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e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione page 1 Esclusione della responsabilità Né la Commissione Europea né alcun individuo che agisca per conto della Commissione sarà responsabile per l’utilizzo che potrebbe essere fatto delle informazioni seguenti. Le opinioni qui espresse appartengono ai rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelle della Commissione Europea. Nessun elemento presente in questo opuscolo implica o esprime una garanzia di alcun tipo. I risultati dovranno essere usati soltanto come linee-guida nell’ambito di una strategia globale. © Comunità Europee, 2014. Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Imprint Il presente opuscolo è stato approntato da Innovation Value Institute, Università Nazionale dell’Irlanda, Maynooth, Kildare, Irlanda in collaborazione con i seguenti partner: empirica, IDC e CEPIS per conto della Direzione Generale per le imprese e l’industria della Commissione Europea. Pubblicazione del contratto di servizio europeo “e-Skills: The International Dimension and the Impact of Globalisation”. Editors Dott.ssa Eileen Doherty, IVI; Dott.ssa Clare Thornley, IVI; Dott.ssa Marian Carcary, IVI; Dott. Stephen Mc Laughlin, IVI; Werner B. Korte, Karsten Gareis, empirica GmbH; Marianne Kolding, Gabriella Cattaneo, IDC; Fiona Fanning, CEPIS. Design e Layout: Snap Jervis. Traduzione: Wordperfect. e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione INTRODUZIONE La capacità delle imprese europee di competere e di evolversi all’inizio del 21° secolo dipende sempre più dall’utilizzo innovativo ed efficace delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione (ICT). La strategia basata sulle competenze digitali è una componente dell’Agenda Digitale per l’Europa e del pacchetto occupazione volta a dare impulso alla competitività, alla produttività e all’impiegabilità della forza-lavoro. L’Europa ha bisogno di creare condizioni strutturali migliori per l’innovazione, la crescita e le nuove professioni digitali e di garantire che le conoscenze, le capacità, le competenze e l’inventiva della forza-lavoro europea (inclusi i professionisti del settore ICT) soddisfino gli standard più elevati a livello globale e siano costantemente aggiornate all’interno di un processo efficace di apprendimento permanente. Nonostante gli alti livelli di disoccupazione, la carenza di competenze digitali continua ad aumentare in tutti i settori. La discrepanza tra le competenze disponibili e le esigenze del mercato del lavoro riguarda tutti gli Stati membri, pure in misura diversa. Incredibile a dirsi, la domanda di professionisti nel settore ICT cresce ad un ritmo di circa il 4% l’anno, superando di gran lunga l’offerta. Le posizioni vacanti previste per il 2015 ammontano a circa 500.000 unità, ma molte di esse rimarranno vacanti, a meno che non ci si impegni maggiormente per attirare i giovani verso le lauree nel settore informatico e per riqualificare i disoccupati. I governi europei stanno aumentando significativamente i loro sforzi per affrontare questa carenza di competenze tramite politiche, iniziative e partnership dedicate. Ulteriori segnali positivi sono dati dal fatto che gli Stati membri stanno diventando molto più attivi: per esempio, nel 2014 Grecia, Italia e Bulgaria hanno fondato delle coalizioni nazionali come parte del progetto “Grande Coalizione per l’occupazione nel settore digitale”, lanciato dalla Commissione Europea a marzo 2013. Più di recente, la dimensione internazionale è entrata a far parte dell’agenda politica europea in materia di competenze digitali: un importante evento tenuto a Bruxelles nel marzo 2013 ha visto la partecipazione di esperti provenienti da tutto il mondo. Finora i commenti sono stati molto positivi, poiché emerge un ampio consenso sui bisogni e sui vantaggi del rafforzamento del dialogo e dello scambio di informazioni a livello internazionale, per affrontare al meglio la carenza di competenze digitali, apprendere le pratiche migliori e promuovere una maggiore professionalità nel settore ICT. Il presente opuscolo evidenzia gli accertamenti e le conclusioni principali in merito alla dimensione internazionale delle competenze digitali e all’impatto della globalizzazione sulle professioni digitali in Europa; inoltre fornisce un’analisi tempestiva e raccomandazioni concrete e ambiziose. La questione del capitale umano, in particolare l’agenda delle competenze digitali, rimane di importanza strategica cruciale per tutti i Paesi del mondo. La Commissione Europea e i governi nazionali devono continuare ad essere attivi in questo settore. Michel Catinat Capo Unità Tecnologie abilitanti ed Economia digitale Direzione Generale per le imprese e l’industria Commissione Europea Pagina 3 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione Background Capo Unità Tecnologie abilitanti ed Economia digitale Direzione Generale per le imprese e l’industria Commissione Europea • Esplorare la dimensione internazionale delle competenze digitali (in particolare i tentativi di promozione delle professionalità nel settore ICT), includendo l’analisi delle principali iniziative politiche e delle migliori pratiche a livello mondiale • Valutare l’impatto della globalizzazione sulle competenze digitali di alto livello In definitiva, l’obiettivo del contratto di servizio è comprendere la dimensione internazionale assunta dalle competenze digitali per anticiparne al meglio i cambiamenti e per prevedere possibili opportunità di collaborazione e cooperazione. Nel fare ciò, si prevede che a lungo termine il progetto contribuirà a generare una serie di benefici per diversi gruppi di portatori di interessi. Vale la pena enfatizzare che molti degli obiettivi sopra citati sono obiettivi a lungo termine correlati alla maturazione delle professionalità del settore ICT nel loro insieme. Tali obiettivi richiedono ulteriore lavoro e collaborazione da parte di numerosi portatori di interessi; il resoconto che risulta dal presente contratto di servizio mira ad agire da trampolino per l’ottenimento di tali risultati. A partire dalla fine degli anni ‘90, le iniziative per sostenere lo sviluppo delle competenze digitali e affrontare la penuria di competenze sono state inserite al primo posto nell’agenda della Commissione Europea e degli Stati membri dell’UE. Tali iniziative hanno messo pesantemente l’accento sulle politiche per il potenziamento delle competenze digitali in tutta Europa. Alcuni esempi includono: • L’enfasi sullo sviluppo delle competenze e sulla formazione permanente all’interno della politica occupazionale europea. • Il Piano d’azione della Commissione Europea per le competenze e la mobilità del 2002, concentrato sullo sviluppo di una forza-lavoro adattabile, competente e mobile per un’economia dinamica basata sulle conoscenze. Pagina 4 • Lo sviluppo da parte di CareerSpace di profili con competenze trasversali generiche, di cui il settore ICT sentiva la mancanza. • L’obiettivo “Investire nelle persone e nelle competenze” del Piano d’azione eEurope 2002, con un’enfasi specifica posta sull’alfabetizzazione digitale in materia di ICT, sull’istruzione e la formazione nel settore ICT e sulla certificazione europea delle competenze ICT di base. I datori di lavoro devono operare globalmente e cooperare per far crescere le professionalità ICT e contribuire a chiudere il divario delle competenze digitali. Christian Pagel, CIO e Direttore del Dipartimento di Gestione Informatica, ThyssenKrupp Industrial Solutions AG. e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione PANORAMA DELLE COMPETENZE DIGITALI Il divario delle competenze nel settore ICT I lavoratori specializzati sono alla base delle aziende di successo. Un recente sondaggio condotto su 1700 Direttori generali d’azienda in tutto il mondo ha identificato che il capitale umano si piazzava al di sopra di tutti gli altri fattori come fonte del valore economico sostenuto. Nell’odierno ambiente di business altamente competitivo, la tecnologia è un fattore abilitante della comunicazione, dell’innovazione e dell’efficienza. Tuttavia, in numerose economie globali, la domanda di lavoratori con competenze digitali rilevanti è in aumento, mentre l’offerta non riesce a soddisfare tale domanda. Un sondaggio condotto da empirica sui CIO e sui direttori delle risorse umane in otto Paesi europei nel 2012 ha stimato che la domanda di competenze digitali in tutta Europa si attesti a 274.000 unità. Dei tre scenari allestiti in questo sondaggio, quello che rappresenta il futuro più probabile, ossia una crescita economica modesta, suggerisce la possibilità di una modesto aumento di posti di lavoro pari a 100.000 unità entro il 2015, con una carenza strutturale di 509.000 posizioni causata dalla mancanza di talenti disponibili. Le strozzature sono più ampie nel Regno Unito, in Germania e in Italia, che insieme rappresentano il 60% di tutte le posizioni vacanti in Europa. Questa tendenza crescente del numero di posizioni vacanti nel settore ICT coincide con un periodo contrassegnato dall’alta disoccupazione, che implica quindi un’efficienza decrescente sul mercato del lavoro. Divari simili nelle competenze ICT sono evidenti anche negli Stati Uniti, in Canada, Brasile, Australia, Russia e Sudafrica, nell’America Latina, in Malaysia e in Giappone. Il divario delle competenze digitali è particolarmente allarmante se si prendono in esame le nuove tecnologie emergenti. Un sondaggio condotto da IBM su 1200 decisori nel settore informatico e finanziario indica che due terzi di essi ritengono che le tecnologie mobili, analitiche, cloud e sociali siano strategicamente importanti; tuttavia, il 25% di essi ha riscontrato enormi divari di competenze in ciascuna di queste aree, mentre il 60% ha riscontrato deficit da moderati a elevati. Il divario nelle competenze digitali è ulteriormente amplificato dal numero di donne partecipanti al mercato del lavoro: nei paesi dell’aera OCSE, le donne rappresentano oggigiorno meno del 20% del totale degli specialisti nel settore ICT. In Europa le donne rappresentano meno del 30% della forza-lavoro nel settore ICT, mentre negli Stati Uniti solo il 23% dei lavoratori nell’ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) è costituito da donne. La situazione è ancor più pronunciata salendo in cima alla gerarchia organizzativa: un recente sondaggio indica che le donne detengono appena il 9% delle posizioni di comando nel settore informatico e rappresentano soltanto il 14% dei dirigenti superiori (includendo i dipartimenti non tecnici) nelle start-up della Silicon Valley. Capitale umano 71% Relazioni con la clientela 66% Innovazione di prodotti e servizi 52% Marke(n) 43% Geschäftsmodellinnovation 33% Technik 30% Partnerschaftsnetzwerke 28% Datenzugriff, Datengesteuerte Erkenntnisse 25% FuE, Geistiges Eigentum 22% Preis-/Umsatz-Innovation 19% Asset (Beni fisici e infrastrutture) 15% Responsabilità sociale dell'azienda 13% Accesso alle materie prime 8% 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Figura 1: Fonti di valore economico sostenuto identificate dai Direttori generali. (Fonte: IBM, 2012) 9,300,000 8,800,000 8,300,000 7,800,000 7,300,000 6,800,000 2012 2013 2014 Totale dei posti di lavoro 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Totale della domanda potenziale Figura 2: Domanda potenziale di lavoratori