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OUTLOOK ABI-CERVED SULLE SOFFERENZE DELLE IMPRESE
1.0
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1,5
k€
1k
OUTLOOK
ABI-CERVED
SULLE
SOFFERENZE
DELLE IMPRESE
Stima e previsione dei tassi
di ingresso in sofferenza
delle società non finanziarie
per fascia dimensionale
APRILE 2015
#1
• (2
)
• 75
,5%
a+2b
• 12
,5%
Aprile 2015 / n° 1
OUTLOOK ABI-CERVED SULLE SOFFERENZE DELLE IMPRESE
2
SOFFERENZE IN CALO
TRA PMI E GRANDI IMPRESE
SINTESI DEI RISULTATI
I prestiti alle imprese rappresentano il fattore di maggiore vulnerabilità per le banche
italiane: dello stock di 184 miliardi di euro di sofferenze lorde raggiunto a dicembre
Il gap tra grandi
e piccole aziende rimarrà
significativamente superiore
rispetto a quello pre-crisi
2014, oltre la metà (131 miliardi, pari al 16% dei crediti concessi) è originato da società
non finanziarie. Nonostante alcuni recenti segnali di miglioramento, il flusso di nuove
sofferenze delle imprese è rimasto su livelli storicamente molto elevati, che ne rendono
necessario un attento monitoraggio.
Tra i dati ufficiali rilasciati dalla Banca d’Italia sulle sofferenze non esistono però dettagli
relativi a un importante aspetto del fenomeno, la dimensione delle imprese che entrano in
default. Abi e Cerved hanno avviato un progetto congiunto che ha il duplice scopo di stimare
i tassi di ingresso in sofferenza per le diverse fasce dimensionali delle imprese, con un ampio
grado di copertura del territorio e del settore in cui operano le società italiane, e di formulare
previsioni per questi insiemi, basate su scenari macroeconomici aggiornati periodicamente.
In generale, la ricostruzione delle serie storiche per classe dimensionale delle imprese
conferma la percezione di una maggiore rischiosità associata a dimensioni minori di
impresa, ma con alcune notevoli eccezioni1. Nel complesso, le microimprese (meno di
10 addetti e un giro d’affari inferiore a 2 milioni di euro) evidenziano tassi di ingresso in
sofferenza doppi rispetto a quelli delle grandi società (oltre 250 addetti e più di 50 milioni
di euro di fatturato). Questo non avviene nelle costruzioni, settore in cui con la crisi le
sofferenze si sono impennate in misura maggiore tra le grandi imprese e la loro incidenza
ha superato quella stimata per le PMI e per le microaziende.
1. Al maggior rischio in media delle imprese di minori dimensioni non corrisponde un maggiore rischiosità nei termini di rischio di portafoglio. Numerose evidenze mostrano, infatti, che il rischio delle imprese di minori dimensioni ha
una componente idiosincratica più elevata di quella delle imprese maggiori e quindi risulta più bassa la correlazione
tra gli eventi di default e si riduce, di conseguenza, la rischiosità del portafoglio crediti delle piccole imprese.
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Aprile 2015 / n° 1
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Stime e previsioni dei tassi
di ingresso in sofferenza
per dimensione di impresa
3,8%
3,1%
flusso annuale di sofferenze rettificate
in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
totale società
grandi
medie
piccole
micro
Fonte: stime Abi-Cerved
2,6%
3,9%
3,6%
3,2%
2,6%
3,2%
2,9%
2,5%
2,3%
1,9%
1,9%
1,7%
1,9%
1,6%
1,3%
1,2%
1%
0,6%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Secondo le previsioni, nel 2016 il tasso di ingresso in sofferenza delle società non
finanziarie è previsto in calo dall’attuale picco del 3,7% al 3%. Il miglioramento
riguarderà tutte le fasce dimensionali, ma nel 2016 il differenziale di rischio tra società
minori e società di dimensione maggiore sarà significativamente superiore a quello precrisi: la lunga fase di recessione e di stagnazione che ha colpito l’economia italiana ha
infatti innalzato i tassi di ingresso in sofferenza in tutte le fasce dimensionali, colpendo
con maggiore durezza le società più piccole. Per il 2015 e il 2016 si prevede l’avvio di
un graduale processo di convergenza dei tassi, con una riduzione dei gap tra le società
minori e quelle di dimensione maggiore, ma insufficiente per compensare l’ampliamento
di questo divario, osservato tra 2007 e 2014.
