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Un anno fa la frana «Viviamo col terrore di essere travolti»

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Un anno fa la frana «Viviamo col terrore di essere travolti»
30
L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 8 NOVEMBRE 2015
Provincia
«Dialogo»: il rettore Morzenti
e parata di autorità ad Ardesio
Dodici sindaci, il comandante provinciale dei carabinieri Storniolo e politici per il IV Novembre
A pagina 34
[email protected]
www.ecodibergamo.it/cronaca/section/
Un anno fa la frana
«Viviamo col terrore
di essere travolti»
Trescore. Uno smottamento costrinse sette famiglie
ad abbandonare la casa. Il Comune: bonifica nel 2016
ne comunale per fare il punto
della situazione. «In questo anno – ricordano – abbiamo incontrato diverse volte il sindaco e gli amministratori comunali. Ci hanno spiegato le possibili soluzioni per il ripristino
di tutta la zona, ma sembra che
non sia cambiato nulla».
TRESCORE
MONICA ARMELI
«Da un anno viviamo
nel terrore, ogni volta che piove temiamo che frani tutto e le
nostre case vengano travolte
dal terreno. Si può vivere in
questo modo?».
È la paura dei residenti dell’Aminella di Trescore, dopo lo
smottamento di un anno fa che
aveva spaccato in due la collina
dell’Aminella. Erano sette le famiglie che per alcuni giorni
erano state costrette ad abbandonare le proprie case: c’era chi
aveva trovato alloggio da familiari, chi invece all’ostello del
paese.
A quasi un anno dalla frana,
che scese il 16 novembre, secondo i residenti sembra che
non sia cambiato nulla: il tratto
di strada sottostante la collina,
via Aminella, resta chiuso al
traffico veicolare e pedonale
mentre sulla vicina via Solatia
è ancora istituito il senso unico
alternato. I lavori per il ripristino dell’area franata, sia nell’area pubblica sia in quella privata, non sono ancora partiti.
L’unico intervento avviato dall’amministrazione riguarda la
posa del materiale drenante ai
piedi della collina. I lavori sono
stati eseguiti pochi giorni dopo
la frana.
«Per fortuna c’è una strada
alternativa – evidenziano le famiglie che abitano in via Solatia -, sennò saremmo rimasti
isolati. Dobbiamo comunque
Il fronte indagini
Lo smottamento di un anno fa
1 La caduta del
materiale in via
Aminella: da allora
la strada chiusa al
traffico e ai pedoni
1 Nei pressi
un cantiere edile
abbandonato.
«Entro fine anno
pronto il progetto»
allungare il giro tutte le volte
che dobbiamo ritornare a casa
o dobbiamo uscire da casa».
Anche se è passato un anno,
una residente ammette: «La
nostra vita è cambiata, quello
che è successo a novembre
2014 mi ha portato anche problemi di salute». I residenti,
adesso, attendono di essere
convocati dall’amministrazio-
Intanto, anche sul fronte delle
indagini, non c’è alcuno sviluppo. Resta aperta l’inchiesta della Procura e non sono state ancora confermate le presunte
responsabilità di quanto successo.
Nella parte bassa dell’area in
cui si verificò lo smottamento
c’è un cantiere (l’impresa titolare è fallita e aveva sede a Gaverina) di quattro case non ultimate e rimaste invendute a
causa della crisi. La gru troneggia ancora nel cantiere e le famiglie residenti tra via Aminella, via Marzabotto e via Solatia continuano a interrogarsi
sulle cause dello smottamento.
«Non sappiamo cosa possa esser successo, non ci sono state
date delle spiegazioni chiare su
che cosa ha provocato la frana?
È stata colpa del maltempo o
un errore umano legato al cantiere inconcluso?».
Spiega il vicesindaco Michele Zambelli: «Non sono state
appurate le responsabilità di
quanto accaduto. È in corso
un’inchiesta che verificherà le
eventuali responsabilità». Se-
La strada sottostante la collina
dell’Aminella è chiusa da un anno. Oltre
ai disagi per raggiungere casa, i
residenti sono preoccupati per il
terreno smosso, che incombe
Sotto l’area franata c’è un cantiere, chiuso da tempo
Manutenzioni nei piccoli paesi, dalla Regione 3 milioni
«Con questo stanziamento la Giunta guidata dal presidente Maroni dimostra ancora una volta la propria attenzione per il territorio montano e, in
particolare, in questo caso, per i
piccoli Comuni montani».
Commenta così Ugo Parolo, sottosegretario con delega alle Politiche per la Montagna, la delibera approvata nei giorni scorsi
dalla Giunta regionale, con la
quale vengono stanziati 3 milioni di euro per la realizzazione di
interventi di manutenzione territoriale a favore dei piccoli Comuni montani.
