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Con la D tieni a bada il diabete

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Con la D tieni a bada il diabete
C3SOCIETÀ E COSTUME
IL CAFFÈ 18 dicembre 2011
42
@ www.saninforma.it
www.diabetesgesellschaft.ch
www.creafarma.ch
Starcosì
bene Integratori
Amarsi
così
fondamentali
per ridurre
il colesterolo cattivo
nel sangue
LINDA ROSSI,
psicoterapeuta e sessuologa
La lettera
iStockphoto
Con la D tieni a bada il diabete
Più vitamina nello yogurt abbassa i livelli di glucosio
CRISTINA GAVIRAGHI
Un candido vasetto di yogurt sembra l’emblema dell’alimentazione
salutista: pochi grassi, tanto calcio,
benefici fermenti lattici e un’ottima
digeribilità. Se poi si aggiunge anche un pizzico di vitamina D si ottiene un’invogliante modalità per
reintegrare questa preziosa sostanza quando tende a scarseggiare. E i vantaggi per la salute potrebbero essere davvero molti, specialmente per chi soffre di diabete.
Pare che somministrare loro vitamina D, aggiungendola a un comune yogurt, li aiuti a migliorare i
livelli di colesterolo e a tenere a
bada altre sostanze pericolose per
cuore e arterie. Questo secondo ciò
che riportano, sulle pagine della rivista Bmc Medicine, alcuni ricercatori dell’Università di Teheran.
Nello studio iraniano a un centinaio di pazienti diabetici è stato
fatto bere yogurt, addizionato o
meno con vitamina D, due volte al
giorno per tre mesi. “Al termine di
tale periodo - dichiara Abolghassem Djazayery, docente di scienze
dalla nutrizione e autore della ricerca - abbiamo visto che, in chi assumeva vitamina D, non solo migliorava la colesterolemia, ma si riducevano altri indicatori di danno
alla parete delle arterie”. Ovvero:
meno colesterolo “cattivo” Ldl, più
di quello “buono” Hdl e una ridu-
PER SAPERNE DI PIÙ
La vitamina D regola il bilancio di calcio dell'organismo aumentando il livello
ematico attraverso un aumento dell'assorbimento intestinale. La maggior
quantità di calcio disponibile viene immagazzinata nel tessuto osseo
Fabbisogno: l’esposizione
alla luce solare
normalmente assicura
un’adeguata produzione
interna di vitamina D
Contengono quantità
apprezzabili di
vitamina D: olio di fegato
di merluzzo, i pesci grassi,
il latte e i suoi derivati,
le uova, il fegato
e le verdure verdi
zione di sostanze che, danneggiando il rivestimento interno dei
vasi, portano a malattie cardiovascolari. A Teheran però non sono
nuovi a indagini di questo tipo. Non
molto tempo fa hanno affermato
sull’American Journal of Clinical
Nutrition che la vitamina D, sempre
somministrata tramite yogurt a
circa 90 diabetici, aveva un effetto
benefico sui livelli di glucosio nel
sangue, che risultavano più bassi in
chi assumeva la sostanza. Vitamina
D quindi, non solo fondamentale
per la salute delle ossa visto il suo
ruolo nell’assorbimento e nella deposizione del calcio, ma anche potenzialmente importante per la salute del diabetico. “Questi studi
però - precisa Djazayery - rilevano
solo un legame tra certi parametri e
la disponibilità della vitamina
L’indagine
I risultati dello studio,
che ha coinvolto
20mila persone,
saranno disponibili
solo tra qualche anno
senza però fornire relazioni di
causa ed effetto. I dati positivi ci
spingono però ad approfondire l’argomento, su più pazienti e per
tempi più lunghi”. Che possa o
meno in futuro essere usata quasi
alla stregua di un farmaco per chi
soffre di diabete, la vitamina D è
sempre più al centro di ricerche
mediche. Alcuni studi le attribuiscono un ruolo nel proteggere da
certi tumori e da alcune malattie
autoimmuni fino a legare la sua ca-
renza a forme di demenza e disordini psichici, oltre alle ricerche che
la vedono connessa a malattie cardiovascolari. Gran parte di ciò che
sembra un prezioso alleato per la
salute di diabetici e non viene prodotto, a partire da un precursore, a
livello della pelle grazie all’intervento della luce solare. Ed è spesso
chi passa meno ore all’aria aperta,
come gli anziani, a esserne meno
fornito. Anche fegato, salmone, sardine, latte e uova ne contengono,
ma in quantità spesso insufficienti.
