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Processi di deterioramento delle fotografie

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Processi di deterioramento delle fotografie
Fotografie
Fattori di degradazione chimico-fisici
1
Tecniche e Procedimenti
Argentici
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Dagherrotipo*
Ambrotipo*
Ferrotipo*
Calotipo*
Lastra all’albumina
Lastra al collodio*
Lastra alla gelatina
Pellicola b.n.
Carta salata
• Carta all’albumina
• Carta emulsionata
“printing out”
• Carta gas-light
• Carta emulsionata
“developing out”
• Fotografie a colori
2
Non argentici
Cianotipia
vedi Scaramella L.
• Stampa al carbone o
pigmenti
• Stampa alla gomma
bicromata
• Cianotipo
• Carta al platino e al
palladio
• Callotipo
• Pellicole diazo
• Pellicole vescicolari
• Procedimenti termici
3
Componenti
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Supporti
Leganti
Sostanze fotosensibili
Sensibilizzanti cromatici
Barite
Viraggio
Coloranti a sviluppo
Coloranti
Pigmenti
4
• Supporto
- metalli, carta, vetro, plastica
• Legante
- collodio, albumina, gelatina
- gomma arabica, gomma lacca
• Sostanza fotosensibile
- AgNO3, AgI, AgBr, AgCl
- Cr2O7=, sali Fe3+
- ArN2+
• Sensibilizzanti cromatici
- tiocianine, emicianine, merocianine,
eritrosina
5
• Barite
- BaSO4
• Viraggi
- Au, Pt
- Ag2S, Ag2Se
- Fe4(Fe(CN)6)3, Cu2(Fe(CN)6)3
• Coloranti a sviluppo
- ciano, magenta, giallo
6
• Coloranti
- solubili
- impartiscono il colore formando legami chimici
con le sostanze oppure per inclusione o
adsorbimento
- si fissano al supporto allo stato di suddivisione
molecolare
- trasparenti
• Pigmenti
- polveri fini colorate
- impasti
- coprenti
7
Fattori di deterioramento
•
•
•
•
•
•
•
Supporti
Leganti e cere
Sostanze fotosensibili
Residui chimici
Coloranti
Pigmenti e inchiostri
Uso, incuria, cause
accidentali, eventi
eccezionali
• UR, T e variazioni
termoigrometriche
• Luce
• Qualità dell’aria
• Buste, contenitori,
montature, arredi
8
Supporti
•
•
•
•
•
•
Metalli
Carte
Plastiche
Vetri
Tessuti
Ceramiche
ecc.
9
Metalli
• Una caratteristica
comune a tutti i
metalli è l’elevata
conduttività elettrica
che si spiega con
l’esistenza del
“legame metallico”
• Sono buoni conduttori
di calore, sono solidi
(tranne Hg), opachi,
duttili, malleabili,
lucenti
• La stabilità dei metalli
dipende
essenzialmente dalla
“resistenza alla
corrosione”
• La corrosione è “quel
complesso di
fenomeni chimici che
causano l’alterazione
dei materiali metallici,
e che ne degradano
le proprietà fisiche e
10
chimiche”
• La corrosione chimica
• “Alla base di ogni
può avvenire ad opera
processo di corrosione
di agenti atmosferici
metallica esiste un
(Inquinanti atmosferici)
processo di
e consiste (in generale)
ossidazione del
nella trasformazione
metallo che si corrode”
dei metalli in ossidi
• La corrosione dei
metalli è dovuta
all’azione chimica o
elettrochimica
• I principali responsabili
dei fenomeni di
corrosione naturale
sono O2 e vapore
d’acqua
11
• L’azione chimica può
essere interpretata da
un punto di vista
elettrochimico quando
è accompagnata da
trasferimento di
elettroni
• Ci si riferisce
esplicitamente ad un
“attacco
elettrochimico” quando
sono distinguibili aree
anodiche e catodiche
separate
(flusso di correnti elettriche per
distanze apprezzabili attraverso
il metallo).
• All’anodo ha luogo un
processo di
ossidazione
(corrosione del metallo
meno nobile)
• Un metallo è tanto più
corrodibile quanto più
negativo è il suo
potenziale redox
• La “corrosione
elettrochimica” è un
cambiamento chimico
distruttivo al quale è
associato un flusso di
corrente elettrica
12
• La corrosione può
essere “uniforme” o
“localizzata”
• La corrosione uniforme
procede su tutta la
superficie del metallo
• Quella localizzata si
può distinguere in:
- corrosione
“galvanica”
- corrosione per
“vaiolatura” (pitting) e
“interstiziale”
- corrosione “selettiva”
- corrosione per
“turbolenza”,
“abrasione”,
“cavitazione”,
“sfregamento”
- corrosione sotto
“sforzo”
- corrosione dovuta a
“fatica”
13
Argento
Ferro
• Sulla superficie può
• Con l’acqua, all’aria,
verificarsi, in presenza
forma la ruggine Fe2O3
di ossigeno,
nH2O
formazione di Ag2S
• Il film di ossido si
per reazione con
stacca dalla superficie
zolfo, con solfuro
di idrogeno H2S o
con SO2
Rame
(in presenza di umidità)
• In presenza di umidità
forma Cu2O che si
trasforma in solfato
basico di rame e
carbonato basico. 14
Carte fotografiche
• Carte salate
• Carte all’albumina
• Carte emulsionate
p.o.
• Carte emulsionate
d.o.
