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Si piange (eccome) sul latte versato

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Si piange (eccome) sul latte versato
la Gazzetta
39/10
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e
via
Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XV –
ottobre/ novembre
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– Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale
% Art c.
/B L.
/
– Filiale di Bari
Si riaccende la storica contrapposizione tra produttori e trasformatori
Si piange
(eccome)
sul latte versato
AGROALIMENTARE
Altro che
Made
in Puglia
di DIONISIO CICCARESE
P
omodoro, olio, latte,
mozzarelle: la retorica
dei convegni ed alcune
stereotipate immagini giornalistiche ne fanno di volta
in volta l’oro rosso, quello
verde, quello bianco. Ormai
è solo una discreta idea per
portare il tricolore in tavola e
nulla di più.
L’agroalimentare pugliese
perde quote di mercato, riduce i suoi margini e sempre
più spesso colleziona perdite.
In Puglia, secondo i dati Cia,
ci sono
aziende zootecniche con quasi mila addetti. I capi bovini allevati sono
mila (di cui la metà sono
vacche da latte),
mila capi fra ovini e caprini, mila
equini, mila suini e mila bufalini). Il fatturato complessivo stimato nel
si aggira
intorno ai
milioni di euro.
Non è cosa da poco.
Come da copione si riaccende la storica e ciclica contrapposizione tra produttori
e trasformatori. Un rituale stiracchiato che va in scena sul
medesimo palcoscenico e con
gli stessi attori. Solo i risultati
cambiano. In peggio. Un tempo la “colpa” dei mancati guadagni dei produttori era dei
“mediatori” (una figura spesso odiosa) capace di connettere offerta e domanda imprigionando nella negoziazione
soprattutto i produttori. Oggi
il nemico è la globalizzazione
che riducendo lo spazio e accorciando i tempi ha ampliato
in modo smisurato l’offerta.
Ma per quanto vero questo
non è che un approccio elementare. In realtà gran parte
della produzione pugliese e di
quella di tutte le altre regioni
SEGUE A PAG. 25
BISSANTI ALLE PAGG. 8 E 9
Le Regioni spendono di più e male: prestazioni scadenti
D’Ecclesiis
La sanità affonda al Sud
Si punta sul federalismo
Un uomo
una banca
una terra
L
I
a sostenibilità economica del sistema sanitario del Mezzogiorno, già oggi problematica,
nel lungo periodo rischia di saltare. È la conclusione a cui giunge uno studio di Intesa San Paolo
presentato a Roma in un convegno sulle prospettive della sanità alla luce della progressiva attuazione del federalismo. “Il Sud deve trovare il coraggio di uno scatto d’orgoglio” dice Francesca
Università
Public Camp
Commercialisti
Dati Inail
I vecchi
media
alla prova
del Web
Il futuro
anteriore
di scena
a Bari
Sostenere
la piccola
e media
impresa
Infortuni
sul lavoro
di meno
nel 2009
l recente passaggio di mano al
vertice della Banca Popolare di
Puglia e Basilicata non è un normale avvicendamento alla guida
di un istituto finanziario. Per due
ragioni: la figura e la storia personale del presidente Raffaele
D’Ecclesiis che ha lasciato la “sua” creatura e il ruolo che la stessa Banca ha rivestito e riveste in
un’area strategica dell’economia
pugliese. In genere il peso di una
banca viene valutato dai giornalisti sulla base degli utili, del numero di sportelli, della espansione
geografica. Un metodo lineare,
sintetico, di facile impatto sui
pubblici. Ma sebbene i tre “indici” trasmettano l’idea di una
banca in grande crescita, va detto che non rendono giustizia all’identità dell’istituto finanziario.
Sobrietà, concretezza, supporto alla microimpresa, valutazioni del merito del credito (ieri
più di oggi in assenza di normative rigide) con lo sguardo lungo
sui modelli di business, hanno radicato profondamente la Banca.
Il grande architetto è stato
proprio Raffaele D’Ecclesiis, capace come pochi (supportato
da una direzione generale ed
operativa di rara competenza e
affidabilità) di imprimere cambiamenti organizzativi, favorire
lo spirito di gruppo, la condivisione di scelte innovative, sviluppare attività di responsabilità sociale di impresa che la pongono
all’avanguardia. Va “in pensione” un vero Uomo del Sud, che
ama il Mezzogiorno e ha difeso
l’impresa meridionale. Il suo è
patrimonio che va custodito e
merita ammirazione. Il suo insegnamento valorizza un equilibrio
difficile: la capacità di fare banca
(e, dunque, profitti) favorendo
lo sviluppo del territorio. (d.cic.)
SPINELLI A PAG. 27
TRAVERSA A PAG. 15
DI PIERRO A PAG. 11
MOSCARITOLO A PAG. 13
BUONO ALLE PAGG. 4 E 5
Martini, sottosegretario alla Salute. Per il governatore molisano, Michele Iorio, “il federalismo fiscale potrà portare un netto miglioramento della
gestione sanitaria”. Dello stesso avviso è Enrico
La Loggia, presidente della commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo: “Non
va temuto, se applicato correttamente porterà
innovazione”.
BARLETTA ALLE PAGG. 16 E 17
Indagine – Target trascurato
Monti Dauni – Situazione sbloccata
Il marketing Elettrodotto
non è donna c’è la scossa
L
I
e donne spendono, risparmiano e gestiscono i budget
familiari ma sono snobbate da
marketing e pubblicità. Una
ricerca ha evidenziato come
le donne cercano prodotti salva tempo e tecnologie che
consentono di vivere meglio.
Il pollice nero lo conquistano
banche, assicurazioni e finanziarie che confezionano servizi
e prodotti poco chiari e poco
trasparenti.
l nuovo elettrodotto appena inaugurato da Terna sulla
linea Foggia-Lucera ( chilometri) permette di mettere in
funzione decine di parchi eolici
sulle alture dei Monti Dauni rimasti finora bloccati.
L’energia (rinnovabile) prodotta, infatti, non poteva essere “trasportata” a causa
delle linee vetuste che c’erano
prima. Oltre
le richieste di
nuovi allacci.
MUROLO ALLE PAGG. 18 E 19
LEVANTACI ALLE PAGG. 2 E 3
2
30 ottobre
05 novembre 2010
Energia
Eolico della Capitanata
Quest’area, per potenza
installata sull’eolico,
rappresenta un quinto della
produzione nazionale
%
FLAVIO CATTANEO
Realizzato da Terna:
km da Foggia a Lucera
Elettrodotto
che scossa
ai Monti Dauni
P
ale eoliche a tutto spiano, pannelli solari che
gradualmente prendono il posto di interi
appezzamenti di terreni. Non è forse lo scenario che molti si attendevano, il panorama che si
vorrebbe ammirare in campagna. Ma la tendenza
dell’ultimo miglio della nostra epoca sembra in
grado di stravolgere persino il quadro del nostro
orizzonte. La rivoluzione energetica in Puglia riserva un posto di tutto riguardo alle fonti rinnovabili. E proprio in virtù di questa trasformazione
che occorre adeguarsi in fretta. Nascono nuovi
investimenti su come veicolare l’energia prodotta,
ci si accorge forse solo ora che le reti elettriche sono troppo piccole per supportare una richiesta di
energia sempre più massiccia. Sono queste le valutazioni a monte del nuovo eletrodotto da Foggia
a Lucera (venti chilometri), che Terna ha appena
finito di realizzare in quella che sembra quasi una
linea di confine tra l’arretratezza culturale e il progresso. Siamo nei Monti Dauni, una terra falcidiata
dall’emarginazione dei giovani e dalla forte spinta
anche dei residenti a cambiare aria. Ci sono appena mila abitanti in comuni.
Vento di sviluppo
Oggi però sembra tutto possa cambiare, lo sviluppo da queste parti soffia con il vento dell’eolico. Le
pale sormontano le valli un tempo brulle e distese,
l’orizzonte è cambiato forse per sempre. L’elettrodotto di Terna arriva dunque a certificare questa
nuova tendenza che va consolidandosi nel Subappennino, terra di produzione di energia da fonti rinnovali. Una tendenza estesa in tutte le regioni del
Mezzogiorno: sono in tutto otto le nuove stazioni
elettriche realizzate da Terna in Puglia, Campania,
Calabria e Sicilia, tutte destinate principalmente alla
raccolta e al trasporto di energia prodotta dalle pale
eoliche. Un traffico impetuoso di energia da convogliare nelle reti nazionali in nuove “autostrade” più
ampie e più capienti rispetto alle vecchie linee in esercizio da quarant’anni. La Capitanata con il suo %
di potenza installata sull’eolico (un quinto della produzione nazionale) è la provincia-cerniera di questo
passaggio generazionale. Terna è pronta a sostenere l’operazione-travaso: nel quinquennio
Terna la società dell’amministratore delegato Flavio
Cattaneo (è stato anche direttore generale della Rai)
ha realizzato
chilometri di elettrodotti, investendo
milioni di euro. “Attualmente – informano
all’ufficio stampa – sono in corso di realizzazione
investimenti per oltre miliardo di euro per le rinnovabili, pari a circa il % del totale degli investimenti
programmati nei prossimi cinque anni”.
Segnale di speranza
È per questo che il nuovo elettrodotto sulla direttrice Foggia-Lucera rappresenta innanzitutto
un segnale di speranza per un territorio che ha necessità di aprirsi al “traffico” di nuovi investimenti.
L’area interessata, all’interno del quadrante Lucera-Subapennino, è di quelle a sviluppo lento, ma
potenzialmente in grado di recitare un ruolo diverso se solo ci fossero condizioni migliori. Qui le infrastrutture lasciano molto a desiderare – stradali
e appunto energetiche – nonostante tutti i parchi
eolici che svettano nella zona. La costruzione del
nuovo elettrodotto è dunque una buona notizia
innanzitutto per i produttori di energia alternativa che da oggi hanno i “collegamenti giusti” per
veicolare tutta quell’energia prodotta. Non a caso
il primo dato che balza all’attenzione sono le
richieste di connessione su scala regionale per impianti da fonti rinnovabili alla rete di trasmissione
nazionale (due terzi riguardano impianti eolici),
valore complessivo di .
megawatt.
I “parchi” in rete
Così per non disperdere l’energia del vento e del
sole sono state realizzate nuove “autostrade” dove prima c’erano vecchie mulattiere per il trasporto dell’energia da un capo all’altro. Molti parchi
eolici nel Subappennino, una volta ultimati rimanevano fermi proprio perché non c’erano allacci
sufficienti alla rete nazionale. Il nuovo elettrodotto così rimette in circolo nuova energia e decisamente più “verde” sotto la spinta di regioni come
Puglia e Capitanata che hanno fatto della scommessa sulle rinnovabili l’impegno fondante della
propria azione di governo. La Puglia con i suoi
investimenti sull’eolico produce
megawatt di
energia elettrica a beneficio della rete nazionale e
altri investimenti sono in corso per altri
megawatt. Il nuovo conduttore ad elevata capacità
di trasporto è stato dunque concepito per tener
conto dei nuovi bisogni energetici del territorio e
della svolta sulle energie alternative che proietta
la Puglia tra le regioni più virtuose in Europa.
Il nuovo elettrodotto convoglierà tutta l’energia prodotta sulle alture dell’Appennino, lungo la
dorsale appulo-campana, in un piano di ottimizzazione che potrebbe portare benefici diretti anche sulla bolletta del consumatore. L’elettrodotto lungo la direttrice Foggia-Lucera nasce dopo
sei mesi di lavori e almeno dieci anni di attese.
Basti ricordare che i conduttori appena smontati
e parametrati sulle esigenze produttive di quarant’anni fa, non erano in grado di supportare più
alcuna nuova richiesta. La linea viene riammodernata su una distanza di diciotto chilometri e
cento metri per una potenza di
kV (kiloVolt),
il quadruplo dell’energia offerta finora secondo
un calcolo certamente approssimativo, ma che
rende l’idea del potenziamento in atto.
Gli interventi
Per realizzarlo sono stati finanziati , milioni
di euro nell’ambito di un piano di un ammodernamento imponente e che punta gran parte dei
suoi interventi più significativi sulla provincia di
Foggia. Il nuovo elettrodotto sostituisce i vecchi tralicci con
nuovi sostegni per un totale
complessivo di tralicci dell’alta tensione installati lungo l’asse Foggia-Lucera. Per permettere la
costruzione degli imponenti tralicci (i lavori sono
durati da marzo a settembre) c’è stata a monte
un’altrettanto imponente mole autorizzativa
che ha coinvolto Anas, Rete ferroviaria italiana e
Ferrovie del Gargano (la linea dell’alta tensione
attraversa proprio i binari della Foggia-Lucera). I
tralicci sono grigi, colore – fa sapere Terna – che li
rende più compatibili con l’ambiente circostante,
prevalentemente composto da aree di semina.
MASSIMO LEVANTACI
2
Nel
secondo la Provincia
Capitanata verso
l’autosufficienza
L
a Capitanata sarà probabilmente la prima provincia d’Italia
(o una delle prime) a raggiungere la piene autosufficienza da
fonti energetiche rinnovabili entro il
. La previsione è contenuta nel piano di coordinamento provinciale che fa il punto sugli
investimenti sull’eolico e sul fotovoltaico negli ultimi quattro anni. Se l’eolico con il % di potenza installata (un quinto dell’intera produzione di energia dal vento nel paese) ha conquistato un
ruolo di primo piano nel sistema energetico locale, ampie falcate in avanti compie il fotovoltaico che “viaggia” alla media di
megawatt di energia installata al mese. La previsione della Provincia di Foggia è che a fine anno la Capitanata potrà fornire alla
causa dell’energia verde e dunque compatibile con l’ambiente
almeno
megawatt complessivi prodotti dai pannelli solari,
con un balzo di oltre il
% rispetto a un anno fa quando la produzione installata era di appena megawatt.
Particolarmente attive le imprese installatrici di pannelli solari che beneficiano della nuova semplificazione normativa
introdotta dalla Regione Puglia al fine di favorire l’apertura di
mini parchi solari da - kilowatt. È il caso della Ener di Roma
che si appresta ad aprire a San Marco in Lamis, centro di mila abitanti nel Gargano interno, cento impianti fotovoltaici per
piccole utenze. “Costruiamo gazebo in legno – spiega Ernesto
De Maio, amministratore di Energesco Puglia – che, oltre a
fornire energia pulita a tutta la casa, potranno essere utilizzati
anche come una copertura per arredo da giardino o come un
parcheggio di ben due automobili. I gazebo fotovoltaici da tre
kilowatt potranno essere installati in seguito alla stipulazione
di una scrittura privata tra Energesco e il cittadino. Oltre ai gazebo, per gli interessati che non hanno un giardino, gli impianti
possono essere installati anche sui tetti”.
San Marco in Lamis, dopo Lesina, è il secondo comune in Capitanata che adotta il fotovoltaico e lo promuove tra i cittadini.
Il progetto ha già superato ogni aspettativa: “Finora – dice Marcello Trento, presidente di Ener – sono quasi .
i Comuni che,
da Nord a Sud della penisola, hanno aderito all’iniziativa. I combustibili attualmente utilizzati per la produzione di energia sono
in esaurimento – aggiunge Trento – per questo è necessario
scegliere le energie prodotte da fonti rinnovabili. In Puglia, con
l’eolico e il fotovoltaico, sono stati già raggiunti grossi risultati.
m.l.
Energia
Per le rinnovabili
Gli interventi di Terna
per le fonti pulite. Per il
potenziamento delle linee
programmati 300 milioni
30 ottobre
05 novembre 2010
3
mln
Foto Paula Gent_Photoxpress
Fra potenziamento linee e impianti per rinnovabili
In Puglia opere
per 500 milioni
ma tanti dubbi
T
Un “parco” nell’aeroporto
Via al Gino Lisa
col fotovoltaico?
D
Foto Ricardo Verde Costa_Photoxpress
al potenziamento delle reti elettriche potrebbe trarre vantaggio anche il nascente parco fotovoltaico nell’aeroporto
Gino Lisa. I lavori sarebbero già dovuti cominciare, ma la società
tedesca che si è aggiudicata l’appalto per milioni di euro (in
cambio di royalty per venticinque anni) è stata fermata dai tecnici dell’Enel dal momento che il nuovo parco solare, nelle condizioni attuali, non potrebbe assolvere ai suoi compiti in quanto
non adeguatamente supportato da linee elettriche più potenti.
Quelle attuali sono infatti state realizzate trenta o quarant’anni fa, in un’epoca in cui i consumi erano notevolmente
più bassi di quelli attuali e le energie rinnovabili non esistevano.
Oggi quelle linee risultano essere troppo deboli e inadeguate
già per soddisfare i consumi di energia degli abitanti della zona. Figuriamoci per trasportare l’energia prodotta da un parco
destinato ad offrire alla causa del risparmio energetico ben
megawatt di energia pulita e incontaminata.
La centrale fotovoltaica ricavata nelle anse dell’aeroporto
foggiano (“non inficerà in nessun modo l’attività aeroportuale”, chiarisce l’amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola) è stata infatti progettata su un’area di ettari, ben oltre il % di tutta la superficie aeroportuale che misura
ettari.
Si tratta di un gigantesco investimento energetico i cui benefici diretti ricadranno su Aeroporti di Puglia (gestore dello
scalo) e anche sull’aeroporto di viale degli Aviatori, ma questo
è soltanto un auspicio dei comitati e delle associazioni sorte in
questi anni in difesa dello scalo assediato da mire speculatrici in
campo edilizio. Con i proventi del fotovoltaico i comitati chiedono, in particolare, che Adp trovi i soldi per allungare la pista
del “Gino Lisa”.
Tornando al fotovoltaico, il parco dovrebbe entrare in funzione nei primi mesi del
con un ritardo rispetto alla tabella di marcia di circa - mesi. I tecnici dell’Enel nel frattempo
dovranno potenziare la rete di “raccolta” dell’energia fotovoltaica prodotta, attraverso l’installazione di nuove centraline e
di un sistema che sia in grado di sostenere la forte offerta di
energia rinnovabile che dovrà essere immessa nel circuito elettrico nazionale come avviene già oggi per i parchi fotovoltaici
ed eolici installati in Capitanata.
m.l.
erna ha programmato interventi di potenziamento
di linee elettriche in Puglia per
oltre
milioni, più altri
milioni per la realizzazione di
impianti da fonte rinnovabile. Il grosso degli interventi è
concentrato in Capitanata con
il potenziamento dell’elettrodotto ad altissima tensione
“Foggia-Benevento”, attualmente in
fase di autorizzazione presso
il ministero dello Sviluppo Economico
e destinato a sviluppare una
potenza energetica lungo l’asse appenninico del territorio
dauno. Gli investimenti in Capitanata non si fermano qui:
sarà potenziato anche l’elettrodotto a
kV (chilo-volt)
“Foggia-Gissi” e il nuovo elettrodotto a
kV “Foggia –
Accadia”, in autorizzazione dal
. Previsti inoltre interventi
per la raccolta di energia dagli
impianti a fonte rinnovabile,
con la costruzione delle nuove
stazioni di Troia, Deliceto e Bisaccia (Avellino).
Complessivamente
Terna
ha programmato interventi a
livello nazionale per miliardi
di euro complessivi.
Tuttavia le energie alternative che poi costituiscono la
base di partenza per il potenziamento delle reti, continuano a suscitare commenti e preoccupazioni nelle associazioni
ambientaliste che giudicano
con toni sempre più allarmati
quanto sta accadendo. Se il
Wwf parla di “situazione fuori
controllo in Puglia”, Legambiente punta il dito contro la
Provincia di Foggia rea di non
aver ancora presentato un
piano per l’energia in grado
di monitorare gli investimenti. “L’assenza di un Piano Provinciale per l’Energia sempre
annunciato, ma mai effettivamente redatto ed approvato – spiega il presidente del
circolo Gaia di Foggia, Tonino
Soldo – fa sì che il territorio
della Capitanata continui ad
essere terra di conquista di imprenditori senza scrupoli, che
hanno come solo fine quello di
realizzare ingenti utili economici a scapito della salute dei
cittadini. L’assalto al territorio
Legambiente:
“Valutare
i rischi per
la salute,
i sindaci
informino
i cittadini”
con la costruzione di centrali
per la generazione di energia
elettrica oggi è imponente, infatti sono interessate Apricena
con l’impianto di Grigolin per
la produzione di clinker con la
fusione degli scarti di pietra e
che dovrà essere alimentato
con il petcoke, prodotto spugnoso o solido ottenuto dal
processo di condensazione di
residui petroliferi ed oleosi.
È lo scarto della produzione
di benzina serve per fare catrame e da biomassa e non si
sa di quale biomassa. Questo
impianto che verrà costruito a
qualche chilometro dalla città
porterà notevoli conseguenze
sulla salute dei cittadini”.
Legambiente elenca gli investimenti programmati in Capitanata, l’elenco è già abbastanza
lungo: la centrale a biomassa di
Rignano Garganico; la centrale
da megawatt a Caravelle della Caviro alimentata con vinacce e sansa; il termovalorizzatore della Marcegaglia in località
Paglia, in agro di Manfredonia
ma ai confini con il territorio di
Cerignola; l’ampliamento della
centrale da
Mw della Fenice
spa all’interno della Fiat powertrain che brucia rifiuti speciali
in particolare oli esausti; il raddoppio di un altro impianto per
rifiuti ospedalieri a Cerignola;
un impianto di produzione di
energia elettrica alimentato
da oli vegetali da
megawatt
a Castelluccio Valmaggiore; a
S.Agata di Puglia la centrale
da
megawatt alimentata a
biomassa
solida, in
particolare paglia.
“Di tutte queste centrali – sottolinea Soldo – i cittadini non sono
mai stati informati né coinvolti, come prescrive la Convenzione europea di Aarhus, ratificata da una legge dello Stato
italiano. Eppure la salute dei
cittadini è un bene fondamentale e primario e sancito dalla
Costituzione, per cui prima di
dare consensi all’installazione
di qualsivoglia impianto, bisognerebbe informare, pensare
e riflettere su quali conseguenze possano esserci per
la salute. E di questo il primo
responsabile è il sindaco, in
quanto autorità sanitaria locale”, puntualizza ancora il
responsabile di Legambiente
in Capitanata.
“È necessario, pertanto,
che i sindaci ed i consigli comunali prima di dare la disponibilità ad installare impianti,
che vanno a modificare pesantemente il territorio, abbiano
acquisito tutte le informazioni
necessarie ed abbiano informato i cittadini in merito alle
modifiche che interverranno
sul territorio ed ai possibili
danni alla salute. Il primo passo che tutte le amministrazioni fanno è quello di deliberare
sulla disponibilità ad ospitare
sul proprio territorio questi
impianti e da quel momento
purtroppo per recedere dovranno affrontare contenziosi
giudiziari con richieste di ingenti risarcimento danni, che
spesso le amministrazioni non
possono affrontare. Questo è
quello che dice l’esperienza
ecco perché prima di deliberare bisogna informare i cittadini e conoscere nei dettagli il
progetto, cosa che non accade quasi mai”.
m.l.
4
30 ottobre
05 novembre 2010
Banche
Banca Popolare di Puglia e Basilicata: il CdA dà il via libera all’avvicendamento
BPPB “cambia la guardia”
Caso succede a D’Ecclesiis
C
ambio della guardia al vertice della Banca Popolare di Puglia e Basilicata (BPPB): lascia la
carica di presidente l’avvocato Raffaele D’Ecclesiis, che sarà sostituito, nel segno della continuità,
dall’avvocato Pasquale Caso, consigliere dal
e
vice presidente per diversi anni, al cui fianco continuerà ad operare, in qualità di direttore generale, il
dottor Errico Ronzo.
Lo ha stabilito il Consiglio d’Amministrazione, che
ha accettato le dimissioni presentate da D’Ecclesiis,
deliberando tuttavia di proporre alla prossima assem-
blea la sua nomina a presidente onorario.
Durevole e prodiga di successi e soddisfazioni,
infatti, è stata l’esperienza di D’Ecclesiis da amministratore dell’istituto creditizio con sede legale a Matera e direzione generale ad Altamura. Consigliere dal
lontano
, è stato nominato presidente nel
(carica ricoperta fino ad oggi, tranne che nel periodo tra il
e il
, quando è stato vice del presidente Vito Castelli): allora la banca poteva contare su
appena nove sportelli in Puglia e Basilicata, oltreché
su circa .
soci e
dipendenti. In seguito alla
fusione fra la Popolare della Murgia e la Popolare di
Taranto, avvenuta nel dicembre
, è nata la Banca
Popolare di Puglia e Basilicata, che ha fatto registrare uno sviluppo continuo, fino a giungere agli attuali
sportelli, presenti in ben dodici regioni italiane,
con costanti incrementi delle masse amministrate,
del patrimonio e degli utili netti. La BPPB si vale oggi
anche dell’apporto di oltre .
soci e di circa .
dipendenti.
ANDREA BUONO
Presenti nel Nord con
Unite BP della Murgia e di Taranto
sedi
Nata da una fusione Rete di 146 sportelli
ha 120 anni di storia in 12 regioni italiane
N
ata nel
per effetto della fusione della Banca Popolare della Murgia con la
Banca Popolare di Taranto, la Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha alle sue
spalle oltre
anni di storia, affondando le sue radici nell’esperienza di istituti di
credito di dimensioni più modeste e a vocazione locale. Al
risale la fondazione
della Banca Cooperativa Agraria di Gravina, al
quella della Banca Mutua Popolare Cooperativa di Altamura. Nel
la fusione dei due piccoli istituti diede origine
alla Popolare della Murgia. Intanto nel
era stata costituita la Banca di Credito
Agricolo e Commerciale di Taranto, divenuta Popolare di Taranto nel
. Dopo la
fusione del
, la crescita della Popolare di Puglia e Basilicata è stata esponenziale,
estrinsecandosi (tra l’altro) in operazioni di incorporazione (ad esempio della Popolare della Provincia di Foggia) e di acquisizione di rami d’azienda di altri istituti (tra cui
a.b.
il Gruppo Capitalia e il Gruppo Montepaschi).
L
a Banca Popolare di Puglia e Basilicata può contare oggi su una rete di
sportelli, sparsi sul territorio di ben regioni italiane. Ma la peculiarità certamente più rilevante consiste nella loro diffusione capillare, che li rende presenti
anche nel Centro-Nord, nell’ottica del conferimento all’istituto creditizio di una
connotazione sempre più interregionale, da imprimere attraverso un’espansione
graduale della rete di agenzie secondo la logica dei “presidi territoriali”. Si contano infatti sportelli in Abruzzo, nel Lazio, nelle Marche, in Emilia-Romagna,
in Veneto, nel Friuli, in Piemonte e in Lombardia. Le altre filiali del Sud,
invece, se escludiamo quelle pugliesi (concentrate soprattutto nel Barese e nel
Tarantino) e lucane, operano in Campania e in Molise.
a.b.
Bilancio – La raccolta globale è a , miliardi
Primo semestre 2010
utili per 1,4 mln di euro
S
Foto Wolfgang Kraus_Photoxpress
i è chiuso con un utile netto di , milioni di euro, intanto, il bilancio semestrale al
giugno
, approvato lo scorso agosto dal Consiglio
d’Amministrazione. I mezzi patrimoniali sono cresciuti del , % rispetto a dicembre
(da
a
milioni). La raccolta globale ha raggiunto i ,
miliardi di euro (- , % sul dicembre
): quella
indiretta è stata pari a , miliardi (+ , %), quella onerosa a , miliardi (- , %). Gli impieghi a clientela
sono aumentati del % (da , a , miliardi). L’indice delle sofferenze nette su impieghi a clientela
si è attestato al , %. Il bilancio è stato accolto po-
sitivamente da D’Ecclesiis e Ronzo, i quali hanno
tuttavia sottolineato come i risultati “apprezzabili” ma non esaltanti siano da attribuire in parte al
“negativo andamento generale dell’economia”,
in parte al necessario “incremento patrimoniale in
vista delle nuove norme di Basilea ”, che prevedono requisiti patrimoniali più severi per l’operatività delle banche (rapporto più alto tra patrimonio
di vigilanza e totale attività), le quali, per essere
meno esposte ad eventuali contraccolpi in caso
di crisi, saranno forse, nel prossimo futuro, meno
a.b.
redditizie ma più stabili.
