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Digitale terrestre okay
8 Cronaca 8 luglio 2012 dell’ Jonio acicatena All’inizio del suo terzo mandato il sindaco Ascenzio Maesano ha le idee chiare sul prgramma da attuare, a cominciare dalle piccole cose Per una città che sia più a misura d’uomo Al suo terzo mandato Ascenzio Maesano, sindaco di Aci Catena, riprende, con determinazione, il progetto per dare un volto più a misura d’uomo alla sua città. Forte dell’esperienza maturata sul campo, il primo cittadino raccoglie una eredità poco invidiabile con spirito di sevizio e in breve volontà di sviluppo. Il lento e progressivo stato di abbandono in cui versava il paese ha fatto levare grida di indignazione da parte dei cittadini che hanno esercitato non poca pressione per una sua ricandidatura, ciò unito al suo amore nei confronti di Aci Catena ha fatto scattare la molla che lo ha portato, oggi, ad occupare il posto di primo cittadino. Al di là di qualsiasi proclama si riparte con i sevizi più elementari come la pulizia e la scerbatura delle piazze e delle vie del paese (ancora in atto), il ripristino della bambinopoli di via Macello in completo stato di abbandono. L’operato del sindaco sarà teso a prevenire l’insorgere di situazioni di malcontento che, A una classe del S. Michele uno dei Premi “Archeociak” Si è conclusa la prima fase del concorso regionale Archeociak con l’attribuzione dei premi alle scuole ed agli istituti scolastici che hanno partecipato all’edizione primavera- estate 2012. Molti sono stati gli alunni di diverse città siciliane premiati e fra questi la classe V A liceo scientifico paritario San Michele di Acireale, cui è stato assegnato dalla Sovrintendenza ai BB. CC. agrigentina e dall’Assessorato regionale per i Beni Culturali e per l’Identità Siciliana, il premio speciale previsto per la Sezione degli Spot pubblicitari. I diciassette alunni della V A hanno, infatti, realizzato uno Spot della durata di tre minuti, un cd intitolato” In Sicilia”, corredato da immagini, da brevi pensieri di commento e da musiche originali prodotte da uno degli alunni, il musicista Mario Garozzo. Il cd era accompagnato dalla relazione esplicativa del consiglio di classe. Lo spot verrà proiettato a Rovereto nell’ambito del Festival Internazionale del Cinema Archeologico ed è stato già depositato presso il museo civico della città. Inoltre sarà visibile su Internet sul sito HTTP: www.parco dei templi.net. Questa la motivazione del premio:”Straordinaria sequenza di immagini dei luoghi della Sicilia di cui una sapiente fotografia esalta la bellezza”. La premiazione avverrà nella sede del Parco Archeologico di Agrigento, Case Sanfilippo, il10 agosto prossimo. Ed ecco i nomi dei premiati: Abraha Christofer, Barbagallo Giusi, Battiato Viviana, Campo Damiano, Cardillo Grazia, Cardillo Marco, D’Urso Valentina, Garozzo Mario, Giudice Deborah, Messina Marco, Patanè Rachele, Pizzo Francesco, Rapisarda Aurelia, Romeo Andrea, Russo Enrico, Russo Guido, Zappalà Simona. Pinella Musmeci Al via “Antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari” Con un bacino di utenza di circa 218.000 abitanti ed un complessivo di 11.500 posti letto alberghieri, è stato recentemente istituito, con decreto n. 27 del 13 giugno 2012, firmato dall’Assessore al Turismo della Regione Sicilia, con sede in Taormina (Me), il Distretto Turistico ‘Antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari di Sicilia’. Firmato in convenzione con il Dipartimento architettura dell’Università degli Studi di Catania, con il Dipartimento Beni Culturali Storico-Archeologici, Socio-Antropologici e Geografici dell’ateneo catanese, nonchè con il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, esso si estende su un ampio territorio di riferimento, per complessivi 23 comuni siciliani: Campofiorito, Ciminna, Roccapalumba, Vicari, Favignana, Valderice, Biancavilla, Grammichele, Ramacca, Aci Catena, Viagrande, San Pietro Clarenza, Pedara, Giarre, Licodìa Eubea, Fiumedinisi, Nizza di Sicilia, Montagnareale, Santa Teresa di Riva, Sinagra, Taormina, Furci Siculo, Rosolini. Agli attuali partners commerciali dell’iniziativa (Touring Club CT, Federalberghi Isole Minori Sicilia, Associazione Albergatori Taormina, Slow Food, Pro-Loco Sinagra, Pro-Loco Viagrande, Gualtiero Viaggi, Valle dei Margi, PST Sicilia, Società Agricola Agorà, Consorzio Euroagrumi, Malvuccio marmi s.r.l., Soal s.n.c.), sta per aggiungersi la Fondazione Buttitta. L’idea del Distretto Turistico, che ne costituirà anche il carattere distintivo, si fonda sulla individuazione degli elementi che costituiscono l’identità del territorio e dei suoi abitanti. Viva soddisfazione per l’iniziativa è stata espressa dal Presidente, Michelangelo Lo Monaco, il quale, sottolineandone la funzione aggregativa e la sinergìa di interventi, quale percorso preferenziale per lo sviluppo del settore turistico, ritiene fondamentale e prioritaria l’elaborazione di un ‘Marchio Collettivo del Distretto’, che sintetizzi un concetto di identità forte, unificatore di tutti gli operatori ed attori che hanno aderito all’iniziativa. Nando Costarelli A S. Michele l’8 benedizione del quadro di S. Venera Domenica 8 luglio, nel salone parrocchiale della chiesa di S. Michele Arcangelo, nel corso della solenne concelebrazione eucaristica delle ore 19, presieduta dal can. Roberto Strano, cappellano della reale cappella di S. Venera, verrà benedetto il quadro raffigurante la patrona S. Venera, dopo i lavori di restauro eseguiti dal maestro Angelo Trovato. come nel caso della raccolta di firme, di fatto rallentano. Si pensa quindi ad una amministrazione più attenta e vivace, capace di fornire servizi in tempi utili sfruttando al massimo le proprie risorse a tutela del cittadino e per recuperare il tempo perduto. Nell’immediato sarà data maggiore attenzione ai servizi scolastici quali il servizio scuolabus esteso il più possibile nel territorio e il servizio mensa presso la scuola materna per consentire un sereno inizio dell’anno scolastico. Convinto della necessità di una migliore comunicazione con il cittadino, sarà ripristinata la diretta TV durante le sedute del Consiglio Comunale. Per smorzare, se possibile, il malumore dei catenoti vista la mancanza di aree di sosta libera sarà possibile usufruire di un tagliando di cortesia (di circa 15 minuti). Nel medio e lungo termine saranno attuati interventi a favore delle zone più periferiche, si procederà al recupero di aree da destinare a parcheggio. Ancora allo studio il piano regolatore non definito in alcuni passaggi fondamentali. Ciò che più interessa è il dialogo con una opposizione non irrigidita in grado di fornire nuove chiavi di lettura per la soluzione dei problemi non ancora risolti. A quanti già gufano contro e hanno iniziato il toto-durata del mandato del sindaco Ascenzio Maesano… chi vivrà, vedrà. Angela Pirronello acireale Nessun problema per lo “switch off”, “torna” Canale 9 Digitale terrestre okay E’ andata meglio del previsto. Così, almeno, riportano la maggior parte delle voci della piazza. Vere o false che siano, ad Acireale, il temuto passaggio al digitale terrestre, con il conseguente spegnimento del segnale analogico, non ha mietuto eccessive vittime, se si allude ai disagi tecnici, seppur temporanei, causati all’utenza. Niente, quindi, sindrome da “switch-off”, niente lamentele o fase d’ “empasse”. Nessuna rivoluzione, se non la logica e comprensibile corsa all’ultimo decoder, ampiamente annunciata e pronosticata dalla campagna mediatica in onda nell’ultimo periodo sulle reti nazionali e locali. E c’è di più. Contro ogni critica, spesso gratuita, di chi voleva “salutare” l’arrivo del digitale terrestre