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CONTROCOPERTINA www.rivieraweb.it Fischia MarioVenuti DOMENICA 24 AGOSTO 3 AlTradizionandu Festival di Cittanova MarioVenuti si becca dalla folla, vogliosa di tarantella, un’onda di fischi. I commenti alla notizia difendono il cantante.Ma anche Shakespeare fu preso a pomodori. A BRUNO GIURATO questo punto una faccenda è chiara: la parola da non nominare mai, pena far incazzare a morte mezzo il mondo umbràtile dei social (che spesso è molto antisocial), la pattuglia dei colti e anche quella dei civilmente corretti, è una. “Tarantella”. Guai a chi lo dice. A tanti tanti non “ci” piace a tarantella, così come, citiamo il grande vecchio Paolo Conte (chissà se aveva ragione) “alle donne non ci piace il jazz”. Raccontiamo tutto dall'inizio, per chiarezza. Cittanova, festival Tradizionandu, Mimmo Cavallaro, stella della musica popolare, chiama sul palco il cantautore siciliano Mario Venuti (nato coi Denovo negli anni 80, bravo, raffinato, con allure intellettuale). Molti tra il pubblico contestano: sono lì per ballare e per ascoltare Cavallaro, fischiano, gridano “volimu 'a tarantella!”. Non sembra la fine del mondo che in un festival che si chiama Tradizionandu il pubblico abbia voglia non tanto di pop angloetneo quanto di tarantella. Solo che a molti la cosa non va giù. Sul sito di “Riviera” che ha riportato la notizia, e sui social, fioccano i commenti schifati verso il pubblico di Cittanova. Quelli che vogliono la tarantella sono dei subumani cafoni. Pure, probabilmente, in odore di mafia, dato che la tarantella (lo sostengono in tanti) è già di per sé manifestazione di una cultura geneticamente 'ndranghetista, più o meno come le processioni (anche questo è stato sostenuto da parecchi soldatini inconsapevoli del conformismo & ignoranza). E bisogna ricordare che questo di Venuti non è il primo caso di artisti fischiati sul palco dal pubblico ansioso di ballare la tarantella. Al festival di Caulonia pare sia successo più di una volta. Anche il quel caso il pubblico era stato tacciato, in varie sedi, di cafonaggine. E invece quest'atteggiamento di disprezzo nei confronti di chi vuole ascoltare la musica (più o meno genuinamente) popolare sembra molto più provinciale del pregiudizio che vuole combattere. Cosa vuol dire provincialismo? Vuol dire guardare sempre fuori per stabilire quali sono i canoni di bellezza e di cultura. Vuol dire accettare tutto quello che è importato come se fosse sempre (per il fatto stesso che è importato) educativo, didattico, perfino etico. Ma proviamo un momento a pensare: che succederebbe se a un festival reggae in Giamaica si presentasse un gruppo di rock duro? Probabilmente il pubblico userebbe gli amplificatori Marshall rubati ai rockettari per farci germogliare tante piantine con la foglia a cinque punte. Cosa accadrebbe a Nashville se a un festival country ci fosse un dj set lounge-ambient? Prenderebbero a bottigliate il Dj. E il set. Insomma, la contaminazione, vale la pena ricordarlo, non è un dovere assoluto. In più: si può discutere su quanto ci sia di davvero tradizionale nell'onda di musica popolare che da un po' di anni sembra inarrestabile (e sul fatto che in giro ci sia tanta mondezza non c'è dubbio), ma su certe cose non bisognerebbe parlare con cotanto sacro livore. Il pubblico ha la facoltà di applaudire e di fischiare. Il pubblico può perfino pretendere di essere intrattenuto con forme espressive che già conosce, e non necessariamente educato a qualcosa di più “elevato”. All'epoca di Shakespeare la platea tirava uova marce e topi morti agli attori non graditi, e questo non ha impedito che venisse fuori qualche capolavoro notevole. Sarebbe il caso di sospendere certi snobismi buffi. Anche perché in fin dei conti l'odio che un calabrese può manifestare per la tarantella in un modo o nell'altro, gira e rigira, vuoi o non vuoi, ha un solo, vero, nome. Odio di sé. Guai a chi nomina laTarantella Cittanova imbarazzante? No, sono stati i commenti alla notizia ad esserlo. Il pubblico è sovrano e ha diritto di contestare fischiando RIVIERA www.rivieraweb.it PRIMO PIANO DOMENICA 24 AGOSTO 4 Com’èandatalastagioneestivanellaCostadeiGelsomini?Traunasagra,lacarnedicapra, le granite a mezzanotte e le feste da Ibiza e Formentera, anche chi non è potuto partire in fondo ha trascorso delle notti spensierate,nonostante la crisi e il sogno di andarsene SARA JACOPETTA “L'estate sta finendo e un anno se ne va”... I fratelli Righeira non lo sapevano mica che queste parole avrebbero fatto male a tanti. A quei bambini che forse il libro delle vacanze non l'hanno nemmeno toccato, agli studenti universitari che di studiare ad agosto dopo la sessione di luglio non ne hanno voluto sapere, a quelli che in due settimane di ferie hanno scommesso il riscatto di un anno. A chi l'estate non l'ha proprio vista, a chi i turisti li ha serviti al tavolo di un bar. Ma com'è andata l'estate qui nella Costa dei gelsomini? Beh, ci sono due facce della meda- ne, la commozione di un Santo che varca l'entrata della chiesa e un “Evviva Maria!”, non sono mancate le fiere di artigianato, il mastro che lavora le mandorle con lo zucchero e il palloncino di un bambino che si fa spazio tra le stelle. Non sono mancati gli acciacchi che d'estate si moltiplicano, come in una gara dove metti in conto che puoi farti male tanto è intensa: i mal di gola e i colpi di tosse, i lividi di ignota provenienza e le unghie spezzate da acqua salata. La movida e la vita notturna hanno permesso a una bella fetta della Locride di divertirsi, di tornare a casa senza voce, di unire battito di mani e di cuori. I tormentoni ormai conosciuti come l'Ave Maria hanno fatto per un attimo dimenticare quello che qui non c'è, quello che manca. E tra amori appena nati, quelli con sorpresa finiti e quelli rimasti in sospeso, tanti hanno potuto fare gossip: questa costa è un piccolo Grande Fratello e ti nomino su whatsapp o appena passi sotto il mio ombrellone. Gente con bicchieri in mano con ghiaccio e bevande che aiutano a disinibirsi, a lanciare quello sguardo che altrimenti terresti basso, a fare quella battuta un po' più spinta. Gente che è felice, o perlomeno lo sembra. Noi non siamo quelli che andiamo in vacanza, perché la vacanza ce l'abbiamo qua: questo è quello che ripetiamo. Verità sì, ma celata da una leggere malinconia di chi in vacanza pur volendo, non ci sarebbe potuto andare. Quando quello stipendio misero deve bastarti per un mese o anche più. E allora tra un giro a Tropea e un tartufo a Pizzo, tra la granita di Gerace e i fuochi di Bianco, tra le cascate di Caulonia e lo stocco di Mammola, hai trascorso la tua estate, bella, ricca di sapori intensi, di fritto che si impregna nei vestiti, di salsedine, di musica che artisti vicini o lontani ti regalano per le vie dei borghi più belli. L'auto dei turisti è pronta per ripartire, carica di scorte di salami. Loro se ne vanno. Noi, invece, siamo quelli che restano; quelli che sperano di poter vivere in un posto migliore, non solo tre mesi all'anno. L’estate sta finendo... glia. Il mare, fortunatamente, spesso c'ha regalato un'acqua limpida e trasparente, così tanto che ci si è dimenticati di vivere in un posto che troppo spesso offre poco; esclusi quei giorni in cui magari galleggiava un assorbente, e chissà che non fosse il tuo. Probabilmente anche tu hai mangiato allo sfinimento, dalla carne di capra alle melanzane ripiene che l'orto generosamente ti regala. La buona pasticceria non è mancata, il caffè con l'amico rientrato da fuori, colui che è andato a cercar fortuna, e forse l'ha trovata. Tu invece sei rimasto qua, a sperare, a provarci, o magari perché non sei potuto partire. Sei rimasto qui e d'estate quello invidiato sei tu, che la domenica già da giugno te ne andavi a mare e l'unico smog che respiravi era quello del trattore del tuo vicino. E tra una processio- RIVIERA LA COPERTINA Dietro al raptus di un violento omicida si nasconde la verità fatta di soprusi e mancanze di rispetto, di botte e litigate frequenti, di un uomo manesco e ossessivo, forse per niente pronto ad affrontare l’impegno immenso di un matrimonio Mortail18ottobre2003 MARY CIRILLONON È STATA UCCISA IL 19 AGOSTO, MA IL GIORNO IN CUI HA DETTO SÌ, SULL’ALTARE, A GIUSEPPE PILATO FIRMANDO COSÌ LA SUA CONDANNA È ALESSANDRA BUTTIGLIERI un fulmine a ciel sereno quello che scuote Monasterace, ridente cittadina marittima in provincia di Reggio Calabria, in un caldo pomeriggio d’agosto. Il 19 Agosto viene uccisa Maria Cirillo, da tutti conosciuta come Mary, madre trentunenne di quattro bambini rispettivamente di 10, 8, 5 e 2 anni, finita da un colpo di pistola arrivato in pieno viso, all’altezza della fronte, da parte di chi proprio con lei aveva condiviso gioie, affetti e complicità, proprio da chi aveva sposato e sempre amato, nonostante tutto, anche in mezzo alla burrasca, Giuseppe Pilato, suo coetaneo, che subito dopo il crudele omicidio si dà alla fuga non lasciando traccia, facendo sparire con sé l’arma del delitto. Parte con la propria vettura successivamente ritrovata dalla squadra mobile dei carabinieri di Roccella Ionica a Guardavalle, vicino alla stazione ferroviaria; di lui non si sa nulla, come fosse riuscito a volatilizzarsi. Ma Mary è morta molto tempo prima, è morta il giorno in cui ha sposato Giuseppe, quel giorno ha firmato la sua condanna. In paese oggi c’è il solito viavai di macchine e traffico, e qualche posto di blocco posizionato qui e là per la costa, la vita continua a scorrere placida ma la gente al bar guarda sospetta la macchina fotografica e sa, intuisce. Cercando di non offendere la sensibilità di una comunità presa alla sprovvista, trovo informazioni, domandando scusa, indago con calma e non per ricostruire i fatti, che già sembrano piuttosto chiari, ma per ridare una memoria a Mary, strappata alla vita e ai suoi cari fin troppo presto, perché ad importare è la sua storia personale più che un mero ritratto di una brutta uccisione Le fonti ufficiali e i vari giornali espongono la situazione con linearità, si tira in ballo una richiesta di divorzio partita e voluta da lei, l’allontanamento di lui da qualche mese a questa parte, che aveva ripreso a vivere dai proprio genitori, il tutto si concretizza e trova la sua fine in quella follia pure che porta Pilato a freddare la moglie, presumibilmente davanti agli occhi del più piccolo dei figli, presente in casa al momento dello sparo. Ad avvisare per ben due volte il 112, i vicini di casa, dopo avere udito le urla dei litigi e il boato dello sparo, unico, solo e fatale. A ritrovare il corpo esanime la figlia di 10 anni, che non si è salvata dalla vista di questo atroce scenario. Nonostante si sia tristemente abituati ad apprendere di casi troppo simili a questo, la nostra coscienza è turbata da questo accadimento avvenuto dietro l’angolo, a due passi da noi, alcuni non se ne capacitano, trovano il tutto un assurdo scherzo del destino, e sgomenti tutti rimangono in silenzio, muti, davanti alla violenza della morte, davanti alla pochezza dell’assassinio. Molte persone fanno spallucce, evitano di dire la propria, tagliano corto, cercando di tapparsi gli occhi e la bocca, appena chiedo cambiano espressione e quasi si infastidiscono, tutti si fanno increduli e impreparati a questa lugubre evenienza. Altri non rilasciano dichiarazioni, dicono di non potere o sapere aiutare, tengono distante il fatto e se ne fanno estranei, così che una brutta cosa come questa non possa toccarli, non debba toccarli davvero, quasi come se a parlarne si desse la giusta dose di reale ad una storia così triste da sembrare inventata. Pochi sono quelli che si concedono a qualche parola in più, alcuni di loro conoscevano la vittima e ne parlano con grande dispiacere e commozione. Mary, da sempre intesa come