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i luoghi nascosti della valle d`aosta

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i luoghi nascosti della valle d`aosta
Itinerario del mese
I LUOGHI NASCOSTI DELLA VALLE D’AOSTA
Ciaspolate e trekking nelle valli di Ayas
testo e foto di Paolo Erba
Champoluc e Valtournanche, il paradiso per
gli sciatori a meno di 2 ore di automobile da
Milano. Comode con l’autostrada fino a inizio
valle, belle con le loro cime di oltre 4.000 metri
a far da cornice a un comprensorio unico per
gli amanti della discesa. Ma in mezzo a tanti
sci, attacchi, scioline, skilift, scarponi rigidi in
plastica ecco che per gli amanti del silenzio e della natura
più incontaminata, nascosti alla maggioranza dei turisti che
ignorano addirittura l’esistenza di un’altra montagna e di un
altro modo di frequentarla, ecco che lungo le valli di Ayas
e di Valtournanche si aprono tanti itinerari nel bosco per gli
amanti delle racchette da neve.
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ALPE MOULAZ
Iniziamo la nostra “esplorazione” dalla Val d’Ayas, un po’
perché è la prima salendo con l’autostrada verso Aosta,
un po’ perché tra le due è quella meno sfruttata turisticamente, meno conosciuta e quindi quella che offre maggiori
possibilità a chi cerca silenzio e tranquillità. Usciamo quindi
dall’autostrada al casello di Verres. Subito vediamo davanti
a noi la rocca di Verres, imponente baluardo difensivo che i
signori di Issogne usavano come rifugio in caso di pericolo.
È consigliata una breve sosta con visita per ammirare
l’imponenza della costruzione che nei secoli non fu mai
conquistato. Ripresa l’auto iniziamo a risalire la Val d’Ayas
fino a Challand St. Anselme. Qui seguiamo le indicazioni per
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Alesaz dove al piccolo parcheggio accanto alla chiesa lasciamo
l’auto e indossiamo scarponi e zaino. Attraversiamo il paese
passando vicino a delle belle fontane, quindi scendiamo a
destra verso il torrente. Superato il ponte iniziamo a salire
per la strada fino al ponte successivo che oltrepassiamo
prendendo a destra subito dopo lasciando così la strada
per il prato. Pochi metri ancora in salita e un terzo ponte ci
conduce alla mulattiera storica che serviva, e serve ancora
oggi, per caricare gli alpeggi in quota, meta della nostra
gita. Intraprendiamo a questo punto una salita in decisa
pendenza nel fitto bosco che in alcuni tratti sembra quasi
voler far scomparire la traccia che comunque si presenta
sempre piuttosto evidente. Il sentiero è stato recentemente
restaurato dopo che alcune frane e smottamenti lo avevano
rovinato. È percorribile in ogni stagione ma è sconsigliabile
comunque dopo forti piogge o nevicate. Procediamo quindi
dentro il bel bosco di pino silvestre che ogni tanto offre degli
squarci sul fondovalle e sul versante valdostano del Monte
Avic. Finito il primo tratto di salita arriviamo nella zona ripristinata, alcune staccionate fanno da baluardo lungo il sentiero
fino a un tratto, breve ma decisamente ripido, su una dorsale
che ci consente velocemente di guadagnare quota. Da qui
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proseguiamo nuovamente nel fitto bosco in salita incontrando
un rudere e poi un bivio che ignoriamo continuando il nostro
percorso verso sinistra. In breve arriviamo a uno spiazzo
con alcuni alpeggi diroccati da dove si gode un bellissimo
panorama su tutti i solchi vallivi sottostanti e con in fondo
la Rocca di Verres. Procediamo ora sempre in dolce salita
incontrando un altro bivio che ignoriamo tenendo sempre la
sinistra. In circa 2 ore da Allesaz arriviamo così alle prime baite
dell’alpe Moulaz. L’alpeggio, benché non servito da nessuna
strada, è comunque attivo e caricato in estate, qui possiamo
trovare l’acqua, e se ancora avessimo voglia ed energia per
camminare potremmo proseguire a sinistra della cappella
nella parte superiore dell’alpeggio lungo la traccia che sale
alla Punta Champlong. Altrimenti possiamo goderci il prato
proprio dietro le ultime baite per un bel riposo e un’occhiata
alle bellissime e varie fioriture presenti. La discesa avverrà
lungo l’itinerario di salita.
