LA CLASSICA COLPISCE ANCORA - Orchestra Sinfonica Nazionale
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LA CLASSICA COLPISCE ANCORA - Orchestra Sinfonica Nazionale
Torino . Auditorium Rai Concerti 2011 . 2012 LA CLASSICA COLPISCE ANCORA gioveDì 23 febbraio 2012 12° VENERDì 24 febbraio 2012 ore 20.30 ore 20.30 Juraj Valčuha direttore Sergey Khachatryan violino Šostakovič Strauss I SABATI DELL’AUDITORIUM Video e musica dal vivo 2° sabato 10 marzo 2012 ore 17.00 proiezione: Leonard Bernstein presenta: La musica di J. S. Bach. Ramin Bahrami pianoforte Johann Sebastian Bach Concerto n. 1 in re minore BWV 1052 Concerto n. 3 in re maggiore BWV 1054 3° sabato 31 marzo 2012 ore 17.00 proiezione: C’è musica e musica: Dentro l’Eroica (1972), film-documentario di Luciano Berio. Sergio Alapont direttore Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 Eroica 4° sabato 5 maggio 2012 ore 17.00 proiezione: Aleksandr Nevskij, video-programma dedicato al film di Sergej Ejsenstejn. Regia di Daniele Abbado e Leonardo Sangiorgi, direttore delle musiche, Claudio Abbado. Gabriele Bonolis direttore Sergej Prokof’ev Lieutenant Kijé, suite sinfonica op. 60 Romeo e Giulietta, brani scelti dalle tre suite dal balletto op. 64 Il dio nemico e danza degli spiriti neri, dalla Suite Scita op. 20 Giovedì 23 febbraio 2012 ore 20.30 Venerdì 24 febbraio 2012 ore 20.30 Juraj Valčuha direttore Sergey Khachatryan violino Dmitrij Šostakovič (1906-1975) Concerto n. 1 in la minore op. 77 per violino e orchestra (1947/48) Notturno. Moderato Scherzo. Allegro - Poco più mosso Passacaglia. Andante - Cadenza Burlesca. Allegro con brio - Presto Durata: 36’ Ultima esecuzione Rai aTorino: 6 novembre 2010, Pavel Berman, Anna Tifu (per la Festa del Violino). Richard Strauss (1864-1949) Ein Heldenleben (Vita d’eroe), poema sinfonico op. 40 (1898) I. Der Held (L’eroe) - II. Der Helden Widersacher (Gli avversari dell’eroe) III. Des Helden Gefährtin (La compagna dell’eroe) - IV. Des Helden Walstatt (Il campo di battaglia dell’eroe) - V. Des Helden Friedenswerke (Le opere di pace dell’eroe) - VI. Des Helden Weltflucht und Vollendung (Ritiro dal mondo dell’eroe e compimento). [queste indicazioni sono suggerite da Strauss, ma non compaiono nelle edizioni attuali] Alessandro Milani violino solo Durata: 42’ Ulrima esecuzione Rai a Torino: 24 febbraio 2006, Yutaka Sado, Marina Ghigino, violino solo. Al termine del concerto di giovedì 23 febbraio rielaborazione elettronica di estratti dalle musiche in programma Il concerto di venerdì 24 febbraio è trasmesso in collegamento diretto su Radio3 per il programma “Radio3 Suite” e in streaming audio-video su www.osn.rai.it e www.lamusicadiraitre.rai.it. La ripresa televisiva è effettuata dal Centro di Produzione TV di Torino a cura de “La Musica di Rai3”. Su www.lamusicadiraitre.rai.it sono disponibili i concerti andati in onda, la programmazione settimanale, interviste e curiosità. Dmitrij Šostakovič Concerto n. 1 in la minore op. 77 per violino e orchestra Un concerto al confine di un’epoca La fama dei due Concerti per violino e orchestra di Šostakovič è senza dubbio legata al nome di David Ojstrach. Fu difatti il violinista ucraino a eseguire per la prima volta entrambi i lavori. Con il Primo Concerto le cose furono complicate dalle censure del regime sovietico; non che la partitura contenesse qualcosa di particolarmente sovversivo nei confronti del Partito Comunista; semplicemente Šostakovič, a partire dalla Nona Sinfonia, non sembrava più rispondere ai requisiti dettati dalla Lega dei Compositori Sovietici: musica ottimistica, in grado di