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il padiglione ritrovato
1 OSPEDALE S.MARTINO IL PADIGLIONE RITROVATO 2 3 4 5 IL PADIGLIONE RITROVATO Il progetto di recupero e rifunzionalizzazione del padiglione n.40 6 L e origini dello Ospedale San Martino di Genova risalgono al 1422, quando il notaio Bartolomeo Bosco acquistò tre case in vico Pammatone e le adattò ad ospedale per sole donne, intitolandolo alla “Beata Vergine della Misericordia”. L’anno successivo acquistò una vicina tintoria con l’intento di trasformarla in infermeria per uomini, ma i lavori subirono dei rallentamenti e Bartolomeo Bosco morì senza poter ammirare il compimento della sua opera. Con l’aumento degli infermi e con il miglioramento del “servizio sanitario” offerto dall’Ospedale, nel 1471 si rese necessario un ampliamento. Il senato di Genova chiese e ottenne dal papa Sisto IV la bolla pontificia che ordinava la soppressione dei numerosi piccoli ospedali e ricoveri sparsi 7 a Genova e dintorni, dirottando nel nuovo ospedale le relative rendite. In poco tempo divenne l’ospedale più importante della repubblica di Genova. Oggi questo atto politico così lucido e coraggioso dovrebbe far riflettere; le scelte di cinquecento anni or sono si mostrano più che mai attuali e intelligenti. Altri ampliamenti si susseguirono negli anni successivi sino al 1751 quando Anna Maria Pallavicini donò 125.000 lire genovesi per la costruzione di un nuovo edificio sull’area attualmente occupata dal palazzo di Giustizia. Alla fine dell’800 la popolazione genovese contava ormai 200.000 abitanti. Le condizioni igienico-sanitarie della struttura non erano più compatibili con i notevoli progressi che si registravano sia nelle scienze mediche, sia nelle altrettanto importanti prime impostazioni dell’igiene ospedaliera che concorrerà prepotentemente a sostenere lo sviluppo della medicina nel suo complesso. Anche in quel periodo la cronica mancanza di risorse economiche destinate alla sanità ostacolava la soluzione del problema che, col passare del tempo, assunse Vista generale dell’Ospedale (1927) un carattere d’urgenza tale da non poter essere più rimandato. Nel 1903 l’amministrazione comunale cominciò a pensare sulla costruzione di un nuovo ospedale cittadino e istituì una commissione per studiare il progetto. Il capitale iniziale, ancora una volta, fu una donazione del Marchese Nicolò Sauli all’Opera Pia Pammatone, 60.000 lire che furono subito investite e, trent’anni, dopo raggiunsero una cifra più che ragguardevole. Non fu né facile, né immediata, la scelta dell’area per costruire il nuovo ospedale, ma dopo varie soluzioni ragioni tecniche e logistiche fecero preferire la zona in cui ancora oggi è attivo e efficiente l’Ospedale San Martino. Nel settembre del 1907, su progetto dell’ingegnere Giuseppe Celle, iniziarono i lavori di costruzione del nuovo Ospedale suddivisi in lotti funzionali. Col primo lotto furono costruiti i cinque padiglioni di medicina per Lavori di sbancamento per la realizzazione delle cliniche (1924) uomini subito utilizzati per fronteggiare l’epidemia di colera che colpì Genova nel 1912. Nel 1912 iniziarono i lavori del secondo lotto per la realizzazione di altri sedici edifici: tre padiglioni di medicina per donne che unitamente ai cinque realizzati nel primo lotto andarono a completare gli attuali padiglioni contrassegnati dal n° 1 al n° 8, cinque per la chirurgia(padiglioni dal n° 9 al n° 13) , ed uno operatorio cen- trale (l’attuale padiglione contrassegnato con il n° 40) due per l’accettazione (gli attuali padiglioni A e B), un edificio per l’amministrazione e la direzione sanitaria, la lavanderia (oggi il padiglione Cotella sede degli uffici tecnici e del bilancio), la cucina (oggi nuovamente destinata a tale funzione dopo vari spostamenti nel secondo dopoguerra), impianti di disinfezione e centrale termica (ancora oggi destinata a tale funzione). 