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ITiNERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICA
XV'n.1 Anno a F @ . @ U @ u = É z E E N Q r z E I 6 o o a I @ a ù ANTICA DIROMA NASCOSTI ITiNERARI 2011 Gennaio 1541' Città ilel Vaticano' Cappella Sistina Cristo nel Giuilizio universale, afftescodi Michelangelo, EDITORIALE "Che la bellezzaclassicapossagiovareall'equilibrio de1lanostra cultura figurativasquassata dalla tempestadei media!" espresso più uoltedalproJPaoloMoreno- autoredellapresenfe Questoil bell'awspicio monograjasu Lisippo(scultore e brozistagreco;Sicione390 - 385 a,C.- dopoil 306 a.C.) - neísuoiscrittie durantele suelezioníuniuersitarie e cheemerge in tutta la suaforza anchein quest'ultimonumerodi Forma (Jrbis,in partefruttodellauitica condotta per decennidallo stesso Morrno sullapriduzionedelgtandeartístadi Sícíone, in parteuna sjda esprcssamente misurata, conconsueta sensibilità e maestria, sulproflo dei nostro Iettore,bennotoall'insignestudiosogiàdal lontano1996, annoa cui risaleil suoprimo contributoalla riuistasull;Aitaredi Pergamo.Dopo Ia Cleopatradei Conseruatori (1998), PaoloMorenocontinuaa illustrare, congrandegenerosità ejducia nel nostrogìornale,aspettidellasuaricerca sui temipiù ardui,attrauerso noteuoli paginesuPrassitelea Ostia (2009) e I Dioscuri del Quirinale, Fidia e PrassiteleilVecchio (2010). Tiale conquktenel campodellastoriadell'arteantka,ricordiamo che,nelgiugno1998,pocodopola diuulgazione dellasagomaínforme del Satiro,trouatodaipescatori di Mazara delVallo,si deuea Morenoil riconoscimento del "Satíroín estasi",detquite egliuolle ffiire ai nostrilettori(/l Satiroin estasidt MazaradelVa1lo,in Forma lJrbis, 3, n. 6,giugno 1998,p. 30-31,jg.-1-3) ti primizia del contattoritrouatoconqueltipo statuariocongetturato allafine dell'OÍtocento e inseguito per un sicolodagtistudiosiattiauerso Ie innumereuoli riproduzionidi etàellenistica e rcmana.E importante sottolineare, in qwesta sede,chela notasil bronzodi Mazara rapptesenta laptima segnalazione nel mondoscientifco e nei tnediadellasuddetta identifcazione, poi correntemente auettata,appunfo conil tipo del "Satiroin estasi",riconosciuto dallafne dell'Ottocento comeuno deisogettipiù ripetutisu sarcofagi,rilievi di vario genere,Iucernee gemme. E dunqwedauuero un grandepriuilegioper Ia nostrariuistapoterpresentare ai lettoriquestamonografia, interamente curatada unostudiosodel calibrodi PcloloMorenoche,ualela Ttenadi ricordare, è statoDirettoredell'Istitutodi Archeotogia dell'(Jniuersità di Bari, poi ordinatiodi Storiadell'arteanticaa La Sapienza,einfine,dal 1992 al 2009,titolaredellacattedra diArcheologia e storiadelI'artegrecae {omananell'(Jniuersità RomaTle.Ha, inoltre,riceuutoil PremioTàrquiniaCardarelli2004,Archeolofio,conla motiuazionechegli si deueil nuouocorsonellastoriadell'arteanticaattraverso gli originaligreci,grandibronziuenwtidal maree pitture i n M a c e d o n i a . S u o i í s a g i s u t e m i ; f o n d a m e n t a l i d a l l o s t i l e s e u e r o a l l ' e l l e n i s m o : I B r o nMziildainRoi a2c0e0,2 , E l e c t a : f a U e t lezzaclassica,Tbrino2008,Allemandi;Pittura greca,Milano 1987,ArnoldoMondadori;Yitae arte di Lisippo,Milano 1987, Il Saggiatore;ilprogettodellamostraLisippo,Larte e 1afortuna, Roma,PalazzodelleEsposizioni1995, cataîogo Milano 1995, Fabbri;Apelle, Milano 2000, Sl<ira;Alessandro Magno, Immagini come storia,Roma 2004,Istituto Poligrafico e Zeccadello Stato;Il genio differente,Allascopertadellamanieraantica,Milano 2002, Electa;Sculturaellenistica,I-Ii, Roma 1994,Istituto Poligrafcoe Zeccadello Stato;CleopatraCapitolina, 2009, Editínera(Thesauron, NovaMusa);Sabatotn rnxeo, MiIano1999,Eleúa;sezionifino alla tardaantichitàin Arte, Storia universale,Milano 1997, Leonardo Arte. A tluestopunto,doueroso cipareillustrareaI lettore, giustamente incuriosito, i contenutie i criterieditorialichecaratterizzano la monograja. La sequenza dellaproduzio,ne lisippea,chesegueun primo capitolodedicato alla uita e all'artedel Sicionio,rflettesia Iagtortatadegtleíenti storici- dalpredominiote,bano, all'avuentodi Fihppoe al regnodiAlessandro jno aIIecontese deglieredi,i diadochi- síaIapea.rtiiremobiIitàgeografmdell'artefcedal Peloponneso alla Macedonia, all'Anatoliae aII'Italia meridionale, benespressa dallacartadi pag.5 . Quantoallapresenzadi Lisippoin Roma,si desuiuesiaquantoJossedirettamente notoagli aiitanti checi hannoplecedutonello splendore dell'Urbesia le testimonianze archeologiche negliattualimwseidellacittà. Fulcrodellapubblicazione è il capitolo"La città museo" caratterizzato dallacolorazione uerdechedistingueí paragrafiintitolatiai bronzidi Lkippo,talunideiqualisappiamo essere giunti a Romaattrauerso mezzomillenniodi razzie,Aal2Ot à.C.ltiA"yt di Fabio MassirnosuThranto)aIIatardaantichità(306-312 d.C., arredodelleTèrme primìiadeil'iniziod4 di Massenzio, poi di Costantino). capitolo,una mappaè dedicataalla topografadegliedijci cheospitauanoi cimeli.Le operechevediamonellereplicheo altre minori riproduzionid'interesse iconografico, nellemoderne collezioni, sonosegnalate nellaguidafinaleai"Musei dellaiittà". Puntocardinedell'auuincente percorso dellauita arÍisticadi Lisippoè ll Pugile de1leTèrme, I'originalein bronzotrovatonel L 8I5 sul Quirinale,comelo descriue Morenos/esso "stupefacenteper 1atecnica,f intensità espressiva e la qualità.formale, che da tempo viene proposto quale Polidamante,pancraziasteonorato dai Tessalicon la comrnissionei fitipp" della statua, divenutanei secoli taumaturgica:il visitatoredel Museo Nazionale Romano ne osservastupito il piedeàestro,che sporgevàdall'àltabaseoriginaria identificataa Olimpia, consunto dal tocco degli antichi fedeli,come oggi nel bronzo diSan Pietro alla basilicaVaticana". SimonaSanchirico LISIPPO A ROMA ILDEMIURC'O DI SICIONE VTTAE ARTEDI LISPPO 4 ruOGHIE TEMPI I J MISTICA DIONISIACA RESPONSABILE DIRETTORE STLVIAPASOUALI 6 SCIENTIFICA DIREZIONE CLAUDtoMoccHEGlANlL;ABPANo COMITATOSCIENTIFICO_ DEBoss' cAFLoPAVIA' iú^ AiìÈ*i e^t,FFANco PRODUZIONE STMoNASANcHlRlco rroRIALE' ED BÎSlooHil'?'o 35"'#"+F,i tr StntucRez'l SlNcHtqtco StvoNa iro,nLnmei.rucc', DEL NUI\'fÉRo LAcURATÉLA PER PRor,PnoroMonrruo FOTOGRAFICA DOCUMENTAZIONE AUToRI DEGLI A cuRAEsolToLARESPoNSABILIÍA LA CITTÀ NNUSTO OPERE DI TI$PPO IN ROMA CAVALTO LIBERO 10 ERACLEVINCITORE DA CORINTO AL TEMPIO DI ERCOLE VINCITORE e la pet ilCatatogo Centrale Li^àtíi'i.' srrrn qD tstituto Docun entazione-Aerofototeca Nazrcnale privatoe di Enti fotod'archivio fotoqrafiche: Referenze pubblicì e PrivaÎ EDITORE Vi" oi roue S Anastasia6l -.00134..Roma É-,d.'Slll eononal http//www e-mail:[email protected] E SEGRETERIA AMMINISTRAZIONE 61 - 00134Rom-a É.6.S,- Ún Oiio,reS, Anastasra, ii,l"òiono'ò67idso.i fts tineer'a ) Fax0671056230 dì Roma pressoiìTribunale registrata Pubblicazione n'548/95del 13/11/95 Unacopia4,50euro; arretrata5'50€uro, panlra0al.pnmo L abbonamento ABBONAMENTI: eccettodlversaIndlcazlone numeroraqoiunqibile FORMAVFEIS41,30euro ITALIA:annuaìe 77,50euro annuale ESTERO: VRBIS+TASCABILE FORMA 50,00euro ITALIA:annuale 12 ERACLE IN RIPOSO TIPO DI ARC'O L4 ALESSANDRO AD OLESCENTE DELTAPACE DALIA MACEDONIAALTADOMUS/TJR,E4 POIALTEMPIO T4 ALESSANDRO A CAVALI,O INTINA CACCI'\ E DIFFUSIONE PUBBLICITÀ RESPONSABILE PASOUALI LAURA Sti Graphic E STAMPASystem GRAFICA 61 viadiToneSantaAnastasia, 1 0671056 00134Roma Telefono NAZIONALE DISTRIBUTORE Roma 172- 00144 aorghi, easquino r* v.teDòn óiiìriiàìiióòt',t l1;'',3Í'i3,lili;'liìll3'[?il#";rutl$t'311]',*""' (Ml) segfate 20090 pq9-e999rF,,.^.^ pubblicazione deìlapresente Nessunaìarte scnilooellE0rr0re iipj'óoittìÌnàicuÀmòdòsenzàil consens0 2011 nelmesedi Gennaio Flnitodi stampare System Service o iòpvriór'tÉ S.S.Editorlal Questo periodi.co è assocrato all'Unione Stampa Penodica Italiana 15 AGONE CHE S'INCORONAIN 15 OLIMP'IA EROS CHE SAGGIAL'ARCO NEL SANTUARIO DEL DIO A TESPIE SELEUCO IDI SIRIAIN CAMPO MARZIO 35 17 ERACLE EPITRAPEZIO APOXYOMENOS DAVANII ALLE TERME DI AGRIPPA IN CAMPO MARZIO DALT-\ CORIE DI ALESSANDRO ALI-q, CASA DI NONIO \'INDICE SIJ]LQUIRINALE 36 23 PRASSILL\ DA SICIONE ALTEATRO ALESSANDRO A,CHILLE A ILIO DI SCAIJRO POIALTEATRO DIPOM- PEO IN CAMPO MARZIO 37 25 SOCRATE NEL POMPEÎON DI ATET{E ALESSANDRO E I CAVALIERI DEL GRANICO DALSANTUARIO . DI ZUS IN DION AL PORTICO DI METELLO POI DI OTTAVIA " INCAMPOMARZIO 39 IMPRESE DI ERACIE DA ALIZIA 26 40 LEONE CADUTO DA IAMPSJTCO AL GIARDINO ERACLEVINTO DI AGRIPPA IN CAMPO MARZIO 41 28 . COLOSSO DI ERACLE MEDTTANTIE DALL'ACROPOLI DI TARANTO ALL'AREA CAPITOIJNA CAGNAFERITA DALi-A CACCIA ALLEONE DIALESSANDRO E CRATERO IN DELFI At TEMPIO DI GIO\'E CAPITOLINO 42 30 BUCEFAIO DAT]N GRLIPPOEQTIESTRE DIALESSAN]DRO ALFORO DI CESARE 32 ARISTOTELE 33 43 APPUNTAMENTI ROMANI 44 LISIPPO A ROMA LISIPPO IL DEMIURGO DI SICIONEVITA E ARTE DI è l'artefice che la tradizione arrtLca era a1 culmine de1laplastica greca' Il imo bronzo datato è per un allevatore ultidi cavalli,Troilo,vincitore in Olimpia tI372 a'C'; successlvo mo il colossodi Eraclemeditante aTaranto' settenal 314.Nato verso il 390 a Sicione,su1lacosta "vecchio" dichiarato e irlonrt. del Peloponneso, (péron) in due epigiammi,vissealmenofino al310' i'Ja si conservanole prime lettere del Àt-" rì " Lys-, anch'egh Lfsippos' owero Lysi""" del padre: nome stratos,come un fratello di Lisippo' Esordì quale fonditore, casualmenteincoraggrato della scuola pitall'arte dì un motto de11'antesignano torica di Sicione: "al principio da fabbro bronzista pittore trasseragione di osarè da una risposta del segulsse quale su interrogato Eupompó; questl infatti detto,indicando una moititudid.i pr.i...rlrori, arre,ta non ,re di oomini, che la natura stessasi dovevaimitare' Senza un artefice" (Plinio, "storia naturale", 34' 61)' (plóstes)e maestro diventò instancabile plasticatore autore di colossi,ricordato anche per la progettazrone funzionale non figurato, l'tnfora in terdi un oggetto -d".rtin"t" a rilanciare dal1apenisola Calcidica il ,".o*" vino di Mende sui mercati del Mediterraneo' di tifiogofo Duride, di scuolaaristotelica,davavalore Lisippo da raggiunta fanra all:rivolgimento sociale rirp.íro all'esordio:il casodell'autodidattaera'ricordail più to'come eccezionaleper il coetaneoSilanionee alla pervenuto giovane Protogene,vérniciatore di navi dei Propilei' liori" con 1adecorazione il segno dí Kairós' l) vedeva si questi mutamenti In awebbe plasmatc -oà.n o propizio di cui Lisippo stessoFortuna (Tyche e della la personific^ùonc^per Alessandro, (chalkeús, faber aerariw La' qualifica rnizidè di fonditore menmodesta' a una situazioneeconomica corr-isponde.ra ricalla e o" qrr"U"di plasticatoreporta ai riconoscimenti dop< ,hr"r^, "i1 nimero delle statuesarebbestatorivelato poich' i" ,.r" -or,e, quando l'erede ruppe lo scrigno' compen dal d'oro moneta una Lisippo era soliio ripom so àrjogtti statua"(Plinio,"Storia naturale",34'37)' (Jna vita che si assomma nel gruzzolo, apparentemente leggendario: in realtà, una tesaurizzazione selettiva dell'oro, documentata a quel tempo nel Peloponneso. LJn tesoretto da Corinto, al Museo Nazionale Numismatico di Atene, è composto soltanto da stateri di Filippo e diAlessandro, i sovrani commitrenti di Lisippo, dai quali anche Ape1le otteneva pagamenti in orò. D'altra parte, la costanza del risparmio rientra nelf impronta artigiana che permane lungo f intera carriera di Lisippo nella tenace cura dei particolari, fino ar dettag1i della capigliatura, e nel gusro di ridurre grandi creaztont aI piccolo formato. Luoghi e tempi Con l'esordio a Sicione,la prima fasedi attlvità riguarda il Peloponneso,la Beozia,l'Etoliae la Focide (372-344\. Corrisponde al decennio del predominio tebano (372362),cheraggiunseSicione,e alTaterzaguerra sacra(3563,16),vicendeche esercitano un'incidenzanelle commissioni e nella sorte dellaproduzione di Lisippo. Decisivala chiamataallacorte di Filippo II di Macedonra (343-336);il giovaneAlessandrodichiara la predilezione per le immagini che di lui esegueil bronzista, donde la partecipazionedel Sicionio all'awentura di Alessandrore, che lo mette 1n contatto con asDettl A pug. 4: Veiluta aeyea ili Sicione nelltAcaia, sul Jondo il golfu di Corinto. Il Teatro conee(ne Ia rifonilazione ili Demetyio polioycete nel 303, sull'Acropoli ilella 7iù antica Sicione, Ttatúa ili Lisiqtpo, corri_ sptondenteall' abitato odieyno In alto: Luoghi delltattiuità ili Lisipqto In basso: Tesoretto di stateri d,oro ili Fitippo II e Alessanilro III, i souruni della Maceilonia cheJurono tya i committenti di Lisippo, (cir_ ca 325). Da Coùnto. Atene, Museo Nazionale Numismatico. Nel racconto ili Plinio, così ayrytawelo scrigno aIIa mofie ilello scahorc, che ui aueua ileposto un auyeo ilal comTtenso Tter ogni statua dellamaniera.Petronio ("Satirico", 88, 5) riferisceche LisiPPomorì trascurando di cibarsi mentre si applicavaallafinitura della suaultima statua,che a Bisanzio verrà identificata con I'Eracle meditante. I luoghi così documentati della sua offìcina itinerante segnano I'orbita più vastamai raggiuntada un artista antico. Nel PeloPonnenso: Sicione, Corinto, Argo, Olimpia, eventualmente Megalopoli. Nella Grecia continentale: Alizia in Acarnania; Termo in Etolia; Delfi nella Focide;Megara nella Megaride; Atene; Tebe, Tesoie e il santuario sul monte Elicona in Beozia;Farsaloin Tessaglia;Mîeza,Pella,Dio e Cassand r i a i n M a c e d o n i a ;L a m P s a c o , Efeso.Mindo, Rodi, Lindo e Coo in Anatolia;Taranto in Magna Grecia. Al seguito di Alessandro,Può aver raggiunto altri centri dove sue oDeresono fondatamente rndtziain Pisidia; Sidone e te: Sagalasso Alessandriain Fenicia; Tiro in Egitto. 