compagna e madre esemplare, che spendeva senza riserve la propria giovinezza dietro ai bambini, alla casa, al suo uomo. Una donna impeccabile, semplice, per niente mondana. Come semplice era la sua famiglia, tipicamente del sud e conosciuti i suoi componenti come gente onesta, gran lavoratrice, persone per bene che non meritavano un simile dolore, un tale sconvolgimento. Qualcuno, tra quelli che si sbottonano di più davanti alle mie indiscrete domande, racconta di un marito donnaiolo, traditore, libertino e di lei, una moglie fin troppo innamorata, disposta per molto SETTIMANALE www.rivieraweb.it Nelle foto accanto, Mary Cirillo e Giuseppe Pilato, l’articolo pubblicato dal“Quotidiano”quando il negozio di famiglia fu bruciato, un’immagine di Monasterace e una foto recente pubblicata da Mary sul suo facebook. DOMENICA 24 AGOSTO 7 Ilsenso della Famiglia N GIUSEPPE GIARMOLEO Nonostante l’allontanamento da casa di lui e la richiesta di divorzio avvenuta probabilmente dopo l’ennesimo tradimento, Mary Cirillo continuava a stargli vicino, a farsi vedere con lui, probabilmente incapace di chiudere un rapporto sul quale aveva fondato e basato la sua intera vita tempo a perdonare le sue infedeltà. Dietro al raptus di un violento omicida si nasconde la verità fatta di soprusi e mancanze di rispetto, di botte e litigate frequenti, di un uomo manesco e ossessivo, forse per niente pronto ad affrontare l’impegno immenso di un matrimonio, e ancora altri aggiungono alla già difficile situazione, i problemi avuti col lavoro, l’incendio dello scorso inverno che li ha costretti a chiudere il negozio di giocattoli Megatoys, attività di famiglia, e degli sforzi per far riprendere le vendita e l’economia familiare, le difficoltà e lo stress accumulato. Le voci di paese sono sempre tante, diverse e molti sono i ricami che vengono costruiti intorno alle storie che capitano, ancora di più se queste storie sono cruente e parzialmente inconoscibili, alcune dicerie vogliono che il giovano Giuseppe Pilato, a seguito dei propri problemi coniugali e lavorativi, stesse assumendo psicofarmaci, ma per ora nessuna fonte certa conferma il fatto. Altri, tra i paesani, pensano addirittura che il ragazzo abbia compiuto l’estremo gesto e che si sia suicidato non sopportando il peso della propria indegna con- dotta, ma anche questa è solo una voce corale raccolta per caso, parlando con la gente, la loro gente, coloro che erano abituati a vedere la coppia per strada, a vedere i due sposi vivere la loro quotidianità apparentemente normale. In queste circostanze sono proprio i silenzi a parlare, le piccole cose, i dettagli, come ad esempio l’adesione di Mary Cirillo ad un gruppo su Facebook per la difesa delle donne che subiscono violenza domestica, un segnale vano che avrebbe potuto raccontare una dimensione diversa, un legame costruito sulla paura e sulle angosce. Restano molte le incongruenze sui racconti delle ultime ore della coppia, e ciò che ho potuto apprendere da chi era in qualche modo vicino alla donna, che nonostante l’allontanamento da casa di lui e la richiesta di divorzio avvenuta probabilmente dopo l’ennesimo tradimento, Mary Cirillo continuava a stargli vicino, a farsi vedere con lui come di consuetudine, probabilmente incapace di chiudere un rapporto sul quale aveva fondato e basato la sua intera vita. Proprio oggi verrà svolta l’autopsia sul corpo della giovane e per domani si attendono i funerali a conclusione di questo capitolo disastroso che aggiunge un altro tassello di morte al già troppo fitto rosario di violenze su madri, mogli, sorelle, fidanzate. I gruppi femministi e le organizzazioni sul femminicidio si mobilitano per rende- re onore alla memoria di un’altra vittima soggiogata e soffocata dalla mentalità maschilista che vede la donna oggetto e non essere umano, che pensa alla donna come uno strumento servile e non come una compagna, un’amica, una coetanea da rispettare e amare. Il gesto sconsiderato e improvviso di Giuseppe Pilato ha distrutto la vita di Mary Cirillo e quella dei suoi familiari, cambiando per sempre l’esistenza ai suoi figli che non potranno lavare via dalla loro memoria questa tragedia personale, mai più. La storia di Mary non va dimenticata, bisogna scriverne come non si è mai scritto di niente, bisogna parlarne affinché si tenti una sensibilizzazione anche forzata sull’argomento, la vita di Mary perduta in un soffio dovrà essere prezioso baluardo di rinascita, proprio dandole la giusta importanza, dando il giusto peso, potremo restituire a questa ragazza ormai perduta, la possibilità di rimanere viva per sempre, come aiuto inconsapevole per tutte coloro che vivono situazioni di disagio e aggressioni e non hanno il coraggio o l’appoggio per denunciare, che vivono un incubo proprio all’interno delle mura domestiche, che paradossalmente dovrebbero essere più accoglienti e sicure. Va preteso il giusto rispetto da riservare ad ogni vita umana, sotto qualsiasi forma e in qualsiasi contesto. Questa tragica esperienza possa servire come stimolo per le donne incapaci di uscire dal malevolo guscio che le vede sottomesse ed impotenti. ell'immaginario della gente comune, in Calabria resiste solo la famiglia! Nella terra devastata dalla criminalità e dall'inefficienza congenita, dove i servizi al cittadino, quando esistono, sono realtà che passano attraverso la via della raccomandazione e del favore personale, solo i legami familiari danno vero sostegno alla persona in difficoltà, solo la famiglia protegge, aiuta, incoraggia, con una presenza costante nel tempo. E' ancora così in terra calabra? Anche questo punto di forza della difficile società calabrese sta andando in frantumi? La preoccupazione ha senso se consideriamo i drammatici fatti avvenuti di recente, i dati sulle separazioni e la valutazione empirica che ciascuno di noi può dare circa la "salute" delle famiglie che ha modo di conoscere. La crisi c'è ed è forte: gli esiti drammatici dei conflitti familiari, anche se meno presenti rispetto ad altre aree del nostro Paese, costituiscono solo la parte più visibile di una violenza nascosta nelle case che, a volte, pochi conoscono. Non parliamo di una novità: la violenza accompagna la storia dell'uomo anche nei suoi rapporti con i familiari, nonostante la presenza di forti legami affettivi sia naturali sia costruiti liberamente. Ma oggi vi è un acutizzarsi di comportamenti violenti? La domanda è quasi superflua: non credo che esista osservatore che possa dare risposta negativa. Ma come si spiega questo fenomeno? Di solito i media parlano di "raptus"quando siamo davanti alla violenza estrema, farfugliano spiegazioni superficiali che nulla spiegano, quando la violenza è protratta nel tempo: la cultura moderna sembra incapace di dare ragione dell'orrendo fenomeno. Non c'è da stupirsi se consideriamo che questo tipo di violenza nasce proprio da uno dei pilastri della cultura moderna: la cosiddetta "rivoluzione sessuale" che non riguarda solo i comportamenti sessuali e i rapporti affettivi, ma è anche "rivoluzione antropologica" che individua nel piacere il senso della vita, realizzando l'edonismo di massa. Ma vivere secondo il principio del piacere, educare i figli secondo questa logica, ha precisi effetti che vanno dalla incapacità di sopportare frustrazioni alla immaturità affettiva e morale. L'argomento, complesso e denso di conseguenze, non è di certo esaustivo: la cultura dominante ha tanti altri aspetti, non meno raccapriccianti, che sembrano tratte dal programma politico nazista degli anni trenta: aspetti inquietanti della realtà di oggi che mettono in luce le vere radici di questo male oscuro che corrode anche la forte famiglia calabrese. In questa sede basta porre qualche domanda: la promiscuità sessuale che caratterizza la vita di tanti giovani e giovanissimi, anche nei piccoli paesi calabresi, aiuta la stabilità familiare? prepara ad assumersi gli oneri di marito, di moglie, di genitore? sposarsi con il proposito di "essere felici" come se questo fosse l'unico scopo del matrimonio, come se mai si dovessero fare i conti anche con le fatiche della convivenza, con le difficoltà della vita e della vita coniugale, rende migliore la vita degli sposi? Alcuni aspetti della modernità, sempre più presente nella società calabrese, più che liberare la donna e l'uomo da oppressioni e ruoli che rendono impossibile essere felici, si rivelano elementi pericolosi per la relazione coniugale: incertezza nell'identità, indisponibilità al sacrificio, immaturità emotiva, ricerca del piacere personale e di un'affettività basata sull'emozione, con la conseguenza che, troppo spesso, il coniuge è preso così tanto da se stesso da non rendersi disponibile per l'altro: l'opposto di quanto serve in un matrimonio! Ovviamente, non si tratta di rimpiangere i tempi andati, evidenziando la forza che le nostre donne, a volte molto più degli uomini, hanno dimostrato di possedere oppure, rimpiangendo la presenza autoritaria del capofamiglia che aveva ben chiaro ruoli e doveri: la modernità ha generato conseguenze positive anche in Calabria: la sfida è di accogliere il buono che ci è giunto e conservare il positivo della nostra tradizione. E questa riflessione critica è necessaria per contenere la violenza, dare futuro alla famiglia, assicurando le condizioni di amore necessarie alla crescita sana dei figli, e riguarda nella stessa misura gli uomini e le donne. RIVIERA QUELLI DELLA NOTTE “ ABBIAMO VISSUTO DELLE NOTTI D’ESTATE MERAVIGLIOSE GRAZIE A DEI GIOVANI CHE MACINANO IDEE A PIENO REGIME, SPERIMENTANO, DIVENTANO UNA SINTESI D’AVANGUARDIA E RENDONO LA LOCRIDE DI AGOSTO UN PROMONTORIO DI MODERNITÀ ITALIANA. FRA TUTTI, SENZA TOGLIERE NIENTE A NESSUNO, SPICCA UN LEADER PACATO: CLASUDIO REITANO www.rivieraweb.it C JIM BRUZZESE ’è un tweet che consacra Claudio “Bata” Reitano re dell’estate 2014 e assoluto mister di quelle notti che hanno visto protagonisti due locali strepitosi: l’Ushuaia di Caulonia e Le Club di Locri. Una menzione speciale spetta anche allo Scialai di Jimmy Calabrese che ha recuperato terreno e gloria dal 10 agosto in poi. «Sunset - recita il tweet in questione - ritorna l’aperitivo della domenica… non mancare». Niente di eccezionale se non si considera che Mister Bata ha spedito il messaggio alle 12 di domenica 17 agosto, soltanto poche ore dopo la chiusura della “Grande Bellezza”, il party che ha rappresentato il picco più alto della mondanità nella Locride e che ha ospitato a Stignano, nell’incomparabile scenario di Villa Caristo, quasi duemila elegantissime persone, alcune mozzafiato, dall’una della notte fino a un’alba che possedeva tutta la malinconia del mondo. Solo poche ore dopo la “Grande Bellezza”, il protagonista di questa nostra storia, era già pronto per una nuova impresa: l’aperitivo di domenica 17 agosto non poteva essere tradito, e non è stato tradito. Altre duemila persone, grazie alla fame, alla professionalità, alla discoteca intesa come lavoro, al mettersi sempre in discussione, allargando il recinto ai puledri nervosi, dando corda lunga a tonni di razza e alle malelingue, altre duemila persone, dicevo, solo poche ore dopo Villa Caristo, grazie a Mister Bata hanno potuto danzare sullo Jonio di “Le Club” in costume fino a quando la mezza luna alzata sul Ponente ha iniziato a trottare in groppa al versante orientale aspromantano, sotto una costellazione fioca. L’Orsa Minore ha incorniciato il meglio dell’estate Claudiomister Bata estate 2014, un’estate di vincenti che macinano idee a pieno regime, sperimentano, diventano una sintesi d’avanguardia e rendono la Locride per un mese, nella notte, un promontorio di modernità italiana. In questa direzione oltre Re Bata, vanno ringraziati l’eterno Peppe Fontana, Giovanna Varacalli, un meraviglioso Davide Ruso, Mariolino Trichilo, Joe Futia, i pionieri Davide Monteleone, Cristiano De Lucia e Ilario Mazzà, il talentuoso Mario Spataro, il playboy Carmelo “Melody” Scordo e tutti quelli che, senza mai dormire, hanno regalato al popolo della notte qualcosa di straordinario. La Locride oggi possiede un laboratorio dal valore inestimabile, un qualcosa di fecondo nella decadenza generale. 