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Sentiero dei masi
Sentiero dei masi F i è a l l o S c i l i a r Brennero Castelrotto Bressanone Siusi allo Sciliar Fiè allo Sciliar Castel Presule Chiusa Presule Prato all‘Isarco Aica di Fiè Santa Caterina Bolzano -Nord BOLZANO Bolzano -Sud Trento - Verona Santa Caterina Tires Sentiero dei masi Escursione suggestiva attraverso un paesaggio naturale e rurale molto diversificato, sulle pendici meridionali della media montagna di Fiè Cofinanziato nell‘ambito del programma Obiettivo 2 - 2000/2006 AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE i ndi ce Indice © 2008 Comune di Fiè allo Sciliar Ideazione tematica e progetto del sentiero Logo © Alessia Michela Politi 2008 Concept & Copy bochure Arnold Karbacher [email protected] Text Arnold Karbacher Peter Ortner Irene Parnigotto Rainer Seberich Hermann Vötter Translation Alex Fichera Photo Ripartizione natura e paesaggi Ufficio Beni archeologici Maria-Luise Gögl Arnold Karbacher Benjamin Obkircher www.fotorier.it www.iceman.it www.tappeiner.it Art & Drawing Judith Winkler www.juwin.com 01 Castel Presule Castello & Streghe p. 6 02 „Wirtskeller“ Refrigerio & cantine p. 8 03 Flora e fauna Media montagna & Mediterraneo p. 10 04 Paesaggio culturale Natura & Cultura p. 14 05 Geologia Vulkani & Coralli p. 16 06 Masi ed arte Architettura & Arte p. 18 07 Preistoria e protostoria Storia & Sentieri p. 20 08 Chiese Chiese & Cappelle p. 22 09 Carta Panoramica Aica di Fiè p. 24 Il sentiero dei masi di Aic a di Fi è _ Dal Castello di Presule alla Chiesetta di Santa Caterina Il sentiero che dal Castello di Presule conduce alla Chiesetta di Santa Caterina è caratterizzato da scorci di vita contadina e tesori artistici conservati molto bene. Attraversando l‘intero versante soleggiato della media montagna di Fiè si ammira un paesaggio rurale e naturale estremamente diversificato, reso prezioso da una grande varietà floristica e faunistica. Il percorso è lungo, ma può essere percorso anche in brevi tratte parziali e invertendo il senso di marcia. È possibile infatti accedere al sentiero in diversi punti, lungo sentieri di congiunzione indicati in planimetria (pag 24) da linee punteggiate: ➤ presso Mitterpsenn ➤ da Oberpsenn a maso Gstatsch ➤ presso Innerpeskoler ➤ da Federer a maso Guntschöll ➤ da maso Front ad Aica di Fiè ➤ da maso Unterharder ad Aica di Fiè Il tratto dal Castello di Presule ad Aica di Fiè, passando per il “Wirtskeller”, Oberpsenn e Guntschöll, è percorribile anche con il passeggino. I bambini troveranno particolarmente entusiasmante il passaggio del ponte sospeso sul Rio Laus, poco a valle di Aica di Fiè. Per ritornare a Presule è possibile valicare a piedi i prati dello Schnaggenkreuz 1010 m, sentiero n° 5, oppure si può prendere l‘autobus del trasporto pubblico che porta direttamente a Presule. Il sentiero attraversa i terreni privati di masi e diverse vie abitate. La gente del luogo è lieta di mostrare le proprie abitudini di vita quotidiana. Per questo è particolarmente importante rispettare i terreni e le usanze. Stagione consigliata: tutto l‘anno, sebbene l‘estate sia molto calda Punto di partenza: Castello di Presule 856 m, parcheggio Punto d‘arrivo: Chiesetta di Santa Caterina 867 m Dislivello: discesa 130 m salita 140 m Percorso: ca. 8 km Tempo di percorrenza: ca. 4-5 ore Cas tel Pres u le 6 01_ Cas te llo & S tr e g h e Veduta dal sentiero dei masi su Presule e sulla torre Il castello di Presule sorge nel punto più strategico dell‘altipiapolveriera, con Sciliar e Croda no, in cui la via proveniente dalla val d‘Isarco si congiunge con il del Maglio sullo sfondo sentiero preistorico che da Fiè conduce in val di Fassa, passando per Tires e per il Passo di Costalunga. Il dosso su cui sorge il castello presenta tre versanti quasi perpendicolari sulla gola del Rio Sciliar. Poco a monte del castello, già citato nel 1279, sorge una torre in pietra accessibile al pubblico, dalla cui sommità si gode una vista meravigliosa. La