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Cura delle unghie e comfortdella vacca: considerazioni produttive

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Cura delle unghie e comfortdella vacca: considerazioni produttive
Formazione
BUIATRIA
Cura delle unghie e
comfort della vacca:
considerazioni produttive
2- Patologie podali
Conoscere le principali patologie del piede della vacca per poter mettere
in atto una terapia adeguata.
L
a presenza di laminiti nei moderni allevamenti di vacche da
latte è all’origine di molte delle
zoppie nelle bovine ad alta produzione.
inizio a una serie di eventi nel tessuto vascolare del corion che includono aumento
del flusso sanguigno, trombosi, ischemia,
ipossia e l’apertura degli shunt artero-ve-
Laminite
Juan Manuel
Ramos Rama*
Adrián González Sagués**
** Veterinario libero
professionista, Bovinevet
** Veterinario libero
professionista, Gruppo Anka
La laminite è associata a una caduta della
qualità del tessuto corneo, alla stimolazione
dell’asimmetria degli unghioni e alla comparsa di lesioni secondarie che necessitano un intervento urgente (foto 1).
La sua relazione con l’alimentazione e la
gestione obbliga a un dialogo permanente
tra il podologo, il nutrizionista e l’allevatore, responsabili della creazione e messa
in opera di misure di prevenzione che controllino il problema.
La laminite è un’infiammazione asettica
del tessuto laminare sensibile (corion) dell’unghione.
Dato che è interessato solo lo strato laminare del corion, per alcuni autori il termine più adeguato è coriosi. Comunque, il termine laminite è quello più comunemente
utilizzato dalla la maggior parte degli autori.
Si pensa che la patogenesi della laminite
sia associata a un’alterazione nella microcircolazione sanguigna a livello del corion,
che determina il distacco tra derma-epidermide e la terza falange. L’acidosi lattica ruminale è considerata la causa principale di laminite e, presumibilmente, esercita il proprio effetto patogeno attraverso
sostanze vasoattive liberate durante il suo
decorso. Queste sostanze vasoattive danno
Foto 1. La laminite è associata a una
diminuzione della qualità del tessuto corneo,
all’asimmetria degli unghioni e alla comparsa
di lesioni secondarie.
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nosi che mettono in comunicazione diretta le arterie con le vene. Tutti questi eventi portano alla comparsa di edema, emorragia e necrosi dei tessuti del corion.
Il corion è particolarmente esposto all’infiammazione. Un aumento di volume del
corion, di qualsiasi genere, dovuto all’accumulo di fluidi (sangue e linfa) incrementa
la pressione, il dolore e il danno tissutale.
Considerata poi l’unione tra la parete e le
strutture ossee, si capisce come un’infiammazione del corion si diffonda subito
a scapito della benda coronaria.
La distruzione delle unioni tra derma ed
epidermide permette la separazione dei
tessuti laminari. Quando ciò accade, la
terza falange non è più fissata e affonda.
Il risultato è la compressione del corion
tra l’osso e la suola, condizione che porta
allo sviluppo dell’ulcera plantare. In alcuni casi questo fenomeno comporta una
grave rotazione ventrale della punta della terza falange verso la suola. Se questa
compressione è molto accentuata si può
generare un’ulcera della suola nella punta dell’unghione. Sembra che il fenomeno
della rotazione della terza falange (tipico
dei cavalli) sia più frequente nelle laminiti acute.
In altri casi, se ciò che accade è un affondamento generale della terza falange, nel
punto di unione tra i talloni e la suola si
svilupperà un’ulcera plantare, proprio nell’area di formazione tipica delle ulcere, cioè
a livello di proiezione del tubercolo di inserzione del flessore profondo.
1. Laminite acuta
La forma acuta della laminite si presenta
in forma sporadica ma, in ogni caso, la sua
incidenza è maggiore in animali di prima
lattazione durante i primi 60-90 giorni di
produzione. I segni clinici includono rigidità degli arti, dolore e totale rifiuto di
deambulare. Alcuni animali restano immobili con gli arti anteriori fuori di sé, altri rimangono fermi in posizione cifotica,
tentando così di avvicinare le zampe per
scaricare il peso e alleviare il dolore. Nella maggior parte dei casi gli animali rimangono in decubito. Il dolore ricomincia
a manifestarsi in forma grave quando si costringe un animale malato a fermarsi. Arrossamento, infiammazione e una maggiore sensibilità della benda coronaria e
dell’area soprastante i bulbi dei talloni sono alcune manifestazioni tipiche di questa
condizione. Alla palpazione le pareti dello
zoccolo e la benda coronaria saranno più
calde del normale, segno tipico dei processi
infiammatori acuti.
