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richiesto dalle Poste Italiane s.p.a., dovra` essere versato in un`unica

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richiesto dalle Poste Italiane s.p.a., dovra` essere versato in un`unica
Atti Parlamentari
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XIV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
richiesto dalle Poste Italiane s.p.a., dovrà
essere versato in un’unica soluzione, su un
conto corrente intestato a « Poste Italiane
s.p.a. », riportante la dicitura « canoni arretrati » da riportare sulla causale del
bollettino. Dopo tale versamento, si potrà
procedere alla vendita dell’immobile, previo pagamento di tutti gli arretrati dei
canoni di affitto ricalcolati dalle Poste
Italiane a partire dall’anno 1996 a tutt’oggi, ovviamente non come determinato
dal CTU e dalla sentenza del Tribunale
Civile;
a seguito di questa procedura, pretesa dalle Poste Italiane, molti affittuari si
sono trovati costretti, per far valere il
proprio diritto di acquisto, ad adire nuovamente, contro le Poste Italiane, le vie
legali –:
se siano a conoscenza dei fatti indicati e se e quali provvedimenti intendano
assumere presso Poste s.p.a. in relazione
alle procedure messe in atto dall’azienda,
nelle quali è possibile intravedere una
lesione dei diritti dei locatari. (4-16760)
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DIFESA
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cati sul territorio di competenza, situazioni tali da costituire un rischio per la
popolazione civile, residente in prossimità
di detti siti, e più in generale per la
sicurezza nazionale;
il responsabile dell’8o CERIMANT,
Tenete Colonnello Nicola De Nicola rispondeva in termini rassicuranti evidenziando che l’attività di stoccaggio e conservazione dei materiali esplosivi, dei munizionamenti e delle armi è effettuata
secondo precise direttive e rigidi criteri
atti a garantire il necessario livello di
sicurezza sia per le popolazioni civili che
per la sicurezza interna dello Stato, mentre le attività di bonifica del territorio è di
competenza del Reparto Genio che dispone di personale altamente qualificato
ed esperto idoneo a garantire lo svolgimento dei compiti assegnatigli rispettando
e garantendo elevatissimi standard di sicurezza, specificando che comunque il
personale militare e civile dei CERIMANT
opera solo ed esclusivamente come supporto, quando richiesto dagli Artificieri dei
Reggimenti Genio;
in data 23 maggio 2005 l’interrogante
effettuava una visita presso l’8o CERIMANT – Deposito Munizioni « M. La Barbera » in località Nera Montoro (Terni);
Interrogazioni a risposta scritta:
DEIANA e PISA. — Al Ministro della
difesa, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
nel novembre del 2004 l’interrogante
effettuava una visita presso l’8o CERIMANT sito in Roma, nel corso della quale
veniva illustrata dal Tenente Colonnello
Nicola De Nicola, qualificatosi come Capo
Ufficio Esplosivi, l’attività svolta dal predetto Reparto e dagli Enti dipendenti, con
particolare riferimento alle attività di bonifica del territorio e di conservazione e
manutenzione di munizionamenti;
l’interrogante chiedeva, anche in relazione ai noti fatti occorsi in località
Procoio Nuovo che avevano visto coinvolto
proprio il CERIMANT di Roma, se vi
fossero, presso i Depositi Munizioni dislo-
nel corso della visita l’interrogante ha
potuto constatare che:
a) in ossequio al contratto n. 7367
del 14 giugno 2002 « Servizio di vigilanza
installazioni Esercito Area centro-nord » il
servizio di vigilanza armata è affidato a
n. 5 Guardie Particolari Giurate Civili, per
singolo turno lavorativo, e più precisamente n. 1 Capo turno, n. 2 unità per la
vigilanza all’ingresso del Deposito, n. 2
unità servizio di ronda;
b) il sistema di video sorveglianza
realizzato dislocando le telecamere solo in
parte dei magazzini e non sul perimetro
esterno del Deposito contravviene a
quanto riportato al punto 4 dell’allegato
« A » alla Direttiva sulla Sicurezza delle
installazioni militari (servizi di vigilanza e
di sorveglianza) Edizione giugno 2000;
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c) il sistema di video-sorveglianza è
inefficiente da oltre sei mesi;
d) la completa mancanza di sistemi
idonei a rilevare e prevenire eventi criminosi che facilmente potrebbero essere
messi in atto da gruppi eversivi o terroristici;
e) contrariamente a quanto riportato nella Relazione Tecnica 2005/03 del
Centro Tecnico Logistico Interforze N.B.C.