2014 DOMENICA 24 AGOSTO 8 www.rivieraweb.it SPORT ROCCELLACALCIO FERVONOIPREPARATIVI INVISTA DELL’AVVIO DEL TORNEO DI SERIE D, IL CAMPIONATO RIPRENDERÀ INFATTI IL 7 SETTEMBRE. ABBIAMO AVVICINATOIL VICEPRESIDENTEDELLA SOCIETÀAMARANTOPER AVEREQUALCHE ANTICIPAZIONE DOMENICA 24 AGOSTO Giannitti garantisce: «Lo stadio pronto per il 14 settembre» ANTONIO TASSONE Il nuovo Siderno è ai nastri di partenza. Obiettivo vincere in Prima Categoria S Inizierà il prossimo 7 settembre l'avventura del Roccella nel campionato di serie D. Abbiamo avvicinato il vicepresidente della società amaranto, Achille Giannitti, al quale abbiamo chiesto quali saranno le ambizioni della squadra jonica in questo suo primo, storico, campionato interregionale: Sicuramente dovremo puntare ad un campionato tranquillo per conservare la categoria e possibilmente entrare nel novero delle squadre che si attesteranno nella zona alta della graduatoria. Sono sicuro che potremo fare bene avendo in larga parte riconfermato la stessa intelaiatura che tanto bene ha fatto nel percorso vittorioso in eccellenza affidando la squadra ad un tecnico importante come Francesco Galati. abato 23 Agosto la rosa a disposizione di mister Tommaso Costa si ritroverà presso lo Stadio comunale ”F. Raciti” per l'inizio della preparazione atletica in vista del prossimo torneo di prima categoria. Archiavata con non poca amarezza la vicenda del ripescaggio, perché le illusioni sono state tante, il Siderno vuole sicuramente recitare un ruolo di protagonista nella stagione che stà per iniziare. Tutto azzerato in casa siderno: società, cariche dirigenziali, rosa calciatori e staff tecnico quasi completamente nuovi. Dello scorso anno sono stati riconfermati solo coloro che hanno sempre dimostrato, fino alla fine, serietà, carattere e attaccamento alla maglia. Con molta pazienza e competenza la dirigenza ha allestito fin ora un gruppo molto competitivo ma soprattutto di categoria. Sono stati praticamente ingaggiati gli attaccanti Autellitano, ex Marina di Gioiosa e Valenti ex Serrese, il centrocampista Nucera sempre ex Marina di Gioiosa, ed i difensori Stefano Rodà e Francesco Pizzata. Questi si aggiungono alle riconferme del portiere Romeo, dei difensori Lucà e Carabetta, dei centrocampisti Costa e Fuda e dell'attaccante Mimmo Serra. La dirigenza sta lavorando ancora su un altro centrocampista importante e un altro difensore di grande qualità e carattere. Rimane quindi un cantiere aperto la dirigenza del Siderno che lavorerà per migliorare la rosa attuale rendendola maggiormente competitiva. Nonostante in prima categoria la partecipazione al campionato juniores non sia obbligatorio, la dirigenza ha chiesto lo stesso di essere iscritta per potervi partecipare. Sono tanti i giovani interessanti e con tanta voglia di emergere che si sono aggregati al Siderno. Il progetto non è annuale bensì pluriennale con una programmazione millesimale. L'obbiettivo è quello di aprire un ciclo vincente e riportare in pochi anni la squadra a disputare campionati più consoni al blasone della città. Si punterà soprattutto su giovani volenterosi e con voglia di emergere, i quali avranno la possibilità di crescere e maturare esperienza in questi campionati “minori”. A tal proposito, nonostante vicino ci sono società quasi professionistiche, sono tanti i giovani ed i giocatori esperti che hanno condiviso il nuovo percorso che la dirigenza rappresentata dall'imprenditore Vincenzo Futia, ha programmato. Un mix di esperienza e gioventù e una società allargata, seria e competente sono queste le componenti del nuovo Siderno. lr Chi avete ingaggiato? Abbiamo avvicendato quattro giocatori over. Sono partiti Figliomeni, Oliva, Saffiori e Leta e sono entrati Gatto, Dorato, Cassaro e Ortolini. Abbiamo forse perso qualcosa dal punto di vista tecnico ma abbiamo acquistato tanto dal punto di vista fisico e caratteriale oltre che in termini d'esperienza . Nel bilancio fra ingressi e uscite sono convinto di aver migliorato le qualità dell'anno scorso. Un passo in avanti grandioso è stato compiuto nel parco degli under perché adesso ci sono otto/nove under veramente all'altezza della situazione capaci, a differenza degli altri anni, di fare veramente la differenza Questione stadio? La ditta che si è aggiudicata i lavori ci ha garantito che per il 14 di settembre lo stadio di Viale degli Ulivi sarà pronto in quanto, secondo quanto riferito dal responsabile della ditta al capo ufficio tecnico comunale, tutti i lavori previsti dal capitolato d'appalto saranno per quella data effettuati normalmente. È ovvio che saremo obbligati a giocare le gare di Coppa Italia fuori. Il Roccella sarà destinato a diventare una squadra comprensoriale? Dobbiamo condividere questo successo con tutta l'area interessata, se ci chiudiamo tra noi roccellesi, non andremo da nessuna parte perché non ci sono risorse ed energie per affrontare questo tipo di campionati che sono molto onerosi ed impegnativi. Dobbiamo condividere i nostri risultati con tutto il comprensorio, con gli addetti ai lavori, gli appassionati e le tante società che qui operano. Ho notato con 10 piacere che tante società si sono mosse per tempo chiedendo l'anticipo al sabato della gare di campionato Come procede la campagna abbonamenti ? Procede a rilento, perché abbiamo questo vizio di rilassarci e adagiarci sempre sugli allori. Il valore di partecipare ad un campionato come la serie D forse non è stato ancora compreso fino in fondo. A Roccella abbiamo un pubblico non particolarmente appassionato e, forse troppo severo e critico, ma sta a noi convincerlo a venire allo stadio Come vi organizzerete con il settore giovanile ? Siamo un passo avanti. Abbiamo trovato la chiave di volta per coinvolgere l'intero territorio coinvolgendo due tra le scuole calcio più prestigiose della nostra zona: il Cspr e la Fossa dei Leoni. Con quest'ultima società abbiamo deciso di affrontare il campionato “allievi”. Sapere di avere alle spalle un formidabile settore giovanile ci potrebbe dare grandi soddisfazioni in quanto il nostro obiettivo futuro sarà quello di poter riuscire ad offrire delle occasioni di crescita importanti per i ragazzi del nostro territorio Cosa pensa del calendario? È buono il fatto che si gioca la prima fori casa perchè non saremmo stati pronti. Un avvio “soft” ma ci saranno tante trasferte in Campania e Sicilia che mettono apprensione. Anche i derby calabresi si preannunciano entusiasmanti perché tutte le squadre regionali ai nastri di partenza sembrano in grado di poter fare bene. In bocca al lupo SUMMER Pillole Naturopatiche A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone Domenica 24 Roccella Jonica Notte Rosa PINK NIGHT amministrazione Comunale Town Council. Ore 22.00 Piazza Dogana Concorso Fotografico "Il Tuo Paese, Emozioni" I Ragazzi Della Dogana I grandi benefici di "acqua e limone"...diamo sprint all'organismo Chi l' avrebbe mai detto, che un semplice bicchiere di acqua e limone facesse così bene al nostro organismo? Eppure i benefici dati da questa bevanda sono notevoli per la nostra salute, permettendoci se abbinati ad un corretto stile di vita, di migliorare la qualità della stessa. Per poter usufruire al meglio di questa bevanda, è consigliabile berla al mattino a digiuno 10 minuti circa prima di fare colazione, e di utilizzare acqua a temperatura ambiente e il succo di un limone. Passiamo ora a trattare nel dettaglio le proprietà di questa bevanda: 1) Stimola la produzione di bile da parte del fegato,favorendo così la digestione in quanto la bile permette di emulsionare i grassi. 2) Poiché stimola la diuresi,permette al nostro organismo di eliminare le tossine prodotte dal nostro corpo e di conseguenza di mantenere in salute le vie urinarie. Inoltre l'acido citrico presente nel limone, massimizza l'effetto degli enzimi epatici, favorendo così anche in questo caso il corpo ad eliminare le tossine. 3) Contenendo molta vitaminica C, tale bevanda stimola il sistema immunitario, permettendo così al nostro organismo di difendersi dagli agenti patogeni. Inoltre la vitamina C, favorisce l'assorbimento del ferro, sostanza molto importante per il nostro organismo in quanto costituisce l'emoglobina, un'importante proteina che lega l'ossigeno. 4) Regola il ph, infatti contenendo sostanze alcaline, permette al nostro corpo di far fronte a condizioni di acidosi nel sangue. Ad esempio, la presenza di acido urico a livello delle articolazioni è una delle cause principali di infiammazione,e il limone permette di minimizzare la presenza di acido urico nel' organismo. 5) Purifica la pelle, infatti la vitamina C permette di contrastare i danni causati dai radicali liberi e la formazione delle rughe.Consente inoltre di eliminare i batteri responsabili del' acne(problema tipico del' adolescenza) e di ringiovanire la pelle. 6) Favorisce il transito intestinale, infatti tale bevanda permette di ammorbidire le feci evitando così di incorrere in fenomeni di stitichezza. 7) Favorisce la corretta idratazione del' organismo e stimola l'attività del sistema linfatico. 8) Aiuta a dimagrire, infatti la pectina (fibra contenuta nel limone) permette di contrastare la fame improvvisa. Spero di avervi convinto riguardo ai benefici di questa bevanda, qualora non vi avessi persuaso non vi resta che provarla, vedrete che vi ricrederete. Lunedì 25 Gioiosa Jonica Dal 25-26 Agosto ore 21.00 Centro Storico Festival Internazionale degli Artisti di Strada “Gustando il Borgo” Dal 25-30 Agosto ore 17.00 - 22.00 Palazzo Amaduri Mostra d'arte contemporanea dell'artista Fabiola Frusone Palazzo Amaduriore 19.00 Presentazione del volume “Fonti e ricerche per la storia della Calabria” di V. Naymo Marina di Gioiosa Jonica Teatro Romano ore 21.15 Festival Nazionale Teatro Magna Grecia “La Moscheda” Palizzi Villa Comunale ore 21.00 Associazione culturale Anthesterie presenta “Viaggio Aperto” Mammola Sito Macariace ore 17.00 “Gionata dell’Archeologia Industriale” Brancaleone Gerace Piazza Vittorio Veneto ore 22.00 Aspettando San Rocco Sabatum Quartet in concerto. Dal 26 al 29 agosto ore 18.00 Largo Plebiscito, P.zza San Nicola, Largo Palestro Corsi di Strumenti e Balli popolari 2° Edizione Festival di musica popolare “I Tamuri di S. Rocco” Villa Romana ore 21:30 Letture sceniche di E. De Liguoro “By the Jasmine coast” Piazza Ferrari ore 21.00 Teatro commedia brillante in vernacolo Gioiosa Jonica Gioiosa Jonica Casignana Mammola Piazza del Tocco ore 21.00 Spettacolo Musicale e Documentario “A strata e casa” - Poeti, migranti e musica Martedì 26 Piazza Municipio ore 22.00 Commedia in vernacolo “Pani e cipuglia, ma polentuni no…” Roccella Jonica Ex convento dei Minimi ore 19.00 Caffè Letterari “Voce e Valore del mio tempo” tutte le opere in vernacolo e in lingua di Salvatore Filocamo Merco Marina d Jonica Teatro Greco-Ro ore 21.00 “Filomena Marturano” com dia di E. De Filip Festival Naziona Teatro Magna G Gioiosa J Area Concerti ore “Otello Profazio” T Roccella culturale Anth “Viaggio Ape Ice oledì 27 di Gioiosa Giovedì 28 Gioiosa Jonica omano mmeppo ale Grecia Jonica e 22.00 TaranQuartet in concerto a Jonica hesterie presenta erto” Venerdì 29 Area concerti ore 22.00 Sandro Sottile e Tony Esposito in concerto Gioiosa Jonica Area Concerti ore 22.00 “Gioia Popolare” in concerto Casignana Villa Romana ore 21.30 Caffè letterario - Presentazione libro “Racconti in tre tempi” di Rossella Scherl e bucket challenge 30 Sabato Gioiosa Jonica Piazza Plebiscito ore 21.00 