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Processi di deterioramento delle fotografie
Fotografie Fattori di degradazione chimico-fisici 1 Tecniche e Procedimenti Argentici • • • • • • • • • Dagherrotipo* Ambrotipo* Ferrotipo* Calotipo* Lastra all’albumina Lastra al collodio* Lastra alla gelatina Pellicola b.n. Carta salata • Carta all’albumina • Carta emulsionata “printing out” • Carta gas-light • Carta emulsionata “developing out” • Fotografie a colori 2 Non argentici Cianotipia vedi Scaramella L. • Stampa al carbone o pigmenti • Stampa alla gomma bicromata • Cianotipo • Carta al platino e al palladio • Callotipo • Pellicole diazo • Pellicole vescicolari • Procedimenti termici 3 Componenti • • • • • • • • • Supporti Leganti Sostanze fotosensibili Sensibilizzanti cromatici Barite Viraggio Coloranti a sviluppo Coloranti Pigmenti 4 • Supporto - metalli, carta, vetro, plastica • Legante - collodio, albumina, gelatina - gomma arabica, gomma lacca • Sostanza fotosensibile - AgNO3, AgI, AgBr, AgCl - Cr2O7=, sali Fe3+ - ArN2+ • Sensibilizzanti cromatici - tiocianine, emicianine, merocianine, eritrosina 5 • Barite - BaSO4 • Viraggi - Au, Pt - Ag2S, Ag2Se - Fe4(Fe(CN)6)3, Cu2(Fe(CN)6)3 • Coloranti a sviluppo - ciano, magenta, giallo 6 • Coloranti - solubili - impartiscono il colore formando legami chimici con le sostanze oppure per inclusione o adsorbimento - si fissano al supporto allo stato di suddivisione molecolare - trasparenti • Pigmenti - polveri fini colorate - impasti - coprenti 7 Fattori di deterioramento • • • • • • • Supporti Leganti e cere Sostanze fotosensibili Residui chimici Coloranti Pigmenti e inchiostri Uso, incuria, cause accidentali, eventi eccezionali • UR, T e variazioni termoigrometriche • Luce • Qualità dell’aria • Buste, contenitori, montature, arredi 8 Supporti • • • • • • Metalli Carte Plastiche Vetri Tessuti Ceramiche ecc. 9 Metalli • Una caratteristica comune a tutti i metalli è l’elevata conduttività elettrica che si spiega con l’esistenza del “legame metallico” • Sono buoni conduttori di calore, sono solidi (tranne Hg), opachi, duttili, malleabili, lucenti • La stabilità dei metalli dipende essenzialmente dalla “resistenza alla corrosione” • La corrosione è “quel complesso di fenomeni chimici che causano l’alterazione dei materiali metallici, e che ne degradano le proprietà fisiche e 10 chimiche” • La corrosione chimica • “Alla base di ogni può avvenire ad opera processo di corrosione di agenti atmosferici metallica esiste un (Inquinanti atmosferici) processo di e consiste (in generale) ossidazione del nella trasformazione metallo che si corrode” dei metalli in ossidi • La corrosione dei metalli è dovuta all’azione chimica o elettrochimica • I principali responsabili dei fenomeni di corrosione naturale sono O2 e vapore d’acqua 11 • L’azione chimica può essere interpretata da un punto di vista elettrochimico quando è accompagnata da trasferimento di elettroni • Ci si riferisce esplicitamente ad un “attacco elettrochimico” quando sono distinguibili aree anodiche e catodiche separate (flusso di correnti elettriche per distanze apprezzabili attraverso il metallo). • All’anodo ha luogo un processo di ossidazione (corrosione del metallo meno nobile) • Un metallo è tanto più corrodibile quanto più negativo è il suo potenziale redox • La “corrosione elettrochimica” è un cambiamento chimico distruttivo al quale è associato un flusso di corrente elettrica 12 • La corrosione può essere “uniforme” o “localizzata” • La corrosione uniforme procede su tutta la superficie del metallo • Quella localizzata si può distinguere in: - corrosione “galvanica” - corrosione per “vaiolatura” (pitting) e “interstiziale” - corrosione “selettiva” - corrosione per “turbolenza”, “abrasione”, “cavitazione”, “sfregamento” - corrosione sotto “sforzo” - corrosione dovuta a “fatica” 13 Argento Ferro • Sulla superficie può • Con l’acqua, all’aria, verificarsi, in presenza forma la ruggine Fe2O3 di ossigeno, nH2O formazione di Ag2S • Il film di ossido si per reazione con stacca dalla superficie zolfo, con solfuro di idrogeno H2S o con SO2 Rame (in presenza di umidità) • In presenza di umidità forma Cu2O che si trasforma in solfato basico di rame e carbonato basico. 