8 La prima guerra mondiale ridusse sensibilmente l’opera, particolarmente complessa, di costruzione dell’ospedale; vennero addirittura sfruttati dei prigionieri per sopperire alla mancanza di mano d’opera. Nell’ottobre 1922, l’ospedale era finalmente pronto, mancava solo il trasferimento dei malati da Pammatone che venne effettuato nei mesi successivi. Nel 1923 il principe ereditario Umberto di Savoia inaugurò il nuovo ospedale San Martino di Genova. L’inizio delle attività sanitarie creò l’esigenza di un moderno e funzionale reparto di terapia fisica e venne così ideata, progettata e intrapresa la costruzione del padiglione di Terapia Fisica, sovvenzionato quasi totalmente da Salvatore Sommariva che contribuì con una somma pari a 1.200.000 lire. Oggi il Padiglione Sommaria grazie ad una profonda ristrutturazione è sede di un modernissimo centro di diagnosi e terapia radiometabilica dotato di un ciclotrone per la produzione di radiofarmaci. Tra il 1926 e il 1935, 9 costruzione che si trovava all’interno della cinta ospedaliera. La mancanza di fondi fece ritardare i lavori, che vennero ultimati nel 1939 solo grazie ad un lascito di Cesare Malgara. Lo scoppio della seconda guerra mondiale sospese tutte le attività di costruzione e rinnovamento fino alla fine del conflitto allorquando si assistette ad un’accelerazione degli interventi di riqualificazione, soprattutto nel settore impiantistico, dimostrando ancora una volta, che nel passato le scelte erano decise e gli obiettivi raggiunti con lucidità e coraggio. In quel periodo ven- nero riqualificati gli impianti di riscaldamento, elettrici e telefonici, e in particolare venne ristrutturato completamente il padiglione Operatorio Centrale: il nostro padiglione 40. Il 1960, l’anno del boom economico, segna l’inizio delle più importanti scelte della politica ospedaliera, furono ideati il Pronto Soccorso, inaugurato nel 1964, e il Monoblocco per malati acuti progettato da Luigi Carlo Daneri che rappresenta ancora oggi una delle più significative realizzazioni del razionalismo genovese e non solo. Gli impianti tecnolo- Planimetria generale del complesso ospedaliero con i lasciti di Giacomo Masnata e Giovan Battista Frugone, venne costruita la Scuola convitto (ancora oggi in funzione), il “lebbrosario” (attuale padiglione Isolamento III° che svolge un’intensa attività di ricerca e cura sugli Hanseniani ed è inserito in un circuito di livello internazionale) e si sopraelevarono tutti i padiglioni esistenti, aumentando sensibilmente il numero dei posti letto. Tra il 1928 e il 1932 venne costruita la Chiesa su progetto dell’ing. Musso, furono asfaltati i viali dell’Ospedale e realizzato un museo nel Palazzo dell’Amministrazione per esporre il grande numero di opere d’arte, statue, dipinti, ceramiche, libri, ecc. che in quel momento erano conservati nei magazzini della struttura ospedaliera. Nel 1933 venne realizzato il primo restauro del castello di Simon Boccanegra, un’antica Padiglione 40 - Sala operatoria . gici dell’edificio furono progettati dal Prof. Bertolini di Milano, uno dei primi ingegneri italiani a specializzarsi in impiantistica ospedaliera. I risultati sono ancora visibili; nonostante infatti, i necessari e inevitabili interventi di innovazione tecnologica e ammodernamento, l’architettura generale degli impianti è ancora quella progettata e realizzata circa quarant’anni or sono. Il processo di ammodernamento non conosce soste. Tra ultime costruzioni sono da evidenziare il padiglione Malattie complesse, dedicato alla terapia dell’AIDS,il reparto di fisioterapia presso il Maragliano, il nuovo reparto di ostetricia e centro nascite alternative all’interno Padiglione 2 e il reparto cure ematologiche e trapianti di midollo nel padiglione 6; al padiglione 5 è funzionante un reparto avanzato di ricerca sulle cellule staminali dotato di laboratori BL3, al padiglione 9 è attivo il nuovo centro di produzione e distribuzione del farmaco unico per finire con il Monoblocco completamente riqualificato e reso a tutti gli effetti accreditabile. 