• Carte RC d.o.
15
•
Struttura molecolare della cellulosa:
- omopolimero
- unità di D-glucosio C6H10O5
- legami 1-4 beta glucosidici
16
• Struttura sopramolecolare:
- catene tenute insieme da legami idrogeno
- aggregati di catene ordinati (zone cristalline)
- aggregati di catene disordinati (zone amorfe)
• Struttura cristallina: polimorfismo
alcali
Cellulosa I
I alfa (triclino)
Alghe
Cellulosa II
I beta (monoclino)
Cotone, legno
17
• Struttura sopramolecolare:
- catene tenute insieme da legami idrogeno
- aggregati di catene ordinati (zone cristalline)
- aggregati di catene disordinati (zone amorfe)
• Struttura cristallina: polimorfismo
alcali
Cellulosa I
I alfa (triclino)
Alghe
Cellulosa II
I beta (monoclino)
Cotone, legno
18
• La carta subisce nel corso del tempo processi di
degradazione per azione delle impurità e degli
agenti fisici e chimici presenti nell’ambiente
circostante:
- Idrolisi acida
- Idrolisi basica
- Ossidazione
- Fotodegradazione
- Trattamento termico
- Cross-linking
19
Carte fotografiche
• Nella maggior parte
dei casi, le carte
fotografiche sono di
buona qualità (lino,
cotone)
• Sono prive, in genere,
di alcuni dei principali
fattori interni di
degradazione delle
carte da scrivere o da
stampa
lino
cotone
20
• Carte salate
21
• Carta all’albumina
22
Stereoscopia
23
• Carte emulsionate ad
annerimento diretto
(gelatina o collodio)
Viraggio con oro
24
• Carte emulsionate a sviluppo
• I cicli di umidità
possono provocare
“cracks” simili ad un
mosaico irregolare
25
• Carte RC emulsionate a sviluppo
- La luce assorbita dallo strato
RC per esposizione prolungata
rende il polietilene
(non stabilizzato) meno pieghevole
- Nel supporto di carta possono essere
incorporati stabilizzanti che migrano nello strato
di resina prevenendo così la formazione di
26
“cracks”
Plastiche
•
•
•
•
•
Nitrato di cellulosa
Acetati di cellulosa
Cloruro di polivinile
Polistirene
Tereftalato di
polietilene
• Policarbonato
27
• Nitrato di cellulosa
Rcell (OH)3-m (ONO2)m
- La “celluloide” si
decompone con
sviluppo di gas:
NOx
CO
HCN
28
• Il film diventa fragile e vischioso
• L’immagine sbiadisce
• Se il calore di combustione non è dissipato la
temperatura può raggiungere il punto di
autocombustione
• La combustione si autosostiene a causa
dell’elevato contenuto di O2
• Il processo di degradazione procede nel tempo
• E’ attivato da
- temperatura
- umidità
- impossibilità di fuoriuscita del calore generato
29
Acetato di
cellulosa CA
Rcell (OH)3-m (CH3COO)m
• L’acetato ha scadenti proprietà
meccaniche, scarsa stabilità
dimensionale, scarsa stabilità chimica
• Il triacetato è un po’ più stabile
• Il processo di degradazione è noto come
“sindrome dell’aceto”:
comparsa di acidità, odore di aceto,
restringimento, infragilimento, depositi cristallini,
bolle, ammorbidimento dell’ emulsione,
sbiadimento dei colori
30
Sindrome dell’aceto: autocatalisi
Punto di autocatalisi
0,5
tempo
L’acido acetico, sottoprodotto
della deacetilazione, catalizza
ulteriormente la degradazione
del polimero
L’acidità interna determina
il grado di probabilità che il
film diventi inutilizzabile
(restringimento, deformazioni,
“essudazione” del
plastificante)
Il livello di acidità è espresso
in ml di NaOH 0,1M /g di film)
Il livello di acidità del film è un indice della velocità di degradazione
31
• Tempo per raggiungere il livello di acidità 1 per
un film appena prodotto ed un altro già
degradato, in funzione delle condizioni
ambientali
32
• il controllo di T e UR ha effetti positivi sulla
stabilità
• i benefici derivanti da basse T e bassi valori di
UR sono sinergici
• il maggior beneficio deriva da bassi
valori di T
• A-D Strips
33
Polietilene tereftalato PET
• Il poliestere è più stabile degli acetati
di cellulosa
• Il tempo di vita utile del PET in condizioni di
conservazione idonee è stimato in qualche
centinaio di anni
34
• La via di degradazione più importante a T ambiente
è l’idrolisi
• L’idrolisi è accelerata da T, UR, acidi, basi e
catalizzatori
• L’idrolisi genera acidi carbossilici:
effetto di autoaccelerazione
• Perdita di viscosità intrinseca
• Perdita di resistenza a trazione
• Sono trascurabili gli effetti delle radiazioni UV
35
36
Vetri
• Il vetro comune (formato da silicati) tende a
diventare fragile e opaco a causa del
processo di
cristallizzazione
dei silicati
(devetrificazione)
37
Lastra di vetro in gelatina
Lastre in bianco e nero danneggiate da piccole macchie circolari
rosso-bruno (Red Spots) - A.S. Terni
• Altri esempi - A.S. Terni
• Altri esempi - A.S. Terni
• Altri esempi - A.S. Terni
• Altri esempi - A.S. Terni
Red spots
Leganti
• Collodio
• Albumina
• Gelatina
44
Collodio
• Nitrato di cellulosa depositato sotto forma di film da
una soluzione di etere e di alcool
• Il collodio perde rapidamente la porosità
con l’evaporazione del solvente, ostacolando la
penetrazione e diffusione dello sviluppo
• Il collodio è poco permeabile all’acqua
• Può rigonfiare per l’umidità, ma meno dell’albumina
e della gelatina
