Watchmen in anteprima Ecco i giustizieri mascherati di Alan Moore
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Watchmen in anteprima Ecco i giustizieri mascherati di Alan Moore
rC d rivista del dal 1928 Natale in rosa Da Jennifer a Keira: sette bellezze sotto l’albero Uragano Richard Gere “Il mio fascino di uomo ordinario”. Parola di divo della porta accanto M E N S I L E N . 1 2 D I C E M B R E 2 0 0 8 € 3,50 Watchmen in anteprima Ecco i giustizieri mascherati di Alan Moore Incontri ravvicinati Tornano gli alieni: J. J.Abrams tra Fringe e Star Trek e l’Ultimatum alla Terra di Keanu Reeves fondazione ente ™ dello spettacolo Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. - D.I. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46), art. 1, comma 1, DCB Milano SHARON STONE WEARS ROSE COLLECTION - WWW.DAMIANI.COM rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo Nuova serie - Anno 78 N. 12 - dicembre 2008 In copertina Jennifer Connelly in Ultimatum alla Terra pu nt i di vi st a DIRETTORE RESPONSABILE Dario Edoardo Viganò CAPOREDATTORE Marina Sanna REDAZIONE Gianluca Arnone, Federico Pontiggia, Valerio Sammarco Tertio Millennio da primato CONTATTI [email protected] PROGETTO GRAFICO P.R.C. - Roma ART DIRECTOR Alessandro Palmieri HANNO COLLABORATO Gabriele Barcaro, Massimiliano Bortolomiol, Serena Canfora, Pietro Coccia, Ermanno Comuzio, Bruno Fornara, Antonio Fucito, Jean-Pierre Hippo, Enrico Magrelli, Massimo Monteleone, Franco Montini, Morando Morandini, Roberto Nepoti, Peppino Ortoleva, Anna Maria Pasetti, Luca Pellegrini, Giorgia Priolo, Angela Prudenzi, Marco Spagnoli REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI ROMA N. 380 del 25 luglio 1986 Iscrizione al R.O.C. n. 15183 del 21/05/2007 STAMPA Società Tipografica Romana S.r.l. - Via Carpi 19 - 00040 Pomezia (RM) Finita di stampare il 30 novembre 2008 MARKETING E ADVERTISING Eureka! S.r.l. - Via L. Soderini, 47 - 20146 Milano Tel./Fax: 02-45497366 - Cell. 335-5428.710 e-mail: [email protected] DISTRIBUTORE ESCLUSIVO ME.PE. MILANO ABBONAMENTI ABBONAMENTO PER L’ITALIA (10 numeri) 30,00 euro ABBONAMENTO PER L’ESTERO (10 numeri) 110 euro SERVIZIO CORTESIA Direct Channel S.r.l. - Milano - Tel. 02.252007.200 Fax 02-252007.333 [email protected] PROPRIETA’ ED EDITORE PRESIDENTE Dario Edoardo Viganò DIRETTORE Antonio Urrata UFFICIO STAMPA [email protected] “Immagini dal mondo. Cinema, rappresentazione, verità”. E’ il tema guida della XII edizione di Tertio Millennio Film Fest, in programma a Roma dal 9 al 13 dicembre. Organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, in collaborazione con i Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali e il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Tertio Millennio si aprirà con l’anteprima nazionale de El nido vacio dell’argentino Daniel Burman, già Gran Premio della Giuria e Orso d’Argento per il miglior attore a Berlino nel 2004 con L’abbraccio perduto. Come per Aleksandr Sokurov l’anno scorso, anche per Burman la presenza a Tertio Millennio bissa la partecipazione all’ultima Mostra del Cinema di Venezia per il Premio Bresson della Rivista del Cinematografo. scandalo Watergate, e il giornalista britannico Frost, che di fronte a milioni di spettatori nell’estate del ’57 fece confessare a Nixon le proprie responsabilità. Il fil rouge dell’impegno civile e della passione politica percorre anche altre opere, sempre in anteprima: Il giardino di limoni di Eran Riklis, il regista de La sposa siriana, protagonista Hiam Abbass impegnata a difendere la sua terra dalle mire del governo israeliano; Varg di Daniel Alfredson, sui villaggi sami della Svezia settentrionale, tra innovazione e tradizione; Valzer con Bashir di Ari Folman, acclamato a Cannes, che documenta con l’animazione gli antefatti del massacro di Sabra e Chatila. Inaugurazione in grande stile, Da El nido vacio a Accanto alle anteprime, un la chiusura non è da meno, Frost/Nixon: anteprime concorso internazionale di anzi: il 13 dicembre in super alla XII edizione documentari dedicato a “I anteprima nazionale verrà bambini e gli adolescenti ci presentato l’attesissimo del nostro festival guardano”: dalla Spagna Frost/Nixon di Ron Howard, all’Africa, dall’Afghanistan al che uscirà nelle sale italiane il Laos, da Salvador agli Usa, storie 13 febbraio 2009. Interpretato sulla fatica di crescere, di cui la da Frank Langella (Richard giuria formata da Enrico Magrelli, Francesco Nixon) e Michael Sheen (David Frost), il Patierno e Costanza Quatriglio decreterà una dramma ispirato allo spettacolo teatrale di distribuzione nel circuito Microcinema Digital Peter Morgan è già un caso mondiale: al Network. Questo, gli RdC Awards e moltissimo centro, il duello televisivo tra l’ex presidente altro a Tertio Millennio: vi aspettiamo! degli States, costretto a dimettersi per lo COMUNICAZIONE E SVILUPPO Franco Conta [email protected] COORDINAMENTO SEGRETERIA Livia Fiorentino [email protected] DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Via G. Palombini, 6 - 00165 Roma - Tel. 06.66.37.455 - Fax 06-66.37.321 [email protected] Associato all’USPI Unione Stampa - Periodica Italiana Iniziativa realizzata con il contributo della Direzione Generale Cinema - Ministero per i Beni e le Attività Culturali dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 5 [email protected] s o m m a r io n. 12 dicem bre 2008 PERSONAGGI 30 Richard all’ultimo Gere Basso profilo e massimo profitto per il sex symbol della porta accanto: Come un uragano FILM DEL MESE SERVIZI 54 Racconto di Natale 58 La Duchessa 60 Il giardino di limoni 60 Madagascar 2 62 L’ospite inatteso 62 Ember - Il mistero della città di luce 62 Max Payne 63 Stella 64 Happy Go Lucky 66 Solo un padre 66 Un attimo sospesi 68 The Millionaire Keira Knightley arriva nelle sale con La Duchessa 34 Una Mole di consensi Tripudio per Polanski, riscoperta di Melville e primo FilmLab internazionale: convince la 26° edizione del Festival di Torino 50 Panettone a Rio In Brasile con De Sica e Michelle Hunziker per festeggiare i 25 anni del Natale “made in Filmauro” 38 COVER Invasione Sci-fi Il nuovo Ultimatum alla terra e Spirit di Frank Miller. Aspettando Watchmen e lo Star Trek di J.J. Abrams 20 LE SETTE ROSE Bellezze in festa: da Jennifer Connelly a Scarlett Johansson, passando per Keira Knightley ed Eva Mendes. Protagoniste mozzafiato so mmario 18 Hollywood Ending 10 Morandini in pillole Il primo 007 dello schermo fu Sean Connery? Errore: si chiamava Barry Nelson, ed era californiano 12 Circolazione extracorporea Quando una sequenza filmica diventa metafora ricorrente: l’Hitler de La caduta macchietta su YouTube 14 Kate Beckinsale dà consigli per salvare il matrimonio, Megan Fox ha problemi d’identità e Ben Affleck si consola col poker 72 Dvd & Satellite Celebrazioni e cofanetti in formato regalo: dal Cavaliere oscuro fino a Gomorra e Il Divo 78 Borsa del cinema Il successo di CineShow e i “segreti di famiglia” di Barbara Broccoli, da 25 anni con James Bond Glamorous News e tendenze: guai per la Bullock, igiene come optional per Robert “Twilight” Pattinson, Rourke ancora rubacuori 16 Colpo d’occhio Viaggio al centro della Terra con il sedicenne Josh Hutcherson: enfant prodige del nuovo millennio 80 Libri Strenne per tutti i gusti: preziosi volumi fotografici, dizionario Horror e viaggio in Germania 82 Colonne sonore Linkin Park e Muse per i vampiri della Hardwicke, jazz e sonorità africane per il gioiello inatteso di McCarthy Il Dottor Manhattan nel Watchmen di Alan Moore, sullo schermo per Zack Snyder pensieri e parole Quello che gli altri non dicono: riflessioni a posteriori di un critico DOC MORANDINI in pillole di Morando Morandini Il primo Bond dello schermo non fu Sean Connery, ma il californiano Barry Nelson Chi fu il primo Quasi casualmente da un libro pubblicato nel novembre 2008, Mito Bond – Il nuovo cinema di 007 di Andrea Carlo Cappi e Edward Coffrini Dell’Orto, Alacran ed. Milano, ho saputo che il primo Bond dello schermo non fu lo scozzese Sean Connery in Agente 007, licenza di uccidere (Dr. No, 1962), ma il californiano Barry Nelson (vero nome: Robert Haakon Nielsen, 1917-2007) in un episodio della serie tv CBS Climax! con Linda Christian come Valerie Mathis (incrocio dei personaggi fleminghiani Vesper Lynd e René Mathis) e Peter Lorre come il malefico agente Le Chriffre. Andò in onda il 21 ottobre 1954 in diretta alle 20.30. Secondo gli usi dell’epoca, gli attori recitavano dal vivo muovendosi da un set all’altro negli studi di Television City a Hollywood con tutti gli inconvenienti tecnici del caso. L’episodio riproduceva con una certa fedeltà Casino Royale , il primo romanzo che Ian Fleming (1908-64) pubblicò nel 1953, ambientandolo nell’immaginaria Royale-lesEaux. Inizialmente in Italia fu intitolato La benda nera. Dato l’accento californiano di Nelson e la sua andatura da cowboy, 007 diventò l’americano Jimmy Bond: poco o nulla da spartire con l’originale personaggio di Fleming. Se volete sapere come e perché passò quasi un decennio prima dell’esordio di Sean Connery, leggete il libro. Imitazioni Sapete quanti film di spionaggio, sulla scia del primo Agente 007, si fecero in Italia con sigle tipo 007, X77, 008, 3S3, Z55, MMM 83 S03, XI-7 in 5 anni, dal 1964 al 1968? Sempre dal libro già citato ne ho contati 21. I registi si chiamavano Stegani, Grieco, F.W. Ratti, Bomba, Bergonzelli, Bianchi Montero, Paolella, Callegari, Margheriti, Boccia. Nel 1962 a Milano erano aperti 129 cinematografi. Oggi ne sono rimasti 20 10 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo Confronti impossibili Quando su certi giornali si mette a confronto il cinema italiano degli anni 2000 con quello, “glorioso”, degli anni ‘60, reagisco male. Nel 1958 si toccò la punta più alta della presenza nelle sale (810 milioni di spettatori paganti) mentre oggi quando si superano i 100 milioni ci si consola. Nel 1962 a Milano erano aperti 129 cinematografi, oggi ne sono rimasti 20 con 80 punti di proiezione se si comprendono i due Multiplex (25 sale) e la multisala Odeon (11). Soltanto 6 sono monosale. Nei primi anni ’60 si producevano 180-220 film italiani all’anno, oltre a molte decine di coproduzioni minoritarie; oggi raramente si arriva a 90-100 film all’anno. Negli anni ’60 la Rai-Tv aveva due canali, oggi 8 italiani adulti su 10 hanno il televisore (anche 2 o 3 per famiglia) e non vanno quasi mai al cinema. dicembre 2008 FINE PEN(N)A MAI VISIONI FORZATE E INDULTI CRITICI Muccino bacia ancora. Chi sperava di essersene liberato, si ricreda: Gabriele torna laddove ci aveva lasciato. Altro che L’ultimo bacio , pomiciata senza fine… #### Può un film di vampiri risultare anemico? Sì, se si chiama Twilight. Tra le due astinenti (Meyer e Hardwicke), il teocon (George W. Bush) gode. Sdentato. #### Rachel sta per sposarsi, ma la Sony ha già divorziato. 19 copie per il ritorno di Demme alla finzione, e ancor peggio capitò a Gone Baby Gone … #### Juan Antonio Bayona: “Anni fa mi finsi giornalista per incontrare Del Toro”. Oggi si è finto regista per farsi produrre The Orphanage. #### Tradotto in sala: Quantum of Solace è Un po’ ‘na sola. ALMOST (IN)FAMOUS: DALLE STALLE ALLE STARLETTE Isabella Ferrari: “Anche il cinema è in crisi: dopo l’anno migliore della mia carriera, non ho in mano un solo copione”. E la chiamano recessione… STOP Giovanna Di Rauso: “Il cinema è più maschilista della politica”. La ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna conferma. STOP Caterina Murino a Cosmopolitan: “Con gli uomini va proprio male: si comportano con troppa leggerezza e l’idea di impegnarsi li terrorizza”. Caterina Murino allo specchio: “Con il cinema va proprio male: mi comporto con troppa leggerezza e l’idea di impegnarmi mi terrorizza”. Federico Pontiggia circolazione extracorporea Fruizioni multiple nell’era della riproducibilità a cura di Peppino Ortoleva UN HITLER PER TUTTI Indicatore di tendenze, YouTube diventa contenitore per una critica non convenzionale, diretta a cambiare faccia alle apparenze INFINITE CADUTE Bruno Ganz è il Führer ne La caduta. Sotto, una sequenza del film “rivista” su YouTube: qualcuno ha rubato la macchina a Hitler 12 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 CHE YOUTUBE sia un indicatore di alcune tendenze a volte evidenti, a volte carsiche della nostra vita sociale è fin troppo ovvio, se non altro per la quantità delle informazioni che vengono aggiunte ogni giorno e per la varietà dei soggetti che partecipano e immettono i “loro” video, a volte frutto di un impegno quasi eroico, a volte di un’azione semplice e perfino distratta di prelievo da DVD. Comincia ad apparire qua e là quella che potremmo chiamare una critica militante, che si dà il compito di segnalare le tendenze più o meno vistose emergenti nella rete. Una critica diversa dalla tradizionale critica cinematografica o televisiva, perché non ha come obiettivo la valutazione qualitativa dei prodotto ma piuttosto farci notare quello che è, o sarebbe, sotto gli occhi di tutti. Per esempio, una commentatrice del New York Times, Virginia Heffernan, il 24 ottobre ha segnalato l’apparire in rete, nel giro di qualche mese, di oltre cento clip un po’ in tutto il mondo basati su un unico brano di film, tratto da La caduta di Oliver Hirschbiegel, dedicato come sappiamo alla fine del regime nazista. Che Hitler sia Hillary Clinton disperata per l’ascesa di Obama, o un aiutante di McCain disperato per la scelta assurda, quale candidato alla vicepresidenza, di Sarah Palin; che sia un possessore di Xbox disperato perchè gli vogliono imporre un Nintendo, o che sia proprio lui, Hitler, posto di fronte alla vittoria elettorale di un nero, ogni volta la scena è la stessa: quella in cui il dittatore deve prendere atto della sconfitta, e grida il suo furore contro chi lo ha tradito. Con l’aiuto di un trucco banale (il parlato originale in tedesco e i sottotitoli in inglese che ovviamente fanno dire a Hitler quel che si vuole), e soprattutto con la tecnica del tormentone, una scena traumatica diventa comica; e colui che è stato per tutti l’incarnazione del male Ogni volta la scena metafisico nella storia diventa l’ennesimo loser. è la stessa: il Secondo Heffernan, l’aspetto più impressionante del fenomeno è che Hitler finisce così con l’espri- dittatore è sconfitto mere pulsioni inconsce in cui tutti possiamo ricono- e attraverso i scerci. E aggiunge “Non è questo proprio il risultato sottotitoli la vis a cui Adolf Hitler, quello vero, aspirava?”