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Aprile 2015 / n° 1
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LE SOFFERENZE
BANCARIE
DELLE IMPRESE
ITALIANE
4
Secondo i dati più recenti della Banca d’Italia, alla fine del 2014, lo stock di sofferenze
lorde bancarie ha raggiunto la cifra record di 183,7 miliardi di euro, pari al 9,6% del totale
dei crediti verso la clientela. É un valore che, per effetto della lunga crisi che ha colpito
l’economia italiana, si è più che quadruplicato rispetto ai circa 43 miliardi di fine 20082.
I dati evidenziano che la parte più rilevante delle sofferenze, sia in termini assoluti che
in relazione ai prestiti erogati, riguarda le società non finanziarie, che alla fine dello
scorso anno hanno accumulato 130,8 miliardi di sofferenze lorde, il 16,2% rispetto allo
stock di crediti concessi (808,4 miliardi).
Sofferenze lorde del
sistema bancario italiano
183,7
miliardi di euro
130,8
altri
società non finanziarie
Fonte: elaborazioni Abi-Cerved
su dati Banca d'Italia
dic ‘07
dic ‘08
dic ‘09
dic ‘10
dic ‘11
dic ‘12
dic ‘13
dic ‘14
Il flusso di nuove sofferenze delle imprese indica che questo stock non è destinato a
ridursi nei prossimi mesi: benché in calo, a settembre del 2014 l’incidenza sui crediti in
bonis è infatti rimasta su livelli storicamente elevati, quadrupli rispetto a quelli osservati
prima dell’inizio della crisi. Se calcolato con riferimento al numero di prestiti (e non al loro
importo), il tasso di ingresso in sofferenza mostra invece una tendenza in aumento, con un
massimo del 3,7% raggiunto nel terzo trimestre dello scorso anno.
Tassi di ingresso in
sofferenza per le società
non finanziarie
4,3
flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle
consistenze dei prestiti
numeri
importi
3,7
1,6
1,1
Fonte: elaborazioni Abi-Cerved
su dati Banca d'Italia
q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3 q1 q3
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
2. Diversamente dai dati di settembre 2014, i valori di fine 2008 non includevano i dati di Cassa Depositi e Prestiti
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5
Il diverso andamento del tasso di ingresso in sofferenza per numero e importo sembrerebbe
indicare un miglioramento della situazione per le imprese di maggiore dimensione, ma questo
fenomeno non può essere misurato dalle statistiche ufficiali. Tra i dati rilasciati dalla Banca
d’Italia esistono infatti dettagli relativi alle sofferenze per area geografica, settore dell’impresa,
importo del credito erogato dalle banche, ma non alla dimensione delle società che ricevono
il prestito. Sulla base degli score individuali di rischio che Cerved produce per le imprese
italiane, è possibile produrre delle stime che replicano con un buon grado di accuratezza le
statistiche ufficiali e che consentono di colmare questo vuoto informativo (v. box).
La ricostruzione delle serie storiche per classe dimensionale delle imprese
conferma la percezione di una maggiore rischiosità associata a dimensioni minori di
impresa, ma con alcune notevoli eccezioni. Nel 2013 (l’ultimo anno per cui sono state
rilasciate le statistiche ufficiali per tutti i quadrimestri) il tasso di ingresso in sofferenza
– pari al 3,6% per la generalità delle società non finanziarie – è stimato al 3,8% per le
microimprese, al 3,1% per le piccole società, al 2,6% per le medie aziende e all’1,9%
per le società di dimensione maggiore. In altri termini, in base alle stime, il tasso di
ingresso in sofferenza delle microaziende è nel 2013 doppio rispetto a quello delle grandi.
