Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in
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Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in
Riti e Rituali: Il contenuto di questo blog non è soggetto a diritti d'autore, ma non può essere utilizzato a fini commerciali.Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte: http://mstatus.splinder.com ed i singoli autori. _____________________________________________________________________________________________________ Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? Articolo di Vipom pubblicato sul Blog Riti e Rituali. Parte Prima. Molti studiosi e ricercatori si chiedono ancora di chi era quel corpo riverso sul selciato del famoso cortile di Castelvetrano, davanti alla casa dell’avvocato De Maria che nell’ultimo periodo della vita del celebre ricercato si dice lo tenesse nascosto da occhi indiscreti. La strana relazione del Capitano Perenze, a quanto pare poi modificata, parlava di un conflitto a fuoco nelle vie della città della Sicilia occidentale, di una sorta di agguato teso a Giuliano che sarebbe stato in compagnia di alcuni fuorilegge che poi lo avrebbero lasciato solo, per calcolo o per cause di forza maggiore. Salvatore Giuliano sarebbe stato colpito da una gragnola di colpi sparati dalle forze del CFRB e lasciato nel cortile così come era caduto. Ma alcuni solerti giornalisti scesi dal nord notarono diverse incongruenze nella posizione e nell’abbigliamento mortuario del “Sire” di Montelepre, non ultima quella della famosa chiazza di sangue tra l’ascella destra e la relativa spalla, col sangue che sembrava raggrumato verso l’alto e non al contrario secondo le leggi della fisica, cosicché pensarono subito ad una sorta di depistaggio, un complotto per far apparire vero quello che invece era una falsità assoluta. Era chiaro che non c’era stato alcun conflitto a fuoco e che Giuliano era stato fatto fuori in maniera diversa. Sorvolando sul fatto che esistono decine di versioni sulla morte di Giuliano, ultimamente alcuni studiosi hanno cominciato ad indagare insistentemente su un altro “mistero” ben più corposo e inquietante: era davvero quello di Giuliano, quel corpo ”apparecchiato” nel cortile De Maria? Sembra una domanda retorica, perché nessuno oserebbe mettere in dubbio una verità così semplice. Eppure esiste tutta una serie di avvenimenti che sembrano riaprire il caso dopo ben quasi sessant’anni dalla presunta morte del famoso fuorilegge: in primis l’autopsia sul corpo, la quale, a quanto pare, sembra di difficile se non impossibile consultazione, in quanto forse secretata insieme ad altri documenti consimili top secret. Alcune versioni parlano di riconoscimento ufficiale da parte della madre, altre lo smentiscono; c’è chi parla di strani rumori sulle tegole delle case attorno al cortile e c’è chi dice di non aver sentito alcuno sparo (o al massimo uno-due) in quella notte fatidica tra il 4 e il 5 Luglio del 1950; c’è chi dice che Giuliano era ancora vivo e vegeto la sera del 4 e chi ancora che si stava preparando a decollare da un aeroporto di Castelvetrano in disuso, avendo ricevuto precise soffiate dell’approssimarsi pericoloso dei suoi nemici; si vocifera a questo proposito di una lettera segreta inviatagli da un certo Verdiani, ex Capo dell’Ispettorato antibanditismo (sulla cui morte esistono non pochi dilemmi _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 1 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? Riti e Rituali: Il contenuto di questo blog non è soggetto a diritti d'autore, ma non può essere utilizzato a fini commerciali.Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte: http://mstatus.splinder.com ed i singoli autori. _____________________________________________________________________________________________________ visto che qualcuno ha osato affermare che si sia suicidato o sia stato fatto suicidare nel 1952), per metterlo in guardia da possibili tradimenti dei suoi uomini più fidati; infine c’è chi sostiene che i responsabili dell’oscura trama lo avrebbero addormentato e ucciso in una villetta di Monreale, distante un centinaio di chilometri da Castelvetrano, e quindi trasportato e adagiato nel cortile per simulare un conflitto a fuoco per arrogarsi gli onori del caso. Un fatto però sembra a tutti evidente: che molte cose non quadrano e che ancora deve essere pronunciata l’ultima parola su questo oltremodo misterioso e stranissimo omicidio, senza escludere in via preventiva che