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studi di tensionamento
IL RESTAURO E IL MANTENIMENTO DELLE STRUTTURE DI SOSTEGNO
STUDI E SVILUPPI DI TENSIONAMENTO DI DIPINTI SU TELA
Alcuni esempi di lavori eseguiti su opere di scuola cremonese
Davide Parazzi
Restauro e conservazione Opere d’Arte
Sede Lombarda Maleo –Lo- via Lago Gerundo 60
Sede emiliana Piacenza via del Poligono 10
Tel. 3478292603 e.mail: [email protected]
Nel restauro dei dipinti su tela, si è assistito spesso in passato e purtroppo ancora oggi avviene, ad una totale indifferenza nei
confronti di ciò che è al di la del visibile e del fruibile nell’immediato, trascurando l’importanza che invece può avere la
struttura lignea portante, composta da pochi elementi di legno congiunti tra loro tramite incastri, chiodi e/o colla. Il telaio nato
insieme al dipinto, ha attraversato i secoli giungendo a noi con un proprio livello conservativo che però è inscindibile da quello
del dipinto presente su davanti. Le sollecitazioni fisiche e meccaniche nonché le deformazioni degli elementi lignei passano
direttamene al supporto vincolato alla struttura causandone più o meno problemi evidenti poi dal davanti (molteplici sono
inoltre le variabili che si verificano nel tempo-vita di un dipinto su tela e sono legate alla tecnica esecutiva, all’ambiente di
conservazione e ai restauri precedenti).
Il telaio fa parte dell’oggetto, quindi perché sostituirlo?i
E’ a questa domanda che finalmente negli anni più recenti si sta dando risposte positive, assistendo anche ad una inversione di
tendenza da parte dei responsabili alla tutela del patrimonio storico artistico, decisione però che spesso non è affatto legata alla
conoscenza della lavorazione del legno e alla tecnologia lignea ma dettata solo dal concetto del “teniamolo”. Si parte dal
presupposto di conservare le strutture, facendone espressamente richiesta all’operatore; questo è però giustificato
semplicemente dallo stato di fatto del telaio o addirittura guardando alla qualità del dipinto e all’autore.Quando però succede
che la struttura, è quella di un di un dipinto definito di poco interesse, e per di più questa presenta problemi strutturali, decade
tutto l’interesse del recupero optando di nuovo per la sostituzione. Nel caso più positivo, del mantenimento, i telai originali
vengono conservati senza apportarvi le corrette modifiche ( e se a volte vengono fatte, denaturano la struttura originale) per
supportare il nuovo assetto di tensionatura. Ma attenzione, quest’ultima potrebbe essere troppo forte e disomogenea perché
raggiunta solitamente con le pinze tenditela; oppure la tela originale, se foderata, può aumentare di peso e anche questo non
gioverebbe ad una struttura antica non restaurata e non adattata. Infine vengono utilizzati spesso espansori metallici angolari su
telai originali antichi non restaurati e lasciati tal quali con incastri fissi o al limite a cui hanno sbloccato le calettature angolari,
le quali essendo spesso, sui telai sei-settecenteschi a un quarto di spessoreii , l’eventuale loro espansione causerebbe un
movimento solo unidirezionale, risultando in seguito un sistema pericoloso nel corretto assetto del supporto. Sono tante,
quindi, le domande che si presentano in continuazione vedendo opere appena restaurate. E’ inevitabile dunque che l’approccio
di un restauratore oggi che si trova ad affrontare il recupero di un dipinto su tela deve, si avere la primaria funzione di
analizzare e progettare al meglio la fase di intervento sulla tela dipinta ma non deve trascurare uno degli elementi fondamentali
del sistema che garantirà poi negli anni successivi la buona conservazione sul supporto, sintetizzabile in due punti
fondamentali tra loro correlati:
- la struttura di sostegno deve essere stabile, riducendo al minimo la possibilità che i propri movimenti vengano trasmigrati
alla tela e conseguentemente al dipinto.
- la tensione del supporto tessile deve essere uniformemente distribuita e di conseguenza la planarità dell’opera è uno dei primi
elementi importanti per una buona conservazione del manufatto.
Ad oggi sono diversi gli esempi e gli studi svolti da diversi operatori e colleghi nel settore della conservazione, anche con
risultati molto interessantiiii .: sono quelli rivolti all’analisi di quanto è importante il corretto tensionamento della tela dipinta
come primaria importanza e che hanno portato conseguentemente a scartare le strutture lignee di sostegno che si “muovono”
espandendosi negli incastri per poter trazionare il tessuto inchiodatovi sopra. In poche parole deve essere la tela a doversi
muovere al di sopra di una struttura che deve rimanere fissa e stabile: d'altronde è in questo modo che i nostri predecessori
avevano concepito i telai lignei o gli assiti irrobustendo gli incastri con chiodi, cavicchi di legno, colla o rinforzi lignei o
metallici.