– Nucleo Controlli Ambientali – Civitavecchia, a firma del Direttore Col.Co. Ing.
T. SG. Giacinto Costantino, le strutture di
copertura dei manufatti adibiti a « riservetta munizioni » realizzate in cementoamianto (eternit) sono in pessimo stato di
conservazione ed in quantità tale da costituire concreto pericolo per la salute dei
lavoratori e dell’ambiente;
f) alle competenze affidate al « Comandante alla sede » non corrisponde un
adeguato supporto logistico infrastrutturale ed economico tale da garantire lo
svolgimento delle attività istituzionali a
questi affidate per il raggiungimento degli
scopi prefissati dalla F.A.;
la situazione evidenziatasi nel corso
della visita effettuata dall’interrogante
presso l’8o CERIMANT – Deposito Munizioni « M. La Barbera » in località Nera
Montoro (Terni) unitamente ai fatti riportati dalle maggiori testate giornalistiche in
relazione all’esplosione avvenuta all’interno dello Stabilimento Militare Munizionamento Terrestre in località Baiano (Spoleto), sembrano, secondo l’interrogante, di
fatto smentire le affermazioni rassicuranti
rilasciate dal Tenente Colonnello Nicola
De Nicola nel novembre 2004 –:
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di incidenti e/o effrazioni a danno delle
installazioni o enti delle Forze Armate da
parte di criminali o gruppi terroristici;
quale sia la reale situazione, in relazione alla tutela della salute dei lavoratori civili e militari, dell’applicazione delle
norme in materia di smaltimento di cemento-amianto (eternit) e per quale motivo presso i depositi munizioni indicati
nella citata Relazione Tecnica 2005/03 ad
oggi ancora non si sia provveduto in
termini di legge;
quali iniziative il Ministro della difesa
vorrà porre in essere nei confronti di chi
ha responsabilità sui suddetti Depositi Munizioni dislocati sul territorio per non aver
adeguatamente ottemperato alle necessarie
procedure previste dalla direttiva sulla
sicurezza delle istallazioni militari – ed.
giugno 2000 –, sia sotto il profilo della
sicurezza delle installazioni, sia in merito
alla tutela della salute dei lavoratori civili
e militari che vi operano.