14 Carte fotografiche • Carte salate • Carte all’albumina • Carte emulsionate p.o. • Carte emulsionate d.o. • Carte RC d.o. 15 • Struttura molecolare della cellulosa: - omopolimero - unità di D-glucosio C6H10O5 - legami 1-4 beta glucosidici 16 • Struttura sopramolecolare: - catene tenute insieme da legami idrogeno - aggregati di catene ordinati (zone cristalline) - aggregati di catene disordinati (zone amorfe) • Struttura cristallina: polimorfismo alcali Cellulosa I I alfa (triclino) Alghe Cellulosa II I beta (monoclino) Cotone, legno 17 • Struttura sopramolecolare: - catene tenute insieme da legami idrogeno - aggregati di catene ordinati (zone cristalline) - aggregati di catene disordinati (zone amorfe) • Struttura cristallina: polimorfismo alcali Cellulosa I I alfa (triclino) Alghe Cellulosa II I beta (monoclino) Cotone, legno 18 • La carta subisce nel corso del tempo processi di degradazione per azione delle impurità e degli agenti fisici e chimici presenti nell’ambiente circostante: - Idrolisi acida - Idrolisi basica - Ossidazione - Fotodegradazione - Trattamento termico - Cross-linking 19 Carte fotografiche • Nella maggior parte dei casi, le carte fotografiche sono di buona qualità (lino, cotone) • Sono prive, in genere, di alcuni dei principali fattori interni di degradazione delle carte da scrivere o da stampa lino cotone 20 • Carte salate 21 • Carta all’albumina 22 Stereoscopia 23 • Carte emulsionate ad annerimento diretto (gelatina o collodio) Viraggio con oro 24 • Carte emulsionate a sviluppo • I cicli di umidità possono provocare “cracks” simili ad un mosaico irregolare 25 • Carte RC emulsionate a sviluppo - La luce assorbita dallo strato RC per esposizione prolungata rende il polietilene (non stabilizzato) meno pieghevole - Nel supporto di carta possono essere incorporati stabilizzanti che migrano nello strato di resina prevenendo così la formazione di 26 “cracks” Plastiche • • • • • Nitrato di cellulosa Acetati di cellulosa Cloruro di polivinile Polistirene Tereftalato di polietilene • Policarbonato 27 • Nitrato di cellulosa Rcell (OH)3-m (ONO2)m - La “celluloide” si decompone con sviluppo di gas: NOx CO HCN 28 • Il film diventa fragile e vischioso • L’immagine sbiadisce • Se il calore di combustione non è dissipato la temperatura può raggiungere il punto di autocombustione • La combustione si autosostiene a causa dell’elevato contenuto di O2 • Il processo di degradazione procede nel tempo • E’ attivato da - temperatura - umidità - impossibilità di fuoriuscita del calore generato 29 Acetato di cellulosa CA Rcell (OH)3-m (CH3COO)m • L’acetato ha scadenti proprietà meccaniche, scarsa stabilità dimensionale, scarsa stabilità chimica • Il triacetato è un po’ più stabile • Il processo di degradazione è noto come “sindrome dell’aceto”: comparsa di acidità, odore di aceto, restringimento, infragilimento, depositi cristallini, bolle, ammorbidimento dell’ emulsione, sbiadimento dei colori 30 Sindrome dell’aceto: autocatalisi Punto di autocatalisi 0,5 tempo L’acido acetico, sottoprodotto della deacetilazione, catalizza ulteriormente la degradazione del polimero L’acidità interna determina il grado di probabilità che il film diventi inutilizzabile (restringimento, deformazioni, “essudazione” del plastificante) Il livello di acidità è espresso in ml di NaOH 0,1M /g di film) Il livello di acidità del film è un indice della velocità di degradazione 31 • Tempo per raggiungere il livello di acidità 1 per un film appena prodotto ed un altro già degradato, in funzione delle condizioni ambientali 32 • il controllo di T e UR ha effetti positivi sulla stabilità • i benefici derivanti da basse T e bassi valori di UR sono sinergici • il maggior beneficio deriva da bassi valori di T • A-D Strips 33 Polietilene tereftalato PET • Il poliestere è più stabile degli acetati di cellulosa • Il tempo di vita utile del PET in condizioni di conservazione idonee è stimato in qualche centinaio di anni 34 • La via di degradazione più importante a T ambiente è l’idrolisi • L’idrolisi è accelerata da T, UR, acidi, basi e catalizzatori • L’idrolisi genera acidi carbossilici: effetto di autoaccelerazione • Perdita di viscosità intrinseca • Perdita di resistenza a trazione • Sono trascurabili gli effetti delle radiazioni UV 35 36 Vetri • Il vetro comune (formato da silicati) tende a diventare fragile e opaco a causa del processo di cristallizzazione dei silicati (devetrificazione) 37 Lastra di vetro in gelatina Lastre in bianco e nero danneggiate da piccole macchie circolari rosso-bruno (Red Spots) - A.S. Terni • Altri esempi - A.S. Terni • Altri esempi - A.S. Terni • Altri esempi - A.S. Terni • Altri esempi - A.S. Terni Red spots Leganti • Collodio • Albumina • Gelatina 44 Collodio • Nitrato di cellulosa depositato sotto forma di film da una soluzione di etere e di alcool • Il collodio perde rapidamente la porosità con l’evaporazione del solvente, ostacolando la penetrazione e diffusione dello sviluppo • Il collodio è poco permeabile all’acqua • Può rigonfiare per l’umidità, ma meno dell’albumina