«Lo scopo di questo intervento - conclude Parolo - è, accanto
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alla salvaguardia della sicurezza
del territorio montano, dei suoi
abitanti e di coloro che lo visitano, la complessiva valorizzazione della montagna lombarda, a
cui in questa legislatura si è già
data e si sta dando concreta attenzione». Le azioni previste dal
provvedimento regionale riguardano: interventi di conservazione ambientale e difesa del
suolo; sistemazione della viabilità minore e di quella agro-silvopastorale; sistemazione di
ammassi rocciosi instabili; interventi sul patrimonio boschivo per la riduzione del rischio
idrogeologico. La Giunta regionale ha anche approvato le linee
guida per l’assegnazione del
contributo regionale per interventi di manutenzione territoriale a salvaguardia del territorio dei piccoli Comuni montani.
Si stabilisce, tra l’altro, che i programmi sono finalizzati: «a garantire un livello di protezione
adeguato del territorio rispetto
al rischio idraulico, geomorfologico e valanghivo, compatibile
con l’assetto insediativo, infrastrutturale, produttivo; a promuovere la conservazione della
diversità biologica degli ecosistemi naturali; a favorire l’uso
sostenibile delle risorse e degli
spazi naturali».
Gli importi sono distinti tra i
Dalla Regione aiuti ai piccoli Comuni montani
contributi per interventi di manutenzione territoriale (per un
totale di 2.550.000 euro) e le
somme anticipate per la gestione degli interventi (per un totale
di 450.000 euro). Alla Comunità
montana dei Laghi Bergamaschi sono andati 117.065 euro
per la manutenzione e 20.658
euro per altri interventi di gestione. La Comunità montana
Valle Seriana ha ricevuto
143.326 euro per le sistemazioni
ordinarie e 25.292 euro di anticipi. Alla Comunità montana Di
Scalve vanno 103.219 euro e
18.215 euro, sempre con la stessa
ripartizione. Per Comunità
montana Valle Brembana le cifre sono 119.261 euro e 21.046
euro. Infine la Comunità montana Valle Imagna ha ottenuto
72.650 euro e 12.820 euro.
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L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 8 NOVEMBRE 2015
Clusone: Angelo Mai verso
il passaggio ,«poi fondi finiti»
Ex Selca, via l’amianto
dalla fabbrica dei veleni
Manca solo l’ok del Demanio. L’assessore Trussardi: «Ma per il restauro non ci sono i fondi»
A pagina 35
In corso in Val Camonica la rimozione dell’amianto dall’ex Selca, la fabbrica dei veleni
A pagina 40
Macigni precipitati sulle case
Rientrate le sei famiglie sfollate
San Pellegrino. Conclusi i lavori di messa in sicurezza più urgenti
Il Comune cerca fondi per altre opere, sempre a difesa di via Pregalleno
SAN PELLEGRINO
GIOVANNI GHISALBERTI
condo Zambelli, in un anno,
«qualcosa è cambiato – dice –.
Stiamo lavorando per risolvere
i disagi esistenti. La frana ha
danneggiato non solo un terreno privato ma anche un’area
pubblica, in via Solatia. Il ripristino di quest’ultima compete
all’amministrazione comunale».
È in dirittura d’arrivo il progetto esecutivo per la messa in
sicurezza dell’asfalto saltato in
via Solatia. «Entro fine anno –
prosegue Zambelli – la Giunta
approverà il progetto per la
messa in sicurezza della strada,
che tornerà a essere aperta al
traffico veicolare e pedonale».
I lavori costeranno circa 50 mila euro all’amministrazione co-
munale e partiranno all’inizio
del 2016. L’intervento durerà
un mese e mezzo: è previsto il
rifacimento dell’asfalto e del
marciapiedi nel tratto del tornante di via Solatia, ma anche
del muro distrutto che costeggia la strada per circa dieci metri.
La vulnerabilità idrogeologica di quella zona fa tornare
alla ribalta la polemica divampata nel 2007 con la costituzione di un comitato che si era battuto per la tutela dell’Aminella
e per frenare lo sviluppo urbanistico di una delle aree più
pregevoli del paese da un punto di vista storico e architettonico, ma anche ambientale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sono rientrate a casa
martedì scorso, dopo circa 50
giorni, le famiglie che, il 15
settembre scorso, erano state
sfollate dalla proprie abitazioni a seguito della caduta di un
macigno in via Pregalleno.
Il sindaco Vittorio Milesi ha
revocato l’ordinanza nei giorni
scorsi, essendo conclusa la prima fase di messa in sicurezza,
quella più urgente, finanziata
in parte anche da Regione
Lombardia.
Hanno potuto così fare rientro le famiglie di Daniele Giupponi, Bortolo Cavagna, Paolo
Ruggeri, Edoardo Galizzi, Fabio Gervasoni e Mario Manzoni.
La frana che li costrinse a
lasciare le case avvenne il 15
settembre: un macigno di cento quintali cadde da un centinaio di metri e, dopo aver bucato le reti di protezione, devastò
prima un giardino privato in
via Pregalleno, una veranda,
una scala a chiocciole e infine
concluse la sua corsa nel deposito della Sanpellegrino.