nel settore ICT in Europa (UE a 27) nel periodo 2012-2020. (Fonte: empirica, 2013) Le ricerche condotte da noi di Forfás dimostrano che le competenze necessarie per analizzare e comprendere i big data diventeranno sempre più importanti. Gerard Walker, Consulente politico senior, Forfás, Irlanda. Pagina 5 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione Aumentare l’offerta di professionisti con competenze digitali L’aumento dell’offerta di laureati nel settore ICT all’interno del sistema di istruzione terziaria rappresenta una soluzione al problema delle competenze digitali; tuttavia, il tempo impiegato da uno studente per completare l’intero processo richiede di norma 3-4 anni. Oltre a ciò, la scalabilità dell’attuale sistema di istruzione è limitata. Per affrontare questa sfida, i governi e l’industria stanno contemplando meccanismi alternativi volti a contrastare la carenza immediata di professionisti con competenze digitali: • Istruzione primaria e secondaria: migliorare l’istruzione nel comparto ICT è fondamentale per potenziare il flusso di lavoratori con competenze digitali a lungo termine. • Istruzione terziaria e aspettative del mondo accademico a fronte dell’industria: Alcune voci che si levano dal mondo industriale sono critiche nei confronti della qualità dei laureati usciti dall’istruzione terziaria. La Commissione Europea riconosce come fattore chiave un maggiore allineamento tra mondo industriale e mondo accademico. • Istruzione professionale e apprendistato: Un rapporto stilato da McKinsey nel 2013, che esaminava la transizione globale dei giovani dal mondo dell’istruzione a quello del lavoro, ha scoperto che il 60% dei giovani ritengono la formazione sul posto di lavoro e l’apprendimento pratico come le tecniche istruttive più efficaci, ma meno della metà di essi sono iscritti a curricula che danno priorità alle succitate tecniche. Di conseguenza, si prevede un ruolo crescente dell’apprendistato e della formazione professionale nella riduzione del divario delle competenze digitali. • Riqualificazione continua e apprendimento permanente: Il settore ICT si reinventa di continuo e sono proprio questi rapidi cambiamenti che aiutano a spingere l’innovazione e gli aumenti della produttività nelle varie organizzazioni. Di conseguenza, tali cambiamenti richiedono nuove competenze da parte dei professionisti ICT; da qui la continua necessità di un apprendimento permanente. • Formazione e certificazione nel settore dell’industria (IBTC): Un recente rapporto di empirica del 2013 afferma che “secondo il 30% dei CIO e dei Direttori delle risorse umane interpellati, dei certificati basati sull’IBTC sono indispensabili per alcune posizioni vacanti o promozioni nel settore ICT”. • Corsi online aperti e di massa (MOOC) e apprendimento misto: Un MOOC è un corso online rivolto alla partecipazione attiva su larga scala e all’accesso libero tramite il Web. I MOOC forniscono agli studenti un’opportunità di accedere a materiale educativo che non sarebbe stato loro accessibile in precedenza, a causa di vincoli finanziari, della posizione geografica, dei requisiti istituzionali per l’accesso e/o del piano di studi personale. Pagina 6 L’importanza di un set di competenze globali: alti e bassi della delocalizzazione Riconoscendo la natura globale del settore ICT e l’importanza crescente delle catene di valore globali, aumenta la consapevolezza che i professionisti del settore ICT devono possedere competenze interculturali. Numerose organizzazioni delocalizzano il lavoro suddividendo le attività al di là dei propri confini geografici, linguistici e culturali. Mobilità e immigrazione Parte della discrepanza nelle competenze sorge dal fatto che i lavoratori qualificati sono localizzati in aree geografiche in cui la domanda di lavoro è scarsa e sono reticenti a spostarsi nelle aree in cui tale domanda è maggiore. In un sondaggio condotto nel 2012 su 500 decisori europei, “un migliore mutuo riconoscimento dei gradi e delle qualifiche professionali al di là dei confini” è stato identificato come la misura principale per potenziare la mobilità del trasferimento di competenze. Anche gli immigrati rivestono un ruolo chiave in numerose società: un recente rapporto dal titolo “Da allora ad oggi: i nuovi imprenditori immigrati americani” ha scoperto che il 24% delle aziende nel settore dell’ingegneria e della tecnologia possiede tra i suoi fondatori almeno un individuo nato all’estero. Nella Silicon Valley questo numero sale al 44%. Considerati il divario delle competenze esistente a livello globale e il forte contributo all’innovazione di cui gli immigrati sono responsabili, si stanno analizzando le politiche sull’immigrazione come una possibile soluzione volta alla crescita. Numerose voci all’interno dell’industria tecnologica chiedono modifiche alle politiche sull’immigrazione per attenuare il divario delle competenze digitali. Le professionalità nel settore ICT possono portare l’Europa all’avanguardia della competitività e dell’innovazione e offrire chiare opportunità di carriera ai potenziali professionisti. Declan Brady, Presidente della task force occupazionale, CEPIS e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione PANORAMA DELLE PROFESSIONALITÀ ICT Il bisogno di professionalità ICT Perché è importante far maturare le professionalità del settore ICT? Oltre al succitato divario delle competenze digitali, intervengono ulteriori fattori: • Immagine negativa delle professioni del settore ICT: Una percezione pubblica negativa delle professioni del settore ICT provoca ripercussioni sugli individui che intendono entrare in tali professioni. • Carenza di conoscenze nel settore ICT: I bassi livelli di conoscenze nel settore ICT tra i professionisti ICT e/o i silos di informazioni ostacolano la visione del “quadro generale” del settore ICT, le sue capacità di interconnessione e il suo ruolo nel favorire la pianificazione delle capacità organizzative. • Focus e affidamento tradizionali alle lauree in Informatica: I fornitori di istruzione terziaria devono adattarsi in modo da poter soddisfare la crescente domanda industriale di professionisti nel settore ICT esperti sia in ambito economico, sia in ambito tecnico. • Fallimento dei progetti ICT: Numerosi progetti ICT non riescono a convogliare l’efficienza e il valore da loro promessi. Noi di IEEE abbiamo sviluppato una struttura professionale in collaborazione con l’industria, la quale include un ITBOK che serve da ombrello in riferimento agli altri BOK per le specializzazioni nel settore informatico. Chuck Walrad, Presidente del Consiglio sulle attività professionali, Comitato IT, IEEE Computer Society. • Impatto sulla società: Il grado in cui le tecnologie ICT, se qualcosa va storto, hanno il potenziale per danneggiare la società. I pilastri delle professioni nel settore ICT Il rapporto stilato da IVI e CEPIS su “Competenze digitali e professionalità ICT: Promuovere le professioni del settore ICT in Europa” nel 2012 ha identificato quattro mattoni di base per una professione nel settore ICT: Corpo delle conoscenze Etica professionale Istruzione e formazione Competenze Figura 3: I mattoni delle professioni nel settore ICT Pagina 7 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione • Corpi delle conoscenze (BOK): Uno dei metodi per stabilire una professione è definire in primo luogo un corpo di co. Noscenze appropriato per tale professione, il quale potrà poi essere impiegato per stabilire degli standard e dei processi di certificazione. • Competenze: La comprensione delle necessità dei lavoratori in vari ruoli in materia di capacità e competenze è essenziale affinché le organizzazioni selezionino e valorizzino in modo efficace dei dipendenti ad esse adatti. • Istruzione e formazione: Le qualifiche e certificazioni formali, l’apprendimento non formale e quello informale sono componenti che si sostengono a vicenda nello sviluppo della carriera di un professionista. • Etica professionale: un aspetto significativo di qualsiasi professione implica l’adesione a un codice di etica professionale. ICT professionals – a working definition Non esiste una sola definizione concordata di “professionista ICT”: Paesi e organizzazioni differenti hanno opinioni differenti in materia. La definizione utilizzata nel contesto della presente ricerca deriva da una precedente iniziativa della Commissione Europea ed è stata accettata dal consiglio di CEPIS nel 2012. Definizione di “Professionisti ICT”: Pagina 8 • Sono in possesso di un corpo di conoscenze che comprendono pienamente e al passo con i tempi. • Dimostrano un continuo impegno allo sviluppo professionale tramite un’appropriata combinazione di qualifiche, certificazioni, esperienze lavorative e istruzione di livello non formale e/o informale. • Aderiscono a un codice etico o di condotta concordato e/o alle pratiche regolatorie applicabili; e • Forniscono valore ai portatori di interessi tramite l’uso di pratiche competenti. Per continuare a muoversi al passo con il business globale, Intel sostiene attivamente i suoi dipendenti affinché evolvano di continuo le loro competenze nel settore ICT, per contribuire a creare un futuro migliore. Jim Kenneally, Investigatore Principale, Intel Labs Europe; Ricercatore senior, Innovation Value Institute e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione TENDENZE TECNOLOGICHE Tasso di variazione Il tasso di variazione del settore ICT cambia rapidamente, tanto che risulta sempre più difficile stargli al passo. In quanto tali, le professionalità ICT devono essere sufficientemente agili e flessibili da adattarsi e al contempo da riuscire a individuare tali cambiamenti biamenti. I suddetti cambi repentini possono inoltre far sorgere nuove e impreviste questioni etiche, nonché problemi a livello di istruzione e formazione per mantenersi aggiornati in merito agli sviluppi tecnologici. Alcune delle principali tendenze tecnologiche includon: L’Internet delle cose L’«Internet delle cose» (IoT) è così definita perché all’inizio si riferiva al fatto che Internet includeva sempre più “cose”, ossia dispositivi quali smartphone e apparecchi intelligenti. Il nostro ambiente includerà in grado sempre maggiore una pletora di sensori integrati negli oggetti (o “cose”), che attiveranno servizi capaci di percepire il contesto, i quali potranno essere sfruttati dagli individui e dalle aziende. Big data I “big data” sono stati definiti come “l’imponente quantità di dati raccolti nel tempo che si rivelano difficili da analizzare e gestire utilizzando i comuni strumenti di gestione dei database”. Esiste un flusso costante di nuovi contenuti che promuove la crescita dei dati, inclusi le pubblicazioni sui siti Web, i dati di utilizzo, i dati sensoriali, i contenuti generati dagli utenti, i dati GPS e RFID. I big data sono importanti in quanto forniscono idee per i dipartimenti di marketing, la finanza, i reparti operativi e la strategia aziendale, nonché per l’economia e la società nel loro insieme. Tutto questo dà impulso alla domanda di dipendenti in possesso delle le competenze matematico-finanziarie necessarie per interrogare e analizzare questo tipo di dati in modi tali da poter fornire valore sia aziendale che sociale. 