inculcare nel popolo il culto del potere dominante. La pagina fu completata nel 1948, ma dovette attendere il 1955, o meglio la morte di Stalin, per trovare il modo di farsi conoscere dal pubblico. La prima esecuzione avvenne difatti il 19 ottobre di quell’anno a Leningrado con David Ojstrach al violino, appunto, e Evgenij Mravinskij sul podio. Dunque, il dittatore non ebbe modo di ascoltare il Concerto op. 77, ma c’è da giurare che non avrebbe apprezzato il lavoro di Šostakovič: non solo perché la scrittura indugia spesso e volentieri sui lati oscuri dell’emotività, tutto il contrario di quanto richiesto dal regime, ma anche perché sono molti i punti di contatto con la Decima Sinfonia, la pagina che mette in musica un vero e proprio conflitto tra Šostakovič e Stalin. Lo strumento utilizzato è sempre lo stesso: la costante presenza della figurazione re-mib-do-si, alter ego melodico, secondo la notazione tedesca, della sigla D. SCH; proprio come se Šostakovič, insistendo sulle proprie iniziali, volesse rivendicare la paternità assoluta di una produzione finalmente libera da ingerenze esterne. Il colore tetro dell’ispirazione che sta alla base del Concerto op. 77 è evidente fin dal Notturno iniziale: un adagio sinfonico che lavora sull’affinità di intenti tra violino e orchestra. Il disperato deserto su cui si apre l’opera sembra il ritratto di un’epoca: il risveglio di chi si rialza a fatica da una tetra notte di incubi angoscianti. Il violino cerca di scrollarsi di dosso il torpore iniziale; ma tutto resta congelato in una serie di figurazioni che tornano sempre all’immobilità di partenza. Un passo dei legni, in forma di corale, ricorda la citazione bachiana utilizzata da Berg per il suo Concerto per violino; ed è forse la prova più appariscente di una serie di influenze che sicuramente hanno lasciato il segno nell’ispirazione di Šostakovič. Come in una sinfonia, il Concerto prosegue con uno Scherzo che sfoggia una delle specialità di casa Šostakovič: quel ghigno sarcastico e diabolico che si legge anche nei racconti di Gogol’. La pagina richiede l’intervento di un grande virtuoso; ma anche l’orchestra, con i suoi giochi a incastri tra legni e archi, è messa a dura prova da una strumentazione geniale che si fa ora tagliente come una risata malvagia, ora goffa come una marcia di paese. La Passacaglia seguente richiama tutti all’ordine con una serie di anatemi scagliati dagli ottoni: Šostakovič torna a insistere sulla drammatica disperazione del primo movimento; ma ora la glaciale cantilena di chi non ha la forza di raccontare il proprio dolore si trasforma in una confessione intima e struggente. La partitura, a dispetto della sua fisionomia esplicitamente sinfonica, non sorvola su una delle convenzioni del concerto solistico: la cadenza. Ma quella che nella tradizione era un’interpolazione virtuosistica posizionata a due passi dalla chiusura di movimento, ora diventa una divagazione solipsistica collocata al confine tra la Passacaglia e la Burlesque finale. Il ponte, la cui durata è pari a quella di un intero movimento, serve per condurre l’ascoltatore gradualmente da una sezione meditativa a un epilogo che mescola le accelerazioni spericolate dello Scherzo al tema della Passacaglia: quasi come se umorismo spietato e confessione sincera dovessero trovare un grottesco punto di incontro nell’ultima pagina del Concerto op. 77. Andrea Malvano (dagli archivi Rai) Richard Strauss Ein Heldenleben (Vita d’eroe), poema sinfonico op. 40 I poemi sinfonici di Strauss. Cronologia. -1886: Aus Italien (Dall’Italia), fantasia sinfonica in 4 parti; scritta a 22 