Salvatore Giuliano sia potuto in qualche modo sopravvivere ai tradimenti che certo erano stati orditi per catturarlo. Parte Seconda. Gli studiosi di Giuliano parlano di molti scottanti documenti spariti o fatti sparire e tirano in ballo la misteriosa morte del già citato erdini e di Pisciotta, il più fidato amico di Giuliano avvelenato nel 1954 nel carcere palermitano dell’Ucciardone; esistono peraltro insistenti mormorazioni di morti “sospette” di personaggi vicini o collusi col fuorilegge, senza dimenticare la sconcertante e davvero inquietante uccisione del giudice Pietro Scaglione (avvenuta a Palermo nel 1971) che secondo voci molto attendibili avrebbe interrogato “Asparinu” di persona pochi giorni prima che questi venisse ferocemente soppresso per veneficio, nella quale circostanza il magistrato sarebbe stato informato di verità sconcertanti che avrebbero dovuto essere messe per iscritto nei giorni seguenti, cosa che appunto non si potè fare per l’improvviso avvelenamento del luogotenente di Giuliano. Si parla anche di interi fascicoli spariti dal Ministero dell’Interno riguardanti dichiarazioni esplosive di Pisciotta in merito al mistero della morte di Giuliano e, sempre a proposito dell’amico fidato del bandito, si dice che Asparinu avesse redatto una sorta di promemoria lunghissimo che sarebbe stato insabbiato e fatto scomparire nel nulla. In sostanza troppi dettagli non fanno che ingigantire una storia che viene a volte presentata come semplice e definitiva. Perché poi si è deciso di imporre il Segreto di Stato sui fatti di Giuliano fino addirittura al 2016? Perché la tomba di Giuliano è in sostanza un luogo top secret, visto che è stato vietato a chiunque di riesumarne il corpo per un’altra eventuale autopsia? Perché si vocifera a Montelepre e dintorni che Giuliano non sia morto? Perché si mormora di strane allusioni della madre che prima di morire avrebbe fatto capire che il figlio non era appunto morto? Perché si legge in certe pubblicazioni di una misteriosa visita fatta alla madre di Giuliano, quando morì nel 1971, di uno strano personaggio con occhiali scuri che poco dopo aver visitato la defunta sparì verso l’aeroporto di Punta Raisi, lasciato andare dalle forze dell’ordine? Si sa poi che il Giuliano aveva dei sosia che usava sapientemente per apparire dove non poteva esserci a causa di pericoli in agguato e proprio a proposito di questo argomento qualcuno si sarebbe spinto ad evocare lo scenario apparentemente fantastico della sparizione di uno o due sosia proprio nei giorni conclusivi della vita dell’uomo più ricercato d’Italia. Ci sarebbe poi da indagare sulla questione poco chiara dell’esistenza, a quanto pare, di una seconda entrata-uscita della casa De Maria che non _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 2 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? Riti e Rituali: Il contenuto di questo blog non è soggetto a diritti d'autore, ma non può essere utilizzato a fini commerciali.Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte: http://mstatus.splinder.com ed i singoli autori. _____________________________________________________________________________________________________ sarebbe stata controllata a dovere dalle forze dell’ordine, un altro tassello che segnala una difficoltà davvero crescente all’inverosimile in tutta questa storia che sembra divenire sempre più leggendaria. In sostanza i dubbi sono troppi per escludere del tutto che Giuliano sia scampato dalla morte e d’altronde non sarebbe la prima volta che uomini al centro del ciclone riescono a farla franca; a questo proposito diversi studiosi ad esempio non hanno mai sottovalutato l’ipotesi che Hitler sia fuggito dal suo bunker di Berlino e riparato in qualche Stato dell’America del Sud. Persino su Saddam Hussein esistono voci e mormorazioni su presunti sosia che lo avrebbero sostituito nei momenti più difficili della sua carriere politico-militare, specie nei momenti di maggiore scontro con gli Stati Uniti d’America e persino sulla sua morte per impiccagione esistono non pochi che ipotizzerebbero che l’immagine penzolante dalla forca in realtà fotograferebbe un corpo non proprio identificabile come sicuramente appartenente al Presidente irakeno. Non ci si deve dunque sorprendere che anche sul “bandito” Giuliano sia circolata e circoli ancora la leggenda della sua presunta sopravvivenza. Sono poi davvero molto inquietanti i particolari del rapporto Giuliano-Verdiani, il già citato Capo dell’Ispettorato