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Caratteristiche della calce aerea
4 I leganti 4.5 La calce aerea 1 Caratteristiche della calce aerea La calce aerea è il legante più antico, già usato dalle civiltà preellenistiche. Il suo nome deriva dall’attitudine a fare presa soltanto all’aria, a differenza delle calci idrauliche e dei cementi, che induriscono anche se immersi in acqua. La calce aerea è costituita di calcare, carbonato di calcio (CaCO3), che attraverso trasformazioni chimiche prodotte dalla sua cottura in forni alla temperatura di circa 900 °C (calcinazione) diventa calce viva (ossido di calcio, CaO). Per poter essere impiegata in edilizia la calce viva deve essere trasformata in calce spenta (idrossido di calcio, Ca(OH)2), mediante l’aggiunta di acqua. Spegnimento della calce viva e formazione del grassello Lo spegnimento della calce viva è un’operazione che in passato avveniva in cantiere, mentre ora viene effettuata negli impianti di produzione, dove è possibile procedere con tecniche industrializzate che garantiscono un’elevata e costante qualità del prodotto. La calce viva, immessa in apposite vasche, assorbe l’acqua con cui viene irrorata, gonfiandosi e screpolandosi per reazione chimica con forte produzione di calore, raggiungendo temperature che superano i 100 °C. Quando è stata immessa la quantità d’acqua sufficiente per il completo spegnimento, l’impasto assume l’aspetto di una poltiglia lattiginosa (latte di calce) che, lasciata raffreddare e sedimentare, si trasforma in una massa bianca, plastica e untuosa, che prende il nome di grassello, la cui parte più superficiale, dopo che le eventuali impurità sono sedimentate, è la più pura e pregiata. Lo spegnimento è un’operazione importante e delicata, che si conclude quando si è completata l’idratazione degli ossidi presenti nella calce, lasciata stagionare in apposite vasche [fig.1]. Se la calce viene utilizzata a stagionatura incompleta, l’idratazione continua all’interno del materiale in opera, provocando rigonfiamenti. Sono tipici degli intonaci realizzati con calce aerea non perfettamente spenta i cosiddetti calcinaroli, costituiti di granuli chiari di calce idrata visibili sul fondo di piccoli crateri nell’intonaco, dovuti al sollevamento e al distacco della malta che ricopre il granulo che si è idratato dopo l’applicazione dell’intonaco. Calci grasse e calci magre Le impurità presenti nel calcare influiscono sulla qualità della calce, limitandone l’aumento di volume durante lo spegnimento. Si dicono calci grasse quelle più pregiate, con resa superiore a 2,5 m3 di grassello per tonnellata di calce viva. Esse hanno un potere legante più elevato e tempi di presa più brevi. Si dicono, invece, calci magre quelle che hanno una resa più bassa e che si spengono sviluppando una minore quantità di calore. Resa delle calci quantità (in m3) di grassello che si forma con 1 t di calce aerea dopo lo spegnimento. approfondimento Incompatibilità tra calci aeree e altri materiali La calce aerea, e le malte che ne derivano, aggrediscono gli elementi metallici che reagiscono con l’idrossido di calcio, come il piombo, l’acciaio zincato e i manufatti anodizzati . Il contatto va dunque evitato proteggendo con fasciature o altri sistemi tali parti metalliche (per esempio le tubazioni). architettura sostenibile Il ciclo vitale della calce Durante l’indurimento, la calce spenta si asciuga e acquisisce diossido di carbonio (o anidride carbonica) dall’aria, trasformandosi nuovamente in carbonato di calcio, attraverso un processo che si chiama carbonatazione. Dunque, a conclusione del suo ciclo vitale, il materiale torna ad assumere la stessa natura chimica della materia prima. La calce rappresenta dunque un interessante caso di prodotto il cui uso non comporta alcuna alterazione della sua struttura chimica originaria. Fig. 1 Vasche di spegnimento e stagionatura del grassello. © SEI - 2012