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archivio penale - Aracne editrice
ARCHIVIO PENALE , , NUOVA SERIE A G D B – G D – G G – A M – O M – T P – M R – G S – A ARCHIVIO PENALE RIVISTA QUADRIMESTRALE DI DIRITTO, PROCEDURA E LEGISLAZIONE PENALE SPECIALE, EUROPEA E COMPARATA Direzione Studio Gaito viale Giulio Cesare, Roma [email protected] Editore Aracne editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, /A-B Roma () www.aracneeditrice.it [email protected] Redazione Studio Pannain via Achille Papa, Roma [email protected] Condizioni di acquisto Italia Abbonamento annuale . . . . . . . Fascicolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Estero Abbonamento annuale . . . . . . . Fascicolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copyright © MMXI Aracne editrice ISBN ---- ISSN -- I edizione: agosto euro , euro , euro , euro , Per ordini telefax: e–mail: [email protected] online: www.aracneeditrice.it Skype: aracneeditrice Modalità di pagamento . Bonifico bancario intestato ad: Aracne editrice S.r.l. IBAN: IT N Causale: Abbonamento Archivio Penale . Contrassegno postale . Carta di credito (acquisto online) Autorizzazione n. del settembre Tribunale di Urbino Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del % di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. , comma , della legge aprile , n. , ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il dicembre . Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al % del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO – via delle Erbe, – Milano – telefax – e-mail [email protected]. La rivista «Archivio Penale» è documentata nell’Archivio DoGi dell’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica (ITTIG) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, consultabile all’indirizzo www.ittig.cnr.it/dogi. La versione online è consultabile sul sito web archiviopenale.it Indice Ricordo di Giovanni Dean Alfredo Gaito Ricordo di Giovanni Silvestri Giovanni Canzio Editoriale Paradossi e limiti della attuale realpolitik in materia penale David Brunelli Confronto di idee su: « Luci e ombre sull’azione civile nel processo penale » Ma davvero il processo penale è luogo adatto al soddisfacimento delle istanze civilistiche? Ciro Santoriello, Alfredo Gaito L’opposizione alla richiesta di archiviazione Rossella Fonti Famiglie in crisi e minori devianti: premesse allo studio di un diritto penale « dalla parte della vittima » Ave Gioia Buoninconti Gli « Enti esponenziali di interessi lesi dal reato »: figli legittimi del ‘nuovo’ codice, ma ancora eredi del ‘vecchio’ status di parti civili Daniela Chinnici Parte civile e processo de societate: profili di un’esclusione ragionevole Gianrico Ranaldi i ii Indice L’impugnazione della parte civile: in mezzo al guado fra la riforma della “Pecorella” e le dichiarazioni di incostituzionalità Cristiana Valentini La persona offesa tra diritto di difesa e diritto alla giurisdizione: le nuove tendenze legislative Teresa Bene Azione civile e processo penale Giorgio Spangher L’opinione Legittimità e merito. Il deducibile dubbio Giuliano Dominici Cultura penale e spirito europeo Italia “maglia nera” a Strasburgo. A proposito di un eccesso che continua Domenica Naike Cascini Interessi finanziari UE, procura europea, difesa: nessun passo indietro sul piano delle garanzie Vincenzo Comi Orientamenti Ancora sulla frattura della disposizione ex art. c.p. Qualche rapido spunto in attesa delle Sezioni Unite Vico Valentini Quesiti Tra diritto alla prova e principio di legalità: giudizio abbreviato e rinnovazione istruttoria in appello Nicoletta Mani Indice iii Criminologia L’impenetrabilità del sistema penale e penitenziario cinese: la macchina repressiva del regime nella condanna ai laogai tra violazione dei diritti umani ed economia di schiavitù Rosanna Romanelli Questioni aperte Aperture ed esitazioni della Corte costituzionale Alessandro Serrani La Corte di cassazione tra aspirazioni garantiste e perduranti insensibilità verso il giusto processo d’appello Daniela Chinnici, Daniele Livreri Quali responsabilità per l’incendio della Thyssen? Osservazioni a prima lettura sulla sentenza d’appello Ciro Santoriello Il ridimensionamento progressivo delle presunzioni nel regime custodiale obbligatorio Nadia E. La Rocca Il computo delle restrizioni alla libertà personale nei rapporti di cooperazione Italia–Regno Unito: alla ricerca di una base concettuale comune Marina Tiberi