redditi. Il Rapporto mette a fuoco come sia la famiglia la principale vittima della povertà e dell’impoverimento, e come, pertanto debba essere la stessa famiglia al centro di un piano nazionale contro la povertà. È necessario rimuovere alcuni ostacoli attraverso politiche di sostegno alla famiglia, soprattutto nei confronti della condizione dei soggetti più fragili, come quella dei bambini, dei disabili, degli anziani, del lavoro delle donne e dei giovani. Una proposta di riforma in materia fiscale potrebbe essere quella dell’adozione del “quoziente familiare pesato”, che consiste nell’adeguare l’imposizione fiscale al numero dei componenti del nucleo familiare e dei loro bisogni secondo l’età e la salute. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 7 osservatorio di Sara Gallo LA FAMIGLIA IN SICILIA IN CADUTA LIBERA n Sicilia in questi ultimi anni, dal 2003 al 2009, il fenomeno della povertà relativa è in aumento rispetto al dato nazionale. Solo nel 2009 rispetto al 2008, il confronto del dato nazionale con quello regionale, registra un aumento della povertà (- 4% famiglie povere in Italia; - 16% famiglie povere in Sicilia). Il dato del 2009 ci dice che in Sicilia il 24, 2% è rappresentato dalle famiglie povere, mentre solo il 10,8 % è rappresentato da famiglie povere sul territorio nazionale. Se diamo uno sguardo sugli indicatori di povertà e disagio socio-economico (2008), e confrontiamo il dato nazionale con quello regionale, notiamo che ciò si verifica I sempre a svantaggio delle famiglie siciliane. Arrivano a fine mese con molta difficoltà il 30,2 % delle famiglie in Sicilia a fronte del 17,0 % in Italia, hanno difficoltà nel pagamento delle bollette il 20, 1 % di famiglie siciliane (11,9 % in Italia), hanno difficoltà nel pagamento del mutuo il 10, 5 % di famiglie in Sicilia (7,1 % in Italia), hanno difficoltà per il pagamento del riscaldamento il 27, 5 % di famiglie in Sicilia (10, 9 % in Italia), non è in grado di far fronte alle spese impreviste il 48, 5 % di famiglie siciliane (31, 9% in Italia), le famiglie che hanno difficoltà per beni alimentari sono 10, 4% (in Italia 5, 7%), hanno difficoltà per spese mediche il 25, 2% di famiglie siciliane (in Italia 11, 2%), non riescono a provvedere ai vestiti necessari il 36, 1% di famiglie siciliane (in Italia 18, 2). Nel 2010 sono stati 41 i nuovi progetti anticrisi economica attivati in Sicilia, che hanno visto le Chiese locali farsi carico delle situazioni di povertà economica La spesa socio-assistenziale stimata necessaria per eliminare la povertà relativa in Sicilia è di 117.310,125 euro. I Comuni siciliani hanno speso per la povertà (2006) solo 34.661.169 euro. La spesa sociale complessiva dei Comuni siciliani è stata del 75,28 euro pro capite, a differenza dei 101,02 euro pro capite spesi dagli altri Comuni in Italia. di Giuseppe Giambusso FAMIGLIE IN BILICO Dimensione della povertà e domande di welfare a una decina d’anni stiamo ricominciando ad interrogarci sempre più ansiosamente sul ruolo della famiglia e sul ruolo che le politiche sociali possono ricoprire per garantirle il sostegno. Ciò spesso succede quando si ha la sensazione che qualcosa stia finendo e nasca la necessità di operare un cambiamento. Il 29 novembre si è svolto presso la Sala Magna di Palazzo Steri di Piazza Marina a Palermo, il convegno dal titolo “Famiglie in bilico. Dimensioni della povertà e domande di welfare”. L’incontro, realizzato col patrocinio dell’Università e del Comune di Palermo, ha presentato la ricerca svolta dall’Isfol (Istituto per lo sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori ) in collaborazione con l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) finalizzata alla creazione di un sistema di valutazione delle attività per la riduzione della povertà poste in essere dalle regioni e dagli enti locali. Traendo spunto dai risultati della ricerca condotta dall’Isfol e dai contributi di autorevoli relatori, questo confronto è stato un’oc- D casione per discutere e analizzare il fenomeno della povertà e le prospettive delle politiche di coesione sociale adottate anche nella nostra regione. Nel corso degli interventi, partendo da un’analisi del concetto di povertà, è emersa l’insufficienza o la limitatezza di definirla solo in base all’assenza di reddito, pur concordando che esso tuttavia rappresenta comunque una delle variabili più significative per stabilire una situazione di deprivazione sociale. Allargando la prospettiva di analisi, il povero non è solo chi non ha reddito ma colui che a causa di diversi fattori, tra cui quello economico, non è in grado di partecipare alla vita sociale 8 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci ed è costretto in forme sempre maggiori di marginalità sociale. Dai dati della ricerca, confermati dagli interventi dei relatori, bisogna distinguere i fenomeni di povertà e di difficoltà economica, ovvero, per usare termini più statistici, di povertà assoluta e relativa contrastate con differenti forme e modalità di intervento; se per il primo caso le maggiori cause di povertà vengono indicate nell’assenza di un lavoro, nei problemi legati all’abitazione e al contesto socioculturale di appartenenza, gli interventi di contrasto e di sostegno non possono che tener conto della soddisfazione “immediata del bisogno” e dunque nell’assistenza; per la povertà relativa, in aumento in Sicilia, le situazioni di deprivazione possono far capo alla perdita di un familiare o del posto di lavoro, al sopraggiungere di una malattia o di altri fattori improvvisi ed imprevisti che rischiano di far scivolare la persona e la famiglia in una condizione di marginalità sociale in cui fanno fatica ad identificarsi. osservatorio di Loredana Brigante Il senso di possibilità anche “in caduta libera” un’Italia “in caduta libera” quella che documenta il X Rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale di Caritas Italiana e Fondazione Zancan. Ed è una povertà in trasformazione quella che tra 8,3 milioni di individui include la categoria degli “impoveriti” e dei “non assistibili”, come in Sicilia. È bio di esperienze, vissuti e prassi, ad un livello locale, regionale e nazionale. Come le provenienze dei relatori: dal vice-direttore di Caritas Nazionale Francesco Marsico ad Antonio Purpura, docente di Economia all’Università di Palermo. Da Mario Calbi, ricercatore JSN, a Emanuele Villa, dirigente della Regione Siciliana. Da Liliana zioni sociali e un’autentica proposta di rete». Non è uno slogan, così come non vuol essere retorico il Patto etico a cui si chiede di aderire. Sottoscrivere che è “possibile costruire una governance capace di pianificare strategicamente il welfare a partire dai bisogni del territorio”, farsi carico di mettere al cen- A Palermo, una risposta, una sfida, una speranza è l’itinerario di studio e di riflessione operativa sul welfare promosso da Istituto Arrupe, Caritas diocesana, CeSVoP, MoVI Regionale, Inventare Insieme-CNCA, Arciragazzi, Centro Astalli e JSN (Jesuit Social Network), con il patrocinio dell’Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana. Un laboratorio che, dal 16 giugno 2009, è diventato uno spazio di confronto tra operatori pubblici e del Terzo Settore, volontari, psicologi, ricercatori e assistenti sociali convenuti da più parti dell’Isola. Di recente, all’Istituto Arrupe, si è svolta la terza tappa con due seminari e due laboratori di pratiche molto partecipati, il 15 novembre, il 3 e il 14 dicembre. “Politiche comunitarie a servizio della programmazione sociale, delle strategie di inclusione sociale e di lotta alla povertà”, “Etica Pubblica: garanzia per un welfare innovativo e di qualità”: questi i titoli e, soprattutto, gli spunti per uno scam- Leone, valutatore CEVAS di Roma, a Salvatore Esposito, di Napoli, presidente della Federazione internazionale Città Sociale. Da M. Rosa Lotti, delle Onde, ad Angela Martinez, del Cesie. E, al termine, l’Associazione Next per “costruire modalità organizzative e strumenti di partecipazione territoriale”. L’eco del laboratorio sul welfare made in Sicily anche a Bologna, al convegno della Campagna “I diritti alzano la voce” (25-26 novembre 2010), dove la coordinatrice Anna Staropoli ha presentato la sintesi dei gruppi di lavoro animati da vari rappresentanti dell’associazionismo palermitano, oltre che da esponenti del mondo dell’impresa e dell’Università. «Il fatto che sia considerato anche a livello nazionale un laboratorio innovativo di pratiche sociali va al di là delle nostre stesse aspettative», ha commentato la Staropoli. L’obiettivo è uno in particolare, come ha detto in apertura p. Gianfranco Matarazzo, direttore dell’Istituto Arrupe: «fare la differenza creando un sistema virtuoso di rela- tro “le fasce deboli della Società e i contesti territoriali marginali” significa, invece, avere a cuore il bene comune e voler dare forza ad un impegno assunto nella vita e nel lavoro. È anche farsi forza a vicenda in un momento difficile sia per la gente comune sia per chi opera nel Terzo Settore. Ed è, infine, un modo per essere forza, purché si continui a camminare insieme. Lo ha intuito anche Paolo Pezzana, presidente fio.PSD di Genova, che nel primo seminario ha parlato di “Partecipazione come buona prassi: il lavoro di rete in Italia e in Europa”. Andando via da Palermo, non ha messo in cima alla lista la spazzatura, il vuoto delle istituzioni, lo scoramento. Né la “caduta libera” di una città che ha molti problemi. Lui ha scritto: «Io, oggi, ho visto e respirato senso di possibilità, quindi futuro, l’unica energia che può essere rinnovabile solo se lo vogliamo noi. Ridaremo cittadinanza al nostro futuro! Credo davvero che insieme possiamo farcela». novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 9 osservatorio di Toni Costumati L’UOMO ED IL LAVORO AL CENTRO La crisi dei Cantieri Navali di Palermo IAT, ITALTEL, KELLER, FINCANTIERI. L’elenco è appena accennato e descrive un quadro desolante ma estremamente preoccupante dello stato di crisi in cui versa il settore industriale in Sicilia e più in particolare nella nostra provincia. Il piano di ridimensionamento dello stabilimento di via dei cantieri, a sentire i vertici aziendali di Fincantieri, sembrerebbe legato alla contingente crisi economica e finanziaria internazionale che ha condizionato e ridotto notevolmente il numero di commesse e non ad una chiara e mirata strategia aziendale tendente a sminuire l’importanza del sito industriale cittadino. I cantieri navali di Palermo da sempre rappresentano uno snodo fondamen- F di Palermo, cerca di fare la propria parte per garantire significativi investimenti utili a creare le infrastrutture necessarie al mantenimento degli standard ottimali di produzione e per evitare, chiedendo garanzie in tal senso, che lo stabilimento venga utilizzato unicamente per attività di manutenzione. Ma con tutte le rassicurazioni che vengono dall’azienda ed anche dal governo, in questi giorni circa 500 lavoratori dell’indotto sono già in cassa integrazione e forte è il rischio che depotenziando il livello di competitività dell’impianto palermitano, a pagarne le conseguenze saranno