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PER SALVARE LA API, BASTANO UN FIORE O UNA SEMPLICE

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PER SALVARE LA API, BASTANO UN FIORE O UNA SEMPLICE
PER SALVARE LA API, BASTANO UN FIORE O UNA SEMPLICE AZIONE
Le api e gli altri insetti impollinatori hanno un valore e un ruolo
essenziali nell'equilibrio degli ecosistemi e stanno scomparendo. A
partire dalla fine degli anni '90, molti apicoltori (soprattutto in Europa
e Nord America) hanno iniziato a segnalare un'anomala diminuzione
nelle colonie di api. Il fenomeno ha riguardato principalmente i Paesi
dell'Europa centrale e meridionale. Sia le api domestiche che quelle
selvatiche rivestono un ruolo fondamentale per la produzione di cibo..
Senza gli insetti impollinatori, molti esseri umani e animali avrebbero
difficoltà a trovare il cibo di cui hanno bisogno per la loro alimentazione e sopravvivenza.
Il servizio di impollinazione naturale offerto dalle api vale ogni anno circa 265 miliardi di euro
Tra i prodotti che necessitano dell'impollinazione da parte delle api per poter nascere e maturare
troviamo: mele, cipolle, avocado, carote, limoni, zucchine, melanzane, cetrioli, sedano, cavoli, cavolfiori e
broccoli.
Fino al 35% della produzione di cibo a livello globale dipende dal servizio di impollinazione naturale
offerto da questi insetti. Delle 100 colture da cui dipende il 90% della produzione mondiale di cibo,
Si possono fare azioni ancora più concrete, seppur semplici. Come coltivare alcune piante: Facelia,
calendula Veccia, Lupinella, Trifoglio incarnato, Trifogli alessandrino, Trifoglio resupinato, Erba medica,
Coriandolo, Cumino, Pastinaca, Aneto, Borragine, Rosmarino, Timo, Sulla, Girasole, Malva, Tageta,
Grano saraceno, Meliloto officinale, sono solo alcuni dei semi consigliati da Greenpeace per creare delle
piccole ma preziose “Aree salva-api” che permettano a questi piccoli animali di trovare cibo e rifugio.
la Facelia (Phacelia tanacetifolia) Anche se ormai quasi del tutto abbandonata la facelia era un tempo
piantata come erba da sovescio oppure appositamente per la bottinatura delle api. Pianta rustica
alta fino a 70 cm. I fiori con corolla azzurro violacea da cui fuoriescono lunghi stami con antere
violette, sono riuniti in spighe scorpiodi apicali, hanno una fioritura prolungata e sono
attivamente visitati dalle api perché molto nettariferi e con polline grigi-violetto in varie tonalità di
colori.
la Lupinella (Onobrychis viciifolia) una volta molto seminata per fienagione, ora passata quasi in
disuso, colonizza ancora terre magre e luoghi scoscesi con le sue forti radici. I fiori, raccolti a
spiga in cima a un lungo stelo nudo, sono di color rosa chiaro variegato di purpureo, sbocciano
in modo scalare, uno dopo l'altro, per cui la fioritura dura a lungo ed è molto apprezzata dalle api.
In certi posti di montagna, dove ancora viene piantata dal contadino, se ne può ottenere un miele
mano fora: di color ambrato molto chiaro; di sapore delicato, appetitoso, fruttato;
di odore leggero; con cristallizzazione lenta a cristalli piccoli quando avviene a basse temperature.
Il Trifoglino (Dorycnium erbaceum) altra leguminose abitante bordi di strade e prati aridi, con fiori
poco appariscenti di colar bianchiccio,molto piccoli ma che le api non trascurano.
il Trifoglio dei prati (Trifolium pratense): ancora una leguminosa che può dare un miele
monoflora di colore molto chiaro, di sapore delicato, un po' acido; con lieve odore erbaceo e
con cristallizzazione compatta a cristalli grandi, ma facilmente solubili. È un miele che
sovente viene miscelato ad altri dai caratteri più pronunciati per attutirne le spigolosità e
ottenerne un prodotto più gradevole.
l' Erba medica (Medicago sativa) Originaria dell'Asia occidentale, in Italia giunse tra il 200 e il 150
a.c., leguminosa con robusto rizoma che non teme la siccità e capace di crescere fino a 1900 metri di
altitudine, viene comunemente piantata per fienagione, ha corolla violetta, bluastra rosso-vinosa con
decolorazioni fino al bianco. Molto visitata dalle api in tarda stagione anche se i suoi fiori, molto
piccoli, presentano difficoltà di raccolta, purtroppo però, nel momento di maggior fioritura, quasi
sempre viene falciata
, dal contadino.
,
Il suo miele, che si può anche trovare come monofora, è di colar ambra chiaro, odore non molto
pronunciato, sapore forte con leggera nota vegetale, cristallizzazione dura a cristalli irregolari
La Borragine (Borago officinalis) Il suo nome deriva dal latino "burra" che significa "stoffa ruvida".
Anticamente si attribuiva alla borragine la virtù di scacciare la malinconia tanto che al riguardo è
rimasto famoso il verso: "io ti conforto il cuore e genero allegria".
E' pianta annuale, irsuta, con fiore azzurro intenso a forma di stella. Abita luoghi ruderali, orti,
coltivi
vicino
ai
cascinali
dove
diventa
a
volte
infestante.