• Risulta meno instabile dei film in nitrato di cellulosa
• Può risultare relativamente rigido e fragile
• L’infragilimento e lo stress possono provocare
fratture meno larghe di quelle nelle albumine
45
Albumina
• Diversamente dalla gelatina, non forma un gel
reversibile
• La soluzione sensibilizzante AgNO3 ne diminuisce
la solubilità in acqua
• L’albumina è quindi più resistente della gelatina
all’acqua e all’umidità
• Le sue proprietà possono però cambiare con
l’invecchiamento così che si possono verificare
fenomeni di ammorbidimento e rigonfiamento in
ambienti umidi
46
• L’albumina tende ad ingiallire nel tempo
• L’intensità del fenomeno dipende dall’umidità
• Può essere provocato anche dall’esposizione
prolungata alla luce
• L’albumina, invecchiando, può diventare
fluorescente
• L’interazione fisica tra la carta ed il legante
(albumina) e lo stress conseguente è evidente in
questo esempio
47
Gelatina
• Colloide liofilo protettore
• Gel elastico reversibile
• Viene indurita con ioni inorganici Al 3+ (allume di K
o di rocca), Cr 3+ (allume di Cr) oppure con HCHO
• La gelatina può diventare fragile oppure
ammorbidirsi con una certa tendenza al
rigonfiamento in presenza di umidità ed acqua in
cui può diventare solubile a seguito di processi di
idrolisi
• Il contatto prolungato con superfici
lisce ne può modificare
permanentemente le caratteristiche di superficie48
49
Cere
• Le cere naturali non sono soggette a reazioni di
ossidazione e polimerizzazione
• Hanno grande inerzia nei confronti di ogni tipo
di alterazione chimica
• Sono idrorepellenti
Vedi: M. Matteini, A. Moles,
La chimica nel restauro – I materiali dell’arte pittorica,
2003, Firenze, Nardini Editore
51
Sostanze fotosensibili
• Procedimenti
argentici:
AgCl
AgBr
AgI
• Procedimenti non
argentici:
- bicromati (carbone,
gomma bicromata)
- sali ferrici (cianotipie,
platinotipie, callotipie)
- sali di diazonio
- vescicolari
52
- termici
Procedimenti argentici
• Processo ad annerimento diretto
• Processo a sviluppo
Ag colloidale
Ag filamenti
53
Principio di Gurney e Mott
54
• Specchio d’argento
deterioramento (ossido-riduzione) che si manifesta
come uno specchio d’argento bluastro nelle aree
più scure
55
Red spots
56
AgX non rimossi con il fissaggio
• I cristalli AgX non rimossi a causa del fissaggio
insufficiente provocano l’ingiallimento dell’immagine
per azione della luce
(formazione di Ag colloidale)
2AgX + luce
2Ag + X2
57
S2O3= Ag(S2O3= )- Ag(S2O3= )2-3 Ag(S2O3= )3-5
non rimossi con il lavaggio
• I residui di tiosolfato o dei suoi complessi con
l’argento si decompongono nel tempo formando
Ag2S, provocando così l’ingiallimento
dell’immagine ed il successivo sbiadimento
S2O3= + H2O
S= + H2SO4
• Esempio di progressivo processo
di solfurazione dovuto a lavaggio
insufficiente
58
Coloranti
Naturali
Sintetici
Origine
animale
•Porpora
•Rosso di cocciniglia
•Nero di seppia
ecc.
Origine
vegetale
•Indaco
•Alizarina
•Porporina
•Giallo di curcuma
ecc.
Dal punto di
vista chimico
•Coloranti del trifenilmetano
•Coloranti azoici
•Coloranti antrachinonici
•Coloranti indigoidi
•Coloranti allo zolfo
Dal punto di
vista
dell’impiego
•Coloranti diretti acidi
•Coloranti diretti basici
•Coloranti sostantivi
•Coloranti a mordente
•Coloranti a sviluppo
•Coloranti al tino
59
Autocromie
• Fecola di patate colorata rosso-arancio, gialloverde, blu violetto
• Deterioramento dello strato di vernice che separa
l’emulsione da quello di fecole (il colorante verde
passa in soluzione e tinge le altre fecole)
60
Coloranti a sviluppo
• I film a colori sbiadiscono
per esposizione alla luce,
ma il fenomeno si
manifesta anche al buio
a causa dell’instabilità
chimica
• La velocità di sbiadimento può essere diversa per
i diversi coloranti e per i diversi tipi di film e
processi
61
• Formazione dei coloranti a sviluppo
62
• Kodakrome 1935-1940
(controlled-diffusion
bleach film):
bassa stabilità allo
sbiadimento
al buio
• Il procedimento fu
poi modificato e
reso più stabile
63
• Kodacolor 1944 (stampa):
“staining” e scarsa solidità alla luce
64
• Ektachrome:
consistente sbiadimento dei coloranti ciano e
giallo (al buio)
65
• Ektacolor (stampa RC):
sbiadimento del colorante magenta ed
ingiallimento
66
• Polaroid SX-70:
ingiallimento evidente
del fondo all’origine
bianco e “cracks”
presenti nello strato
che riceve
l’immagine
“cracks”
67
Mezzi pittorici
• Pigmenti
• Leganti
•
Vedi: M. Matteini, A. Moles, La chimica nel restauro – I materiali dell’arte
pittorica, 2003, Firenze, Nardini Editore
68
Pigmenti
Organici
•Sono resi insolubili per combinazione con vari reattivi, oppure
prodotti in forma insolubile evitando di introdurre nella molecola
gruppi (es. gruppi solfonici) che rendono invece solubili i
“coloranti”
•Chimicamente correlati con varie classi di coloranti
NOTA - Nella tavolozza classica non esistono veri e propri
pigmenti organici, salvo rare eccezioni, ma piuttosto “coloranti
organici” fissati su polveri semitrasparenti inorganiche (ossido
idrato di alluminio).
