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ITiNERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICA

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ITiNERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICA
XV'n.1
Anno
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N
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E
I
6
o
o
a
I
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a
ù
ANTICA
DIROMA
NASCOSTI
ITiNERARI
2011
Gennaio
1541' Città ilel Vaticano' Cappella Sistina
Cristo nel Giuilizio universale, afftescodi Michelangelo,
EDITORIALE
"Che la bellezzaclassicapossagiovareall'equilibrio de1lanostra cultura figurativasquassata
dalla tempestadei media!"
espresso
più uoltedalproJPaoloMoreno- autoredellapresenfe
Questoil bell'awspicio
monograjasu Lisippo(scultore
e brozistagreco;Sicione390 - 385 a,C.- dopoil 306 a.C.) - neísuoiscrittie durantele suelezioníuniuersitarie
e cheemerge
in tutta la suaforza anchein quest'ultimonumerodi Forma (Jrbis,in partefruttodellauitica condotta
per decennidallo stesso
Morrno sullapriduzionedelgtandeartístadi Sícíone,
in parteuna sjda esprcssamente
misurata,
conconsueta
sensibilità
e maestria,
sulproflo dei nostro
Iettore,bennotoall'insignestudiosogiàdal lontano1996, annoa cui risaleil suoprimo contributoalla riuistasull;Aitaredi Pergamo.Dopo Ia Cleopatradei Conseruatori
(1998), PaoloMorenocontinuaa illustrare,
congrandegenerosità
ejducia nel nostrogìornale,aspettidellasuaricerca
sui temipiù ardui,attrauerso
noteuoli
paginesuPrassitelea Ostia (2009) e I Dioscuri del Quirinale, Fidia e PrassiteleilVecchio (2010).
Tiale conquktenel campodellastoriadell'arteantka,ricordiamo
che,nelgiugno1998,pocodopola diuulgazione
dellasagomaínforme del Satiro,trouatodaipescatori
di Mazara delVallo,si deuea Morenoil riconoscimento
del "Satíroín estasi",detquite egliuolle
ffiire ai nostrilettori(/l Satiroin estasidt MazaradelVa1lo,in Forma lJrbis, 3, n. 6,giugno 1998,p. 30-31,jg.-1-3) ti primizia del contattoritrouatoconqueltipo statuariocongetturato
allafine dell'OÍtocento
e inseguito
per un sicolodagtistudiosiattiauerso
Ie innumereuoli
riproduzionidi etàellenistica
e rcmana.E importante
sottolineare,
in qwesta
sede,chela notasil bronzodi Mazara
rapptesenta
laptima segnalazione
nel mondoscientifco
e nei tnediadellasuddetta
identifcazione,
poi correntemente
auettata,appunfo conil tipo del "Satiroin estasi",riconosciuto
dallafne dell'Ottocento
comeuno deisogettipiù ripetutisu sarcofagi,rilievi
di vario
genere,Iucernee gemme.
E dunqwedauuero
un grandepriuilegioper Ia nostrariuistapoterpresentare
ai lettoriquestamonografia,
interamente
curatada unostudiosodel calibrodi PcloloMorenoche,ualela Ttenadi ricordare,
è statoDirettoredell'Istitutodi Archeotogia
dell'(Jniuersità
di Bari,
poi ordinatiodi Storiadell'arteanticaa La Sapienza,einfine,dal 1992 al 2009,titolaredellacattedra
diArcheologia
e storiadelI'artegrecae {omananell'(Jniuersità
RomaTle.Ha, inoltre,riceuutoil PremioTàrquiniaCardarelli2004,Archeolofio,conla motiuazionechegli si deueil nuouocorsonellastoriadell'arteanticaattraverso
gli originaligreci,grandibronziuenwtidal maree pitture
i n M a c e d o n i a . S u o i í s a g i s u t e m i ; f o n d a m e n t a l i d a l l o s t i l e s e u e r o a l l ' e l l e n i s m o : I B r o nMziildainRoi a2c0e0,2 , E l e c t a : f a U e t lezzaclassica,Tbrino2008,Allemandi;Pittura greca,Milano 1987,ArnoldoMondadori;Yitae arte di Lisippo,Milano 1987,
Il Saggiatore;ilprogettodellamostraLisippo,Larte e 1afortuna, Roma,PalazzodelleEsposizioni1995, cataîogo
Milano 1995,
Fabbri;Apelle, Milano 2000, Sl<ira;Alessandro
Magno, Immagini come storia,Roma 2004,Istituto Poligrafico
e Zeccadello
Stato;Il genio differente,Allascopertadellamanieraantica,Milano 2002, Electa;Sculturaellenistica,I-Ii, Roma 1994,Istituto Poligrafcoe Zeccadello Stato;CleopatraCapitolina, 2009, Editínera(Thesauron,
NovaMusa);Sabatotn rnxeo, MiIano1999,Eleúa;sezionifino alla tardaantichitàin Arte, Storia universale,Milano 1997, Leonardo
Arte.
A tluestopunto,doueroso
cipareillustrareaI lettore,
giustamente
incuriosito,
i contenutie i criterieditorialichecaratterizzano
la monograja.
La sequenza
dellaproduzio,ne
lisippea,chesegueun primo capitolodedicato
alla uita e all'artedel Sicionio,rflettesia Iagtortatadegtleíenti storici- dalpredominiote,bano,
all'avuentodi Fihppoe al regnodiAlessandro
jno aIIecontese
deglieredi,i diadochi- síaIapea.rtiiremobiIitàgeografmdell'artefcedal Peloponneso
alla Macedonia,
all'Anatoliae aII'Italia meridionale,
benespressa
dallacartadi pag.5 .
Quantoallapresenzadi Lisippoin Roma,si desuiuesiaquantoJossedirettamente
notoagli aiitanti checi hannoplecedutonello
splendore
dell'Urbesia le testimonianze
archeologiche
negliattualimwseidellacittà.
Fulcrodellapubblicazione
è il capitolo"La città museo" caratterizzato
dallacolorazione
uerdechedistingueí paragrafiintitolatiai
bronzidi Lkippo,talunideiqualisappiamo
essere
giunti a Romaattrauerso
mezzomillenniodi razzie,Aal2Ot à.C.ltiA"yt di Fabio
MassirnosuThranto)aIIatardaantichità(306-312 d.C., arredodelleTèrme
primìiadeil'iniziod4
di Massenzio,
poi di Costantino).
capitolo,una mappaè dedicataalla topografadegliedijci cheospitauanoi cimeli.Le operechevediamonellereplicheo altre minori
riproduzionid'interesse
iconografico,
nellemoderne
collezioni,
sonosegnalate
nellaguidafinaleai"Musei dellaiittà".
Puntocardinedell'auuincente
percorso
dellauita arÍisticadi Lisippoè ll Pugile de1leTèrme, I'originalein bronzotrovatonel L 8I5
sul Quirinale,comelo descriue
Morenos/esso
"stupefacenteper 1atecnica,f intensità espressiva
e la qualità.formale, che da
tempo viene proposto quale Polidamante,pancraziasteonorato dai Tessalicon la comrnissionei fitipp" della statua,
divenutanei secoli taumaturgica:il visitatoredel Museo Nazionale Romano ne osservastupito il piedeàestro,che sporgevàdall'àltabaseoriginaria identificataa Olimpia, consunto dal tocco degli antichi fedeli,come oggi nel bronzo diSan
Pietro alla basilicaVaticana".
SimonaSanchirico
LISIPPO A ROMA
ILDEMIURC'O
DI SICIONE VTTAE ARTEDI LISPPO
4
ruOGHIE TEMPI
I
J
MISTICA DIONISIACA
RESPONSABILE
DIRETTORE
STLVIAPASOUALI
6
SCIENTIFICA
DIREZIONE
CLAUDtoMoccHEGlANlL;ABPANo
COMITATOSCIENTIFICO_
DEBoss' cAFLoPAVIA'
iú^ AiìÈ*i e^t,FFANco
PRODUZIONE
STMoNASANcHlRlco
rroRIALE'
ED
BÎSlooHil'?'o
35"'#"+F,i
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StntucRez'l
SlNcHtqtco
StvoNa
iro,nLnmei.rucc',
DEL
NUI\'fÉRo
LAcURATÉLA
PER
PRor,PnoroMonrruo
FOTOGRAFICA
DOCUMENTAZIONE
AUToRI
DEGLI
A cuRAEsolToLARESPoNSABILIÍA
LA CITTÀ NNUSTO
OPERE DI TI$PPO IN ROMA
CAVALTO LIBERO
10
ERACLEVINCITORE
DA CORINTO AL TEMPIO DI ERCOLE VINCITORE
e la
pet ilCatatogo
Centrale
Li^àtíi'i.' srrrn qD tstituto
Docun entazione-Aerofototeca Nazrcnale
privatoe di Enti
fotod'archivio
fotoqrafiche:
Referenze
pubblicì
e PrivaÎ
EDITORE
Vi" oi roue S Anastasia6l -.00134..Roma
É-,d.'Slll
eononal
http//www
e-mail:[email protected]
E SEGRETERIA
AMMINISTRAZIONE
61 - 00134Rom-a
É.6.S,- Ún Oiio,reS, Anastasra,
ii,l"òiono'ò67idso.i
fts tineer'a ) Fax0671056230
dì Roma
pressoiìTribunale
registrata
Pubblicazione
n'548/95del 13/11/95
Unacopia4,50euro; arretrata5'50€uro,
panlra0al.pnmo
L abbonamento
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numeroraqoiunqibile
FORMAVFEIS41,30euro
ITALIA:annuaìe
77,50euro
annuale
ESTERO:
VRBIS+TASCABILE
FORMA
50,00euro
ITALIA:annuale
12
ERACLE IN RIPOSO TIPO DI ARC'O
L4
ALESSANDRO AD OLESCENTE
DELTAPACE
DALIA MACEDONIAALTADOMUS/TJR,E4 POIALTEMPIO
T4
ALESSANDRO A CAVALI,O INTINA CACCI'\
E DIFFUSIONE
PUBBLICITÀ
RESPONSABILE
PASOUALI
LAURA
Sti
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E STAMPASystem
GRAFICA
61
viadiToneSantaAnastasia,
1
0671056
00134Roma Telefono
NAZIONALE
DISTRIBUTORE
Roma
172- 00144
aorghi,
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r* v.teDòn
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l1;'',3Í'i3,lili;'liìll3'[?il#";rutl$t'311]',*""'
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segfate
20090
pq9-e999rF,,.^.^
pubblicazione
deìlapresente
Nessunaìarte
scnilooellE0rr0re
iipj'óoittìÌnàicuÀmòdòsenzàil consens0
2011
nelmesedi Gennaio
Flnitodi stampare
System
Service
o iòpvriór'tÉ S.S.Editorlal
Questo periodi.co è assocrato
all'Unione Stampa Penodica Italiana
15
AGONE CHE S'INCORONAIN
15
OLIMP'IA
EROS CHE SAGGIAL'ARCO
NEL SANTUARIO
DEL DIO A TESPIE
SELEUCO IDI SIRIAIN CAMPO MARZIO
35
17
ERACLE EPITRAPEZIO
APOXYOMENOS
DAVANII
ALLE TERME DI AGRIPPA IN CAMPO MARZIO
DALT-\ CORIE DI ALESSANDRO
ALI-q, CASA DI NONIO \'INDICE
SIJ]LQUIRINALE
36
23
PRASSILL\
DA SICIONE ALTEATRO
ALESSANDRO A,CHILLE A ILIO
DI SCAIJRO POIALTEATRO
DIPOM-
PEO IN CAMPO MARZIO
37
25
SOCRATE NEL POMPEÎON DI ATET{E
ALESSANDRO E I CAVALIERI DEL GRANICO
DALSANTUARIO
.
DI ZUS
IN DION
AL PORTICO DI METELLO POI DI OTTAVIA
"
INCAMPOMARZIO
39
IMPRESE DI ERACIE DA ALIZIA
26
40
LEONE CADUTO
DA IAMPSJTCO AL GIARDINO
ERACLEVINTO
DI AGRIPPA IN CAMPO MARZIO
41
28
.
