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Le opportunità dell`accumulo nel Quinto Conto
Le opportunità dell’accumulo nel Quinto Conto Energia Sottotitolo: Il contributo degli accumuli per aumentare la quota di autoconsumo dei consumatori con impianto di generazione FV Autori: Renato Urban, Giuseppe Mauri, Massimo Gallanti INTRODUZIONE Negli ultimi anni si sono succeduti più provvedimenti per incentivare la produzione di energia da conversione fotovoltaica (FV). Tale incentivazione nota come “Conto Energia” ha l’obiettivo di ripagare il maggior costo dell’energia prodotta dagli impianti FV rispetto all’energia prodotta da fonti fossili convenzionali (es. cicli combinati a gas). Con il susseguirsi dei provvedimenti di incentivazione, il valore dell’incentivo per l’energia FV prodotta è andato progressivamente riducendosi. Con il “Quinto Conto Energia”, attualmente in vigore, è cambiato il meccanismo di incentivazione. Mentre con i precedenti provvedimenti veniva incentivata allo stesso modo tutta l’energia prodotta e si poteva usufruire dello “scambio sul posto” (ovvero era possibile e vantaggioso utilizzare la rete elettrica come un accumulo di energia infinito), con il Quinto Conto Energia è stato eliminato lo “scambio sul posto” e introdotta l’incentivazione dell’autoconsumo, cioè dell’energia FV che viene contestualmente consumata là dove è collocato l’impianto FV. Per aumentare la frazione di autoconsumo del FV è possibile utilizzare gli accumuli di energia posti nella rete elettrica dell’utente. L’acquisto e l’utilizzo di un sistema di accumulo diviene economicamente conveniente quando i benefici economici derivanti dall’incremento di energia autoconsumata per effetto del sistema di accumulo sono in grado di ammortizzare l’investimento nel sistema di accumulo prima che esso arrivi a fine vita. Questo articolo esegue una valutazione economica sulla convenienza economica di un sistema di accumulo integrato con un sistema di produzione FV da 3 kW presso un cliente domestico e individua la taglia ottimale del sistema di accumulo nei casi in cui esso risulta economicamente conveniente. INQUADRAMENTO NORMATIVO Il cosiddetto Quinto Conto Energia è stato introdotto con il Decreto Ministeriale del 5 luglio 2012. Esso ridefinisce le modalità di incentivazione per la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica, che sono entrate in vigore il 27 agosto 2012 1. Il Quinto Conto Energia cesserà di applicarsi decorsi 30 giorni solari dalla data in cui si raggiungerà un costo cumulato degli incentivi 2 di 6,7 miliardi di euro l’anno. 1 Ovvero decorsi 45 giorni solari dalla data di pubblicazione della deliberazione con cui l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) ha determinato, su indicazione del GSE, il raggiungimento di un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi pari a 6 miliardi di euro(Deliberazione AEEG 12 luglio 2012, 292/2012/r/efr) 2 Comprensivo dei costi impegnati dagli impianti iscritti in posizione utile nei Registri, che sarà comunicata dall’AEEG sulla base degli elementi forniti dal GSE attraverso il proprio Contatore fotovoltaico - con un’apposita deliberazione. Rispetto alle precedenti versioni del Conto Energia, il Quinto Conto introduce il meccanismo della tariffa onnicomprensiva per l’energia FV immessa in rete: si tratta di una tariffa che accorpa in sé sia il valore dell'incentivazione sia quello dell'energia ceduta alla rete. La tariffa onnicomprensiva si applica quindi alla sola energia FV immessa in rete. L'energia che invece non viene immessa ma è autoconsumata gode di un incentivo definito premio per l'autoconsumo. Nei precedenti Conti Energia, invece, la tariffa incentivante era applicata su tutta l'energia prodotta dall'impianto, indipendentemente dall'uso che ne veniva fatto (cessione