In circa dieci anni di lavoro nel campo della conservazione e del restauro di Opere d’Arte e nel caso specifico dei dipinti su
tela, ho sempre avuto la necessità di recuperare e mantenere le strutture di sostegno originali siano essi telai o assiti e per tale
motivo oggi il mio approccio al recupero di questi manufatti si basa fondamentalmente sempre su due passaggi:
A. si restaura il telaio in concomitanza al dipinto con i canoni classici del restauro e della tecnologia lignea riportandolo
ad un assetto stabile, eliminando eventuali imbarcamenti, svergolature, rotture, mancanze di porzioni lignee ed entuali
presenze di insetti dannosi; il tutto nel pieno e più rigoroso rispetto per l’”oggetto” da considerarsi come documento
etnoantropologico frutto di una lavorazione artigianale ormai perduta: si terranno eventuali scritte, segni di
lavorazione (senza intervenire sulle superfici con levigature o spianamenti) ed elementi aggiuntivi, siano essi di
sostegno (ganci) che di bloccaggio (perni, cavicchi, chiodi ect..)
B. si studia il sistema di tesionamento per la tela che dovrà tornare ed essere applicata al telaio restaurato.
Per quanto riguarda gli esempi di alcuni lavori eseguiti, di cui voglio portarvi a conoscenza e che fanno parte di un percorso
evolutivo nella mia attività, all’ approccio al mantenimento dei telai e allo studio dei sistemi di tensionamento definitivo dei
supporti tessili, sono riferibili tutti a dipinti di ambito cremonese:
A. il ciclo pittorico costituito da sei dipinti di grandi dimensioni, del pittore Agostino Bonisoli ( Cremona 1635/37- ivi
1707) conservato nella chiesa della Beata Vergine delle Grazie o Madonnina di Cortemaggiore –PcB. dipinto di grandi dimensioni, raffigurante San Daniele nella fossa dei leoni, di autore ignoto di ambito cremonese
(prima metà del XVII secolo) sacrestia della chiesa parrocchiale di Cortemaggiore- Pc-
C. dipinto di grandi dimensioni, di forma concava, raffigurante l’Adorazione dei pastori, iscrivibile alla bottega di
Bernardino Campi (Cremona 1522 –ivi 1591) abside della chiesa parrocchiale di Castelnuovo Bocca d’Adda –LoD. dipinto di grandi dimensioni, raffigurante la Presentazione al Tempio, di Angelo Massarotti (Cremona 1654-ivi 1723)
E. dipinto raffigurante Santa Teresa d’Avila levitante, della bottega di Luigi Miradori detto il Genovesino (Genova
1600/1610- Cremona 1654/57) casa parrocchiale di San Bassano -CrConsidero i modelli riportati come un vero e proprio percorso evolutivo personale, rivolto ad una continua ricerca e studio dei
materiali e dei sistemi di tensionamento da realizzare e provare sui dipinti. Con questa pubblicazione, colgo così l’opportunità
di metterne a conoscenza le caratteristiche riportando anche le osservazioni finali su ciascun sistema testato.
ESEMPI DI INTERVENTI DI RESTAURO
A
2004-2005
I dipinti di Agostino Bonisoli (Cremona 1635/37- ivi 1707) a Cortemaggiore –Pc-iv
Il ciclo pittorico è costituito da sei dipinti di grandi dimensioni (130 cm x 210 cm i due piccoli e 190 cm x 280 cm i grandi)
conservati nella chiesa della Beata Vergine delle Grazie o Madonnina di Cortemaggiore –Pc- può essere considerato, nella mia
attività, il sunto iniziale del concetto di mantenimento del telaio ligneo antico rifunzionalizzato.
Si tratta di un restauro ministeriale inserito nel programma annuale 2004 e 2005 della Soprintendenza di Parma e Piacenza. Le
opere oggetto del restauro sono state tutte eseguite dal medesimo autore. Telai, tessuti impiegati, chiodature e tecnica pittorica
uguali in tutti e sei i dipinti.
Tecnica esecutiva dei telai
I telai sono in legno di pioppo nero con incastri angolari a un quarto di spessore o a forcella bloccati ciascuno con un perno
ligneo in legno duro ( noce).