Esibizione complesso bandistico “Città Francavilla Fontana” Casignana Villa Romana ore 21.30 Mostra Fotografica “Sud” a cura di E. Carrozza Palmi La storica “Varia”, spettacolare evento in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera Concerto dell’artista israeliana Noa, autrice della commovente Ave Maria che incantò anche Papa Wojtyla, che terrà il suo concerto a ingresso libero in Piazza della Concattedrale con inizio alle ore 21.30, Palmi La storica “Varia”, spettacolare evento in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera concerto di Alex Britti con la sua band nella grande Piazza 1° Maggio. GERENZA Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona, Franco Parrello, , Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Francesca Barranca.. APPROFONDIMENTI www.rivieraweb.it Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. Modugno (BA) EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno DOMENICA 24 AGOSTO 14 IL RICORDO L’OPINIONE Ha ragione Nando Dalla Chiesa Ha ragione Nando Dalla Chiesa, quando denuncia i pericoli d'infiltrazione della “ndrangheta nei lavori per l'expo' di Milano. Se non lo facesse, verrebbe meno al suo ufficio. Ha ragione da vendere: padroncini di piccole imprese di movimento terra o di lavori edili in genere, provenienti/originari da territori con storia di “ndrangheta non possono non essere attenzionati dagli organi preposti. Non stiamo parlando di territori immuni da fenomeni mafiosi. Si sta parlando di Platì, San Luca, Taurianova ecc..tutti territori conosciuti per sequestri di persona, faide, omicidi, traffico di droga, ultimamente femminicidi. Luoghi dove la “ndrangheta ha fatto scuola e fa scuola. Chi, tra i Kalabresi che fanno opinione, scrivendo o parlando, afferma il contrario non fa un buon servizio alla Kalabria. Non fa un buon servizio alla Kalabria il dr Filippo Nucera, coordinatore di Confindustria Kalabria per l'Expo', quando, nei suoi interventi pubblici, non riesce e pronunciare una sola volta la parola “ndrangheta. Evidentemente un Moloc per l'uomo. Non fa un buon servizio alle imprese che dovrebbe rappresentare, quando difende la dignità del lavoro della gente di Kalabria con stantii luoghi comuni: i Kalabresi sono uomini e donne laboriose e oneste, abbiamo contribuito alla ricchezza del nord ecc.. Di questo individuo, si dovrebbe chiedere, e ottenere, sostituzione immediata. Conosco la mia gente: testarda, orgogliosa, omertosa, amante della mitologia “ndranghetistica, disposta a inchinarsi al potere. Vorrei poter difendere la mia gente, come tanti di cui ho letto articoli accorati, dire che tutto è desiderio di buttarci fango addosso, ma non posso farlo. Non posso negare che Nando Dalla Chiesa svolga correttamente il suo compito invitando alla cautela a al controllo. Non posso negare che abbia ragione. Parlo come uno che conosce il fenomeno sociale “ndrangheta, che conosce il fascino che il mito “ndrangheta esercita su tutti i kalabresi, di qualunque estrazione siano, ormai. Persino la classe borghese, la classe dirigente, ha aperto, da tempo, e palesemente, le porte al suo fascino perverso e ambiguo. Pecunia non olet, e piuttosto che morire strozzata dalle banche, o piegata dalla stessa “ndrangheta, preferisce scendere a patti. Utilizza i profitti della “ndrangheta per la propria impresa, fa lavorare le persone, gli automezzi che vengono indicati dagli “ndranghetisti. Fa persino matrimoni d'interesse. Ogni Kalabrese ha dentro di se questa consapevolezza: di vivere in una regione in cui il fascino delle mafie è superiore ad ogni altro tipo di fascino. Di vivere in una regione in cui ti sembra la cosa più normale del mondo fare un favore ad uno “ndranghetista. Votare il candidato politico appoggiato dalla “ndrangheta. Perché lo “ndranghetista è il tuo vicino di casa, è l'amico che ti offre il caffè, quello con cui sei andato a scuola insieme, quello che ti “soccorre” nel momento del bisogno. L'assenza dello Stato nei servizi, nei bisogni della mia gente ha contribuito a rafforzare presenza e infiltrazione della “ndrangheta. Si rimane tuttavia perplessi riflettendo la logica di lotta alle mafie. Non possono esserci molti La cara Antonella De Leo preside dell’Istituto paritario G. Leopardi Cara Anto, è così che iniziavo i miei messaggi per te ed oggi mi ritrovo a scriverti l'ultimo. Ma le parole non si trovano poiché è difficile pensare che tu non ci sei più. Antonella… La persona più forte e perseverante che tanti di noi hanno conosciuto, che non si arrendeva davanti a niente e a nessuno, decisa a combattere sempre e fino alla fine. Come si fa a raccontare venti anni di vita insieme?!? Sei stata un'amica per tanti e per tutti.. Tu c'eri sempre, anche se ti chiamavano di notte, tu accorrevi per sostenere chi aveva bisogno trasmettendo la tua forza e il tuo sostegno. Sei stata la Prof. che esortava i suoi alunni a dare il meglio di sé; il tuo passo spe- dito risuonava nei corridoi della scuola e, da buona “007” che eri, riuscivi a sapere sempre chi aveva combinato l'ennesima marachella ed a riportare i ragazzi in classe. Per i tuoi colleghi eri il punto di riferimento sempre e a ogni ora della giornata. Sei sempre stata un'amica premurosa: eri la prima, scoccata la mezzanotte, a mandarmi messaggi di auguri che fosse stato il mio compleanno, Natale o Pasqua. Di te ci rimangono tanti ricordi e pagine di registri riempite con amore e dedizione, continuerai sicuramente a fare la Prof. tra gli angeli richiamandoli e mettendoli in riga se scappano e da lassù sarai sempre la nostra preside, la nostra Prof. e la nostra cara amica Antonella. Con affetto fraterno, Rosamaria. L’ANGOLO DI PARRELLO Cesare Pavese a Brancaleone Nuovi I rapporti tra Cesare Pavese e Brancaleone non furono sempre idilliaci, anzi. E non solo con Brancaleone ma con tutta la Calabria. Sicuramente influì il fatto che Pavese, sia per le sue idee che per le sue posizioni non certo vicine al regime fascista, si trovò a Brancaleone non per sua volontà ma perché speditoci da quel regime. Ma questo, a mio avviso, non giustifica la sua “ostilità” per la brava gente di Brancaleone e della Calabria intera. La maggior parte delle persone allora disconosceva modi combattere questo male. Viene naturale domandarsi perché un governo, avendo l'opportunità di nominare ministro della giustizia uno dei più strenui avversari di questo male, in Kalabria e non solo, non l'abbia fatto. Parlo, come è intuibile, della mancata nomina a ministro della Giustizia del dottor Gratteri. Esercitando il suo ufficio, ricordi il dottor Nando Dalla Chiesa anche queste cose. Ricordi che i morti di mafie sono, nella gran maggioranza, kalabresi, siciliani, napoletani. Non voglio snocciolare il solito rosario di nomi e cognomi. Ricordi che l'onestà e il lavoro sono esigenze fortemente sentite e cercate da ogni Kalabrese, dentro e fuori la regione. Milioni di emigranti sono la migliore testimonianza di questi bisogni. Ma come una comunità colpita da una malattia infettiva, potenzialmente mortale, non possiamo esimerci dagli esami del sangue e dalla quarantena. Senza sentirci perseguitati, offesi, maltrattati, con la dignità e la forza che ci contraddistinguono bisogna accettare il peso “dell'attenzione dello Stato”. E' il prezzo da pagare al male che ci affligge, da noi conosciuto e accettato, per indolenza, per convenienza, per quieto vivere. Vincenzo Carrozza il perché tanta gente del Nord venisse mandata da noi. Le donne che si pettinano per strada, maiali e pecore che a volte girano per le vie del paese, molte ragazze che camminano con ceste sulla testa, ecco anche questo c'è nei suoi scritti; ma se ne percepisce un sentimento di “repulsione” verso noi calabresi, i quali siamo considerati “inferiori” a lui. Questi sono i fatti, volerli addolcire non sarebbe onesto nei confronti della gente di Calabria. Franco Parrello vandali a Siderno Attentato alla pianta dello “scarparu” MARINA DI GIOIOSA:sulla questione del terreno forse sottratto per uso privato attendiamo una risposta dal sindacoVestito ANTONIO TASSONE Nel numero dello scorso 10 agosto, avevamo chiesto al Primo cittadino di Marina di Gioiosa, Domenico Vestito, se avesse considerato che è trascorso quasi un anno dalla denuncia della signora Piscioneri presentata dapprima alla Commissione Straordinaria (all'attenzione della dott.Patrizia Adorno) e, successivamente (dopo non aver ricevuto risposta) ripresentata, alla Sua stessa attenzione e per conoscenza anche al Comandante della Stazione dei Carabinieri, al dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza, al Comandante della Polizia Municipale ed al responsabile dell'Ufficio tecnico Comunale. Non abbiamo ricevuto risposta dalla Casa Comunale. Eppure la nostra domanda per il Sindaco Vestito era chiara e la riproponiamo nuovamente: cosa hanno relazionato sia l'ufficio tecnico comunale che la polizia municipale in merito alla particella 852 del foglio 20 del Catasto dei terreni e, nel caso non avessero risposto, quali provvedimenti il Sindaco intenderà adottare per fare luce su questa vicenda ? Vorremmo ricordare ai nostri lettori che il comune di Marina di Gioiosa è stato in sciolto per mafia ed il messaggio che potrebbero ricevere i cittadini è che il “silenzio” o le eventuali “omissioni” delle Istituzioni possano autorizzare i privati ad appropriarsi indebitamente di ulteriori spazi sia demaniali che di proprietà comunale. Se non ci sarà questa risposta molti cittadini potrebbero arrivare a pensare (utilizziamo la formula dubitativa) quello che Sciascia predisse in altri tempi ossia che “in assenza di un'adeguata cultura democratica l'antimafia sarebbe diventata peggio della mafia ragionando secondo la stessa logica di sopraffazione ma potendo servirsi dei poteri delle istituzioni”. Ma conoscendo il rigore, la serietà del Sindaco Vestito escludiamo questa ipotesi e siamo più che sicuri che la sua risposta arriverà a breve! IN PRIMO PIANO La‘ndrangheta c’è ed è il prodotto di una società ingiusta.Noi dobbiamo combatterla senza quartiere ma consapevoli che qualcuno vuole utilizzare la ‘ndrangheta per criminalizzare la Calabria N ILARIO AMMENDOLIA ei giorni scorsi Canolo è stata di nuovo alla ribalta. È passato poco meno di un anno da quando un giornale commentando un fatto di cronaca ha scritto a proposito della cittadina aspromontana: “la 'ndrangheta ha perso in casa” dimenticando che Canolo non è la casa della 'ndrangheta ma il paese di tante persone perbene. A Canolo c'è chi quotidianamente impasta quintali di farina per farne pane, chi produce formaggi, chi alleva maiali per farne prosciutti di qualità, chi produce ottimo olio, chi coltiva la terra. È questa la Canolo vera. Si ritorna a parlare di Canolo con il “caso Trimarchi”, un giovane attivista, che sarebbe stato provocatoriamente invitato a ballare la tarantella. Io non conosco i fatti ma qualora vi fossero state minacce o provocazioni è giusto che i responsabili vengano puniti e che Trimarchi riceva la solidarietà del suo paese e di tutte le persone perbene. Però dobbiamo stare molto attenti: la 'ndrangheta c'è ed è il prodotto di una società ingiusta. Noi dobbiamo combatterla senza quartiere ma consapevoli che qualcuno vuole utilizzare la 'ndrangheta per criminalizzare la Calabria. Noi a questo disegno non dobbiamo prestarci altrimenti spingeremo questa regione a compiere “i cento passi” verso il precipizio. Faccio qualche esempio: Febbraio, la Rai trasmette la fiction “Le mani dentro la città”. Tradotto in parole semplici: mani dei calabresi sopra Milano. Aldilà delle intenzioni, si tratta di una fiction lucidamente menzognera e razzista come lo erano i classici western verso gli indiani. Il giorno dopo la prima puntata appare una recensione più che positiva di Aldo Grasso sul Corriere della Sera. Sembra