11vincitore non mancava di dedicare nelle città la ProPria immagine ufficiale,di cui LisiPPo aveva per editto l'esclusiva nel bronzo,tanto che Cicerone ("Primi Accademicl", 2, 85) si chiedeva: "Lisippo, con lo stessorame, con la medesima1ega,con la fìnitura del suo bulino e tutto il resto, non avrebbe Potuto fare cento Alessandritutti uguali?".La moltipiicazione delle immaginr era proprziata dal1afusione che oggi chiamiamo "indiretta", Praticata da Lisistrato che riProducevacon forme di gessole statuebronzee. imprevisti de1latradizione figurativa orientale e con I'i,r"r]dito potere economico della conqutsta(336-323)' Alla morte di Alessandro(estate323) è in contatto con Seleucodi Siria.Dal322 al318 torna allapatriaSicione, nel movimento che tenta il riscatto delle città dalla monarchia. La politica filellenicadi Cassandroriporta Lisippo nell'orbita macedone.Egli lavora in Atene per Demetrio del Falero,emissariodel successoredi Alessandro,poi per 1o stessoCassandroa Megara,a Tebe,in Macedo-314)' ,ri" . fitto ad Altzia sulla costa dello Ionio (317 colossi, dei progetto col Di qui, raggiunto dai Tarantini ,l t."tfetitcé in occidente, unico dei maestri a1tempo La ricorcenzadel1aformante Lys-, nei norni del padre e del fratello, rivela una famiglia d'rniziatt al culto di Dioniso, il quale a Sicione era presenteanche come Lysios,"libeàtore" delle possibilitàdell'uomo: da cui Liber.peril Baccolatino. Il rito era misterico.Pausania("Guida dell'El1ade",2, 7, 5-6) riferisce che i simulacrr (agàlmala)restavano normalmente nascosti:"una notte, ogni anno,da quelaccompagnanoal temlo che chiamano kosmetérion,li F pio di Dioniso con fiaccole ardenti e inni locaii. In testa va qr.rello che chianrano Búkclicioi L ]; segue quello che è detto Ll,sios,che i1 tebano Fanete, su11a parola del1aPrzra,portò daTebe". Caso straordrnario per l1n lltist.r antico, intendiaruo qualcosa delle mozioni private e inconscie all'oligrne dell'opera: il giovane adepto de1L1,5lp5 osò abbandonare 1^ ^'.^+ì.-.!.-+i^i^,.^ ,-.r liberare Ltn'incontenibilefacoltà rr ra\rlrr rú Pr creativa.Sugqestionato dal procedele de1feticcio adorno di autentiche \resti ne1la cerirlonia notturna, perseguì nell'attivita di bronzista 1al'erit:ì dell'rrrtrnasine \-ivelte. Produzione A detta di Phnio, il calcolo delle monete tror.ate nello scrigno :nrrebbe portato a r r r i ì l e c i n q r r e e c r r ti ob r o n z i e s e g r - r i t id a l m a e s t r o , d a intendere conle singole fìgure. Una dozzina di sosEaettisono tr:rnrandatr dal1o s t c s \ ( )\ r ' r i t t o r e . c o n r t o t i zie ricavate da :iltre fonti greche.lrtine. bizanrinc, u t t t r r r i r t i r ' ì r ed , r l l ei s c r i z i o ni autosrafe e da didascalie dr etlì rornana, rageiunqi:rnlo una cinqnantina di voci. Sr tratta anche di gruppi: le dodici fatrche dr Er-ac1e alle prese con i suoi avversari, scene di caccia e di guer'ra, serene conversazlonl conre Esopo a f,onte der Sette Sapienti o le nove Muse. Sicure restituzroni sono state ottenllte da tenrpo per una ventina di opere, :rltrett . r u t es i p l e s t i ì n ol s o l u z i o r r i probabili; per quasi rurte si :rrriva all'inquadramento s r o r i c o n e l l . rb i o q r . r f i r lri c o strr-ritaper la mostra "Lrsippo, L'ar-te e la fortuna" al [ ) l l l z z o d c l l E s p o , i z i o r r ii r r R o m a , 1 11 9 9 5 . Con attribuzioni condotte per continqenza personale e storica, o sorr-Liglianzadi iconografia e stile rispetto a i s o g g c t t id o c u r r r e n t r r is. i prospettaun cataloso di settanravocr, delle quali prù di ventl rlcorrono sll qlleste paglne 1n rapporto con Ronra, sia per r1 tlaslèr-rmento degh origrnali rn età antica, sia per svariate presenze archeologiche negli :rttuaLiMnsei dell'Urbe l" !t .f :E **rr-, a A pug. 6: Kairós, affrescodi FyancescoSaluiati, 1553-15j4. Roma, Palazzo Sacchetti, Salone dell'(Jdienza In alto: Roma, Via Lisíppo (Acilia) In basso: Kairós di Lisippo, 336-334, ricostnLzionegra.fica Ior O a ALEXANDRINAE i t'4 silit"tt; "" .y".JFíLogiyi"JJvrcvs-ìsE / SACRVM ',. rNsvrA A?ltoe DEAE fryl.'irt'# aotnNl \ %ì 7, L-, rl^\,Q, \ MN - ORIGINALI DI LISIPPO NELLA ROMA ANTICA tr;t 1 Tor Millina appafienenteaJpùazzo quattrocentesco dei Millini dove fu descritta la base (ora perduta) del Seleuco probabilmente collocato in Campo Mazio con la sistemalone di Agnppa. SERAPIDI -= -= DOMVS ) AVIDìOR DECEM TABERNAE \ v m^ r'/ r n v U 2-5 Altri interwenti di Agnppa in Campo Marzio: Leone da Lampsaco nel giardino Q, nemus),tru il canale(3, Euipus, non disegrato) e il lago (4, stagnum)sul quale aflacciavano le Terme (5): a fronte di questeI' Ap ox1tómenos. 6 Opere di Lisippo non specificate nella Wlla Pubhta:Varrone, "Dell'agncoltura", 3, 7-8 Prassillada Sicione nel Teatro o nei Portici di Pompeo. 9 Cavalieri del Granìco da Díon te] Portico di Metello, poi di Ottavia \N 10 Cagna ferita da Delfi nella cella di Giunone del Tempio di Giove Capitolino. rva \ 11 Eracle meditante da Taranto s:ll'area Capitotina, che eventualmenre osplrava anche le Imprese di Eracle: vedi 17. I t*t'' "'t 12 Bucefàlo di Lisrppo urìlizzato per il monlmento equestre di Cesare, nel Forum luhum. 13 Nei grardru del Tempio della Pace (Forum Pads)sarebbestato esposto dai Flavi l'Alessandro adolescentè che Nerone aveva fatto dorare: vedi 14; opere di Lrsrppo vi sono ricordate da Procopio, "Sulla guerra", 8,21, 12-13 THERMAE TITI 14 Alessandroadolescenrepor-ratoda Nerone nella Domus Awyea. nella é t.ì a -c A ú fu\ICAAVREA ;4 f"#T nel Tempio Vittor) 17 L'Ara Masdrrna (Ara Maxima Heratlis Inuctl converiva alla disposizione delle Imprese di Eracle. 18 Polidamante nelle Tenne di Costantino. 19 Sito approssimatrvo della casadi Nonio Vindice proprietario di un EracLe Epitrapezio. LA CITTÀ MUSEO OPERE DI LISIPPO IN ROMA opere d'arte furono portate ln Ynnunerevoli per iniziativa di Marco Emiiio Scauro' I Ront, SS, da Sicione' che era stata sede di I edile ".t ne deduce che alcune delle opere di Lisippo' cttate dagli scrittori antichi in Roma senza diversa indicazioptorr.ttreîza,vr giunsero in tale circostanza' rr.i Confacente al diretto arrivo da Sicione è f immagine poi a equestre, lodata da diversi autori nell'lJrbe' delesordt g1i riguarda essa Càstantinopoli, in quanto alla avvertito abbiamo I'artefi,ce ,t.['rrrru mistica che sua formazi one (cica 372). 11 soggetto, specificato quaie "Puledro" .(p6los) senza brigÉ sia daÎ primo testimone, Filippo di Tessalonica 10 del fonditore di modellare in proprio, affrontando come autodidatta la professionedi plóstes:simbolico dell'attribuzione e fondamento per le tatde elabora- A pug. I0: Puleilro, úproiluzione del hronzo di Lisíppo, círca 370, rilieuo su un ímpianto per scommessesulIe corse, eirca 500 il.C. Da Costantínopoli, presso I'Iptp oilr om o. B erlin o, Mu seum fi r By z antini sche Kun st In alto, a sinistra: Eracle Vittoyioso, tetuailrammo, rouescio, drgento, Battúana, Demetúo I, 190-1j1. Lonifua, British Museum A destra: Ercole Vincitore, dall,originale ín brcnzo Ttortato in Roma ila Corinto, círca 340, copia in marmo italim, 110-150 d,C, Città ilel Vaticano, Museo Chiayamonti zioni letterarie: "vedi come il Puledro inarca fìero il collo per l'arte che forgia il bronzo; con sguardo penetrante drizza il collo e prepara alla corsa i crini del capo disponibili al vento; credo che se un auriga adattassealle mascelle le briglie e 1o spronasse,il frutto della tua fatica (ytónos),Lisippo, al di 1à di ogni speranza,presto si metterebbe a correre. Per la tua arte già respira (empnéefl". Portato a Costantinopoli, il Puledro appare nella decoraztone a rilievo di un apparato in marmo per scommesse sulle corse, rinvenuto presso I'Ippodromo della capitale d'oriente, oggi a Berlino (Museum fùr Byzantinische Kunst):la scultura è anteriore al 534 d.C., quando sinrili prariche furo- n del A destra: Iscrizione ili Lucio Mtmmio Ttet la dedica in Roma Città 146-131' trauertino, Vincitore, di Etcole statua tem2io e della del Vaticano, Museo Pío Clementino In basso: Veiltta aetea del Tempio ili Etcole Vincitore, 146-131' Roma Sotto: Eracle ín ríposo del tíqto detto di Argo, dall'otiginale in bronzo attríbuito a Lisippo, circa 340, copia in matmo italico, 150-180 il.C. Roma, Galleria SPada caDolavoro,a conclusione deil'elenco dei bronzi frammèntati e fusi dai crociati rcl1204 "il Cavallo libero (achólinos híppos) che nzzava le orecchie e fremeva, avaîzaîdo maestoso e docile". ERACLEVINCITORE no proibite da Giustimano. Sul fianco destro del c o m p l e s s o ,c o n e P i s o d i della vita circense,davanti a una muratura simulata a grandt blocchi, è la statua del Puledro libero: st riconosce I'età immatura del quadrupede dalla grossezzadel caPo risPetto al corpo. Con le orecchie tese in avanti, solleva la zarnpa anteriore destra. La riproduzione dell'opera lisippea viene a trovarsi accanto a1la tribuna imperiale nel luogo Più prestigioso deil'IPPodromo dove - un millennio d o p o l a c i t a z i o n ed i F i l i P po a Roma - esso verrà effìcacemente fissato nel titolo di un epigramma di Psello("Antologia Greca,Appendice",3,267): "Per il Cavallo bronzeo, quelio nell'Ippodromo, che tiene la zarrrpasollevata". All'inizio del componimento, Psello riprendeil finale di Ffippo per sottolineareil realismodelquestobronzeo Cavalloche I'opera: "respirante(émpnous) vedi,respirantedawero,e prestosofierà dallefroge,e sollevandoquestazàrnpaanterioreti colpirà con un calcio,se gli passiúcino;si apprestaa correre,férmati,non accostarti, piuttosto fuggi per non prenderequel che si è detto"' Aliri due secoli,e Niceta di Conia ("Storia,Delle statue di Costantinopoli", 5) dovrà lamentarela fìne del r2 DA CORINTO AL TEMPIO DI ERCOLE VINCITORE della Quinto Cecilio Metello, dopo la repressione (148), vedredi cui Macedonia in Andrisco di rivolta mo gli apporti monumentali nell'Urbe, si rivolse ai disordini in Acaia, nel Peloponneso settentrionale. Gli subentrò Lucio Mummio, che concluse le operazioni con la distruzione di Corinto (1,46), e trionfò degli Achei a Roma I'anno successivo,"portando statue bronzee e marmotee, e tavole dipinte" dei pittori di Sicione (Tito Livio, "sommari", 52). 11saccheggio è confermato dall'iscrizione su una ìastra di travertino, trovata in giacitura casuale ai piedi del Celio: "Lucio Mummio, figlio di Lucio, console, dopo che per sua iniziativa, con i suoi auspici e col suo comando era stataconquistata I'Acaia e distrutta Corinto, ritornò a Roma celebrando il trionfo per la buona conduzione dell'impresa: quanto aveva promesso 1n voto durante la guerra, questo tempio (aedes)e la statua (signwm)di Ercole vincitore, dedica qlualeimperatol'. Era rituale che il vincitore presentassea Ercole la decima parte del valore del bottino: quando fosse possibile, r1voto veniva adempiuto con un'immagine del dio stesso, come vedremo a proposito di Fabio Massimo e Lucio Quinzio Flaminino. Questa volta la qualiflca dei dio era di letterale pertinenza: HerculesVictor, che traduce un HeraklèsI'Jíkótordi Corinto, in atto d'incoronarsi. Il motivo rimane essenziale nella ricerca di Lislppo, con la medesima distribuzione deile forze, per 1a personificazione diAgone in Olimpia e per I'Eracle uccisore del Leone nel gruppo di Alizia, di cui diremo. I1 peso del corpo cade sulla gamba destra. La mano sinistra reggeva 1a clava posata a1laspalla:sull'avambraccio (Vaticano,Loggia Scoperta).Oltre all'Ercole che s'incorona,il fregio illustra tre Ninfe aflìancateda Diana e Silvano (140-160 d.C.): culti praticati sull'Avenrino, dove un triplice Ninfeo (lrJ),mpheaTiia) davanome alla porta Trigemina. Questa si apriva nelle mura Serviane a nord-ovest del colle, occorrendo a sua volta come riferimento per il tempio di ErcoleVincitore promosso da Mummio: "a Roma vi sono due temoli di Ercole Vincitore uno pressola Porta Tîigemina, l'altro al Foro Boario" (Macrobio,"Saturnali",3,6,10). I1 sacellocircolarein marmo del Pentelico,con la statua da Corinto, tuttora 1o ammiriamo pressoil Tevere, all'esternodella porta Trigemina (chiesadi Sanra Maria in Cosmedin):peritterodi ordine corinzio,nello stile di Ermodoro da Salamina,fu concluso il 142, quando Mummio, che aveva assuntotl cognomendt Acaico, era censore.I1 rivale politico, Publio Cornelio ScipioneEmiliano (secondodella stirpe ad aggiungere la gloria di Africano), censorenello stessoanno,inaugurò a breve distanza,bensìentro le ntura,l'aedes Aemilíana,altro her1onrotondo di Ercole (demolito sotto il pontificato di Sisto IV). Questo era di ordine tuscanico e ospitavaun originale in bronzo più recente,l'Eracle di enfasiasianaoggi aTPalazzo dei Conservatori. Commodo, pretesoErcole Romano, preGrirà il soggetto lisippeosiasu un medaglionedellaraccoltaMedici (Firenze, Museo Archeologico Nazionale),sia nello stucco che restasottola volta dell'accesso allacaveanelTearo di Ostra. In alto: Testa ili Alessanilyo ad.olescente,ilall'originale ilel 31j-310, copia in marmo ilel Pentelico, età augustea. Da Roma. Ginewd, Musée il'aú et il'histoirc A destra: Alessandto a cauallo, da una caccia rifeúbite a Lisippo, 311-340, brcnzetto, prima età imperiale. Da L'Aquila, già collezione Castellani, Ronta, Museo Nazíonale Etyusco di Vílla Giulia era ripiegata la spoglia del Leone. La destra, sollevata al capo, vi aveva appena collocato la corona di fronde. Se conosciamo la definizione di "chiastico" (dalf incrocio delle aste nella lettera greca X, cheî, chî nella dizione corrente) per i1 rapporto alterno delle forze nel disegno di Policleto, al sisrema lisippeo si addice quella di "antitetico", per 1'opposizione del1e parti rispetto alla linea mediana, che incarna la teoria pitagorica dei contrari: "destra e sinistra", "quiete e moto", "drritto e curvo", "luce e ombra". Donde 1a pror,wisoriastabilità del corpo e la potenziale mobrlità:in ternrini psicologici, 1apromessadi un nuovo cimento. Tlovandosi nell'emporio intercontinentale di Corinto, l'archetipo aveva esercitato la sua influenza îtno ai remoti domtni orientali.Al Museo di Kabul lo schema s1 osserva per una statuetta in bronzo di produzione l o c a l e .p r o v e n i e n r ed a A i K h a n u m : r i c o r r e s u l r o v e s c i o delle monete della Battriana (attuale Afghanistan) e dei regni indo greci. Portato a Roma ne1 145, il prototipo ha ispirato una copia ridotta in marnro della prima età imperiale (Vatrcano, Galleria Chiaramonti) e un rilievo votivo 13 ERACLE IN RIPOSO TIPO DI ARGO Metello fu incaricato di portare a Roma' a ornamento abbiamo del trionfo di Emilio Paolo il 167' Come dell'awentura inAsra' inizio dell' con I Compagnli cadutii alf inizio re dell'icona. Nelle versioni elaborateda Lisippo,1amano racchiude la prova dell'ultima impresa,i pomi delle Esperidi' coircentrando così sul iato della gamba portante il maggiore impegno. L'osservatoredovrà spostarsi intJÀo ala staìuaper scoprireil simbolo che chiude ii ciclo iniziato .of Leone di Nemea, la cui spoglia ammorbidiscei1 contatto della clavacon l'ascella' Il primo esperimentoin questosensoè il tipo diArgo' .h" pt..td. nome da una copia del tempo dr Adriano' ne[J terme di quel1acittà.A Roma c'è una versione ridotta nella Galleria SPada. ALES SANDRO AD OLES CENTE DALLA MACEDONIA AI TEMPIO I4 ALLA DOMUS AUNEAPOT DELLA PACE App"rte.t&J"['.rn" o all'altra spoglialimmagine di a AÎ.irr"ndro îagazzo,che era andata probabilmente ritorneremo' decorareil Portico di Metel1o,sul quale Plinio la celebrain una vivida pagina ("Storta nalurale", 34,63), che ne documenta il successivotrasferimento alla DomusAurea (64-69 d'C'): Lisippo "fece AlessandroMagno in molte opere' a cominciare