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MIRMEX
di Francesca Ascenzi
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RELAZIONE FINALE
Restauro dipinto ad olio su tela raffigurante
Madonna del Soccorso.
CHIESA S. AGOSTINO
Località: FERMO – FM
DATA:
11/10/2010
PROGETTISTA:
FRANCESCA ASCENZI
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RELAZIONE FINALE del Prog. Esec. 04/09 - PAGINA 1 DI 7
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1. DESCRIZIONE
1.1 Introduzione
La produzione artistica dell’iconografia della Madonna del Soccorso ha avuto la sua
massima espressione nelle Marche verso la fine del quattrocento per arrivare alla prima metà
del cinquecento: produzione quasi totalmente appannaggio dell’Ordine degli Eremitani di S.
Agostino, frati predicatori della devozione del culto mariano e committenti di immagini.
La Vergine è al centro con il bastone nel braccio destro minacciosamente steso sopra il
capo e nell’altra mano il bambino terrorizzato. A destra la madre genuflessa e orante mentre
alla sinistra ghignante ed orribile la figura alata del demonio. Lo schema compositivo
dell’iconografia della Madonna del Soccorso, assume anche una valenza di devozione e
soccorso universale.
Il tema svolto nel dipinto è quello della Madonna che salva, brandendo un nodoso
bastone, un bambino “mandato” al diavolo dalla mamma stanca della sua vivacità. Ma
quest’ultima, non appena il demone sta per ghermirlo, altrettanto repentinamente ne supplica la
salvezza da parte della Madre Celeste. La storia è attinta da uno dei miracoli della Vergine che
tanto hanno impressionato il mondo medioevale attraverso le narrazioni orali dei vari ordini
mendicanti.
1.2 Caratteristiche tecniche
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DIMENSIONI: m. 2,20 x 1,60.
AUTORE: Giovanni Pagani?
EPOCA: sec. XV
LUOGO DI COLLOCAZIONE DELL’OPERA: Chiesa S. Agostino – Atrio.
TECNICA ESECUTIVA: dipinto ad olio su tela.
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RELAZIONE FINALE del Prog. Esec. 04/09 - PAGINA 2 DI 7
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1.3 Stato di conservazione
Il dipinto presentava condizioni conservative estremamente critiche. La lettura dell’opera
era offuscata da notevoli strati incoerenti e non, di particellato atmosferico e di sporco di varia
natura.
Gli strati di vecchie vernici ossidate alteravano la visione delle cromie originali in quasi
tutto il dipinto. La pellicola pittorica era in condizioni conservative non buone: la forza adesiva
delle colle presenti nella preparazione era quasi completamente scomparsa. Essa si
presentava, infatti, quasi completamente sollevata in “scodelline” e in gran parte in grave
pericolo di caduta.
Tutta la superficie del dipinto era inoltre interessata da un notevole ed esteso craquelure
e dal conseguente sollevamento della preparazione stessa in piccole ma numerosissime
porzioni e da uno spesso strato di vernice ossidata, ingiallita coesa a sporco di natura grassa e
inorganica.
Una ridipintura di colore nero interessava la porzione interna del manto della Madonna,
la porzione alta riguardante il paesaggio sullo sfondo. Una ridipintura censoria che interessava
la figura del diavolo e la parte inferiore del pavimento, celava quasi completamente la pittura.
Tutta la superficie del dipinto era interessata da uno strato ossidato e ingiallito di una
probabile vernice di natura organica.
Il telaio ligneo, sconnesso e attaccato dall’azione degli insetti xilofagi, non era più idoneo
a svolgere la sua azione statica di supporto e si è deciso pertanto conservare solo la porzione
superiore.
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RELAZIONE FINALE del Prog. Esec. 04/09 - PAGINA 3 DI 7
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1.4 Documentazione fotografica
Particolare: Figura del Demonio con ridipintura censoria prima, durante e dopo il restauro.
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RELAZIONE FINALE del Prog. Esec. 04/09 - PAGINA 4 DI 7
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Particolare: Alterazioni cromatiche, sollevamenti di colore e, particolare dopo il restauro.
Particolare: Fase della pulitura e dopo il
restauro.
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Particolare: volto della Madonna prima e dopo il restauro.
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2. INTERVENTO DI RESTAURO
La prima fase eseguita è stata quella della rimozione meccanica, attraverso l’uso di
pennellesse di martora morbide e piccoli aspiratori, dello sporco sul retro e sul davanti del
dipinto solo sulle zone non interessate da sollevamenti della pellicola pittorica.
La successiva fase è stata quella della pulitura per la quale è stata impiegata una
miscela di solventi TACO 7 a batuffolo, e in Etilcellulosa nelle ridipinture.
Si sono poi applicati fogli di carta di riso con collante organico sulla superficie dipinta del
quadro. Operazione propedeutica alla successiva, e in questo caso necessaria operazione di
foderatura. Si è poi effettuato lo smontaggio della tela dal vecchio telaio, e si è proceduto alla
pulitura e rimozione del particellato atmosferico. Con la foderatura si è applicata, sul retro, una
nuova tela di rifodero formata da velo di tela di lino. La stiratura sul retro della stessa è stata
effettuata utilizzando un ferro per stiratura da kg. 3,5 per evitare il più possibile impronte. Il
telaio ligneo, essendo in discrete condizioni, è stato consolidato e trattato con sostanza
antitarlo.
Si quindi proceduto alla stuccatura delle lesioni con materiale simile alla composizione
dello strato preparatorio originale; successiva rasatura delle stesse a livello della materia
originale. La reintegrazione pittorica è stata eseguita con colori ad acquerello Windsor &
Newton e colori a vernice MaiMeri per mezzo di velature sovrapposte e a tratteggio verticale
solo sulle lacune. Verniciatura finale effettuata mediante nebulizzazione di vernice Regal
varnisgh Gloss e mat di CtS
3. DOCUMENTAZIONE
Prima, durante e dopo il lavoro di restauro sono state generate le seguenti
documentazioni:
• Progetto esecutivo.
• Relazione finale.
• Documentazione fotografica.
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