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DICHIARAZIONI L`estate scorsa improvvisamente colsi i segni di

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DICHIARAZIONI L`estate scorsa improvvisamente colsi i segni di
DICHIARAZIONI
L’estate scorsa improvvisamente colsi i segni di una piccola crisi della nostra
manifestazione, forse per il successo immediato, sia in termini di pubblico e di stampa, ma
anche per i numeri: in sei edizioni, i mosaici installati nel “museo a cielo aperto” sono
arrivati ad essere quarantuno! Bisognava cercare nuovi stimoli e nuove mete, pensare ad
una svolta, anche se temporanea, per ridare entusiasmo e slancio a tutti. Avevo sempre
pensato e desiderato di poter lasciare un giorno una Via Crucis a Tornareccio: l’idea di
realizzarla mi tornò improvvisamente in mente mentre assistevo ad una messa nel
santuario della Madonna del Carmine a Tornareccio. Ne parlai subito con il parroco, don
Davide, che si mostrò entusiasta. Subito abbiamo iniziato a scegliere gli artisti che si
sarebbero dovuti cimentare con il sacro, un tema straordinario con il quale si erano
confrontati tanti grandi del passato ed anche diversi illustri maestro del nostro tempo,
come il grande Lucio Fontana, ma anche mio cognato Aligi Sassu che ne ha realizzate
tante e in tutte le tecniche: una si trova nei Museo Vaticani, un’altra al Leone XIII di
Milano, e poi una ancora all’acquerello e infine persino una in litografia. Ed è quella che
verrà ora esposta a Tornareccio. Ritenevo quindi provvidenziale una “pausa” nel
programma pluriennale dei mosaici a Tornareccio, che potesse essere per tutti
un’occasione di riflessione sui destini del mondo e della nostra attuale società. Il mondo,
mai come oggi così travagliato, così segnato e attraversato da fremiti di violenza e di
dolore (quante vie crucis nelle vite degli uomini…), più che mai sconvolto da ingiustizie,
necessità urgenti, ha bisogno di Cristo, deve tornare sui passi di Gesù, vero nostro
Salvatore! Solo lui può infondere in ognuno di noi, nei momenti bui della nostra esistenza,
un raggio di speranza. Questo è il messaggio e il segnale che vorremmo partisse dalla Via
Crucis di Tornareccio, dove verrà anche presto collocato un nuovo, significativo mosaico:
un’immagine devota e dolente del grande Giovanni Paolo II, esempio luminoso e
coraggioso del nostro tempo, “roccia della Chiesa” come l’ha definito l’attuale papa
Benedetto XVI. La sua nobile figura, opera di un ottimo artista, Maurizio Bottoni, verrà
collocata all’inizio della Via Crucis affinché susciti in tutti l’amore per Cristo e la solidarietà
tra gli uomini. Il nuovo mosaico servirà anche a ricordare a tutti la data della sua
beatificazione: 1 maggio 2011. Ci auguriamo di poterlo collocare presto per inaugurarlo il
22 ottobre, data fissata nel calendario per la sua festa, per la devozione di tanti fedeli nel
mondo.
Alfredo Paglione
Ideatore della manifestazione
Quindici artisti per una Via Crucis. Lontani tra loro per poetica, storie, estetica eppure tutti
affascinati dal mistero del Dio che si fa uomo fino al Calvario della sofferenza e della
morte. Quindici artisti hanno guardato all’iconografia tradizionale e insieme hanno saputo
esprimere con un linguaggio a noi contemporaneo gli ultimi momenti della vita di Gesù.
Ci hanno raccontato nel segno e nel colore il suo cammino verso la morte, un lento
incedere fatto di dolore lacerante che non gli impedisce di incontrare l’umanità che lo
circonda. Quindici artisti ci hanno raccontato quel che avviene nella salita verso il
Golgota: Cristo incontra il mondo e con il suo amore dona tutto se stesso e nel perdono
sconfigge la violenza; il mondo incontra Cristo, ma ignora il dono di Dio, quella possibilità
di vita nuova che nasce dalla croce, quell’essere riscattati dal peccato di Adamo che ci
ha precluso il cielo perché si è creduto signore del Creato e della Vita, del bene e del
male. La verità del cristianesimo è anche la verità espressa dalla sua arte, che nel
Novecento si è declinata soprattutto nel segno della Croce: una croce che ha
abbracciato il genocidio armeno, due guerre mondiali, gli stermini nei lager nazisti e
comunisti… Un secolo in cui l’arte cristiana, a differenza dei precedenti, non ha saputo
abbracciare il paradosso del Cristo che è insieme il «più bello fra i figli dell’uomo» e l’Ecce
homo senza «bellezza né apparenza».
Giovanni Gazzaneo
Curatore edizione 2011
Il tema scelto quest’anno per la realizzazione dei dipinti, ovvero la Via Crucis, si pone
come solido trait d’union visuale tra la religiosità popolare, di antiche origini, e la
modernità in cui la vita del paese oggi si muove; non sarebbe affatto azzardato, inoltre,
“leggere” tale tema come stimolo per una riflessione sui rapporti umani che regolano la
vita di ogni giorno: il cammino della croce, fatto di incontri, sofferenze, ma anche
maestosità, altruismo e generosità di intenti, infatti, potrebbe pacificamente porsi come
simbologia di una corretta revisione del modo di guardare alle relazioni tra gli uomini, che
mai dovrebbero essere prive di interesse e ascolto nei confronti di altre voci, liberandosi,
così, delle svariate forme di egoismo che spesso pervadono il tessuto sociale. L’arte,
fucina e officina di emozioni e meditazioni, dunque, nella sua funzione estetica di diletto e
contemplazione assume l’aspetto di uno specchio in cui vengono riflesse le piccole
vicende quotidiane, in uno scambio reciproco di realtà e finzione, e in cui è facile
individuare se stessi. La cornice del mosaico, in tal senso, raccoglie degnamente la
spiritualità e la materia, e consegna al tempo momenti e circostanze che rendono l’uomo
di tutti i giorni protagonista e, allo stesso tempo, autore della propria storia.
Nicola Pallante
Sindaco di Tornareccio
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