dalla pueritia di lui, e questastatuaI'imperatore Nerone ordinò che venissedorata,da essaquanto mai affascinato. Poi, perduta la graziadell'opera con la ncchezza A pug. 14, in alto: Allegoúa ileigiochí olímpici, sulJondola personificazione ili Agone, btonzo attuibuito a LisiTtpo,círca340, in ywimo piano gallí ila eombattimento, ffiesco, 65 d.C, círca.Pompei, Casa dei Vettii A pug. 14, in basso: Agone, legendaHieròs Agòn Nikaiéon, "sacroAgone ilei Nicei", rouescio,moneta in byonzodi Nicea (Bítinia), Commoilo,780-792d.C, Cíttà ilel Vaticano,BibliotecaApostolíca Vaticana,Monetiere A sinistra: Fanciullo uineítoretipo Agone Getty, sarcoJago infantile, marmo ili Luni. Città ilel Vaticano,Museo Chiaramontí ALESSANDRO A CAVALLO IN UNA CACCIA Di tono concitato è il giovane Alessandro di un bronzetto nel Museo Nazionale diVilla Giulia, da1lacollezione Castellani. La contrazione della gamba destra per una minaccia rawicinata rivela che una fiera fronteggiava il cacciatore (a noi giunto privo della cavalcatura): questi tirava con la sinistra le briglie, facendo impennare il cavallo per scagliare il giavellotto (anch'esso perduto) col braccio destro sollevato e flesso. L'asta era stretta tra il pollice e le ultime due dita, mentre f indice e il medio si sollevavano oer inserirsi nel* 1'o c chiello del)'ankyle,il lac cio che c o Àsentiva d'imprimere all'arma un moto rotatorio per stabllizzarne la direzione. Il tema della caccia a cavallo,già sperimentato presso le corti dei satrapi in Anatolia a opera di artisti ellenici, viene introdotto in Macedonia a celebrazione dell'erede al resno. dell'aggiunta, 1'oro fu eliminato, ma la statua veniva stimata così ancor più preziosa,pur con le cicatrici dell'intervento di eliminazione, e con quelle incisionr che vi restavano dove era stato fatto aderire I'oro". Le osservazioni fi nali furono compiute dall' enciclop edista sul cimelio che intanto era stato esposto al pubblico, con altri pezzi de[a collezione neroniana, nel giardino del tenrpio della Pace (71-75 d.C.). Tra le ardenti immagini lisippee del Macedone, anreriori all'awento al trono, è stata rinvenuta a Roma la copla, oggi a Ginevra, de1ritratto del giovinetto, al termine dell'educazione ricevuta da Aristotele a Mieza (343-341): scolpito in marmo del Pentelico al rempo di Augusto, imita le îtnezze del bronzo in ogni dettaglio della veduta principale, tanto che possiamo farvi ricorso per intuire I'effetto che esercitò I'originale sull'ultimo dei Giulio Claudi. Liberato delle integrazioni moderne, il voko deil'Alessandro di Ginevra ha riguadagnato que11a freschezza adolescenziale che 1o rende comparabile all'Eros innalzato poco dopo da Lisippo aTespie (338). AGONE CHE S'INCORONA IN OLIMPIA Ii bronzo, acquistato neI 1917 dal Getty Museum a Malibu in California, era statorecuperatoda pescatori di Fano al largo di Numana nel 196I. La rotta delle predebelliche dal1aGrecia correvanell'Adriatico più a meridione per Brindisi, se non nello Ionio per evitare il trasporto terrestre,raggiungendo in cabotaggio Ostia, poi lungo il TevereI'Urbe: le coordinate del naufragio fanno pensarea una spedizionedel bottino che il doge Dandolo portava da Costantinopoli nel 1204.Giunseroallora aVeneziai Cavalli di SanMarco, ma si arenòpressoBrindisi la navecol colossoin bronzo di un imperatore di Bisanzio che oggi nobilita quella città. Le tappe estremedel tormentato itinerario dal Mediterraneo alle sponde dell'Oceano hanno 15 suggerito i nomi ricorrenti per il reperto lisippeo: Atleta di Fano o Getty Bronze. L'ooera rinnova 1'attitudine dell'Eracle Vincitore da Coiinto, rivelando insieme la crisi del classico e il suo superamento. L'inadeguatezza del canone policleteo a fronte della perentoria realtà individuale lascia il campo alla positività dell'energia che sprigiona dall'impianto antitetico. Alf ininterrotta tensione del lato destro, che comprende la gamba portante e il braccio solievato, fa riscontro il rilassamento a sinistra, dove la gamba è libera dal peso e il braccio assecondavala levità della palma. La testa gira verso questo lato, come a trasmettervi la tensione. Le proporzioni sono slanciate: il lieve strato adiposo A sinistra: Agone, bronzo otíginale attribuito a Lisiptpto, cfuca 340. D all' Adúatico. Malibu (C alífornia), Getty Mus eum In alto: Etacle uincitore ilel Leone, dal gruppo ili Lisiptpo ail Alizia, sarcoJagoail archetti eon Imprese ili Ereole, marmo di Luni, proiluzione urbana, 190 d.C. circa. Dalla uía Cassia, km 72,500. Roma, Museo Nazionale Romano conferisce una nota individuale di verità. Come l'Ercole di Mummio, il giovane mostra di avere appena collocato sul capo il serto di vittoria, ma si volge con 7a fierezza che si affermerà nell'icona di Alessandro: rdeologia di una generazione che muove alla conquista del mondo. La corona di olivo selvatico è quella che si offriva a1 vincitore in Olimpia. Le orecchie non hanno la tumefazione di chi praticava il pugiiato o il pancrazio; la limitata consistenza dei bicipiti, I'esilità dei polsi e i morbidi poipastrelli escludono gare di lancio o la conduzione di cavalli e carri: nella muscolatura coltivata delle gambe, trova ragione l'esercizio della corsa, la prima specialità praticata in Olimpia,l'unica ivi ricordata da Omero. Il nudo è ispirato a un atleta dei giovani, categoria intermedia tra t ragazzi e gli adulti, adatto a incarnare 1o spirito della competizione (Agón) agh occhi di tutti i partecipanti. Inseguendo lo strenuo ideale,l'artefice ha alterato le dimensioni naturali: dalle impronte della cera all'interno della statua, risulta che il collo è stato allungato in corso d'opera e il braccio forzato in alto. l6 Personificazione La lunga vita dell'originale prima de1la scomparsa in mare, è provata da copie statuarie e riproduzioni i n d i s p a r a t et e c n i c h e . che ne ampliano il significato dalla Grecia all'Anatolia. In Italia, al tempo dr Nerone, un affresco nella CasadeiVettii a Pompei rappresentail bronzo completo delIa palma su un alto piedistallo.dietro la tavola con i premi per i vincitori. e gh haltéres,attrezzi per il salto in lungo che esprinlono l'attinenza alll corsa, altrimenti priva di attributi figurativi. In primo piano, quattro galli alludono allo spirito combattivo, qualificando la scena come allegoria dei giochi, e la statua atletica quale personificazione di Agón (cft. inrmagine a pag.14). Nella generale promozione delle actività ginniche da parte di Commodo, e con riferimento all'adozione citata dell'Erucle l'{ikétor per la stessaicona imperiale, il giovane che s'incorona viene ulteriormente incentivato a Roma. Su sarcofagi di produzione urbana, la figur a a p p a r e t r a i l g i u d i c e d i g a r a e l ' a r a l d o :s i m a n r i e n e fedele all'archetipo fino all'età dei Severi, sia nei rilievi sulle casse,sia sui coperchi. Monete di Commodo a Nicea di Bitinia accompagnano il tipo con la legenda "sacro Agone", che nette in tutte lettere il valore evoc a r o d a ì l ap i t t u r a d i P o m p e i . L'insistente fortuna occidentale rende più che probabile la presenza del modello in Roma, prima che a Costantinopoli. Straordinario è comunque il radicanento delf invenzione attraverso gemme, sarcofagi e manifestazioni d'arte minore, fino al medioevo e al rinascimento. lJna storia che rende tanto più suggestiva Ì'istanza di riavere in Italia il maniGsto della riforma lisippea, dichiarato "bene inalienabile dello Stato". EROS CHE SAGGIA L'ARCO NEL SANTUARIO DEL DIO A TESPIE Dobbiamo a Pausania(9,27,1-3) la nottziadell'attività di Lisippo in un luogo sacro,con un'immagine che sfidavagli interventi di sommr predecessori:"tra gli dei, i Tespiesionorano fin dalle origini soprattutto Eros, e ne hanno qualeidolo antichissimouna gfezzapietra[...] ai A sinistra: Personificazíone ilella Fortezza, ilecorazione ilel Pulpito, mamto ili Catara, opera ili Nicola Písano, 7260. Pisa, Battistero In basso: Cristo nel Giuilizio univercale, ffiesco 1541. Città del Vaticano, Cappella Sistina ili Michelangelo, Tèspiesipoi Lisippo Gce I'Eros bronzeo,e ancor prrma di questo,Prassitele['aveva fatto] in marmo, di quello dal PenteLico".Tra il feticcio e la creazioneprassitelica si poneva inoltre l'Eros di Alcamene, ricordato da un conxxentatorebizantino (Scoliastea Luciano,"Contro un ignorante che compravamolti libri",3): "la città di Tespie,nella qualel'Eros che eseguìAlcamene è opera notevole a vedersi"; la testa dell'originale è quella improprramente montata nella tarda antichità sul corpo ellenistico dello Spinario, aI Palazzodei Conservatori. Eros oltre la rnorte Alla sequenzache esordivacol monolito protostorico la dinamica della creatura sicionia viene ultima a 17 A sinistra: Statua di Eros cheTwouala Jlessibilità dell'arco, ilal btonzo ili Lisippo a Tespie,338, copia in marmo ili Paro, 740 d'C. circa, Da Tiuoli, Villa il'Este. Roma, Mrsei Capítolini In basso, a sinistra: Eros cheproua laJlessibilità dell'arco, legenila Nikaiéon, "ilei Nicei", rouescio,moneta ín bvonzodí Nicea, Commodo, 780-792d.C. Città ilel Vaticano,BibliotecaApostolicaVatieana,Monetiere In basso, destra: Eros ehegnoualaflessibilità dell'arco,copíain mar mo ili Paro, 150 d.C. cfuca.Da Gabi, pressoil tempio di Giunone. Roma, Museo Nazíonale Romano testimonianze di età imperiale che nei musei del Lazio si sono moltiplicate negli ultimi secoli.AlVaticano le statue nella Galleria Chiaramonti e nel Gregoriano Profano. A1 Museo Nazionale Romano il marmo da segnareil massimosuccessodel re Filippo, che dedicò L'Eros in atto di saggiarela flessibilitàdell'arco in sèguito alla battaglia di Cheronea (1 settembre 338). Il dramma s1 era consumato quando la cavalleria condotta da ALessandro aveva il sterminato "battaglione sacro" dei giovani tebani uniti dal giuramento d'amore,che impegnavaciascunoa non abbandonare sul campo il compagno diletto, se mai a vendicarnela morte. Di qui la resistenzafino all'ultimo. Nella politica di riar,.vicinamentoallasensibilitàellenica, Filippo offrì in espiazionedel1astragef icona delI'onnipotente arciere pressola vicina sede del dio al quale erano votati quei prodi. Crudele Íîgazzo L'identificazione archeologica fu proposta alf inizio dell'Ottocento,partendo dal1'Erosdei Musei Capitolini, trasferitain Roma da Tivoli nel 1753: una delle 18 Gabi, che conserva I'appoggio a raggiera delle dita del piede destro sul plinto, le ali naturalistiche,e la testina dell'Aquila di Zess all'estremità inferiore dell'arco, metafora dell'acutezza di mira. Nel Museo di Ostia, le due copie dal Ninfeo degli Eroti, e un torso nei depositi.Al della Monetiere Biblioteca Apostoiiun'emiscaVaticana, btonzo di sione in Nicea in Bitinia che al tempo di Commodo riproduce sul rovescio I'Eros che tira a séil centro delI'arco, impugnato con la sinistra,mentre spinge le estremità dell'arma,quella superiore con la mano destra,quella inferiore con I'esterno del ginocchio destro. La più antica testimonianza tridimensionale era intorno al 300 la matrice in terracotta per un piccolo torso da Eraclea di Lucania (Policoro, Museo Nazionale della Siritide), in una bottega di plasticatori che usavano I'alfabeto diTaranto, dove il Sicionio aveva allora creato i colossi. Seguono le versioni marmoree del tardo ellenismo, tra le quali in Roma il torso dagli Horti Sallustiani ai Musei Capitoiini (Centrale Montemartini). In alto: Rítuouamento ilel Poliilamante nelle Terme di Costantino sul Quiúnale, Roma 1885 In basso: Poliilamante, caleo ilall'incisione su pasta vituea, 720-700. Go ttinga, Archàologís ches Institut der (Jniu ercitàt A destra: Poliilamante, bronzo ili Usiyryto, círca 338. Dalle Tetme di Costantíno. Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo alle Terme P a u s a n i a( 6 , 5 , 1 . 9) dedica alla statua del panqazia.ste Polidamante in Olimpia un'insolita varietà di prospettive: "quello sulla base alta è opera di Lisippo, e fu il più grande di tutti gli uomini - tranne quelli che chiamano eroi o se vi fu altra stirpe mortale prima degli eroi - ma degli uomini dei nostri tempi quesro è il più grande, Polidamante figlio di Nicia. Scotussa,la patria di Polidamanre, non era più abitata ai nosrri giorni [...] Anche ad altri toccarono vittorie illustri rrel parrqazio, ma oltre alle corone nel pancrazio Polidamante ebbe a compiere anche queste diverse imprese. La regione montuosa delia tacia, nel tratto al di qua del fiume Nesto, che scorre attraverso il territorio degli Abderiti, presenta vari animali selvatici, e tra questi anche leoni che una volta attaccarono 1'esercito di Serse facendo straEe dei cammelli che portavano le prowisre. Questileoni spessovagano anche nella regione intorno all'Olimpo; un fianco di questo monte è rivolto alla Macedonia, l'altro allaTessagliae al flume Peneo: fu da questo ver- sante che Polidamante abbatté sull'Olimpo. senza portare alcuna arma, un leone, una belva grande e forte. Fu incoraggiato a1l'impresadal desiderio di imitare le imprese di Eracle,poiché c'è anche il rac- T9 A sinistra: Poliilamante, In basso, a sinistra: le ilíta ilella mano ilestya Poliilamante, Ia testa In basso, a destra: Poliilamante, le labbra in rame massiccio conto che Eracle abbia vinto il leone in Nemea. Oltre a questo, Polidamante lasciò in ricordo un'altro prodigio. Entrato tr7rtlezzo a una mandria di buoi, afferrato il toro più grande e più selvaggio, strinse la punta dello zoccolo di una delle zampe posteriori: e non 1o lasciava per quanto balzassee si dibattesse,finché dopo molto tempo, raccolta tutta la sua forza, il toro sfuggì, ma lasciò 1o zoccolo nelle mani di Polidamante. Si dice anche come si parò davanti a un auriga adulto che lanciava il carro in velocità, fermandolo: afferrato con una mano il carro da dietro, frenava insieme i cavalli e tratteneva I'auriga. Dario III Oco], i1 figlio illegittimo di Artaserse,che con I'appoggio del popolo persiano ave- va deposto Sogdio,flglio legittimo di Artaserse,prendendo il potere al suo posto, dunque questo Dario, quando divenne re - poiché era stato informato delle imprese di Polidamante - mandandogli messaggerie promettendo doni 1o persuasea recarsiin Susaal suo cospetto[408-405].E qui a sfida,di quei Persianichiamati immortali, tre uomini che combattevanoinsieme contro lui solo, li uccise. Delle imprese che gli sono riferite, alcune stanno sul basamento della sua statua in Olimpia, altre sono anche illustrate dall'iscrizione". La vittoria nel pancrazio a Olimpia nel 408 aveva coronato la sua carriera, quando Dario II lo chiamò in Persia. Nel 404 sarebbe stato vinto nella sua specialità. Benché vissuto in età classica,fu equiparato