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caro babbo natale, la scuola che vorrei

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caro babbo natale, la scuola che vorrei
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Num. 8 - Dicembre 2000
CARO BABBO NATALE, LA SCUOLA CHE VORREI...
La scuola che vorrei per i ragazzi d’oggi non so
W
i computer!
Mi piacerebbe ritrovarmi in una scuola che riesca a come poterla descrivere, perchè io non ero uno sturendere lo studio (anche se intenso) facile e divertente: vorrei che si insegnassero solo le cose che veramente sono utili nella vita e che nelle varie materie
fosse più accentuato il lato pratico o comunque il collegamento con la realtà.
Caro Babbo Natale, non potresti far trovare un computer sul banco di ognuno di noi? Così gli zaini saranno più leggeri perché i libri si ridurranno a piccoli
floppy, e potremo abbinare le spiegazioni alla ricerca
di informazioni su Internet: in questo modo penso
che impareremo meglio.
Proposte per il Ministro?
Mi piacerebbe che ci fossero più ore di musica e di
educazione fisica, perché sono più divertenti; se poi ci
fosse una piscina, sarebbe bellissimo...!
Vorrei che si organizzassero tante gite in montagna,
al mare e soprattutto all’estero, magari a Londra o a
New York (anche se forse è un sogno irrealizzabile!)
Mi piacerebbe comunicare con ragazzi della nostra
età di stati diversi dal nostro, così da sapere com’è la
vita laggiù, e magari invitarli qui da noi e poi noi andremmo da loro...
Per
finire sognando...
Vorrei una scuola con tanti insegnanti stranieri che
vengono da tutto il mondo, così potremmo imparare
tante lingue, perché spesso a scuola ci sono ragazzi
stranieri che non sapendo l’italiano stanno da soli e
nessuno vuol giocare con loro: se ci fossero tanti insegnanti, noi potremmo imparare la loro lingua e loro
la nostra. Vorrei una classe con meno alunni, per conoscerci meglio tra noi, e quando qualcuno è in difficoltà in una materia, dovrebbe trovare un insegnante
in un’altra aula che lo aiuti a recuperare, senza rallentare tutta la classe.
Mi piacerebbe che i miei genitori lavorassero di meno
in modo da seguirmi di più negli studi (anche se i
compiti mi piace farli da solo) e soprattutto perchè
possano partecipare alle assemblee di classe e a tutto
quello che li riguarda da vicino nella vita della scuola.
E poi vorrei che le vacanze di Natale arrivassero il più
presto possibile e iniziassero magari il 19 Dicembre!
gli alunni di 1° e 3° I
Anche i genitori di queste classi hanno provato a sognare, scrivendo a Babbo Natale!...
Noi abbiamo pubblicato i contributi di tutti quelli che
hanno accettato di collaborare: ci sono idee interessanti, divertenti, discutibili o talvolta in contrasto tra
loro, ma tutto può essere utile per iniziare un dibattito sereno
Caro Babbo Natale,
anche quest’anno siamo arrivati a Natale, un Natale
straordinario, il Natale dell’anno 2000! Per questo
vorrei che accadesse una cosa straordinaria, la nascita della scuola dei miei sogni: una scuola dove entrando si avverta un senso di serenità e dove ognuno
possa esprimere le proprie capacità, dove il voto non
esprima un giudizio sulla persona, ma su ciò che ha
prodotto in quel momento, una scuola dove c’è sempre la possibilità di riscattarsi e non si mortifichi chi è
più debole.
(S. T.)
pagina precedente
dente modello: spero che siano i ragazzi a chiedere le
cose giuste per una scuola giusta.
(G.L.M.)
Caro Babbo Natale,
mi trovo quest’anno a farti una richiesta un po’ insolita; beh, diciamo che non avevo mai pensato a chiederti questo genere di cose: vorrei tanto che la scuola
volesse veramente bene ai ragazzi e che senza entrare in contrasto con loro li aiutasse a diventare gli
uomini e le donne di domani, onesti, tolleranti, responsabili e di conseguenza felici, e che ci aiutasse
nel mestiere più difficile del mondo: fare i genitori. Ho
chiesto troppo?
(L.M.)
Penso ad una scuola aperta sul mondo, verso
tutti i ragazzi (alti, bassi, bruttini e bellini, italiani e
non, cattolici, musulmani, protestanti o come vogliono essere) per il solo fatto che sono ragazzi, individui
che vivranno alcuni decenni del Terzo Millennio! Una
scuola aperta a tutte le generazioni: abbiamo tutti bisogno di apprendere, di aggiornarci; pensa ad un
vecchino come te che potrebbe chiacchierare, anzi
meglio chattare per le vie telematiche con un amico
che sta a scuola...