tutti i 500 lavoratori dell’azienda e più di un migliaio dell’indotto; 1500 famiglie tale della cantieristica navale per la loro posizione al centro del mediterraneo e potrebbero, se rilanciati, rappresentare una occasione straordinaria per lo sviluppo non solo dei nostri territori ma dell’intera area geografica che guarda al mare nostrum. Ed in questa prospettiva alcuni mesi fa Fincantieri ha annunciato, ai sindacati di categoria, che saranno destinate a Palermo commesse che garantiranno una sufficiente linea di continuità lavorativa. Anche il governo regionale, con la firma di un protocollo d’intesa per il rilancio dei cantieri che trepidano e che lottano per difendere il loro sacrosanto diritto al mantenimento del lavoro. Cgil, Cisl e Uil Palermo, insieme ai sindacati di categoria Fiom, Fim e Uilm, denunciano il tentativo di esproprio delle officine meccaniche, dell’eliminazione del bacino da 19 mila tonnellate, dell’eliminazione di due pontili, tutti progetti inseriti nel Prg del porto ed altresì dell’esproprio delle aree su cui sorge il grande magazzino, per la creazione di un albergo e di un centro polifunzionale, come si prevede nel Prusst presentato da Fintecna, la società pubblica 10 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci controllata dal Ministero del Tesoro, già approvato dalla commissione edilizia. A fianco di questi lavoratori e delle loro famiglie anche organizzazioni del terzo settore come le Acli di Palermo convinte che la sfida di creare lavoro al sud si vince con la crescita economica e con politiche industriali e di sviluppo adeguate. L’incapacità di attrarre investimenti in territori come il nostro è il tema che va affrontato con urgenza e tiene conto di elementi determinanti per la programmazione di piani di sviluppo come quelli industriali, a partire dall’adeguamento delle reti infrastrutturali di base passando per quello dell’efficienza amministrativa e del rispetto della legalità. Le Acli chiedono con forza, alle istituzioni ed al mondo politico, che venga rimesso al centro del dibattito il tema del lavoro nella più ampia e significativa accezione del termine, ovvero di un lavoro sicuro sia per la garanzia della continuità che per la sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche di un lavoro dignitosamente retribuito e non che copra sacche di sfruttamento, ed ancora, di un lavoro per tutti. “Desidererei ricordare a tutti, afferma Benedetto XVI, soprattutto ai governanti impegnati a dare un profilo rinnovato agli assetti economici e sociali del mondo, che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona, nella sua integrità: l’uomo infatti è l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economica e sociale.” osservatorio di Antonio La Monica Una speranza per le nuove generazioni apire e conoscere il progetto Policoro per i giovani di Palermo è fondamentale per avviare processi e dinamiche nuovi che stimolino in noi sensazioni e sentimenti di speranza e di fiducia. Nel mese di Ottobre del 1989 i vescovi italiani pubblicano il documento «Sviluppo nella solidarietà», il primo grande passo verso nuove strategie e nuovi stimoli culturali che permettano di superare un modello sociale, economico e culturale «incompiuto e distorto»: come recita uno dei punti chiave della riflessione della Cei in cui si invita l’intero Paese ad unire le forze per il riscatto del Sud. All’interno di un sistema frammentato dentro il quale il giovane del sud trova sempre meno risorse e possibilità, quasi rassegnato ad un futuro da “emigrato”, la Chiesa interviene con forza, innanzi tutto denunciando un sistema che mortifica la dignità della persona, inoltre proponendosi come attrice del cambiamento culturale necessario ad un rilancio economico e sociale del sud Italia. Il progetto Policoro si propone in questo contesto come risposta ai molteplici interrogativi dei giovani del sud, offrendosi loro come momento di speranza e occasione concreta di realizzazione professionale. Nato dal sogno di don Mario Operti , il progetto Policoro è diventato realtà, germogliando come speranza nei cuori C di tanti giovani del Paese, e proponendosi come strumento dei giovani per i giovani, attraverso una Chiesa sempre più attenta al disagio giovanile e pronta a investire se stessa per avviare processi di crescita e di miglioramento continui che conducano allo sviluppo del territorio. In ogni diocesi il Progetto rappresenta una novità e un’opportunità per la diocesi stessa, un lavoro di sinergia fra tre uffici diversi: la Caritas Italiana , l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale di pastorale giovanile, novità per i territori che sperimentano una Chiesa locale presente nell’ambito del lavoro nella prospettiva della speranza, del futuro. Il progetto inoltre si arricchisce della figura di un animatore di comunità che incontra i giovani presso le parrocchie, lungo le strade, presso il CAT, a breve attivo presso la Curia Arcivescovile con giorni di ricevimento. È ora dunque di iniziare insieme ad operare per quella conversione del territorio e nel territorio a cui siamo chiamati, sentendoci parte di una squadra forte e determinata che con la cultura dei “piccoli passi” potrà percorrere lunghe strade e raggiungere traguardi distanti. Io come animatore di comunità porto con me tanto entusiasmo e fiducia, un entusiasmo che, anche se si scontrerà con le difficoltà di ogni giorno, affidato a Dio porterà sicuramente dei frutti. Infatti come ci ricordano le parole di Don Mario Operti, non possiamo affidarci a ricette miracolose o magie per risolvere il problema del lavoro, ma dobbiamo operare con dignità, intelligenza e cuore perseverando con speranza e fiducia nel domani: “Non esistono formule magiche per cercare lavoro. Occorre investire nell’intelligenza e nel cuore delle persone”. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 11 volontariato di Nunzio Bruno Il Volontariato si espone Due giorni di incontri, animazione e dibattiti a Palermo l volontariato non vuole risorse, ma strutture. La possibilità, per esempio, di poter costituire Case del volontariato in immobili confiscati alla mafia. Oppure poter avere a disposizione dei locali in comodato gratuito per creare sedi di associazioni e luoghi di comunità in favore dei cittadini». E’ questa la domanda che il volontariato palermitano rivolge agli amministratori pubblici e, in particolare, al Comune di Palermo. A dar voce ai volontari è stato il presidente del CeSVoP Ferdinando Siringo, nella conferenza stampa di presentazione delle Giornate del Volontariato. «Una realtà trasparente e positiva come il volontariato - ha aggiunto Siringo - non dovrebbe essere trascurata dai politici. Tanto più quando non chiede finanziamenti, ma solo spazi adeguati per offrire i propri servizi a costo zero per la popolazione e per «I l’amministrazione comunale. In tal senso, l’evento che il CeSVoP ha organizzato lo scorso 11e 12 dicembre con le associazioni è stata la dimostrazione della vitalità del volontariato palermitano e del suo grande valore per la società cittadina in termini di solidarietà e partecipazione civica». È iniziata con queste parole l’“avventura” delle Giornate del volontariato palermitano. Un appuntamento per certi versi nuovo. Infatti, ogni anno il CeSVoP organizza in tarda primavera la Festa del volontariato al Giardino Inglese. Ma dal 2009, con la concomitanza del sisma in Abruzzo e l’appesantirsi della crisi economica, le associazioni dei volontari non hanno più ritenuto opportuno celebrare una festa primaverile, viste le difficili condizioni in cui erano e sono tante persone e famiglie in città. Tuttavia, non si è rinunciato a creare un momento di incontro pubblico con la cittadinanza. 12 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci Sia per promuovere la solidarietà, sia per far conoscere ciò che il volontariato compie per chi ha bisogno. Ecco i motivi delle Giornate del Volontariato. Nate nel dicembre dell’anno scorso e che sono state riproposte pure per il 2010. Si è trattato, quindi, dell’appuntamento più importante di quest’anno per i volontari del distretto sociosanitario di Palermo. L’11 e il 12 dicembre, nell’ex Deposito Locomotive di via Messina Marine, le organizzazioni, con il supporto del CeSVoP, hanno incontrato la città. Tema/slogan dell’evento, «Il Volontariato si espone», nel senso del farsi conoscere, ma anche del mettersi in gioco per trasformare la società. Protagoniste di questa edizione 60 associazioni che hanno esposto le loro attività in 6 grandi aree tematiche (Benessere, Anziani, Famiglia, Minori, Immigrati, Protezione civile). Il tutto per un’area di oltre 1.400 mq che com- prendeva anche uno stand per le dimostrazioni operative del volontariato di protezione civile e uno spazio espositivo con: la collettiva di pittura e poesia «I Voli della Mente», con opere di artisti affetti da problemi psichici e allestita dall’associazione Imago, e gli abiti sulle differenze di genere, confezionati in un laboratorio per giovani contro l’omofobia voluto dall’Agedo. Il primo giorno, dopo l’apertura degli stand si è svolto il convegno sul rapporto scuola, volontariato ed educazione. Liliana Rositani dell’Ufficio scolastico regionale della Sicilia nella sua introduzione ha sottolineato il grande valore formativo dell’integrazione tra volontariato e istruzione scolastica. «La cittadinanza è un valore che si coltiva fra i banchi di scuola – ha aggiunto il presidente del CeSVoP, Ferdinando Siringo – e lo dimostra l’esperienza che da anni si conduce in Sicilia grazie all’accordo tra USR e Centri di Servizio per il Volontariato. Tanti ragazzi a scuola hanno conosciuto le associazioni e in molti hanno accolto la proposta di un impegno gratuito per gli altri. Sono le prime forme di azione sociale che alimentano nei giovani il senso di comunità e l’etica pubblica». Ciò è stato confermato dalle numerose esperienze raccontate dalle associazioni palermitane che hanno lavorato in vari istituti scolastici della città. Nel pomeriggio, tante le attività di animazione per i bambini e per tutti i visitatori. Poi musica con le band delle scuole e alle 21 chiusura con il cabaret di Ernesto Maria Ponte. L’evento si è concluso domenica 12 dicembre sera con gli spettacoli messi in scena dalle associazioni (VIP, Avofid, I rabbischi, ‘U Fistitnu, Giovani In, Santa Chiara, Quelli della Rosa Gialla) che usano il teatro, la musica e l’arte per creare inclusione sociale e diffondere la cultura della solidarietà. Nella mattina si era svolta la colorata gimkana per ragazzi e ragazze. Poi il convegno sulle periferie, in cui i percorsi di ricerca dell’Università di Palermo, le riflessioni di chi opera sul campo e l’esperienza dei volontari si sono intrecciati svelando la possibilità che, nonostante la spinta esasperata al soggettivismo di oggi, essere cittadini e fare comunità è possibile a partire dalle periferie e dai propri territori. Il volontariato palermitano, insomma, si è esposto e ha vissuto un intenso momento di impegno comune. Non solo. Tutti gli aspetti della gestione interna dell’evento (vigilanza, mensa, pulizia, servizio d’ordine…) sono stati curati dagli stessi volontari. Mentre il CeSVoP, nel suo gazebo centrale: ha dato informazioni a coloro che vorreb- bero fare volontariato; ha distribuito gadget e documentazione; ha fatto conoscere i propri servizi gratuiti per le organizzazioni dei volontari. Nel complesso, le Giornate hanno ottenuto un buon risultato. Oltre 2.000 visitatori, molti aspiranti volontari che si sono avvicinati alle 60 organizzazioni presenti nell’Ex Deposito Locomotive di Palermo. Intenso lo scambio di informazioni ed esperienze fra le associazioni. Insomma, per «Il Volontariato si espone», l’appuntamento invernale che il CeSVoP organizza da soli due anni, il bilancio conclusivo è più che buono. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 13 volontariato di Mario Sedia IN-CON-TRA Servizio Volontariato Caritas Diocesana di Palermo Dono - Condivisione - Corresponsabilità N-CON-TRA. In, Con e Tra sono tre preposizioni semplici. Tre paroline che servono a mettere in relazione altre parole tra loro, che servono a dare un senso alle altre parole. I Non si può costruire un discorso rinunciando alle preposizioni, perché non si può rinunciare alle relazioni. Sono proprio le relazioni, infatti, che trasformano un insieme casuale di parole in un 14 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci discorso, in una narrazione. Come un discorso, come una narrazione, anche la nostra vita si forma e si modella attraverso una lunga serie di relazioni, tramite le quali e solo in virtù delle quali si afferma la nostra stessa identità, il nostro essere persone chiamate al servizio. Tre paroline. In, Con e Tra, che messe insieme ci restituiscono Il senso pieno di ogni RELAZIONE: L’INCONTRO NEL SERVIZIO. L’Incontro nel Servizio si realizza nella gratuità del DONO, nella CONDIVISIONE, nella CORRESPONSABILITÀ. DONO. Sempre per tutti e con tutti. La nostra vita è tutto un dono ricevuto e da restituire. La scelta della gratuità dell’azione per l’altro assume oggi un significato profondamente contro-corrente. CONDIVISIONE. Solo se condividiamo le nostre vite possiamo condividere il “pane” e tutto ciò che ci è chiesto di volta in volta, nella logica della reciprocità come valore e come metro per una vita di relazioni solidali. CORRESPONSABILITÀ. Rendere responsabili e partecipi, ad ogni livello, tutti gli attori della vita civile nella costruzione del Bene Comune. Tutte le parrocchie e le realtà istituzionali e del privato sociale riceveranno entro la fine dell’anno una locandina di promozione del volontariato da poter appendere nei luoghi comuni per la sensibilizzazione delle singole persone e dei gruppi e una brochure esplicativa delle diverse proposte formative e di orientamento al servizio. volontariato di Tiziana Di Gristina Educazione e salute: una ONG Siciliana il CO.P.E. per lo sviluppo degli emarginati nella periferia di Lima atale è tempo di regali. Abbiamo ricercato le persone a cui offrire i nostri doni. Ma in questa ricerca accurata e minuziosa, siamo proprio sicuri di non avere dimenticare qualcuno? Proviamo a portare il nostro sguardo fuori dal nostro Paese, in luoghi dove i regali rappresentano una vera fonte di gioia, aldilà del valore economico. Questo salto porta alla periferia sud di Lima, in Perù: Corona Santa Rosa, 9 de Julio e Praderas del Sur. In essi vivono circa 2500 persone di cui circa la metà costituita da bambini al di sotto dei 12 anni. I tre insediamenti sorgono sui pendii di colline sabbiose e sono caratterizzate dalla precarietà infrastrutturale, dalle cattive condizioni igienico-sanitarie e dalla mancanza di servizi pubblici e di opere di urbanizzazione. La quasi totalità degli adulti è impegnata in lavori precari e stagionali, le donne come domestiche nei quartieri residenziali di Lima e gli uomini N come muratori e operai. Molto diffusi sono i fenomeni del lavoro nero, dell’evasione scolastica, dell’analfabetismo (che nel caso delle donne raggiunge punte del 40%) e delle ragazze madri. Il risultato è che la maggior parte della popolazione di questi asentamientos vive in una situazione di povertà o di povertà estrema. Proprio per questo il CO.P.E. (Cooperazione Paesi Emergenti) decide di avviare un progetto denominato “Educazione e salute: promuovere lo sviluppo nei quartieri emarginati della periferia di Lima” in queste zone periferiche, sostenuto dalla Caritas Diocesana di Palermo con una raccolta fondi presentata l’8 Novembre alle realtà parrocchiali del territorio palermitano e inserita nelle cartoline per l’avvento di fraternità. Lo scopo di questo progetto è poter garantire l’accesso all’istruzione ai bambini dei 3 insediamenti coinvolti nel progetto, riducendo il fenomeno dell’evasione scolastica e potenziare e aumentare l’efficacia dei servizi di prevenzione e cura offerti alla popolazione dal Presidio Sanitario di Corona Santa Rosa. Il progetto ha l’obiettivo generale di migliorare le condizioni di vita della popolazione dei pueblos jovenes di Lima nell’ambito dell’agenda nazionale di lotta contro la povertà con l’obiettivo di promuovere il diritto all’educazione e il diritto alla salute. L’Associazione di volontariato “Amici di San Felice” Educazione all’ambiente a natura è sempre stata per gli uomini luogo di conforto e di pace, un occasione per allontanarsi dal caos cittadino e immergersi in un mondo fatto di suoni, odori e colori che spesso ai nostri sensi passano inosservati. Se la contestualizziamo, poi, in prospettiva cristiana, ci renderemo conto di come il Creato, il dono di Dio agli uomini, è per noi un bene prezioso che va custodito e amato. Ai nostri giorni la “questione ecologica” coinvolge tutte le autorità politiche e religiose, ma anche cittadini che sentono il bisogno di ristabilire un contatto con la natura, nella sua forma più pura. La Caritas Diocesana si è interrogata sulle possibili azioni da attuare, sui gesti concreti per la salvaguardia del Creato, con un’attenzione particolare a uno di quei luoghi nel territorio palermi- L tano che è diventato nel tempo, punto di riferimento per quanti vogliano vivere uno o più giorni a stretto contatto con la natura. Nasce da questo una collaborazione con l’ associazione di volontariato “Amici di San Felice”, che valorizza, promuove e gestisce l’Eremo di San Felice, una chiesa medievale con canonica, che è situato al km 18 della strada provinciale Trabia-Ventimiglia (Palermo) all’interno della R.N.O. di “Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto”. L’idea è che questa struttura possa diventare punto di riferimento per veri e propri laboratori di impronta ecologica, di formazione ed educazione ambientale, un luogo dove possono venir fuori gesti concreti di amore e rispetto per la natura, ma anche un luogo che accoglie tutti, senza alcuna discriminazione. Per questo la Caritas Diocesana ha definito una partnership con l’Associazione, che la impegnerà nella piantumazione di circa 100 alberi, cosi come prevede il progetto, che permetterà alla zona circostante dell’Eremo di avere una folta flora. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 15 legalità di Maddalena Maltese e Roberto Mazzarella ETICA È LEGALITÀ Convegno di Banca Etica a Palermo Palermo una giornata per dimostrare che scelte orientate al bene comune, vocazione sociale di aziende e banche, sono un guadagno per tutti, politica e giustizia comprese. Mi son trovato a coordinare i lavori della tavola rotonda che ha aperto la giornata “Etica è legalità” a Palermo nella sede istituzionale dell’ateneo palermitano, Palazzo Steri. Il dibattito é stato animato da docenti universitari: Stefano Zamagni (economista dell’università di Bologna), Franco Viola e Giacomo Faldetta (giuristi dell’università di Palermo), Gaetano Paci, sostituto procuratore della procura di Palermo in prima linea nella lotta al racket delle estorsioni, dal sindacalista Giuseppe Gallo (segretario nazionale Fisba Cisl) e da Marco Piccolo (vice direttore generale di Banca Etica). Gli onori di casa spettavano a Steni di Piazza, direttore della filiale palermitana, coordinatore del pomeriggio, che ha specificato: «la “è” del titolo, posta tra etica e legalità, è un verbo, non una congiunzione, e questo implica agire, fare e soprattutto essere». Una mattinata, quella dello Steri, che ha messo in atto diversi percorsi: dalla giurisprudenza delle virtù, all’economia civile, alla pedagogia della legalità. Insolito che a mettere insieme il tutto sia stata una banca. Del resto che mestiere fanno le banche? Fare soldi? Creare ricchezza? O anche le banche devono partire dal principio che bisogna riportare la persona al centro delle loro azioni e recuperare la loro vocazione sociale? Un mosaico – per la diversità di approcci e di sensibilità – quello del tavolo dei relatori che si andava pian piano componendo. Un filo rosso che metteva insieme la questione della complessità che fa riconoscere il qua- A dro, la visione d’insieme, un percorso. La Sicilia, peraltro ho ricordato, «non é un paese per giovani», parafrasando un famoso film per descrivere la nuova emigrazione di forze e intelligenze: una piaga dentro la quale ho invitato i relatori ad entrare. Volevo scongiurare il pericolo che i miei figli (al Nord per lavoro) mi avevano confidato quando gli avevo annunciato quest’evento: «Non fare anche tu come tanti che parlano e scrivono di questi temi, ma poi sono ininfluenti al cambiamento della nostra terra». Nessuno in questo tempo può permettersi di essere ininfluente! E allora le testimonianze: tante e varie che ci danno la sensazione di toccare con mano la terra e la concretezza. C’è quella dell’imprenditore Aldo Schilirò di Catania, quella di Donatella Natoli con la sua biblioteca per bambini e per ragazzi, sita nel centro storico di Palermo, in uno di quei quartieri etichettati a rischio e che proprio per questo rischiano di non godere neppure di servizi essenziali, come uno spazio di lettura e di 16 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci gioco per i piccoli. Nel pomeriggio, nella sede dell’assemblea regionale siciliana a Palazzo dei normanni, sono le storie di Rita Sipala, con la sua cooperativa di turismo sostenibile, di Gaetano Giunta, della fondazione di Comunità di Messina, di Calogero Parisi, dell’associazione Lavoro e non solo, con sede a Corleone, a dar prova di un amore sconfinato e concreto alla nostra terra, un amore a fatti per rispondere alla piaga della disoccupazione, della criminalità, dell’illegalità diffusa. Queste iniziative hanno il pregio di tentare di far saltare il “tappo” del conformismo e dell’accettazione supina di una realtà difficile, diffusa in tanti ambienti e anche al Sud. Non voglio essere forzatamente ottimista, ma mi sembra che una giornata così abbia avuto un pregio altamente civile: tutti saremo interrogati – singoli, famiglie, chiese e società – su questioni fondamentali per le nostre città: etica, lavoro, legalità, giustizia, politica. Da questi campi dobbiamo imparare a ripensare il nostro futuro. legalità di Laura Nocilla LA NUOVA SEDE DEL COMITATO ADDIOPIZZO opo essere stato ospite dell’associazione antiracket Libero Futuro finalmente il comitato Addiopizzo ha una nuova sede: giorno 9 