San Giacomo
Maggiore guarisce la
figlia del sultano
San Domenico
Problematiche riscontrate sui telai
Bisogna innanzitutto sottolineare che la
chiesa della Madonnina non ha avuto un
utilizzo continuativo dal momento della
sua edificazione; in più occasioni è stata
chiusa al culto anche per diversi decenni e
poi riaperta. Non ultimo il riutilizzo nel
secondo dopoguerra come magazzino
prima e come laboratorio di un falegname
poi. Oggi dopo diversi interventi di
risanamento e restauro murario è
pienamente funzionale e accessibile al
culto.
Martirio dei protomartiri
francescani da parte del re del
Marocco
SS. Trinità, San Giovanni de Matha e
San Felice di Valois
L’umidità è il fattore più deleterio sviluppatosi nella chiesa, seguita poi
dall’attacco degli insetti xilofagi che hanno in seguito
condizionato staticamente l’integrità strutturale dei telai.
Erano presenti rotture e mancanze di porzioni lignee
anche in corrispondenza di punti di maggior importanza
quali gli incastri, svergolature e imbarcamenti degli assi.
Quando anche un falegname siglava il suo lavoro
Perché mantenere una struttura realizzata con materiali poveri,
composta da alcuni pezzi di legno fissati con colla, chiodi e
cavicchi lignei, senza apparentemente nessun significato se
non quello di aver supportato per centinaia di anni un dipinto
su tela?
particolare del
Perché allora, un falegname, sconosciuto (oggi) siglava un
degrado di un asse
lavoro a noi così insignificante. Domandiamoci il perché.
E non è l’unico esempio trovato di “marchi di fabbricazione” sul retro di elementi usati
San Mauro abate guarisce lo
storpio
Estasi di Sant’Andrea Avellino
tipologia degli incastri presenti nei
telai dei 6 dipinti
le sigle ritrovate a tergo di
uno dei sei telai
in pittura in passato ( sigle sono state rinvenute su tele e cornici).
Intervento eseguito
-Intervento di disinfestazione
per prima cosa tutti i telai sono stati trattati con antitarlo a base di
permetrina e mantenuti sigillati in involucro plastico per alcune
settimane
-Intervento di restauro ligneo
in seguito si è proceduto al ripristino ligneo vero e proprio,
realizzando inserti nelle mancanze e ricostruendo anche gli incastri
dove questo era necessario a causa del forte degrado. In tutti i casi è
fase di asportazione di una porzione di
stato utilizzato legno di pioppo bianco.
incastro
-realizzazione dei nuovi telai di inserimento ad espansione
in questo caso, nell’ottica di mantenere i telai originali dei dipinti, si
è anche voluto renderli espandibili. Tutti i telai essendo però ad incastri a forcella, per cui anche sbloccandoli dal
perno ligneo centrale che li rendeva fissi, questi mantenevano
un’espansione unidirezionale, si è dovuto intervenire sulle
calettature angolari asportando
minime porzioni lignee per
renderle espandibili nelle due direzioni; a questo punto sono stati
realizzati sei telai nuovi in legno d’abete lamellare con relative
traverse anche a crociera e con tutti gli incastri, angolari e
intermedi nel senso della larghezza, a tenone e mortasa espandibili.
Questi telai sono stati poi inseriti all’interno dello spessore di quelli
originali e fissati a questi con viti autofilettanti per legno ( per cui
grafica della tipologia di incastri dei sei telai
asportabili in qualsiasi momento). I telai nuovi presentano anche il
la linea tratteggiata indica la porzione lignea
classico lato smussato, quello direttamente a contatto con il dipinto
asportata per permettere l’espansione
in modo che la tela pensionata rimanga sollevata dai due telai di
bidirezionale
circa un centimetro evitando in questo modo l’appoggio del tessuto
e quindi la segnatura dello spigolo del telaio sul dipinto.
particolare durante la fase di lavoro e la
sostituzione delle parti ammalorate del
telaio antico
particolare di un incastro al termine
dell’intervento
visione totale di uno dei telai
Tutti gli incastri a tenone e mortasa sono stati dotati di tensori metallici a doppia
corsa che, oltre a permettere un irrobustimento e un assetto angolare maggiore,
restaurato e modificato
rappresentano anche l’elemento utile a un futuro ritensionamento dei dipinti.
Osservazioni finali sulla tipologia di intervento
I telai con questo sistema ne risultano sicuramente irrobustiti dal punto di vista strutturale, a scapito però:
A- dell’aumento del peso; a questo proposito potrebbero essere utilizzate essenze legnose più leggere rispetto all’abete, e
senza utilizzare legno lamellare
B- dell’asportazione di minime quantità di legno dalla struttura originale
C- dell’espansione e aumento delle dimensioni del telaio per permetterne l’espansione e quindi il tensionamento del
dipinto; questo è forse il punto maggiormente negativo in quanto l’eventuale presenza di una cornice lignea originale
o l’inserimento dell’opera entro cornice a muro non permetterebbero l’aumento di dimensione, che anche se pur
minima potrebbe causare problemi di adattamento allo spazio di inserimento.
