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Il volume reale in scultura

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Il volume reale in scultura
Web_T035_BZ2_01-46
15-12-2008
13:29
Pagina 33
Il volume
Il volume reale in scultura
scultura non ha bisogno di creare
l’illusione della tridimensionalità,
poiché essa la riproduce, in quanto dotata di volume proprio, attraverso l’effetto che la luce produce sui materiali utilizzati.
La
■ Gli scultori, infatti, cercano l’essenzialità
dei volumi e, per renderli evidenti, sfruttano
la luce che scivola delicatamente sui piani di
marmo, di bronzo, di legno ecc. Ad esempio,
il chiaro legno di olmo usato da Henry
Moore nell’opera Figura giacente (fig. 1a)
fig. 1 Figura giacente (1936), di Henry Moore (a) e rappresentazione grafica (b).
a
addolcisce, con le sue venature fitte e regolari, la plastica sinuosità delle forme, dando
forza espressiva a questa maternità, tema
ricorrente nelle sculture di Moore. Al contrario, nella rappresentazione grafica la volumetria è ottenuta mediante il chiaroscuro
ed è originata da linee curve e sottili più o
meno fitte (fig. 1b).
■ Un altro esempio di effetti volumetrici
ottenuti dalla scultura e dalla grafica è rappresentato nelle figg. 2a-b. Nella prima,
che illustra un’opera di Fausto Melotti, Scultura n. 12, luci e ombre si alternano sulla superficie liscia e ondulata del gesso, evidenziandone il volume reale. Nella seconda,
l’effetto illusorio del volume è ottenuto con
linee più o meno ravvicinate e parallele fra
loro: a partire dalla zona centrale più luminosa, i sottili tratti, sia a destra sia a sinistra
della superficie, si fanno sempre più fitti in
corrispondenza delle curvature e quindi delle ombre. Questo accorgimento fa risaltare
il volume che, a differenza di quello della
fig. 2a, è raffigurato, e pertanto è illusorio.
■ Nella scultura il volume reale è spesso individuato da forme geometriche nude e rigorose, che si inseriscono con equilibrio
nello spazio circostante. Lo si può constatare nella fig. 3, dall’insieme scultoreo realizzato, in granito rosa, dall’artista Edoardo
Chillida.
b
■ Prendiamo ora in esame la scultura in
terracotta Il bevitore, di Arturo Martini (fig.
4a): la corporatura dell’uomo seduto è scolpita con linee essenziali attraverso una voluta pulizia delle forme; immaginiamole inglobate e scomposte in tanti parallelepipedi, prima trasparenti (fig. 4b) e poi opachi
(fig. 4c); la geometria virtualmente schematizzata accresce, nell’intera opera d’arte, la
percezione del suo volume reale.
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Il volume
fig. 2 Scultura n. 12 (1933), di Fausto
Melotti (a) e rappresentazione grafica (b).
a
b
fig. 3 Scultura Harri 6 (1996),
realizzata da Edoardo Chillida nel
parco del Museo Chillida Leku di
Hernani, a San Sebastián (Paesi
Baschi, Spagna).
fig. 4 Il bevitore
(1926), di Arturo
Martini (a)
e scomposizione in
parallelepipedi prima
trasparenti (b) e poi
opachi (c).
a
b
c
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