Istigazione alla corruzione ed oltraggio Francesca Romana Fulvi Usura bancaria. La C.M.S. non va inclusa nel calcolo del T.E.G.M. Nicola Gianaria La complessità del reato: tra unità del fatto, unicità dell’offesa e pluralità del “danno” Daniela Falcinelli Sui confini delle garanzie autodifensive. Accertamenti fiscali, richiesta di documenti, rischio di autoincriminazione Antonio Faberi iv Archivio Penale L’elusione fraudolenta dei Modelli di organizzazione Pierluigi Cipolla Le idee degli altri Recensione a La Cassazione penale. Fatto, diritto e motivazione di Francesco Mauro Iacoviello (Milano, , pp. ) Sandro Fùrfaro Archivio Penale maggio–agosto 2013 fascicolo 2 anno LXV ISBN 978-88-548-5819-0 DOI 10.4399/97888548581901 pag. 375–376 Ricordo di Giovanni Dean Alfredo Gaito Pochi giorni fa, venerdì luglio, ad appena anni, se ne è andato anzitempo, in punta di piedi e con la discrezione di sempre, Giovanni Dean. A darmene immediata notizia Carlo Fiorio, e subito dopo Mariangela Montagna, anche loro miei allievi e collaboratori per anni, assieme e come Giovanni. Un nuovo lutto, dopo l’altro recente ed egualmente doloroso di Giovanni Silvestri, colpisce così e commuove i processualpenalisti italiani e la famiglia di Archivio penale. Figlio d’arte, era sposato con una collega e padre di due ragazzi. Per ripetuti mandati aveva ricoperto il ruolo di Presidente dell’Ordine degli avvocati di Perugia. Il sentimento mi impone subito di ricordare l’Amico, a scapito dell’adeguatezza del ricordo. Giovanni Dean uomo aveva saputo assorbire in composta, severa, dignità i ripetuti dolori della vita (dal drammatico incidente della mamma con le lunghe e travagliate conseguenze nel tempo, alla sorte infausta che aveva afflitto il papà Fabio, fino ai Suoi personali problemi di salute). Qui non posso soffermarmi; ma ho ancora negli occhi quel giovane allegro in divisa militare che nel Assunta Mazzarra (altra amica, ricercatrice di Procedura penale a Perugia, prematuramente scomparsa) mi presentava come giovane laureato di grandi promesse. Di Giovanni Dean cattedratico non sono adatto a dire, avendolo io avviato a questa carriera ed avendolo voluto al mio fianco quale docente incaricato in un periodo difficile per entrambi, pur se per differenti ragioni. È certo, però, che si trattava di processualista particolarmente raffinato, con doti innate; lo stile sobrio, asciutto, incisivo, era lo specchio della Sua personalità. Aveva iniziato il cursus honorum accademico nel periodo in cui io ero titolare della cattedra di Diritto dell’esecuzione penale a Sassari e contemporaneamente supplente di Procedura penale nell’Ateneo perugino: ammesso dapprima al Dottorato di ricerca sardo, e subito dopo ricercatore a Perugia, sede nella quale era poi stato professore associato e successivamente ordinario di Diritto processuale penale, Giovanni Dean ha recato numerosi e cospicui contributi alla nostra scienza. Dal volume sull’archiviazione (tema trattato con ampio respiro dogmatico e critico) a quello sulla revisione, ai saggi su argomenti illo tempore d’attualità su temi anche assai di Alfredo Gaito stanti tra loro, dall’esecuzione penale al giudice naturale, rivelatori anche di una solida cultura storica e filosofica (sicuro frutto delle frequentazioni con il comune compianto amico e Maestro Alessandro Giuliani), ed altri ancora disseminati soprattutto tra le varie annate della Giurisprudenza italiana, a testimonianza della Sua ricca varietà di interessi e padronanza della materia. Ma il nome di Giovanni Dean resta legato soprattutto alla fervida e meritoria opera che Egli ha dedicato allo sviluppo del Codice di procedura penale ipertestuale, prima, ed alla realizzazione del Manuale come co–autore con Dominioni, Corso, Spangher, Garuti, Mazza e me, poi; senza trascurare le Sue relazioni in vari congressi (tra i quali quello dell’Associazione tra gli studiosi del processo penale tenutosi a Siracusa nel ). Asciutto, essenziale nel pensiero, era sincero nei rapporti umani e riusciva così a mitigare quelle asprezze tipiche del carattere dei perugini ben note a chi come me ha avuto modo di rimanere in quella sede accademica per oltre vent’anni. Aveva un dono in via d’estinzione: la coerenza. Fuori d’ogni retorica, e senza scadere in poco utili ricordi commoventi, con lui scompare uno studioso di vasta e profonda cultura e di vivida intelligenza, attento e sensibile anche ai fermenti provenienti dall’Europa. I collaboratori tutti di