ai leggendari primatisti. L'imrtazione di Eracle, esplicita nell'aÈ frontare il leone, emerge anche dagli altri episodi. Se I'Alcide aveva avuto ragione del formidabile armamento di Gerione dal triplice corpo, il Tessaloalla presenza del Gran Re affrontò contemporaneamente i tre uonrini armati. Il confronro con un roro rrcordava infine I'impresa di Eracle a Creta. Luciano ("Assemblea degli dei", l2) conGrma l'assimilazione eroica, ricordando che nella credenza popolare il bronzo lisippeo aveva potere taumaturgico: "ormai anche la statua di Polidamante I'atleta cura i Gbbricitanti in Olimpia". Pugile delle Terme Numerosi indizi convergono al riconoscimento del pancraziaste nel cosiddetto Pugile delle Terme: la denominazione viene dal fatto che il Museo Nazionale Romano, all'inizio allogato nelie sole terme di Diocleztano, era chiamato Museo delle Terme. Inoltre il bronzo era stato rinvenuto nel 1885 sul Quirinale, 20 dove aveva ornato 1e terme di Costantino: una traslazione tarda, dato che Pausania1o vedeva in Olimpia al tempo degliAntoninr. Era forse giunto per iniziativa di Massenzio, al fine di decorare le terme innalzate a suo nome (306-312 d.C.), por dette di Cosranrino. La celebrità del soggetto è provata da una pasta vitrea ellenistica a Gottinga. L'assegnazione a un maestro di età classicaviene dalla disamina di ogni aspetto tecnic o . i c o n o g r a f i c oe s t i l i s t i c o . La fusione a cera persa è col metodo indiretto, che lichiedeva calchi negativi ausiliari tratti dal modellato in cera. Da dentro si riconoscono le giunzioni dei pannelli di cera che erano stati applicati all'interno delle forme. L'esecuzione è ar,'venutain partr separate,invisibilmente saldate:gambe, sesso,torso, braccia, guantoni, testa. Rimanda alla fase classicail raro dettaglio dell'ematotna sotto I'occhio destro reso con un elemento fuso separatamente in una lega scura: simiie espediente era stato utilizzato da Silanione per ottenere con l'argento il pailore della Giocasta (Plutarco, "Questioni conviviali", 5,I,2). Né trovano riscontro più tardi altri artifici. Come nel Tideo e nell'Anfiarao da Riace al Museo Regionale di Reggio Calabria (circa 456), ie dita centrali dei piedi erano state fuse a parte per modellare libcramente gli spazi interdigitali: nel nostro caso, l'iniziale ólpha per alristeròspoús], tracciata nella cera sotto il medio del piede sinistro, distingueva all'ass c r n b l a g g i ol a s e z i o n ep e r r i n e n r e . A sinistra: Eracle Epitrapezio, dall'oúginale donato ila Lisipryo ad Alessandro,círca336, copia ellenistica,bronzo. Vienna, KunsthistorischesMuseum In alto: Testa ili ErccIe Epitaptezio, Luceru, Museo Cíuíco marmo ilel pentelico, 100-j0. Le labbra sono in rame massiccio (non lamina, come nel1'ellenismo), inserite con un ancoraggio all'anima della statua tanto saldo da impedire oEpi spostamento sotto la colata.I globi oculari (perduti) erano stari collocati agendo dalf interno della testa,dopo che questa era statasaldata al corpo.A tale scopo era statalasciataaperta la calotta, che appare richiusa per un intervento tardo antico. La tensione delle membra è contenuta dalf invaso geometrico. L'asimmetria della posa si compone nell'unità del volume regolare, che enfatizza la sola apertura nel moto dellatesta. Il volgersi netto del capo tornerà nell'Epitrap ezio. La mascheradi dolore,l'andamento della barba e le ciocche fàlcate dei capelli, nella testa dell'Eracle mediante diTaranto. Rarne rosso La ricerca dell'attimo pregnante si rivela attraverso 1e agemine di rame rosso applicate sulla gamba e sul braccio destro, compreso il guantone: gocce di sangue cadute dalle lacerazioni osservabili sui viso, nelf istante in cui I'atleta ha girato la testa. 2I Gloria dei Tessali La datazione stilistica dei rilievi sul basamento fa ri.conoscere Daoco II nel promotore del monumento, il tetrarca dellaTessagliae dinasta di Farsalo - confinante con Scotussa - che aveva voluto nella propria città il gruppo bronzeo degli antenati, e la duplicazione in narmo de1 donario a Delfi, che ci è pervenuta con due personaggi (Agia e Daoco I) eseguiti da Lisippo: importanti iniziative, conseguenti come I'Eros di Tespie alla vittoria di Cheronea, dove i Tessali erano alleati dei Macedoni. All'occasione, Filippo consacrava in Olimpia i1 gruppo eroico della propria famrglia. Delf iscrizione de1 Polidamante sul bordo del plinto, si conserva, insieme al nome di Scotussa,l'insolita etnia Lisippo era I'unico artista celebrato in antico per aver alluso a1lasordità. Nel Pugile il gonfiore del1e orecchie ostruisce la conca auditiva. L'efTetto si assomma alla dolorante stanchezzaper rendere significativo il brusco volgersi del capo allo squillo dell'araldo che precede il verdetto: la "tromba del Giudizio" nell'i.mmasinario cristiano. Francisco Goya, il grande Sordo, scoprirà incoruapevolmente all'inizio del1'Ottocento la mossa del Pugile neli'ottuso e terrificante volgersi de "Il Gigante". Il monumento stava all'angolo nordorientale del tempio di Zeus. L'identifie czlone e ' " n' l P - r *r bo- ì^l"e delle Terme trova conferma nel volgersi del capo in alto:il valore narrad v o c h e v i a b b i a m o r i c o n o s c i u t o coincideva con l'opp o r t u n o o r i e n t a m e n t o v e r s o i 1 dio che dominava il frontone. 22 In alto, a sinistra: Doriforo di Policleto integvdto con lo scudo, círca 340, ilisegno ilalla replica in maymo di Luni, 40 d.C. circa, da Pompei, Palestra Sannitica. Napoli, Museo Avcheologico Nazionale In basso, a sinistra: Alessandvo Achille quale DoúJoro, meilaglione, iliritto, oro, SeuevoAlessanilro, 222-2i5 il.C. Da Abukfu. Baltimorc, Walters Art Gallerry In alto: Dornus Asrea. Alessanilro Achille, testa su busto moilerno, ilalla statua attúbuita a Lisippo, 334, copia in marnro di Luni, 100140 d.C. Roma, Galleria Borghese A,pag. 23, in alto a sinistra: Veiluta aerca del Portico il'Ottauia, Roma A pug. 23, in alto a destra: Alessanilvo a cauallo che colpisce difenilente, dal gruppo ilella battaglia ilel Granico, 334, úiluzione in bronzo, età augustea. Da Ercolano. Napoli, Museo Archeologico Nazíonale A pug. 23, in basso a destra: Battaglía di Sentino, con Marte tipto Alessanilro di Leocare nella caccia di Delfi e Decio Mure a cauallo típo Alessanilvo al Granico, urna, proiluzine di Volterra, alabastro, círca 150. Chiusi, Museo Archeologico Nazionale I I regionale del vincitore, che ribadisce f interessepropagandistico del committente: "Polidamante figlio di Nicia,Tessaloda Scotussa". Il blocco superiore della base,scolpito a rilievo, mostra sulla faccia anteriore Polidamante alla corte di Persia nella lotta contro uno degli armari. Sul lato destro della base il vincitore siede sul leone di grandi proporzioni abbattuto presso1'Olimpo, che ci aiuterà.a rintracciare il Leone caduto di Lisippo, portato in Campo Marzio. I1 plinto, su1quale posava il bronzo, era un quadrato di un metro di lato, eccessivoper una figura stante, adatto all'atleta assisodelle Terme: il piede destro dell'originale - che sporgeva dal basamento, poggiandovi solo col tallone - appare consunto dal tocco dei devoti, come il San Pietro in bronzo della BasilicaYaticana.La notizra citata, che la statua avesseil potere di curare i febbricitanti, implicava che gl'interessati la toccassero: data I'altezza del basamento a pilastro, ciò era praticabile sul piede che sopravanzavail plinto. I1 giudizio di Plinio (34, 65) sulf incrsività di Lisippo, "senÌbra propria di lui I'espressività serbata fin nei minimi particolari", si attaglia all,afinezza con cui sono realizzati i guantoni. I polpastrelli restano liberi, consentendo all'artefice di cesellare le unghie, mentre le dita sono inguainate per metà da una pelle così sottile che lascia trasparire le articolazioni fino alle falangi. Gli orli del naezzoguanto sono ribattuti per ciascun dito e resi appariscenti dagli inserti di rame, sui quali sono incise fitte serie di punti a suggerire le cuciture. Il cuoio che protegge il carpo, il polso e l'avambraccio, aveva nella realtà il vello rivolto alf interno oer amrnortrzzare i colpi durante il combattimento:il pllo sbocca in denso arriccio sull'avambraccio. Forti stringhe garantiscono I'aderenza dell'apparato difensivo, e al contempo fissano alle mani i cesti (sphaírai)di cuoio duro, usati in età classica(Platone,"Leggi",830 b). Numerose le alterazioni annotate quale risultato di remote lesioni, cui si sovrappongono ì coipi subiti nelI'ultimo scontro. La perdita dei denti superiori ha ingenerato I'affossamento del labbro, per cui il fìato viene soÍIìato dal bassoverso i baffì che si alzano a ven- taglio: una disposizione momentanea che rivela i1 pneúma emanante dal bronzo. La frattura dell'osso nasale e 1o spostamento della cartilagine hanno determinato la deformazione del naso e I'ostruzione anche di questo condotto, onde abbiamo osservato l'ansimare dalla bocca. Oltre al livido citato sotto un occhio, sono evidenziati gli sfregi alle guance e alla fronte, dai quali abbiamo visto che è grondato il sangue sugli arti del lato destro, al volgersi del capo. ERACLE EPITRAPEZTO DALLA CORTE DI ALESSANDRO VINDICE ALLA CASA DI NONIO SUL QUIRINATE I1 primo indizio della presenzain Roma dell'Eracle Epitrapézios,"protettore della mensa", eseguito da Lisippo per Alessandro,è nelle parole di Marziale ("Epigramml",9,43,10), che quel domesriconume "avevaimposto al fiero Silla di deporre il potere" nel 79.La vicenda collezionistica,car:tataanche da Stazio, 23 A sinistra: ,4fessandro a eauallo abbatte un barbarc, contorniato, rovescio, legenila Alexander Magnus Macedon, bronzo, Valentiniano e Valente, 364-378 il.C. Lonilra, Bútish Museum In basso, a sinistra: Cauallo príuo ilel combattente, dal grugrpo ilella battaglia ilel Granico, yiiluzione in bronzo, età augastea. Da Ercolano. Napoli, Museo Areheologico Nazionale In basso, a destra: Poliilamante seiluto sul leone uccíso in Tessaglía, base in calcarc ilella statua ilell'atleta, opera dí Lisíprpo, circa 338. Olímpia, Museo non è tuttavia verificabile fino alla descrizione del bronzo pressola dimora di NonioVindice, nella località definitada Marziale("Epigrammr", 1,117,3) . Il poeta si dichiaravicino di casarispetto al protettore, nel sito del Quirinale detto popolarmente "al pero" (ad Pirum), accanto a una delle are che ricordavano I'incendio di Nerone: poiché la pavimentazione circostante il monumento, al tempo di Domiziano, ancora non era stata completata (nulla di nuovo sotto il soie di Roma), vigeva anche la denominazione "al mucchio di travertinl" (ad pilam Tiburtinam).L'ara rimane oggi in sito. con la platea finalmente composta, sul lato meridionale della strada in cresta al colle (Alta Semitc, via Venti Settembre, sotto I'edificio al n. 30), alf inizio salendo dal Cliuus Salutis (tra via de1laConsulta e via Piacenza). 24 L'Eracle meditante di Taranto - di cui vedremo la collocazione in Campidoglio - era familiare a Stazio che nell'inverno 93-94 d.C. citava i "colossi" olasmati dall'artefice con la stessamaestria dimostrati nelf immagine ridotta ("Selve", 4,6,35-46): "tanto grande era la reputazione dell'opera e la maestà racchlusa entro limiti angusti.Il dio era, il diol E si offerse alla tua vista, Lisippo, piccolo a vederlo, immenso a concepirlo. E per quanto la sua straordinaria gtar:dezza stia ne11'a1tezza dr un piede t .] E in così breve spazio, tanro grande illusione drbelTezzat Quanta nisura nella mano, quanto grande esperienza nell'applicazione del provetto arteflce, per poter allo stessotempo plasmare ornamenti da tavola e agitare nell'animo immaru colossi". Concorda il racconto nei due colnponinenti di Marziale ("Epigrammi", 9, 43 e 44).Il primo - da cui abbiamo riportato il verso su Silla - viene incontro all'aspettativa archeoiogica nella completezza di una scheda: "questi che sedendo ammorbidisce Ie dure rocce con la pe1le distesa del Leone, grande dio nell'esiguità di un bronzo, guarda col volto supino le stelle che sostenne fquando aveva sostituito Atlante nella funzione cosmica presso le Esperidil, questi la cui sinistra si scalda alla fclava di] quercia e la destra al fvino] puro, non è recente di fama, né è gloria di un nostro bulino:vedi un nobile dono e lavoro di Lisippo. Possedette questo nume la mensa del signore di Pella, che si adagiavavincitore nel mondo rapidamente soggiogato. Annibale giovinetto aveva giurato a qlresto dio presso Libiche are. Questi aveva imposto al fiero Silla di deporre il potere: sdegnato dalle tronfie minacce di quella volubile corte, gode ora a dimorare pressoLari privati, e come fu un tempo comrlensale del pacifico Molorco fil pastore che avevaaccolto Eracle a Nemea], così ha voluto essereil dio del dottoVindice". A sinistta: Leone ilormiente, coperehio eou preparczione delle cacee nel circo, sarcoJago con scena di battaglia, marmo ili Luni, 170-180 d.C. Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemaúini Al centro: Itone ucciso, caccía ili Aihiano, tondo, manno di Luni, Rorna, Ayco ili Costantino 1: 11secondo epigrammaattestaf iscrizione lisippea: "chiedevopoco fa,l'Alcide diVindice di chi fosseopera e cosìfelice creazione.Sorrise [Vindice], come fa di solito, e con un lieve cenno del capo 'ma che non sai di greco - dice - poeta?la baseÉ iscrimae indica il none'. Leggo Lysíppou.L'avevo creduto di Fidia". Nella forma grecail genitivo del nome si accompagnava a érgon:"opera di Lysippo", segnalandola paternità del modelio dal qualela figura dipendeva.Vindice possede- va un ntlritiplo ricavato per calco con la tecnica di Lisistrato, o una copia pitì recente dall'originale di Lisippo, la cui datazione all'inizio del regno diAlessandro risulta da simili irrurraginidi Eraclesedìrtonella ccranricaarrica: Stazio dice cheAlessandro ebbe a chiedere venia all'Eracle, per avergli distrutto nel 335 la patriaTebe. Lir fortuna del piccolo formato è provata da statuette di varia epoca e provenienza. Quella che meglio unisce ì caratterr dello stile lisìppeo alla posa del dio secondo le fonti è al Kunsthistorisches Museum di Vienna. La testa richiama quella in marmo al museo di Lucera, che consente il migliore apprezzamento della barba e della capigliatura, nel paragone decisivo col Pugile delle Terme. pedagogo Lisimaco che l'aveva chiamato "Achille" nell'infanzia: f invasione dell'Asia si appellava al precedente de11"'I1iade",lettura preferita del conquistatore. Nel racconto di Arriano, mentre il grosso dell'armata approda ad Abido, il re muove con sessantanavi sulla Troade, dove attracca al "porto degli Achei"; continuando con le parole di Diodoro Siculo ("Bib1ioteca", 1 7 , 1 . 