torre, tutt‘ora chiamata „Pulverturm”, cioè polveriera, è attribuibile alla prima metà del 13° sec. e dal 2007 è circoscritta anche da un percorso circolare. I signori di Fiè, luogotenenti dei vescovi di Bressanone ed in seguito dei Conti del Tirolo, si appropriarono del potere secoCastel Presule lare all‘interno del vescovato e trasferirono sia la propria residenza, sia il tribunale dal loro castello di valle al castello di Presule. Il castello rimase in loro possesso dal 1450 al 1805. L‘aspetto attuale del castello è attribuibile alla volontà di Leonhard von Völs (1458-1530), politico, uomo d‘armi, gestore per volontà dell‘imperatore delle saline di Hall, governatore per più di 30 anni dei territori all‘Adige e nel Burgraviato 7 di Merano, consigliere ed amico intimo dell‘imperatore Massimiliano, „l‘ultimo cavaliere“. La rocca corrispondeva a quanto di più moderno e sofisticato si conoscesse in materia di difesa militare e comfort abitativo. Leonhard von Völs riuscì a raggiungere lo stato di signore libero e ricondusse la propria genealogia alla famiglia patrizia romana dei Colonna, dai quali acquistò il diritto di inserire la colonna nel proprio stemma di famiglia. Le colonne sono tutt‘ora contenute nello stemma del Comune di Fiè. Ricaddero nel periodo della sua giurisdizione i famosi processi alle streghe, tenuti in Presule nel 1506 e 1510, le cui atrocità sono ricordate da una lapide posta dal Comune proprio davanti al castello, nonché la guerra dei contadini (1525), durante la quale il castello, in cui si trovavano „gli editti della libertà“, venne occupato dagli stessi. Lo stemma sopra al portale esterno del castello ricorda il famoso castellano Leonhard von Völs (1458-1530) La famiglia tuttavia si estinse ed il castello, con il suo prezioso Il cortile interno con inventario, andò incontro a rapido decadimento, nonostante la loggia gli sforzi di alcuni illustri proprietari, succeduti in frequenti passaggi di proprietà, tra cui spiccano l‘allora presidente della Camera di Commercio di Bolzano Franz Anton von Kofler ed il ricchissimo collezionista d‘arte Alexander Günther di Monaco di Baviera. Lo stesso Günther incaricò nel 1893 il giovane architetto di Amburgo Fritz Schumacher, divenuto in seguito un famoso urbanista, a restaurare l‘intero maniero ed arredare il Rittersaal, la sala dei cavalieri. Dal 1981 il castello fu acquistato da una fondazione ad hoc, per renderlo accessibile al pubblico e utilizzarlo per manifestazioni culturali. Wi r t s keller 8 02_Refrigerio & c antine Lungo il sentiero che collega Prato Isarco e Presule si trova il cosiddetto Wirtskeller, la „cantina dell‘oste“. Questa veniva usata come dispensa dalla locanda di Presule, ex Gasthof Rose, in cui stivare e conservare vino, speck e formaggio, disponendo di un „sistema di raffreddamento naturale“. Grazie alla sua posizione la cantina divenne presto uno spartano, ma molto apprezzato luogo di ristoro, dotato persino di una pista per birilli. Nel corso degli anni tuttavia, l‘edificio decadde e oggi non rimangono che poche mura in rovina. Durante il recente ripristino del sentiero dei masi, questi muri sono stati in parte restaurati, rendendo nuovamente percepibile, specie nei mesi più caldi, l‘efficacia di questo stupefacente frigorifero naturale. Sorbo degli uccellatori Dagli anfratti di una antica frana fuoriescono getti di aria fredda. Il fenomeno è riconducibile alla struttura a camino ed al maggior peso specifico dell‘aria fredda che attraverso esso scende a quote inferiori. Gli interstizi tra i massi della frana infatti, presentano diversi sbocchi, posti a quote diverse del pendio. Se l‘aria in essi contenuta è più fredda di quella circostante, essa scende per gravità, richiamando aria calda attraverso le aperture superiori. Nel passaggio sotterraneo l‘aria assorbe anche vapor acqueo che viene ceduto in seguito per condensazione, producendo un ulteriore raffreddamento dovuto al calore latente di condensazione. L‘aria fredda, più pesante, fuoriesce dagli