. Un’interpretazione sicuramente interessante. Che traumatica sottovaluta però un fatto: il mediatore indispensabidiventa comica le per tutte queste operazioni è una scena di un film, sempre la stessa. Nell’attuale quadro tecnologico, una sequenza può diventare, letteralmente, l’equivalente di una metafora ricorrente, altrettanto ripetitiva e altrettanto cristallizzata di una frase fatta. Perché nella conversazione ininterrotta della rete i brani di film circolano con la stessa rapidità e la stessa facilità delle parole nella “normale” conversazione. #/-% 5. 52!'!./ ).!-/2%3)05Ð3%-02%2)#/-).#)!2% WARNER BROS. PICTURES PRESENTA IN ASSOCIAZIONE CON VILLAGE ROADSHOW PICTURES UNA PRODUZIONE DI NOVI PICTURES RICHARD GERE DIANE LANE “COME UN URAGANO” (NIGHTS IN RODANTHE) SCOTT GLENN CHRISTOPHER MELONI VIOLA DAVIS MUSICA MONTAGGIO SCENOGRAFIA DIRETTORE DELLA PRODUTTTORI DI JEANINE TESORI DI BRIAN A. KATES, A.C.E. DI PATRIZIA VON BRANDENSTEIN FOTOGRAFIA AFFONSO BEATO, A.S.C., A.B.C. ESECUTIVI DOUG CLAYBOURNE ALISON GREENSPAN DANA GOLDBERG E BRUCE BERMAN TRATTO DAL SCENEGGIATURA PRODOTTO DIRETTO ROMANZO DI NICHOLAS SPARKS DI ANN PEACOCK E JOHN ROMANO DA DENISE DI NOVI DA GEORGE C. WOLFE Soundtrack Album on New Line Records Score Album on Varèse Sarabande WWW.COMEUNURAGANO.IT $ ! , , ´ ! 5 4 / 2 % $ % , " % 3 4 3 % , , % 2 ± , % 0! 2 / , % # ( % . / . 4 ) ( / $ % 4 4 / ² $!,$)#%-"2%!,#).%-! 6INCIUNVIAGGIODASOGNOCON glamo rous Ultimissime dal pianeta cinema: news e tendenze ROSSO SANDRA Tempi bui per la signora in rosso Sandra Bullock. Il marito Jesse James (un nome che non lasciava presagire nulla di buono) è stato citato dalla casa di moda Fortune Fashion Industries LLC con l’accusa di frode. Nell’attesa che la posizione giudiziaria del coniuge si chiarisca, la Bullock ha già chiamato la collega Anne Hathaway per avere consigli. La Hathaway urtata ha risposto: “No comment”. 14 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2008 a cura di Gianluca Arnone OBAM(B)INI! Mentre la Jolie e Jennifer Aniston si sfidano sui giornali per decidere chi tra le due sia l’amante più degna, Brad Pitt – non a caso Inglorious Bastards per Tarantino – si rilassa in carrozza con la piccola Zahara. Qualche malalingua ha insinuato fosse un altro spot pro-Obama, ma la verità è che da quando i gossipers americani l’hanno nominato il papà più sexy al mondo, sono i figli a farsi fotografare con lui. UN DRACULA PER CAPELLO “Di tre cose ero certa: Primo, Edward era un vampiro. Secondo, voleva il mio sangue. Terzo ero incondizionatamente innamorata di lui”. Le parole che Bella dedica al suo “tenebroso” in Twilight scioglierebbero cuori di pietra. Peccato che sull’Edward in questione – l’attore Robert Pattinson - le certezze siano altre. Primo, è uno che se la tira. Secondo, si è fatto fotografare con le ascelle sudate. Terzo, ha ammesso di lavarsi i capelli ogni 6 settimane! “PACCO” DI NATALE E se in quel pacco vi fosse nascosta una bomba? Non è da escludere viste le scintille promesse dalla coppia Witherspoon-Vaughn nella tradizionale commedia natalizia, Tutti insieme inevitabilmente, dove sono moglie e marito coi nervi a pezzi e i rispettivi genitori (tutti divorziati) desiderosi di trascorrere insieme a loro il natale. Niente a che vedere coi veri dissapori scoppiati durante le riprese, con i due attori che sarebbero arrivati fino al punto di non rivolgersi più la parola. E il tacito assenso dei produttori, contenti di far parlare del film. EVAN ALLA PORTA Marilyn Manson ha messo alla porta Evan Rachel Wood. Il “reverendo” l’ha cacciata di casa (di proprietà della bella Rachel) perché era stanco di avere tra i piedi suo fratello Ira, un disoccupato cronico. L’attrice è corsa a cercare consolazione tra le braccia del collega Mickey Rourke (conosciuto in The Wrestler), con il quale sembra sia nato un flirt. A differenza di Manson, Mickey non canta. Le suona e basta. dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 15 colpo d’occhio Josh fa centro A soli 16 anni Hutcherson è già nella mecca del cinema. Il problema ora è restarci “LA JOLIE è il prodotto dei suoi personaggi? Io invece sono in tutti i miei”. 16 anni, e parla già da divo. Josh Hutcherson è il nuovo enfant prodige di Hollywood, erede dei vari Shirley Temple e Macaulay Culkin, ultimo di una baby stirpe dall’indubbio talento e dalle alterne fortune. Alcuni hanno sfondato - vedi la Foster e la Ricci - altri dopo l’aereo hanno perso la testa. Fregare Josh non è facile: “Resto coi piedi per terra”. Ma è questa a crollare sotto i suoi nel viaggio al centro della terra da Verne, che già Melies aveva tradotto con trucchetti da teatro. “Il 3D è più fico!” sostiene Josh. E’ l’ultimo rigurgito d’innocenza. La maturità incombe, la playstation di sicuro ha fatto il suo tempo. 16 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo novembre 2008 Tre star della Baby Hollywood. L’adolescente Jodie Foster in Taxy Driver, Christina Ricci e Shirley “riccioli d’oro” Temple DAL 25 DICEMBRE AL CINEMA FE ST IVAL DE L M ES E di Massimo Monteleone Daniel Burman e Valzer animati al Tertio Millennio, Australia a Capri e anteprime noir a Courmayer TERTIO MILLENNIO FILM FEST XII edizione del Festival organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo. Tra le anteprime nazionali El nido vacio dell’argentino Daniel Burman, Frost/Nixon di Ron Howard e Valzer con Bashir di Ari Folman. 1 PALM BEACH JEWISH FILM FESTIVAL XIX edizione della rassegna che presenta film e documentari, internazionali e indipendenti, che trattano tematiche ebraiche. Località Palm Beach (Florida), USA Periodo 3-14 dicembre tel. (001-561) 6897700 Sito web www.palmbeachjewishfilm.org E-mail [email protected] Resp. Karen Davis 5 INTERNATIONAL FILM FESTIVAL OF KERALA XIII edizione del festival indiano competitivo che ha in programma film africani, latino-americani e asiatici. Località Thiruvananthapuram (Kerala), India Periodo 12-19 dicembre tel. (0091-471) 2310323 Sito web www.keralafilm.com E-mail [email protected] Resp. Sri.K.R.Monahan 6 Località Roma, Italia Periodo 9-13 dicembre tel. +39 06 6637455 E-mail [email protected] Resp. Dario E. Viganò FESTIVAL INTERNATIONAL 2 DES ECOLES DE CINEMA H o ll y w oo d Ending LE NOZZE DI KATE Fedeltà, devozione e impegno? Donne, è roba vecchia! Se sperate in un matrimonio duraturo seguite la ricetta della casalinga Kate Beckinsale: “Non camminate per casa senza trucco e con i capelli raccolti male. Fatevi sempre belle, rinfrescate l’alito e non fatevi mai vedere spaparanzate sul sofà con il pigiama”. Che a mandare avanti la baracca ci pensano i mariti. NATALE IN CASA AFFLECK C’è chi può e c’è chi poker. Mentre i comuni mortali dissiperanno tredicesime e risparmi nel solito bric à brac natalizio, Jennifer Garner costruirà per il marito Ben Affleck un’intera sala da gioco. Il problema sarà fargliela trovare sotto l’albero. XXXI edizione dei “Rencontres Henri Langlois”, a cui partecipano film realizzati nelle scuole di cinema, incluse opere multimediali e in video. Prevista la retrospettiva di un regista che si è formato in una scuola di cinema. Località Poitiers, Francia Periodo 5-13 dicembre tel. (0033-549) 031890 Sito web www.rihl.org E-mail [email protected] Resp. Denis Garnier FESTIVAL INTERNACIONAL DEL NUEVO CINE LATINOAMERICANO XXX edizione della manifestazione competitiva che ha in programma pellicole e video latino-americani, lungometraggi a soggetto e film d’animazione. Località L’Avana, Cuba Periodo 2-12 dicembre tel. (0053-7) 552841 Sito web www.habanafilmfestival.com E-mail [email protected] Resp. Ivàn Giroud FOTO PIETRO COCCIA 18 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo ottobre 2008 XVIII edizione della rassegna internazionale specializzata nel cinema e nella letteratura di genere mystery, poliziesco, thriller, spionaggio, ma anche horror e fantascienza. In concorso circa 10 film in anteprima assoluta. Previsti documentari, omaggi, 3 CAPRI, HOLLYWOOD HONDA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL XIII edizione della festa del cinema sull’isola più amata dallo star-system mondiale. Prevede anteprime internazionali (come l’atteso Australia) e nazionali, con una rassegna delle opere italiane più significative della stagione. Numerosi i premi (per attori, autori, costumisti e produttori). Fra gli ospiti anche divi hollywoodiani. 4 THE ZAC IDENTITY Clamorosa Fox! Dopo aver ammesso la propria infatuazione per il Tony Manero della Disney Zac Efron (con i sentiti ringraziamenti della Hudgens), la bella Megan si sarebbe spinta oltre, confessando che lei e Zac sono in verità la stessa persona. Transformers? COURMAYEUR NOIR IN 7 FESTIVAL Località Capri (Napoli), Italia Periodo 27 dicembre - 2 gennaio tel. (081) 8370424 Sito web www.caprihollywood.com E-mail [email protected] Resp. Pascal Vicedomini retrospettive e incontri fra gli autori. Località Courmayeur, Italia Periodo 4-10 dicembre tel. (06) 8603111 (riferimento a Roma) Sito web www.noirfest.com E-mail [email protected] Resp. Giorgio Gosetti, Emanuela Cascia, Marina Fabbri RIVER TO RIVER – 8 FLORENCE INDIAN FILM FESTIVAL VIII edizione del festival interamente dedicato al cinema indiano e ai film sull’India (lungometraggi, corti, documentari). Prevede una retrospettiva su Raj Kapoor, “il Charlie Chaplin di Bollywood”. Il film più votato dal pubblico vince il premio River to River Digichannel Audience Award. Località Firenze, Italia Periodo 5-11 dicembre tel. (055) 286929 Sito web www.rivertoriver.it E-mail [email protected] Resp. Selvaggia Velo xmas collection Stelle di Natale Sette spose per un Babbo: dalla Michelle carioca alla Jennifer terrestre, passando per la Spiritosa Eva, l’albero si tinge di rosa Michelle Hunziker Unica donna del Natale a Rio: “La mia prima commedia, garbata e coraggiosa” 20 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 “IN NATALE IN CROCIERA c’erano più gag visive e più action, recitare era più facile: ora mi confronto con una vera commedia, per me una grande sfida”. Parola di Michelle Hunziker, unica protagonista femminile del Natale a Rio targato Filmauro, al fianco di Christian De Sica, Massimo Ghini, Ludovico Fremont, Emanuele Propizio e il “suo affezionatissimo” Fabio De Luigi: “Avevo letto solo il mio episodio, e pensavo ci fosse un’altra donna nel secondo, invece no!”. Un episodio, con il triangolo tra i giornalisti Hunziker, De Luigi e Paolo Conticini in villeggiatura a Rio, che Michelle definisce “molto garbato, rivoluzionario e coraggioso”. Se dal cinepanettone 2007 era uscita col magone “perché non mi riconoscevo, non trovavo sullo schermo quello che avevo fatto sul set: una situazione comica, se non fosse dolorosa”, l’attrice spera di ritrovare a Rio il favore dei bambini, “entusiasti” del suo debutto in crociera: “L’anno scorso ero un’animalista, qui una giornalista con un amante segreto (Conticini) e un padre che avrebbe dovuto essere Paolo Villaggio, in un miscuglio di tante commedie: da Il profumo del mosto selvatico, che adoro, a E alla fine arriva Polly, prediletta dal regista Neri Parenti”. Fedelissima ai suoi partner artistici (Greggio, De Luigi, Scotti), la Hunziker cita per modelli Goldie Hawn, Meg Ryan, Cameron Diaz, Jennifer Aniston e Ben Stiller, e vorrebbe presto “interpretare una bella commedia italiana, stile Come tu mi vuoi, magari diretta da Giovanni Veronesi”. FEDERICO PONTIGGIA dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 21 Jennifer Connelly Dietro ogni grande uomo (Keanu Reeves), c’è una grande donna: Ultimatum alla Terra C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA. E lei, Jennifer Connelly, c’è ancora: la giovane Deborah del film testamento di Sergio Leone, anche Phenomena(le) protagonista dell’horror entomologico di Dario Argento e stella (pardon: Etoile) del cinema di Peter Del Monte, è cresciuta, ha vinto un Oscar per A Beautiful Mind di Ron Howard, ed è pronta a lanciare un secondo Ultimatum alla Terra, a Natale sugli schermi di tutto il mondo. Remake dell’omonimo film di Robert Wise, un classico della fantascienza progressista anni Cinquanta, la nuova versione di Scott Derrickson affianca la Connelly all’alieno Keanu Reeves. E se pure l’attenzione, c’è da giurarci, sarà tutta per la star di Matrix, la nostra non si scoraggia: la battuta cult, “klaatu barada nikto”, le spetta di diritto. Oltretutto l’attrice, che si divide tra blockbuster (l’horror Dark Water, il civile Blood Diamond insieme a Leonardo Di Caprio) e film indie tutt’altro che glamour (su tutti il disturbante Requiem for a Dream di Darren Aronofsky e Little Children, inedito in Italia), è più che abituata a far da spalla a signori ingombranti: che siano geni della matematica (come Russell Crowe nel citato A Beautiful Mind), pittori celebri (è stata l’amante di Pollock nel biopic di e con Ed Harris) o supereroi verdi (nell’Hulk “intellettuale” di Ang Lee). E, da presenza di contorno, ha saputo conquistare spesso la scena, dimostrando che anche al cinema, come nella vita, dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna. GABRIELE BARCARO 22 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 xmas collection Scarlett Johansson Il destino nel nome: sulla scia della mitica O’Hara, una diva con lo Spirit di Miller IL DESTINO NEL NOME. Quando Melanie Johansson decise di chiamare la sua quartogenita Scarlett, come la mitica O’Hara, non poteva immaginare che quella bambina tonda e dai capelli rossicci avrebbe fatto strada proprio nel cinema. Invece Scarlett Johansson ha percorso come un treno la walk of fame, dritta fino all’Olimpo di Hollywood. Sangue misto danese-polacco, apprendistato nel Bronx, democratica accanita (le sue lettere a Obama hanno creato qualche imbarazzo al neo-presidente), debutta all’età di otto anni per alcuni spot pubblicitari (“Quando non prendevano mio fratello”), fino a ritrovarsi musa di Allen in Match Point (“Se fossi un uomo di 70 anni sarei Woody”). Lui è l’amato maestro, ma le soddisfazioni maggiori arrivano dai piccoli Lost in Translation, La ragazza con l’orecchino di perla e Una canzone per Bobby Long, per i quali è stata candidata ai Golden Globe. Appagata? No way. In cantiere ha già messo una regia (con Natalie Portman), un disco, un matrimonio e, forse, un bebè (“Adoro i bambini”). Nel 2006 è la donna più sexy del pianeta, ma non è tutto grasso che cola. Meglio: ossessionata dalla cellulite, non ha più messo piede in un McDonald’s da quando ha visto Super Size Me. Igienista e ipocondriaca, si sottopone al test dell’HIV 2 volte l’anno ma si dichiara “non promiscua”. Odia gli scarafaggi e adora gli animali. Per Miller (The Spirit) diventa spietata e cattiva, ma la sua anima, parole sue, resta inguaribilmente buona. Il suo sogno? Attraversare l’oceano in barca. Via col vento. GIANLUCA ARNONE dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 23 xmas collection Catherine Deneuve Ritratto di una stella senza tempo: ora madre per Desplechin OLTRE CENTO FILM ALLE SPALLE, Catherine Deneuve è una delle poche attrici cui gli anni che passano anziché sottrarre ruoli regalano nuove occasioni. Ma la diva francese ha anche un altro privilegio, è sempre stata adorata dai giovani autori che hanno fatto a gara per lavorare con lei. Sarà anche algida, distaccata, snob, però ha richiamato a sé i migliori talenti come il miele le api. Ve la ricordate magra abbronzata e senza trucco nelle foto degli anni sessanta? Era l’epoca in cui faceva perdere la testa, non solo artisticamente, a registi in erba del calibro di Roger Vadim, François 24 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 Truffaut, Jacques Demy, Roman Polanski. Non che gli autori già consacrati abbiano mai disdegnato di farla recitare, anzi. Musa di Bunuel e Ferreri, solo per citarne due, per loro è stata bella di giorno e donna-cagna, esempi indimenticabili di femminilità controcorrente e in anticipo sui tempi. La bellezza trasformata da una natura che non fa sconti, nonostante ciò nelle ultime stagioni sia stata fonte di ispirazione per nuove generazioni di cineasti. Carax l’ha convinta ormai matura a spogliarsi, Lars von Trier e Ozon a tornare a cantare, Laetitia Colombani a fare con ironia il verso a una star del cinema. Parti fuori dall’ordinario come la madre che le ha regalato Arnaud Desplechin in Racconto di Natale, una signora borghese per nulla disposta a imbrattarsi di melassa con la scusa delle feste e piuttosto ben felice di riversare sul pubblico un profluvio di battute acide. E Buon Natale a tutti! ANGELA PRUDENZI xmas collection Diane Lane Sei anni dopo Unfaithful, l’attrice torna da Richard Gere tra sospiri e (molte) lacrime HA FATTO SOFFRIRE MATT DILLON e stregato John Cusack, eppure Diane Lane è entrata di diritto nel pantheon delle star dopo aver tradito Richard Gere. Era lei la moglie infedele ritratta da Adrian Lyne in Unfaithful, divisa tra una tranquilla vita familiare e l’avventura rappresentata da un affascinante artista interpretato da Olivier Martinez. Un ruolo non facile affrontato alle soglie dei quaranta, età che a Hollywood di solito schiude le porte ai ruoli di zia e non certo a quelli di femme fatale. Invece senza paura l’attrice si è concessa il 26 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 lusso di voltare le spalle a uno degli uomini più sexy del pianeta e offerta agli strali delle spettatrici - perché, diciamo la verità, non si compromette il matrimonio con un uomo come Gere! Un tradimento provvidenziale attraverso il quale Lane rilancia una carriera in fase di stallo per quanto segnata da eccellenti prove sotto la direzione di Coppola, Scorsese, Walter Hill. Chi però si aspettava da lei una seconda vita artistica all’insegna della quantità è rimasto deluso. In barba ad ogni regola l’attrice ha preferito dedicarsi alla famiglia e girare solo una manciata di titoli. A sei anni dalla fortunata pellicola le due stelle tornano a far coppia in Come un uragano, complice una storia d’amore tra cuori in inverno: una donna separata e un medico in viaggio con il figlio nel tentativo di recuperare un rapporto compromesso. E Diane Lane, tratti puliti e viso benevolmente segnato dal tempo, si candida seriamente a incarnare lo stereotipo di ultraquarantenne cui il destino regala una seconda chance. ANGELA PRUDENZI Eva Mendes Action e sensualità: un mix vincente per lo “strip-tease” di Frank Miller VENTISETTESIMA NEL 2006 tra le Hot 100 di Maxim, nuda per la Peta – l’associazione ambientalista e animalista – nel 2007, censurata nel 2008 negli USA per lo spot Calvin Klein. Di famiglia cubana, ma nata a Miami, Eva Mendes è per gli spettatori maschili il regalo migliore per questo Natale 2008, tanto da arrivare nelle sale con The Spirit proprio il 25 dicembre: è Sand Saref, ladra d’alto bordo e fidanzata del protagonista nella di lui precedente vita, ancora una volta, almeno per un attimo, come mamma l’ha fatta (“Nuda farei di tutto, anche giardinaggio”, disse l’attrice non molto tempo fa) e impegnata a ripetere quanto “di buono” già fatto vedere lo scorso anno in We Own the Night (I padroni della notte) di James Gray: dalle polverose e violente strade di Training Day – uno dei film più importanti del suo inizio carriera – al “nuovo” Cattivo tenente di Herzog, dove ha ritrovato Nicolas Cage già affiancato nel marvelliano Ghost Rider, la bella Eva non disdegna il richiamo della commedia (qualche mese fa era una delle Women di Diane English, prima una delle protagoniste di Uomini & donne e nel 2005 affiancava Will Smith in Hitch) ma non può fare a meno di continuare come “donna d’azione”: 2 Fast and 2 Furious, C’era una volta in Messico, Out of Time, i già citati Ghost Rider e Padroni della notte, ora The Spirit e domani – dopo aver completato The Last Night con Keira Knightley – Queen of the South del venezuelano Jonathan Jakubowicz, al fianco di Josh Hartnett e Ben Kingsley. VALERIO SAMMARCO dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 27 xmas collection Keira Knightley Ancora trine e merletti: la signora non toglie il costume. E’ ora Duchessa per Dibb NOSTRA SIGNORA DEI MERLETTI è tornata. Keira Knightley è la bella e tormentata Georgiana Spencer, settecentesca antenata di Lady D, ne La Duchessa di Saul Dibb, che porta il romanticismo sotto l’albero. Tratto dal libro di Amanda Foreman, il biopic offre un ovvio parallelo con la vita di Diana ma anche di Marilyn Monroe, in riferimento alla celebrità e ai vignettisti che seguivano Georgiana come oggi i paparazzi, e, perché no, pure della Knightley, gelosissima della propria privacy. Costruito sul ménage à quatre 28 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 tra Georgiana, il marito Duca e despota Ralph Fiennes, la sua amica Hayley Atweel, e la sua passione proibita Dominic Cooper, il film è tutto sulle esili spalle di Keira, che pure non deve aver fatto molta fatica. Classe 1985, primo successo con Sognando Beckham, consacrazione con la trilogia Pirati dei Caraibi, il piacere maggiore finora l’ha trovato proprio nelle trasposizioni in costume: l’unica nomination agli Oscar è venuta dalla “Lizzie” di Orgoglio e pregiudizio, prima collaborazione con Joe Wright, dietro la macchina da presa anche nell’Espiazione da Ian McEwan. Corsi e ricorsi cine-letterari, che non si fermano qui: in carnet, anche il dimenticabile Seta da Baricco e The Edge of Love, biopic di Dylan Thomas, il più pazzo e alcolizzato dei poeti inglesi, nel quale Keira affianca l’altra skinny diva Sienna Miller, rivelando sorprendenti doti canore: “Non sono mai stata così spaventata in vita mia, sicuramente non diventerò una rockstar!”. Per fortuna, c’è il cinema... FEDERICO PONTIGGIA LISTINO ISTITUTO LUCE OPERA PRIMA LA SICILIANA RIBELLE Un film di Marco Amenta ‘09 Con Veronica D’Agostino, Gérard Jugnot, Marcello Mazzarella, Lucia Sardo, Francesco Casisa, Primo Reggiani, Paolo Briguglia, Mario Pupella, Carmelo Galati, Lollo Franco, Roberto Bonura. OPERA PRIMA Un film di Mariano Cohn e Gastón Duprat L’ARTISTA Con Sergio Pangaro, Alberto Laiseca, Ana Laura Lozza, Marcello Prayer. OPERA PRIMA LA CASA SULLE NUVOLE Un film di Claudio Giovannesi Con Adriano Giannini, Emanuele Bosi, Emilio Bonucci, Paolo Sassanelli. OPERA PRIMA Un film di Luigi Cecinelli VISIONS Con Henry Garrett, Jakob Von Eichel, Caroline Kessler, Steven Matthews. OPERA PRIMA - IN PRE-PRODUZIONE SMILE Un film di Francesco Gasperoni Con Armand Assante, Robert Capelli Jr, Harriet McMasters Green, Antonio Cupo, Manuela Zanier, Mourad Zaui, Giorgia Massetti, Tara Lisa Haggiag. SOUND OF MOROCCO Un film di Giuliana Gamba FILM BIANCO Un film di Valerio Jalongo Collaborazione alla regia di Giulio Manfredonia e Francesco Apolloni. ISTITUTO LUCE Via Tuscolana, 1055 - 00173 Roma Tel. 06.72.99.21 - Fax 06.72.21.127 www.luce.it - Società del Gruppo Cinecittà Holding. CREDITI NON CONTRATTUALI - TITOLI PROVVISORI - LISTINO NON DEFINITIVO personaggi La locanda sul mare nella baia di Rodanthe (North Carolina), teatro di Come un uragano Al cinema sarà Come un uragano, ma Richard Gere ha scelto il basso profilo. Col massimo del profitto… SEI ANNI DOPO UNFAITHFUL, Richard Gere continua a tormentare la vita della povera Diane Lane. Come un uragano - dal libro del romanticissimo Nicholas Sparks, nelle sale dal 19 dicembre - potrebbe addirittura essere il seguito ideale di quell’altro, perché un uomo e una donna che ne hanno passate di tutti i colori si ritrovano insieme nella classica locanda sul mare, nonostante tempeste familiari e metereologiche in corso. Lui è il tipico personaggio alla Gere: misterioso, malinconico, impagabilmente tenero. Credibile laddove chiunque sarebbe stato risibile. Naturalezza conseguita nel tempo, preparata a dovere, eppure fortuita. Per capirla bisogna tornare alle due svolte fondamentali nella vita della star: la filosofia e Pretty Woman. Se la prima lo ha illuminato sulla complessità dell’esistenza umana spingendolo tra le braccia del Dalai Lama, la love story con la Roberts - che di recente ha escluso un sequel perché “troppo vecchia” - ha contribuito alla sua trasfigurazione, trasformandolo nell’icona che conosciamo: uno splendido quarantenne dall’eleganza sofisticata, il fascino brizzolato e il bello sguardo. L’uomo qualunque di Gianluca Arnone 30 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 Il karma tibetano e il capello grigio: così è cambiata la sua vita dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 31 personaggi Richard Gere e Diane Lane per la terza volta insieme dopo Cotton Club e Unfaithful Apparentemente slegate, intimità ed esteriorità si sono invece intrecciate in modo articolato, perché la scoperta del sacro ha ridimensionato la sua dimensione d’attore, mentre il divismo è stato mantenuto per dare visibilità e sostegno economico alle sue battaglie politico-religiose. Pretty Woman gli ha restituito le simpatie del pubblico dopo il flop di Cotton Club (omaggio alla passione per il jazz) e la pessima esibizione in King David (ultimo tentativo di confrontarsi con la dottrina giudaico-cristiana prima di abbandonarla del tutto), rivelandogli l’orizzonte nel quale avrebbe mantenuto il suo mito. Una specie di seconda illuminazione. Sorprendente se si considera che negli anni ’80 la notorietà di Gere era ancora legata allo status di sex symbol animalesco (American Gigolò) e fragile (Ufficiale e gentiluomo). La metamorfosi – inscenata ironicamente in Sommersby, dove si cala nella parte di un uomo che torna dalla guerra completamente cambiato – gli consegna una 32 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 “Forse non sono un buon attore, ma avessi fatto altro sarei stato peggio” nuova maschera, lui capisce e si adegua, accettando il compromesso tra la più alta delle aspirazioni (la pace interiore) e la più modesta delle ambizioni (una carriera tranquilla). Sapeva del resto di non essere un grande interprete. Neppure quando giovanissimo aveva lavorato con registi come Malick, Coppola e Lumet. Nei film migliori è stato anzi più modello che attore, fisicità allo stato puro, quel mix di “tenebroso fascino alla Valentino, ombrosa vulnerabilità alla James Dean e carica sessuale alla Marilyn”, ben descritto da un giornalista americano. La doppia “svolta” ha placato turbolenze private e ansie pubbliche. L’attore che odiava i giornalisti (famosa l’intervista in cui si calò i pantaloni di fronte a una reporter che faceva indiscrezioni riguardo ai suoi gusti sessuali) si fa trovare ora disponibile e cordiale, il tomber des femmes ha lasciato il posto allo charmant maturo, e l’inquieto giovanotto della middle class ha barattato il culto di Marlon Brando per il cinema mainstream e le commedie romantiche. Dalla sua, un alto indice di gradimento e una barca di soldi: non è da escludere che abbia usato l’industria come questa aveva fatto con lui in precedenza. Che importa? Il punto è che in quello che fa Gere è perfetto e sa cosa vuole il pubblico. Inutile cercare di più, rimproverarlo di modestia e pigrizia professionale. Valga per lui quello che Sean Connery ha detto una volta di se stesso: “Forse non sono un buon attore, ma qualsiasi altra cosa avessi fatto, sarei stato peggio”. % TFF doc Il festival diretto da Nanni Moretti sta facendo passi da gigante. Grazie a un’idea vincente: il FilmLab Torino, che di Marina Sanna FA PIACERE CHE CI SIA UN ITALIANO, Michelangelo Frammartino, tra i cinque registi che hanno vinto il TorinFilmLab, il primo laboratorio cinematografico per lo sviluppo di opere prime e seconde, provenienti da tutto il mondo. Voluto e ideato dal direttore del Museo del Cinema Alberto Barbera, il Lab ha fondamenta solide (finanziamenti e sponsor) che fanno ben sperare per il futuro e una squadra di selezionatori di altissimo profilo, per citarne alcuni: Alesia Weston lavora al Sundance di Robert Redford, Violeta Brava arriva dal festival di Buenos Aires e Jovan Marianovic è collaboratore del Sarajevo Film festival e produttore di numerosi corti e 34 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 documentari. E’ un’iniziativa concreta: ci sono tanti soldi, migliaia di euro da attribuire a talenti emergenti. Ecco la vera scommessa, il salto di qualità: “perché – per usare le parole di Nanni Moretti – Torino non è solo una rassegna, è un Festival che aiuta a fare i film”. A Frammartino, autore di Il dono, il caso del 2003, premiato più volte e mai visto in sala, è andato il secondo riconoscimento in termini quantitativi: 150.000 euro. Gli è stato assegnato all’unanimità, e anche questa è una bella notizia, per The Four Times, progetto suggestivo ancora sulla carta, ambientato sui monti calabresi, a metà tra documentario e fiction. Sembra che dopo un periodo di assestamento, Torino abbia ritrovato una sua identità, facendo scelte qualitativamente interessanti: pensare a un’idea alternativa di festival, senza preoccuparsi di strappare anteprime e star a rivali più potenti. Cannes, Venezia e Roma a parte, basta un’annata poco prolifica come il 2007 per assestare colpi letali alle manifestazioni cinematografiche in generale. Che sia una via giusta lo dimostrano anche i numeri: gli incassi dei primi tre giorni sono raddoppiati rispetto all’anno scorso, ancora più importante: sono aumentati gli accreditati. Il direttore Nanni Moretti ha aperto la 26° edizione con pertinenza e sobrietà, e un pizzico di civetteria, in un teatro affollatissimo Il manifesto del 26° Festival di Torino. Nell'altra pagina, Roman Polanski e in basso Nanni Moretti