Inorganici
•Molti sono di origine minerale
•Contengono elementi pesanti
•Sono costituiti da ossidi, carbonati, solfuri, solfati ecc. di vari
metalli
69
Tempere
• Pigmenti in polvere trasformati in impasti stendibili
sul supporto da leganti utilizzati in dispersione
acquosa
• Sono coprenti
• Costituzione proteica
(uovo, caseina e colle animali)
• Natura polisaccaride (gomme vegetali)
Acquarelli
• Pigmenti in un mezzo
solubile in acqua
70
Pigmenti
• I pigmenti organici sbiadiscono più facilmente
degli altri alla luce
• Il fenomeno è accelerato dall’umidità
• I pigmenti inorganici sono più stabili alla luce, ma
sono soggetti a reazioni chimiche che li alterano o
degradano
71
Leganti pittorici
•
•
•
•
•
L’uovo forma un film con caratteristiche di
notevole coesione
L’ “albume” forma un film fragile e parzialmente
sensibile all’acqua
Il “tuorlo”, per l’elevata % di grassi, forma un film
con proprietà meccaniche, di coesione, di
adesione e flessibilità che migliorano nel tempo
Non tende all’ingiallimento
L’insolubilità aumenta nel tempo se non
intervengono processi anomali di degenerazione
73
• La caseina (caseinato di ammonio)
presenta un rapido processo degenerativo del
film che diventa fragile e screpolato
• Le gomme vegetali sono di solito addizionate
con antifermentativi per prevenire l’attacco di
microrganismi
• Le destrine (prodotti di demolizione
dell’amilopectina) sono utilizzate insieme alle
gomme vegetali nella composizione di leganti
per colori ad acqua
• Una volta seccate sono insolubili anche in acqua
calda
74
Coloranti sintetici
- Colore della faccia
- Colore dei capelli
- Rosso cadmio
- Blu chiaro cobalto
- Giallo cromo chiaro
- Blu di Prussia
- Porpora lacca
- Succo verde
75
Inchiostri da scrivere
• Sbiadimento dell’immagine
d’argento (in una stampa a
sviluppo con emulsione di
gelatina) in corrispondenza
al contorno della scrittura
76
Uso, incuria, cause accidentali, eventi
eccezionali ….
• Questi fattori di degradazione dei materiali
fotografici vanno propriamente ricondotti ai temi
della “sicurezza” degli archivi, biblioteche e musei
• I danni prodotti sono riconducibli a cause ed effetti
di natura meccanica, fisica, chimica e biologica
• Il recupero implica operazioni di pulizia,
consolidamento e restauro
77
Temperatura, umidità, variazioni
termoigrometriche
Temperatura
•
La temperatura va tenuta sotto controllo,
soprattutto in alcuni casi particolarmente critici
(collodio, celluloide, acetati)
Umidità relativa
•
Urel = (U/Usat) 100
varia in funzione della
temperatura perché
con essa varia Usat
78
Punto di rugiada
• Diminuendo la temperatura dell’aria nell’ambiente,
Urel aumenta
• Quando la temperatura è
tale che U = Usat, allora
Urel = 100%
• Questa temperatura è il
“punto di rugiada”;
se diminuisce ancora
si ha “condensazione”
79
Ambienti secchi
• Arricciamento e infragilimento delle pellicole e delle
carte
• Arricciamento dei cartoni di montatura
• Restringimento degli acetati
• Contrazione della gelatina
UR elevata e presenza di acqua
• Variazioni dimensionali
• Vetrificazione della gelatina a contatto con superfici
lisce
• Danni agli involucri di protezione
• Fenomeni di adesione emulsione/emulsione o
emulsione/supporto
80
Lastra di vetro
Celluloide
81
• Solubilizzazione dell’emulsione
82
Variazioni termoigrometriche
• Sottopongono le fotografie a sforzi meccanici
(contrazioni e dilatazioni)
• Sono causa di danni per la diversità delle variazioni
dimensionali del supporto e dell’emulsione
Valori non idonei di T e UR
• Influiscono su:
- stabilità dell’immagine
- stabilità dei leganti
- stabilità degli adesivi
83
Luce
• La luce provoca:
- Fotolisi dei composti d’argento residui per fissaggio
insufficiente (formazione di argento colloidale)
- Ingiallimento e infragilimento della gelatina
- Degradazione e ingiallimento della celluloide
- Ingiallimento delle carte di scadente qualità
- Sbiadimento dei coloranti
84
Qualità dell’aria
Inquinanti e contaminanti chimici
• E’ accertato il rischio connesso all’azione degli
inquinanti chimici (NOx e SO2) sui materiali
cartacei
• Si presume che rischio analogo sussista quindi
per carte fotografiche e cartoni di montatura
• Le gelatine fotografiche si degradano per
esposizione a SO2 e NO2 (idrolisi e conseguente
maggiore possibilità di solubilizzazione)
85
• E’ nota l’azione sull’immagine di argento da parte di:
2Ag + H2S + O2
Ag2S + H2O
- Solfuri e H2S
- SO2
- NOx
All’azione dei perossidi sono