4
Banche
30 ottobre
05 novembre 2010
5
D’Ecclesiis – “Gli imprenditori puntino più sulle competenze e meno sulle relazioni”
L’ultimo “deposito” dell’ex
“Meno politica e più fatti”
“Eravamo una realtà piccolissima, combattendo
i campanilismi siamo cresciuti e abbiamo
aiutato tante aziende. Il rammarico? La
mancata fusione con la Popolare di Matera”
Caso – Il nuovo timoniere
RAFFAELE D’ECCLESIIS
“Fondamentale
“Successione
il filo diretto
nel segno
della continuità” con il cliente”
A
raccogliere l’eredità di D’Ecclesiis sarà il
neo eletto presidente, Pasquale Caso.
Avvocato Caso, quale compito l’attende?
“La mia sarà una successione nel segno della
continuità. Sarà prioritario custodire i valori che
ci ha trasmesso il presidente D’Ecclesiis. Orienterò allora la mia attività in primis a far crescere
la banca in autonomia e secondo principi di etica professionale. Poi, a continuare a sostenere
il territorio: abbiamo da questo punto di vista
dei dati incoraggianti, perché sono in aumento
impieghi, raccolta e numero dei soci. Non smetteremo inoltre di prestare la massima attenzione ai clienti, aiutando specie la micro impresa,
vera ossatura della nostra economia”.
PASQUALE CASO
Ronzo – Direttore generale
Come va fronteggiato un periodo di crisi
come questo?
“In momenti come quello attuale, di congiuntura economica sfavorevole, alcune
banche tendono a volersi mettere insieme.
Ma questo sarebbe il momento peggiore
per farlo perché nell’immediato ci sarebbero
maggiori costi ed una contrazione di crediti al
territorio. Inoltre, si finisce spesso per parlare
di esuberi. Noi invece siamo fieri del mantenimento del livello occupazionale. Stiamo tagliando su tutti i costi strutturali ma non sul
personale. Terremo sempre alta l’attenzione
per il capitale umano a nostra disposizione,
insistendo anche con gli investimenti sulla
formazione. Infine, venendo incontro alle
sollecitazioni della Banca d’Italia, abbiamo ritenuto opportuno impegnarci in un progetto
di riposizionamento organizzativo, che abbiaa.b.
mo chiamato ‘Banca Re Attiva’”.
Attivo dal
C
aso sarà sempre affiancato da Errico Ronzo,
da quindici anni direttore generale.
Dottor Ronzo, oggi si tende forse a fare del
direttore di filiale sempre più un consulente d’azienda e sempre meno un bancario e in più siamo in un’era di profonda digitalizzazione, anche
per i servizi bancari. Come vi collocate rispetto a
questi trend?
“In realtà chi ha agito in questa direzione sta
facendo gradualmente marcia indietro, perché
non si può prescindere da un filo diretto col cliente. La stessa digitalizzazione è importante ma il
rapporto con la banca non può esaurirsi in determinati servizi oggi offerti anche on line. Noi puntiamo molto sul contatto diretto col cliente, che
favorisce la vendita di prodotti eticamente possibili, l’indispensabile cura per i risparmi della vita
di una persona, lo sforzo di soddisfarne i bisogni,
più che i desideri. Al nostro venditore occorrono
umiltà, pazienza, etica, disponibilità”.
Il presidente della Banca Centrale Europea,
Trichet, ha elogiato il sistema finanziario italiano
per la capacità di resistenza alla crisi, congratulandosi soprattutto con la Banca d’Italia per la rigidità nella sorveglianza degli istituti di credito.
Cosa ne pensa?
“Che in realtà il merito non è solo della Banca d’Italia, ma anche e soprattutto della cultura
bancaria italiana, molto prudente nel consigliare investimenti e nel concedere mutui supportati da garanzie ipotecarie adeguate. La crisi
tuttavia non finirà a mio parere prima di un paio
d’anni. In questi frangenti si ricorre più spesso
al prestito della banca, che fa quindi meno utili,
pagando però le stesse tasse (che non sono baa.b.
sate sugli utili)”.
Q
uarantatré anni da amministratore, ventisei da presidente.
L’intensa e prolungata attività di Raffaele D’Ecclesiis al timone della Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha portato quasi ad
una sorta di identificazione tra l’istituto e la persona del presidente
uscente, che ha condiviso con noi alcune riflessioni sulla sua esperienza e sui mutamenti di scenario, interni ed esterni, cui ha assistito dal proprio punto di osservazione privilegiato.
Che bilancio traccia di questa lunga avventura nella BPPB?
“Siamo partiti che eravamo una realtà piccolissima. Avevamo solo tre sportelli, a Gravina, Irsina e Poggiorsini. Poi abbiamo cominciato a pensare alla fusione con Altamura (due sedi), fondando la
Murgia (cinque filiali). All’inizio della mia esperienza c’era un campanilismo molto più acceso di oggi. Ma sono riuscito a non esserne
condizionato, rispettando i patti e trattando tutti allo stesso modo.
Oggi è più facile trovare consiglieri che invece sono meno legati al
territorio in cui operano. Nel ’ c’è stata la fusione tra la Popolare
della Murgia ( sportelli) e la Popolare di Taranto ( ). Da allora in
poi abbiamo fatto salti notevolissimi, emergendo come una realtà
sana e solida, in grado di produrre costantemente reddito, patrimonio ed utili netti”.
Come sono cambiate le banche negli ultimi tempi?
“Oggi cominciamo a sentire delle campane un po’ stonate. La vigilanza è diventata molto esigente, quasi persecutoria. Non posso
condividere questa impostazione, data soprattutto dalla Banca d’Italia. Noi, a differenza di altri istituti, abbiamo comunque sempre
risposto bene alle sue sollecitazioni. Da ultimo, ci hanno chiesto di
rinnovare il CdA e ho ritenuto di dare il buon esempio dimettendomi da presidente. Da qualche tempo, inoltre, il sistema creditizio
dice che la banca è un’impresa. Ebbene, questa è un’idea che ho
sempre condiviso. La banca è un’impresa come le altre, che crea
ricchezza, come e più di altri settori, e che può incidere sui costi,
tuttora troppo elevati”.
Puglia vent’anni fa e Puglia oggi: cos’è cambiato? E l’attività di
programmazione della politica è riuscita a creare dinamica economica nei nostri territori?
“Io credo che in passato assistevamo alla creazione di ricchezza
da parte di imprenditori magari con una figura più modesta rispetto
ad oggi, ma più attenti, più vicini all’azienda. Oggi ci sono imprenditori che si qualificano tali ma che magari non hanno mai fatto il
loro mestiere o che puntano esclusivamente sulla politica. Si punta
alle relazioni, più che alle competenze. I figli di quegli imprenditori,
che erano abituati a lavorare per produrre, oggi al massimo sono
dei laureati, degli studiosi, non abituati ad occuparsi delle faccende
concrete della vita dell’impresa. Per quanto riguarda le istituzioni,
abbiamo assistito ad esempio di recente alla crisi del fotovoltaico.
La Regione ha fatto delle leggi, c’è stata una corsa ai finanziamenti,
ma ad un certo punto non c’erano più risorse. E qualcuno si era già
portato avanti coi lavori…”.
Qual è un progetto di cui va particolarmente orgoglioso e quale
invece un suo rammarico?
“Ho aiutato tantissime aziende, a tutti i livelli. In particolare
penso ad imprese edili e artigiane. Però siamo stati sempre molto
chiari. Abbiamo voluto mantenere una certa distanza dalle grandi imprese, anche considerate le nostre ridotte dimensioni. Una
mancata realizzazione, invece, è stata la fusione con la Popolare di
Matera, che nel ’ sembrava ad un passo ma che saltò per colpa,
a.b.
guarda caso, del campanilismo di qualcuno”.
nella filiale di Gravina in Puglia
Il personale formato
in un centro ad hoc
U
ERRICO RONZO
no dei fiori all’occhiello della Banca Popolare di Puglia e Basilicata è rappresentato sicuramente dalla grande attenzione riposta nella
formazione professionale dei dipendenti, concretizzatasi con la realizzazione di un Centro di
formazione del personale, con annessa Sala convegni, inaugurato nel giugno
presso la filiale
di Gravina in Puglia.
La BPPB considera gli investimenti in questione tra quelli in assoluto più strategici e che oltretutto assicurano maggiori ritorni, e ne ha dato
ampia dimostrazione facendosi promotrice di
altre iniziative.
Tra queste si segnalano la Scuola di formazione
per promotori finanziari (con la predisposizione
di un corso di preparazione all’esame di abilitazione propedeutico all’iscrizione all’Albo Nazionale dei Promotori Finanziari) e l’assegnazione
in comodato gratuito di un personal computer
a ciascun dipendente, al fine di migliorarne le
conoscenze informatiche, favorendone in sostanza l’autoformazione attraverso tecniche di
e-learning.
a.b.
BPPB: Centro di Formazione del Personale
e dei Promotori Finanziari, una sala a Gravina
6
Ambiente
Raccolta rifiuti – Ad agosto , %, a febbraio era il
, %. Nel
30 ottobre
05 novembre 2010
7
cresce la carta
Puglia: dov’è la differenza?
H
a raggiunto il , % la percentuale di raccolta differenziata
in Puglia rilevata ad agosto di
quest’anno dall’Ato Puglia, con un calo
dell’ , % rispetto a gennaio, quando il
dato era del , %. Da febbraio a luglio
la discesa è stata graduale. A febbraio
la percentuale si attestava al . %,
a marzo al . %, ad aprile al . %, a
maggio al . %, a giugno al . %, a
luglio al . %.
Quest’anno per la prima volta entra
in graduatoria il comune pugliese di
Monteparano, nella graduatoria stilata
da “Comuni Ricicloni”, l’iniziativa di Legambiente, finalizzata a premiare i comuni d’Italia con le percentuali più alte
di raccolta differenziata, ma la regione
continua a non brillare nel campo del
riciclo e del riutilizzo. Solo Monteparano, tra i comuni pugliesi, infatti, raggiunge e supera l’obiettivo di legge del
% entrando nella speciale classifica a
livello nazionale. Il piccolo comune del
Tarantino di .
abitanti, già premiato
nella scorsa edizione dell’iniziativa con
il premio di seconda categoria, ha avviato dal luglio scorso un efficace sistema di raccolta porta porta, anche della
frazione umida, che gli ha permesso di
raggiungere percentuali record oltre il
%. In questa edizione, invece, ottiene
un punteggio per l’indice di gestione di
, ** punti con una percentuale di
raccolta differenziata media dell’anno
del , %, con un risparmio di Co
di
, kg pro capite.
Cresce, invece, la raccolta differenziata nel segmento della carta e del cartone in Puglia. Nel
, infatti, sono state
raccolte oltre
mila tonnellate (+ %
rispetto all’anno precedente) con un pro
capite di , kg. È quanto emerge dal XV
Rapporto sulla Raccolta Differenziata di
Carta e Cartone pubblicato da Comico,
Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo
degli Imballaggi a base Cellulosica.
Tra le province, Bari si conferma il bacino trainante con quasi mila tonnellate raccolte e una media pro capite di
, kg (di gran lunga superiore a quella
regionale). Al secondo posto si classifica la Provincia di Brindisi con , kg/
ab. Seguono le province di Foggia ( ,
kg/ab) e Lecce ( , kg/ab). Più distanziata Taranto con un pro capite di kg/
ab. A livello comunale, la città di Bari si
conferma in ascesa con , kg di carta
e cartone differenziata da ogni abitante,
che la pongono su livelli confrontabili
con le performance delle migliori città
del Nord.
Gli ottimi risultati nella raccolta differenziata, la Puglia ha potuto beneficiare
di notevoli vantaggi economici. “Solo
nel
il sistema Comieco ha trasferito ai comuni della Regione circa , mln
come corrispettivo per i servizi organizzati” ha spiegato Carlo Montalbetti, direttore generale del Comieco.
Fare la raccolta differenziata significa
anche risparmio ulteriore in termini di
economia (per i mancati costi di discarica, ad esempio), di ambiente (mancata produzione di CO ) ma anche sociale
(nuovi posti di lavoro connessi al riciclo).
“Negli ultimi anni in Puglia, grazie alla
raccolta differenziata i benefici hanno
superato i mln di euro” – ha concluso
Montalbetti.
PIERLUIGI DE SANTIS
Presidente Silvano Macculi
Ecco Assoato
superconsorzio
S
i chiama ASSOATO l’Associazione dei
consorzi ATO titolari
della gestione dei rifiuti nella regione, che raggruppano i
comuni pugliesi, costituita presso la sede ANCI Puglia di Bari.
I presidenti degli ATO hanno approvato il regolamento proposto
dall’ANCI e hanno eletto Silvano Macculi (ATO LE/ ), quale coordinatore di un comitato esecutivo composto da altri quattro membri:
Cinzia Capano (ATO BA/ ), Matteo Valentino (ATO FG/ ), Martino
Tamburrano (ATO TA/ ), Cosimo Ferretti (ATO BR/ ).
L’ASSOATO si propone quale unico interlocutore rappresentativo degli ambiti in materia di rifiuti e nei rapporti con gli enti della
governance del servizio (Regione e Province).
L’associazione, oltre al rafforzamento istituzionale degli ATO,
si propone il coordinamento e la condivisione delle azioni per una più efficace politica integrata dei rifiuti in Puglia, dalla redazione dei Piani d’ambito all’incremento delle raccolta differenziata,
dalla verifica degli impianti, alle procedure del passaggio a gestore unico.
p.d.s
Intervista – Nicastro, assessore regionale all’Ambiente
“Lontani dal tetto del 50%
ma non c’è emergenza”
N
on c’è nessuna emergenza rifiuti ed occorre sviluppare la sensibilità sociale dei cittadini a realizzare la raccolta differenziata. Sono
i due concetti sui quali ha insistito
Lorenzo Nicastro, assessore all’Ambiente della Regione Puglia.
Come commenta la situazione
della raccolta differenziata?
“La raccolta differenziata in Puglia
è a macchia di leopardo. Ci sono situazioni di eccellenza ed altre con margini di miglioramento. La gestione dei
rifiuti spetta alle amministrazioni comunali. La Regione realizza politiche
di piano. Di recente, infatti, è stato
presentato un progetto che prevede
la predisposizione di
eco-punti in
altrettanti comuni destinati alla raccolta del rifiuto ed al suo successivo
riutilizzo. Contiamo che questa iniziativa possa contribuire a far maturare
sotto il profilo educativo il senso che
la raccolta differenziata sia la maniera
migliore per gestire il rifiuto”.
La percentuale, però, è superiore
Con milioni
Ottanta
eco-point
È
“DifferenteMente point”
il progetto dell’Assessorato all’Ecologia della Regione Puglia, al quale saranno
destinati
mln, e favorirà
anche l’occupazione di giovani e categorie difficilmente
reimpiegabili, come i cassintegrati in età avanzata. Ognuno degli
eco-point, infatti,
comporterà la presenza di tre
unità di personale. I lavoratori avranno anche la funzione
di sensibilizzatori verso i temi
della tutela ambientale e del
riciclo.
p.d.s.
al
%. Siamo lontani dagli obiettivi?
“Siamo lontani dal tetto del %.
Stiamo lavorando ma la realizzazione della raccolta differenziata spetta alle amministrazioni comunali”.
Secondo i dati dell’Ato, però, ad
agosto di quest’anno la percentuale di differenziata è scesa rispetto
all’inizio dell’anno mentre i dati del
del Comieco registrano risultati positivi per la carta e cartone.
Come spiega questo fenomeno?
“Bisogna considerare innanzitutto che la raccolta differenziata non
può prescindere dalla presenza sul
mercato dei consorzi che provvedono al loro recupero. La carta ed
il cartone hanno una valenza dal
punto di vista economico superiore
ad altri tipi di rifiuto e trovano maggiormente possibilità di essere reimpiegate”.
Prima parlava di progetti di raccolta differenziata. La Regione cosa
ha fatto?
“Si, la Regione in questi anni ha
sempre contribuito alla realizzazione di progetti di raccolta differenziata che può portarci a diminuire
sensibilmente il quantitativo di rifiuti. Ha messo in campo ogni azione
possibile per raggiungere gli obiettivi di piano ed ingenti risorse destinate alle province per incentivare
le raccolte differenziate. Al Nord
l’umido raccolto dalle abitazioni è
riutilizzato come concime organico.
Significa eliminare già una frazione
importantissima del rifiuto. Questo
è possibile attraverso sensibilità sociali che non si sono evidentemente
sviluppate a sufficienza al Sud”.
L’amministrazione provinciale di
Bari ha detto che siamo in emergenza rifiuti. Cosa risponde?
“Non c’è nessuna emergenza
rifiuti in provincia di Bari, né nelle
altre della Puglia. Le chiedo se nei
comuni pugliesi ci sono semplici sacchetti abbandonati o se è stata sospesa per un solo giorno la raccolta
differenziata”.
p.d.s.
L’ass. provinciale all’Ambiente, Barchetti, denuncia
“Discariche e impianti
deficitari nel Barese”
S
ono stati realizzati e funzionanti soltanto
due impianti di biostabilizzazione (a Conversano e a Bari), mentre è stato realizzato
soltanto un impianto di produzione del CDR
(a Conversano), impianto che non è entrato
in esercizio per problemi amministrativi e giudiziari.
La situazione nel territorio della provincia di
Bari è stata messa in evidenza dall’Assessore
all’Ambiente, Marco Barchetti, secondo il quale “circa le discariche, è in esercizio soltanto
quella di Giovinazzo, per la quale è stato autorizzato un ampliamento in senso orizzontale,
in attesa che siano realizzati i programmati impianti di biostabilizzazione e di produzione di
CDR con annessa discarica di servizio.
È da rilevare, secondo Barchetti, che “i comuni baresi dell’ATO BA risultano privi, sia di
discariche, sia d’impianti di trattamento qualsiasi genere, ragion per cui, sono stati costretti a
portare i loro rifiuti sino a Trani e, ultimamente,
nella discarica (provvisoriamente ampliata) di
Giovinazzo, previa biostabilizzazione degli stessi nell’impianto AMIU di Bari (a decorrere dal °
gennaio del corrente anno è legislativamente
inibito il versamento nelle discariche di rifiuti
“tal quale”).
Ciò ha comportato per i detti “sfortunati”
comuni costi di smaltimento ulteriori e insopportabili, con continue proteste delle Amministrazioni interessate. In definitiva si versa in
una vera e propria situazione emergenziale,
che può esplodere da un momento all’altro e
coinvolge in particolar modo i comuni dei bacini
BA e BA .
p.d.s.
8
30 ottobre
05 novembre 2010
Agroalimentare
Prezzi imposti al ribasso agli allevatori e più forniture dall’estero
Latte, torna la guerra
tra ricatto e mercato
Coldiretti: “Un litro viene
pagato 0,31 euro invece di
0,46”. Confartigianato: “Pronti
a trovare un punto di incontro
in linea col mercato”
“S
i è creato un cartello non istituzionalizzato”. Nella partita sul prezzo del
latte alla stalla in atto ormai da mesi,
il presidente di Coldiretti Puglia Pietro Salcuni ha
voluto dirlo chiaro e tondo: le industrie trasformatrici impongono di fatto un prezzo al di sotto
dei costi di produzione che rischia di portare al
fallimento gli allevatori.
“È una situazione insostenibile – ha detto
Salcuni -, non viene neanche rispettato l’ultimo
accordo del
che prevedeva un prezzo pari
a , euro al litro”. Al momento il latte viene
pagato , euro/litro. E se gli allevatori non ci
stanno, le imprese di trasformazione si rivolgono al mercato estero, con il risultato che sulle
nostre tavole vengono serviti prodotti che
parlano sempre meno italiano e tanto meno
pugliese. Il tavolo regionale attorno al quale dovrebbero sedersi allevatori e trasformatori salta
puntualmente.
L’assessore regionale all’agricoltura Dario Stefano sta tenendo duro, convinto che a breve si
troverà una soluzione. “Noi siamo disponibili a
trovare un punto d’incontro – ha detto Michele
Turturro che segue la vertenza per Confartigianato Puglia -, ma non si può pretendere un prezzo
che di fatto non trova giustificazione nell’andamento del mercato”.
Secondo Confartigianato il mancato rispetto
dell’accordo del
è solo un luogo comune.
“Dai nostri dati – ha spiegato Turturro – non ci risultano comportamenti anomali da parte dei caseifici. Del resto il nostro obbiettivo è migliorare
il rapporto con il mondo degli allevatori”.
Anche Confartigianato, insomma, si batte per
il rilancio della filiera. “Insieme agli allevatori – ha
detto Turturro – dobbiamo produrre manufatti
che siano espressione della nostra comune capacità lavorativa”. E insieme bisogna superare
la crisi che investe il settore. “Per gli allevatori la
situazione non è felice, ma neanche per noi: loro
dicono che non vogliono morire. Ma lo stesso vale per le imprese di trasformazione”.
Salcuni – “Falso che ci sia eccesso di offerta”
“L’industria fa cartello
e non rispetta i patti”
A
llevatori sull’orlo del fallimento. Imprese che acquistano
latte all’estero nonostante la presenza sul territorio di una grande
quantità di materie prime. Per far
luce sul caso del crollo del prezzo del latte abbiamo intervistato
il presidente di Coldiretti Puglia
Pietro Salcuni.
Presidente, perché non si riesce a chiudere la partita sul prezzo del latte?
“Il problema del latte e di tutte
le materie prime agricole è che
i produttori non hanno nessun
potere contrattuale. L’ultima
vertenza, quella del
, ci vide
protagonisti di grandi manifestazioni e persino dell’occupazione
di alcuni caseifici per diversi giorni. E poi cosa è successo? Dopo mesi dall’accordo, alcune aziende hanno iniziato a non rispettare
i patti. A quel punto si instaura una reazione a catena per cui nessuno rispetta il prezzo pattuito
e i produttori non possono fare
altro che piegarsi”.
Nell’immaginario
collettivo
non esiste molta differenza tra
allevatori e trasformatori.
“Invece no. Siamo al paradosso per cui l’industria agroalimentare non ci vede come degli alleati, che condividono un percorso
comune. Noi produciamo una
materia prima ottima. Eppure
molti si rivolgono all’estero, salvo
poi marchiare i loro prodotti come made in Italy”.
Le mozzarelle allora sono sempre meno pugliesi e sempre più
global?
A che punto siamo con gli accordi di programma e i PIF?
“Il problema è che non tutti
hanno aderito. Lo fanno soprattutto le imprese in fase di investimento. Adesso c’è stata la graduatoria e i primi finanziamenti.
Quando si arriverà all’erogazione
si potrà fare una prima verifica. E
se il % dell’investimento viene
meno, allora salta tutta la filiera.
La cosa è fatta bene e noi la condividiamo pienamente”.
PIETRO SALCUNI
“La maggior parte delle cagliate proviene dall’estero. Vengono
importate per fare strane alchimie. Secondo me un buon % lavora una miscela di latte italiano
e straniero. Solo un - % usa
latte nostrano”.
Presidente, riesce a intravedere soluzioni diverse da quelle
degli accordi sul prezzo?
“Io confido negli accordi di
programma e piani integrati di
filiera (PIF). Sono strumenti che
ci permettono di interloquire con
il mondo della trasformazione
a prescindere da un eventuale
aumento del prezzo: si tratta di
distribuire meglio gli utili. Ci si
mette intorno al tavolo e si definiscono i costi di produzione e gli
eventuali ricavi. I guadagni vengono ridistribuiti nella filiera. La
leva per far rispettare l’accordo,
sarebbe il diritto o meno a ottenere i finanziamenti da parte delle aziende trasformatrici.”
Intanto la vertenza continua.
“Alla luce della scorsa esperienza, vogliamo cercare di
chiudere un accordo che possa
essere rispettato. Chiediamo in
fondo che il nostro lavoro venga
pagato: il problema, insomma,
non è l’accordo in sé ma il suo
rispetto. E se qualcuno non lo
rispetta non è prevista alcuna
sanzione”.
Le aziende trasformatrici affermano che esiste un problema
di eccesso dell’offerta.
“Non è vero. Se si fa proporzione tra latte prodotto da stalle
e prodotto trasformato non c’è
abbastanza latte”.
Presidente, ci dia un’anticipazione. Quale sarà il vostro punto
di partenza nel momento in cui vi
siederete al prossimo tavolo?
“L’assessore Stefàno ha detto
che ci si riunirà nel momento in
cui i trasformatori vorranno sottoscrivere un accordo a partire
dai , euro/litro per i prossimi
tre mesi. Che aumenterebbero a
per i primi tre mesi del
”.
d.b.
DARIO BISSANTI
Servono più controlli
Agropirateria
in pericolo
l’olio pugliese
C
entinaia di migliaia di litri di olio rubato in Spagna e pronto a essere importato clandestinamente in Italia. Mentre le
autorità iberiche aumentano le inchieste e
i controlli, secondo il presidente di Coldiretti Puglia Pietro Salcuni in Italia la guardia
è ancora troppo bassa. “Se non si fanno
controlli a tappeto – ha detto – questo è il
risultato. Del resto, basta vedere il prezzo
dell’olio nei supermercati. Secondo noi, visti i costi di produzione, una bottiglia al di
sotto dei euro è già sospetta”.
Per Salcuni sarebbe necessario utilizzare
le nuove tecnologie – come la risonanza
magnetica – per migliorare i controlli. “Ma
le aziende – ha spiegato – non vogliono
certificare. Il controllo è affidato ai NAS e
alle eventuali denunce”. Per l’assessore
all’agricoltura della Regione Puglia Dario
Stefàno, il problema è sovranazionale.
“L’Italia – ha detto – deve insistere affinché l’Unione europea affronti una volta per
tutte il tema delle agro-piraterie. Entra prioritariamente in gioco il tema della etichettatura. Non può bastare – ha aggiunto – un
solo dettaglio a rendere italiano un prodotto proveniente da tutt’altro posto, un po’
come accade per i capi di alta moda”.
Il problema – come sempre – è la troppa
frammentazione del sistema delle imprese. “La filiera olivicola pugliese – ha detto
Stefàno – deve prendere il coraggio a due
mani e ispirarsi a quanto fatto dai produttori vitivinicoli. Lo abbiamo visto anche al
Salone del Gusto di Torino: le bancarelle
pugliesi, costituite in massima parte da produttori di olio extravergine d’oliva, sono
state prese d’assalto. È necessario unirsi,
consorziarsi, aggregarsi, per condividere
strategie di marketing e commercializzazione. In Trentino per le mele si fa così: passano tutte dal consorzio che ne cura promozione e commercializzazione. Da soli – ha
concluso l’assessore – non ce la si può fare
contro il Titano del mercato globale”.
d.b.
8
Agroalimentare
Foto amagill_flickr
30 ottobre
05 novembre 2010
9
Una vecchia manifestazione della Coldiretti
Intervista – Dario Stefàno, ass. regionale alle Risorse agroalimentari
“Ora l’accordo, ma poi
i produttori si uniscano”
“O
ccorre superare la logica
‘individualistica’ che caratterizza le imprese del comparto
agricolo, soprattutto al Sud”. Così
l’assessore all’agricoltura della Regione Puglia Dario Stefàno, in merito al braccio di ferro in corso per
la definizione del prezzo del latte
alla stalla. Abbiamo parlato con lui
dei problemi del comparto.
Foto net_efekt_flickr
Assessore a che punto siamo per
la definizione del prezzo del latte?
“Il settembre scorso abbiamo
insediato il ‘Tavolo Latte’, coordinato dal sottoscritto, a cui hanno
aderito le associazioni di categoria CNA Puglia, CONFARTIGIANTO
Puglia, CONFINDUSTRIA Puglia in
rappresentanza delle imprese di
trasformazione, delle Organizzazioni Professionali Agricole COLDIRETTI Puglia, CIA Puglia, CONFAGRICOLTURA Puglia, COPAGRI
Puglia e dell’ARA Puglia, in rappresentanza degli allevatori titolari di
quota latte. Il Tavolo nasce dall’esigenza condivisa di ricercare un
equilibrio sostenibile tra domanda
e offerta nel settore lattiero caseario e di giungere ad un accordo che
tracci le basi per lo sviluppo di rapporti commerciali tra produttori e
trasformatori, recuperando competitività al nostro sistema lattiero
caseario regionale”.