Mole! dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 35 TFF doc per Oliver Stone e Roman Polanski. E se W., cronaca romanzata di una tragedia americana, non ha convinto la critica, dedicare una retrospettiva (e una mostra fotografica bellissima) a Polanski, è stata un’ottima idea. Regista colto e versatile, Polanski ha appena finito di girare uno spot per un profumo che non esiste, con un grande cast tra cui Natalie Portman, su commissione dell’artista milanese Francesco Vezzoli, 36 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 e a febbraio incomincerà le riprese, sul mar Nero, di Ghost, tratto dal thriller dello scrittore Robert Harris. Ha funzionato anche il duetto tra Moretti e Polanski: il primo serissimo, il secondo semi ironico, hanno tenuto gli spettatori incollati alle poltrone, nonostante oltre due ore di domande non sempre azzeccate. Si è scoperto che Polanski è una vera star per i torinesi: per scappare all’assalto dai fan si è dovuto rifugiare nella cabina del proiezionista. Quanto a concorso e fuori concorso, i film erano più o meno interessanti con qualche sorpresa: il cupissimo Tony Manero del cileno Pablo Larrain, storia di un disoccupato innamorato del personaggio di John Travolta ne La febbre del sabato del sera, (Premio miglior film e attore, Alfredo Castro e Premio Fipresci) e il gioiello messicano Lake Tahoe. Ma il fiore all’occhiello è stata la rassegna su Jean Pierre Melville. Sale affollate, file incredibili per la retrospettiva quasi completa di un genio dimenticato, morto nel ‘73 a 55 anni per un infarto, le cui opere furono di ispirazione per tanti giovani talenti degli anni ‘60. Secondo la leggenda, l’allora critico François Truffaut, colto da amour fou, avrebbe visto ben 25 volte Les enfants terribles. % Sopra a sinistra il messicano Lake Tahoe. A destra Tony Manero, sotto Rosemary's Baby un film di gabriele SALVATORES dal romanzo di niccolò AMMANITI filippo TIMI elio alvaro GERMANO con la partecipazione di CALECA angelica LEO fabio DE LUIGI un film di Gabriele Salvatores dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti edito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. sceneggiatura di Niccolò Ammaniti, Antonio Manzini e Gabriele Salvatores una produzione Rai Cinema e Colorado Film prodotto da Maurizio Totti regia di Gabriele Salvatores comediocomanda.it.msn.com w w w. 0 1 dis t r ibut io n . it dal 12 dicembre al cinema COVER Abrams sfida la sorte e il tempo. E da creatore di mondi promette che nascerà una nuova schiera di fan per Star Trek di Valerio Sammarco Un 38 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 Zachary Quinto è Spock nel nuovo Star Trek. A sinistra, Eric Bana è Lord Nero IL TELETRASPORTO PIU’ RISCHIOSO della sua carriera. Mettendosi al timone dell’undicesimo film tratto dalla serie tv sci-fi più longeva della storia dello spettacolo, J.J. Abrams - ideatore di fenomeni quali Lost, Alias e Cloverfield - sfida la sorte e il tempo, confermando che a motivarne pensiero e azione non è solamente l’immaginario fantascientifico ma la rilettura di un genere dalle sue stesse fondamenta, accentuandone le venature dark e insistendo molto sulla paura quale perno intorno cui tutto ruota. Non a caso, allora, per Star Trek – kolossal Paramount nelle sale di tutto il mondo a maggio 2009 (trentennale della prima trasposizione cinematografica, Star Trek: The Motion Picture, diretto da Robert Wise), sorta di prequel in cui ritroviamo il capitano Kirk (Chris Pine) ancora giovane cadetto della Flotta Stellare – Abrams affida il ruolo più carismatico, quello del signor Spock, al cattivissimo Sylar di Heroes, al secolo Zachary Quinto. Alieno tra noi dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 39 COVER I naufraghi di Lost. A sinistra J.J. Abrams sul set di Cloverfield, monster-movie da lui ideato e prodotto Da creatore di mondi all’immaginario già radicato di Star Trek. Perché? “Le condizioni di partenza non erano invitanti: avere a che fare con l’undicesimo film tratto da una serie tv così famosa mi teneva a distanza, ma mi sono affezionato ai personaggi e ho capito che c’erano le premesse per poter realizzare qualcosa di grande. Così ho deciso di dirigerlo, non solo di produrlo, anche per rivolgermi a tutti coloro che, come me, non hanno mai amato Star Trek, con la speranza di creare una nuova generazione di fan. L’obiettivo era quello di realizzare un film che potesse raccontare anche la vita emotiva e i rapporti tra i personaggi, non più bidimensionali ma dotati di umorismo e spessore”. Cosa è rimasto del vecchio Star Trek? Bisognava mantenere un filo rosso con gli aspetti originari della serie, nata nel 1966, e renderli interessanti ancora oggi: i costumi, la figura di Spock. Malgrado questo, e malgrado la sceneggiatura di Roberto Orci – affezionato “startrekkista” – ho cercato di non confezionare un film che fosse diretto solo ai puristi della serie. Che non a caso si sono ribellati non appena è comparsa in rete la prima immagine dell’Enterprise: “I motori sono troppo grandi, cosa avete fatto?!?”. Lei è sempre stato un fan di Star Wars. Si è ispirato anche alla saga di Lucas? Ci sono cose che non possono non avermi influenzato e alcune sequenze, come quella nel bar con la scazzottata tra il giovane Kirk e alcuni gradassi, potrebbero far venire in mente alcune situazioni di Star Wars. Ma lì si raccontava di una galassia in un passato remoto, mentre Star Trek parla di un futuro ipotetico. Ad ispirarmi, comunque, è tutto ciò che dà i brividi: solo così lo spettatore percepisce che quanto sta vedendo nasce dalla passione di chi l’ha realizzato. % 40 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 J.J. Genera L'enfant prodige ha inventato "scatole magiche" che da Lost e Alias fino all’ultimo Fringe di Enrico Magrelli “IL MISTERO è più importante della conoscenza”. Considerazione apodittica. Scelta estetica. Motto di riferimento del proprio lavoro. Jeffrey Jacob Abrams, 42 anni, neyworkese, presenza mercuriale e ipercreativa del cinema e della tv USA, esprime questa certezza e questa convinzione durante una conferenza del 2007. Agli astanti mostra una scatola sigillata, una magic box che non ha alcuna intenzione di aprire. Ricorda con affetto il nonno che gli ha insegnato e trasmesso la passione per i congegni e per i meccanismi che misteriosamente funzionano nascosti dentro un elettrodomestico, dentro lo chassis, l’involucro di un tion danno dipendenza: macchinario. L’invisibile e il non detto sono i suoi concetti-guida quando scrive, produce, dirige. Verità parziali da svelare lentamente. Lasciando lo spettatore con gli ultimi pezzi del puzzle da trovare e poi incastrare. La sua vocazione e il suo destino sono il ribaltamento del verosimile, la sua missione possibile è quella di generare racconti perturbanti, ai confini del reale e oltre. In attesa della sua interpretazione della saga di Star Trek e del prossimo progetto (Mystery On Fifth Avenue), gli spettatori televisivi, negli Stati Uniti, possono seguire la prima stagione della sua nuova serie: Fringe. Pur avendo collaborato, tra gli altri, a film come Armageddon, A proposito di Henry, Cloverfield, Abrams grazie alla tv ha affermato la propria identità di innovatore e di originale propulsore del rinascimento del racconto seriale. Nel 1998 comincia con Felicity. Poi, con la sua compagnia di produzione Bad Robot, e con un team di sodali amici e collaboratori, inventa e realizza Alias e subito dopo (con l’apporto di Damon Lindelof) Lost. Due capolavori della narrazione contemporanea, romanzi a puntate che hanno messo in scacco l’egemonia dell’immaginario cinematografico. Alias e Lost sono opere dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 41 COVER Joshua Jackson è Peter Bishop in Fringe, sotto di lui Anna Torv. In basso Ultimatum alla terra aperte e rigidamente formattate, architetture dinamiche, avveniristiche e saporite cipolle da pelare, strato dopo strato. Sono dispositivi d’intrattenimento in cui la contaminazione dei generi è evidente ed esibita, le linee del plot si intrecciano e si separano, la scienza del possibile chiede soccorso all’epica e, soprattutto, costringono chi guarda a chiedersi, con ansiogena piacevolezza, “cosa accadrà dopo?”. Fringe, interpretato da Anna Torv, Joshua Jackson e John Noble, rispetta la matrice creativa di J.J. Abrams, la sua disciplina della “magic box”. Dentro quella scatola convivono la sci-fi e l’action, il detective drama e la spy-story. Il margine (uno dei possibili significati di “fringe”) è quello che separa la dimensione potenziale da quella fattuale. I tre protagonisti cercano di fare luce su avvenimenti enigmatici, scientificamente ardui da verificare e da spiegare. Il riferimento immediato è XFiles, altra serie fondante della new television. E J.J. Abrams, sapendo che nulla si crea e nulla si distrugge, conferma il suo debito di riconoscenza: “Sono un grande fan di X-Files, Ai confini della realtà e della versione originale di Kolchak: The Night Stalker, ma credo che il modello seguito da Fringe sia più vicino a quello di E.R.”. Prioritaria rimane la sensazione di disorientamento che assale Charlie, e noi tutti, alla fine del pilot di Lost, quando dice “Dove siamo?”… Risposta plausibile: su un bordo.. % Invisibile e non detto: concetti-guida per la nuova contaminazione dei generi. Nel segno della suspense 42 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 Ritorno al Passato Reeves (ri)lancia il suo Ultimatum alla terra, e il cinema la paura dell’apocalisse di Gianluca Arnone APOCALISSE ALLE PORTE. Da oltre 50 anni. C’è un’ ossessione, persino un piacere, da parte del cinema americano di evocarla. Più che un remake del film di Wise, l’Ultimatum alla terra che approda al cinema il 12 dicembre è un rimpasto di vecchio e nuovo catastrofismo. Dell’originale solo i nomi dei personaggi, l’attracco alieno a Central Park, la paranoia. Una cornice, dentro il quadro è variopinto: c’è Keanu Reeves, diafano e zen come ai tempi di Matrix; Jennifer Connelly in scia con la tradizione di scienziate coraggiose che hanno colorato di “rosa” il disaster movie recente; la sfera al posto dell’astronave, come l’aveva pensata Crichton; il robot, tipo Iron Man, contro cui nulla possono le armi di distruzione umane. Pochi esempi, il gioco dei rimandi è più ampio. Questa natura di seconda mano, quasi un carillon del fantapocalittico, è la cosa più interessante del film, e il suo limite. Traccia un margine oltre il quale l’immaginario va ripensato. Tutto ciò che era stato pre-visto è accaduto. Non al cinema, nel reale. Il 9/11 ha generato immagini di un’apocalisse che hanno oltrepassato qualsiasi spettacolo hollywoodiano. Il ground zero del cinema catastrofista. Non a caso la trovata più geniale del remake è l’aspetto della forza distruttrice: una nube grigia di detriti e polvere che non può non ricordare l’enorme pulviscolo seguito al crollo delle torri. A dimostrazione di quanto la realtà abbia superato l’immaginazione. E di come, più che alla terra, questo Ultimatum sia rivolto alla fantascienza. % dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 43 COVER Mondi paralleli I guardiani della Incubi e deliri: arrivano i Watchmen di Alan Moore, giustizieri mascherati di una realtà alternativa. NEW YORK 1977. Richard Nixon (ancora lui) è scampato allo scandalo Watergate. I due giornalisti che indagavano sul caso sono morti e il presidente ha cambiato la legge, rimanendo in carica per cinque (al posto di due) mandati consecutivi. Siamo in piena Guerra Fredda, la Storia devia dal suo corso naturale, il clima è quello di un nuovo conflitto mondiale. Nixon ha un asso nella manica: Dr. Manhattan, alias Jon Osterman, un supereroe luminoso al 44 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 servizio del governo che mette in ginocchio i vietcong, assicurando la vittoria agli americani. Incomincia così Watchmen tratto dal fumetto cult degli anni Ottanta, sceneggiato dall’eccentrico Alan Moore (V for Vendetta, From Hell) e disegnato dal guru Dave Gibbons. Moore, che compone musica, scrive poesie e crede nel potere taumaturgico dell’amore, infarcisce di citazioni il testo (da Giovenale a Brecht), inventando un universo parallelo, i cui riferimenti sono reali e alterati allo stesso tempo da avvenimenti portati alle estreme conseguenze (vedi la dittatura di Nixon). Apocalittico, visionario, impressionante, il kolossal diretto da Zack Snyder, in uscita a marzo 2009 (2 ore e 40’ e 150 milioni di dollari di budget), gronda sangue e violenza come l’originale, le analogie con il presente sono inequivocabili. I tempi stanno cambiando, ci ricordano le note Due Watchmen in azione: Jeffrey Dean Morgan (Il Comico) e Malin Akerman (Spettro di Seta) notte Dove regna l’orrore malinconiche di The Times They are Achanging di Bob Dylan, se non bastassero le immagini catastrofiche che scorrono sullo schermo. In questa società estranea e al contempo familiare, i Watchmen non sono supereroi ma personaggi alla deriva che cercano un’identità, hanno debolezze anche vistose, sono affetti da megalomania. E’ il caso di Ozymandias, il cui vero nome è Adrian Veidt, fa parte di Marina Sanna degli “Acchiappa crimini”, e ha un piano oscuro per riportare la pace nel mondo. “La parte più interessante e innovativa della trama è la decostruzione del mito spiega Snyder-. I Watchmen sono vigilanti mascherati che vivono nel caos e la minaccia della guerra nucleare. Il loro mondo non è bianco o nero: è completamente grigio, anche se hanno fatto di una scelta la missione di vita”. Rifugiatosi su Marte, perché stanco degli esseri umani Dr. Manhattan, l’unico vero supereroe del film, dirà: “Volevano costruire un Paradiso, è diventato un posto pieno di orrori”. % dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 45 CAMBIERÀ LA VITA DI SETTE PERSONE UNA DI QUESTE CAMBIERÀ LA SUA. UN FILM DI GABRIELE MUCCINO WILL SMITH SETTE ANIME Mondi paralleli COVER Nello spirito di Miller A Natale l’atteso film del genio della graphic novel. Che promette: “Vi farò gustare il sapore della violenza” di Gianluca Arnone “ORA VI FACCIO VEDERE quanto può essere piacevole la violenza”. Parola di Frank Miller, che sornione, smunto e cappello a Panamà, pare più un vecchio compagno di sbronze che un maudit feroce. Eppure il genio della graphic novel – autore di capolavori come Sin City e Il cavaliere oscuro - ha fatto della violenza un’arte. E chi pensava si potesse rammollire nel passaggio al grande schermo, si è ricreduto a pallettoni (Sin City, diretto con Rodriguez) e craniate (300, suo il soggetto). Una miscela che promette d’incendiare anche la nuova avventura