B
2005
Un dipinto di grandi dimensioni, raffigurante San Daniele nella fossa dei leoni, di autore ignoto di ambito cremonese
(prima metà del XVII secolo) sacrestia della chiesa parrocchiale di Cortemaggiore- PcDimensioni cm 180 x cm 295
Tecnica esecutiva del telaio
Il telaio é in legno di pioppo nero con incastri angolari a un quarto di spessore o a forcella bloccati ciascuno con un perno
ligneo in legno duro. E’ presente una traversa orizzontale con incastri a tenone e mortasa bloccati anche in questo caso da un
perno ligneo ciascuno.
Problematiche
La struttura originale non presentava particolari problemi strutturali. Si riscontravano piccole mancanze di essenza lignea e
sporco e povere erano diffusi sulle superfici.
Osservazioni in fase operativa
Questa struttura si adattava bene al concetto del mantenimento ma
volevo approfondire le mie sperimentazioni senza dover
aggiungere un nuovo telaio o una nuova struttura lignea per poter
permettere un domani un potenziale ritensionamento. Inoltre, il
fatto di aver mantenuto anche il dipinto con la su tela originale,
ritensionandolo solo con le fasce perimetrali, era una ragione in più
per mantenere il manufatto il più possibile nella sua condizione
originale, semplicemente con una cosa in più: un sistema di
tensionamento costante.
Intervento eseguito
-Intervento di disinfestazione
per prima cosa il telaio é stato trattato con antitarlo a base
particolare del nuovo sistema di tensionamento
di permetrina e mantenuto sigillato in involucro plastico
per alcune settimane
-Intervento di restauro ligneo
in seguito si è proceduto al ripristino ligneo vero e
proprio, realizzando piccoli inserti nelle mancanze lignee.
-Applicazione del nuovo sistema di tensionamento; si tratta di
tiranti metallici a bullone fissati lungo lo spessore interno del
telaio. Le fasce perimetrali applicate al dipinto presentano lungo le
quattro estremità un’asola cucita, entro la quale è stato introdotto
un profilato (per ciascun lato del dipinto) tondo di 0.5 cm di
diametro di metallo; il dipinto in questo modo viene agganciato sul
retro, facendo rigirare le fasce, direttamente agli anelli infilandovi
al loro interno il tondino. Successivamente, grazie alla presenza di
un dado filettato presente sul corpo dei tiranti, avviene il
tensionamento: avvitando il dato, la corsa del tirante porta
quest’ultimo a spostarsi gradualmente verso l’interno del telaio e in
questo modo avviene la trazione della tela. All’interno del sistema
San Daniele nella fossa dei leoni al termine del restauro
sono state introdotte piccole molle a compressione a corpo
cilindrico, in modo che il sistema risulti anche elastico e, la tela
possa comunque compiere i normali movimenti di contrazione e dilatazione.
Osservazioni finali sulla tipologia di intervento
Il concetto di mantenimento del telaio ligneo originale con questo sistema di tensionamento scarseggia di elasticità, elemento
che può essere offerto solo dall’inserimento di molle a trazione e non a compressione e con maggiore corsa.
Per tale motivo i miei studi sono proseguiti nei lavori sucessivi.
C
2005
Un dipinto di grandi dimensioni, di forma concava, raffigurante l’Adorazione dei pastori, iscrivibile alla bottega di
Bernardino Campi (Cremona 1522 –ivi 1591) abside della chiesa parrocchiale di Castelnuovo Bocca d’Adda –Lov
Dimensioni cm 154 x cm 209,5
Il dipinto non presentava più il telaio originale ma era stato incollato direttamente ad un pannello in truciolato di legno in un
intervento databile alla fine degli anni ’70 del secolo scorso. Le tracce evidenti dell’impronta inconfondibile dei legni
perimetrali e di una rompitratta orizzontale centrale, nonché la presenza dei fori di una precedente chiodatura lungo i margini
perimetrali, non lasciavano dubbi sul fatto che l’opera fosse in origine tensionata su una telaio ligneo. Anche l’attuale assetto
curvo del dipinto è probabilmente frutto di un adattamento verificatosi nella seconda metà del 1700, quando venne ampliata ed
allungata la zona absidale e dove presero posto questo ed altri due dipinti nelle nicchie ricavate sulla parete curva del coro. Nei
dipinti su tela sono molti gli esempi di dipinti nati con questo assetto ma in questo caso i vistosi danni presenti sul dipinto nella
zona centrale, con sollevamenti e cadute di preparazione non lasciano dubbi all’ipotesi che il dipinto fosse originariamente
tensionato su telaio piano.