COLOSSO DI ERACLE MEDTTANTIE
DALL'ACROPOLI DI TARANTO ALL'AREA CAPITOIJNA
CAGNAFERITA
DALi-A CACCIA ALLEONE
DIALESSANDRO
E CRATERO IN DELFI
At TEMPIO DI GIO\'E CAPITOLINO
42
30
BUCEFAIO
DAT]N GRLIPPOEQTIESTRE DIALESSAN]DRO ALFORO DI CESARE
32
ARISTOTELE
33
43
APPUNTAMENTI ROMANI
44
LISIPPO A ROMA
LISIPPO
IL DEMIURGO DI SICIONEVITA E ARTE DI
è l'artefice che la tradizione arrtLca
era a1 culmine de1laplastica greca' Il
imo bronzo datato è per un allevatore
ultidi cavalli,Troilo,vincitore in Olimpia tI372 a'C';
successlvo
mo il colossodi Eraclemeditante aTaranto'
settenal 314.Nato verso il 390 a Sicione,su1lacosta
"vecchio"
dichiarato
e
irlonrt. del Peloponneso,
(péron)
in due epigiammi,vissealmenofino al310'
i'Ja si conservanole prime lettere del
Àt-"
rì
" Lys-, anch'egh Lfsippos' owero Lysi""" del padre:
nome
stratos,come un fratello di Lisippo'
Esordì quale fonditore, casualmenteincoraggrato
della scuola pitall'arte dì un motto de11'antesignano
torica di Sicione: "al principio da fabbro bronzista
pittore
trasseragione di osarè da una risposta del
segulsse
quale
su
interrogato
Eupompó; questl infatti
detto,indicando una moititudid.i pr.i...rlrori, arre,ta
non
,re di oomini, che la natura stessasi dovevaimitare'
Senza
un artefice" (Plinio, "storia naturale", 34' 61)'
(plóstes)e
maestro diventò instancabile plasticatore
autore di colossi,ricordato anche per la progettazrone
funzionale non figurato, l'tnfora in terdi un oggetto
-d".rtin"t"
a rilanciare dal1apenisola Calcidica il
,".o*"
vino di Mende sui mercati del Mediterraneo'
di
tifiogofo Duride, di scuolaaristotelica,davavalore
Lisippo
da
raggiunta
fanra
all:rivolgimento sociale
rirp.íro all'esordio:il casodell'autodidattaera'ricordail più
to'come eccezionaleper il coetaneoSilanionee
alla
pervenuto
giovane Protogene,vérniciatore di navi
dei Propilei'
liori" con 1adecorazione
il segno dí Kairós' l)
vedeva
si
questi
mutamenti
In
awebbe plasmatc
-oà.n o propizio di cui Lisippo stessoFortuna (Tyche
e
della
la personific^ùonc^per Alessandro,
(chalkeús,
faber aerariw
La' qualifica rnizidè di fonditore
menmodesta'
a una situazioneeconomica
corr-isponde.ra
ricalla
e
o" qrr"U"di plasticatoreporta ai riconoscimenti
dop<
,hr"r^, "i1 nimero delle statuesarebbestatorivelato
poich'
i" ,.r" -or,e, quando l'erede ruppe lo scrigno'
compen
dal
d'oro
moneta
una
Lisippo era soliio ripom
so àrjogtti statua"(Plinio,"Storia naturale",34'37)'
(Jna vita che si assomma nel gruzzolo, apparentemente leggendario: in realtà, una tesaurizzazione selettiva
dell'oro, documentata a quel tempo nel Peloponneso.
LJn tesoretto da Corinto, al Museo Nazionale Numismatico di Atene, è composto soltanto da stateri di
Filippo e diAlessandro, i sovrani commitrenti di Lisippo, dai quali anche Ape1le otteneva pagamenti in orò.
D'altra parte, la costanza del risparmio rientra nelf impronta artigiana che permane lungo f intera carriera di
Lisippo nella tenace cura dei particolari, fino ar dettag1i della capigliatura, e nel gusro di ridurre grandi creaztont aI piccolo formato.
Luoghi e tempi
Con l'esordio a Sicione,la prima fasedi attlvità riguarda
il Peloponneso,la
Beozia,l'Etoliae la Focide (372-344\.
Corrisponde al decennio del predominio tebano (372362),cheraggiunseSicione,e alTaterzaguerra
sacra(3563,16),vicendeche esercitano
un'incidenzanelle commissioni e nella sorte dellaproduzione di Lisippo.
Decisivala chiamataallacorte di Filippo II di Macedonra (343-336);il giovaneAlessandrodichiara la predilezione per le immagini che di lui esegueil bronzista,
donde la partecipazionedel Sicionio all'awentura di
Alessandrore, che lo mette 1n contatto con asDettl
A pug. 4: Veiluta aeyea ili Sicione nelltAcaia, sul
Jondo il golfu di
Corinto. Il Teatro conee(ne Ia rifonilazione ili Demetyio polioycete nel
303, sull'Acropoli ilella 7iù antica Sicione,
Ttatúa ili Lisiqtpo, corri_
sptondenteall' abitato odieyno
In alto: Luoghi delltattiuità ili Lisipqto
In basso: Tesoretto di stateri d,oro ili Fitippo II e Alessanilro III, i
souruni della Maceilonia cheJurono tya i committenti di Lisippo, (cir_
ca 325). Da Coùnto. Atene, Museo Nazionale Numismatico.
Nel racconto ili Plinio, così ayrytawelo scrigno aIIa mofie ilello scahorc, che ui aueua ileposto un auyeo ilal comTtenso
Tter ogni statua
dellamaniera.Petronio ("Satirico",
88, 5) riferisceche LisiPPomorì
trascurando di cibarsi mentre si
applicavaallafinitura della suaultima statua,che a Bisanzio verrà
identificata con I'Eracle meditante.
I luoghi così documentati della
sua offìcina itinerante segnano
I'orbita più vastamai raggiuntada
un artista antico. Nel PeloPonnenso: Sicione, Corinto, Argo,
Olimpia, eventualmente Megalopoli. Nella Grecia continentale:
Alizia in Acarnania; Termo in
Etolia; Delfi nella Focide;Megara
nella Megaride; Atene; Tebe,
Tesoie e il santuario sul monte
Elicona in Beozia;Farsaloin Tessaglia;Mîeza,Pella,Dio e Cassand r i a i n M a c e d o n i a ;L a m P s a c o ,
Efeso.Mindo, Rodi, Lindo e Coo
in Anatolia;Taranto in Magna
Grecia.
Al seguito di Alessandro,Può aver
raggiunto altri centri dove sue
oDeresono fondatamente rndtziain Pisidia; Sidone e
te: Sagalasso
Alessandriain
Fenicia;
Tiro in
Egitto. 11vincitore non mancava
di dedicare nelle città la ProPria
immagine ufficiale,di cui LisiPPo
aveva per editto l'esclusiva nel
bronzo,tanto che Cicerone ("Primi Accademicl", 2, 85) si chiedeva: "Lisippo, con lo stessorame,
con la medesima1ega,con la fìnitura del suo bulino e tutto il resto,
non avrebbe Potuto fare cento
Alessandritutti uguali?".La moltipiicazione delle immaginr era
proprziata dal1afusione che oggi
chiamiamo "indiretta", Praticata
da Lisistrato che riProducevacon
forme di gessole statuebronzee.
imprevisti de1latradizione figurativa orientale e con I'i,r"r]dito potere economico della conqutsta(336-323)'
Alla morte di Alessandro(estate323) è in contatto con
Seleucodi Siria.Dal322 al318 torna allapatriaSicione, nel movimento che tenta il riscatto delle città dalla monarchia.
La politica filellenicadi Cassandroriporta Lisippo nell'orbita macedone.Egli lavora in Atene per Demetrio
del Falero,emissariodel successoredi Alessandro,poi
per 1o stessoCassandroa Megara,a Tebe,in Macedo-314)'
,ri" . fitto ad Altzia sulla costa dello Ionio (317
colossi,
dei
progetto
col
Di qui, raggiunto dai Tarantini
,l t."tfetitcé in occidente, unico dei maestri a1tempo
La ricorcenzadel1aformante Lys-, nei norni del padre
e del fratello, rivela una famiglia d'rniziatt al culto di
Dioniso, il quale a Sicione era presenteanche come
Lysios,"libeàtore" delle possibilitàdell'uomo: da cui
Liber.peril Baccolatino.
Il rito era misterico.Pausania("Guida dell'El1ade",2,
7, 5-6) riferisce che i simulacrr (agàlmala)restavano
normalmente nascosti:"una notte, ogni anno,da quelaccompagnanoal temlo che chiamano kosmetérion,li
F
pio di Dioniso con fiaccole ardenti e inni locaii. In
testa va qr.rello che chianrano Búkclicioi L ]; segue
quello che è detto Ll,sios,che i1 tebano Fanete, su11a
parola del1aPrzra,portò daTebe".
Caso straordrnario per l1n lltist.r antico, intendiaruo
qualcosa delle mozioni private e inconscie all'oligrne
dell'opera: il giovane adepto de1L1,5lp5
osò abbandonare
1^ ^'.^+ì.-.!.-+i^i^,.^
,-.r liberare Ltn'incontenibilefacoltà
rr ra\rlrr
rú
Pr
creativa.Sugqestionato dal procedele de1feticcio adorno
di autentiche \resti ne1la cerirlonia notturna, perseguì
nell'attivita di bronzista 1al'erit:ì dell'rrrtrnasine \-ivelte.
Produzione
A detta di Phnio, il calcolo delle monete tror.ate nello
scrigno :nrrebbe portato a
r r r i ì l e c i n q r r e e c r r ti ob r o n z i
e s e g r - r i t id a l m a e s t r o , d a
intendere conle singole
fìgure. Una dozzina di sosEaettisono tr:rnrandatr dal1o
s t c s \ ( )\ r ' r i t t o r e . c o n r t o t i zie ricavate da :iltre fonti
greche.lrtine. bizanrinc,
u t t t r r r i r t i r ' ì r ed , r l l ei s c r i z i o ni autosrafe e da didascalie
dr etlì rornana, rageiunqi:rnlo una cinqnantina di
voci. Sr tratta anche di gruppi: le dodici fatrche dr Er-ac1e
alle prese con i suoi avversari, scene di caccia e di guer'ra, serene conversazlonl
conre Esopo a f,onte der Sette Sapienti o le nove Muse.
Sicure restituzroni sono state ottenllte da tenrpo per
una ventina di opere, :rltrett . r u t es i p l e s t i ì n ol s o l u z i o r r i
probabili; per quasi rurte si
:rrriva all'inquadramento
s r o r i c o n e l l . rb i o q r . r f i r lri c o strr-ritaper la mostra "Lrsippo, L'ar-te e la fortuna" al
[ ) l l l z z o d c l l E s p o , i z i o r r ii r r
R o m a , 1 11 9 9 5 .
Con attribuzioni condotte
per continqenza personale
e storica, o sorr-Liglianzadi
iconografia e stile rispetto
a i s o g g c t t id o c u r r r e n t r r is. i
prospettaun cataloso di settanravocr, delle quali prù di
ventl rlcorrono sll qlleste paglne 1n rapporto con
Ronra, sia per r1 tlaslèr-rmento degh origrnali rn età
antica, sia per svariate presenze archeologiche negli
:rttuaLiMnsei dell'Urbe
l"
!t
.f
:E
**rr-, a
A pug. 6: Kairós, affrescodi FyancescoSaluiati, 1553-15j4. Roma,
Palazzo Sacchetti, Salone dell'(Jdienza
In alto: Roma, Via Lisíppo (Acilia)
In basso: Kairós di Lisippo, 336-334, ricostnLzionegra.fica
Ior O
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ALEXANDRINAE
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MN
-
ORIGINALI DI LISIPPO
NELLA ROMA ANTICA
tr;t
1 Tor Millina appafienenteaJpùazzo
quattrocentesco dei Millini dove fu
descritta la base (ora perduta) del Seleuco
probabilmente collocato in Campo Mazio
con la sistemalone di Agnppa.
SERAPIDI
-=
-=
DOMVS
)
AVIDìOR
DECEM
TABERNAE
\
v
m^
r'/ r
n
v
U
2-5 Altri interwenti di Agnppa in Campo
Marzio: Leone da Lampsaco nel giardino
Q, nemus),tru il canale(3, Euipus, non
disegrato) e il lago (4, stagnum)sul quale
aflacciavano le Terme (5): a fronte di
questeI' Ap ox1tómenos.
