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LA CLASSICA COLPISCE ANCORA - Orchestra Sinfonica Nazionale

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LA CLASSICA COLPISCE ANCORA - Orchestra Sinfonica Nazionale
Torino . Auditorium Rai
Concerti 2011 . 2012
LA CLASSICA
COLPISCE ANCORA
gioveDì 23 febbraio 2012
12° VENERDì
24 febbraio 2012
ore 20.30
ore 20.30
Juraj Valčuha direttore
Sergey Khachatryan violino
Šostakovič
Strauss
I SABATI DELL’AUDITORIUM
Video e musica dal vivo
2° sabato 10 marzo 2012 ore 17.00
proiezione:
Leonard Bernstein presenta: La musica di J. S. Bach.
Ramin Bahrami pianoforte
Johann Sebastian Bach
Concerto n. 1 in re minore BWV 1052
Concerto n. 3 in re maggiore BWV 1054
3° sabato 31 marzo 2012 ore 17.00
proiezione:
C’è musica e musica: Dentro l’Eroica (1972), film-documentario di Luciano Berio.
Sergio Alapont direttore
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica
4° sabato 5 maggio 2012 ore 17.00
proiezione:
Aleksandr Nevskij, video-programma dedicato al film di Sergej Ejsenstejn.
Regia di Daniele Abbado e Leonardo Sangiorgi, direttore delle musiche, Claudio Abbado.
Gabriele Bonolis direttore
Sergej Prokof’ev
Lieutenant Kijé, suite sinfonica op. 60
Romeo e Giulietta, brani scelti dalle tre suite dal balletto op. 64
Il dio nemico e danza degli spiriti neri, dalla Suite Scita op. 20
Giovedì 23 febbraio 2012 ore 20.30
Venerdì 24 febbraio 2012 ore 20.30
Juraj Valčuha direttore
Sergey Khachatryan violino
Dmitrij Šostakovič (1906-1975)
Concerto n. 1 in la minore op. 77 per violino e orchestra (1947/48)
Notturno. Moderato
Scherzo. Allegro - Poco più mosso
Passacaglia. Andante - Cadenza
Burlesca. Allegro con brio - Presto
Durata: 36’
Ultima esecuzione Rai aTorino: 6 novembre 2010, Pavel Berman, Anna
Tifu (per la Festa del Violino).
Richard Strauss (1864-1949)
Ein Heldenleben (Vita d’eroe), poema sinfonico op. 40 (1898)
I. Der Held (L’eroe) - II. Der Helden Widersacher (Gli avversari dell’eroe) III. Des Helden Gefährtin (La compagna dell’eroe) - IV. Des Helden
Walstatt (Il campo di battaglia dell’eroe) - V. Des Helden Friedenswerke
(Le opere di pace dell’eroe) - VI. Des Helden Weltflucht und Vollendung
(Ritiro dal mondo dell’eroe e compimento).
[queste indicazioni sono suggerite da Strauss, ma non compaiono nelle edizioni attuali]
Alessandro Milani violino solo
Durata: 42’
Ulrima esecuzione Rai a Torino: 24 febbraio 2006, Yutaka Sado, Marina
Ghigino, violino solo.
Al termine del concerto di giovedì 23 febbraio
rielaborazione elettronica di estratti dalle musiche in
programma
Il concerto di venerdì 24 febbraio è trasmesso in collegamento diretto su
Radio3 per il programma “Radio3 Suite” e in streaming audio-video su
www.osn.rai.it e www.lamusicadiraitre.rai.it.
La ripresa televisiva è effettuata dal Centro di Produzione TV di Torino a cura de
“La Musica di Rai3”. Su www.lamusicadiraitre.rai.it sono disponibili i concerti
andati in onda, la programmazione settimanale, interviste e curiosità.