sbocchi a quota più bassa e presenta una temperatura Il „Wirtskeller“ presso Presule; sullo sfondo si vede la struttura riedificata, in primo piano a sinistra sono riconoscibili i fori di uscita dell‘aria fredda 9 C i r c o l a z i o n e d ‘a r i a C i r c o l a z i o n e d ‘a r i a Wi r t s k e l l e r Come funzionano le buche media annuale di 12-15° C. Laddove la circolazione dell‘aria di ghiaccio nel sottosuolo è particolarmente veloce, la temperatura può essere ancora più bassa, producendo il fenomeno delle buche di ghiaccio. Presso le buche di ghiaccio è possibile trovare alberi di castagno vicino ad arbusti tipici di quote alpine più elevate come il rododendro Questo flusso continuo di aria fredda genera un particolare microclima locale, in cui proliferano licheni, muschi e felci (indice di elevata umidità). Inoltre le basse temperature consentono l‘insediamento di specie particolari come il rododendro, altrimenti diffuso solo a quote superiori. Una vera lezione di ecologia applicata! Alcuni contadini utilizzano Deposito di frana con vegeancora oggi le buche di ghiactazione tipica; sullo sfondo è riconoscibile il „Wirtskeller“ cio come frigorifero naturale. Flora e fau na 10 03_ Media montagna & Mediterraneo L‘elegante stipa pennata, detta anche erba delle fate, è comune nelle formazioni erbose steppiche e viene utilizzata dagli “Schützen” e dai musicisti della banda di Fiè e di Aica per ornare i propri cappelli Il sentiero dei masi di Presule è caratterizzato da boschi misti e da margini boschivi ad elevata biodiversità. I margini del bosco rappresentano un prezioso confine ecologico tra vegetazione forestale a fusto ed arbustiva e le ampie aree coltivate a prato e pascolo. La presenza di copertura e l‘abbondanza di cibo data da fiori e frutti è apprezzata sia dagli animali del bosco che da quelli che prediligono i prati. Nelle ore notturne i caprioli escono dalla Capriolo e Roverella foresta per brucare l‘erba, così anche i rapaci, i corvi e le averle dipendono dalla vegetazione arborea per crescere i loro piccoli, poiché trovano cibo solo negli spazi aperti. Castagni, faggi, noci, frassini, sorbi e tigli offrono al picchio ottime possibilità 11 di creare un nido nel cavo dei tronchi. Tra le conifere troviamo abeti rossi, pini silvestri e larici. Il bosco misto di media montagna si completa con salici, betulle e pioppi tremoli. Picchio Proseguendo lungo il sentiero dei masi, da Gemoaner in direzione Aica di Fiè, si costeggia un arido costone porfirico esposto al sole, sul quale prevale il bosco di roverella, una quercia dalle esigenze mediterranee. In primavera è Orniello Flora e fau na 12 Limite tra boschi e prati possibile ammirare le infiorescenze bianche dell‘orniello; del prugno spinoso e del ciliegio canino. Accanto all‘orniello ed alla roverella, sono diffusi lo scotano, la vescicaria ed il corniolo. I boschi radi di arbusti ospitano invece molte specie vegetali Macaone 13 submediterranee quali la lattuga rupestre; il vincetossico, il lilioasfodelo maggiore, l‘eliantemo maggiore, il tamaro, il citiso peloso, la clematide eretta ed il geranio sanguigno. Geranio sanguigno Dove i pendii sono troppo ripidi o strapiombanti, si insediano formazioni erbose aride con numerose specie tipiche della steppa. Così come sono diffuse molte specie vegetali tipiche delle basse latitudini, il bosco di roverella è popolato anche da una fauna mediterranea, presente in questa zona considerata il confine di distribuzione settentrionale. Tra i rettili vanno citati il saettone comune, la lucertola muraiola ed il ramarro. Sugli steli d‘erba delle formazioni erbose steppiche è facile trovare la mantide religiosa, così come tra i fiori multicolori non è raro imbattersi in numerose farfalle, tra cui la zigena, il podalirio e il macaone. Mantide religiosa Ramarro Pa e s a g g i o c u l t u ra l e 14 04_ Natu r a & Cu ltu r a La strada panoramica e la costruzione di case più recenti e moderne non hanno compromesso il paesaggio culturale e largamente