LAGHI DELLA BATTAGLIA
La Val d’Ayas è ricca di laghetti di chiara origine glaciale. Una
delle località dove se ne possono vedere di più è la zona dei
7 laghi che in genere si raggiunge abbastanza facilmente
da Estoul mentre noi invece ci arriveremo direttamente da
Champoluc, il paese più famoso della valle. Lasciata l’auto
proprio al centro del paese, ci spostiamo verso la chiesa e
quindi a destra dove si trova l’ufficio del turismo. Qui incontriamo tutta una serie di indicazioni. Noi seguiamo a sinistra
lungo il torrente che segna la Valle di Macognaz e che ci
accompagnerà per un lungo tratto del nostro cammino.
Giunti a un ponticello dove finisce la strada asfaltata, lo
attraversiamo e iniziamo la nostra salita tra abeti e larici
in uno stupendo bosco in cui incontriamo alcune cappelle
votive a testimonianza della grande religiosità dei locali. Con
evidente percorso seguendo sempre i bolli gialli che segnano
il sentiero, arriviamo in circa 40 minuti ai pascoli e alle baite di
Mascognaz. Da sottolineare il cartello con cui il borgo accoglie
il viandante, una preghiera scritta in Patois e italiano molto
suggestiva, e la piccola chiesa con gli affreschi. Sull’ultima
casa proprio sopra la fontana troviamo poi il disegno dello
stemma della famiglia del posto. Qui si apre davanti a noi
la lunga e tranquilla valle che si può risalire o seguendo la
strada bianca sulla destra oppure, consigliato soprattutto
di inverno con le racchette da neve, gironzolando un po’ a
sinistra, un po’ a destra alternando tratti nel bosco e tratti
aperti. Avremo così la possibilità di ammirare dei panorami
sul Cervino veramente belli.
Il nostro percorso sarà costellato da una serie di maggenghi
e alpeggi che in estate ospitano decine di vacche al pascolo.
Comodamente seguendo la strada guadagniamo quota fino
all’alpe Chavannes. Il bosco ormai è sparito e ha lasciato
il campo alla tipica prateria di alta quota, siamo infatti già
oltre i 2.000 metri e intorno a noi abbiamo il circo di vette
della Palasina dove nascosto si trova il colle omonimo da cui
transiteremo. Arrivati dove la strada bianca fa una marcata
curva a U superando il torrente, la abbandoniamo e saliamo
verso destra senza una traccia precisa il versante erboso.
Usciamo quindi in un avvallamento probabilmente creatosi
per l’interramento di qualche piccolo lago da dove si riprende
il sentiero bollato e inizia la erta salita al colle.
Ci aspettano circa 400 metri di salita in alcuni tratti decisamente ripida al termine della quale guadagniamo il colle
che ci offre uno spettacolo unico. Da una parte il massiccio
del Rosa con i suoi ghiacciai, dall’altra i laghi che a uno a
uno compaiono davanti ai nostri occhi.
Organizzandosi con 2 automobili sarebbe possibile scendere
verso Estoul passando eventualmente per il rifugio Arp
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compiendo una traversata veramente notevole, altrimenti non
ci resta che girare sui nostri passi e tornare per il sentiero
dell’andata.
MONTE ZERBION
Passiamo ora alla Valtournanche per la salita al Monte Zerbion
che segna, con la sua imponente ed evidente statua della
Madonna, la dorsale che separa questa valle dalla Val d’Ayas.
La cima del Monte Zebion è raggiungibile in estate senza
grosse difficoltà anche dalla Val d’Ayas partendo dal nucleo
di Barmasc vicino a Antognod.
Di inverno è decisamente sconsigliato perché passa vicino a
dei versanti valangosi e la ripida salita al colle della Portola
può risultare pericolosa.
Dalla Valtournanche invece il modo più classico e conosciuto
è la salita da Promiod seguendo la lunga strada carrozzabile.
Noi invece partiremo dal comune di La Magdaleine parcheggiando nel piazzale del cimitero.