- O3
connessi processi di
- NH3
ossidazione/riduzione
- HCHO
delle particelle di argento,
in particolare quando la
- Fumi acidi
“grana” è molto fine
- Perossidi
• Al rischio dovuto agli inquinanti chimici si aggiunge
quello dovuto ai contaminanti rilasciati da:
- alcuni componenti dei materiali fotografici stessi
86
- alcuni involucri, contenitori, scaffalature, vernici
Buste, contenitori, montature, arredi
Materiali dannosi per la conservazione delle
fotografie:
- legno e derivati;[1]
- alcune carte e cartoni[2];
- alcune plastiche[3]
- vernici
- alcune colle sintetiche e adesivi[4]
- elastici[5]
- metalli[6]
87
• Una montatura circolare di carta contenente lignina
a contatto con la fotografia (carta a sviluppo) ha
sbiadito l’immagine di più ai bordi di quanto non
abbiano fatto le condizioni ambientali sulla
fotografia nel suo insieme
88
Conservazione
•
•
•
•
Ambiente
Manipolazione
Ispezione
Norme
89
Ambiente
• E’ fondamentale realizzare ambienti di
conservazione idonei :
- provvedendo alla collocazione delle fotografie in
involucri e contenitori adatti
- intervenendo sulle condizioni climatiche
(T, UR, illuminazione, qualità dell’aria)
90
Involucri
• Involucri individuali di carta o di plastica
permettono di proteggere le fotografie dalla
manipolazione e dalla polvere
• Buste di carta con giunture risultano più resistenti,
ma se sono state realizzate con adesivi
igroscopici (colle di origine animale o vegetale)
l’umidità può velare l’immagine
• Le buste ottenute piegando semplicemente i lembi
non danno questo inconveniente, proteggono
meglio le fotografie e ne permettono la visione
senza doverle estrarre
91
Involucri in plastica
• Facilitano la consultazione frequente
• Le plastiche sono elettrostatiche e possono
facilmente attrarre particelle in sospensione
Scatole
• Scatole di forma appropriata contribuiscono
efficacemente alla protezione delle fotografie,
soprattutto delle lastre di vetro
Involucri o contenitori “impermeabili” e “sigillati”
• In particolari circostanze (per esempio un locale
molto umido, con infiltrazioni di acqua e molto
polveroso) potrebbe risultare indispensabile l’uso di
92
involucri impermeabili e sigillati
Scaffalature
•
•
•
Sono una soluzione economica, ma praticamente
priva di controindicazioni soltanto se l’insieme
costituito dalle buste, dai contenitori e dal locale è
tale da garantire un’adeguata protezione
Armadi e cassettiere sono d’obbligo se non sono
soddisfatti i requisiti di cui sopra
All’interno non si devono creare condizioni
climatiche non idonee
93
Idoneità di carte e cartoni: ISO 18902
1) Non a contatto diretto con le fotografie:
• pH 7,0-9,5 (metodo ISO 6588)
• riserva alcalina (metodo di determinazione
secondo ASTM 4988)
2) A contatto diretto con le fotografie:
•
pH 7,0-9,5
• riserva alcalina equivalente molare ad almeno
2% CaCO3
• alto contenuto di alfa cellulosa bianchita al solfito
o pasta kraft bianchita con contenuto di alfa
cellulosa >87% (determinazione secondo ISO
94
699)
•
•
•
•
•
•
•
•
assenza di fibre altamente lignificate
assenza di collatura con resina
assenza di particelle metalliche
zolfo riducibile <0,0008%(TAPPI T406om)
se necessari, quantità minima di agenti collanti
(neutri o alcalini);
eventuali coloranti o pigmenti non devono (se
impregnati in acqua distillata per 48 ore)
“sanguinare” o trasferirsi su carta bianca a
contatto
soddisfare i test fisici richiesti
non essere lucida o rugosa
95
•
essere essenzialmente priva di particelle
metalliche, di cera o di plastificanti
• soddisfare il P.A.T.(Photographic Activity
Test)[1], condotto secondo la norma
3) Carte a diretto contatto con immagini a colori:
Simili alle precedenti, ma in questo caso il pH
non deve essere superiore a 8 e non si deve
applicare il requisito minimo per la riserva
alcalina [2
4) Gli adesivi devono soddisfare
il test di attività fotografica PAT
96
5) Inchiostri da stampa:
• non devono essere presenti all’interno dell’involucro
• non devono (se impregnati in acqua distillata per 48
ore) “sanguinare” o trasferirsi su carta bianca a
contatto
• devono soddisfare il test di attività fotografica PAT
6) Plastiche:
• chimicamente stabili, inerti e senza acidi
• protettive dagli inquinanti atmosferici e dalla polvere
• protettive dalla manipolazione
• sufficientemente traslucide
• proprietà meccaniche adatte all’impiego specifico
• temperatura di transizione vetrosa sufficientemente
alta
97
Condizioni climatiche e qualità dell’aria