antibanditismo, che era stato estromesso dal suo incarico dopo la strage di Bellolampo del 19 Agosto del 1949 e sostituito, nella direzione del nuovo Comando Forze Repressione Banditismo (CFRB) istituito dal Ministro dell’Interno Scelba, dal colonnello dei carabinieri Ugo Luca, a quanto sembra appartenente ai servizi segreti italiani. Ebbene, raccontano le cronache che questo misterioso personaggio era in stretti rapporti col ministro Scelba, che dopo la sua estromissione dalla sua precedente funzione gli propone, subito accettata dall’interessato, la carica di Direttore generale dell’Ispettorato delle Frontiere con sede a Roma, un incarico molto delicato anche nell’evenienza di un già molte volte ventilato espatrio del celebre ricercato. Anche erdini, si dice, apparteneva a qualche apparato dei servizi segreti. Il ministro Scelba, in sostanza, sembra lo richiami per metterlo a giorno di certi segreti ancora caldi riguardanti la strage di Portella della Ginestra e per affidargli l’incarico di mettersi segretamente in contatto con Giuliano per vedere di spingere questi a stilare documenti che scagionino per sempre la politica dall’implicazione più o meno veritiera in questo evento criminoso avvenuto appunto nella piana di Portella il 1 Maggio del 1947. Parte Terza. . Ciro Verdiani si presta al gioco (del resto non aveva mai digerito il suo licenziamento quale capo dell’Ispettorato antibanditismo) e comincia a intessere con Giuliano una fitta corrispondenza ancora avvolta nel mistero e addirittura pensa di organizzare veri e propri incontri a tu per tu con l’uomo più ricercato d’Italia, e a questo proposito esisterebbero riscontri di almeno uno di questi misteriosi “convegni”, avvenuto nei giorni immediatamente precedenti il Natale del 1949, al quale avrebbero partecipato mafiosi della zona e nel quale si sarebbero consumati panettoni e bevande e si sarebbe parlato a lungo di come far uscire “di scena” l’ormai leggendario _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 3 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? Riti e Rituali: Il contenuto di questo blog non è soggetto a diritti d'autore, ma non può essere utilizzato a fini commerciali.Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte: http://mstatus.splinder.com ed i singoli autori. _____________________________________________________________________________________________________ fuorilegge. Il Giuliano, sospettoso, avrebbe acconsentito all’espatrio proposto dal Verdiani a condizione che partissero prima i suoi uomini, chiedendo nel contempo stringenti e precise garanzie prima della sua partenza. Su questa questione effettivamente conturbante del comportamento di Verdiani (pur sempre un uomo di Stato) esisterebbero anche sue lettere nelle quali, rivolgendosi a Giuliano, lo chiama "Caro Salvatore": come non vedere in tutto ciò una sorta di profonda amicizia che travalicava le regole della Legge per portare a termine qualcosa di poco chiaro, appunto l’espatrio, anche tenendo conto del suo nuovo ruolo di Ispettore generale delle Frontiere, un incarico affidatogli forse appunto per dargli carta bianca al fine di far uscire di scena il celebre monteleprino? Del resto, da quanto si racconta, avrebbe avvertito più volte Giuliano sugli spostamenti degli uomini del CFRB del collega Ugo Luca, che applica contro Giuliano la tattica della terra bruciata, facendo arrestare in circostanze rocambolesche diversi suoi gregari con l’ausilio determinante dei pezzi forti della mafia. Strana appare poi la posizione giudiziaria di un certo Marotta, un mafioso della zona, che avrebbe ospitato più volte il bandito e partecipato e forse organizzato a Castelvetrano incontri segreti tra Giuliano, mafiosi della Sicilia occidentale e forse anche politici, uomo chiave del mistero (anch’egli sembra presente all’incontro con Verdiani) che poi compare nella scena finale che avviene nella notte fatidica tra il 4 e 5 Luglio 1950 in casa dell’amico avvocato De Maria nella quale lo aveva fatto spostare. Verdiani chiede comunque una contropartita, propone in sostanza a Giuliano di stilare alcuni memoriali (almeno due vengono scritti mentre un terzo rimane avvolto nella leggenda e non si è mai trovato) in cui dichiari che a meditare e a portare a termine la strage di Portella era stato solo lui senza alcuna motivazione politica esterna in lui instillata da individui insospettabili. Giuliano sembra acconsentire ed in effetti scrive il primo documento che giunge tempestivamente