L’esercizio di stima conferma per il 2014 andamenti eterogenei tra le società di maggiore
dimensione e quelle più piccole: le medie e le grandi imprese hanno interrotto l’aumento
dei tassi, che si confermano sui livelli dell’anno precedente; viceversa, le micro e le piccole
aziende hanno visto aumentare ulteriormente l’incidenza delle sofferenze sui prestiti in
bonis, ampliando il gap con le altre fasce dimensionali.
L’incidenza relativa delle sofferenze tra diverse dimensioni di impresa non è
risultato stabile nel tempo e le serie storiche così stimate possono essere anche un utile
strumento per capire come si è trasformato con la crisi il rischio relativo delle diverse
fasce dimensionali. Gli indici evidenziano che nelle fasi di tensione finanziaria (dopo la
crisi finanziaria dovuta al crollo delle torri gemelle nel settembre del 2001 e dopo la crisi
dei mutui subprime dell’estate del 2008) il rischio tra le diverse classi dimensionali tende
a ridursi, probabilmente per la maggiore reattività delle grandi imprese a situazioni di
difficoltà finanziaria.
Tassi di ingresso
in sofferenza per
dimensione di impresa
stime del flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
totale società
grandi
medie
piccole
micro
Fonte: stime Abi-Cerved
1,7%
3,8%
3,9%
3,1%
3,2%
2,6%
2,6%
1,9%
1,9%
2013
2014
1,2%
1%
0,6%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
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IL PROGETTO ABI-CERVED PER LA STIMA DEI TASSI DI DECADIMENTO PER DIMENSIONE DI IMPRESA
Cerved e Abi hanno avviato un progetto congiunto che ha lo scopo di stimare e prevedere i tassi di decadimento per classe
dimensionale delle imprese, contribuendo così ad ampliare il set informativo a disposizione degli analisti e, più in generale, di
tutti gli operatori interessati.
Il progetto si pone l’obiettivo di stimare i tassi di ingresso in sofferenza in numeri a partire dal 1990 per macrosettore di attività
economica, area geografica e classe dimensionale delle imprese, per un totale di 64 cluster, e di modellare i tassi così ottenuti
per poter costruire previsioni e simulazioni.
La stima dei tassi di decadimento è ottenuta attraverso un processo che utilizza uno score di Cerved disponibile per il
complesso delle società italiane, il CeBi-Score4, come valutazione sintetica del rischio economico-finanziario di un’impresa,
trasformandolo in indicatori individuali del rischio delle singole o EIDR (Expected Individual Default Rates) e riproporziando
gli EIDR sulla serie storica pubblicata dalla Banca d’Italia.
La possibilità di disporre di un indicatore a livello individuale con la proprietà di replicare, in media, le dinamiche dei tassi di
decadimento di sistema, fornisce un potente stimatore del tasso stesso a livello di cluster dimensionale. Attraverso una proporzione
è stata quindi ricostruita la serie storica dal 1990 dei tassi di decadimento (TD) per i 64 cluster considerati nel progetto.
Nell’ambito del progetto di ricerca, Cerved e Abi distinguono le società non finanziarie in quattro classi dimensionali,
utilizzando i criteri definiti dalla Commissione Europea:
CLASSIFICAZIONE DELLE
IMPRESE PER DIMENSIONE
Occupati
Fatturato
Attivo
Microimpresa
< 10
e
≤ € 2mil
oppure
≤ € 2mil
Piccola impresa
< 50
e
≤ € 10mil
oppure
≤ € 10mil
Media impresa
< 250
e
≤ € 50mil
oppure
≤ € 43mil
Grande impresa
≥ 250
oppure
> € 50mil
e
> € 43mil
I tassi di decadimento ottenuti alimentano un modello di stima di rischiosità dei prestiti alle imprese con un grado di dettaglio
dato dall’intersezione tra i livelli di dettaglio settoriale, territoriale e dimensionale.