in città, la fase di transizione ha portato in dote alcune migliorie (anche queste annunciate, ma quasi incomprensibilmente bistrattate): su tutte, l’offerta di una maggiore programmazione di canali, una volta accessibili solo ai telespettatori muniti di impianti satellitari, ed il miglioramento del segnale audiovisivo, con un notevole perfezionamento della qualità d’immagine trasmessa. Novità che, sebbene fino all’ultimo siano state og- getto di vivaci contrapposizioni, complice il completamento della fase di migrazione del segnale dal sistema analogico a quello digitale che è avvenuto in modalità e tempi diverse nella fascia jonico-etnea, alla fine sono state rese accessibili a tutti, con buona pace del popolo “tv-dipendente”. Discorso a parte merita, invece, la situazione delle emittenti acesi che, al pari delle altre tv locali, hanno dovuto affrontare la fase di transizione dalla vecchia alla nuova tecnologia. Per due delle tre aziende, Rei Tv e Tra, il digitale terrestre è da tempo una realtà, avendo già ricevuto indicazioni favorevoli dal Ministero dell’Economia che, dopo il bando nazionale per l’assegnazione delle frequenze, si è espresso positivamente sulle domande presentate dalle emittenti che fanno capo rispettivamente al gruppo Tosto e al gruppo Monaco. Programmazione invariata, dunque, ed informazione locale salva, per la gioia degli affezionatissimi ai brand acesi. Le note prima dolenti, e poi felici, sono, invece quelle per la gloriosa Canale9 che, a seguito di una serie di intoppi burocratici su cui non ci esprimiamo, non è inizialmente rientra- ta nella lista delle televisioni migrate sul segnale digitale, provocando comprensibili problemi sia all’interno del reparto tecnico-professionale, sia nella stragrande maggioranza dei telespettatori acesi. Risultato? Segnale tv assente per quasi due settimane ed iniziale incertezza sul futuro dell’azienda nata come “TeleAci9” nel 1989. A mitigare le nubi, nel contesto di una operazione di salvataggio, è poi intervenuta, come coniglio uscito prodigiosamente dal cilindro, la cessione, sotto locazione, da parte di una delle due “fortunate”. Scelta, questa, che, per ragioni a vario titolo, continua a provocare vivaci discussioni ed interrogativi da salotto mediatico. L’augurio, come detto, è che presto si giunga a sbrogliare questa intricata matassa per dare ancora merito a Canale 9 della bontà della sua programmazione e dell’opera di informazione svolta con professionalità da 23 anni a questa parte. Anche a costo di far rimanere invariato lo stato delle cose. Anche a costo di continuare ad accettare contesti in cui chi lavora e vive dentro realtà simili accetti di spendere le proprie migliori energie professionali, a costo di sacrifici non indifferenti, senza una retribuzione dignitosa. E questo per l’assoluta mancanza di autoregolamentazione del mercato del lavoro giornalistico ed editoriale. Riccardo Anastasi sanità 1 Vasta iniziativa nell’area jonico-etnea sanità 2 Intervista all’urologo Francesco Abate Poly Implant Prothesis, è il nome della società francese, nota ai più Con l’acronimo PIP, produttrice delle protesi al seno finite al centro di uno scandalo internazionale. Queste protesi infatti non contengono,così come dovrebbero, silicone medicale, bensì silicone industriale. Dopo un primo periodo di allarmismo assoluto, nel quale si pensava che tali protesi potessero essere addirittura cancerogene, oggi si è arrivati alla conclusione che il pericolo sia dovuto alla maggiore facilità di rottura delle PIP rispetto ad altre protesi e al contrario non è stato trovato un nesso tra l’impianto delle Pip e la comparsa di tumori nelle donne portatrici. Le Pip hanno un tasso di rottura che va dal 15% al 30%, mentre quelle di altri marchi dal 10% al 14%. Nel mondo sono centinaia di migliaia di donne a cui sono state impiantate