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IPOTESI DI NUOVO DISTINTIVO PER L`AGESCI IN CALAB

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IPOTESI DI NUOVO DISTINTIVO PER L`AGESCI IN CALAB
Associazione Centro Regionale di studi e documentazione sullo Scautismo “Don V
V. Lembo”
IPOTESI DI NUOVO DISTINTIVO REGIONALE
PER L’AGESCI IN CALABRIA
1. Il mandato
Con lettera del 23 luglio 2008 indirizzata al
Centro Studi, i Responsabili Regionaali dell’Agesci
hanno comunicato che il Comitato R
Regionale
Agesci Calabria nella riunione dell’8
8 luglio 2008,
sulla base di quanto previsto dall’arrt. 72 del
Regolamento Organizzazione, ha deeliberato di
dare mandato al Centro Studi per laa
predisposizione del nuovo distintivo
o regionale
associativo. Il mandato è quindi da considerarsi
o ed è stato
un mandato esclusivamente tecnico
affidato al Centro Studi affinché lo stesso, alla
luce dei documenti conservati nell’aarchivio
storico regionale ASCI ed AGI e di un lavoro di
ricostruzione storico, documentariaa e
iconografico, possa sviluppare riflesssioni ed
orientamenti che consentano all’Asssemblea
Regionale di esaminare una o più proposte,
scegliendo con maggiore cognizion
ne di causa.
Per l’assolvimento di questo mandaato, i cui
risultati sono riportati nel presentee studio, il
Centro si è avvalso di un gruppo di llavoro
costituito da Sandro Repaci, Carmelo Trunfio,
Ippolito Maiolo, Vincenzo Schirripa,, Filippo
Arillotta, della consulenza grafica dii Piero
Gavinelli e Tita Bevacqua, della consulenza
iconografica e strorica dell’AICOS (A
Associazione
Italiana Collezionisti Scout) nella peersona di
Adriano Braga , della consulenza araldica
dell’Associazione “Araldica Civica”, nella persone
pitta.
del dott. Fraccasso e del dott. Scarp
Non è stato un lavoro semplice, ne’’ breve e il
documento finale si ritiene ne dia ampia
dimostrazione. A tutte queste perso
one va il
ringraziamento del Centro Studi e, ccrediamo, la
riconoscenza di tutti i capi della Calabria.
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Associazione Centro Regionale di studi e documentazione sullo Scautismo “Don V
V. Lembo”
Figura 1 - Il distintivo regionale dell'Agesci
Calabria
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2. Il “BRUTIUM “: cenni storico-iconografici
Il distintivo regionale della Calabria è
comunemente denominato “BRUTIM “, dalla
scritta che campeggia su di esso e risale
certamente al periodo della ripresa dello
o la seconda
scautismo nella regione subito dopo
guerra mondiale .
dei fondatori
Disegnato da Pino Orlando,1 uno d
dello scautismo reggino del dopogu
uerra, fu
scelto in nel corso di un Convegno
o Capi dell’ASCI
(Associazione Scouts Cattolici Italian
ni) tenutosi a
Paola nel 1947 e presieduto da Marrio Mazza.
Altre fonti, sempre orali , attribuiscono il disegno,
o l’idea al Cav. Domenico Scordo, primo
commissario regionale ASCI.
L’antico nome della Calabria ne rich
hiama le radici
storiche; la scelta del latino evidenzzia il periodo
della nascita del cristianesimo, che approdò in
Italia tramite la parola di S. Paolo ch
he proprio a
Reggio fondò la prima comunità cristiana della
penisola. Tale richiamo è evidenziatto dalla croce,
che dal punto di vista iconografico rrisulta essere
una “croce patente” nella variante “scorciata”
(una delle croci di origine templare)); la striscia
diagonale indica la penisola calabraa, lineare in
senso di unità geografica e ideale; l’’inclinazione
della banda diagonale, da sinistra a destra e non
da destra a sinistra come dovrebbe essere stante
la collocazione della penisola calabrrese, fu
imposta dalla necessità di far leggerre (appunto da
sinistra a destra) la scritta BRUTIUM
M. L’azzurro è il
mare che circonda la Calabria.