e della gelatina • Risulta meno instabile dei film in nitrato di cellulosa • Può risultare relativamente rigido e fragile • L’infragilimento e lo stress possono provocare fratture meno larghe di quelle nelle albumine 45 Albumina • Diversamente dalla gelatina, non forma un gel reversibile • La soluzione sensibilizzante AgNO3 ne diminuisce la solubilità in acqua • L’albumina è quindi più resistente della gelatina all’acqua e all’umidità • Le sue proprietà possono però cambiare con l’invecchiamento così che si possono verificare fenomeni di ammorbidimento e rigonfiamento in ambienti umidi 46 • L’albumina tende ad ingiallire nel tempo • L’intensità del fenomeno dipende dall’umidità • Può essere provocato anche dall’esposizione prolungata alla luce • L’albumina, invecchiando, può diventare fluorescente • L’interazione fisica tra la carta ed il legante (albumina) e lo stress conseguente è evidente in questo esempio 47 Gelatina • Colloide liofilo protettore • Gel elastico reversibile • Viene indurita con ioni inorganici Al 3+ (allume di K o di rocca), Cr 3+ (allume di Cr) oppure con HCHO • La gelatina può diventare fragile oppure ammorbidirsi con una certa tendenza al rigonfiamento in presenza di umidità ed acqua in cui può diventare solubile a seguito di processi di idrolisi • Il contatto prolungato con superfici lisce ne può modificare permanentemente le caratteristiche di superficie48 49 Cere • Le cere naturali non sono soggette a reazioni di ossidazione e polimerizzazione • Hanno grande inerzia nei confronti di ogni tipo di alterazione chimica • Sono idrorepellenti Vedi: M. Matteini, A. Moles, La chimica nel restauro – I materiali dell’arte pittorica, 2003, Firenze, Nardini Editore 51 Sostanze fotosensibili • Procedimenti argentici: AgCl AgBr AgI • Procedimenti non argentici: - bicromati (carbone, gomma bicromata) - sali ferrici (cianotipie, platinotipie, callotipie) - sali di diazonio - vescicolari 52 - termici Procedimenti argentici • Processo ad annerimento diretto • Processo a sviluppo Ag colloidale Ag filamenti 53 Principio di Gurney e Mott 54 • Specchio d’argento deterioramento (ossido-riduzione) che si manifesta come uno specchio d’argento bluastro nelle aree più scure 55 Red spots 56 AgX non rimossi con il fissaggio • I cristalli AgX non rimossi a causa del fissaggio insufficiente provocano l’ingiallimento dell’immagine per azione della luce (formazione di Ag colloidale) 2AgX + luce 2Ag + X2 57 S2O3= Ag(S2O3= )- Ag(S2O3= )2-3 Ag(S2O3= )3-5 non rimossi con il lavaggio • I residui di tiosolfato o dei suoi complessi con l’argento si decompongono nel tempo formando Ag2S, provocando così l’ingiallimento dell’immagine ed il successivo sbiadimento S2O3= + H2O S= + H2SO4 • Esempio di progressivo processo di solfurazione dovuto a lavaggio insufficiente 58 Coloranti Naturali Sintetici Origine animale •Porpora •Rosso di cocciniglia •Nero di seppia ecc. Origine vegetale •Indaco •Alizarina •Porporina •Giallo di curcuma ecc. Dal punto di vista chimico •Coloranti del trifenilmetano •Coloranti azoici •Coloranti antrachinonici •Coloranti indigoidi •Coloranti allo zolfo Dal punto di vista dell’impiego •Coloranti diretti acidi •Coloranti diretti basici •Coloranti sostantivi •Coloranti a mordente •Coloranti a sviluppo •Coloranti al tino 59 Autocromie • Fecola di patate colorata rosso-arancio, gialloverde, blu violetto • Deterioramento dello strato di vernice che separa l’emulsione da quello di fecole (il colorante verde passa in soluzione e tinge le altre fecole) 60 Coloranti a sviluppo • I film a colori sbiadiscono per esposizione alla luce, ma il fenomeno si manifesta anche al buio a causa dell’instabilità chimica • La velocità di sbiadimento può essere diversa per i diversi coloranti e per i diversi tipi di film e processi 61 • Formazione dei coloranti a sviluppo 62 • Kodakrome 1935-1940 (controlled-diffusion bleach film): bassa stabilità allo sbiadimento al buio • Il procedimento fu poi modificato e reso più stabile 63 • Kodacolor 1944 (stampa): “staining” e scarsa solidità alla luce 64 • Ektachrome: consistente sbiadimento dei coloranti ciano e giallo (al buio) 65 • Ektacolor (stampa RC): sbiadimento del colorante magenta ed ingiallimento 66 • Polaroid SX-70: ingiallimento evidente del fondo all’origine bianco e “cracks” presenti nello strato che riceve l’immagine “cracks” 67 Mezzi pittorici • Pigmenti • Leganti • Vedi: M. Matteini, A. Moles, La chimica nel restauro – I materiali dell’arte pittorica, 2003, Firenze, Nardini Editore 68 Pigmenti Organici •Sono resi insolubili per combinazione con vari reattivi, oppure prodotti in forma insolubile evitando di introdurre nella