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e-Skills: La dimensione internazionale e l`impatto della
e-Skills: La dimensione
internazionale e l’impatto
della globalizzazione
page 1
Esclusione della responsabilità
Né la Commissione Europea né alcun individuo che agisca per
conto della Commissione sarà responsabile per l’utilizzo che
potrebbe essere fatto delle informazioni seguenti. Le opinioni
qui espresse appartengono ai rispettivi autori e non riflettono
necessariamente quelle della Commissione Europea. Nessun
elemento presente in questo opuscolo implica o esprime una
garanzia di alcun tipo. I risultati dovranno essere usati soltanto
come linee-guida nell’ambito di una strategia globale.
© Comunità Europee, 2014. Riproduzione autorizzata con
citazione della fonte.
Imprint
Il presente opuscolo è stato approntato da Innovation Value
Institute, Università Nazionale dell’Irlanda, Maynooth, Kildare,
Irlanda in collaborazione con i seguenti partner: empirica, IDC
e CEPIS per conto della Direzione Generale per le imprese e
l’industria della Commissione Europea. Pubblicazione del contratto di servizio europeo “e-Skills: The International Dimension and the Impact of Globalisation”.
Editors
Dott.ssa Eileen Doherty, IVI; Dott.ssa Clare Thornley, IVI;
Dott.ssa Marian Carcary, IVI; Dott. Stephen Mc Laughlin, IVI;
Werner B. Korte, Karsten Gareis, empirica GmbH; Marianne
Kolding, Gabriella Cattaneo, IDC; Fiona Fanning, CEPIS.
Design e Layout: Snap Jervis. Traduzione: Wordperfect.
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
INTRODUZIONE
La capacità delle imprese europee di competere e di evolversi all’inizio del 21° secolo dipende
sempre più dall’utilizzo innovativo ed efficace delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione (ICT). La strategia basata sulle competenze digitali è una componente dell’Agenda Digitale
per l’Europa e del pacchetto occupazione volta a dare impulso alla competitività, alla produttività e
all’impiegabilità della forza-lavoro. L’Europa ha bisogno di creare condizioni strutturali migliori per
l’innovazione, la crescita e le nuove professioni digitali e di garantire che le conoscenze, le capacità,
le competenze e l’inventiva della forza-lavoro europea (inclusi i professionisti del settore ICT) soddisfino gli standard più elevati a livello globale e siano costantemente aggiornate all’interno di un
processo efficace di apprendimento permanente.
Nonostante gli alti livelli di disoccupazione, la carenza di competenze digitali continua ad aumentare
in tutti i settori. La discrepanza tra le competenze disponibili e le esigenze del mercato del lavoro
riguarda tutti gli Stati membri, pure in misura diversa. Incredibile a dirsi, la domanda di professionisti
nel settore ICT cresce ad un ritmo di circa il 4% l’anno, superando di gran lunga l’offerta. Le posizioni
vacanti previste per il 2015 ammontano a circa 500.000 unità, ma molte di esse rimarranno vacanti,
a meno che non ci si impegni maggiormente per attirare i giovani verso le lauree nel settore informatico e per riqualificare i disoccupati.
I governi europei stanno aumentando significativamente i loro sforzi per affrontare questa carenza
di competenze tramite politiche, iniziative e partnership dedicate. Ulteriori segnali positivi sono dati
dal fatto che gli Stati membri stanno diventando molto più attivi: per esempio, nel 2014 Grecia, Italia
e Bulgaria hanno fondato delle coalizioni nazionali come parte del progetto “Grande Coalizione per
l’occupazione nel settore digitale”, lanciato dalla Commissione Europea a marzo 2013.
Più di recente, la dimensione internazionale è entrata a far parte dell’agenda politica europea in
materia di competenze digitali: un importante evento tenuto a Bruxelles nel marzo 2013 ha visto la
partecipazione di esperti provenienti da tutto il mondo. Finora i commenti sono stati molto positivi,
poiché emerge un ampio consenso sui bisogni e sui vantaggi del rafforzamento del dialogo e dello
scambio di informazioni a livello internazionale, per affrontare al meglio la carenza di competenze
digitali, apprendere le pratiche migliori e promuovere una maggiore professionalità nel settore ICT.
Il presente opuscolo evidenzia gli accertamenti e le conclusioni principali in merito alla dimensione
internazionale delle competenze digitali e all’impatto della globalizzazione sulle professioni
digitali in Europa; inoltre fornisce un’analisi tempestiva e raccomandazioni concrete e ambiziose.
La questione del capitale umano, in particolare l’agenda delle competenze digitali, rimane di
importanza strategica cruciale per tutti i Paesi del mondo. La Commissione Europea e i governi
nazionali devono continuare ad essere attivi in questo settore.
Michel Catinat
Capo Unità
Tecnologie abilitanti ed Economia digitale
Direzione Generale per le imprese e l’industria
Commissione Europea
Pagina 3
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
Background
Capo Unità
Tecnologie abilitanti ed Economia
digitale Direzione Generale
per le imprese e l’industria
Commissione Europea
• Esplorare la dimensione internazionale
delle competenze digitali (in particolare i
tentativi di promozione delle professionalità nel settore ICT), includendo l’analisi
delle principali iniziative politiche e delle
migliori pratiche a livello mondiale
• Valutare l’impatto della globalizzazione
sulle competenze digitali di alto livello
In definitiva, l’obiettivo del contratto di servizio è comprendere la dimensione internazionale assunta dalle competenze
digitali per anticiparne al meglio i cambiamenti e per prevedere
possibili opportunità di collaborazione e cooperazione. Nel
fare ciò, si prevede che a lungo termine il progetto contribuirà
a generare una serie di benefici per diversi gruppi di portatori
di interessi. Vale la pena enfatizzare che molti degli obiettivi
sopra citati sono obiettivi a lungo termine correlati alla maturazione delle professionalità del settore ICT nel loro insieme. Tali
obiettivi richiedono ulteriore lavoro e collaborazione da parte
di numerosi portatori di interessi; il resoconto che risulta dal
presente contratto di servizio mira ad agire da trampolino per
l’ottenimento di tali risultati.
A partire dalla fine degli anni ‘90, le iniziative per sostenere
lo sviluppo delle competenze digitali e affrontare la penuria
di competenze sono state inserite al primo posto nell’agenda
della Commissione Europea e degli Stati membri dell’UE. Tali
iniziative hanno messo pesantemente l’accento sulle politiche
per il potenziamento delle competenze digitali in tutta Europa.
Alcuni esempi includono:
• L’enfasi sullo sviluppo delle competenze e sulla
formazione permanente all’interno della politica
occupazionale europea.
• Il Piano d’azione della Commissione Europea per le
competenze e la mobilità del 2002, concentrato sullo
sviluppo di una forza-lavoro adattabile, competente e
mobile per un’economia dinamica basata sulle conoscenze.
Pagina 4
• Lo sviluppo da parte di CareerSpace di profili con
competenze trasversali generiche, di cui il settore ICT
sentiva la mancanza.
• L’obiettivo “Investire nelle persone e nelle competenze”
del Piano d’azione eEurope 2002, con un’enfasi specifica
posta sull’alfabetizzazione digitale in materia di ICT,
sull’istruzione e la formazione nel settore ICT e sulla
certificazione europea delle competenze ICT di base.
I datori di
lavoro devono
operare
globalmente e
cooperare per
far crescere le
professionalità ICT e
contribuire a chiudere
il divario delle
competenze digitali.
Christian Pagel,
CIO e Direttore del Dipartimento
di Gestione Informatica,
ThyssenKrupp Industrial Solutions AG.
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
PANORAMA DELLE COMPETENZE DIGITALI
Il divario delle competenze nel settore ICT
I lavoratori specializzati sono alla base delle aziende di
successo. Un recente sondaggio condotto su 1700 Direttori
generali d’azienda in tutto il mondo ha identificato che il
capitale umano si piazzava al di sopra di tutti gli altri fattori
come fonte del valore economico sostenuto.
Nell’odierno ambiente di business altamente competitivo,
la tecnologia è un fattore abilitante della comunicazione,
dell’innovazione e dell’efficienza. Tuttavia, in numerose economie globali, la domanda di lavoratori con competenze digitali
rilevanti è in aumento, mentre l’offerta non riesce a soddisfare
tale domanda. Un sondaggio condotto da empirica sui CIO e
sui direttori delle risorse umane in otto Paesi europei nel 2012
ha stimato che la domanda di competenze digitali in tutta
Europa si attesti a 274.000 unità.
Dei tre scenari allestiti in questo sondaggio, quello che rappresenta il futuro più probabile, ossia una crescita economica
modesta, suggerisce la possibilità di una modesto aumento
di posti di lavoro pari a 100.000 unità entro il 2015, con
una carenza strutturale di 509.000 posizioni causata dalla
mancanza di talenti disponibili. Le strozzature sono più ampie
nel Regno Unito, in Germania e in Italia, che insieme rappresentano il 60% di tutte le posizioni vacanti in Europa. Questa
tendenza crescente del numero di posizioni vacanti nel settore
ICT coincide con un periodo contrassegnato dall’alta disoccupazione, che implica quindi un’efficienza decrescente sul
mercato del lavoro. Divari simili nelle competenze ICT sono
evidenti anche negli Stati Uniti, in Canada, Brasile, Australia,
Russia e Sudafrica, nell’America Latina, in Malaysia e in
Giappone.
Il divario delle competenze digitali è particolarmente
allarmante se si prendono in esame le nuove tecnologie
emergenti. Un sondaggio condotto da IBM su 1200 decisori
nel settore informatico e finanziario indica che due terzi di essi
ritengono che le tecnologie mobili, analitiche, cloud e sociali
siano strategicamente importanti; tuttavia, il 25% di essi
ha riscontrato enormi divari di competenze in ciascuna di
queste aree, mentre il 60% ha riscontrato deficit da moderati
a elevati. Il divario nelle competenze digitali è ulteriormente
amplificato dal numero di donne partecipanti al mercato del
lavoro: nei paesi dell’aera OCSE, le donne rappresentano oggigiorno meno del 20% del totale degli specialisti nel settore
ICT. In Europa le donne rappresentano meno del 30% della
forza-lavoro nel settore ICT, mentre negli Stati Uniti solo il 23%
dei lavoratori nell’ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) è costituito da donne. La situazione è ancor
più pronunciata salendo in cima alla gerarchia organizzativa:
un recente sondaggio indica che le donne detengono appena
il 9% delle posizioni di comando nel settore informatico e rappresentano soltanto il 14% dei dirigenti superiori (includendo i
dipartimenti non tecnici) nelle start-up della Silicon Valley.
Capitale umano
71%
Relazioni con la clientela
66%
Innovazione di prodotti e servizi
52%
Marke(n)
43%
Geschäftsmodellinnovation
33%
Technik
30%
Partnerschaftsnetzwerke
28%
Datenzugriff, Datengesteuerte Erkenntnisse
25%
FuE, Geistiges Eigentum
22%
Preis-/Umsatz-Innovation
19%
Asset (Beni fisici e infrastrutture)
15%
Responsabilità sociale dell'azienda
13%
Accesso alle materie prime
8%
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Figura 1: Fonti di valore economico sostenuto
identificate dai Direttori generali. (Fonte: IBM, 2012)
9,300,000
8,800,000
8,300,000
7,800,000
7,300,000
6,800,000
2012
2013
2014
Totale dei posti di lavoro
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Totale della domanda potenziale
Figura 2: Domanda potenziale di lavoratori nel settore
ICT in Europa (UE a 27) nel periodo 2012-2020.