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GLI ANDAMENTI
SETTORIALI
Secondo i dati della Banca d’Italia, nel 2013 il tasso di ingresso in sofferenza si è
attestato al 3,5% nell’industria, al 5% nell’edilizia e al 3,2% nel terziario, con un forte
ampliamento dei divari settoriali rispetto ai livelli del 2007 (compresi tra l’1,5%
e l’1,8%). In base alle stime, nell’industria è previsto un miglioramento già nel 2014,
mentre nelle costruzioni e nei servizi i tassi risulteranno in ulteriore aumento toccando
valori, rispettivamente, del 5,4% e del 3,4%.
Tassi di ingresso
in sofferenza
per macrosettore
5,0%
flusso annuale di sofferenze rettificate
in rapporto alle consistenze dei
prestiti per dimensione delle società
non finanziarie
servizi
costruzioni
industria
agricoltura
Fonte: elaborazioni Abi-Cerved
su dati Banca d'Italia
3,5%
3,2%
1,8%
1,6%
1,5%
1,5%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
5,4%
3,4%
3,4%
2,3%
2,3%
2013
2014
Nell’industria il gap tra aziende minori e imprese più grandi risulta ancora più
pronunciato di quello stimato per il complesso delle società non finanziarie: nel 2013 il
tasso di ingresso in sofferenza è dell’1,8% tra le grandi imprese e più del doppio per le
microimprese, il 4%. In tutte le fasce dimensionali manifatturiere è stato raggiunto un picco
negativo nel 2013, mentre si stima un miglioramento di un decimo percentuale nel 2014,
quando l’incidenza delle sofferenze dovrebbe toccare nel complesso il 3,4%.
Tassi di ingresso in
sofferenza per dimensione
di impresa nell'industria
stime del flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
4,0%
3,9%
2,9%
2,8%
2,5%
2,4%
1,8%
1,7%
2013
2014
2,1%
totale industria
grandi
medie
piccole
micro
1,3%
Fonte: stime Abi-Cerved
2007
1,1%
0,7%
2008
2009
2010
2011
2012
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Tassi di ingresso in
sofferenza per dimensione
di impresa nelle costruzioni
stime del flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
totale costruzioni
grandi
medie
piccole
micro
Fonte: stime Abi-Cerved
7,1%
6,8%
6,2%
5,6%
6,3%
5,8%
4,9%
5,2%
1,6%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Diversamente da quanto osservato nel resto dell’economia, nelle costruzioni a una
maggior dimensione di impresa non corrisponde un minor tasso di sofferenza. Nel 2013
le grandi società hanno evidenziato tassi che hanno toccato un record del 7,1%, contro
il 6,2% delle medie imprese, il 5,6% delle piccole aziende e il 4,9% delle micro imprese.
In base alle stime, questa anomalia ha iniziato a manifestarsi nel 2009 con differenziali
che si sono ampliati fino al 2013. Nel 2014 il tasso di ingresso in sofferenza è previsto in
aumento nell’edilizia al 5,4% (dal 5%) con un ulteriore peggioramento per le microimprese
e per le PMI, mentre le grandi società riducono il loro tasso di tre decimi percentuali. Il
differenziale si riduce, ma rimane negativo per le società maggiori.
Nel 2013 per le grandi imprese del terziario sono stimati tassi di ingresso in sofferenza
pari all’1,6%, la metà rispetto al dato ufficiale, che si riferisce a tutte le fasce dimensionali. I
tassi aumentano al 2,2% per le medie società, al 2,6% per le piccole aziende e al 3,4% per
le micro imprese. Nel 2014 il tasso, in aumento di due decimi percentuali, cresce in tutte le
fasce dimensionali con un ampliamento dei gap tra le aziende di diversa dimensione.