molecola gruppi (es. gruppi solfonici) che rendono invece solubili i “coloranti” •Chimicamente correlati con varie classi di coloranti NOTA - Nella tavolozza classica non esistono veri e propri pigmenti organici, salvo rare eccezioni, ma piuttosto “coloranti organici” fissati su polveri semitrasparenti inorganiche (ossido idrato di alluminio). Inorganici •Molti sono di origine minerale •Contengono elementi pesanti •Sono costituiti da ossidi, carbonati, solfuri, solfati ecc. di vari metalli 69 Tempere • Pigmenti in polvere trasformati in impasti stendibili sul supporto da leganti utilizzati in dispersione acquosa • Sono coprenti • Costituzione proteica (uovo, caseina e colle animali) • Natura polisaccaride (gomme vegetali) Acquarelli • Pigmenti in un mezzo solubile in acqua 70 Pigmenti • I pigmenti organici sbiadiscono più facilmente degli altri alla luce • Il fenomeno è accelerato dall’umidità • I pigmenti inorganici sono più stabili alla luce, ma sono soggetti a reazioni chimiche che li alterano o degradano 71 Leganti pittorici • • • • • L’uovo forma un film con caratteristiche di notevole coesione L’ “albume” forma un film fragile e parzialmente sensibile all’acqua Il “tuorlo”, per l’elevata % di grassi, forma un film con proprietà meccaniche, di coesione, di adesione e flessibilità che migliorano nel tempo Non tende all’ingiallimento L’insolubilità aumenta nel tempo se non intervengono processi anomali di degenerazione 73 • La caseina (caseinato di ammonio) presenta un rapido processo degenerativo del film che diventa fragile e screpolato • Le gomme vegetali sono di solito addizionate con antifermentativi per prevenire l’attacco di microrganismi • Le destrine (prodotti di demolizione dell’amilopectina) sono utilizzate insieme alle gomme vegetali nella composizione di leganti per colori ad acqua • Una volta seccate sono insolubili anche in acqua calda 74 Coloranti sintetici - Colore della faccia - Colore dei capelli - Rosso cadmio - Blu chiaro cobalto - Giallo cromo chiaro - Blu di Prussia - Porpora lacca - Succo verde 75 Inchiostri da scrivere • Sbiadimento dell’immagine d’argento (in una stampa a sviluppo con emulsione di gelatina) in corrispondenza al contorno della scrittura 76 Uso, incuria, cause accidentali, eventi eccezionali …. • Questi fattori di degradazione dei materiali fotografici vanno propriamente ricondotti ai temi della “sicurezza” degli archivi, biblioteche e musei • I danni prodotti sono riconducibli a cause ed effetti di natura meccanica, fisica, chimica e biologica • Il recupero implica operazioni di pulizia, consolidamento e restauro 77 Temperatura, umidità, variazioni termoigrometriche Temperatura • La temperatura va tenuta sotto controllo, soprattutto in alcuni casi particolarmente critici (collodio, celluloide, acetati) Umidità relativa • Urel = (U/Usat) 100 varia in funzione della temperatura perché con essa varia Usat 78 Punto di rugiada • Diminuendo la temperatura dell’aria nell’ambiente, Urel aumenta • Quando la temperatura è tale che U = Usat, allora Urel = 100% • Questa temperatura è il “punto di rugiada”; se diminuisce ancora si ha “condensazione” 79 Ambienti secchi • Arricciamento e infragilimento delle pellicole e delle carte • Arricciamento dei cartoni di montatura • Restringimento degli acetati • Contrazione della gelatina UR elevata e presenza di acqua • Variazioni dimensionali • Vetrificazione della gelatina a contatto con superfici lisce • Danni agli involucri di protezione • Fenomeni di adesione emulsione/emulsione o emulsione/supporto 80 Lastra di vetro Celluloide 81 • Solubilizzazione dell’emulsione 82 Variazioni termoigrometriche • Sottopongono le fotografie a sforzi meccanici (contrazioni e dilatazioni) • Sono causa di danni per la diversità delle variazioni dimensionali del supporto e dell’emulsione Valori non idonei di T e UR • Influiscono su: - stabilità dell’immagine - stabilità dei leganti - stabilità degli adesivi 83 Luce • La luce provoca: - Fotolisi dei composti d’argento residui per fissaggio insufficiente (formazione di argento colloidale) - Ingiallimento e infragilimento della gelatina - Degradazione e ingiallimento della celluloide - Ingiallimento delle carte di scadente qualità - Sbiadimento dei coloranti 84 Qualità dell’aria Inquinanti e contaminanti chimici • E’ accertato il rischio connesso all’azione degli inquinanti chimici (NOx e SO2) sui materiali cartacei • Si presume che rischio analogo sussista quindi per carte fotografiche e cartoni di montatura • Le gelatine fotografiche si degradano per esposizione a SO2 e NO2 (idrolisi e conseguente maggiore possibilità di solubilizzazione) 85 • E’ nota l’azione