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S TRADE E QUARTIERI 45 saNt’euFeMIa CHe NoN DIrestI di SERgIO MASINI P er chi è abituato a percorrere il trafficatissimo viale, Sant’Eufemia è quel gruppo di case buttate su un lato, sotto le pendici della Maddalena. Entrando in Via Indipendenza (poi Sant’Orsola), ci si rende conto che ha tutte le caratteristiche di un paese di cui ancora orgogliosamente gli abitanti difendono l’identità, un borgo cresciuto attorno alla linea del tram che qui passava fino agli anni Trenta, con lo splendido complesso benedettino, il museo delle Mille Miglia al suo interno e più di una decina di ristoranti e trattorie tipiche distribuite nel giro di neanche mezzo chilometro. Sant’Eufemia è cresciuta sviluppandosi sulla mezzacosta del monte in un villaggio voluto da padre Marcolini, per poi allargarsi con belle villette mono e bi-familiari dove si conduce una vita sonnacchiosa lontano dal traffico. La zona è punteggiata da antiche residenze rurali e stretti vicoli che ne tradiscono il passato medioevale e, da sempre luogo di passaggio, ha nel suo DNA la cultura del mangiar bene “alla vecchia maniera”. Il signor Gianmaria, per esempio, ha girato l’Europa appassionandosi all’attività di ristoratore e, dal celebre Biffi di Milano (dove era direttore), ha poi scelto questa come sede de “Le bistrot”, che (anche se il nome all’inizio metteva soggezione perché un po’ troppo foresto) ha segnato quarant’anni di pranzi, cene e serate del quartiere. Al suo interno una delle osterie più caratteristiche e ricca di cimeli della zona. Uno scorcio nel cuore di Sant’Eufemia. MESI 2009 12lUglIO-AgOSTO 46 S TRADE E QUARTIERI la Chiesa di via Caionvico e uno scorcio di via Indipendenza CI RACCONTANO SANT’EUFEMIA gIANMARIA E ROSANNA BERTUlESSI (RISTORANTE “lE BISTROT”) Sant’Eufemia è cambiata in meglio o in peggio? “Decisamente in meglio. Era un’umile borgata che negli anni si è arricchita di negozi e attività di vario genere. Ottimo è il museo della Mille Miglia perché porta moltissimi nuovi avventori (com’è successo con l’edizione appena trascorsa), anche se troverai che molti in paese se ne dicono scontenti..”. “Rimpiangiamo un po’ – aggiunge la moglie Rosanna – quando da queste parti si poteva ancora lasciare la porta aperta notte e giorno, ma, tutto sommato, qui si vive ancora bene. Anche gli extracomunitari, che sono arrivati in tantissimi, non creano problemi, sono per lo più famiglie, e poi qui ci si conosce tutti”. lUCA BERTUlESSI (EDICOlA) Luca, il figlio di Gianmaria e Rosanna, è il nuovo giornalaio-poeta del quartiere. Accompagna il ruolo di commerciante a MESI 2009 12lUglIO-AgOSTO A destra, gianmaria e Rosanna Bertulessi. In basso, il figlio luca, l’edicolante-poeta. quello di editore del foglio settimanale gratuito “Edicola 111 News Magazine”, venti copie in tutto tra gli amici commercianti. Vendi molto? La gente di Sant’Eufemia legge, si tiene informata? “La crisi un po’ incide sul superfluo, per il resto la clientela è ibrida: c’è ancora una buona fetta di estrazione popolare che legge meno, poi ci sono i nuovi arrivati delle ville signorili, quelli di passaggio, da Viale Venezia al lago”. C’è molta concorrenza tra esercenti? “Direi di no, si convive senza problemi. Le attività si trovano tutte su questa via centrale ma in due distinti agglomerati, uno all’inizio e uno alla fine del paese, un tempo anche la zona alta aveva un suo nucleo ma ora non più”. AlICE CASAlI (NEgOzIO BIOlOgICO) Verso il confine con Caionvico, dove le cave hanno messo in luce lo scheletro di pietra della collina, la giovane Alice si divide tra il negozio di prodotti alimentari 47 biologici, che ha da poco avviato con la ziasocia, e lo studio di scultura, il primo vero amore, situati l’uno a fianco dell’altro. Come vanno gli affari? “Vanno bene, vanno in crescita, lenta, ma più o meno stabile”. La gente apprezza e consuma i generi da voi