Tassi di ingresso in
sofferenza per dimensione
di impresa nei servizi
stime del flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
3,4%
2,6%
1,6%
totale servizi
grandi
medie
piccole
micro
1,1%
Fonte: stime Abi-Cerved
2007
3,6%
2,8%
2,2%
2,3%
1,6%
1,7%
0,9%
0,6%
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
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GLI ANDAMENTI
TERRITORIALI
I dati territoriali relativi ai tassi di ingresso in sofferenza delle società non finanziarie
evidenziano una forte divaricazione dei differenziali che già si osservavano prima della crisi:
nel 2013 i tassi si sono attestati al 3,1% nel Nord Ovest (1,4% nel 2007), al 2,8% nel Nord
Est (1,2%), 4% nel Centro Italia (1,7%), 4,8% nel Mezzogiorno e nelle Isole (2,3%). Per il
2014, si stima che i tassi rimarranno agli stessi livelli del 2013 nel Nord Est e nel Centro,
aumenteranno di un decimale nel Nord Ovest e cresceranno di mezzo punto nelle regioni
meridionali, che aumenteranno il gap negativo con il resto della Penisola. In tutte le aree
del Paese a una minore dimensione aziendale corrispondono tassi di ingresso in sofferenza
maggiori e in tutte le fasce dimensionali considerate il rischio di insolvenza è superiore nelle
regioni Centro-Meridionali rispetto a quanto stimato per quelle del Nord.
Tassi di ingresso in
sofferenza per macroarea
5,3%
4,8%
flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle
consistenze dei prestiti
Sud e Isole
Centro
Nord Est
Nord Ovest
Fonte: elaborazioni Abi-Cerved
su dati Banca d'Italia
2,3%
4,0%
4,0%
3,1%
3,2%
2,8%
2,8%
2013
2014
1,7%
1,4%
1,2%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Tra 2007 e 2013 i tassi sono aumentati di 2,5 punti tra le microimprese del
Mezzogiorno, arrivando a toccare il 4,8%, il massimo osservato in tutta la Penisola. Nel
Centro, l’aumento dell’incidenza delle sofferenze stimato tra le società minori è leggermente
minore, del 2,3% e porta il tasso dell’area al 4,1%. Minore l’impatto sulle microimprese
settentrionali, che però più che raddoppiano i tassi tra 2007 e 2013: dall’1,6% al 3,4% nel
Nord Ovest e dal 1,4% al 3,1% nel Nord Est.
Microimprese:
tassi di ingresso in
sofferenza per macroarea
5,3%
4,8%
flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto
alle consistenze dei prestiti
2,3%
Sud e Isole
Centro
Nord Est
Nord Ovest
Fonte: stime Abi-Cerved
4,1%
4,1%
3,4%
3,5%
3,1%
3,1%
2013
2014
1,8%
1,6%
1,4%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
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Le piccole imprese del Sud e delle Isole sono le società che, in base alle stime, hanno
sofferto di più la crisi, con un incremento delle sofferenze tra 2007 e 2013 di 2,6 punti
percentuali, dal 2,1% al 4,7% e un tasso che sfiora quello delle microimprese. Più contenuti,
ma comunque significativi, gli aumenti osservati nel Centro (di 2,2 punti al 3,7%), nel Nord
Est (+1,6%, al 2,5%) e nel Nord Ovest (+1,6% al 2,6%). Nel 2014 si stima ancora un forte
incremento nel Mezzogiorno (di un ulteriore mezzo punto, con un tasso che arriverà al 5,2%),
un ulteriore lieve aumento nel Nord Ovest (di un decimo di punto), un tasso che rimarrà allo
stesso livello tra le piccole società del Centro, mentre nel Nord Est si stima un’inversione di
tendenza, con un calo dell’incidenza delle sofferenze di 0,1 punti percentuali.
Anche tra le medie imprese i tassi di ingresso in sofferenza sono aumentati maggiormente
nel Centro-Sud, con incrementi di oltre due punti tra 2007 e 2013, contro aumenti di 1,31,4 punti nel Nord. Nel 2014, l’incidenza delle sofferenze è stimata al 4,5% nel Sud e nelle
Isole, al 3,3% al Centro, al 2,3% nel Nord Ovest e all’1,8% nel Nord Est.