Come giudica il comportamento
delle aziende di trasformazione?
“Abbiamo registrato la comune
volontà di superare i limiti evidenti
dei precedenti accordi, spesso non
rispettati, basati solo sulla leva del
prezzo. Il mio auspicio è che si possa arrivare, in tempi ragionevoli e
comunque entro pochi giorni alla
condivisione definitiva di un documento che possa essere un punto
di partenza in sintonia con le aspettative e le necessità di tutte le parti.
Perché la Regione è pronta a fare la
sua parte anche successivamente,
vigilando sul rispetto dei contenuti e degli obiettivi dell’accordo che
verrà sottoscritto. Diversamente
non avrebbe alcun senso”.
Foto funadium_flickr
Si parla tanto di innovazione e
internazionalizzazione. Perché le
imprese cercano invece di risparmiare sempre e solo sui costi?
“Fanno i conti con una congiuntura terribile, aggravata dalla volatilità dei prezzi che questa globalizzazione senza regole ha portato
con sé. C’è quasi un istinto reattivo
a ricercare soluzioni immediate,
come appunto agire sui costi. Questo però non solo non paga, ma
rischia di essere controproducente, perché invece l’unica via per
resistere è quella di investire sulla
qualità di prodotto, di processo e
di commercializzazione. Riuscire
a fare sistema, aggregarsi, organizzare le filiere, favorire il ricambio generazionale, sono le uniche
chance per riposizionare la competitività del nostro sistema agroalimentare”.
Cosa c’è alla base del crollo del
prezzo del latte?
“La cronaca recente ci racconta di manifestazioni anche molto
dure in Francia o in Sardegna. Un
tema che si incrocia con quanto
detto rispetto alla volatilità dei
prezzi. In uno scenario sempre più
globale abbiamo da una parte la
resistenza dei trasformatori che difendono i propri margini di profitto ma anche una scarsa capacità di
aggregazione dell’offerta della materia prima da parte dei produttori;
dall’altra l’aggressività di una concorrenza spietata – e spesso sleale
– proveniente dai Paesi concorrenti, spesso con produzioni di scarsa
qualità e sicurezza alimentare, peraltro a costi di produzione non sostenibili rispetto al sistema italiano
ed europeo”.
Come se ne esce?
“Puntando sulla qualità della
produzione lattiero-casearia e sulla rintracciabilità dei prodotti, recuperando il valore delle chance
che questo settore non ha saputo
raccogliere nel recente passato.
Anche attraverso la messa a sistema di un marchio che ne garantisca
i requisiti di eccellenza e di tracciabilità, restituendo al sistema Puglia
la competitività ed il protagonismo
che merita”.
d.b.
DARIO STEFÀNO
L’analisi
In Puglia
Il settore Dall’estero
fa poco 86 milioni
sistema di quintali
“E
ccessiva frammentazione delle aziende, insufficiente organizzazione delle
filiere ed elevata senilità”. Sono questi secondo l’assessore
regionale all’agricoltura Dario
Stefàno le principali criticità del
comparto agricolo. “Ci stiamo
impegnando – ha detto Stefàno
– a riportare l’agricoltura al centro dell’agenda del governo regionale, valorizzando le tipicità
territoriali attraverso la tracciabilità dei prodotti per identificarne i territori di produzione”.
La strada è quella della razionalizzazione delle certificazioni,
per arrivare a un unico marchio
di Puglia. “La proliferazione dei
marchi – ha spiegato l’assessore – non ha prodotto incrementi di capacità commerciale”. Ma
i continui tagli renderanno la
strada in salita. “Le risorse – ha
detto Stefàno – diminuiranno
del %”.
d.b.
Q
uasi
milioni di quintali di latte,
cagliate ed altri derivati importati
annualmente giungono direttamente
ad oltre
aziende lattiero-casearie
pugliesi. Ed ecco che ancora una volta
il mito del made in Italy crolla. Per rafforzare i controlli contro gli agro-pirati
del comparto lattiero-caseario Coldiretti ha fatto finanziare un supporto
a disposizione delle forze dell’ordine:
si tratta del marcatore biomolecolare.
“Adesso – ha detto il Presidente di
Coldiretti Puglia Pietro Salcuni – abbiamo il primo sistema di analisi che
consente di rilevare se una mozzarella vaccina è stata realmente prodotta
con latte fresco o se, invece, è realizzata utilizzando cagliate congelate
o cagliate refrigerate vecchie”. Le
cagliate congelate da impiegare nella produzione di mozzarelle arrivano
principalmente da Lituania, Ungheria,
Polonia, Germania, ma la loro presenza non viene indicata in etichetta perché non è ancora obbligatoria l’indicad.b.
zione di origine.
10
30 ottobre
05 novembre 2010
Agroalimentare
Evoluzione dei maggiori Paesi produttori di vino
ͮͨͨͨͨ
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ͬͭͨͨͨ
ͬͨͨͨͨ
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ͪΨ
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Italia
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ͪͨͨͬ
ITALIA
ͪͨͨͭ
ͪͨͨͮ
FRANCIA
ͪͨͨͯ
ͪͨͨͰ
SPAGNA
ͪͨͨͱ
USA
Spagna
ͫͫΨ
ͪΨ
Altra Europe (senza
Romania e oldavia)
Francia
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ͫΨ
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ͭΨ
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Germania
Regno Unito
Paesi Bassi
Belgio
Altri UE 27 (senza Austria,
Finlandia, Grecia)
Argentina
Uruguay
Altre Americhe
(senza il Cile)
Africa
Altri Paesi
L’alleanza strategica è stata siglata al Salone internazionale dell’alimentazione (Sial) di Parigi
Rosati di Puglia e rosé francesi
patto nel segno della tradizione
Ottimo il riscontro per i
vini regionali nella rassegna
d’Oltralpe. L’assessore alle
Risorse agroalimentari
Stefàno: “Ora dobbiamo essere
capaci di portare sui mercati
la nostra grande indentità”
D
all’alcova al brindisi, dalla politica al vino: i destini di due nazioni sempre più uniti. Rosati
di Puglia alleati con i rosé francesi e,
a suggellare il patto, la partecipazione
di François Lebel, sindaco dell’ottavo
arrondissement di Parigi, proprio colui che nel
ha celebrato le nozze
fra Carla Bruni e il presidente della repubblica francese Nicolas Sarkozy. Ad
ottobre
Lebel con la consigliera
Martine Merigot de Treigny, alza i calici con i guru del vino internazionali,
in una sala piena di giornalisti francesi
che sanciscono un momento decisamente storico.
Da concorrenti ad alleati, un passaggio non facile, anzi una vera e propria
scommessa che – per questo primo
round – è stata vinta.
Per comprendere le tappe di questa
virata bisogna fare un passo indietro di
circa un anno e mezzo, prima di arrivare all’accordo raggiunto – a tavola, ovviamente – fra Francia e Puglia. Fra le
DARIO STEFÀNO E FRANÇOIS LEBEL
bizzarre prese di posizione dell’Unione
Europea si ritrovano anche i vini rosati.
La proposta è quella di autorizzarne la
produzione mischiando vini rossi e vini
bianchi, chiamandoli rosé blending .
Mentre i rosati, quelli veri, fatti solo
dai vini ottenuti con metodi tradizionali, la dicitura in etichetta doveva essere traditional rosé. La proposta non
piace a chi il vino rosato lo fa per bene
e da sempre. Nel coro di no contro l’Unione Europea le due voci più forti sono quelle della Francia e della Puglia.
Sventato il pericolo, salvati i vini rosati
da uno scadimento indegno di cotanta
bontà e tradizione, cala il silenzio.
Nel frattempo, però, i riflettori puntati sui vini rosé hanno prodotto vendite in aumento, curiosità alle stelle.
Questo punto di partenza, che si spera porterà al Rinascimento dei rosati,
è stata la base sulla quale ha intensamente lavorato Dario Stefàno, assessore alle Risorse Agroalimentari della
Regione Puglia, tessendo una fitta rete
di relazioni internazionali. Prima tappa, oltre frontiera, è stata l’iniziativa
varata in contemporanea con il SIAL,
il Salone internazionale dell’alimentazione di Parigi. In un’atmosfera elegante, nelle salette riservate del noto
ristorante Maitre Pierre degli Champs
Elysée, i rosati pugliesi hanno vinto la
scommessa parigina visti i commenti
positivi dei giornalisti di settore che
hanno apprezzato la selezione di rosati presentati nel simposio pugliese.
“Un evento straordinario perché
ha reso ancora più evidenti le potenzialità di cui è ricca la Puglia – ha
commentato Federico Castellucci, direttore generale dell’Organizzazione
Internazionale della Vigna e del Vino
– regione all’avanguardia in questo
settore. È una chance importante
perché il futuro si tinge di rosa, anche
nel vino. Dobbiamo avere la capacità
di dare dignità e caratterizzare bene i
vini rosati pugliesi”. A fare da tramite
in questa alleanza fortemente voluta
dall’assessore Stefàno c’è stato l’impegno del prof. Antonio Calò, pugliese, presidente dell’Accademia Italiana
della Vigna e del Vino, con il supporto
di Leonardo Palumbo, presidente di
Assoenologi Puglia, Basilicata e Calabria, nonché consigliere nazionale e
tesoriere dell’Unione Internazionale
Enologi, con il tocco al femminile di
Estelle Bossè, rappresentante dell’ottavo arrondissement, e che col marito
Romano (pugliese) gestisce il Maitre
Pierre, ed un intenso lavoro di pr sul
versante pugliese. Proprio in terra di
Francia oltre ottanta rosati pugliesi,
ottenuti da vitigni autoctoni Nero di
Troia, Bombino, Primitivo e Negroamaro, hanno vinto un’importante
scommessa: proporre il meglio della
produzione pugliese in abbinamento
ai piatti tipici a stampa specializzata
e buyer europei, con un entusiasmante riscontro. Come pure entusiasmo
ha registrato la presentazione della
recente novità delle “bollicine rosè”
pugliesi ottenute dalla vinificazione
del Negroamaro e presentata proprio
nella patria dello champagne. “Quando si hanno grandi potenzialità bisogna essere ambiziosi – ha dichiarato
l’assessore Dario Stefàno – . Siamo
venuti in Francia portando il vino rosato, uno dei tratti identitari più significativi della nostra produzione.
Dobbiamo essere capaci di portare
sui mercati la grande identità della
Puglia, facendolo in una logica di rete
e di sistema, mettendo in campo strumenti promozionali adeguati, con la
prospettiva di sinergie da realizzare
con le altre regioni italiane produttrici
di vino rosato, ma anche con gli stessi produttori francesi. Abbiamo una
tradizione produttiva, su cui iniziare
a costruire il futuro”. Ora non resta
che leggere, nelle prossime settimane, dei vini rosati pugliesi secondo il
punto di vista francese.
La Francia è il primo produttore mondiale, seguita da Italia e Spagna
ANTONELLA MILLARTE
Una storia pugliese
Un vino che “conquista” i giovani
A Salice Salentino
nel lontano 1943
la prima bottiglia
A
O
lla Puglia l’alleanza con la Francia
per i vini rosati non potrà che portare risultati positivi poiché, cifre alla mano. Da un lato, i nostri cugini d’Oltralpe,
sono fra i principali consumatori di rosé
nel mondo e in prospettiva questo accordo apre alla Puglia un nuovo canale
di export. Dall’altro, quella minima parte
che i francesi esportano è posizionata su
un target molto alto, ed anche di ciò la
Puglia potrebbe beneficiare. Un’analisi
molto precisa della situazione dei rosati
nel mondo è stata fatta a Parigi nell’ambito del rendez vous da Maitre Pierre da
Serge Dubois, presidente dell’Unione
internazionale degli enologi.
La produzione mondiale
La Francia è il primo produttore mondiale di vino rosé. Con una produzione
media di , milioni di ettolitri, che rappresentano il % della produzione mondiale, la Francia rappresenta il primo pro-
duttore mondiale di vini rosè davanti all’Italia , milioni e la Spagna , milioni.
I consumi
In Francia pressoché tutti i rosé prodotti vengono consumati nell’anno seguente la raccolta: l’equilibrio di mercato risulta quindi stretto. Da notare che
sia la Francia che la Germania consumano una quantità di rosé maggiore rispetto alla loro produzione. Mentre l’Italia e
la Spagna, così come gli Stati Uniti, consumano meno di quel che producono.
A ciò si aggiunge che i Paesi dell’Europa del Nord non produttori sono dei
consumatori importanti. Di conseguenza, per rispondere alla richiesta, i volumi
internazionali di rosé scambiati sono in
aumento di volume e di valore.
Il mercato
La quota di mercato di vini rosé francesi è passata dall’ , al , % nel periodo
compreso fra il
e il
con un forte
aumento nell’esportazione. Il consumo di
rosé in Francia è passato dal % nel
al % delle vendite nel
. Oggi il consumo di rosé rappresenta il % del consumo mondiale e questa percentuale è in
continua crescita. La quota di mercato vede un netto aumento in numerosi Paesi e
la Francia rappresenta il % del consumo
mondiale di cui il % di rosé. Se, invece,
facciamo un raffronto con gli Stati Uniti,
essi rappresentano % di cui il % di rosé.
Le ragioni di questo aumento
Il vino rosé è in contrasto con il consumo tradizionale di vino. Questa tipologia
gode del beneficio dell’immagine “non
vino” tra i giovani e le donne in contrasto con il vino rosso di “papà”.
È molto forte la reputazione del rosato come un vino facilmente accessibile
tanto a livello di prezzo quanto a livello
di degustazione, anzi, tra i giovani è il
vino più popolare. Non c’è da sorprendersi di ciò dato che il rosé si sposa perfettamente con la cucina veloce e non
elaborata che è diventata un modello
di consumo molto diffuso. Basta che il
rosé sia ben fresco per servirlo con facilità, e per questo cresce senza sosta il
suo consumo al di fuori dei pasti. Se a ciò
si aggiunge che è un vino facilmente accessibile tanto a livello di prezzo quanto
a livello di degustazione, ecco altri motivi che lo rendono popolare fra i giovani.
“Il rosé è un vino che sopporta meno
degli altri la mediocrità e le approssimazioni. Per adeguarsi alla domanda è necessario un miglioramento costante della
qualità – ha concluso il presidente Serge
Dubois – tramite selezioni rigorose della
vendemmia, una tecnologia e un’igiene
irreprensibili. I produttori non devono
ignorare queste esigenze e devono essere capaci di adattarsi a tali vincoli”.
a.m.
gni rosato stappato in Italia è legato alla Puglia. È
nel
che, a Salice Salentino,
viene imbottigliato il primo vino rosato italiano: il Five Roses.
Il nome scelto dalla nobile famiglia Leone de Castris fa riferimento ad una contrada nel che
si chiama “Cinque Rose”.
Nasce per caso, quando sul
finire della seconda guerra
mondiale il generale Charles
Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze
alleate, chiede una grossa fornitura di vino rosato.
Oggi nel museo aziendale è
conservata una di quelle bottiglie americane di birra in cui
i rosati di Puglia hanno cominciato il loro grande viaggio nel
mondo.
a.m.
10
Consulenza
30 ottobre
05 novembre 2010
11
Treglia – Il pres. dell’Ordine di Bari sull’intesa con Abi e Unioncamere
Commercialisti in campo
per il credito alle imprese
L’idea presentata a Napoli: costituire in ogni Ordine un gruppo
di professionisti accreditati per certificare alle banche la
situazione economico-patrimoniale delle piccole aziende
GIORGIO TREGLIA
C
ommercialisti in campo per favorire l’accesso al credito delle
piccole imprese. Dal secondo Congresso nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, svolto a Napoli dal
al ottobre ( .
iscritti presenti), il risultato più importante che
ne è uscito è un protocollo d’intesa sottoscritto da Consiglio nazionale dell’Ordine, Abi e Unioncamere. Un aiuto concreto alle piccole
realtà produttive del territorio, strette fra la crisi e le difficoltà di
ottenere crediti dalle banche.
Ne abbiamo discusso con il presidente dell’Ordine di Bari Giorgio Treglia.
Presidente, vi siete fatti promotori di una soluzione per un problema grave per le piccole aziende come quello per l’accesso al
credito. Quali sono le novità?
“Sì, innanzitutto va detto che il congresso si è diviso in forum
con delle tematiche particolari: sul fallimento, sulle misure di prevenzione, sulla finanza. Io ho partecipato ad alcuni di questi forum
e ho ritenuto di grande valenza quello che ha visto il protocollo
d’intesa fra l’Abi, quindi le banche, l’Unioncamere e il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. L’obiettivo è di unire queste tre
realtà con il fine di costituire, in ogni Ordine locale, un elenco di
dottori commercialisti accreditati che possano redigere un parere
su quelle che sono le situazioni economico-patrimoniali delle picco-
Terza edizione
Congresso
del 2012:
sarà a Bari
le aziende e delle ditte individuali in modo tale che la banca possa
avere maggiore contezza e più trasparenza di quello che è il dato
della piccola azienda”.
Che tipo di analisi verrebbe effettuata?
“Mi vengono in mente ad esempio le rimanenze di magazzino.
Il collega dovrà andare in azienda, verificare a quanto ammontano
queste rimanenze, e certificare. Quindi si tratta di dare maggiore
snellezza alla pratica in modo che la banca possa contribuire a elargire il credito”.
Alcuni istituiti, tra cui uno pugliese, hanno già dato parere positivo.
“Sì, devo dire con grande soddisfazione che a questo confronto
sono intervenute la Banca Popolare di Vicenza e la Banca Popolare
di Bari, che rappresentava il nostro territorio. Un dirigente dell’istituto pugliese ha detto queste testuali parole: la Banca Popolare
di Bari ha avuto uno sviluppo a due cifre proprio perché si è inserita in questo momento storico in un segmento che è stato lasciato
dalle grandi banche. Credo che abbia ragione, perché lo sviluppo
dell’economia passa dal sostegno alle piccole e piccolissime realtà
produttive”.
ALESSANDRO DI PIERRO
S
arà Bari a ospitare la terza edizione
del Congresso nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili,
in programma tra due anni. Le prime
due edizioni si sono svolte a Torino,
nel
, e a Napoli nei giorni scorsi.
“Un risultato importantissimo per la
categoria – ha detto Treglia – frutto di diversi tasselli che l’hanno reso
possibile: innanzitutto i due consiglieri nazionali che hanno operato bene
in sinergia col nostro Ordine, poi lo
stesso Ordine di Bari che ha operato
in sintonia col Consiglio nazionale e il
presidente Siciliotti”.
Il congresso, oltre che per la categoria, sarà un’occasione per il capoluogo
pugliese. “Avevamo in contrapposizione Rimini – ha aggiunto Treglia – che ha
delle soluzioni logistiche spettacolari. A
Bari fra le possibili sedi dell’evento, che
decideremo nei prossimi mesi, ci sono il
rinato Petruzzelli e il Centro congressi
della Fiera del Levante che, mi dicono,
sarà pronto a breve”.
a.d.p.
su
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via
12
Lavoro
Inail – In Puglia nel
.
30 ottobre
05 novembre 2010
13
incidenti, l’ % meno del
Meno infortuni
sul lavoro
(ma restano troppi)
Foto Stanislav Komogorov_fotolia
S
ono stati .
gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail in Puglia
nel
. Un calo dell’ % rispetto al
che ne aveva registrati quasi mila. La provincia più ‘infortunata’ è quella
di Bari con circa mila casi registrati l’anno scorso, contro i quasi mila di quello
precedente. Oscillano solo, si fa per dire,
tra i .
e i circa .
, invece, nelle altre province pugliesi. Sono questi i dati
diffusi dall’Inail nell’ambito della ma edizione della Giornata Nazionale delle Vittime degli incidenti sul Lavoro, celebrata
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e organizzata dall’ANMIL
Onlus, associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro attiva da
quasi settanta anni. Per la maggior parte di tratta di uomini, di capofamiglia in
nuclei monoreddito. Si tratta di casi che
balzano agli onori della cronaca per pochi
giorni, per poi cadere nel dimenticatoio,
lasciando le famiglie nella disperazione e
nelle difficoltà economiche.
Qui da noi al Sud è quasi sempre
il capofamiglia a subire l’infortunio –
spiega Giuseppe Cedola presidente
dell’ANMIL della provincia di Foggia –
l’unico ad avere un reddito più o meno
stabile, e questo significa la riduzione
drastica del reddito principale della famiglia. L’ANMIL ha lottato in questi anni perché anche gli orfani e le vedove
rientrassero tra i soggetti svantaggiati
in base alla legge n.
del
relativa
al collocamento al lavoro delle categorie protette, ma a tutt’oggi non ha ancora trovato concreta applicazione . È
il settore dell’industria e servizi a far re-
gistrare l’incidenza maggiore, seguito
da quello dell’agricoltura. In aumento
anche i casi di infortunio denunciati dai
dipendenti statali: dai .
del
si
è passati ai .
del
.
Da non dimenticare anche che non di
rado l’infortunio occorre quando i livelli
di contribuzione sono ancora piuttosto
bassi, soprattutto quando bassa è l’età
dell’infortunato, tra i
ei
anni. In
caso di incidente mortale l’Inail assicura
una rendita pari al % dello stipendio
percepito dal dipendente deceduto, di
cui un % spetta alla vedova/o, mentre
il restante
% ai figli minori: quando
questi ultimi raggiungono la maggior età, perdono ogni diritto, ma soprattutto
alla famiglia rimane solo quel % per il
sostentamento. Non molto dissimile è
la situazione in Basilicata. Le cifre sono
inferiori, ma il tenore è lo stesso. Quasi
.
casi nel
, poco meno di mila e
nel
. Qui il calo più consistente è stato registrato a Matera (quasi
nel
, circa
nel
),
mentre a Potenza è rimasta – purtroppo
– sostanzialmente invariata, attestandosi in entrambe le annualità intorno ai
mila di infortunio.
Dal ° giugno
è attivo su tutto il
territorio nazionale il patronato ANMIL,
che si differenzia dall’attività dell’associazione, senza stravolgerne gli obiettivi
e le finalità che le sono connaturate: servizi gratuiti di assistenza fiscale, di reinserimento professionale, di previdenza
e assistenza sociale.
ENZA MOSCARITOLO
Bari guida la lista nera
Ultimo anno
70 i morti
S
ono stati i morti sul lavoro in Puglia nel
. Soltanto cinque
in meno l’anno successivo. La triste contabilità del resoconto
dell’Inail abbraccia tutti i settori: agricoltura, industria e servizi. La
provincia dove è registrato il numero più alto di incidenti mortali è
quella di Bari ( nel
, nel
), seguita da Foggia ( nel
,
nel
), Taranto ( nel
, nel
), Brindisi (
nel
, nel
), Lecce ( sia nel
che nel
). Anche
la Basilicata piange le sue morti bianche. Venti le vittime cadute
nel
( nel materano e nel potentino), cifra che scende a
tredici l’anno successivo (due nella Città dei Sassi, undici nel capoluogo di regione). In Italia oltre mille persone hanno perso la vita
nel
per incidenti sul lavoro, circa
sono morte in seguito
ad una malattia professionale: Queste cifre dimostrano – dicono
all’ANMIL – che l’impegno comune finora profuso non è assolutamente sufficiente a tutelare la salute dei lavoratori e per questo
merita attenzione più costante .
e.m.
Attivato a febbraio, ammonta a circa 350mila euro
Per le famiglie delle vittime
istituito un fondo regionale
È
stato istituito lo scorso febbraio
un fondo regionale per le famiglie delle vittime degli incidenti sul
lavoro. Il fondo di solidarietà, che
ammonta a circa
mila euro, è
un contributo assistenziale “una
tantum” ai congiunti degli uomini e
delle donne che perdono la vita nei
cantieri, nei campi e, più in generale, nei luoghi in cui svolgono le loro
mansioni lavorative. Il contributo è
aggiuntivo rispetto ad eventuali emolumenti o indennizzi derivanti da
altri obblighi di legge, assicurativi o
previdenziali spettanti alle famiglie
di lavoratori residenti nel territorio
pugliese e vittime di incidenti avvenuti nella stessa area.
Il contributo verrà erogato anche
alle famiglie di cittadini immigrati
deceduti in seguito ad incidenti sul
lavoro e in caso di incidenti domestici mortali (la Puglia è la prima regione italiana a muoversi in questo
senso). Con questo provvedimen-
Con CapaRezza
moltissime persone.
Una quota non inferiore al % è
destinata alla realizzazione di misure di sostegno socio-educativo,
scolastico, formativo e del tempo libero in favore dei figli dei lavoratori.
I figli legittimi, naturali riconosciuti
e adottivi possono accedere a tali
risorse se risiedono in un comune
pugliese, hanno un’età non superiore ai
anni o sono iscritti ad un
servizio socioeducativo per la prima
infanzia, scolastico di ogni ordine e
grado oppure a un corso universitario o di formazione professionale.
I contributi sono utilizzabili per
coprire le spese riguardanti tasse
d’iscrizione; rette di frequenza;
acquisto dei libri di testo e di ausili
scolastici per studenti diversamente
abili; servizio mensa, abbonamento
per uso scolastico al servizio di trasporto; attività formative, sportive
o ricreative.
e.m.
Teresa Sassano – Titolare Sicurtec Italia
“Imprese poco attente
nel campo sicurezza”
Musica
in campo
M
D
ichele Salvemini, in arte CapaRezza, ha portato in una delle sue ultime
canzoni di successo il tema
delle morti bianche in Puglia.
“Vieni a ballare in Puglia”,
interpretata come una lode
alla sua terra, è in realtà un
triste atto di denuncia: …
io conto i defunti di questo
Paese, dove quei furbi che
fanno le imprese, no, non
badano a spese… Ho un
amico che per ammazzarsi
ha dovuto farsi assumere in
e.m.
fabbrica .
to – spiega l’assessore al Welfare,
Elena Gentile, che l’ha proposto
nella passata legislatura – vogliamo
manifestare una vicinanza concreta
a chi vive il dramma della perdita di
un proprio familiare in seguito a un
incidente sul lavoro. Questa legge
ha un valore non solo simbolico, e
registro con grande soddisfazione
la piena concordanza di vedute con
l’opposizione .
Tutti i benefici sono riconosciuti
per gli eventi mortali avvenuti a partire dal primo gennaio
. Ci pare
una dotazione sufficiente rispetto
alle statistiche sulle morti bianche
da noi riportate – ha aggiunto l’assessore – e in caso di necessità potrebbe essere implementata. Ci auguriamo naturalmente che non ci sia
mai bisogno di utilizzare questi soldi . Il contributo è previsto anche
nel caso in cui la vittima risulti priva
della copertura assicurativa obbligatoria, una condizione che colpisce
ifficoltà, resistenza, diffidenza. Qualche volta indifferenza. Sono queste le parole più
comuni quando si parla di sicurezza nei rapporti con la categoria degli imprenditori. È quanto
afferma Teresa Sassano, titolare della Sicurtec
Italia, società di consulenza per la sicurezza sul
lavoro e gli adempimenti obbligatori. Il quadro
che emerge è cinico e non fa sconti: Incontriamo ancora molte difficoltà nel far comprendere la cultura della sicurezza agli imprenditori
– racconta – è un malcostume generale, non
si percepisce ancora l’importanza della tutela.
La convinzione più diffusa è quella che si tratti
di un mero adempimento cartaceo per evitare
sanzioni. Per fortuna, le giovani generazioni di
imprenditori non la pensano così. È con loro che
lavoriamo nella speranza di far breccia in una
sensibilità aziendale .