alla rete o autoconsumo). Utilizzando un tecnicismo, è corretto affermare che con il Quinto Conto Energia si è passati da un meccanismo di incentivazione di tipo di feed in premium ad uno di tipo feed in tariff. Il valore della tariffa onnicomprensiva e del premio per l'autoconsumo varia in funzione della potenza dell'impianto (gli impianti piccoli godono di una tariffa più alta) e del sito di installazione. Il valore dell’incentivo si riduce con cadenza semestrale. Sia la tariffa onnicomprensiva che quella per l'autoconsumo possono essere maggiorate se si realizzano impianti in sostituzione dell'eternit (+0,03 €/kWh) e se si utilizzano materiali europei (+0,02 €/kWh). Le due maggiorazioni sono cumulabili. L'IMPORTANZA DI AUTOCONSUMARE L'ENERGIA PRODOTTA Il passaggio al nuovo meccanismo di incentivazione basato su tariffa onnicomprensiva e al premio per l’autoconsumo ha importanti ripercussioni sull’impiego che l’utente fa dell’energia FV prodotta dal proprio impianto. Diviene molto importante valutare la quota di autoconsumo sul totale dell'energia prodotta: maggiore è questa quota, maggiore sarà la redditività dell'impianto. Ancorché il solo incentivo per l'autoconsumo sia inferiore al valore della tariffa onnicomprensiva, il vantaggio per il cliente che auto consuma l’energia FV prodotta cresce significativamente considerando il risparmio che esso ottiene (indicativamente intorno a 0,25 €/kWh) per non dover acquistare dalla rete l’energia autoprodotta. Facciamo un esempio per chiarire il concetto. Per un impianto su tetto da 3 kWp, il valore della tariffa onnicomprensiva è di 0,208 €/kWh e quello del premio per autoconsumo è di 0,126 €/kWh. Al premio per l’autoconsumo vanno però sommati gli 0,25 €/kWh (0,18 € più oneri di rete, di sistema e tasse) del valore dell'energia che non viene prelevata dalla rete in quanto sostituita da quella autoprodotta. Per ogni kWh di energia da FV autoconsumata, si avrà un beneficio economico complessivo di 0,376 €/kWh, superiore di circa l’81% rispetto al valore della tariffa onnicomprensiva. Diviene quindi fondamentale per il consumatore dotato di impianto FV incrementare la quota di autoconsumo al fine di massimizzare la redditività del proprio impianto. Per farlo, può spostare i consumi elettrici nelle ore di funzionamento dell'impianto fotovoltaico, vale a dire nelle ore diurne. Ciò però comporta un cambiamento nello stile di vita delle famiglie, che consumano l’energia elettrica prevalentemente nelle ore serali. Lo stesso risultato può essere conseguito dotando l’impianto FV di un sistema di accumulo che, nelle ore in cui l’energia prodotta dall’impianto FV eccede il consumo, immagazzina l’energia in eccesso per poi renderla disponibile quando la richiesta di energia dell’utente supera quella prodotta dal FV. Per meglio comprendere il concetto di autoconsumo e della sua “massimizzazione” facciamo riferimento alla Figura 1, dove, con riferimento ad un cliente domestico dotato di impianto FV, è mostrata una rappresentazione grafica dell’energia prelevata dalla rete (area rossa), dell’energia prodotta dall’impianto FV e auto consumata (area verde) e dell’energia prodotta dall’impianto FV e immessa in rete (area gialla). Figura 1: esemplificazione del concetto di energia prodotta, autoconsumata ed immessa in rete La somma delle aree rossa e verde rappresenta l’energia complessivamente consumata dall’utente, mentre la somma delle aree verde e gialla rappresenta l’energia prodotta dall’impianto FV. In figura si vede che il giorno 5 tutta l’energia prodotta risulta essere autoconsumata, mentre nel giorno successivo solo un 70% circa dell’energia prodotta viene autoconsumata. L’introduzione di un accumulo permette di “spostare” la parte di energia prodotta ma non autoconsumata in ore della giornata in cui si ha un