7 , 2 ) , " f u i l p r i m o a s c a g l i a r ed a l i an a v e l a l a n c i a ,e dopo averla confìccata nel terreno, saltando giù dalla nave, dichiarò di ricevere dagli dei I'Asia corne suolo conquistato con la lancia". Il re si fa rappresentare con 1o scudo di Achilie. Sul medaglione d'oro da Aboukir, a Baltimora, veste la corazza ornata da una Gigantomachía sul pettorale, con Atena sullo spallaccio destro; a sinistra imbraccia lo scudo, portando la lancia :r spalla:un Doriforo, corne il presunto Achille di Policleto che, nella recente lnrerpretazione della copia al Museo di Napoli, reca allo stessomodo lancia e scudo col braccio sinistro,restituendo un senso letterale al motto con clli Lisippo segnalavail proprio "naestro" nel capolavoro dell,antecessore.Nel dialogo di Cicerone ("Bruto",296) sulla retorica, Attico moderava l'entusiasmo dell'autore verso i discorsi di Crasso eAntonio: "come Lisippo diceva che per lui era stato il Doriforo di Policleto, così dici che per te è stata maestra l'orazione per la legge Servilia". Sl aggiunga la conferma dar frammenti di uno degli epigramrrri di Posidippo recuperati da un papiro dell,Uni versità di Milano, dove certe opere di policleto sono accostateall'Alessandro"delle mani lisippee". Leonetuafitto,ilisegnoili BertelThorualilsen agli TteriI monumento Suizzeyi cailutí in Fyancia nel 7792. Copenaghen, Thoyualilsen Museum ALESSANDRO ACHILLE A ILIO Forti legami coltivavaAlessandrocon Achille per ia discendenzadeila propria madre Olimpiade da Neottolemo, figlio dell'eroe, e la presagasimulazione del i l I 25 -|F In alto, a sinistra: Fonilamenta ilel Tempio ili Gioue Capitolino, tafo, 580-508, Roma, Palazzo Caffarellí Richiamando il simbolismo dello scudo del Pelide, quello di Alessandro concentra la descrizione omerlca ("Iliade", 18,483-485): Efesto "vi rappresentòla terra, il cielo. il mare. il sole instancabile e la luna nella sua pienezza,e tutte le stelle di cui il cielo s'incorona". Nel mezzo del1'usbergo del Macedone, 1afigura Gmminile è infatti Ecumene, la "Terra abitata". La sormontano la testa radiata di Apol1o Elio e quella di Artemide con la falce lunare. I1 tutto crrcondato dallo Zodtaco con le prime costellazioni, Ariete, Toro, Gemelli, Cancro fino al Leone, che segna la nascita del figlio di Fiiippo. L'atteggiamento del re accentua il carattere dei preccdenti ritratti, con la testa verso l'alto, gli occhi al cielo, i capelli spartiti nel fitezzo. E f immagine statuaria da cui deriva la tesra alla Galleria Borghese, di recente vaTorizzata nella s p e c i f ic a p u n t u a l i z z a z i o n e tra le icone del Macedone in Roma. ALESSANDRO E I CAVALIERI DEL GRANICO DAI SANTUARIO METELLO DI ZEUS TN OÍOÀ.IEI- PORTICO POI DI OTTAVIA DI IN CAMPO MARZIO Da quello che oggi è in Macedonia il parco archeologico dr Díon,il gruppo lisippeo fu portato a Roma per iniziativa di Quinto Cecilio Metello, dopo l'annientamento della rivolta di Andrisco,nel trionfo del 146 la collocazione evocava1o scenario voluto da Alessandro.I1 Campo Marzio era luogo di raduno dei Romani in armi, come il santuario dr Díon per t Macedoni. La PortimsMeteLliricordavale stoaíintorno al témenos di Zeus:uno dei due templi, di fronte ai quali furono distribuitele venriseifigure,eradedicatoa Giove Statore, "che arresta"la fuga dei militi, un "dio degli esercili". 26 Sopra: lscrizione ilel nome del coptista Sóp[atuos] sul plinto Cagnaferíta. Roma, Museo Barracco ilella Al centro: Cagnaferita, uno ilegli animali eseguiti da Lisipryto, 332322, per la cacciaili Alessaniú,0 e Crutero iledicata a Delfi, copia in marmo dí Paro,firmata da Soptatuo,cfuca700. Roma, Museo Bawacco In basso: Testa di Cagna tipto Bawacco, eopia ín marnxo, 120-140 d. C. Genoua Pegli, Museo Ciuico ili Archeologia Ligwe La costruzione fu terminata nel 131, quando Metello era censore: venne riedificata un secolo più tardi da Ottaviano come PorticusOctauide,innome della sorella (33-2,3\. I cavalieri di Lisippo vi furono ricomposti, nel resoconto diVelleio Patercolo("Storia romana", I,11 ,34): "questi è Metello Macedonico, che aveva innalzato i Portici che stavano intorno ai due templi dedicati senza iscrízione, che ora sono circondati dai Portici di Ottavia, e che portò dalla Macedonia questa torma di statue equestri che guardano la fronte dei templi, ancor oggi massimo ornamento del luogo". Segue la testimonianza di Plinio (34,64): "questa torma Metello, conquistata la Macedonia, la fece trasportare a Roma". Sopra, a sinistra: Arístotele, pieeolo busto iscritto, dal euirinale, disperso, ineisíone ìn Fuluio Orsíni, Imagines, Roma 7570 oru Sopra, a destra: Aristotele, testa su busto moderno, marmo ili Paro, 120-140 il.C,, già collezione Luilouisí. Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps Irr alto, a destra: Tor Millina, parte ilelpalazzo ilei MiIIini, douefu uista allafine ilel Quattrocento l'íscizione del Seleuco di Lisippo Scampatial saccodiAlarico del 411 d.C., "quelli che siedono sui cavalli da una parte e dall'altra" (rispetto all'entratanel Portico dal propileo meridionale, oggi in vista) vengono ricordati in sito dall'iscrizioneonoraria di Anicio Acilio Glabrione Fausto.orefetto della cittànel 429 e consolenel 438. Sintesi dell'eroico Alessandroattribuisceal passaggiodel Granico il valore di una vittoria panellenica(maggio 334).AdArene invia trecento scudi dei nemici: la fronte del Partenone ancor oggi reca i fori delle grappe cui furono affi- dati i trofei del1a nemesi per il sacrilegio consumato da Serse sull'Acropoli. Generose le onoranze per i caduti, come accadeall'inizio di ogni guerra: i parenti in Macedonia sono affrancati dal tributo. Lisippo viene incaricato di modellare le immagini dei nobili "compagni a cavallo", caduti nella carica decisa daAlessandro alla propria ala sinistra. Il re vuole apparire tra i suoi fedeli quùe primus inter pares,responsabile di una scelta che impone il cimento personale eI'azzardo della prima linea. Il latino turma, usato daVelleio Patercolo e da Plinio, che avevano pratica militare, indica nell'esercito romano l'unità tattica della cavalleria di trenta, poi trentadue elementi: traduce un'espressione greca, íle o úgema,rispondendo alf impatto visivo delIo squadrone comandato da Alessandro. A testimonianza restano i due oiccoli bronzi trovari a Ercolano nei 1761.reolic h e d i e t à a u g u s r e aq. u a n d o a b b i a m o v i s t o che 1'originale era stato risistemato nella Porticus Octauiae. Uno dei cavalli ci è giunto privo del conducente. Nel volgersi a sinistra sotto l'azione delle redini, suggerisce un combattente armato di lancia che si faceva spazio per colpire sulla destra. Il cavaliere superstite, nell'altro bronzo al Museo di Napoli, è Alessandro in persona nella mischia ai ferri corti. Governa la cavalcatura con la sinistra abbassata, mentre si gira a destra alzando la spada a colpire di fendente. Il tema era noto in figure di Arnazzoni sulla ceramica attica: con Alessandro entra nel racconto storico, conservando agli occhi dei contemporanei la valenza eroica, che sarà echeggiata per Pirro in una metopa di Taranto e per il romano Decio Mure alla battaglia di Sentino su un'urna etrusca. Cavaliere mirabilmente librato tra la realtà delle armi e la sintesi dell'eroico, tra il gesto del combattente e la sospensione simbolica: Lisippo ha reso tangibile nella veemenza dell'azione 1o spirito con cui il grovane re enffava in battaqlia. 27 LEONE CADUTO DA LAMPSACO AI GIARDINO DI AGRIPPA IN CAMPO MÀRZIO Da Lampsaco,colonia FocesenellaTioade,fu trasferito lton) di Lisippo, in Roma iL "Leone caduto" (peptokòs secondoStrabone("Geografia",13, 590):i1 quale,nativo di Amaseanel Ponto, avevadiretta conoscenzadel- Siamo in Campo Marzio, pressoIo StagnumAgrippae, bonifica delf impaludamento di un corso d'acqua,cui si aggiungeva1o scolo dell'AcquaVergineche alimentava le Tetme, inaugurate nel 12: in ta1 senso il Leone terminava la serie di "trecento statue di bronzo o di marmo", con cur Agrippa aveva decorato I'acquedotto (Plinio, 36, 121). Euripus è l'enfatica denominazione greca deiI'enrissario verso il Tevete, che riPeteva quella del tratto di mare tra 1aBeozia e l'isola di Eubea (Eúripos).llbosco è i. nemus impiantato da Agrippa tra la sponda del lago e 1o sboccodall'angolosudoccidentale: un giardino, poi invasodall'Odeon di Domrziano. A sinistra: Sezione ilel caliilaúo ilelle Terme di Agtippa' inaugurate nel 72, a noi ltervenute nellafotma ili successiuírcstauti' Roma, Via dell'Arco della Ciambella In basso, a sinistra: Rorna, Vicolo dell'Atleta, che Tnenile nome dal nel 1849, già Vicolo delle Palme yitrouamento ilell'Apoxyótnenos s, uersione ridotta in bronzo fitmata da FranIn alto: Apoxyórneno e col ntarchio ilella Jondeùa Íomand A' Rinalili' cescoMaricchitti 185 0-1 860. C ollezione Ptiu ata La vtcinanza all'Euripo ripeteva quella originaria aile acque dell'Ellesponto. In Campo Marzio abbiamo ricàrdato il Portico di Ottavia coi cavalieri Macedoni, confacente al luogo delle accolte militari: il Leone era parimenti un memoriale bellico voluto da Alessandro inirio dell'invasione. Dopo la battaglia del Granico, "lf gli abitanti della vicina Lampsaco, che avevano tenuto un comportamen[o favorevole ai Persiani, inviarono ad Alessandro il concittadino Anassimene' retore e poeta di successo,per conciliare il vincitore' Nacque 28 un progetto che incontrava la volontà di Alessandro d'inserirsi nella dialettica delle città. sreche. La tornba vuota La dedica che aveva accompagnato gli scudi degli orientali dopo la battaglia sul fiume, destinati come si è detto al Partenone, suonava: "Alessandro fìglio di Filippo e gli Elleni, eccetto i Lacedemoni, dai barbari che abitano I'Asia"; escludeva dalla gloria gli Spartani, che non avevano aderito alf impresa. e rammentava agli Ateniesi il crimine che quelli avevano consumato rn Lampsaco al termine della guerra del Peloponneso (405). Lisandro vi aveva ordinato l'uccisione di tremila A sinistra: Apoxyórnenos, Atleta "che si detetge,' con lo strigíle, copia in marmo pentelito, circa 50 il.C. Da Roma, Trasteuere, Città ilel Vaticano, Museo Pio Clementino In alto: Testa ilell'Apoxyómenos. Clementino Cíttà ilel Vaticano, Museo pio Ateniesi catturati alla foce degli Aígós potamoí,"fiumara della capra", sulla riva opposta dell'Ellesponto, quando egli si era impadronito del naviglio tiraro rn secco. Al disastro si era sottratta solo la squadra di Conone: il quale nel 394, tornando a condurre la lotta contro Sparta,bensì come navarco della flotta persiana, avrebbe annientato al largo di Cnido la precarra suprefl1aziamarittima dei Lacedemoni. Domina oggi al British Museum il Leone marmoreo che vigilava quel porto della Caria; restano in sito le rovine del monumento innalzato agli Ateniesi periti nello scontro vittorioso, tomba collettiva @olyúndrion) dei corpi recuperati e cenotafio dei marinai scomparsi tra i flutti. II Leone in bronzo di Lampsaco nacque per analogia e contrapposto al troGo di Cnido. Alle vittime di Egospotanl era stata negata da Lisandro la sepoltura:Alessandro, che avevariportato personalmente agliAteniesi le ceneri dei morti di Cheronea, sanavaora l'offesa agli insepolti. La nemesi celebrata da Conone a Cnido, rimaneva offuscata dal compromesso col dominio persiano. Questa volta il vincitore degli orientali interpretava agli occhi degli Elleni la solidarietà per i morti di Egospotami. 29 Sulla basedel Polidamantea Olimpia abbiamovisto il coperchio di un sarcofago(Roma, Musei Capitohni), con un felino dormiente entro un gruppo dl tlere destinateal circo.Notevole 1'efTettomonumentaledella belva uccisada Adriano in uno dei tondi che adornano l'Arco di Costantino: tramite per il Leone glacente di Antonio Canova sulla tomba di Clemente XIIi nel1abasilicadi San Pietro (1792).Ritorna al clima eroico della dedica di Alessandro,il Leone trafitto a guardia di un cumulo d'armi, memoriale degLiSvizzeri éadutralleTuileries (10 agosto 1'792)per fedeltà a Luigi XVi: dal modello creatoda BerteiThorvaldsenin Roma (cfr.imm. a pag.25,in basso),ia sculturafu eseguitada LucasAhorn nell'arenariadi una rupe a Lucerna (1821)' In alto: Vedutaaereadel Teatvoe dei Portici ilí Pompeo,Roma A sinistra: Prussilla, ilall'oqreradi Lísippo a Sicione,322-378, copia in manno i!í Paro, 120'140 il.C. Da Roma, Beilino, Staatlíche Museer, Antihensammlung, Pergamonnuseilln CAGNA FERITA DALLA CACCIA AI LEONE DI AIESSANDRO IN DELFI AI TEMPIO E CRATERO DI GIOVE CAPITOLINO I1 1948, alf inaugurazione del Museo Barracco nella cosiddetta Piccola Farnesina,la statua della Cagna ferita (cfr. imm. a pag.26) posava su un basso stlpporto' Entrata nella collezione del senatore Giovanni Barracco alla fìne dell'Ottocento, fu riconosciuta quale copia dal bronzo cui Plinio (34,38) aveva dedicato urnapagina d'intatta evidenza: "l'arte fu esaltataoltre ogni umano credere dal consenso degli ammiratori e dall'audacia degli artisti. A prova di quello che può I'amrnirazione, addurrò un esempio solo, e che non riguarda f imrnagine di un dro o di un essereLlmano- Ai miei tempi ho visto in Campidoglio, prima che tutto andasse bruciato nelf incendio appiccato dai seguaci di Vitellio [69 d.C.], nella cella di Giunone,la Cagna di bronzo che lambisce la propria ferita. L'eccezionale pregio della figura,la sua espressione indistinguibile dal ,r..o, non solo s'intendono dal fatto che era stata dedicata in quel luogo, bensì dalla cauzione che l'assicurava' Fu stabilito con pubblico decreto che i custodi ne rispondessero con la vita, poiché nessuna somma di denaro era parsa adeguata". Correntemente riferita a un originale di Lisippo, la Cagna Barracco fu oggetto di una specifica edizione' Ma una mattina che mi era fermato a osservarel'albore del marmo di Paro alla luce radente della finestra, vidi che vi erano incise lettere greche mai rilevate, la fìrma del copista Sópaltrol, che intorno al 105 lavorava per i Romani a Delfi. Insperata conferma della pertlnenza dell' ori ginale alla caccia di Alessandro avvenuta a Sidone ú,332: il gruppo in bronzo voluto nel santuario diApollo dal compagno Cratero (poi tra gli eredi del potere e più volte comittente di Lisippo), era opera di 30 A sinistra: Prcssilla, copia in marmo ili Paro, 1i0-140 d.C. Da VilIa Adriana, Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo aIIe Terme In basso, a sinistra: Prassilla, testapertínente alla statua esptostaal P etgamonmu seum. Berlino, Staatliche Mus een, Antibensammlung, Magazin In basso: Prassilla, riiluzione in bronzo, 140-160 d.C. Dall,Anatolia sudoeciilentale. Santa Batharu (Califomia), Museum oJArt Leocare per i protagonisti, di Lisippo per gli animali. Phrtarco ("Alessandro",40,4-5), che era stato sacerdote a Delfi, ne ha dato notrzía'.Alessandro "si ternprava sempre prù nelle operazioni militan e nelle cJCCe, anche esponcndosi ai pericoli, così che perfino un ambasciatore spartano, trovandosi vicino a iui che abbatteva un grosso leone, ebbe a dire: 'Alessandro, ma hai davvero berr corrrbattutto contro il leone oer la rcgalità ldell'Asia]'. Cratero dedicò quescacaccia i O.tfi, fatte rcalizzare immagini bronzee del leone, dei cani, dei re alle prese col leone e di lui stesso in atto di aiutarlo, delle quali le une modellò Lisippo, le altreLeocare". Plinio (34,64) cttall gruppo con l'attribuzione al solo Lisippo:"la cacciadi Alessandro che fu consacrata a Delfi" e vi si riferisce anche lodando il Sicionio "per i cani della caccia"(34,63). La Cagnadi Lisippo fu tra "le molte opere concentrate nell'(Jrbe dallaviolenza di Nerone" (Plinio, 34,84), precipuamentetra ibronzi sottratti a Delfi: il santuario "era destinatoa non sfuggireall'assolutamancanzadi riguardo di Nerone che depredòApollo di cinquecento statuedi bronzo,siadi uomini che di dei" (Pausania, 10,7,I).L'imperatore, chefu in Grecianel66 d.C.,era espressamente accusatodel capriccioso trafugamento di singole componenti da pur celebri compiessi:"gli Anfizioni avevanodedicato le starue di Scillide fche deteneva il primato di profondità nelle immersioni sottomarine] e di sua figlia [Idna], ma quesr'ukima andò ad accrescereil novero delle statueche Nerone portò via da Delfi" (Pausania, I0,19,2). 