a Viterbo proprio in coincidenza con l’inizio del lungo processo contro la sua banda. Ne scrive un altro ancora più stringente ad autoaccusatorio e a questo punto sembra che l’opera di Verdiani possa dirsi conclusa, ma questo non succede; Verdiani, nonostante tutto, continua ad alimentare con Turiddu una strana trattativa confidenziale che presto si trasforma in una specie di morboso interesse per il destino del bandito, evidentemente dentro di lui la vita di Giuliano cominciava a diventare qualcosa da preservare nonostante tutti i pericoli che questo comportava. Questo coinvolgimento sempre più evidente del Verdiani nel destino di Giuliano giunge fino al punto che il nostro personaggio arriva persino ad informarlo delle losche intenzioni proditorie del suo luogotenente Pisciotta, fino in sostanza a consigliargli di accelerare al massimo i preparativi dell’espatrio. Tutto sembra pronto e del resto è risaputo che Giuliano, poche settimane prima di essere "soppresso", si stava preparando alla sua "diplomatica" uscita di scena, mantenendo un comportamento assai guardingo ed in sostanza non uscendo più dal perimetro cittadino di Castelvetrano (dove abitava nella casa dell’avvocato De Maria ubicata proprio nel cortile in cui venne trovato assassinato), dove era risaputo esisteva un piccolo aeroporto abbandonato dalle forze aeree italiane e americane, capace di far decollare in qualsiasi momento un aereo con Giuliano vivo. _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 4 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? Riti e Rituali: Il contenuto di questo blog non è soggetto a diritti d'autore, ma non può essere utilizzato a fini commerciali.Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte: http://mstatus.splinder.com ed i singoli autori. _____________________________________________________________________________________________________ A questo punto siamo ormai al 3 o 4 Luglio 1950, diversi testimoni raccontano di aver visto Giuliano vivo proprio il 4, senonchè quella sera, preceduto dal Marotta, arriva Pisciotta. Tra questi e Giuliano c’è subito uno scontro verbale, il secondo accusa apertamente il suo luogotenente di volerlo tradire; Pisciotta, che effettivamente aveva avuto molti abboccamenti col la mafia e con Luca tesi a perdere per sempre il suo capo, si difende come meglio può e alla fine, stranamente, secondo le ricostruzioni fatte dalle cronache di allora, entrambi vanno a dormire nella stessa stanza al primo piano della casa dell’avvocato De Maria. Qui si sarebbe consumato nel sonno l’epilogo sanguinoso di Turiddu, ma per quanto precede non credo che Giuliano dormisse sonni tranquilli in quella notte afosa di Castelvetrano, sapendo di avere accanto il suo carnefice, a meno che la sua già nominata e proverbiale diffidenza si sia per sempre spenta in lui come neve al sole, un’evenienza che io sono portato a scartare in quanto Giuliano, pur ancora giovanissimo (appena 28 anni), era risaputo in possesso di un’intelligenza e di un intuito del tutto fuori del normale, tanto che nessuno credo aveva il coraggio di affrontarlo apertamente, neppure il più incallito mafioso, e del resto le cronache ci dicono che il Sire di Montelepre non aveva esitato ad uccidere tempo prima diversi capimafia che non avrebbero mantenuto alcuni impegni presi con lui. Secondo questa ricostruzione appresa da diverse pubblicazioni, il Pisciotta avrebbe sparato nel sonno a Giuliano, tuttavia diversi avvenimenti fanno pensare che le cose non si siano svolte in questa maniera, nel senso che il Pisciotta, pur forse avendo partecipato alla liquidazione del suo capo, non gli avrebbe sparato materialmente ed in questo c’è una pezza d’appoggio proposta da alcuni storici i quali parlano di un particolare effettivamente assai sibillino, nel senso che il braccio destro di Giuliano, rivolgendosi quella notte al De Maria, avrebbe affermato che nel piano di sopra si stava sparando e quindi da questo punto di vista appare assai difficile che egli fosse in possesso di doti di bilocazione. Parte Quarta. Tra l’altro, in riferimento al già nominato Marotta, un mafioso quanto mai ambiguo e sfuggente, si narra di una misteriosa visita da lui fatta a Giuliano proprio quella notte tra il 4 e 5 Luglio del 1950 nella casa De Maria in cui questi opitava il celebre fuorilegge, un incontro avvolto nel mistero che a quanto sembra pare confermato dagli atti giudiziari e nel corso del quale si sarebbe fatto latore (il condizionale è d'obbligo