al cinema del “peccatore impenitente”. Il 25 dicembre arriva in Italia The Spirit, un “omaggio al noir anni ‘40” tratto dal fumetto di Will Eisner, prima regia “in solitaria” di Miller che non rinuncia all’estetica da balloon e si avvale di un cast composto tra gli altri da Samuel L. Jackson, Eva Mendes e Scarlett Johansson. Chi è The Spirit Mr. Miller? E’ l’ex poliziotto Denny Colt (Gabriel Macht, ndr), tornato dalla morte per combattere il crimine di Central City. E’ il tipico gentleman. Era innamorato di una donna, Sand Saref (Eva Mendes, ndr), che è diventata una formidabile ladra di gioielli. In lui convivono lo spirito del poliziotto, che gli impone di arrestare Sand, e quello dell’innamorato, che vorrebbe salvarla e tenerla per sé. Il conflitto tra il dovere e il cuore caratterizzava anche il suo Batman. E’ il dilemma nascosto di ogni supereroe. Ma quello che spinge Spirit più di ogni altra cosa è l’ansia di sapere perché non è morto pur essendo morto. dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 47 COVER Mondi paralleli Samuel L. Jackson è Octopus in The Spirit. Sotto Frank Miller al lavoro Come mai un attore così poco conosciuto per il ruolo da protagonista? Volevo che Spirit fosse poco caratterizzato. Lo spettatore non deve lasciarsi influenzare dai preconcetti sull’interprete. I comprimari sono di lusso però… Io e Samuel L. Jackson da tempo volevamo lavorare insieme. Ci siamo incontrati per colazione, e lui si è presentato con una pila dei miei fumetti chiedendomi di autografarli tutti. Quando ho finito gli ho detto: ti andrebbe di fare Octopus? E lui: “Certo, amico”. E quando ha pensato ad Eva Mendes e Scarlett Johnsson? Da sempre! Sono due donne bellissime, intriganti, delle vere cattive. Perché per l’esordio ha scelto una storia di Eisner e non una delle sue? Io e Will condividiamo due interessi fondamentali: l‘amore per New York e quello per le donne. E poi perché me l’hanno chiesto. Lei parla al pubblico attraverso un 48 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 “Con le nuove tecniche digitali si possono creare e assemblare immagini come tavole di un fumetto” nuovo linguaggio, il cinema. Quali sono le differenze col fumetto e quanta è servita l’esperienza di Sin City? Quella esperienza è servita poco. Rodriguez faceva tutto, dal girato al montaggio. L’unica cosa che mi consentiva di fare, era parlare con gli attori. Detto questo, il cinema è un linguaggio che grazie alle nuove tecniche digitali, si avvicina molto a quello del fumetto, permettendoti di creare e assemblare immagini come fossero tavole. Che ne pensa del lavoro che Nolan ha fatto col “suo” Cavaliere Oscuro? Ho un problema con i personaggi sui quali ho lavorato troppo. Posso dire che è meglio di tanti altri Batman. % vacanze esotiche “Non più amanti e corna, ma padri e figli”: tutti i segreti del 25° Natale a Rio. Con le esclusive immagini dal set di Federico Pontiggia Panettone 50 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 Fremont, De Luigi, De Sica, Hunziker, Ghini e Propizio: in sei sotto l’albero brasiliano “UNA SVOLTA NECESSARIA: non più amanti e corna, ma padri e figli”. Svelati dal regista Neri Parenti, sono questi i segreti del 25° cinepanettone targato Filmauro, Natale a Rio, con protagonisti Christian De Sica, Michelle Hunziker, Fabio De Luigi, Massimo Ghini e i giovanissimi Ludovico Fremont ed Emanuele Propizio. Prodotto da Aurelio De Laurentiis e il figlio Luigi, con budget tra i 10 e i 12 milioni di euro, il nuovo film di Natale festeggia un traguardo cine-anagrafico con pochi eguali al mondo: “Cortina, 1983, mio figlio Brando aveva 3 mesi: sono passati 25 anni da quelle prime Vacanze di Natale”, commenta De Sica, che come De Laurentiis non ne ha mancato uno. Ora anche per Christian è tempo di cambiare: “Sono stato bamboccione, cascamorto e fedifrago, ora divento papà: un palazzinaro romano misogino, rozzo e analfabeta, a cui un figlio più furbo di lui lo mette in quel posto...”. Conferma Parenti, per il quale a Rio ci troveremo “a metà strada tra Harry ti presento Sally e i Blues Brothers: una correzione di soggetto rispetto ai precedenti, ma non è che abbiamo fatto Gomorra… Ci saranno sempre gag e risate, senza corna: al centro il rapporto “Sono stato cascamorto e fedifrago, ora divento papà”, la svolta di De Sica padre-figlio, ovvero De Sica-Fremont e Ghini-Propizio”. Due gli episodi, intrecciati. Nel primo, un fortuito e ignaro scambio di vacanza: ai figli andrà il pacchetto extra-lusso prenotato dai padri, con fuoriserie e ville da sogno; ai padri, viceversa, toccherà una comica odissea low cost, tra ostelli pulciosi, macinini e favelas; nel secondo, il triangolo tra i giornalisti Hunziker, De Luigi e Paolo Conticini (altro aficionado) in villeggiatura a Rio. “La scelta del Brasile – spiega Parenti – è nata dopo quella del soggetto, successivamente adattato su misura a quello che oggi è Rio: una meta up-todate e cool,ovvero la location perfetta per il film di Natale”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il giovane Luigi De Laurentiis, al quinto cinepanettone: “Il Brasile è caldo, trendy, pieno di musica e colori: un paese in forte ascesa, amatissimo dagli dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 51 vacanze esotiche italiani, che continuiamo a far viaggiare in tutto il mondo”, mentre De Sica fa “mente locale”: “34 anni fa muovevo i primi passi da showman tra Caracas e Rio, dove ho vissuto la stagione d’oro della bossanova: Tom Jobim, Vinicius… Rio è la città più simile a Napoli e Capri che conosca, gli abitanti sono molto affettuosi, si mangia alla grande, e le donne sono pazzesche”. Dunque che film troveremo sotto l’albero? “Alla base di tutto rimane il divertimento”, tranquillizza Parenti, che rivela come “Aurelio fosse inizialmente poco incline a questa “rivoluzione”, ma noi (Parenti e i co-sceneggiatori Bencivenni, Martani e Saverni) non ne potevamo più delle amanti di De Sica, e del resto la mancanza di Boldi aveva già rotto gli equilibri. Ma non temete, sia per i padri che i figli Rio significa la stessa cosa: belle donne da rimorchiare…”. Al femminile pensa anche De Luigi, alla sua terza prova natalizia, divertito perché “quest’anno sono un comico che cerca di conquistare la Hunziker: per tradizione, viceversa, il comico è asessuato, un cartoon”. In conclusione, Parenti non attribuisce Cartoline da Rio Vita da set: tra surf e caipirinha, ecco i “ragazzi di Ipanema” Prove tecniche di ripresa per Neri Parenti. Sulla celebre spiaggia di Ipanema, il regista mira e rimira il ciak di Natale a Rio, con un pensiero a Wilde: “Quest’attesa è insopportabile, speriamo che duri” valore politico all’eterna spaccatura tra detrattori ed estimatori del cinepanettone, ormai appuntamento fisso per oltre 5 milioni e mezzo di italiani: “Se un film non è di denuncia, non ha colore politico. Certo, i politici di destra sono più vicini al nostro immaginario, perché danarosi e impacciati, ma, accanto a Gasparri, Mastella e il figlio di Alemanno, tra i nostri fan ci sono anche Diliberto e Rizzo”. Par condicio in sala: a Natale può succedere anche questo! % 52 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 FOTO FEDERICO PONTIGGIA 1 “Che gelida manina, se la lasci riscaldar…”: Neri al servizio della star dei Cesaroni Ludovico Fremont, deb del cinepanettone e surfista anche fuori dal set. Si gira a settembre, ma il tempo è già natalizio... 2 Scatti rubati durante le riprese del film: Christian & Co. tra pause e gag Massimo Ghini e Fabio De Luigi: sotto il vestito, la muta. Ultimi attimi di relax prima di cavalcare l’onda, ma la stoffa d’attore, quella, c’è tutta 3 5 Tutti a scuola da Parenti. Neri catechizza Christian De Sica, perché anche al 25° cinepanettone non si smette mai di imparare. Inguainati e scultorei, per i sei di Rio è tempo di trailer 4 Un raggio di sole squarcia le nuvole su Rio: defilè carioca per Michelle Hunziker, mix esplosivo di fascino e simpatia. Mentre Emanuele Propizio cerca disperatamente di non finire su Paperissima… 6 Il samba è servito: sul mega-surf di Proxima, “vanno in onda” effetti molto speciali. Il maestro di danze De Sica dà il tempo, e il Carnaval do Brasil mette il tricolore: destinazione sala dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 53 CAPOLAVORO DA NON PERDERE BUONO DISCRETO DELUDENTE Racconto di Desplechin moltiplica i punti di vista: l’albero diventa totem che riunisce principi e principesse dispersi i film del mese in sala DA NON PERDERE AMATO E ATTESO, in Francia, da un piccolo esercito di fan, da noi Arnaud Desplechin è arrivato solo con I re e le regine, tragicommedia toccante ma vista da pochi. Come quel film, Racconto di Natale è un’altra fotografia di un gruppo familiare, dei suoi conflitti, dei suoi disordini affettivi e sentimentali, che il regista declina in un tono sospeso tra la favola nera e il mito. Junon (Catherine Deneuve, valorizzata 54 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 in tutta la sua geniale freddezza), come la regina degli dei, si chiama infatti la matriarca che regna, indifferente, sulla microsocietà rappresentata da una famiglia d’intellettuali di Roubaix. L’albero di Natale è il totem intorno a cui si riuniscono principi e principesse dispersi: la figlia scrittrice Elizabeth, l’ultimogenito Ivan e Henri, il figlio ripudiato e bandito dal regno. Molti Regia Con Genere Distr. Durata Arnaud Desplechin Catherine Deneuve Drammatico, Colore BIM 150’ anni prima esisteva un altro principe, Joseph, sofferente di una rara malattia genetica; Henri fu concepito come farmaco, per donare midollo osseo al Nel cast anche Chiara Mastroianni Natale dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 55 i film del mese favorito; ma risultò incompatibile. Joseph è morto, però la sua maledizione continua a gravare sui congiunti: ora è Junon ad essere malata e il figlio mal amato potrebbe salvarla. Nel mettere in scena la famiglia Vuillard, dispersa, mitica e banale allo stesso tempo, Desplechin moltiplica i punti di vista e spezza la linearità del racconto, concedendoci le rivelazioni un poco alla volta, con parsimonia. Senza colpi di scena, però: ciò che si apprende gradualmente è atteso, previsto e in ciò sta la forza del film, che permette così allo spettatore di concentrarsi sui numerosi personaggi. Eppure stenteremmo a definire la sua un’opera “corale”, genere di moda che sempre più spesso si accontenta dell’ovvio. Se vogliamo trovare delle referenze a questo film dal titolo – ironicamente – dickensiano, le cercheremo piuttosto in Bergman (ma con più cattiveria e più ironia) o, come rilevato da alcuni al Festival di Cannes, in Paul Thomas Anderson (per la capacità di scavare in ogni “carattere”) o nel Wes Anderson dei Tenenbaum (per lo humour melanconico misto a lampi di allegria). Il regista sta col fiato sul collo dello spettatore, lo obbliga a specchiarsi nello schermo guardando in faccia l’ipocrisia delle relazioni familiari; tanto che il film richiede uno sforzo di adattamento all’atmosfera che vi si respira, prima di sintonizzarsi con i gesti, gli sguardi, le motivazioni di Mathieu Amalric in una scena del film Lo spettatore è obbligato a specchiarsi nello schermo, guardando in faccia l’ipocrisia delle relazioni familiari ciascuno. Qualcosa può perfino spaventare: l’ambiguità dei legami familiari, la crudeltà nei confronti dell’elemento ribelle; o la scena in cui Junon traduce in equazione aritmetica le sue speranze di vita. Però – e questo è sorprendente – i conflitti tendono a comporsi gradatamente in una serenità inaspettata, una voglia di vita ostinata che non ha bisogno di ricorrere all’espediente dell’ottimismo. Lasciandoti contento di aver affrontato la prova e dimostrandoti, ancora una volta, che le “favole cattive” svolgono una funzione catartica. Attento a non sacrificare nessuno dei suoi personaggi, il regista coordina il cast ottenendone il meglio. Con una nota di merito per Mathieu Amalric, banale supercattivo nell’ultimo 007 e qui, invece, folletto spiritato e maledetto, un “gollum” di famiglia borghese torturato e geniale. ROBERTO NEPOTI % 56 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 i film del mese La Duchessa anteprima Regia Con BUONO Saul Dibb Keira Knightley, Dominic Cooper Genere Distr. Durata Biografico, Colore Spencer: accattivante Keira BIM 110’ UN’ ICONA DEL SETTECENTO, una donna senza veli che pure indossa eccentrici, sfarzosi costumi, una madre premurosa, una sposa tenace. Georgiana Spencer gioca sorridente nel giardino di Althorp – è il 1774 ed ha compiuto i suoi 17 anni – mentre pudicamente amoreggia con Charles Grey. Dietro una tenda il Duca del Devonshire la scruta altero mentre se la sta comperando sottoscrivendo un contratto con la mamma di lei. Il titolo e i soldi in cambio del fascino, della giovinezza e della fertilità. L’amore, in questi casi, c’entra quasi nulla; la fedeltà è un’opzione; la felicità un miraggio. Conta dare il prima possibile un erede maschio al casato e darsi da fare, in silenzio, come mamma. Tutto questo nella società inglese politicamente vivace, alla quale Georgiana darà una 58 La storia dell'antenata di Lady D, Georgiana rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 mano, e socialmente ipocrita, alla quale Georgiana tenterà di dare una spallata, casualmente imitata dalla sua ben più nota discendente, Lady Diana, due secoli dopo. Nei tanti film che tentano di ricostruire ambienti e sentimenti del tempo che fu, solitamente la storia è un arredo come i tanti disseminati in palazzi, alcove e teatri. In questo caso, con La Duchessa, la storia è leggibile e accattivante, perché desunta dalla Il regista Saul Dibb biografia della nobildonna sola e combattiva scritta da Amanda Foreman. Ciò che la regia di Saul Dibb giustamente schiva è dare spazio a inutili letture attualizzanti; quello che, invece, persegue è dare spazio al racconto dei contrasti, dolorosi e lacrimosi, tra la mente libera di Georgiana e quella ipocrita del marito, tra le amicizie di lei e le solitudini di lui, tra i comizi rigorosamente Whig cui la Lady partecipa e i letti con amanti frequentati dal Duca e nei quali non esita ad invitare anche Bess, la migliore amica della moglie. Scandali a parte, il voyeurismo e il feuilleton sono evitati, talvolta sembra una comédie larmoyant armonizzata sui toni e i gusti del cinema d’oggi. Per questo gli attori devono essere tutti bravissimi, e qui lo sono: Keira Knightley, Ralph Fiennes, Charlotte Rampling, Hayley Atwell e Dominic Cooper. Scene e costumi, corredo essenziale, contribuiscono di molto al piacere. LUCA PELLEGRINI % i film del mese Il giardino