6 Opere di Lisippo non specificate nella
Wlla Pubhta:Varrone, "Dell'agncoltura", 3,
7-8 Prassillada Sicione nel Teatro o nei
Portici di Pompeo.
9 Cavalieri del Granìco da Díon te]
Portico di Metello, poi di Ottavia
\N
10 Cagna ferita da Delfi nella cella di
Giunone del Tempio di Giove Capitolino.
rva \
11 Eracle meditante da Taranto s:ll'area
Capitotina, che eventualmenre osplrava
anche le Imprese di Eracle: vedi 17.
I t*t'' "'t
12 Bucefàlo di Lisrppo urìlizzato per il
monlmento equestre di Cesare, nel
Forum luhum.
13 Nei grardru del Tempio della Pace
(Forum Pads)sarebbestato esposto dai
Flavi l'Alessandro adolescentè che Nerone
aveva fatto dorare: vedi 14; opere di
Lrsrppo vi sono ricordate da Procopio,
"Sulla guerra", 8,21, 12-13
THERMAE
TITI
14 Alessandroadolescenrepor-ratoda
Nerone nella Domus Awyea.
nella
é
t.ì
a
-c
A
ú
fu\ICAAVREA
;4
f"#T
nel Tempio
Vittor)
17 L'Ara Masdrrna (Ara Maxima Heratlis
Inuctl converiva alla disposizione delle
Imprese di Eracle.
18 Polidamante nelle Tenne di
Costantino.
19 Sito approssimatrvo della casadi Nonio
Vindice proprietario di un EracLe
Epitrapezio.
LA CITTÀ MUSEO
OPERE DI LISIPPO IN ROMA
opere d'arte furono portate ln
Ynnunerevoli
per
iniziativa di Marco Emiiio Scauro'
I Ront,
SS, da Sicione' che era stata sede di
I edile
".t
ne deduce che alcune delle opere di Lisippo' cttate
dagli scrittori antichi in Roma senza diversa indicazioptorr.ttreîza,vr giunsero in tale circostanza'
rr.i
Confacente al diretto arrivo da Sicione è f immagine
poi a
equestre, lodata da diversi autori nell'lJrbe'
delesordt
g1i
riguarda
essa
Càstantinopoli, in quanto
alla
avvertito
abbiamo
I'artefi,ce ,t.['rrrru mistica che
sua formazi one (cica 372).
11 soggetto, specificato quaie "Puledro" .(p6los) senza
brigÉ sia daÎ primo testimone, Filippo di Tessalonica
10
del fonditore di modellare in proprio, affrontando
come autodidatta la professionedi plóstes:simbolico
dell'attribuzione e fondamento per le tatde elabora-
A pug. I0: Puleilro, úproiluzione del hronzo di Lisíppo, círca 370, rilieuo su un ímpianto per scommessesulIe corse, eirca 500 il.C. Da Costantínopoli, presso I'Iptp oilr om o. B erlin o, Mu seum fi r By z antini sche Kun st
In alto, a sinistra: Eracle Vittoyioso, tetuailrammo,
rouescio, drgento, Battúana, Demetúo I, 190-1j1.
Lonifua, British Museum
A destra: Ercole Vincitore, dall,originale ín brcnzo Ttortato in Roma ila Corinto, círca 340, copia in marmo italim,
110-150 d,C, Città ilel Vaticano, Museo Chiayamonti
zioni letterarie: "vedi come il Puledro inarca fìero il collo per l'arte che forgia il bronzo; con sguardo penetrante drizza il collo e
prepara alla corsa i crini del capo disponibili al vento; credo che se un auriga adattassealle mascelle le briglie e 1o spronasse,il
frutto della tua fatica (ytónos),Lisippo, al di
1à di ogni speranza,presto si metterebbe a
correre. Per la tua arte già respira (empnéefl".
Portato a Costantinopoli, il Puledro appare
nella decoraztone a rilievo di un apparato
in marmo per scommesse sulle corse, rinvenuto presso I'Ippodromo della capitale
d'oriente, oggi a Berlino (Museum fùr
Byzantinische Kunst):la scultura è anteriore al 534 d.C., quando sinrili prariche furo-
n
del
A destra: Iscrizione ili Lucio Mtmmio Ttet la dedica in Roma
Città
146-131'
trauertino,
Vincitore,
di
Etcole
statua
tem2io e della
del Vaticano, Museo Pío Clementino
In basso: Veiltta aetea del Tempio ili Etcole Vincitore, 146-131'
Roma
Sotto: Eracle ín ríposo del tíqto detto di Argo, dall'otiginale in bronzo attríbuito a Lisippo, circa 340, copia in matmo italico, 150-180
il.C. Roma, Galleria SPada
caDolavoro,a conclusione deil'elenco dei bronzi frammèntati e fusi dai crociati rcl1204 "il Cavallo libero
(achólinos híppos) che nzzava le orecchie e fremeva,
avaîzaîdo maestoso e docile".
ERACLEVINCITORE
no proibite da Giustimano. Sul fianco destro del
c o m p l e s s o ,c o n e P i s o d i
della vita circense,davanti
a una muratura simulata a
grandt blocchi, è la statua
del Puledro libero: st
riconosce I'età immatura
del quadrupede dalla
grossezzadel caPo risPetto al corpo. Con le orecchie tese in avanti, solleva
la zarnpa anteriore destra.
La riproduzione dell'opera lisippea viene a trovarsi accanto a1la tribuna
imperiale nel luogo Più
prestigioso deil'IPPodromo dove - un millennio
d o p o l a c i t a z i o n ed i F i l i P po a Roma - esso verrà
effìcacemente fissato nel
titolo di un epigramma di
Psello("Antologia Greca,Appendice",3,267): "Per il
Cavallo bronzeo, quelio nell'Ippodromo, che tiene la
zarrrpasollevata". All'inizio del componimento, Psello
riprendeil finale di Ffippo per sottolineareil realismodelquestobronzeo Cavalloche
I'opera: "respirante(émpnous)
vedi,respirantedawero,e prestosofierà dallefroge,e sollevandoquestazàrnpaanterioreti colpirà con un calcio,se
gli passiúcino;si apprestaa correre,férmati,non accostarti, piuttosto fuggi per non prenderequel che si è detto"'
Aliri due secoli,e Niceta di Conia ("Storia,Delle statue di Costantinopoli", 5) dovrà lamentarela fìne del
r2
DA CORINTO
AL TEMPIO
DI ERCOLE VINCITORE
della
Quinto Cecilio Metello, dopo la repressione
(148),
vedredi
cui
Macedonia
in
Andrisco
di
rivolta
mo gli apporti monumentali nell'Urbe, si rivolse ai
disordini in Acaia, nel Peloponneso settentrionale. Gli
subentrò Lucio Mummio, che concluse le operazioni
con la distruzione di Corinto (1,46), e trionfò degli
Achei a Roma I'anno successivo,"portando statue
bronzee e marmotee, e tavole dipinte" dei pittori di
Sicione (Tito Livio, "sommari", 52).
11saccheggio è confermato dall'iscrizione su una ìastra
di travertino, trovata in giacitura casuale ai piedi del
Celio: "Lucio Mummio, figlio di Lucio, console, dopo
che per sua iniziativa, con i suoi auspici e col suo
comando era stataconquistata I'Acaia e distrutta Corinto, ritornò a Roma celebrando il trionfo per la buona
conduzione dell'impresa: quanto aveva promesso 1n
voto durante la guerra, questo tempio (aedes)e la statua
(signwm)di Ercole vincitore, dedica qlualeimperatol'.
Era rituale che il vincitore presentassea Ercole la decima parte del valore del bottino: quando fosse possibile,
r1voto veniva adempiuto con un'immagine del dio stesso, come vedremo a proposito di Fabio Massimo e
Lucio Quinzio Flaminino. Questa volta la qualiflca dei
dio era di letterale pertinenza: HerculesVictor, che traduce un HeraklèsI'Jíkótordi Corinto, in atto d'incoronarsi.
Il motivo rimane essenziale nella ricerca di Lislppo,
con la medesima distribuzione deile forze, per 1a personificazione diAgone in Olimpia e per I'Eracle uccisore del Leone nel gruppo di Alizia, di cui diremo. I1
peso del corpo cade sulla gamba destra. La mano sinistra reggeva 1a clava posata a1laspalla:sull'avambraccio
(Vaticano,Loggia Scoperta).Oltre all'Ercole che s'incorona,il fregio illustra tre Ninfe aflìancateda Diana e
Silvano (140-160 d.C.): culti praticati sull'Avenrino,
dove un triplice Ninfeo (lrJ),mpheaTiia)
davanome alla
porta Trigemina. Questa si apriva nelle mura Serviane
a nord-ovest del colle, occorrendo a sua volta come
riferimento per il tempio di ErcoleVincitore promosso da Mummio: "a Roma vi sono due temoli di Ercole Vincitore uno pressola Porta Tîigemina, l'altro al
Foro Boario" (Macrobio,"Saturnali",3,6,10).
I1 sacellocircolarein marmo del Pentelico,con la statua da Corinto, tuttora 1o ammiriamo pressoil Tevere,
all'esternodella porta Trigemina (chiesadi Sanra
Maria in Cosmedin):peritterodi ordine corinzio,nello stile di Ermodoro da Salamina,fu concluso il 142,
quando Mummio, che aveva assuntotl cognomendt
Acaico, era censore.I1 rivale politico, Publio Cornelio
ScipioneEmiliano (secondodella stirpe ad aggiungere
la gloria di Africano), censorenello stessoanno,inaugurò a breve distanza,bensìentro le ntura,l'aedes
Aemilíana,altro her1onrotondo di Ercole (demolito sotto il
pontificato di Sisto IV). Questo era di ordine tuscanico e ospitavaun originale in bronzo più recente,l'Eracle di enfasiasianaoggi aTPalazzo
dei Conservatori.
Commodo, pretesoErcole Romano, preGrirà il soggetto
lisippeosiasu un medaglionedellaraccoltaMedici (Firenze, Museo Archeologico Nazionale),sia nello stucco che
restasottola volta dell'accesso
allacaveanelTearo di Ostra.
In alto: Testa ili Alessanilyo ad.olescente,ilall'originale ilel 31j-310,
copia in marmo ilel Pentelico, età augustea. Da Roma. Ginewd,
Musée il'aú et il'histoirc
A destra: Alessandto a cauallo, da una caccia rifeúbite a Lisippo,
311-340, brcnzetto, prima età imperiale. Da L'Aquila, già collezione Castellani, Ronta, Museo Nazíonale Etyusco di Vílla Giulia
era ripiegata la spoglia del Leone. La destra, sollevata al
capo, vi aveva appena collocato la corona di fronde.
Se conosciamo la definizione di "chiastico" (dalf incrocio delle aste nella lettera greca X, cheî, chî nella
dizione corrente) per i1 rapporto alterno delle forze
nel disegno di Policleto, al sisrema lisippeo si addice
quella di "antitetico", per 1'opposizione del1e parti
rispetto alla linea mediana, che incarna la teoria pitagorica dei contrari: "destra e sinistra", "quiete e
moto", "drritto e curvo", "luce e ombra". Donde 1a
pror,wisoriastabilità del corpo e la potenziale mobrlità:in
ternrini psicologici, 1apromessadi un nuovo cimento.
Tlovandosi nell'emporio intercontinentale di Corinto,
l'archetipo aveva esercitato la sua influenza îtno ai
remoti domtni orientali.Al Museo di Kabul lo schema
s1 osserva per una statuetta in bronzo di produzione
l o c a l e .p r o v e n i e n r ed a A i K h a n u m : r i c o r r e s u l r o v e s c i o
delle monete della Battriana (attuale Afghanistan) e dei
regni indo greci.
Portato a Roma ne1 145, il prototipo ha ispirato una
copia ridotta in marnro della prima età imperiale
(Vatrcano, Galleria Chiaramonti) e un rilievo votivo
13
ERACLE IN RIPOSO TIPO DI ARGO
Metello fu incaricato di portare a Roma' a ornamento
abbiamo
del trionfo di Emilio Paolo il 167' Come
dell'awentura inAsra'
inizio dell'
con I Compagnli cadutii alf inizio
re dell'icona.