Lo scudo nel quale è inscritto il diseegno, è uno
scudo di foggia sannitica in una variiante atipica
con una punta al centro del margine inferiore e
tre punte, una al centro e una rispeettivamente
agli angoli destro e sinistro del marggine
superiore. Il tutto è ricamato su di u
un rettangolo
di stoffa grigio neutro. Vi è da rilevare che dal
Cfr. Teofilo Maione , Lo Scautismo a Reggio – l’ASCI 1945-1974 , in corso di pubblicazione.
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Associazione Centro Regionale di studi e documentazione sullo Scautismo “Don V. Lembo”
punto di vista simbologico ed iconografico il
distintivo è assolutamente originale non
essendovi in Calabria, almeno all’epoca, alcun
simbolo o “icona” grafica affermatasi
storicamente nel tempo ed alla quale
richiamarsi, a differenza di quanto invece è stato
possibile in altre regioni ( i Mori della Sardegna,
la Croce di Savoia in Piemonte, la Trinacria in
Sicilia, il Leone di S. Marco in Veneto, ecc.).
Il rinvenimento, nelle carte del 1945-46 del
Commissariato Regionale ASCI di un bozzetto in
un appunto manoscritto a matita del 1946 2
i
Figura 2- Appunto manoscritto ( Centro Studi Lembo -Archivio storico
iASCI- Carte commissariato regionale ASCI 1946
n
indica chiaramente che gli autori presero in
considerazione anche il pino (nella sua versione
silana “laricia” e magno greca “marittima” o
“pinea”), ma che elaborarono un impianto
assolutamente originale , di forte connotazione
simbologica.
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Archivio storico dello scautismo calabrese Centro Regionale di Studi e Documentazione sullo Scautismo “Don V.
Lembo” – Campo Calabro
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Associazione Centro Regionale di studi e documentazione sullo Scautismo “Don V. Lembo”
Figura 3 - Il distintivo regionale Calabria
dell’FSE
Figura 4 – Il logo del Centro Studi
“Don V. Lembo”
Casuale invece sembra essere la scelta della
foggia della croce.
Il distintivo, che non ha subito nel tempo alcuna
variazione se non nella tonalità dei colori e nelle
dimensioni del rettangolo ed esclusivamente per
motivi tecnici legati alla produzione a ricamo su
stoffa, fu successivamente adottato senza alcuna
variazione dall’AGI (Associazione Guide Italiane)
le cui prime esperienze in Calabria risalgono al
1950, anche se il distintivo venne formalmente
adottato negli anni ‘60.
Con la nascita dell’AGESCI, nel 1974, il BRUTIUM
si trovò al centro di una contesa (per fortuna solo
ideale) fra la neonata AGESCI e gli Scouts
d’Europa, alla cui fondazione in Calabria ed in
particolare a Reggio contribuirono un certo
numero di Capi provenienti dall’ASCI.
Pur non essendovi dubbi che il distintivo
costituisse non solo eredità ideale ma
incontrovertibilmente fattuale sia dell’ASCI che
dell’AGI calabresi e che quindi la sua adozione da
parte di qualsiasi altra associazione, che non
fosse l’AGESCI, potesse essere facilmente
contestata, gli Scouts d’Europa adottarono
anch’essi il BRUTIUM quale distintivo regionale
senza alcuna modifica. Successivamente, nella
versione “FSE “ del distintivo, la croce patente
scorciata d’oro venne sostituita con la croce
gerosolimitana, già simbolo dell’FSE .
Il Centro Studi Lembo ha adottato nel 1998 il
Brutium come logo, sovrapponendovi però in
nero i loghi dell’Agesci, dell’Asci e dell’Agi ed
eliminando il giallo dai contorni dello scudo e
della banda e dal disegno della croce.