consumo di energia senza una contemporanea produzione FV. Tale periodo è rappresentato dalle ore serali della giornata (si veda ad esempio il picco attorno alle 19 del giorno 6). Spostando la quota parte di energia prodotta ma non autoconsumata nelle ore in cui il fabbisogno di energia supera la produzione FV, aumenta la percentuale di energia autoconsumata, e quindi, in virtù della forma di incentivazione introdotta con il Quinto Conto Energia, la reddittività dell’impianto (si veda la Figura 2, in cui l’energia immessa in rete nel giorno 6 è stata “spostata” nelle ore serali permettendo di abbattere il picco di energia assorbita dalla rete). Figura 2: Spostamento dell'energia immessa in rete nelle ore serali e conseguente abbattimento del picco di prelievo di energia dalla rete VALUTAZIONE DELLA QUOTA DI AUTOCONSUMO Al fine di valutare il contributo che potrebbero fornire gli accumuli, è necessario stimare la quota di autoconsumo che un cliente domestico dotato di impianto FV già consegue senza far ricorso ad un sistema di accumulo o a modifiche della propria curva di consumo elettrico. A tal fine si è fatto riferimento ai dati di monitoraggio dei consumi di energia elettrica su base oraria nell’anno 2011 di circa 1000 clienti domestici distribuiti sul territorio italiano, e ai dati relativi alla produzione fotovoltaica oraria, aggregati per area geografica, del 2010. I dati dei consumi fanno parte delle informazioni utilizzate da RSE per lo studio sull’impatto della tariffa bioraria sulla curva dei consumi domestici, svolto per conto dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas. Tra i circa 1.000 clienti domestici monitorati, sono stati considerati solo quelli per i quali era disponibile la curva di consumo per l’intero anno. Questa scrematura ha portato all’individuazione di 399 clienti. Una prima analisi ha permesso di ricavare la suddivisione degli utenti in base alle 4 fasce di consumo annue fissate dall’Autorità (Figura 3). Figura 3: Suddivisione dei clienti in base al consumo annuo Per ogni cliente del campione si conosce inoltre l’area geografica di appartenenza (Nord, Centro, Sud, Sicilia e Sardegna). Questo dato permette di associare il cliente ad un profilo di produzione FV coerente con la sua collocazione geografica. Per quanto riguarda la produzione FV, si è fatto uso dei valori orari di produzione aggregati per area geografica, correlando tali valori con la potenza FV installata nell’area geografica nello stesso periodo a cui si riferiscono i dati di produzione. Rapportando l’energia oraria prodotta in un’area geografica con la potenza FV installata in quell’aerea si è ricavato il “fattore di produzione orario medio ” per ciascuna area geografica, costituito da un vettore di 8760 valori orari compresi tra 0 e 1. Tale fattore di produzione permette di stimare, su base oraria, la potenza generata da un qualsiasi impianto fotovoltaico in ciascuna delle cinque aree geografiche considerate. In Figura 4 è mostrata la curva di produzione media annua, aggregata per area geografica, di un impianto fotovoltaico da 3 kWp. Le produzioni mensili mostrate nel grafico di Figura 4 sono state ottenute integrando su base mensile le curve di produzione orarie ottenute applicando il fattore ad un impianto di potenza pari a 3 kWp. Come è facile intuire, i picchi di produzione si hanno nei mesi estivi e sono più marcati al sud e nelle isole. Figura 4: Curva di produzione media annua per un impianto da 3 kWp I profili di consumo orario di ogni singolo cliente vengono quindi messi in relazione con i profili di produzione stimati di un ipotetico impianto FV collocato presso il cliente, ottenendo così la quota di autoconsumo di ciascun cliente. In Figura 5 è mostrata l’aggregazione dei clienti in funzione della percentuale di autoconsumo raggiunta