Comments
Description
Transcript
LA LEVA
LA LEVA La leva è un oggetto rigido che può ruotare intorno a un punto fisso detto fulcro (F). Alla leva sono applicate due forze: -La resistenza (R) che è la forza che si vuole vincere con la leva; -La potenza (P) che è la forza che si applica per vincere la resistenza. La distanza tra il punto di applicazione della resistenza è il fulcro si chiama braccio della resistenza (br); La distanza tra il punto di applicazione della potenza e il fulcro si chiama braccio della potenza (bp). ESPERIMENTO UNO: LA LEVA. Materiali e strumenti. -asta di legno -pesino -tavolo. Esecuzione (parte I). Ho posizionato la leva ( l'asta di legno) sul bordo del tavole (fulcro) in modo che la parte sul tavolo ( il braccio della potenza ) fosse di maggior lunghezza rispetto alla parte che rimaneva libera fuori dal tavolo ( del braccio della resistenza). Ho sistemato sulla parte terminale dell'asta che stava sul tavolo un peso e ho spinto delicatamente verso il basso, agendo sulla parte libera dell'asta. Osservazioni (parte I). Il pesino si è alzato spinto dalla leva e io non ho fatto fatica spingere verso il basso il braccio potenza. Conclusioni (parte I). La leva realizzata è una leva di primo genere poiché il fulcro si trova tra la resistenza ( peso) e la potenza ( la mia mano). La forza che ho dovuto applicare per sollevare il peso è minore del peso stesso quindi la leva è vantaggiosa, infatti la resistenza può essere vinta applicando la potenza di intensità minore (P<R), in questo caso il braccio della potenza è maggiore (bp > br). Esecuzione (parte II). Ho ripetuto la stessa procedura però facendo in modo che il braccio della potenza fosse più corto di quello di resistenza. Osservazione (parte II). Il pesino si è alzato, ma io ho fatto più fatica spingere verso il basso . Conclusione (parte II). In questo caso la leva è svantaggiosa, infatti per vincere la resistenza occorre applicare una potenza di intensità maggiore (P > R), in questo caso il braccio della potenza è minore del braccio della resistenza (bp < br). Esecuzione (parte III). Ho ripetuto l'esperimento posizionando però la leva sul fulcro in modo che il braccio della potenza fosse uguale a quello della resistenza. Osservazione (parte III). Il pesino si è alzato spinto dalla leva e non ho fatto molta fatica. Conclusione (parte III). In questo caso la leva è indifferente, infatti occorre applicare una potenza di intensità uguale alla resistenza (P = R), in questo caso il braccio della potenza e quello della resistenza sono uguali (bp=br) ESPERIMENTO 2: QUANTITA’ DI MOTO Materiali e strumenti: pendolo di newton Esecuzione: abbiamo spostato la prima pallina verso sinistra mantenendo i fili tesi e quindi, l’abbiamo lasciata ricadere contro la fila di pallina ferme. osservazioni:essa si ferma, mentre l’ultima della fila parte verso destra, quando l’ultima sfera ricade, urta la fila e si ferma, mentre la fila risale. In questa maniera il moto continua avanti e indietro per molte oscillazioni Conclusioni: quando una sfera urta la sfera vicina si ferma mentre la seconda assume la velocità che aveva la prima; la sferetta ha trasmesso a quella vicina la quantità di moto e l’energia cinetica. Con la stessa modalità avviene lo scambio tra la seconda e la terza biglia, tra la terza e la quarta e infine tra la quarta e la quinta, che quindi si alza muovendosi alla stessa velocità che aveva la prima biglia II PARTE: Esecuzione: abbiamo spostato le prime due palline verso sinistra mantenendo i fili tesi e quindi, le abbiamo lasciata ricadere contro la fila di pallina ferme. osservazioni:esse si fermano, mentre le ultime due della fila parto verso destra, quando ricadono, urta la fila e si fermano, mentre la fila risale Conclusioni: la quantità di moto dipende dalla massa delle palline che essendo due è raddoppiata, quindi è raddoppiata anche la quantità di moto III PARTE: Esecuzione: abbiamo spostato le tre due palline verso