140-190 La domanda di notevoli talenti analitici notevoli negli Stati Uniti potrebbe rivelarsi superiore del 50-60% rispetto all’offerta prevista entro il 2018 Domanda e offerta di notevoli talenti analitici entro il 2018 Per migliaia di individui 180 30 300 50-60% del divario relativo all'offerta nel 2018 150 Occupazione Laureati con nel 2008 notevole talento analitico 440-490 Altri fattori talenti1 Offerta nel 2018 Divario di talenti Domanda prevista nel 2018 1 Altri fattori trainanti dell’offerta includono il logoramento (-), l’immigrazione (+) e il reimpiego di grandi talenti analitici precedentemente disoccupati (+). Fonte: US Bureau of Labour Statstics; US Census; Dun & Bradstreet; sondaggi aziendali; analisi del McKinsey Global Institute Figura 4: Domanda prevista di talenti analitici entro il 2018 Pagina 9 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione Cloud computing Il cloud computing, o semplicemente “cloud”, è è ritenuto di gran importanza dalla maggioranza delle aziende. Un sondaggio compiuto nel 2011 da Accenture/LSE su oltre 1000 dirigenti superiori ha rivelato che più del 50% delle aziende interpellate riteneva che la tecnologia cloud “avrebbe permesso di concentrarsi sulla trasformazione dell’intera azienda e non solo del reparto informatica”. I benefici della tecnologia cloud riecheggiano particolarmente forti nelle PMI, dal momento che esse sono ora in grado di sfruttare le opportunità del settore ICT, un tempo disponibili solo alle grandi multinazionali. Strumenti e tecnologie sociali Il termine “tecnologie sociali” si riferisce agli approcci favoriti dalla tecnologia che facilitano le interazioni tra gli individui e le organizzazioni. Alcuni esempi di strumenti e tecnologie sociali impiegati nel contesto aziendale includono i social network e i video. Tecnologie mobili Le tecnologie mobili stanno avendo un impatto notevole sulle operazioni di business a livello globale. Il gruppo IDC stima che i dispositivi mobili intelligenti daranno luogo al 57% della crescita generale del settore informatico a livello mondiale. Nonostante la domanda organizzativa di talenti nel settore mobile, un sondaggio condotto da InformationWeek nel 2012 indica che questa potrebbe non tradursi nella necessità di ulteriori assunzioni da parte delle aziende, poiché gran parte di esse sta al contrario riaddestrando i dipendenti già presenti al loro interno. Pagina 10 Presso INSEAD, i nostri diplomati MBA imparano ad usare l’analisi dei dati per affrontare le questioni aziendali tramite l’apprendimento basato su progetti derivati dai dati aziendali reali, oltre ad utilizzare strumenti open-source allo stato dell’arte basati sul cloud. Theodoros Evgeniou, Professore di Scienze decisionali e Gestione delle tecnologie, INSEAD eLab. e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione TENDENZE MACROECONOMICHE E SOCIALI Tendenze Le tendenze macroeconomiche e sociali passibili di avere ripercussioni sulla domanda futura di lavoratori qualificati includono tra le altre: il tasso di crescita dell’economia e del mercato del lavoro globale, la disoccupazione giovanile, i dati demografici per fasce di età e la presenza di donne nella forza-lavoro. La comprensione di queste tendenze è preziosa, poiché contribuisce a fornire alcune opinioni su come la globalizzazione potrebbe evolversi nel tempo. Tali tendenze sono state divise in tre segmenti di base: • Panorama: l’attuale scenario macroeconomico e sociale a livello globale. • Terreno: alcuni dei fattori principali che determinano il panorama. • Orizzonte: le tendenze passibili di formare parte del panorama in futuro. Panorama • Mercato del lavoro globale: L’Ufficio Internazionale del Lavoro ha stimato un totale aggregato di 197 milioni di individui senza lavoro nel 2012. • Tassi di crescita globali: i bassi tassi di crescita delle economie sviluppate sono solo una frazione dei tassi sperimentati attualmente dai Paesi in via di sviluppo. L’Asia orientale, che aveva sperimentato una notevole crescita negli anni recenti, pare aver rallentato in maniera significativa. Viceversa, alcune economie europee che si trovavano in recessione mostrano ora alcuni segni di ripresa, seppure fragile. • Disoccupazione giovanile: La situazione globale relativa alla disoccupazione giovanile è causa di preoccupazione. Utilizzando i dati raccolti da ILO, dall’OCSE e dalla Banca Mondiale, the Economist stima che potrebbero esserci “290 milioni di individui tra 15 e 24 anni che non partecipano al mercato del lavoro: quasi un quarto dei giovani di tutto il mondo, un gruppo ampio tanto quanto la popolazione degli Stati Uniti”. Allo stesso tempo, si verifica una penuria di lavoratori qualificati entry-level. • I due andamenti divergenti della disoccupazione giovanile e della disponibilità inadeguata di lavoratori qualificati entrylevel illustrano la natura del divario di competenze attuale e sottolineano l’importanza e la necessità di potenziare lo sviluppo delle competenze in questa fascia d’età parallelamente ai tentativi di creare posti di lavoro. Noi in Giappone produciamo un white paper sulle risorse umane in ambito informatico, che ci fornisce dati sui cambiamenti significativi nel ruolo assunto dalle risorse umane in ambito informatico nell’ambiente del business, affinché possiamo basare le nostre politiche e iniziative di e-Skills su solide prove. Masayoshi Tsuru, IPA, Giappone. In crescita e in accelerazione In crescita ma suscettibili di rallentamento Polonia Australia 3.4% Francia 1.2% 3.1% Giappone 0.9% Canada 2.3% Regno Unito 2.1% Stati Uniti 2.4% Paesi Bassi 1.1% Germania 1.3% Irlanda Indonesia 6.2% Brasile 4.0% Sudafrica 3.6% 2.2% In crescita risicata Italia Spagna 0.3% 0.9 In crescita ma in rallentamento Portogallo 0.5% Cina 7.3% Corea del Sud 3.6% Grecia 0.6% India 6.6% Messico 3.7% Arabia Saudita 4.2% Russia 3.8% Dati aggregati Eurozona 1.0% globali valori di mecato 3.5% Turchia 5.1% Figura 5: Classifiche di crescita globale. (Fonte: PWC - 16° sondaggio globale sui Direttori generali, 2013) Pagina 11 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione La mancanza di competenze è un motivo comune della presenza di posizioni vacanti all’ingresso – % di datori di lavoro interpellati Il 36% dei datori di lavoro ha inoltre sostenuto che la mancanza di competenze ha causato loro “problemi significativi in termini di costi, qualità e tempo” o peggio come “una risorsa non sfruttata” e ha affermato che “col tempo emergerà tutta una serie di lavori per cui i datori di lavoro necessiteranno di lavoratori anziani ed esperti [...] Un’azienda che non cambierà la sua attitudine verso i lavoratori anziani rimarrà indietro”. Orizzonte • L’irruzione dell’Africa: L’enfasi più marcata sui mercati in via di sviluppo è stata finora concentrata su Brasile, Russia, India e Cina. Tuttavia, anche l’Africa cambierà verosimilmente le dinamiche occupazionali nel futuro prossimo. La Banca Mondiale ha segnalato nel 2014 che la crescita dell’Africa sub-sahariana è prevista in aumento del 6% (con l’esclusione del Sudafrica, la maggiore economia del continente). il Marocco il Regno Unito la Germania la Arabia Saudita il Messico il Stati Uniti Brasile la India La Turchia Figura 6: Datori di lavoro che citano la mancanza di competenze come causa di posizioni vacanti all’ingresso. (Fonte: Sondaggio McKinsey, 2012) Terreno • La domanda globale di lavoratori qualificati: Un resoconto del Forum Economico Mondiale del 2011 sui talenti globali è stato chiaro in merito alla sua diagnosi del problema: “L’emisfero boreale deve affrontare la mancanza di talenti in un’ampia gamma di settori occupazionali principalmente a causa del fatto che la popolazione sta invecchiando rapidamente e gli standard a livello di istruzione sono insufficienti [...] Numerosi Paesi dell’emisfero australe riportano surplus nella forza-lavoro dovuti all’elevata crescita economica e ai tassi di natalità stabili. Tuttavia, sorgono questioni in merito all’impiegabilità di tali lavoratori, ossia se abbiano o meno le competenze necessarie per occupare posti di lavoro e operare in modo efficace”. • L’aumento delle donne sul posto di lavoro: Il numero delle donne impiegate nella forza-lavoro nelle economie avanzate è salito di 77 milioni tra il 1980 e il 2010, rappresentando il 61% dell’incremento netto di 122 milioni di individui nella forza-lavoro nelle economie avanzate. In particolare, le donne costituiscono una fetta sostanziale della percentuale di laureati nelle università delle economie emergenti, ma ciò non necessariamente si traduce appieno in livelli corrispondenti di partecipazione alla forza-lavoro. • I dati demografici per fasce di età: In molti Paesi la popolazione anziana sarà costretta a lavorare ben oltre l’età pensionistica attuale. Per esempio, il Ministro delle Pensioni britannico Steve Webb vede i lavoratori anziani Pagina 12 • La digitalizzazione delle PMI: Le piccole e medie imprese (PMI) sono il fulcro dell’economia europea e mondiale. La capacità di adattamento delle PMI come risultato degli sviluppi nel settore ICT avrà un impatto significativo sulla necessità di competenze digitali. • Le opportunità derivate dalla globalizzazione: Anche la globalizzazione, abbinata alle fondamentali svolte tecnologiche in corso di svolgimento, presenta numerose opportunità per le imprese. Il boom delle infrastrutture che avrà luogo nei Paesi in via di sviluppo nei prossimi vent’anni, previsto di gran lunga superiore ai 20 trilioni di dollari, richiederà verosimilmente la fornitura di servizi di ingegneria sostanziale, di design, di business e tecnici che potrebbe arrivare dall’Europa. I benefici potenziali sarebbero condivisi sia dai Paesi in via di sviluppo, sia da quelli già sviluppati. Le ricerche del BCG indicano che le PMI basate sulle tecnologie incrementano il proprio fatturato più in fretta del 15% e crerano posti di lavoro al doppio della velocità rispetto alle loro controparti. Ralf Dreischmeier, Leader di pratica informatica globale, The Boston Consulting Group e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione CONCLUSIONI DELLE RICERCHE PRIMARIE – VISIONI E STRATEGIE DEI PORTATORI D’INTERESSI Tendenze 33.3% 31.9% Un elemento chiave del presente contratto di servizio era lo svolgimento di ricerche primarie tra i principali portatori di interessi, in modo tale da afferrare le loro visioni e le loro strategie nel settore delle competenze digitali e delle professionalità 18.1% 15.3% umane in ICT. Tali portatori di interessi erano costituiti da CIO, dirigenti superiori nel comparto ICT e Direttori delle risorse ambito ICT provenienti da un elevato numero di industrie in tutta Europa. 1.4% 1 2 3 4 Qual è la Vostra opinione sulle seguenti affermazioni? 5 “Nell’intera nazione sussiste un serio divario/discrepanza nelle competenze ICT tale da ostacolare la crescita delle aziende?” Totalmente in disaccordo(1) 0 0.0% In disaccordo(2) 5 7.1% Neutrale(3) 16 22.9% D’accordo(4) 34 48.6% Totalmente d’accordo(5) 15 48.6% 22.9% 21.4% 7.1% 0.0% 21.4% 1 2 3 4 5 “Nella nostra organizzazione, la mancata disponibilità di competenze ICT di alto livello sta avendo un impatto negativo sulla nostra capacità di far crescere il volume d’affari”. 