Dmitrij Šostakovič
Concerto n. 1 in la minore op. 77
per violino e orchestra
Un concerto al confine di un’epoca
La fama dei due Concerti per violino e orchestra di Šostakovič è senza dubbio
legata al nome di David Ojstrach. Fu difatti il violinista ucraino a eseguire per
la prima volta entrambi i lavori. Con il Primo Concerto le cose furono complicate
dalle censure del regime sovietico; non che la partitura contenesse qualcosa di
particolarmente sovversivo nei confronti del Partito Comunista; semplicemente
Šostakovič, a partire dalla Nona Sinfonia, non sembrava più rispondere ai
requisiti dettati dalla Lega dei Compositori Sovietici: musica ottimistica, in grado
di inculcare nel popolo il culto del potere dominante. La pagina fu completata
nel 1948, ma dovette attendere il 1955, o meglio la morte di Stalin, per trovare
il modo di farsi conoscere dal pubblico. La prima esecuzione avvenne difatti il
19 ottobre di quell’anno a Leningrado con David Ojstrach al violino, appunto, e
Evgenij Mravinskij sul podio. Dunque, il dittatore non ebbe modo di ascoltare
il Concerto op. 77, ma c’è da giurare che non avrebbe apprezzato il lavoro di
Šostakovič: non solo perché la scrittura indugia spesso e volentieri sui lati oscuri
dell’emotività, tutto il contrario di quanto richiesto dal regime, ma anche perché
sono molti i punti di contatto con la Decima Sinfonia, la pagina che mette in
musica un vero e proprio conflitto tra Šostakovič e Stalin. Lo strumento utilizzato
è sempre lo stesso: la costante presenza della figurazione re-mib-do-si, alter
ego melodico, secondo la notazione tedesca, della sigla D. SCH; proprio come
se Šostakovič, insistendo sulle proprie iniziali, volesse rivendicare la paternità
assoluta di una produzione finalmente libera da ingerenze esterne.
Il colore tetro dell’ispirazione che sta alla base del Concerto op. 77 è evidente
fin dal Notturno iniziale: un adagio sinfonico che lavora sull’affinità di intenti tra
violino e orchestra. Il disperato deserto su cui si apre l’opera sembra il ritratto di
un’epoca: il risveglio di chi si rialza a fatica da una tetra notte di incubi angoscianti.
Il violino cerca di scrollarsi di dosso il torpore iniziale; ma tutto resta congelato in
una serie di figurazioni che tornano sempre all’immobilità di partenza. Un passo
dei legni, in forma di corale, ricorda la citazione bachiana utilizzata da Berg per
il suo Concerto per violino; ed è forse la prova più appariscente di una serie di
influenze che sicuramente hanno lasciato il segno nell’ispirazione di Šostakovič.
Come in una sinfonia, il Concerto prosegue con uno Scherzo che sfoggia una delle
specialità di casa Šostakovič: quel ghigno sarcastico e diabolico che si legge anche
nei racconti di Gogol’. La pagina richiede l’intervento di un grande virtuoso;
ma anche l’orchestra, con i suoi giochi a incastri tra legni e archi, è messa a dura
prova da una strumentazione geniale che si fa ora tagliente come una risata
malvagia, ora goffa come una marcia di paese.
La Passacaglia seguente richiama tutti all’ordine con una serie di anatemi
scagliati dagli ottoni: Šostakovič torna a insistere sulla drammatica disperazione
del primo movimento; ma ora la glaciale cantilena di chi non ha la forza di
raccontare il proprio dolore si trasforma in una confessione intima e struggente.
La partitura, a dispetto della sua fisionomia esplicitamente sinfonica, non
sorvola su una delle convenzioni del concerto solistico: la cadenza. Ma quella
che nella tradizione era un’interpolazione virtuosistica posizionata a due passi
dalla chiusura di movimento, ora diventa una divagazione solipsistica collocata
al confine tra la Passacaglia e la Burlesque finale. Il ponte, la cui durata è pari a
quella di un intero movimento, serve per condurre l’ascoltatore gradualmente
da una sezione meditativa a un epilogo che mescola le accelerazioni spericolate
dello Scherzo al tema della Passacaglia: quasi come se umorismo spietato e
confessione sincera dovessero trovare un grottesco punto di incontro nell’ultima
pagina del Concerto op. 77.
Andrea Malvano
(dagli archivi Rai)
Richard Strauss
Ein Heldenleben (Vita d’eroe),
poema sinfonico op. 40
I poemi sinfonici di Strauss. Cronologia.