(D.G.)
ti tra insegnanti, genitori e rappresentanti di classe;
questi ultimi, nonostante mettano il loro più vivo impegno nel tempo libero, non sono quasi mai supportati da alcuni genitori, che forse credono sia tutto dovuto da quelle persone che si addossano delle cariche
per il buon funzionamento della scuola.
(P. A.)
Vorrei una scuola dove gli insegnanti si sostitui-
scano (in senso lato) ai genitori e trattino gli alunni
come fossero i loro figli, una scuola che non aggravi i
genitori, dando per esempio troppi compiti a casa,
poiché,
come
nel
mio
caso,
molti
sono
nell’impossibilità di aiutarli, non frequentando ormai
da tempo le aule scolastiche.
(M.D.R.)
Sarebbe bello avere molte più stanze per svolgere
diverse attività, come ad esempio il corso di informatica che ci era stato promesso in 1° media, ma che
“per magia” non è durato neanche un anno, anche se
era un’attività da cui le nostre figlie hanno imparato
moltissimo.
(M. e S. C.)
Vorrei maggiori
attività alternative, a scelta dei
ragazzi, dove possano collaborare insieme e aiutarsi
tra loro.
(O. V.)
piacerebbe se ci fossero più ore di educazione
Vorrei che la scuola fosse “una scuola di vita” Ci
artistica, dove nostra figlia potesse esprimersi in
per i nostri figli, ma ci vuole grande impegno sia da
parte degli insegnanti, sia da parte dei ragazzi, ci vuole tolleranza, ma anche polso, ci vuole tanta buona
volontà da parte di tutti, a partire da noi genitori; una
scuola dove i professori sappiano entrare nel cuore
dei ragazzi, capire i loro problemi, essere non solo
l’“insegnante”, ma anche un amico con cui ci si possa
confidare in qualsiasi momento.
(N. M.)
A me piacerebbe una scuola che funzionasse dal
lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 17.00, dove non si
portano i compiti a casa e il sabato e la domenica siano per la famiglia, gli amici e gli hobby. Alle materie
tradizionali vorrei aggiungere attività parallele, quali
cucina, pittura, giardinaggio, pronto soccorso e qualcosa scelto dai ragazzi. Durante l’anno scolastico dovrebbero essere più frequenti le uscite, magari con la
permanenza in varie località per alcuni giorni (montagna, mare, campeggio, gite turistiche). Infine vorrei
una scuola che insegnasse a vivere e che piacesse a
mio figlio!
(M. C.)
Mi piacerebbe un metodo di insegnamento più
comprensivo nei confronti dei ragazzi, in modo che i
ragazzi si applichino più volentieri allo studio.
(D. e A. F.)
Il programma didattico e le strutture murarie han-
no la loro importanza, ma famiglia e scuola si dovrebbero unire e sostenere nei singoli ruoli: la collaborazione scuola-famiglia-società civile potrebbe essere
la carta vincente per supportare le inevitabili fragilità
dei nostri giovani, forse lasciati troppo soli con il loro
mondo fatto di piccoli e grandi problemi.
(F.C.)
Caro Babbo Natale, all’avvicinarsi della tua festa vorrei chiederti un regalo: che migliorino i rappor-
modo spontaneo; si potrebbero organizzare delle piccole feste per far socializzare di più i nostri ragazzi. Ci
ha fatto comunque piacere scrivere questa lettera in
quanto ci sentiamo più vicini e partecipi alla vita della
scuola.
(T. e G. F.)
Caro Babbo Natale,
anche se non credo che tu esista, ho deciso di chiederti ugualmente come vorrei che fosse la mia scuola: la immagino in mezzo al verde, con le pareti trasparenti (solo quelle del bagno di cemento!) ed elastiche, in modo da poter rimbalzare da una parte
all’altra. Appena entriamo a scuola dobbiamo toglierci le scarpe e metterci delle pantofole morbide morbide e magiche che ti fanno saltare molto in alto, andando così da un posto all’altro come canguri. Tutti
noi ragazzi dobbiamo stare seduti attorno ad un
grande tavolo ed ognuno di noi ha un computer per
scrivere, disegnare e calcolare. Il prof. di Educ. fisica
ci fa nuotare in una piscina situata nel giardino, completa di trampolino e piena di acqua calda. Durante la
ricreazione c’è la musica a tutto volume e alcuni divani per riposarci.
I libri sono di carta velina così possiamo portarne
molti senza tanto peso. Mi piacerebbe che ci fossero
delle scale mobili per non far faticare i ragazzi che
stanno al piano di sopra. Sempre all’entrata c’è un
portazaino che, automaticamente, te lo porta in classe e un computer che ,digitando il tuo nome, ti ricorda in pochi secondi ,le cose principali che dovevi studiare per quel giorno . Tutte queste cose non si potranno mai realizzare, ma immagino che, in un altro
posto ,nell’universo, fra migliaia di anni, tutto ciò potrà esistere davvero.
Saluti affettuosi
Debora P. prima D
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