(Fonte: empirica, 2013)
Le ricerche
condotte da
noi di Forfás
dimostrano che
le competenze
necessarie per
analizzare e comprendere
i big data diventeranno
sempre più importanti.
Gerard Walker,
Consulente politico senior,
Forfás, Irlanda.
Pagina 5
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
Aumentare l’offerta di professionisti con
competenze digitali
L’aumento dell’offerta di laureati nel settore ICT all’interno del
sistema di istruzione terziaria rappresenta una soluzione al
problema delle competenze digitali; tuttavia, il tempo impiegato da uno studente per completare l’intero processo richiede
di norma 3-4 anni. Oltre a ciò, la scalabilità dell’attuale sistema
di istruzione è limitata. Per affrontare questa sfida, i governi
e l’industria stanno contemplando meccanismi alternativi
volti a contrastare la carenza immediata di professionisti con
competenze digitali:
•
Istruzione primaria e secondaria: migliorare l’istruzione nel
comparto ICT è fondamentale per potenziare il flusso di
lavoratori con competenze digitali a lungo termine.
•
Istruzione terziaria e aspettative del mondo accademico a
fronte dell’industria: Alcune voci che si levano dal mondo
industriale sono critiche nei confronti della qualità dei
laureati usciti dall’istruzione terziaria. La Commissione
Europea riconosce come fattore chiave un maggiore allineamento tra mondo industriale e mondo accademico.
•
Istruzione professionale e apprendistato: Un rapporto
stilato da McKinsey nel 2013, che esaminava la transizione
globale dei giovani dal mondo dell’istruzione a quello del
lavoro, ha scoperto che il 60% dei giovani ritengono la
formazione sul posto di lavoro e l’apprendimento pratico
come le tecniche istruttive più efficaci, ma meno della
metà di essi sono iscritti a curricula che danno priorità alle
succitate tecniche. Di conseguenza, si prevede un ruolo
crescente dell’apprendistato e della formazione professionale nella riduzione del divario delle competenze digitali.
•
Riqualificazione continua e apprendimento permanente: Il
settore ICT si reinventa di continuo e sono proprio questi
rapidi cambiamenti che aiutano a spingere l’innovazione e
gli aumenti della produttività nelle varie organizzazioni. Di
conseguenza, tali cambiamenti richiedono nuove competenze da parte dei professionisti ICT; da qui la continua
necessità di un apprendimento permanente.
•
Formazione e certificazione nel settore dell’industria
(IBTC): Un recente rapporto di empirica del 2013 afferma
che “secondo il 30% dei CIO e dei Direttori delle risorse
umane interpellati, dei certificati basati sull’IBTC sono
indispensabili per alcune posizioni vacanti o promozioni
nel settore ICT”.
•
Corsi online aperti e di massa (MOOC) e apprendimento
misto: Un MOOC è un corso online rivolto alla partecipazione attiva su larga scala e all’accesso libero tramite il
Web. I MOOC forniscono agli studenti un’opportunità di
accedere a materiale educativo che non sarebbe stato loro
accessibile in precedenza, a causa di vincoli finanziari, della
posizione geografica, dei requisiti istituzionali per l’accesso
e/o del piano di studi personale.
Pagina 6
L’importanza di un set di competenze globali: alti
e bassi della delocalizzazione
Riconoscendo la natura globale del settore ICT e l’importanza
crescente delle catene di valore globali, aumenta la consapevolezza che i professionisti del settore ICT devono possedere
competenze interculturali. Numerose organizzazioni delocalizzano il lavoro suddividendo le attività al di là dei propri confini
geografici, linguistici e culturali.
Mobilità e immigrazione
Parte della discrepanza nelle competenze sorge dal fatto che
i lavoratori qualificati sono localizzati in aree geografiche in
cui la domanda di lavoro è scarsa e sono reticenti a spostarsi
nelle aree in cui tale domanda è maggiore. In un sondaggio
condotto nel 2012 su 500 decisori europei, “un migliore mutuo
riconoscimento dei gradi e delle qualifiche professionali al di là
dei confini” è stato identificato come la misura principale per
potenziare la mobilità del trasferimento di competenze.
Anche gli immigrati rivestono un ruolo chiave in numerose società: un recente rapporto dal titolo “Da allora ad oggi: i nuovi
imprenditori immigrati americani” ha scoperto che il 24% delle
aziende nel settore dell’ingegneria e della tecnologia possiede tra i suoi fondatori almeno un individuo nato all’estero.
Nella Silicon Valley questo numero sale al 44%. Considerati
il divario delle competenze esistente a livello globale e il forte
contributo all’innovazione di cui gli immigrati sono responsabili, si stanno analizzando le politiche sull’immigrazione
come una possibile soluzione volta alla crescita. Numerose
voci all’interno dell’industria tecnologica chiedono modifiche
alle politiche sull’immigrazione per attenuare il divario delle
competenze digitali.
Le professionalità
nel settore ICT
possono portare
l’Europa
all’avanguardia della
competitività e
dell’innovazione e offrire
chiare opportunità di carriera
ai potenziali professionisti.
Declan Brady,
Presidente della task force occupazionale,
CEPIS
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
PANORAMA DELLE PROFESSIONALITÀ ICT
Il bisogno di professionalità ICT
Perché è importante far maturare le professionalità del settore
ICT? Oltre al succitato divario delle competenze digitali, intervengono ulteriori fattori:
• Immagine negativa delle professioni del settore ICT: Una
percezione pubblica negativa delle professioni del settore
ICT provoca ripercussioni sugli individui che intendono
entrare in tali professioni.
• Carenza di conoscenze nel settore ICT: I bassi livelli di
conoscenze nel settore ICT tra i professionisti ICT
e/o i silos di informazioni ostacolano la visione del
“quadro generale” del settore ICT, le sue capacità di
interconnessione e il suo ruolo nel favorire la
pianificazione delle capacità organizzative.
• Focus e affidamento tradizionali alle lauree in Informatica:
I fornitori di istruzione terziaria devono adattarsi in
modo da poter soddisfare la crescente domanda
industriale di professionisti nel settore ICT esperti sia
in ambito economico, sia in ambito tecnico.
• Fallimento dei progetti ICT: Numerosi progetti ICT
non riescono a convogliare l’efficienza e il valore da
loro promessi.
Noi di IEEE
abbiamo
sviluppato una
struttura
professionale in
collaborazione con
l’industria, la quale include
un ITBOK che serve da
ombrello in riferimento
agli altri BOK per le
specializzazioni nel
settore informatico.
Chuck Walrad,
Presidente del Consiglio sulle
attività professionali,
Comitato IT, IEEE Computer Society.
• Impatto sulla società: Il grado in cui le tecnologie ICT, se
qualcosa va storto, hanno il potenziale per danneggiare
la società.
I pilastri delle professioni nel settore ICT
Il rapporto stilato da IVI e CEPIS su “Competenze digitali e
professionalità ICT: Promuovere le professioni del settore
ICT in Europa” nel 2012 ha identificato quattro mattoni di
base per una professione nel settore ICT:
Corpo delle
conoscenze
Etica
professionale
Istruzione e
formazione
Competenze
Figura 3: I mattoni delle professioni nel settore ICT
Pagina 7
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
• Corpi delle conoscenze (BOK): Uno dei metodi per stabilire
una professione è definire in primo luogo un corpo di co.
Noscenze appropriato per tale professione, il quale potrà
poi essere impiegato per stabilire degli standard e dei
processi di certificazione.
• Competenze: La comprensione delle necessità dei
lavoratori in vari ruoli in materia di capacità e competenze
è essenziale affinché le organizzazioni selezionino e
valorizzino in modo efficace dei dipendenti ad esse adatti.
• Istruzione e formazione: Le qualifiche e certificazioni
formali, l’apprendimento non formale e quello informale
sono componenti che si sostengono a vicenda nello
sviluppo della carriera di un professionista.
• Etica professionale: un aspetto significativo di
qualsiasi professione implica l’adesione a un codice di
etica professionale.
ICT professionals – a working definition
Non esiste una sola definizione concordata di “professionista
ICT”: Paesi e organizzazioni differenti hanno opinioni differenti
in materia. La definizione utilizzata nel contesto della presente
ricerca deriva da una precedente iniziativa della Commissione
Europea ed è stata accettata dal consiglio di CEPIS nel 2012.
Definizione di “Professionisti ICT”:
Pagina 8
•
Sono in possesso di un corpo di
conoscenze che comprendono
pienamente e al passo con i tempi.
•
Dimostrano un continuo impegno
allo sviluppo professionale tramite
un’appropriata combinazione di
qualifiche, certificazioni, esperienze
lavorative e istruzione di livello non
formale e/o informale.
•
Aderiscono a un codice etico o di
condotta concordato e/o alle pratiche
regolatorie applicabili; e
•
Forniscono valore ai portatori di
interessi tramite l’uso di pratiche
competenti.
Per continuare a
muoversi al passo
con il business
globale, Intel
sostiene attivamente i suoi
dipendenti affinché evolvano
di continuo le loro competenze
nel settore ICT, per contribuire
a creare un futuro migliore.
Jim Kenneally,
Investigatore Principale, Intel Labs Europe;
Ricercatore senior,
Innovation Value Institute
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
TENDENZE TECNOLOGICHE
Tasso di variazione
Il tasso di variazione del settore ICT cambia rapidamente,
tanto che risulta sempre più difficile stargli al passo. In quanto
tali, le professionalità ICT devono essere sufficientemente agili
e flessibili da adattarsi e al contempo da riuscire a individuare
tali cambiamenti biamenti. I suddetti cambi repentini possono
inoltre far sorgere nuove e impreviste questioni etiche, nonché
problemi a livello di istruzione e formazione per mantenersi
aggiornati in merito agli sviluppi tecnologici. Alcune delle
principali tendenze tecnologiche includon:
L’Internet delle cose
L’«Internet delle cose» (IoT) è così definita perché all’inizio si
riferiva al fatto che Internet includeva sempre più “cose”, ossia
dispositivi quali smartphone e apparecchi intelligenti. Il nostro
ambiente includerà in grado sempre maggiore una pletora
di sensori integrati negli oggetti (o “cose”), che attiveranno
servizi capaci di percepire il contesto, i quali potranno essere
sfruttati dagli individui e dalle aziende.
Big data
I “big data” sono stati definiti come “l’imponente quantità di
dati raccolti nel tempo che si rivelano difficili da analizzare
e gestire utilizzando i comuni strumenti di gestione dei
database”. Esiste un flusso costante di nuovi contenuti che
promuove la crescita dei dati, inclusi le pubblicazioni sui siti
Web, i dati di utilizzo, i dati sensoriali, i contenuti generati
dagli utenti, i dati GPS e RFID. I big data sono importanti in
quanto forniscono idee per i dipartimenti di marketing, la
finanza, i reparti operativi e la strategia aziendale, nonché
per l’economia e la società nel loro insieme. Tutto questo dà
impulso alla domanda di dipendenti in possesso delle le
competenze matematico-finanziarie necessarie per interrogare
e analizzare questo tipo di dati in modi tali da poter fornire
valore sia aziendale che sociale.