di limoni Madagascar 2 Missione Escape 2 Africa per il leone Alex e i suoi amici yankee: tra gag e tolleranza, si supera l’originale Regia Genere Distr. Durata in uscita BUONO Dal regista de La sposa siriana, coraggio e libertà in Cisgiordania: con lo splendido volto di Hiam Abbass DAL REGISTA DE LA SPOSA SIRIANA ERAN RIKLIS, Il giardino di limoni, premio del pubblico a Berlino e ora in cartellone a Tertio Millennio. Ancora protagonista la splendida palestinese Hiam Abbass, qui nei panni della vedova Salma Zidane, che in Cisgiordania si trova con un vicino di casa molto scomodo: il ministro della Difesa israeliano. Per ragioni di sicurezza, le viene intimato di abbattere il suo giardino di limoni: complice la solidarietà della moglie del ministro, Mira, e l’amore del suo giovane avvocato, porterà il caso davanti alla Corte suprema di Israele. Una e bina in sala a dicembre (anche ne L’ospite inatteso), la Abbass si carica sulle spalle la nuova esplorazione della situazione medio orientale di Riklis: è lei il termometro della crescente follia del teatro israelopalestinese, ma la prospettiva non è politica, bensì umana. Sotto i riflettori, la relazione empatica tra Salma e Mira, in cui affinità private ed esternalità pubbliche si fondono nel segno del femminile. Coraggio e libertà, lotta e diritti, a tutto si dà del “lei”, con una ferma dolcezza che riesce a mettere nel fuoricampo le inverosimiglianze del plot, la minaccia del buonismo e le insidie dell’apologo. FEDERICO PONTIGGIA % Regia Con Genere Distr. Durata 60 Eran Riklis Hiam Abbass, Ali Suliman Drammatico, Colore Teodora Film 106’ rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 Tom McGrath, Eric Darnell Animazione, Colore Universal 89’ IL LEONE ALEX (con il ruggito di Ben Stiller, in Italia Ale), la zebra Marty (Chris Rock, da noi Franz), la giraffa Melman (David Schwimmer) e l’ippopotamo Gloria (Jada Pinkett Smith): i simpatici protagonisti di Madagascar, l’animazione DreamWorks campione di incassi nel 2005, ritornano sotto l’albero con una nuova missione: Escape 2 Africa. Dal Madagascar, i quattro mammiferi yankee cercano di far ritorno a Central Park, complici i pinguini. Ma lo scassato bimotore della Air Penguin rimane in volo solo il tempo necessario a precipitare sulla savana continentale, dove Alex & Co. si imbatteranno per la prima volta nei loro simili e, qualcuno, nei genitori. Felici new entry - Bernie Mac per il leone alfa Zuba, Alec Baldwin per il rivale Makunga, e will.i.am nelle corde dell’ippo-stallone Moto Moto – nel cast vocale Usa, Madagascar 2 di Tom McGrath ed Eric Darnell si rivela migliore dell’originale, con un’apertura a un pubblico anagraficamente più vasto, ritmo e gag irrefrenabili (non perdete gli sculettamenti di Gloria!) e, dietro le risate, una contrapposizione tra civiltà e vita selvaggia, che apre all’accettazione del diverso, ovvero del simile. Cercate di vederlo nella versione originale. JEAN-PIERRE HIPPO % in uscita DA NON PERDERE i film del mese L’ospite inatteso Ember - Il mistero Cast strepitoso e spirito indie per raccontare il sistema dell’immigrazione Usa: senza sconti Regia Con Genere Distr. Durata Tom McCarthy Richard Jenkins, Hiam Abbass Drammatico, Colore Bolero Film 103’ in sala UNA PICCOLA COMMEDIA UMANA, uno specchio privato nel quale si riflettono i grandi problemi del mondo contemporaneo. Un film senza ideologismi, che mostra le conseguenze concrete delle decisioni adottate dai potenti del mondo. Grazie ad una calibrata e raffinata sceneggiatura, che mette in primo piano i caratteri dei protagonisti e le inconsuete relazioni (complice una comune passione per la musica), il messaggio politico arriva in modo semplice e, proprio per questo, tanto più convincente, mescolando con naturalezza ironia, tenerezza e struggimento. Walter, solitario e burbero professore in un college nel Connecticut, tornando dopo molto tempo a New York trova il suo appartamento occupato da una coppia di immigrati, il siriano Tarek e la senegalese Zainab, cui è stato affittato con un imbroglio. Spinto da un imprevisto sentimento di solidarietà, Walter li ospita finché non trovino un’altra sistemazione e nel frattempo stringe con Tarek una solidale amicizia. Quando il giovane è arrestato dalla polizia perché clandestino, Walter si dà un gran da fare per evitarne l’espulsione. L’incontro con Tarek e poi con la madre del ragazzo rimette in gioco tutti i valori nell’esistenza del maturo professore, costringendolo ad una presa di coscienza, troppo a lungo rimandata. FRANCO MONTINI % in sala DA NON PERDERE LOREM IPSUM DOLOR SIT AMET, consectetuer adipiscing elit. dalla forma Donec vel mauris in diam smagliante e la sostanza modesta. Cast imperdiet aliquam. Nullam sottotono fermentum. Sed consequat. Sci-fi per ragazzi L’INCIPIT INFORMA che alla fine del mondo un gruppo di uomini illuminati – ovviamente bianchi, di mezza età e di origini anglo-americane – costruirono Ember, una specie di fortezza sotterranea che sarebbe dovuta durare 200 anni. Un paio di secoli dopo quella città alimentata da un mega Max Payne Banale tentativo di sfruttare un videogame di successo. A metà strada tra l’action e il noir, con un Wahlberg impassibile FINO A UN CERTO PUNTO le cose sono chiare. Un detective solitario (Mark Wahlberg) indaga sull’omicidio di moglie e figlio. Sono coinvolti energumeni con le braccia tatuate di demoni alati, che assumono sostanze blu fluorescenti, prodotte dalla casa farmaceutica in cui lavorava la defunta signora. Poi tutto s’ingarbuglia, il caos (anche stilistico) prolifera, la soluzione evidente per tutti- sfugge al protagonista. La coerenza narrativa non deve essere stata la preoccupazione principale degli artefici di Max Payne, omaggio al videogame che ha innovato l’uso delle interfacce e le coreografie di ascendenza cinematografica. La script di Thorne utilizza persino materiali e Regia Con Genere Distr. Durata 62 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 DISCRETO John Moore Mark Wahlberg, Mila Kunis Action, Colore 20th Century Fox 100’ della città luce Regia Con Genere Distr. Durata Stella I 400 colpi Gil Kenan Saoirse Ronan, Bill Murray al femminile di Sylvie Verheyde: un nobile romanzo di formazione, troppo benevolo Sci-fi, Colore Eagle Pictures 95’ generatore è in pericolo a causa delle interruzioni di corrente elettrica e delle apparizioni di mostruose creature. Toccherà a due impavidi adolescenti, Lina (Saoirse Roonan) e Doon (Harry Treadaway), chiarire i misteri di Ember e difenderla dai mastini dell’abietto sindaco Cole (Bill Murray). Scenografo (Martin Laing) e direttore della fotografia (Perez Grobet) si sono superati nel ricreare l’universo distopico e senza luce descritto da Jeane Duprau nel romanzo City of Ember, regalando a una modesta sci-fi una confezione di notevole impatto visivo. Peccato che dentro la smagliante cornice il quadro sia opaco: lo script assomma vari sottotesti narrativi (dalla corruzione alla crisi energetica), e non bastano uno score magniloquente e qualche bacarozzo gigante a infondere pathos a una regia spenta. Grandi nomi – c’è anche Tim Robbins –, ma scarsa personalità. Anche la Ronan sembra divertirsi poco. Che l’espiazione non sia ancora finita? GIANLUCA ARNONE % Regia Con Genere Distr. Durata Sylvie Verheyde Léora Barbara, Melissa Rodriguès Commedia, Colore Sacher Distribuzione 103’ PARIGI, 1977. Stella (Léora Barbara) ha 11 anni, vive “nel” bar di famiglia, a suo agio tra ubriaconi e disoccupati, ma, per volontà di genitori ottimisti quanto improvvidi, a scuola va in centro, insieme ai figli della borghesia, con ovvie difficoltà ambientali. Per fortuna, c’è Gladys (Melissa Rodriguès), figlia di esuli ebrei argentini, che diventerà la sua migliore amica. Presentata alle Giornate degli Autori veneziane con lo slogan “I 400 colpi al femminile”, l’opera terza della francese Sylvie Verheyde ne mette a segno molti meno rispetto al capolavoro di Truffaut. Se il côtè autobiografico è genuino, viceversa, lo spirito “e vissero felici e contenti (nonostante tutto)” appare a tratti inconsulto, come se mancasse la sintesi tra le gioie e i dolori del coming to age e la voce over della protagonista che li commenta con distacco anodino. Nobiltà di intenti, ma irresolutezza poetica, con i turbamenti di fronte ai libri, le prime feste e l’amicizia, ovvero la consapevolezza del “mondo là fuori”, che sullo schermo appaiono filtrati da una memoria troppo benevola. Cordoglio a margine, Stella è una delle ultime interpretazioni di Guillaume Depardieu, il figlio di Gérard, scomparso il 13 ottobre. FEDERICO PONTIGGIA % in sala in sala DISCRETO DELUDENTE situazioni dell’arcade, mentre John Moore – che aveva diretto il remake de Il presagio – si adopera nel ricreare atmosfere malsane e artifici visivi di dubbio impatto (una New York banalmente sommersa dalla notte perpetua e la pioggia battente), cercando di unire l’action contemporaneo al noir classico. La sintesi si riduce a una rintronante ammucchiata di effetti sonori e pistole, sbirri corrotti e mostri in CG, nostalgie di Bogart e - ogni riferimento all’impassibile Wahlberg è del tutto intenzionale - pietrificati epigoni. Maximum Pain. GIANLUCA ARNONE % dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 63 i film del mese Happy Go Lucky La felicità porta fortuna Regia Con Genere Distr. Durata BUONO Sally Hawkins, Alexis Zegerman Commedia, Colore Sentimenti e furbizia per il New Deal di Mike Mikado Leigh: poetica ultra-light e tanto ottimismo 118’ DOPO LA PALMA D’ORO per Segreti e bugie nel 1996 e il Leone d’Oro per Il segreto di Vera Drake nel 2004, nello scrigno dell’inglese Mike Leigh mancava solo l’Orso d’Oro: con Happy Go Lucky non l’ha vinto, ma ci è andato vicino, “regalando” quello d’Argento alla sua protagonista, la solare e ilare Sally Hawkins. E’ lei a dare anima e corpo alla giovane insegnante elementare Poppy, spirito libero, ma responsabile. Appartamento in condivisione con un’amica, flamenco e pedana elastica nel tempo libero, quando inizia le lezioni di guida, dovrà fare i conti con un istruttore fuori di testa, arrabbiato col mondo. Normale, comunque, che tutti si innamorino di lei. A 65 anni suonati, il vecchio leone Mike Leigh si riscopre variopinto e ottimista, quasi in Technicolor, complice una nuova 64 in sala Mike Leigh rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 pellicola Fuji sensibile al multicromatismo. Dettagli tecnici che corroborano il “New Deal” del regista: basta tinte dark e personaggi cupi, sotto col ritmo e una poetica ultra-light, che lascia soddisfatti – ma non sazi - gli spettatori. Alla ricerca della felicità perduta, quella rinnegata sia dal thatcherismo che fu, sia dal New Labour di Blair e accoliti, Il regista Mike Leigh Leigh mette la politica nel fuoricampo, riservando solo qualche nicchia per “la morale”, e riempie il quadro di buon umore e buoni sentimenti, forse non buonisti, ma comunque molto furbi. Esilissima la trama, di cuore i personaggi, drammaturgicamente si respira il disegno di Segreti e bugie: ma se là la chiave di volta era una muta disperazione, qui sono risate fragorose, a uso e consumo – a partire dalla Berlinale – di spettatori prostrati da troppi drammi a sfondo sociale. Attributo che, del resto, troviamo anche qui, ma ridotto a puro setting, senza intenti critici e antagonisti: “Così è la vita”, concludeva Segreti e bugie Cynthia (Brenda Blethyn), trovando belle “come due nanetti” le figlie, una bianca e l’altra nera, ritrovate. Happy Go Lucky è il sequel di quell’affermazione, con un approdo che piacerebbe a Calopresti: la felicità non costa niente. FEDERICO PONTIGGIA % LA FOTOGRAFIA È OVUNQUE. L’ISFCI È SOLO IN VIA DEGLI AUSONI N°1, ROMA. QUALUNQUE TIPO DI FOTOGRAFIA TI APPASSIONI SVILUPPALA E APPROFONDISCILA CON I NOSTRI STRUMENTI. C ORSO SUPERIORE DI FOTOGRAFIA TRIENNALE , CORSO FOTO , CORSO FOTO PRO 35 MM , CORSO FOTO PRO STUDIO, CORSO DI CINEMATOGRAFIA IN HD, MASTER DI FOTOGIORNALISMO, MASTER DI PAESAGGIO URBANO, MASTER DI MODA E PUBBLICITÀ, SCUOLA DI ETNOGRAFIA VISIVA. www.isfci.com | Via degli Ausoni, n°1 - 00185 Roma | tel. 06 44 69 269 | [email protected] Solo un padre Un attimo sospesi Riflessione sui massimi sistemi per l’esordiente Peter Marcias: poca incisività e idee che si perdono insieme ai personaggi Regia Con Genere Distr. Durata in sala BUONO Lucini si destreggia (bene) tra melò e commedia per raccontare le vicissitudini di un ragazzo padre. Sorprende Argentero SOLO UN PADRE è un esempio di come si possa fare del buon cinema popolare anche in Italia. Certo il sentimentalismo è dietro l’angolo, alcuni caratteri sono appena abbozzati e la musica (da Giorgia all’Everybody Hurts dei R.E.M.) spesso sovrasta le immagini. Ma il timone di Lucini è più sicuro che in passato, e da I tre metri sopra il cielo degli esordi al bel romanzo di Nick Earls anche le sue letture sono migliorate. Qui si parla di paternità, di lutti, della necessità di affrontare i propri fantasmi, con un tono insieme serio e scanzonato (alla Hornby?). Non era facile spostare la vicenda dalla calda e tropicale Brisbane alla grigia, industriale Torino. Invece il regista milanese – che rivela un inaspettato talento fotografico – vi coglie un’opportunità e gioca sulle rispondenze tra le luci, gli spazi e gli umori dei personaggi. Aggiungiamo che nonostante la presenza dei tanti comprimari – incantevole la donna angelo Diane Fleri – il film è interamente sulle spalle di Argentero, sorprendente come – nonostante l’espressività limitata, o forse proprio grazie a questa – riesca sempre ad aderire alle situazioni e al loro contenuto emotivo. Perfetto per alleggerire il melò e camminare sulla commedia in punta di piedi. GIANLUCA ARNONE % Regia Con Genere Distr. Durata 66 Luca Lucini Luca Argentero, Diane Fleri Commedia, Colore Warner Bros 93’ rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 Peter Marcias Paolo Bonacelli,Ana Caterina Morariu Drammatico, Colore Ultima Onda 90’ ROMA, OGGI. Giornate ordinarie e problematiche quotidiane si intrecciano nell’esistenza di alcuni abitanti del quartiere: dal proprietario di un piccolo alimentari sovrastato dall’ansia, alla fotografa e mamma single del piccolo Joe, passando per un’ex cantante ritiratasi a vita privata in una roulotte, per arrivare al vecchio professore, astronomo da anni rinchiuso nel suo grande appartamento. Sullo sfondo, la minaccia di una guerra globale. Mai volgare, ma allo stesso tempo poco incisivo, l’esordio al lungometraggio del sardo Peter Marcias (numerosi corti all’attivo più la docufiction Ma la Spagna non era cattolica?) guarda altissimo – non solo verso la notte stellata, ma a riferimenti un po’ troppo fuori portata, vedi Robert Altman – e perde di vista l’obiettivo, così come i personaggi: che entrano in gioco per poi andarsene senza salutare (come nel caso dello psicologo Frassica o della coinquilina del pizzicagnolo, Ana Caterina Morariu), o per segnare prepotentemente il territorio, come la rediviva Farida, cantante alla quale Marcias regala letteralmente il “ruolo” della vita. Riflessione sui massimi sistemi che finisce per accartocciarsi su se stessa, comunque ben accompagnata dalle musiche di Liberatori. VALERIO SAMMARCO % in sala DISCRETO Catturati da Blu-ray. Tutti presi da Blu-ray, il nuovo formato che rivoluziona il modo di vivere l’Home Entertainment. Immagini alla massima risoluzione, qualità audio eccezionale, livello di interattività mai visto prima, emozioni uniche. La tecnologia Blu-ray esalta al massimo le potenzialità dell’Alta Definizione e ti farà vivere esperienze difficili da dimenticare. Le serate a casa tua non saranno più le stesse. www.bluraydiscgroup.it Entra e scopri il mondo Blu-ray Disc. Recati presso i nostri associati: i film del mese The Millionaire Regia Con Genere Distr. Durata DA NON PERDERE Dev Patel, Freida Pinto Drammatico, Colore Lucky Red Ottimo incontro tra il ritmico Danny Boyle e la naturalezza del caos indiano 120’ ALCUNI INCONTRI sono dirompenti. Come quello tra il cinema ritmico di Danny Boyle e la naturalezza del caos indiano. Ne esce The Millionaire, ottava fatica del regista di Trainspotting, nonché ode al montaggio esplosivo. Polvere di spezie ma anche da sparo, il film si ispira al bestseller “Q&A” dell’indiano Vikas Swarup in cui si racconta l’inspiegabile successo del giovane Jamal Malik al popolare telequiz “Chi vuol esser milionario?”