in una vicenda ingarbugliata del genere) di una lettera dell’ex Ispettore di P.S. Verdiani a Giuliano tramite la quale sarebbero state date a questi precise indicazioni di coloro che stavano per tradirlo, naturalmente per invitarlo a maggior prudenza e a prendere le necessarie precauzioni. Strano davvero che un personaggio come Verdiani (se la notizia fosse confermata) invii proprio quella notte una lettera simile. Sapeva forse l’ora esatta dell’omicidio di Giuliano? Chi gliel’avrebbe detto? E perché lo rivela all'interessato? Non significa forse che lo sta spingendo ad una fuga precipitosa? Non significa che gli sta in pratica dicendo di sloggiare immediatamente da quella casa entro magari pochi minuti? E Giuliano non _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 5 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? Riti e Rituali: Il contenuto di questo blog non è soggetto a diritti d'autore, ma non può essere utilizzato a fini commerciali.Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte: http://mstatus.splinder.com ed i singoli autori. _____________________________________________________________________________________________________ avrebbe preso alcuna iniziativa e si sarebbe lasciato uccidere nel sonno, dopo una missiva del genere? E’ verosimile? A me non pare logico sostenere che dopo una lettera di questa gravità il Giuliano sia potuto incappare nel tranello, conoscendo gli antecedenti della sua storia e il suo carattere fortemente reattivo quando si trovava in pericolo di vita. E’ invece verosimile che dopo aver ricevuto la missiva, il Giuliano abbia preso immediatamente le sue definitive e radicali decisioni e magari sia uscito subito con alcuni uomini armati per far perdere le tracce, eventualmente (ma ovviamente siamo nel campo della fantasia) facendosi sostituire da uno dei suoi sosia e sgattaiolando fuori o dall’uscita secondaria di cui abbiamo accennato o addirittura dal tetto (il rumore delle tegole di cui parlano le cronache potrebbe essere interpretato secondo questa impostazione). Del resto nella relazione sul presunto conflitto a fuoco redatta dal capitano Perenze si accennava ad un misterioso gregario che quella notte era con lui. Era Pisciotta? Era Marotta? Era Verdiani? Un suo emissario con l’incarico di favorire la fuga di Giuliano? Era forse il sosia del bandito? Misteri sopra misteri. Qui dobbiamo aprire una breve parentesi sul giornalista Tommaso Besozzi, colui che aveva scoperto alcune incongruenze sul cadavere di Giuliano e che dopo si dice fosse inseguito dalla Legge che intendeva forse anche arrestarlo per farlo tacere. Ebbene, questo solerte giornalista alla fine se ne viene fuori con una constatazione a dir poco stupefacente: “Di sicuro c’è solo che è morto”. Ma a ben guardare si trattava di una presa di posizione sibillina, nel senso che, oltre appunto a questo dato di fatto, nulla appare certo. Ma se nulla appare certo, perché dovrebbe essere sicuro che il corpo morto era quello di Giuliano? A mio giudizio Besozzi avrebbe dovuto dire un’altra cosa ben diversa e cioè che l’unica cosa certa è che il corpo di Giuliano è proprio quello che giace insanguinato nel cortile De Maria. Certamente sto forse sforzando troppo le rivelazioni del giornalista, può darsi infatti che la sua affermazione contenesse implicitamente l’ammissione dell’identità sicura del cadavere, ma qualcuno potrebbe pensarla diversamente, che non ci fosse l’implicita ammissione identitaria…lasciando il dettaglio nel vago magari sottovalutandolo o non volendolo prendere in considerazione perché ritenuto del tutto irreale, inverosimile e fantastico. E’ molto strano che egli non si sia posto un dilemma del genere, parrebbe anzi che lo sorvoli di proposito e sinceramente la cosa fa molto riflettere, se non altro perché la storia di Giuliano contiene molte leggende e le leggende a volte possono nascondere piccole o grosse verità. Ad ogni modo ritorno a dire che è stupefacente se non inquietante che i verbali dell'autopsia effettuata dal Professor Del Carpio continuino a quanto sembra (posso sbagliarmi ma mi sembra che la verità sia questa) ad essere considerati Top Secret. Se questo fatto fosse vero, perchè questa paura di rendere di dominio pubblico tutti i dettagli dell'autopsia? Bisogna fare poi altre due considerazioni su Pisciotta e Verdiani. Il ruolo di Pisciotta è in effetti assai ambiguo: forse ha partecipato all'organizzazione dell'assassinio, forse ha partecipato alla messinscena, forse si è pentito ed ha avvisato Giuliano dell'imminente pericolo senza poter far più nulla in quanto ormai si era ad un punto di non ritorno, forse sapeva troppo...come del resto Verdiani. Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi. Strano comunque che possa sembrare, entrambi questi due uomini muoiono in circostanze poco _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 6 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? 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Altro mistero non meno intrigante, la questione del fantomatico Terzo Memoriale sulla Strage di Portella della Ginestra del 1° Maggio del 1947, forse quello più veritiero che Giuliano avrebbe scritto forse per sé senza darlo in mano a nessuno se non a qualcuno di molto fidato. A chi l’avrebbe dato? Pisciotta non sembra chiaro in proposito, qualcun altro sostiene che sia stato bruciato, altri sollevano una misteriosa identità nel cosiddetto “avvocaticchio” che l’avrebbe ricevuto o visionato; come si vede navighiamo a vista nella fitta nebbia delle leggende. E se Giuliano se lo fosse portato dietro per tenere in ansia quanti volevano liquidarlo, quasi come un salvacondotto? Qui si apre il capitolo del cognato di Giuliano, il quale avrebbe affermato che il congiunto sarebbe partito con una nave verso la Tunisia (l’aeroporto in disuso di Castelvetrano non sarebbe stato più utilizzabile perché le forze del CFRB di Ugo Luca lo avrebbero circondato proprio in quei giorni) e da qui si sarebbe spostato prima in Algeria e quindi in Spagna dove si sarebbero per sempre perse le sue tracce. Non so se sia la verità, se sia una tesi basata su fatti di una qualche rivelanza, forse è una ipotesi fantastica che comunque era stata ventilata anche da qualcuno dei gregari di Turiddu. Parte quinta: La trama oscura attorno alla strage di Portella della Ginestra. E veniamo ai fatti di Portella della Ginestra del Primo Maggio del 1947. E’ uno dei capitoli più oscuri e tragici della Storia d’Italia dove agiscono intrecci tra banditismo, mafia, politica e persino servizi segreti italiani e internazionali. E’ sicuramente certa la presenza della banda-Giuliano a Portella, ma al contempo erano presenti almeno altri tre attori: la mafia; infiltrati nella banda come il Salvatore Ferreri (che poi verrà ucciso in circostanze molto oscure dopo un conflitto a fuoco avvenuto nel Giugno 1947 alle porte di Alcamo; questi, a quanto pare, sarebbe stato in stretti rapporti con la mafia della zona e con apparati di un certo livello della Polizia di Palermo) e persino una squadra della destra reazionaria scesa dal nord con intenti stragistici, avente come punto di riferimento i servizi segreti italiani e internazionali. Pare ad oggi evidente che gli uomini della banda-Giuliano sparano in aria, mentre il Ferreri son i suoi uomini abbassano il tiro verso la folla, preceduti forse dal lancio di piccole bombe della squadra di terroristi di cui abbiamo parlato, i cui scoppi vengono scambiati per mortaretti. Vengono trovati infatti sui corpi di morti e feriti schegge di armi non in possesso degli uomini di Giuliano e persino ogive di armi da fuoco anch’essi di altro tipo, la spia inequivocabile che non era Turiddu l’autore materiale della strage, bensì qualcun altro. Evidentemente avevano tirato un brutto scherzo a Giuliano che difatti si vendica uccidendo o facendo uccidere alcuni _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 7 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? 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Ma Salvatore pian piano viene a conoscenza del raggiro di cui era stato vittima e si porta con sé la sua ricostruzione che poi riverserà in alcuni memoriali, due o tre, ed in quest’ultimo, a quanto pare, scriverà la verità, una verità scottante e pericolosa; il memoriale, perno di tutti i misteri di Giuliano, sarebbe stato poi consegnato ad un misterioso “avvocaticchio” che l’avrebbe forse bruciato. La strage di Portella della Ginestra apre quindi nella mente di Giuliano una consapevolezza che prima non aveva: i politici anticomunisti e monarchici, pezzi deviati delle forze dell’ordine e dei servizi segreti italiani in combutta con quelli internazionali, sostenuti dalla mafia, erano i veri colpevoli dei fatti di Portella ed egli ne prenderà nota, usando le sue conoscenze come una spina costante nel fianco dello Stato che forse era informato di questi raggiri senza aver voluto o potuto far nulla per impedirli. Ciò gli dà in sostanza una certa