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Elezioni e sistemi elettorali - Dipartimento di Scienze sociali e politiche

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Elezioni e sistemi elettorali - Dipartimento di Scienze sociali e politiche
Elezioni
e
sistemi elettorali
Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano
da: Clark – Golder – Golder, Principi di scienza politica, McGrawHill, 2011
ƒ
praticamente ogni paese indipendente del mondo, a regime democratico o
autoritario, ha indetto elezioni in un qualche momento
Al 2016, solo 4 paesi non avevano mai indetto elezioni legislative o
presidenziali: Cina, Eritrea, Qatar e Arabia Saudita [+ Brunei o sì 1965?]
ƒ
ƒ
ci concentriamo sulle elezioni nei regimi democratici
e in particolare sulle elezioni per le assemblee legislative
I sistemi elettorali
Un sistema elettorale è un insieme di norme che regolano la
competizione elettorale tra candidati e partiti e la traduzione dei voti in
seggi
•
i sistemi elettorali hanno diverse dimensioni di variazione (e.g.
dimensione collegio, struttura scheda, formula elettorale, ecc.)
•
il criterio di classificazione prevalente è la formula elettorale
(i.e. come i voti sono tradotti in seggi: maggioritario versus
proporzionale)
•
vantaggi e svantaggi
•
“i sistemi elettorali sono lo strumento più manipolativo della
politica” (Sartori 1995:9)
Sistemi
maggioritari
plurinominali collegio elettorale/grandi elettori presidenza US
voto di blocco/block vote (x voti = M)
uninominali
maggioranza relativa (plurality [SMDP])
non-plurality
doppio turno
m. assoluta/relativa
ballottaggio
voto alternativo
Sistemi
proporzionali
di lista
quozienti
divisori
voto singolo trasferibile
Semiproporzionali
voto limitato
voto cumulativo
voto singolo nontrasferibile
I sistemi maggioritari - 1
I sistemi maggioritari in collegi plurinominali sono molto rari.
Il caso del «Collegio elettorale» per le presidenziali negli Stati Uniti
(attenzione: non sono elezioni legislative).
Elezioni 2000 (partecipazione al voto 54,2% degli aventi diritto)
George W. Bush
(Rep.)
Al Gore
(Dem.)
50.456.002
50.999.897
47,9%
48,4%
Stati vinti
30
20 + DC
Grandi elettori (538)
271
266
Voti popolari
Percentuale
Fonte: www.fec.gov
I sistemi maggioritari - 2
Elezioni 2015 in Gran Bretagna (plurality, è un tipo specifico di maggioritario!)
¾ winner-take-all politics: cruciale sottrarre voti all’avversario
¾ disproporzionalità
ƒ divario tra la proporzione dei voti e la proporzione dei seggi ottenuti dai
diversi partiti
ƒ voti ‘persi’/‘non rappresentati’
ƒ è importante non solo quanti voti si ottengono, ma anche dove li si
ottiene
ƒ minoranze sotto-rappresentate, salvo quando geograficamente
concentrate
¾ gerrymandering (per collegi uninominali)
1
4
5
2
5
3
Elbridge Gerry, governatore del
Massachusetts 1810-12, passò
una legge che ristrutturava i collegi
elettorali in modo favorevole al
Partito Repubblicano e sfavorevole
ai Federalisti, che dichiararono che
uno dei distretti somigliava ad una
salamandra, anzi una
‘gerrymander’, un ‘mostro’ poi
popolarizzato da una vignetta del
Boston Weekly Messenger
4
1
3
2
a) il plurality
uninominale a turno unico (detto anche first-past-the-post o singlemember district plurality [SMDP]):
collegi uninominali a maggioranza relativa
Tendenziali effetti:
ƒ bipartitismo
ƒ maggioranze artificiali
ƒ governi monopartitici stabili
e.g. elezioni in Gran Bretagna (2015)
anche in US, India, Canada, Nigeria, Zambia, ecc.
[+ plurality in collegi plurinominali: vedi block vote]
b) il voto alternativo
ƒ
ƒ
uninominale (può essere anche plurinominale)
voto di preferenza
ƒ
l’elettore elenca i candidati in ordine di preferenza (1°, 2°, ecc.) e vengono
inizialmente contate le prime preferenze su ciascuna scheda; se nessun
candidato ottiene la maggioranza assoluta, il candidato con il minor
numero di prime preferenze viene eliminato e le sue schede ridistribuite
secondo le seconde preferenze: il processo viene ripetuto finché un
candidato non ottiene la maggioranza assoluta.