140-190
La domanda di notevoli talenti analitici notevoli negli Stati
Uniti potrebbe rivelarsi superiore del 50-60% rispetto all’offerta
prevista entro il 2018
Domanda e offerta di notevoli talenti analitici entro il 2018
Per migliaia di individui
180
30
300
50-60% del
divario relativo
all'offerta
nel 2018
150
Occupazione Laureati con
nel 2008
notevole
talento
analitico
440-490
Altri fattori
talenti1
Offerta nel
2018
Divario di
talenti
Domanda prevista
nel 2018
1 Altri fattori trainanti dell’offerta includono il logoramento (-), l’immigrazione (+) e il reimpiego
di grandi talenti analitici precedentemente disoccupati (+). Fonte: US Bureau of Labour Statstics;
US Census; Dun & Bradstreet; sondaggi aziendali; analisi del McKinsey Global Institute
Figura 4: Domanda prevista di talenti analitici entro il 2018
Pagina 9
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
Cloud computing
Il cloud computing, o semplicemente “cloud”, è è ritenuto
di gran importanza dalla maggioranza delle aziende. Un
sondaggio compiuto nel 2011 da Accenture/LSE su oltre
1000 dirigenti superiori ha rivelato che più del 50% delle
aziende interpellate riteneva che la tecnologia cloud “avrebbe
permesso di concentrarsi sulla trasformazione dell’intera
azienda e non solo del reparto informatica”. I benefici della
tecnologia cloud riecheggiano particolarmente forti nelle
PMI, dal momento che esse sono ora in grado di sfruttare
le opportunità del settore ICT, un tempo disponibili solo alle
grandi multinazionali.
Strumenti e tecnologie sociali
Il termine “tecnologie sociali” si riferisce agli approcci favoriti
dalla tecnologia che facilitano le interazioni tra gli individui
e le organizzazioni. Alcuni esempi di strumenti e tecnologie
sociali impiegati nel contesto aziendale includono i social
network e i video.
Tecnologie mobili
Le tecnologie mobili stanno avendo un impatto notevole sulle
operazioni di business a livello globale. Il gruppo IDC stima
che i dispositivi mobili intelligenti daranno luogo al 57% della
crescita generale del settore informatico a livello mondiale.
Nonostante la domanda organizzativa di talenti nel settore
mobile, un sondaggio condotto da InformationWeek nel 2012
indica che questa potrebbe non tradursi nella necessità di
ulteriori assunzioni da parte delle aziende, poiché gran parte di
esse sta al contrario riaddestrando i dipendenti già presenti al
loro interno.
Pagina 10
Presso INSEAD, i
nostri diplomati
MBA imparano ad
usare l’analisi dei
dati per affrontare
le questioni aziendali tramite l’apprendimento
basato su progetti derivati
dai dati aziendali reali, oltre
ad utilizzare strumenti
open-source allo stato
dell’arte basati sul cloud.
Theodoros Evgeniou,
Professore di Scienze decisionali
e Gestione delle tecnologie,
INSEAD eLab.
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
TENDENZE MACROECONOMICHE
E SOCIALI
Tendenze
Le tendenze macroeconomiche e sociali passibili di avere ripercussioni sulla domanda futura di lavoratori qualificati includono
tra le altre: il tasso di crescita dell’economia e del mercato del
lavoro globale, la disoccupazione giovanile, i dati demografici
per fasce di età e la presenza di donne nella forza-lavoro. La
comprensione di queste tendenze è preziosa, poiché contribuisce
a fornire alcune opinioni su come la globalizzazione potrebbe
evolversi nel tempo. Tali tendenze sono state divise in tre segmenti di base:
• Panorama: l’attuale scenario macroeconomico e sociale
a livello globale.
• Terreno: alcuni dei fattori principali che determinano
il panorama.
• Orizzonte: le tendenze passibili di formare parte del
panorama in futuro.
Panorama
• Mercato del lavoro globale: L’Ufficio Internazionale del Lavoro ha stimato un totale aggregato di 197 milioni di individui
senza lavoro nel 2012.
• Tassi di crescita globali: i bassi tassi di crescita delle economie sviluppate sono solo una frazione dei tassi sperimentati
attualmente dai Paesi in via di sviluppo. L’Asia orientale, che
aveva sperimentato una notevole crescita negli anni recenti,
pare aver rallentato in maniera significativa. Viceversa,
alcune economie europee che si trovavano in recessione
mostrano ora alcuni segni di ripresa, seppure fragile.
• Disoccupazione giovanile: La situazione globale relativa
alla disoccupazione giovanile è causa di preoccupazione.
Utilizzando i dati raccolti da ILO, dall’OCSE e dalla Banca
Mondiale, the Economist stima che potrebbero esserci “290
milioni di individui tra 15 e 24 anni che non partecipano al
mercato del lavoro: quasi un quarto dei giovani di tutto il
mondo, un gruppo ampio tanto quanto la popolazione degli
Stati Uniti”. Allo stesso tempo, si verifica una penuria di
lavoratori qualificati entry-level.
• I due andamenti divergenti della disoccupazione giovanile e
della disponibilità inadeguata di lavoratori qualificati entrylevel illustrano la natura del divario di competenze attuale e
sottolineano l’importanza e la necessità di potenziare lo sviluppo delle competenze in questa fascia d’età parallelamente
ai tentativi di creare posti di lavoro.
Noi in Giappone
produciamo un white
paper sulle risorse
umane in ambito
informatico, che ci
fornisce dati sui
cambiamenti significativi nel ruolo assunto dalle risorse
umane in ambito informatico
nell’ambiente del business,
affinché possiamo basare le
nostre politiche e iniziative di
e-Skills su solide prove.
Masayoshi Tsuru,
IPA, Giappone.
In crescita e in accelerazione
In crescita ma suscettibili di rallentamento
Polonia
Australia
3.4%
Francia
1.2%
3.1%
Giappone
0.9%
Canada
2.3%
Regno Unito
2.1%
Stati Uniti
2.4%
Paesi Bassi
1.1%
Germania
1.3%
Irlanda
Indonesia
6.2%
Brasile
4.0%
Sudafrica
3.6%
2.2%
In crescita risicata
Italia
Spagna
0.3%
0.9
In crescita ma in rallentamento
Portogallo
0.5%
Cina
7.3%
Corea del Sud
3.6%
Grecia
0.6%
India
6.6%
Messico
3.7%
Arabia Saudita
4.2%
Russia
3.8%
Dati aggregati
Eurozona
1.0% globali valori
di mecato
3.5%
Turchia
5.1%
Figura 5: Classifiche di crescita globale. (Fonte: PWC - 16° sondaggio globale sui Direttori generali, 2013)
Pagina 11
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
La mancanza di competenze è un motivo comune
della presenza di posizioni vacanti all’ingresso – %
di datori di lavoro interpellati
Il 36% dei datori di lavoro ha
inoltre sostenuto che la mancanza
di competenze ha causato loro “problemi
significativi in termini di costi, qualità
e tempo” o peggio
come “una risorsa non sfruttata” e ha affermato che “col
tempo emergerà tutta una serie di lavori per cui i datori
di lavoro necessiteranno di lavoratori anziani ed esperti
[...] Un’azienda che non cambierà la sua attitudine verso i
lavoratori anziani rimarrà indietro”.
Orizzonte
• L’irruzione dell’Africa: L’enfasi più marcata sui mercati in
via di sviluppo è stata finora concentrata su Brasile, Russia,
India e Cina. Tuttavia, anche l’Africa cambierà verosimilmente le dinamiche occupazionali nel futuro prossimo.
La Banca Mondiale ha segnalato nel 2014 che la crescita
dell’Africa sub-sahariana è prevista in aumento del 6%
(con l’esclusione del Sudafrica, la maggiore economia del
continente).
il Marocco
il Regno Unito
la Germania
la Arabia Saudita
il Messico
il Stati Uniti
Brasile
la India
La Turchia
Figura 6: Datori di lavoro che citano la mancanza
di competenze come causa di posizioni vacanti
all’ingresso. (Fonte: Sondaggio McKinsey, 2012)
Terreno
• La domanda globale di lavoratori qualificati: Un resoconto
del Forum Economico Mondiale del 2011 sui talenti globali
è stato chiaro in merito alla sua diagnosi del problema:
“L’emisfero boreale deve affrontare la mancanza di talenti
in un’ampia gamma di settori occupazionali principalmente
a causa del fatto che la popolazione sta invecchiando rapidamente e gli standard a livello di istruzione sono insufficienti [...] Numerosi Paesi dell’emisfero australe riportano surplus nella forza-lavoro dovuti all’elevata crescita
economica e ai tassi di natalità stabili. Tuttavia, sorgono
questioni in merito all’impiegabilità di tali lavoratori, ossia
se abbiano o meno le competenze necessarie per occupare
posti di lavoro e operare in modo efficace”.
• L’aumento delle donne sul posto di lavoro: Il numero
delle donne impiegate nella forza-lavoro nelle economie
avanzate è salito di 77 milioni tra il 1980 e il 2010, rappresentando il 61% dell’incremento netto di 122 milioni
di individui nella forza-lavoro nelle economie avanzate. In
particolare, le donne costituiscono una fetta sostanziale
della percentuale di laureati nelle università delle economie
emergenti, ma ciò non necessariamente si traduce appieno
in livelli corrispondenti di partecipazione alla forza-lavoro.
• I dati demografici per fasce di età: In molti Paesi la
popolazione anziana sarà costretta a lavorare ben oltre
l’età pensionistica attuale. Per esempio, il Ministro delle
Pensioni britannico Steve Webb vede i lavoratori anziani
Pagina 12
• La digitalizzazione delle PMI: Le piccole e medie imprese
(PMI) sono il fulcro dell’economia europea e mondiale. La
capacità di adattamento delle PMI come risultato degli
sviluppi nel settore ICT avrà un impatto significativo sulla
necessità di competenze digitali.
• Le opportunità derivate dalla globalizzazione: Anche
la globalizzazione, abbinata alle fondamentali svolte
tecnologiche in corso di svolgimento, presenta numerose
opportunità per le imprese. Il boom delle infrastrutture
che avrà luogo nei Paesi in via di sviluppo nei prossimi
vent’anni, previsto di gran lunga superiore ai 20 trilioni di
dollari, richiederà verosimilmente la fornitura di servizi di
ingegneria sostanziale, di design, di business e tecnici che
potrebbe arrivare dall’Europa. I benefici potenziali sarebbero condivisi sia dai Paesi in via di sviluppo, sia da quelli
già sviluppati.
Le ricerche del
BCG indicano
che le PMI
basate sulle
tecnologie
incrementano il proprio
fatturato più in fretta
del 15% e crerano posti
di lavoro al doppio della
velocità rispetto alle
loro controparti.
Ralf Dreischmeier,
Leader di pratica informatica globale,
The Boston Consulting Group
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
CONCLUSIONI DELLE RICERCHE PRIMARIE –
VISIONI E STRATEGIE DEI PORTATORI D’INTERESSI
Tendenze
33.3% 31.9%
Un elemento chiave del presente contratto di servizio era lo svolgimento di ricerche primarie tra i principali portatori di
interessi, in modo tale da afferrare le loro visioni e le loro strategie nel settore delle competenze digitali e delle professionalità
18.1%
15.3% umane in
ICT. Tali portatori di interessi erano costituiti da CIO, dirigenti superiori nel comparto ICT e Direttori delle risorse
ambito ICT provenienti da un elevato numero di industrie in tutta Europa.
1.4%
1
2
3
4
Qual è la Vostra opinione sulle seguenti affermazioni?