Se questi alimenti non bastassero a
ristabilire i dovuti valori nel sangue,
specialmente per vegetariani e vegani che rifiutano alimenti di origine animale, si può ricorrere agli
integratori. “Solo aggiungendola
allo yogurt da bere quotidianamente per tre mesi - puntualizza il
nutrizionista iraniano - la maggior
parte dei pazienti che ne erano carenti, tornava ad averne livelli normali”. Gli studiosi però avvertono: è
presto per dire se la vitamina D sia
la panacea per molti mali. I dati di
un grande studio dell’Università di
Harvard sull’argomento, ben
20mila persone coinvolte, saranno
disponibili solo tra qualche anno.
Nel frattempo, raccomandano gli
esperti, meglio assumere vitamina
D sotto controllo medico e quando
realmente serve, perché, per preziosa che sia, un suo abuso non è
privo di effetti indesiderati.
Lo studio
Dormire bene per non deprimersi Via l’acne arriva il mal di gola
Non riuscire a passare una riposante
notte sotto le lenzuola potrebbe avere
conseguenze più serie di un po’ di sonnolenza e stanchezza durante la
giornata. Sembra infatti che
l’insonnia sia legata alla
possibilità di diventare depressi. Lo affermano, sul
Journal of Affective Disorders, ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma e
dell’Università di Friburgo. Si
tratta di un’indagine che ha considerato 21 studi sull’argomento pubblicati tra il 1980 e il 2010. Dall’analisi dei
dati i ricercatori hanno stabilito che chi
soffriva d’insonnia rischiava più del
doppio di diventare depresso di chi invece riposava indisturbato con la testa
sul cuscino fino alla mattina seguente. Non solo quindi ansia
e disturbi psichici possono
rovinare il sonno notturno,
ma può valere anche il
contrario. Se si riposa male, la psiche ne può risentire. La questione va approfondita, ma gli esperti ammoniscono: meglio non sottovalutare e trascurare la scarsa qualità del
sonno di un paziente, la sua mente potrebbe essere in pericolo.
c.g.
Se per eliminare qualche brufoletto di
troppo si ricorre a una compressa di antibiotico, tolto di mezzo questo disturbo
potrebbe arrivarne un altro: il
mal di gola. Sembra che l’uso
di antimicrobici orali contro
l’acne sia legato a una più
alta frequenza di faringiti,
almeno secondo quanto
sostengono alcuni dermatologi di Philadelphia su Archives of Dermatology. I ricercatori hanno considerato oltre
600 ragazzi e hanno visto che chi prendeva antibiotici in pillola per combattere
i brufoli rischiava di soffrire di mal di go-
la almeno tre volte di più di chi, per curare la pelle, si limitava a creme e trattamenti locali. Il significato di tale correlazione non è però chiaro. Il
pericolo di antibiotico-resistenza sembra scongiurato,
i dermatologi non hanno
trovato un aumento di batteri potenzialmente responsabili delle infezioni.
Altri studi che aiuteranno a
fare luce sulla questione dovranno considerare anche i comportamenti di chi è in età da foruncoli:
stanno a stretto contatto tra loro e, purtroppo, tanti iniziano a fumare.
c.g.
Avrei tutto per essere felice,
ma ho un terribile complesso
Trentacinque anni, sposato e due figli. Ho sempre
avuto il complesso di avere un pene piccolo, al punto
di mai partecipare a gruppi sportivi per non dover fare
la doccia con altri, andare in piscina con gli amici o affrontare situazioni che comportino il rischio di spogliarsi davanti ad altri. Non avrei nessun problema se
le dimensioni del mio pene fossero accettabili. Questa
fissazione mi ha vincolato la vita al punto di aver avuto
esperienze sessuali solo con mia moglie. Stiamo molto
bene insieme, ma devo dire che è stata lei a corteggiarmi e a insistere per far partire la relazione. Anche
davanti a lei, se nudo, non mi sento molto a mio agio.
Lei non ha mai fatto commenti nonostante abbia
avuto altre esperienze e visto nudi dei suoi familiari.
Questa ossessione mi sta devastando perché ogni
volta che devo fare una doccia collettiva comincio a
logorarmi al punto di stimolarmi prima in modo da
raggiungere una dimensione simile alle altre. Secondo
me, allo stato normale e non di eccitamento, manca
un po’ di lunghezza, grossezza e turgidità. Rispetto agli
altri noto che loro hanno una consistenza che io non
ho. Suppongo che per mia moglie, visto che con lei va
tutto bene, dovrei essere contento e non pensare alle
eventuali critiche. Ma io non riesco ad accettare questa situazione. Con i bambini mi confronto spesso ad
attività che comportano la doccia (piscina, lido, palestra). Il problema si pone di più con chi conosco. Se
mio fratello me lo chiedesse non accetterei di andare
in piscina. Mi sento alle strette. Attendo un suo consiglio per uscire da questo tunnel infinito.