naturale di Aica di Fiè. L‘insediamento ora dotato di rete di irrigazione ma un tempo condizionato dall‘aridità del luogo, sorge su colline modellate dalla glaciazione, alcune delle quali furono abitate già in epoca protostorica. L‘influenza secolare delle attività colturali nella zona di Aica di Fiè e di Presule è evidenziata dalla presenza di castagni, ciliegi e noci, unitamente alla presenza del bosco di latifoglie. Il castagno fu molto apprezzato già in epoca protostorica, ma soprattutto durante l‘impero romano si diffuse in qualità di specie importante sia dal punto di vista colturale che come essenza arborea caducifoglie. Il largo impiego del suo legno La particolare esposizione come palo di sostegno per le vigne ne giustifica la diffusione ha reso Aica di Fiè una zona nelle aree di produzione vinicola. vitivinicola di lunghissima tradizione Grazie al clima mite, la vite da vino viene coltivata qui da molte generazioni. Durante il medioevo i contadini erano costretti a Il castagno è un albero pagare una tassa ai loro signori, sia che questi fossero detentori caratteristico di questo paesaggio colturale del potere secolare che temporale. Il tributo prevedeva soprat- 15 tutto cereali e formaggio, ma specie nella zona di Aica la tassa veniva liquidata in forma di vino. Ciò spiega anche la particolare attenzione con cui in questa zona si è da sempre guardato alle caratteristiche costruttive dei masi vitivinicoli. Verso la metà del 19° secolo la viticoltura subì forti contraccolpi, ma oggi si registra una ripresa incoraggiante e la qualità del vino è in parte eccellente. Se fino a un secolo fa il paesaggio era ampiamente caratterizzato da superfici coltivate a grano e segale e, come seconda coltura, a grano saraceno, la coltura di cereali è oggi pressoché scomparsa dal territorio comunale di Fiè, lasciando il posto a prati da sfalcio. Sopra l‘entrata del maso Front è apposto un bassorilievo in arenaria, raffigurante un coltello da innesto, un grappolo d‘uva ed una foglia di vite Colture di ieri e colture di oggi: gelso e mirtillo nero I dintorni sono ora modellati da vigneti terrazzati, prati punteggiati da singoli alberi da frutto, piccoli boschi di castagno e, su superfici più limitate, coltivazioni di frutti di bosco. Singoli alberi di gelso ricordano l‘oramai tramontata economia Abitanti tipici dei muri a locale del baco da seta. Un paesaggio colturale così strutturato secco: felci eliofile, borracina e diversificato lascia ancora molto spazio alla natura. Anche i e semprevivo muri a secco costituiscono un habitat ideale per molti piccoli animali, come per esempio lucertole e lumache e per piante come il semprevivo, la borracina e le felci. G e o l o g i a 16 05_ Vulc ani & Coralli Veduta dal Gemoaner verso la valle di Tires con il Il maso Gemoaner è una famosa locanda per il „Törggelen“, Catinaccio sullo sfondo l‘autunnale tradizione locale tra vino e castagne. Da questo angolo di Aica di Sotto si gode una panoramica d‘insieme di tutta la valle di Tires, fino al „Rosengarten“, posto ad oriente. Sul versante opposto della valle rimane sospeso il paese di Collepietra. Il pendio climaticamente più favorevole è però occupato da Aica di Fiè, territorio di antica tradizione rurale, caratterizzato da singoli masi sparsi. Da quassù si vede anche la città di Bolzano, mentre in alto sono visibili le successioni stratigrafiche delle Dolomiti, relative a deposiVeduta della successione ti di età compresa tra 240 e stratigrafica della valle Ritz / Brie 280 milioni di anni fa. 17 La valle di Tires è percorsa dal Rio Brie e presenta un imbocco stretto e angusto. Le pareti circostanti sono costituite da rosso porfido atesino, appartenente al complesso vulcanico della piattaforma porfirica atesina. Sopra al porfido poggia l‘arenaria della val Gardena, la quale disgregandosi ha prodotto terre fertili e coltivabili. Essa è facilmente riconoscibile negli strati del ripido impluvio che scende dal Cavone, segnando il confine comunale tra Fiè e Tires. Questa