1 1.4% In disaccordo(2) 13 18.1% Neutrale(3) 24 33.3% D’accordo(4) 23 31.9% 1.4% Totalmente d’accordo(5) 11 15.3% 1 Totalmente in disaccordo(1) 33.3% 31.9% 18.1% 2 15.3% 3 4 5 Figura 7: Divario/discrepanza nelle competenze ICT percepito/a dagli interpellati del sondaggio 48.6% Le conclusioni indicano che la maggioranza (70%) degli interpellati ritiene che sussista un serio divario o una discrepanza nelle competenze ICT tale da ostacolare la crescita delle aziende. Inoltre, circa la metà (47%) degli interpellati ritiene che la mancata disponibilità di competenze ICT di alto livello stia avendo un impatto negativo sulla loro capacità di far crescere il proprio volume d’affari. L’impatto della delocalizzazione e dell’automazione La maggioranza degli interpellati (61%) ritiene che la delocalizzazione avrà verosimilmente un impatto moderato o elevato sulla domanda futura di competenze ICT nelle proprie organizzazioni. Più di tre quarti degli interpellati (76%) ritengono che l’«automazione» avrà verosimilmente un impatto sulla domanda futura di lavoratori qualificati nel settore ICT all’interno delle proprie organizzazioni. L’impatto delle principali tendenze professionali Solo una minoranza degli interpellati (44%) ritiene che in futuro meno professionisti del settore ICT saranno inquadrati nei dipartimenti ITC tradizionali, il che combacerà con un maggior numero di professionisti del settore ICT che lavoreranno in tutti i rami dell’impresa. Più della metà degli interpellati (53%) ritiene che i corsi online aperti e di massa (MOOC) cambier22.9% 21.4% anno in modo sostanziale il modo in cui lo sviluppo professionale continuo dei praticanti nel settore ICT sarà convogliato nei prossimi tre anni. Questo 7.1%dato è sorprendentemente alto, visto il carattere di relativa novità dei MOOC, ma sottolinea proba0.0% bilmente le grandi aspettative riposte su tale innovazione. Più di tre quarti (77%) crede che 1 degli 2 interpellati 3 4 5 l’ICT sia una professione globale e che gli sforzi nazionali si debbano allineare su base globale affinché tale professione maturi in modo soddisfacente. Inoltre, la notevole maggioranza (80%) degli interpellati crede che i professionisti del settore ICT debbano condividere la comprensione comune di un corpo di conoscenze ICT fondanti (ossia un corpo di conoscenze basilari che tutti i praticanti nel settore ICT devono tenere a mente). Pagina 13 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione Altre conclusioni includono: • Un incremento segnalato (a partire da un precedente studio del 2011 sulle professionalità nel settore ICT) nell’impiego di strutture fondate sulle competenze ICT da parte degli interpellati. • Oltre metà degli interpellati (51%) segnala che i laureati nel settore ICT in tempi recenti mancano della combinazione di competenze tecniche, economiche e interpersonali necessaria per dare un contributo all’azienda senza bisogno di formazione aggiuntiva. • La maggioranza (71%) dei CIO rivela che, in termini di sviluppo professionale continuo, i praticanti esperti nel settore ICT riescono cn successo a mantenere aggiornate le proprie competenze ICT tramite la formazione continua. • Le principali tendenze tecnologiche che verosimilmente spingeranno in modo maggiore la crescita futura della domanda di competenze sono, in ordine di importanza: la sicurezza informatica, le tecnologie mobili, la tecnologia cloud, i big data, il business sociale e la consumerizzazione (“Porta il tuo dispositivo personale” – BYOD). Le capacità con maggiori probabilità di rimanere “onshore”: • Capacità in materia di sicurezza dei sistemi informatici. • Capacità di gestione dei fornitori ICT. • Capacità nell’ambito dell’architettura d’impresa. • Capacità di gestione dei processi aziendali. • Capacità di marketing digitale. • Capacità di leadership digitale, capacità di visualizzazione e analisi dei dati, capacità informatiche ad alte prestazioni e capacità di progettazione dell’esperienza utente (UX). • Capacità di mantenimento della continuità aziendale. Le capacità con maggiori probabilità di essere delocalizzate: • Capacità di codificazione, di ingegneria del software, di creazione delle app e di testing del software. Riassunto delle conclusioni delle ricerche primarie Nel corso di queste ricerche sono emersi numerosi temi chiave. Scendendo più nel dettaglio, la maggioranza dei portatori di interessi percepisce la presenza di un serio divario o di una discrepanza nelle competenze ICT e vede tale presenza come forza ostacolante la crescita delle aziende. Ciò è aggravato dal fatto che la maggioranza dei portatori di interessi avverte che i laureati nel settore ICT non possiedono le competenze ICT necessarie per contribuire alle operazioni aziendali. Inoltre, la ricerca in merito all’impatto della delocalizzazione e dell’automazione sulla domanda di competenze ICT, citata in precedenza, ha trovato conferma, laddove il 60% e il 75% degli interpellati ritiene rispettivamente che la delocalizzazione e l’automazione avranno ripercussioni sulle proprie organizzazioni in futuro. Sono stati riscontrati tassi variabili della domanda di svariate competenze ICT, ciascuna delle quali con una possibilità variabile di essere delocalizzata. La comprensione della crescita o del declino futuro percepito per competenze specifiche e del grado di probabilità che esse siano delocalizzate è di vitale importanza affinché i singoli dipendenti possano pianificare le loro carriere, le organizzazioni possano pianificare le loro operazioni aziendali e i governi possano istituire politiche di sostegno. Sia i datori di lavoro che gli istituti d’istruzione trarranno beneficio dalla reciproca collaborazione per garantire che i laureati abbiano le giuste competenze informatiche al momento giusto. Frits Bussemaker, Partner di CIONET, Nederland Liaison International. Pagina 14 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione L’IMPATTO DELLA GLOBALIZZAZIONE SULLE FORNITURE ICT: DELOCALIZZAZIONE E GLOBAL SOURCING Servizi offshore La fornitura di servizi offshore ha acquistato popolarità nel corso degli anni ‘90. Mentre all’inizio la spinta principale verso la delocalizzazione veniva dalla riduzione dei costi, non appena i fornitori di servizi hanno acquisito esperienza nella gestione delle operazioni offshore, questi si sono assunti in numero sempre maggiore l’incarico di indirizzare i miglioramenti operativi dei processi più complessi e di trasformare e standar-dizzare tali processi per i propri clienti. È difficile svolgere un’analisi perfetta di questi cambiamenti, poiché nel corso degli anni gran parte della delocalizzazione si è svolta “lontano dai radar” per vari motivi, come la preoccupazione da parte dei clienti per le potenziali ripercussioni del “trasferimento” di posti di lavoro all’estero sull’immagine aziendale – o semplicemente perché la delocalizzazione si è rivelata parte integrante di una fornitura completa nella catena della distribuzione globale. Mancano tuttavia statistiche ufficiali in merito alla portata e alla tipologia di delocalizzazione attuata e al suo sviluppo nel corso dell’ultimo decennio. Come si può dunque valutare la portata della delocalizzazione, le tipologie di attività più colpite e, di conseguenza, le tipologie di competenze da essa influenzate? Tramite l’analisi dell’oggetto dei contratti di servizio nel settore informatico e finanziario stipulati nel Nord America e in Europa e l’analisi della composizione dei ricavi dei principali fornitori di servizi offshore indiani, risulta chiaro che le attività relative alle applicazioni sono le più comuni nell’ambito della delocalizzazione del lavoro. Tuttavia, si riscontra una tendenza in aumento verso l’outsourcing delle attività relative alle infrastrutture e dei processi di business. L’innovazione (ossia ricerca e sviluppo) e altri fattori rappresentano costantemente la minore proporzione dei contratti nell’arco di tempo considerato. basso livello coinvolti nella fornitura dell’attività o dell’incarico assunto. Questo è sempre più vero dal momento che la fornitura di servizi offshore è maturata e le organizzazioni non sfruttano più la delocalizzazione solo per fornire servizi a basso costo, ma piuttosto come parte di una strategia di global sourcing più complessa. Il sondaggio condotto sui CIO ai fini del presente studio offre alcuni indicatori dello sviluppo previsto nella domanda futura di competenze all’estero fino al 2020 (si veda la sezione precedente). In sostanza, tali risultati indicano la continuazione delle tendenze osservate lungo loscorso decennio, senza “grandi balzi in avanti” previsti. È della massima importanza strategica per Avaloq assumere e formare dipendenti con nutrite competenze digitali nelle nostre sedi europee. Martin Frick, Direttore Generale BPO, Avaloq Evolution AG. Le competenze nella catena del valore dei servizi offshore In questo contesto, quali competenze vengono delocalizzate? Gli insiemi di competenze richiesti all’estero sono tanto vari quanto quelli richiesti a livello locale, ma ciò riguarda naturalmente quelle attività che possono essere fornite in remoto e dove risulta meno importante l’interazione in prima persona con l’utente finale del prodotto o del servizio. La catena del valore per i servizi offshore è complessa e, in tutte le tipologie di attività, sono presenti lavoratori con competenze di alto e Pagina 15 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione Dall’arbitraggio del lavoro alla standardizzazione, all’automazione e al cloud Vista la maturità crescente della fornitura di servizi offshore, si sta verificando un allontanamento dalla visione “gettare la gente in pasto al problema” verso la fornitura di servizi più avanzati e di una produttività più elevata, standardizzando i processi e incrementando l’automazione laddove possibile. La standardizzazione dei processi porta alla creazione di risorse non umane ripetibili e scalabili, come pacchetti di software, modelli dei processi e così via, al fine di integrare e/o sostituire l’attività umana e pertanto di automatizzare i processi per quanto possibile. Il modo in cui l’automazione potrà portare alla sostituzione dei lavoratori della conoscenza è già stato descritto abbondantemente. Tuttavia, la domanda principale è questa: tutto ciò porterà alla sostituzione di questi lavoratori equivalenti a tempo pieno, oppure alla loro ridistribuzione? La risposta più probabile è che si verificherà una commistione tra i due scenari, analogamente a quanto si è osservato con la delocalizzazione: non sempre un guadagno in termini di produttività implica la perdita di posti di lavoro. Un altro aspetto interessante dell’automazione del lavoro cognitivo è che questa ha il potenziale di far competere ad armi pari i Paesi occidentali dai costi maggiori e le località tipiche della delocalizzazione. Se un processo o un incarico può essere svolto esclusivamente dai computer, il beneficio finanziario del trasferimento di tale processo o incarico dall’altra parte del mondo viene meno. Ecco dunque la tecnologia cloud: essa rappresenta un cambiamento fondamentale nel modo in cui la potenza di calcolo viene generata e distribuita. I servizi cloud possono essere visti come un’alternativa ai servizi offshore ad alta intensità di lavoro, che si possono fornire a partire da qualsiasi luogo. La standardizzazione, l’automazione e la tecnologia cloud sono migliorie e sviluppi tecnologici che, combinati con la maturità e l’esperienza accresciuta delle organizzazioni che li utilizzano, modificano in maniera fondamentale il modo in cui sono consumati gli incarichi e i servizi del settore ICT e dei processi di business. La delocalizzazione non può essere considerata come fattore isolato: la figura 8 illustra