Da qui traversiamo seguendo le indicazioni in piano il prato
al termine del quale giriamo a sinistra in salita. Entriamo
così nel fitto bosco di Lantaney, formato da aghifoglie, larici
e abeti rossi, con tanti rododendri che a giugno troveremo in
mostra con i loro tipici fiori vermigli. Il sentiero sale deciso con
tornanti secchi e ripidi, a volte scavalcando alberi abbattuti
e tagliati per far legna, e incontrando lungo curiose sculture
intagliate direttamente sui ceppi dei tronchi. Dopo un buon
tratto di salta si scavalla su un evidente dosso cambiando
versante ed entrando nel vallone che sale da Promiod.
wUn bellissimo tratto sostanzialmente pianeggiante ci porta
ai pascoli di Champ Chellier dove un segnavia sbiadito e
nascosto indica quella che sarà la nostra via del ritorno verso
Artaz. Attraversiamo senza una vera e propria traccia obbligata tutti i pascoli ignorando le deviazioni verso sinistra che
portano verso il vicino monte Tantané, raggiungeremo così in
breve la strada bianca di servizio agli alpeggi e davanti a noi
vedremo il traliccio che segna il colle a sinistra della Portola
verso cui ci dirigeremo per godere appieno del panorama
offerto dalla cresta. Saliamo quindi decisi lungo la strada
bianca soffermandoci a fotografare le tante marmotte che
sbucano dalle loro tane fino al colle non quotato sulle carte.
Da qui appare maestoso il panorama sulle intere Val d’Ayas
e Valtournanche. Seguiamo ora tutto il profilo della cresta
tenendoci sempre verso la Valtournanche (anche perché il
versante della Val d’Ayas è quello a franapoggio e precipita
con pareti di roccia rotta!)
Superato un dosso arriviamo al Colle della Portola dove
troviamo il sentiero che sale da Barmasc. Seguendo sempre
la cresta in direzione sud troviamo le cappelle della via Crucis
che portano a una croce e poi in breve alla statua della
Madonna che segna la vetta. Per il rientro tornati sui nostri
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passi fino all’Alpe Champ Chellier proseguiamo verso destra
rientrando nel bosco grazie a una traccia che alternando tratti
pianeggianti a brevi e ripide discese ci conduce nei pressi dei
campi da sci di La Magdaleine. Scendiamo lungo la pista senza
percorso obbligato e arriviamo alle prime case del paese. Non
ci resta a questo punto che la breve discesa per la strada
asfaltata fino al cimitero per recuperare l’automobile.
CHAMOIS
Chamois è forse uno dei comuni più famosi di tutto l’arco
alpino. Perennemente abitato, è frequentato da tantissimi
turisti, anche se vietato alle automobili dei non residenti,
grazie alla facilità di accesso sia a piedi da La Magdaleine,
sia grazie agli impianti di risalita che partono direttamente
dal fondovalle. Si trova inoltre lungo il tracciato del trekking
“la balconata del Cervino” che lo collega con l’altra stupenda
località di Cheneil.
Per la sua bellezza e l’impegno per uno sviluppo sostenibile,
Chamois è appena entrata nella ristretta cerchia delle località
che si fregiano dell’appellativo “le perle delle Alpi”.
Qui presentiamo un itinerario tra i meno noti (o forse il
meno noto in assoluto) partendo da Cretaz piccola frazione
di Valtournanche che si raggiunge dalla statale svoltando a
destra quasi in prossimità della piazza principale.
Parcheggiata con un po’ di fortuna l’automobile seguiamo le
indicazioni tra le baite in legno tipiche della zona. Traversiamo
un torrente e iniziamo il nostro percorso a mezza costa quasi
sempre nel bosco che ci porta a toccare prima le baite di
Srvaz e poi quelle di Pessey. Passiamo ora sotto dei pendii
che in inverno possono essere pericolosi e quindi da farsi
solo con poca neve o comunque ben assestata. Un tratto di
salita più ripido ci porta al bivio per il lago di Lod.
Si impone ora una deviazione, lasciamo così il sentiero che
ci avrebbe condotto rapidamente al paese di Chamois per
intraprendere invece una breve ma erta salita al termine
della quale ci apparirà lo specchio del lago di Lod con le
aree attrezzate per una meritata sosta.
Dal lago raggiungiamo l’arrivo degli impianti e iniziamo la
discesa su Chamois.
Arrivati qui è d’obbligo un giro “turistico” per ammirare una
ad una le baite che compongono il borgo. Terminata la nostra
visita giriamo a destra, verso nord, e riprendiamo il sentiero
che in breve ci porta sui passi percorsi all’andata. Una bella
variante potrebbe essere andare subito diritti a Chamois,
da qui salire al lago di Lod e seguendo le indicazioni della
Gran Balconata arrivare a Cheneil scavalcando il colle che
separa le due vallette.
Da Cheneil o ci si organizza con un’altra automobile oppure
si torna al punto di partenza seguendo le indicazioni per
Valtournanche.
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