5
“Nell’intera nazione sussiste un serio divario/discrepanza nelle competenze ICT tale da ostacolare la crescita delle aziende?”
Totalmente in disaccordo(1)
0
0.0%
In disaccordo(2)
5
7.1%
Neutrale(3)
16
22.9%
D’accordo(4)
34
48.6%
Totalmente d’accordo(5)
15
48.6%
22.9%
21.4%
7.1%
0.0%
21.4%
1
2
3
4
5
“Nella nostra organizzazione, la mancata disponibilità di competenze ICT di alto livello sta avendo un impatto negativo sulla nostra
capacità di far crescere il volume d’affari”.
1
1.4%
In disaccordo(2)
13
18.1%
Neutrale(3)
24
33.3%
D’accordo(4)
23
31.9%
1.4%
Totalmente d’accordo(5)
11
15.3%
1
Totalmente in disaccordo(1)
33.3% 31.9%
18.1%
2
15.3%
3
4
5
Figura 7: Divario/discrepanza nelle competenze ICT percepito/a dagli interpellati del sondaggio
48.6%
Le conclusioni indicano che la maggioranza (70%) degli
interpellati ritiene che sussista un serio divario o una
discrepanza nelle competenze ICT tale da ostacolare la
crescita delle aziende. Inoltre, circa la metà (47%) degli
interpellati ritiene che la mancata disponibilità di competenze
ICT di alto livello stia avendo un impatto negativo sulla loro
capacità di far crescere il proprio volume d’affari.
L’impatto della delocalizzazione e dell’automazione
La maggioranza degli interpellati (61%) ritiene che la delocalizzazione avrà verosimilmente un impatto moderato o
elevato sulla domanda futura di competenze ICT nelle proprie
organizzazioni. Più di tre quarti degli interpellati (76%) ritengono che l’«automazione» avrà verosimilmente un impatto
sulla domanda futura di lavoratori qualificati nel settore ICT
all’interno delle proprie organizzazioni.
L’impatto delle principali tendenze professionali
Solo una minoranza degli interpellati (44%) ritiene che in
futuro meno professionisti del settore ICT saranno inquadrati
nei dipartimenti ITC tradizionali, il che combacerà con un maggior numero di professionisti del settore ICT che lavoreranno in
tutti i rami dell’impresa. Più della metà degli interpellati (53%)
ritiene che i corsi online aperti
e di massa (MOOC)
cambier22.9%
21.4%
anno in modo sostanziale il modo in cui lo sviluppo professionale continuo dei praticanti nel settore ICT sarà convogliato nei
prossimi tre anni. Questo
7.1%dato è sorprendentemente alto, visto
il carattere di relativa novità dei MOOC, ma sottolinea proba0.0%
bilmente le grandi aspettative riposte su tale innovazione. Più
di tre quarti (77%)
crede
che
1 degli
2 interpellati
3
4
5 l’ICT sia una
professione globale e che gli sforzi nazionali si debbano allineare su base globale affinché tale professione maturi in modo
soddisfacente. Inoltre, la notevole maggioranza (80%) degli
interpellati crede che i professionisti del settore ICT debbano
condividere la comprensione comune di un corpo di conoscenze ICT fondanti (ossia un corpo di conoscenze basilari che tutti
i praticanti nel settore ICT devono tenere a mente).
Pagina 13
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
Altre conclusioni includono:
• Un incremento segnalato (a partire da un precedente
studio del 2011 sulle professionalità nel settore ICT)
nell’impiego di strutture fondate sulle competenze ICT
da parte degli interpellati.
• Oltre metà degli interpellati (51%) segnala che i laureati
nel settore ICT in tempi recenti mancano della combinazione di competenze tecniche, economiche e interpersonali necessaria per dare un contributo all’azienda senza
bisogno di formazione aggiuntiva.
• La maggioranza (71%) dei CIO rivela che, in termini di
sviluppo professionale continuo, i praticanti esperti nel settore ICT riescono cn successo a mantenere aggiornate le
proprie competenze ICT tramite la formazione continua.
• Le principali tendenze tecnologiche che verosimilmente
spingeranno in modo maggiore la crescita futura della
domanda di competenze sono, in ordine di importanza: la
sicurezza informatica, le tecnologie mobili, la tecnologia
cloud, i big data, il business sociale e la consumerizzazione
(“Porta il tuo dispositivo personale” – BYOD).
Le capacità con maggiori probabilità di
rimanere “onshore”:
• Capacità in materia di sicurezza dei sistemi informatici.
• Capacità di gestione dei fornitori ICT.
• Capacità nell’ambito dell’architettura d’impresa.
• Capacità di gestione dei processi aziendali.
• Capacità di marketing digitale.
• Capacità di leadership digitale, capacità di visualizzazione
e analisi dei dati, capacità informatiche ad alte prestazioni
e capacità di progettazione dell’esperienza utente (UX).
• Capacità di mantenimento della continuità aziendale.
Le capacità con maggiori probabilità di essere
delocalizzate:
• Capacità di codificazione, di ingegneria del software, di
creazione delle app e di testing del software.
Riassunto delle conclusioni delle ricerche primarie
Nel corso di queste ricerche sono emersi numerosi temi
chiave. Scendendo più nel dettaglio, la maggioranza dei
portatori di interessi percepisce la presenza di un serio
divario o di una discrepanza nelle competenze ICT e vede tale
presenza come forza ostacolante la crescita delle aziende.
Ciò è aggravato dal fatto che la maggioranza dei portatori di
interessi avverte che i laureati nel settore ICT non possiedono
le competenze ICT necessarie per contribuire alle operazioni
aziendali. Inoltre, la ricerca in merito all’impatto della delocalizzazione e dell’automazione sulla domanda di competenze
ICT, citata in precedenza, ha trovato conferma, laddove il
60% e il 75% degli interpellati ritiene rispettivamente che
la delocalizzazione e l’automazione avranno ripercussioni sulle
proprie organizzazioni in futuro. Sono stati riscontrati tassi
variabili della domanda di svariate competenze ICT, ciascuna
delle quali con una possibilità variabile di essere delocalizzata.
La comprensione della crescita o del declino futuro percepito
per competenze specifiche e del grado di probabilità che
esse siano delocalizzate è di vitale importanza affinché i
singoli dipendenti possano pianificare le loro carriere, le
organizzazioni possano pianificare le loro operazioni aziendali
e i governi possano istituire politiche di sostegno.
Sia i datori
di lavoro che
gli istituti
d’istruzione
trarranno
beneficio dalla reciproca collaborazione
per garantire che i
laureati abbiano le
giuste competenze
informatiche al
momento giusto.
Frits Bussemaker,
Partner di CIONET,
Nederland Liaison International.
Pagina 14
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
L’IMPATTO DELLA GLOBALIZZAZIONE
SULLE FORNITURE ICT:
DELOCALIZZAZIONE E GLOBAL SOURCING
Servizi offshore
La fornitura di servizi offshore ha acquistato popolarità nel
corso degli anni ‘90. Mentre all’inizio la spinta principale
verso la delocalizzazione veniva dalla riduzione dei costi,
non appena i fornitori di servizi hanno acquisito esperienza
nella gestione delle operazioni offshore, questi si sono
assunti in numero sempre maggiore l’incarico di indirizzare
i miglioramenti operativi dei processi più complessi e di
trasformare e standar-dizzare tali processi per i propri clienti.
È difficile svolgere un’analisi perfetta di questi cambiamenti,
poiché nel corso degli anni gran parte della delocalizzazione
si è svolta “lontano dai radar” per vari motivi, come la preoccupazione da parte dei clienti per le potenziali ripercussioni
del “trasferimento” di posti di lavoro all’estero sull’immagine
aziendale – o semplicemente perché la delocalizzazione si è
rivelata parte integrante di una fornitura completa nella catena
della distribuzione globale. Mancano tuttavia statistiche ufficiali in merito alla portata e alla tipologia di delocalizzazione
attuata e al suo sviluppo nel corso dell’ultimo decennio. Come
si può dunque valutare la portata della delocalizzazione, le
tipologie di attività più colpite e, di conseguenza, le tipologie di
competenze da essa influenzate?
Tramite l’analisi dell’oggetto dei contratti di servizio nel settore
informatico e finanziario stipulati nel Nord America e in Europa
e l’analisi della composizione dei ricavi dei principali fornitori di
servizi offshore indiani, risulta chiaro che le attività relative alle
applicazioni sono le più comuni nell’ambito della delocalizzazione del lavoro. Tuttavia, si riscontra una tendenza in aumento
verso l’outsourcing delle attività relative alle infrastrutture e dei
processi di business. L’innovazione (ossia ricerca e sviluppo) e
altri fattori rappresentano costantemente la minore proporzione dei contratti nell’arco di tempo considerato.
basso livello coinvolti nella fornitura dell’attività o dell’incarico
assunto. Questo è sempre più vero dal momento che la
fornitura di servizi offshore è maturata e le organizzazioni
non sfruttano più la delocalizzazione solo per fornire servizi a
basso costo, ma piuttosto come parte di una strategia di global
sourcing più complessa.
Il sondaggio condotto sui CIO ai fini del presente studio
offre alcuni indicatori dello sviluppo previsto nella domanda
futura di competenze all’estero fino al 2020 (si veda la
sezione precedente). In sostanza, tali risultati indicano la
continuazione delle tendenze osservate lungo loscorso
decennio, senza “grandi balzi in avanti” previsti.
È della massima
importanza
strategica
per Avaloq
assumere e
formare dipendenti con
nutrite competenze
digitali nelle nostre
sedi europee.
Martin Frick,
Direttore Generale BPO,
Avaloq Evolution AG.
Le competenze nella catena del valore dei
servizi offshore
In questo contesto, quali competenze vengono delocalizzate?
Gli insiemi di competenze richiesti all’estero sono tanto vari
quanto quelli richiesti a livello locale, ma ciò riguarda naturalmente quelle attività che possono essere fornite in remoto e
dove risulta meno importante l’interazione in prima persona
con l’utente finale del prodotto o del servizio. La catena del
valore per i servizi offshore è complessa e, in tutte le tipologie
di attività, sono presenti lavoratori con competenze di alto e
Pagina 15
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
Dall’arbitraggio del lavoro alla standardizzazione,
all’automazione e al cloud
Vista la maturità crescente della fornitura di servizi offshore,
si sta verificando un allontanamento dalla visione “gettare la
gente in pasto al problema” verso la fornitura di servizi più
avanzati e di una produttività più elevata, standardizzando i
processi e incrementando l’automazione laddove possibile.
La standardizzazione dei processi porta alla creazione di
risorse non umane ripetibili e scalabili, come pacchetti di
software, modelli dei processi e così via, al fine di integrare
e/o sostituire l’attività umana e pertanto di automatizzare i
processi per quanto possibile.
Il modo in cui l’automazione potrà portare alla sostituzione
dei lavoratori della conoscenza è già stato descritto abbondantemente. Tuttavia, la domanda principale è questa: tutto
ciò porterà alla sostituzione di questi lavoratori equivalenti a
tempo pieno, oppure alla loro ridistribuzione? La risposta più
probabile è che si verificherà una commistione tra i due scenari, analogamente a quanto si è osservato con la delocalizzazione: non sempre un guadagno in termini di produttività
implica la perdita di posti di lavoro.