l’uso globale e continuo delle risorse – locali, nearshore, offshore e basate sul cloud – per fornire processi informatici o di business integrati. La complessità della catena del valore globale evidenzia la necessità di nuove competenze onshore per gestire e/o integrare i vari elementi. La gestione di team di persone (talvolta suddivisi su vari fusi orari) onshore o tramite servizi forniti attraverso la tecnologia cloud implica che i dipartimenti IT del futuro avranno sempre più la necessità di assumere il ruolo di Service Broker o di integratori di servizi, piuttosto che di svolgere necessariamente tutte le attività da soli. Questo è l’insieme delle sfide completamente nuove che i CIO dovranno affrontare. Organizzazione dell'utente finale Fornire od organizzare un settore informatico integrato, il processo di business e compiti o servizi specifici del settore Fornitura locale Centro nearshore Centro offshore Cloud Tutti i tipi di servizi Figura 8: Mix delle fonti e delle capacità complesse nella catena del valore globale. (Fonte: IDC, 2013) Pagina 16 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione L’IMPATTO QUANTITATIVO DELLA GLOBALIZZAZIONE Proiezioni - Scenario 1: Crescita prudente Il mondo dell’informatica sta profondamente cambiando. Le tendenze che alimentano la delocalizzazione in ambito informatico stanno mutando, poiché l’utilizzo crescente di strumenti di automazione, la standardizzazione dei processi e il reimpiego delle risorse, combinati con il cloud computing, plasmano una catena del valore nell’ambito del global sourcing. Di conseguenza, la domanda di competenze ICT altamente specializzate cresce sia a livello onshore, sia a quello offshore. In futuro, anche le competenze ICT oggi considerate come “tipiche” competenze offshore, come la programmazione, potrebbero trovare una maggiore domanda a livello onshore. È importante garantire che le competenze ICT siano sviluppate a tutti livelli della catena del valore dei servizi onshore e che siano compiuti tentativi per rendere allettanti tali carriere; altrimenti potrebbe emergere una nuova crisi dovuta al divario di competenze. digitale in grado di sfruttare il comparto informatico ai fini dell’innovazione e dello sviluppo aziendale. Pertanto, la carenza di competenze nell’ambito della leadership digitale può rivelarsi uno svantaggio competitivo per l’industria europea e un ostacolo alla crescita potenziale. La velocità di trasformazione delle aziende e delle organizzazioni, grazie ad una nuova gamma di prodotti e servizi basati sulla convergenza delle tecnologie su piattaforma 3D (mobilità, tecnologie sociali, big data e cloud computing), influenzerà direttamente l’andamento della crescita socioeconomica nei prossimi anni. Tuttavia, la trasformazione digitale richiede un nuovo mix di competenze di leadership Ma la cosa più preoccupante è che un tale impatto colpirebbe in maniera più che proporzionale i laureati nel settore ICT, in quanto (in base alle nostre stime) fino a 4000 posti di lavoro, corrispondenti al 9% dei laureati occupati nel settore ICT, potrebbero essere perduti a causa della delocalizzazione nel 2020. In base alle stime ricavate dai nostri modelli, nello scenario più probabile di “crescita prudente” la domanda europea di competenze ICT a tutto tondo crescerà da 7,7 milioni di individui nel 2012 a 8,6 milioni nel 2020, rappresentando l’1,4% del tasso composto medio di crescita (CAGR). All’interno di un simile scenario, l’impatto della globalizzazione risulterà approssimativamente in 753.000 posti di lavoro trasferiti all’estero nel 2020, dei quali il 17-18% circa sarà in realtà perduto. Il segmento delle applicazioni, che rappresenta l’area di maggior concentrazione dei progetti da delocalizzare, mostra il numero più elevato di posti di lavoro perduti nel settore ICT. Politiche e iniziative sull'istruzione e la formazione (e-skills) Politiche per la crescita e l'innovazione e strumenti di finanziamento – Focus sul settore ICT Politiche e iniziative del mercato del lavoro Tendenze macroeconomiche Tendenze del mercato IT Tendenze della delocaliz zazione Innovazione informatica, automazione e cloud Modello di previsione - Risultati principali dell'impatto della globalizzazione Domanda di posti di lavoro nel settore ICT, 2014-2020 Stima dei posti di lavoro persi nel settore ICT Stima dei posti di lavoro per laureati persi nel settore ICT Figura 9: Ipotesi del modello di previsione sull’interazione delle principali tendenze. (Fonte: IDC, 2014) Pagina 17 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione Proiezioni - Scenari 2 e 3: Vittoria dell’innovazione contro la stagnazione Nel corso di questa ricerca sono stati testati due scenari ulteriori: “Vittoria dell’innovazione”, in cui un balzo in avanti della trasformazione digitale attiva un ciclo positivo di crescita economica, e “Stagnazione”, in cui la recessione economica riduce i consumi e gli investimenti trascinando con sé verso il basso le dinamiche dell’innovazione. In entrambi gli scenari, la globalizzazione permane come tendenza forte, pertanto la delocalizzazione continua a crescere. La proporzione dei lavori potenzialmente trasferiti varia dal 6% appena di tutte le competenze ICT richieste nel 2020 nello scenario “Vittoria dell’innovazione” al 10% dello scenario “Stagnazione” (in paragone al 9% dello scenario “Crescita prudente”). L’incidenza della perdita di posti di lavoro sul totale delle professioni richieste è marginale, ma qualitativamente importante: la sua percentuale varia dall’1,5% dello scenario di crescita prudente allo 0,7% dello scenario di vittoria dell’innovazione, con un picco del 3,4% all’interno dello scenario di stagnazione. Cosa può fare una politica economica per promuovere lo scenario di vittoria dell’innovazione ed evitare i rischi connessi allo scenario di stagnazione? Abbiamo esaminato tre insiemi di politiche che esercitano un’influenza diretta sulle competenze digitali: politiche legate all’istruzione e alla formazione, politiche legate al mercato del lavoro e politiche volte alla crescita e allo sviluppo dell’economia digitale. Possiamo concludere che le politiche legate all’istruzione hanno l’impatto più rilevante a lungo termine nel plasmare l’evoluzione delle competenze in risposta alle nuove tendenze della domanda, ma a breve termine le politiche di formazione e quelle legate al mercato del lavoro (quali la promozione di tirocini, la mobilità e le partnership tra pubblico e privato per colmare il divario tra le università e i luoghi di lavoro) hanno la probabilità più alta di influenzare in modo positivo il mercato. La ricerca, l’innovazione e le politiche macroeconomiche a sostegno dell’economia digitale rivestono un ruolo molto importante nella creazione delle condizioni strutturali che permettono una crescita basata sull’innovazione in ambito informatico e uno stimolo alla domanda di competenze digitali. In altre parole, l’impatto generale della globalizzazione e della delocalizzazione sul mercato delle competenze ICT è marginale in termini quantitativi, ma qualitativamente molto importante e comunque più rilevante in certi segmenti di mercato, come lo sviluppo di applicazioni da un lato e il mercato dei giovani laureati nel settore ICT dall’altro. Innovazione Crescita prudente (in migliaia) 588 753 800 Stagnazione (in migliaia) (in migliaia) 600 1000 846 700 500 800 600 400 500 400 600 300 307 400 300 133 200 100 281 200 68 0 100 68 0 2020 Totale dei posti di lavoro trasferiti nel settore ICT 200 0 2020 2020 Totale dei posti di lavoro persi nel settore ICT Figura 10: Totale dei posti di lavoro nel settore ICT trasferiti o persi lungo tre scenari. Pagina 18 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione RICHIESTE DI NUOVI CURRICULA PER COMPETENZE E POSTI DI LAVORO FUTURI – LE MIGLIORI PRATICHE Richieste di nuovi curricula per competenze e posti di lavoro futuri Le tendenze emergenti nel settore ICT hanno da sempre richiesto nuove competenze e nuove professioni. Tuttavia, come risultato dell’incremento di efficienza e della ristrutturazione aziendale, esse hanno comportato anche la perdita dei lavori non più rispondenti ai requisiti dettati dall’industria e dal mercato. Le carenze nella formazione e nell’istruzione, l’accento sulle competenze sbagliate e il problema degli educatori e dei sistemi di istruzione obsoleti sono visti come le principali barriere in ambito educativo e formativo alla crescita o all’influenza delle “megatendenze” tecnologiche emerse in tempi recenti (es. il cloud computing, le tecnologie dei social media, i big data e l’Internet delle cose) che spingono la trasformazione e la crescita dell’economia. Si presuppone che ciascuna delle attuali megatendenze rappresenti una nuova piattaforma tecnologica per la crescita e l’innovazione. Sono queste le aree in cui l’Europa e le aziende europee devono rafforzarsi in modo da potersi dimostrare innovative e competitive in futuro. Per ciascuna delle suddette megatendenze si possono identificare dei requisiti di competenze sia per l’industria informatica,sia per le industrie utilizzatrici. Adattamento delle istituzioni esecutive superiori in materia di istruzione e formazione Le istituzioni esecutive superiori in materia di istruzione e formazione devono urgentemente adattarsi e sviluppare ulteriormente la propria offerta in linea con le necessità del settore. Una recente ricerca ha identificato la necessità di adattare e/o sviluppare le offerte educative superiori e quelle esecutive in modo da poter fornire capacità e competenze in grado di soddisfare le richieste di questo settore emergente. Un approccio sviluppato al fine di sostenere un simile sforzo inizia definendo i domini delle competenze digitali e dei compiti da svolgere per ciascuna delle nuove megatendenze nel settore ICT, specificando le relative competenze e capacità digitali e fondandole sulle altre competenze, come specificato dal Quadro Europeo delle competenze digitali (e-CF), nonché descrivendo i ruoli coinvolti secondo i profili lavorativi e professionali esistenti nel settore ICT basati sull’e-CF e sviluppati per il CEN. Questo tipo di approccio è in linea con le opinioni degli esperti, i quali si pongono decisamente a favore di un approccio allo sviluppo di programmi di istruzione superiore basati sulle competenze nell’avvicinarsi alla successiva generazione di programmi per laureati in Sistemi Informativi. Le istituzioni educative superiori ed esecutive potrebbero voler usare tale approccio e i formati sviluppati per fondare su di essi i propri corsi, in modo da identificare l’eventuale allineamento con le descrizioni e le capacità richieste e quindi adattarsi ai requisiti di competenze emersi in tempi recenti e derivati dalle suddette megatendenze. Questo consentirà alle istituzioni educative superiori ed esecutive di identificare il grado in cui la loro offerta corrente soddisfa già i requisiti dell’industria e/o di sviluppare ulteriormente e adattare i curricula esistenti (o svilupparne di nuovi) ai programmi che forniscono tali competenze. Ciò aiuterà a potenziare ulteriormente i sistemi di istruzione e formazione superiore in Europa, al fine di far fronte al meglio ai bisogni dei datori di lavoro e alle megatendenze emergenti, come descritto qui sopra. Insegnare ad adattarsi ai requisiti di competenze emersi in tempi recenti Le nuove competenze devono essere