31 A fianco, a sinistra: Monumento a Fetnanilo Pessoa.Lisbona, Cffi "A Brasileiva" A fianco, a destra: Souate, ffiesco con iscrizíone, 60-90 il.C. Da Efeso, Case ilel Penilio. Selquk, Museo Archeologico In basso: Soctate, etfira cofl isctizíone, matmo, 760-180 il,C., già Roma, collezione Farnese. Napoli, Museo Archeologico Nazionale A pag. 33: Testa ili Socrate, copia in matmo di Paro, 60-90 d.C. Da Roma, Piazza Venezia. Roma, Museo Nazionale Romano Spirito di geornetria Conosciamo I'insieme gràzie a1 fregio su una base da Messene, di cui la parte principale è a1 Louvre. Due segugi di razza laconica precedono Alessandro: l'uno punta la fiera,l'altro è artigliato tra le zampe del leone. L'originale della Cagna Barracco doveva trovarsi a slrustra del riguardante, ferita presso un cacclatore accorrente' La nicchia che conserva a Delfi la dedica in versi, fa intendere che la scena si sviluppava su un'alta base.Da qui 1'esperimelto in mttseo di osservare la scuitura ponendo l'occhio aI7'altezzadel plinto, e così fotografarla: 1abestia pcrdeva i connotati della verità casuale e urtante, per rispondere a un progetto teorico.Vedevo proporzionarsi la zampa destra allungata e annullarsi ogni forzatura di dettaglio nelf iscrizione entro un segmento sferico. Questa anamorfosi, che si genera come un prodigio dalla corretta visione, rimanda di per sé alla geometria della scuoia di Sicione: a Lisippo porta il nesso delle membra davantr al corpo, I'equilibrio di un'espressioneche traduce simultaneamente più atti. Tema è ìo spasmo istantaneo che fa convergere la flessione della zarrrpa e Io sforzo del collo sul1a centralità della ferita a conclusione della curva di tutto r1 corpo, al culmine de1vuoto irnprigionato dalla composizione. Classicala struttura, 1o scheletro awertito sotto la tensione dei muscoli e la morbidezza della pelle:la testa ha una mossa autentica, senza confronti nell'animaìistica anti.ca, così da far riconoscere un'a1tra replica dal frammento del muso al Museo Civico di Archeologia Ligure (Genova Pegli). L'ininterrotta tensione tra la forma plasticae 1o spazio,definiscele massenell'esalto contorno, sposaun'inconsapevole natura al calcolo compositivo: elegantiae mnstantia,doti che Lisippo avevasaputo fondere, senzache i discepoli riuscisseroa imitarlo (Phruo,34,66). BUCEFALO DA UN GRUPPO EQUESTRE DI ALESSANDRO AI, FORO DI CESARE Senzaescluderele antecedentioccasioni di trasporto in Roma di bronzi lisippei per i citati trionfi sulla Macedonia(167 e 146),11gruppoequestrediAlessan- -)z dro, esaltato al centro del Foro di Cesare (inaugurato il 46) con la metamorfosi del cavaliere nel sembiante del Dittatore, può essere un dono di Cleopatra quando aveva lasciato Alessandria col piccolo Cesarione per raggiungere 1'amato nell'Urbe (47). ARISTOTELE Recenti attività di riordino e scavo nel Foro di Cesare hanno messo in luce il plinto marrî1oreo per 7'Equus Caesarisa ventisei metri dalla facciata del temoio di Venere Genitrice, parzialmente illustrato sr-rquesta r i v i s t a ( " F l J " , 1 . 4 , n . l , , g e n n a i o2 0 0 9 , p . 3 0 - 3 1 ) .L e p r o porzioni che si ricavano dalle tracce sono il doppio del naturale, iI che rende significativa 1'espressionedi Stazio ("Selve", 1, B.I-BB) sull'audacia del progetto lisippeo, e tanto più impressionante l'iperbole equestre di Domiziano sull'adiacente Foro Romano: "ceda il nasso il cavallo che sta nel Foro Cesareo di fronte al tènrpio della Dione fqui per una rara identificazrone con Afrodite] Latrna, che si dice che tu, Lisippo, osasti (ausws)per il signore di Pella, e presto portò I'immagine di Cesare, voltando stupito tl collo: a stento con occlrio stanco potresti percorrere l'aTtezza da cui lo sguardo di quel cavallo fcolossale di Domiziano] scende su questo. E chi potrebbe essere tanto incolto da non dire, vedendoli entrambi, che i cavalli si differenziano tanto quanto i loro reggitori?". Poiché Cesare guardava a settentrione verso il tempio, il volgersi del muso di Bucefàlo per anrmirare il colosso di Domiziano va inteso verso la propria sinisffa (come d'uso nei gruppi equestri per uomini in arml in direzione del Foro Romano. IJna statua di Aristotele fu dedicata in Atene da Alessandro, secondo I'iscrizione al Museo Nazionale Epigrafico di Atene, che commenta il ritratto (ora p.rdnto) su un'erma in marmo pentelico. Il frammento era murato in una casa non lontana dalla Biblioteca dr Adriano, al cui arredo l'erma apparteneva: "Alessandro innalzò [a statua de] il figlio dr Nicomaco, suprerro indagatore di ogni scietza,il divino (theîos)Aristorele". L'attributo di cui il discepolo gratificava il maestro vivente è indicativo dell'apoteosi dimostrata dallo stesso sovrano nelle proprie immagini ufficiali.Altri aspetti del1adedrca trovano sviluppo in diverse composizioni poetiche, lasciando intendere che quella prima immagine del filosofo rimase esemplare rispetto alle successiveelaborazioni di cui abbiamo notizia. Come queste peculiarrtà si esprimessero,si deduce da un epigramma di lampante chiarezza: "spirito (noús) e anima (psyché)di Aristotele, un'immagine sola" ("Antoiogia Greca", 16,330). La intellettuale e fisica del fi-losofo si eternavano in una sintesi, secondo la teoria dello Stagirita che distingueva il principio divino dalla sede della vita e delle sensazioni:visione coerente col procedimento di Lisippo quando esaltavaAlessandro. La vastità poliversa della dottrina, parimente enunciata dalla dedica, è risolta nel senso della bipolarità d'interessi terreni e celesti dall'anoninro autàre di un altro poemetto di un solo verso, che segnala lo sguardo abbassato:"misura la terra, questo Aristotele, e iusietne il polo stellato" ("Antologia Greca", 16,329). La poetica dei contrari si rinnova in Cristodoro ("Antologia Greca", 2, 1,6-22), che celebra le statue raccolte a Costantinopoli nel Ginrrasio detto Zeusippo, impianto termale voluto da Settimio Severo nella sua rifondazione dell'antica Bisanzio, arricchito da Costantino di splendido ornamento. Quando il poeta scriveva,al tempo diAnastasio I (491-518), il complesso era integro, con altre testimonianze riferibili a Lisippo. Tutto andò perduto nella rivolta de1 532. Cristodoro consacra all'Aristotele parole che partono dal gesto e dai tratti fisionomici, per assecondare la nobiltà dell'invenzione. Lo spunto iconografico salvato dall'erma ateniese - petto nudo col lembo del mantelio risvoltato sulla spalla sinistra - non è contraddetto dalla visione del filosofo stante: "Aristotele, principe di sapienza, in piedi, le mani giunte e intrecciate; e neppure nel muto bronzo teneva la mente inattiva, ma pareva che seguitassela meditazione, e le gote contratte rivelavano I'ansia dell'uomo contrastato da oppostr pensieri, e i volubrlr occhi indicavano tutta la poterTzadel suo ingegno". Riscoperta in Rorna IJn bustino di marmo completo del capo e accompagnato dal nome di Aristotele fu disegnato in Roma sul finire del Cinquecento, donde si è identifìcato il per- 33 A sinistra: SarcofagoconImprae ilí Ermle, marmo di Luni, círca160d,C. Roma, GalleriaCorsini Al centro: Sarcofagoa pilastú con Imprese ili Etcole, marmo di Luni, cfuca790 il.C. Dalla uia Cassia, km 12,500. Roma, Museo Nazionale Romano conImpreseili Ercole, marmo di In basso: SarcoJago Luni, cirea250 il.C., già collezioneLuilouisi. Roma, MuseoNazionaleRomano,PalazzoAltemps sonaggio in una serie sempre più rlcca di teste, derivate dall'onginale in bronzo. I1 Museo Nazionale Romano conserva quello della collezione Ludovisi tn Palazzo Altemps: volto asciutto e austero, appena recLinato nella presentazione frontale e concentrata, che trovava il fulcro nella congiunzione delle mani. Il realismo dei dettagli rivela una delle prime e più incisive prove di ritratto individuale, nata dall'impegno di rappresentare proprlo della l'inventore biografia, diffusa dalla scuola peripatetlca con un successo letterario senza trarnonto. Lisippo, che era vissuto col filosofo nel ritiro dr Mieza,aveva iniziato a praticare il genete storico nell'icona di Alessarrdro, dramnella rnúizzandolo colnmemorazionedei cadutial Granico,dovei dati personaliimrnortalavanoil contestoideologico dell'impresa panellenica.Battaglie,caccee la fondazionedi città dei sovrano. qualificavano la varia epifania 1'autonomia delriconosciuto Aristotele stesso aveva i limiti del1a forzate l'artista fìgurativo, la licenza dr natura obiettiva per un programma d'arte. e Lisippo era stato il primo a voler fare "g1i uondni non quali sono bensì come sembra che siano" (Plinio,34,65).I risultato dell'incontro tra i1 pensatore e l'artefice è quello appunto che avevano colto i poeti nell'Aristotele: la traslìgurazione degli elementi fisici in una totale esoressività. Il mento ampio e forte equilibra la massadella fronte e dà al profilo un allineamento severo,I'immagine dell'uomo determinato. La bocca ha le labbra tese,come per pronunciare un motto. Di qui Cristodoro induceva il significato delle guance contratte, come se Ia parola fosse al punto di risolvere un dilemnla interio- J+ re. Gli occhi poco aperti e infossati, contornati da palpebre spesse,palesanole veglie e la diuturna ricerca. L'onrbra che li immerge nella profonda arcata sopracciliare faceva spiccare alla luce 1'originaria policronúa degli smalti. Come per altri aspetti in Alessandro,il bronzista traeva partito da un'anomalia de1 soggetto per audaci metafore. L'ipertrofia della calotta cranica diventa eloquente proiezione del cervello pensantc. Sulla fronte i solchi dei sessantanniben portati rivelano I'attuale svolgersi del pensiero. I capelli, accuratamente pettinati in avanti a nascondere la stempiatura, s'irradiano dal1'occipite in sottili serpentine, morbido chiaroscuro che fonde la regolarità geometrica con I'atmosfera. Plinio dava tra l'altro a Lisippo il merito di aver molto innovato nel rappresentare la capigliatura, e ne abbiamo trovato esempi nella criniera di Alessandro e nelI'acconciatura di Eros. L'Aristotele si pone in continuità con rl Kairós, per la discesa delle ciocche sulla fronte, che in quel caso inauguravano ia progressiva afIèrmazione del concetto di momentaneità nella produzione di Lisippo collegata al sovrano.Il condottiero al Granico frenava la cavalcatura per assestareun fendente mortale; l'Alessandro con la lancia "sta per dire" a Zeis la propria pretesaal dominio terrestre(Asklepiídes, "Antologia greca", 16,120);l'Eros di Mindo veniva interrotto mentre liberava I'arco dalla corda. Aristotele nel ritratto intende pronunciarsi. gli altri diadochi. LJn Seleuco "re" sarebbetardo rispetto allabiografiadi Lisippo,che è diffìcile prolungarerispetto all'Eraclemeditante,di cui drremo,ínizrato dopo ll 314,e dichiarato"capolavoroprimo e insieme ultimo delle sue mani". La negazionedel valore documentario del titolo, conle fosseun'aggiunta erudita del Poliziano,cade all'esame della trascrizionesul codice della Biblioteca AoostolicaVaticana: vi è riprodotta l'epigraG antica (ora perduta) in simmetria assiale, con la tipica sperequazionetra la maggiore altezzadelle lettere nel primo rigo didascalico,rispetto al formato minore nella firma col verbo alf imoer{etto. È ragionàvoleun compromesso.L'aggiunta della qualifica regalenon sarebbemoderna,bensì del momento in cui l'opera d'arte grecaveniva presentataal pubblico romano.La definizione dí basileú.s non precisava1o stato in cui il ritratto era stato comnrissionato,bensì venivainseritaper garantirein Roma la riconoscibilità del personaggio.Si salvadunque la possibilitàdi riferire la partecipazionedi Lisippo alle vicende seguitealla scomparsadiAlessandro (giugno 323), quando Seleuco ancoranon si fregiavadel titolo di basileús, ma aveva ereditatola caricadr chílíarchos, che era statadi Efestione e di Perdicca,ottenendo la satrapiadi Babilonia nell'accordodi Tîiparadiso (321-320). SELEUCO I DI SIRIA IN CAMPO MARZIO lJn'iscrizione trovataa Roma fu ricopiata dal Poliziano (Angelo Ambrogini da Montepulciano, "Miscellanea", 1489): Séleukos basileús / L!,sippos e p o í e i ," S e l e u c o r e , Lisippo eseguiva";era su "una sorta di base marmorea", pertinente a una statua. Il lavoro degli storici sulla data di assunzione della basileía da parte di SeleucoNicatore, figlio di Antt oco, hetaîros,"compagno", di Alessandro,ha portato alla conclusioneche, pur nei confronti der sudditi delle satrapie orientali, ciò è avvenuto solonel 306-305, ln concomlta'fza con In alto, a sinistra: Ercole e Cerberc, fianco destro del sarcofago eon Imprese ili Ercole. Roma, Galleria Corsiní A sinistra: Ereole e Cerbero, pannello centuale dì sareofago strigilato, marmo ili Luni, circa 180 d.C. Da Roma, Píazzale ilel Verano. Roma, Musei Capitolini, Palazzo ilei Conseruatoú In alto: Cristo porta Ailamofuori dall'Inferno, pannello ilella Ttorta in bronzo, ogterailí Teoiloro e ilelJonilitore Staarachio, Costantinopoli 1070. Roma, Basíliea di San Paolo La provenienza orientale del Seleuco di Lisippo è comunque coerente con la ricognizione asiana di Agrippa nel 15, che portò al trasferimento del Leone di Lampsaco. Soccorre il dato topografico: nelle parole del Poliziano, I'epigrafe apparla riadoperata come materiale edilizio ne1la dimora dei Millini, di cui resta laTor Millina, presso prazza Navona (foto a pag.27)Lavtctnanza all'atea del Campo Malrzio,organtzzata da Agrippa, associa la statua a quella collezione lisippea, comprendente il Leone di Lampsaco e7'Apoxyómenos, dei quale direrno, secondo le convergenti notizle degli In alto: Veilufa aereadel Campidoglio, Roma scrittori antichi. A sinistra: Eracle meilitante in ascolto dí Ofeo, cfuconilatoilalle Muse, ffiesco, 40 d'C, eirca,Pompeí, Casa ili Epiilio Sabino APOXYOMENOS DAVANTI La possibilitàdi contemplareI'opera di Lisippo attraverso il ritratto di Seleuco,sulle monete e nel busto in bronzo dallaVilla dei Papiri di Ercolano,viene pregrudicatadall'etàdel personaggioeffigiato,più che settantenne: traguardo troppo avaîzato per entrare nella produzione del nostro,dato che Seleucoera nato nel 358-357:per aver eseguitostatuedi Seleuco(ucciso neI28L-280), sono ricordati inoltre gli ateniesiBriasside e Aristodemo. Quest'ultimo è noto per averripetuto un eserciziolisippeo sull'Esopo,trasmessoda un altro bronzo al Museo di Napoli: la potente strutturadi un Seleuco riferito ad Aristodemo continuerebbela ricercalisippeache andavadal1afisionomradell'Agone alla chioma dell'Apoxyómenos. 