autonomia operativa e gli permette di minacciare costantemente il buon nome di quanti da dietro le quinte avevano organizzato quella strage tremenda usando il fuorilegge come parafulmine. Giuliano li tiene in scacco ed esigerà sempre una contropartita, in sostanza l’amnistia per sé e per i suoi gregari e in second’ordine la possibilità di tagliare la corda per emigrare magari in America. Ma lo Stato non si mostra d’accordo con questa impostazione di Giuliano ed anzi, dopo la strage, esigerà dal fuorilegge una sorta di autoconfessione della propria colpevolezza, mandandogli a più riprese emissari, tra tutti Verdiani, diventato nel contempo il Responsabile numero uno di una sorta di Ministero delle Frontiere italiane, con lo scopo di convincerlo a nascondere il vero e a dire e a scrivere il falso. Da quanto si racconta, Giuliano s’impegna a fare come gli consigliano, a patto però di avere salva la vita, cosa che Verdiani pare gli garantisca, informandolo costantemente delle mosse del collega Ugo Luca e infine rivelandogli le trame oscure dell’amico fidato Pisciotta, forse per tramite di quel Marotta che non a caso si vocifera gli va a fare visita nella notte fatidica della sua presunta morte, in pratica consigliandogli di fuggire immediatamente dalla trappola della casa De Maria di Castelvetrano dove si era rifugiato in attesa appunto di emigrare. Ad oggi non sappiamo che fine abbia fatto, se esiste, questo terzo memoriale. Le ipotesi che non sia mai stato scritto e quindi che non esista, che non è mai stato trovato, che sia stato bruciato come dicono, che ne potrebbe esistere una copia, che Giuliano se lo sia portato appresso come salvacondotto…appaiono allo stato attuale tutte valide e verosimili, siamo comunque chiaramente nel campo delle leggende e qualunque tesi potrebbe essere _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 8 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? Riti e Rituali: Il contenuto di questo blog non è soggetto a diritti d'autore, ma non può essere utilizzato a fini commerciali.Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte: http://mstatus.splinder.com ed i singoli autori. _____________________________________________________________________________________________________ quella giusta, finanche quella più fantastica, che appunto Giuliano se lo sia tenuto gelosamente per sé quale potente documento-lasciapassare e che quindi sia riuscito a farla franca e a scampare dalla morte in quella notte fatidica del 5 Luglio del 1950. Parte sesta: Ipotesi di sopravvivenza di Salvatore Giuliano. Prima di passare ad enumerare le possibili ipotesi di sopravvivenza di Giuliano, va detto chiaro e tondo che si tratta appunto di semplici congetture, di indizi naturalmente non suffragati da prove provate. Si tratta in sostanza di piccoli dettagli oscuri che comunque debbono far riflettere. Non ho quindi la pretesa di dimostrare che Giuliano è riuscito a farla franca e ad emigrare, il mio intento è solo quello di proporre una chiave di lettura dei fatti di Giuliano completamente alternativa, forse fantastica, certamente leggendaria, ma non per questo meno attraente. Certo, mi rendo conto alla fine di questi articoli su Giuliano che è molto difficile sostenere che Turiddu sia sopravvissuto. Ad ogni modo, vista l’impostazione che ho dato ai miei interventi, corre l’obbligo di essere coerenti e passare quindi a registrare tutti gli indizi che potrebbero far pensare ad una sopravvivenza di Giuliano dopo la notte del 5 Luglio 1950. 1. Le voci insistenti e mai sopite che Giuliano sia scampato alla morte sono tuttora molto vive nella Sicilia occidentale e del resto sono state sostenute anche dal cognato e da altre figure vicine al fuorilegge. 2. Il fatto che l’autopsia effettuata dal Professor Del Carpio non sia mai stata resa di pubblico dominio (almeno da quanto se ne dice perché potrei anche sbagliarmi) testimonia di un mistero che deve far riflettere. 3. La circostanza che su molta parte degli avvenimenti e documenti su Giuliano sia stato apposto il Segreto di Stato fino al 2016 è anch’essa assai ombrosa, se non altro perché la data sunnominata sembra assai sproporzionata rispetto a fatti avvenuti così lontani nel tempo. 4. Da quanto se ne deduce da foto e filmati, non esiste alcuna inquadratura frontale, chiara e tonda, del volto di Giuliano morto, come del resto non esiste o non esisterebbe alcuno studio approfondito sulla salma del defunto. 