dicembre alla presenza di numerose istituzioni (tra cui il Prefetto e il Procuratore capo della Repubblica) sono stati infatti inaugurati i nuovi locali in via Lincoln 131, nel cuore della zona storica della Kalsa. L’immobile, bene confiscato alla mafia un tempo di proprietà del boss mafioso Masino Spadaro, è stato assegnato nel 2007 dal Comune di Palermo al comitato. Ci sono voluti tre anni per la ristrutturazione (compreso il reperimento dei fondi) e per l’adeguamento dell’immobile che al momento della consegna era in forte stato di degrado. La nuova sede ha poi avuto un primo contatto con la cittadinanza la sera del giorno 10 dicembre, quando si è tenuta una festa di apertura, a cui hanno partecipato numerosi esponenti della società civile, del mondo accademico, della stampa, oltre che studenti e lavoratori. D Negli intenti degli attacchini la nuova sede è un ulteriore tassello per promuovere la rivoluzione culturale iniziata sei anni fa a Palermo contro il pizzo e le estorsioni: la sede vuole essere un laboratorio politico-culturale in cui elaborare progetti e strategie di lotta nel territorio contro cosa nostra, anche attraverso la collaborazione di altre associazioni del terzo settore; sede che fungerà anche da centro culturale: si terranno mostre, cineforum, presentazioni di libri e varie iniziative nell’ambito del progetto Addiopizzo community (www.addiopizzo.com), associazione culturale che promuove la sensibilizzazione collettiva della mobilitazione antimafia. Tutte le attività e le iniziative saranno publicizzate attraverso il sito di community e saranno rese note attraverso costanti newsletters mandate ai soci. Il tesseramento annuale è di 10 euro. Da ultimo la nuova sede da marzo ospiterà anche i nuovi dodici ragazzi del servizio civile, che aiuteranno gli “attacchini” del comitato nelle loro attività nel mondo delle scuole, di promozione del consumo critico pizzo free e dell’ organizzazione di eventi aperti alla città. Per qualsiasi contatto, proposta o informazione è possibile chiamare in sede che resta aperta ogni giorno dal lunedi al venerdi (orari e numeri disponibili sul sito). novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 17 giovani e sfida educativa di Giuseppa Calò Una scuola anche per genitori: progettare una nuova realtà educativa o scorso due dicembre a Palermo, presso la sede AIMIC ha preso l’avvio una bella iniziativa di supporto e di formazione pedagogica rivolta a genitori, docenti ed educatori. Alla prolusione presieduta dal prof. A. Bellingreri erano presenti quaranta insegnanti provenienti dalle L diverse province della Sicilia. Il corso di formazione di durata biennale vede coinvolti a livello organizzativo la cattedra di pedagogia della famiglia, la Facoltà di Scienze della formazione primaria di Palermo e l’AIMIC Sicilia. Responsabile scientifico è il prof. Antonio Bellingreri che si avvarrà della collaborazione di docenti esper- ti in materia. L’idea del progetto comune scaturisce dal confronto sulle esigenze formative di una comunità che manifesta sempre più un senso di disorientamento e di sopraffazione di fronte alle numerose problematiche che la vita familiare comporta. I genitori oggi chiedono aiuto e sono consapevoli di poter trarre dall’altrui esperienza indicazioni e suggerimenti utili nonostante la diversità dei contesti. Essi chiedono consigli e chiarimenti su possibili strategie educative atte a contrastare la funzione errata dei mezzi di comunicazione spesso troppo presenti e troppo invadenti nella vita dei propri figli. La preoccupazione è che essi leggano la realtà attraverso i media come unica chiave interpretativa omologando le nascenti opinioni al trend maggiormente diffuso a livello sociale. La percezione di una vita 18 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci svolta come su un palcoscenico non garantisce la tutela della persona e dei sentimenti. Ecco allora l’impegno di chi non vuole arrendersi ad illusori e spietati individualismi e crede nella possibilità di una trasmissione di esperienze e contenuti di valore attraverso il compito educativo, lo scambio culturale e soprattutto nella comunicazione di intenti. È un piccolo tentativo per iniziare a muovere i primi passi insieme, la meta è sempre molto lontana tuttavia il viaggio ci coinvolge tutti nel rinnovare l’entusiasmo dell’impegno educativo e nel ripensare l’autorità e la cura genitoriale. Per questo il corso si propone di favorire nei partecipanti l’acquisizione di competenze necessarie a progettare e gestire in modo del tutto autonomo una esperienza didattica e di apprendimento rivolta ai genitori. Ci si chiede, sarà utile? La scuola per i genitori si pone, tuttavia, a fianco di altre realtà ecclesiali di formazione già esistenti e di sicuro rappresenta un altro passo verso la realizzazione di alleanze educative preziose e significative per le nostre comunità e per i nostri giovani. giovani e sfida educativa di Giuseppa Calò Scuole occupate: una lettura di contesto ontinua la protesta studentesca e l’occupazione in qualche scuola della nostra provincia anche durante le festività natalizie. Secondo alcuni i ragazzi non mollano e sono impegnati ad oltranza in una protesta lecita e motivata, secondo altri invece si ripresenta il solito fenomeno di allungamento delle vacanze scolastiche in prossimità delle feste natalizie. Mi sembra allora utile soffermarsi su qualche elemento che forse può sfuggire ad una prima lettura del fenomeno. Innanzi tutto la difficile situazione economica e politica che grava sulle famiglie e dunque sui giovani italiani privi di prospettive di spendibilità dei titoli acquisiti nel settore occupazionale. Proprio nel comparto scuola, i tagli dovuti ai movimenti di riforma hanno dato luogo a movimenti di protesta dei docenti fin dall’inizio dell’anno scolastico. Ed è per tutti chiaro che in questo settore le risorse non sono incre- C mentate anzi, al contrario esse vengono meno quotidianamente, dall’edilizia scolastica alla qualità dei servizi erogati, il problema investe la comunità di lavoratori e la comunità degli utenti. Un problema di tutti insomma. Si invoca il diritto allo studio contro chi manifesta pacificamente e non si tiene conto di quanto esso sia spesso calpestato nella quotidianità. Il diritto allo studio è già leso se la scuola non è in grado di garantire il successo scolastico e si richiede ai genitori l’intervento di docenti esterni che possano migliorare “le prestazioni scolastiche degli alunni”. È nostro dovere chiederci se offriamo ai giovani un sereno ambiente di apprendimento per tutti (scongiurando l’abbandono) e ampie possibilità formative atte, attraverso il prendersi cura e l’accompagnamento, alla crescita di una vera comunità scolastica. Se è vero che i nostri ragazzi sono “superficiali e vacanzieri” forse potremmo trarre da queste considerazioni anche qualche indicazione utile per instaurare quelle relazioni di ascolto e di aiuto che necessariamente devono essere presenti in un processo di educazione e formazione che prepari l’alunno alla compartecipazione del progresso umano e non soltanto al superamento di traguardi scolastici fini a se stessi e alla competizione come unica possibilità di affermazione sociale. EDUCARE IN SICILIA: RISORSE E PROBLEMI u questo significativo tema il Centro Regionale per l’Educazione Cattolica, la cultura, la scuola e l’università propongono un convegno regionale che si svolgerà il 28 e 29 gennaio 2011 presso l’Hotel Residence Torre Artale Trabia (PA). S L’incontro, frutto di ampia riflessione sulle tematiche educative evocate con forza dal documento per un paese solidale Chiesa italiana e Mezzogiorno tenta di affrontare i problemi guardando alle risorse educative che sono presenti in terra di Sicilia. Presenterà il convegno Sua Eccellenza Mons. Michele Pennisi Vescovo di Piazza Armerina e Vescovo delegato C.E.SI. per l’ufficio Regionale per l’Educazione Cattolica, la scuola e l’università. Diverse le relazioni a tema e gli interventi programmati. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 19 giovani e sfida educativa di Elio Lo Cascio Riparazione e Responsabilizzazione: quali interventi per ri-costruire legami sociali? iovedì 2 Dicembre si è tenutopresso l’aula consiliare del comune di Palermo - Sala delle Lapidi - il convegno dal titolo Riparazione e Responsabilizzazione: quali interventi per ri-costruire legami sociali? - organizzato dall’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, dall’Istituto Don Calabria e dall’ass. Inventare Insieme (onlus). Il convegno ha visto un’ampia partecipazione di illustri esperti che si occupano a vario titolo di devianza minorile e di Giustizia Riparativa: Magistrati del Tribunale per i Minorenni di Palermo, docenti universitari, operatori appartenenti ai servizi della Giustizia, al mondo della Scuola e della Sanità, rappresentanti di associazioni no profit e del volontariato. Dopo i saluti iniziali da parte delle Autorità, il convegno è entrato nel vivo del tema oggetto di studio, grazie agli interventi magistrali del prof. Giovanni Fiandaca, esperto di fama internazionale di diritto penale ed attento studioso, già da diversi anni, di model- G li di Giustizia Riparativa, e della dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttrice dell’Istituto Gestalt Human CommunicationCenter Italy. La dott.ssa Salierno - Direttore dell’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo – ha successivamente approfondito le significative esperienze di Giustizia Riparativa che si stanno realizzando nel territorio palermitano, in vista anche della costruzione di un modello di Giustizia Riparativa che tenga conto delle peculiarità del tessuto socio-culturale. A seguire la dott.ssa Liliana Leone – direttrice del Centro di ricerca CEVAS – ha presentato i primi risultati del “Centro di Giustizia Riparativa per minori in ambito penale” (finanziato dal comune di Palermo con fondi della L. 285/97), mettendo in evidenza anche il rigore scientifico dell’impianto metodologico utilizzato. Ulteriori approfondimenti sono emersi attraverso il ricco confronto avvenuto durante la Tavola Rotonda, che ha visto 20 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci la partecipazione di alcuni esponenti del Tribunale per i Minorenni di Palermo, del Comune, dell’Ufficio di Mediazione Penale del Comune, dell’Osservatorio sulla dispersione scolastica “Distretto 13”, del Progetto Telemaco ASP Palermo, dell’Ufficio Scuola dell’Arcidiocesi e di alcune asociazioni. Il pomeriggio è proseguito con la realizzazione di un “forum cittadino” sulla Giustizia Ripartiva che ha raccolto varie testimonianze di operatori esperti del pubblico e del privato sociale, coniugando egregiamente il livello di riflessione teorico con quello operativo. Il forum è stato, inoltre, anche una valida occasione di confronto con alcuni rappresentanti del mondo politico cittadino, i quali hanno mostrato vivo interesse verso gli aspetti innovativi introdotti dalla Giustizia Riparativa, sia rispetto alla responsabilizzazione dei minori devianti, sia per l’attenzione ed il sostegno che rivolge alle vittime dirette ed indirette dei crimini. mondialità