anni dopo un primo viaggio nel Sud dell’Italia. -1888: Don Juan, poema sinfonico da Nikolaus von Lenau; ritrae Don Giovanni come una figura simbolica sospesa tra l’amore e la morte. -1889: Tod und Verklärung (Morte e trasfigurazione), poema sinfonico da una poesia di Alexander Ritter; rinuncia alla descrizione della natura o di un personaggio per concentrarsi su concetti filosofici. -1890: Macbeth, poema sinfonico da William Shakespeare; stilisticamente più “classico” dei precedenti e caratterizzato dalla ricerca di colori scuri e opachi. -1895: Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni di Till Eulenspiegel), poema sinfonico in forma di rondò da un’antica melodia burlesca; rappresenta con altissimo virtuosismo orchestrale le avventure del burlone Till. -1896: Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra), poema sinfonico liberamente tratto da Friedrich Nietzsche; rappresenta musicalmente la tensione dell’uomo che deve superare se stesso avendo come obiettivo l’Oltreuomo. -1897: Don Quixote, variazioni fantastiche su un tema di carattere cavalleresco, da Miguel de Cervantes; fondono mirabilmente comicità e tragicità proprie del “cavaliere dalla triste figura”. -1898: Ein Heldenleben (Vita d’eroe), poema sinfonico su note autobiografiche; offre un monumentale autoritratto sinfonico dello stesso Strauss. -1903: Symphonia domestica, da note autobiografiche; un ulteriore autoritratto che si concentra sulla dimensione familiare della vita di Strauss. -1915: Eine Alpensinfonie (Sinfonia delle alpi); segna il ritorno al sinfonismo descrittivo dopo i grandi successi in ambito teatrale, dipingendo con mezzi sinfonici ampi il mondo delle montagne. I poemi sinfonici di Strauss sono stati composti tutti fra il 1886 e il 1898. Da questo insieme vanno escluse la Symphonia domestica e Eine Alpensinfonie che, pur essendo composizioni di tipo descrittivo, recuperano fin dal titolo il riferimento alla sinfonia e non possono essere considerate poemi sinfonici. Dunque con l’Ottocento si chiude di fatto il periodo dei poemi sinfonici: con il nuovo secolo si assisterà alla svolta creativa delle grandi opere teatrali. In realtà però già l’ultimo dei poemi sinfonici, Vita d’eroe, reca alcuni aspetti riferibili al sinfonismo classico: la tonalità di mi bemolle maggiore e il riferimento all’eroismo rimandano a Beethoven e alla Sinfonia Eroica, la struttura del brano è quella della forma-sonata classica, e il programma descrittivo-letterario che dovrebbe caratterizzarlo come poema sinfonico non comparve mai in partitura, ma fu reso noto da Strauss solo in un secondo momento e su richiesta altrui. Il pensiero che domina la composizione è quindi puramente musicale e il contenuto narrativo e biografico è solo una possibile chiave interpretativa ed espressiva di questa musica. Vita d’eroe Il poema sinfonico si articola secondo la forma-sonata tipica del sinfonismo classico: i primi tre episodi, L’eroe, Gli avversari dell’eroe e La compagna dell’eroe, sono di fatto un’ampia esposizione costruita su tre temi; il quarto episodio, Il campo di battaglia dell’eroe, è lo sviluppo centrale, che si conclude, al momento della vittoria, con la ripresa del tema eroico iniziale. Gli ultimi due episodi, Le opere di pace dell’eroe e La fuga dal mondo e la piena realizzazione dell’eroe, sono la lunga coda conclusiva. L’eroe: l’apertura è data da un tema caratterizzato dalla tensione a elevarsi, esposto da violoncelli e corni all’unisono; l’idea passa poi ai violini, quindi ai corni soli, e invade tutta l’orchestra. L’episodio si conclude con un’espansione grandiosa