Problematiche riscontrate sul dipinto
La condizione presente sull’opera prima del restauro non concedeva alcun dubbio sul fatto che fosse necessario al più presto u
intervento che asportasse definitivamente il pannello rigido dal retro del dipinto che ne risultava incollato; infatti la tela,
fissatavi con adesivo di tipo vinilico non poteva compiere i normali movimenti di assestamento e seguire le variazioni
termoigrometriche ambientali. Inoltre erano anche presenti pericolosi distacchi del tessuto, in zone centrali dell’opera con la
formazione di borse e deformazioni che stavano portando anche al sollevamento e distacco di altre porzioni dipinte.
Osservazioni in fase operativa
Era quindi necessario oltre ad asportare la struttura presente sul retro, studiare e progettarne una nuova, più leggera e con le
seguenti caratteristiche:
-mantenere l’assetto curvo del dipinto
-mantenere costante l’assetto strutturale anche dopo il tensionamento per evitare possibili variazioni della curva che avrebbero
causato particolari problemi in fase di fissaggio nella nicchia a parete.
permettere, anche in questo caso, un futuro ritensionamento del dipinto senza doverlo svincolare dal telaio ma
contemporaneamente evitando che fosse quest’ultimo a compiere movimenti di espansione altrimenti ciò avrebbe causato i
soliti problemi di riposizionamento nello spazio circoscritto della nicchia.
Intervento eseguito
-prima di tutto sono state eseguite le seguenti operazioni sul dipinto: protezione del recto e distacco dell’opera dal pannello in
legno trucciolato, consolidamento, pulitura del tretro, chiusura lacerazioni e applicazione di un nuovo tessuto in puro lino su
retro con adesivo termoplastico (Beva 371) applicato a spruzzo solo sulla tela nuova.
telaio
-è stato realizzato il nuovo telaio ligneo con
sistema ad espansione sul retro; la struttura è
stata realizzata in legno di abete lamellare
con incastri angolari a tenone e mortasa a
foro quadro mentre i collegamenti intermedi
delle sei traverse con i legni perimetrali sono
a tenone e mortasa a un terzo di spessore; le
traverse sono unite tra loro con giunzioni a
crociera a sopraffare. Lungo i bordi di
chiodatura sono stati applicati dei profilati in
particolare di uno degli incastri della
Nylon pp6 in modo da far scorrere meglio il
nuova struttura lignea
tessuto della foderatura sul retro del dipinto.
particolare del nuovo sistema di
Il nuovo sistema di tensionamento è realizzato tramite una serie di piccole “tacche”
trazionamento della tela
di circa 5 cm di larghezza ottenute con un profilato in alluminio ad “L”. Queste sono
vincolate al telaio tramite bulloni avvitati nello
spessore interno del telaio. La quantità di questi
punti fissi sulla struttura è stata calcolata in base
ai punti di tensionamento necessari a supportare
il peso della tela originale foderata. Questa è
agganciata ai punti fissi in alluminio tramite due
molle per ciascun punto. Il tensionamento
graduale dei tessuti, avviene nel momento in cui
vengono svitati i bulloni che trascinano le tacche
in alluminio verso il centro del telaio; questo
processo comporta anche il trazionamento delle
molle e di conseguenza le tele ad esse
agganciate.
Osservazioni
finali
sulla
tipologia
di
intervento
Nell’insieme il sistema funziona ma la presenza
di due molle per ogni singolo tirante, che
comunque é una soluzione ideale per supportare
la tensione di una tela originale foderata e già di
Adorazione dei pastori al termine del restauro
per se pesante come tessuto, rende macchinosa la
fase di aggancio del dipinto al telaio. Inoltre su dipinti di
grandi dimensioni e con forze di tensionamento piuttosto alte
sarebbe necessario introdurre nel sistema una guida per ogni
singolo tirante che permetta di mantenere in asse il profilato di
alluminio senza che questi ceda per lo stesso peso della tela
con il rischio di portare alla deformazione permanente del
bullone filettato e del punto di inserimento dello stesso nel
legno.
esempio grafico del possibile indebolimento del
nuovo sistema
D
2006
Un dipinto di grandi dimensioni, raffigurante la Presentazione al Tempio, di Angelo Massarotti (Cremona 1654-ivi
1723)
Dimensioni: cm 156 x cm 224,8
Si tratta di un restauro ministeriale inserito nel programma annuale 2005 e 2006 della Soprintendenza di Milano.