sinistra mantenendo i fili tesi e quindi, le abbiamo lasciata ricadere contro la fila di pallina ferme. osservazioni:esse si fermano, mentre le ultime tre della fila parto verso destra, quando ricadono, urta la fila e si fermano, mentre la fila risale Conclusioni: la quantità di moto dipende dalla massa delle palline che essendo tre è triplicata, quindi è triplicata anche la quantità di moto QUANTITA’ DI MOTO E MASSA SONO GRANDEZZE DIRETTAMENTE PROPORZIONALI: p=m∙v p = quantità di moto m = massa v= velocità Esperimento n 3: Spinta di Archimede Materiali e strumenti: - vaso pieno d’acqua - bicchiere vuoto Esecuzione (parte 1): Ho posato il bicchiere vuoto sulla superficie dell’acqua con l’apertura rivolta verso l’alto. Poi l’ho premuto leggermente verso il basso. Osservazioni: All’inizio il bicchiere sprofonda un poco nell’acqua, ma resta a galla; dopo averlo premuto verso il basso, immergendolo di più, sento che esso viene respinto verso l’alto. Esecuzione (parte 2): Riempio il bicchiere di acqua e lo poso sulla superficie dell’acqua che è nel vaso con l’apertura rivolta verso l’alto. Osservazioni: Il bicchiere sprofonda. Conclusioni: Il bicchiere immerso nell' acqua riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso del volume di liquido spostato ( Principio di Archimede) : nel 1° caso il peso del bicchiere vuoto è minore di quello del liquido spostato e quindi il bicchiere galleggia, nel 2° caso il bicchiere sposta sempre la stessa quantità d'acqua perchè il suo volume non è cambiato, ma essendo pieno è più pesante dell’acqua spostata, quindi affonda. ESPERIMENTO 4 SPINTA D’ARCHIMEDE Materiale e strumenti: pongo, una bacinella, acqua. Esecuzione: ho riempito la bacinella d’acqua, e con la stessa quantità di pongo, ho creato una pallina e una barchetta. Poi li ho immersi nell’acqua. Osservazioni: la pallina sprofonda mentre la barchetta galleggia. Conclusioni: la pallina è sprofondata perché ha spostato una quantità d’acqua il cui peso è minore del peso della pallina stessa, quindi: peso della pallina > peso dell’acqua spostata La barchetta non è sprofondata perché ha spostato una quantità d’acqua il cui peso è maggiore del peso della pallina stessa, quindi: peso della pallina < peso dell’acqua spostata per questo galleggia. ESPERIMENTO 5 SPINTA D’ARCHIMEDE Materiale e strumenti: tre cilindri di pari volume ma fatti con materiali diversi: legno, plastica e metallo; acqua, dinamometro, bacinella. Esecuzione: ho riempito una bacinella d’acqua. Successivamente ho pesato i tre cilindri servendomi del dinamometro. Li ho poi immersi in una bacinella e ripesati. Osservazioni: fuori dall’acqua i tre cilindri pesano rispettivamente legno: 2N, plastica: 4N metallo: 8N. Una volta immersi nell’acqua pesavano rispettivamente 0N, 2N e 6N; inoltre i cilindri di metallo e di plastica sono sprofondati, mentre quello di legno galleggiava. Conclusioni: i tre cilindri, immersi nell’acqua ricevono una spinta di: legno: 2N -0N = 2N 4N -2N = 2N 6N -4N = 2N quindi hanno ricevuto tutti una spinta dal basso verso l’alto di 2N. Tale spinta ( detto di Archimede) non dipende dal tipo di materiale di cui il corpo è fatto. I cilindro di legno galleggia perché la somma delle due forze che agiscono su di esso ( forza peso e spinta di Archimede) danno come risultante 0. Esperimento 6 Momento angolare Materiali e strumenti: modellino di rombo di geomag Esecuzione (1): ho fatto girare il rombo e ho tirato le due estremità, diminuendo il raggio di rotazione. Osservazione: il rombo gira più velocemente. Esecuzione(2): ho fatto girare il rombo e ho avvicinato le due estremità (tirate in precedenza) diminuendo il raggio di rotazione. Osservazione: il rombo gira con minor velocità. Conclusione: quando si riduce il raggio di rotazione la velocità aumenta; raggio di rotazione e velocità sono INVERSAMENTE PROPORZIONALI: Momento angolare = r · p = r · m · v dove r è il raggio di rotazione p è la quantità di moto m è la massa