insegnate a differenti livelli affinché possano garantire la portata massima. Questa responsabilità ricade sulle istituzioni educative superiori e su quelle attive nel campo della formazione esecutiva e in quella superiore. Sono stati identificati differenti approcci all’insegnamento delle competenze rivolte alle aree ICT emerse in tempi recenti. Tali approcci seguono le diverse tradizioni in ambito educativo presenti nei vari Paesi e includono le seguenti condotte: • Insegnamento dei requisiti di nuove competenze come parte integrante di programmi di studio già esistenti in materia di “Informatica” o “Scienze informatiche”, all’interno di diversi programmi di master durante gli studi di secondo livello (o nell’ultimo anno di quelli di primo livello), come nelle università in Germania, Finlandia e Regno Unito. • Programmi di laurea non ufficiali (titolo ufficiale) offerti in collaborazione con l’industria, affiancati ai corsi di laurea di primo e secondo livello fortemente regolati, che risultano nell’emissione di un certificato universitario in Paesi come la Spagna. • Corsi di formazione esecutiva o di istruzione superiore presso le università e le business school, con maggiore enfasi sull’ambito tecnico o su quello aziendale; quest’ultimo è l’ambito posto in evidenza e insegnato per esempio all’INSEAD, all’interno del corso di istruzione esecutiva “Analisi dei dati per le aziende”. • Programmi specifici e dedicati di istruzione superiore in materia di “big data”, “scienza dei dati” o “cloud computing”, contrassegnati come tali per motivi commerciali al fine di renderli appetibili e allettanti per gli studenti e i datori di lavoro potenziali, come avviene negli USA, ma per certi versi anche nel Regno Unito. Pagina 19 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione È possibile che queste tradizioni e questi metodi d’insegnamento continuino ad essere seguiti anche in futuro, adattando i programmi educativi esistenti o sviluppandone di nuovi per adattarsi meglio alle necessità di competenze da parte dell’industria. In aggiunta a tutto ciò, i MOOC possono essere visti come un’aggiunta che può contribuire anch’essa a colmare i divari e le carenze di competenze esistenti e ad incrementare la portata e l’accesso alle offerte educative ap- propriate, diffondendo pertanto più rapidamente le competenze richieste. Le migliori pratiche nell’insegnamento dei requisiti futuri di competenze: il caso esemplare dell’analisi dei big data La figura seguente fornisce un esempio di programma di istruzione superiore offerto da un’università (l’Università tecnica di Berlino). Università tecnica di Berlino: Corso di Master con indirizzo “Analisi dei Dati” (con rilascio di certificazione universitaria) Indirizzo “Analisi dei Dati” L’indirizzo include un programma raccomandato di corsi che riflette una certa enfasi sull’analisi dei dati Programmi di master per cui è disponibile l’indirizzo “Analisi dei Dati”: 1. Informatica aziendale 2. Ingegneria informatica 3. Scienze informatiche Obiettivi dell’indirizzo “Analisi dei Dati”: 1. Fornire agli studenti le capacità necessarie per compiere processi decisionali basati sui dati. 2. Ricavare idee da insiemi di dati vasti ed eterogenei. 3. Applicare le metodologie apprese per affrontare problemi di tipo reale in ambito economico e scientifico Profili lavorativi di riferimento: I profili lavorativi di riferimento includono posizioni come Scienziato dei dati (Data Scientist), Analista di dati (Data Analyst) e Ingegnere dei dati (Data Engineer). Durata e moduli: L’indirizzo si terrà all’interno di un master di quattro semestri (due anni) che prevede conferenze, seminari e tirocini (in cooperazione con i partner industriali), con una tesi di master nel quarto semestre. L’indirizzo sarà strutturato sulla base di tre moduli: 1. Analisi dei dati: apprendimento automatico, statistica, text mining, ecc. 2. Gestione scalabile dei dati: Trattamento di strutture di dati vaste ed eterogenee, concetto MapReduce, nuove architetture hardware. 3.Applicazioni: specifiche per gli studi in medicina, scienze dei materiali, scienze energetiche, logistica, ecc. Certificazione Gli studenti profittevoli riceveranno una certificazione emessa dall’Istituto EECS dell’Università tecnica di Berlino attestante la loro specializzazione; tale certificazione sarà emessa in concomitanza con il diploma di master. Contatti: Volker Markl, Professore e Presidente del gruppo Database Systems and Information Management (DIMA), Università tecnica di Berlino http://www.dima.tu-berlin.de/menue/database_systems_and_information_management_group/ Figura 11: Il programma di istruzione superiore offerto dall’Università tecnica di Berlino. Pagina 20 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione La figura qui sotto fornisce un altro esempio di programma di istruzione superiore offerto da una business school (l’INSEAD). Corso di istruzione esecutiva “Analisi dei dati per le aziende” di INSEAD Obiettivi: Obiettivi aziendali: • Maggiore consapevolezza di quali problematiche possono essere affrontate tramite l’analisi dei dati; • Capacità di identificare al meglio nuove applicazioni aziendali dell’analisi dei dati; • Migliore comprensione delle prospettive e dei limiti dei big data. Project Management: • Comprensione dei processi di analisi dei dati e di gestione dei progetti analitici. Tecnologie: • Acquisizione di familiarità con alcuni dei più recenti strumenti di analisi dei dati; • Utilizzo di alcune delle tecnologie più recenti: cloud computing, software di analisi dei dati open source, piattaforme di collaborazione online, strumenti per analisi e ricerche riproducibili e riutilizzabili, strumenti di visualizzazione dei dati, ecc. Programma dei corsi: • Strumenti open source allo stato dell’arte: strumenti flessibili per ricerche analitiche efficienti ed efficaci. • Analisi replicabile e riutilizzabile: strumenti di facile condivisione ed utilizzo, incluse piattaforme come GitHub. • Informatica di bilancio, metodi statistici e idee di business. Il corso si basa su piani aziendali reali e richiede agli studenti di: • • • • • • Attuare una segmentazione del mercato basata sui dati derivati dalle ricerche di mercato. Comprendere i fattori chiave di propensione all’acquisto per ciascun segmento. Interpretare le soluzioni. Creare collegamenti alla strategia aziendale. Considerare vantaggi e svantaggi di soluzioni differenti. Combinare i dati quantitativi e qualitativi con gli obiettivi aziendali. Durata: 1 mese Contatti: T. Evgeniou, Professore di Scienze decisionali e Gestione delle tecnologie, INSEAD J. Niessing, Professore associato di Marketing, INSEAD https://github.com/tevgeniou - http://inseaddataanalytics.github.io/INSEADjan2014/ Figura 12: Il programma di istruzione superiore offerto dall’INSEAD. Pagina 21 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione LE POLITICHE SULLE COMPETENZE DIGITALI NELL’UE Panoramica Oggigiorno nell’intera Unione Europea a 28 Stati sono presenti oltre un centinaio di politiche che si occupano a grandi linee di competenze digitali. Il successo di queste politiche e il grado in cui offriranno benefici alle professioni del settore ICT avranno implicazioni di vasta portata sulla domanda e l’offerta di professionisti del settore, così come sull’economia nel suo insieme. È ben consolidata l’urgenza di generare un pool più vasto di professionisti europei nel settore ICT, dotati delle competenze necessarie per soddisfare la domanda in evoluzione nel mercato del lavoro. Malgrado ciò, quando si tratta di politiche che apportino davvero dei vantaggi per i professionisti europei nel settore ICT, l’Europa sta ampiamente mancando un’opportunità mettendo a rischio il suo potenziale di crescita futura. Esaminando il grado in cui le politiche sulle competenze digitali nell’UE offrono benefici alle professioni del settore ICT, esse sono state classificate in tre categorie: trasversali, relative all’istruzione e relative ai posti di lavoro. Prendendo esempi recenti di tali politiche laddove presenti all’interno degli Stati membri, il loro successo e il loro impatto sulle professioni sono stati determinati utilizzando indicatori chiave di prestazione e dati quantitativi. Integrando i risultati con una valutazione che includesse i portatori di interessi sparsi in tutta Europa, si è visto che alcune conclusioni si possono applicare a tutti gli Stati membri: Gli Stati membri dell’UE devono dare priorità nelle loro politiche alle professioni del settore ICT. Deve passare un messaggio chiaro: i professionisti ICT e lo sviluppo delle professioni del settore ICT devono assumere la massima priorità nelle politiche a livello nazionale. Non si tratta di un gioco a somma zero: lo sviluppo della professione come approccio politico non deve andare a detrimento di quelle politiche che garantiscono la prevalenza delle competenze ICT tra la popolazione generale. Sono necessarie delle metriche politiche. La costituzione di fattori chiave del successo come parte della formulazione delle politiche faciliterebbe una migliore comprensione dell’impatto di tali politiche sul loro pubblico di riferimento e consentirebbe agli Stati membri di apprendere gli uni dagli altri. I governi dovrebbero costituire sistemi di monitoraggio delle competenze per il mercato del lavoro. Questi dovrebbero basarsi su dati concreti e granulari per consentire reazioni più agili nei confronti di divari e delle carenze di competenze nel settore ICT. Pagina 22 Non deve sorprendere che le politiche nazionali sulle competenze digitali si tengano alla larga dall’inclusione di metriche di successo concreto per ragioni politiche; tuttavia, questo rende soggettiva la misurazione del successo di qualsiasi tipo di politica, anche all’interno del contesto nazionale. Questa carenza di dati quantitativi è un ostacolo alla valutazione efficace delle politiche europee: rende ardua la comparazione dell’impatto di politiche simili su Paesi differenti e impedisce il trasferimento delle politiche di successo tra gli Stati membri. Le principali raccomandazioni per le politiche relative all’istruzione includono: • Una riforma dell’istruzione che includa il settore ICT è considerata come il singolo fattore più importante nel conferire benefici alla professione. Siccome le preferenze per la propria carriera vengono decise a età sempre inferiori, porre in anticipo l’enfasi sull’informatica, sul pensiero computazionale e sulle basi dell’elaborazione dati abbinando il tutto alle competenze digitali può fornire solide basi alla prossima generazione di professionisti. • I curricula per la formazione degli insegnanti devono concentrarsi sempre più sull’informatica. Nonostante i sistemi d’istruzione degli Stati membri varino in modo significativo, i successi ottenuti da alcuni precursori indicano l’utilizzo delle competenze ICT in pedagogia come requisito essenziale per tutti i programmi di formazione degli insegnanti. Dal momento che una riforma dei curricula è generalmente un’attività a lungo termine, un rapido aggiornamento delle competenze degli insegnanti “fuori settore” può fornire nel mentre una soluzione a breve termine. Ormai tutti i portatori di interessi devono lavorare insieme per sviluppare e mantenere una base rilevante di competenze digitali per i futuri professionisti del settore ICT. Christoph Moeller, Director, German Federal Employment