I settori in cui la Sicurtec opera prevalentemente sono quelli presenti nel tessuto economico pugliese e più in generale del Sud Italia, vale a
dire quello metalmeccanico, edile e agricolo, ma
è soprattutto in questi ultimi due comparti che
si registrano le maggiori difficoltà, oltre che inadempienze, anche se negli ultimi anni un po’ di
cose sono cambiate, grazie anche ai controlli più
stringenti. Si parla di adeguamento documentale e strutturale – prosegue – ma per gli imprenditori, anche perché si trovano in mille difficoltà, si
tratta solo di un costo e non di un investimento.
Per questo è importante la collaborazione dei
consulenti del lavoro, commercialisti e avvocati
che affiancano gli imprenditori .
e.m.
14
30 ottobre
05 novembre 2010
Lavoro
Accordo con tre associazioni: il Ministero del Lavoro ha stanziato dieci milioni di euro
Manager senza lavoro
incentivi per assumerli
S
ono stati predisposti una serie
d’incentivi, fra i quali un finanziamento di
mln del Ministero del Lavoro per sviluppare la competitività delle imprese e favorire il
ricollocamento dei dirigenti over
disoccupati. Lo stanziamento è stato
reso possibile grazie ad un accordo
firmato da Manageritalia, Federmanager e Italia Lavoro. Il Ministero del
Lavoro ha inizialmente messo a disposizione tale finanziamento, ipotizzando l’assunzione di .
dirigenti. Tra
pochi giorni, comunque, Italia Lavoro,
presente con sue sedi sull’intero territorio nazionale, bandirà un avviso
pubblico con un “invito a manifestare
interesse” rivolto a tutte le imprese
che vogliano cogliere questa importante opportunità. Tale incentivo è
cumulabile a quelli già previsti per
l’assunzione di dirigenti disoccupati
di ogni età nelle imprese fino a
dipendenti dall’art.
della legge n.
/ , che abbatte per un anno del
% il contributo previdenziale INPS,
arrivando così a poter inserire in azienda un dirigente con un iniziale forte abbattimento del costo del lavoro
pari a - mila euro a seconda dei
casi. Altri incentivi sono poi previsti in
alcuni casi a livello provinciale e regionale. Nel periodo gennaio-settembre
del
sono . , di cui
in Puglia.
In questo modo i manager italiani
hanno la possibilità di essere riconosciuti come indispensabile fattore per
aumentare la competitività delle imprese e puntare allo sviluppo. L’opportunità di godere degli incentivi previsti
dal finanziamento ministeriale è rivolta alle aziende che assumeranno dirigenti over
disoccupati. Si tratta di
un contributo di mila euro per ogni
dirigente assunto a tempo indeterminato o determinato per
mesi o di
mila euro nel caso di assunzione a
tempo determinato o con contratto di
collaborazione di almeno mesi.
La novità è emersa durante l’Assemblea di Manageritalia Bari, che ha rappresentato un momento importante
L’iniziativa, per favorire
il ricollocamento dei dirigenti
over 50 disoccupati, è cumulabile
con quella già in atto che non
prevede limiti di età
GIUSEPPE TRISCIUZZI
Possibilità di risparmio sui costi aziendali
Ma la figura è ancora poco utilizzata
Quattro le misure Nel 2010 in Puglia
per l’occupazione meno licenziamenti
S
S
ono quattro le misure che prevedono incentivi per la ricollocazione dei dirigenti. L’accordo con Italia Lavoro prevede un investimento statale di mln
destinato a finanziare contributi alle aziende che assumono dirigenti disoccupati
over . Le misure sono di mila euro per ogni assunto a tempo indeterminato
o determinato di almeno
mesi; mila euro per assunzioni con contratto a
tempo determinato di almeno mesi; mila euro per assunzioni con contratto
di collaborazione di almeno mesi. L’estensione delle agevolazioni contributive per i DPN ai dirigenti over , la stessa prevista per i DPN ma riferita ad
un solo anno di attività, anziché tre, invece, prevede un minor accantonamento
previdenziale al Fondo Negri e la non attivazione della garanzia capitale differito
dell’associazione Antonio Pastore.
Il risparmio annuo sul costo aziendale è pari a circa , mila euro. Con il minimo
di base ridotto per dirigenti over , le aziende possono applicare per i primi tre
anni dalla data di assunzione un minimo base inferiore a quello stabilito dal contratto nazionale. Il finanziamento art.
della Legge
/ è una norma che,
per incentivare l’assunzione di dirigenti privi di occupazione, prevede l’erogazione di un contributo alle imprese pari al % della contribuzione dovuta agli istituti
p.d.s.
di previdenza (Inps ed Inail) per una durata non superiore a mesi.
per informare e valutare come coinvolgere e portare concreti vantaggi
anche alle imprese della città e della
regione. Fra i temi sul tavolo vi è la scadenza a fine anno del contratto per i
dirigenti del settore terziario, l’ultimo
di quelli da rinnovare ed il più importante perché interessa il % di queste
figure. Per questo l’organizzazione
dei dirigenti sta mettendo in piedi una
piattaforma di proposte da presentare
a Confcommercio.
“In questo modo – spiega Giuseppe
Trisciuzzi, presidente di Manageritalia
Bari – pensiamo che sia possibile dare
una forte spinta alla competitività delle aziende, soprattutto delle piccole e
medie imprese, inserendo in azienda
Tabella – Italia: Dirigenti e aziende con dirigenti nel settore privato (
Dirigenti
Dimensione aziendale
Fino a dipendenti
Da a dipendenti
Da a dipendenti
Da a dipendenti
Da
a
dipendenti
Da
dipendenti poi
Area geografica
Nordovest
Nordest
Centro
Sud
Estero
Aziende con dirigenti all’interno
Dimensione aziendale
fino a
da a dipendenti
da a dipendenti
da a dipendenti
da
a
dipendenti
da
dipendenti in poi
Area geografica
Nordovest
Nordest
Centro
Sud
Fonte: elaborazioni Manageritalia su dati Inps, Istat, ecc.
I MANAGER PRIVATI LICENZIATI IN ITALIA, BARI E PUGLIA
: mila dirigenti licenziati in Italia, di cui
in Puglia/Bari
.
,
.
.
.
.
.
,
,
,
,
,
,
.
.
.
.
.
.
,
,
,
,
,
,
)
ono scesi i dirigenti licenziati in Italia ed in Puglia e continuano ad essere figure poco presenti nelle piccole medie imprese del Sud, in particolare della Puglia. Se nel
erano
mila, di cui
in Puglia/Bari e
nel
erano saliti a
mila, di cui
in Puglia, nel periodo gennaiosettembre del
sono . , di cui
in Puglia. Rispetto ai primi mesi
del
i dirigenti licenziati risultano in Italia in calo del % e in Puglia/
Bari del %.
La figura del dirigente al Sud ed in Puglia, comunque, non è molto diffusa. Secondo l’elaborazioni Manageritalia su dati Inps ed Istat (Tab. ), nel
, infatti, sono .
i dirigenti nelle regioni del Sud ( , %) e .
( , %)
le aziende che hanno all’interno tale figura professionale. Secondo l’elaborazioni Manageritalia su dati Inps, dai quali sono esclusi i dirigenti che
lavorano all’estero (Tab. ), in Puglia sono .
uomini e
donne ( .
in totale).
Il rapporto tra dirigenti e dipendenti è dello , % (il dato nazionale è dello
, %). Tra i dirigenti, in particolare, gli uomini sono , % e le donne lo , %.
Tra i dipendenti, invece, gli uomini sono il , % e le donne il , %.
p.d.s.
.
.
.
.
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
PIERLUIGI DE SANTIS
Tabella – Italia: Dirigenti per sesso e regione e rapporto dirigenti
dipendenti (
)
uomo donna totale
Piemonte
.
.
dir/
dip
.
uomo donna totale uomo donna totale
.
Valle d’Aosta
Lombardia
.
Liguria
.
Trentino Alto Adige
.
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Emilia Romagna
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Toscana
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Umbria
Marche
Abruzzo
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Veneto
Friuli Venezia
Lazio
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chiaro, del resto, che l’inserimento di
alte professionalità manageriali nelle imprese, anche e soprattutto nelle
piccole, sia al primo posto tra i fattori
prioritari per permettere alle aziende
di uscire al meglio dalla crisi e soprattutto competere”.
con contratti dirigenziali a tempo indeterminato o determinato validi manager che sempre più spesso oggi hanno
una parte della retribuzione variabile e
legata ai risultati. È un modo concreto
per migliorare una situazione che nel
settore privato vede in Italia solo
mila dirigenti operare all’interno di
poco più di
mila aziende. È ormai
Molise
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Campania
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Puglia
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Basilicata
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Calabria
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Sicilia
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Sardegna
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Totale Italia*
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Fonte: elaborazioni Manageritalia su dati INPS
*Sono esclusi i dirigenti che lavorano all’estero
,
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,
: mila dirigenti licenziati in Italia, di cui
in Puglia/Bari
: nel periodo gennaio-settembre . dirigenti licenziati in tutt’I-
.
talia, di cui
in Puglia/Bari. Rispetto ai primi mesi del
i dirigenti licenziati risultano in Italia in calo del % e in Puglia/Bari del %.
14
Comunicazione
15
30 ottobre
05 novembre 2010
L’evento, dall’ al dicembre, inserito nel Festival dell’Innovazione
Public Camp ritorna
al... futuro anteriore
“
‘Immaginificazioni sul futuro anteriore’ è il tema del Public
Camp
ovvero ciò che prende corpo oggi ma che vedremo realizzarsi solo compiutamente nel futuro”: Eugenio Iorio, dirigente della comunicazione istituzionale della Regione Puglia, descrive così il meeting dei comunicatori pubblici di Puglia e
di Italia, in programma alla Fiera del Levante dall’ al dicembre.
Inserito nell’ambito del Festival dell’Innovazione l’evento, giunto alla terza edizione, si trasformerà in un articolato programma
scientifico con una più ampia visione internazionale e mondiale sui
temi dell’economia della conoscenza, della ricerca e dell’innovazione, della società delle reti, della pubblicità e del design, delle mutazioni dei territori e dei saperi.
Filosofi, guru della comunicazione e del marketing, pubblicitari
di fama mondiale e internazionale, linguisti, giornalisti, politologi,
opinionisti, massmediologi, hacker del software, fisici e studiosi
della rete, urbanisti ed architetti animeranno il Public Camp
.
Molteplici e diversificate saranno le modalità attraverso cui si
articolerà il dibattito tra i partecipanti: sono previsti, infatti, convegni, master diffusi e workshop, forme tradizionali di confronto,
dibattito e insegnamento, ma anche soluzioni più flessibili come
laboratori e stage, con il ricorso frequente ai social network.
L’ dicembre si parlerà di “società delle reti: quando la comunicazione produce agire pubblico” alla presenza, tra gli altri, di Andrea
Genovese, Luigi Crespi, Nando Pagnoncelli e Fausto Colombo. Il
e il ci si concentrerà su “isole nella rete: immaginificazioni sul
futuro anteriore” con la partecipazione di Carlo Massarini, Paolo
Iabichino, Michelangelo Tagliaferri, Carlo Ratti, Francesco Franchi,
Will Brown, Marco Tarchi, Salvatore Iaconesi, Oriana Penelope, Alex Giordano, Michel Massefoli, Giovanni Lussu, Viktor Mayer-Schoenberger e Simon Anholt. Non mancheranno lectio magistralis di
Albert Lázló Barabási e Aron Betsky e confronti/scontri su “potere
e sfera pubblica nell’era delle reti” (Dionisio Ciccarese arbitrerà il
“ring”: tra i contendenti Stefano Cristante e Derrick de Kerckhove)
e “comunicazione, reti, potere” (Manuel Castells contro Carlo Formenti: a moderare sarà Lino Patruno). Ulteriori notizie sul sito web:
http://publiccamp.regione.puglia.it.
FABIO TRAVERSA
Puglia–Area Politiche per
LaloRegione
Sviluppo, Lavoro e Innovazione–
Avviso della Regione Servizio
Comunicazione Istituzionale
ed altri soggetti singoli o associati, che
intendano promuovere la propria immagine attraverso il partenariato con l’Amministrazione Regionale. Le proposte di
sponsorizzazione potranno essere presentate fino al novembre
(dalle
. alle . dal lunedì al venerdì) e
dovranno essere inviate a mezzo servizio postale, o servizi similari, o con consegna a mano al protocollo del Servizio
Comunicazione Istituzionale (Lungomare Nazario Sauro ,
Bari).
f.t.
ha indetto un avviso pubblico per la
realizzazione di servizi di corporate, allestimento, ospitalità, interpretariato,
accoglienza durante il Public Camp
.
Le candidature possono riguardare
sponsorizzazione di natura finanziaria
e/o tecnica (erogazione diretta di servizi o fornitura di beni). I soggetti ai quali
è rivolto l’avviso a manifestare interesse sono enti pubblici o privati, imprese
Occasioni
per sponsor
e servizi
EUGENIO IORIO
L’uditorio di Public Camp
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di Dionisio Ciccarese
Le chiacchiere
non servono
Puglia svegliati!
V
ia via i sospetti stanno
prendendo forma: questa campagna elettorale
rischia di non dare alcun valore
aggiunto alle prospettive della
Puglia. La situazione diventa
paradossale perché ci fa rimpiangere persino la stagione
della comunicazione politica intrisa di promesse. Quella politica dell’annuncio che porta i vari
esponenti a spararla sempre
più grossa nel tentativo (spesso
riuscito) di incantare un elettorato credulone e smarrito. Cambiali mai portate all’incasso. Ma
oggi non è più così.
I modelli di rappresentazione della TV e l’autoreferenzialità con gli altri media hanno
innescato un meccanismo di
circolarità
dell’informazione
che imprigiona le notizie in un
paradigma sempre più lontano
mana Federico Pirro, docente
di Storia dell’industria nell’Università barese, in un editoriale
sul nostro giornale ha rotto gli
indugi e, con l’eleganza che lo
caratterizza, ha rivolto ai candidati una di quelle domande che
una volta tra i banchi di scuola
si definiva “a piacere”: per favore, diteci qualcosa di economico. Diteci, insomma: quale idea
della Puglia avete in testa per
i prossimi anni? Quali sono le
strategie su cui si deve puntare
per lo sviluppo? Come la Puglia
intende allinearsi all’Europa?
E se non bastasse in un altro articolo il prof. Giovanni
Ancona, docente di Economia
Politica nella medesima Università, con eguale accuratezza e
interpretando i dati della crisi
ha “stroncato” facili entusiasmi
sottolineando che sarà la ripresa
Sì
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Elezioni regionali – Scelte strategiche e operative fondamentali attendono il Governatore
Vendola, una vittoria palese
di Dionisio Ciccarese
E
Comunicazione,
potere
e governance
h sì, è stata una vittoria palese. E anche annunciata. A
dispetto dei giochini paracomunicativi che in preda alla disperazione si è tentato di fare per
ribaltare un rapporto che non è
mai stato in discussione. Vendola
ha vinto, ma in realtà non è solo
Palese ad aver perso. Piuttosto è
stato il centrodestra. Si può dire
quel che si vuole e cercare con
le parole di camuffare la realtà:
Palese non ha mai avuto alcuna
chance. Qui accanto pubblichiamo la riproduzione delle tre prime
pagine de “La Gazzetta dell’Economia” che riportano i dati cui
parte. Piepoli ne aveva sorriso e
aveva sottolineato: “Bisogna solo aspettare qualche settimana.
Vedremo”. Abbiamo visto.
Non è certo questo il fulcro
del nostro ragionamento, ma ne
esprime perfettamente l’atteggiamento. Una miscela di ignoranza
e supponenza con un esito scontato: il disastro elettorale. Ora si
discute dei “se” e dei “ma”. Di
una diversa possibile configurazione dei candidati. È troppo tardi.
Vendola non solo ha vinto, ma ha
già disegnato il “framing” nel cui
recinto si giocherà la nuova discussione politica: la fine dei partiti.
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Vendola al comando
braio
7 feb
2
L’esito del nostro sondaggio:
il Governatore uscente al 46,5%.
A 6 punti di distanza Palese.
La Poli Bortone all’11%.
Servizi, grafici e tabelle alle pagine 15-16-17 e 18
Foto: Carlo Cofano/Iesseppi
A proposito di debito pubblico
Turismo – Una regione leader
Confindustria – Ecco le “tesi”
L’ora di sirtaki
e flamenco BIT di Milano: Il Sud ora deve
E la tarantella? Puglia sbanca voltare pagina
N
ell’autunno del
in
molti dissero “niente sarà
più come prima” quando,
nell’occhio del ciclone della crisi
finanziaria più grave degli ultimi
sessanta anni, persino i giganti
di Wall Street mostravano piedi
d’argilla. I governi di tutto il mondo venivano allora sollecitati al
di GIOVANNI FERRI
da quel turbinio, le gengive dei
salvati addentano ora le mani dei
salvatori pubblici. La memoria è
breve, le situazioni cambiano rapidamente, occorre stare al passo
con i tempi. Oggi, dunque, molti
di quei governi che venivano lodati – si pensi all’Irlanda – per la
celerità con cui si erano mossi
L
a Puglia in fatto di turismo
è certamente una regione
leader. È quanto merso
con chiarezza nei giorni scorsi
alla BIT di Milano., importante
rassegna fieristica di settore.
La regione ha fatto grandi
passi in avanti sul piano della
destagionalizzazione offrendo
un ampio ventaglio di offerte
che vanno ben oltre il “bel
mare” che per troppi anni ha
B
urocrazia,
criminalità
e utilizzo fruttuoso dei
fondi europei. Questi i
temi al centro del confronto al
Petruzzelli di Bari nel convegno
“Il Sud aiuta il Sud”, organizzato per celebrare i
anni
della Confindustria. In quattro
pagine l’analisi dei dati sull’economia del Mezzogiorno e le
strategie di sviluppo pianificate
da mondo delle imprese e isti-
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Il presidente Nichi Vendola resta saldamente
alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale
antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è
andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che
l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro
giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione
delle prime pagine). Ora dopo una breve pausa
(che andrà qualche giorno oltre le festività) il
presidente Vendola dovrà nominare la Giunta.
Il che dovrebbe accadere intorno al
aprile.
È questa una fase delicata e il suo esito è tanto
più atteso per i molti significati che avrà la composizione della nuova Giunta.
Una lezione
Ventura
sale
in cattedra
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Sondaggio – Il Governatore sempre in vantaggio anche nel secondo round dell’indagine
Vendola tiene il passo
Palese insegue (-5,5%)
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Vendola sempre in testa
Resta netto il vantaggio
su Palese (4,5%).
Cala la Poli Bortone.
Il prof. Nicola Piepoli
ci spiega i perché
di tanti consensi per
il Governatore uscente
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ntervista a “cuore aperto” de
La Gazzetta dell’Economia a
Giampiero Ventura, allenatore
genovese,
anni, artefice del
miracolo Bari, la squadra-sorpresa che in A è decima davanti
ad alcune grandi. Ventura parla
della sua capacità di “motivatore” che fa gioco di squadra
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Dati inquietanti dalla ricerca Assofin-Crif-Eurisko sulle “revolving”
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16
30 ottobre
05 novembre 2010
Mezzogiorno
%
Basilicata: record negativo
È l’aumento della spesa sanitaria pro capite in Basilicata
fra il 1999 (era la più bassa fra tutte le regioni) e il 2009.
Ora la spesa per abitante nella regione (1.750 €) è risalita
al quarto posto nel Sud.
Spesa pubblica e privata
È la spesa sanitaria (pubblica e privata
2009 in Italia, nettamente inferiore alla
(3.148 $), e in particolare a Germania
Francia (3.696 $) e Gran Bretagna (3.1
Prestazioni scadenti, futuro con costi da brivido
Persone con almeno un rico
l’intervista molto soddisfatte dei
– Rapp
Sistema sanità
affonda
(di più al Sud)
U
n sistema sanitario la cui sostenibilità
economica, già problematica oggi, nel
lungo periodo rischia di saltare. Una
prospettiva drammatica aggravata dalla conferma di un Paese “spaccato in due” anche per
quanto riguarda la sanità, con le regioni del
Centro-Nord “attestate su elevati livelli di efficienza e di qualità della spesa”, e quelle del Sud
che, pur spendendo di più, offrono prestazioni
di qualità inferiore.
Queste sono le conclusioni, purtroppo scontate per quanto riguarda il divario Nord-Sud,
alle quali giunge uno studio di Intesa San Paolo presentato la settimana scorsa a Roma in
occasione di un convegno sulle prospettive del
sistema sanitario nazionale alla luce della progressiva attuazione del federalismo. E dunque
in un contesto in cui – secondo il pensiero di
Giorgio Napolitano, espresso in un messaggio
del segretario generale del Quirinale Donato
Marra – occorre “garantire le condizioni necessarie per una crescita equilibrata e solidale dell’intero Paese” nell’ambito di una nuova
disciplina finanziaria che “impegna le Regioni
a migliorare l’efficienza per coniugare qualità
e accessibilità alle prestazioni con il puntuale
rispetto delle regole”.
Le nere prospettive di sostenibilità economica della sanità paventate nello studio di Intesa
San Paolo nascono dalla presa d’atto di alcuni
fenomeni presenti in tutti i Paesi industrializzati
e dalla loro prevedibile evoluzione: l’invecchiamento della popolazione, la sempre maggiore attesa di qualità delle prestazioni da parte
dei cittadini, la crisi economica ed economica
mondiale. Per quanto riguarda più in particolare l’Italia, il quadro previsionale è appesantito
– sottolinea lo studio – dal perdurante divario
infrastrutturale fra il Centro-Nord e il Sud anche
nel settore sanitario, dalla limitatezza dei fondi
pubblici che ha frenato gli investimenti per almeno un paio di decenni (così che il programma
per l’edilizia e le tecnologie sanitarie avviato nel
“non ha prodotto i risultati attesi”), e un
“grave deficit di ‘governance’ del sistema”.
Il paradosso – o, a seconda dei punti di vista,
la logica conseguenza – è che la spesa complessiva per la sanità (per il % pubblica, per il resto
privata) in Italia è più bassa che in altri grandi
Paesi europei: il % del prodotto interno lordo,
in cifre assolute
miliardi di euro, contro l’ %
in Germania e in Francia. E però il livello qualitativo del servizio non è uniforme su tutto il territorio nazionale. E soprattutto – come sottolinea lo studio – le prospettive nel medio-lungo
periodo sono preoccupanti.
Fra cinquant’anni la spesa sanitaria pubblica
annua – afferma Mario Ciaccia, amministratore
delegato e direttore generale di Banca infrastrutture innovazione e sviluppo, del gruppo
Intesa San Paolo – potrebbe impennarsi fino a
miliardi di euro, con un’incidenza del - %
sul Pil, quasi doppia rispetto a quella attuale.
“Un costo insostenibile per le finanze pubbliche”, aggiunge.
“Se non si fa niente – incalza Corrado Passe-
FRANCESCA MARTINI
ra, amministratore delegato di Intesa San Paolo
– la spesa sanitaria nel
rischia di diventare
la voce numero uno dei conti pubblici, una componente dell’economia non sostenibile proprio
nella sfera più importante delle famiglie. E anche una delle aree dove il federalismo si gioca
la sua credibilità”.
Per evitare il rischio che il sistema esploda
non sarà sufficiente eliminare gli sprechi e massimizzarne l’efficienza e l’efficacia, aggiunge il
capo di Intesa San Paolo. Che auspica “un sistema multipilastro come nella previdenza” per
coprire il crescente fabbisogno di spesa sanitaria. “La contribuzione obbligatoria e la fiscalità
generale continueranno a essere importanti
– conclude – ma il grande mondo dei fondi integrativi sarà una delle risposte forti”. “Con un
coinvolgimento diretto delle banche nella loro
gestione”, aggiunge Ciaccia.
Quanto al contesto attuale, nello studio si
sostiene che il servizio sanitario nazionale “attraversa una fase di grande instabilità”. Determinata dalla “crescente difficoltà da parte delle Regioni a governare la dinamica della spesa
pubblica nel settore e da parte dello Stato a
garantire livelli di assistenza qualitativamente
uniformi in tutto il Paese”.
Inoltre, per quanto riguarda le Regioni meridionali, lo studio parla di “carenze nel modello
di offerta, non elevata qualità delle risorse umane, incoerenza delle scelte organizzative e gestionali”; oltre che di “fattori esterni importanti, primo fra tutti in alcune aree, la criminalità
organizzata”.
Lo stesso studio però sottolinea alcuni fattori
che hanno concorso a determinare i problemi
attuali non solo sul tema del divario fra Nord
e Sud ma, più in generale, riguardo alla sanità
vista in un’ottica nazionale. A quest’ultimo proposito, nello studio si afferma che da parte dei
governi “sembra essere stata seguita una deliberata politica di sottofinanziamento della spesa sanitaria” con lo scopo di “indurre i centri di
spesa a una maggiore attenzione alla dinamica
di spesa e all’efficienza del sistema”.
Ma questa strategia, a giudizio dello studio di
Intesa San Paolo, “è fallita”. Innanzi tutto poiché la carenza di liquidità, accompagnata alla
prospettiva di puntuali e ripetuti interventi di
ripiano finanziario, ha allentato, invece che rafforzare, l’impegno delle Regioni a contenere i
costi. E inoltre le ha indotte invece a far ricorso
a forme di finanziamento alternative ma inevitabilmente più onerose.
L’affievolimento dell’impegno di contenimento della spesa e il conseguente incremento del
costo degli interessi sul debito, poi, sono stati
favoriti – si sottolinea nello studio – dall’aumento, determinato dalle modifiche del quadro costituzionale, del “potere contrattuale”
delle Regioni. Alcune delle quali (il riferimento
è a quelle del Sud) più di altre si sono rivelate
“incapaci di contenere i costi e di conseguire
l’efficienza”.
ORESTE BARLETTA
Martini – Sottos. alla Salute
“Il Mezzogiorno
deve cambiare”
“I
l Mezzogiorno deve trovare la forza per recuperare uno
scatto di orgoglio e di dignità. E questo scatto deve partire dal basso, dal cittadino. Se i cittadini, singolarmente, si rifiutano di accettare un sistema di gestione della salute che spesso
funziona male e costa più di quanto dovrebbe, tutti insieme
possono formare la massa critica necessaria perché siano ristabiliti quei livelli di ‘performance’ e di appropriatezza che essi
stessi richiedono”.
Francesca Martini, sottosegretario alla Salute con delega fra
l’altro per le questioni connesse con il federalismo fiscale e il
Fondo sanitario nazionale, in questa intervista a “La Gazzetta
dell’Economia” mette l’accento su alcuni temi al centro del convegno della settimana scorsa a Roma.
Onorevole, parlando di ‘performance’ e di appropriatezza
lei si riferisce soprattutto alla spesa sanitaria?
“Non soltanto. La gestione della sanità non può essere valutata esclusivamente in termini contabili. L’obiettivo primario
dello Stato – che deve essere perseguito in prima istanza dalle
Regioni e, in un quadro di garanzia del diritto ai livelli essenziali
di assistenza, dal ministero della Salute – è il soddisfacimento
dei bisogni del cittadino. In un contesto di compatibilità finanziaria, certo. Ma, più in generale, di appropriatezza in termini
sia di qualità sia di costi”.
Lei si riferisce a quelle realtà in cui l’obiettivo non viene raggiunto…
“I dati dimostrano che le discrepanze fra le differenti regioni esistono, e a volte sono molto rilevanti. E anche che, senza
ombra di dubbio, chi spende di più spende male. Questo è il
motivo per cui mi appello ai cittadini perché favoriscano una
vera e propria svolta culturale”.
In che modo?
“Rivendicando senza timidezze il diritto, sancito dalla Costituzione, all’assistenza sanitaria. E respingendo, là dove emergono,
le cattive pratiche che rischiano di affossare il sistema sanitario”.
A che cosa si riferisce?
“Penso, per esempio, alle lunghe attese per una visita specialistica, un esame strumentale, un intervento chirurgico; alla
disorganizzazione, agli sprechi. Al fatto che in Calabria fino a
poco tempo fa non esisteva una contabilità sanitaria; tanto che
il ministero ha dovuto inviare i tecnici per verificare i conti. Allo
scandalo denunciato dal Tribunale del malato, secondo il quale
esistono ospedali in cui per essere ricoverati sollecitamente è
necessario pagare ‘qualcuno’”.