sull’immagine di argento da parte di: 2Ag + H2S + O2 Ag2S + H2O - Solfuri e H2S - SO2 - NOx All’azione dei perossidi sono - O3 connessi processi di - NH3 ossidazione/riduzione - HCHO delle particelle di argento, in particolare quando la - Fumi acidi “grana” è molto fine - Perossidi • Al rischio dovuto agli inquinanti chimici si aggiunge quello dovuto ai contaminanti rilasciati da: - alcuni componenti dei materiali fotografici stessi 86 - alcuni involucri, contenitori, scaffalature, vernici Buste, contenitori, montature, arredi Materiali dannosi per la conservazione delle fotografie: - legno e derivati;[1] - alcune carte e cartoni[2]; - alcune plastiche[3] - vernici - alcune colle sintetiche e adesivi[4] - elastici[5] - metalli[6] 87 • Una montatura circolare di carta contenente lignina a contatto con la fotografia (carta a sviluppo) ha sbiadito l’immagine di più ai bordi di quanto non abbiano fatto le condizioni ambientali sulla fotografia nel suo insieme 88 Conservazione • • • • Ambiente Manipolazione Ispezione Norme 89 Ambiente • E’ fondamentale realizzare ambienti di conservazione idonei : - provvedendo alla collocazione delle fotografie in involucri e contenitori adatti - intervenendo sulle condizioni climatiche (T, UR, illuminazione, qualità dell’aria) 90 Involucri • Involucri individuali di carta o di plastica permettono di proteggere le fotografie dalla manipolazione e dalla polvere • Buste di carta con giunture risultano più resistenti, ma se sono state realizzate con adesivi igroscopici (colle di origine animale o vegetale) l’umidità può velare l’immagine • Le buste ottenute piegando semplicemente i lembi non danno questo inconveniente, proteggono meglio le fotografie e ne permettono la visione senza doverle estrarre 91 Involucri in plastica • Facilitano la consultazione frequente • Le plastiche sono elettrostatiche e possono facilmente attrarre particelle in sospensione Scatole • Scatole di forma appropriata contribuiscono efficacemente alla protezione delle fotografie, soprattutto delle lastre di vetro Involucri o contenitori “impermeabili” e “sigillati” • In particolari circostanze (per esempio un locale molto umido, con infiltrazioni di acqua e molto polveroso) potrebbe risultare indispensabile l’uso di 92 involucri impermeabili e sigillati Scaffalature • • • Sono una soluzione economica, ma praticamente priva di controindicazioni soltanto se l’insieme costituito dalle buste, dai contenitori e dal locale è tale da garantire un’adeguata protezione Armadi e cassettiere sono d’obbligo se non sono soddisfatti i requisiti di cui sopra All’interno non si devono creare condizioni climatiche non idonee 93 Idoneità di carte e cartoni: ISO 18902 1) Non a contatto diretto con le fotografie: • pH 7,0-9,5 (metodo ISO 6588) • riserva alcalina (metodo di determinazione secondo ASTM 4988) 2) A contatto diretto con le fotografie: • pH 7,0-9,5 • riserva alcalina equivalente molare ad almeno 2% CaCO3 • alto contenuto di alfa cellulosa bianchita al solfito o pasta kraft bianchita con contenuto di alfa cellulosa >87% (determinazione secondo ISO 94 699) • • • • • • • • assenza di fibre altamente lignificate assenza di collatura con resina assenza di particelle metalliche zolfo riducibile <0,0008%(TAPPI T406om) se necessari, quantità minima di agenti collanti (neutri o alcalini); eventuali coloranti o pigmenti non devono (se impregnati in acqua distillata per 48 ore) “sanguinare” o trasferirsi su carta bianca a contatto soddisfare i test fisici richiesti non essere lucida o rugosa 95 • essere essenzialmente priva di particelle metalliche, di cera o di plastificanti • soddisfare il P.A.T.(Photographic Activity Test)[1], condotto secondo la norma 3) Carte a diretto contatto con immagini a colori: Simili alle precedenti, ma in questo caso il pH non deve essere superiore a 8 e non si deve applicare il requisito minimo per la riserva alcalina [2 4) Gli adesivi devono soddisfare il test di attività fotografica PAT 96 5) Inchiostri da stampa: • non devono essere presenti all’interno dell’involucro • non devono (se impregnati in acqua distillata per 48 ore) “sanguinare” o trasferirsi su carta bianca a contatto • devono soddisfare il test di attività fotografica PAT 6) Plastiche: • chimicamente stabili, inerti e senza acidi • protettive dagli inquinanti atmosferici e dalla polvere • protettive dalla manipolazione • sufficientemente traslucide • proprietà meccaniche adatte all’impiego specifico • temperatura di transizione vetrosa sufficientemente alta 97 Condizioni climatiche e qualità dell’aria • Il locale di conservazione deve essere tale da assicurare: - protezione da