di Tiziana Di Gristina Rifiuto? Risorsa! Baratto!! Una forma di commercio molto diffusa nell’antichità, torna alla ribalta ella società consumistica nella quale oggi viviamo, fatta di acquisti sempre più frequenti e che riguardano tutte le fasce d’età, si avverte la necessità di riscoprire antichi scambi che non richiedano l’uso assoluto del denaro e soprattutto che abbiano un forte senso di equità. Si torna ancora oggi, nel 2010 a parlare di BARATTO! Tra le varie definizioni che riportano al significato della parola, è il dono quella che spicca maggiormente. Non si tratta di elemosinare o di disfarsi di qualcosa di inutile o sgradito; ebbene, il donare, il barattare significa incontrare l’altro e condividerne una parte del nostro vissuto, perché sappiamo bene che gli oggetti che abbiamo in casa, in un modo o nell’altro parlano di noi, di ciò che siamo. L’idea del baratto, assume oggi un duplice significato: da un lato, si ha la possibilità di metter in comune con gli altri un libro, un cd, un elettrodomestico o un accessorio che in casa viene dimenticato o mai utilizzato, ma dall’altro diventa un’opportunità di riciclo, di rispetto e cura del Creato. Quante volte vediamo i cassonetti della nostra città stracolmi di oggetti, mobili, abiti? Sembra agli occhi di molti ormai un’abitudine. Proviamo ad agire diversamente, a scambiare reciprocamente i nostri beni, a far sì che l’idea di mio si trasformi in nostro, nello spirito di condivisione che dovrebbe animare le nostre azioni nel quotidiano. Proprio per questo si è costituito in città un piccolo gruppo che ha proposto il baratto tra scuole, parrocchie e associazioni. Da qui l’iniziativa “RIFIUTO, RISORSA? BARATTO”, promossa dalla Caritas Diocesana di Palermo (Area Mondialità) e Bi.BI.Gas (Biolo- N gico, Biodinamico, Gruppo di Acquisto Solidale). L’obiettivo primario di queste due realtà è quello di sensibilizzare tato, al di là del loro valore economico perché il baratto si basa sul valore di utilità e non sul valore economico degli la città a una nuova idea di riutilizzo, a far sì che il nostro stile di vita tenda giorno per giorno a migliorare. Giorno 19 Dicembre si è svolta la seconda giornata dedicata al baratto cittadino, che ha visto coinvolte numerose persone, provenienti da parrocchie e associazioni, non solo di Palermo. Anche per questo secondo appuntamento le regole erano molto semplici: ogni partecipante ha portato i propri oggetti da barattare entro un orario stabilito dagli organizzatori; ogni oggetto è stato catalogato con il nome del portatore, per permetterne la restituzione qualora gli oggetti non fossero stati scelti. Per ogni oggetto il partecipante ha ricevuto una fiche di scambio, avendo diritto a scegliere tanti oggetti quanti sono quelli che ha por- oggetti. Alcuni degli oggetti scambiati sono stati: libri, autoproduzioni, abbigliamento, accessori, piccoli elettrodomestici, bijoutteria, minuteria, piante, suppellettili, proprie creazioni. Abbiamo inoltre realizzato uno schedario in cui ciascuno ha trascritto le proprie competenze e i propri “saper fare” da condividere e scambiare, come realizzare, per esempio, una crema idratante fatta in casa o un gel per capelli, tutto con prodotti naturali e con una spesa davvero minima. Barattare le cose, invece di buttarle via, riduce la velocità con cui i rifiuti arrivano in discarica e, attraverso lo scambio e il regalo di oggetti in disuso ma riutilizzabili, diamo il nostro contributo per un maggior rispetto verso l’ambiente, noi stessi e gli altri. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 21 cultura di Rosalba Raya A cento anni dall’Ordinazione Sacerdotale di Ernesto Ruffini n coincidenza con l’anno sacerdotale voluto dal Santo Padre Benedetto XVI, la Chiesa di Palermo ha celebrato i cento anni di sacerdozio (1910-2010) di uno dei suoi Pastori: il Card. Ernesto Ruffini, Arcivescovo dal 1946 al 1967. Sacerdote per il suo popolo, così Egli si esprimeva all’inizio del suo ministero pastorale: “Mi preme il popolo, il popolo nelle sue miserie”… e ancora: “La religione non è soltanto culto, ma fermento sociale”. Queste le sue accorate parole, ma anche il suo vivere, il suo decidere, il suo operare, orientati da una forte e soave spiritualità sacerdotale tutta Paolina: “Caritas Christi urget nos” (2 Cor 5,14). Amore di Padre che, per i suoi figli più poveri è Provvidenza operosa e instancabile, ma pure “viscere di misericordia” che si commuove ed “ha compassione della folla affamata”, sofferente e calpestata nella sua dignità. I Nel corso dell’anno celebrativo, in memoria del suo sacerdozio, hanno avuto rilievo due Celebrazioni Eucaristiche, entrambi presiedute dall’Arcivescovo di Palermo, il Card. Paolo Romeo: una presso il Santuario della “Madonna dei Rimedi”, l’altra nella chiesa Cattedrale. La centralità dei momenti liturgici ha dato spessore e significato a due incontri culturali realizzati presso l’Aula Magna della Facoltà Teologica di Sicilia. Nel primo incontro, effettuato il 14 Maggio 2010, il Prof. Giuseppe Dalla Torre, Rettore della LUMSA di Roma, ha tenuto una relazione magistrale di sfondo storicogiuridico, sul tema: “L’esperienza dei diritti dell’uomo dal tempo del Card. Ruffini ai giorni nostri”. Per il secondo incontro culturale, realizzato il 12 novembre, a coronamento dell’anno celebrativo, è stata promossa una Tavola Rotonda su: “ La carità socio-pastorale del Card. E. Ruffini”. Ne è stato moderatore Prof. Nino Casabona, Direttore Generale del Fondo Pensione Negoziale e Docente all’Università Cattolica “Gemelli” di Roma. Alla presenza dell’Arcivescovo di Palermo, Card. Paolo Romeo, del Vescovo Ausiliare Mons. Carmelo Cuttitta, di tanti amici, sacerdoti, laici e religiosi e con la partecipazione della Società e dell’Associazione di Servizio Sociale Missionario, sono stati tratteggiati e approfonditi alcuni lineamenti della personalità umana, spirituale e pastorale del Card. Ruffini. Don Rino La Delfa, Preside della Facoltà Teologica di Sicilia, nel suo intervento ha posto nuove e stimolanti basi per un approfondimento più sistematico della “spiritualità del Pastore”: il suo rispondere, in libertà e radicalità, all’amore di Dio Uno e Trino, che dà vita ad opere di giustizia e carità; la sua tensione all’Uno, al Vero, al Buono e al Bello; la sua “apertura al nuovo” concretamente espressa nella creatività operosa, dove l’amore per Dio e per l’uo- 22 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci mo si fondono e tendono ad esprimersi in una sintesi tra Vangelo e vita quotidiana, alla maniera di Cristo. L’Assistente Sociale Missionaria Maria Jesús Dominguez, Vice Direttrice della Scuola Universitaria di Servizio Sociale di León in Spagna, ha sviluppato il tema “ La carità sociale del Card. Ruffini e le moderne politiche sociali. Infatti, essa è stata diretta a promuovere condizioni di vita più umane e ad offrire possibilità di sviluppo per settori e gruppi poveri, emarginati e dimenticati, favorendo interventi plurimi per risposte differenziate e adeguate a bisogni vecchi e a quelli emergenti. Sotto questo profilo la carità sociale del Card. Ruffini ha esercitato un’importante leadership nell’azione sociale, richiamando l’attenzione dei responsabili politici per interventi che esigono giustizia e rispetto della dignità della persona umana. cultura di mons. Vittorio Nozza La carità socio pastorale nel Card. Ernesto Ruffini Diritti negati, bisogni scoperti “oggi”: quale “sfida per il sociale?” Mons. Vittorio Nozza, in occasione del 100° anniversario di ordinazione Sacerdotale del Card. Ernesto Ruffini contribuisce a delineare l’attuale condizione di crisi economica e finanziaria che colpisce il nostro tempo. Pubblichiamo di seguito una parte dell’intervento di Mons. Nozza. ccenno ad una breve mappa sulle principali debolezze e sofferenze del nostro tempo che ci dovremmo preparare ad accompagnare nei prossimi quattro-cinque anni. Tra queste debolezze c’è il livello di disoccupazione giovanile (stimato tra il 28-29%) condizionato da un modello di sviluppo centrato sui garantiti e sulla spesa pubblica che fa stare peggio tutti coloro che devono entrare dentro il sistema, cioè i giovani; gli stranieri utilizzati per dare una risposta alle nostre esigenze di sviluppo a basso prezzo e che involontariamente contribuiscono allo sfascio di tutta una serie di regole anche del mercato del lavoro e più dei nativi, essi dovranno sopportare, nell’aggiustamento sociale che si produrrà, il carico maggiore delle situazioni di difficoltà. Una terza debolezza e sofferenza riguarda le persone che non raggiungono gli standard a causa dell’innalzamento del livello di competizione internazionale che la globalizzazione porta con sé. La questione dei minori, a cui si lega il tema della famiglia, è molto seria. L’Italia ha pochissimi bambini e si calcola che il 25% dei minori appartiene al gruppo della povertà relativa e che il A 20% delle famiglie che hanno quattro o più figli si trovano in questa stessa categoria; si fanno pochi figli e i pochi che nascono stanno in una situazione di disagio e di svantaggio; il numero di abbandoni scolastici aumenta e invece le risorse dedicate all’educazione diminuiscono. La quinta ed ultima debolezza e sofferenza è la questione del territorio, dello spazio. La distanza tra Nord e Sud aumenterà ancora di più rispetto a quanto è avvenuto negli ultimi 15 anni. Abbiamo al riguardo dei dati impressionanti: al Sud il livello di povertà assoluta si aggira intorno al 10%. Nel Sud risiede il 35% della popolazione italiana, ma ben il 65% della popolazione è in situazione di disagio. La prima proposta è che il nostro agire deve avere un obiettivo. E l’obiettivo è quello di aiutare il nostro tempo a correggere e ri-orientare la propria idea di libertà […] Una seconda proposta, che riguarda in pieno le trasformazioni del modello di sviluppo è questa: noi siamo desiderio, noi siamo volontà di vita – per usare un’espressione filosofica che appartiene a Nietzsche. Noi siamo volontà di potenza, desideriamo ‘sentire’ questa vita. […] Terza e ultima proposta: il tema del desiderio infinito. […] In questo tempo che viviamo, in questo neo-materialismo così prepotente in cui la questione è solo produrre e andare più veloci, in cui non si pone più la questione della trascendenza, l’idea stessa di infinito si trasforma, diventa quella di un tempo che gira sempre più velocemente, dove il tuo desiderio si rinnova continuamente. […] Un piano efficace contro la precarietà e la povertà deve assumere alcune precise caratteristiche: affrontare la precarietà e la povertà nella sua complessità, adottare una strategia articolata, privilegiare i più deboli e la territorialità degli interventi. Il problema della povertà è chiaramente multidimensionale e chiama in causa soggetti e responsabilità e diversi livelli: i Poveri stessi, la Società civile, lo Stato, la Chiesa, la Caritas, il volontariato, ... In qualche modo, dalla povertà e dalla situazione di crisi è possibile uscire, a patto che lo sforzo sia comune: se ne esce tutti insieme. La fede unita alla carità è fuoco che trasforma ed erompe in molteplici attività