tali protesi (si stima che la cifra possa aggirarsi tra 400.000 e 500.000 ), ben 30.000 di queste si trovano in Francia e un numero compreso tra 4000 e 5000 in Italia. Il 1° aprile del 2010 tali protesi sono state ritirate dal commerci in Italia e successivamente sono stati presi altri provvedimenti a tutela della salute delle donne coinvolte. Con il comunicato n. 258 del 22 dicembre 2011 il Consiglio superiore di sanità ha dato le seguenti disposizioni secondo cui: le donne che hanno subito un impianto di protesi mammarie PIP sono invitate a discutere la loro situazione con il proprio chirurgo, i centri dove sono stati eseguiti impianti con protesi PIP sono richiesti di essere parte attiva nel richiamare le pazienti che hanno subito un impianto PIP e,infine, il SSN si farà carico degli interventi medico/chirurgici laddove vi sia indicazione clinica specifica. Ogni operazione costa circa 3.500 euro, dunque per il servizio pubblico il costo sarà di circa 15 milioni di euro. La cifra è sovrastimata visto che non tutte le donne dovranno essere rioperate. Con la Conferenza Stato-Regioni, il 9 febbraio 2012 sono state approvate linee guida uguali per tutti ed è stato stabilito che i reinterventi giudicati necessari, dai chirurghi delle strutture pubbliche incaricate di controllare, saranno a carico dei sistemi sanitari regionali. Le Regioni dovranno individuare i centri di riferimento dove invitare le donne. Il protocollo prevede che ogni paziente venga visitata e sottoposta se necessario ad accertamenti diagnostici come ecografia e risonanza. Se il medico valuterà che le protesi hanno un problema, proporrà l’intervento per la sostituzione. Annamaria Distefano Negli ultimi dieci anni anche nel nostro territorio l’incidenza del tumore della prostata è in aumento. L’indagine eseguita con screening della ricerca del Psa (Antigene prostatico specifico) e conseguente visita urologica approfondita, permettono di individuare quei pazienti che debbono sottoporsi ad intervento chirurgico di prostatectomia radicale con linfoadenectomia iliacootturatoria con o senza risparmio dei nervi erigentes. Al dottore Francesco Abate, urologo dell’Unità Operativa Complessa dell’Ospedale di Acireale, abbiamo chiesto maggiori approfondimenti. - Il paziente può avere complicanze dopo un intervento di prostatectomia? “L’intervento di prostatectomia radicale per il tumore della prostata può causare al paziente complicanze sintomatologiche urinarie e sessuali. Per quanto riguarda i disturbi urinari si può verificare una incontinenza, che può essere leggera o grave, legata allo stadio della patologia. Per quanto concerne la vita sessuale vi possono essere disturbi dell’ erezione peniena, ma in questo caso il paziente e il medico hanno a disposizione presidi che possono attutire il problema. Dobbiamo, tuttavia, tenere conto che stiamo parlando di una malattia oncologica e che questo tipo di intervento chirurgico viene eseguito su pazienti di età non superiore ai 70-72 anni. Per i pazienti più anziani, a cui viene diagnosticato il tumore della prostata, vi sono altre alternative terapeutiche come la radioterapia o il blocco farmacologico, dato proprio da farmaci che impediscono la produzione di testosterone implicato maggiormente nella oncogenesi di tale malattia.” - Quali consigli si possono dare per la prevenzione? “Come ho spiegato nell’intervista precedente è bene iniziare i controlli annualmente all’età di 45 anni, se esiste una ereditarietà familiare del carcinoma della prostata, altrimenti si devono eseguire esami dai 50 anni in su. Una alimentazione povera di grassi animali e ricca di alimenti come la frutta, gli ortaggi, le verdure, risulta meno esposta al rischio di neoplasie della prostata.” Salvatore Cifalinò “Protesi che scoppiano” ridimensionato il rischio Molta frutta e verdura anti-tumore alla prostata