Nelle versioni elaborateda Lisippo,1amano racchiude
la prova dell'ultima impresa,i pomi delle Esperidi'
coircentrando così sul iato della gamba portante il
maggiore impegno. L'osservatoredovrà spostarsi
intJÀo ala staìuaper scoprireil simbolo che chiude ii
ciclo iniziato .of Leone di Nemea, la cui spoglia
ammorbidiscei1 contatto della clavacon l'ascella'
Il primo esperimentoin questosensoè il tipo diArgo'
.h" pt..td. nome da una copia del tempo dr Adriano'
ne[J terme di quel1acittà.A Roma c'è una versione
ridotta nella Galleria SPada.
ALES SANDRO AD OLES CENTE
DALLA
MACEDONIA
AI TEMPIO
I4
ALLA DOMUS AUNEAPOT
DELLA
PACE
App"rte.t&J"['.rn" o all'altra spoglialimmagine di
a
AÎ.irr"ndro îagazzo,che era andata probabilmente
ritorneremo'
decorareil Portico di Metel1o,sul quale
Plinio la celebrain una vivida pagina ("Storta nalurale", 34,63), che ne documenta il successivotrasferimento alla DomusAurea (64-69 d'C'): Lisippo "fece
AlessandroMagno in molte opere' a cominciare dalla
pueritia di lui, e questastatuaI'imperatore Nerone
ordinò che venissedorata,da essaquanto mai affascinato. Poi, perduta la graziadell'opera con la ncchezza
A pug. 14, in alto: Allegoúa ileigiochí olímpici, sulJondola personificazione ili Agone, btonzo attuibuito a LisiTtpo,círca340, in ywimo
piano gallí ila eombattimento,
ffiesco, 65 d.C, círca.Pompei, Casa
dei Vettii
A pug. 14, in basso: Agone, legendaHieròs Agòn Nikaiéon,
"sacroAgone ilei Nicei", rouescio,moneta in byonzodi Nicea (Bítinia), Commoilo,780-792d.C, Cíttà ilel Vaticano,BibliotecaApostolíca Vaticana,Monetiere
A sinistra: Fanciullo uineítoretipo Agone Getty, sarcoJago
infantile,
marmo ili Luni. Città ilel Vaticano,Museo Chiaramontí
ALESSANDRO A CAVALLO
IN UNA CACCIA
Di tono concitato è il giovane Alessandro di un bronzetto nel Museo Nazionale diVilla Giulia, da1lacollezione Castellani. La contrazione della gamba destra per
una minaccia rawicinata rivela che una fiera fronteggiava il cacciatore (a noi giunto privo della cavalcatura):
questi tirava con la sinistra le briglie, facendo impennare il cavallo per scagliare il giavellotto (anch'esso perduto) col braccio destro sollevato e flesso.
L'asta era stretta tra il pollice e le ultime due dita, mentre f indice e il medio si sollevavano oer inserirsi nel*
1'o c chiello del)'ankyle,il lac cio che c o Àsentiva d'imprimere all'arma un moto rotatorio per stabllizzarne la
direzione.
Il tema della caccia a cavallo,già sperimentato presso le
corti dei satrapi in Anatolia a opera di artisti ellenici,
viene introdotto in Macedonia a celebrazione dell'erede al resno.
dell'aggiunta, 1'oro fu eliminato, ma la statua veniva stimata così ancor più preziosa,pur con le cicatrici dell'intervento di eliminazione, e con quelle incisionr che
vi restavano dove era stato fatto aderire I'oro". Le
osservazioni fi nali furono compiute dall' enciclop edista
sul cimelio che intanto era stato esposto al pubblico,
con altri pezzi de[a collezione neroniana, nel giardino
del tenrpio della Pace (71-75 d.C.).
Tra le ardenti immagini lisippee del Macedone, anreriori all'awento al trono, è stata rinvenuta a Roma la
copla, oggi a Ginevra, de1ritratto del giovinetto, al termine dell'educazione ricevuta da Aristotele a Mieza
(343-341): scolpito in marmo del Pentelico al rempo
di Augusto, imita le îtnezze del bronzo in ogni dettaglio della veduta principale, tanto che possiamo farvi
ricorso per intuire I'effetto che esercitò I'originale sull'ultimo dei Giulio Claudi.
Liberato delle integrazioni moderne, il voko deil'Alessandro di Ginevra ha riguadagnato que11a freschezza
adolescenziale che 1o rende comparabile all'Eros innalzato poco dopo da Lisippo aTespie (338).
AGONE CHE S'INCORONA
IN OLIMPIA
Ii bronzo, acquistato neI 1917 dal Getty Museum a
Malibu in California, era statorecuperatoda pescatori
di Fano al largo di Numana nel 196I. La rotta delle
predebelliche dal1aGrecia correvanell'Adriatico più a
meridione per Brindisi, se non nello Ionio per evitare
il trasporto terrestre,raggiungendo in cabotaggio
Ostia, poi lungo il TevereI'Urbe: le coordinate del
naufragio fanno pensarea una spedizionedel bottino
che il doge Dandolo portava da Costantinopoli nel
1204.Giunseroallora aVeneziai Cavalli di SanMarco,
ma si arenòpressoBrindisi la navecol colossoin bronzo di un imperatore di Bisanzio che oggi nobilita
quella città. Le tappe estremedel tormentato itinerario dal Mediterraneo alle sponde dell'Oceano hanno
15
suggerito i nomi ricorrenti per il reperto lisippeo:
Atleta di Fano o Getty Bronze.
L'ooera rinnova 1'attitudine dell'Eracle Vincitore da
Coiinto, rivelando insieme la crisi del classico e il suo
superamento. L'inadeguatezza del canone policleteo a
fronte della perentoria realtà individuale lascia il campo alla positività dell'energia che sprigiona dall'impianto antitetico. Alf ininterrotta tensione del lato
destro, che comprende la gamba portante e il braccio
solievato, fa riscontro il rilassamento a sinistra, dove la
gamba è libera dal peso e il braccio assecondavala
levità della palma. La testa gira verso questo lato, come
a trasmettervi la tensione.
Le proporzioni sono slanciate: il lieve strato adiposo
A sinistra: Agone, bronzo otíginale attribuito a Lisiptpto, cfuca 340.
D all' Adúatico. Malibu (C alífornia), Getty Mus eum
In alto: Etacle uincitore ilel Leone, dal gruppo ili Lisiptpo ail Alizia,
sarcoJagoail archetti eon Imprese ili Ereole, marmo di Luni, proiluzione urbana, 190 d.C. circa. Dalla uía Cassia, km 72,500. Roma,
Museo Nazionale Romano
conferisce una nota individuale di verità. Come l'Ercole di Mummio, il giovane mostra di avere appena
collocato sul capo il serto di vittoria, ma si volge con
7a fierezza che si affermerà nell'icona di Alessandro:
rdeologia di una generazione che muove alla conquista del mondo.
La corona di olivo selvatico è quella che si offriva a1
vincitore in Olimpia. Le orecchie non hanno la tumefazione di chi praticava il pugiiato o il pancrazio; la
limitata consistenza dei bicipiti, I'esilità dei polsi e i
morbidi poipastrelli escludono gare di lancio o la conduzione di cavalli e carri: nella muscolatura coltivata
delle gambe, trova ragione l'esercizio della corsa, la
prima specialità praticata in Olimpia,l'unica ivi ricordata da Omero. Il nudo è ispirato a un atleta dei giovani, categoria intermedia tra t ragazzi e gli adulti, adatto a incarnare 1o spirito della competizione (Agón) agh
occhi di tutti i partecipanti. Inseguendo lo strenuo
ideale,l'artefice ha alterato le dimensioni naturali: dalle impronte della cera all'interno della statua, risulta
che il collo è stato allungato in corso d'opera e il braccio forzato in alto.
l6
Personificazione
La lunga vita dell'originale prima de1la
scomparsa in mare, è
provata da copie statuarie e riproduzioni
i n d i s p a r a t et e c n i c h e .
che ne ampliano il
significato dalla Grecia all'Anatolia.
In Italia, al tempo dr
Nerone, un affresco
nella CasadeiVettii a
Pompei rappresentail
bronzo completo delIa palma su un alto
piedistallo.dietro la
tavola con i premi per
i vincitori. e gh haltéres,attrezzi per il salto
in lungo che esprinlono l'attinenza alll
corsa, altrimenti priva di attributi figurativi. In primo
piano, quattro galli alludono allo spirito combattivo,
qualificando la scena come allegoria dei giochi, e la
statua atletica quale personificazione di Agón (cft.
inrmagine a pag.14).
Nella generale promozione delle actività ginniche da
parte di Commodo, e con riferimento all'adozione
citata dell'Erucle l'{ikétor per la stessaicona imperiale, il
giovane che s'incorona viene ulteriormente incentivato a Roma. Su sarcofagi di produzione urbana, la figur a a p p a r e t r a i l g i u d i c e d i g a r a e l ' a r a l d o :s i m a n r i e n e
fedele all'archetipo fino all'età dei Severi, sia nei rilievi sulle casse,sia sui coperchi. Monete di Commodo a
Nicea di Bitinia accompagnano il tipo con la legenda
"sacro Agone", che nette in tutte lettere il valore evoc a r o d a ì l ap i t t u r a d i P o m p e i .
L'insistente fortuna occidentale rende più che probabile la presenza del modello in Roma, prima che a
Costantinopoli. Straordinario è comunque il radicanento delf invenzione attraverso gemme, sarcofagi e
manifestazioni d'arte minore, fino al medioevo e al
rinascimento. lJna storia che rende tanto più suggestiva Ì'istanza di riavere in Italia il maniGsto della riforma
lisippea, dichiarato "bene inalienabile dello Stato".
EROS CHE SAGGIA L'ARCO
NEL SANTUARIO
DEL DIO A TESPIE
Dobbiamo a Pausania(9,27,1-3) la nottziadell'attività
di Lisippo in un luogo sacro,con un'immagine che sfidavagli interventi di sommr predecessori:"tra gli dei, i
Tespiesionorano fin dalle origini soprattutto Eros, e ne
hanno qualeidolo antichissimouna gfezzapietra[...] ai
A sinistra: Personificazíone ilella Fortezza, ilecorazione ilel Pulpito,
mamto ili Catara, opera ili Nicola Písano, 7260. Pisa, Battistero
In basso: Cristo nel Giuilizio univercale, ffiesco
1541. Città del Vaticano, Cappella Sistina
ili Michelangelo,
Tèspiesipoi Lisippo Gce I'Eros bronzeo,e ancor prrma
di questo,Prassitele['aveva fatto] in marmo, di quello
dal PenteLico".Tra
il feticcio e la creazioneprassitelica
si
poneva inoltre l'Eros di Alcamene, ricordato da un
conxxentatorebizantino (Scoliastea Luciano,"Contro
un ignorante che compravamolti libri",3): "la città di
Tespie,nella qualel'Eros che eseguìAlcamene è opera
notevole a vedersi"; la testa dell'originale è quella
improprramente montata nella tarda antichità sul corpo
ellenistico dello Spinario, aI Palazzodei Conservatori.
Eros oltre la rnorte
Alla sequenzache esordivacol monolito protostorico
la dinamica della creatura sicionia viene ultima a
17
A sinistra: Statua di Eros cheTwouala Jlessibilità dell'arco, ilal btonzo ili Lisippo a Tespie,338, copia in marmo ili Paro, 740 d'C. circa,
Da Tiuoli, Villa il'Este. Roma, Mrsei Capítolini
In basso, a sinistra: Eros cheproua laJlessibilità dell'arco, legenila
Nikaiéon, "ilei Nicei", rouescio,moneta ín bvonzodí Nicea, Commodo, 780-792d.C. Città ilel Vaticano,BibliotecaApostolicaVatieana,Monetiere
In basso, destra: Eros ehegnoualaflessibilità dell'arco,copíain mar
mo ili Paro, 150 d.C. cfuca.Da Gabi, pressoil tempio di Giunone.
Roma, Museo Nazíonale Romano
testimonianze di età imperiale che nei musei del Lazio
si sono moltiplicate negli ultimi secoli.AlVaticano le
statue nella Galleria Chiaramonti e nel Gregoriano
Profano. A1 Museo Nazionale Romano il marmo da
segnareil massimosuccessodel re Filippo, che dedicò
L'Eros in atto di saggiarela flessibilitàdell'arco in
sèguito alla battaglia di Cheronea (1 settembre
338). Il dramma
s1 era consumato
quando la cavalleria condotta da
ALessandro aveva
il
sterminato
"battaglione
sacro" dei giovani tebani uniti
dal giuramento
d'amore,che impegnavaciascunoa non abbandonare
sul campo il compagno diletto, se mai a vendicarnela
morte. Di qui la resistenzafino all'ultimo.