quasi che la “Milano da bere”, senta il bisogno di collocare il “male” all'esterno di se stessa. Appaiono lontani anni luce i tempi in cui la denuncia era affidata ad un film come “Rocco e i suoi fratelli”. Oggi il messaggio deve essere immediato, diretto, godibile quanto bugiardo. I “buoni” da una parte, i “cattivi” dall'altra. I calabresi si prestano a perfezione al ruolo dei cattivi. Ancora febbraio, “Il Fatto Quotidiano”: “La Calabria vive la sfortuna di essere sempre in minoranza. Minoranza dell'Italia ricca e minoranza anche in casa sua. Quella classe dirigente sociale non avrebbe mai potuto dominare la scena pubblica se una porzione maggioritaria della società non fosse stata connivente, se il bene comune non venisse giudicato come una zucca vuota, un cesto rotto, una fanfaluca”. Si alza l'asticella. La Calabria nella narrazione di Antonello Caporale conquista un privilegio unico: la corruzione della classe dirigente diventa corruzione e connivenza di un intero popolo. Nei giorni scorsi Nando Dalla Chiesa nella qualità di presidente della Commissione comunale antindrangheta di Milano scrive a proposito dei pericoli di infiltrazione della ndrangheta all'Expo 2000: “che cognomi e località di origine o residenza ricorrono all'infinito nella fittissima rete di relazioni su cui si costruiscono i legami di “lealtà” di parentela e di compaesanità che alimentano le 'ndrine” e invita a finirla con questa storia dei “calabresi laboriosi”. È razzismo. Siamo nel pieno di una offensiva razzista e menzognera contro i calabresi. I kapò spesso sono tra di noi. Si potrebbe continuare all'infinito. È la Calabria ad una sola dimensione: quella criminale. Una lucida, levigata, calcolata “non verità” per impedire di comprendere chi le mani dentro, sopra, sotto l'Italia intera le ha messe veramente. Una menzogna pesata con geometrica precisione che manomette la storia e falsifica il presente. In questi venti anni, migliaia di miliardi di euro sono passati dal monte salari e dallo Stato sociale alla rendita parassitaria. La forbice tra la Calabria e il resto del paese s'è andata allargando e la classe dirigente regionale è stata decisamente complice. Una immensa rapina dei ricchi sui poveri, migliaia di volte più redditizia di quella che gestisce la ndrangheta con i suoi loschi traffici di droga e di morte. Una rapina col silenziatore, con i guanti bianchi e con il massiccio uso di vasellina. La Calabria ridotta a una dimensione meramente criminale è uno spettro che fa comodo a molti perché impedisce di vedere la realtà. Tanto più pauroso sarà lo spettro tanto più le classi responsabili del disastro si muoveranno con baldanzosa arroganza. La politica è evaporata. I politici si dividono tra quelli in ginocchio e quelli che da molto tempo hanno assunto una posizione prona. Fa comodo non parlare della devastazione storica che la Calabria ha subito. Non parliamo della storia, non parliamo delle scelte politiche, non parliamo del nostro futuro. Parliamo solo di 'ndrangheta perché questo è funzionale alla criminalizzazione della Calabria. Consapevoli di quanto sia difficile opporsi al pensiero unico dominante, noi non ci stiamo e non ci staremo. Combatteremo quest'ultima battaglia quantomeno “a futura memoria”. Da Canolo i“cento passi” verso il precipizio www.rivieraweb.it M DOMENICA 24 AGOSTO O 17 ERCOLE MACRÌ Miracolo. Allo scrittore Giuseppe Trimarchi, a Canolo meglio noto come U Professuri, nella notte di San Lorenzo è apparsa la vergine peccaminosa con zanne da bestia. La‘Ndrangheta. Questa dea malefica d’Aspromonte si sarebbe materializzata davanti allo scrittore del luogo intorno all’una, quasi alla fine della festa, quando la divisione dei pani di grano Iermano aveva concesso spazio e spartito a infedeli e musicanti. “Balla sta tarantella professuri” avrebbe minacciato un intimo della malabestia, terrorizzando l’attivista, neo fratello di “Un altro mondo possibile” partecipato da militanti vestiti alla moda, alcuni alla Moretti, altri alla Guevara, entrambi scaduti, entrambi appollaiati su rivoluzioni di cresta che campano di pane&Mastrosso dai sequestri di persona a oggi. E sono partiti pellegrinaggi, solidarietà e tormentoni. Questi ultimi con tante e mielose note di I can’t live.. If living is without you e nemmeno una di Be bop a lula She’s my baby. Nella lotta contro quelle forme di male che fanno marcire interi territori nella merda c’è, nel modo di combattere, un canone estetico ancor prima che morale. In una Calabria lacerata dalla mafia e devastata dalla politica, l’attivismo alla Trimarchi è brutto, di una bruttezza artificiale, siliconata, che deforma realtà e profili ingannando se stessi allo specchio e gli adepti nelle piazze e sul web. Quelli alla Trimarchi deformano e riferiscono al gruppo. Il gruppo trama, deforma, sbraita e infine bussa per una carriera senza fatica e sudore che non può prescindere dalla ‘Bestia e dal vecchio complesso di David, che nulla sarebbe senza Golia. E più la ‘Bestia la rendi grande, anche quando non c’è, più la elevi, più ti si aprono orizzonti all’interno di quell’antimafia divenuta la più potente industria del Meridione d’Italia, anche grazie a decine di “gomorrini” che spuntano come McDonald’s nello spazio e nel tempo. Uno ogni 99 chilometri; uno, due all’anno. “Balla sta tarantella professuri”, nelle peggiore delle ipotesi e avendo fede nella Trimarchi Version, firmata anche dall’acchiappa scafisti che non vola più con gli aquiloni, comunque non è ‘ndrangheta. “Balla sta tarantella professuri”, addolcisce i caratteri somatici e il cuore nero di quella ‘Bestia che spara addosso, che uccide, che ferisce, che estorce e incravatta, che fa emigrare, che sfolla speranze, che ti aspetta sotto casa, che pretende posti di lavoro, che impone mastri e cemento, idraulici, elettricisti, imbianchini, piastrellisti e becchini, che scava fosse e poi le riempie, e che pretende, con muscoli d’acciaio e portafogli abbondanti, perfino le femmine migliori dei più deboli. Trimarchi offende chi ha subito tutto questo anche di striscio. U Professori banalizza la ‘Ndrangheta, la rimpicciolisce, addirittura la favorisce; Trimarchi ci distrae, rendendoci, pericolosamente, più elementare l’onere di tramandare una società senza mafia alle nuove generazioni. A Canolo, a differenza di quelli che hanno firmato la petizione pro-Trimarchi, il settimanale “Riviera” c’era. “Riviera” conosce bene un paese laborioso che si alza alle cinque del mattino con entusiasmo e va a letto con le galline esausto. Canolo è la city antindrangheta per eccellenza, la nuova frontiera del lavoro umile e bello, senza slogan e tazebao ad hoc. Lasciatela vivere e lavorare, non macchiatela con trame concertate attorno a tavole apparecchiate con l’etica della Valle del Marro. A Canolo si coltivano gli antichi sapori con acque di sorgente e ci si difende dai lupi all’antica, come una volta, quando una bicchierata di vino tra amici non era ancora un summit. Lo è diventato grazie agli attivisti e a quei miglioratori del mondo che si nutrono di gettoni, patacche e strumentalizzazioni. L’esponente dell’associazione che ha organizzato la festa del pane e che avrebbe minacciato Trimarchi ha perso le elezioni amministrative. Trimarchi le ha vinte. C’è un canone analitico prima ancora che morale: «La ‘Bestia, in Calabria, esce sempre vincitrice dal seggio». I conti parlano da soli, ma nonostante questo, soprattutto perché conosciamo per mentalità, serietà e dinamismo l’attuale sindaco Rosita Femia, non potremmo mai affermare che Trimarchi, suo sostenitore accanito, sia ‘ndranghetista. Sappiamo però che se al posto della “Riviera” ci fosse stato Trimarchi, Trimarchi non si sarebbe comportato come “Riviera”, al contrario avrebbe estratto dall’urna le zanne della ‘Bestia che, imponente come un elefante, minacciava una zanzara fastidiosa e provocatoria. CANOLO MINACCEO STRUMENTALIZZAZIONI? Trimarchi banalizza la ‘Bestia CULTURA E SOCIETÀ Sagra della Pasta fatta in casa esempio di recupero delle tradizioni e di momenti di convivialità. Un paese si è riunito, ha collaborato e ha creato una manifestazione di successo. La rinascita di Agnana è cominciata. È partita dalla Sagra della pasta di casa, organizzata dal sindaco Caterina Furfaro e dalle associazioni cittadine. Un altro Siderno: la storica via Matteotti si colora di Rosa... Oramai l'appuntamento è fisso: stessa ora, stesso posto. Oramai la protagonista indiscussa di Siderno è lei: la storica via Matteotti. Giovedì 14 Agosto è stata la volta dedicata ai più piccoli, e dopo ornamenti che contemplavano solo ed esclusivamente le sfumature del rosa, si é dato via alla "notte rosa baby". Truccatrici, espositori artigianali e gente dallo sguardo incuriosito hanno contribuito alla riuscita della serata. Ma, cosa più caratteristica, è stata che a metà del percorso della via in festa, era allestito un palco, sul quale piccoli aspiranti modelli e modelle hanno sfilato indossando gli sfiziosi abiti offerti dal negozio "Mondo bambino" situato nella stessa via Matteotti. Varie uscite, tra le quali quella dedicata all'outfit scolastico. I bambini hanno mostrato tanto coraggio, decoro, ma soprattutto hanno generato molta tenerezza negli spettatori che non hanno esitato ad applaudire calorosamente. Lo stesso palco ha ospitato poi una sfilata di accon- ciature ad opera della hair Stylist Mariatesa Archinà. Le ragazze hanno sfoggiato pettinature dagli insoliti intrecci per il giorno, raffinati chignon per la sera...e dulcis in fundo, anche acconciature per una sposa di classe e alla moda. Tra un'uscita e l'altra ad allietare il pubblico ci sono state le performance canore di Francesca Commisso, che sa sempre come stupire gli spettatori, Marilena Futia, alcuni ragazzi che hanno suonato dal vivo, e infine la band che ha esordito non molto tempo fa: i The Flayers. Presentatore della serata Rosario Barbaro, che al termine dell'evento ha invitato MariaTeresa sul palco, che commossa ha ringraziato. Il pubblico è stato caloroso, e noi tutti cittadini di Siderno siamo orgogliosi di applaudire di fronte a tanta voglia di fare e di non arrendersi. Complimenti agli organizzatori e a chi ha partecipato con la propria arte. Sono loro che, amando Siderno, ce la stanno mettendo tutta. Sara Leone Gli Amici del libroin visita al Musaba ALLA RISCOPERTA DELLE REALTA' PIU' SIGNIFICATIVE DELL'ARTE E DELLA CULTURA PRESENTI SUL TERRITORIO FRANCESCA BARRANCA Per “Gli amici del libro e della biblioteca” è giunto il tempo di pensare anche alla riscoperta delle realtà più belle e significative da valorizzare presenti sul nostro territorio, come il parco museo laboratorio “Santa Barbara” di Mammola, un vero e proprio centro di arte contemporanea. L'idea di visitare alcune delle realtà più significative del territorio è nata nell'ambito dell'iniziativa “sette libri per sette sere”, promossa dalla stessa Associazione, nel corso della quale la terza serata è stata dedicata all'arte e alla cultura in Calabria, ospiti gli artisti fondatori del Musaba Nik Spatari e Hiske Maas. Alla luce di questa interessante serata, i componenti il sodalizio culturale hanno organizzato una visita al Musaba, per trascorrere un pomeriggio in compagnia tra arte e natura. Lunedì 18 agosto, dopo il raduno davanti al Comune di Siderno, tutti pronti! Si parte alla volta di Mammola per visitare il Musaba. All'arrivo siamo accolti da un'esplosione di colori che bene si fonde con i suoni della natura circostante, così da creare un'atmosfera suggestiva, piacevole e rilassante. Nel mentre prosegue la visita del gruppo, ne approfittiamo per chiedere al presiden- te de “Gli amici del libro e della biblioteca”, Cosimo Pellegrino, le sue impressioni in merito a questo pomeriggio al Musaba: “pensare di avere un museo laboratorio di arte moderna di prima