Effetti specifici:
¾ moderazione per scambi di preferenze? proposto per Sudafrica
post-apartheid
Esempi: Australia e Fiji
c) il doppio turno
ƒ
uninominale (può essere anche plurinominale):
ƒ
ƒ
chiuso (ballottaggio tra i primi due)
aperto a chi passa una certa soglia (ad es. Francia: 12,5% voti validi
nella circoscrizione), o ai primi N candidati, ecc.
Tendenziali effetti:
¾ fattore tempo e valutazioni:
1° voto ‘sincero’ e 2° voto ‘strategico’
¾ promuove aggregazioni bipolari e alleanze tramite negoziati per
sostegno e ritiri
Elezioni in Francia (2012):
• risultati (Wikipedia)
• mappa (Ministero Interni francese)
Voto in blocco e
voto di partito in blocco
ƒ il voto in blocco (block vote) è un sistema incentrato su candidati
utilizzato in collegi plurinominali in cui gli elettori hanno a
disposizione tanti voti quanti sono i candidati da eleggere (x = M)
ƒ i candidati con il maggior numero di voti vincono
ƒ e.g. Kuwait, Libano, Siria
ƒ il voto di partito in blocco è sistema incentrato sui partiti e usato in
collegi plurinominali in cui gli elettori votano l’intera lista del
partito preferito
ƒ il partito che ottiene il maggior numero di voti vince tutti i seggi del
collegio
ƒ e.g. Gibuti, Singapore [+ collegio elettorale presidenziale US, e.g.
elezioni 2012]
I sistemi proporzionali
a) proporzionale di lista:
ogni partito presenta una lista di candidati in un collegio plurinominale, i
partiti ottengono seggi in proporzione alla loro quota complessiva di voti, i
seggi vengono poi distribuiti tra i candidati della lista secondo differenti
criteri
Variano a seconda di:
i. formula per l’allocazione dei seggi (divisori versus quozienti)
ii. lista chiusa o aperta
iii. dimensione collegio (M)
iv. soglie elettorali
Effetti specifici:
ƒ
rappresentanza delle minoranze, pur con effetti di non-proporzionalità
ƒ
multipartitismo e governi di coalizione (meno stabili dei monopartitici)
ƒ
no gerrymandering (se collegi con M > 5), ma scarso legame candidato/collegio
ƒ
rafforza organizzazioni partitiche
Formule elettorali: quote e divisori
Ogni sistema proporzionale necessita di criteri per determinare il
numero di seggi da assegnare a ciascun partito.
Tali criteri possono essere di due tipi:
a) quozienti: il quoziente indica il numero di voti che garantisce un seggio
ad un partito in un particolare collegio elettorale
b) divisori (o sistema delle medie più alte): divide il numero totale di voti
ottenuti da ciascun partito in un collegio per una serie di numeri
(divisori) al fine di ottenere dei quozienti; i seggi sono assegnati ai
partiti che hanno i quozienti più elevati.
Quozienti (dalla più proporzionale alla meno proporzionale):
Hare
Droop
Imperiali
Imperiali rafforzata
1/M
1 / M+1
1 / M+2
1 / M+3
(e.g. Italia C&S 2006, Benin, Brasile)
(e.g. Slovacchia, Lussemburgo)
Divisori (dalla più proporzionale alla meno proporzionale):
Sainte Laguë
Sainte Laguë modificata
d’Hondt
1, 3, 5, 7 ...
1.4, 3, 5, 7 ...
1, 2, 3, 4 ...