Un altro aspetto interessante dell’automazione del lavoro
cognitivo è che questa ha il potenziale di far competere ad
armi pari i Paesi occidentali dai costi maggiori e le località
tipiche della delocalizzazione. Se un processo o un incarico
può essere svolto esclusivamente dai computer, il beneficio
finanziario del trasferimento di tale processo o incarico
dall’altra parte del mondo viene meno.
Ecco dunque la tecnologia cloud: essa rappresenta un cambiamento fondamentale nel modo in cui la potenza di calcolo
viene generata e distribuita. I servizi cloud possono essere
visti come un’alternativa ai servizi offshore ad alta intensità
di lavoro, che si possono fornire a partire da qualsiasi luogo.
La standardizzazione, l’automazione e la tecnologia cloud
sono migliorie e sviluppi tecnologici che, combinati con la
maturità e l’esperienza accresciuta delle organizzazioni che
li utilizzano, modificano in maniera fondamentale il modo in
cui sono consumati gli incarichi e i servizi del settore ICT e
dei processi di business. La delocalizzazione non può essere
considerata come fattore isolato: la figura 8 illustra l’uso
globale e continuo delle risorse – locali, nearshore, offshore e
basate sul cloud – per fornire processi informatici o di
business integrati.
La complessità della catena del valore globale evidenzia la
necessità di nuove competenze onshore per gestire e/o integrare i vari elementi. La gestione di team di persone (talvolta
suddivisi su vari fusi orari) onshore o tramite servizi forniti
attraverso la tecnologia cloud implica che i dipartimenti IT
del futuro avranno sempre più la necessità di assumere il
ruolo di Service Broker o di integratori di servizi, piuttosto
che di svolgere necessariamente tutte le attività da soli.
Questo è l’insieme delle sfide completamente nuove che i
CIO dovranno affrontare.
Organizzazione dell'utente finale
Fornire od organizzare un settore informatico integrato, il processo di business
e compiti o servizi specifici del settore
Fornitura
locale
Centro
nearshore
Centro
offshore
Cloud
Tutti i tipi di servizi
Figura 8: Mix delle fonti e delle capacità complesse nella catena del valore globale. (Fonte: IDC, 2013)
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e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
L’IMPATTO QUANTITATIVO
DELLA GLOBALIZZAZIONE
Proiezioni - Scenario 1: Crescita prudente
Il mondo dell’informatica sta profondamente cambiando.
Le tendenze che alimentano la delocalizzazione in ambito
informatico stanno mutando, poiché l’utilizzo crescente di
strumenti di automazione, la standardizzazione dei processi
e il reimpiego delle risorse, combinati con il cloud computing,
plasmano una catena del valore nell’ambito del global sourcing. Di conseguenza, la domanda di competenze ICT altamente
specializzate cresce sia a livello onshore, sia a quello offshore.
In futuro, anche le competenze ICT oggi considerate come
“tipiche” competenze offshore, come la programmazione,
potrebbero trovare una maggiore domanda a livello onshore.
È importante garantire che le competenze ICT siano sviluppate a tutti livelli della catena del valore dei servizi onshore e
che siano compiuti tentativi per rendere allettanti tali carriere;
altrimenti potrebbe emergere una nuova crisi dovuta al divario
di competenze.
digitale in grado di sfruttare il comparto informatico ai fini
dell’innovazione e dello sviluppo aziendale. Pertanto, la
carenza di competenze nell’ambito della leadership digitale
può rivelarsi uno svantaggio competitivo per l’industria
europea e un ostacolo alla crescita potenziale.
La velocità di trasformazione delle aziende e delle organizzazioni, grazie ad una nuova gamma di prodotti e servizi
basati sulla convergenza delle tecnologie su piattaforma
3D (mobilità, tecnologie sociali, big data e cloud computing),
influenzerà direttamente l’andamento della crescita socioeconomica nei prossimi anni. Tuttavia, la trasformazione
digitale richiede un nuovo mix di competenze di leadership
Ma la cosa più preoccupante è che un tale impatto colpirebbe
in maniera più che proporzionale i laureati nel settore ICT, in
quanto (in base alle nostre stime) fino a 4000 posti di lavoro,
corrispondenti al 9% dei laureati occupati nel settore ICT,
potrebbero essere perduti a causa della delocalizzazione
nel 2020.
In base alle stime ricavate dai nostri modelli, nello scenario
più probabile di “crescita prudente” la domanda europea di
competenze ICT a tutto tondo crescerà da 7,7 milioni di individui nel 2012 a 8,6 milioni nel 2020, rappresentando l’1,4%
del tasso composto medio di crescita (CAGR). All’interno di
un simile scenario, l’impatto della globalizzazione risulterà
approssimativamente in 753.000 posti di lavoro trasferiti
all’estero nel 2020, dei quali il 17-18% circa sarà in realtà perduto. Il segmento delle applicazioni, che rappresenta l’area di
maggior concentrazione dei progetti da delocalizzare, mostra il
numero più elevato di posti di lavoro perduti nel settore ICT.
Politiche e iniziative sull'istruzione
e la formazione (e-skills)
Politiche per la crescita e
l'innovazione e strumenti di
finanziamento – Focus sul settore ICT
Politiche e iniziative del
mercato del lavoro
Tendenze
macroeconomiche
Tendenze del
mercato IT
Tendenze della
delocaliz zazione
Innovazione informatica,
automazione e cloud
Modello di previsione - Risultati principali
dell'impatto della globalizzazione
Domanda di posti di lavoro nel settore ICT, 2014-2020
Stima dei posti di lavoro persi nel settore ICT
Stima dei posti di lavoro per laureati persi nel settore ICT
Figura 9: Ipotesi del modello di previsione sull’interazione delle principali tendenze. (Fonte: IDC, 2014)
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e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
Proiezioni - Scenari 2 e 3: Vittoria
dell’innovazione contro la stagnazione
Nel corso di questa ricerca sono stati testati due scenari
ulteriori: “Vittoria dell’innovazione”, in cui un balzo in avanti
della trasformazione digitale attiva un ciclo positivo di
crescita economica, e “Stagnazione”, in cui la recessione
economica riduce i consumi e gli investimenti trascinando
con sé verso il basso le dinamiche dell’innovazione. In
entrambi gli scenari, la globalizzazione permane come
tendenza forte, pertanto la delocalizzazione continua a
crescere. La proporzione dei lavori potenzialmente trasferiti
varia dal 6% appena di tutte le competenze ICT richieste
nel 2020 nello scenario “Vittoria dell’innovazione” al 10%
dello scenario “Stagnazione” (in paragone al 9% dello scenario “Crescita prudente”). L’incidenza della perdita di posti
di lavoro sul totale delle professioni richieste è marginale,
ma qualitativamente importante: la sua percentuale varia
dall’1,5% dello scenario di crescita prudente allo 0,7% dello
scenario di vittoria dell’innovazione, con un picco del 3,4%
all’interno dello scenario di stagnazione.
Cosa può fare una politica economica per promuovere lo
scenario di vittoria dell’innovazione ed evitare i rischi
connessi allo scenario di stagnazione? Abbiamo esaminato
tre insiemi di politiche che esercitano un’influenza diretta
sulle competenze digitali: politiche legate all’istruzione
e alla formazione, politiche legate al mercato del lavoro
e politiche volte alla crescita e allo sviluppo dell’economia
digitale. Possiamo concludere che le politiche legate
all’istruzione hanno l’impatto più rilevante a lungo termine
nel plasmare l’evoluzione delle competenze in risposta
alle nuove tendenze della domanda, ma a breve termine le
politiche di formazione e quelle legate al mercato del lavoro
(quali la promozione di tirocini, la mobilità e le partnership
tra pubblico e privato per colmare il divario tra le università
e i luoghi di lavoro) hanno la probabilità più alta di influenzare in modo positivo il mercato. La ricerca, l’innovazione
e le politiche macroeconomiche a sostegno dell’economia
digitale rivestono un ruolo molto importante nella creazione
delle condizioni strutturali che permettono una crescita
basata sull’innovazione in ambito informatico e uno stimolo
alla domanda di competenze digitali.
In altre parole, l’impatto generale della globalizzazione e
della delocalizzazione sul mercato delle competenze ICT è
marginale in termini quantitativi, ma qualitativamente molto importante e comunque più rilevante in certi segmenti
di mercato, come lo sviluppo di applicazioni da un lato e il
mercato dei giovani laureati nel settore ICT dall’altro.
Innovazione
Crescita prudente
(in migliaia)
588
753
800
Stagnazione
(in migliaia)
(in migliaia)
600
1000
846
700
500
800
600
400
500
400
600
300
307
400
300
133
200
100
281
200
68
0
100
68
0
2020
Totale dei posti di lavoro
trasferiti nel settore ICT
200
0
2020
2020
Totale dei posti di lavoro persi
nel settore ICT
Figura 10: Totale dei posti di lavoro nel settore ICT trasferiti o persi lungo tre scenari.
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e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
RICHIESTE DI NUOVI CURRICULA PER
COMPETENZE E POSTI DI LAVORO FUTURI –
LE MIGLIORI PRATICHE
Richieste di nuovi curricula per competenze e posti
di lavoro futuri
Le tendenze emergenti nel settore ICT hanno da sempre
richiesto nuove competenze e nuove professioni. Tuttavia,
come risultato dell’incremento di efficienza e della
ristrutturazione aziendale, esse hanno comportato anche
la perdita dei lavori non più rispondenti ai requisiti dettati
dall’industria e dal mercato.
Le carenze nella formazione e nell’istruzione, l’accento sulle
competenze sbagliate e il problema degli educatori e dei
sistemi di istruzione obsoleti sono visti come le principali
barriere in ambito educativo e formativo alla crescita o
all’influenza delle “megatendenze” tecnologiche emerse in
tempi recenti (es. il cloud computing, le tecnologie dei social
media, i big data e l’Internet delle cose) che spingono la
trasformazione e la crescita dell’economia. Si presuppone che
ciascuna delle attuali megatendenze rappresenti una nuova
piattaforma tecnologica per la crescita e l’innovazione. Sono
queste le aree in cui l’Europa e le aziende europee devono
rafforzarsi in modo da potersi dimostrare innovative e competitive in futuro. Per ciascuna delle suddette megatendenze
si possono identificare dei requisiti di competenze sia per
l’industria informatica,sia per le industrie utilizzatrici.
Adattamento delle istituzioni esecutive superiori in
materia di istruzione e formazione
Le istituzioni esecutive superiori in materia di istruzione e
formazione devono urgentemente adattarsi e sviluppare
ulteriormente la propria offerta in linea con le necessità del
settore. Una recente ricerca ha identificato la necessità di
adattare e/o sviluppare le offerte educative superiori e quelle
esecutive in modo da poter fornire capacità e competenze in
grado di soddisfare le richieste di questo settore emergente.
Un approccio sviluppato al fine di sostenere un simile sforzo
inizia definendo i domini delle competenze digitali e dei
compiti da svolgere per ciascuna delle nuove megatendenze
nel settore ICT, specificando le relative competenze e capacità
digitali e fondandole sulle altre competenze, come specificato
dal Quadro Europeo delle competenze digitali (e-CF), nonché
descrivendo i ruoli coinvolti secondo i profili lavorativi e professionali esistenti nel settore ICT basati sull’e-CF e sviluppati per
il CEN. Questo tipo di approccio è in linea con le opinioni degli
esperti, i quali si pongono decisamente a favore di un approccio allo sviluppo di programmi di istruzione superiore basati
sulle competenze nell’avvicinarsi alla successiva generazione
di programmi per laureati in Sistemi Informativi.