grandezza in casa nostra e lasciarlo nascosto al mondo, ritengo sia un peccato che difficilmente ci potremmo, o meglio, ci potranno perdonare”. “Pensare - prosegue Pellegrino - ai nostri studenti che partono per viaggi d'istruzione, tra l'altro sottoponendo le proprie famiglie a costi considerevoli e disconoscere i valori inestimabili esistenti sul nostro territorio ci dovrebbe far riflettere”. E ancora, come sottolinea il presidente Pellegrino “non vogliamo solo riscoprire i luoghi più belli, ma riviverli per farli conoscere a tutti”. Realtà importanti che questa nostra Locride ha, ma il più delle volte non si riesce a valorizzare e promuovere. In questo contesto si include anche la visita al Santuario della Madonna di Polsi organizzata sempre da “Gli amici del libro e della biblioteca” per giovedì 21 agosto.In conclusione, potremmo aggiungere che, non solo si tratta di momenti utili per creare aggregazione, ma soprattutto per conoscere, approfondire, promuovere ed imparare a riscoprire le nostre radici culturali ed artistiche, l'autenticità dei simboli della nostra identità tra storia, fede e tradizioni. Mostra canina a Locri Per un giorno la pineta sul lungomare di Locri ha ospitato gli amici a quattro zampe e i loro padroni. Domenica 17 agosto si è svolta la mostra canina, gli animali sono stati valutati da giudici esperti di razza che hanno assegnato premi al più bello, al più brutto, al più alto, al più basso, al più muscoloso, al più educato, al più elegante. All'interno della manifestazione, vi è stato anche uno speciale raduno di Akita. La Notte bianca alla Gru con Studio 54 Domenica 17 agosto è stata Notte Bianca. Una festa che ha visto alternarsi sul palco una serie incredibile di artisti: Fabrizio Moro, JAX Articolo 31, Magi, Nestore Verre, Carboidrati, Quarto Bra. Tutto in una notte, tutto in un imperdibile festa, a Siderno, al Centro Commerciale La Gru, dalle 22 all’alba. Un altro successo per il delizioso Caciocavallo Si è svolta la XII sagra del Caciocavallo di Ciminà. Si è tenuta il 18 agosto 2014 ed è stata patrocinata dalla condotta Slow Food di Reggio Calabria, comune di Ciminà e dal Parco Nazionale dell’Aspromonte. Per l’occasione sono state realizzate cartoline postali e l’annullo filatetico per celebrare il prodotto tipico e la sua manifestazione. Ormai il caciocavallo di Ciminà è una certezza, non tradisce mai le aspettative. Peccato solo che sia una rarità, quasi introvabile. Gerace si parla di giustizia e di esigenze di garanzia Il 19 Agosto il comune di Gerace ha ospitato un dibattito sulla Giustizia e sulle esigenze di riforme nell’ambito della lotta al crimine. Ad intervenire, oltre al sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, agli avvocati Mario Mazza e Pasquale Sansalone, ci sono stati Nicola Gratteri e Michele Salazar. Ha moderato l’incontro Paolo Pollichieni, il direttore del “Corriere della Calabria”. www.rivieraweb.it DOMENICA 24 AGOSTO 19 Saverio Strati ricordato a Sant’Agata “Spartenza”: Il nuovo IN OCCASIONE DEI NOVANT’ANNI DALLA NASCITA DELLO SCRITTORE VIENE RICORDATO NELLA SUA CITTÀ. LA POETESSA CALAFATI GLI HA DEDICATO UNA POESIA INEDITA Sabato 16 Agosto, a Sant'Agata del Bianco, è stato ricordato Saverio Strati, in occasione dei 90 anni dalla nascita dell’autore. Uno degli ospiti d’onore è stato Luigi Maria Lombardi Satriani, lo storico ha ricordato lo scrittore che nonostante abbia vissuto a Scandicci, ma che è sempre rimasto calabrese. In molti sono intervenuti per ricordare uno dei narratori più importanti della Calabria e della Locride. SAVERIU (A SAVERIO STRATI) 'Nzonnu mi vinni a mia nu muraturi / chi avia paroli dubbri di 'mpastari/ nu coddareju di terra d'amuri/ na pinna fatta apposta pé scriviri./ Un diavularu calabrisi in pettu / cu nu lustru di luna u 'lluci tuttu/ cu na manicula e nu meru pattu / pemmu lu cucinatu u è tuttu cottu./ A sorti 'mpara mu la fa sgravari/ e in pigghja fuji e scappa parturiri./ Li trona 'gnorantuni sbacantari e i gnagnera i cervedi parinchiri./ Mi vinni 'nzonnu e megghju matinati/ quandu li stidi eranu sparuti./ Mi dissi: "oi bella sugnu vostru frati/ io mi prisentu, su Saveriu Strati" / "Restati o mastru mio non vi 'ndi jiti/ faciti mu restamu ìmparentati./ Pigghjativi la prica u vi scriviti/ lu nomi mio pé nommu vi scordati./ Acussì quandu poi peri lu sonnu/ e doppu faci notti annatra vota/ comu li rindineji volari sannu/ a undi mia veniti e fati rota."/ E Saveriu i notti, i tandu 'mpoi/ vinni u mi trova 'nta li sonni mei./ E all'urtimatu chi fu vecchju assai, mi dezzi in dota tutti i libri soi./ E moni io leju leju notti e jornu/ e la fatiga 'nci la rendu cara/ ca comu pani chi nesci du fornu/, di libbra soi i paroli a fannu a gara./ E currinu currinu, currinu veloci/ e chjù a curriri vannu e chjù mi piaci./ 'Ndannu tricentu nomi e centu vuci chi all'arma i papà mio portanu paci./ E a Saveriu lu sonnu chjù duci. (GSC, 20/08/2014) Giusy Staropoli Calafati Il Mercato della Badia, un tuffo nel passato Si è svolta a Bivongi il 17 e 18 agosto il mercato della Badia, una delle più belle e caratteristiche fiere della provincia di Reggio Calabria. Molti sono i visitatori che arrivano da tutte le parti dell'Italia per prendere parte a questo evento. Un intero paese si tuffa nel proprio passato trasformandosi in un mercato all’aperto: tra le viuzze del centro storico, rievocazione di antichi mestieri, artigianato artistico, piatti tipici e degustazioni di vini. L'atmosfera che si respira di notte fra i lumi che illuminano il labirinto di strette e piccole viuzze è incantevole, quasi come trovarsi in pieno medioevo. I balli, i costumi tradizionali, gli artisti e i bivongesi, contribuiscono a rendere questa fiera unica. Nelle can- tine spadroneggiano l'artigianato e i prodotti tipici. L'arte del telaio, del ferro, del legno, ha da sempre contraddistinto i maestri bivongesi per le loro capacità. La bontà del territorio, ricco di materie prime ha favorito l'economia. Tante le eccellenze presenti. Il vino è l'unico rosso D.O.C. da tavola della provincia di Reggio Calabria. L'oro verde, l'olio che si produce in questa zona. Tra i salumi, regina è la soppressata. Genuino il miele che si produce e saporite le trote del fiume Stilaro. Oltre al Parco Naturale, sono state visitate le Terme di acqua solforosa, e le Cascate del Marmarico, le grotte eremitiche, le chiese e l'unico monastero greco-ortodosso d'Italia. singolo dialettale di Francesco Sicari Nuovi talenti crescono. E crescono bene se il loro intento è quello di non allontanarsi troppo dalle proprie radici, da quel cordone ombelicale che lega fortemente la gente all’arte e alla passione che questa nostra terra emana continuamente. Se così allora il connubio è quello giusto, quello vincente composto da un presente impreziosito e proiettato nel’antico valore e nella tradizione del passato, ed un futuro roseo scandito dall’entusiasmo e la passione di giovani artisti che sperimentano, azzardano, valorizzando le origini e le tradizioni della propria terra e della propria cultura popolare. “Francesco Sicari segue l’anima poetica popolare, fondendo tra loro culture musicali distinte”. La scena della ribalta stavolta è aperta al giovane cantante calabrese Francesco Sicari, melodie soft con una voce intrigante, graffiata da quel musicare dialettale intriso di piena energia e passione mediterranea. L’azzardo e la personalità di lanciarsi nel mondo artistico musicale sperimentando e valorizzando il proprio dialetto calabrese, è senza dubbio un atto di coraggio che merita solo plausi scroscianti. Un iter e un percorso tutto in salita che può dare buoni frutti se si ripercorrono con sacrificio ed umiltà, con le stesse convinzioni, le strade battute anticamente da grandi cantautori italiani che hanno fatto della musica popolare cantautorale il proprio marchio di fabbrica. Non a caso eccelsi cantastorie moderni sono tutt’oggi ricordati come pietre miliari della musica italiana e popolare, ricordiamo uno su tutti: Cristiano de Andrè che con il suo genovese dei carrugi dipingeva storie di vita quotidiana di una Genova nascosta. O ancora Guccini, Pino Daniele, o ritornando a chi di recente ha riabbracciato e rivalorizzando il piacere delle proprie origini trasferendola in musica: Carmen Consoli e Franco Battiato e il loro stretto dialetto catanese. Il giovane Sicari ha sicuramente grandi maestri davanti da seguire per queste scelte musicali. Ne può trarre ispirazione per un percorso artistico, viste le eccelse dote canore, di sicuro successo. Storie di amori disperati, di lontananze, di partenze, di speranze, di fuochi ardenti, di sospiri e pianti : “ La navi nta lu portu si prepara pè fari sta partenza mariscura, cu li lacrimi toi la navi vara, cu li sospri mei si ferma ogni ura”: un verso toccante e magico estratto dal nuovo singolo “Spartenza”. Incontrando Francesco in un bar romano, lui vive nella Capitale perché svolge gli studi universitari da qualche anno; cappellino in testa, una folta barbetta, occhi scuri da profondo sud e un sorriso smagliante. Immancabile per due calabresi doc seduti a tavolino ordinare un ghiacciato amaro del capo. Chiedendo a Francesco da cosa nasce questo suo progetto musicale, mi risponde : “ Nasce da un forte desiderio, quasi una necessità di tutelare le mie origini calabre ricche di storia e tradizione, ricercando un equilibrio tra elementi diversi. I suoni degli strumenti tradizionali, il suono classico dell’orchestra e il suono elettrico ed etnico si fondono tra loro magicamente dando effettivamente vita ad un sound nuovo ed intenso, incorniciato da versi dialettali che raccontano o prendono ispirazione dalla mia terra, dalla mia fanciullezza, dai legami, dalle abitudini e dalla vita quotidiana sempre e comunque passionale e intensa per come ogni calabrese la vive in tutti i vari aspetti, amichevoli, amorosi, lavorativi. Quindi creo un mix di culture musicali distinte cercando appunto con le mie parole di armonizzare e legare il tutto”. Convinzione ed entusiasmo, due pillole giuste per alimentarsi ed indirizzarsi verso un progetto musicale senza dubbio di notevole interesse e particolarità per il giovane artista. L’augurio più grande che posso fare è quello di vederlo presto su importanti palcoscenici, sui quali possa trasmettere la sua arte musicale ma soprattutto far conoscere a molta gente la passionalità e l’importanza della nostra lingua calabrese che ricordiamo ha importanti legami con coloro i quali erano gli eccelsi delle arti e della cultura: I Greci. Continuando nell’augurio, è di vederlo presto sul palco del Concerto del Primo Maggio a S.Giovanni a Roma, e seguire come in questi due ultimi anni il percorso svolto da Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea con i Tarantaproject promotori della musica calabrese popolare al grande evento romano. Contrada delle case vecchie, il noir dell’estate è firmato da un architetto di Locri Se fosse stato firmato da Carlo Lucarelli il noir Contrada delle case vecchie”ad oggi sarebbe diventato il libro dell'estate 2014, e tutti sarebbero corsi dietro ad invitare l'autore a tavole rotonde, con seguito di apericena e, ovviamente, con premio finale allo scrittore. Ma “Contrada” è solo l'opera prima del locrese Antonio Francesco Milicia, di professione architetto oltre che di esperto forense in perizie grafiche, trascrittive e di sopralluoghi su scene del crimine. Il libro, che appassiona chi legge, perché è davvero avvincente, narra di storie e fatti della Locride, partendo dalla “cronaca giudiziaria”. È anche un libro “duro” contro certa ipocrisia che si nasconde nella cultura borghese che, nonostante tutto, non riesce a sprovincializzarsi, relegata dietro agli occhialoni da sole mentre di sorseggia un moito in estate. D'inverno poi è peggio ancora. Ci vuole coraggio a scrivere