10 11 Rendering del nuovo blocco operatorio. I l progetto di riorganizzazione del padiglione n.40, risale all’anno 2004 quando l’Amministrazione decise di dedicare il padiglione alle cure “intramoenia” come richiesto dalle norme in materia di svolgimento privato della professione da parte dei medici ospedalieri impiegati a tempo pieno nelle strutture pubbliche. Per adattare l’esistente struttura, la cui realizzazione, come ricordato, risale al 1912, alla nuova destinazione si è resa necessaria una totale ristrutturazione che, partendo dalle opere murarie, ha interessato ogni aspetto tecnico-funziona- le dell’edificio esistente. Il sistema di percorsi interni è stato potenziato attraverso la realizzazione di un nuovo blocco scale-ascensore, realizzato sul fronte sud-est, integrato da un nuovo montalettighe adiacente alla camera calda in grado di consentire un percorso preferenziale verso le sale operatorie. Al piano interrato dell’edificio esistente sono stati realizzati gli ambulatori con relativo punto di accettazione e servizi annessi, gli spogliatoi del personale e i locali tecnici degli impianti di riscaldamento, condizionamento, idrici ed elettrici; Ai piani terra e primo le camere di degenza dotate di bagno privato, i servizi sanitari di supporto e i servizi generali. Il nuovo corpo di fabbrica, destinato al blocco operatorio, si inserisce in testata all’esistente padiglione 40, in corrispondenza di uno spiazzo ottenuto dalla rimodellazione dell’asse viario ed dalla parziale demolizione di due fioriere laterali. Il volume, concepito ad un unico piano funzionale, di forma parallelepipeda a pianta quadrata, si pregia di una “pelle” importante sul piano tecnico, esuberante sul piano estetico, iconografica sul piano dell’interrelazione con l’architettura preesi- stente: un sistema di parete ventilata con finitura in tavelle di cotto, a totale rivestimento del volume aereo che sottolinea l’autonomia estetico-cromatica del nuovo intervento senza forzature modernistiche ma con una sensibilità di superficie che ben si integra con l’immagine iconografica dell’architettura preesistente. Un altro tratto caratterizzante si ritrova al piano terra, laddove il laterizio del volume aereo cede il posto al gres porcellanato che incornicia l’ingresso principale enfatizzato dalla sublime leggerezza delle sinuose pareti di vetrocemento. Al piano inferiore del nuovo edificio sono stati realizzati l’ingresso principale, l’attesa e la reception. Al primo piano trova sede il blocco operatorio costituito da due sale, la preparazione e il risveglio pazienti e gli spazi con i servizi di supporto. Le coperture di entrambi gli edifici sono dedicate alle sottocentrali tecnologiche di trattamento dell’aria. I reparti di degenza sono dotati di impianto di climatizzazione del tipo misto - aria primaria e radiatori - dimensionato per avere una temperatura invernale di 20 – 22 °C con un’umidità relativa del 55%. In estate la portata dell’aria primaria è implementata per ottenere un raffrescamento con una temperatura di 25 – 27 °C con un’umidità relativa del 50%. La ripresa dell’aria avviene attraverso i locali igienici e non è previsto ricircolo ma esclusivamente un recupero termico. Anche al piano seminterrato gli impianti di condizionamento sono della tipologia descritta e garantiscono le stesse condizioni climatiche. L’unità di trattamento dell’aria è situata in copertura ed è dedicata anche