proposti? “Noi offriamo il pane comune come anche le care vecchie pagnotte, quelle che c’erano ottanta, cento anni fa sulle tavole di tutti (farina macinata a pietra e lievitazione naturale con la pasta acida). Gli anziani hanno risposto bene, alcuni clienti ne sono stati conquistati, altri si pongono ancora in modo cortesemente scettico. C’è crisi è vero, ma molti apprezzano comunque il mangiar bene e non si negano nulla”. La vostra clientela tipo? “Dalla massaia alla libera professionista. I pochi uomini che vengono sono esigenti e molto meticolosi nella scelta. Poi ci sono quelli degli acquisti al volo: noi abbiamo il vantaggio di offrire un parcheggio riservato, nel quartiere ormai è un lusso”. È questo uno dei problemi che la gente avverte? “Assolutamente. Troppo traffico per pochissimi parcheggi e l’assoluta mancanza di strisce pedonali o segnaletica; da queste parti non ho mai visto passare un vigile”. Tu alterni questa nuova attività a quella di scultrice e decoratrice, vero? “Oggi, per come vanno le cose, non bisogna temere di inventarsi e reinventarsi. Il mio vecchio lavoro rimane, ci dedico solo meno tempo, ma certo non lo mollo”. MOIRA, ANNA E EvElINA (BAR) In uno dei punti in cui non c’è un posto per l’auto neanche a piangere, si apre il grazioso bar gestito da tre sorelle, sono: Moira, Anna e Evelina. Secondo una di loro: “È una zona molto vivibile ma un po’ sporca e trascurata; gli anziani sono tanti e certo la difficoltà di gestione delle auto è un vero problema”. Non si trasferirebbe altrove? “No, qui la vita è piacevole e a misura d’uomo. Ci stanno volentieri anche Ambra Angiolini, che è affabile e cordiale, e Francesco Renga, che ogni tanto viene a bersi il caffè con Michele il salumiere. È stata qui anche la Trevisan che frequenta una palestra yoga nei paraggi”. Il pARROCO DON CESARE vERzINI Don Cesare, tutti mi hanno parlato bene di Lei e delle tantissime attività che promuove. È parroco a Sant’Eufemia da tanto? “Almeno dieci anni e mi trovo molto bene. La gente è cordiale e ha vivo l’interesse per il prossimo; proprio un bel luogo dove vivere e metter su famiglia, crescere i figli”. Pregi e difetti? “Ha i pregi d’essere ancora un paese… e i pregi della vicina città, nient’altro. Il quartiere dove ci troviamo fino al ’29 era un comune indipendente e il borgo delle passeggiate fuoriporta dei bresciani, alla domenica. Forse a questo si deve la sua vocazione all’accoglienza, in maniera semplice, con umiltà, qui ci si fermava a mangiare trippa, pane e salame”. Proprio non c’è nulla che cambierebbe? “In effetti, che proprio non vanno, sono le barriere in ferro e calcestruzzo davanti al monastero. Coprono la visuale di un monumento ancora poco conosciuto ma unico e bellissimo, tagliano in due un distributore, creano un senso d’insicurezza a chi vi si ferma di notte a far rifornimento: chiunque potrebbe nascondervisi dietro. Le ha volute un architetto ma che senso hanno?!”. I suoi parrocchiani vivono la Chiesa e le sue iniziative? “C’è lo zoccolo duro degli anziani che resiste, ci sono poi nordafricani e filippini che la frequentano, anche qualche cinese. Stiamo studiando iniziative per imparare a conoscerci, c’è un bellissimo presepe vivente, una Via Lucis firmata da tanti artisti, feste in collaborazione con l’Arci, volontari vari, i ragazzi della protezione civile. Molti di loro ora sono in Abruzzo ad aiutare”. Museo della Mille Miglia e un antico monastero benedettino, come va la convivenza? “Maluccio, sono un po’ il sacro e il profano obbligati ad accompagnarsi a forza. Certo è compito del parroco mediare. Posso dire però che l’anno scorso abbiamo festeggiato il millenario del monastero: Sant’Eufemia della Fonte avrebbe meritato in faccia a sé una rotonda un po’ diversa”. Da sinistra la pasticciera-scultrice Alice Casali e una delle titolari del bar di Sant’Eufemia.In alto, il parroco Don Cesare verzini. MESI 2009 12lUglIO-AgOSTO