-1886: Aus Italien (Dall’Italia), fantasia sinfonica in 4 parti; scritta a 22 anni dopo
un primo viaggio nel Sud dell’Italia.
-1888: Don Juan, poema sinfonico da Nikolaus von Lenau; ritrae Don Giovanni
come una figura simbolica sospesa tra l’amore e la morte.
-1889: Tod und Verklärung (Morte e trasfigurazione), poema sinfonico da una
poesia di Alexander Ritter; rinuncia alla descrizione della natura o di un
personaggio per concentrarsi su concetti filosofici.
-1890: Macbeth, poema sinfonico da William Shakespeare; stilisticamen­te più
“classico” dei precedenti e caratterizzato dalla ricerca di colori scuri e opachi.
-1895: Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni di Till Eulenspiegel), poema
sinfonico in forma di rondò da un’antica melodia burlesca; rappre­senta con
altissimo virtuosismo orchestrale le avventure del burlone Till.
-1896: Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra), poema sinfonico
liberamente tratto da Friedrich Nietzsche; rappresenta musicalmente la
tensio­ne dell’uomo che deve superare se stesso avendo come obiettivo
l’Oltreuomo.
-1897: Don Quixote, variazioni fantastiche su un tema di carattere cavalleresco,
da Miguel de Cervantes; fondono mirabilmente comicità e tragicità proprie del
“cavaliere dalla triste figura”.
-1898: Ein Heldenleben (Vita d’eroe), poema sinfonico su note autobiogra­fiche;
offre un monumentale autoritratto sinfonico dello stesso Strauss.
-1903: Symphonia domestica, da note autobiografiche; un ulteriore auto­ritratto
che si concentra sulla dimensione familiare della vita di Strauss.
-1915: Eine Alpensinfonie (Sinfonia delle alpi); segna il ritorno al sinfo­nismo
descrittivo dopo i grandi successi in ambito teatrale, dipingendo con mezzi
sinfonici ampi il mondo delle montagne.
I poemi sinfonici di Strauss sono stati composti tutti fra il 1886 e il 1898. Da questo
insieme vanno escluse la Symphonia domestica e Eine Alpensinfonie che, pur
essendo composizioni di tipo descrittivo, recuperano fin dal titolo il riferimento
alla sinfonia e non possono essere considerate poemi sinfonici. Dunque con
l’Ottocento si chiude di fatto il periodo dei poemi sinfonici: con il nuovo secolo si
assisterà alla svolta creativa delle grandi opere teatrali. In realtà però già l’ultimo
dei poemi sinfonici, Vita d’eroe, reca alcuni aspet­ti riferibili al sinfonismo classico:
la tonalità di mi bemolle maggiore e il rife­rimento all’eroismo rimandano a
Beethoven e alla Sinfonia Eroica, la struttu­ra del brano è quella della forma-sonata
classica, e il programma descrittivo-letterario che dovrebbe caratterizzarlo come
poema sinfonico non comparve mai in partitura, ma fu reso noto da Strauss solo in
un secondo momento e su richiesta altrui. Il pensiero che domina la composizione
è quindi puramente musicale e il contenuto narrativo e biografico è solo una
possibile chiave interpretativa ed espressiva di questa musica.
Vita d’eroe
Il poema sinfonico si articola secondo la forma-sonata tipica del sinfonismo
classico: i primi tre episodi, L’eroe, Gli avversari dell’eroe e La compagna dell’eroe,
sono di fatto un’ampia esposizione costruita su tre temi; il quarto episodio,
Il campo di battaglia dell’eroe, è lo sviluppo centrale, che si conclude, al momento
della vittoria, con la ripresa del tema eroico iniziale. Gli ultimi due episodi,
Le opere di pace dell’eroe e La fuga dal mondo e la piena realizzazione dell’eroe,
sono la lunga coda conclusiva.
L’eroe: l’apertura è data da un tema caratterizzato dalla tensione a elevarsi,
esposto da violoncelli e corni all’unisono; l’idea passa poi ai violini, quindi ai
corni soli, e invade tutta l’orchestra. L’episodio si conclude con un’espansione
grandiosa e incalzante seguita da una pausa.
Gli avversari dell’eroe sono rappresentati da figure musicali frastagliate e aguzze
dei fiati soli nel registro acuto, che li caratterizzano con un sarcasmo graffiante.