Card. E.Ruffini E tutto questo in una condizione di economia meridionale che non riesce ad entrare nei circuiti positivi della crescita. Se la crisi è stata un ‘infarto’, dopo il superamento della crisi da infartato, dobbiamo necessariamente cambiare scelte e stili di vita. Perché la probabilità di avere una recidiva è alta e quando c’è una ricaduta i rischi sono maggiori. Quali proposte mettere in atto alla luce delle debolezze e delle sofferenze e alla luce dell’esigenza di cambiare le scelte e gli stili di vita? novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 23 lavoro policoro di Enzo Sanfilippo I DESIDERI DI IBERVILLEA È stata un’ impresa, ora comincia l’impresa. Si conclude così il primo dei cartelloni che gli operatori del Vivaio Ibervillea, quasi tutti utenti dei servizi di salute mentale hanno voluto esporre all’ingresso della nuova serra costruita l’estate scorsa con l’aiuto del progetto “Ortocircuito” finanziato con i fondi CEI dell’otto per mille dalla Caritas Diocesana di Palermo. Una serra che tutta la squadra (molte persone lavorano al Vivaio ormai da diversi anni) desiderava da diversi anni. E sì che ormai le piantine seminate nel 2009 in piccole vaschette di gelato si erano così infittite da rompere la plastica e reclamare un alloggio più grande. Ma trapiantarle nei vasetti che con la Cooperativa Solidarietà si rivendono ai mercati rionali o nelle fiere cittadine, richiedeva uno spazio di esposizione ben più grande di quello esistente, costruito nel 1998 dalla Cooperativa con un finanziamento europeo. Bisognava mettersi all’opera. Chi ha fatto esperienza di impresa sa bene che i soldi non bastano mai, specialmente quando le previsioni di entrate per qualche motivo non si realizzano… Fatto sta che per far quadrare i conti, nel mese di luglio ci siamo ritrovati, io, Eliana e Caterina (operatori della ASP) Ada e Riccardo, tutor del vivaio e Andrea, l’esperto botanico che ci ha guidato durante tutto l’anno (viaggiando su e giù da Bologna) a dover prendere una decisione molto impegnativa. Si poteva cioè evitare di chiamare degli operai specializzati, che avrebbero costruito la serra in pochissimi giorni, ma con costi molto alti che avrebbero eroso le voci per altri importanti acquisti. Si poteva far tesoro dell’esperienza di Andrea, che aveva in passato costruito delle serre e della buona volontà delle persone presenti. Non tutte le persone in quel momento godevano della borsa-lavoro, non tutte avevano esperienze significative. E così, con quel pizzico di inco- 24 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci scienza che fa partire le grandi avventure, decidemmo di procedere. Avremmo cioè costruito la serra da soli. È vero che la fortuna aiuta gli audaci. Ben presto si aggregarono alla squadra anche Stefano e Silvia Puzzuoli, amici di Pisa, appassionati di piante grasse, in quel periodo in Sicilia per turismo. Saputo della nostra situazione, infatti, hanno deciso lì per lì di modificare il loro programma dedicando un’intera settimana delle loro ferie alla nostra impresa:ecco un ottimo esempio di vacanze solidali! Anche alcuni operai rumeni che ci avevano aiutato per la posa dei paletti della base, sono ritornati nel giorno di maggiore difficoltà per darci una mano, questa volta senza alcun compenso. Più di ogni altro apporto, quello che qui va ricordato è l’impegno di tutta la squadra palermitana, che, anche dopo la settimana fatidica in cui è stata costrui- ta la struttura portante della serra (250 metri quadri, con un altezza al colmo di oltre 5m), ha continuato nelle operazioni di sistemazione della base con la posa di tre camion di pietrisco, la cucitura dei teli “pacciamanti” (quelli che evitano la crescita dell’erba all’interno della serra), il riordino dei vecchi bancali della “serra madre” quella che ci ha visto nascere come impresa vivaistica. Voglio qui ricordare Sandro, Alessandro, Giusi, Sara, Natale A., Antonino, Antonio, Maurizio, Camillo, Giacomo, Giuseppe, Natale S. tutti insieme protagonisti della grande avventura. Dopo questa esperienza tutti ormai sappiamo che l’impresa sociale va misurata, oltre che su parametri di produttività economica (che pure costituiranno i nostri obiettivi per il 2011) anche sulla generosità e la fiducia, che essa è in grado di generare. Lo stesso cartellone esposto nel giorno dell’inaugurazione inizia con un’altra frase significativa: Qualche volta capita che i sogni si avverino. Il sogno era nella testa di uno di noi. Poi ha incontrato un altro con in testa lo stesso sogno… e il sogno si è tramutato in realtà. Protocollo d’Intesa tra il Dipartimento di Salute Mentale della ASP e la Caritas Diocesana n occasione della “Giornata della Salute Mentale”, organizzata dal Dipartimento di Salute Mentale della Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, durante la quale è stata inaugurata la Serra del Vivaio Ibervillea, realizzata nell’ambito del progetto “Ortocircuito”, è stato siglato un importante documento che vedrà la Caritas Diocesana e il Dipartimento di Salute Mentale della ASP a fianco nella realizzazione di progetti per il reinserimento socio-lavorativo di persone con disagio psichico. Questo accordo, siglato dal Direttore Generale della ASP Dott. Salvatore Cirignotta e da Don Benedetto Genualdi, Direttore della Caritas di Palermo, alla presenza di S.E. Paolo Romeo, Cardinale di Palermo, corona un impegno iniziato alcuni anni fa da alcuni operatori del Dipartimento di Salute Mentale fra cui i coordinatori del Progetto Ortocircuito, il sociologo Enzo Sanfilippo e la psicologa Eliana Biamonte. Il proseguimento di questa I collaborazione è stato fortemente voluto dal Dr. Salvatore Varia, delegato per la guida del Dipartimento di Salute Mentale e dal Direttore Sanitario della ASP Dr.ssa Maria Rita Mattaliano che si erano incontrati nel mese di ottobre presso la sede centrale della Azienda Sanitaria per definire i termini dell’intesa. Nel documento vengono riconosciuti i risultati raggiunti con il lavoro fin qui fatto assieme dai due enti, come quello dell’inserimento di circa 15 persone nell’ambito delle attività vivaistica e altre 8 donne utenti del Centro Diurno di Via dei Cantieri, oggi ospitate presso locali della Parrocchia Stella Maris per il prosieguo di una attività artigianale consistente nella produzione di borse che sono già state apprezzate da alcuni importanti negozi della città. L’intesa sottolinea che gli Enti Pubblici Territoriali e non, in deroga alla disciplina in materia di contratti della Pubblica Amministrazione, possono stipulare convenzioni con le Coopera- tive sociali di tipo B, per la fornitura di servizi diversi da quelli socio sanitari ed educativi a condizione che tali convenzioni siano finalizzate a creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate di cui al comma 1 dell’art. 4 della L.381/91. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo e la Caritas Diocesana di Palermo in funzione dei propri compiti istituzionali, al fine di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale e al benessere psico-fisico dei cittadini, si impegnano reciprocamente a promuovere progetti tesi a favorire l’inserimento lavorativo degli utenti in carico al Dipartimento di Salute Mentale e ad altri servizi della ASP di Palermo attraverso il coinvolgimento di cooperative sociali costituite ai sensi della L 381/91, all’interno di contesti di comunità che promuovano una cultura dell’accoglienza e della valorizzazione delle risorse di ogni persona. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 25 carcere di Fra Carmelo Festa di Natale in carcere tra divertimento, emozione e speranza n occasione delle festività natalizie, la Direzione della Casa Circondariale di Termini Imerese, come ogni anno ed in collaborazione con i volontari, ha organizzato una vera e propria festa per i Detenuti e le loro famiglie: una giornata trascorsa all’insegna del divertimento e della gioia, ricordando a ciascuno l’importanza del Natale, che nell’incarnazione del Verbo viene a “visitare tutti” specialmente chi si trova in una situazione di sofferenza. Nel condurre la giornata ha collaborato con me Fra Michele Parisi, che ha intrattenuto i bambini offrendo loro numerose sculture di palloncini. I volontari Giusy Divono, Valentina Priolo, Dario Spatafora ed Alessio Sunseri hanno invece coinvolto personalmente i bambini I facendoli ballare e divertire sul palco. Durante lo spettacolo sono stati offerti numerosi doni ai bambini ed è stato anche sorteggiato un Bambinello, donato dal Cappellano del carcere, Fra Agatino Sicilia, Frate Minore del Convento di Termini Imerese. “Dietro le quinte”, per tutta la durata dello spettacolo sono stati impegnati altri volontari: Li Vigni Marianna, Salvà Birbante Maria e Spatafora Nicasio. Il loro aiuto è stato prezioso ed ha consentito una buona gestione ed organizzazione dello spettacolo. Il tentativo dei volontari, assieme a tutti gli operatori dell’Istituto, è stato quello di creare un clima festoso e solidale per le famiglie e soprattutto per i bambini, che hanno il diritto di vivere la gioia del Natale con i propri papà. L’intera riuscita dello spettacolo, gli addobbi natalizi, palloncini e caramelle, il rinfresco e soprattutto i doni offerti ai bambini sono stati possibili grazie ai contributi offerti dalla Caritas Diocesana di Palermo. Se posso permettermi, vorrei infine ricordare che i carcerati si possono visitare in tanti modi, non solo oltrepassando i loro grandi cancelli, ma anche pregando per loro e donando anche qualcosa di semplice quali indumenti e detergenti, dove proprio nell’Istituto Penitenziario di Termini Imerese, con l’aiuto dei volontari citati sopra, abbiamo istituito un “Servizio guardaroba” che settimanalmente fornisce ai detenuti indigenti beni di prima necessità (bagnoschiuma, shampoo, lamette, biancheria intima, etc…) di Concetta Maglio Una cena “rosso Cardinale” n prossimità del Natale la Fondazione Antiusura “Ss. Mamiliano e Rosalia” e la Caritas Diocesana hanno dedicato un tempo alla preghiera ed al ringraziamento dei volontari, consulenti, in particolare tutors, per il loro impegno nella carità. È stato un sabato di dicembre nel quale gli invitati tutti, ignari del grande dono che li aspettava, vengono accolti dal Rettore del Seminario Arcivescovile Mons. Raffaele Mangano assieme ad alcuni seminaristi. La serata ha previsto la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo ausiliare Sua Ecc. Mons. Carmelo Cuttitta. Siamo stati onorati della presenza, oltre che I del Cardinale Romeo, anche di quella del Cardinale De Giorgi, presente a Palermo per impegni di ministero. È stato offerto ai partecipanti, al cospetto dell’immagine della Vergine Maria con il Bambino, un concerto di un duo di voce, violino e pianoforte sulle note di brani di musica ora profana ora sacra. L’Ave Maria di Schubert ha concluso il concerto. La serata è proseguita con la cena. Dopo il sentito ringraziamento alle Eminenze presenti e il paterno benvenuto a tutti i commensali da parte di Mons. Benedetto Genualdi, Direttore della Caritas diocesana, il dott. Vittorio Alfisi, Presidente della Fondazione, nel ringraziare