Nella politica di riar,.vicinamentoallasensibilitàellenica, Filippo offrì in espiazionedel1astragef icona delI'onnipotente arciere pressola vicina sede del dio al
quale erano votati quei prodi.
Crudele Íîgazzo
L'identificazione archeologica fu proposta alf inizio
dell'Ottocento,partendo dal1'Erosdei Musei Capitolini, trasferitain Roma da Tivoli nel 1753: una delle
18
Gabi, che conserva
I'appoggio a raggiera
delle dita del piede
destro sul plinto, le
ali naturalistiche,e la
testina dell'Aquila di
Zess all'estremità
inferiore dell'arco,
metafora dell'acutezza di mira. Nel
Museo di Ostia, le
due copie dal Ninfeo degli Eroti, e un
torso nei depositi.Al
della
Monetiere
Biblioteca Apostoiiun'emiscaVaticana,
btonzo
di
sione in
Nicea in Bitinia che
al tempo di Commodo riproduce sul
rovescio I'Eros che
tira a séil centro delI'arco, impugnato
con la sinistra,mentre spinge le estremità dell'arma,quella superiore con la
mano destra,quella
inferiore con I'esterno del ginocchio destro.
La più antica testimonianza tridimensionale era intorno al 300 la matrice in terracotta per un piccolo torso
da Eraclea di Lucania (Policoro, Museo Nazionale della Siritide), in una bottega di plasticatori che usavano
I'alfabeto diTaranto, dove il Sicionio aveva allora creato i colossi. Seguono le versioni marmoree del tardo
ellenismo, tra le quali in Roma il torso dagli Horti Sallustiani ai Musei Capitoiini (Centrale Montemartini).
In alto: Rítuouamento ilel Poliilamante nelle Terme di Costantino sul
Quiúnale, Roma 1885
In basso: Poliilamante, caleo ilall'incisione su pasta vituea, 720-700.
Go ttinga, Archàologís ches Institut der (Jniu ercitàt
A destra: Poliilamante, bronzo ili Usiyryto, círca 338. Dalle Tetme di
Costantíno. Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo
alle Terme
P a u s a n i a( 6 , 5 , 1 . 9) dedica alla
statua del panqazia.ste Polidamante in Olimpia un'insolita
varietà di prospettive: "quello
sulla base alta è
opera di Lisippo,
e fu
il
più
grande di tutti
gli uomini - tranne quelli che chiamano eroi o se vi fu
altra stirpe mortale prima degli eroi - ma degli uomini dei nostri tempi quesro è il più grande, Polidamante
figlio di Nicia. Scotussa,la patria di Polidamanre, non
era più abitata ai nosrri giorni [...] Anche ad altri toccarono vittorie illustri rrel parrqazio, ma oltre alle
corone nel pancrazio Polidamante ebbe a compiere
anche queste diverse imprese. La regione montuosa
delia tacia, nel tratto al di qua del fiume Nesto, che
scorre attraverso il territorio degli Abderiti, presenta
vari animali selvatici, e tra questi anche leoni che una
volta attaccarono 1'esercito di Serse facendo straEe dei
cammelli che portavano le prowisre. Questileoni
spessovagano anche nella regione intorno all'Olimpo;
un fianco di questo monte è rivolto alla Macedonia,
l'altro allaTessagliae al flume Peneo: fu da questo ver-
sante che Polidamante abbatté sull'Olimpo. senza
portare alcuna arma, un leone, una belva grande e
forte. Fu incoraggiato a1l'impresadal desiderio di
imitare le imprese di Eracle,poiché c'è anche il rac-
T9
A sinistra:
Poliilamante,
In basso, a sinistra:
le ilíta ilella mano ilestya
Poliilamante, Ia testa
In basso, a destra: Poliilamante, le labbra in rame massiccio
conto che Eracle abbia vinto il leone in Nemea. Oltre
a questo, Polidamante lasciò in ricordo un'altro prodigio. Entrato tr7rtlezzo a una mandria di buoi, afferrato
il toro più grande e più selvaggio, strinse la punta dello zoccolo di una delle zampe posteriori: e non 1o lasciava per quanto balzassee si dibattesse,finché dopo
molto tempo, raccolta tutta la sua forza, il toro sfuggì,
ma lasciò 1o zoccolo nelle mani di Polidamante. Si dice
anche come si parò davanti a un auriga adulto che lanciava il carro in velocità, fermandolo: afferrato con una
mano il carro da dietro, frenava insieme i cavalli e tratteneva I'auriga. Dario III Oco], i1 figlio illegittimo di
Artaserse,che con I'appoggio del popolo persiano ave-
va deposto Sogdio,flglio legittimo di Artaserse,prendendo il potere al suo posto, dunque questo Dario,
quando divenne re - poiché era stato informato delle
imprese di Polidamante - mandandogli messaggerie
promettendo doni 1o persuasea recarsiin Susaal suo
cospetto[408-405].E qui a sfida,di quei Persianichiamati immortali, tre uomini che combattevanoinsieme
contro lui solo, li uccise. Delle imprese che gli sono
riferite, alcune stanno sul basamento della sua statua in
Olimpia, altre sono anche illustrate dall'iscrizione".
La vittoria nel pancrazio a Olimpia nel 408 aveva
coronato la sua carriera, quando Dario II lo chiamò in
Persia. Nel 404 sarebbe stato vinto nella sua specialità.
Benché vissuto in età classica,fu equiparato ai leggendari primatisti. L'imrtazione di Eracle, esplicita nell'aÈ
frontare il leone, emerge anche dagli altri episodi. Se
I'Alcide aveva avuto ragione del formidabile armamento di Gerione dal triplice corpo, il Tessaloalla presenza
del Gran Re affrontò contemporaneamente i tre uonrini armati. Il confronro con un roro rrcordava infine
I'impresa di Eracle a Creta. Luciano ("Assemblea degli
dei", l2) conGrma l'assimilazione eroica, ricordando
che nella credenza popolare il bronzo lisippeo aveva
potere taumaturgico: "ormai anche la statua di Polidamante I'atleta cura i Gbbricitanti in Olimpia".
Pugile delle Terme
Numerosi indizi convergono al riconoscimento del
pancraziaste nel cosiddetto Pugile delle Terme: la
denominazione viene dal fatto che il Museo Nazionale Romano, all'inizio allogato nelie sole terme di Diocleztano, era chiamato Museo delle Terme. Inoltre il
bronzo era stato rinvenuto nel 1885 sul Quirinale,
20
dove aveva ornato 1e terme di Costantino: una traslazione tarda, dato che Pausania1o vedeva in Olimpia al
tempo degliAntoninr. Era forse giunto per iniziativa di
Massenzio, al fine di decorare le terme innalzate a suo
nome (306-312 d.C.), por dette di Cosranrino.
La celebrità del soggetto è provata da una pasta vitrea
ellenistica a Gottinga. L'assegnazione a un maestro di
età classicaviene dalla disamina di ogni aspetto tecnic o . i c o n o g r a f i c oe s t i l i s t i c o .
La fusione a cera persa è col metodo indiretto, che
lichiedeva calchi negativi ausiliari tratti dal modellato
in cera. Da dentro si riconoscono le giunzioni dei pannelli di cera che erano stati applicati all'interno delle
forme. L'esecuzione è ar,'venutain partr separate,invisibilmente saldate:gambe, sesso,torso, braccia, guantoni, testa.
Rimanda alla fase classicail raro dettaglio dell'ematotna sotto I'occhio destro reso con un elemento fuso
separatamente in una lega scura: simiie espediente era
stato utilizzato da Silanione per ottenere con l'argento
il pailore della Giocasta (Plutarco, "Questioni conviviali", 5,I,2). Né trovano riscontro più tardi altri artifici. Come nel Tideo e nell'Anfiarao da Riace al
Museo Regionale di Reggio Calabria (circa 456), ie
dita centrali dei piedi erano state fuse a parte per
modellare libcramente gli spazi interdigitali: nel nostro
caso, l'iniziale ólpha per alristeròspoús], tracciata nella
cera sotto il medio del piede sinistro, distingueva all'ass c r n b l a g g i ol a s e z i o n ep e r r i n e n r e .
A sinistra: Eracle Epitrapezio, dall'oúginale donato ila Lisipryo ad
Alessandro,círca336, copia ellenistica,bronzo. Vienna, KunsthistorischesMuseum
In alto: Testa ili ErccIe Epitaptezio,
Luceru, Museo Cíuíco
marmo ilel pentelico, 100-j0.
Le labbra sono in rame massiccio (non lamina, come nel1'ellenismo), inserite con un ancoraggio all'anima della
statua tanto saldo da impedire oEpi spostamento sotto la
colata.I globi oculari (perduti) erano stari collocati agendo dalf interno della testa,dopo che questa era statasaldata al corpo.A tale scopo era statalasciataaperta la calotta,
che appare richiusa per un intervento tardo antico.
La tensione delle membra è contenuta dalf invaso geometrico. L'asimmetria della posa si compone nell'unità del volume regolare, che enfatizza la sola apertura
nel moto dellatesta.
Il volgersi netto del capo tornerà nell'Epitrap ezio. La
mascheradi dolore,l'andamento della barba e le ciocche fàlcate dei capelli, nella testa dell'Eracle mediante diTaranto.
Rarne rosso
La ricerca dell'attimo pregnante si rivela attraverso 1e
agemine di rame rosso applicate sulla gamba e sul
braccio destro, compreso il guantone: gocce di sangue
cadute dalle lacerazioni osservabili sui viso, nelf istante
in cui I'atleta ha girato la testa.
2I
Gloria dei Tessali
La datazione stilistica dei rilievi sul basamento fa ri.conoscere Daoco II nel promotore del monumento, il
tetrarca dellaTessagliae dinasta di Farsalo - confinante
con Scotussa - che aveva voluto nella propria città il
gruppo bronzeo degli antenati, e la duplicazione in
narmo de1 donario a Delfi, che ci è pervenuta con
due personaggi (Agia e Daoco I) eseguiti da Lisippo:
importanti iniziative, conseguenti come I'Eros di
Tespie alla vittoria di Cheronea, dove i Tessali erano
alleati dei Macedoni. All'occasione, Filippo consacrava
in Olimpia i1 gruppo eroico della propria famrglia.
Delf iscrizione de1 Polidamante sul bordo del plinto, si
conserva, insieme al nome di Scotussa,l'insolita etnia
Lisippo era I'unico artista celebrato in antico per aver
alluso a1lasordità. Nel Pugile il gonfiore del1e orecchie
ostruisce la conca auditiva. L'efTetto si assomma alla
dolorante stanchezzaper rendere significativo il brusco
volgersi del capo allo squillo dell'araldo che precede il
verdetto: la "tromba del Giudizio" nell'i.mmasinario
cristiano. Francisco
Goya, il grande Sordo,
scoprirà incoruapevolmente all'inizio del1'Ottocento la mossa
del Pugile neli'ottuso
e terrificante volgersi
de "Il Gigante".
Il monumento stava
all'angolo nordorientale del tempio
di Zeus. L'identifie czlone
e
' " n' l
P
- r *r bo- ì^l"e
delle Terme trova
conferma nel volgersi del capo in alto:il valore narrad v o c h e v i a b b i a m o r i c o n o s c i u t o coincideva con l'opp o r t u n o o r i e n t a m e n t o v e r s o i 1 dio che dominava
il frontone.
22
In alto, a sinistra: Doriforo di Policleto integvdto con lo scudo, círca
340, ilisegno ilalla replica in maymo di Luni, 40 d.C. circa, da Pompei, Palestra Sannitica. Napoli, Museo Avcheologico Nazionale
In basso, a sinistra: Alessandvo Achille quale DoúJoro, meilaglione,
iliritto, oro, SeuevoAlessanilro, 222-2i5 il.C. Da Abukfu. Baltimorc,
Walters Art Gallerry
In alto: Dornus Asrea. Alessanilro Achille, testa su busto moilerno,
ilalla statua attúbuita a Lisippo, 334, copia in marnro di Luni, 100140 d.C. Roma, Galleria Borghese
A,pag. 23, in alto a sinistra: Veiluta aerca del Portico il'Ottauia, Roma
A pug. 23, in alto a destra: Alessanilvo a cauallo che colpisce difenilente, dal gruppo ilella battaglia ilel Granico, 334, úiluzione in bronzo,
età augustea. Da Ercolano. Napoli, Museo Archeologico Nazíonale
A pug. 23, in basso a destra: Battaglía di Sentino, con Marte tipto
Alessanilro di Leocare nella caccia di Delfi e Decio Mure a cauallo típo
Alessanilvo al Granico, urna, proiluzine di Volterra, alabastro, círca
150. Chiusi, Museo Archeologico Nazionale
I
I
regionale del vincitore, che ribadisce f interessepropagandistico del committente: "Polidamante figlio di
Nicia,Tessaloda Scotussa".