(e.g. Lettonia)
(e.g. Norvegia 1953-88, Svezia 1952-69)
(e.g. Finlandia, Spagna, Bulgaria, Capo
Verde, Paesi Bassi, Italia Senato 194892, Italia Camera 1994-2001)
Esempio con quoziente di Hare
100.000 elettori in un collegio che deve assegnare 10 seggi
il quoziente di Hare è 100.000 / 10 = 10.000
ogni partito vince un seggio ogni 10.000 voti ottenuti
Diverse modalità di attribuzione dei seggi residui:
il metodo del resto più alto (Costa Rica, Colombia, Honduras)
il metodo della media più alta (Brasile)
il metodo della media modificata più alta (Lussemburgo)
Le diverse formule elettorali determinano quanto
proporzionalmente i voti sono tradotti in seggi
Ampiezza del collegio (M)
tutti i sistemi proporzionali utilizzano collegi plurinominali, ma la
dimensione media di questi collegi può variare significativamente
in Cile: ampiezza media di un collegio è M = 2
in Olanda e Slovacchia: collegio nazionale unico con M = 150
l’ampiezza del collegio è la variabile chiave che determina la
proporzionalità di un sistema elettorale: il numero di rappresentanti eletti
in un collegio (indicati con la lettera “M”):
tanto maggiore l’ampiezza del collegio,
tanto maggiore è il grado di proporzionalità
Soglie elettorali
Tutti i sistemi proporzionali includono una soglia elettorale che stabilisce la
percentuale minima di voti che un partito deve ottenere per essere rappresentato
Quando la soglia elettorale è alta, la proporzionalità del sistema elettorale è bassa
Soglia Naturale: una proprietà matematica del sistema elettorale
Olanda (collegio unico nazionale): soglia naturale 0,67% dei voti, ovvero 100 diviso
per 150 seggi
Soglia Formale o Legale: stabilita dalla legge elettorale
spesso introdotte al fine di ridurre la frammentazione legislativa: e.g. in risposta
frammentazione partitica e conseguente instabilità governativa nella Repubblica di
Weimar, la Germania adottò una soglia del 5% dei voti a livello nazionale (oppure 3
seggi a livello di collegio) per partecipare all’assegnazione di seggi nel Bundestag
Effetti collaterali delle soglie
Turchia 10%: nelle legislative del 2002, il 46% di tutti i voti espressi in queste
elezioni furono «sprecati» perché andarono a partiti che non superarono la soglia
Polonia 5% (8% per le coalizioni): nelle legislative del 1993, il 34% dei voti andò
«sprecato», e furono cruciali nel consentire agli ex comunisti di tornare al potere
Tipi di lista di partito
‰
lista chiusa di partito: l'ordine dei candidati eletti è determinato dal partito
stesso e gli elettori non possono esprimere una preferenza per un particolare
candidato. I seggi sono assegnati secondo l'ordine della lista di partito
‰
lista aperta di partito: gli elettori possono indicare non solo il loro partito
preferito, ma anche i loro candidati favoriti all'interno di quel partito. I seggi
sono assegnati ai candidati del partito che ottengono il maggior numero di
preferenze (e.g. se un partito ha vinto 10 seggi, allora i 10 candidati nella lista
di partito che hanno ottenuto più voti sono eletti)
‰
lista libera di partito: gli elettori hanno più voti che possono allocare
all'interno di una singola lista di partito o in liste di partito diverse
(quest’ultimo caso è detto panachage). I seggi sono assegnati ai candidati del
partito che ottengono il maggior numero di voti.
Cumulazione è la possibilità di dare più di un voto ad un singolo candidato
Effetti:
ƒ lista chiusa: alti livelli di disciplina di partito
ƒ lista aperta: livelli di disciplina di partito relativamente bassi
Danimarca:
lista aperta
Sudafrica:
lista chiusa
30
b) voto singolo trasferibile:
¾ voto di preferenza in collegi plurinominali
¾ ordinamento di preferenze, eliminazione e redistribuzione
analoghe al “voto alternativo”, ma:
i.
anziché la maggioranza assoluta è sufficiente ottenere una ‘quota’ dei
voti [ad es. quoziente di Droop = 1/(M+1) + 1]
ii. redistribuzione di eventuali surplus dei candidati eletti
E.g. Irlanda, Malta
Effetti specifici:
ƒ
concilia rappresentanza minoranze e legame candidatocollegio (in genere collegi di dimensioni ridotte)
ƒ
moderazione interpartitica per seconde preferenze
Scheda elettorale
5
Peppe
1
Salvo
2
Michele
4
Nino
3
Tonio
Es.