3. La simbologia della Calabria ed il logo
della regione amministrativa
Come già riportato nel precedente paragrafo, la
Calabria, in quanto territorio, non ha mai avuto
un simbolo o una immagine che la
contraddistinguesse come regione, a differenza di
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Associazione Centro Regionale di studi e documentazione sullo Scautismo “Don V. Lembo”
Figura 5- Lo stemma della Regione
Calabria
altre regioni italiane, ma addentrarsi nelle ragioni
storiche, sociali, politiche ed iconografiche di
questa lacuna identitaria ci porterebbe
sicuramente troppo lontano. Alcuni elementi
iconografici e colori sono nel tempo stati acquisiti
dalle singole provincie, originariamente tre o
dalle principali città. La croce è un elemento
comune alle tre vecchie province (la croce
potenziata per Cosenza e Catanzaro, la croce
greca per Reggio Calabria) unitamente al colore
giallo (oro in araldica), mentre altri elementi non
sono comuni, quali i monti per la città di Cosenza
e San Giorgio per quella di Reggio Calabria.
Probabilmente proprio questa incertezza
identitaria ha fatto sì, unitamente forse alla
superficialità degli amministratori, che la Regione
Amministrativa, già istituita nel 1970 rimanesse
senza simbolo. Solo all’inizio degli anni ‘90
tramite un concorso di idee, la Calabria si dotò di
uno stemma approvato con la legge regionale N.
6 del 15-06-1992.
Lo stemma della Regione Calabria, racchiuso in
una cornice ovale, ha le seguenti figure disposte
con riferimento a chi le guarda: nel quarto alto il
pino laricio, poggiante su una linea dritta; nel
quarto in basso una colonna con capitello dorico,
poggiante su una linea ondulata; nel quarto di
sinistra la croce bizantina; nel quarto di destra
una croce potenziata. I colori delle singole
raffigurazioni sono: verde in campo d'oro per il
pino, azzurro in campo d' oro per la colonna, nero
in campo d'argento per le due croci. Come si può
rilevare, lo stemma recupera la croce e l’oro
quale elemento centrale ed unificante,
aggiungendo il pino laricio che fa espresso
riferimento alla Sila e la colonna che è un chiaro
richiamo alle città magno greche della Calabria.
Sulla attendibilità storica e la genuinità dei
riferimenti iconografici dello stemma si sono
avute, fra gli esperti di storia e di simbologia,
dispute copiose, ma sicuramente il simbolo
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rappresenta oggi, al di la delle polemiche, un
elemento unificante per i calabresi.
Figura 6 - I pennoni delle bandiere regionali a
Bracciano
4. Riflessioni e considerazioni storiche,
iconografiche e tecniche circa l’ipotesi di un
nuovo distintivo
La descrizione e le modalità di approvazione del
distintivo regionale (più propriamente
denominato “distintivo di regione” ) sono definite
dal Regolamento dell’Agesci all’Art. 72 Distintivo regionale : Il distintivo di Regione è
costituito da uno scudetto della dimensione di
circa cm. 4 x 4,5 recante l’emblema regionale, il
cui disegno è proposto dal Comitato regionale ed
approvato dall’Assemblea regionale. La proprietà
del distintivo di Regione, il suo uso con ogni
mezzo, la sua produzione e vendita sono di
esclusiva competenza del Comitato regionale per
mezzo della Rivendita ufficiale scout regionale. Il
distintivo di Regione viene applicato sulla parte
alta della manica destra della camicia.
Un risveglio dell’interesse per i distintivi regionali
è stato favorito in questi ultimi anni, dalla
modifica introdotta da Capo Guida e Capo Scout
alla annuale cerimonia dell’alzabandiera al
Consiglio Generale dell’Agesci. Sul terreno del
Campo Scuola di Bracciano (Roma) ove per lunga
tradizione dell’ASCI si tiene la riunione del
“parlamento “ dell’Agesci, il pennone
dell’alzabandiera è circondato a semicerchio, dal
2003, da 21 aste più corte, sulle quali vengono
issate le bandiere delle regioni italiane. Le
bandiere riportano gli stemmi delle regioni
“amministrative” e ciò ha portato spesso a
considerare le differenze e le similitudini fra i
distintivi regionali e i loghi riportati sulla
bandiera.
Contrariamente a quanti molti pensano, solo tre
regioni hanno adottato, come distintivo regionale
da indossare sull’uniforme, quello scelto dalla
regione amministrativa (Basilicata, Lombardia,
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Figura 7 - Distintivo regionale su uniformi
ASCI anni 50 (gentile concessione di Gigi
Gatto ed Enzo Latella)
Figura 8 - Distintivo regionale su uniforme
AGI anni 50 (gentile concessione di Adriana
Catanoso)
Trentino). Ciò in ragione del fatto che l’adozione
sia pur rapida in molte regioni appena istituite di
uno stemma regionale, trovava presente già un
distintivo regionale preesistente, almeno per
l’ASCI e molto spesso anche per l ‘AGI.