• Il locale di conservazione deve essere tale
da assicurare:
- protezione da incendi, allagamenti e infiltrazioni
d’acqua
- idonee condizioni termoigrometriche, di qualità
dell’aria e di illuminazione
- il controllo di T, UR, ventilazione, ricambio e
purezza dell’aria mediante rivelatori
98
TEMPERATURE MASSIME ED INTERVALLI DI UMIDITA’ RELATIVA PER LA
CONSERVAZIONE A LUNGO TERMINE DI ALCUNI TIPI DI
MATERIALI FOTOGRAFICI, PER I NASTRI MAGNETICI ED I CD-ROM
Materiale
Temperatura C
Umidità relativa %
- film fotografici b.n. (supporto in
poliestere), emulsione argento-gelatina
- film vescicolari
- film colore a sbianca
21
15
10
20-30
20-40
20-50
- film fotografici b.n. (supporto in acetato),
emulsione argento-gelatina
7
5
2
20-30
20-40
20-50
- lastre fotografiche in b.n., immagine
d’argento
18
30-40
- film colore cromogenico (esteri cellulosa)
- pellicole diazo (poliestere)
-10
-3
2
20-50
20-40
20-30
- stampe fotografiche b.n. (argento)
- stampe argento, colorante a sbianca
- stampe colorante/argento a
trasferimento per diffusione
- stampe colorante a trasf. Imbibizione
- stampe ai pigmenti
-- stampe diazo
18
30-50
2
30-40
- Stampe colore cromogeniche
99
Basse temperature
• Le lastre al “collodio”, le pellicole di “celluloide” ed
i film a base di “nitrato di cellulosa” devono
essere conservate in frigorifero per l’instabilità
dell’emulsione nel primo caso, dei supporti negli
altri
• Basse temperature sono necessarie anche per gli
acetati
• Anche per le “fotografie a colori”, ma per ragioni
diverse, sono consigliate basse temperature (tra 5 e 2 °C), con umidità relative comprese tra il 25
ed il 35%
100
QUALITA’ DELL’ARIA, ILLUMINAZIONE,
MONITORAGGIO AMBIENTALE,
ISPEZIONE PERIODICA, ACCESSO
Ventilazione
5-7 ricircoli ogni ora
Ricambio di aria
10-20% della massa circolante
Purezza dell’aria
assenza di polveri
rimozione delle impurezze gassose
(SO2, H2S, O3, NOx, NH3
CO2, CH3COOH, perossidi, fumi acidi)
Illuminazione
le fotografie devono essere conservate
al buio
il livello di illuminazione del locale non
deve superare i 50 lux
Monitoraggio
ambientale
il deposito deve essere dotato di sistemi
di controllo in tempo reale della
temperatura, dell’umidità relativa, della
ventilazione, del ricambio e della purezza
dell’aria
Ispezione periodica
l’ispezione deve essere periodica
la frequenza dell’ispezione dipende
dalle tipologie di materiali
conservati e dalle condizioni di
conservazione
Accesso
limitato
101
Foxing
• Le cause più importanti sembrano essere:
- diffusione dei metaboliti dei funghi nella carta e
successiva colorazione dal giallo al bruno
- crescita di funghi nella carta associata alla presenza di
Fe (la concentrazione del Fe in alcune aree risulta
maggiore rispetto ad altre e probabilmente è anche
responsabile dell’ossidazione della cellulosa)
•
La contaminazione da Fe può avvenire in fase di
produzione della carta o da parte di pigmenti bruni
• Presenza di oltre 40 specie tra batteri e funghi
La presenza di zuccheri liberi ed amminoacidi nelle
aree idrolizzate da parte dei funghi può dar luogo alla
formazione di composti prima fluorogenici e in seguito
cromogeni (le evidenze chimiche di tale ipotesi sono la
presenza di acidi organici, oligosaccaridi ed amminoacidi)
• Cause intrinseche: foxing presente in presenza di cellulosa
ossidata (presenza di legami C=C, =N e C=O), presenza di
acqua
• Condizioni microclimatiche in grado di favorire lo sviluppo di
specie microbiche
• Azione sinergica tra le cause
Foxing: metodi analitici
• Stereomicroscopio (SM): i “fox spots” si presentano
localizzati o diffusi, più o meno intensi, con forme regolari
oppure no, con nucleo più o meno evidente, superficiali o
in profondità, eventuale presenza di ife fungine residueù
• Microscopia elettronica a scansione (SEM): presenza di
spore conidiali e ife fungine e identificazione della specie
• Immagini di fluorescenza UV: la diversa intensità di
fluorescenza come indice dei diversi stadi di
avanzamento della patologia, mappatura del degrado,
monitoraggio dell’evoluzione del degrado
• Spettrofotometria UV-VIS a fibre ottiche (FORS):
permette di monitorare qualitativamente lo stato del
degrado attraverso lo studio della lunghezza d’onda
massima di emissione in fluorescenza e l’analisi semiquantitativa delle intensità d’emissione
• Spettroscopia IR in trasformata di Fourier (FTIR), in
trasmissione, in riflessione semplice o in riflessione
diffusa con FT: caratterizzazione dei prodotti del degrado