36 ALLE TERME DI AGRIPPA IN CAMPO MARZIO All'inaugurazione delle Terme ne| I2, Agrippa pose all'entrata un'opeta plasmata da Lisippo al suo ritorno in Sicione (322-318):fortunata nella fama tradizionale e nella riscoperta moderna, fino a diventare embietnatica delf inizio della maniera nell'arte greca. La più nota copia marmorea dell'Atleta che si deterge con 1o strigile (alVaticano, Museo Pio Clementino) fu rinvenuta il 1849 in Trastevere (vicolo delle Palme, quindi vicolo dell'Atleta) pronta all'imbarco srrl fiume con due bronzi: il Cavallo e la metà posteriore di un grande Toro (Musei Capitolini); mancata spedizione a Costantinopoli, di cui possiamo indurre la data. L'Atleta mostra sul braccio sinistro traccia dell'incendio che fece crollare I'anrbiente nel quale le sculture erano accantonate: ma arrivò nella Nuova Roma d'oriente la sezione anteriore di quel Toro, colossale protome che airdò a denominare rl ForunrTauri,itatgurato daTcodosio I nel 393 della nostra era. L'originale dell'Atleta in bronzo è ricordato da Plinio (34,62) nel catalogo di Lisippo, sia con la denominazione ellenica Apoxyómenos,siacon la traduzione latina destringensse, "che si deterge" (cfr. foto a pag'29). La sistemazione nell'IJrbe diede luogo a un episodio significativo del dissenso verso 1'autorltà imperiale: Lisippo, "di arte assaifeconda, fece più opere di ogni altro, come abbiamo detto, tra le quali quello che si deterge, che Marco Agrippa dedicò davanti alle sue Terme, straordinariamente gradito all'imperatore Trberio. Per quanto capace di dominarsi aif inizio dei principato, Tiberio non seppe controllarsi davanti a quello, e se lo portò in camera (cubiculm),sostituendolo con un'altra statua: quando però fu tale I'opposizione del popolo romano, che in teatro si reclamò a gran voce che l'Apoxyómenos venisse restituito (Apoxyomenln restitui).E I'imperatore, benché tanto I'amasse,1o rimise al suo posto". Dorninio dello spazio lJn secolo e rnezzo di critica non ha esaurito ia lettura di un'opera innovativa per I'apparente casualità del contenuto umano, gli effetti dt forza e movimento, ìo srepitoso dominio del1o spaz i o , t a l e d a s u s c i t a r ei n ogni generazione di studiosi nuove riflessioni sulla capacità espressivadell'autore al vertice della produzione ellenica. All'occasione della mostra "Lisippo, L'arte e la fortuna" del 1995,ll Laboratorio di restauro dei MuseiVaticani, per iniziativa di Carlo Pietrangeli, prowide a smontare la ricomposizione ottocentesca degli arti nella copia, riassestandol'insieme con materiali e procedimenti aggiornati. Ripulito dalle pesanti tracce di olio, sapone e gesso,lasciate dai calchi richiesti per la fanra del pezzo, I'Apoxyómenos dominava con la sua potenziale rotazione il vano centrale del Palazzo delle Esposizioni, sotto la cupola di Pio Piacentini, nell'allestimento dell'architetto Maurizio Di Puolo: così I'originale in bronzo aveva nobilitato le rerme di Agrippa, che oggi afiìorano in via dell'Arco della Ciambella. Il rnaggior peso cade sulla gamba sinistra, mentre la destra è scartatalateralmente e alf indietro: solo la oarte anteriore del piede poggia al suolo e il rallone èiollevato. I1 fianco libero è portato avanti, e la mossa si accentua fino alla memorabile proiezione del braccio destro: venendo incontro all'azione dello strigile, impugnato dalla sinistra, I'arto è oggetto di una varia attività muscolare, che ne sostiene la torsione nello spazio senza cesure fino alla mano. l1 braccio sinistro esercita maggiore sforzo, dal lato della gamba poftante, secondo il criterio antitetico. Piegato davanti al busto, serra 1o strrlmento che tocca a sua volta il braccio, segnando così un piano trasversale.Con una complessa rotazione la testa è reclinata e girata a destra. La visione frontale è sufficiente alla comprensione del gesto di ripulirsi dall'olio, dalla sabbia e dal sudore dopo la gara: si ha il senso che il giovane, nelf istintiva oscillazione, sviluppi I'atto nella contingenza reale. Le vedute laterali offrono impressioni tra loro opposre, introducendo uno degli aspetti inquietanti dell'ultima produzione dell'artista: la partizione delle forze secondo I'asse verticale è ormai elaborata in funzione della polivalenza dei contenuti.Vista da sinistra,la statua del Vaticano mostra la gamba allineata col busto, per cui I'insieme risulta statico e solenne. Da destra, la flessione della gamba, 1'avanzamento del braccio e il girare del capo trasmettono irrequietezza. La riduzione nell'apertura delle palpebre e I'ombra da cui affiora il globo trasmettono smarrimento, come risultato della fatica affrontata.. una nota umana nell'eroico, la fine del sogno di Alessandro. ,,degli In alto, a sinistra: Eracle meilitante, legenila HerakTeion, Eracleioti", rouescío, aureo ilí Etaclea ili Lueania, 280. parigí, Bihliothèque N ationale, C abinet iles Méilailles In alto: Eracle meilitante, riiluzione in marmo tlal colossodi Lisíppo a Tatanto. Da Ratiaúa, cfuca200 d.C. Già Vidín (Bulgaria), Museo PRASSILLA DA SICIONE AT TEATRO DI SCAI.IRO POI AL TEATRO DI POMPEO IN CAMPO MARZIO Se il trasporto da Sicione a Roma del Puledro nell'ambito del programma decorativodi Scauroemerge da un ragionamento induttivo sugli esordi di Lisippo, la presenzadella statuadi Prassilla, poetessadi Sicione (foto a1lepagg.30-31),nel teatro innalzatodal censore nel 58 è accertatacome frutto della maturità dell'artista al suo ritorno nella città d'origine (322-318). Quando la prowisoria struttura di spettacolonell'(Jrbe fu smontata,le sculturepassaronoall'ornamento del teatro in muratura innalzato da Pompeo nella stessa 37 area (55):la Roma attuale ne conserva i ruderi sepolti e l'impronta con l'andamento delle strade adiacenti e i1 semicerchio di piazza dei Satiri. Poco dopo si completavano i Portici con la Curia Pompeiana,là dove sarebbe stato pugnalato Cesare. Nel 52 a coronanento del complesso fu inaugurato il tempio di Venere (palazzo Orsini, su campo dei Fiori):il culto della dea giustificava le immagini di etere, che saranno deprecate insieme alla Prassilla dal misoginismo di Taziano, apologeta del cristianesimo. Antipatro di Tessalonica ("Antologia Greca", 9, 26), al tempo di Augusto, apre nel nome di Prassillaun canone di nove poetesse,attingendo a1lasfilata di statuaria Eraclc medítante, testa ilella riilazíone in mavmo ili Pavo dal colossodi comissíonata ila Fabío Massimo, 209-208. Taranto, Museo Nazionale classicaed ellenisticanel teatro di Pomoeo.La concretezza del7avisione scaturiscedall'aggetiivo dimostrativo, tipico inizio degli epigrammi dedicatia opere d'arte: "queste ltósde,che qui vedi in effìge] donne dai divini accenti,I'Elicona e la rupe macedonedi Pieria 38 le nutrirono di canti:Prassilla;Miró;le labbra di Anite; Saffo,l'Omero donna,onore delle Lesbieda1lachioma inanellata;Erinna;Telesillainsigne;e anchete Corinna, che hai cantato l'impetuoso scudo di Atena; Nosside dalla voce delicata e la dolcesonanteMirtide, tutte laboriose creatrici di pagine perenni. Nove le Muse generate da lJrano, nove queste che Gea generò ai mortali, imperitura Ietizia" . L'attribuzione della Prassillaè dichiarata da Taziano ("Discorsoai Greci",33),che raccoglieotto dellenove poetessedi Antipatro, e altre ne assommacon etere o persone,a suo arbitrio, di dubbia moralità, per denigrare gli artisti che avevanocostruito la loro fama str tali soggetti: " Lisippo forgio in bronzo (echalkoúrgeserz) Prassilla,che nulla di utile ha detto attraverso le suepoesre". Lasciando il proprio norne al verso praxílleion,lapoetessalirica era vissuta intorno al 450, autrice di inni e di p o p o l a r i s k ó l i a .r e c i t a t i i n s e q u e n z a r^; ^.*r-^;^^-,; ^l convivio. A distanza di tempo, I'evocazione in Sicione della gloria cittadina mediante la statua rientra nei progetti del secondo tiranno di nome Eufrone, quando le città greche, morto Alessandro, si oppongono al controllo macedone. Lisippo ricostruisce I'icona di una personalità che gli era congcnialc nclla sfera dionisiaca, cornprensiva in Sicione della cultura teatrale cor-rla farsa dei Fliaci. Riandando alla propria formazione mistica. e al Dioniso da lui collocato sr-rll'Elicona,plasmava la poetessa all'atto di esprimere la "divina l11ania".Piinio (34,63 e 67), che chiama sectatl tiaso artistico di figli, allievi ed epigoni di Lisippo, parla della Prassilla corne "flautista ebra" (temulentatibicina),tra i massirni raggiungimenti del maestro: /ióicína è \a suonatrice di tibia, in greco auletrís da ault5s;il singolare (aulós, tibia) vale indifferenternente per il doppio flauto (auloí, tibiae), più frequente nell'uso e nelf iconografia, come nel nostro caso.I flauti accom Lisiytpto, probahilmente pagnavano il ditirarnbo, canto corale Archeologico in onore di Dioniso, nella cui storia i Greci distinguevano una fase orale di origine frigia,la sistemazione 1etteraria in età.arcaica e il rinnovamento in cui Prassilla era intervenuta curando la preminenza della musica. Di lei si ricordavano composizioni che esaltavano il vino (paroínia):in Plinio temulentusindica l'abbandono estatico dei vaticinanti e la consesuente esaltazione. Pochi anni dopo la pubblicazionedella "Storra naturale", nell'ultimo libro degli "Epigrammi" di Marziale (I4,63 @ 6a],1) troviamotra i doni convivialiil titoIo Tibiae.Yi appareun'ebriatíbícina,vivente e ironico "ebra con le gote sudate corrispettivo della temulenta: la tibicina ci rompe, ora ha le tibie in coppia,ora la singola canna". Ricongiunzione Alla riprovazione della Prassilla da parte diTaziano concorreva l'inquietante immagine, quale ci viene offerta da un bronzetto di provenienza anatolica (Santa Barbara Museum of Art, California): figura tortile che, nello squilibrio della mossa, palesa la libertà orgiastica, in sequenza evolutiva rispetto alla danza del Satiro in estasi di Prassitele(circa 360, originale aMazara delVallo) e della Menade di Scopa (355-350, replica a Dresda). Da Roma viene la copia marmorea del1a Prassiila al Pergamonmuseum di Berlino, dove la flautista sta per liberarsi di un sandalo; recentemente è stata dimostrata da Rita Cittadini la pertinenza alla statua di una testa che si trovava, non amrressa come tale, nei depositi degli stessiMusei di Berlino. Al contempo la studiosa ha identificato il disegno (completo della testa) della cosiddetta Menade Pamphilj, ritenura dispersa,col torso deila Prassilla superstite a Francoforte (Liebighaus). L'esemplare da Villa Adriana, al Museo Nazionale Romano, conserva la flessione del braccio destro che innalzava la spirale delf intera figura, secondo la testim.onianza della statuetta a Santa Monica. SOCRATE NEL POMPEÎON DI ATENE Diogene Laerzio ("Vite dei Filosofì",2, 43) riferisce che ad Atene era stata posta una statua di Socrate, opera di Lisippo , nel Pompeîore. L'edificio, tra le Porre Sacre e 11Dípylon, prendeva nome da pompé, "processione", perché vi si organizzavarto i cortei per determinate feste religiose. L'immagine è datata poco dopo (euthys) Ia morte di Socrate (marzo 399), come risultato de11a volontà popolare di redimere la memoria del filosofo condannato. Evidente 1'anacronismo: Lisippo allora non era nato. Si salvano tuttavia nel testo, come realtà indipendenti, entrambi gli elementi storici confusi nel racconto: l'iniziativa per una prima statua onoraria di Socrate, a non molta distanza dalla condanna. e la oresenza nel Pompeiondel più tardo bronzo lisippeo. A testimomanza della sollecita riabfitazione, conosciamo effeffivamente da copie un primo trpo del ritratto di Socrate. Genio della rnaniera Il bronzo nel Pompeîonfu commissionato a Lisippo da Demetrio del Falero, autore di "Dialoghi socratici" e di una "Apologia di Socrate", in quella molteplicità di Poliilamante, testa, bronzo dí Lisipryro,eirca 338, Dalle Terme dí C o s t a n t i n o , R o m a , M u s e o Nazíonale Romano. Palazzo Massimo alle Terme approcci culturali che è il genio della maniera (circa 317). Durante I'assedio di Silla nell'86 il complesso andò bruciato, il che ha influito in età imperiale sulla confusione di Tertulliano ("Apologetico", 14, 8) che parlava della statua "dorata" di Lisippo in un "tempio", e sull'imprecisione cronologica che abbiamo rilevato in Diogene Laerzio né sappiamo se il bronzo lisippeo fosse stato replicato prima della guerra mitridatica, o recuperato dopo 1a caduta di Atene. Nello spazio del fruitore La fase classica del Pompeîoí conserva elementi di un'unica base allungata, all'interno del propileo, per un Socrate seduto, in rapporto simbolico con la panchina che correva lungo la parete meridionale de7Pompeîon: ambiguità nel vissuto dei contemporanei, come più tardi i Giganti sulla gradinata dell'Altare di Pergamo, e oggi il popolare bronzo di Fernando Pessoaal tavolo del caflè "A Brasileira" in Lisbona (foto apag.32). ljn affresco dalle Case del Pendio di Efeso. nel orimo secolo delf impero, riproduce il bronzo del Pompeion, accompagnato dalf iscrizione L!,sippos. Nella figura assisain obliquo c'è la sintesi di precedenti creazioni del maestro: Polidamante sul leone ucciso, che abbiamo visto nel rilievo di Olimpia,l'Ermete seduto e il Dioniso dell'Elicona. Rivolto all'entrata, il viso risultava in luce, come