vistosa stratificazione rossastra rappresenta un libro aperto sulla genesi e struttura geologica della zona. L‘arenaria è a sua volta coperta dagli strati gessosi a Bellerophon e dagli strati marnosi della Formazione di Werfen che testimoniano le ripetute invasioni dell‘antico mare denominato Tetide. Gli strati di Werfen sono tipicamente ricchi di fossili di lumache e conchiglie. Modello interno di un gasteropode, dalla Formazione a Bellerophon (ca. 255-250 milioni di anni fa) Claraia clarai (Emmrich). Impronta di alcuni bivalvi provenienti dalla Formazione di Werfen (ca. 250-245 milioni di anni fa) L‘imponente muraglia del Catinaccio è una antica barriera corallina e la sua immagine rimanda ad un paesaggio originario molto simile ad un arcipelago dei mari del sud. La principale componente del Catinaccio è la Dolomia dello Sciliar. La forma attuale della barriera è il risultato della tettonica a placche e delle forze erosive. La faglia estesa tra Collepietra e Prato all‘Isarco, fin giù nella conca di Bolzano è nota come „linea di Tires“ ed è responsabile del maggiore sollevamento del Catinaccio rispetto allo Sciliar, di circa 800 metri. Ammonite appartenente alla famiglia delle Gymnitidae, Dolomia dello Sciliar (ca. 235-230 milioni di anni fa) Mas i ed ar te 18 06_ Architettura & Ar te Chi percorresse con occhio attento e consapevole il variegato paesaggio naturale e colturale che circonda Aica di Fiè, non si soffermerebbe solo sulle particolarità storico-artistiche note e risapute, ma sarebbe colpito anche dalle antiche (e nuove) dimore della gente. Ciò che affascina è il carattere sparso di questi insediamenti, posti a quote diverse, nell‘intento di sfruttare ogni angolo di questo paesaggio colturale e naturale, a costo di un notevole isolamento eppure raggiunti da una fitta rete vie d‘accesso e poderali. Il Fronthof posto sul ripido pendio e interamente edificato in lastre di pietra omogenee è il più grande maso risalente ad epoca gotica presente in Alto Adige Retro del Federerhaus. L‘annessa scala a chiocciola di epoca gotica è perfettamente conservata fino al secondo piano. Non è visibile esternamente la torre romanica inglobata Gli archeologi hanno individuato molte tracce di insediamento risalenti ad epoche preistoriche. Gli storici e studiosi di archivi hanno potuto ricostruire la presenza di alcune famiglie e di alcuni masi fino al primo medioevo. In quel tempo la strada che conduceva a Tires era dotata di numerose torri, aventi funzione di difesa, che in seguito furono inglobate nella costruzione di edifici rurali. Particolare importanza ebbero all‘epoca i masi a vocazione vitivinicola e ciò sviluppò una notevole tradizione edilizia. 19 Presso il maso Fingerhof una bassa pensilina posta sopra l‘ingresso ad arco, protegge un affresco risalente al 13° sec., rafigurante S. Giorgio, S. Margherita e S. Floriano Non sorprende quindi, ma è architettonicamente interessante notare la presenza in molti masi, di resti di strutture edili antichissime, tra cui le fondamenta, la volta delle cantine, gli archi d‘ingresso, così come gli affreschi di corridoi e stanze abitative. Sebbene questi elementi siano in parte poco vistosi e di modesta fattezza, questi masi rappresentano dei monumenti di inestinguibile valore culturale e scrigni di bellezza celata. Alcuni di questi cimeli rimangono nascosti all‘occhio del visitatore attento, perché appartenenti alla sfera intima familiare oppure perché distanti dal percorso segnato. Ciò nonostante, oltre alla curiosa disposizione frammentata degli insediamenti rurali sul territorio, molti di questi dettagli storico-artistici possono essere ammirati da vicino. Le antiche stanze rivestite in legno, come ad esempio quelle di maso Gemoaner, invitano nei mesi autunnali alla tradizione locale del „Törggelen“. Meritevole d‘attenzione è la cantina di maso Fronthof dotata di colonna in pietra arenaria e quattro imponenti arcate Particolare dell‘impressionante stube gotica del maso Unterpsenn Prei s tori a