da ciascun cliente. Come si vede la maggior parte dei clienti avrebbe una quota di autoconsumo dell’energia FV prodotta compresa tra il 20% ed il 45%. Figura 5: Aggregazione degli utenti in base alla percentuale di autoconsumo L’USO DELL’ACCUMULO PER AUMENTARE LE QUOTE DI AUTOCONSUMO L’integrazione di un sistema domestico di accumulo in un impianto FV permette di recuperare una parte dell’energia prodotta in eccesso rispetto alle necessità di consumo dell’utente, evitando quindi di immetterla in rete, per impiegarla per autoconsumo in un periodo successivo della giornata, nel quale l’impianto FV non produce a sufficienza per soddisfare la domanda dell’utente. L’accumulo deve quindi essere dimensionato in base all’energia prodotta in eccesso, facendo quindi riferimento alla specifica curva della domanda del cliente. Per determinare la taglia ottima del sistema di accumulo, cioè la dimensione dell’accumulo in grado di massimizzare il ritorno economico dell’utente, è stato messo a punto l’algoritmo rappresentato in Figura 6. Figura 6: Rappresentazione black box dell’algoritmo L’algoritmo prende in ingresso i dati orari di consumo e di produzione FV dello specifico utente, per un periodo di un anno, e genera gli andamenti temporali degli scambi ottimali di energia con il sistema di accumulo, oltre ai flussi economici derivanti dallo scambio di energia con la rete e ottenuti dagli incentivi previsto dal Quinto Conto Energia. L’algoritmo è inoltre parametrizzabile relativamente ai parametri dell’accumulo (es., rendimento e DOD 3) e alle tariffe dell’energia elettrica. Le tariffe utilizzate nella simulazione sono quelle fornite dall’autorità e sono aggiornate al gennaio 2013. LOGICA DI FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI ACCUMULO La logica di funzionamento del sistema di accumulo considerata in questo studio è estremamente semplice, ma al contempo molto efficace. In pratica, istante per istante, se la potenza prodotta dall’impianto è maggiore di quella consumata dall’utente, l’energia in eccesso viene stoccata nell’accumulo. Se l’accumulo 3 DOD: profondità di scarica della batteria (Depth Of Discharge) risulta essere carico al suo valore massimo, l’energia prodotta in eccesso viene immessa in rete. Quando la potenza generata dall’impianto è minore di quella consumata dall’utente, l’energia mancante viene fornita dall’accumulo. Qualora l’energia contenuta nel sistema di accumulo non sia sufficiente a soddisfare il fabbisogno dell’utente, la quota mancante viene prelevata dalla rete elettrica. Con questa logica di funzionamento, l’accumulo eroga energia elettrica quando la produzione da parte dell’impianto scende al di sotto del consumo dell’utente. Questa situazione accade tipicamente nel tardo pomeriggio, cioè in un orario in cui il prezzo dell’energia è più alto. Nella Figura 7 viene mostrata una esemplificazione grafica di quanto appena spiegato. In questo esempio la taglia dell’accumulo considerata è pari a 3,5 kWh. Come si può notare, intorno alle 17 del primo giorno si ha una saturazione dell’accumulo, e quindi l’energia prodotta in eccesso viene immessa in rete. Tra le 19 e le 23 circa tutta l’energia richiesta dall’utente viene fornita dall’accumulo mentre tra le ore 11 e le 14 la produzione FV è tale sia da soddisfare i consumi dell’utente, sia da caricare l’accumulo. Da notare il vincolo sulla minima carica residua che l’accumulo deve mantenere per non danneggiarsi; in questa esemplificazione, al fine di meglio evidenziare gli andamenti delle grandezze in Figura 7 è stato posto un DOD pari al 95%, che comporta una carica minima residua pari a 0,175 kWh. Nelle simulazioni che seguono è stato invece utilizzato un DOD più realistico, pari all’80% e un rendimento del ciclo di carica/scarica pari all’85%. Commento [P1]: In analogia