Se il quadro è questo, il federalismo potrà migliorarlo?
“Certo che sì. Così com’è oggi nel Sud, la sanità non ha speranza. E dunque l’alternativa è fra l’applicazione rigorosa, da
parte di tutti, dei costi standard che saranno fissati nell’ambito
del federalismo fiscale e il prolungamento dell’agonia del sisteo.b.
ma. Un’alternativa che non offre possibilità di scelta”.
Assistenza medica A
Piemonte
,
Valle d’Aosta
,
Lombardia
,
Trentino-Alto-Adige
,
P.A. Bolzano
,
P.A. Trento
,
Veneto
,
Friuli-Venezia Giulia
,
Liguria
,
Emilia-Romagna
,
Toscana
,
Umbria
,
Marche
,
Lazio
,
Abruzzo
,
Molise
,
Campania
,
Puglia
,
Basilicata
,
Calabria
,
Sicilia
,
Sardegna
,
Nord-ovest
,
Nord-est
,
Centro
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,
Sud
Isole
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Italia
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Fonte: ISTAT, Servizio “Struttura e dinamic
Convergenza della spesa sanit
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Cen
Nord
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su da
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Mezzogiorno
La Puglia esempio al Sud
.
a) pro capite
a media OCSE
(3.737 $),
129 $).
È in Puglia la crescita della spesa sanitaria pro capite
nel periodo 1999-2009. In cifra assoluta, nel 2009
la spesa è di 1.747 €: meno, nel Sud, di Molise, Sardegna
e Abruzzo, e pari (-3 euro) alla Basilicata.
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17
%
La Loggia – Parla il presidente della “bicamerale”
overo nei mesi precedenti
servizi ospedalieri per Regione –
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Assistenza infermieristica Servizi igienici
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ca sociale”
30 ottobre
05 novembre 2010
“Il Meridione
non tema
il Federalismo”
MICHELE IORIO
Iorio – Il presidente del Molise
“Sono ottimista
ma il Governo...”
“S
e sarà attuato applicando compiutamente i principi introdotti dalla legge , il federalismo fiscale porterà a un
netto miglioramento – in termini di spesa, efficienza e qualità
– della gestione della sanità e, più in generale, degli altri servizi
pubblici il cui costo deve essere coperto al
% dallo Stato”.
Michele Iorio, governatore del Molise, come vicepresidente
della Conferenza delle Regioni è impegnato in questi giorni nel
dibattito sul parere della stessa Conferenza sul decreto legislativo che fisserà i costi standard dei servizi essenziali. E, in questa intervista a “La Gazzetta dell’Economia”, spiega i motivi del
suo “ragionato ottimismo”.
Presidente, questo suo ottimismo non rischia di scontrarsi
nel Sud, in particolare nella sanità, con una prassi purtroppo
diffusa di cattiva gestione e di sprechi?
“Non intendo negare certe evidenze. Ma ho ben presente
che i giudizi negativi, pur motivati da comportamenti discutibili, non possono prescindere dallo storico dualismo Nord-Sud
né dal conseguente contesto economico strutturale del Mezzogiorno. Né tanto meno dall’enorme ritardo in tema di investimenti infrastrutturali. E neppure dalla cosiddetta ‘emigrazione
ospedaliera’ dei pazienti verso il Centro-Nord (con l’esclusione
del Molise, devo dirlo), che tanto pesa sui bilanci delle regioni
meridionali”.
Intende dire che il federalismo contribuirà a risolvere questi
problemi?
“Il Mezzogiorno ha davanti a sé una grande sfida. Per vincerla c’è bisogno dell’impegno non solo dei cittadini, delle imprese e dei cittadini del Sud, ma dell’intero Paese; chiamato a
ritrovare un equilibrio che non danneggi, ma neppure privilegi,
nessuno. Equilibrio che, prima di tutto, va ricercato nel definire
i criteri per stabilire i costi standard dei servizi integralmente
a carico dello Stato, indicati nella bozza di decreto che stiamo
esaminando”.
Questi criteri sono sufficienti per raggiungere quell’equilibrio fra i territori che lei auspica?
“È su questo ci confrontiamo in Conferenza delle Regioni. E
sono fiducioso che alla fine approveremo il parere all’unanimità, come due anni fa”.
Ma, da governatore di una Regione del Sud, ritiene che i criteri indicati dal governo meriterebbero qualche integrazione?
“Non soltanto nell’interesse del Sud ma in un’ottica di riequilibrio generale, penso che nella valutazione del fabbisogno
sarebbe opportuno tener conto anche degli indici di povertà,
del tasso di invecchiamento della popolazione, della consistenza demografica (le regioni meno popolose hanno costi unitari
più alti dei servizi). Ma tutto questo non basta se il governo, dal
quale attendiamo una precisazione sui livelli essenziali di assistenza, non metterà mano a iniziative forti per superare il gap
infrastrutturale fra le due Italie”.
o.b.
“L
a rappresentazione del
federalismo come un
pericolo per l’unità del Paese, dove le aree più ricche si
scontrano con quelle meno
prospere, è fuorviante. Certo,
il divario Nord-Sud è un dato di
fatto, nella sanità come in tanti
altri campi. E va superato impegnandosi per colmarlo. Ma
l’analisi di un Paese complesso
come l’Italia non può limitarsi
alla storica contrapposizione
fra le regioni meridionali e quelle centro-settentrionali”.
Enrico La Loggia, presidente
della commissione bicamerale
per l’attuazione del federalismo e già ministro per le Regioni, in questa intervista a “La
Gazzetta dell’Economia” indica, superando classificazioni
preconfezionate, le prospettive concrete del federalismo in
tema di sanità e più in generale
degli altri servizi che lo Stato
deve assicurare a tutti.
Non teme, presidente, che si
possa interpretare questa sua
sottolineatura come un tentativo di distogliere l’attenzione
dalle responsabilità degli enti
locali meridionali?
“Certo che no! Da siciliano,
sono ben consapevole del fatto
che il Mezzogiorno (fatte le debite eccezioni) non fa una bella
figura nella gestione della sanità. Non intendo generalizzare,
ma è nel Sud che purtroppo
vediamo più spesso situazioni
che gridano vendetta: costose
apparecchiature acquistate e
mai utilizzate, liste d’attesa interminabili, casi di clientelismo,
sperpero di risorse…”.
Con il federalismo si elimineranno sprechi, cattiva amministrazione e inefficienza?
“Il federalismo, applicato
correttamente, potrà dare
un contributo importante per
un profondo rinnovamento
di tutto il Paese. Non dimentichiamo che esso si fonda su
responsabilità e solidarietà. La
responsabilità è il principio al
quale devono ispirarsi gli amministratori locali, utilizzando
al meglio le risorse finanziarie
e umane per offrire ai cittadini
servizi all’insegna della qualità, dell’efficienza e dell’economicità”.
marginalità montana’. Le amministrazioni di questi Comuni
– tutti con pochissimi residenti
perlopiù anziani, in maggioranza in zone alpine o appenniniche
(quindi soprattutto nel CentroNord), isolati geograficamente,
poco dotati di attività produttive – saranno mai in grado di
raccogliere tributi sufficienti per
finanziare i servizi (presidi sanitari, asili nido, scuole, raccolta
rifiuti, erogazione idrica) ai quali
i componenti di quelle collettività hanno diritto?”.
ENRICO LA LOGGIA
“Applicato
correttamente
potrà dare un
contributo
importante al
rinnovamento
del Paese”
Responsabilità significa anche che chi ha amministrato
male sarà colpito da sanzioni
aggiuntive rispetto a quelle
oggi in vigore?
“Il decreto attuativo che rafforzerà il sistema sanzionatorio
dovrà prevedere norme che
andranno dallo scioglimento
del consiglio di un ente locale
all’ineleggibilità dei suoi amministratori. E l’operato di questi
ultimi, con le nuove responsabilità attribuite alle amministrazioni locali, sarà comunque, anche quando non suscettibile di
sanzioni amministrative, ancor
più fortemente sottoposto al
giudizio dell’elettorato”.
E in che misura entra in gioco la solidarietà, un principio
che gli italiani del Sud temono
possa essere accantonato?
“Torno alle altre contrapposizioni alle quali ho fatto riferimento. Ben .
Comuni degli
oltre .
che ne conta l’Italia,
sono stati classificati ‘ad alta
La risposta è ovvia: no. Ma
quali conseguenze ne derivano?
“Che, proprio per ragioni di
solidarietà, non è possibile abbandonare quei .
Comuni
né gli altri duemila circa, distribuiti in tutto il Paese, appena
un po’ più popolati e con caratteristiche e problemi analoghi. Si tratta di quasi metà dei
Comuni italiani, i cui cittadini
sono titolari degli stessi diritti
di coloro che vivono nel resto
del Paese. E lo Stato non può
permettere che questi Comuni
e i loro abitanti siano relegati
in serie B, con tutti gli altri in
serie A, sancendo così l’esistenza di un dualismo inaccettabile
quanto quello fra Nord e Sud”.
Come si superano allora queste contrapposizioni?
“Attraverso alcuni passaggi
legislativi: il codice delle autonomie che, fissando un limite
minimo di popolazione, obbligherà i Comuni più piccoli ad
accorparsi; la riforma fiscale generale che completerà il ribaltamento dell’ordine degli enti
percettori del prelievo portando i Comuni al primo posto e
lo Stato all’ultimo (altrimenti il
sistema non reggerà); una nuova riforma dell’articolo
della
Costituzione per ridisegnare le
competenze dello Stato e delle
Regioni, stravolte nel
da
norme rivelatesi in concreto
impraticabili; e naturalmente
l’attuazione, per gradi e nel
tempo, del federalismo fiscale.
Oltre a questi passaggi sono indispensabili infine una radicale
razionalizzazione del sistema
dei servizi e un deciso riequilibrio della dotazione infrastrutturale fra il Sud e il Nord”.
o.b.
18
30 ottobre
05 novembre 2010
Marketing
Abili a risparmiare
L
e donne italiane sebbene siano le persone che spendono di più per l’acquisto
di beni di consumo, nell’economia italiana sono quelle che risparmiano maggiormente. Nel prendersi cura della famiglia pretendono indipendenza e autorealizzazione per cui nel mercato cercano prodotti che soddisfano i bisogni della
g.m.
famiglia ma che diano stimoli e un pizzico di piacere.
Sempre informate
Q
ualità del tempo libero, rapporti con i figli, benessere fisico e mentale sono
diventati per le donne italiane priorità nei consumi quotidiani. Cercano le
buone occasioni d’acquisto, scelgono le offerte solo se sono di qualità, sicure e
innovative. Salute, forma fisica e alimentazione contano molto; la donna d’oggi
g.m.
sceglie con più facilità se i prodotti riportano più informazioni.
Ricerca – Il risultato di un’indagine globale della Boston Consulting Group
Le donne regine della spesa
ma il marketing le snobba
M
ogli, madri, badanti e casalinghe sono le donne e consumatrici moderne italiane.
Amministratrici delegate del budget
domestico decidono, volte su , degli acquisti per la casa, per il compagno
e per i figli. Spendono
miliardi di
euro all’anno e ne guadagnano
ma
le aziende non capiscono i loro bisogni
e il marketing le snobba.
È il risultato dello studio della Boston
Consulting Group, sulla base di una ricerca globale realizzata a più di
mila donne di
paesi e di diversi livelli
sociali, che in Italia ha coinvolto
donne.
Dallo studio è emerso un ritratto delle “Cape Famiglia” molto curioso: ,
milioni sono donne lavoratrici, dato statistico che ha subito un incremento del
% rispetto al
, il % di loro è laureata e in Italia controlla il % del totale degli acquisti. Il % prepara e consuma a casa più di pasti a settimana,
nel % dei casi vive la cena o il pranzo
come un momento di unione familiare.
Le single
Quasi , sono le ore a settimana che le
donne dedicano agli acquisti alimentari
e il % di loro fa la spesa più di una volta a settimana.
Gratificate nel mondo degli affetti,
le “ad” italiche hanno un alto senso di
felicità e soddisfazione, per cui il % di
loro si vede riconosciuta e il % si sente
amata, il % invece si sente realizzata
contro il % della media mondiale. La
casa e le pulizie non rientrano nelle
priorità, anche se per il % di loro si
occupa personalmente delle faccende
domestiche e il % ha un ruolo attivo
nella cura dei bambini. Il dato negativo
viene dal mondo della bellezza, per cui
le italiane hanno una percezione estetica di sé tra le più basse; solo il % si
sente attraente, il % che ha un peso
al di sotto della norma si percepisce
in sovrappeso e il % che in realtà è in
sottopeso si percepisce come obesa.
Le mogli italiane mostrano grande
attenzione per la forma fisica infatti
investono i loro redditi in prodotti di
bellezza, cosmetici e del fitness. Il %
Sono il %
di loro è moto attenta alla cura di sé
presupposto fondamentale per invecchiare bene.
La maglia nera viene dal reddito per
cui le signore percepiscono stipendi pari solo al % dei loro colleghi maschi,
nonostante l’incremento del tasso di
occupazione, infatti tra il
e il
quasi milioni sono stati i posti di lavoro ottenuti dalle donne fra cui , mln
ha scelto la modalità part time.
Affaticate e stressate da famiglia e
lavoro, le donne che vivono in Italia
cercano sul mercato prodotti e servizi
che le aiutino a risparmiare tempo soprattutto quando devono spogliarsi
del ruolo di lavoratrici per indossare
quello di mogli, mamme, casalinghe e
compagne. Nonostante il loro potere
d’acquisto sia notevole e in progressiva crescita, in realtà sono scarsamente
considerate dal punto di vista professionale e poco apprezzate da mariti e
compagni per il loro impegno domestico quotidiano.
Le donne moderne insoddisfatte
La più diffusa
chiedono al mercato una formazione
continua, modi migliori per prendersi
cura di se stesse, della famiglia e della
casa; ma soprattutto di essere nelle
condizioni di poter diventare manager
e imprenditrici di successo.
Alimenti, abbigliamento, cura del
corpo, articoli per la casa, viaggi, salute, servizi finanziari ed educativi sono le
categorie di consumo controllate dalle
donne italiane. Al contrario le aziende
offrono servizi e prodotti che richiedono loro scelte troppo lunghe e complicate, ma soprattutto si propongono
con messaggi pubblicitari arcaici che le
ritraggono in modo stereotipato. Le aziende che invece hanno ben compreso
le esigenze delle donne sono Banana
Republic, Haier, Harpo e Gerber. Cosa
vogliono le donne italiane? Le responsabili degli acquisiti di casa pretendono
dal mercato qualità ed efficacia, attenzione al design e messaggi pubblicitari
coerenti.
Spende per sé
GIULIA MUROLO
Poche e appetite
Senza figli “Self-made”
L’autonoma La 40enne
Over 60
si dedica
sposata
risparmia
vince la
investe
ai viaggi
e “pressata” parsimonia
di meno
su qualità
A
utonoma, separata o divoziata, con figli è la donna “in
lotta per far quadrare i conti”.
Costituisce il % della popolazione italiana, controlla il
%
delle entrare familiari ed ha una
bassa capacità di risparmio.
Dedica molto tempo a se
stessa, spende nell’acquisto
di prodotti e servizi per la bellezza, per il benessere e il fitness, passa il suo tempo libero
a teatro, ai concerti e fa viaggi
all’estero. Le spese di routine
le decide in autonomia, e quelle di arredamento, auto e tecnologia le condivide con i figli.
Spende molto nell’acquisto di
cibi e nei prodotti per la cura
della persona. Diversa è la donna “di successo” sposata con
figli, produce il % del reddito
italiano e controlla il % del
budget familiare. Spende molto per se stessa acquistando in
salute, viaggi, casa e gioielli. Di
solito propone e condivide con
il marito le scelte per l’auto,
per i weekend e l’abbigliamento degli figli. Potendoselo permettere non risparmia mai se il
tutto va a discapito di qualità e
affidabilità.
g.m.
I
mpiegata, sposata, con
almeno due figli con
un’età media di
anni. La
donna “sotto pressione”
controlla il
% del reddito familiare con capacità
di risparmio del , %. Si
coccola acquistando per
se stessa viaggi in Italia e
all’Estero, abbigliamento
e invitando le amiche a
cena in ristoranti etnici. Le
informazioni per la scelte
d’acquisto le prende facendo ricerche su internet,
condividendo con il marito
la quasi totalità degli acquisti familiari anche quelli
importanti e improvvisi.
La filosofia della “donna
sotto pressione” è quella
di spendere di più per avere di più; specialmente
se si tratta di automobili,
cibi biologici di e prodotti
legati alla sicurezza; preferiscono il commercio equo
e solidale.
In Italia e America le donne sotto pressione sono il
% della popolazione femminile.
g.m.
E
tà media over
, in fine
carriera, quindi “realizzata
e con figli indipendenti”. Questa tipologia di donna controlla il % del budget familiare,
ed ha una capacità di risparmio
pari al . per cento. In questa categoria di donne consumatrici rientra la maggior parte della popolazione femminile italiana, coltiva soprattutto
i suoi interessi, acquista libri
e riviste specializzate, investe
il suo tempo e i suoi risparmi
in corsi di formazione; ogni
tanto si regala gioielli. All’interno della famiglia si dedica
alla spese quotidiane, mentre
per gli acquisiti più importanti
è lei cha ha il compito di raccogliere opuscoli, brochure e informazioni; confronta marche
e modelli per poi condividere
solo in ultima battuta la decisione con il compagno o con il
marito.
Nello shopping dedicato ad
alimentazione, salute, benessere e cultura privilegia – per sé
e per la famiglia – i prodotti e
i servizi di qualità. Le realizzate
in Italia sono il % della popolazione contro il % degli Usa.
g.m.
S
posata e senza figli è la
donna “orientata alle
relazioni”. In Italia rappresenta l’ % della popolazione femminile, ha capacità
di risparmio pari al , % e
controlla il % del reddito
familiare.
Per la donna orientata
alle relazioni viaggiare,
corsi di lingua, palestra e
massaggi sono i settori di
spesa prioritari, in coda tra
le scelte ritroviamo l’abbigliamento.
Per la famiglia preferisce acquistare prodotti
biologici, mentre le spese
quotidiane le amministra
in piena autonomia e per la
gestione straordinaria della casa si avvale dell’aiuto
dei familiari.
Spende di più per acquistare prodotti tecnologici
come cellulari, tv, computer
e connessioni wifi, a seguire investe molto anche per
l’acquisto di materiali ortopedici, alimentari e nella
scelta di centri medici e fisioterapici.
g.m.
L
avora più di
ore settimanali, è sposata o divorziata, è
la donna che “vive sulle proprie
spalle”. In Italia sono il % della
popolazione femminile rispetto
al % degli Usa. Ha una buona capacità di risparmio pari al
, % del reddito, acquista per
se stessa viaggi, abbigliamento,
ma anche tecnologia. Preferisce
investire il tempo libero in riviste
e libri. Nelle scelte e spese familiari degli acquisti importanti e di
carattere straordinario chiede
consigli a parenti e amici. Confronta i prezzi su internet e chiede informazioni procedura che
su intensifica se deve investire i
suoi risparmi in beni immobiliari.
È consapevole che vale la pena spendere di più negli acquisiti per arredamento proprio
perché è convinta che possedere una bella casa migliora la
qualità della vita quotidiana. È
disposta a spendere di più per
servizi e beni affidabili nel settore della tecnologia purché
abbia anche un supporto post
vendita adeguato. Non risparmia su abbigliamento e accessori, per i quali sceglie in base
alle qualità e non pensa al prezg.m.
zo del cartellino.
18
Marketing
Umorali? No, lucide
L
a donna storicamente è stata descritta come un soggetto umorale, ma in realtà è molto lucida. Abile nel valutare le differenze, promuove tutte quelle
aziende che offrono serietà, trasparenza e responsabilità sociale. Per la consumatrice l’acquisto diventa un’esperienza olistica della propria vita se sa unire valori
g.m.
e funzionalità operative.
30 ottobre
05 novembre 2010
19
Via gli stereotipi
L
actacyd e la sua campagna “Prima di tutto donna” è stata l’azienda che ha
rispettato a pieno il consumatore donna. Caratterizzata da una profonda conoscenza dell’ universo femminile ha dimostrato la capacità di amarle mostrando
le loro debolezze. Per la prima volta le signore in uno spot non sono state interg.m.
pretate in modo stereotipato.
Intervista – Elisa Capozzi, consulente aziendale ed esperta di marketing
“L’impresa non conosce
i nuovi stili di consumo”
A
Foto jeancliclac_Photoxpress
bbiamo chiesto a Elisa Capozzi consulente aziendale ed esperta di marketing un parere sulle donne consumatrici e sulla ricerca realizzata dalla Boston
Consulting Group.
Nel sistema dell’offerta ci si deve chiedere se il prodotto esiste, se è originale e
unico; ed è sempre un bene chiedersi se
è il caso di aggiungere dei servizi che possono incrementare l’attenzione”.
Cosa pensa delle donne che gestiscono i budget e sono snobbate dal marketing?
“È necessario partire dal presupposto
che tutti noi consumatori ci sentiamo
poco ascoltati e rispettati nelle nostre
aspettative. Per le aziende orientate al
mercato e che vogliono spingere i loro
prodotti avere attenzione per il consumatore è una “regola”. Oggi non ci sono
aziende che lanciano prodotti in mercati
pericolosi proprio perché l’attenzione al
consumatore è un approccio diffuso”.
Qual è la prima decisione da prendere?
“La prima decisione da prendere è
quella di identificare un prodotto e il contenuto del servizio affinché sia in sintonia
con la donna di riferimento, in aggiunta
bisogna considerare le variabile del prezzo, il sistema della distribuzione e la comunicazione”.
Perché si parla ancora di consumatori
inascoltati?
“Il problema è che i produttori e i distributori non conoscono il nuovo consumatore; che è diventato veloce, abile
ad usare più mezzi per informarsi e che
soprattutto ha imparato da esperienze di
utilizzo di prodotti e servizi”.
Qual è l’approccio che le aziende devono avere nei confronti del mercato?
“Il nuovo consumatore costringe le aziende ad un approccio micro e non più
macro, con grande attenzione all’identità esclusiva. Lo slogan ‘il consumatore è
re’ è uno motto privo di contenuti che in
ELISA CAPOZZI
realtà non si è mai trasformato in azioni
concrete. Il consumatore moderno lo definirei esplorativo, in realtà non lo si può
pensare come un birillo da colpire bensì è
una persona da interpretare e di cui soddisfare i bisogni. In sostanza pochi si sono
accorti che il mercato è cresciuto, infatti
chi doveva guardare il mercato con regole diverse non lo ha ancora fatto; questo
è il motivo per cui assistiamo a pubblicità
stereotipate che snobbano i bisogni e le
esigenze delle donne”.
Che interpretazione dà delle donne
consumatrici moderne?
“Le donne sono sempre state il decisore d’acquisto, soprattutto per le aziende
produttrici di beni di largo consumo. Molto spesso sono state vissute con lo stereotipo della “massaia”; e quindi destinatarie di messaggi accattivanti. La donna oggi viaggia e lavora di più, numericamente
è meglio rappresentata nelle istituzioni e
Secondo lo studio di BCG
nella società; insomma ha un protagonismo diverso. Lavorare di luoghi comuni
e con immagini che devono utilizzare la
donna per provare delle sensazioni di piacere nell’uomo è una scelta perdente. Le
aziende devono imparare a capire cosa
vogliono le donne”.
Cosa vogliono oggi le donne?
“Le donne vogliono acquisti più comodi, esperienze coinvolgenti, prodotti e
servizi che le aiutino a risparmiare tempo,
denaro ed energie”.
Quale responsabilità ha la comunicazione per un’azienda?
“La comunicazione sta a valle e permette alle imprese di trasferire il valore
precedentemente costruito. Non bisogna attribuire troppa responsabilità alla
comunicazione. Tutto deve essere pensato e costruito in modo tale che il destinatario possa accorgersi di questo valore, in
quel caso si può anche fare a meno della
comunicazione”.
Come si coinvolgono le donne sul mercato?
“Di sicuro una priorità dovrà essere
quella di mostrare molta attenzione a
caratterizzare in maniera compatibile
rispetto al modo di essere della donna
tutti gli elementi dell’offerta; a partire dal
prodotto elaborando tutte le considerazioni possibili relative ai servizi aggiuntivi.
Un prodotto molto pubblicizzato è
convincente per le donne?
“Proprio perché la donna deve scegliere i prodotti in base ad un budget familiare solitamente scarso, a volte troppi
investimenti in comunicazione portano
le donne a scegliere prodotti poco pubblicizzati”.
g.m.
Cercano affidabilità, chiarezza e sicurezza
Redditi familiari “Insoddisfatte” dalle banche
il 63% gestito da lei restano sempre più prudenti
I
Foto Mitarart_Photoxpress
l potere d’acquisto è rosa.
Nel
le donne italiane
hanno fatto
miliardi di
acquisti controllando il
%
dei totale dei redditi familiari.
Dallo studio fatto dalla BCG le
italiane sono disposte a spendere di più se in cambio sanno
di ricevere valore aggiunto dai
prodotti; fenomeno “Trading
up” che consiste nel pagare di
più a fronte di qualità elevata.
I settori nei quali le amministratrici italiche investono le loro risorse sono i prodotti alimentari
destinati alla famiglia ( donna
su in Italia), mentre donna
su è disposta ad acquistare cibo pregiato. In coda alle urgenze alimentari si consuma di più
per: scarpe, cosmetici, prodotti
per capelli e per la cura personale, medicine e vestiti.
Sono oggetto di trading up
femminile anche le spese mediche per la famiglia, moda,
bellezza, piccoli elettrodomestici per la cucina a cui seguono
lavatrici e asciugatrici, arredamento e mobili in generale. Al
contrario le donne preferiscono risparmiare in telefonia mobile, detersivi e prodotti per la
casa per cui snobbano i prodotti pubblicizzati in tv e scelgono
quelli con il miglior prezzo e in
offerta.
Al contrario danno vita al
“trading down” per cui sono
disposte a spendere poco per:
fastfood, internet, servizi multimediali, cellulari e per i servizi
di trasporto specie se si tratta
di viaggi in aereo; le donne
cercano soluzioni che offrono
prezzi chiari e modalità d’acquisto semplici. Insomma le signore eliminano dalle scelte d’
acquisto tutti quei prodotti che
percepiscono come superflui rispetto ai bisogni quotidiani.
g.m.
Foto Pavel Losevsky_fotolia
B
anche, assicurazioni e finanziarie hanno il primato di insoddisfazione per le donne italiane.
Il profilo d’investimento femminile è mediamente poco complesso; scelgono prodotti finanziari
semplici come depositi bancari e contanti. il %
di loro acquista abitazioni di proprietà, mentre
vanno in secondo piano obbligazioni, fondi comuni e fondi azionari.
Le donne sono molto prudenti, mantengono
sotto controllo anche il debito, hanno carta di
credito a testa e si allontanano da mezzi di pagamento rischiosi. Sebbene gestiscono i budget
familiari, sono molto pessimiste, hanno sfiducia
nel mondo bancario, approccio dettato da prezzi
eccessivi, poca trasparenza, a cui va aggiunto il
troppo tempo perso in filiale e la mancanza di un
impiegato di fiducia.
Cercano affidabilità, chiarezza, sicurezza, competenza, serietà e capacità d’ascolto ma soprattutto tempo a disposizione con orari delle filiali
più flessibili. Ing Direct e Che Banca! sono riuscite
ad attirare molte clienti facendo leva su semplicità e trasparenza.
g.m.
20
30 ottobre
05 novembre 2010
Interventi
Le ragioni dei fallimenti della grande distribuzione organizzata
La GDO perde al Sud
ma non c’è solo la crisi
L
e avvisaglie della crisi si erano
avute già alla fine del
, ma
il biennio
ha reso evidente la crisi della GDO nel Sud d’Italia, bisognerebbe dire non solo al
Sud, ma le crisi ed i fallimenti ad oggi
si sono concentrati nella parte meridionale del Paese.