controsenso e, se ci è concesso, ancora di più è arduo trovare chi stampa anche brevi note sul pensiero di un autore novello, ma di estrema forza d'impatto narrativo. La storia offre anche profonde riflessioni sulla nostra terra e sulla società di questo tempo, lontano dai luoghi comuni e dai modi ormai preconfezionati con i quali certa letteratura, giornalistica e non, etichetta da anni questo pezzo di Calabria. L'autore si è anche addentrato in temi particolarmente impegnativi, quali ad esempio la giustizia e il modo in cui entra in conflitto non senza contraddizioni con gli strati sociali interessati da fenomeni mafiosi. Mette in evidenza in maniera volutamente forzata e romanzata come a volte la cura possa assumere dimen- sioni spropositate rispetto al male stesso, e soprattutto come la lotta alla criminalità assuma una connotazione devastante a causa di un effetto domino incontrollabile che si genera quando si vanno a sconvolgere equilibri sociali e politici delicati. Succede così che l'osso ancora sano di un organismo da rivitalizzare viene toccato fino in profondità, mentre andrebbero invece più attentamente isolati e rigenerati soltanto i tessuti malati in superficie. Il libro è intriso di citazioni che rivelano le passioni dell'autore: la musica rock, l'arte, l'architettura, il cinema, i fumetti, ma su tutto si percepisce un affetto per la sua città, Locri, che nella storia assume un nome di fantasia, quel Contrada che dà il titolo al romanzo. Il noir è davvero intrigante e, a scoprirlo con attenzione, si trovano diverse persone che operano e vivono nella Locride. Un territorio descritto minuziosamente e senza preconcetti. Trovi Siderno o Gioiosa, la montagna vera della Calabria con le loro particolarità e tanto altro ancora, che sorprende il lettore. La figura che campeggia è quella del Fabbro, il “cattivo”, a cui l'autore è riuscito a dare una tridimensionalità che risalta nettamente nel contesto narrativo, nell'intento di sondare una mente brillante caduta nel baratro angoscioso della depressione e di descrivere la sua devastante deviazione nella 'poetica del disfacimento'. Nella sua tecnica di narrazione Milicia produce un filo di seta capace di intessersi perfettamente, con il quale intrappola i suoi personaggi, creando ricami complessi senza lasciare nessun dettaglio al caso. Il lettore è portato a leggere febbrilmente pagina dopo pagina, facendosi a poco a poco coinvolgere ed avvolgere. E così, come se fosse riuscito a creare un piccolo mondo, Milicia ( e in questo caso non Lucarelli che tanto amiamo anche noi tanto da custodire gelosamente il n° 1 del suo fumetto autografato ) riesce ad accattivare, esaltare e incuriosire, trasmettendo ansie ed angosce proprie delle vittime descritte. Nelle tante pagine del libro trova spazio anche il capitolo “Ricordo di qualcuno”, dedicato a Francesco Fortugno, descritto come: medico e politico dal volto buono caduto durante uno dei nostri inspiegabili “vuoti di luna”, di cui Milicia ci offre una immagine assolutamente inedita. IL CRUPISMO, UNA MANIERA DI FARE CULTURA. UN MONDO COMPLESSO, DEGNO DI ESSERE RIPERCORSO E ANALIZZATO, DEGNO DI ESSERE STUDIATO ED ELARGITO CON ESTREMA CHIAREZZA Pasquino Crupi, un innovatore culturale e un concentrato d’intelligenza H CARLO PASCALE o letto con interesse ed attenzione le pagine che La Riviera ha dedicato al professore Pasquino Crupi che un anno fa una malattia ignobile ha portato via per sempre dalla “ cattedra” che egli teneva in tutta la Locride. Pur sentendo la gioia di congratularmi con gli articolisti debbo subito denunciare una sorta di carenza colossale navigante in tutti quanti gli interventi. Come se per Pasquino Crupi possa oggi, qui da noi, nella nostra terra, valere la maniera ibrida e inaccettabile del “dire con riserva”. Mancava di coerenza politica? Si lasciava andare alle preferenze e a lodi immeritate? Divideva, alla Mani, il mondo in male e bene? Predicava soltanto le sue idee e negava valore a tutto il resto? La sua critica letteraria era soltanto di stampo marxista. Contavano per lui quasi esclusivamente glli appartenenti alla sua ideologia? Bene, ammettiamolo pure che Pasquino Crupi era spesso vittima di se stesso, cioè dei suoi convincimenti, delle sue scelte. Dei suoi idoli e restava quasi indifferente alle altre voci in campo. Ammettiamolo pure e fermiamoci a riflettere. Questi discorsi quasi non ci interessano. Fanno parte del nostro essere in una maniera piuttosto che in un'altra. A noi interessa la foga e la forza che ha messo nella sua esistenza. La A parola carezzata con cui spesso colpiva nel punto giusto, l'animosità con cui era corifeo dei suoi discorsi e dei suoi luoghi sociali e culturali. Innanzitutto va messo in risalto la fatica goduta con cui fece scorrere in ogni dove per la Locride e per l'intera Regione Calabria il suo mondo. Il suo modo di essere e di fare accettiamolo. Prendiamo a parlare di CRUPISMO, come di una certa maniera di fare cultura. Di un mondo complesso, degno di essere ripercorso e analizzato, degno di essere studiato ed elargito con estrema chiarezza. Specialmente nella Locride aveva trovato ( vedi l'amicizia e un certo sodalismo col professore Carmelo Filocamo) il suo habitat migliore e come docente e come ideologo intelligente del comunismo meno smanioso anche se spesso rissoso. Conta che ad ogni manifestazione operaia, delle classi minori e più deboli, Lui era sempre presente, sempre pronto a parlare, a porgere lumi di natura politica e sociale dal suo punto di vista. La sua forza sta nell' aver aggredito le questioni politiche e sociali con l'intento di raggiungere uguaglianza e rispetto per le classi sociali minori. E' sarà un bel dire il giorno in cui, colto e valorizzato il Pensiero di Pasquino Crupi si porrà,non per una meschina speculazione, ma per una esigenza intima di chiarezza, il problema della coerenza del professore Pasquino Crupi. Diciamo che la sua è stata una coerenza attiva, misurata nel tempo e nelle circostanze. Una coerenza intelligente che non si nascondeva soprattutto quando realmente si sentiva costretto a cambiar giubba per non perdere i motivi della sua lotta e della sua azione culturale. Pasquino Crupi talvolta ha ragionato col senno di tutti noi sbagliando. Ma quando ha scelto se come misura e parametro di se stesso ha agito da maestro o come un maestro. Come un uomo dotto che ha fustigato i costumi per impiantare un buon costume generale difficile da raggiungere e in vero non raggiunto. L'incoerenza spesso è la chiave migliore della coerenza. E Pasquino Crupi navigò le acque dell'attesa e del cambiamento, spesso risultate difficili da percorrere, Ma chi legge la sua storia della letteratura calabrese avrà modo di credere che in quei volumi sta il meglio di Crupi, il lavoro più generoso e più coerente,la grandezza del suo spirito storico,critico e letterario. Chi scrive una storia della letteratura calabrese deve avere alla base non solo una solida cultura, ma un parametro unico di valutazione almeno come riferimento. Una storia della letteratura resta ed attesta il vero estro dell'autore. Certo il discorso sul professore Crupi sarà obiettivo dopo che il suo tempo ed il suo operato saranno svelenati e studiati con obiettività e impegno libero da compromissioni. Intanto possiamo dire che il professore Pasquino Crupi è stato un grande uomo di cultura, un uomo di impegno, un critico animoso ma intelligente. E profondo. RICORDANDO PASQUINO, TRA MUSICA E POESIA POPOLARE dispetto dei processi di standardizzazione e appiattimento culturale operato dai moderni mezzi di comunicazione di massa, continuano a manifestarsi, in Italia così come in altre zone d’Europa, forme musicali e poetiche che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono come parte del loro patrimonio culturale. Lungi dall’essere considerate delle “fossilizzazioni” o “relitti” del passato, tali eredità costituiscono forme espressive attuali, radicate in particolare nelle culture di tradizione orale, costantemente “ricreate” e fruite da uomini e donne di generazione diversa che vivono la realtà odierna fra televisioni, computer e telefonini portatili. Esse esprimono il senso della continuità storica e costituiscono l’elemento essenziale dell’identità culturale di un determinato territorio. Chi suona o ascolta il suono di una zampogna o di una chitarra battente, oppure chi canta a stornelli, recita o ascolta una poesia in vernacolo, lo fa perché ne ricava piacere estetico, perché quel suono o quelle parole esprimono un significato di identificazione e di appartenenza socio-culturale. Vivere in questo modo la musica e la poesia è cosa ben diversa dall’esporsi passivamente alle onde sonore irradiate da un altoparlante che rappresenta l’esperienza comune, uniformata e appiattita, della nostra epoca. Certe cose continuano ad esistere soltanto perché ci sono delle persone per le quali esse hanno dei significati e dei valori condivisi e attuali. Se così non fosse, se dietro alle voci e ai suoni della tradizione non vi fossero delle persone con i loro sentimenti, il loro modo di vivere e di pensare, tutto ciò non avrebbe senso e sarebbe scomparso da tempo. Nell’atmosfera condivisa di sentimenti e di passioni, tra musica e poesia popolare, abbiamo voluto rivivere l’ebbrezza di una serata come tante trascorse in compagnia di Pasquino Crupi. L’intellettuale calabrese, il giornalista dalla penna schietta a volte travolgente, bellicosa ed irruente; esponente quasi unico di quel sano meridionalismo fatto di cose semplici e genuine, come un lauto banchetto tra amici, il pane e il vino, l’autentico rosso di Calabria che fa sentire l’eternità. A lui è diretto il nostro pensiero di stima e di riconoscenza, tra il suono di una zampogna e di una chitarra battente, un canto ad aria, una poesia in dialetto calabrese. Ad un anno esatto dalla sua scomparsa, nel Parco delle Rimembranze, Bovalino ha voluto ricordare così l’amico Pasquino, il giornalista, l’appassionato studioso e storico della Calabria, l’inquieto e ribelle uomo del Sud sempre in prima linea, sempre a fianco degli ultimi e dei più deboli. Ferdinando Rocca F Il 19 Agosto 2013 si è spento il professore , ad un anno dalla scomparsa in molti tra amici e allievi lo hanno voluto ricordare con un pensiero. Lui è stato un maestro generoso. GIUSEPPE BOMBINO CAPPELLOAFALDA RIDOTTA: LANA GRIGIAD’INVERNO, PAGLIAD’ESTATE. E UNPROFUMODI TOSCANOEDI ZIPPO, PASQUINO ERAANCHE QUESTO... UNAFRAGANZA D’AUTORE iero e lontano il pensiero si volge a quel tempo in cui arguto e sottile l'intellettuale, lo studioso appassionato e l'abile precettore, Pasquino Crupi, componeva e costruiva il dibattito culturale, sosteneva e partecipava allo spirito e all'azione di chi aveva deciso di affrancare e contrastare l'imperante rigurgito della moderna società nei confronti di una memoria storica, la nostra, che per la vastità dei suoi contenuti e dei suoi personaggi avrebbe certamente offuscato quella ufficiale e spostato il baricentro della sua narrazione. L'ombra di un finto oblio, di un immotivato ed inesistente vuoto culturale, ha nel tempo giustificato e consentito la tessitura di un silenzio tramato convenientemente per annullare e soggiogare la forza e la dignità del nostro popolo. Così, ci è stato tolto onore e orgoglio, così, oggi disconosciamo noi stessi e il rumore dei passi che fecero il nostro cammino. La voce di Pasquino, la sua ansia intellettuale, la sua passione, al pari della sua saggezza e conoscenza, ha scosso i torpori e scardinato i blocchi imposti al grandioso movimento culturale che, interrottosi e deturpato dall'inganno, dovrà ripartire da noi, da questi istanti di verità che abbiamo avuto modo di vivere attraverso il suo impeto e la sua conoscenza. Pasquino ci ha fatto dono della sua forza narrativa, del fascino della