Le istituzioni educative superiori ed esecutive potrebbero voler
usare tale approccio e i formati sviluppati per fondare su di essi
i propri corsi, in modo da identificare l’eventuale allineamento
con le descrizioni e le capacità richieste e quindi adattarsi ai
requisiti di competenze emersi in tempi recenti e derivati dalle
suddette megatendenze.
Questo consentirà alle istituzioni educative superiori ed
esecutive di identificare il grado in cui la loro offerta corrente
soddisfa già i requisiti dell’industria e/o di sviluppare ulteriormente e adattare i curricula esistenti (o svilupparne di nuovi)
ai programmi che forniscono tali competenze. Ciò aiuterà a
potenziare ulteriormente i sistemi di istruzione e formazione
superiore in Europa, al fine di far fronte al meglio ai bisogni dei
datori di lavoro e alle megatendenze emergenti, come descritto
qui sopra.
Insegnare ad adattarsi ai requisiti di competenze
emersi in tempi recenti
Le nuove competenze devono essere insegnate a differenti
livelli affinché possano garantire la portata massima. Questa
responsabilità ricade sulle istituzioni educative superiori e
su quelle attive nel campo della formazione esecutiva e in
quella superiore. Sono stati identificati differenti approcci
all’insegnamento delle competenze rivolte alle aree ICT
emerse in tempi recenti. Tali approcci seguono le diverse
tradizioni in ambito educativo presenti nei vari Paesi e includono le seguenti condotte:
• Insegnamento dei requisiti di nuove competenze come
parte integrante di programmi di studio già esistenti in materia di “Informatica” o “Scienze informatiche”, all’interno
di diversi programmi di master durante gli studi di secondo
livello (o nell’ultimo anno di quelli di primo livello), come
nelle università in Germania, Finlandia e Regno Unito.
• Programmi di laurea non ufficiali (titolo ufficiale) offerti in
collaborazione con l’industria, affiancati ai corsi di laurea di
primo e secondo livello fortemente regolati, che risultano
nell’emissione di un certificato universitario in Paesi come
la Spagna.
• Corsi di formazione esecutiva o di istruzione superiore
presso le università e le business school, con maggiore enfasi sull’ambito tecnico o su quello aziendale; quest’ultimo
è l’ambito posto in evidenza e insegnato per esempio
all’INSEAD, all’interno del corso di istruzione esecutiva
“Analisi dei dati per le aziende”.
• Programmi specifici e dedicati di istruzione superiore
in materia di “big data”, “scienza dei dati” o “cloud
computing”, contrassegnati come tali per motivi
commerciali al fine di renderli appetibili e allettanti per
gli studenti e i datori di lavoro potenziali, come avviene
negli USA, ma per certi versi anche nel Regno Unito.
Pagina 19
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
È possibile che queste tradizioni e questi metodi
d’insegnamento continuino ad essere seguiti anche in futuro,
adattando i programmi educativi esistenti o sviluppandone
di nuovi per adattarsi meglio alle necessità di competenze da
parte dell’industria. In aggiunta a tutto ciò, i MOOC possono
essere visti come un’aggiunta che può contribuire anch’essa
a colmare i divari e le carenze di competenze esistenti e ad
incrementare la portata e l’accesso alle offerte educative ap-
propriate, diffondendo pertanto più rapidamente le competenze richieste.
Le migliori pratiche nell’insegnamento dei requisiti
futuri di competenze:
il caso esemplare dell’analisi dei big data La figura seguente
fornisce un esempio di programma di istruzione superiore offerto da un’università (l’Università tecnica di Berlino).
Università tecnica di Berlino: Corso di Master con indirizzo “Analisi dei Dati”
(con rilascio di certificazione universitaria)
Indirizzo “Analisi dei Dati”
L’indirizzo include un programma raccomandato di corsi che riflette una certa enfasi sull’analisi dei dati
Programmi di master per cui è disponibile l’indirizzo “Analisi dei Dati”:
1. Informatica aziendale
2. Ingegneria informatica
3. Scienze informatiche
Obiettivi dell’indirizzo “Analisi dei Dati”:
1. Fornire agli studenti le capacità necessarie per compiere processi decisionali basati sui dati.
2. Ricavare idee da insiemi di dati vasti ed eterogenei.
3. Applicare le metodologie apprese per affrontare problemi di tipo reale in ambito economico e scientifico
Profili lavorativi di riferimento:
I profili lavorativi di riferimento includono posizioni come Scienziato dei dati (Data Scientist), Analista di dati
(Data Analyst) e Ingegnere dei dati (Data Engineer).
Durata e moduli:
L’indirizzo si terrà all’interno di un master di quattro semestri (due anni) che prevede conferenze, seminari e
tirocini (in cooperazione con i partner industriali), con una tesi di master nel quarto semestre.
L’indirizzo sarà strutturato sulla base di tre moduli:
1. Analisi dei dati: apprendimento automatico, statistica, text mining, ecc.
2. Gestione scalabile dei dati: Trattamento di strutture di dati vaste ed eterogenee, concetto MapReduce, nuove
architetture hardware.
3.Applicazioni: specifiche per gli studi in medicina, scienze dei materiali, scienze energetiche, logistica, ecc.
Certificazione
Gli studenti profittevoli riceveranno una certificazione emessa dall’Istituto EECS dell’Università tecnica di Berlino
attestante la loro specializzazione; tale certificazione sarà emessa in concomitanza con il diploma di master.
Contatti:
Volker Markl, Professore e Presidente del gruppo Database Systems and Information Management (DIMA),
Università tecnica di Berlino
http://www.dima.tu-berlin.de/menue/database_systems_and_information_management_group/
Figura 11: Il programma di istruzione superiore offerto dall’Università tecnica di Berlino.
Pagina 20
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
La figura qui sotto fornisce un altro esempio di programma di istruzione superiore offerto da una business school (l’INSEAD).
Corso di istruzione esecutiva “Analisi dei dati per le aziende” di INSEAD
Obiettivi:
Obiettivi aziendali:
• Maggiore consapevolezza di quali problematiche possono essere affrontate tramite l’analisi dei dati;
• Capacità di identificare al meglio nuove applicazioni aziendali dell’analisi dei dati;
• Migliore comprensione delle prospettive e dei limiti dei big data.
Project Management:
• Comprensione dei processi di analisi dei dati e di gestione dei progetti analitici.
Tecnologie:
• Acquisizione di familiarità con alcuni dei più recenti strumenti di analisi dei dati;
• Utilizzo di alcune delle tecnologie più recenti: cloud computing, software di analisi dei dati open
source, piattaforme di collaborazione online, strumenti per analisi e ricerche riproducibili e
riutilizzabili, strumenti di visualizzazione dei dati, ecc.
Programma dei corsi:
• Strumenti open source allo stato dell’arte: strumenti flessibili per ricerche analitiche efficienti ed efficaci.
• Analisi replicabile e riutilizzabile: strumenti di facile condivisione ed utilizzo, incluse piattaforme come GitHub.
• Informatica di bilancio, metodi statistici e idee di business.
Il corso si basa su piani aziendali reali e richiede agli studenti di:
•
•
•
•
•
•
Attuare una segmentazione del mercato basata sui dati derivati dalle ricerche di mercato.
Comprendere i fattori chiave di propensione all’acquisto per ciascun segmento.
Interpretare le soluzioni.
Creare collegamenti alla strategia aziendale.
Considerare vantaggi e svantaggi di soluzioni differenti.
Combinare i dati quantitativi e qualitativi con gli obiettivi aziendali.
Durata:
1 mese
Contatti:
T. Evgeniou, Professore di Scienze decisionali e Gestione delle tecnologie, INSEAD
J. Niessing, Professore associato di Marketing, INSEAD
https://github.com/tevgeniou - http://inseaddataanalytics.github.io/INSEADjan2014/
Figura 12: Il programma di istruzione superiore offerto dall’INSEAD.
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e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
LE POLITICHE SULLE
COMPETENZE DIGITALI NELL’UE
Panoramica
Oggigiorno nell’intera Unione Europea a 28 Stati sono presenti
oltre un centinaio di politiche che si occupano a grandi linee
di competenze digitali. Il successo di queste politiche e il
grado in cui offriranno benefici alle professioni del settore
ICT avranno implicazioni di vasta portata sulla domanda e
l’offerta di professionisti del settore, così come sull’economia
nel suo insieme. È ben consolidata l’urgenza di generare un
pool più vasto di professionisti europei nel settore ICT, dotati
delle competenze necessarie per soddisfare la domanda in
evoluzione nel mercato del lavoro. Malgrado ciò, quando si
tratta di politiche che apportino davvero dei vantaggi per i
professionisti europei nel settore ICT, l’Europa sta ampiamente
mancando un’opportunità mettendo a rischio il suo potenziale
di crescita futura.
Esaminando il grado in cui le politiche sulle competenze digitali
nell’UE offrono benefici alle professioni del settore ICT, esse
sono state classificate in tre categorie: trasversali, relative
all’istruzione e relative ai posti di lavoro. Prendendo esempi
recenti di tali politiche laddove presenti all’interno degli Stati
membri, il loro successo e il loro impatto sulle professioni sono
stati determinati utilizzando indicatori chiave di prestazione
e dati quantitativi. Integrando i risultati con una valutazione
che includesse i portatori di interessi sparsi in tutta Europa, si
è visto che alcune conclusioni si possono applicare a tutti gli
Stati membri:
Gli Stati membri dell’UE devono dare priorità
nelle loro politiche alle professioni del settore
ICT. Deve passare un messaggio chiaro: i professionisti ICT e lo sviluppo delle professioni del settore ICT
devono assumere la massima priorità nelle politiche a
livello nazionale. Non si tratta di un gioco a somma zero:
lo sviluppo della professione come approccio politico
non deve andare a detrimento di quelle politiche che
garantiscono la prevalenza delle competenze ICT tra la
popolazione generale.
Sono necessarie delle metriche politiche. La
costituzione di fattori chiave del successo come parte
della formulazione delle politiche faciliterebbe una
migliore comprensione dell’impatto di tali politiche sul
loro pubblico di riferimento e consentirebbe agli Stati
membri di apprendere gli uni dagli altri.
I governi dovrebbero costituire sistemi di
monitoraggio delle competenze per il mercato del lavoro. Questi dovrebbero basarsi su dati
concreti e granulari per consentire reazioni più agili nei
confronti di divari e delle carenze di competenze nel
settore ICT.
Pagina 22
Non deve sorprendere che le politiche nazionali sulle
competenze digitali si tengano alla larga dall’inclusione di
metriche di successo concreto per ragioni politiche; tuttavia,
questo rende soggettiva la misurazione del successo di
qualsiasi tipo di politica, anche all’interno del contesto nazionale. Questa carenza di dati quantitativi è un ostacolo alla
valutazione efficace delle politiche europee: rende ardua la
comparazione dell’impatto di politiche simili su Paesi differenti e impedisce il trasferimento delle politiche di successo
tra gli Stati membri.
Le principali raccomandazioni per le politiche
relative all’istruzione includono:
• Una riforma dell’istruzione che includa il settore ICT è
considerata come il singolo fattore più importante nel conferire benefici alla professione. Siccome le preferenze per
la propria carriera vengono decise a età sempre inferiori,
porre in anticipo l’enfasi sull’informatica, sul pensiero computazionale e sulle basi dell’elaborazione dati abbinando
il tutto alle competenze digitali può fornire solide basi alla
prossima generazione di professionisti.