. Inspiegabile perché il ragazzo è uno “slumdog”, un figlio dei bassifondi (gli “slum”) di Bombay, membro di quella casta di miserabili da cui si può solo migliorare. Orfano ma col fratello maggiore Salim e l’amichetta del cuore Latika, Jamal vive infanzia e adolescenza tra fughe e rincorse, finché – divenuto Chai-wallah (ragazzo che porta il tè) in un call center – approda 68 in sala Danny Boyle rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 casualmente alla trasmissione. Ogni sua risposta è la risultante di un collegamento a un episodio della vita. Osannato dal popolo quale eroico riscatto degli “ultimi”, ma ostacolato dal gotha dello show, Jamal sorprende per la sua integrità dickensiana: gli sta più a cuore il ritrovamento dell’amore di Latika che non la vittoria di 20 milioni di rupie. Se la favola induce a intuire il raggiungimento L’esordiente Freida Pinto di entrambi, il film non lo rivela favorendo l’effetto sorpresa. E la regia di Boyle è come una danza di contrappunto, impeccabile nei flashback che alternano le esperienze di Jamal ai momenti del gioco, imbastiti da un incalzante andamento audiovisivo – seppur più colorato e rumoroso – già utilizzato per raccontare quei ragazzacci scozzesi a cui deve gran parte della celebrità. Benché non ai livelli del capolavoro Trainspotting, The Millionaire è indubbiamente un film di notevole realizzazione, girato tra l’altro in situ, a Dharavi, il più vasto slum dell’India, e interpretato da bambini non-attori raccolti in loco: l’inclusione nel cast ha dato loro l’occasione di andare a scuola, regalando forse un “destino” (concetto onnipresente nella cultura indiana e dunque nel suo cinema, anche quando di Brit-produzione) che non avrebbero mai sognato. ANNA MARIA PASETTI % telecomando teratura: novità e bilanci Homevideo, musica, industria e let DVD Gomorra e Il Divo, l’ultimo Batman e altri supereroi Borsa del cinema Bilancio della I edizione di Cineshow, franchise 007 con la Broccoli Libri Il cinema di Tarantino e P. T. Anderson. Le più belle foto dai set di Mary Ellen Marks Colonne sonore All’origine del musical con High School, poi i djembe dell’ospite inatteso Strenne d’autore Vademecum per districarsi nel mare magnum di offerte e collezioni natalizie Telecomando DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE DVD di Valerio Sammarco Un Natale all’insegna delle emozioni e delle celebrazioni: dalla “Red Curtain Trilogy” di Luhrmann al cofanetto 25 anni BIM Feste da (s)ballo 72 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 PREPARATE L’ALBERO. Che sia abbastanza grande da poter contenere tutte le strenne for mato Dvd di questo Natale 2008, mai così “rosso” fuoco: amori e danze, come il cofanetto “Red Curtain Trilog y” che racchiude Ballroom, Romeo+Giulietta e Moulin Rouge di Baz Luhrmann (20th Century Fox), antipasto niente male dell’atteso Australia, o più semplicemente rosso come la passione, criterio con cui BIM ha selezionato 25 film tra i più importanti della sua storia in 25 anni di attività: dall’Aurora di Murnau a Into the Wild di Sean Penn, senza dimenticare Jules & Jim di Truffaut e I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, che 01 distribution propone anche nella ver- sione doppio disco, così come l’ultimo film di Wong Kar-wai, Un bacio romantico con Jude Law e Norah Jones. Sempre da 01, poi, i musicali Control e Berlin di Anton Corbijn e Julian Schnabel, entrambi con copia per IPod e IPhone, e il documentario di Sergio Basso Viag gio di Gesù. Rimanendo in tema di celebrazioni, Dolmen Home Video rende omaggio ai “100 anni di Manoel De Oliveira” con un cofanetto contenente Il principio dell’incertezza, Un film parlato, Il quinto impero e Belle Toujours. Per accontentare “lui”, “lei” e i più piccini, attenzione infine alle tre proposte Fox: cofanetto “Il pianeta delle scimmie - La saga completa”, confezione extra lusso contenente ben 17 dischi con tutti i film di Marilyn Monroe e Ortone e il mondo dei Chi, ricco di contenuti speciali e un inedito cortometraggio targato L’Era glaciale. dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 73 Telecomando DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE DVD La cl as se de i cl as si ci a cura di Bruno Fornara REGIA Ernst Lubitsch CON Marlene Dietrich, Herbert Marshall GENERE Drammatico (1937) DISTR. Cecchi Gori HV Flamingo Video Angelo PRIMA IMMAGINE: un aereo Ladies and Gentlemen... Il capolavoro è servito: in diverse edizioni Il cavaliere oscuro di Nolan QUARTO INCASSO MONDIALE di tutti i tempi ($ 997,607,482) e consensi planetari: Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan - una delle più imponenti trasposizioni da fumetto che il grande schermo ricordi - arriva in DVD con 4 differenti edizioni. Oltre al disco singolo, previste oltre 2 ore di inserti speciali – “Il film in dettaglio”, “Le 6 incredibili sequenze IMAX®”, “Per le strade di Gotham” – nell’edizione due dischi, mentre per il Blu-ray altri contenuti aggiuntivi, tra i quali “Batman e la tecnologia”, “Batman smascherato, un viaggio nella psiche di Bruce Wayne” e “18 introvabili scene extra del film”. Per chi volesse rivivere poi l’avventura dell’uomo pipistrello secondo Christopher Nolan, consigliamo il cofanetto contenente anche Batman Begins. Per appassionati e collezionisti, infine, l’esclusiva edizione Deluxe a tiratura limitata con BatPod: riproduzione della moto di Batman, nuovo gioiello tecnologico del Cavaliere oscuro. DISTR. WARNER HOME VIDEO 74 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 in volo verso Parigi. Seconda immagine: il volto di Marlene Dietrich incorniciato dal finestrino, un cappello a falda larga le divide il viso tra luce e ombra. Fin dall’apertura, Lubitsch rivela tono, senso e atmosfera di questo meraviglioso e molto terrestre Angelo, film chiaroscurale, dove tutto quello che resta in penombra è importante quanto e più di ciò che viene posto in luce. Subito dopo, la signora dichiara un falso nome in un hotel parigino e l’ombra sul volto è ancora lì, segno di un mistero, forse di un adulterio. “Quando l’inizio di una cosa è molto bello, mi chiedo se la fine conti”. La signora è a Parigi per chiedere un consiglio, che non sia però sensato: non vuole né buon senso né logica. Ellissi e sottintesi, desiderio e amore, sorprese e contraccolpi, piatti riportati in cucina (e commentati dalla “servitù”). Il vero, l’irreale, il nascosto, il possibile: e la malinconia. Dialoghi troppo belli: come quando lui le chiede se è mai stata in balia della solitudine. Lei: “Spesso”. Lui: “E cosa ha fatto?”. Lei: “Ho pianto”. Già: ciò che sta nascosto dietro l’eleganza e la bellezza, dietro le sottigliezze e le parole, è la solitudine. Fi lm in or bi ta a cura di Federico Pontiggia Saving Grace (Mya) Serie poliziesca con il debutto tv del premio Oscar Holly Hunter. Per la detective “angelicata”, missione redenzione da alcol, fumo e sesso facile: la morale? Bisogna avere fede. Una moglie bellissima (Joi) Questo Natale sta al palo, ma i fan di Leonardo Pieraccioni non temano: il suo ultimo film arriva in (prima) tv. Galeotto il titolo: per ora rimane solo bellissima, ma Laura Torrisi gli ha rubato il cuore. Dexter (Fox Crime) Giustiziere e serial killer: è Dexter Morgan, il perito ematologo della polizia scientifica di Miami. Seconda stagione dal 16 dicembre, al centro il pericoloso legame con la sexy Lila. Sangue pazzo... DISTR. LUCKY RED Italia nostra Scene tagliate, making of e contenuti aggiuntivi: ecco Gomorra e Il Divo Dopo la duplice, assoluta affermazione al Festival di Cannes e l’altrettanto rimarchevole risposta del pubblico una volta in sala, Gomorra (01 distribution, anche in versione BRD) di Matteo Garrone (il 22 gennaio sapremo se nel novero dei 5 candidati all’Oscar come Miglior film straniero) e Il Divo (Lucky Red) di Paolo Sorrentino – entrambi con 5 nomination agli EFA – arrivano sul mercato Home Video praticamente a braccetto, a distanza di una decina di giorni l’uno dall’altro. Visione obbligatoria per chi ancora non l’avesse fatto e ricchi contenuti speciali per approfondire ulteriori aspetti intorno la genesi e la realizzazione dei due film, attraverso interviste (a Sorrentino, al cast e alla troupe per Il Divo, a Roberto Saviano e agli attori per Gomorra), scene tagliate e making of. DISTR. 01 DISTRIBUTION dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 75 Telecomando DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE DVD Eroi e supereroi HEROES STAGIONE 2 Stagione travagliata per la creatura di Tim Kring, interrotta all’11° episodio per lo sciopero degli autori USA. Tra gli extra, scene tagliate, finale alternativo e video virale. DISTR. UNIVERSAL KEN IL GUERRIERO Il popolo di Artur Eccentriche visioni: in un dittico gli emarginati di Aristakisyan Bianco e nero accecante, poetica del vero e ritratto sconvolgente dei diseredati della Russia post comunista. Ladoni (Palms) e Mesto na zamle (Last Place on Earth) del moldavo Artur Aristakisyan, il primo documentario del ’93 (saggio di diploma di laurea) sugli emarginati che durante il regime erano rinchiusi nei gulag, il secondo realizzato otto anni più tardi e claustrofobicamente circoscritto in un edificio diroccato di Mosca che ospita la comune “Tempio dell’amore”, rifugio per derelitti e invalidi della città, sorta di utopia che non avrà gli esiti sperati. La miseria che va oltre la rappresentazione, la disperazione oltre lo sconvolgimento: la collana Eccentriche Visioni di Rarovideo propone i due film in cofanetto, con Booklet da 32 pagine e il workshop con Aristakisyan durante il Potenza International Film Festival, con lungo e approfondito dibattito condotto da Enrico Ghezzi. Campione d’incassi rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 300 - EDIZIONE LIMITATA DISTR. WARNER HOME VIDEO HELLBOY - THE GOLDEN ARMY Secondo episodio per il cinequiz su Xbox: attenzione alle colonne sonore 76 DISTR. DOLMEN HOME VIDEO Scene inedite, inserti storici, sguardo alla fantasia di Frank Miller + Bonus Disc inedito e un vero “bottino di guerra” da collezione, con libro da 48 pagine e 6 card. DISTR. RAROVIDEO Sce ne IT Dopo l’ottimo successo riscontrato dal primo capitolo, Scene IT ritorna su Xbox 360 con un nuovo episodio, sottotitolato “Campione d’incassi”, che mette a disposizione oltre mille domande, di vario genere, relative ai migliori film mai usciti al cinema, con alcuni quiz divertenti e originali come ad esempio quelli nei quali bisogna indovinare il film dai titoli di coda piuttosto che ascoltando un pezzo della colonna sonora originale. Il gioco permette ad un massimo di quattro persone di sfidarsi in contemporanea Serie animata per la tv di culto, ora film di Takahiro Imamura, qui in Collector’s Edition: interviste agli autori, making of, music clip e libro di 120 pagine. sulla stessa console mediante il controller dedicato a forma di joystick, ma anche di giocare online, in rete, contro altri giocatori, grazie al servizio di Microsoft denominato Xbox Live. Per saperne di più visitate http://www.multiplayer.it ANTONIO FUCITO Disco singolo, doppio con packaging lenticolare, Bluray e Collector’s Edition per il 2° capitolo del supereroe Dark Horse portato al cinema da Guillermo Del Toro. DISTR. UNIVERSAL NUOVA EDIZIONE 2008-2009 CON ALLEGATO CD ROM ★ Diffuso capillarmente nell’ambiente dello Spettacolo ★ Migliaia di nomi che contano nel “Chi è del Cinema e della TV” ★ Le Ditte del Cinema, della TV, della Comunicazione ★ Tutte le e-mail ed i siti ★ Gli Statuti, le leggi e gli accordi di co-produzione ★ I film italiani dal 1930 ★ I premiati del Cinema Italiano: Oscar, Venezia, Medaglie d’Oro Una vita per il Cinema, David di Donatello, Nastri d’Argento ★ Le sale e le multisale italiane ★ Supporto online www.annuariodelcinema.it Editore: Centro Studi di Cultura, Promozione e Diffusione del Cinema Corso Francia, 211 - 00191 Roma Tel. 06 3296519 - Fax 06 3296339 [email protected] Pubblicità: APS Advertising 58ª edizione Via Collatina, 62 - 00177 Roma Tel. 06 64829419 - 06 64829250 Tel/Fax 06 64829415 [email protected] Telecomando DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE Borsa del cinema di Franco Montini Idee in fiera Prodotti, servizi e soluzioni per la fruizione multistrato delle immagini: è CineShow, rassegna per operatori di settore e non solo “Occasione per riflettere sui cambiamenti in atto”, parola di Alberto Barbera 78 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 UNA FIERA PER IL CINEMA, dove mostrare attrezzature, prodotti, servizi, soluzioni e far conoscere le più innovative tecnologie per la fruizione delle immagini destinate ai vari canali: dal grande al piccolo schermo, dall’home video al web. Esperienze di questo tipo già sperimentate all’estero, ora esistono anche in Italia. A Torino, in concomitanza con il Festival diretto da Nanni Moretti, dal 18 al 20 novembre si è infatti svolto