Le giovani foglie vengono usate per ripieni e sono ottime se fritte in pastella.
La medicina popolare ne usa le sommità fiorite in infusi per le proprietà emollienti e sudorifere.
La sua fioritura prolungata nel tempo è molto visitata dalle api che ne ricavano nettare e polline di
colore dal giallo pallido al beige.
il Rosmarino (Rosmarinus officinalis) Cespuglio sempreverde tipico della macchia mediterranea che
vive abbastanza bene nei nostri orti e giardini, in luoghi soleggiati e al riparo dai gelidi venti del
nord, ha una fioritura prolungata che dura da aprile ad agosto.
E' un'erba aromatica di pregio che le api visitano attivamente. Il suo miele viene usato per curare i
disturbi epatici (epatite, cirro si, itterizia), è considerato uno stimolante della potenza sessuale, un
ricostituente e viene utilizzato anche per problemi digestivi.
Il polline è utile al sistema nervoso e nei casi di debolezza generale, di superlavoro fisico o
intellettuale
il Timo serpillo (Thymus serpyllum) Erba aromatica, appartenente alla famiglia delle Labiate, molto
conosciuta ed usata già nell'antichità per lenire infiammazioni del fegato e dell'intestino, è pianta
fortemente antisettica, stimolante e tonica che può essere usata in cucina come aromatizzante, per
confezionare liquori, per infusi e tisane.
Abita prati aridi e rocciosi, sino oltre ai 2000 m di altitudine, con i suoi fusti striscianti forma
densi cuscinetti di fiori rosa dall'intenso profumo che inebria le api che vi trovano nettare e
polline di color bruno. In certe zone della Francia se ne ottiene un ottimo miele monofora di colore
ambrato, con odore intenso, chimico, sapore forte e con cristallizzazione lenta.
la Lavanda (Lavandula angustifolia)
Erba dal soave profumo usata dalle nostre nonne per profumare la biancheria e scacciare le
tarme.
Altro appartenente alla famiglia delle labiate e altra pianta aromatica molto usata in profumeria.
In tempi ancora recenti, dopo la guerra, era famosa la lavanda del Col di Nava, dove veniva
coltivata. Ora le coltivazioni sono state abbandonate, ma la lavanda cresce spontanea nella valle
Tanaro, sulle pendici del monte Mongioie, mentre in quel di Sale San Giovanni, da alcuni anni,
sono sorte aziende che hanno cominciato a coltivare una specie di lavanda: il Lavandino, assieme
ad altre erbe aromatiche come l'issopo, la camomilla romana, ecc., per ricavare oli essenziali.
Le api sono molto attratte dai fiori e dal profumo della lavanda e in Francia, in Provenza, se ne
produce un miele monoflora dal gusto leggermente amaro (che ne costituisce indice di genuinità),
dall'odore intenso, con cristallizzazione chiara.
Il miele ha proprietà battericide e antisettiche ed è raccomandato contro l'insonnia.
la Malva (Ma/va si/vestris) e specie affini. Piante erbacce, comuni fino ai 1500 m. di altitudine, con
splendidi fiori a 5 petali, lilla, rosa, violetti, che sono l'incarnazione della dolcezza.
Le foglie erano un tempo usate in cucina, preparate come gli spinaci, a contorno delle carni.
Molto apprezzate nell'antichità, Carlo Magno ne decretò la
coltivazione in tutti gli orti imperiali, Hanno grandi virtù
per curare malattie infiammatorie sia interne che esterne
con infusi, decotti, impacchi.
Costantemente visitate dalle api soprattutto per il polline
quasi bianco.
il Girasole (Helianthus annuus) Pianta erbacea annuale di grandi dimensioni con capolini fino a 30
cm di diametro coltivati per l'estrazione dell'olio.
Per certe zone d'Italia ottima pianta nettarifera da cui si può ottenere un miele monofora di colore
giallo vivo, con odore leggero di paglia, sapore con sensazione rinfrescante, cristallizzazione
veloce a cristalli di media grandezza. Bisogna dire però che non tutte le specie coltivate di girasole
danno nettare. Ultimamente le sementi in commercio sono state trattate con prodotti tali da indurre
l'apicoltore ad un nomadismo di fuga dai campi di girasole, pena la perdita delle api.
Il Grano saraceno (Fagopyrum esculentum) non spontaneo da noi ma sovente piantato per ottenerne la
famosa farina.
Il suo miele, quasi mai prodotto in purezza, è efficace come ricostituente
negli stati di affaticamento anche nervoso.
il Meliloto (Melilotus alba et M elilotus officinalis). Altri appartenenti alla famiglia delle leguminose,
con fusti ramo alti fino a 1 metro e mezzo e fiori piccoli, bianchi o gialli. Abitano campi, luoghi
incolti, bordi di strade, fino a 1500 m. di altitudine.
Hanno proprietà sedative, digestive, diuretiche, antispasmodiche, che sono concentrate proprio nei
fiori. Molto visitati dalle api che vi raccolgono nettare ma soprattutto polline ambrato in diverse
varietà di colori.
BIBLIOGRAFIA
http://salviamoleapi.org/
http://www.greenme.it/consumare/eco-spesa/10659-cosa-cambierebbe-supermercato-moria-api
Gatti C. Michelis P. Luciano R., Api e fiori Mondovì (CN), Arti Grafiche DIAL, 2009
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