Le coincidenze, sia pur con alcune varianti
cromatiche e grafiche, fra stemma della regione
amministrativa e distintivo regionale derivano o
dalla presenza in entrambi di elementi
iconografici storicamente comuni (Friuli,
Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto,
Piemonte) o dal successivo adeguamento di
alcune regioni Agesci, sopra citate, allo stemma
della regione amministrativa.
La modifica del distintivo regionale con
introduzione di elementi del logo amministrativo
della regione, è stata invece adottata dalla
regione Toscana.
Nelle altre regioni italiane sono stati adottati
distintivi regionali che non hanno elementi
comuni con lo stemma della regione
amministrativa.
Di certo, pur avendo come si è visto radici
storiche profonde, il BRUTIUM non si è mai
distinto, nel panorama dei distintivi regionali
dell’Agesci ne per estetica ne per visibilità
sull’uniforme. Tale scarso spicco si è
maggiormente acuito nel passaggio dalle camicie
prima caki (1916-1966) e successivamente grigie
(1967-1974) dell’ASCI e beige dell’AGI, a quelle
azzurre dell’Agesci.
A questi limiti vanno aggiunte alcune scelte
tecniche di produzione che, diminuendo lo
spessore e la gradazione del giallo oro, hanno
quasi reso invisibile sia il contorno dello scudo,
che quello della banda, che la scritta BRUTIUM.
Inoltre quest’ultima, già espressione latina
purtroppo scarsamente conosciuta anche dai
calabresi, oltre a prestarsi poco alla lettura per i
motivi tecnici di cui sopra e per la collocazione “a
scaletta “ delle lettere, non fornisce una
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Figura 9 - Distintivo regionale su uniforme
ASCI anni 70 (gentile concessione di Dino
Burzo)
Figura 10 – Distintivo regionale su
uniforme AGESCI
Figura 11 - La croce “patente” scorciata,
in oro su fondo blu
immediata associazione alla regione di
appartenenza di chi lo indossa sull’uniforme.
Da una rapida disamina degli orientamenti delle
altre associazioni scout presenti in Calabria in
materia di distintivi regionali, oltre a quanto già
detto in relazione al distintivo regionale utilizzato
dall’FSE, vi è da rilevare che l’Assoraider ha
assunto come distintivo regionale quello della
regione (il che da un punto di vista tecnicogiuridico non sarebbe possibile, in quanto lo
stesso potrebbe essere utilizzato solo da enti o
associazioni strumentali della regione
amministrativa) mentre il regolamento del CNGEI
non prevede l’uso di distintivi regionali .
Il presupposto dal quale si può partire per una
rivisitazione del distintivo regionale, fermo
restando la validità di qualsiasi altro
ragionamento, alla luce di quanto prima
riportato, può essere riassunto in un lavoro che
risponda alle seguenti necessità:
1. conservare l’impianto tradizionale dando al
nuovo disegno una continuità storica con il
precedente;
2. rendere il distintivo e i suoi particolari meglio
visibili;
3. attualizzare il distintivo alla luce degli elementi
di identità più recenti;
4. mantenere un forte aggancio simbologico.
In coerenza con questa modalità di rivisitazione,
le varie prove ed i bozzetti prodotti, prima di
arrivare, per approssimazione successiva, alle
ipotesi finali, hanno avuto i seguenti elementi
comuni di continuità:
- il mantenimento dei colori originali bianco,
blu, oro;
- il mantenimento dello scudo nel quale è
inscritto il disegno;
- il mantenimento della scritta Brutium;
- il mantenimento della partizione (divisione
diagonale dello scudo);
- il mantenimento della “croce patente”.