sua oratoria che conquista e pesantemente condiziona. Non possiamo, quindi, più far cadere il verbo della sua lectio, non possiamo disperdere quel pensiero e la storia dell'uomo, quella storia che fu anche la nostra. La consapevolezza di essere noi stessi, terra avida di sapere e gravida di conoscenza fu missione dell'alto magistero di questo uomo fiero e nobile, di un intellettuale che ha saputo interpretare l'essenza del pensiero, guardare oltre. L'intellettuale, d'altronde, è colui che conosce l'inizio e la fine dell'epoca in cui vive, i suoi elementi effimeri, i sintomi contingenti, e li supera. Il tempo dell'intellettuale, il tempo di Pasquino, è stato anche il nostro tempo, ma Pasquino ci ha parlato dei secoli, ci ha anticipato la storia e i fenomeni; per questo è stato intermediario tra noi e la storia, ha realizzato dalla frammentarietà l'unione, dal provvisorio l'immanente. È questo oggi il compito che si richiede ai saggi, alle illustri menti, saper restituire valore e memoria, dare e mettere a sistema ogni intelligenza per realizzare una visione culturale radicata ed autorevole che risolva l'inadeguata condizione attuale, che sia capace di dare ferme ed efficaci risposte agli eventi. Non più tardi di un anno fa dissi: “Cade e si ferma oggi il lento e audace cammino del meridionalismo”, perché: “ muto davanti al dolore per il vuoto e per l'assenza del più tenace dei suoi contemporanei figli, per la perdita di quella luce che ha spostato il peso della storia, che ha rimosso l'ingombro delle opache polveri del tempo e dissolto le ambiguità di quelle convenienze storiografiche che hanno gettato nell'oscurità il processo di crescita e di affermazione di un intero popolo”. Oggi ricordiamo non la morte ma la vita e il pensiero vivido, forte, che non si commisera e non si ferma. Non ci spegniamo nel dolore e nello sconforto, ma ammiriamo ciò che è stato andando avanti. Tutti noi affrontiamo e ricordiamo con mestizia, intimo e profondo affetto la sofferenza di un anno fa. Ritorniamo ad un anno e ad una vita fa, quando il vigore e la forza di quella intelligenza costruiva ancora la nostra passione e il nostro amore per la nostra terra. Non riconosciamo da quel tempo il nostro tempo e viaggiamo soli nell'asciutto mare delle singole meditazioni, delle individuali considerazioni, rimpiangiamo dunque quella guida, l'amico e il pungente interprete della quotidiana impresa umana. Abbiamo conosciuto e amato quel tempo e quella vita divenuta piena attraverso quelle intense e liquide riflessioni, quegli aneliti e quei accorati inni alla sacralità e alla dignità dell'intero meridione. Grande il senso di gratitudine per Pasquino e per quel grande movimento culturale meridionalista che con lui ha sicuramente avuto inizio. Pasquino ci ha parlato dei secoli LA VOCE DI PASQUINO, LA SUA ANSIA INTELLETTUALE, LA SUA PASSIONE, AL PARI DELLA SUA SAGGEZZA E CONOSCENZA, HA SCARDINATO L’INGANNO L’angolo della poesia RIVIERA Il sole splende in cielo e tu in terra, per me sei in questo mondo la più bella. Il sole splende in cielo con la luna io ti amo bella mia come nessuna. Le stelle stanno a fare compagnia e cantano una dolce melodia, quando ti affacci tu bellezza mia Per tante gocce d'acqua porta il mare io tanto amore ti vorrei donare. Per tante gocce d'acqua porta il mare io tanto bene ti voglio augurare. in mezzo a un prato verde pieno di rose quegli occhi tuoi dicon tante cose. Splendono gli occhi tuoi gioia e amore, splendono gli occhi tuoi dentro il mio cuore. Per quante stelle conta il cielo immenso ovunque bella mia sempre ti penso. Per ogni cosa al mondo trovi il verso tu la più bella sei dell'universo. Furfaro Giuseppe BLOB Vacanze Locresi Leggere ad Agosto Il sole a precipizio sulla testa come un fuoco sospeso poco in alto, il mare a pochi metri con l’onda pigra e la battigia simile ad un lungo argine; e sprofondare dentro un racconto, aiutati dalla serenità della vacanza, diventarne parte e assaporare il gusto delle storie, è il miglior modo per assaporare la realtà e, soprattutto, di “allargarla”. Agosto, libro mio ti conosco ! La differenza c’è ma non si nota: Antonio Ceravolo dal rione Sbarre di Siderno e Michele Zarrillo da Roma cantante di grande successo. E’ l’interprete di “Su quel pianeta libero” ed “Una Rosa blu”. Ma anche di “Soltanto Amici“, noi soltanto amici noi tu lo sai, non vorrei, soltanto amici noi, ma credo che cambierà quando il sole scopriremo la realtà, o magari restemo amici ma, più di lì non andrai. soltanto amici noi”. Gruppo Pineta Gruppo Pineta. Tenersi dentro le proprie idee non dà risultati, la discussione, anche se a volte un pò animata, delinea un'idea comune. Un punto di partenza per concretizzare un uguale pensiero.L'idea luminosa che fa capolino nel cervello del nostro amico Bruno D'Agostino è stata originale. Non sale con file di poltrone, non aria condizionata necessaria per la calura di Luglio e Agosto, ma un luogo all'aperto come una pinetina, con aria salubre, e con tante panchine, dove seduti si discute liberamente e democraticamente, di politica, e di tanti altri problemi che oggi affliggono la nostra Italia. Non si ha certamente la presunzione di volerli risolvere ma intanto se ne discute e cosa importante, con la conoscenza delle idee, si fa amicizia. Liberi incontri e dissertazioni politiche (mattino e pomeriggio Luglio e Agosto)Siderno - pineta municipio, lato del cerbiatto. Intrattiene e conduce Signor Bruno D'Agostino Auguri & Compleanni Kasia, tanti auguri per i tuoi 30 anni dalla tua famiglia I migliori auguri per il tuo compleanno papà Le amicizie si coltivano nel tempo, non s’improvvisano. La “serata giusta”, per ritrovarsi assieme. Si può decidere benissimo che la frequentazione di alcuni amici a volte può arricchire ben più che una serata di alta società. Prove tecniche di conurbazione Siderno-Locri Roccella Forever Vittorio Zito, Vincenzo Bombarderi e Francesco Ursino. Roccella Jonica brinda ad un estate sfolgorante. A forza di organizzare eventi hanno perso i capelli, forse gli ricresceranno in vista delle prossime elezioni regionali Ymca Streetball Come disse David Laughlin (Bob Balaban) nel celebre film “Incontri ravvicinati di terzo tipo”:”Non abbiamo scelto questo posto! Non abbiamo scelto questa gente! Si sono invitati... Ed anche quest’anno l’Ymca Streetball è stato un grande successo. L’Oroscopone del vocabolario by Giuditta Ariete: una mano, un osso o una zampa, proveniente dal passato, dal presente o dal futuro, sarà la vostra ancora di salvezza per questa settimana. Non abbiate paura se chi vi tende la mano è un fantasma del passato. Sarà per aiutarvi. Cancro: presa al palmo per una lama 2224 per dissezione standard. Clamp vascolare all'aorta e by-pass veloce sull'autostrada del cuore. Elettroshock con pinza a coccodrillo e se il cuore non riparte, sostituitelo con uno artificiale. Suturate tutto con catgut ed evitate gli spasimi. Toro: mai più. Avete deciso. Mai più lasciarsi prendere da liturgie e riti sociali, volete tirare dritto per una volta, senza salutare nessuno, senza ascoltare fanfaluche e salamelecchi. Lamenti, lungaggini, lenocini collettivi tra luridi ladri lendinosi... Leone: non vi trovate molto fotogenici nei selfie? Provate con una fonoincisione invece di una fotografia. Se dovesse andar male usate del materiale fonoisolante o una fonomimia elaborata da un fonologo. Se va bene un fotomontaggio, sperando non siate fotosensibili o fotofobici. Una fotocopia? Gemelli: la forte contrazione planivolumetrica del vostro corpo non durerà che la frazione di continuum spazio-temporale del periodo estivo. In coincidenza con l'arrivo della Fiera di Portosalvo inizierete a subire un incremento della massa grassa. Procuratevi un peplo. Vergine: spudoratamente andate giro spruzzolati di spasmodica simpatia. Attenti a non sprofondare nelle sabbie mobili del selfishness . Evitate spropositi, sproloqui e spremiture di meningi. Siate seri ma senza sprezzatura. SETTIMANALE www.rivieraweb.it DOMENICA 24 AGOSTO 23 Tra stocco, funghi porcini e ricotta affumicata, nella Mammola d’altri tempi, rivive Gigi Sarroino management e la sua allegra combriccola capitanata, come al solito, dal veterano Anthony Voice. Tanti giochi e tanto divertimento grazie alla loro effervescente simpatia. A portare i saluti dell’amministrazione comunale è stato il Primo Cittadino della capitale della Limina, Antonio Longo. Uomo in gamba In mezzo a tanti ha scelto proprio lui: l’attrice che vediamo nella foto ha deciso di adagiarsi sulle gambe dell’assessore locrese Raffaele Sainato #Icebucketchallenge il gavettone Pro-Sla che impazza in rete. Nominiamo Maria Carmela Lanzetta, Pietro Crinò, Giorgio Imperitura ed i Commissari straordinari della Locride. Svegliaaa!!! Inviateci i vostri video e foto su [email protected], intanto potete visionare alcuni dei “nominati” a pag 12 e 13 1960 amici di Locri Sono passati 54 anni anni ma il tempo sembra essersi fermato nei ricordi di questo gruppo d’amici. Ecco a voi, da sinistra: Piero Palermo, Pepè Caroleo, Franco Parrello e Sasà Congiusta. Arrampicatrice Il Condor “svolazzante” Hai mai seguito il volo di un Condor o di un gabbiano, traiettorie ardite nel vento, dentro al cielo lontano? Io sono così e ho voglia di volare, mentre dico che ti avrò. E ti avrò. La nostra collaboratrice Sara Iacopetta è una grande appassionata di “Arrampicata Sportiva”Per raggiungere “la vetta” bisogna avere grande costanza negli allenamenti e soprattutto non perdersi d’animo. Sara svegliati è primavera! I ragazzi di Via Cimato Che goduria!!! Direttamente da Palizzi Marina ecco a voi l’amico Tonino Proietto, leader dell’Etoile Beach: “apro gli occhi e ti penso ed ho in mente te ed ho in mente te. Io cammino per le strade ma ho in mente te ed ho in mente te Ogni mattina uo uo ed ogni sera uo uo ed ogni notte te.. Fabrizio Caridi ha postato su facebook: “ecco i ragazzi della via Cimato che mi hanno dato sempre consigli positivi a partire dall'etá di 9 anni”. Nella foto i signori Carlino, Cherubino, Fragomeni, Trimboli, Galeano e Belligerante. Bilancia: I roditori sono un vostro incubo? Topi, zoccole, surici e suricilli? Ricordate che ogni essere vivente ha il suo predatore naturale, anche voi siete prede degli altri esseri umani, e lo sareste dei grandi felini se foste nella savana. Avete pensato ad un gatto? Capricorno: Rampantismo senza limiti, al posto del cuore avete un registratore di cassa e invece del cervello un preventivo? Fagocitate offerte, osmotizzate domande, negoziate trasferimenti, scomponete bonifici e giroconti? Che vita da protozoo! Scorpione: siete perfettamente in grado di autogestirvi e autoalimentarvi. Le cure parentali non vi occorrono più. In cerca di autoaffermazioni dovreste provare un audizione come autista. Buoni auspici dagli astri. Accentrate l'attenzione e aumentate l'attesa. Acquario: meteorologi meteoropatici con meteorismo gastrico. Xanax, Xenical, Xilitolo, niente vi aggiusta lo stomaco, condannati a soffrire per la vostra gola e ingordigia. Xeres a tutte le ore per dimenticare che vivete in una xerosfera. Pentitevi prontamente oppure perite! Sagittario: il pane dell'attesa e della pazienza è completamente raffermo e ammuffito, neanche buono per farci la mozzarella in carrozza. Raminghi ronzate rattrappiti nella regressione della vostra routine. Magari capitasse un rêverie. Ma niente, realtà e razionalità rimangono ferme come gli occhi di un ritratto. Se ne riparlerà. Pesci: l'orologio scandisce il vostro attraversare il tempo, nel passaggio dal passato al futuro attraverso il presente. Gli ornamenti dell'ovvio sono opzionali. Occhio agli ormoni che ondeggiano ossessionandovi. Noblesse oblige. “Le Macine” Ristorante Contrada Nicolao snc uscita svincolo Mammola (RC) Info & prenotazioni: 388 8091248 - 347 9636299