collegio con 3 seggi, 20 votanti, 5 candidati (Bruce, Shane, Sheila, Glen, Ella)
Quoziente di Droop = 20/(3+1) = 5
(se il quoziente di Droop è un numero intero, si aggiunge 1, pertanto in questo
collegio il quoziente di Droop è 6)
Sistemi misti: gli elettori eleggono i loro rappresentanti attraverso due sistemi
diversi, uno maggioritario e uno proporzionale
molti sistemi elettorali misti hanno più livelli elettorali (i.e. l’ambito nel quale i voti sono
tradotti in seggi: collegio, regionale, nazionale), con formule maggioritarie utilizzate ad un
livello inferiore e formule proporzionali utilizzate ad un livello superiore
I sistemi misti si possono anche distinguere tra:
indipendenti: l’applicazione di una formula elettorale non dipende dal risultato prodotto
dall’altra
Es.: Giappone e Russia (225 deputati con plurality uninominale e 225 in collegio plurinominale
nazionale)
dipendenti: l’applicazione della formula proporzionale dipende dalla distribuzione dei
seggi o dei voti prodotta dalla formula maggioritaria
La componente proporzionale compensa la disproporzionalità generata dalla componente
maggioritaria
Nei sistemi misti dipendenti l’individuo ha in genere due voti:
• uno per il rappresentante di collegio (voto al candidato)
• uno per la lista di partito ad un livello elettorale più alto (voto al partito)
Es. Germania e Nuova Zelanda
34
Due questioni sono emerse con i sistemi misti dipendenti
alcuni candidati concorrono per i seggi a livello di collegio, ma sono anche
inclusi nella lista del partito
alcuni partiti ottengono più seggi a livello di collegio di quanto è giustificato
dai voti ottenuti dallo loro lista di partito. Questa situazione porta
all’assegnazione di extra-seggi cosiddetti overhang (seggi fluttuanti)
Il vecchio sistema elettorale italiano (1994-2001)
Camera dei Deputati (630 seggi)
ƒ due schede separate
ƒ 475 seggi (75%) con maggioritario uninominale a turno unico
ƒ 155 seggi (25%) con PR (quoziente di Hare)
ƒ liste chiuse
ƒ soglia 4% nazionale
ƒ scorporo parziale dei voti degli eletti con l’uninominale [→ “liste civetta”]
Senato (315 seggi)
ƒ 232 seggi (75%) con maggioritario uninominale a turno unico
ƒ 83 seggi (25%) con PR (metodo d'Hondt):
ƒ senza liste/voto differenziato: eletti i migliori candidati perdenti
all’uninominale per ciascun partito
ƒ ripartizione proporzionale su base regionale: ‘cifra elettorale’ di un partito
dalla somma voti all’uninominale nella regione
ƒ scorporo completo dei voti degli eletti con l’uninominale
L’ultimo sistema elettorale italiano (2006-13)
Risultati elezioni 2013
Camera dei Deputati (630 seggi)
ƒ PR con liste bloccate: “quoziente naturale” (Hare) e più alti resti
9
617 seggi in 26 circoscrizioni plurinominali (3 < M < 44)
9
1 seggio in Valle d’Aosta (M = 1)
9
12 deputati eletti con liste aperte in una Circoscrizione Estero ripartita in:
Europa (6 seggi), America meridionale (3), America settentrionale e centrale
(2), Africa, Asia, Oceania e Antartide (1) [*proporzionale, ma di fatto
maggioritario in AAOA]
ƒ premio di maggioranza: 340 [54%] seggi (277 alle opposizioni)
9
indicazione di programma e candidato premier (ferme restando prerogative
capo dello stato)
ƒ soglie di sbarramento per:
9
coalizioni (10%), liste nelle coalizioni (2%, più “la migliore lista sotto soglia”) e
liste non coalizzate (4%), salvo liste di minoranze linguistiche
Senato della Repubblica (315 seggi)
ƒ
base regionale per:
9
ƒ
circoscrizioni, soglie, premio di coalizione e attribuzione seggi
PR con liste bloccate: “quoziente naturale” (Hare) e più alti resti
9
302 seggi in 20 circoscrizioni plurinominali (2 Molise < M < 47 Lombardia)
9
7 seggi in collegi uninominali (M=1: uno in Valle d’Aosta + sei in Trentino)
9
6 senatori eletti con liste aperte in Circoscrizione Estero ripartita in: Europa
(2 seggi), America meridionale (2), America settentrionale e centrale (1),
Africa, Asia, Oceania e Antartide (1) [*proporzionale, di fatto maggioritario
in ASC e AAOA]
ƒ
premio di maggioranza: 55% dei seggi in ciascuna regione
ƒ
soglie di sbarramento regionali per:
9
coalizioni (20%), liste di coalizioni (3%) e liste non coalizzate (8%)
Il nuovo sistema elettorale italiano
(l’«Italicum» approvato nel 2015)
• solo per la Camera dei Deputati (il Senato dopo la riforma
costituzionale in corso non dovrebbe essere più elettivo)
• sistema proporzionale (100 collegi plurinominali)…
• … ma «premio di maggioranza» di 340 seggi (54%) alla lista che
ottiene:
ƒ 1° turno: 40% dei voti al primo turno
ƒ 2° turno di ballottaggio (se no 40% al 1°), senza apparentamenti
• soglia legale («sbarramento»): 3% su base nazionale nel distribuire i
277 seggi residui (esclusi 1 Valle d’Aosta e 12 Circoscrizione estero)
• capilista «bloccati» in ogni collegio (candidabili in max 10 collegi)
• possibili due preferenze a candidati di «genere» diverso
• alternanza di genere tra capilista e nelle liste
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