e protos tori a 20 07_ S tor ia & s e n tie r i Grande punta di selce ritoccata dalla localitá Schnaggen Riproduzione in miniatura in piombo di ascia dell‘antica età del Bronzo da Castel Presule Piccola fibula di bronzo, conformata ad ascia, dalla necropoli di epoca romana presso il maso Kompatscher Nel 1978 i lavori di scavo per la posa dell’impianto di irrigazione di Aica misero in luce profonde stratigrafie con episodi di antropizzazione relativi a più momenti del neolitico, della protostoria e dell’età romana: evidentemente anche i primi coltivatori della storia si erano accorti della particolare feracità del territorio di Aica. Le più antiche testimonianze archeologiche risalgono a 6.000 anni fa, quando nei terreni adiacenti i masi Finger e Zafluner si installarono le abitazioni e i campi di piccole comunità di agricoltori neolitici. I terrazzi offrivano ampie zone pianeggianti ben esposte al sole e terreni facilmente dissodati . Gli scavi archeologici e le analisi della composizione dei suoli hanno mostrato che in più punti del territorio di Aica vennero ricavati con piccoli muri di terrazzamento dei campicelli dove coltivare l’orzo. I dintorni di questi insediamenti erano adibiti al pascolo di pecore, capre e bovini. Nell’età del bronzo e poi del ferro (all’incirca tra il 2000 a.C. e il 100 d.C.) i rilievi presenti a Presule, Zafluner, Finger, i territori adiacenti i masi Kompatsch, Mongadui, Federer, l’area tra Grosssteinegg e Schnaggen vennero scelti per costruire dei villaggi. Tra le attività principali cui erano dediti gli abitanti è rilevante l’agricoltura e l’allevamento. Gli allevatori conoscevano molto bene e soggiornavano molto spesso nelle aree alpestri d’alta quota: nell’Alpe di Siusi, sullo Sciliar e sul Monte Cavone sono stati riconosciuti diversi insediamenti stagionali protostorici a carattere reliFrammenti di ceramica di epoca neolitica, gioso e produttivo. venuti in luce nei pressi del maso Finger 21 Nell’età romana sorsero numerose fattorie tra Presule e Tires. Gli ampi spazi pianeggianti dei terrazzi e del Monte di Aica offrirono condizioni climatiche e ambientali molto favorevoli. In particolare l’ampia sommità pianeggiante del Gfell ospitò un complesso di discrete dimensioni. Gli abitanti scelsero il pianoro antistante al maso Kompatsch, situato solo poco più a valle, come necropoli per seppellire i propri defunti. Il cimitero mostra una certa monumentalità: alcune tombe recano una lapide su cui è incisa l’età e il nome del defunto. Considerato che in età romana era usanza seppellire i morti lungo le strade, è molto probabile che nelle vicinanze del maso Kompatsch passasse un percorso viario che univa la Val d’Isarco con la Val di Fassa attraverso il Passo Nigra. Probabilmente alcune parti dell’attuale “Sentiero dei Masi” ripercorrono questo tracciato. Corredo di una tomba a cremazione dalla necropoli di epoca romana presso il maso Kompatscher Stele funeraria di Severa dalla necropoli di epoca romana del maso Kompatscher chi es e 22 08_Chiese & Cappelle La chiesa di S. Caterina sorge lungo l‘antichissimo sentiero che dalla Val d‘Isarco conduce alle valli dolomitiche ladine. Dal 15° sec. in poi quindi: S. Caterina diviene la protettrice dei carrettai La parrocchia di Fiè affonda le sue origini nell‘epoca carolingia e presenta una notevole estensione, comprendendo la valle di Tires e gran parte della Val d‘Ega. La percorrenza media per raggiungere la chiesa parrocchiale variava da 1 a 4 ore, ragione per cui le comunità contadine, chiamate „Malgreien“, a partire dal 12°/13° sec. si dotarono di luoghi di culto locali, piccole chiese in stile romanico, nelle quali il parroco di Fiè inviava sacerdoti durante i giorni di festa. Naturalmente i borghi presero il nome dei santi patroni di queste piccole chiese. In un‘epoca in cui non esistevano forme di assistenza sociale e nemmeno assicurazioni contro la grandine, la gente si rivolgeva ai santi e talvolta erano le stesse chiese ad aiutare i contadini bisognosi, attingendo