Il blocco superiore della base,scolpito a rilievo, mostra
sulla faccia anteriore Polidamante alla corte di Persia
nella lotta contro uno degli armari. Sul lato destro della
base il vincitore siede sul leone di grandi proporzioni
abbattuto presso1'Olimpo, che ci aiuterà.a rintracciare il
Leone caduto di Lisippo, portato in Campo Marzio.
I1 plinto, su1quale posava il bronzo, era un quadrato di
un metro di lato, eccessivoper una figura stante, adatto all'atleta assisodelle Terme: il piede destro dell'originale - che sporgeva dal basamento, poggiandovi solo
col tallone - appare consunto dal tocco dei devoti,
come il San Pietro in bronzo della BasilicaYaticana.La
notizra citata, che la statua avesseil potere di curare i
febbricitanti, implicava che gl'interessati la toccassero:
data I'altezza del basamento a pilastro, ciò era praticabile sul piede che sopravanzavail plinto.
I1 giudizio di Plinio (34, 65) sulf incrsività di Lisippo,
"senÌbra propria di lui I'espressività serbata fin nei
minimi particolari", si attaglia all,afinezza con cui sono
realizzati i guantoni. I polpastrelli restano liberi, consentendo all'artefice di cesellare le unghie, mentre le
dita sono inguainate per metà da una pelle così sottile
che lascia trasparire le articolazioni fino alle falangi. Gli
orli del naezzoguanto sono ribattuti per ciascun dito e
resi appariscenti dagli inserti di rame, sui quali sono
incise fitte serie di punti a suggerire le cuciture. Il
cuoio che protegge il carpo, il polso e l'avambraccio,
aveva nella realtà il vello rivolto alf interno oer
amrnortrzzare i colpi durante il combattimento:il pllo
sbocca in denso arriccio sull'avambraccio. Forti stringhe garantiscono I'aderenza dell'apparato difensivo, e
al contempo fissano alle mani i cesti (sphaírai)di cuoio
duro, usati in età classica(Platone,"Leggi",830 b).
Numerose le alterazioni annotate quale risultato di
remote lesioni, cui si sovrappongono ì coipi subiti nelI'ultimo scontro. La perdita dei denti superiori ha
ingenerato I'affossamento del labbro, per cui il fìato
viene soÍIìato dal bassoverso i baffì che si alzano a ven-
taglio: una disposizione momentanea che rivela i1
pneúma emanante dal bronzo. La frattura dell'osso
nasale e 1o spostamento della cartilagine hanno determinato la deformazione del naso e I'ostruzione anche
di questo condotto, onde abbiamo osservato l'ansimare dalla bocca.
Oltre al livido citato sotto un occhio, sono evidenziati
gli sfregi alle guance e alla fronte, dai quali abbiamo
visto che è grondato il sangue sugli arti del lato destro,
al volgersi del capo.
ERACLE EPITRAPEZTO
DALLA
CORTE DI ALESSANDRO
VINDICE
ALLA CASA DI NONIO
SUL QUIRINATE
I1 primo indizio della presenzain Roma dell'Eracle
Epitrapézios,"protettore della mensa", eseguito da
Lisippo per Alessandro,è nelle parole di Marziale
("Epigramml",9,43,10), che quel domesriconume
"avevaimposto al fiero Silla di deporre il potere" nel
79.La vicenda collezionistica,car:tataanche da Stazio,
23
A sinistra: ,4fessandro a eauallo abbatte un barbarc, contorniato, rovescio, legenila Alexander Magnus Macedon,
bronzo, Valentiniano
e Valente, 364-378 il.C. Lonilra, Bútish Museum
In basso, a sinistra: Cauallo príuo ilel combattente, dal grugrpo ilella
battaglia ilel Granico, yiiluzione in bronzo, età augastea. Da Ercolano. Napoli, Museo Areheologico Nazionale
In basso, a destra: Poliilamante seiluto sul leone uccíso in Tessaglía,
base in calcarc ilella statua ilell'atleta, opera dí Lisíprpo, circa 338.
Olímpia, Museo
non è tuttavia verificabile fino alla descrizione del
bronzo pressola dimora di NonioVindice, nella località definitada Marziale("Epigrammr", 1,117,3) .
Il poeta si dichiaravicino di casarispetto al protettore,
nel sito del Quirinale detto popolarmente "al pero"
(ad Pirum), accanto a una delle are che ricordavano
I'incendio di Nerone: poiché la pavimentazione circostante il monumento, al
tempo di Domiziano, ancora non era stata completata (nulla di nuovo sotto il soie
di Roma), vigeva anche la denominazione "al mucchio di travertinl" (ad pilam
Tiburtinam).L'ara rimane oggi in sito. con
la platea finalmente composta, sul lato
meridionale della strada in cresta al colle
(Alta Semitc, via Venti Settembre, sotto
I'edificio al n. 30), alf inizio salendo dal
Cliuus Salutis (tra via de1laConsulta e via
Piacenza).
24
L'Eracle meditante di Taranto - di cui vedremo la collocazione in Campidoglio - era familiare a Stazio che
nell'inverno 93-94 d.C. citava i "colossi" olasmati dall'artefice con la stessamaestria dimostrati nelf immagine ridotta ("Selve", 4,6,35-46): "tanto grande era la
reputazione dell'opera e la maestà racchlusa entro
limiti angusti.Il dio era, il diol E si offerse alla tua vista,
Lisippo, piccolo a vederlo, immenso a concepirlo. E
per quanto la sua straordinaria gtar:dezza stia ne11'a1tezza dr un piede t .] E in così breve spazio, tanro
grande illusione drbelTezzat Quanta nisura nella mano,
quanto grande esperienza nell'applicazione del provetto
arteflce, per poter allo stessotempo plasmare ornamenti
da tavola e agitare nell'animo immaru colossi".
Concorda il racconto nei due colnponinenti di Marziale ("Epigrammi", 9, 43 e 44).Il primo - da cui
abbiamo riportato il verso su Silla - viene incontro
all'aspettativa archeoiogica nella completezza di una
scheda: "questi che sedendo ammorbidisce Ie dure
rocce con la pe1le distesa del Leone, grande dio nell'esiguità di un bronzo, guarda col volto supino le stelle
che sostenne fquando aveva sostituito Atlante nella
funzione cosmica presso le Esperidil, questi la cui sinistra si scalda alla fclava di] quercia e la destra al fvino]
puro, non è recente di fama, né è gloria di un nostro
bulino:vedi un nobile dono e lavoro di Lisippo. Possedette questo nume la mensa del signore di Pella, che si
adagiavavincitore nel mondo rapidamente soggiogato.
Annibale giovinetto aveva giurato a qlresto dio presso
Libiche are. Questi aveva imposto al fiero Silla di deporre il potere: sdegnato dalle tronfie minacce di quella
volubile corte, gode ora a dimorare pressoLari privati, e
come fu un tempo comrlensale del pacifico Molorco fil
pastore che avevaaccolto Eracle a Nemea], così ha voluto essereil dio del dottoVindice".
A sinistta: Leone ilormiente, coperehio eou
preparczione delle cacee
nel circo, sarcoJago con
scena di battaglia, marmo ili Luni, 170-180
d.C. Roma, Musei
Capitolini,
Centrale
Montemaúini
Al centro: Itone ucciso,
caccía ili Aihiano, tondo,
manno di Luni, Rorna,
Ayco ili Costantino
1:
11secondo epigrammaattestaf iscrizione lisippea:
"chiedevopoco fa,l'Alcide diVindice di chi fosseopera e cosìfelice creazione.Sorrise [Vindice], come fa di
solito, e con un lieve cenno del capo 'ma che non sai
di greco - dice - poeta?la baseÉ iscrimae indica il
none'. Leggo Lysíppou.L'avevo creduto di Fidia".
Nella forma grecail genitivo del nome si accompagnava
a érgon:"opera di Lysippo", segnalandola paternità del
modelio dal qualela figura dipendeva.Vindice possede-
va un ntlritiplo ricavato per calco con la tecnica di Lisistrato, o una copia pitì recente dall'originale di Lisippo,
la cui datazione all'inizio del regno diAlessandro risulta
da simili irrurraginidi Eraclesedìrtonella ccranricaarrica:
Stazio dice cheAlessandro ebbe a chiedere venia all'Eracle, per avergli distrutto nel 335 la patriaTebe.
Lir fortuna del piccolo formato è provata da statuette
di varia epoca e provenienza. Quella che meglio unisce ì caratterr dello stile lisìppeo alla posa del dio
secondo le fonti è al Kunsthistorisches Museum di
Vienna. La testa richiama quella in marmo al museo di
Lucera, che consente il migliore apprezzamento della
barba e della capigliatura, nel paragone decisivo col
Pugile delle Terme.
pedagogo Lisimaco che l'aveva chiamato "Achille"
nell'infanzia: f invasione dell'Asia si appellava al precedente de11"'I1iade",lettura preferita del conquistatore.
Nel racconto di Arriano, mentre il grosso dell'armata
approda ad Abido, il re muove con sessantanavi sulla
Troade, dove attracca al "porto degli Achei"; continuando con le parole di Diodoro Siculo ("Bib1ioteca",
1 7 , 1 . 7 , 2 ) , " f u i l p r i m o a s c a g l i a r ed a l i an a v e l a l a n c i a ,e
dopo averla confìccata nel terreno, saltando giù dalla
nave, dichiarò di ricevere dagli dei I'Asia corne suolo
conquistato con la lancia".
Il re si fa rappresentare con 1o scudo di Achilie. Sul
medaglione d'oro da Aboukir, a Baltimora, veste la
corazza ornata da una Gigantomachía sul pettorale,
con Atena sullo spallaccio destro; a sinistra imbraccia lo
scudo, portando la lancia :r spalla:un Doriforo, corne il
presunto Achille di Policleto che, nella recente lnrerpretazione della copia al Museo di Napoli, reca allo
stessomodo lancia e scudo col braccio sinistro,restituendo un senso letterale al motto con clli Lisippo
segnalavail proprio "naestro" nel capolavoro dell,antecessore.Nel dialogo di Cicerone ("Bruto",296) sulla
retorica, Attico moderava l'entusiasmo dell'autore verso
i discorsi di Crasso eAntonio: "come Lisippo diceva che
per lui era stato il Doriforo di Policleto, così dici che per
te è stata maestra l'orazione per la legge Servilia". Sl
aggiunga la conferma dar frammenti di uno degli epigramrrri di Posidippo recuperati da un papiro dell,Uni
versità di Milano, dove certe opere di policleto sono
accostateall'Alessandro"delle mani lisippee".
Leonetuafitto,ilisegnoili BertelThorualilsen
agli
TteriI monumento
Suizzeyi cailutí in Fyancia nel 7792. Copenaghen, Thoyualilsen
Museum
ALESSANDRO ACHILLE A ILIO
Forti legami coltivavaAlessandrocon Achille per ia
discendenzadeila propria madre Olimpiade da Neottolemo, figlio dell'eroe, e la presagasimulazione del
i
l
I
25
-|F
In alto, a sinistra: Fonilamenta ilel Tempio ili Gioue Capitolino,
tafo, 580-508, Roma, Palazzo Caffarellí
Richiamando il simbolismo dello scudo del Pelide,
quello di Alessandro concentra la descrizione omerlca
("Iliade", 18,483-485): Efesto "vi rappresentòla terra,
il cielo. il mare. il sole instancabile e la luna nella sua
pienezza,e tutte le stelle di cui il cielo s'incorona". Nel
mezzo del1'usbergo del Macedone, 1afigura Gmminile
è infatti Ecumene, la "Terra abitata". La sormontano la
testa radiata di Apol1o Elio e quella di Artemide con la
falce lunare. I1 tutto crrcondato dallo Zodtaco con le
prime costellazioni, Ariete,
Toro, Gemelli, Cancro fino
al Leone, che segna la
nascita del figlio di Fiiippo.