S.E. Cardinale Paolo Romeo della sua presenza, coglie l’occasione per porgere gli auguri da parte di tutti, per il prestigioso riconoscimento ricevuto da S.S. Benedetto XVI nell’averlo chiamato all’impegno cardinalizio. Gli auguri vengono accompagnati dal dono di una stampa acquerellata di ini- 26 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci zio ’800 raffigurante la Cattedrale di Palermo, come augurio per il suo servizio alla nostra Chiesa. S. E. il Cardinale Romeo, commosso per il dono ricevuto e per il calore mostratogli, ringrazia e invita i presenti a sostenerlo nel suo impegnativo servizio al popolo di Dio; invita, inoltre, a riflettere sulla problematicità e gravità della situazione socioeconomica della popolazione siciliana ed in particolare dei cittadini di alcuni quartieri palermitani che “indotti” dalla crisi, si rifugiano in guadagni facili ed in traffici illeciti. A conclusione del suo discorso, offre in dono ai presenti il volume “ Il Coraggio del Bene-” il viaggio a Palermo, 3/10/2010, che riporta tutti gli interventi e le foto dei momenti più significativi del recente viaggio del Santo Padre Benedetto XVI. La serata viene conclusa dall’omaggio agli intervenuti di un dono, proveniente dalla Cantina Sociale della Cooperativa Interprovinciale Elorina, sorta dopo un lungo lavorio della Caritas Diocesana di Noto, a sostegno del significato sociale e comunitario della cooperativa. progetti di Claudia Casella “Palermo, lo Zen torna al centro della progettazione cittadina” ell’ambito del progetto G.Zen.net si è svolta in data 12/11/2010 a Palermo “La Perifièra”, una iniziativa che ha lo scopo di mettere al centro la periferia per farne emergere le istanze e restituire protagonismo al quartiere al di là di tutti gli stereotipi che da sempre l’hanno caratterizzata. “Vuole essere un’occasione per vivere il quartiere diventato simbolo della marginalità e dell’esclusione - dice Giuseppe Mattina, uno degli organizzatori - come parte integrante del tessuto urbano e creare un ponte tra centro e periferia. Contro la retorica che vuole le periferie come non-luoghi privi di socialità, questa manifestazione vuole mostrare come lo Zen possa essere un centro di iniziative culturali”. La manifestazione è stata presentata all’interno dell’incontro su “Periferie che crescono: accogliere la città” svoltosi presso la scuola Giovanni Falcone del San Filippo Neri alias Zen2, durante la mattinata. “L’obiettivo principale del progetto è quello di aprire la periferia a tutto il resto della città – afferma Claudia Casella, coordinatrice del progetto attraverso delle iniziative che possano N coinvolgere tutta la società civile palermitana”. “Questa è una manifestazione carica di simboli che servono a tenere alta la speranza di continuare a investire su queste iniziative - sottolinea Rosalba Salierno, direttrice dell’Ufficio di servizio sociale per i minorenni -. Oggi impegnarsi vuole dire anche essere presenti sul territorio, esponendosi per fare sentire la propria voce”. “Lo Zen è uno dei quartieri periferici più studiati al mondo - afferma il sociologo Simone Lucido -. Non si può ragionare sul futuro della periferia se non si ragiona prima sui problemi dell’amministrazione centrale della città”. “Essere una periferia vuol dire sentirsi emarginati rispetto a qualcosa - sostiene il geografo palermitano Marco Picone -. Per diffondere un’idea diversa del quartiere proviamo a sovvertire lo stereotipo non chiamandola più periferia e facendola tornare alla sua centralità”. Nel pomeriggio nella piazza Gino Zappa si è svolta“La PeriFièra”, un’ occasione per presentare al quartiere il progetto G.Zen.Net, grande l’afflusso delle gente del quartiere, attirata dai diversi gruppi musicali, dagli artisti e dai numerosi stand. ARCHIVIO STORICO ZEN Si è tenuta martedì 21 dicembre alle ore 16.00 presso l’Auditorium dell’I.C.S. L.Sciascia in via De Gobbis n. 13, l’inaugurazione dell’Archivio Storico del quartiere San Filippo Neri. L’Archivio Storico Zen, nasce come una delle azioni previste nell’ambito del Progetto “G.ZEN.NET”, promosso dalla rete d’Istituzioni, Enti e Associazioni che da anni operano nel quartiere S.Filippo Neri, coordinato dalla “Confraternita San Giuseppe dei Falegnami” della Caritas Diocesana con il sostegno della Fondazione per il Sud. L’Archivio Storico è una delle azioni progettuali più complesse, in quanto oltre alla ricerca, raccolta ed alla sistemazione di tutta la documentazione esistente sul quartiere vuole diventare un centro promotore di iniziative ed eventi formativi per tutta la Comunità. L’inaugurazione è stata preceduta dal Concerto di Natale dell’Orchestra da Camera “L. Sciascia”, gli studenti con musiche di Gruber e Wade arrangiate dal prof. Billitteri, hanno augurato a tutti un felice Natale ed un Buon Anno. Al Concerto è seguita una tavola rotonda per sottolineare l’importanza dell’avvenimento. L’archivio storico, dedicato ad Emanuele Piazza giovane vittima di mafia, consentirà a tutti gli operatori, le associazioni e anche e soprattutto alle Istituzioni di eseguire progettazioni, di rimodulare azioni ed interventi futuri, sulle base di quanto è stato già fatto e sul vissuto storico e sociale del territorio. È possibile imparare dal passato per migliorare l’opera ed è anche possibile recuperare le buone prassi utilizzate e spesso dimenticate per ridare dignità e dare un volto al quartiere. A conclusione della tavola rotonda, Mons. Genualdi ha scoperto la targa commemorativa dell’Archivio. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 27 volti e storie di Benedetto Madonia “LA STORIA DI VINCENT” ella Locanda del Samaritano sono tante le storie, i racconti e i volti che si incontrano ogni giorno. Storie di sofferenza ma anche di speranza, storie di ferite passate ma anche di riscatto. Questa che racconteremo è una storia semplice, una storia che non leggeremo nelle prossime edizioni dei quotidiani, che non vedremo in nessuna trasmissione TV e che non farà “audience”… E’ una storia che, senza far rumore, tuttavia è capace di aprirci gli occhi e riscaldarci il cuore imparando da essa quanta dignità e umanità può esserci pur nella sofferenza di una vicenda che sembrerebbe segnata solo da disillusione e disperazione. E’ la storia di Vincent (il nome è fittizio), un giovane rumeno poco più che ventenne, che noi operatori della Locanda abbiamo conosciuto la scorsa estate quando, presentandosi da noi, è stato accolto. Ci racconta che è arrivato a Palermo alcuni mesi prima per cercare lavoro; che i suoi genitori lo hanno spinto a lasciare la sua terra per trovare un’occupazione che gli permettesse di sostenere la sua famiglia e i suoi fratelli più piccoli. E’ un giovane pieno di vita e di speranze. Un giovane con gli occhi puliti ma con un cuore ferito: il padre è alcolista e spesso ha avuto dure discussioni con lui. La madre è stata sempre distante affettivamente non offrendogli il calore materno che ogni bambino e ragazzo necessita per una crescita serena. Passano alcuni mesi e Vincent, che nel frattempo in Locanda si mostra sempre disponibile, generoso e accogliente con tutti, inizia ad essere particolarmente triste. Ci racconta che ultimamente i suoi genitori non lo contattano più telefonicamente, non si interessano più e che se non fosse lui a cercarli non avrebbe più notizie dei suoi che, nel frattempo, si sono separati. I suoi occhi tristi raccontano la deso- N lazione e la solitudine di vedersi pieno di aspettative deluse e con il desiderio forte di alzarsi in piedi, raccontano il diritto di sognare un futuro migliore e trovare un lavoro dignitoso che gli permetta di condurre una vita serena e autonoma come ciascuno di noi desidera. Vincent esce ogni giorno alla ricerca di un lavoro: contatta commercianti, ricerca annunci di giornale e su internet, chiede a conoscenti e riceve tanti superficiali “ti faremo sapere”; telefona rispondendo a offerte di lavoro ma quando sentono il suo accento dell’Europa dell’Est subito dicono di aver trovato il personale richiesto e 28 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci Vincent si scontra con barriere e muri costruiti sul pregiudizio. Qualche settimana dopo, visibilmente contento, ci annuncia di aver trovato finalmente un lavoro: ci dice che si tratterebbe di sorvegliare e provvedere al nutrimento del bestiame di una stalla nelle campagne di Caltavuturo. Gli chiediamo, un po’ incerti, se è convinto di accettare e se è contento di quanto lo pagherebbero ma ci dice subito che la cosa importante per lui adesso non è avere subito soldi in tasca quanto avere un impegno lavorativo che lo renda occupato e lo faccia sentire utile. Vincent prende le sue cose e ci saluta. Andando via, con un sorriso sul volto, ci dice: “grazie di cuore, voi operatori uomini per me siete stati dei papà, voi operatrici donne delle mamme!” e ancora: “voi siete stati e siete la mia famiglia ora che una famiglia io non ce l’ho più!”. Le sue parole ci commuovono e ci fanno riflettere, dopo, sul ruolo imprescindibile ma talvolta dato per scontato di accoglienza che la Locanda del Samaritano possiede. Al di là di tutte le possibili prestazioni e “cose” che la struttura può e vuole offrire, le parole di Vincent ci portano al cuore della “mission” della Locanda… che si rifanno nella sua essenza a quella locanda del Vangelo che Cristo, con una parabola, ha individuato come luogo dell’accoglienza, dell’ascolto, del “prendersi cura” dell’altro. Locanda è prima di ogni cosa saper offrire il pro- prio cuore come rifugio e riparo dalla fatica, dalle sofferenze, dal sentirsi rifiutato e non voluto, dalle ferite degli uomini e delle donne che incontriamo ogni giorno nel nostro cammino. Al momento della partenza di Vincent, il nostro direttore della Caritas, mons. Genualdi salutandolo ha voluto donargli una somma di denaro che sicuramente gli sarebbe servita per questa sua nuova esperienza, come segno di gratitudine per la sua collaborazione e lavoro finora svolto nel magazzino e nei trasporti della Caritas ma con fermezza Vincent, pur non avendo nessun risparmio con sé, non vuole accettarla dicendo di non aver bisogno di soldi ma di un lavoro che lo faccia vivere con dignità. Solo la nostra insistenza ha fatto in modo che Vincent accettasse tuttavia quel piccolo regalo. La sera decidiamo di sentirlo telefonicamente per sapere come stava e come fosse andato il viaggio ma, nascondendo il suo pianto, ci racconta delle condizioni inumane nelle quali si è ritrovato: è in una stalla accanto alle mucche che dovrà accudire. Non c’è una stufa, non c’è un letto ma solo una vecchia rete, non ha nient’altro per coprirsi se non degli stracci che trova qui e lì nella stalla. Questo luogo si trova lontano ben 20km da Caltavuturo e si trova da solo in un luogo a lui sconosciuto. Dinanzi al suo racconto, atterriti e basiti, lo invitiamo a ritornare da noi e, con pazienza, attendere e sperare che ancora qualcosa di bello possa accadere nella sua vita. Lui ci dice: “vi ringrazio ma non voglio più disturbarvi. Voi siete stati troppo gentili con me!”