incendi, allagamenti e infiltrazioni d’acqua - idonee condizioni termoigrometriche, di qualità dell’aria e di illuminazione - il controllo di T, UR, ventilazione, ricambio e purezza dell’aria mediante rivelatori 98 TEMPERATURE MASSIME ED INTERVALLI DI UMIDITA’ RELATIVA PER LA CONSERVAZIONE A LUNGO TERMINE DI ALCUNI TIPI DI MATERIALI FOTOGRAFICI, PER I NASTRI MAGNETICI ED I CD-ROM Materiale Temperatura C Umidità relativa % - film fotografici b.n. (supporto in poliestere), emulsione argento-gelatina - film vescicolari - film colore a sbianca 21 15 10 20-30 20-40 20-50 - film fotografici b.n. (supporto in acetato), emulsione argento-gelatina 7 5 2 20-30 20-40 20-50 - lastre fotografiche in b.n., immagine d’argento 18 30-40 - film colore cromogenico (esteri cellulosa) - pellicole diazo (poliestere) -10 -3 2 20-50 20-40 20-30 - stampe fotografiche b.n. (argento) - stampe argento, colorante a sbianca - stampe colorante/argento a trasferimento per diffusione - stampe colorante a trasf. Imbibizione - stampe ai pigmenti -- stampe diazo 18 30-50 2 30-40 - Stampe colore cromogeniche 99 Basse temperature • Le lastre al “collodio”, le pellicole di “celluloide” ed i film a base di “nitrato di cellulosa” devono essere conservate in frigorifero per l’instabilità dell’emulsione nel primo caso, dei supporti negli altri • Basse temperature sono necessarie anche per gli acetati • Anche per le “fotografie a colori”, ma per ragioni diverse, sono consigliate basse temperature (tra 5 e 2 °C), con umidità relative comprese tra il 25 ed il 35% 100 QUALITA’ DELL’ARIA, ILLUMINAZIONE, MONITORAGGIO AMBIENTALE, ISPEZIONE PERIODICA, ACCESSO Ventilazione 5-7 ricircoli ogni ora Ricambio di aria 10-20% della massa circolante Purezza dell’aria assenza di polveri rimozione delle impurezze gassose (SO2, H2S, O3, NOx, NH3 CO2, CH3COOH, perossidi, fumi acidi) Illuminazione le fotografie devono essere conservate al buio il livello di illuminazione del locale non deve superare i 50 lux Monitoraggio ambientale il deposito deve essere dotato di sistemi di controllo in tempo reale della temperatura, dell’umidità relativa, della ventilazione, del ricambio e della purezza dell’aria Ispezione periodica l’ispezione deve essere periodica la frequenza dell’ispezione dipende dalle tipologie di materiali conservati e dalle condizioni di conservazione Accesso limitato 101 Foxing • Le cause più importanti sembrano essere: - diffusione dei metaboliti dei funghi nella carta e successiva colorazione dal giallo al bruno - crescita di funghi nella carta associata alla presenza di Fe (la concentrazione del Fe in alcune aree risulta maggiore rispetto ad altre e probabilmente è anche responsabile dell’ossidazione della cellulosa) • La contaminazione da Fe può avvenire in fase di produzione della carta o da parte di pigmenti bruni • Presenza di oltre 40 specie tra batteri e funghi La presenza di zuccheri liberi ed amminoacidi nelle aree idrolizzate da parte dei funghi può dar luogo alla formazione di composti prima fluorogenici e in seguito cromogeni (le evidenze chimiche di tale ipotesi sono la presenza di acidi organici, oligosaccaridi ed amminoacidi) • Cause intrinseche: foxing presente in presenza di cellulosa ossidata (presenza di legami C=C, =N e C=O), presenza di acqua • Condizioni microclimatiche in grado di favorire lo sviluppo di specie microbiche • Azione sinergica tra le cause Foxing: metodi analitici • Stereomicroscopio (SM): i “fox spots” si presentano localizzati o diffusi, più o meno intensi, con forme regolari oppure no, con nucleo più o meno evidente, superficiali o in profondità, eventuale presenza di ife fungine residueù • Microscopia elettronica a scansione (SEM): presenza di spore conidiali e ife fungine e identificazione della specie • Immagini di fluorescenza UV: la diversa intensità di fluorescenza come indice dei diversi stadi di avanzamento della patologia, mappatura del degrado, monitoraggio dell’evoluzione del degrado • Spettrofotometria UV-VIS a fibre ottiche (FORS): permette di monitorare qualitativamente lo stato del degrado attraverso lo studio della lunghezza d’onda massima di emissione in fluorescenza e l’analisi semiquantitativa delle intensità d’emissione • Spettroscopia IR in trasformata di Fourier (FTIR), in trasmissione, in riflessione semplice o in riflessione diffusa con FT: caratterizzazione dei prodotti del degrado • Spettroscopia Raman • Laser Induced Breajdown Spectroscopy (LIBS): studio della diffusione nella carta di elementi con il Fe e il Ca Manipolazione e ispezione Manipolazione • Per la manipolazione delle fotografie si raccomanda l’uso di guanti (in lattice per le lastre di vetro, in