al condizionamento degli ambulatori e spogliatoi al piano seminterrato. L’impianto di condizionamento del blocco operatorio è del tipo a tutt’aria con filtrazione assoluta H 14, e senza ricircolo. L’elemento più interessante è rappresentato dal sistema distributivo all’interno delle sale operatorie, nelle quali si è introdotto il plafone filtrante di dimensioni 2.5 x 3 m. Questa scelta innovativa (sarà probabilmente inserita nelle prossime norme UNI sulle Sale operatorie) è avvenuta per la consapevolezza che la valutazione ed il controllo della qualità dell’aria costituiscono aspetti di forte interesse nell’ambito della sicurezza e dell’igiene ambientale nelle aree 12 ospedaliere a rischio. Del resto la definizione di opportuni standard di qualità dell’aria indoor ha focalizzato gli sforzi di tutti i principali organismi di normalizzazione internazionali ed è attualmente oggetto di studio in ragione della complessità del problema, legata alla vasta gamma di tipologie di impianti nonché di fonti di inquinamento. Per gli ambienti a massima sterilità la normativa italiana (DPR 14.01.97) impone il rispetto di prefissati limiti di concentrazione di gas anestetici (N2O e anestetici alogenati) e/o inquinanti gassosi, nonché di particolato totale aeroportato. Viene inoltre prescritto il numero mini- mo di ricambi d’aria, posto pari a 15 volumi/ora. Per ciò le sale sono state realizzate in aderenza alle caratteristiche delle linee guida ISPESL, e sono riassunte di seguito: - Efficienza minima di filtrazione: >99,97% DOP test; - Carica massima macrobiotica dell’aria immessa inferiore a 1 CFU/ m3; - Sovrapressione rispetto all’esterno del reparto positiva; - Numero minimo di ricambi aria esterna pari a 15 V/h; Temperatura estate/inverno compresa tra 20°C e 26 °C; Umidità relativa esta- 13 te/inverno compresa tra 40% e 60 %. La tipologia adottata rientra nella cosiddetta tecnica a “confinamento dei contaminanti” emessi in flussi d’aria unidirezionali e a bassa turbolenza preventivamente decontaminati. In tal modo la parte contaminata di aria in ciclo si muove secondo le linee di corrente del flusso sino alle sezioni di ripresa sospinta da uno strato di aria pulita. Il diffondersi dei contaminanti tra i filetti fluidi in senso ortogonale alle linee di corrente è regolato principalmente dal coefficiente di diffusione, data l’assenza di macrovorticosità. La contaminazione prodotta viene immediatamente allontanata dal punto di produzione con la stessa velocità del flusso d’aria. Gli impianti elettrici e speciali sono di tipo tradizionale, ma particolare attenzione è stata data all’illuminamento, realizzando differenti tipologie di illuminazione per le zone di lavoro, quelle di relax e le degenze. L’impianto di comunicazione fa riferimento ad un quadro sinottico nel locale infermieri, con ripetizione in locali sempre presidiati durante le ore notturne. Planimetria blocco operatorio attrezzato Prospetto Sud 14 I lavori di ristrutturazione si sono svolti in 10 mesi, impiegando una forza lavoro media di 50 unità lavorative giornaliere. La ristrutturazione interna dell’esistente padiglione è iniziata con la rimozione degli intonaci ammalorati e la conseguente messa in luce delle strutture murarie esistenti. Su di esse sono state poi eseguite le demolizioni in breccia, necessarie all’alloggiamento dei cavidotti impiantistici sotto traccia, e la realizzazio- ne di alcune demolizioni necessarie per modificare la distribuzione degli spazi interni adeguandoli alle nuove esigenze funzionali. A seguire, sono state realizzate le strutture in c.a. costituenti i due nuovi vani scala ed ascensore, ubicati alle due estremità opposte del padiglione originario, unitamente alle tramezze in muratura realizzate ex-novo. Le attività umide si sono poi concluse con la