Le tube intervengono con il loro suono profondo e imperioso.
La compagna dell’eroe è rappresentata dal violino solista che si muove in
modo incostante con figure musicali ora cantabili e sentimentali, ora bizzose
o vezzose. Un episodio ampio e altamente virtuosistico per il violino solista,
che vuol essere il ritratto di Pauline de Ahna, la moglie di Strauss. Su una
con­clusione dolcissima ed elegiaca interviene l’azione di disturbo dei nemici
dell’eroe, che tornano in scena come in punta di piedi.
Il campo di battaglia dell’eroe: la battaglia è annunciata da squilli di tromba e
presto si scatena in tutta l’orchestra. I ritmi militari scandiscono il conflitto fino
alla vittoria, rappresentata dalla ripresa del tema dell’eroe. Al momento del
trionfo si arriva attraverso una cadenza che è una sintesi consapevole di tutti i
gesti grandiosi e magniloquenti in musica.
Nelle Opere di pace dell’eroe il protagonista passa in rassegna la sua vita
attraverso le sue opere; in questo caso le opere sono le composizioni che pre­
cedono Vita d’eroe, che Strauss evoca attraverso citazioni facilmente ricono­
scibili: Don Juan, Così parlò Zarathustra, Morte e trasfigurazione, Don Chisciotte, Till
Eulenspiegel. Non mancano neppure l’opera teatrale Guntram, Macbeth e il Lied
Sogno al tramonto. La conclusione è La fuga dal mondo e la piena realizzazione
dell’eroe: una melopea del corno inglese introduce la dimensione bucolica da
cui si svilup­pa l’Adagio sommesso degli archi, che verso la conclusione vede un
ultimo intervento della voce della compagna dell’eroe, seguita da un epilogo
gran­dioso ma non appassionato, tanto sublime quanto contenuto.
Paolo Cairoli
(dagli archivi Rai)
Juraj Valčuha
Nato nel 1976 a Bratislava, in Slovacchia, ha studiato composizione, direzione e
cimbalom nella città natale; successivamente si è perfezionato con Ilya Musin a
San Pietroburgo e con Janos Fürst a Parigi.
Dal 2003 al 2005 è stato Direttore assistente presso l’Orchestra e l’Opéra
National di Montpellier, debuttando nello stesso periodo con l’Orchestre
National de France e con l’Orchestre Philharmonique de Radio-France. Nel 2006
ha debuttato in Italia dirigendo La Bohème al Teatro Comunale di Bologna.
Nel 2007/2008 ha iniziato a collaborare con le maggiori orchestre quali l’Orchestra
Sinfonica Nazionale della Rai (OSN Rai) a Torino, i Münchner Philharmoniker, la
Philharmonia Orchestra di Londra, la Filarmonica di Rotterdam, la Filarmonica
di Oslo e la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino. Ha debuttato inoltre
negli Stati Uniti con la Pittsburgh Symphony. Nella stagione 2008/2009 ha
diretto l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, l’Orchestra della Radio Svedese, la
Los Angeles Philharmonic, nuovamente l’OSN Rai, nonché Madama Butterfly a
Berlino e Monaco. Con l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia ha partecipato
alla prima stagione di Abu Dhabi Classics.
Nel 2009/2010 ha ritrovato la National Symphony di Washington e la Pittsburgh
Symphony. Ha debuttato con la Staatskapelle di Dresda e diretto Elisir d´amore
e Nozze di Figaro a Monaco, e Turandot a Stoccarda. Nella stagione 2010/2011 ha
debuttato con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra
del Maggio Musicale Fiorentino, la Houston Symphony e l’Orchestre de Paris, ed
è tornato a capo della Los Angeles Philharmonic, della Fenice (nuova produzione
de La Bohème) dei Münchner Philharmoniker e della Philharmonia. Ha diretto
poi l’OSN Rai in tournée ad Abu Dhabi con Yo-Yo Ma, e ai Festival di Radio France
e della Roque d’Anthéron.