e incalzante seguita da una pausa. Gli avversari dell’eroe sono rappresentati da figure musicali frastagliate e aguzze dei fiati soli nel registro acuto, che li caratterizzano con un sarcasmo graffiante. Le tube intervengono con il loro suono profondo e imperioso. La compagna dell’eroe è rappresentata dal violino solista che si muove in modo incostante con figure musicali ora cantabili e sentimentali, ora bizzose o vezzose. Un episodio ampio e altamente virtuosistico per il violino solista, che vuol essere il ritratto di Pauline de Ahna, la moglie di Strauss. Su una conclusione dolcissima ed elegiaca interviene l’azione di disturbo dei nemici dell’eroe, che tornano in scena come in punta di piedi. Il campo di battaglia dell’eroe: la battaglia è annunciata da squilli di tromba e presto si scatena in tutta l’orchestra. I ritmi militari scandiscono il conflitto fino alla vittoria, rappresentata dalla ripresa del tema dell’eroe. Al momento del trionfo si arriva attraverso una cadenza che è una sintesi consapevole di tutti i gesti grandiosi e magniloquenti in musica. Nelle Opere di pace dell’eroe il protagonista passa in rassegna la sua vita attraverso le sue opere; in questo caso le opere sono le composizioni che pre cedono Vita d’eroe, che Strauss evoca attraverso citazioni facilmente ricono scibili: Don Juan, Così parlò Zarathustra, Morte e trasfigurazione, Don Chisciotte, Till Eulenspiegel. Non mancano neppure l’opera teatrale Guntram, Macbeth e il Lied Sogno al tramonto. La conclusione è La fuga dal mondo e la piena realizzazione dell’eroe: una melopea del corno inglese introduce la dimensione bucolica da cui si sviluppa l’Adagio sommesso degli archi, che verso la conclusione vede un ultimo intervento della voce della compagna dell’eroe, seguita da un epilogo grandioso ma non appassionato, tanto sublime quanto contenuto. Paolo Cairoli (dagli archivi Rai) Juraj Valčuha Nato nel 1976 a Bratislava, in Slovacchia, ha studiato composizione, direzione e cimbalom nella città natale; successivamente si è perfezionato con Ilya Musin a San Pietroburgo e con Janos Fürst a Parigi. Dal 2003 al 2005 è stato Direttore assistente presso l’Orchestra e l’Opéra National di Montpellier, debuttando nello stesso periodo con l’Orchestre National de France e con l’Orchestre Philharmonique de Radio-France. Nel 2006 ha debuttato in Italia dirigendo La Bohème al Teatro Comunale di Bologna. Nel 2007/2008 ha iniziato a collaborare con le maggiori orchestre quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai (OSN Rai) a Torino, i Münchner Philharmoniker, la Philharmonia Orchestra di Londra, la Filarmonica di Rotterdam, la Filarmonica di Oslo e la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino. Ha debuttato inoltre negli Stati Uniti con la Pittsburgh Symphony. Nella stagione 2008/2009 ha diretto l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, l’Orchestra della Radio Svedese, la Los Angeles Philharmonic, nuovamente l’OSN Rai, nonché Madama Butterfly a Berlino e Monaco. Con l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia ha partecipato alla prima stagione di Abu Dhabi Classics. Nel 2009/2010 ha ritrovato la National Symphony di Washington e la Pittsburgh Symphony. Ha debuttato con la Staatskapelle di Dresda e diretto Elisir d´amore e Nozze di Figaro a Monaco, e Turandot a Stoccarda. Nella stagione 2010/2011 ha debuttato con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Houston Symphony e l’Orchestre de Paris, ed è tornato a capo della Los Angeles Philharmonic, della Fenice (nuova produzione de La Bohème) dei Münchner Philharmoniker e