• I curricula per la formazione degli insegnanti devono concentrarsi sempre più sull’informatica. Nonostante i sistemi
d’istruzione degli Stati membri varino in modo significativo,
i successi ottenuti da alcuni precursori indicano l’utilizzo
delle competenze ICT in pedagogia come requisito essenziale per tutti i programmi di formazione degli insegnanti.
Dal momento che una riforma dei curricula è generalmente
un’attività a lungo termine, un rapido aggiornamento delle
competenze degli insegnanti “fuori settore” può fornire nel
mentre una soluzione a breve termine.
Ormai tutti i
portatori di
interessi devono
lavorare insieme
per sviluppare e
mantenere una
base rilevante di
competenze digitali per
i futuri professionisti del
settore ICT.
Christoph Moeller,
Director, German Federal Employment Agency.
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
Raccomandazioni per le politiche relative ai posti
di lavoro:
• Ciascuno degli Stati membri dovrebbe creare un Consiglio
di Settore per le competenze digitali che operi a stretto
contatto con le associazioni professionali. I Consigli di Settore sulle competenze, operando all’interno di parametri
ben definiti e in collaborazione con le associazioni professionali, possono apportare notevoli benefici al settore e
fornire una piattaforma utile per la risoluzione dei relativi
problemi.
• È necessario un monitoraggio granulare del mercato del
lavoro a livello nazionale per contrastare efficacemente
il divario di competenze nell’UE. Un approccio coerente
al monitoraggio delle capacità e delle competenze in
Europa dovrebbe sostenere un approccio più efficace
all’identificazione, all’orientamento e alla valutazione delle
politiche sulle competenze digitali, oltre a facilitare lo
sviluppo di nuove politiche.
• L’integrazione dei quadri sulle competenze ICT può fornire
una base per la creazione di programmi di job matching
paneuropei. Il Quadro Europeo delle competenze digitali
(e-CF) come standard europeo de facto può agevolare la
mobilità e contribuire ad abbinare gli individui alle professioni. L’adozione a breve termine di tali quadri da parte dei
governi può amplificare il loro impatto positivo.
Raccomandazioni per le politiche trasversali:
• Una riforma delle politiche sull’immigrazione volta ad attirare professionisti competenti nel settore ICT potrebbe essere sfruttata con notevole successo. In un mondo sempre
più globalizzato, colmare i divari di competenze attraverso
il ricorso a professionisti competenti provenienti da Paesi
terzi è una misura con il potenziale per fornire parte della
soluzione al problema nel prossimo decennio.
• La promozione di opportunità di carriera nel settore ICT
e nei relativi percorsi di orientamento professionale può
rivelarsi altamente efficace e dovrebbe essere incoraggiata
a livello nazionale. L’immagine di una professione vasta,
dinamica e variegata dovrebbe essere ulteriormente potenziata affinché si espanda ben oltre l’enfasi sulla codifica dei
dati e rappresenti tutto l’insieme delle possibilità interne
alla professione.
• Le strategie digitali dovrebbero includere una dimensione
di genere. Con meno del 30% delle donne europee
impiegate nella forza-lavoro, il miglioramento dell’equilibrio
di genere è un ovvio metodo per colmare il divario delle
competenze. Tutte le strategie digitali dovrebbero integrare
una dimensione di genere con obiettivi a lungo termine.
• Le misure di aggiornamento e di riqualificazione possono
contribuire a salvare la presenza di professionisti ICT in
ruoli che stanno diventando marginali, per esempio a
causa dell’automazione e della delocalizzazione.
Pagina 23
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
RACCOMANDAZIONI POLITICHE
Le seguenti raccomandazioni politiche vengono proposte affinché aiutino a garantire che l’Europa possieda competenze digitali
e capacità di leadership digitale sufficienti per affrontare le sfide attuali e quelle future. Esse sono il risultato delle conclusioni
tratte dal presente contratto di servizio e sono state rivedute e convalidate da un panel internazionale di esperti in rappresentanza
del mondo accademico, dei governi, del mondo industriale, delle associazioni professionali e dei gruppi di rappresentanza dei
dipendenti.
RACCOMANDAZIONE POLITICA 1: Eccellenza di
livello mondiale nelle competenze digitali.
L’innovazione nelle tecnologie di informazione e di comunicazione
sta mutando in maniera radicale la domanda attuale e futura di
competenze da parte dei professionisti del settore ICT. La necessità che gli istituti d’istruzione collaborino con l’industria e i
governi per comprendere la domanda mutevole di competenze
riveste un’importanza vitale. Il basso numero di donne che
studiano materie appartenenti al comparto tecnologico è un altro
problema serio che va affrontato. Questo vorrebbe dire colmare il
divario nella fornitura di competenze ICT, in particolar modo per
quanto riguarda le nuove tecnologie emergenti.
LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI
La Commissione Europea dovrà promuovere e sostenere le partnership tra pubblico e privato, ossia tra il mondo dell’istruzione
da un lato e le organizzazioni formative e i decisori politici
del mondo industriale dall’altro. Gli Stati membri dovranno
partecipare attivamente ai tentativi europei di coordinamento e
collaborazione, oltre a sviluppare progetti ed iniziative nazionali
per lo sviluppo delle competenze ICT coerenti con il quadro
internazionale.
INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI
I datori di lavoro dovranno relazionarsi con le università e
le business school nel tentativo di aumentare i tirocini, la
formazione pre-lavorativa e i programmi di mentoring. Le
istituzioni in ambito educativo e formativo hanno la necessità
di sviluppare ulteriormente nuovi modelli di collaborazione
con il mondo industriale, senza perdere di vista il proprio
ruolo primario di educatori. I partner sociali dovranno
coordinare i loro sforzi per migliorare i modelli lavorativi
dei professionisti ICT, combattendo la discriminazione e
agevolando la riqualificazione e l’aggiornamento delle
competenze in seguito a congedo lavorativo.
ASSOCIAZIONI INFORMATICHE
E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI
Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno
promuovere azioni di sensibilizzazione per incrementare le assunzioni nel settore STEM e collaborare in modo specifico con
il quadro UE per l’adattamento e il rinnovamento dei curricula e
dei requisiti.
Pagina 24
RACCOMANDAZIONE POLITICA 2: Incoraggiare
l’imprenditorialità, l’innovazione e la creazione di
posti di lavoro in Europa tramite la promozione e
lo sviluppo delle capacità di leadership digitale.
In Europa sussiste la necessità di promuoverel’imprenditorialità
digitale. Per ottenere una leadership digitale efficace, sono
richieste quelle competenze che consentono agli individui
con spiccate competenze nel settore ICT di guidare personale
qualificato proveniente dal settore ICT e da altre discipline verso
l’identificazione e la progettazione di modelli di business e lo sfruttamento delle maggiori opportunità di innovazione.
LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI
La Commissione Europea dovrà adottare un ruolo di coordinamento per contribuire ad identificare la tipologia di competenze
che sospingono la domanda nell’intera area economica e i
luoghi da cui vengono fornite tali competenze. Gli Stati membri
dovranno relazionarsi con le associazioni professionali di consulenza di direzione al fine di coordinare lo sviluppo
di un piano nazionale o regionale per lo sviluppo delle principali competenze di leadership digitale per i settori critici
dell’industria, incluse le PMI.
INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI
Il mondo industriale e i datori di lavoro dovranno identificare
dei metodi per relazionarsi in modo più diretto con il mondo
accademico, per sviluppare contenuti rilevanti allo scopo di
sviluppare competenze pratiche imprenditoriali, di leadership
digitale e di innovazione. Gli istituti d’istruzione dovranno collaborare con i partner industriali per meglio definire la domanda
di competenze imprenditoriali, di leadership
digitale e di innovazione; dovranno poi fare affidamento
sull’industria per partecipare attivamente alla progettazione
e all’implementazione di corsi volti allo sviluppo delle competenze professionali. I partner sociali dovranno incoraggiare
l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori e la ricerca
di opportunità di riqualificazione all’interno del loro ambiente di
lavoro.
ASSOCIAZIONI INFORMATICHE
E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI
Le associazioni e le società informatiche professionali
dovranno operare al fine di promuovere tra i loro membri la
sensibilizzazione verso le competenze imprenditoriali, di
leadership digitale e di innovazione, nonché di ampliare le
loro certificazioni e i loro programmi CPD per riconoscere lo
viluppo delle competenze in queste aree.
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
RACCOMANDAZIONE POLITICA 3: Promuovere la
competitività delle PMI e la loro integrazione in
catene del valore digitali globali.
Numerosi incarichi a bassa qualifica nel settore ICT vengono
automatizzati oppure delocalizzati. Le PMI devono comprendere
le implicazioni del modello di global sourcing e ciò che esso comporta in termini di competitività. È possibile sviluppare un insieme
di approcci di eccellenza per stabilire una comprensione del
crescente bisogno di competenze digitali chiave tra le PMI.
LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI
Gli Stati membri dovranno promuovere alle PMI il valore
dello sviluppo e del mantenimento di tali competenze
fondamentali tramite le Agenzie per le imprese locali e stabilire
un meccanismo per identificarei gruppi di PMI che sostengono
settori critici dell’industria. Essi dovranno inoltre collaborare
con i leader industriali, il mondo accademico e le società
professionali per comprendere e definire le competenze
richieste per sostenere lo sviluppo economico.
INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI
I datori di lavoro dovranno sviluppare e implementare strategie
legate alle risorse umane per attirare e mantenere quelle
competenze cruciali che sospingono il settore ICT e “contribuiscono alla strategia generale per la competitività a livello
globale. Le istituzioni in ambito educativo e formativo dovranno
fare affidamento sulle PMI e sulle loro associazioni per partecipare attivamente alla progettazione e all’implementazione
di corsi volti allo sviluppo delle competenze fondamentali. I
partner sociali dovranno incoraggiare l’aggiornamento delle
competenze dei lavoratori e la ricerca di opportunità di
riqualificazione all’interno del loro ambiente di lavoro, oltre a
collaborare con le PMI e le loro associazioni per identificare dei
metodi tramite i quali sviluppare tali competenze.
ASSOCIAZIONI INFORMATICHE
E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI
Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno
identificare le competenze cruciali e definirne il valore di mercato: questo permetterà agli individui in possesso di tali competenze di valutare il loro grado di remunerazione all’interno
dell’organizzazione. Dovranno inoltre promuovere lo sviluppo di
queste competenze cruciali tra i loro membri professionisti.
Una questione fondamentale riguarda lo sviluppo di
metodi per rendere
l’elaborazione dati,
l’informatica e le materie di
sostegno affascinanti e
accessibili agli studenti delle scuole.
RACCOMANDAZIONE POLITICA 4: Incoraggiare la
mobilità diventando una calamita per i talenti
Questa raccomandazione politica si riferisce in maniera specifica
all’identificazione e all’attrazione nell’UE di talenti rivolti al settore
ICT. In tutta Europa sussiste una fornitura inadeguata e crescente
prevista di professionisti competenti nel settore ICT, con un possibile divario di fino a 1,3 milioni di individui entro il 2020. Questa
raccomandazione integra inoltre la prima, poiché le varie regioni
necessitano di valutare in quali competenzedesiderano investire:
diventare una calamita di talenti per tutte le competenze non sarà
un’operazione praticabile. Pertanto, le regioni necessitano di comprendere quali settori industriali desiderano sviluppare e quindi
di concentrarsi sugli insiemi di competenze richiesti per ottenere
l’eccellenza in tali ambiti.
LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI
La Commissione Europea dovrà intraprendere la revisione
delle attuali politiche comunitarie relative alla mobilità della
forza-lavoro ed esaminare in che modo regolare nel dettaglio
le iniziative esistenti al fine di sostenere la capacità di attirare
e trattenere lavoratori qualificati in possesso delle competenze chiave. Il ruolo degli Stati membri nella collaborazione
con l’UE sarà inoltre fondamentale per affinare le politiche
sull’immigrazione in modo da adattarle alle politiche economiche nazionali, nonché per implementare politiche in grado di
attirare e trattenere una forza-lavoro qualificata in possesso
delle competenze chiave e di incrementare la mobilità.
INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI
I datori di lavoro dovranno delineare la domanda di lavoratori
qualificati in possesso delle competenze chiave e relazionarsi
con gli istituti d’istruzione per promuoverne le capacità.
Essi avranno la necessità di collaborare con le associazioni professionali al fine di identificare dei metodi per aumentare il profilo di tali competenze fondamentali e di aumentare l’interesse
da parte della forza-lavoro indigena verso le opportunità di
aggiornamento delle proprie competenze. Le istituzioni in ambito educativo e formativo dovranno collaborare con i partner
industriali per meglio definire la domanda di tali competenze
cruciali. I partner sociali dovranno incoraggiare l’aggiornamento
delle competenze dei lavoratori e la ricerca di opportunità di
riqualificazione all’interno del loro ambiente di lavoro; dovranno
inoltre collaborare con il mondo industriale per identificare in
che modo sostenere al meglio la forza-lavoro durante la transizione verso competenze ICT di livello superiore.
ASSOCIAZIONI INFORMATICHE
E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI
Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno
collaborare con le associazioni industriali per identificare le
carenze di competenze e con i membri professionisti per identificare dei metodi di acquisizione di tali competenze attraverso
l’istruzione professionale o quella accademica.
Professor Andrew McGettrick,
Chair of the ACM Education Board.
Pagina 25
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
RACCOMANDAZIONE POLITICA 5: Supportare una
professione ICT globale.
A causa della natura del business globale, ai professionisti del
settore ICT viene sempre più richiesto di lavorare all’interno di
team virtuali come parte della catena del valore digitale globale.
Essi forniscono soluzioni globali che vanno al di là dei confini, delle
culture e delle pratiche di lavoro internazionali, le quali portano
allo sviluppo di molteplici quadri di riferimento delle competenze,
standard educativi, codici etici e corpi di conoscenze. Si tratta di un
problema globale, non specifico della sola UE. Di conseguenza, al
fine di implementare le raccomandazioni politiche proposte, deve
essere lanciata un’iniziativa globale per affrontare questa sfida.
LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI
La Commissione Europea dovrà agevolare e sostenere la
formazione di un forum cooperativo internazionale per la condivisione delle conoscenze, che contribuisca a ispirare le linee
politiche in funzione delle migliori pratiche più adatte per essere
adottate all’interno dell’UE. Tali politiche dovranno fungere da
guida per la formazione, la struttura e la necessità di creazione
di una professionalità ICT e sostenere la distribuzione di materiale che promuova tale professionalità in tutti gli Stati membri
dell’UE. Gli stessi Stati membri dovranno promuovere il ruolo
del professionista ICT come opzione di carriera remunerata per
i professionisti attuali e futuri, nonché prendere in esame dei
modi per riconoscere a livello formale lo status di professionista
ICT.
INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI
Il mondo industriale e i datori di lavoro dovranno collaborare
con le associazioni professionali del settore informatico per
definire i requisiti di un professionista del settore
nella società moderna. Le associazioni e le società informatiche
professionali dovranno collaborare con le altre associazioni, sia
a livello nazionale sia a livello globale, per definire la natura e la
struttura della professione ICT.
Sulla base dell’esperienza
“Focus sul settore IT”
(FIT) di ICTC, un curriculum ICT gender-sensitive
per i licei ha contribuito
ad attirare e trattenere le
ragazze all’interno
di corsi basati sull’ambito STEM, con
un aumento delle iscrizioni femminili
pari al 20% dal 2012.
Dott.ssa Meenakshi Gupta, Direttore senior dell’Unità di
Politiche e Ricerca, Consiglio sulle tecnologie di informazione e di comunicazione, Canada.
Pagina 26
RACCOMANDAZIONE POLITICA 6: Gestire i rischi
dei disturbi sociali derivanti dall’implementazione
di modelli di business digitale
I recenti progressi tecnologici stanno cambiando i modelli di business in una maniera tale da rimodellare le interazioni tra l’azienda
da un lato e dipendenti e clienti dall’altro. Ricerche recenti condotte dall’Università di Oxford e dal Centro per il Business Digitale
del MIT hanno evidenziato il crescente impatto delle tecnologie
digitali e il modo in cui l’automazione di certi tipi di lavoro cognitivo intensivo influenzi le competenze e l’occupazione.
Fondamentale per questi studi si è rivelata la capacità di
riconoscere cambiamenti più rapidi del previsto nei profili delle
competenze necessarie, laddove si prevede che molte di esse
diventino obsolete. Sussiste inoltre la necessità di investimenti
e innovazione in ambito educativo e formativo, non limitatamente
al settore ICT, ma lungo l’intera economia.
LA COMMISSIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI
I recenti progressi tecnologici stanno cambiando i modelli di
business in una maniera tale da rimodellare le interazioni tra
l’azienda da un lato e dipendenti e clienti dall’altro. Ricerche
recenti condotte dall’Università di Oxford e dal Centro per
il Business Digitale del MIT hanno evidenziato il crescente
impatto delle tecnologie digitali e il modo in cui l’automazione
di certi tipi di lavoro cognitivo intensivo influenzi le competenze
e l’occupazione. Fondamentale per questi studi si è rivelata la
capacità di riconoscere cambiamenti più rapidi del previsto nei
profili delle competenze necessarie, laddove si prevede che
molte di esse diventino obsolete. Sussiste inoltre la necessità di
investimenti e innovazione in ambito educativo e formativo, non
limitatamente al settore ICT, ma lungo l’intera economia.
INDUSTRIA, ISTRUZIONE E PARTNER SOCIALI
Il mondo industriale e i datori di lavoro dovranno collaborare
con i partner sociali per comprendere come effettuare la
transizione verso nuove pratiche di lavoro e di impiego in modo
da sostenere la crescita digitale. Dovrà trattarsi di uno sforzo
congiunto, poiché in assenza di approvazione tale transizione
potrebbe condurre ad azioni industriali passibili di influenzare
negativamente la produttività economica. I partner sociali
dovranno cooperare con i rappresentanti dei lavoratori e dei
datori di lavoro per identificarele migliori pratiche di lavoro per
il futuro. La gestione delle aspettative e delle preoccupazioni
inerenti alle succitate transizioni sarà fondamentale per
garantire che in futuro i dipendenti saranno preparati a cogliere
le opportunità di aggiornamento e di riqualificazione.
ASSOCIAZIONI INFORMATICHE
E SOCIETÀ INFORMATICHE PROFESSIONALI
Le associazioni e le società informatiche professionali dovranno
promuovere la cultura dell’apprendimento all’interno della
forza-lavoro costituita dai professionisti ICT: ciò contribuirà a
sviluppare un’attitudine di “traino” delle conoscenze verso lo
sviluppo di nuove competenze all’interno della forza-lavoro. In
cambio, ciò contribuirà a preparare la forza-lavoro alle transizioni guidate dalle tecnologie.
e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione
RICONOSCIMENTI
Il presente contratto di servizio è stato commissionato dalla
Direzione Generale per le imprese e l’industria della Commissione Europea. Per tutta la durata dello studio, il nostro
contatto è stato André Richier, Amministratore principale
dell’unità Tecnologie abilitanti e ICT.
Il resoconto separato dal titolo “e-Skills: La dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione” è stato condotto
dal nostro subappaltatore, l’Innovation Value Institute (IVI)
dell’Università Nazionale dell’Irlanda a Maynooth.
Questo progetto non sarebbe stato possibile senza la generosa
partecipazione di circa 800 esperti tra i portatori di interessi
nazionali di vario tipo di tutti i Paesi membri dell’UE che ci
hanno dimostrato il loro supporto per tutta la durata del presente contratto di servizio.
Siamo grati per il supporto e i contributi offerti dal Comitato
Direttivo, composto da Liz Bacon (Università di Greenwich),
Ursula Huws (Business School dell’Università dello Hertfordshire), Allan Russell (SAS), Andrew Agerback (BCG), George
Sharkov (ESI) e Declan Brady (CEPIS).
Declan Brady del CEPIS; Gabriella Cattaneo, Vicepresidente
associato di IDC Italia; Werner B. Korte, Amministratore di empirica GmbH; Prof. Theodoros Evgeniou, Professore di Scienze
decisionali e Gestione delle tecnologie presso INSEAD; Dott.
Holmer Hemsen, del gruppo Database Systems and Information Management (DIMA), Università tecnica di Berlino; Frits
Bussemaker, Partner di CIONET; Peter Hagedoorn, Segretario
Generale di EuroCIO; Peter Hellberg, Vicepresidente ICTS di
UNI Europa; Christoph Möller, Agenzia Federale tedesca per
l’impiego; Gerard Walker, Consulente politico senior di Forfás e
Dott. Stephen McLaughlin, Direttore del dipartimento Ricerca
e Sviluppo dell’Innovation Value Institute.
Vorremmo inoltre riconoscere nello specifico il valore delle
preziose idee che siamo riusciti a raccogliere tramite le numerose interviste con i portatori di interessi e i vari sondaggi
online rivolti a centinaia di esperti. Vogliamo mostrare la nostra
gratitudine ai numerosi professionisti che hanno impiegato il
loro tempo condividendo le proprie opinioni.
Sentiti ringraziamenti a Martin Sherry, alla Dott.ssa Eileen
Doherty, al Dott. Stephen Mc Laughlin, alla Dott.ssa Marian
Carcary e alla Dott.ssa Clare Thornley dell’Innovation Value Institute, a Werner Korte di empirica, a Marianne Kolding e Gabriella Cattaneo di IDC, a Fiona Fanning del CEPIS e agli esperti
e ai partecipanti della Conferenza sulle Competenze digitali e
sull’Internazionalizzazione del 2014, tenutasi a Bruxelles il 26
marzo 2014. Ringraziamo in particolar modo gli oratori, i membri del panel e gli esperti presenti alla tavola rotonda, tra cui:
John Higgins, CBE e Direttore generale di DIGITALEUROPE;
Ralf Dreischmeier, Leader di pratica informatica globale di The
Boston Consulting Group; Dott.ssa Clare Thornley, Ricercatrice
presso l’Innovation Value Institute; Marianne Kolding, Vicepresidente dell’unità Servizi Europei di IDC;
Pagina 27
Contact Information:
Per ottenere ulteriori informazioni e per richiedere copie del presente opuscolo, contattare:
Commissione Europea
Direzione Generale per le imprese e l’industria
Tecnologie abilitanti ed Economia digitale
| ENTR/E4 BREY 10/083 |
1049 Bruxelles
E-mail: [email protected]
Innovation Value Institute
Università Nazionale dell’Irlanda,
Maynooth, contea di Kildare
Irlanda
E-mail: [email protected]
Telefono: +353 1 708 6931
Fax: +353 1 708 6916
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