L'atteggiamento del re
accentua il carattere dei
preccdenti ritratti, con la
testa verso l'alto, gli occhi al
cielo, i capelli spartiti nel
fitezzo. E f immagine statuaria da cui deriva la tesra
alla Galleria Borghese, di
recente vaTorizzata nella
s p e c i f ic a p u n t u a l i z z a z i o n e
tra le icone del Macedone
in Roma.
ALESSANDRO E I CAVALIERI
DEL GRANICO
DAI
SANTUARIO
METELLO
DI ZEUS TN OÍOÀ.IEI- PORTICO
POI DI OTTAVIA
DI
IN CAMPO MARZIO
Da quello che oggi è in Macedonia il parco archeologico dr Díon,il gruppo lisippeo fu portato a Roma
per iniziativa di Quinto Cecilio Metello, dopo l'annientamento della rivolta di Andrisco,nel trionfo del
146 la collocazione evocava1o scenario voluto da
Alessandro.I1 Campo Marzio era luogo di raduno dei
Romani in armi, come il santuario dr Díon per t
Macedoni. La PortimsMeteLliricordavale stoaíintorno al
témenos
di Zeus:uno dei due templi, di fronte ai quali furono distribuitele venriseifigure,eradedicatoa Giove Statore, "che arresta"la fuga dei militi, un "dio degli esercili".
26
Sopra: lscrizione ilel nome del coptista Sóp[atuos] sul plinto
Cagnaferíta. Roma, Museo Barracco
ilella
Al centro: Cagnaferita, uno ilegli animali eseguiti da Lisipryto, 332322, per la cacciaili Alessaniú,0 e Crutero iledicata a Delfi, copia in marmo dí Paro,firmata da Soptatuo,cfuca700. Roma, Museo Bawacco
In basso: Testa di Cagna tipto Bawacco, eopia ín marnxo, 120-140 d.
C. Genoua Pegli, Museo Ciuico ili Archeologia Ligwe
La costruzione fu terminata nel 131, quando Metello era
censore: venne riedificata un secolo più tardi da Ottaviano come PorticusOctauide,innome della sorella (33-2,3\.
I cavalieri di Lisippo vi furono ricomposti, nel resoconto diVelleio Patercolo("Storia romana", I,11 ,34): "questi è Metello Macedonico, che aveva innalzato
i Portici che stavano intorno ai due templi dedicati
senza iscrízione, che ora sono circondati dai Portici di
Ottavia, e che portò dalla Macedonia questa torma di
statue equestri che guardano la fronte dei templi,
ancor oggi massimo ornamento del luogo". Segue la
testimonianza di Plinio (34,64): "questa torma Metello,
conquistata la Macedonia, la fece trasportare a Roma".
Sopra, a sinistra: Arístotele, pieeolo busto iscritto, dal euirinale,
disperso, ineisíone ìn Fuluio Orsíni, Imagines, Roma 7570
oru
Sopra, a destra: Aristotele, testa su busto moderno, marmo ili Paro,
120-140 il.C,, già collezione Luilouisí. Roma, Museo Nazionale
Romano, Palazzo Altemps
Irr alto, a destra: Tor Millina, parte ilelpalazzo ilei MiIIini, douefu
uista allafine ilel Quattrocento l'íscizione del Seleuco di Lisippo
Scampatial saccodiAlarico del 411 d.C., "quelli che
siedono sui cavalli da una parte e dall'altra" (rispetto
all'entratanel Portico dal propileo meridionale, oggi
in vista) vengono ricordati in sito dall'iscrizioneonoraria di Anicio Acilio Glabrione Fausto.orefetto della
cittànel 429 e consolenel 438.
Sintesi dell'eroico
Alessandroattribuisceal passaggiodel Granico il valore di una vittoria panellenica(maggio 334).AdArene
invia trecento scudi dei nemici: la fronte del Partenone ancor oggi reca i fori delle grappe cui furono affi-
dati i trofei del1a nemesi per il sacrilegio
consumato da Serse sull'Acropoli.
Generose le onoranze per i caduti, come
accadeall'inizio di ogni guerra: i parenti in
Macedonia sono affrancati dal tributo.
Lisippo viene incaricato di modellare le
immagini dei nobili "compagni a cavallo",
caduti nella carica decisa daAlessandro alla
propria ala sinistra. Il re vuole apparire tra i
suoi fedeli quùe primus inter pares,responsabile di una scelta che impone il cimento
personale eI'azzardo della prima linea.
Il latino turma, usato daVelleio Patercolo e
da Plinio, che avevano pratica militare,
indica nell'esercito romano l'unità tattica
della cavalleria di trenta, poi trentadue elementi: traduce un'espressione greca, íle o
úgema,rispondendo alf impatto visivo delIo squadrone comandato da Alessandro.
A testimonianza restano i due oiccoli
bronzi trovari a Ercolano nei 1761.reolic h e d i e t à a u g u s r e aq. u a n d o a b b i a m o v i s t o
che 1'originale era stato risistemato nella Porticus
Octauiae.
Uno dei cavalli ci è giunto privo del conducente. Nel
volgersi a sinistra sotto l'azione delle redini, suggerisce
un combattente armato di lancia che si faceva spazio
per colpire sulla destra.
Il cavaliere superstite, nell'altro bronzo al Museo di
Napoli, è Alessandro in persona nella mischia ai ferri
corti. Governa la cavalcatura con la sinistra abbassata,
mentre si gira a destra alzando la spada a colpire di
fendente. Il tema era noto in figure di Arnazzoni sulla
ceramica attica: con Alessandro entra nel racconto
storico, conservando agli occhi dei contemporanei la
valenza eroica, che sarà echeggiata per Pirro in una
metopa di Taranto e per il romano Decio Mure alla
battaglia di Sentino su un'urna etrusca.
Cavaliere mirabilmente librato tra la realtà delle armi
e la sintesi dell'eroico, tra il gesto del combattente e la
sospensione simbolica: Lisippo ha reso tangibile nella
veemenza dell'azione 1o spirito con cui il grovane re
enffava in battaqlia.
27
LEONE CADUTO
DA LAMPSACO
AI GIARDINO
DI AGRIPPA
IN CAMPO MÀRZIO
Da Lampsaco,colonia FocesenellaTioade,fu trasferito
lton) di Lisippo,
in Roma iL "Leone caduto" (peptokòs
secondoStrabone("Geografia",13, 590):i1 quale,nativo di Amaseanel Ponto, avevadiretta conoscenzadel-
Siamo in Campo Marzio, pressoIo StagnumAgrippae,
bonifica delf impaludamento di un corso d'acqua,cui
si aggiungeva1o scolo dell'AcquaVergineche alimentava le Tetme,
inaugurate nel 12:
in ta1 senso il Leone terminava la
serie di "trecento
statue di bronzo o
di marmo", con
cur Agrippa aveva
decorato I'acquedotto (Plinio, 36,
121). Euripus è
l'enfatica denominazione greca deiI'enrissario verso il
Tevete, che riPeteva
quella del tratto di
mare tra 1aBeozia e
l'isola di Eubea
(Eúripos).llbosco è
i. nemus impiantato
da Agrippa tra la
sponda del lago e 1o sboccodall'angolosudoccidentale:
un giardino, poi invasodall'Odeon di Domrziano.
A sinistra: Sezione ilel caliilaúo ilelle Terme di Agtippa' inaugurate
nel 72, a noi ltervenute nellafotma ili successiuírcstauti' Roma, Via
dell'Arco della Ciambella
In basso, a sinistra: Rorna, Vicolo dell'Atleta, che Tnenile nome dal
nel 1849, già Vicolo delle Palme
yitrouamento ilell'Apoxyótnenos
s, uersione ridotta in bronzo fitmata da FranIn alto: Apoxyórneno
e col ntarchio ilella Jondeùa Íomand A' Rinalili'
cescoMaricchitti
185 0-1 860. C ollezione Ptiu ata
La vtcinanza all'Euripo ripeteva quella originaria aile
acque dell'Ellesponto. In Campo Marzio abbiamo
ricàrdato il Portico di Ottavia coi cavalieri Macedoni,
confacente al luogo delle accolte militari: il Leone era
parimenti un memoriale bellico voluto da Alessandro
inirio dell'invasione. Dopo la battaglia del Granico,
"lf
gli abitanti della vicina Lampsaco, che avevano tenuto
un comportamen[o favorevole ai Persiani, inviarono
ad Alessandro il concittadino Anassimene' retore e
poeta di successo,per conciliare il vincitore' Nacque
28
un progetto che incontrava la volontà di Alessandro
d'inserirsi nella dialettica delle città. sreche.
La tornba vuota
La dedica che aveva accompagnato gli scudi degli
orientali dopo la battaglia sul fiume, destinati come si
è detto al Partenone, suonava: "Alessandro fìglio di
Filippo e gli Elleni, eccetto i Lacedemoni, dai barbari
che abitano I'Asia"; escludeva dalla gloria gli Spartani,
che non avevano aderito alf impresa. e rammentava
agli Ateniesi il crimine che quelli avevano consumato
rn Lampsaco al termine della guerra del Peloponneso
(405). Lisandro vi aveva ordinato l'uccisione di tremila
A sinistra: Apoxyórnenos,
Atleta "che si detetge,' con lo strigíle,
copia in marmo pentelito, circa 50 il.C. Da Roma, Trasteuere, Città
ilel Vaticano, Museo Pio Clementino
In alto: Testa ilell'Apoxyómenos.
Clementino
Cíttà ilel Vaticano, Museo pio
Ateniesi catturati alla foce degli Aígós potamoí,"fiumara della capra", sulla riva opposta dell'Ellesponto,
quando egli si era impadronito del naviglio tiraro rn
secco. Al disastro si era sottratta solo la squadra di
Conone: il quale nel 394, tornando a condurre la lotta
contro Sparta,bensì come navarco della flotta persiana,
avrebbe annientato al largo di Cnido la precarra suprefl1aziamarittima dei Lacedemoni.
Domina oggi al British Museum il Leone marmoreo
che vigilava quel porto della Caria; restano in sito le
rovine del monumento innalzato agli Ateniesi periti
nello scontro vittorioso, tomba collettiva @olyúndrion)
dei corpi recuperati e cenotafio dei marinai scomparsi
tra i flutti.
II Leone in bronzo di Lampsaco nacque per analogia e
contrapposto al troGo di Cnido. Alle vittime di Egospotanl era stata negata da Lisandro la sepoltura:Alessandro, che avevariportato personalmente agliAteniesi le ceneri dei morti di Cheronea, sanavaora l'offesa
agli insepolti. La nemesi celebrata da Conone a Cnido,
rimaneva offuscata dal compromesso col dominio persiano. Questa volta il vincitore degli orientali interpretava agli occhi degli Elleni la solidarietà per i morti
di Egospotami.