alle figure precedenti cambierei assorbimento dalla rete in prelievo dalla rete Figura 7: Andamenti temporali delle grandezze elettriche di interesse (capacita accumulo pari a 3,5 kWh) Si noti che nella logica di funzionamento illustrata si è ipotizzato che il sistema di accumulo sia in grado, istante per istante, di erogare tutta la potenza richiesta dall’utente. In questo scenario il sistema di accumulo deve quindi essere dimensionato per poter erogare la potenza massima contrattuale dell’utente (tipicamente 3 kW). Per gestire l’accumulo si possono ovviamente applicare altre logiche di funzionamento. Per esempio si può ripartire l’energia accumulata tra le ore del tardo pomeriggio e quelle della prima mattina (ore piene), per minimizzare l’assorbimento dalla rete nelle ore con tariffa più alta. La sperimentazione di ulteriori algoritmi è attualmente in fase di studio. VARIAZIONE DELLE QUOTE DI AUTOCONSUMO Tramite l’impiego del sistema di accumulo con la logica descritta precedentemente è possibile incrementare la quota di autoconsumo dell’energia FV prodotta. In Figura 8 è mostrato questo incremento a partire dalla situazione senza accumulo, sul campione di clienti considerato nello studio. Figura 8: Variazione della percentuale di autoconsumo al variare della capacità del sistema di accumulo Con un accumulo da 4 kWh, che corrisponde alla taglia più idonea a supportare un impianto fotovoltaico domestico da 3 kWp, è possibile incrementare l’autoconsumo in media di circa 800 kWh in un anno, con picchi fino a 1100 kWh/anno, e con valori minimi pari a circa 150 kWh/anno. VALUTAZIONE ECONOMICA Il simulatore messo a punto è in grado di stimare, per ciascuno dei clienti del campione, il suo flusso di cassa annuo considerando la produzione fotovoltaica, i consumi dell’utente e l’energia assorbita dalla rete. Per fare questo, oltre agli andamenti temporali di tali grandezze, è necessario fissare il costo di acquisto dell’energia elettrica (Figura 9). A tal fine si è fatto riferimento ai costi della tariffa D2 relativa ad un cliente domestico in regime di maggior tutela, con potenza impegnata di 3 kW. TARIFFA Quota energia (€/kWh) Monoraria Bioraria Fascia unica Fascia F1 Fascia F23 kWh/anno: da 0 a 1800 0,13193 0,13840 0,12867 da 1801 a 2640 0,18648 0,19295 0,18322 da 2641 a 4440 0,24901 0,25548 0,24575 da 4441 0,29577 0,30224 0,29251 Quota fissa (€/anno) 21,6050 Quota potenza (€/kW/anno) 5,6729 Figura 9: Costi di acquisto dell'energia elettrica per cliente in regime di maggior tutela (fonte AEEG) Per ciascun utente il simulatore genera due curve che mettono in relazione la capacita (taglia) del sistema di accumulo con: • • il beneficio economico dovuto all’incremento dell’autoconsumo per effetto del sistema di accumulo il costo di investimento annualizzato del sistema di accumulo stesso. Un esempio di queste curve è rappresentato nella Figura 10. All’aumentare della taglia del sistema di accumulo, cresce l’autoconsumo e quindi il beneficio economico dato dall’uso del sistema di accumulo. I valori di capacità corrispondenti ai punti in cui la curva del beneficio economico, dovuto all’incremento dell’autoconsumo, interseca quella del costo di investimento annualizzato dell’accumulo, definiscono gli estremi dell’intervallo di capacità del sistema di accumulo entro cui il beneficio economico dovuto all’incremento dell’autoconsumo è maggiore del costo di investimento annualizzato dell’accumulo stesso. La taglia del sistema di accumulo che massimizza la differenza tra il beneficio economico dato dall’uso dell’accumulo e il suo costo di investimento annualizzato corrisponde alla taglia ottima dell’accumulo. Lo studio ha messo in evidenza che il beneficio economico dovuto all’incremento dell’autoconsumo è fortemente dipendente dal costo di investimento del sistema