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Gli elementi di innovazione possono invece
essere riassunti in :
- la modifica della disposizione delle lettere
(ordinaria invece che a scaletta) della scritta
BRUTIUM;
- la modifica dei caratteri ( lapidari, romani);
- la modifica del colore dei caratteri;
- l’aggiunta di una ulteriore partizione in oro
all’angolo inferiore sinistro dello scudo;
- l’aggiunta di alcuni simboli presenti nel logo
della regione, in particolare quelli del pino
laricio e del capitello dorico rispettivamente
nei campi oro e blu della parte inferiore
sinistra del disegno.
Figura 12 - Il pino laricio su fondo oro e
blu
Figura 13 - La colonna con capitello
dorico su fondo blu
5. Le ipotesi finali
Tutte le ipotesi sottendono un ragionamento che
si rifà espressamente agli elementi di continuità e
quelli di innovazione citati. Riteniamo che la
scelta di mantenere la croce originale (patente)
in luogo delle due croci (quella bizantina e quella
potenziata) del logo della regione, aggiungendo il
pino ed il capitello, possa consentire di creare
una continuità fra i due disegni, raccogliendo
nelle ipotesi di nuovo distintivo alcuni comuni
elementi identitari.
Con questa scelta ci troveremmo, secondi in Italia
con la regione Toscana, a sintetizzare in un unico
disegno elementi identitari dello scautismo
presenti nel primo distintivo, con quelli presenti
nello stemma della regione amministrativa.
Circa larghezza e disposizione delle partizioni,
dimensione dei simboli, foggia dello scudo, colori
pantone, sfondo del rettangolo di stoffa, sono
state effettuate numerose prove grafiche (12 per
la precisione).
L’ipotesi che presentiamo quale finale
rappresenta:
1) Lo scudo di foggia sannitica ad una punta in
basso, con i margini inferiori arrotondati :
riprende lo scudo originale correggendone la
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forma (variante araldicamente atipica), per dare
maggiore nettezza ai margini e consentire una
eventuale produzione a scudetto sagomato o
semirigido (come i distintivi della Promessa) in
alternativa a quello ricamato in stoffa, che
manterrebbe quindi il rettangolo grigio neutro di
sfondo;
2) La divisione dello scudo: quattro bande uguali,
di cui la prima e la terza da destra di colore blu,
come il mare che circonda la Calabria, che è
rappresentata dalla seconda banda d’argento con
la scritta “Brutium”, antico nome della Calabria;
la quarta banda, in basso a sinistra, rappresenta il
sole della Calabria;
3) La croce patente: richiama alle radici
profondamente cristiane della Calabria, prima
terra d’Italia ad accogliere il Cristianesimo. La
croce, in varie fogge, è un simbolo comune a
molte città e alle primitive tre provincie della
Calabria;
4) Il pino laricio: rappresenta una specie
autoctona della Calabria (Pinus nigra ssp.
Calabrica) tipica dei monti delle foreste calabresi;
nasce dal sole della Calabria e, alto e sottile, si
innalza sullo sfondo del mare;
5) La colonna con capitello dorico: rappresenta la
civiltà magno greca che si sviluppò in Calabria
principalmente sul mare .
Dal punto di vista araldico il distintivo è così
descritto: "Bandato di quattro pezzi: nel primo
d'azzurro, alla croce patente, d'oro; nel secondo
d'argento, alla parola BRUTIUM d'azzurro, in
caratteri maiuscoli lapidari romani, posti in
sbarra; nel terzo d'azzurro al capitello dorico
d'argento con la parte inferiore diruta in banda
ondata; nel quarto d'oro al pino laricio stilizzato
di verde, posto a destra3 ed attraversante il
terzo punto". (descrizione dello studioso di
araldica Giancarlo Scarpitta)
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In araldica “ destra” è un termine utilizzato per indicare le parti dello scudo che sono poste alla sinistra di chi le
guarda.
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"Copyright Centro Studi Lembo 2008"
Figura 14 - L’ipotesi di nuovo distintivo regionale
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V. Lembo”
L’ipotesi alla pagina precedente, è sstata creata
per la produzione del distintivo su sscudetto
sagomato . Ad essa si affianca, in caaso di
produzione su rettangolo di stoffa, la versione
con il rettangolo colore grigio neutrro che fa da
sfondo allo scudo.
"Copyright Centro
C
Studi Lembo 20
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