della Philharmonia. Ha diretto poi l’OSN Rai in tournée ad Abu Dhabi con Yo-Yo Ma, e ai Festival di Radio France e della Roque d’Anthéron. Nell’autunno 2011 ha debuttato con l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam e con i Berliner Philharmoniker alla Philharmonie di Berlino, dove è tornato nel corso della tournée con l’OSN Rai, che ha interessato anche il Musikverein di Vienna, la Konzerthaus di Friburgo e il Teatro Nazionale di Bratislava. La stagione lo vede inoltre impegnato con la Boston Symphony Orchestra, Cincinnati Symphony e nuovamente Pittsburgh Symphony, Orchestre de Paris, Staatskapelle di Dresda, Orchestra della Radio Svedese, Philharmonia e Münchner Philharmoniker. All’inizio della stagione 2012/2013 debutterà con la New York Philharmonic, la Filarmonica della Scala e la San Francisco Symphony. È Direttore principale dell’OSN Rai dal novembre 2009. Fra gli impegni del 2011/12 vi sono concerti con i Bamberger Symphoniker e Herbert Blomstedt, con la Rundfunk Symphonieorchester di Berlino e Juraj Valčuha, con l’Orchestre de Paris e Andris Nelsons, nonché il debutto in Cina con l’Orchestra NCPA per il Concerto di Capodanno diretto da Lorin Maazel e la première di un nuovo concerto di Arthur Aharonian con la Sinfonietta di Amsterdam. Per Naïve Classique ha inciso il Concerto di Sibelius nel 2003, un disco doppio con i Concerti di Šostakovič con l’Orchestre National de France diretta da Kurt Masur, la Sonata di Franck e la Sonata di Šostakovič con Lusine Khachatryan al pianoforte e l’integrale delle Sonate e Partite di Bach per violino solo. Suona un violino “Lord Newlands” Stradivarius del 1702, messo a disposizione dalla Nippon Music Foundation. Sergey Khachatryan Nato nel 1985 a Yerevan, in Armenia, nel 2000 è stato il più giovane vincitore della storia del Concorso Internazionale “Jean Sibelius” di Helsinki, mentre nel 2005 ha vinto il Primo Premio alla Queen Elizabeth Competition di Bruxelles. Ha suonato con prestigiose orchestre quali Berliner Philharmoniker, Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, Orchestre National de France, Orchestre de Paris, London Symphony Orchestra, London Philharmonic Orchestra, Philharmonia Orchestra, Orchestra NHK di Tokyo, Münchner Philharmoniker e Tonhalle Orchestra di Zurigo. Dopo il debutto con la Cleveland Orchestra nel 2004, ha suonato con la New York Philharmonic e Kurt Masur, la Boston Symphony e Bernard Haitink, la Los Angeles Philharmonic e Stéphane Denève, la Philadelphia Orchestra e Charles Dutoit, la San Francisco Symphony e Michael Tilson Thomas, nonché ai Ravinia e Blossom Festival, al Mostly Mozart Festival e al Mikkeli Festival in Finlandia. Molti i concerti alla Royal Festival Hall di Londra con la Philharmonia Orchestra diretta da Christoph von Dohnányi, Esa-Pekka Salonen, Rafael Frühbeck de Burgos, Alexander Lazarev e Tugan Sokhiev. Suona regolarmente con Valery Gergiev e l’Orchestra del Mariinskij a San Pietroburgo. Francesco Fantini GIOVEdì 23 FEBBRAIO 2012 Auditorium “A. Toscanini” Francesco Fantini producer Rielaborazione elettronica di estratti da: Richard Strauss Ein Heldenleben (Vita d’eroe), poema sinfonico op. 40 Durata: 15’ ca Nato a Savona nel 1988, ha affrontato lo studio del contrabbasso e del jazz presso i Conservatori di Cuneo e Torino, per poi specializzarsi in sound engineering and design presso il MIAM - Istanbul Teknik Universitesi della metropoli turca; stasera debutta con Zeitgeist, progetto multimediale realizzato in collaborazione con Carlos Casas e Utku Tavil per la decima edizione del festival internazionale Club To Club. Nel 