Archivio penale, che lo ha avuto tra i suoi Direttori negli ultimi tre anni, s’inchinano reverenti, con me, alla Sua memoria. Archivio Penale maggio–agosto 2013 fascicolo 2 anno LXV ISBN 978-88-548-5819-0 DOI 10.4399/97888548581902 pag. 377–378 Ricordo di Giovanni Silvestri Giovanni Canzio Giovanni Silvestri ci ha lasciato improvvisamente la mattina del maggio . Non appena la notizia si è diffusa ci si è subito reso conto che la Sua prematura scomparsa — aveva appena settantadue anni — segnava un grande vuoto nell’animo sgomento degli amici e nella comunità dei giuristi. La nobile figura di Giovanni Silvestri, nell’arco di circa vent’anni nel corso dei quali ha svolto le funzioni di consigliere prima e di presidente poi della Prima Sezione penale e altresì di componente delle Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione, ha costituito, infatti, un costante e solido punto di riferimento per coloro che esercitano l’attività di magistrato, avvocato, docente universitario e per gli studiosi in genere del diritto e della procedura penale. Nelle motivazioni delle sentenze da Lui redatte, nelle relazioni congressuali, negli interventi per gli incontri di formazione, nelle lezioni universitarie, nelle note per le Riviste di cui era impareggiabile collaboratore (Il Foro Italiano innanzitutto, ma anche Archivio Penale) si ammirano il fluire limpido e armonioso degli argomenti e la logica raffinata e suadente dei ragionamenti, argomenti e ragionamenti peraltro agevolmente fruibili dal lettore o dall’ascoltatore, in quanto lucida espressione di una lunga pratica esperienziale e di una vasta e sedimentata cultura, non solo giuridica. Giovanni Silvestri (che nasce — e ripete più volte di sentirsi — ‘civilista’, per avere praticato luminosamente per tanti anni il processo civile di merito prima di approdare in Cassazione) è stato un protagonista di primo piano della più recente evoluzione giurisprudenziale della Suprema Corte nei settori di maggior rilievo del diritto e del processo penale. Vanno ricordate, fra le tante, le sentenze più importanti in materia di: delitto associativo anche mafioso e responsabilità dei capi e dei partecipi dell’organizzazione; chiamata in reità o correità e riscontri individualizzanti; gravità degli indizi di colpevolezza e prova cautelare; termini di durata della custodia cautelare in carcere; preclusione endoprocessuale e cosa giudicata; abnormità; revisione e ricorso straordinario per errore di fatto; patteggiamento e giudizio abbreviato; misure patrimoniali di prevenzione; esecuzione della pena; ordinamento penitenziario e regime carcerario speciale. Giovanni Canzio Arresti, questi, davvero memorabili, richiamati dalla giurisprudenza successiva e dalla dottrina, per il largo respiro sistematico dell’opera di lettura e interpretazione delle norme e per il privilegio costantemente accordato alla valorizzazione del bene giuridico protetto e alle garanzie assicurate dalla Costituzione e dalle fonti sovranazionali. Meritano di essere rimarcati il dichiarato distacco da ogni impropria opzione ‘sostanzialistica’ delle disposizioni processuali, il rigoroso rispetto dei canoni oggettivi e scientifici della ermeneutica giudiziale, il prevalere, in ogni caso, dei principi di legalità. La Sua vita e il Suo magistero di interprete e applicatore della legge penale e del codice di rito si rivelano ispirate da una profonda sapienza giuridica e da un forte impegno civile a difesa dei valori di democrazia e di legalità repubblicana, in cui Egli credeva fermamente e per i quali si batteva con coraggio e determinazione. E però Giovanni Silvestri non è stato solo un ‘signore del diritto’. I colleghi, gli amici, gli allievi, le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerLo ricordano, innanzi tutto, l’‘uomo’: semplice, umile, non ambizioso, retto, sorridente, saggio, sempre attento alle ragioni e alle critiche degli altri componenti del Collegio, degli Avvocati difensori, della Dottrina, indipendente e irriducibile contro ogni atteggiamento prevaricatorio o illegale. Egli ha servito con dedizione la Giustizia e ha onorato l’Istituzione giudiziaria alla quale apparteneva. Insieme con il privilegio di avere lavorato accanto a Lui, di averLo frequentato, di averLo letto o ascoltato, di averne condiviso percorsi di ricerca e di decisione e talora anche emozioni e moti dell’animo, resta tuttavia il rimpianto di una troppo prematura scomparsa dai nostri orizzonti di vita.