Il dipinto, insieme alla grande ancora lignea policroma e dorata datata 1744, trova ubicazione nella cinquecentesca cappella
Stanga nella chiesa parrocchiale di Catelnuovo Bocca d’Adda . Il dipinto, insieme alla cornice, vennero acquistate a Cremona
da Antonio Stanga nel 1777 e collocate all’interno della cappella che in quel periodo insieme alla chiesa stavano per essere
ristrutturate.
Per cui l’opera in oggetto ha visto un’importante spostamento dal luogo di collocazione a Cremona (dove si trovava da circa
mezzo secolo) a Castelnuovo Bocca d’Adda.
L’ambiente attuale di collocazione, con circa il 90 % di umidità relativa, doveva già essere già fortemente umido nel 1777 in
quanto, l’ancona venne dotata di un foro di aerazione nella parte superiore del fianco sinistro che termina all’esterno, con un
collo di bottiglia di vetro. Questo permetteva all’aria di circolare dietro alla cornice e al dipinto.
Inoltre la tela originale venne protetta, ( proprio in data 1777 come appare scritto a tergo con ulteriori indicazioni sulla
provenienza e l’acquisto dell’opera) dal retro con l’incollaggio di un supporto cartaceo creato con dodici fogli in carta
realizzata a mano incollati orizzontalmente tra loro in
modo da coprire per intero la superficie del telaio ligneo
del dipinto a cui era incollata perimetralmente. Questo
rivestimento oltre a proteggere la tela è servito anche per
proteggere il telaio originale giunto a noi in buone
condizioni.
Tecnica esecutiva del telaio
Il telaio é in legno di pioppo nero con incastri angolari a
un quarto di spessore o a forcella bloccati ciascuno con
colla animale e un perno ligneo in legno duro. E’ presente
una traversa orizzontale con incastri a tenone e mortasa a
un terzo di spessore bloccati anche in questo caso da un
perno ligneo ciascuno.
Problematiche riscontrate sul telaio
La struttura originale non presentava particolari
problemi. Si riscontrava una forte deformazione plastica
della traversa con un accentuato imbarcamento.
Osservazioni in fase operativa
L’esperienza precedente di tensionamento mi ha condotto
Presentazione al tempio al termine del restauro
alla ricerca di un sistema che fosse in questo caso
specifico, più semplice, anche perché doveva
corrispondere con la decisione durante il restauro
del dipinto, di mantenerlo in prima tela senza
aggiungere una nuova tela di rinforzo ma
ritensionandolo con le fasce perimetrali. Per cui,
data la leggerezza del telaio originale in buono
stato, la leggerezza di un tessuto originale a
tessitura mediamente rada e con filato di media
grandezza, si richiedeva si un corretto
tensionamento per annullare le deformazioni
particolari fotografici del prototipo del nuovo sistema di tensionamento
presenti sull’opera, ma le forze imposte dal nuovo
sistema di trazione non dovevano essere eccessive.
Intervento eseguito
-sono state eseguite le operazioni sul dipinto
telaio
- é stato effettuato tramite spennellatura di soluzione concentrata di Per-xil della
CTS in White Spirit e sigillatura in sacco per circa tre settimane
- è stato mantenuto il telaio originale a cui è stata sostituita la
traversa orizzontale con una nuova e aggiunta quella verticale
Fase di applicazione degli smussi in alluminio lungo
(ottenendo così la crociera)
i bordi perimetrali
- é stato aggiunto un profilato in alluminio curvo sul bordo di
chiodatura in modo da far scorrere meglio il tessuto delle fasce
perimetrali sul retro del dipinto
- é stato studiato e messo a punto il nuovo sistema di tensionamento composto in questo caso da un tirante a molla a
trazione vincolata ad una copia di bulloni: quello superiore con la funzione di svitamento per permettere lo
scorrimento del sistema; quello inferiore che mantiene in asse il sistema ed evita la possibile deformazione centrale
del primo bullone. I due elementi sono mantenuti uniti tra loro grazie all’ inserimento in un piccolo pezzo piatto in
alluminio.
Osservazioni finali sulla tipologia di intervento
Il risultato è molto buono; dal mio punto di vista può essere considerato un punto di arrivo da sviluppare ulteriormente ed
essere utilizzato su dipinti anche di grandi dimensioni ma con materiali in opera relativamente leggeri e con telai originali in
buono stato, e mantenuti tali e quali senza aggiunte lignee per i loro irrobustimento (che andrebbero ad appesantire troppo la
struttura)
E
2007
Un dipinto raffigurante Santa Teresa d’Avila levitante, della bottega di Luigi Miradori detto il Genovesino
(Genova 1600/1610- Cremona 1654/57) casa parrocchiale di San Bassano -CrQuesto intervento di restauro rappresenta per me, attualmente, il sunto del concetto di intervento conservativo di un dipinto su
tela e di mantenimento di una struttura lignea portante fortemente segnata dal tempo-vita .