• Spettroscopia Raman
• Laser Induced Breajdown Spectroscopy (LIBS): studio
della diffusione nella carta di elementi con il Fe e il Ca
Manipolazione e ispezione
Manipolazione
• Per la manipolazione delle fotografie si
raccomanda l’uso di guanti (in lattice per le lastre
di vetro, in nylon per le pellicole, in cotone per le
stampe)
Ispezione
• periodica
106
Normative
Norme ISO
• ISO 18902 – Imaging Materials - Processed
photographic films, plates and papers – Filing
enclosures and torage containers
• ISO 18911- Imaging Materials - Processed safety
photographic films – Storage practice
• ISO 18918 – Imaging materials - Processed
photographic plates – Storage practice
• ISO 18920 – Imaging materials - Processed
photographic reflection prints – Storage practice
• ISO 18929 – Imaging materials – Wet processed silvergelatin type black-and-white photographic reflection
prints – Specification for dark storage
107
108
109
Progetto SEPIA
 Safeguarding
European
Photographic Images
for Access
 Programma di attività
correlate alla
preservazione e
digitalizzazione delle
collezioni fotografiche
storiche
 Periodo 1999-2003
 Finanziamento
Programma Cultura
2000, UE
 Dal 2004 SEPIA ha
continuato l’attività
come network
indipendente
organizzando eventi
 Coordinamento ECPA
110
Website
 Pubblicazioni
 Ricerche
 Notizie e calendario
degli eventi
 Collegamenti e
letteratura (rapporti,
articoli, riferimenti)
 “To have and to Hold”
Informazioni sulla
conservazione a
lungo termine
 Selezione di collezioni
sul tema “Constructing
Europe”
 Training
 Proposte per SEPIA I e
SEPIA II
 Istituzioni cooperanti
 Changing Images
(ruolo delle collezioni
fotografiche nell’era
digitale)
111
Pubblicazioni
 “SEPIADES
Cataloguing
Photographic
Collections”
(Y. De Lusenet, E. Klijn)
 “Care of Photographs”
(S. Clark, F. Frey)
 “Train the Trainers”
 “Preservation issues in
digitizing historical
photographs”
 “In the Picture”
Preservation and
digitisation of
European
photographic
collections”
(E. Klijn, Y. De Lusenet)
112
 “Written in light:
Sepia conference on
management of
photographic
collections”
 “Digitisation of
Photographic
Collections for
Preservation and
access: Sepia expert
meeting”
 “Living Apart
Together.
Conservation and
digitization of
historical
photographs.”
(lecture, Y. De Lusenet)
 “Research reports
and accounts of the
SEPIA working group
meetings”
(scanning, cataloguing, descriptions)
113
Ricerche - Notizie e calendario degli eventi Links e letteratura
 Scansioni
 Catalogazione e
descrizione
 Preservazione e
digitazione
 Etica dell’immagine
 Annunci
 Notizie sulle ultime
novità
 Calendario eventi
Scansioni
 Rapporti, articoli, riferimenti importanti
 Motore di ricerca bibliografica
 Organizzazioni nazionali, europee e internazionali
 Progetti
114
 Formazione
“To Have and To Hold”
 Trattamento dei
materiali fotografici in
modo responsabile
 Il Website offre una
guida per trovare
informazioni sulla
preservazione a lungo
termine di tutti i tipi di
materiali fotografici
 Contiene una
introduzione a:
- storia della fotografia
- storia dei processi
- digitazione e
preservazione dei
materiali fotografici
- lista di importanti
risorse selezionate da
esperti SEPIA
-
115
“Constructing Europe”
 N. 6 Partners SEPIA
hanno selezionato
dalle loro collezioni
immagini
rappresentative sul
tema “Constructing
Europe”, presenti nel
website
 Ciascuna
presentazione mostra
come un aspetto della
società moderna
evolveva in un
particolare Paese
 Ciascun partner ha
scelto un argomento
per illustrare i
cambiamenti avvenuti
in Europa dal 1840
116
Training
 Seminario “Train the
trainers” (22-23 ottobre 2001 Amsterdam), a seguito del
quale hanno poi avuto
luogo diversi eventi
formativi nazionali
 Eventi formativi
nazionali, 2003:
Slovenia (23-24 gennaio), Regno Unito
(6 febbraio), Francia (1-4 aprile), Svezia,
(28-29 agosto) Germania (10-12
ottobre), Polonia (5-17 ottobre), Italia
(27-29 ottobre), Germania (14,15
Novembre)
 N. 3 Workshop annuali
sulla gestione delle
collezioni fotografiche
(2001, 2002 e 2003)
 Scopo dei workshop:
acquisizione di
conoscenze di tipo
tecnico utili per
prendere decisioni
appropriate sul ruolo
della digitazione nella
cura e gestione delle
collezioni fotografiche
Seminario nazionale Roma, 27-29 ottobre
2003 – CFLR, ANAI
• “La digitalizzazione
per la salvaguardia
degli archivi e delle
collezioni
fotografiche”
• In collaborazione con:
FIF, ICCD, ING, Univ.