completa rintonacatura delle murature, realizzata con finitura a scagliola. Tale attività è risultata particolarmente impegnativa a causa 15 delle marcate irregolarità delle murature esistenti in sasso. Nel contempo, nel nuovo corpo di fabbrica, sono stati realizzati gli impalcati e le strutture verticali in c.a., completate in seguito con le murature esterne e di partizione interna. Particolare cura è stata dedicata alla qualità delle finiture. La fornitura di nuove porte vetrate automatizzate e della facciata continua del corpo di collegamento tra i due edifici, è andata ad integrare il recupero degli infissi esterni. L’attenta scelta dei colori dei rivestimenti vi- Il piano fondi nella fase iniziale dei lavori 16 17 nilici e delle pareti, sui toni del giallo per i due piani fuori terra e sui toni dell’azzurro al piano fondi, ha permesso di creare un ambiente accogliente e distensivo nelle degenze e un più rasserenante contesto negli ambulatori. Sulle facciate esterne dell’edificio esistente, è stato effettuato un fine lavoro di restauro, avviato con la rimozione ed il successivo ripristino, delle porzioni di intonaco ammalorato, proseguito con la sabbiatura dei davanzali in pietra ed ul- timato poi con la tinteggiatura delle intere facciate nei colori originari. Una facciata ventilata con finitura in elementi in cotto riveste il piano alto del blocco operatorio creando, con le sue linee nette e decise, un piacevole contrasto con l’edificio storico retrostante. Sulle coperture di entrambi gli edifici sono stati alloggiati i componenti tecnologici dell’impianto di climatizzazione (UTA, centrale frigorifera, serbatoi di accumulo, etc). Al piano fondi è stata realizzata la centrale termica, in cui avviene anche l’ingresso del vapore proveniente dalla centrale generale del complesso ospedaliero, unitamente ai locali quadri elettrici. Gli impianti tecnologici sono stati poi completati con i relativi elementi di finitura, quali travi testaletto, corpi illuminanti, sanitari e, non ultimi, televisori a cristalli liquidi installati in ogni degenza. La fornitura in opera degli arredi e l’allestimento delle sale operatorie completano l’opera chiavi in mano. 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 Riqualificazione Padiglione 40 Ospedale di S. Martino Febbraio 2008 - Dicembre 2008 Appaltatore Committente Azienda Ospedaliera San Martino Largo Benzi, 10 - Genova Capo Progetto ing. Andrea Sesenna Direttore U.O. Attività Tecniche arch. Alessandro ORAZZINI : Associazione temporanea d’imprese Bonatti SPA - Parma GE Healthcare SRL - Milano Direttore di Cantiere ing. Lorenzo Triulzi Assistente geom. Vannj Romanini Responsabile procedimento arch. Giorgia ZUNINO Direttore dei Lavori ing. Ilmo LANZA Direttore dei lavori strutture in c.a. ing. Luca BONARDI Coordinatore della Sicurezza arch. Giuseppe ACCETTULLI Opere edili DI MARCO SERVIZI SRL - corso Perrone,9 (GE) - 010.614251 Opere complementari FERRERI COSTRUZIONI SRL - via Faliero , 104/R - 010.7455534 Impianti tecnologici ELETTRODINAMICA SPA - via Adamoli,269 (GE) - 010.8466046 Progettisti ing. Mario FANTOZZI arch. Giuseppe ACCETTULLI prof. Antonio LORENZI ing. Alessandro TRAVERSO arch. Angela ZATTERA Collaudatori ing. Gianfranco VISCONTI arch. Sergio MASSARENTE ing. Sandro MORANDI Arredi CLA HOSPITAL SRL - via Verdi,41 - Gattatico (RE) - 0522.477111 Cartongessi MEYER VALERIO - v. delle industrie, 222 - Albissola Mare (SV) - 019.482473 Serramenti interni INF.ALL SNC - Via Marconi, 12 – Sala Baganza (PR) - 0521.833323 Serramenti esterni IDEALSER SRL - Via Nenni, 6/8 – Fontanellato (PR) - 0521.822636 Un ringraziamento particolare al sig. Luciano Rosselli, autore del sito www.statuesanmartino.altervista.org, per il prezioso contributo alla realizzazione del presente volume. 34 35 36