Dimensioni: cm 194 x cm 150
Si tratta di un dipinto proveniente dalla canonica della chiesa parrocchiale di San Bassano, paese in provincia di Cremona.
L’opera è stata scoperta e scelta dal dott. Mario Ma rubbi, Storico dell’Arte e Conservatore del Museo Ala Ponzone di
Cremona per essere inserita tra quelle che hanno fatto parte dell’esposizione tenutasi ad Alaquas (dal 29 marzo al 1 luglio)città spagnola a sud di Valencia gemellata con la città lombarda- che attraverso vari dipinti ha ricostruito i rapporti storici tra
Cremona e la Spagna nel periodo del dominio spagnolo (1535-1713). L’ambiente di collocazione del dipinto, prima del
restauro,, una stanza in buono stato,al piano superiore della casa parrocchiale, non era sfavorevole alla conservazione del
manufatto, che però portava con sé i segni evidenti di un passaggio cronologico assai burrascoso dal punto di vista di
conservazione ambientale. Infatti sia il dipinto che il telaio hanno sofferto in passato di una situazione con U. R. in percentuali
costantemente assai elevate.
Tecnica esecutiva del telaio
Il telaio é in legno di pioppo nero con incastri angolari a un quarto di spessore o a forcella bloccati ciascuno con colla animale
e due chiodi metallici entrambi di fabbricazione manuale e corpo quadrato uno con testa tonda di media grandezza e l’altro a
testa piatta e di minore grandezza. E’ presente una traversa verticale con incastri a tenone e mortasa a un terzo di spessore
bloccati anche in questo caso da un perno ligneo ciascuno. Le assi inoltre presentavano su tutti e quattro i lati le tracce della
preparazione originale passata attraverso gli interstizi della tela e la doppia chiodatura (quella provvisoria del primo
tensionamento e quella definitiva).
Problematiche
La forte Umidità ambientale a
cui l’opera ha dovuto far fronte
in passato (probabilmente
nell’ambiente di collocazione
originale ad oggi sconosciuta)
ha portato ad un generale
imbiancamento della superficie
del dipinto causato dal degrado
delle vernici superficiali e
dall’affioramento dei silicati di
alluminio
presenti
nella
preparazione a base di terra
Santa Teresa d’Avila Levitante prima del restauro (recto e verso)
bolare sulla pellicola pittorica;
inoltre la forte umidità ha deformato plasticamente
anche le assi del telaio in particolare quella superiore
e quella della rompitratta, di per sé già soggette ad un
carico fisico maggiore rispetto alle altre.
Erano presenti anche mancanze di porzioni lignee,
specialmente agli angoli dovute a colpi accidentali
subiti durante spostamenti precedenti. Inoltre fori di
sfarfallamento, non attivi, erano anche l’indice di un
forte attacco di insetti xilofagi avvenuto in passato.
Osservazioni in fase operativa
Il mio intento era sin dall’inizio quello di mantenere
il telaio originale in tutte le sue parti, ma come avrei
potuto farlo se questo presentava tali condizioni? In
particolari degli imbarcamenti presenti nelle assi del telaio
un normale intervento di restauro un telaio in questo
fig. 1 Adorazione dei pastori al termine del restauro
stato non avrebbe lasciato dubbi sulla fatto che andasse sostituito con una nuova struttura ad incastri espandibili o a sistema di
trazionamento anche dei più moderni ed efficaci ma pur sempre sostituendo il telaio o almeno le parti degradate plasticamente.
Dopo aver meditato a lungo sulla possibilità di mantenerlo mi sono quindi orientato verso la tecnologia lignea più classica e, se
vogliamo più “spartana” che viene di solito utilizzata in falegnameria per risolvere problemi di raddrizzatura di tavolame
generico curvato. Era l’unica strada da intraprendere per non aggiungere nuove strutture che avrebbero comunque appesantito
il telaio.
Intervento eseguito
E’ stato eseguito l’intervento sul
dipinto con le fasi di consolidamento
degli strati pittorici, pulitura del retro
della tela, chiusura delle lacerazioni e
dei buchi, applicazione delle fasce
perimetrali e pretensionamento su
telaio interinale ad elastici, pulitura e
asportazione delle vernici non
originali e alterate, stuccatura, ritocco
e verniciatura.
Telaio
Ho iniziato col lavorare sulla traversa
centrale, per provare a mantenerla
particolari che mostrano le massellature lignee a cuneo usate per raddrizzare i legni
“annullando” il forte imbarcamento.