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Alcune delle cause relazionate a tale condizione sono genetiche, ambientali, nutrizionali e di gestione alimentare. Sono anche state segnalate alcune correlazioni tra
la laminite e malattie come le mastiti e le
metriti, o disordini metabolici come chetosi e acidosi lattica ruminale. La lesione
nello zoccolo presuppone un’alterazione
della microcircolazione sanguigna dei tessuti più innervati (parte laminare del corion). Dovunque sia localizzata l’infiammazione, è grave e causa un intenso fastidio
durante la fase acuta.
La terapia è sintomatica e tesa a controllare il dolore. Sfortunatamente non ci sono grandi opportunità nei bovini, se non
l’uso di antinfiammatori non steroidei, la
messa degli animali al pascolo, recinti annessi, cuccette con materassini adeguati o
altre aree non ricoperte di cemento o dure.
L’animale dovrebbe essere alimentato a fieno aumentando gradualmente il consumo
di concentrato.
2. Laminite cronica
I segni clinici della laminite cronica sono
moderati con l’eccezione dei cambi nella
cheratinizzazione delle pareti degli unghioni che si notano con il passare del tempo. Nella laminite cronica gli unghioni si
allargano, si appiattiscono e sviluppano le
tipiche cerchiature orizzontali. Le lesioni
del tessuto laminare sensibile sono le stesse descritte per le forme acute di laminite,
ma compaiono in maniera più graduale
dando così origine a segni clinici di minor
entità.
L’eziologia della laminite cronica è strettamente associata all’alimentazione e alle
diete ricche in amidi. Non esistono trattamenti specifici, eccetto la realizzazione del
pareggio degli unghioni con maggior frequenza.
3. Laminite subclinica
La forma subclinica della laminite è probabilmente la più comune. I segni clinici
tipici della laminite sono assenti. In effetti, si parla più propriamente di una sindrome associata a lesioni che compaiono
secondariamente alla riduzione della qualità e della durezza della cheratina dello
zoccolo.
Una scarsa qualità della cheratina predispone a un incremento del consumo, aumentando il rischio di lesioni o contusioni con una potenziale infezione batterica
dell’unghia. Come risultato, in allevamento aumentano le zoppie dovute ad ascessi
plantari e ulcere o altre lesioni.
Gli animali alla prima lattazione, nei primi 60-90 giorni di lattazione, sono i più suscettibili alla laminite subclinica. Le cause sono le stesse descritte per le forme acute e croniche. Le lesioni degli unghioni più
caratteristiche in corso di laminite subclinica includono:
❶ Emorragie della suola che sembrano pigmentazioni della cheratina o emorragie in
forma di striatura.
❷ Cheratina che si presenta molle e giallognola, e che si consuma e si taglia facilmente.
❸ Aumento dell’incidenza di ulcere in punta e ascessi plantari, con tutta probabilità
dovuti a rammollimento del tessuto corneo
e separazione della linea bianca.
Un taglio periodico delle unghie e una valutazione affidabile delle cause di zoppia è
essenziale. La regolare valutazione delle lesioni osservate durante il taglio delle unghie e il trattamento di alcune zoppie è la
base per un riconoscimento precoce di possibili problemi di laminite subclinica.
Non esiste un trattamento specifico, anche
se senza dubbio l’uso di pediluvi o bagni
con formalina può aiutare nel processo di
indurimento della cheratina. La prevenzione si attua evitando condizioni di acidosi lattica ruminale. Seguono alcune considerazioni pratiche relazionate in particolar modo alle primipare:
❶ I cambi di alimentazione devono essere
graduali.
❷ Tenere sotto controllo il consumo di concentrati in primipare preparto e in asciutta (alcuni autori suggeriscono non più di
1,5-3 kg per capo al giorno).
❸ Preparare razioni con il carro miscelatore con un equilibrio adeguato del rapporto foraggio/concentrati.
❹ Incrementare lentamente il consumo di
concentrati durante la prima fase della lattazione.
❺ L’alimento non dovrebbe mai mancare.