nylon per le pellicole, in cotone per le stampe) Ispezione • periodica 106 Normative Norme ISO • ISO 18902 – Imaging Materials - Processed photographic films, plates and papers – Filing enclosures and torage containers • ISO 18911- Imaging Materials - Processed safety photographic films – Storage practice • ISO 18918 – Imaging materials - Processed photographic plates – Storage practice • ISO 18920 – Imaging materials - Processed photographic reflection prints – Storage practice • ISO 18929 – Imaging materials – Wet processed silvergelatin type black-and-white photographic reflection prints – Specification for dark storage 107 108 109 Progetto SEPIA Safeguarding European Photographic Images for Access Programma di attività correlate alla preservazione e digitalizzazione delle collezioni fotografiche storiche Periodo 1999-2003 Finanziamento Programma Cultura 2000, UE Dal 2004 SEPIA ha continuato l’attività come network indipendente organizzando eventi Coordinamento ECPA 110 Website Pubblicazioni Ricerche Notizie e calendario degli eventi Collegamenti e letteratura (rapporti, articoli, riferimenti) “To have and to Hold” Informazioni sulla conservazione a lungo termine Selezione di collezioni sul tema “Constructing Europe” Training Proposte per SEPIA I e SEPIA II Istituzioni cooperanti Changing Images (ruolo delle collezioni fotografiche nell’era digitale) 111 Pubblicazioni “SEPIADES Cataloguing Photographic Collections” (Y. De Lusenet, E. Klijn) “Care of Photographs” (S. Clark, F. Frey) “Train the Trainers” “Preservation issues in digitizing historical photographs” “In the Picture” Preservation and digitisation of European photographic collections” (E. Klijn, Y. De Lusenet) 112 “Written in light: Sepia conference on management of photographic collections” “Digitisation of Photographic Collections for Preservation and access: Sepia expert meeting” “Living Apart Together. Conservation and digitization of historical photographs.” (lecture, Y. De Lusenet) “Research reports and accounts of the SEPIA working group meetings” (scanning, cataloguing, descriptions) 113 Ricerche - Notizie e calendario degli eventi Links e letteratura Scansioni Catalogazione e descrizione Preservazione e digitazione Etica dell’immagine Annunci Notizie sulle ultime novità Calendario eventi Scansioni Rapporti, articoli, riferimenti importanti Motore di ricerca bibliografica Organizzazioni nazionali, europee e internazionali Progetti 114 Formazione “To Have and To Hold” Trattamento dei materiali fotografici in modo responsabile Il Website offre una guida per trovare informazioni sulla preservazione a lungo termine di tutti i tipi di materiali fotografici Contiene una introduzione a: - storia della fotografia - storia dei processi - digitazione e preservazione dei materiali fotografici - lista di importanti risorse selezionate da esperti SEPIA - 115 “Constructing Europe” N. 6 Partners SEPIA hanno selezionato dalle loro collezioni immagini rappresentative sul tema “Constructing Europe”, presenti nel website Ciascuna presentazione mostra come un aspetto della società moderna evolveva in un particolare Paese Ciascun partner ha scelto un argomento per illustrare i cambiamenti avvenuti in Europa dal 1840 116 Training Seminario “Train the trainers” (22-23 ottobre 2001 Amsterdam), a seguito del quale hanno poi avuto luogo diversi eventi formativi nazionali Eventi formativi nazionali, 2003: Slovenia (23-24 gennaio), Regno Unito (6 febbraio), Francia (1-4 aprile), Svezia, (28-29 agosto) Germania (10-12 ottobre), Polonia (5-17 ottobre), Italia (27-29 ottobre), Germania (14,15 Novembre) N. 3 Workshop annuali sulla gestione delle collezioni fotografiche (2001, 2002 e 2003) Scopo dei workshop: acquisizione di conoscenze di tipo tecnico utili per prendere decisioni appropriate sul ruolo della digitazione nella cura e gestione delle collezioni fotografiche Seminario nazionale Roma, 27-29 ottobre 2003 – CFLR, ANAI • “La digitalizzazione per la salvaguardia degli archivi e delle collezioni fotografiche” • In collaborazione con: FIF, ICCD, ING, Univ. “La Sapienza” Roma 1 (Dip. Fisica) • Interventi: Salvatore Italia, Isabella Orefice, Gigliola Fioravanti, Yola De Lusenet, Erminia Sciacchitano, Luciano Residori, Daniela Giordi, Luigi Oggianu, Giovanni E. gigante, Laura Primangeli, Francesca Bonetti, Paolo Buonora, Andrea Suchting-Hanger, Paola Callegari, Oriana Goti, Sam H. Minelli, Enzo Minervini, Giuseppina 118 Benassati International SEPIA Conference Finnish Museum of Photography – Helsinky 18-20 settembre 2003 Scopi: - mettere insieme un’ampia udienza di figure professionali provenienti da archivi, musei, biblioteche