Agency. e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione Raccomandazioni per le politiche relative ai posti di lavoro: • Ciascuno degli Stati membri dovrebbe creare un Consiglio di Settore per le competenze digitali che operi a stretto contatto con le associazioni professionali. I Consigli di Settore sulle competenze, operando all’interno di parametri ben definiti e in collaborazione con le associazioni professionali, possono apportare notevoli benefici al settore e fornire una piattaforma utile per la risoluzione dei relativi problemi. • È necessario un monitoraggio granulare del mercato del lavoro a livello nazionale per contrastare efficacemente il divario di competenze nell’UE. Un approccio coerente al monitoraggio delle capacità e delle competenze in Europa dovrebbe sostenere un approccio più efficace all’identificazione, all’orientamento e alla valutazione delle politiche sulle competenze digitali, oltre a facilitare lo sviluppo di nuove politiche. • L’integrazione dei quadri sulle competenze ICT può fornire una base per la creazione di programmi di job matching paneuropei. Il Quadro Europeo delle competenze digitali (e-CF) come standard europeo de facto può agevolare la mobilità e contribuire ad abbinare gli individui alle professioni. L’adozione a breve termine di tali quadri da parte dei governi può amplificare il loro impatto positivo. Raccomandazioni per le politiche trasversali: • Una riforma delle politiche sull’immigrazione volta ad attirare professionisti competenti nel settore ICT potrebbe essere sfruttata con notevole successo. In un mondo sempre più globalizzato, colmare i divari di competenze attraverso il ricorso a professionisti competenti provenienti da Paesi terzi è una misura con il potenziale per fornire parte della soluzione al problema nel prossimo decennio. • La promozione di opportunità di carriera nel settore ICT e nei relativi percorsi di orientamento professionale può rivelarsi altamente efficace e dovrebbe essere incoraggiata a livello nazionale. L’immagine di una professione vasta, dinamica e variegata dovrebbe essere ulteriormente potenziata affinché si espanda ben oltre l’enfasi sulla codifica dei dati e rappresenti tutto l’insieme delle possibilità interne alla professione. • Le strategie digitali dovrebbero includere una dimensione di genere. Con meno del 30% delle donne europee impiegate nella forza-lavoro, il miglioramento dell’equilibrio di genere è un ovvio metodo per colmare il divario delle competenze. Tutte le strategie digitali dovrebbero integrare una dimensione di genere con obiettivi a lungo termine. • Le misure di aggiornamento e di riqualificazione possono contribuire a salvare la presenza di professionisti ICT in ruoli che stanno diventando marginali, per esempio a causa dell’automazione e della delocalizzazione. Pagina 23 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione RACCOMANDAZIONI POLITICHE Le seguenti raccomandazioni politiche vengono proposte affinché aiutino a garantire che l’Europa possieda competenze digitali e capacità di leadership digitale sufficienti per affrontare le sfide attuali e quelle future. Esse sono il risultato delle conclusioni tratte dal presente contratto di servizio e sono state rivedute e convalidate da un panel internazionale di esperti in rappresentanza del mondo accademico, dei governi, del mondo industriale, delle associazioni professionali e dei gruppi di rappresentanza dei dipendenti. RACCOMANDAZIONE POLITICA 1: Eccellenza di livello mondiale nelle competenze digitali. L’innovazione nelle tecnologie di informazione e di comunicazione sta mutando in maniera radicale la domanda attuale e futura di competenze da parte dei professionisti del settore ICT. La necessità che gli istituti d’istruzione collaborino con l’industria e i governi per comprendere la domanda mutevole di competenze riveste un’importanza vitale. Il basso numero di donne che studiano materie appartenenti al comparto tecnologico è un altro problema serio che va affrontato. Questo vorrebbe dire colmare il divario nella fornitura di competenze ICT, in particolar modo per quanto riguarda le nuove tecnologie emergenti. LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI La Commissione Europea dovrà promuovere e sostenere le partnership tra pubblico e privato, ossia tra il mondo dell’istruzione da un lato e le organizzazioni formative e i decisori politici del mondo industriale dall’altro. Gli Stati membri dovranno partecipare attivamente ai tentativi europei di coordinamento e collaborazione, oltre a sviluppare progetti ed iniziative nazionali per lo sviluppo delle competenze ICT coerenti con il quadro internazionale. INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI I datori di lavoro dovranno relazionarsi con le università e le business school nel tentativo di aumentare i tirocini, la formazione pre-lavorativa e i programmi di mentoring. Le istituzioni in ambito educativo e formativo hanno la necessità di sviluppare ulteriormente nuovi modelli di collaborazione con il mondo industriale, senza perdere di vista il proprio ruolo primario di educatori. I partner sociali dovranno coordinare i loro sforzi per migliorare i modelli lavorativi dei professionisti ICT, combattendo la discriminazione e agevolando la riqualificazione e l’aggiornamento delle competenze in seguito a congedo lavorativo. ASSOCIAZIONI INFORMATICHE E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno promuovere azioni di sensibilizzazione per incrementare le assunzioni nel settore STEM e collaborare in modo specifico con il quadro UE per l’adattamento e il rinnovamento dei curricula e dei requisiti. Pagina 24 RACCOMANDAZIONE POLITICA 2: Incoraggiare l’imprenditorialità, l’innovazione e la creazione di posti di lavoro in Europa tramite la promozione e lo sviluppo delle capacità di leadership digitale. In Europa sussiste la necessità di promuoverel’imprenditorialità digitale. Per ottenere una leadership digitale efficace, sono richieste quelle competenze che consentono agli individui con spiccate competenze nel settore ICT di guidare personale qualificato proveniente dal settore ICT e da altre discipline verso l’identificazione e la progettazione di modelli di business e lo sfruttamento delle maggiori opportunità di innovazione. LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI La Commissione Europea dovrà adottare un ruolo di coordinamento per contribuire ad identificare la tipologia di competenze che sospingono la domanda nell’intera area economica e i luoghi da cui vengono fornite tali competenze. Gli Stati membri dovranno relazionarsi con le associazioni professionali di consulenza di direzione al fine di coordinare lo sviluppo di un piano nazionale o regionale per lo sviluppo delle principali competenze di leadership digitale per i settori critici dell’industria, incluse le PMI. INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI Il mondo industriale e i datori di lavoro dovranno identificare dei metodi per relazionarsi in modo più diretto con il mondo accademico, per sviluppare contenuti rilevanti allo scopo di sviluppare competenze pratiche imprenditoriali, di leadership digitale e di innovazione. Gli istituti d’istruzione dovranno collaborare con i partner industriali per meglio definire la domanda di competenze imprenditoriali, di leadership digitale e di innovazione; dovranno poi fare affidamento sull’industria per partecipare attivamente alla progettazione e all’implementazione di corsi volti allo sviluppo delle competenze professionali. I partner sociali dovranno incoraggiare l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori e la ricerca di opportunità di riqualificazione all’interno del loro ambiente di lavoro. ASSOCIAZIONI INFORMATICHE E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno operare al fine di promuovere tra i loro membri la sensibilizzazione verso le competenze imprenditoriali, di leadership digitale e di innovazione, nonché di ampliare le loro certificazioni e i loro programmi CPD per riconoscere lo viluppo delle competenze in queste aree. e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione RACCOMANDAZIONE POLITICA 3: Promuovere la competitività delle PMI e la loro integrazione in catene del valore digitali globali. Numerosi incarichi a bassa qualifica nel settore ICT vengono automatizzati oppure delocalizzati. Le PMI devono comprendere le implicazioni del modello di global sourcing e ciò che esso comporta in termini di competitività. È possibile sviluppare un insieme di approcci di eccellenza per stabilire una comprensione del crescente bisogno di competenze digitali chiave tra le PMI. LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI Gli Stati membri dovranno promuovere alle PMI il valore dello sviluppo e del mantenimento di tali competenze fondamentali tramite le Agenzie per le imprese locali e stabilire un meccanismo per identificarei gruppi di PMI che sostengono settori critici dell’industria. Essi dovranno inoltre collaborare con i leader industriali, il mondo accademico e le società professionali per comprendere e definire le competenze richieste per sostenere lo sviluppo economico. INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI I datori di lavoro dovranno sviluppare e implementare strategie legate alle risorse umane per attirare e mantenere quelle competenze cruciali che sospingono il settore ICT e “contribuiscono alla strategia generale per la competitività a livello globale. Le istituzioni in ambito educativo e formativo dovranno fare affidamento sulle PMI e sulle loro associazioni per partecipare attivamente alla progettazione e all’implementazione di corsi volti allo sviluppo delle competenze fondamentali. I partner sociali dovranno incoraggiare l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori e la ricerca di opportunità di riqualificazione all’interno del loro ambiente di lavoro, oltre a collaborare con le PMI e le loro associazioni per identificare dei metodi tramite i quali sviluppare tali competenze. ASSOCIAZIONI INFORMATICHE E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno identificare le competenze cruciali e definirne il valore di mercato: questo permetterà agli individui in possesso di tali competenze di valutare il loro grado di remunerazione all’interno dell’organizzazione. Dovranno inoltre promuovere lo sviluppo di queste competenze cruciali tra i loro membri professionisti. Una questione fondamentale riguarda lo sviluppo di metodi per rendere l’elaborazione dati, l’informatica e le materie di sostegno affascinanti e accessibili agli studenti delle scuole. RACCOMANDAZIONE POLITICA 4: Incoraggiare la mobilità diventando una calamita per i talenti Questa raccomandazione politica si riferisce in maniera specifica all’identificazione e all’attrazione nell’UE di talenti rivolti al settore ICT. In tutta Europa sussiste una fornitura inadeguata e crescente prevista di professionisti competenti nel settore ICT, con un possibile divario di fino a 1,3 milioni di individui entro il 2020. Questa raccomandazione integra inoltre la prima, poiché le varie regioni necessitano di valutare in quali competenzedesiderano investire: diventare una calamita di talenti per tutte le competenze non sarà un’operazione praticabile. Pertanto, le regioni necessitano di comprendere quali settori industriali desiderano sviluppare e quindi di concentrarsi sugli insiemi di