Le vacche stabulate su cemento dovrebbero avere accesso a recinti di terra o prato
per almeno 10-12 ore al giorno.
I processi più avanzati sono ricoperti da
tessuto corneo irregolare che, se rimosso,
mette in evidenza un tessuto di granulazione che sanguina facilmente.
Come ricordato in precedenza, si crede che
la laminite sia la causa principale che predispone all’ulcera plantare. La combinazione di una produzione eccessiva di tessuto corneo, lo slittamento della terza fa-
Foto 2. L’ulcera plantare è una perdita
circoscritta di tessuto corneo che conduce
all’esposizione del corion.
Ulcera plantare
Un’ulcera plantare si definisce come una
perdita circoscritta di tessuto corneo che
conduce all’esposizione del corion (foto 2).
L’ulcera plantare tende a essere una delle
lesioni più gravi che producono zoppie nelle vacche da latte. L’aspetto della lesione
varierà in funzione del suo stato di maturazione. Un’ulcera precoce produce un’area circoscritta di tessuto neoformato che
può essere evidenziato durante il pareggio.
Foto 3. L’ulcera plantare si sviluppa in seguito a
una pressione eccessiva esercitata nel punto di
unione dei talloni con la suola (o a livello di
punta dell’unghione, in base al tipo di
rotazione) che, a sua volta, causa un trauma più
grave e incrementa la disfunzione del corion.
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lange per la perdita dell’integrità dell’unione derma-epidermide, il rammollimento della cheratina plantare, e la crescita accelerata della cheratina dell’unghia nella
porzione anteriore e laterale dello zoccolo, predispongono a che l’unghione laterale riceva un maggior carico di peso e si consumi eccessivamente nell’area tipica di insorgenza dell’ulcera. Una pressione eccessiva nel punto di unione dei talloni con la
suola (o a livello di punta dell’unghione, in
base al tipo di rotazione) causa un trauma
più grave e incrementa la disfunzione del
corion che porta allo sviluppo della lesione (foto 3).
Un’altra causa è l’erosione dei talloni (perdita eccessiva di tessuto corneo dei talloni) che determina la perdita delle proprietà
di assorbimento dei traumi nell’area della suola e dei talloni. Alcuni autori sostengono che altri meccanismi possono
essere relazionati allo sviluppo di queste
lesioni, per esempio un rilasciamento dell’apparato sospensore del piede in relazione a cambi metabolici e ormonali tipici del post-parto.
Il trattamento richiede la rimozione del tessuto necrotico, seguito dall’innalzamento
dell’unghia malata tramite l’uso di una suoletta nell’unghia sana. Bisogna cercare di
eliminare la maggior quantità di tessuto
necrotico possibile, alleviare il carico e mettere allo scoperto il tessuto sano.
Il taglio regolare delle unghie è un fattore
importante che aiuta a diminuire l’incidenza delle ulcere plantari. Il pareggio periodico mantiene un’adeguata superficie di
appoggio degli unghioni e riduce i sovraccarichi di peso nell’area tipica in cui si sviluppano le ulcere.
Malattia della linea
bianca e ascessi plantari
La regione della linea bianca (unione della pianta con la muraglia) è quella dove si
presentano in forma più frequente e grave
aree di emorragia e necrosi del corion (foto 4). Ciò corrisponde alla superficie di appoggio della suola. Dato che è un’area attiva nella formazione della cheratina, altamente vascolarizzata ed è un sito frequente di emorragie durante lo sviluppo di
episodi di laminite. Queste zone emorragiche non sono visibili durante episodi di
laminite acuta.
Compaiono nella suola dopo un periodo di
alcune settimane. A questo punto arrivano
a essere visibili, indicando che il corion è
malato (laminite subclinica).
La separazione della linea bianca avviene
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per la formazione di cheratina di qualità
inadeguata, in associazione a un processo
di laminite. La cheratina della linea bianca si distrugge e appare più scura del normale (in diverse posizioni).
Questa separazione è comune nel lato abassiale dei talloni. L’unghione laterale presenta maggiori problemi di patologia della linea bianca di quello mediale. Segni di
separazione della linea bianca di qualsiasi genere (incluse piccole aree di colore nero), associati a zoppia e dolore, dovrebbero essere analizzati. Molte lesioni di dimensioni ridotte della linea bianca nell’unghione laterale possono mascherare
aree di dimensioni elevate lesionate sotto
la suola quando vengono messe allo scoperto durante il taglio degli unghioni. Ciò
è ancor più vero in estate, quando è frequente riscontrare zoppie acute ed estremamente dolorose, senza lesioni apparenti durante il pareggio funzionale e che mostrano, dopo un accurato esame, una lesione che si estende per tutta la superficie
plantare, con considerevole raccolta di liquido, che richiede l’asportazione di tutta
l’unghia per il recupero.