CineShow, un’articolata rassegna dedicata agli operatori del settore, ma non solo. “L’idea di partenza - spiega Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del cinema e presidente del comitato scientifico di CineShow - è stata quella di mettere in contatto il mondo del cinema con altri comparti industriali, per favorire sinergie e collaborazioni, anche alla luce dei drastici cambiamenti in atto nel consumo di immagini e delle novità introdotte dalla legislazione in materia cinematografica”. Così, accanto ad una sezione espositiva, organizzata nel quartiere fieristico del Cast & Crew di Marco Spagnoli fa m ig li a i d e n io s is m : 7 0 0 Da 25 anni nel “franchise” Bond: il segreto di Barbara Broccoli Lingotto e alla quale hanno partecipato produttori e distributori di apparecchiature cinetelevisive, di impianti di proiezione e amplificazione, di arredi per le sale cinematografiche, di software e apparecchiature digitali, CineShow ha proposto anche un’intensa attività convegnistica e spettacolare. Quest’ultimo aspetto si è concentrato sulla proiezione di film in 3D, considerata la nuova frontiera del grande cinema per la sala, con anteprime e novità di particolare rilievo, a cominciare dall’ultima animazione Disney, Bolt. Non sono mancate attrazioni destinate al pubblico degli appassionati, come una mostra di costumi e alcune sedute pubbliche di makeup. Per ciò che riguarda incontri, seminari e laboratori, si è cercato di stimolare ulteriormente i rapporti fra domanda e offerta, perché da un lato il cinema è alla ricerca di nuove risorse e investitori, che possano compensare la progressiva, fatale diminuzione dell’intervento pubblico nel settore, dall’altro offrire alle imprese opportunità promozionali di prestigio. In questo senso si sono studiate e analizzate le possibilità offerte dal product placement, con una giornata dedicata all’integrazione fra cinema e brand. Produttori, registi, pubblicitari, responsabili marketing e comunicazione hanno presentato dati, esempi e opinioni utili per approfondire i risultati delle prime integrazioni di marchi e prodotti all’interno dei film italiani. Così come si sono discusse le possibilità offerte dalla pubblicità su grande schermo, studiando in particolare i nuovi sistemi di programmazione che possono essere introdotti dal prossi- 25 anni fa con Octopussy Barbara Broccoli, figlia di Albert “Cubby”, ideatore della trasposizione cinematografica dei romanzi di Ian Fleming, ha esordito nel franchise di famiglia in qualità di assistente. Insieme al fratellastro Michael G.Wilson ha ereditato la direzione della Eon Productions dal padre, scomparso nel 1996. “Mio padre e Harry Saltzman hanno sempre pensato che sarebbe stata una serie di film e non un singolo titolo: è stata quella fiducia nel personaggio e un grande impegno a determinare la nascita di un nuovo genere cinematografico”. Come? Circondandosi di persone di valore come Sean Connery, il regista Terence Young, lo scenografo Ken Adam e altri che hanno sviluppato i film e i personaggi di 007. E oggi? Con noi lavorano diverse generazioni di persone che hanno contribuito in maniera determinante al successo dei film. Figli e nipoti di persone che hanno incominciato con papà. Tutti quanti diamo il meglio per piacere, ancora una volta, al pubblico. Un segreto per il successo? Avere un rapporto chiaro e determinato con gli Studios di Hollywood. Papà ha sempre detto: “Persone temporanee prendono decisioni permanenti”. Come lui ieri, tutti noi oggi siamo protettivi nei confronti di James Bond. Papà diceva anche: “Se dovete fare errori su 007, fateli voi e non lasciate prendere ad altri decisioni sbagliate”. box office (aggiornato al 24 novembre) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Twilight La fidanzata di papà Nessuna verità Changeling Quantum of Solace High School Musical 3 The Orphanage Galantuomini Si può fare Wall•E € 33,949,269 € 34,840,060 € 11,302,783 € 12,746,345 € 16,519,805 € 18,953,382 € 31,171,195 € 33,197,011 € 31,117,972 € 38,539,250 N.B. Le posizioni sono da riferirsi all’ultimo weekend preso in esame. Gli incassi sono complessivi mo uso del digitale e dei trend futuri. In questa prospettiva da segnalare anche Movie&Co., un concorso rivolto ai giovani videomaker per l’ideazione e la realizzazione di spot e filmati aziendali. A Torino è stata proposta una preview di tutti i filmati in gara per l’edizione 2008. Per ciò che riguarda le risorse, si sono incontrati i rappresentanti di fondi regionali e nazionali, film commission e broadcaster di tutta Europa nella consapevolezza che sempre di più sia la produzione di film per il cinema che di audiovisivi in genere avrà un respiro ed una connotazione internazionale. “CineShow aggiunge Barbera - intende essere una manifestazione a cavallo fra cultura e industria, un’occa- sione per riflettere sui cambiamenti in atto: oggi si è tutti alla ricerca di un modello di piattaforma integrata nella quale vecchi e nuovi media convergano alla ricerca di contenuti da produrre e distribuire”. Il cinema, insomma, sta cambiando ed è necessario cambiare e moltiplicare anche gli appuntamenti professionali. dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 79 Telecomando DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE Libri Idee regalo per appassionati e neofiti: Dizionario Horror, volumi fotografici e monografie su Tarantino e Paul Thomas Anderson Paura sotto l’albero AB C Hor ror Pau l Fic tion “Il terrore nasce dalla mente, il pubblico è spaventato dalle proprie intuizioni più che da ciò che vede”. Condividete l’affermazione “hitchcockiana” del regista Simon West, oppure state dalla parte di Cronenberg e della sua poetica delle immagini corporee al limite della sopportazione? L’horror è forse il genere più vario e articolato eppure saldamente codificato e riconoscibile. Per questo il nuovo Dizionario del Cinema Electa dedicato all’Horror (a cura di Angelo Moscariello, pagg. 352, € 20,00) ci pare il volume più denso e affascinante della collana. Dall’espressionismo tedesco, all’horror “della porta accanto” spagnolo, passando per il nudie degli anni ‘60, la stagione d’autore degli anni ’70 e lo slasher degli ‘80 fino al più recente torture hard-gore Hostel, una miniera di info e illustrazioni bellissime. Anzi no, orribili. Emersi dall’ondata indy dei ’90, agli antipodi per cultura e sensibilità, Quentin Tarantino e Paul Thomas Anderson sono stati tra i protagonisti più interessanti del cinema americano di questi anni, capaci di assorbirne la crisi dentro una prassi che sceglieva d’innovarsi dialogando con la tradizione. Tra passato e presente si muovono anche due saggi italiani a loro dedicati. In Quentin Tarantino – Asfalto nero e acciaio rosso sangue (Le Mani, pagg.190, € 12,00) Simona Brancati utilizza i metodi dell’indagine investigativa per ricostruire-decostruire l’universo Tarantino; più classico, ma non meno rigoroso, il percorso scelto da Diego Mondella in Piovono rane dal cielo. Il cinema di Paul Thomas Anderson (Il Foglio, pagg. 229, € 15,00), disamina di uno stile solo in apparenza derivativo e ricco invece di novità. GIORGIA PRIOLO 80 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 GIANLUCA ARNONE Imm ort ala re il mit o Il generale Kurtz, alias Marlon Brando, gioca con una libellula, uno scarafaggio zampetta sulla sua testa, un bimbo vietnamita riposa dolcemente appoggiato alla sua schiena. E questo solo dal set di Apocalypse Now. Se pensate che la fotografa Mary Ellen Marks ha immortalato i più importanti set hollywoodiani e non, da La mia droga si chiama Julie a Babel, potete farvi un’idea della bellezza del volume fotografico Seen Behind the Scenes – 40 years of photographing on set (Phaidon, pagg. 264, € 49,95): 200 foto più testi (in inglese) di grandi autori, da Milos Forman a Tim Burton. Sempre in tema di volumi preziosi, Electa pubblica Visconti (pagg. 313, € 90,00) testi di e interviste al regista milanese con centinaia di immagini dai suoi set e un bel saggio biografico di Caterina D’Amico, nipote della sceneggiatrice Suso. Sacralità di pensiero Versatilità di un intellettuale: Corpus Pasolini di Massimiliano Bortolomiol GIORGIA PRIOLO Ger ma nia da sco prire Il cinema tedesco dà grandi segnali di risveglio: la timida piacevolezza di Goodbye Lenin è cresciuta fino all’ampio respiro del capolavoro Le vite degli altri e al grande affresco de La Banda Baader Meinof. Così l’editoria cinematografica torna ad occuparsi di Germania. Lindau pubblica Storia del cinema tedesco – Dalle origini alla riunificazione di Bernard Eisenschitz (pag 204, € 18,00). Purtroppo i capitoli sul cinema delle origini sono più approfonditi, rispetto agli ultimi decenni e il saggio si ferma agli anni ’90 e al Derrick televisivo. Più approfondita è la monografia Effi Briest – da Fontane a Fassbinder a cura di Cimmino, Dottorini e Pangaro (Il Castoro, pagg. 195, € 16,00), che indaga il rapporto tra romanzo e film come dialettica capace di creare nuove idee di cinema e di letteratura. GIORGIA PRIOLO Percor si nat aliz i Un viaggio natalizio in un percorso cinematografico: la proposta di Giorgio Simonelli in Cinema a Natale – Da Renoir ai Vanzina (Interlinea Ed., pagg. 128, € 12,00). Un’analisi storico cinematografica di pellicole scelte accuratamente, che individua un filo conduttore tra film diversi per scelte tecniche, rappresentative e contenutistiche, ma legati dal tema del Natale. Un terreno fitto e variegato in cui si incontrano Renoir, Germi, Capra, Avati e Demy, fino ai fratelli Vanzina. Un repertorio esauriente che tocca i temi della famiglia, del mistero della nascita di Gesù, della vita come bene supremo, ma anche la leggerezza dei commerciali “cinepattoni”. Il Natale divenuto oggetto di rappresentazione filmica, dalle origini alla festività, si carica di significati religiosi, culturali e sociali, immortalati nell’obiettivo di una cinepresa. SERENA CANFORA Corpus Pasolini Alessandro Canadé Ed. Luigi Pellegrini Editore € 20,00 Sono passati 33 anni dalla morte di Pasolini. La sua vita e la sua opera sono stati oggetto di fiumi di inchiostro. Eppure, leggendo Corpus Pasolini, ci si rende conto che sono ancora molti gli spunti, interpretativi e di riflessione, che l’autore de Il Vangelo secondo Matteo e Ragazzi di Vita è in grado di offrirci. Il volume, a cura di Alessandro Canadé (ed. Luigi Pellegrini), raccoglie alcuni degli interventi presentati durante un ciclo di seminari promosso nel 2006 dal DAMS dell’Università della Calabria e cerca di indagare l’opera pasoliniana attraverso una prospettiva multidisciplinare (sono presenti contributi di studiosi di letteratura: Nicola Merola, Antonio Trinomi; di filosofia: Michael Hardt, Fabrizio Palombi, Paolo Virno; di cinema: Roberto De Gaetano, Marcello Walter Bruno, Bruno Roberti, Tomaso Subini, Alessandro Canadè; di teatro: Valentina Valentini, Vincenza Costantino; di estetica musicale: Carlo Serra). Dalla lettura emerge la straordinaria modernità e versatilità di un intellettuale, la cui opera sembra guidata da un unico filo conduttore che si declina, a seconda dei momenti, nelle diverse espressioni artistiche: letteratura, giornalismo, cinema, teatro, pittura, musica e soprattutto la poesia, che permea tutte le altre forme espressive, nobilitando la realtà e conferendogli quella sacralità che è alla base del pensiero filosofico di Pasolini. dicembre 2008 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 81 Telecomando DVD • BORSA DEL CINEMA • LIBRI • COLONNE SONORE di Ermanno Comuzio Colonne Sonore Visti da vicino Lo chiamavano Musical Ritorno alle origini con High School: candida innocenza o spudorata falsità? IL MUSICAL da un pezzo (almeno da All That Jazz) non può ignorare gli aspetti drammatici, quando non tragici, del mondo dello spettacolo. D’accordo, questo genere squisitamente americano era nato come affermazione del Grande Sogno, canzoni, belle donne, scenari lussureggianti; ma poi la realtà ha fatto irruzione anche in questo campo. Sorprende che un film come High School Musical 3 cancelli tutto e torni alle origini. Come nei primissimi risultati a cavallo tra gli anni ‘20 e ‘30 (Applause, Broadway Melody) l’attuale musicarello racconta la messa in scena di una rivista, con tanto di prove, bisticci amorosi, difficoltà e speranze, fino alla trionfale rappresentazione. Contaminata, nel nostro caso, dalle derive costituite dalle partite a pallacanestro e dalle manifestazioni scolastiche dei giovani artisti. Poiché l’ambiente è quello di una scuola superiore, ma niente a che vedere con Saranno famosi, anche se il film è denso di richiami. Il salto all’indietro è clamoroso, non si sa se intenerirsi per questa manifestazione di liliale innocenza o se indignarsi per la spudorata falsità di un film tutto basato su cliché, compresa la collana di canzoni (di vari autori) che fanno da condimento. Una cosa però non si può negare: High School Musical 3 è tutt’altro che un filmetto da quattro soldi, i giovani attori-ballerini-cantanti dimostrano straordinaria dedizione, buttandosi senza risparmio nell’impresa, affermando quel dinamismo e quell’energia che fa grande il musical americano. Per tut ti i gus ti a cura di Federico Pontiggia L’ospite inatteso Djembe nei parchi, jazz nei locali, l’erhu (violino cinese a due corde) in metropolitana: questo e altro nell’opera multiculturale di Tom McCarthy, perché “la musica unisce tutti”. E dietro ogni grande film, c’è un grande score. 82 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo dicembre 2008 Twilight Il compositore dei Coen, Carter Burwell, per i vampiri della Hardwicke. Ma lo spartito ha i canini spuntati, pur con le “aggiunte” di Linkin Park e Muse. Perfetta solo l’armonia con le immagini stucchevoli. Torno a vivere da solo Quasi 30 anni dopo, Jerry Calà ritorna nel loft con la tavoletta del water collegata al juke-box. Ma per il “Colpo grosso” dell’ex Gatto di Vicolo Miracoli non poteva mancare Umberto Smaila, curatore delle musiche del film. www.temagrafico.it HVadcZegd[Zhh^dcVaZeZg^aX^cZbV!aViZaZk^h^dcZZ^abjai^bZY^V no ri o T 9 0 0 2 re b m ve no a o nt e vi dà appuntam I numeri della I° edizione: 65 espositori 8 workshop 27 convegni 180 giornalisti 4.400 visitatori Con il patrocinio di In collaborazione con mmm$Y_d[i^em$_j O rg a n i z z a z i o n e Sponsor tecnico Media partner C o n f e re n c e S e r v i c e S r l - v i a d e ’ B u t t i e r i 5 / a - 4 0 1 2 5 B o l o g n a - I t a l y - t e l . + 3 9 . 0 5 1 . 4 2 9 8 3 1 1 - fa x + 3 9 . 0 5 1 . 4 2 9 8 3 1 2 - i n fo @ c i n e s h ow. i t www.chanel.com La Linea di CHANEL - Numero con addebito ripartito 840.000.210 (0,08 € al minuto)