alle offerte o ad altre entrate ecclesiali in cambio di interessi. Ciò creò un legame stretto tra la gente e la propria chiesa, esplicitato dalle sfarzose decorazioni di altari e affreschi, con cui gli uomini competevano nel rendere grazie. Nel corso del 15° secolo che fu l‘epoca di maggior gloria del Tirolo, quasi tutte le chiese filiali della parrocchia di Fiè, e tra queste anche S. Caterina ad Aica, furono ammodernate in stile gotico. I capitelli e crocifissi lungo la via invitavano a pregare o fungevano da sosta per i morti lungo il cammino che conduceva al cimitero Molti capitelli e cappelle sono frutto dell‘arte religiosa popolare, come questa cappella del 1736 presso il maso Innerpeskoler Alcuni masi, tra cui anche il Gemoaner e l‘Außerpeskoller lungo il sentiero dei masi, costruirono una cappella propria, in cui la famiglia recitava il rosario. 23 Particolarmente preziosi sono gli affreschi realizzati sul versante meridionale della chiesa S. Caterina in Aica di Fiè La chiesa, citata già nel 1293, fu originariamente dedicata a S. Michele – l‘adiacente maso si chiama appunto „Michaeler“. Verso la fine del 15° secolo l‘abside romanica fu sostituita da un coro gotico al quale venne aggiunto, sul versante nord, il campanile ed il soffitto della navata venne decorato con una volta stellata. Particolare attenzione meritano gli affreschi risalenti all‘incirca al 1420, riccamente policromatici e mai ritoccati, presenti sulla parete esterna rivolta a sud. Dotati di notevole espressione e mimica, essi narrano la storia di Caterina, figlia del re di Alessandria che a causa della distruzione dell‘immagine idolatrica (1a fila superiore) viene processata dall‘imperatore Massimino (2), frustata (3) e rinchiusa in una torre dove viene consolata dagli angeli (fig. 5, sopra alla crocifissione sopra alla porta), per avere rifiutato di idolatrare l‘immagine pagana imposta. L‘imperatore la obbliga a discutere anche con alcuni filosofi pagani (fig. 6), ma lei riesce addirittura a convertire alcuni di loro al cristianesimo. Questi vengono messi al rogo da Massimino (1a fila inferiore). Anche l‘imperatrice venuta a visitarla nella notte (2), si lascia convertire e viene per questa ragione decapitata (3). Allora l‘imperatore decide di condannare la santa alla ruota, ma alcuni angeli distruggono la stessa (4, a destra dell‘ingresso). Infine anche la santa muore decapitata (5) e viene sepolta sul Sinai, dove l‘imperatore Giustiniano erige nel 557 il famoso Convento di S. Caterina (6). Veduta parziale degli affreschi esterni di S. Caterina, tra cui S. Michele con la bilancia dell anime e una rappresentazione sovradimensionata di S. Cristoforo, patrono dei viaggiatori e avversario della morte precoce UMS UMES Kircher 930 m Schnaggenkreuz 1010 m Schneiderle PRÖSELS P R E S U L E S 878 m Schantl Moroder St. Nikolaus Pröslerhof Schlosshof Schloss Prösels Birnbaum Pero St Flod Riefer Wirtskeller Flunger Dosser Wolfram Zalter P r ö s l e r R i e d Karnoder Besserer Gump Alter F Faust Schönblick 1193 m Mongadui Stampfer Kompatscher euz Treibl FESTPLATZ Köhler Putzer Oberpatigl St. Kathrein S. Caterina 870 m Michaeler Kofler Tschötscher Obergamper Frimmler Untergamper Masuner h Finger a c Federer i Strohdecker Wieser Unterharder Hängebrücke Ponte sospeso b Pulser St. Johann Oachner Wirt VÖLSER AICHA A I C A D I F I È 873 m Hanig Front BREIEN B R I È 800 m Zoar e Guntschöller Laitnkeller r Gfrener B Gfinker Innerpeskoler Außerpeskoler Gstatsch Oberpsenner Mitterpsenner Unterpsenner Prackfoler 620 m Gemoaner Mioler Alter Fausthof Partschiller L‘impegnativo tragitto può essere suddiviso in tratte parziali più brevi ed è percorribile anche in senso inverso. È possibile infatti accedere al sentiero in diversi punti, lungo sentieri di congiunzione indicati in planimetria da linee punteggiate: ➤ presso Mitterpsenn ➤ da Oberpsenn a maso Gstatsch ➤ presso Innerpeskoler ➤ presso Federer a Guntschöll ➤ da maso Front ad Aica di Fiè ➤ da maso Unterharder ad Aica di Fiè