Altri reperti patologici importanti associati
alla necrosi laminare sono gli ascessi plantari. La maggior parte di tali ascessi causa
elevato dolore e zoppia negli animali colpiti.
Gli ascessi tendono ad avere un’incidenza
superiore in animali che soffrono di laminite. La penetrazione della linea bianca da
parte di corpi estranei presenti nell’ambiente è la causa scatenante. Ci sono una
serie di ragioni per questo:
❶ separazione derma-epidermide e scorretta crescita dell’unghia che dà luogo ad
aumento di volume della linea bianca;
❷ formazione di cheratina molle più suscettibile al consumo e alla penetrazione
di corpi estranei.
Come conseguenza, l’incidenza della malattia della linea bianca è maggiore in allevamenti in cui si hanno episodi di laminite ricorrente che si trattano eliminando
il tessuto necrotico e drenando il contenuto patologico.
Gli ascessi causati dalla penetrazione di
corpi estranei possono essere trattati usando il punto di ingresso originale dell’infezione come punto di drenaggio, quando ciò
è possibile. Il punto di entrata può essere
di solito evidenziato come un’area o un punto di dimensioni ridotte e colore scuro circondato da tessuto necrotico sopra la superficie della suola. La visibilità di tali zone di entrata è facilmente migliorabile dopo aver pulito e tagliato leggermente la su-
Foto 4. La regione della linea bianca è quella
in cui si presentano in forma più frequente e
grave aree di emorragia e necrosi del corion.
perficie dell’unghia.
Una volta che il punto di entrata è stato localizzato, si deve eliminare con cura tutto
il tessuto danneggiato attorno all’orificio,
fino a consentire un drenaggio adeguato
dell’ascesso. Questo processo va portato
avanti fino a che non appare il tessuto sano. La parte di parete dell’unghione adiacente alla zona dovrebbe essere eliminata,
rendendo minima la superficie di appoggio di quest’area. Tutto il tessuto sofferente e scollato, in relazione con l’ascesso, deve essere eliminato.
Questo procedimento può essere molto doloroso e a volte richiede l’uso dell’anestesia locale. Alcuni segni che l’infezione si è
approfondita e aggravata sono: infiammazione sopra la benda coronaria, talloni gonfi e sensibili al tatto (dolore), drenaggio dell’ascesso in parti prossimali dello zoccolo,
presenza di pus denso e di colore giallognolo.
Molti animali possono migliorare rapidamente dopo il pareggio correttivo e terapeutico. In alcuni casi di ascessi molto profondi e complicati la cura può richiedere
parecchio tempo. L’uso di antibiotici sistemici deve essere preso in considerazione quando l’infezione si è estesa a tessuti
profondi dello zoccolo, il che è deducibile
dalla presenza di un’infiammazione molto
grave e dolore forte.
Il bendaggio con antimicrobici in polvere
può aiutare in alcuni casi. Alcuni studi han-
no comunque messo in evidenza che non
ci sono vantaggi terapeutici con questo metodo.
Dobbiamo ricordare che gli ascessi sono
molto dolorosi e il dolore deve essere controllato attraverso l’applicazione di un blocco o una suoletta nell’unghia omolaterale.
Il sollevamento dell’unghia riduce il dolore e il fastidio, e promuove un recupero molto più rapido.
Le suolette cadranno da sole o si consumeranno in un periodo di 4-6 settimane.
Quando il consumo della suoletta produce
un appoggio scorretto è bene eliminarla,
osservare la lesione e, in caso di necessità,
collocarne una nuova. Come norma generale, la vacca zoppa deve essere trattata
quanto prima facendo il possibile per risolvere la zoppia in occasione del primo intervento; i passaggi da mettere in atto per
alleviare il dolore in caso di lesioni da laminite saranno:
- rendere stabile l’unghia sana;
- alleggerire il tallone dell’unghia malata;
- pulire la zona lesionata;
- assicurarsi che l’emorragia sia minima;
- collocare una suola ortopedica.
Per saperne di più
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