(4-16748)
PISA, CRUCIANELLI e VERTONE. —
Al Ministro della difesa. — Per sapere –
premesso che:
numerosi quotidiani ed agenzie di
stampa del 20 settembre 2005 riportano
alcune dichiarazioni rilasciate dal ministro
della difesa, onorevole Antonio Martino,
riguardanti la durata e l’estensione della
partecipazione italiana alle operazioni in
Afghanistan;
quali iniziative il Ministro della difesa
intenda porre in essere affinché sia posto
rimedio alle inaccettabili carenze di sicurezza, secondo l’interrogante inaccettabili,
delle installazioni militari riscontrate ed
evidenziate dall’interrogante;
in particolare l’agenzia Ansa delle ore
10,35 riporta la seguente frase attribuita al
ministro Martino: « Il nuovo compito dell’Alleanza Atlantica è molto impegnativo,
perché mano a mano che la missione si
estende Isaf arriverà a coprire anche gli
altri settori dell’Afghanistan, il sud e l’est
del Paese. A quel punto avremo davvero la
possibilità di ricostruire il Paese »;
quale sia la reale situazione, in relazione alla sicurezza delle installazioni
militari, ovvero quali iniziative sono state
poste in essere per impedire il verificarsi
la stessa agenzia attribuisce al ministro una previsione di permanenza delle
truppe italiane in Afghanistan per ulteriori
dieci anni, previsione che l’onorevole Mar-
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tino dichiara essere – sempre stando all’agenzia citata – non sua ma del segretario generale della Nato;
nel paese e di affidargli compiti più direttamente bellici sulla base delle richieste
statunitensi;
il quotidiano l’Unità dello stesso 20
settembre riporta, a proposito di questa
decisione Nato di estendere le proprie
responsabilità in quel Paese, che Spagna,
Germania e Francia avrebbero espresso la
propria contrarietà al progetto, ed in particolare all’unificazione delle operazioni
Isaf ed Enduring Freedom come richiesto
dal segretario alla Difesa statunitense Donald Rumsfeld durante un recente vertice
informale dell’Alleanza tenutosi a Berlino;
se il Governo abbia discusso di queste
decisioni.
(4-16756)
lo stesso quotidiano riporta inoltre
che l’Italia avrebbe invece espresso la
propria adesione a tale richiesta e che
pertanto si va verso una unificazione,
almeno a livello di comando, delle due
operazioni con una crescente responsabilità diretta della Nato anche nelle operazioni vere e proprie di guerra;
il quotidiano il Giornale, della stessa
data, afferma inoltre che, in previsione di
questa estensione delle operazioni afgane,
il governo britannico avrebbe già deciso di
aumentare di 6500 uomini il proprio contingente nel Paese –:
a quale titolo il Ministro abbia dato
la sua disponibilità alla richiesta americana e se in questa direzione esista già una
precisa scelta del Governo italiano che
prelude ad un eventuale accordo;
se, in particolare il ministro Martino
abbia effettivamente già assicurato agli
Stati Uniti la propria approvazione ad una
estensione delle responsabilità della Nato
in Afghanistan, nonché un ampliamento
dell’impegno italiano;
se il ministro conferma che l’Italia ha
espresso la propria adesione anche al
progetto di unificazione delle missioni Isaf
ed Enduring Freedom o all’Unificazione
del loro comando;
se
assunto
sarebbe
nico, di
pertanto il ministro abbia anche
impegni, analogamente a quanto
stato deciso dal governo britanaumentare il contingente italiano
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
CARLI, CORDONI e GIACCO. — Al
Ministro dell’economia e delle finanze. —
Per sapere – premesso che:
con legge n. 381 dell’11 dicembre
2000 è stato istituito a Sant’Anna di Stazzema (Lucca) il Parco Nazionale della Pace
come monito alle future generazioni « allo
scopo di promuovere iniziative culturali e
internazionali, ispirate al mantenimento
della pace e alla collaborazione dei popoli,
per costruire il futuro anche sulle dolorose
memorie del passato, per una cultura di
pace e per cancellare la guerra dalla storia
dei popoli »;
il Parco Nazionale della Pace sorge
sul luogo di una delle più efferate stragi
nazifasciste che portò alla morte il 12
agosto 1944 di 560 tra anziani, donne,
bambini anche in tenerissima età. Per
questo il Parlamento ha elevato Sant’Anna
di Stazzema a luogo simbolo della sofferenza e del martirio;
da alcuni anni e in misura ancor
maggiore dall’Istituzione del Parco Nazionale della Pace, Sant’Anna di Stazzema è
luogo di incontro e dialogo di rappresentanti di popoli in conflitto e luogo di
insegnamento di una cultura della pace;
la legge istitutiva del Parco prevede
che « Per le spese di funzionamento del
“Parco nazionale della pace” è autorizzato
un contributo in favore del comune di
Stazzema nel limite massimo di lire 100
milioni in ragione di anno a decorrere dal
2000 »;
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