Due frane in poche settimane
Furono attimi di paura, quindi,
nella via che fa anche da raccordo con la pista ciclabile della Valle Brembana. Fortunatamente senza alcun ferito. Ma
la situazione a monte della case
preoccupò subito.
Da qui l’intervento di messa
in sicurezza sulle situazioni
più pericolose, finanziato anche da Regione Lombardia e
realizzato dall’impresa Fitzcarraldo di Valmadrera. La
stessa che per settimane aveva
lavorato nella zona di via Galiz-
Il macigno precipitato lo scorso metà settembre e finito nello stabilimento della Sanpellegrino
1 La frana il 15
settembre scorso:
il masso arrivò in
giardino e distrusse
una veranda
1 Sarà poi
necessario reperire
altri fondi per nuove
situazioni di pericolo
e la posa delle reti
zi (Sottocorna), dove altri macigni erano precipitati nei
giorni precedenti, raggiungendo la terrazza esterna di una
casa.
Chiesti fondi regionali
«Ora sarà importante intervenire sulle situazioni individuate dal geologo in priorità due
– spiega il sindaco Vittorio
Milesi –. Nel più breve tempo
possibile dobbiamo reperire i
36 mila euro necessari per l’intervento, fare il bando e affidare i lavori. Bisognerà pensare
anche alle situazioni considerate dal geologo in priorità tre,
al momento non pericolose ma
che potrebbero evolversi in
termini negativi. E, infine, per
avere ancora maggiore sicurez-
La strada per Valzurio protetta da un vallo paramassi
OLTRESSENDA ALTA
Completato dalla ditta Lizzardi Vittorio di Gromo,
dopo la rete paramassi, anche
il vallo ai piedi del Monte Corna Castello dal quale erano
precipitati sulla strada per
Valzurio diversi grossi macigni. Per terminare le opere,
che hanno consentito l’apertura della strada dopo 18 giorni di chiusura, sono stati impiegati i 70 mila euro messi a
disposizione per la somma urgenza dalla Regione, tramite
la Ster di Bergamo.
Il vallo, come si nota nella
foto di Pierino Bigoni, ha una
profondità di 4 metri, è lungo
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60 metri e largo 5 metri. Ma ci
sono altre novità per la sicurezza della strada che da Camai porta a Valzurio. Ne parla
il sindaco, Michele Vanoncini:
«Su progetto della Provincia
di Bergamo andremo presto
ad allargare tre strette curve
della strada per Valzurio. I lavori sono stati appaltati alla
ditta Dario Melotti,di Vezza
d’Oglio. Per questo intervento
andremo a spendere 150 mila
euro, somma messaci a disposizione, a fondo perduto, dal
Ministero Infrastrutture, sul
progetto “Sblocca Italia”. Il
progetto di messa in sicurezza
della strada prevede anche la
posa di reti paramassi in aderenza, all’altezza delle opere
realizzate, per una lunghezza
totale di 90 metri».
Ma non è tutto. Proprio in
questi giorni il Comune di Oltressenda Alta sta provvedendo alla copertura, con una
struttura metallica e pannelli
isolanti , della piazzola ecologica comunale. Spesa prevista
15 mila euro, stanziati nel bilancio comunale.
«Questo lavoro – dice ancora Vanoncini – è necessario
per diminuire i costi di smaltimento dei rifiuti. Questi, infatti, per le frequenti piogge , si
inzuppano di acqua e, aumen-
Il vallo sulla frana FOTO PIERINO BIGONI
za si dovranno posare reti paramassi».
Un’operazione complessiva
di riparo dalle frane, quindi, in
una zona particolarmente a
rischio da un punto di vista
idrogeologico, per la quale il
Comune ha chiesto un finanziamento regionale. Ma ci sono
anche altre zone sul territorio
di San Pellegrino che presentano situazioni critiche in termini di dissesto. Tra queste la
zona di via Galizzi (Sottocorna) e la zona di via San Rocco.
Intanto le sei famiglie sfollate sono rientrate. «In queste
settimane hanno trovato ospitalità da parenti – continua il
sindaco – senza chiedere alloggio al Comune».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
tando di peso, fanno lievitare,
in modo esponenziale, i costi
di smaltimento». Altre opere
in itinere, grazie agli stanziamenti del progetto «Arc Parc
2» del Parco delle Orobie Bergamasche, quelli in atto a Bricconi. «Qui – conclude Vanoncini – si sta provvedendo, spesa 74 mila euro, al restauro
conservativo dell’alloggio dei
conduttori dell’agriturismo e,
a seguire, si provvederà, spesa
167 mila euro, al restauro conservativo della costruzione
che ospiterà l’agriturismo. Un
grazie, naturalmente, è dovuto al Parco che, tramite il presidente Ivan Caccia, ci sta aiutando a valorizzare la minuscola, ma stupenda contrada
di Bricconi».
Enzo Valenti
Fly UP