competenze richiesti per ottenere l’eccellenza in tali ambiti. LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI La Commissione Europea dovrà intraprendere la revisione delle attuali politiche comunitarie relative alla mobilità della forza-lavoro ed esaminare in che modo regolare nel dettaglio le iniziative esistenti al fine di sostenere la capacità di attirare e trattenere lavoratori qualificati in possesso delle competenze chiave. Il ruolo degli Stati membri nella collaborazione con l’UE sarà inoltre fondamentale per affinare le politiche sull’immigrazione in modo da adattarle alle politiche economiche nazionali, nonché per implementare politiche in grado di attirare e trattenere una forza-lavoro qualificata in possesso delle competenze chiave e di incrementare la mobilità. INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI I datori di lavoro dovranno delineare la domanda di lavoratori qualificati in possesso delle competenze chiave e relazionarsi con gli istituti d’istruzione per promuoverne le capacità. Essi avranno la necessità di collaborare con le associazioni professionali al fine di identificare dei metodi per aumentare il profilo di tali competenze fondamentali e di aumentare l’interesse da parte della forza-lavoro indigena verso le opportunità di aggiornamento delle proprie competenze. Le istituzioni in ambito educativo e formativo dovranno collaborare con i partner industriali per meglio definire la domanda di tali competenze cruciali. I partner sociali dovranno incoraggiare l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori e la ricerca di opportunità di riqualificazione all’interno del loro ambiente di lavoro; dovranno inoltre collaborare con il mondo industriale per identificare in che modo sostenere al meglio la forza-lavoro durante la transizione verso competenze ICT di livello superiore. ASSOCIAZIONI INFORMATICHE E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno collaborare con le associazioni industriali per identificare le carenze di competenze e con i membri professionisti per identificare dei metodi di acquisizione di tali competenze attraverso l’istruzione professionale o quella accademica. Professor Andrew McGettrick, Chair of the ACM Education Board. Pagina 25 e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione RACCOMANDAZIONE POLITICA 5: Supportare una professione ICT globale. A causa della natura del business globale, ai professionisti del settore ICT viene sempre più richiesto di lavorare all’interno di team virtuali come parte della catena del valore digitale globale. Essi forniscono soluzioni globali che vanno al di là dei confini, delle culture e delle pratiche di lavoro internazionali, le quali portano allo sviluppo di molteplici quadri di riferimento delle competenze, standard educativi, codici etici e corpi di conoscenze. Si tratta di un problema globale, non specifico della sola UE. Di conseguenza, al fine di implementare le raccomandazioni politiche proposte, deve essere lanciata un’iniziativa globale per affrontare questa sfida. LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI La Commissione Europea dovrà agevolare e sostenere la formazione di un forum cooperativo internazionale per la condivisione delle conoscenze, che contribuisca a ispirare le linee politiche in funzione delle migliori pratiche più adatte per essere adottate all’interno dell’UE. Tali politiche dovranno fungere da guida per la formazione, la struttura e la necessità di creazione di una professionalità ICT e sostenere la distribuzione di materiale che promuova tale professionalità in tutti gli Stati membri dell’UE. Gli stessi Stati membri dovranno promuovere il ruolo del professionista ICT come opzione di carriera remunerata per i professionisti attuali e futuri, nonché prendere in esame dei modi per riconoscere a livello formale lo status di professionista ICT. INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI Il mondo industriale e i datori di lavoro dovranno collaborare con le associazioni professionali del settore informatico per definire i requisiti di un professionista del settore nella società moderna. Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno collaborare con le altre associazioni, sia a livello nazionale sia a livello globale, per definire la natura e la struttura della professione ICT. Sulla base dell’esperienza “Focus sul settore IT” (FIT) di ICTC, un curriculum ICT gender-sensitive per i licei ha contribuito ad attirare e trattenere le ragazze all’interno di corsi basati sull’ambito STEM, con un aumento delle iscrizioni femminili pari al 20% dal 2012. Dott.ssa Meenakshi Gupta, Direttore senior dell’Unità di Politiche e Ricerca, Consiglio sulle tecnologie di informazione e di comunicazione, Canada. Pagina 26 RACCOMANDAZIONE POLITICA 6: Gestire i rischi dei disturbi sociali derivanti dall’implementazione di modelli di business digitale I recenti progressi tecnologici stanno cambiando i modelli di business in una maniera tale da rimodellare le interazioni tra l’azienda da un lato e dipendenti e clienti dall’altro. Ricerche recenti condotte dall’Università di Oxford e dal Centro per il Business Digitale del MIT hanno evidenziato il crescente impatto delle tecnologie digitali e il modo in cui l’automazione di certi tipi di lavoro cognitivo intensivo influenzi le competenze e l’occupazione. Fondamentale per questi studi si è rivelata la capacità di riconoscere cambiamenti più rapidi del previsto nei profili delle competenze necessarie, laddove si prevede che molte di esse diventino obsolete. Sussiste inoltre la necessità di investimenti e innovazione in ambito educativo e formativo, non limitatamente al settore ICT, ma lungo l’intera economia. LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI I recenti progressi tecnologici stanno cambiando i modelli di business in una maniera tale da rimodellare le interazioni tra l’azienda da un lato e dipendenti e clienti dall’altro. Ricerche recenti condotte dall’Università di Oxford e dal Centro per il Business Digitale del MIT hanno evidenziato il crescente impatto delle tecnologie digitali e il modo in cui l’automazione di certi tipi di lavoro cognitivo intensivo influenzi le competenze e l’occupazione. Fondamentale per questi studi si è rivelata la capacità di riconoscere cambiamenti più rapidi del previsto nei profili delle competenze necessarie, laddove si prevede che molte di esse diventino obsolete. Sussiste inoltre la necessità di investimenti e innovazione in ambito educativo e formativo, non limitatamente al settore ICT, ma lungo l’intera economia. INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI Il mondo industriale e i datori di lavoro dovranno collaborare con i partner sociali per comprendere come effettuare la transizione verso nuove pratiche di lavoro e di impiego in modo da sostenere la crescita digitale. Dovrà trattarsi di uno sforzo congiunto, poiché in assenza di approvazione tale transizione potrebbe condurre ad azioni industriali passibili di influenzare negativamente la produttività economica. I partner sociali dovranno cooperare con i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro per identificarele migliori pratiche di lavoro per il futuro. La gestione delle aspettative e delle preoccupazioni inerenti alle succitate transizioni sarà fondamentale per garantire che in futuro i dipendenti saranno preparati a cogliere le opportunità di aggiornamento e di riqualificazione. ASSOCIAZIONI INFORMATICHE E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno promuovere la cultura dell’apprendimento all’interno della forza-lavoro costituita dai professionisti ICT: ciò contribuirà a sviluppare un’attitudine di “traino” delle conoscenze verso lo sviluppo di nuove competenze all’interno della forza-lavoro. In cambio, ciò contribuirà a preparare la forza-lavoro alle transizioni guidate dalle tecnologie. e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione RICONOSCIMENTI Il presente contratto di servizio è stato commissionato dalla Direzione Generale per le imprese e l’industria della Commissione Europea. Per tutta la durata dello studio, il nostro contatto è stato André Richier, Amministratore principale dell’unità Tecnologie abilitanti e ICT. Il resoconto separato dal titolo “e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione” è stato condotto dal nostro subappaltatore, l’Innovation Value Institute (IVI) dell’Università Nazionale dell’Irlanda a Maynooth. Questo progetto non sarebbe stato possibile senza la generosa partecipazione di circa 800 esperti tra i portatori di interessi nazionali di vario tipo di tutti i Paesi membri dell’UE che ci hanno dimostrato il loro supporto per tutta la durata del presente contratto di servizio. Siamo grati per il supporto e i contributi offerti dal Comitato Direttivo, composto da Liz Bacon (Università di Greenwich), Ursula Huws (Business School dell’Università dello Hertfordshire), Allan Russell (SAS), Andrew Agerback (BCG), George Sharkov (ESI) e Declan Brady (CEPIS). Declan Brady del CEPIS; Gabriella Cattaneo, Vicepresidente associato di IDC Italia; Werner B. Korte, Amministratore di empirica GmbH; Prof. Theodoros Evgeniou, Professore di Scienze decisionali e Gestione delle tecnologie presso INSEAD; Dott. Holmer Hemsen, del gruppo Database Systems and Information Management (DIMA), Università tecnica di Berlino; Frits Bussemaker, Partner di CIONET; Peter Hagedoorn, Segretario Generale di EuroCIO; Peter Hellberg, Vicepresidente ICTS di UNI Europa; Christoph Möller, Agenzia Federale tedesca per l’impiego; Gerard Walker, Consulente politico senior di Forfás e Dott. Stephen McLaughlin, Direttore del dipartimento Ricerca e Sviluppo dell’Innovation Value Institute. Vorremmo inoltre riconoscere nello specifico il valore delle preziose idee che siamo riusciti a raccogliere tramite le numerose interviste con i portatori di interessi e i vari sondaggi online rivolti a centinaia di esperti. Vogliamo mostrare la nostra gratitudine ai numerosi professionisti che hanno impiegato il loro tempo condividendo le proprie opinioni. Sentiti ringraziamenti a Martin Sherry, alla Dott.ssa Eileen Doherty, al Dott. Stephen Mc Laughlin, alla Dott.ssa Marian Carcary e alla Dott.ssa Clare Thornley dell’Innovation Value Institute, a Werner Korte di empirica, a Marianne Kolding e Gabriella Cattaneo di IDC, a Fiona Fanning del CEPIS e agli esperti e ai partecipanti della Conferenza sulle Competenze digitali e sull’Internazionalizzazione del 2014, tenutasi a Bruxelles il 26 marzo 2014. Ringraziamo in particolar modo gli oratori, i membri del panel e gli esperti presenti alla tavola rotonda, tra cui: John Higgins, CBE e Direttore generale di DIGITALEUROPE; Ralf Dreischmeier, Leader di pratica informatica globale di The Boston Consulting Group; Dott.ssa Clare Thornley, Ricercatrice presso l’Innovation Value Institute; Marianne Kolding, Vicepresidente dell’unità Servizi Europei di IDC; Pagina 27 Contact Information: Per ottenere ulteriori informazioni e per richiedere copie del presente opuscolo, contattare: Commissione Europea Direzione Generale per le imprese e l’industria Tecnologie abilitanti ed Economia digitale | ENTR/E4 BREY 10/083 | 1049 Bruxelles E-mail: [email protected] Innovation Value Institute Università Nazionale dell’Irlanda, Maynooth, contea di Kildare Irlanda E-mail: [email protected] Telefono: +353 1 708 6931 Fax: +353 1 708 6916