. Lo chiamiamo nuovamente l’indomani e così ritorna alla Locanda, ritorna a “casa” così come lui definisce questo luogo. Oggi Vincent è ancora con noi in Locanda. Nel suo cammino in passato ha incontrato gente che lo ha ferito e gli ha fatto del male ma ha pure incontrato “samaritani” capaci di chinarsi su di lui, “perdere tempo” con e per lui, prendersi cura di lui. Cerca ancora un lavoro, qualsiasi lavoro, che possa svolgere con l’onestà, la serietà e la puntualità che ha dimostrato a tutti di possedere. Ha regalato a ciascuno di noi un messaggio di umanità e dignità: sperare e lottare anche quando tutto intorno a noi sembra buio e senza senso; avere un cuore ricco di gratitudine e riconoscenza per il bene, il calore ricevuto pur tra tanta sofferenza, solitudine e indifferenza. Un luogo e degli operatori. Una locanda e delle persone che, su esempio di quel vero Samaritano che è Cristo, vogliono imparare ogni giorno di più a saper vedere e osservare, a sapersi fermare e prendersi cura di ogni uomo e donna con il cuore ferito che ogni giorno incontreremo nei nostri luoghi di lavoro come operatori Caritas ma soprattutto sul nostro cammino di uomini e donne chiamati ogni giorno ad essere segno del Volto misericordioso di Dio. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 29 il libro di G. C. Luce del mondo n ritorno alla riflessione sulle domande di senso e sulla fede è l’invito che Peter Seewold rivolge al lettore attraverso le parole del Santo Padre Benedetto XVI trascritte, a seguito di una conversazione, nel volume “LUCE DEL MONDO”. Il libro affronta in un susseguirsi di domande e risposte le attuali problematiche sociali e politiche di una società in crisi e della crisi del vissuto della fede. La perdita dei criteri di valore rischia di far naufragare l’esistenza di ciascuno di noi. Dobbiamo avere solo paure per il futuro o anche speranza? Dalle attuali esperienze negative possiamo ripartire fiduciosi, dice il Santo Padre: «la consapevolezza della minaccia e della distruzione dell’intera struttura morale della nostra società dovrebbe essere per noi un richiamo alla purificazione dobbiamo tornare a riconoscere che non possiamo vivere come se una cosa volesse U l’altra, che libertà non significa indifferenza e che è importante imparare una libertà che sia responsabilità» Dal confronto della crisi della Chiesa e della crisi dovuta al secolarismo emerge il pericolo di una catastrofe globale se nella combinazione di “potere” e “conoscenza” manca il punto di vista del bene. Disporre senza riflettere su ciò fa venir meno l’aspetto etico della nostra esistenza e la vocazione alla responsabilità a cui tutti noi siamo chiamati. Contro le intolleranze e il relativismo si propone la via della ricerca autentica della fede. Una fede viva e incarnata nell’uomo del nostro tempo che lotta e che spera e che legge nei segni di tempi, così drammatici, la necessità della conversione. Lo stile semplice e agile restituisce al lettore parole di conforto e di incoraggiamento a proseguire il difficile cammino esistenziale alla Luce della Parola, della Presenza reale del Cristo nell’Eucaristia e con la preghiera perché, dice il Papa, «il nostro andare insieme con Lui ed il lasciarsi cambiare si intreccino, perché avvenga quel cambiamento dell’uomo che è la più importante condizione per un cambiamento realmente positivo del mondo.» giovani e sfida educativa di Maria Pagano e Edoardo Lembo Lo sportello d’ascolto per le dipendenze patologiche scende in strada ontinua il lavoro svolto dallo sportello d’ascolto per le dipendenze patologiche, sito in piazza S. Chiara a Palermo, all’interno della struttura della Caritas Diocesana di Palermo. Il centro comincia ad essere una risorsa per quei soggetti che decidono di intraprendere, in accordo con il Ser.T di appartenenza, un percorso terapeutico e riabilitativo che permetta loro di superare la dipendenza dalle droghe, dall’alcool, dal gioco d’azzardo e non solo. Il servizio offre colloqui di sostegno e di orientamento, oltre che ai soggetti con dipendenze varie, anche alle loro famiglie bisognose di un supporto in quanto si sentono impotenti davanti ad un proble- C ma a volte insormontabile, cercando di accendere la speranza che qualcosa si può fare per vincere insieme questa lotta impari. Occorre prima di tutto spezzare quel circolo vizioso che crea spesso la rassegnazione di un nucleo familiare e affrontare insieme con consapevolezza il problema, collaborando alla riscoperta della fiducia nella vita per se stessi e per i figli, partendo da un atto di umiltà: chiedendo aiuto a chi ha esperienza, competenza e capacità di aiutare per riuscire a credere e a sperare. Il centro d’ascolto, inoltre, persegue questi obiettivi oltre le mura del Centro Agape, portando attraverso i suoi operatori, i servizi in strada. Un esempio è stato l’aggancio di un giovane adulto 30 InformaCaritas novembre/dicembre duemiladieci tossicodipendente avvenuto nel quartiere multiproblematico dello Zen 2 di Palermo. Spesso le difficoltà dei ragazzi, ad intraprendere un cammino di cura, nascono dalla disinformazione e dalla paura che le comunità siano un luogo in cui internarsi. Invece le comunità terapeutiche sono un luogo di rinascita, dove la libertà e la personalità di ogni ragazzo sarà riscoperta, valorizzata, aiutata a recuperare il valore della vita. Lo sportello si avvale della collaborazione dei centri d’ascolto della Caritas Diocesana (immigrati, legale, antiusura) e dei servizi della ASP di Palermo. Il spotello riceve per appuntamento al n° 388 85 07 095, il martedì dalle 9:00 alle 13:00. il film di Salvo Grasso Stanno tutti bene USCITA CINEMA: 12/11/2010 REGIA: Kirk Jones SCENEGGIATURA: Kirk Jones ATTORI: Robert De Niro, Drew Barrymore, Kate Beckinsale, Sam Rockwell, Lucian Maisel, Katherine Moennig, Damian Young, James Frain, Melissa Leo, James Murtaugh el cinema contemporaneo dei remake capita anche che sia un film italiano di 20 anni fa ad essere rifatto ad Hollywood. Stanno tutti bene è infatti un adattamento del film omonimo di Giuseppe Tornatore, che tra l’altro all’epoca fu un discreto flop dopo i successi e l’Oscar per Nuovo Cinema Paradiso. Se lì c’era un Marcello Mastroianni anziano e dolente qui tocca a Robert De Niro che si prende una pausa dai suoi successi comici ma non dalle sue smorfie, che rimangono la cifra principale di un attore involuto in maniera proporzionale ai successi al botteghino delle sue performance comiche degli ultimi anni. Ma come detto qui si ride poco, anzi il film, piuttosto fedele all’originale, è proprio un caso da manuale di family movie: costruito per farci commuovere e coinvolgere dalle vicende di un uomo anziano, malato e da poco vedovo, che visto che i figli non lo vengono a trovare decide di partire, via treno e in pullman, e girare gli Stati Uniti per fare una sorpresa a ciascuno di loro. Scoprirà presto che gli nascondono tutti qualcosa, che non tutti hanno avuto così successo nella vita e che la moglie era stata sempre un filtro che depurava dalle cattive notizie e faceva filtrare solo quelle buone. Il motivo? Il nostro protagonista è sempre stato molto esigente e ha inciso profondamente nell’infelicità dei figli. Ma naturalmente il film non cerca di scardinare e problematizzare i danni che può fare un padre nei confronti dei propri figli, ma cerca invece di conciliare in maniera prevedibile e N retorica ogni contrasto. La regia di Kirk Jones (suoi Svegliati Ned e il primo Tata Matilda) è accessoria. Qui conta De Niro, onnipresente, che anche tentando di lavorare in sottrazione finisce per giggioneggiare oramai disperatamente ancorato ad una recitazione facciale quasi involontaria. Il resto del cast è sicuramente di livello, da Sam Rockwell a Drew Barrymore, da Kate Beckinsale a Melissa Leo. Vanno sottolineati i contributi della colonna sonora (alla Morricone) del nostro premio Oscar Dario Marianelli e una canzone, (I Want To) Come Home scritta appositamente da Paul McCartney. Se il protagonista per anni ha rivestito i fili del telefono, facilitando milioni di conversazioni, diffondendo notizie belle o brutte, nella metafora fin trop- po sbattuta in faccia del film sarà ora lui in prima persona a mettersi in marcia, a vivere in prima persona una storia, a unire vite e difficoltà, quelle dei propri figli, per scoprire che ha vissuto per anni dietro un velo di bugie a fin di bene, cercando di fare i conti con i propri errori di padre e poter dire idealmente alla moglie, con un’altra menzogna, che “stanno tutti bene”. Intenso e toccante, questo film riesce ad emozionare senza mai risultare melenso o patetico. Racconta la semplice e dolorosa realtà della vita: la storia del distacco inevitabile dei figli dalla famiglia di origine e della solitudine di chi resta, di chi giovane non è più e che ha come unici compagni i ricordi di giorni felici che non torneranno. Ma è anche la storia di un ricongiungimento che va oltre le parole non dette, le mezze verità e la distanza fisica e che addirittura la azzera. Non è mai troppo tardi, per genitori e figli, per rimediare agli errori, mai troppo tardi per un padre per conoscere i propri figli nel profondo e accettare le loro scelte di vita o per i figli per ritrovare nel proprio padre un punto di riferimento anche nella vita adulta, per sentirsi pienamente accettati con tutte le loro debolezze e i loro “fallimenti”. L’amarezza e la malinconia che pervadono tutto lo scorrere del film, lasciano anche spazio ad una dolce, tenera e rassicurante sensazione di calore e di intima felicità. novembre/dicembre duemiladieci InformaCaritas 31 Auguri di Buon Natale dalla Caritas di Abancay in Perù FELIZ NAVIDAD. Que el Verbo eterno de Dios llene tu vida. Dios hecho niño ha tomado nuestra condición humana y -si le dejamos- nos da nueva vida. La foto de una campesina y su niño..., de mi tierra natal..., habla de alguna manera la humillación del Hijo de Dios. SANTOS DOROTEO BORDA LOPEZ, Pbro. ABANCAY - PERU O83 983 729750 Auguri a tutti i detenuti e al personale penitenziario La Caritas Diocesana augura un anno di speranza e di vita nuova a tutti coloro che vivono nella condizione di detenzione. “Il volto del Cristo detenuto vi accompagni per illuminarvi nel buio dal quale desideriamo che possiate quanto prima venire fuori”. E con questo augurio che offriamo a tutti voi che siete nelle carceri della nostra Arcidiocesi, l’immagine che raffigura il Cristo detenuto, opera di fra Danilo, un confratello di fra Carmelo che abita nell’isola di Creta. La grazia del Sacerdozio di fra Carmelo, nuovo Cappellano dell’Ucciardone, è frutto della sua esperienza tra i fratelli ristretti. Con la diffusione dell’icona si vuole sensibilizzare alle necessità dei detenuti, attraverso sopratutto la preghiera per coloro che cercano liberazione e pace. Caritas Diocesana www.caritaspalermo.it Abbiamo bisogno del tuo abbonamento INVIA LA QUOTA DEL TUO ABBONAMENTO A: Caritas Diocesana Palermo - c.c.p. 11297900 Causale: Abbonamento a “Se ognuno fa qualcosa - InformaCaritas Palermo” QUOTE: Ordinario € 10,00 Straordinario € 20,00 Sostenitore € 50,00 Benefattore € 100,00 OPPURE: C/C BANCARIO S. PAOLO IMI - AG.N.8 Via E. Restivo, 85 - 90041 Palermo Conto Corrente n. 961 Coord. Banc. ABI 1025 - CAB 4608