5. Le morti sospette sono troppe e di spessore assai diverso per scartare a priori che Giuliano sia sopravvissuto. Pisciotta (avvelenato in carcere nel 1954), Verdiani (suicidatosi nel 1952), il Giudice Scaglione (come detto ucciso a Palermo nel 1971), lo stesso Tommaso Besozzi (da quanto raccontano le cronache anch’egli suicidatosi nel 1964, anche se qui non esistono prove che il suicidio di Besozzi possa essere legato in qualche modo a Giuliano e al famoso scoop che il giornalista fece sul cadavere trovato nel cortile di Castelvetrano), per elencare solo i casi che mi vengono in mente, sono tutti personaggi che interagiscono con la storia di Giuliano a livelli molto dissimili, non si tratta in sostanza di persone dalle quali poter arguire che rappresentassero una minaccia pericolosa per quanti erano implicati direttamente nelle gesta e nei segreti di Giuliano. Escluso Pisciotta, che forse era il personaggio più indigesto per la conoscenza che aveva dei fatti di Portella, gli altri non erano allo stesso modo direttamente coinvolti, sia perché uomini di Stato, giornalisti, magistrati ecc., e sia perché avevano svolto il loro lavoro al coperto della loro specifica professione. _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 9 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950? Riti e Rituali: Il contenuto di questo blog non è soggetto a diritti d'autore, ma non può essere utilizzato a fini commerciali.Si richiede a chi usi queste pagine la sola cortesia di citarne la fonte: http://mstatus.splinder.com ed i singoli autori. _____________________________________________________________________________________________________ 6. Il rumore di tegole di cui parla Besozzi e la questione della seconda uscita della casa dell’avvocato De Maria di Castelvetrano, insieme al fatto che a quanto pare il giornalista, dopo il suo scoop, era stato tenacemente inseguito e ricercato dalle forze dell’ordine, segnalano, se non fatti rilevanti, almeno una difficoltà interpretativa, la spia che qualcosa di oscuro possa essere avvenuto. 7. Il dettaglio non indifferente del misterioso gregario di cui si parla nella relazione ufficiale del presunto conflitto a fuoco (poi smentito clamorosamente), gregario che sarebbe riuscito a fuggire dalla trappola, comunica anch’esso un mistero, la possibilità implicita che quello potrebbe essere stato il vero Giuliano. 8. La questione mai sopita dell’esistenza di un sosia di Giuliano è anch’essa un fatto inquietante sul quale non si è mai indagato a fondo. 9. La misteriosa visita di Marotta prima dell’entrata in scena di Pisciotta (qualora fosse confermata), nella quale si sarebbe fatto latore di una missiva del Verdiani tesa ad informare Giuliano del pericolo mortale che stava correndo quella notte del 5 Luglio 1950, è la spia più inequivocabile che forse Giuliano era al corrente delle trame per farlo fuori e quindi non sembrerebbe verosimile che egli si sia lasciato uccidere senza colpo ferire. 10. Esistono poi una serie di conturbanti affermazioni del capitano Perenze rese molti anni dopo dinanzi ad un Comitato d’Indagine sui rapporti tra mafia e banditismo nelle quali egli afferma che era intenzione del CFRB prendere vivo Giuliano e che il fatto che sia stato ucciso era da considerarsi un fatto del tutto imprevisto, imprevisto persino per Pisciotta, confermando poco dopo che effettivamente il tutto fu accelerato dalla circostanza che si era venuto a sapere che Giuliano era stato avvertito poco prima o poco tempo prima della sua uccisione “ufficiale” che il Pisciotta stava per tradirlo, affermazioni che confermerebbero il dettaglio molto delicato del punto precedente. 11. Infine, per concludere, il tremendo quesito sull’esistenza o meno del famoso Terzo Memoriale, che lascia presagire che Salvatore Giuliano si sia potuto cautelare con un documento che avrebbe nascosto o dato ad un uomo di fiducia (il celebre “avvocaticchio”) al fine di mettere sulle spine quanti tramavano di ucciderlo. In conclusione di questa serie di interventi, lascio dunque ai lettori una libera riflessione su quanto fin qui pubblicato, nella speranza che sia stato di un qualche interesse. Saluti Vipom Riti e Rituali: http://mstatus.splinder.com Misteri e Segreti: http://vipom.splinder.com _____________________________________________________________________________________________________ (Pagina 10 di 10) Riti e Rituali: Articoli di Vipom Il mistero della morte di Giuliano: Di chi era quel corpo ritrovato in quel cortile di Castelvetrano il 5 luglio del 1950?