“La Sapienza” Roma
1 (Dip. Fisica)
• Interventi:
Salvatore Italia,
Isabella Orefice,
Gigliola Fioravanti,
Yola De Lusenet,
Erminia Sciacchitano, Luciano
Residori, Daniela Giordi, Luigi
Oggianu, Giovanni E. gigante,
Laura Primangeli, Francesca
Bonetti, Paolo Buonora,
Andrea Suchting-Hanger,
Paola Callegari, Oriana Goti,
Sam H. Minelli, Enzo
Minervini, Giuseppina
118
Benassati
International SEPIA Conference
 Finnish Museum of Photography – Helsinky
18-20 settembre 2003
 Scopi:
- mettere insieme un’ampia udienza di figure
professionali provenienti da archivi, musei,
biblioteche e settori commerciali responsabili
della gestione delle collezioni fotografiche
- porre l’attenzione su: gestione, incremento
dell’accesso, preservazione
- orientarsi nell’applicazione di nuove tecnologie
(requisiti per la scansione,, descrizioni, ricerca e metadati, requisiti di utilizzo,
interoperabilità, gestione attività digitale, aspetti finanziari e organizzativi, utilizzazione
delle collezioni, copyright etc.)
Aspetti relativi alla digitalizzazione
 La digitalizzazione dà
l’opportunità di ampia
diffusione delle
immagini storiche
 Il processo di
digitalizzazione deve
essere tale da
prevenire danni agli
originali e garantire i
requisiti della
preservazione
 Apparati per la
digitalizzazione:
- Flatbed scanner
- Overhead scanner
- Drum scanner
- (Micro)film scanner
- Slide scanner
- Digital camera
120
 Uso di camere digitali
nel caso di originali:
- deteriorati
- di grande formato
- con superfici in rilievo
 Uso di camere
tradizionali per
produrre intermedi di
scansione quando c’è
il rischio che l’originale
sia “scansionato” più
volte
 Attenta analisi e
selezione del
materiale da
sottoporre a
scansione
 Identificazione
corretta del processo
fotografico
 Attenta valutazione
tra:
- acquisto di costose
attrezzature
-outsourcing
121
Altri aspetti:
luce, calore, tempo di esposizione
(Scanner)
 Sorgenti luminose per
scanner:
- bulbi alogeni
- tubi fluorescenti
- bassa quantità di UV
- breve tempo di
esposizione
 Il meccanismo degli
scanner e la sorgente
di luce producono
calore, provocando un
abbassamento di RH
 T del vetro circa 40 °C
 Danneggiamento e
stress fisici
122
 Effetti degli stress fisici
dovuti al calore e alla
temperatura:
- cambiamenti nella
cera dei negativi di
carta cerata
- arricciamento
dell’emulsione e del
film di supporto
- separazione degli
strati
- restringimento del
film di supporto
 Tempo di
esposizione:
- aumenta con la
risoluzione scanner
- aumenta con la
pre-scansione e la
scansione di
calibrazione
- aumenta il calore
Altri aspetti:
luce, calore, tempo di esposizione
(Camera Digitale)
 Controllo del calore
sviluppato dalle
lampade
- intensità
- tempo di
esposizione
 Uso di tubi catodici
freddi fissi
 Le sorgenti di
illuminamento
- non devono essere
troppo vicine
all’oggetto da
riprendere
- devono illuminare
l’oggetto solo al
momento della
124
ripresa stessa
 Il calore delle
lampade può
- sottrarre acqua ai
materiali
- provocare stress
dovuti alla
temperatura
 Il tempo di
esposizione deve
essere limitato al
minimo
125
Altri aspetti:
preparazione dei materiali e processo
 Analisi e selezione
dei materiali da
sottoporre a
scansione
 Supporto da parte di
un conservatore delle
fotografie
 Valutazione delle
condizioni della
collezione
 Assortimento di
materiali e formati per
facilitare il processo di
acquisizione
 Predisposizione degli
oggetti in un’area
separata
 Pulizia e
stabilizzazione degli
oggetti
126
 Movimentazione:
- minimizzazione delle
variazioni di T e UR
- acclimatamento
- disponibilità di guanti,
buste, contenitori ecc.
- rimozione buste e
contenitori solo al
momento della
scansione per
proteggere il
materiale ed evitare
perdite
 Per le fotografie:
- non usare post-it
- non scrivere sul retro
con inchiostri e timbri
- non usare etichette
autoadesive
- non usare clip di carta
- prendere in
considerazione la
digitalizzazione delle
informazioni scritte sul
verso o sui bordi non
esposti
127
Accorgimenti molto importanti
 Rimozione della
polvere:
- leggero soffio di aria
- no aria compressa
- attenzione alle scaglie
superficiali e ad altre
parti slegate
 Superfici in rilievo:
- il peso del coperchio
dello scanner può
produrre danni e
fratture
- porre l’oggetto sul
vetro dello scanner e
coprirlo con un
tessuto scuro per
evitare la luce diretta
128
 Negativi di carta
cerata
- la cera può
facilmente produrre
crack
- risente del calore che
proviene dal vetro
dello scanner
 Dagherrotipi e
pannotipi montati in
custodie sotto vetro:
- non vanno smontati
per la digitalizzazione
 Ambrotipi e ferrotipi:
- sono sensibili
all’abrasione della
superficie
dell’immagine (spesso
non hanno una
montatura protettiva)
 Carte salate:
- non vanno sottoposte a
scansione (scuriscono)
N.B. Lo stesso avviene
con negativi e stampe
fissate male
129
 Album fotografici
- è preferibile l’uso di
camere digitali
perché non c’è rischio
di crack e di altri
danni
Le notizie sono tutte
tratte da un
documento preparato
nella struttura del
programma SEPIA
sulla base di atti del
“Gruppo di lavoro sulle
attrezzature per la
scansione” sotto il
controllo della Royal
Library of Denmark
(Partners: British Library, Finnish
Museum of Photography, Centre
de recherces su la conservation
des documents graphiques)
130
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