Piccole imprese:
tassi di ingresso in
sofferenza per macroarea
5,2%
4,7%
flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto
alle consistenze dei prestiti
2,1%
Sud e Isole
Centro
Nord Est
Nord Ovest
Fonte: stime Abi-Cerved
1,5%
2,6%
2,7%
2,5%
2,4%
2013
2014
0,9%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
4,5%
4,2%
flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto
alle consistenze dei prestiti
2,0%
Fonte: stime Abi-Cerved
3,7%
1,0%
Medie imprese:
tassi di ingresso in
sofferenza per macroarea
Sud e Isole
Centro
Nord Est
Nord Ovest
3,7%
1,4%
3,4%
3,3%
2,2%
2,3%
1,9%
1,8%
2013
2014
0,8%
0,7%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
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11
Grande imprese:
tassi di ingresso in
sofferenza per macroarea
3,8%
3,4%
flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto
alle consistenze dei prestiti
Sud e Isole
Centro
Nord Est
Nord Ovest
Fonte: stime Abi-Cerved
2,7%
2,7%
1,5%
1,6%
1,2%
1,4%
0,8%
0,6%
1,2%
0,5%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Le stime relative ai tassi di ingresso in sofferenza per le grandi imprese indicano che il
divario Nord-Sud è particolarmente ampio per questa fascia dimensionale, con tassi del
3,4% tra le società maggiori del Mezzogiorno, oltre il doppio di quanto stimato per quelle
settentrionali (1,5% nel Nord Ovest e 1,4% nel Nord Est). Nel loro complesso, le grandi
società meridionali risultano rischiose come una microimpresa del Nord Ovest e più di una
microimpresa del Nord Est. Nel 2014, il divario è atteso in ulteriore aumento, con un tasso
che toccherà il 3,8% nel Mezzogiorno, aumenterà di un decimale nel Nord Ovest, rimarrà
allo stesso livello nel Centro e si ridurrà di 0,2 punti nel Nord Est.
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12
LE PREVISIONI AL 2016
Secondo lo scenario macroeconomico di riferimento utilizzato per formulare le
previsioni sui tassi di ingresso in sofferenza, nel 2015 l’economia italiana uscirà dalla
recessione, con una moderata crescita del Pil (+0,6%), che dovrebbe prendere vigore nel
2016 (+1,1%). La ripresa dovrebbe essere supportata da una graduale e lenta ripresa della
domande interna e da un contributo più incisivo delle esportazioni, che dovrebbero crescere
del 3-4% nel biennio di previsione.
Scenario
macroeconomico
di riferimento
Pil
2013
2014
2015
2016
-1,9
-0,4
0,6
1,1
Consumi famiglie
-2,8
0,4
0,6
0,8
Consumi pubblici
-0,7
-0,6
-0,2
0,5
Investimenti fissi lordi
-5,4
-3,4
0,7
2,0
in attrezz. e macch.
-4,5
-3,1
1,3
2,6
in costruzioni
-6,8
-4,4
0,4
2,0
altri investimenti
-2,0
0,0
0,6
0,1
Esportazioni
0,6
2,3
3,2
3,7
Importazioni
-2,7
0,3
2,5
2,6
di cui:
Prezzi al consumo (NIC)
1,2
0,4
0,8
1,1
Tasso di disoccupazione
12,2
12,6
12,6
12,4
Fonte: Istat e previsioni Abi
In base a questo scenario, si prevede che per il complesso delle società non finanziarie italiane
i tassi di ingresso in sofferenza si ridurranno al 3,4% nel 2015 e al 3% nel
2016. Le previsioni per dimensione di impresa indicano l’avvio di un graduale processo di
convergenza dei tassi, con una riduzione dei gap tra le società minori e quelle di dimensione
maggiore. Il fenomeno dovrebbe essere favorito da un lato, dalla ripresa dell’economia e,
dall’altro, dal processo di ristrutturazione che ha interessato il sistema economico, con l’uscita
dal mercato delle imprese più fragili, soprattutto di dimensione minore.