nel dipinto. Il mantello a'"'volgeil corpo fin sotto il petto e gira dietro, coprendo parte della 39 spalla sinistra: il panneggio si riconosce nell'erma con ritratto di Socrate (foto a pag.32) del cosiddetto secondo tipo, a1 Museo Nazionale di Napoli (già a Roma anch'essa,nella collezione Farnese). L'andamento sghembo della barba conferma che il filosofo era colto nel momento di volgersi, secondo 1o spirito riconosciuto nel Pusile delle Terme e nell'Eros di Mindo. Calco in resina ilalla testd in marmo ilí Paro ilell'Eracle meilítante, ríportato alla scala ilel colossodi Lisippo. Taranto, Museo Nazionale Archeologico Le analogiecon 1'ermaconsentonodi estendere1'attribuzione dalia rara testimonianzaoittorica delf intera figura all'abbondantetradizione icultorea della sola testa.Rimangono in Roma le due copie ai Musei Capitoliru, l'unaAlbani ne1PalazzoNuovo, l'altra ai Conservatori, e due al Museo NazionaleRomano. Sul fusto de1l'ermadi Napoli sono incisele parole che Socrateavevapronunciato in accettazionedella morte: "non oggi per la prima volta, ma semprefui tale che a nulla di ciò che mi riguardasono solito piegarela mra volontà,senon allaragione che ragionandomi sembra rnigliore" (Platone,"Critone", 46 b). Pur senzadidascalie,il messaggiodi Lisippo viveva nelf immediatezza del gesto;col bastonedi traverso,Socratecontinua40 va a inquietare il passaggio degli Ateniesi, come un tempo li aveva fermati ponendo loro le domande che portano alla filosofia. IMPRESE DI ERACLE DA ALIZTA Ultima commissione di Cassandro a Lisippo furono neI31"4le Imprese di Eracle per il santuario dell'eroe nel porto di Alizia. Agli Acarnani, che conservavano in età classicauno statuto tribale, il Macedone impose di costituirsi rn città murate, per le operazioni contro 1a lega degli Etoli. La notrzra del trasporto a Roma viene da Strabone ("Geografia" ,10,459): " A\zia dista dal mare quindici stadi; presso la città c'è un porto sacro a Eracle e un santuario dal quale uno dei condottieri trasportò a Roma le Imprese di Eracle, opere di Lisippo che giacevano fuori posto in abbandono". La lontananza nel tempo con la vaga evocazione di un comandante (hegemón)è tanto più indicativa se la rapportrarno ad Artemidoro di Efeso (attuale nei nostri rnedia per la discussapaternità del papiro geografico, in deposito al Museo Egizio di Torino) che scriveva intorno al 100, fonte di Strabone per il territorio che questi non àveva v1s1tato. Promotore della traslazione dei bronzi fu Lucio Qninzio Flaminino, responsabile della flotta al fianco de1pitì famoso fratello Tito. Dopo che questi aveva vinto FilippoV di Macedonia a Cinoscefale,l'estatedel 197, Lucio stabilì accordi con gli Acarnani, ottenendo il controllo deli'isola di Leucade, che fronteggia Alizia. L'aver descritto I'asportazione del ciclo come recupero dall'incuria, anziché bottino bellico, rientra nella visione filoromana che Strabone non nascondeva nelle sue "Memorie storiche" (per noi perdute), che continuavano l'opera di Polibio, dopo la distruzione di Corinto, di cui si è detto. Il 194 Lucio organizzò 1l ritorno dell'armata, e il complesso bronzeo fu certo esibito nel trionfo del fratello per 1'alto significato del soggetto nel rituale della vittoria. Le parole di Strabone furono profetiche, poiché la nuova collocazione consentì la perenne fortuna del monumento. Il primo riflesso è rn un epigramma di Archia: il poeta era giunto in Italia nel 102, entrando nella cerchia di Cicerone che l'avrebbe difeso al orocessodel 62. Poema figurativo Direttamente ispirati alla sequenza del Sicionio sono in età imperiale i sarcofagi di ofIìcina urbana a fregio continuo decorati con 1eimprese di Ercole, di cui sono esposti nei musei di Roma importanti esemplari (foto a pag. 34): altri, parimenti provenienti da Roma, sono in diverse collezioni italiane ed eurooee. tornare alla staticità accanto all'albero delle Esoeridi. attraverso ogni espressionedi movimento e di cÀntesa. Senza il ciclo di Alizia, non solo l'arte ellenistica sarebbe stata altra da quella che sappiamo:né Michelangelo avrebbe risc op erto, attraverso le riproduzioni dec orative di età romana, quei ritmi decisivi che Lisrppo aveva imposto alle dodici stazioni, e che la maniera moderna avrebbe portato alla fortuna di un genere universale. Da qui all'eternità Il sarcofago Corsini conserva la cattura di Cerbero sul fianco destro della cassa:l'eroe risale dal mondo dei morti portando con il mostro alla catena. Il mito transita dal politeismo al cristianesimo con un'affinità di concetti più profonda di quanto non venga comunemente awertita: Eracle era stato vincitore nella lotta con Thónatos (personificazione maschile della rnorte), facendo tornare Alceste dall'Ade. L'iconografia delI'awentura con Cerbero illustra un prodigio del "Vangelo di Nicodemo":dopo la sepoltura e prima di riapparire tra gli uomini, il Cristo scende tra i morri per salvare con Adamo i gir.rstiscomparsi prima della divina íncarnazione. I1 momento espresso da núniature e mosaici è quel1o in cui il trionfaiore sulla morte risale portando per mano il primo Llomo, e si volge a lui nella stessaguisa con cui ii figlio di Zeus traeva Cerbero dall'Ade:1o testimonia in Rorna un pannello della porta in bronzo di Santa Sabina nel 1070 (foto a pag.35). Eracle meilítante, úduzíone in bronzo, peiano, già collezione Santangelo 70d.c. Dall'agro pom- Capostipite della serie, negli anru di Antoino Pio, è il sarcofago a Palazzo Corsini, eroso dall'uso secolare c()n1e vasca di fontana, ma fedele nella scansione dei gruppi, nella snellezza dei corpi, nella vitalità delle azioni. Tra i pitì tardi quello Ludovisi al Museo Nazionale Rornano (palazzo Altemps) dove la molteplice apparizione dell'eroe si mischia agli antagonisti in un nesso inestricabile, orrnai lontano dal comporre sicionio (240-250 d.C.). Caso particolare il sarcofago ad archetti dalla via Cassia(Museo Nazionale Romano) - eseguito in marmo di Luni a conGrma della produzione urbana dove la struttura architettonica irnita rnodelli asiatici, rìrentre la figurazione delle fatiche di Ercole è fedele al modello lisippeo che era sotto gli occhi dei mannorari di Roma:l'enfasi del particolare espressivo,propria della svolta nel gusto al tempo di Càmmodó (cìrca t90 d.C-), restituisce l'antologia dei gesti e degli attributi, alienati dalle proporzioru lisippee. Simmetrie e rispondenze ricorrenti tra le printe e Ie ultime scene rivelano 1'originaria disposizione dei bronzi in cerchio, che incalzava lo spettatore con inesauribili combinazioni di schemi statuari già sperimentati dal maestro, e d'impreviste trovate: poema figurativo in dodici strofe, dove i1 semidio parte da fermo nella figura che domina il Leone abbattuto, per ERACLEVINTO In relazionealle imprese di Eracle,che nella produzione di Lisippo precedevanoil viaggio in occidenre,veniva contemplatain Roma la melanconiadi un Eracleassiso, disarmato e vinto da Eros,preludio a quello rneditante che vedremoportato daTarantosul Campidogho. Gemino, consolenel 18 d.C., vede in Roma f insoLito so€J€letto ("Antologia Greca",16, 103):"Eracle,dov'è la tua grande clavao il manto Nemeio e la faretrapiena di saette?Dove il terribile sdegno?PerchéLisippo ti plasmò cosìabbattutoe infuse al bronzo I'aflizione (odi,ne)? Soffri spogliato delle tue armi, ma chi ti rovinò? - L'alato Eros,un'impresarealmencedura" (foto da pag.36 a 41). Fihppo diTessalonica(che abbiamoincontrato trattando del Puledro di Lisippo) awerte nel mito la successione temporaletra le impresecanonichee I'awentura d'amore con Onfale, regina di f idia, che sottraeal protagonistail suo corredo eroico.E i'estremo affronto nella persecuzionedell'eroe da parte della sposadi Zeus ("Antologia Greca",16,1,04):"questo certo per ultimo ancoravolevaEra dopo tutte le fatiche,vedere il coraggiosoEracle spogliatodelle armi. Dov'è I'ammanto di pelle leonina, e il dardo sibilantesulle spalle, e la clavadal piede pesanteche abbattele {ìere?Di tutto Eros ti ha spogliatoe non è stranose dopo averfatto di Zeus un Cigno ha privatoEracledellearrni". 4I Come i1 Puledro e l'Eracle meditante diTaranto, anche i'Eracle vittima di Eros fu tra i bronzi portati da Roma a Costantinopoli, e qui distrutti o sottratti dai crociati nel 1204. La vicenda è corroborata dalla trascrizione dell'epigramma di Gemino su una base di marmo (ora irreperibile), che fu esaminata aYenezia da Jacques Spon nel 1685 presso llpalazzo degliErizzi- COLOSSO DI ERACLE MEDITANTE DALL'ACROPOLI DI TARANTO ALL'AREA CAPITOIf,NA L'ultimo bronzo noto nella lunga operosità del maestro, I'Eracle di Taranto, è i1 primo tra quelli di cui conosciamo il trasporto a Roma, rimasto ineguagliato per imporretrza)contenuto etico e perenrutà della fama. Durante la seconda guerra punica, quando Quinto Fabio Massimo tolse Taranto ad Annibale (209), lasciò sul1'Agorà l'altro colosso di Lisippo,lo Zeus folgorante alto quaranta cubiti, forse per f impossibilità di rimuoverlo (Plinio, 34,40), comunque per la diffìcoltà a introdurre nel pomerium, sacro linrite dell'lJrbe, una divinità straniera in atto guerresco. Decise invece di trasferire 1'umana passione dell'Eracle che nei 208, celebrato il trionfo, dedicò sul Campidoglio in vista del Foro. Si rinnovava così 1'originaria collocazione sull'Acropoli di Taranto, dove Annibale non era potuto entrare quando occupava Ia póIk, e dove il nume aveva contlnuato a ricevere onori da1 presidio romano e dagli aristocratici tarantini favorevoli ai Quiriti. Strabone usa il termine anúthemaper f iniziativa di Fabio, poiché era l'offerta rituale di un'immagine di Ercole, nella formula che abbiamo ricordato a proposito di altri reduci gloriosi, Lucio Mummio con I'EracleVincitore, e i fratelli Lucio e Tito Quinzio Flaminino con le Imprese dell'eroe. Fortuna del caPolavoro Tra gli echi ellemstici prodotti dal colosso quando dominava I'importante scalo italiota, il Museo Gregoriano Egizio al Vaticano conserva una riproduzione mrniaturistica in bronzo che ornava la testa di un ago crinale, diffuso ornamento nel1a moda alessandrina. L' tnrziatíva del Temp o re ggiatore deter mrnò una nu ova catena di continuità iconografica. A Taranto, comnrissionata da Fabio, rimase una copia a scala naturale: la testa al Museo Nazionale di Taranto mostra la ttaccia della mano sotto il mento, il collo girato a sinistra, i tratti del volto affaticato e la riccia chioma. Questa versione in marmo pario avrebbe garantito la permanerrza de1 culto nella Colonia maritima I'Jeptunia, impiantata ll122 presso l'abitato greco, quando ne fu dedicata I'ulteriore replica di cui vediamo la base in oietra tenera al Museo della città bimare. ba Roma il modello si moltiplica nei bronzetti, tra i quali un esemplare,già nelia collezione Santangelo, era 42 Giona, tiTtoErade meilitante,affresco,340 d'C' cfuca.Roma, Catacomhailella Via Latina anteriore all'eruzione vesuviana del 79 d.C', provenendo da1l'agropompeiano.Del1aportataformale delI'Eracle, il campione più persuasivoè di età severiana (trafugato,già al Museo diVidin): veniva dal campo militare dt Ratiaria (Arcar sul Danubio). Nel finale di Lisippo scompare ogni elemento di pttcevolezza.La massamuscolare e il volume piramidale esprimono sovrumanapotenza.Dal largo impianto delle gambe, parallelismre convergenzescandisconola trronumentaie geometria,che cuhnina nella testapensosa-Estrema evoluzionedal Pugile delleTerme,il blocco si apriva con 1o sguardolontanantesopragli attoniti devoti. Anteriore al trasportodell'originalea Costantinopohè la derivazionecome Giona corrucciato in un affresco della Catacomba dellaVia Latina (foto in aito): tramrte preliminare alla fortuna medievalee moderna di questa iconograÉalisippea,che tornerà in occidentepiuttosto attraversole rielaborazioni bizantine come Adamo, EIia, San Giuseppe e San Giovanni Evangelista,nate a loro voita dalla visione del bronzo nell'Ippodromo delia Nuova Roma. Scrittori btzantiri ci offiono i dati per calcolareI'aftezza del gigante assiso,circa cinque metri. Niceta di Coma ("Storia,Statuedi Costantinopoli",5), che l'avevaancora amrrriratodi persona,prima che venissedistrutto dagl'invasorilarini il 1204,pur scrivendoerronearnenteLysímachosperLfsippos,Lodichiarava"capolavoroprimo e insieme ultimo (pr6tonhúmakaì h!*aton) delle suemani". Petronio ("Satirico", 88, 5) narra che Lisippo si era spentoper avertrascuratodi nutrirsi, mentre si dedicava alla fìnitura della suaultima statua.La critica antica vide qualcosadi autobiograficonel viso scavatodell'eroe: i'infaticabile liberatore perpetuavanel colossoil travagliodell'artista. MUSEI DELLA CITTA LTSIPPO OGGI A ROMA BIBLIOTECA APO STOLICA VATICANA MEDAGLIERE Monetadi Nicea,rovescio, Erosdi Tespie CATACOMBA DELLA VIA LATINA CUBICOLO A GALLERIA GEOGRAFICA Socrate, testa su erma moderna LOGGIA SCOPERIA Rilievo,ErcoleVincitorecon altredivinità MUSEO GREGORIANO EGTZTO Eracle meditante, bronzetto Giona, affresco,tipo Eracle meditante MUSEO GREGORIANO GALLERIA Eros di Tespie Sarcofago, fanciullo vincitore tipo Agone Getty CORSINI PROFANO SCALONE Sarcofago,Impresedi Eracle MUSEO BARRACCO GALLERIA Cagnaferita, dalla cacciaal leone di Alessandroe Lratero SPADA Eraclein riposo tipo Argo MUSEO E GALLERIA MUSEI CAPITOLINI CENTRALE NUOVO GALLERIA Eros di Tespie STANZA DEI FILOSOFI Socrate.busto.inv. 509 Socrate,testasu busto moderno, inv. 508 PALAZZO AlessandroAchille, testasu busto moderno MONTEMARTINI SALA CALDAIE Eros di Tespie PALAZZO BORGHESE DEI CONSERVATORI S A L A D E L L EA Q U I L E Socrate. erma.iscrizionemodena DEPOSITI LastraCampana,terracotta,scenadi palestra, arìetavinciòre ripo Asone Getw Sarcofagoinfantile,fÍammentó,fanciullo vincirore tipo Agòne Gety MUSEIVATICANI MUSEO CHIARAMONTI GALLERIA ErcoleVincitore Eros di Tesoie ^infantile, fanciullo vincirore tipo Agone larcofago Getfv MUSEO PIO CLEMENTINO GABI N ETTO DELL',4 POX YOMENOS Apoxyómenos Istrizlone di Mummro per l'ErcoleVincitore MUSEO GIULIA NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA COLLEZIONE AUGUSTO CASTELLANI Alessandroa cavallo,bronzetto MUSEO NAZIONALE ROMANO AIJLE DELLE TERME DI DIOCLEZIANO Coperchio di sarcofaso,Eracle e le Esperidi Coirerchio di sarcofa$o, fanciullo vincr'roretipo Agone LtetfV Sarcófagoa pilastri,Impresedi Eracle PALAZZO AREMPS Aristotele,testasu busto moderno Sarcofago,Impresedi Eracle PALAZZO MASSIMO ALLE TERME A poxyó men os,copia inversa ' Aiistótele.testa Eros di Te-soie Prassilla Pugile delleTerme,bronzo Soòrate.testa.inv. | 236 Socrate.testa.inv. 124487 MUSEO TORLONIA (inagibile) Eros di Tespie VILLA ALBANI Eros di Tespie Socrate,buìto in un clipeo A2