e settori commerciali responsabili della gestione delle collezioni fotografiche - porre l’attenzione su: gestione, incremento dell’accesso, preservazione - orientarsi nell’applicazione di nuove tecnologie (requisiti per la scansione,, descrizioni, ricerca e metadati, requisiti di utilizzo, interoperabilità, gestione attività digitale, aspetti finanziari e organizzativi, utilizzazione delle collezioni, copyright etc.) Aspetti relativi alla digitalizzazione La digitalizzazione dà l’opportunità di ampia diffusione delle immagini storiche Il processo di digitalizzazione deve essere tale da prevenire danni agli originali e garantire i requisiti della preservazione Apparati per la digitalizzazione: - Flatbed scanner - Overhead scanner - Drum scanner - (Micro)film scanner - Slide scanner - Digital camera 120 Uso di camere digitali nel caso di originali: - deteriorati - di grande formato - con superfici in rilievo Uso di camere tradizionali per produrre intermedi di scansione quando c’è il rischio che l’originale sia “scansionato” più volte Attenta analisi e selezione del materiale da sottoporre a scansione Identificazione corretta del processo fotografico Attenta valutazione tra: - acquisto di costose attrezzature -outsourcing 121 Altri aspetti: luce, calore, tempo di esposizione (Scanner) Sorgenti luminose per scanner: - bulbi alogeni - tubi fluorescenti - bassa quantità di UV - breve tempo di esposizione Il meccanismo degli scanner e la sorgente di luce producono calore, provocando un abbassamento di RH T del vetro circa 40 °C Danneggiamento e stress fisici 122 Effetti degli stress fisici dovuti al calore e alla temperatura: - cambiamenti nella cera dei negativi di carta cerata - arricciamento dell’emulsione e del film di supporto - separazione degli strati - restringimento del film di supporto Tempo di esposizione: - aumenta con la risoluzione scanner - aumenta con la pre-scansione e la scansione di calibrazione - aumenta il calore Altri aspetti: luce, calore, tempo di esposizione (Camera Digitale) Controllo del calore sviluppato dalle lampade - intensità - tempo di esposizione Uso di tubi catodici freddi fissi Le sorgenti di illuminamento - non devono essere troppo vicine all’oggetto da riprendere - devono illuminare l’oggetto solo al momento della 124 ripresa stessa Il calore delle lampade può - sottrarre acqua ai materiali - provocare stress dovuti alla temperatura Il tempo di esposizione deve essere limitato al minimo 125 Altri aspetti: preparazione dei materiali e processo Analisi e selezione dei materiali da sottoporre a scansione Supporto da parte di un conservatore delle fotografie Valutazione delle condizioni della collezione Assortimento di materiali e formati per facilitare il processo di acquisizione Predisposizione degli oggetti in un’area separata Pulizia e stabilizzazione degli oggetti 126 Movimentazione: - minimizzazione delle variazioni di T e UR - acclimatamento - disponibilità di guanti, buste, contenitori ecc. - rimozione buste e contenitori solo al momento della scansione per proteggere il materiale ed evitare perdite Per le fotografie: - non usare post-it - non scrivere sul retro con inchiostri e timbri - non usare etichette autoadesive - non usare clip di carta - prendere in considerazione la digitalizzazione delle informazioni scritte sul verso o sui bordi non esposti 127 Accorgimenti molto importanti Rimozione della polvere: - leggero soffio di aria - no aria compressa - attenzione alle scaglie superficiali e ad altre parti slegate Superfici in rilievo: - il peso del coperchio dello scanner può produrre danni e fratture - porre l’oggetto sul vetro dello scanner e coprirlo con un tessuto scuro per evitare la luce diretta 128 Negativi di carta cerata - la cera può facilmente produrre crack - risente del calore che proviene dal vetro dello scanner Dagherrotipi e pannotipi montati in custodie sotto vetro: - non vanno smontati per la digitalizzazione Ambrotipi e ferrotipi: - sono sensibili all’abrasione della superficie dell’immagine (spesso non hanno una montatura protettiva) Carte salate: - non vanno sottoposte a scansione (scuriscono) N.B. Lo stesso avviene con negativi e stampe fissate male 129 Album fotografici - è preferibile l’uso di camere digitali perché non c’è rischio di crack e di altri danni Le notizie sono tutte tratte da un documento preparato nella struttura del programma SEPIA sulla base di atti del “Gruppo di lavoro sulle attrezzature per la scansione” sotto il controllo della Royal Library of Denmark (Partners: British Library, Finnish Museum of Photography, Centre de recherces su la conservation des documents graphiques) 130