A mio avviso è possibile individuare
tre ragioni comuni alla crisi:
• Incapacità di conoscere ed adeguarsi al territorio;
• Utilizzo della finanza non come
strumento, ma come fine;
• Il perseguire modelli di sviluppo
non coerenti con il contesto in cui
si opera.
Entriamo nel dettaglio dei punti:
Al primo posto c’è l’incapacità a conoscere ed adeguarsi al territorio;
l’Italia è un Paese in cui il localismo è
molto radicato: non voglio darne un
significato di valore o disvalore, ma
non considerare questo aspetto significa perdere il contatto con i bisogni
e le abitudini dei consumatori locali.
Un esempio: che senso ha un assortimento che dedica qualche metro di
lineare a vini di altre regioni, magari
del Nord, quando il consumo è ancora
fortemente locale? La corretta gestione degli spazi e degli assortimenti è la
conditio sine qua non per gestire con
profitto un’impresa distributiva.
Ed eccoci all’utilizzo della finanza
non come strumento ma come fine.
Questo è a mio avviso un tratto generale della crisi che ci ha colpito, ma
nella GDO ha assunto effetti patologi-
I fattori
negativi:
incapacità
di conoscere
il territorio,
troppo ricorso
alla finanza,
modelli di
sviluppo non
coerenti
ci. Proviamo a vedere quali. La GDO
per sua natura ha da un lato bisogno
di capitali per aprire, gestire e promozionare punti vendita, dall’altra sfruttando il fatto che incassano quotidianamente ma pagano dopo qualche
mese possono investire una parte della liquidità rimanente in investimenti
finanziari. Inoltre la media della GDO
ha una reddittività intorno al - %, ed
anzi alcune hanno margini negativi
sull’attività distributiva, per cui per
coprire queste performance negative
o per incrementare le performance,
negli anni si è fatto sempre più ricorso
alla finanza. Fino a che le borse sono
cresciute, tutto è andato bene, ma
quando queste hanno corretto le perdite hanno ampliato le perdite della
gestione caratteristica o hanno mandato in perdita anche quelle gestioni
che erano di poco attive. Così imprese
poco patrimonializzate e/o che avevano fatto il passo più lungo della gamba sono andate in crisi finanziaria che
ha trascinato anche la gestione ordinaria conducendole alla chiusura. Arriviamo così al terzo punto: perseguire
modelli di sviluppo non coerenti con
il contesto in cui si opera; mi riferisco
da un lato all’apertura di ipermercati,
in un contesto in cui il reddito medio,
la mobilità e la concentrazione della
popolazione è inferiore rispetto ad altre aree del Paese. Peraltro il modello
ipermercato è un modello in crisi da
almeno un lustro. Dall’altro lato perseguire lo sviluppo senza pianificare
l’entrata in aree differenti da quelle in
cui ci si era sviluppati genera problematiche legate a costi di trasporto e
anche all’affiliazione.
A pagare lo scotto per questa crisi
oltre ai dipendenti delle società fallite o in crisi, sono i consumatori, che
ancora oggi mediamente pagano la
spesa molto più cara che in altre aree
del Paese, ma soprattutto le PMI locali, che hanno perso un potenziale
canale di sviluppo, sia in termini di
fatturato, ma anche di modello di sviluppo attraverso il quale perseguire la
propria crescita.
20
ALDO MARIO GAY
Consulente di Strategia Aziendale
Azioni
D
al Ministero dello Sviluppo Economico arrivano
Milioni di Euro con tre nuovi Bandi per le Micro, Piccole, Medie e Grandi Imprese
delle quattro Regioni dell’Area Convergenza:
Puglia, Calabria, Campania e Sicilia.
I tre Bandi hanno differenti finalità:
) un primo Bando intende finanziare programmi di investimento finalizzati all’industrializzazione dei programmi qualificati di ricerca e
sviluppo sperimentale, per un importo stanziato
di
milioni di euro a valere su fondi PON Ricerca e Competitività
;
) un secondo Bando ha l’obiettivo di sostenere programmi di investimento finalizzati al
perseguimento di specifici obiettivi di innovazione, miglioramento competitivo e tutela ambientale (attività del settore alimentare, attività
di fabbricazione di apparecchiature elettriche,
attività di produzione di biotecnologie) per un
importo stanziato di
milioni di euro a valere
su fondi PON Ricerca e Competitività
;
) infine, l’ultimo Bando è stato varato a sostegno di programmi di investimento riguardanti la produzione di beni strumentali funzionali allo sviluppo di fonti di energia rinnovabili
e al risparmio energetico nell’edilizia, per un
importo stanziato di
milioni di euro su fondi POI Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico
.
Sono ammessi alle agevolazioni i programmi il
cui importo complessivo delle spese ammissibili
non sia inferiore a € .
.
, e non sia superiore a € .
.
, .
Sono ammesse le seguenti tipologie di investimento:
a) la realizzazione di nuove unità produttive;
b) l’ampliamento di unità produttive esistenti;
c) la diversificazione della produzione di un’unità produttiva in nuovi prodotti/servizi aggiuntivi;
d) il cambiamento fondamentale del proces-
a cura di Iniziativa advisors
Per aziende micro, piccole, medie e grandi della Puglia
Imprese: 3 bandi da 500 mln
Foto Tom Delme_Photoxpress
so di produzione complessivo di un’unità produttiva esistente.
Le spese ammissibili sono:
a) il suolo aziendale e sue sistemazioni, nel limite del % dell’investimento complessivo ammissibile del programma;
b) opere murarie e assimilate e infrastrutture
specifiche aziendali, nella misura massima del %
dell’importo complessivo degli investimenti ammissibili per ciascun programma d’investimento
c) macchinari, impianti ed attrezzature varie
nuovi di fabbrica;
d) programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche
non brevettate concernenti nuove tecnologie di
prodotti e processi produttivi.
Per le sole PMI, sono ammesse le spese relative a consulenze connesse al programma d’investimento. Tali spese sono ammissibili fino al
% dell’importo complessivo ammissibile per
ciascun programma d’investimento.
Le agevolazioni sono concesse nella forma di
finanziamento agevolato e di contributo in conto impianti.
Per le Micro e Piccole Imprese la percentuale del finanziamento agevolato è pari al % del
programma di investimenti agevolato; è del %
per le Medie Imprese e del % per le Grandi.
Il contributo in conto impianti è calcolato in aggiunta al contributo in conto interessi attribuito
nell’ambito del finanziamento agevolato, sino
a concorrenza del % calcolato in Equivalente
Sovvenzione Netta per le Piccole Imprese, del
% per le Medie Imprese e del % per le Grandi.
La domanda di agevolazione può essere inviata per via telematica, mediante l’apposito applicativo predisposto dal Mise, e successivamente
in forma cartacea, a partire dal novantesimo
giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei singoli Decreti. La valutazione
della domanda è effettuata da Invitalia spa.
Invitalia procede all’istruttoria delle domande
secondo l’ordine cronologico di presentazione.
In caso di concessione delle agevolazioni,
le erogazioni delle agevolazioni avvengono
sulla base di fatturazioni di spesa quietanzate
relativamente a lotti funzionali di investimenti
ciascuno non inferiore al % delle spese ammissibili complessive. La prima quota delle
agevolazioni, nella misura massima del
%
dell’ammontare del contributo concesso, può,
su richiesta dell’impresa beneficiaria, essere erogata a titolo di anticipazione, previa presentazione di fideiussione bancaria, rilasciata da
primario istituto bancario.
Dal sabato
in edicola
a1€
“Una stampa
cinica
e mercenaria,
prima o poi,
creerà
un pubblico
ignobile”
Joseph Pulitzer
www.gazeco.it
22
30 ottobre
05 novembre 2010
Opinioni
La strana preoccupazione del reo confesso dell’omicidio di Avetrana
di Vito RAIMONDO
Misseri pensa alle... olive
diciamolatutta
ma sa dei prezzi crollati?
Il “giallo” di Avetrana
e il prezzo delle olive
“Senza l’Italia, Fiat farebbe meglio, ma il Lingotto nel Belpaese ci vuole stare ed è disposto a
monetizzare con aumenti salariali l’incremento di
efficienza nelle fabbriche, ritenuto come l’anello
debole del sistema”.
Così l’A. D. del Gruppo torinese, Sergio Marchionne, intervistato (che scoop!) da quel sinistrorso (secondo il patetico premier) di Fabio
Fazio sulla rete televisiva tanto odiata dal Centrodestra: la Tre.
Si è scatenata la canea, da destra e da sinistra.
Tutti patetici.
Pare che il presunto assassino di Avetrana, in
carcere, si sia lamentato di non poter raccogliere le olive dalle sue
piante.
È incredibile che un uomo che rischia l’ergastolo stia pensando al raccolto delle olive. Non è
che sta puntando alla infermità mentale?
Ma qualcuno gli ha riferito che, quest’anno, il
prezzo di quel mitico prodotto della nostra terra
è crollato sino a
euro al quintale e che molti
suoi colleghi contadini hanno dichiarato di dover rinunciare al raccolto?
Fini come Bertinotti. Chiede di tassare
le rendite finanziarie
GIANFRANCO FINI
Clamoroso, ma pochi se ne sono accorti. Il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, parlando nel Trevigiano, oltre all’immancabile
stilettata al suo ex amico Silvio Berlusconi (“Un
nuovo Governo non sarebbe un golpe” Roba da
procurargli un infarto!) ha dichiarato: “La tassazione delle rendite finanziarie deve salire al %”.
No! Non ci crediamo! Non è possibile che da
un esponente della Destra (ex pura…) esca un
vaticinio del genere. Fini si mette in sintonia con
i proclami della sinistra estrema; per esempio
con Bertinotti che è da una vita che reclama una
soluzione del genere per incrementare le entrate dello Stato e pervenire ad una più equa distribuzione dei redditi.
Hanno proprio ragione i nemici del presidente della Camera che lo hanno indicato come il
“compagno Fini”.
SILVIO BERLUSCONI
ta la lettera del Presidente della Repubblica
con le perplessità sul lodo Alfano, si è comportato da vero galantuomo, affermando:
“Colgo la questione che ha posto e che noi non
abbiamo valutato prima nella più assoluta buona fede, giacchè il pensiero di sottoporre ad un
voto la decisione sulla sospensione dei procedimenti era quello di dare maggiori garanzie, ritenendolo una questione procedurale. Prendo
atto che il Capo dello Stato pone l’argomento
di una maggioranza semplice che potrebbe decidere su di lui”.
Quello che non va giù a molti è che i legulei
(pasticcioni?) che attorniano il premier continuano ad inanellare una serie di insuccessi così
eclatanti sul piano delle proposizioni giuridiche
per salvaguardare il loro cliente o sodale di partito (scelgano loro…).
Ma Berlusconi cosa aspetta a sostituirli per evitare altre figuracce che non s’addicono ad un
capo di Governo?
Le chiarezze di Marchionne
e la canea delle proteste politiche
Cosa sono il bloccaprocessi
e la sua reiterabilità
Nel testo del lodo Alfano è prevista la sospensione dei processi per il Premier e per il presidente della Repubblica. L’effetto dello scudo è
retroattivo: si estende ai fati commessi prima
dell’assunzione della carica.
Poi, c’è la reiterabilità: la sospensione è ripetibile e, perciò, potrebbe essere applicata se il
premier fosse eletto al Quirinale o fosse designato ancora a Palazzo Chigi.
Dite voi se questo non è un “non senso”. Insomma una menata da Stato sudamericano.
Naturalmente, da un Governo ormai nella palude, spunta il solito Pierino che proclama: “Illegittimo un Esecutivo non guidato da Berlusconi”,
riferendosi alla possibilità di formazione di un’altra maggioranza.
Dove l’hanno letto ciò? Nell’atto costitutivo
dei condomini di tanti voltagabbana che popolano il Pdl? Piero Ostellino compreso che disinvoltamente scrive: “Politicamente illegittimo,
ancorchè costituzionalmente legale”.
E questo signore – che ha diretto “Il Corriere
della Sera” (ora fa il vignaiolo) è sedicente liberale. Almeno così si spaccia.
Quei “doni” del Comune
davvero servono alla Fondazione Petruzzelli?
Il lodo Alfano e i legulei
pasticcioni del premier
Il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Carlo Vizzini, ricevu-
SERGIO MARCHIONNE
quattrini da destinare allo scopo.
La vicenda di basso profilo etico. Un ente di
quella fatta non può pensare di guardare al suo
futuro luminoso con regalie del genere.
Per il Petruzzelli servono investimenti, gestioni illuminate e professionalità di altissimo
livello.
Uno strano progetto starebbe partendo dal
Comune di Bari: cedere alla Fondazione Petruzzelli tre edifici: Palazzo San Giacomo, Palazzo
Milella e Sala Murat.
Lo scopo? Consentire la patrimonializzazione
dell’ente, così da consentirgli di ottenere linee di
credito da parte delle banche e dare così slancio
alle attività culturali.
Il problema, però, è che i tre lasciti dovrebbero essere ristrutturati per essere godibili dal
pubblico in occasione delle manifestazioni chi
ivi si svolgerebbero. E la Fondazione non ha i
“Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto”
Il Teatro Petruzzelli
Berlusconi: dal teatrino della politica
al ristorantino della politica
Il premier Berlusconi forza i tempi delle riforme poiché sente ancora sul collo il fiato di chi
vorrebbe mandare il Pdl all’aria.
Sistemata – si fa per dire – la vicenda del gruppo Fini avanzano le diatribe tra gli ex di Forza Italia e gli ex di An. Molti si guardano in cagnesco
nel partito e soprattutto i secondi sgomitano
per ottenere riconoscimenti concreti.
La settimana scorsa si è assistito ad una vera e propria pantomima: due contemporanee
riunioni. Da una parte, quelli del gruppo “Liberamente” e del “Club della Libertà” ; dall’altra,
Larussa, Gasparri, Matteoli, Alemanno, Meloni.
Insomma, gatta ci cova per il povero (malgrado Antigua) Berlusconi il quale ha chiesto di
correre ai ripari, facendo passare la voce che è
meglio evitare cene e pranzi tra piccoli gruppi di
parlamentari. Inverosimile!
Negli ultimi giorni di cene e pranzi se ne sono contati a decine. A tavolo – si sa – si possono
creare solide intese.
Osserva giustamente P.G. Battista sul “Corriere della Sera”: “Il teatrino della politica, tanto
aborrito dal premier, potrebbe diventare il ristorantino della politica”.
Indro Montanelli
Vito Raimondo
In libreria
Un giornalista
racconta
e le loro malizie...
VIP
i
Vito Raimondo
TTA
DICIAMOLA TU
DICIAMOLA
TUTTA
LA
DICIAMTO
TUT A
racconta
Un giornalista e le loro malizie...
i VIP
22
Itinerari
S
alszett da Terz, gnumm’redd lattarol o
gnumm’redd da Terz. Queste parole dal
suono contorto emanano, in effetti, i profumi di due preparazioni che firmano squisitezze gastronomiche d’area tarantina. Si tratta,
per i “curiosi viaggiatori” e no, del salsicciotto
e del fegatino di Laterza tanto più appetibili se
consumati con il famoso pane (noto come panella) che in quella contrada preparano. È tanto
apprezzato da essere esportano in molte parti
d’Italia. I prodotti in argomento, per la cronaca,
sono riconosciuti dalla Regione Puglia tra i “tipici e tradizionali”.
Salsicciotto e fegatini si preparano artigianalmente nelle macellerie di Laterza, alcune delle
quali hanno retrobottega dove gli affezionati del “fornello”, seduti davanti a tavoli senza
fronzoli, quali tovagliati, calici e quant’altro,
consumano le carni scelte e cucinate (con molta sapienza) alla brace o allo spiedo. Il rustico
pranzo è preceduto da un “apristomaco” di olive, provolone, una qualche fetta di salume e vino rosso tosto, nel senso che tinge il bicchiere.
E panella rigorosamente garantita dal marchio di qualità “Pane di Laterza”, per un’adeguata risposta alle attese dei consumatori che
apprezzano questo prodotto da forno dalla
crosta robusta e dalla mollica morbida, profumata, color avorio vecchio a forme da uno, due
e quattro chili secondo i gusti dei consumatori.
La ricetta, tramandata di padre in figlio oggi
è tutelata dal “Marchio Collettivo di Qualità”,
utilizza grano di semola rimacinata, lievito madre (naturale e non chimico) cottura lenta sulle
chianche (lastre di pietra) di forni alimentati a
legna aromatica (o gusci di mandorle) alla temperatura di
gradi. Altre leccornie tipiche di
Laterza sono le focacce (con la caratteristica
d’essere molto alta), le friselle i biscotti.
Laterza, grazie per la bontà del suo pane, fa
Piatti “Tipici e tradizionali” dalla Regione Puglia
Fegatini e salsiccia
i sapori di Laterza
Specialità a base di agnello da latte, capretto e manzo
Le ricette e i punti vendita
* I Gnumm’redd lattarol e Gnumm’redd da Terz si fanno con budella e interiora di agnello da latte, e
capretto: cuore, fegato, polmoni, milza, reni e timo. Il tutto intriso di latte avvolti con prezzemolo e
cotte lentamente allo spiedo nel forno a legna per circa venti minuti. Lavorazione a mano con coltelli
e taglieri in marmo o acciaio, cottura in forno a legna in locali igienicamente garantiti, secondo le
regole HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), sistema di autocontrollo cui ogni operatore nel settore della produzione di alimenti deve ricorrere.
* La Salszett da Terz si fa con ritagli di manzo, tritati finemente, conditi con sale, pepe, prezzemolo
e impasti con acqua. La carne è insaccata in budella di pecora e legata ogni cm. Circa. Cottura lenta
allo spiedo nel forno a legna per circa quindici minuti. Preparazione e cottura avvengono in locali
igienicamente garantiti seguendo le regole HACCP.
Le macellerie rosticcerie dove gustare i fegatini e i salsicciotti
• Bruno Pietro Di Colacicco – Piazza V. Emanuele, – tel.
. . .
• Giuliano Catapano – Via E. Filiberto, – tel.
.
. .
• Michele Cellaro – Via Virgilio, – tel.
. . .
• Tamborrino – Via Roma, – tel.
. . .
• Barbetta – Tel.
. . .
I panifici
• Costantino – Via Della Conciliazione, – Laterza (TA) – tel.
. . .
• Di Fonzo – Via Col di Lana, – tel.
. . .
• Laerte – Via Cadorna, – tel.
. . .
• Moderno – Via Appia – S.S. km
– tel.
. . .
• Il Fornaio – Piazza Vittorio Emanuele, – tel.
. . .
• Dolce & Pane – Via Della Conciliazione,
• S. Antonio – Piazza Vitt. Emanuele, – S.
Maria – Via Montecamplo
30 ottobre
05 novembre 2010
23
parte dell’”Associazione Città del Pane” che opera per il riconoscimento e la valorizzazione di
tipologie specifiche di pane legate a determinati territori.
Il che significa visibilità in tutte le più grandi
manifestazioni nazionali e internazionali: le BIT
di Milano, Ferrara (
Città d’Arte) e Francoforte, il Salone del gusto di Torino, le feste del
pane di Mantova e Savigliano, le città d’identità
a cura dell’ANCI a Roma e avanti così.
Insomma sempre maggiori riconoscimenti
per raggiungere almeno l’IGP (Indicazione geografica protetta) se non la Dop (Denominazione
d’origine protetta) come hanno meritato prima
il pane di Genzano e poi di Altamura. Nel
d’intesa tra Comune e i più antichi panettieri di
Laterza è stato fondato il “Consorzio Pane di
Laterza”, (Via Taranto,
tel.
.
. . )
per tutelare, valorizzare e promuovere il prodotto laertino. Ne fanno parte i panifici: “Costantino”, “Di Fonzo”, “Il Fornaio”, “Laerte”,
“Moderno”.
Quanto costa? , il chilo. Li merita tutti.
Dire Laterza è anche dire ceramiche. La tradizione di quest’ aspetto artigianale è tale che i collezionisti di maioliche prodotte a Laterza nei secoli scorsi, hanno di che essere invidiati, e molto.
Girando per Laterza ancora tanti gli esemplari
di maioliche classiche: sono nel Santuario della
Mater Domini, nelle targhe stradali istoriate e
ancora nella fontana in Piazza Vittorio Emanuele, unica in Puglia, la cui vasca e la stele con l’Immacolata, sono rivestite di mattonelle decorate
a motivi orientaleggianti.
Tra i cultori e collezionisti più noti sono i fratelli laertini Antonio e Carlo dell’Aquila.
In particolare il primo da anni ricerca e ricostruisce l’evoluzione storica delle antiche produzioni della maiolica pugliese e specificamente di Laterza.
La città da scoprire tra palazzi storici e gravina
Uno spettacolo
di arte e natura
fraBoschi,SentierieTorrenti
Dalla Murgia al Salento
* La Pro loco “Torre e Pino” di Spinazzola
organizza, con il patrocinio del Comune,
la ma edizione della Sagra del fungo
Cardoncello. Appuntamento il novembre per visite guidate nei quartieri “Borgo Antico” e “Saraceno”, pettolata ai
funghi cardoncelli, pranzo nei ristoranti
e agriturismi a base di funghi e in serata
sagra in piazza Plebiscito con degustazioni di funghi trifolati e orecchiette e
funghi, vino rosso locale, pane di grano
duro, tanta musica e animazione.
I ristoranti: Al Grottino
.
, L’arcata
.
, Mikado
.
,
Dirolla
.
.
Gli agriturismi: Masseria Pulcinella
.
–
, San Vincenzo
.
.
Info: Pro-Loco
.
*Domani con il Gruppo Speleologico
Ruvese e l’Associazione Go Murgia, si
va a Minervino Murge per la visita guidata alla Grotta di San Michele e passeggiata nel centro storico di Minervino. In serata partecipazione alla “XVI
edizione della Sagra del Fungo Cardoncello e dei sapori murgiani”.
Info:
.
*Avanguardie di Lecce propone per il
novembre una passeggiata nel Parco
Naturale Regionale “Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Rizzo” nelle
contrade di Gallipoli.
Info:
.
.
I
l centro storico, il Palazzo Marchesale, con i dipinti murali appena restaurati, la Chiesa Madre di S.Lorenzo
della fine del ‘
, la Fontana Medioevale del
e con
teste in bronzo, la Cantina Spagnola affrescata, unica nel
suo genere, il Santuario della Mater Domini nella cui sacrestia si conservano un lavabo maiolicato del ‘
ed affreschi bizantini. Nel giro anche la visita alle botteghe dei
figuli e ai forni dove si produce il famoso pane di Laterza.
Consigliata, soprattutto ai “curiosi viaggiatori” più arditi, la visita alla gravina di Laterza, una sorta di canyon
scavato in millenni dal fiume Lato, lungo una decina di chilometri e con strapiombi fino a
metri e larga
. La
gravina si apre in località “Le Sterpine”, groviglio di macchia mediterranea, caratterizzata soprattutto da quercioli, mirto e cespugli di lentisco che talvolta assurgono a
dignità di vetusti arbusti.
Negli strati rocciosi il geologo studia tutta la storia della formazione del burrone. Al visitatore impegnato solo a
gustare, a fiutare, a intenerirsi per le bellezze ambientali,
la gravina offre colori che variano a seconda della stagione, cenge e picchi scolpiti dal vento e dall’acqua. Sul fondo dove si trovano anche gigantesche “pentime”, macigni
crollati per capricci tellurici o meteorici, dalle pareti.
E poi gli uccelli che secondo la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) sono abbastanza numerosi. Nibbi, poiane, ci-
vette, barbagianni trovano nido e nutrimento sulle cenge,
tra gli arbusti e nelle fenditure delle gravina.
Il volatile più singolare è il “capovaccaio” o “avvoltoio
degli agnelli”: un uccellaccio bianco e nero, la testa arancione e spennacchiata, un’apertura d’ali di circa un metro
e mezzo. Un selvaggio e solitario condor nostrano che si
libra nel cielo della gravina, nidifica in alcune cavità nei
punti più impervi della forra.
Per ammirare i capovaccai non c’è che appostarsi tra i
cespugli della gravina e aspettare che vadano a caccia di
donnole, di faine o delle carogne di pecora, volpe o di una
serpe. Può darsi che l’uccellaccio si faccia vedere, oppure
no: in ogni caso lo spettacolo della gravina è assicurato.
I locali consigliati a Laterza e dove a volte è possibile
gustare la “callaredd”, brodo di pecora con erbe selvatiche, innanzi tutto il finocchietto, sono: Da Dino, Verdano,
Il Ragno, La Selva.
Per
dormire
Agriturismo
Tenuta
dell’Aquila
/
, B&B
.
.
Informazioni e prenotazioni: Pro Loco Laterza
–
–
, Associazione Chiese
Rupestri
.
Per la visita alla gravina Lipu (Lega italiana protezione
uccelli) tel.
.
Pagina a cura
di Vittorio Stagnani
24
30 ottobre
05 novembre 2010
Imprese&Mercati
SPORA – L’iniziativa della Camera di Commercio di Bari
Risanamento aziendale?
Bussate allo sportello…
S
alvare le imprese l’obiettivo che si è posto la Camera di
Commercio di Bari istituendo un apposito sportello per la
prevenzione e cura delle crisi aziendali. Sono .
, infatti,
le imprese pugliesi sottoposte a procedure concorsuali (il , %
delle
.
iscritte al registro delle imprese) e .
quelle
sottoposte a scioglimento o liquidazione (il , % del totale).
Analizzando i dati a livello territoriale sono .
le imprese
della provincia di Bari sottoposte a procedure concorsuali (il
, % delle
.
iscritte) e .
quelle sottoposte a scioglimento o liquidazione che rappresentano il , % (la provincia di
Lecce segue con il , %). È invece la provincia di Taranto a registrare la peggiore situazione sul fronte delle aziende sottoposte
a procedure concorsuali con il , % delle imprese registrate seguita da Bari con il , %. (Fonte dati Movimprese – Infocamere.
Elaborazione Promem Sud Est su dati aggiornati al / /
).
Sono questi i primi dati del “Rapporto sulle crisi aziendali in
Puglia” illustrati durante la presentazione di “Sportello Risanamenti Aziendali” (Spora), il nuovo servizio gratuito per le imprese offerto dalla Camera di Commercio di Bari per la prevenzione
e la cura delle crisi aziendali.
Gestito da Promem Sud Est – società costituita da banche, camere di commercio e Confindustria Bari per prestare consulenza
economico/finanziaria a operatori del settore pubblico e privato
– e supportato da CISL, UIL, CNA, Confartigianato, Provincia di
Bari, Università degli Studi Aldo Moro e LUM “Jean Monnet”,
lo sportello nasce per aiutare le imprese ad individuare la via da
percorrere verso il risanamento.
Movimprese
Lo “stato”
delle imprese
Il servizio promuove la cultura della prevenzione della crisi
d’impresa e offre un’analisi preliminare e una diagnosi dello stato di crisi diffondendo la conoscenza degli strumenti per rilevare tempestivamente il deterioramento della posizione competitiva dell’azienda.
Lo Sportello Risanamenti Aziendali – con sede nel salone dei
Servizi della Camera di Commercio di Bari e aperto al pubblico
il martedì e il giovedì dalle
alle
– rappresenta un primo
importante passo di un percorso che le aziende dovranno percorrere con l’aiuto dei consulenti abituali ovvero commercialisti, avvocati ed esperti di tematiche economico/finanziarie. Lo
sportello individua ipotesi di lavoro che ogni impresa dovrà sviluppare con altre figure professionali.
SPORA – che sviluppa anche attività di formazione e informazione attraverso corsi, seminari, strumenti informativi e newsletter – intende diffondere la cultura del risanamento e degli
strumenti che si possono utilizzare in tale direzione, creando
sinergie strategiche e operative con commercialisti e avvocati.