Nell’autunno 2011 ha debuttato con l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam
e con i Berliner Philharmoniker alla Philharmonie di Berlino, dove è tornato nel
corso della tournée con l’OSN Rai, che ha interessato anche il Musikverein di
Vienna, la Konzerthaus di Friburgo e il Teatro Nazionale di Bratislava.
La stagione lo vede inoltre impegnato con la Boston Symphony Orchestra,
Cincinnati Symphony e nuovamente Pittsburgh Symphony, Orchestre de
Paris, Staatskapelle di Dresda, Orchestra della Radio Svedese, Philharmonia e
Münchner Philharmoniker. All’inizio della stagione 2012/2013 debutterà con la New York Philharmonic, la
Filarmonica della Scala e la San Francisco Symphony.
È Direttore principale dell’OSN Rai dal novembre 2009.
Fra gli impegni del 2011/12 vi sono concerti con i Bamberger Symphoniker e
Herbert Blomstedt, con la Rundfunk Symphonieorchester di Berlino e Juraj
Valčuha, con l’Orchestre de Paris e Andris Nelsons, nonché il debutto in Cina
con l’Orchestra NCPA per il Concerto di Capodanno diretto da Lorin Maazel
e la première di un nuovo concerto di Arthur Aharonian con la Sinfonietta di
Amsterdam.
Per Naïve Classique ha inciso il Concerto di Sibelius nel 2003, un disco doppio
con i Concerti di Šostakovič con l’Orchestre National de France diretta da Kurt
Masur, la Sonata di Franck e la Sonata di Šostakovič con Lusine Khachatryan al
pianoforte e l’integrale delle Sonate e Partite di Bach per violino solo.
Suona un violino “Lord Newlands” Stradivarius del 1702, messo a disposizione
dalla Nippon Music Foundation.
Sergey Khachatryan
Nato nel 1985 a Yerevan, in Armenia, nel 2000 è stato il più giovane vincitore
della storia del Concorso Internazionale “Jean Sibelius” di Helsinki, mentre nel
2005 ha vinto il Primo Premio alla Queen Elizabeth Competition di Bruxelles.
Ha suonato con prestigiose orchestre quali Berliner Philharmoniker, Orchestra
del Concertgebouw di Amsterdam, Orchestre National de France, Orchestre
de Paris, London Symphony Orchestra, London Philharmonic Orchestra,
Philharmonia Orchestra, Orchestra NHK di Tokyo, Münchner Philharmoniker e
Tonhalle Orchestra di Zurigo.
Dopo il debutto con la Cleveland Orchestra nel 2004, ha suonato con la New
York Philharmonic e Kurt Masur, la Boston Symphony e Bernard Haitink, la Los
Angeles Philharmonic e Stéphane Denève, la Philadelphia Orchestra e Charles
Dutoit, la San Francisco Symphony e Michael Tilson Thomas, nonché ai Ravinia
e Blossom Festival, al Mostly Mozart Festival e al Mikkeli Festival in Finlandia.
Molti i concerti alla Royal Festival Hall di Londra con la Philharmonia Orchestra
diretta da Christoph von Dohnányi, Esa-Pekka Salonen, Rafael Frühbeck de
Burgos, Alexander Lazarev e Tugan Sokhiev. Suona regolarmente con Valery
Gergiev e l’Orchestra del Mariinskij a San Pietroburgo.
Francesco Fantini
GIOVEdì 23 FEBBRAIO 2012
Auditorium “A. Toscanini”
Francesco Fantini producer
Rielaborazione elettronica di estratti da:
Richard Strauss
Ein Heldenleben (Vita d’eroe), poema sinfonico op. 40
Durata: 15’ ca
Nato a Savona nel 1988, ha affrontato lo studio del contrabbasso e del jazz presso
i Conservatori di Cuneo e Torino, per poi specializzarsi in sound engineering and
design presso il MIAM - Istanbul Teknik Universitesi della metropoli turca; stasera
debutta con Zeitgeist, progetto multimediale realizzato in collaborazione con
Carlos Casas e Utku Tavil per la decima edizione del festival internazionale
Club To Club. Nel 2011 ha presentato il suo nuovo progetto solista A:RA, una
costantsperimentazione di ritmo e tessitura sonora, esibendosi in occasione di
Rai NuovaMusica, Club To Club e Jazz:Re:Found, dividendo il palco con Kode9 e
AD Bourke.