di accumulo. Si è assunto di calcolare il costo di investimento tramite una formula binomia, nella quale i due termini sono funzione, rispettivamente, della potenza nominale erogata dal sistema di accumulo (termine legato principalmente al costo dell’inverter) e della sua capacità di carica (costo legato al pacco batterie). Inizialmente si è fatto riferimento agli attuali costi della tecnologia di accumulo elettrochimico a ioni di litio, assumendo come termine relativo alla potenza un valore di 1000 € per una potenza di 3 kW, e un costo per capacità di carica pari a 700 €/kWh. Si è inoltre ipotizzata una vita tecnica del sistema di accumulo di 10 anni. Il costo di investimento annualizzato dell’accumulo è stato quindi considerato pari ad 1/10 dei valori precedentemente indicati, trascurando l’attualizzazione dei costi di investimento. Commento [P2]: Cambiare in Costo investimento accumulo Beneficio per incremento autoconsumo Figura 10: Esemplificazione della variazione dei flussi economici al variare della taglia dell'accumulo A titolo di esempio, in Figura 11 sono mostrate 4 situazioni tipiche riscontrate nell’analisi dell’impiego di un sistema di accumulo accoppiato all’impianto FV da 3 kW per ciascuno dei 399 clienti domestici considerati. Commento [P3]: Cambiare in Beneficio per incremento autoconsumo Ritorno economico complessivo del sistema di accumulo Costo investimento accumulo Figura 11: Andamenti rappresentativi dei flussi economici (costo di investimento annualizzato dell’accumulo pari a 100€/anno + 70€/kWh/anno) Si osserva come in tutti i casi considerati non c’è mai convenienza economica ad installare un sistema di accumulo domestico: le curve del beneficio economico per incremento dell’autoconsumo sono infatti sempre posizionate al di sotto della corrispondente curva del costo di investimento annualizzato del sistema di accumulo. E’ interessante notare che la curva del beneficio economico per incremento dell’autoconsumo presenta un asintoto orizzontale al crescere della capacità dell’accumulo. Questo andamento è indice del fatto che, oltre un determinato valore di capacità del sistema di accumulo (diverso da utente ad utente) non si hanno più significativi aumenti delle quote di autoconsumo in quanto, nella grande maggioranza dei casi, la produzione su base annua di un impianto fotovoltaico da 3 kWp è maggiore del consumo annuo dell’utente e l’aggiunta di ulteriore capacità di accumulo non consente ulteriori recuperi di autoproduzione. Una prima conclusione dello studio ha quindi evidenziato che, con gli attuali costi dell’energia elettrica – incentivi inclusi – e con i costi correnti per i sistemi di accumulo, non c’è convenienza economica nell’installare un sistema di accumulo domestico abbinato ad un impianto fotovoltaico da 3 kWp. Occorre notare che le simulazioni sono state fatte considerando un tasso di attualizzazione dell’investimento pari a zero. Questo scelta, di carattere conservativo, è stata adottata per ragioni di semplicità nella simulazione, che trascura anche possibili variazioni del prezzo dell’energia prelevata dalla rete nel periodo di tempo considerato. Se si considerasse un tasso di attualizzazione non nullo aumenterebbe ulteriormente il divario tra il costo di investimento del sistema di accumulo e il beneficio economico conseguente all’aumento della quota di autoconsumo, rendendo di fatto ancora meno conveniente l’installazione di un sistema di accumulo. La simulazione è stata in seguito ripetuta andando a ridurre i costi del sistema di accumulo, sulla base delle proiezioni di costo riportate in un recente studio 4 relativo ai sistemi di accumulo per autotrazione. In particolare si è ipotizzato un costo fisso pari a 750 € (stima del costo prospettico di un inverter da 3 kW) ed un costo variabile pari a 300 €/kWh (costo prospettico del pacco batterie). I risultati della nuova simulazione sono presentati in Figura 12. 