“È compito della Camera di Commercio – ha dichiarato Antonio Laforgia, vice presidente della Camera di Commercio di
Bari – sostenere le imprese, incoraggiarle, assisterle affinché
acquisiscano una maggiore pratica della finanza d’impresa. Alle
imprese in difficoltà si chiede di correggere la rotta per salvaguardare quel complesso di valori umani ed economici che nelle stesse trovano espressione e per questo occorre realizzare
azioni concrete per farne emergere i punti critici. Con questo
spirito di servizio – ha concluso Laforgia – è istituito, attraver-
S
econdo Movimprese, si definisce registrata
un’impresa presente in archivio e non cessata, indipendentemente dallo stato di attività
assunto (attiva, inattiva, sospesa, in liquidazione, fallita). L’impresa con procedure concorsuali è iscritta al Registro delle imprese avente in
atto una procedura fallimentare non revocata,
ovvero avente in atto uno dei seguenti procedimenti: amministrazione giudiziaria, bancarotta
semplice, bancarotta fraudolenta, concordato
so la Promem Sud Est, società partecipata dall’Ente camerale
barese, un apposito sportello affinché le imprese della terra di
Bari possano acquisire una maggiore cultura finanziaria ed essere agevolate nel ricorrere ai nuovi strumenti di risanamento e
rilancio aziendale .
In Puglia i settori merceologici che stanno registrando le dinamiche peggiori – ha spiegato Massimo Leone, amministratore
delegato di Promem Sud Est – sono quello estrattivo con il , %
delle imprese sottoposte a procedure concorsuali ( su un totale di
), del manifatturiero con il , % ( .
su .
) e del
commercio con il , % ( .
su
.
); .
sono le imprese
sottoposte a procedure concorsuali appartenenti al settore delle costruzioni (il , % del totale delle imprese pari a . ) e
a quello agricolo (lo , % delle .
totali)”.
Le prospettive, quindi, sono buone. “Le probabilità di risolvere una crisi aziendale – ha spiegato Leone – sono tanto più
elevate quanto prima essa viene rilevata e misurata allo scopo
di intervenire tempestivamente per attivare interventi strategici finalizzati a superarla. Pur evidenziando negli ultimi due anni
in Puglia una leggera riduzione delle imprese che ricorrono a
procedure concorsuali e scioglimento o liquidazione riteniamo
Spora un servizio davvero utile in questo momento particolarmente sfavorevole per il sistema economico locale, nazionale
e mondiale”.
È anche possibile fissare un appuntamento allo sportello SPORA di Promem Sud Est (Palazzo dei Servizi della Camera di commercio di Bari, Via Emanuele Mola, tel.
/
).
preventivo, concordato fallimentare, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, amministrazione controllata, amministrazione straordinaria, accordi di ristrutturazione dei debiti,
stato di insolvenza.
L’impresa in scioglimento o liquidazione è iscritta al Registro delle Imprese avente in atto
una procedura non revocata non di tipo fallimentare.
A partire dal ° trimestre
sono escluse
da questo status, oltre alle procedure non revocate, anche le procedure chiuse o eseguite o
revocate con effetto non esecutivo.
E sono considerati esclusivamente i seguenti
procedimenti: liquidazione giudiziaria, liquidazione, liquidazione volontaria, scioglimento per
atto dell’autorità, scioglimento, scioglimento e
liquidazione, scioglimento senza messa in liquidazione, scioglimento anticipato senza liquidazione.
ilPianetaCdcBari
La Camera di Commercio di Bari, allo scopo di fornire all’utente la migliore assistenza nell’esercizio del diritto
a ottenere informazioni sullo stato di
avanzamento dei procedimenti e delle
pratiche, ha istituito un Ufficio per le
Relazioni con il Pubblico.
UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO
Presidente: Luigi Farace
Primo piano
Orari di apertura al pubblico della C.C.I.A.A.
Tel.
.
/
(Capo Servizio/Responsabile)
Fax
.
/
e-mail: [email protected]
***
A.I.C.A.I.
Presidente: Carlo Maria Martino
Assistenza Imprese Commerciali, Artigiane e Industriali
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
BARI
Quinto piano
Tel.
.
/
Fax
.
e-mail: [email protected]
***
I.F.O.C.
Presidente: Pietro Di Cillo
Secondo piano – Terzo piano
Agenzia di Formazione – Istituto di Formazione
CCIAA Bari
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
–
BARI
Tel.
.
/
.
Fax
.
e-mail: [email protected]
***
S.A.M.E.R.
Presidente: Michele Di Benedetto
Piano terra – Primo piano
Servizio Analisi Chimico-Merceologiche
Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n.
BARI
Tel.
.
Fax
.
e-mail: [email protected]
–
ORARI DI APERTURA SPORTELLI
MATTINA – tutti gli uffici
dal lunedì al venerdì dalle ore . alle ore .
POMERIGGIO – Registro Imprese – Diritto Annuale dal lunedì al giovedì dalle ore . alle
ore .
POMERIGGIO – altri uffici
lunedì e giovedì dalle ore . alle ore .
24
Rubriche
30 ottobre
05 novembre 2010
25
segue dalla prima
Altro che Made in Puglia
del Sud vive nell’incapacità di: ) attribuire giusto valore alla qualità del suo prodotto; ) intercettare interlocutori esterni ai mercati tradizionali; ) unire le forze in modo da ridurre costi, individuare economie di scala, condividere
strategie e azioni di promozione dei prodotti.
Con una visione così limitata la produzione resta imprigionata nei tatticismi dell’industria di
trasformazione che esibisce i prezzi della concorrenza per vincere e piegare la rabbia di chi
alla fine soggiace alla vendita sotto costo. Ma
è bene sapere che è inutile decantare le qualità
dei nostri prodotti se alla fine “valgono” il prezzo del latte tedesco. Non ci vorrà molto perché
risulti chiaro a tutti che una buona parte della
produzione dei nostri derivati del latte in realtà
è l’esito di lavorazioni effettuate con latte tedesco, ungherese, ceco e così via. Al momento
non se ne sa abbastanza sull’argomento avvolto
com’è nei fumi di una retorica che inneggia ad
una qualità impalpabile e quasi mai certificata e
a normative europee che solo apparentemente
sostengono la qualità dei prodotti.
Parlare di mozzarella pugliese, diciamolo
chiaramente, è troppo spesso una truffa nei
confronti dei consumatori. A meno che per pugliese non si intenda il fatto che sia realizzata in
un sito collocato in qualche parte della nostra
regione con il latte proveniente da ogni angolo
di Europa. In questo senso molto potrebbe fare
(e non fa) la miriade di associazioni di consumatori: pretendere e diffondere chiarezza sull’origine delle materie prime sarebbe un’opera tanto semplice quanto meritoria.
La concorrenza di prezzo di una materia prima in campo alimentare stride fortemente con
il posizionamento di un prodotto che a furor di
popolo intende distinguersi come un “articolo”
di alta gamma degno di un “premium price”
(prezzo più alto). E sia il mondo della produzione sia quello della trasformazione, per non
competere in mercati affollati da prodotti tutti
uguali e di bassa qualità, hanno la scelta obbligata della differenziazione. Il “Made in Puglia”
di cui si parla da decenni senza combinare mai
nulla di concreto.
Come è frequente in queste situazioni spunta
la parola “sistema”. Ma sistema è esattamente
il contrario di parcellizzazione. È esattamente il
contrario di quel che accade. Produttori e trasformatori per posizionarsi sui mercati (nazionali e ancor più internazionali) hanno la necessità di integrare le politiche di marketing e le
azioni di comunicazione per distinguersi e far
sentire la propria voce in un’arena competitiva
in cui arrivano inaspettati e sottovalutati “regali” come le mozzarelle blu e il latte cinese. La
storica mancanza di management in un settore
rigidamente orientato al prodotto non consente di mettere a fuoco opportunità di business
costante abbandono dell’attività. Prima o poi
tutti sapranno che di pugliese nei prodotti ci
sarà solo il nome.
Un bell’affare davvero. Ma questo è forse il
vero limite del nostro territorio: l’incapacità
di “creare valore” anche quando sarebbe piuttosto facile. Anzi, con una specie di mortale
attitudine all’abbattimento di valore nel disperato e miope tentativo di salvare gli interessi
di una parte. In realtà non si salva nessuno in
questo modo e il mondo della politica (Regione
e assessore Stefano in testa) deve imparare in
fretta che la soluzione non è in un accordo transitorio (e quasi sempre calpestato) che limiti i
danni, ma in una scelta di programmazione che
determini sviluppo. Occorre meno ricerca del
consenso, meno... istinto di sopravvivenza e il
giusto senso di responsabilità verso le generazioni presenti e future.
È di questo che si parla, in realtà, quando si
parla di prodotto Puglia. Magari aggiungendo
l’occhio all’innovazione. Così la finiamo di far
finta di scandalizzarci se Mario Moretti Polegato
(il signor Geox, per intenderci) ci ricorda che siamo i più grandi produttori di olio e di olive, ma a
fare le snocciolate (giusto per fare un esempio)
e a venderle in tutto il mondo ci hanno pensato
i fratelli Saclà di Asti. Olivolì, olivolà: ricordate?
offerte dal mercato e dagli stessi presunti competitor. E così i produttori vengono strangolati
dai trasformatori e questi dai prezzi imposti
dalla Grande distribuzione organizzata. Una catena che distrugge valore invece di crearlo.
Barcamenarsi credendo di poter tutelare gli
interessi di categoria è un’operazione semplicemente stupida perché oggi penalizza i produttori confinati nel perimetro di un mercato dal quale non riescono a svincolarsi e domani potrebbe
massacrare i trasformatori se solo qualcuno riuscirà a industriarsi con cicli di produzione a più
basso costo consentendosi l’acquisto di materie
prime di qualità a prezzi più alti.
Il “sistema” non è un processo interno ai
produttori o ai trasformatori. È un processo di
integrazione tra produttori e trasformatori (e
anche altri attori) che permetta relazioni durature e vantaggiose lungo la filiera, che favorisca riconoscibilità e identità di prodotto, che
realizzi un posizionamento di più alto livello
con una strategia di pricing conseguente. E se
il mondo della produzione non ha ancora la cultura per sviluppare piani di marketing che consentano il collocamento del prodotto in nuovi
mercati, certo non si può dire che quello della
trasformazione brilli per analisi strategica. Dissanguare e tenere sotto scacco il mondo della
produzione è una scelta suicida che sottraendo
risorse genererà più bassa qualità di prodotto e
DIONISIO CICCARESE
leNewsdaTerritorioeImprese
inviate le vostre notizie a [email protected]
PUGLIA
Il Piano industriale di Exprivia:
investimenti e acquisizioni
Il Consiglio di amministrazione di Exprivia S.p.A. - società di consulenza e sviluppo di soluzioni IT quotata al segmento STAR di Borsa Italiana – ha approvato il piano Industriale
. Il Piano
prevede costi operativi fissi in calo, in termini percentuali rispetto ai ricavi crescenti, l’aumento del valore aggiunto pro capite in
misura del %, la razionalizzazione di alcune sedi e della struttura
operativa.
Oltre a investimenti ricorrenti, sono pianificati quelli previsti dal contratto di programma recentemente approvato dalla
Regione Puglia; tale progetto prevede un investimento di complessivo milioni di euro nel triennio
di cui , per
edifici operativi e infrastrutture. Inoltre Exprivia SpA ha perfezionato l’acquisizione del , % di ProSAP s.l., capofila di un
gruppo multinazionale di imprese di consulenza e system integration su sistemi SAP.
“Provincia Eternit Free”
Protocollo con Legambiente
Anche la Provincia di Bari, dopo quella di Lecce e la Bat, aderisce al progetto “Provincia Eternit Free”, firmando un protocollo
di intesa con Legambiente e AzzeroCO , promotori dell’iniziativa, che mira alla sostituzione dei tetti in amianto di capannoni
agricoli ed industriali con pannelli solari, beneficiando degli incentivi statali e locali. Legambiente segnala che in Puglia i siti
contaminati sono .
(ad oggi bonificate solo
strutture),
per . .
m , che mancano impianti di smaltimento e che
non è stato ancora approvato il Piano Regionale Amianto previsto dalla legge
/ .
www.gazeco.it
Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese
Direttore editoriale: Vito Raimondo
Redazione: Via delle Orchidee, 3 - 70026 - Z.I.
Modugno-Bari – Tel. 0805857444 Fax 0805857428 - [email protected]
Responsabile trattamento dati personali:
Dionisio Ciccarese
Teca del Meditteraneo
scrigno d’oro della cultura
Teca del Mediterraneo – Biblioteca Multimediale del Consiglio Regionale della Puglia dona alla cultura importanti pubblicazioni. Le
opere edite da Teca, sono uno scrigno d’oro per la conoscenza dell’
identità regionale:“Non c’era nessuna signora a quel tavolo. Il cinema
di Cecilia Mangini”, “Con ostinata passione. Il cinema documentario
di Cecilia Mangini”, “Raffaele Gervasio. Catalogo delle opere”, “Idillio
Infranto”, “Io e la mia sedia” su Enzo Del Re; “Biblioteche che educano. L’educazione informale nello scacchiere euro mediterraneo”.
Miami International Wine Fair
Successo per le cantine pugliesi
Positivo il rientro delle cantine Pugliesi appartenenti al progetto “Puglia Destination” presenti al Miami International Wine Fair
, la più qualificata vetrina nel settore vitivinicolo nel mercato
statunitense che, negli ultimi anni, ha registrato un forte incremento sia dei visitatori sia degli espositori (questi ultimi nel
sono
stati .
provenienti da
nazioni). Durante la due giorni di fiera,
avvenuta il e Ottobre, i rappresentanti delle cantine pugliesi erano presenti nello stand denominato proprio “Puglia Destination”.
CheBanca! amplia la sua offerta
e lancia Conto Deposito Business
CheBanca! lancia Conto Deposito Business, un prodotto dedicato esclusivamente alle aziende, che può essere sottoscritto da
tutti i titolari di Partita IVA, dai professionisti, dai commercianti e
dalle imprese, che riconosce al cliente gli interessi in anticipo sulle somme vincolate ed è completamente gratuito ( nientecosti di
apertura, di gestione e di chiusura e l’imposta di bollo è a carico
di CheBanca!). Le somme depositate sul Conto Deposito Business
possono essere vincolate in qualsiasi momento a , e mesi, effettuando anche più vincoli nella stessa giornata.
BASILICATA
Provincia Matera
bandi strutture ricettive
La Provincia di Matera pubblicherà nei prossimi giorni i bandi per
la concessione in gestione delle strutture turistico ricettive delle
riserve naturali di San Giuliano e di Bosco Pantano. Previsti, quali
contributi di gestione, mila e
euro per San Giuliano e mila
euro per Bosco Pantano. Le proposte saranno valutate sotto il profilo economico e sulla base della qualità del progetto di gestione e
saranno prese in considerazione anche la natura giuridica del soggetto offerente, le pregresse esperienze e l’ambito di intervento
delle stesse. Alla gara potranno partecipare: associazioni riconosciute, fondazioni, società cooperative ed enti pubblici.
Il territorio lucano
Nell’aeroporto milanese
Un grosso schermo, collocato nell’Aeroporto Orio al Serio di Milano,
mostrerà le opportunità del territorio della Basilicata a partire dal periodo natalizio. Per iniziativa dell’assessorato alle Attività Produttive e
d’intesa con gli Enti Parco “Appennino Lucano” e “Gallipoli Cognato
- Piccole Dolomite Lucane”, la Basilicata mostrerà le sue opportunità turistiche attraverso uno schermo interattivo installato in un punto ad alta visibilità dell’Aeroporto turistico “Orio al Serio” di Milano.
I filmati e i contenuti multimediali riguarderanno anche le ricchezze
enogastronomiche, culturali e turistiche del territorio. Il progetto avrà
la direzione dell’Ente Parco nazionale dell’Appennino Lucano.
Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 28 ottobre 2010
Società editrice:
Via delle Orchidee, 1
70026 - Z.I. Modugno-Bari Tel. 0805857439 - Fax 0805857427
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Registrazione Trib. Bari n. 1276 del 19/4/1996
Certificato ADS n. 6793 del 1/12/2009
Pubblicità: Area 4 S.r.l.,
Impaginazione grafica e prestampa: Fotolito38
Via delle Margherite n. 20/22
70026 Modugno (BA)
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fax 080.5857426
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da versare sul ccp n. 11019700 intestato a:
SEDIT srl - Servizi Editoriali Via delle Orchidee, 1
70026 - Z.I. Modugno-Bari
Numero arretrato € 2,77
26
30 ottobre
05 novembre 2010
Sanità
l’Istituto Scientifico San Raffaele
D
ai successi della ricerca scientifica italiana
nasce un’alleanza internazionale che punta, nel giro di pochi anni, a sconfiggere in
maniera definitiva sette gravi malattie genetiche
e a rendere le nuove terapie disponibili per tutti
i pazienti nel mondo.
L’accordo (“triplice alleanza”) tra la Fondazione Telethon, l’Istituto Scientifico San Raffaele e
la multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline
(GSK), innova nella sfida alle malattie genetiche,
in gran parte patologie rare che fino ad oggi avevano ricevuto limitato interesse dalle multinazionali del farmaco, e conferma la leadership
italiana nel settore della terapia genica. Nell’Istituto San Raffaele-Telethon di Milano è stata
messa a punto un’originale tecnica che riesce a
sostituire, senza rischi per il paziente, il gene malato, all’origine dell’alterazione, con uno sano.
L’accordo prevede: il San Raffaele riceve un primo investimento di milioni € da GSK che ottiene una licenza esclusiva per sviluppo e commercializzazione dei protocolli di terapia genica.
La prima terapia, che ha già avuto successo in
casi su bambini affetti da ADA-SCID (cosiddetti “bambini bolla”, costretti a vivere segregati
Ricerca scientifica – Storia di un successo
Triplice alleanza
contro 7 malattie
poiché qualunque contatto è, per loro, a rischio
gravissimo; ne nascono, nel mondo, ogni anno,
) sarà industrializzata, immessa sul mercato e
resa fruibile da tutti, nel mondo, in permanenza.
È in fase sperimentale una tecnica analoga per
sviluppare una cura per altre malattie genetiche, tra le quali, la beta talassemia (in Italia
persone affette; nel mondo,
mila nuovi casi
l’anno).
“Questa alleanza ha portata storica – ha detto
il presidente di Telethon, Luca di Montezemolo
– perché dimostra che è possibile sconfiggere le
malattie rare, patologie fino a pochi anni fa considerate incurabili e che in Italia la ricerca è di primo piano”.
“Con questa alleanza – ha detto Francesca
Pasinelli, direttore generale della Fondazione
Telethon –dimostriamo come l’eccellente ricerca
scientifica che abbiamo finanziato può portare a
terapie efficaci e disponibili per tutti i pazienti.
Negli ultimi
anni, dal
, finanziati .
progetti e distribuiti
milioni € per
ricercatori; sono state studiate
malattie e pubblicati
.
articoli scientifici di valore”.
Per Luigi Naldini, direttore del San Raffaele
Telethon, “senza la collaborazione di una grande casa farmaceutica non saremmo stati in grado di rendere le nostre terapie disponibili per i
pazienti”. “Grazie al nostro premio Nobel, Gertrude Elion, abbiamo una cura contro forme
rare di leucemia e – dice Marc Dunoyer (direttivo mondiale GSK) – dal
,
“farmaci orfani” (quelli che, perché fruibili da qualche decina
di malati nel mondo, non sono remunerative e
convenienti per le aziende), più di ogni altra azienda al mondo.
I nuovi protocolli di terapia genica si basano
su cellule staminali autologhe (prelevate dal
paziente stesso) del midollo osseo. La procedura consiste nel prelievo di queste cellule dai
pazienti, la correzione in laboratorio grazie a
dei “virus navicella” contenenti una versione
funzionante dei geni difettosi nei malati e infine
la reintroduzione delle cellule staminali corrette
nell’organismo.
Per altre malattie si tratta invece si tratta di
utilizzare tecnica che utilizza vettori derivati dal
virus HIV in grado di reintrodurre nell’organismo
il gene curato all’esterno.
Puntare solo alle cellule malate
La diffusione della malattia un problema mondiale
Con “anticorpi armati”
il cancro è circoscritto
Il conto dell’osteoporosi
70 mld di euro nel 2050
“A
nticorpi armati” che raggiungono la cellula del cancro e vi
portano la chiave che chiude ogni possibilità di sopravvivenza ed il veleno
che annulla le mire espansionistiche
(metastasi).
È la formulazione T-DM (farmaco
biologico trastuzumab più un potente citotossico che si indirizzano
direttamente e solo contro le cellule
tumorali) molto meno carica di effetti
collaterali e rivelatasi determinate per
sconfiggere una parte dei tumori della
mammella detti HER positivi.
Cancro della mammella e dello stomaco sono legati da questa proteina
(HER ) che è presente in quantità elevata sulla superficie delle cellule maligne (nel - % dei casi) e che rende
questi tumori trattabili con T-DM , definitivamente vincente.
Se – dice il prof. Giuseppe Viale
(università, Milano) – noi anatomopatologi, sbagliamo nel qualificare
l’espressione dei marcatori tumorali (il
rischio di errore, in Italia e nel mondo,
è - %), indirizziamo l’oncologo verso cure inadeguate per quel caso. Per
esempio, per i tumori mammari con
recettore per estrogeni sono indicati
farmaci ad attività antiestrogenica;
per le neoplasie HER , invece, si deve
ricorrere alla T-DM .
La collaborazione patologi-oncologi, una specie di partnership, sarà capace di ridurre gli errori che, oltre che
perdita di vita e di qualità di vita, comportano anche danni economici valutabili, solo per farmaci sprecati, intorno a .
euro per caso, per anno.
Da considerare che – dice il prof.
Marco Venturini, presidente eletto
degli oncologi italiani – in Italia si hanno .
casi l’anno per cancro dello
stomaco e
.
della mammella
ma i decessi sono in numero uguale
( .
). La differenza è da attribuire
specie alla diagnosi ritardata.
Il congresso della Sifop
Patologie
croniche:
risposta
globale
V
Foto painless_Photoxpress
R
iduzione dell’altezza, mal di schiena, incurvamento,
insicurezza nel camminare: possono essere i sintomi
della malattia – osteoporosi – che rende fragili le ossa, una
emergenza sanitaria in tutto il mondo che ha motivato la
celebrazione di una giornata mondiale per richiamare attenzione e promuovere la prevenzione. L’invito è per tutti,
sin dalla giovane età: introduzione o aumento di calcio nella dieta con latte, latticini e verdure, esposizione corretta
al sole, esercizio fisico costante, limitare i fattori di rischio
(vita sedentaria, fumo, abuso di alcol). In Italia milioni di
persone (specie donne dopo la menopausa) soffrono di
osteoporosi, un vero flagello. La malattia è caratterizzata
da squilibrio del naturale ricambio dell’osso per cui la su-
enticinque milioni di italiani (di cui milioni
di età - anni) portatori di patologie croniche, presenti, spesso contemporaneamente,
nello stesso soggetto, alla ricerca dell’assistenza globale.
Essi sono visitati, nello stesso poliambulatorio, per ognuna delle - patologie presentate
(le spese sanitarie sono
volte superiori), da
diversi specialisti i quali, però, non si confrontano tra loro su quel caso realizzando incongrua
“medicina specialistica prestazionale”. Le urgenze intasano pronti soccorso ( - % dei casi
sono di codice bianco) e corsie con ricoveri impropri e richiedono frequenti riospedalizzazioni
(in Usa, solo queste ultime costano oltre ,
miliardi dollari l’anno).
“Il malato cronico – ha detto il presidente
della Sifop (società italiana per la formazione
a “ricostruzione” (formazione) diminuisce a favore della
“demolizione” (riassorbimento), con conseguente perdita
di massa ossea ed aumento della fragilità. L’aspetto più
devastante è nelle fratture che colpiscono gli over- . Più
temute quelle di femore ( .
l’anno), vertebre ( ),
altre ossa lunghe, che colpiscono, dopo i anni, una donna su e un uomo su . Una paziente su muore entro un
anno dalla frattura femorale e su restano disabili con
grave compromissione di autonomia e qualità di vita.
Secondo stime OMS, nel
, l’aspettativa di vita raggiungerà gli , anni ( , % over
anni). Le previsioni
dei costi per le fratture di origine osteoporotica saliranno
dai miliardi di Euro del
ai miliardi nel
.
permanente per la medicina specialistica) dr.
Francesco Losurdo, aprendo il congresso nazionale tenuto a Lecce, con la partecipazione di
medici di
diverse specialità e di biologi e psicologi – sia seguito nella sua interezza per cui,
nell’ambito di un contributo alla riorganizzazione del sistema sanitario territoriale ed alla programmazione da parte dei professionisti della
salute, proponiamo “l’aggregazione funzionale
specialistica ” (tema del congresso).
“Vogliamo contribuire alla soluzione di vari
problemi di salute della cronicità tenendo conto delle linee guida più aggiornate e fornendo
proposte operative per le Aggregazioni funzionali specialistiche sulle diverse patologie (diabete, ipertensione, neuropsicopatie, disturbi
rachidei, patologia dell’immigrato, prevenzione
dei tumori, cure palliative, ecc), guidati dai Di-
rettori nazionali di Settore per le varie specialità
e dal Comitato scientifico Sifop”.
Vi è necessità di una figura specialistica che,
in sintonia e sinergia con tutto il sistema, segua
e accompagni nel tempo il malato cronico.
La proposta aggregazione funzionale specialistica non è quindi un poliambulatorio ma un
centro funzionale (aperto ogni giorno dalle
alle
per il tempo necessario) dedicato a problemi di salute, con presenza di specialisti, infermieri coordinati da caposala esperto.
Il paziente affetto da una patologia cronica
deve poter avere un luogo fisico a cui rivolgersi
per affrontare il proprio problema di salute che
può riguardare diversi organi e sistemi contemporaneamente ma che deve avere risposte mediche globali.
Pagina a cura
di Nicola Simonetti
26
Università
uni
latesisulgiornale
In questa pagina, dedicata ai laureati di Puglia e Basilicata, pubblichiamo le migliori tesi su temi di economia,
marketing e comunicazione che vengono discusse nelle Università di tutto il mondo allo scopo di far conoscere
all’imprenditoria le energie più vivaci dei giovani che affrontano il delicato periodo post-universitario. Studenti e
docenti che volessero segnalare tesi attinenti ai temi dell’economia, del marketing, della comunicazione, della
gestione e della strategia d’impresa possono inviare il materiale direttamente all’indirizzo [email protected].
Il materiale deve essere costituito da un articolo che vada da .
a .
battute (spazi bianchi compresi), una
fotografia in buona risoluzione (
dpi) e una breve scheda biografica (
battute).
30 ottobre
05 novembre 2010
27
curriculum
G
iandomenico Spinelli ha
anni e vive a Sammichele di Bari. Giornalista pubblicista, si è laureato con lode
in Informazione e Sistemi
Editoriali presso l’Università
degli Studi di Bari Aldo Moro,
discutendo una tesi in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi intitolata “Informazione . ”. A Bari, nel
, ha conseguito anche la Laurea in
Lettere e Filosofia – Editoria e Giornalismo. Collabora con La
Gazzetta dell’Economia e con Sportal.fm.
Spinelli – Internet e l’interattività hanno modificato la relazione tra domanda e offerta
Cambia il mondo dei media
informazione alla prova Web
I
ARTHUR SULZBERGER
n un’intervista pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz nel febbraio del
, l’editore
del New York Times, Arthur Sulzberger, ha dichiarato: “Non so se stamperemo ancora il giornale tra cinque anni. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader”. La dichiarazione,
provocatoria, non troverà riscontro. Ma un fatto
è ineludibile: Internet cambia il modo di produrre
e fruire contenuti.
Il lavoro di tesi analizza la rivoluzione in atto
nel mondo dell’informazione, con particolare riferimento all’interattività e alle novità introdotte
dal Web . . La Rete costringe i vecchi media a
profonde riflessioni sul proprio ruolo, fino a minacciarne la sopravvivenza.
Lo studio della Federazione Italiana Editori
Giornali La Stampa in Italia
, certifica
“una fase di crisi tra le più acute della storia”
per il settore. L’andamento negativo di raccolta
pubblicitaria e vendite si ripercuote sull’evoluzione del fatturato editoriale. Il margine operativo
lordo (differenza tra costi e ricavi) cala dell’ , %.
