La civiltà nuragica - Istituto Comprensivo "DA Azuni" Buddusò
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La civiltà nuragica - Istituto Comprensivo "DA Azuni" Buddusò
Istituto Comprensivo di Buddusò - Scuola Primaria - Ins. Dore La civiltà nuragica La Civiltà Nuragica nasce nella prima età del Bronzo, intorno al XVIII secolo avanti Cristo. Il suo nome deriva dal suo monumento più caratteristico: il “nuraghe”. Non conoscevano la scrittura perciò tutto ciò che sappiamo dei nostri progenitori deriva dallo studio dei numerosi monumenti megalitici, dei ritrovamenti artistici e dalle testimonianze di altri popoli. Durante la prima fase (XVIII-XV sec. a.C.) si ha la costruzione dei primi “protonuraghi”, conosciuti anche come “nuraghi a corridoi”. I protonuraghi sono di aspetto tozzo e di pianta irregolare, con all’interno uno o più corridoi e qualche rara celletta. La loro altezza non supera i 10 metri. I possenti muri non lasciavano molto spazio all’interno perciò è probabile che gli ambienti in cui abitare fossero costruiti sulla terrazza, con il tetto di legna. Un lungo corridoio coperto con lastre orizzontali attraversava tutto l’edificio (corridoio passante) con piccole nicchie sui lati o intersecato da più corridoi, e nel quale si affacciava l’accesso alla scala che portava alla parte superiore. Intorno al XVI-XV secolo a.C fa la sua comparsa il nuraghe a tholos a pianta circolare Un nuraghe nella sua forma più semplice, è una torre troncoconica costruita con massi senza l’uso di leganti, “a secco”. Le mura sono realizzate a filari di pietre disposte più o meno ordinatamente, lavorate con cura per garantire un perfetto incastro e una maggiore stabilità. All’interno della torre nuragica sono ospitate una o più camere coperte a falsa volta (“tholos”) cioè facendo sporgere il giro di pietre superiore su quello precedente e restringendone progressivamente il diametro, sino ad ottenere alla sommità un circolo minimo che veniva chiuso da un’unica lastra di pietra. Alla torre si accede da un ingresso quasi sempre a livello del suolo. Non è mai stata trovata traccia della porta, che si suppone fosse di legno. L’ingresso immette in un andito più o meno lungo che conduce alla camera del pianoterra: da una delle pareti parte la scala che sale al terrazzo o ai piani superiori, compiendo un percorso “a spirale” entro lo spessore della massa muraria. Oltre alle camere, all’interno di una torre nuragica venivano ricavate delle nicchie, di cui una era in genere vicino all’ingresso, quasi a controllare (detta perciò “garetta di guardia”) Nel pavimento di alcuni nuraghi venivano anche scavati dei pozzi per conservare liquidi o cibi, mentre altri ripostigli più piccoli venivano realizzati lungo i muri. Il nuraghe riceveva luce dalla porta e da altre piccole aperture (“feritoie”). In un secondo momento, al singolo nuraghe furono addossate altre torri nuragiche fino a realizzare delle strutture di notevole articolazione e imponenza. Ogni comunità nuragica viveva entro i confini del suo territorio, difeso da una serie di nuraghi posti sulle alture come vedette. La popolazione risiedeva nei villaggi, costituiti da capanne più o meno semplici e più o meno numerose. Le capanne erano costruite con le pietre e un tetto realizzato con tronchi e rami; erano intonacate con del fango e talora isolate con sughero; avevano il focolare al centro. Il cibo era conservato in grossi vasi sepolti sotto il pavimento, dei quali affiorava soltanto la bocca che veniva coperta con una lastra di pietra. Alcune capanne erano più complesse, con piccoli ambienti affacciati su un cortiletto e dotate di un forno per la panificazione. Talora vi era un ambiente costituito da un piccolo vano circolare (“rotonda”) provvisto di un sedile attorno alle pareti e di un bacile di pietra al centro. All’interno dei villaggi non c’erano strade, piazze, pozzi o canali. Gli unici edifici pubblici erano i nuraghi e le “capanne delle riunioni”, molto grandi e con un sedile di pietra lungo la pareti e una vasca in pietra per l’acqua. L’architettura funeraria nuragica è rappresentata dalle tombe megalitiche a corridoio, meglio conosciute come “tombe di giganti”, così chiamate per le enormi dimensioni. In realtà si trattava di tombe collettive. Una tomba di giganti è costituita da una camera sepolcrale allungata realizzata con lastroni di pietra verticali oppure con filari di pietre disposte con ordine. La parte frontale è spesso fornita di un’alta lastra di pietra lavorata e sagomata: la “stele centinata”, dalla caratteristica forma e con cornice in rilievo, alla base della quale è scolpito l’accesso alla tomba stessa. L’architettura nuragica religiosa è rappresentata soprattutto dai pozzi sacri e dalle fonti sacre, legate al culto dell’acqua. Gli elementi che compongono questi edifici sono: -un atrio rettangolare che precede l’accesso alla fonte, provvisto di sedili in pietra ai lati, dove i fedeli deponevano le offerte e svolgevano i propri rituali. - la scala che discende sino alla base della camera a tholos. - una camera coperta a falsa volta a custodire la vena sorgiva - un recinto sacro che delimitava l’area di culto Altri edifici religiosi nuragici,sono i “tempietti in antis” o “tempietti a megaron”, costituiti da una struttura rettangolare,caratterizzata dal prolungarsi dei muri laterali sulla fronte e a volte anche sul retro. Due sono le categorie di manufatti artistici di cui abbiamo testimonianza: la scultura, in pietra e in bronzo e le raffigurazioni incise nella ceramica, sulle superfici dei vasi o, più raramente, su altri oggetti. FINE