A:RA è, inoltre, una delle tre teste del mostro sonico O [One Circle], progetto con
Vaghe Stelle e Stargate.
Partecipano al concerto
VIOLINI PRIMI
CONTROFAGOTTO
*Alessandro Milani (di spalla), °Giuseppe Lercara, °Marco Lamberti, Antonio Bassi,
Irene Cardo, Claudio Cavalli, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Elfrida Kani, Fulvia Petruzzelli,
Francesco Punturo, Rossella Rossi, Ilie Stefan, Lynn Westerberg, Elisa Schack,
Francesca Sgobba.
Bruno Giudice
VIOLINI SECONDI
*Roberto Righetti, °Valentina Busso, Maria Dolores Cattaneo, Carmine Evangelista,
Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Enxhi Nini,
Vincenzo Prota, Matteo Ruffo, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Carlotta Conrado,
Claudia Curri, Marco Mazzucco.
CORNI
*Ettore Bongiovanni, *Corrado Saglietti, *Stefano Aprile, Marco Panella, Valerio Maini,
Emilio Mencoboni, Bruno Tornato, Marco Tosello, Rosario Pruiti.
TROMBE
*Roberto Rossi, *Marco Braito, Ercole Ceretta, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini.
TROMBE FUORI SCENA
*Marco Braito, Ercole Ceretta, Roberto Rivellini.
VIOLE
TROMBONI
*Ula Ulijona, °Matilde Scarponi, °Geri Brown, Antonina Antonova, Massimo De Franceschi,
Rossana Dindo, Alberto Giolo, Maurizio Ravasio, Margherita Sarchini, Luciano Scaglia,
Silvia Vannucci, Magdalena Vasilescu.
*Enzo Turriziani, Devid Ceste.
VIOLONCELLI
*Pierpaolo Toso, °Wolfango Frezzato, °Giuseppe Ghisalberti, °Ermanno Franco,
Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Pietro Di Somma, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi,
Fabio Storino, Paola Martina Mondello, Marco Radaelli.
CONTRABBASSI
*Cesare Maghenzani, °Gabriele Carpani, °Silvio Albesiano, Giorgio Curtoni, Luigi Defonte,
Maurizio Pasculli, Virgilio Sarro, Roberto Bevilacqua.
TROMBONE BASSO
Gianfranco Marchesi
EUPHONIUM
Antonello Mazzucco
TUBA
Daryl Smith
TIMPANI
*Stefano Cantarelli
FLAUTI
PERCUSSIONI
*Alberto Barletta, Fiorella Andriani, Luigi Arciuli, Carlo Bosticco.
Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Claudio Scolari.
OTTAVINO
ARPE
Carlo Bosticco
*Margherita Bassani, Nabila Chajai.
OBOI
CELESTE
*Carlo Romano, Sandro Mastrangeli, Franco Tangari, Teresa Vicentini.
Maria Antonietta Maldera
CORNO INGLESE
* prime parti ° concertini
Teresa Vicentini
CLARINETTI
*Enrico Maria Baroni, Graziano Mancini, Diego Baroni.
Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, messo gentilmente a
disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano.
CLARINETTO PICCOLO
Davide Argentiero
CLARINETTI BASSO
Diego Baroni
FAGOTTI
*Elvio Di Martino, Cristian Crevena, Mauro Monguzzi.
Redazione a cura di Michele Razzetti
13°
Giovedì 1 marzo 2012 ore 20.30
Venerdì 2 marzo 2012 ore 20.30
Helmuth Rilling direttore
Julia Sophie Wagner soprano
Ingeborg Danz contralto
Lothar Odinius tenore (Evangelista)
Dominik Wortig tenore (arie)
Michael Nagy basso (Gesù)
Konstantin Wolff basso (arie)
Coro Filarmonico “Ruggero Maghini” di Torino
Claudio Chiavazza maestro del coro
Johann Sebastian Bach
Johannes-Passion BWV 245
per soli, coro e orchestra
CARNET
da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori
Adulti: 24,00 euro a concerto - Giovani: 5,00 euro a concerto
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/888300
[email protected] - www.osn.rai.it
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