4 Si veda http://www.mckinsey.it/idee/mckinsey_quarterly/battery-technology-charges-ahead.view Commento [P4]: Modificare come nel caso precedente Figura 12: Andamento dei flussi economici (costo accumulo pari a 70 €/anno + 30 €/kWh/anno) Le valutazioni si riferiscono allo stesso campione di clienti domestici fin qui considerato. A fronte di una riduzione del 38% del costo complessivo del sistema di accumulo, solo 5 dei 399 clienti del campione presentano una convenienza economica nell’introdurre un sistema di accumulo a fianco dell’impianto FV. Peraltro anche per questi 5 utenti il ritorno economico annuo derivante dal sistema di accumulo è di entità assai modesta: nel migliore di casi considerati si ha un beneficio annuo pari a 11,35 €. Si noti che in tale scenario per le tariffe dell’energia elettrica, così come per gli incentivi per l’autoconsumo, sono stati utilizzati i valori del 2013, ancorché per costi di investimento dell’accumulo si sia fatto riferimento a valori di proiezioni future. Nonostante vi sia uno sfasamento temporale tra i costi dell’accumulo e le tariffe, questa simulazione lascia intravedere che con la progressiva riduzione dei costi delle batterie, i sistemi di accumulo potranno raggiungere la convenienza economica. CONCLUSIONI Lo studio ha valutato i benefici economici derivanti dall’impiego di un sistema di accumulo da parte di un utente domestico dotato di un impianto FV da 3 kWp, che permette di sfruttare al meglio il premio per l’autoconsumo introdotte con il Quinto Conto Energia. Lo studio fa riferimento ai valori di consumo di 399 utenti domestici relativi all’anno 2011, e alle stime dei valori orari di produzione FV di un ipotetico impianto FV da 3 kWp installato presso ciascun utente del campione. Tali stime sono ottenute a partire da dati aggregati di produzione FV acquisiti nel 2010. Lo studio ha calcolato l’incremento della quota di autoconsumo che si otterrebbe al variare della taglia di un sistema di accumulo da installarsi presso i clienti del campione, e ha fornito una valutazione circa il beneficio economico conseguente a tale incremento, confrontandola con il costo di investimento annualizzato del sistema di accumulo. L’esito della valutazione è che con gli attuali costi delle tecnologie di accumulo non c’è convenienza economica all’impiego dell’accumulo. Qualora i prezzi degli accumuli si abbassassero secondo i trend previsti da recenti proiezioni di mercato, in qualche caso (5 utenti dei circa 400 clienti analizzati) il sistema di accumulo avrebbe un ritorno economico essendo il beneficio derivante dall’impiego del sistema di accumulo superiore al costo di investimento annualizzato dello stesso. In questi casi la taglia ottimale del sistema di accumulo è pari a poco più di 4 kWh (con riferimento ad una potenza dell’impianto FV pari a 3 kWp). La convenienza economica di un sistema di accumulo potrebbe anche essere conseguita ottimizzando le configurazioni impiantistiche. Ad esempio, si potrebbe inserire il sistema di accumulo a monte dell’inverter dell’impianto FV, realizzando un unico apparato per il controllo dei flussi tra pannelli FV, batteria e rete dell’utente, apparato a sua volta integrato con un unico inverter per la connessione dei dispositivi connessi in corrente continua (pannelli FV e batterie) con la rete elettrica domestica in corrente alternata. In tal modo si ridurrebbero i costi del sistema di accumulo, eliminando un secondo inverter e conseguendo una maggior efficienza di conversione. La definizione di nuove architetture per una miglior integrazione di produzione FV e accumulo presso un utente finale e le loro implicazioni normative e regolatorie sono attualmente oggetto di studio.