Previsione dei tassi di
ingresso in sofferenza per
dimensione di impresa
3,9%
stime del flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
3,2%
2,6%
3,2%
3,4%
2,9%
2,3%
1,6%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
3,0%
2,5%
1,9%
1,9%
totale società
grandi
medie
piccole
micro
Fonte: stime e previsioni Abi-Cerved
3,6%
3,7%
2015
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1,3%
2016
Aprile 2015 / n° 1
OUTLOOK ABI-CERVED SULLE SOFFERENZE DELLE IMPRESE
13
Industria: previsione dei tassi
di ingresso in sofferenza per
dimensione di impresa
3,9%
3,4%
stime del flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
2,8%
2,9%
2,3%
1,7%
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2,5%
1,9%
1,3%
2007
3,0%
1,9%
2,4%
totale industria
grandi
medie
piccole
micro
Fonte: stime e previsioni Abi-Cerved
3,5%
2015
1,5%
1,0%
2016
Al termine dell’esercizio di previsione, l’incidenza delle sofferenze è attesa al 2,5%
nell’industria, in calo di circa un punto rispetto alla stima per il 2014. La riduzione
prevista è di un punto per micro e piccole imprese, di 0,9 punti per le medie aziende e di
0,7 punti per le società maggiori, che saranno quelle più vicine ai valori pre-crisi.
Nelle costruzioni il tasso di ingresso in sofferenza, pur in calo di 0,9 punti rispetto al
2014, è previsto nel 2016 a livelli storicamente molto elevati, pari a quasi il triplo di quanto
osservato nel 2007. In base ai modelli, il recupero sarà particolarmente sostenuto tra le
società di maggiore dimensione, per cui i tassi diminuiranno dai 6,8 punti percentuali del
2014 ai 4,7 del 2016, tornando al di sotto di quelli stimati per le PMI (4,9% per le piccole
aziende e 5,2% per le medie società) ma non di quelli previsti per le microimprese (al 4,4%).
Costruzioni: previsione dei
tassi di ingresso in sofferenza
per dimensione di impresa
6,8%
6,3%
5,8%
stime del flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
5,4%
5,2%
5,6%
5,4%
5,2%
4,8%
4,7%
5,2%
4,9%
4,7%
4,5%
4,4%
2015
2016
totale costruzioni
grandi
medie
piccole
micro
Fonte: stime e previsioni Abi-Cerved
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
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Aprile 2015 / n° 1
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Servizi: previsione dei tassi di
ingresso in sofferenza per
dimensione di impresa
3,6%
3,4%
stime del flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto alle consistenze
dei prestiti per dimensione delle
società non finanziarie
2,8%
2,3%
1,7%
totale servizi
grandi
medie
piccole
micro
Fonte: stime e previsioni Abi-Cerved
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
3,4%
2,9%
3,2%
2,6%
2,1%
1,6%
2015
2,8%
2,3%
1,8%
1,4%
2016
Nel 2016 si prevede che l’incidenza delle sofferenze diminuirà al 2,8% nei servizi, in calo
dal 3,4% del 2014. Il miglioramento è maggiore per le microimprese (dal 3,6% al 2,9%),
rispetto a quanto atteso per le piccole aziende (da 2,8% a 2,3%), alle medie (da 2,3% a
1,8%) e alle grandi (da 1,7% a 1,4%).
Dal punto di vista territoriale, i modelli indicano un miglioramento diffuso a tutte
le aree del Paese, ma alla fine dell’esercizio di previsione il gap tra il Centro-Sud e il
resto del Paese rimarrà significativo. Nel 2016 il tasso di ingresso in sofferenza è infatti
previsto nel Sud e nelle Isole al 4,4%, nel Centro al 3,4%, nel Nord Ovest al 2,4% e nel
Nord Est al 2,2%. Le previsioni per dimensione di impresa indicano che ancora nel 2016
il rischio delle grandi società del Mezzogiorno (3,4%) rimarrà superiore a quello delle
microimprese che hanno sede nel Nord.
Previsione dei tassi
di ingresso in sofferenza
per macroarea
5,3%
4,4%
4,0%
flusso annuale di sofferenze
rettificate in rapporto
alle consistenze dei prestiti
3,2%
2,8%
Sud e Isole
Centro
Nord Est
Nord Ovest
Fonte: stime e previsioni Abi-Cerved
4,9%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
3,7%
2,8%
2,5%
2015
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3,4%
2,4%
2,2%
2016
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