Il Rapporto Annuale dell’Osservatorio New Tv e
Media del Politecnico di Milano fotografa l’andamento del mercato italiano dei media. Nel
,
questo subisce una contrazione compresa tra l’ e
il %. La dinamica generale è il frutto di due andamenti di segno opposto: il - % dei media tradizionali e, attenzione, il + % dei new media.
L’inversione di tendenza risulta ancora più evidente se, prendendo in considerazione la stessa testata, si confrontano il numero di visitatori
unici del sito e i dati relativi alla diffusione del
quotidiano cartaceo. Nel caso de la Repubblica:
.
copie vendute e .
.
visitatori, più
del doppio.
Ulteriori conferme della forza acquisita dal
Web arrivano da due episodi recenti. Alle : del
aprile
, un devastante terremoto ha colpito l’Abruzzo: trecento morti, migliaia di edifici
rasi al suolo. Vista l’ora, a dare le notizia al mondo
non sono stati i giornali, ormai stampati e pronti
per l’edicola, ma il sito de la Repubblica. La carta
stampata, che per secoli ha portato le notizie in
casa della gente, racconterà tutto nel dettaglio,
ma con un giorno di ritardo.
, un sito
Un anno dopo il sisma, il aprile
Web si è aggiudicato per la prima volta il premio
Pulitzer, prestigioso riconoscimento di giornalismo americano, nato nel
. La giuria ha gratificato Propublica.org e il New York Times Magazine
MANUEL CASTELLS
per un’inchiesta sull’operato degli ospedali della
Louisiana nei giorni dell’uragano Katrina (
).
Secondo Manuel Castells, Internet rovescia
l’assioma fordista per cui solo la massa è in grado
di creare ricchezza. Il Novecento è stato il secolo
di massa per eccellenza, ma oggi abbiamo davanti uno scenario diverso: produzioni specifiche,
consumi personalizzati, appartenenze di nicchia,
media individuali. Il Web . , quello interattivo,
ha aperto il canale di ritorno per i tanti che erano
in ascolto passivo, innescando complicità produttiva: ognuno è attore e non soltanto fruitore.
Si definisce “interattivo” un sistema il cui
comportamento non è fisso, ma varia a seconda
dell’input dell’utente. L’aspetto peculiare di Internet è proprio questo: la modalità pull, il ruolo
determinante giocato dalla domanda.
In un testo scritto e pubblicato online, come
nel caso di una notizia, la componente interattiva è data dalla possibilità, concessa al lettore, di
intervenire attivamente e materialmente sull’oggetto della fruizione, percorrendolo tramite i link
e aggiungendo contributi propri.
A ben guardare, l’interattività non è un fatto
nuovo. Nella Poetica, Aristotele indicava il teatro
come forma interattiva per eccellenza, come dialogo tra la scena e lo spettatore. La comunicazione si allontana dal modello matematico mittentemessaggio-ricevente per avvicinarsi alla forma
del dialogo domanda-risposta.
I concetti di ipertestualità e interfaccia sono
complementari rispetto al tema dell’interattività.
La prima nozione risale agli anni Sessanta, quando Theodor Nelson concepì una nuova testualità
THEODOR NELSON
NICHOLAS NEGROPONTE
in cui, all’ordine sequenziale, subentra una fruizione per scelte successive. L’ipertesto implica
un paradigma conoscitivo caratterizzato dall’abbandono delle idee di centro, margine, gerarchia,
linearità, cui succedono i concetti di nodo, collegamento, rete, multilinearità. E internet non è
altro che un immenso ipertesto.
L’interfaccia (tutto ciò che, visibile e tangibile,
permette l’interazione col sistema) consente il
trasferimento di informazioni dall’utente al sistema. E viceversa.
I concetti di ipertesto e interfaccia dimostrano
come l’interattività sia connaturata alla Rete, ma
il Web non è sempre stato interattivo allo stesso
livello. I primi siti, detti “statici”, mantenevano la
stabilità del testo cartaceo. Un sito dinamico (un
motore di ricerca, un forum, una chat) permette,
invece, quel dialogo che alla base dell’interattività nel senso più pieno.
La differenza tra statico e dinamico sta alla
base della distinzione tra Web . e Web . , termine coniato nel
per designare i servizi Internet di seconda generazione, come siti di social
networking e wiki, strumenti che enfatizzano la
collaborazione e la condivisione tra utenti. L’ .
si basa sul paradigma del broadcasting, con il fornitore di contenuti e il fruitore in relazione gerarchica. La logica del . è quella del peer to peer,
una relazione tra pari (“peer” appunto), in cui i
ruoli sono interscambiabili.
Nell’ambito dell’informazione, il passaggio
dall’ . al . coincide con la transizione da mass
medium a “my medium”.
, Nicholas Negroponte ha preconizzaNel
DERRICK DE KERCKHOVE
to l’avvento di un quotidiano virtuale totalmente personalizzato, un notiziario confezionato a
nostra immagine e somiglianza . Ora la profezia
si è realizzata. Giornali e televisione sono media
verticali. Il flusso dell’informazione è a senso unico: dal giornalista al lettore/telespettatore che
“subisce” la notizia. Internet, diversamente, introduce bidirezionalità.
Il fenomeno dei blog e del giornalismo partecipativo è eloquente. Narrare gli eventi non è più
appannaggio degli addetti ai lavori, a dimostrazione di come la passività dell’utente nei confronti del medium tradizionale abbia lasciato il posto,
online, a una dinamica tale da consentire lo scambio dei ruoli.
Favorendo il contatto diretto fra la fonte della
notizia e i cittadini-lettori, Internet ha rilanciato il
giornalismo d’inchiesta, “sociale” o “di servizio”.
Proliferano Web magazine, siti di associazioni noprofit, blog civici e pagine personali che hanno lo
scopo di svelare le magagne e gli abusi quotidiani
in tema di politica, società, ambientalismo.
L’esercizio della professione giornalistica è, o
meglio sarebbe, per sua essenza, un servizio di tipo
sociale reso alla comunità. Ma la pratica testimonia
quanto l’informazione, in nome dei criteri di notiziabilità, non sempre riesca a preservare il suo connotato sociale, né a garantire a tutte le parti in causa di una notizia l’espressone della propria voce.
Il quarto e ultimo capitolo della tesi è dedicato
alla mobilità, all’informazione fruita su dispositivi
come iPhone e iPad. Device che rappresentano,
per citare Derrick de Kerckhove, vere e proprie
protesi dell’agire umano. Tanto più che, secondo
Forrester Research, nel
le vendite di dispositivi mobili supereranno quelle di Pc e, più o meno
con la stessa tempistica, le connessioni Internet
in mobilità sorpasseranno quelle effettuate da
postazioni fisse.
La trasformazione del cellulare in mobile medium ha preso il via nel
, con i primi servizi sms
news, messi a punto dall’agenzia Ansa e dal gruppo
Riffeser-Monti. Con la telefonia di seconda (Gprs) e
terza (Umts) generazione, il miglioramento delle
connessioni mobili ha consentito di veicolare immagini, audio e video. Gli editori hanno investito e,
ora, l’utente può informarsi ovunque e in qualsiasi
momento, avendo a disposizione un’ampia offerta
di applicazioni e siti Web ottimizzati.
GIANDOMENICO SPINELLI
28
Libri&Riviste
Globalizzazione, interattività e creatività
Marketing 3.0
la nuova “era”
Q
uello che abbiamo alle spalle è stato il
secolo della produzione di massa, del
fordismo. Il marketing . , sviluppatosi nella prima fase dell’era industriale,
doveva facilitare l’assorbimento da parte del
mercato di volumi crescenti di prodotti standardizzati, messi in vendita a prezzi competitivi per
consentire l’acquisto da parte della moltitudine
di consumatori.
In una seconda fase, l’attuale, caratterizzata
dallo sviluppo della società dell’informazione
e dal Web interattivo, si afferma un concetto
di marketing più complesso. Produzioni specifiche, consumi personalizzati, appartenenze
di nicchia, media individuali: la “lunga coda” di
Chris Anderson. La funzione del Marketing . è
quella di consentire all’impresa di comprendere
e soddisfare un consumatore più informato ed
esigente, dotato di un potere crescente e, pertanto, protagonista fondamentale dell’economia di mercato.
Con “Marketing . ”, Kotler, Kartajaya e Setiawan salutano l’inizio una nuova era, naturale evoluzione della precedente. Il concetto di
consumatore – scrive Walter Giorgio Scott nella
prefazione all’edizione italiana – evolve verso un
livello superiore. Soggetto non solo di bisogni,
ma anche e soprattutto di sentimenti, valori ed
emozioni. In tempi come quelli attuali, non è più
possibile considerare i comportamenti dei consumatori come indipendenti da tutto ciò che si
manifesta nel mondo in cui essi vivono .
Come già teorizzato dal guru Philip Kotler, le
“quattro P” (Product, prodotto; Price, prezzo;
30 ottobre
05 novembre 2010
29
Marketing .
Dal prodotto al cliente all’anima
Autore: Philip Kotler, Hermawan
Kartajaya, Iwan Setiawan
Editore: Il Sole
Ore
Collana: Mondo economico
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
Place, distribuzione; Promotion, promozione)
non riescono più a rappresentare la complessità dell’ambiente e non permettono alle aziende di cogliere tutte le opportunità. Il nuovo
paradigma è pensato e formulato in base a tre
grandi forze della contemporaneità: l’evoluzione delle tecnologie della connettività e dell’interattività, la globalizzazione, lo sviluppo della
società creativa.
GIANDOMENICO SPINELLI
Jonh McDonald – Un libro del giornalista economico della rivista “Fortune”
Giochi di
strategia
Il poker. La guerra.
Gli affari
Autore: John Mcdonald
Editore: Etas Libri
Collana: Management
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
Con i Giochi di strategia
il business diventa serio
S
parare per primo o attendere che lo faccia l’avversario, per poi aver l’opportunità di un tiro più sicuro.
Nel duello tra galantuomini come nella giungla del mercato, la scelta del momento più propizio è un problema
di strategia che John McDonald, giornalista economico
di Fortune, affronta non soltanto nella classica accezione militare nel suo saggio Giochi di strategia, dedicato
all’applicazione della teoria dei giochi in tutte le relazioni interpersonali. Dal tavolo da poker alle politiche economiche, dalla tattica di guerra al controllo monetario,
questo libro parte con una descrizione delle motivazioni
del giocatore di poker, per poi passare alle applicazioni
più economicamente rilevanti della teoria dei giochi, fino a sviluppare modelli di gioco applicabili al business
e concludere con le applicazioni della tecnica militare
con la strategia politica. Giochi di strategia (
pagine,
edito da Etas) è la prima traduzione in italiano di un libro pubblicato per la prima volta nel
, con il titolo
originale di Strategy in poker, business and war. Ricco
di aneddoti divertenti tratti dalla letteratura internazionale ed esempi storici di grandi strategie, da Sherlock
Holmes ad Adolf Hitler.
LUCA BARILE
Romita – Salvaguardare la relazione con l’ambiente
Turismo e seconde case
una grande opportunità
U
n libro dedicato al turismo delle “seconde case”, un fenomeno che ancora oggi è tutto da
esplorare. Spostando la lente d’ingrandimento sulle
esperienze di altri Paesi europei come Spagna, Grecia, Portogallo e Croazia, è più semplice tracciare
un parallelismo con la situazione italiana. Qui, infatti, il turismo residenziale è molto diffuso e produce
una varietà di impatti sociali, economici e territoriali. Il turismo residenziale, nel testo di Tullio Romita,
diventa un fenomeno sociale a se stante, che con
quello di massa ha in comune solo le radici. Il turismo delle abitazioni private rappresenta una chiara
opportunità di sviluppo economico e sociale, ma al
Storia della
pubblicità
Gli uomini e le idee
che hanno cambiato
il mondo
Autore: Mark Tungate
Editore: FrancoAngeli
Collana: La cultura della
comunicazione
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
contempo un rischio tanto per l’ambiente quanto
per i sistemi turistici locali.
L’attività turistica delle “seconde case” deve essere
vista soprattutto come una risorsa per lo sviluppo delle comunità che ne sono coinvolte, governando il fenomeno a livello locale, una condizione essenziale per
preservarne spirito ed essenza. Il libro edito da Franco Angeli – inserito nella collana Turismo, consumi e
tempo libero – è una guida ai nuovi stili di vita e residenzialità utile a comprendere governance del territorio e sviluppo sostenibile del turismo in Europa.
ALESSANDRO SCHIRONE
Tungate – Il passato e il futuro di un settore ormai vitale
La storia della pubblicità
un’avventura affascinante
L
a spesa globale per la pubblicità supera ormai i
milioni di dollari l’anno e gli spot hanno un impatto immenso sulle nostre vite. Ma dove ha avuto inizio
tutto ciò? Quali sono oggi i protagonisti del settore?
La storia della pubblicità, scritto da Mark Tungate (un
giornalista inglese specializzato in media, marketing e
comunicazione) per FrancoAngeli, è il primo libro che
analizza il passato e il futuro del settore pubblicitario
con una prospettiva internazionale. Non mancano i riferimenti all’Italia: basti pensare all’agenzia Armando Testa (che ha creato personaggi come Pippo, l’amichevole
ippopotamo blu, e gli immortali Caballero e Carmencita, due personaggi di animazione a forma di cono ide-
ati per la Caffè Paulista nel
), a Emanuele Pirella (il
padre del copywriting italiano, a Oliviero Toscani (“Non
sono un pubblicitario, sono un fotografo”). Ma si viaggia attraverso le più importanti capitali della pubblicità
mondiale: da Londra a New York fino a Parigi e ai mercati emergenti dell’Europa Centrale, del Sud America e
dell’Asia. Infine, poiché l’esplosione dei media digitali e
il cambiamento nel modo di guardare la tv minacciano
di cambiare la natura stessa della pubblicità, Tungate esamina il settore in prospettiva futura per concludere
che “l’advertising non scomparirà”.
FABIO TRAVERSA
Il turismo residenziale
Nuovi stili di vita e di
residenzialità, governance del
territorio e sviluppo sostenibile
del turismo in Europa
Autore: Tullio Romita
Editore: Franco Angeli
Collana: Turismo, consumi, tempo
libero
Pubblicazione:
Numero di pagine:
Prezzo: €
30
30 ottobre
05 novembre 2010
Fiscalmente
I “preziosi” chiarimenti della circolare /E/
Paesi “black list”
cosa comunicare
I
contribuenti minimi e le nuove iniziative produttive rimangono fuori dall’obbligo di comunicazione delle operazioni con soggetti economici ubicati nei paradisi fiscali. Questi ultimi, come
noto, sono individuabili all’interno della lista dei
Paesi con regime fiscale privilegiato ai fini della
presunzione di residenza delle persone fisiche e
in quella delle imprese estere controllate o collegate (rispettivamente D.M. maggio
e D.M.
novembre
). Occorre tener conto delle liste
a prescindere dalla natura giuridica e dall’attività
svolta dall’operatore. Ciò vuol dire che per il titolare di partita Iva l’obbligo di comunicazione scatta
se la controparte è situata in un Paese presente
in almeno una delle due liste. Sono questi alcuni
dei chiarimenti contenuti nella circolare /E/
che affronta il tema delle comunicazioni che gli
operatori economici devono effettuare per le operazioni con Paesi black list, come previsto dal dl
del
, al fine di contrastare le frodi fiscali e
finanziarie internazionali e nazionali, soprattutto
le cosiddette frodi “carosello” e le “cartiere”.
Soggetti obbligati
e non alla comunicazione
La circolare chiarisce, poi, che sono obbligati,
in via di principio, alla comunicazione delle operazioni con Paesi black list tutti i soggetti Iva.
Si considera soggetto passivo, ai fini IVA,
chiunque agisca nell’esercizio di impresa – ai sensi dell’art. del D.P.R. n.
del
– ovvero
nell’esercizio di arti o professioni – ai sensi del
successivo articolo .
Gli enti non commerciali, lo Stato, le Regioni,
le Province e i Comuni sono tenuti unicamente
per le operazioni realizzate al di fuori dell’attività istituzionale. Mentre, come precisato, sono
esonerati dall’obbligo di comunicazione i contribuenti minimi e i soggetti che hanno optato per
il regime fiscale agevolato per le nuove iniziative
produttive. Un’importante precisazione riguarda
i non residenti: sono, infatti, tenuti alla comunicazione anche i soggetti comunitari ed extracomunitari che svolgono operazioni, territorialmente
rilevanti in Italia, con i Paesi black list.
Le operazioni da comunicare
Vanno comunicate in via telematica all’Agenzia
delle Entrate le cessioni di beni, gli acquisti, le prestazioni di servizi ricevute da soggetti Ue e quelle
rese a soggetti extra-Ue, le importazioni e le esportazioni di beni, sia che esse rappresentino, ai fini Iva, operazioni imponibili, non imponibili o esenti.
Sono interessate dall’obbligo di comunicazione
anche alcune prestazioni di servizi effettuate con
Paesi black list territorialmente non rilevanti nello
Stato ai fini Iva, ma il cui monitoraggio è particolarmente importante per la prevenzione e il contrasto delle frodi Iva negli scambi con l’estero.
Quali sono i Paesi black list
L’obbligo scatta quando il soggetto Iva intrattiene rapporti economici con un operatore che ha
sede, residenza o domicilio in uno dei Paesi black
Foto dinostock_Photoxpress
list, identificati dal Decreto ministeriale maggio
(lista dei Paesi con regime fiscale privilegiato
ai fini della presunzione di residenza delle persone
fisiche) e dal Decreto ministeriale del novembre
(lista degli Stati o territori a regime fiscale
privilegiato per imprese estere controllate o collegate). In merito alle liste, la circolare precisa che
vanno applicate congiuntamente a prescindere
dalla natura giuridica e dall’attività svolta dall’operatore. Ciò vuol dire che l’obbligo di comunicazione scatta se la controparte è situata in un Paese
presente almeno in una delle due liste.
La circolare ricorda, inoltre, che Cipro, Malta e
Corea del Sud non sono più Paesi a regime fiscale
privilegiato (decreto del ministro dell’economia e
delle finanze del luglio
) e che quindi non
sussiste, anche per il periodo che va dal ° luglio
al agosto
, alcun obbligo di comunicazione.
n caso di compravendita a titolo oneroso di un immobile o di
terreno, la valutazione del bene
valida per l’applicazione dell’imposta di registro non può essere
utilizzata per l’applicazione delle
imposte sul reddito. Infatti, nel
primo caso oggetto dell’imposizione è il “valore venale” del cespite, nel secondo il “compenso
effettivamente corrisposto ed
incassato”. Il valore di un bene
intanto può essere considerato
“plusvalenza patrimoniale tassabile” in quanto sia stato realmente percepito. La specifica
disciplina IRPEF, infatti, è finalizzata a colpire non un reddito
che rimanga nell’alveo delle presunzioni, ma un reddito che sia
entrato effettivamente ad accrescere il patrimonio di cede il bene. E tale ultimo accertamento
incombe sull’Amministrazione
finanziaria, tenuta a verificare
la sussistenza dell’incasso di un
corrispettivo non dichiarato.
A tale condivisibile e coerente
conclusione è giunta la Commissione Tributaria Regionale del
Sanzioni e ravvedimento
Per chi non presenta la comunicazione oppure
la trasmette incompleta o inesatta è prevista una
sanzione da
a
euro, elevabile al doppio.
La circolare chiarisce che in relazione a questo adempimento, in caso di ripetute violazioni, viene
applicato ai fini sanzionatori il cumulo materiale e
non quello giuridico. L’operatore tenuto alla comunicazione può rimediare all’errore commesso
avvalendosi del ravvedimento operoso secondo
le regole generali.
Quando effettuare la comunicazione
EMILIA CIMINIELLO
CHIARA DAMMACCO
La prima scadenza per presentare le comu-
a cura di Giuseppe Ciminiello
FiscoinAula
I
nicazioni relative alle operazioni effettuate nei
mesi di luglio e agosto
scatta il novembre.
Successivamente, il modello andrà presentato,
sempre in via telematica all’Agenzia delle Entrate, entro l’ultimo giorno del mese successivo al
periodo di riferimento (trimestrale o mensile).
30
Vendita di immobili, l’IRPEF non vale
Lazio (Pres. Liotta, Rel. Lunerti)
con una recente sentenza che
ha il pregio di far chiarezza su di
un tema ancora particolarmente dibattuto.
Il fatto
Un contribuente riceveva un
Avviso di accertamento IRPEF
con cui veniva recuperata a tassazione plusvalenza relativa alla
vendita di un terreno in Mozzecane (VR), sulla scorta del valore
accertato ai fini dell’imposta di
registro dall’Ufficio delle Entrate di Verona.
La Commissione Tributaria
Provinciale di Roma, cui il contribuente si era rivolto in prima
istanza, aveva parzialmente accolto il ricorso ritenendo congrua
la plusvalenza accertata in rapporto al valore accertato ai fini
dell’imposta di registro, in quanto idoneo presupposto per la
ricostruzione reddituale. Annullava peraltro le sanzioni irrogate.
Il ricorrente proponeva appello dinanzi la C.T.R. del Lazio,
sostenendo la congruità del
prezzo dichiarato in sede di
vendita e la non trasportabilità
acritica, quale maggior reddito,
dell’eventuale maggior valore
accertato ai fini dell’imposta di
registro. Evidenziava, inoltre, la
definitività del valore accertato
a seguito della sentenza della
Commissione Tributaria Provinciale di Verona, che aveva annullato la valutazione originaria
formulata dall’Amministrazione
Finanziaria, nonché la formazione di giudicato sulla stessa materia delle imposte dirette nei
confronti di altri soggetti compartecipi all’atto di vendita.
La decisione del Collegio
I giudici di seconde cure hanno preliminarmente rilevato
che l’accertamento dell’Ufficio
si basava pedissequamente
sulle risultanze di valutazione
emesse dall’Ufficio delle Entrate di Verona relativamente alla
cessione di un terreno, “mentre non esiste omogeneità tra
i presupposti dell’imposta di
registro e quelle delle imposte
sul reddito, in quanto nel primo
caso oggetto dell’imposizione è
il valore venale del cespite, nel
secondo il compenso effettivamente corrisposto ed incassato”. Infatti, ha soggiunto il Collegio, secondo l’insegnamento
della Corte di Cassazione “il
valore di (un cespite) in tanto
rientra tra le plusvalenze patrimoniali tassabili in quanto sia
stato percepito poiché la norma
impositiva mira a colpire non un
reddito presunto ma un reddito entrato effettivamente ad
accrescere il patrimonio del cedente”. Peraltro, è stato anche
acutamente rilevato che, sulla
base del suddetto accertamento, l’Ufficio delle Entrate aveva
provveduto ad emettere accer-
tamenti ai fini delle imposte dirette anche nei confronti di tutti
i comproprietari cedenti del terreno e che, nel corso del giudizio promosso dal contribuente
laziale, si era reso definitivo
l’annullamento degli stessi disposto con sentenza della Commissione Tributaria Provinciale
di Roma, passata in giudicato
per mancata impugnazione nei
termini. Quest’ultima, motivata
con considerazioni di carattere
oggettivo, è stata ritenuta estensibile anche al caso affrontato dai giudici della regionale,
in quanto non risultava “possibile riconoscere all’originario
accertamento di valore (...) il carattere di prova legale in grado
di invertire l’onere della prova
contraria”, né l’Ufficio aveva
reperito o indicato ulteriori elementi probatori della percezione di un corrispettivo superiore
da parte dei venditori, mentre i
ricorrenti avevano prodotto ar-
gomentata perizia di stima sul
valore dell’area ceduta.
Le conclusioni
Il “giudicato” formatosi in
favore degli altri contribuenti è
stato condiviso dal Collegio di secondo grado e ritenuto efficace
anche per il contribuente costretto a ricorrere in appello. Tanto in
base ad una lettura dell’art.
codice civile alla luce dei principi
costituzionali degli artt.
e
della nostra Carta fondamentale.
Diversamente opinando, infatti,
si sarebbe irrazionalmente giunti
ad utilizzare un diverso trattamento per manifestazioni equivalenti della capacità contributiva e la violazione del principio
della correttezza e imparzialità
dell’azione amministrativa.
Sulla base di tali condivisibili
presupposti la Commissione
Tributaria regionale ha accolto
l’appello del contribuente, annullato l’accertamento impugnato e condannato l’Ufficio al
rimborso delle spese di lite in
favore dell’appellante.
LE SCADENZE FISCALI
SABATO OTTOBRE
(rinviata a martedì novembre)
Pagamento dell’imposta di registro e registrazione dei contratti di locazione dei beni immobili stipulati o rinnovati con decorrenza ° ottobre.
Il versamento va effettuato a mezzo mod. F
utilizzando i seguenti codici tributo e causale
contributo:
T – imposta di registro per prima annualità
contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per annualità successive contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per intero periodo
contratti di locazione fabbricati;
T – imposta di registro per proroghe contratti di locazione e affitti;
T – imposta di registro per affitto fondi rustici.
Per la registrazione dei nuovi contratti, per
le proroghe e per le cessazioni anticipate,
anche a seguito di cessione dell’immobile, è
obbligatorio comunicare all’Agenzia delle Entrate gli estremi catastali: la novità è prescritta dall’art. , comma , del D.L.
maggio
, n. .
DOMENICA OTTOBRE
(rinviata a martedì novembre)
Termine per l’invio delle comunicazioni, in via
telematica all’Agenzia delle Entrate, relativamente alle operazioni effettuate nei mesi di luglio,
agosto e settembre e nel terzo trimestre nei confronti di operatori economici aventi sede nei Paesi inseriti nella black list. Le scadenze originarie
erano rispettivamente agosto (operazioni di
luglio) e settembre (operazioni di agosto).
Termine per procedere, da parte dei contribuenti esercenti attività d’impresa, alla rilevazione, sulla scheda carburanti mensile degli
autoveicoli, del numero dei chilometri percorsi.
MERCOLEDÌ
NOVEMBRE
Annotazione, sul registro IVA degli acquisti,
del documento riepilogativo relativo alle fatture
di ammontare unitario inferiore a €
, ricevute nel mese di ottobre.
Emissione e registrazione delle fatture differite relative ai beni consegnati o spediti nel
corso del mese di ottobre e risultanti da Ddt
(documenti di trasporto) o altro documento
equivalente. Le fatture differite devono recare
la specificazione della data e del numero dei
documenti cui si riferiscono e possono essere
riepilogative di tutte le cessioni poste in essere
fra due soggetti.
Chi va&Chi viene
Partenze da BARI
Destinazione
Compagnia
Berlino Txl
Airberlin
AB
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Ryanair
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Charleroi
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Ryanair
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Ryanair
FR
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Ryanair
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British Airways
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Ryanair
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Alitalia
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Air One
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Alitalia
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Monaco
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Fiumicino
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Torino
Trapani
Treviso
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Ryanair
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Bucarest
Colonia
Dusseldorf
Weeze
Francoforte
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Genova
Londra
Gatwick
Londra
Stansted
Malta
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Airberlin
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Gli orari si riferiscono ai dati forniti dai vettori e sono suscettibili di modifica. Vi invitiamo a consultare per conferma le compagnie aeree o le agenzie di viaggio.
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Bologna
Volo Partenza Arrivo
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S
L
FR
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M
British Airways
Ryanair
da
G
Airberlin
Compagnia
Billund
da
V
M
Partenze da BRINDISI
Destinazione
Brussels
Charleroi
Colonia
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L
da
da
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M
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Brussels
Charleroi
S
Note
da
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AZ
Easyjet
Milano Orio
al Serio
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a
Alitalia
Air One
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Bratislava
Volo Partenza Arrivo
a
M
M
AB
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S
L
Airberlin
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M
L
Compagnia
Berlino Txl
da
G
M
da
Arrivi a BARI
Destinazione
da
V
Airberlin
Lufthansa
Milano MXP
M
M
Ryanair
Genova
S
S
Cagliari
Dusseldorf
Weeze
Francoforte
Hahn
Note
da
Budapest
Colonia
S
31
30 ottobre
05 novembre 2010
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Arrivi a FOGGIA
Part. Arrivo Frequenza
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Note
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