2011 ha presentato il suo nuovo progetto solista A:RA, una costantsperimentazione di ritmo e tessitura sonora, esibendosi in occasione di Rai NuovaMusica, Club To Club e Jazz:Re:Found, dividendo il palco con Kode9 e AD Bourke. A:RA è, inoltre, una delle tre teste del mostro sonico O [One Circle], progetto con Vaghe Stelle e Stargate. Partecipano al concerto VIOLINI PRIMI CONTROFAGOTTO *Alessandro Milani (di spalla), °Giuseppe Lercara, °Marco Lamberti, Antonio Bassi, Irene Cardo, Claudio Cavalli, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Elfrida Kani, Fulvia Petruzzelli, Francesco Punturo, Rossella Rossi, Ilie Stefan, Lynn Westerberg, Elisa Schack, Francesca Sgobba. Bruno Giudice VIOLINI SECONDI *Roberto Righetti, °Valentina Busso, Maria Dolores Cattaneo, Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Enxhi Nini, Vincenzo Prota, Matteo Ruffo, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Carlotta Conrado, Claudia Curri, Marco Mazzucco. CORNI *Ettore Bongiovanni, *Corrado Saglietti, *Stefano Aprile, Marco Panella, Valerio Maini, Emilio Mencoboni, Bruno Tornato, Marco Tosello, Rosario Pruiti. TROMBE *Roberto Rossi, *Marco Braito, Ercole Ceretta, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini. TROMBE FUORI SCENA *Marco Braito, Ercole Ceretta, Roberto Rivellini. VIOLE TROMBONI *Ula Ulijona, °Matilde Scarponi, °Geri Brown, Antonina Antonova, Massimo De Franceschi, Rossana Dindo, Alberto Giolo, Maurizio Ravasio, Margherita Sarchini, Luciano Scaglia, Silvia Vannucci, Magdalena Vasilescu. *Enzo Turriziani, Devid Ceste. VIOLONCELLI *Pierpaolo Toso, °Wolfango Frezzato, °Giuseppe Ghisalberti, °Ermanno Franco, Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Pietro Di Somma, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino, Paola Martina Mondello, Marco Radaelli. CONTRABBASSI *Cesare Maghenzani, °Gabriele Carpani, °Silvio Albesiano, Giorgio Curtoni, Luigi Defonte, Maurizio Pasculli, Virgilio Sarro, Roberto Bevilacqua. TROMBONE BASSO Gianfranco Marchesi EUPHONIUM Antonello Mazzucco TUBA Daryl Smith TIMPANI *Stefano Cantarelli FLAUTI PERCUSSIONI *Alberto Barletta, Fiorella Andriani, Luigi Arciuli, Carlo Bosticco. Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Claudio Scolari. OTTAVINO ARPE Carlo Bosticco *Margherita Bassani, Nabila Chajai. OBOI CELESTE *Carlo Romano, Sandro Mastrangeli, Franco Tangari, Teresa Vicentini. Maria Antonietta Maldera CORNO INGLESE * prime parti ° concertini Teresa Vicentini CLARINETTI *Enrico Maria Baroni, Graziano Mancini, Diego Baroni. Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, messo gentilmente a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano. CLARINETTO PICCOLO Davide Argentiero CLARINETTI BASSO Diego Baroni FAGOTTI *Elvio Di Martino, Cristian Crevena, Mauro Monguzzi. Redazione a cura di Michele Razzetti 13° Giovedì 1 marzo 2012 ore 20.30 Venerdì 2 marzo 2012 ore 20.30 Helmuth Rilling direttore Julia Sophie Wagner soprano Ingeborg Danz contralto Lothar Odinius tenore (Evangelista) Dominik Wortig tenore (arie) Michael Nagy basso (Gesù) Konstantin Wolff basso (arie) Coro Filarmonico “Ruggero Maghini” di Torino Claudio Chiavazza maestro del coro Johann Sebastian Bach Johannes-Passion BWV 245 per soli, coro e orchestra CARNET da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori Adulti: 24,00 euro a concerto - Giovani: 5,00 euro a concerto SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani) INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani) BIGLIETTERIA Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/888300 [email protected] - www.osn.rai.it