La risposta
Diventi amico del suo difetto,
solo così uscirà dal suo tunnel
Il suo complesso si chiama dismorfofobia. Questa consiste nel rifiuto o nella difficile accettazione di una o più
parti del proprio corpo. Per lei si tratta di una parte significativa dal punto di vista della sua identità di maschio e
riguarda la percezione che porta sulla dimensione, a suo
dire ridotta, del suo pene a riposo. Il grave è che ora è diventata una vera e propria ossessione che le avvelena la
vita. In merito sua moglie non ha mai manifestato sorpresa. Forse trova di gran lunga più interessante il suo
pene in erezione! Ma, ancora più importante per lei
dev’essere la soddisfazione che il vostro scambio erotico
le procura. Immagino che per la sua signora la vostra sessualità sia appagante. Questa constatazione, per un
uomo, è motivo di grande fierezza nel suo sentirsi maschio che sa soddisfare sessualmente la propria donna.
Mi auguro che sia apprezzabile anche per lei che, a
quanto scrive, avrebbe tutto per essere felice. Due bimbi
sani, una relazione di coppia che funziona bene, una
moglie delicata che, abbia o no realizzato il suo grande
complesso e la sua conseguente infelicità, non fa commenti sulle sue dimensioni pelviche. Eppure lei continua a intossicarsi la vita con quest’idea dimensionale.
Perché del suo pene non se ne fa un amico invece che un
nemico? Non metta tutta l’attenzione su un neo, ma impari a godersi quanto sta attorno. Si goda i bei momenti
che trascorre con moglie e figli sentendosi un padre felice di quello che è e di quello che ha. Il suo tunnel è lei
che se lo scava e solo lei saprà uscirne se e quando lo deciderà con forza e determinazione.
Posta: Linda Rossi – Il Caffè
Via Luini 19 - 6600 Locarno
Mangiare
così
Sotto l’albero sane abitudini alimentari
Si avvicina velocemente il Natale e tutti noi ci apprestiamo a pensare a quali regali fare, a chi, quale
confezione utilizzare e che tipo di bigliettino di auguri sia meglio per accompagnare il dono.
Consapevole del tipo di società in cui viviamo oggi,
non giudico di certo questo aspetto delle Feste. Invece, proporrei una riflessione sul cibo, che resta
un grande problema. Anche quando ce n’è in abbondanza, come da noi. Non è una novità. Sono
anni che si riflette attraverso conferenze e incontri
internazionali su quale possa essere la soluzione
che permetta un cambiamento di tendenza. Mentre i dati si fanno sempre più allarmanti sul numero di persone in sovrappeso e obese, o su quanti
soffrono di diabete. Quest’ultima, vera e propria
pandemia, che raddoppierà il numero di persone
colpite nell’arco di neanche un ventennio. Mentre
per la prima volta nella storia, si stima che la generazione di coloro che nascono ora avrà un’aspettativa di vita inferiore rispetto alla precedente. In
completo contrasto con ciò che si stava delinando,
ovvero una durata della vita sempre maggiore.
Detto ciò, intendo farvi riflettere sulle porzioni di
cibo che ingoiamo e soprattutto a ciò che mettiamo nei piatti di figli e nipoti, sia qualitativamente che quantitativamente. Perché sono proprio loro i soggetti più deboli, che vengono più facilmente colpiti a causa di un ambiente obesiogeno che li circonda e di abitudini che subiscono
grazie a pubblicità spietate, mense e errori in fami-
E-mail:
[email protected]
FABRIZIO VAGHI
[email protected]
glia. Quindi, perché non vi fate un bel regalo questo Natale, una sorta di buon proposito: niente di
materiale, dunque, ma prendetevi l’impegno di assicurare a voi e ai vostri cari migliori abitudini alimentari. A tempo indeterminato. Lo so, rischierete
di andare incontro a grandi difficoltà e magari a
qualche insuccesso, soprattutto nel breve periodo.
Ma almeno provateci.
Sarebbe la modalità più efficace, forte e capace di
marchiare le abitudini della vostra famiglia ed un
bel modo per dimostrare affetto, con risultati
molto più importanti di qualsiasi lezione organizzata in una scuola o di qualsiasi evento proposto e
promosso da istituzioni o figure competenti. Perché l’esempio si dà giorno dopo giorno.
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