Il rischio che stavo correndo era
quello di non riuscire a portare in asse
e raddrizzare il massello e avrei infine deciso per la sostituzione totale di quelle assi che portavano questo problema. Il
concetto alla base del mio intervento e applicato alle tavole del telaio, è quello dell’umidificazione indotta al legno sul lato
concavo, tramite impacco con stracci umidi mantenendolo poi sotto trazione con morsetti. Una volta azzerato l’imbarcamento
e svincolato il legno dalla morsettatura, sono state realizzate
delle scanalature a “V”, nei punti dove la curvatura era più
accentuata, con profondità pari a ¾ dello spessore totale del
legno; all’interno di queste scanalature sono stati inseriti dei
cunei lignei, con colla di tipo vinilico, con angolo di taglio
identico a quello della scanalatura e sono stati ribattuti con
martello per farli penetrare in profondità e permettere un
ulteriore dilatazione del legno nella zona circostante. Questo
movimento porta anche alla raddrizzatura forzata del massello
che in quei punti non potrà più compiere il movimento di
ritorno alla curvatura iniziale.
Dopo aver testato la buona riuscita del lavoro sulla traversa il
sistema è stato adottato sul massello superiore e su quello
lo schema mostra gli elementi di irrobustimento e
verticale destro.
raddrizzatura delle assi del telaio
Il telaio a questo punto è stato rimontato nelle sue parti e sono
stati applicati sul lato a contatto con la tela, dei listelli smussati in legno di pioppo in modo da evitare il contatto del tessuto con
lo spigolo interno delle assi del telaio. Anche questi listelli, se pur ridotti nello spessore, (circa 0,5 cm nel punto più alto)
funzionano da rinforzo.
Anche sullo spessore interno del telaio è stato applicato un profilato ad “L” in alluminio anch’esso con funzione strutturale.
sequenza fotografica della struttura lignea restaurata e del nuovo sistema di tensionamento della tela
Il nuovo sistema di tensionamento
Si parte dal concetto utilizzato nel dipinto presentato nella terza scheda di questo articolo, quello dell’Adorazione dei pastori di
Castelnuovo Bocca d’Adda, ma con la variante dell’utilizzo di una placca di trazionamento, in alluminio, lunga quanto la
riquadratura di divisione di ogni singola rompitratta del telaio; quindi non più tanti singoli punti di ancoraggio ma un unico
fissato alla tela originale con molle a trazione calcolate in quantità e qualità, anche in questo caso in base al carico da
supportare e la tipologia di tessuto originale. Il sistema di scorrimento delle barre in alluminio è identico a quello impiegato nel
dipinto di Castelnuovo e sfrutta sempre il principio dello sviamento del bullone che trascina con sé tutto il sistema a cui è
ancorata la tela in modo da permetterne il suo tensionamento.
Svitando i singoli bulloni operando gradualmente su ciascuno e nella stessa misura, la barra si muove verso il centro del telaio
trazionando le molle e di conseguenza la tela agganciata tramite una sottile barra piatta in alluminio inserita in ogni lato
all’interno di un asola cucita perimetralmente.
Osservazioni finali sulla tipologia di intervento
Questo intervento lo considero il mio nuovo punto di partenza per sviluppare nuove tecnologie di tensionamento. Il recupero
del telaio ligneo, anche su grandi dimensioni, è fondamentale e come si è visto, possibile anche in condizioni fortemente
compromesse.
Santa Teresa d’Avila Levitante dopo il restauro (recto e verso)
NOTE E BIBLIOGRAFIA
i
In restauri anche antichi spesso venivano tenuti i telai, a cui a volte erano apportate migliorie dal punto di vista statico
aggiustando rotture e sostituendo parti danneggiate: questi esempi devono farci riflettere sui nostri interventi attuali
ii
Incastri lignei a un quarto di spessore o a forcella con tenoni interamente ridotti, è una tipologia di incastro molto usata
soprattutto nei telai sei-settecenteschi insieme all’unione angolare a metà spessore.
iii
“ Tensionamento dei dipinti su tela- la ricerca del valore di tensionamento” a cura di Giorgio Capriotti e Antonio Iaccarino
Idelson ed.Cardini Editore Viterbo 2004
iv
v
notizie sul sito http://pcturismo.liberta.it/asp/default.asp?IDG=43160
“L’adorazione dei pastori nella parrocchiale di Castelnuovo Bocca d’Adda” di Davide Parazzi in “Passione e cultura. Scritti
per Tino Gipponi” a cura di Monja Faraoni ed Electa Editrice 2006
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