29
Sulla basedel Polidamantea Olimpia abbiamovisto il
coperchio di un sarcofago(Roma, Musei Capitohni),
con un felino dormiente entro un gruppo dl tlere
destinateal circo.Notevole 1'efTettomonumentaledella belva uccisada Adriano in uno dei tondi che adornano l'Arco di Costantino: tramite per il Leone glacente di Antonio Canova sulla tomba di Clemente
XIIi nel1abasilicadi San Pietro (1792).Ritorna al clima eroico della dedica di Alessandro,il Leone trafitto a
guardia di un cumulo d'armi, memoriale degLiSvizzeri
éadutralleTuileries (10 agosto 1'792)per fedeltà a Luigi
XVi: dal modello creatoda BerteiThorvaldsenin Roma
(cfr.imm. a pag.25,in basso),ia sculturafu eseguitada
LucasAhorn nell'arenariadi una rupe a Lucerna (1821)'
In alto: Vedutaaereadel Teatvoe dei Portici ilí Pompeo,Roma
A sinistra: Prussilla, ilall'oqreradi Lísippo a Sicione,322-378, copia
in manno i!í Paro, 120'140 il.C. Da Roma, Beilino, Staatlíche
Museer, Antihensammlung, Pergamonnuseilln
CAGNA FERITA
DALLA
CACCIA
AI LEONE DI AIESSANDRO
IN DELFI AI TEMPIO
E CRATERO
DI GIOVE CAPITOLINO
I1 1948, alf inaugurazione del Museo Barracco nella
cosiddetta Piccola Farnesina,la statua della Cagna ferita (cfr. imm. a pag.26) posava su un basso stlpporto'
Entrata nella collezione del senatore Giovanni Barracco alla fìne dell'Ottocento, fu riconosciuta quale copia
dal bronzo cui Plinio (34,38) aveva dedicato urnapagina d'intatta evidenza: "l'arte fu esaltataoltre ogni umano credere dal consenso degli ammiratori e dall'audacia degli artisti. A prova di quello che può I'amrnirazione, addurrò un esempio solo, e che non riguarda
f imrnagine di un dro o di un essereLlmano- Ai miei
tempi ho visto in Campidoglio, prima che tutto andasse bruciato nelf incendio appiccato dai seguaci di
Vitellio [69 d.C.], nella cella di Giunone,la Cagna di
bronzo che lambisce la propria ferita. L'eccezionale
pregio della figura,la sua espressione indistinguibile dal
,r..o, non solo s'intendono dal fatto che era stata dedicata in quel luogo, bensì dalla cauzione che l'assicurava'
Fu stabilito con pubblico decreto che i custodi ne
rispondessero con la vita, poiché nessuna somma di
denaro era parsa adeguata".
Correntemente riferita a un originale di Lisippo, la
Cagna Barracco fu oggetto di una specifica edizione'
Ma una mattina che mi era fermato a osservarel'albore del marmo di Paro alla luce radente della finestra,
vidi che vi erano incise lettere greche mai rilevate, la
fìrma del copista Sópaltrol, che intorno al 105 lavorava per i Romani a Delfi. Insperata conferma della pertlnenza dell' ori ginale alla caccia di Alessandro avvenuta
a Sidone ú,332: il gruppo in bronzo voluto nel santuario diApollo dal compagno Cratero (poi tra gli eredi del
potere e più volte comittente di Lisippo), era opera di
30
A sinistra: Prcssilla, copia in marmo ili Paro, 1i0-140 d.C. Da VilIa Adriana, Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo
aIIe Terme
In basso, a sinistra: Prassilla, testapertínente alla statua esptostaal
P etgamonmu seum. Berlino, Staatliche Mus een, Antibensammlung,
Magazin
In basso: Prassilla, riiluzione in bronzo, 140-160 d.C. Dall,Anatolia sudoeciilentale. Santa Batharu (Califomia),
Museum oJArt
Leocare per i protagonisti, di Lisippo per gli animali.
Phrtarco ("Alessandro",40,4-5), che era stato sacerdote a Delfi, ne ha dato notrzía'.Alessandro "si ternprava
sempre prù nelle operazioni militan e nelle cJCCe,
anche esponcndosi ai pericoli, così che perfino un
ambasciatore spartano, trovandosi vicino a iui che
abbatteva un grosso leone, ebbe a dire: 'Alessandro, ma
hai davvero berr corrrbattutto contro il leone oer la
rcgalità ldell'Asia]'. Cratero dedicò quescacaccia i O.tfi, fatte rcalizzare immagini bronzee del leone, dei cani,
dei re alle prese col
leone e di lui stesso
in atto di aiutarlo,
delle quali le une
modellò Lisippo, le
altreLeocare".
Plinio (34,64) cttall
gruppo con l'attribuzione al solo
Lisippo:"la cacciadi
Alessandro che fu
consacrata
a Delfi" e
vi si riferisce anche
lodando il Sicionio "per i cani della caccia"(34,63).
La Cagnadi Lisippo fu tra "le molte opere concentrate nell'(Jrbe dallaviolenza di Nerone" (Plinio, 34,84),
precipuamentetra ibronzi sottratti a Delfi: il santuario
"era destinatoa non sfuggireall'assolutamancanzadi
riguardo di Nerone che depredòApollo di cinquecento statuedi bronzo,siadi uomini che di dei" (Pausania,
10,7,I).L'imperatore,
chefu in Grecianel66 d.C.,era
espressamente
accusatodel capriccioso trafugamento
di singole componenti da pur celebri compiessi:"gli
Anfizioni avevanodedicato le starue di Scillide fche
deteneva il primato di profondità nelle immersioni
sottomarine] e di sua figlia [Idna], ma quesr'ukima
andò ad accrescereil novero delle statueche Nerone
portò via da Delfi" (Pausania,
I0,19,2).
31
A fianco, a sinistra: Monumento a Fetnanilo
Pessoa.Lisbona, Cffi "A Brasileiva"
A fianco, a destra: Souate, ffiesco con iscrizíone, 60-90 il.C. Da Efeso, Case ilel Penilio.
Selquk, Museo Archeologico
In basso: Soctate, etfira cofl isctizíone, matmo, 760-180 il,C., già Roma, collezione Farnese. Napoli, Museo Archeologico Nazionale
A pag. 33: Testa ili Socrate, copia in matmo
di Paro, 60-90 d.C. Da Roma, Piazza Venezia. Roma, Museo Nazionale Romano
Spirito di geornetria
Conosciamo I'insieme gràzie a1 fregio su una base da
Messene, di cui la parte principale è a1 Louvre. Due
segugi di razza laconica precedono Alessandro: l'uno
punta la fiera,l'altro è artigliato tra le zampe del leone.
L'originale della Cagna Barracco doveva trovarsi a slrustra
del riguardante, ferita presso un cacclatore accorrente'
La nicchia che conserva a Delfi la dedica in versi, fa
intendere che la scena si sviluppava su un'alta base.Da
qui 1'esperimelto in mttseo di osservare la scuitura
ponendo l'occhio aI7'altezzadel plinto, e così fotografarla: 1abestia pcrdeva i connotati della verità casuale e
urtante, per rispondere a un progetto teorico.Vedevo
proporzionarsi la zampa destra allungata e annullarsi
ogni forzatura di dettaglio nelf iscrizione entro un segmento sferico. Questa anamorfosi, che si genera come
un prodigio dalla corretta visione, rimanda di per sé
alla geometria della scuoia di Sicione: a Lisippo porta
il nesso delle membra davantr al corpo, I'equilibrio di
un'espressioneche traduce simultaneamente più atti.
Tema è ìo spasmo istantaneo che fa convergere la flessione della zarrrpa e Io sforzo del collo sul1a centralità
della ferita a conclusione della curva di tutto r1 corpo, al
culmine de1vuoto irnprigionato dalla composizione.
Classicala struttura, 1o scheletro awertito sotto la tensione dei muscoli e la morbidezza della pelle:la testa
ha una mossa autentica, senza confronti nell'animaìistica anti.ca, così da far riconoscere un'a1tra replica dal
frammento del muso al Museo Civico di Archeologia
Ligure (Genova Pegli). L'ininterrotta tensione tra la forma plasticae 1o spazio,definiscele massenell'esalto contorno, sposaun'inconsapevole natura al calcolo compositivo:
elegantiae mnstantia,doti che Lisippo avevasaputo fondere,
senzache i discepoli riuscisseroa imitarlo (Phruo,34,66).
BUCEFALO
DA UN GRUPPO EQUESTRE
DI ALESSANDRO
AI, FORO DI CESARE
Senzaescluderele antecedentioccasioni di trasporto
in Roma di bronzi lisippei per i citati trionfi sulla
Macedonia(167 e 146),11gruppoequestrediAlessan-
-)z
dro, esaltato al centro del Foro di Cesare (inaugurato il
46) con la metamorfosi del cavaliere nel sembiante del
Dittatore, può essere un dono di Cleopatra quando
aveva lasciato Alessandria col piccolo Cesarione per
raggiungere 1'amato nell'Urbe (47).
ARISTOTELE
Recenti attività di riordino e scavo nel Foro di Cesare
hanno messo in luce il plinto marrî1oreo per 7'Equus
Caesarisa ventisei metri dalla facciata del temoio di
Venere Genitrice, parzialmente illustrato sr-rquesta
r i v i s t a ( " F l J " , 1 . 4 , n . l , , g e n n a i o2 0 0 9 , p . 3 0 - 3 1 ) .L e p r o porzioni che si ricavano dalle tracce sono il doppio del
naturale, iI che rende significativa 1'espressionedi Stazio ("Selve", 1, B.I-BB) sull'audacia del progetto lisippeo, e tanto più impressionante l'iperbole equestre di
Domiziano sull'adiacente Foro Romano: "ceda il nasso il cavallo che sta nel Foro Cesareo di fronte al tènrpio della Dione fqui per una rara identificazrone con
Afrodite] Latrna, che si dice che tu, Lisippo, osasti
(ausws)per il signore di Pella, e presto portò I'immagine di Cesare, voltando stupito tl collo: a stento con
occlrio stanco potresti percorrere l'aTtezza da cui lo
sguardo di quel cavallo fcolossale di Domiziano] scende su questo. E chi potrebbe essere tanto incolto da
non dire, vedendoli entrambi, che i cavalli si differenziano tanto quanto i loro reggitori?". Poiché Cesare
guardava a settentrione verso il tempio, il volgersi del muso
di Bucefàlo per anrmirare il colosso di Domiziano va inteso verso la propria sinisffa (come d'uso nei gruppi equestri
per uomini in arml in direzione del Foro Romano.
IJna statua di Aristotele fu dedicata in Atene da Alessandro, secondo I'iscrizione al Museo Nazionale Epigrafico di Atene, che commenta il ritratto (ora p.rdnto) su un'erma in marmo pentelico. Il frammento era
murato in una casa non lontana dalla Biblioteca dr
Adriano, al cui arredo l'erma apparteneva: "Alessandro
innalzò [a statua de] il figlio dr Nicomaco, suprerro
indagatore di ogni scietza,il divino (theîos)Aristorele".
L'attributo di cui il discepolo gratificava il maestro
vivente è indicativo dell'apoteosi dimostrata dallo stesso sovrano nelle proprie immagini ufficiali.Altri aspetti del1adedrca trovano sviluppo in diverse composizioni poetiche, lasciando intendere che quella prima
immagine del filosofo rimase esemplare rispetto alle
successiveelaborazioni di cui abbiamo notizia.
Come queste peculiarrtà si esprimessero,si deduce da
un epigramma di lampante chiarezza: "spirito (noús) e
anima (psyché)di Aristotele, un'immagine sola"
("Antoiogia Greca", 16,330). La intellettuale e fisica del
fi-losofo si eternavano in una sintesi, secondo la teoria
dello Stagirita che distingueva il principio divino dalla
sede della vita e delle sensazioni:visione coerente col
procedimento di Lisippo quando esaltavaAlessandro.
La vastità poliversa della dottrina, parimente enunciata
dalla dedica, è risolta nel senso della bipolarità d'interessi terreni e celesti dall'anoninro autàre di un altro
poemetto di un solo verso, che segnala lo sguardo
abbassato:"misura la terra, questo Aristotele, e iusietne
il polo stellato" ("Antologia Greca", 16,329).
La poetica dei contrari si rinnova in Cristodoro
("Antologia Greca", 2, 1,6-22), che celebra le statue
raccolte a Costantinopoli nel Ginrrasio detto Zeusippo, impianto termale voluto da Settimio Severo nella
sua rifondazione dell'antica Bisanzio, arricchito da
Costantino di splendido ornamento. Quando il poeta
scriveva,al tempo diAnastasio I (491-518), il complesso era integro, con altre testimonianze riferibili a Lisippo. Tutto andò perduto nella rivolta de1 532.
Cristodoro consacra all'Aristotele parole che partono
dal gesto e dai tratti fisionomici, per assecondare la
nobiltà dell'invenzione. Lo spunto iconografico salvato
dall'erma ateniese - petto nudo col lembo del mantelio
risvoltato sulla spalla sinistra - non è contraddetto dalla
visione del filosofo stante: "Aristotele, principe di sapienza, in piedi, le mani giunte e intrecciate; e neppure nel
muto bronzo teneva la mente inattiva, ma pareva che
seguitassela meditazione, e le gote contratte rivelavano
I'ansia dell'uomo contrastato da oppostr pensieri, e i volubrlr occhi indicavano tutta la poterTzadel suo ingegno".
Riscoperta in Rorna
IJn bustino di marmo completo del capo e accompagnato dal nome di Aristotele fu disegnato in Roma sul
finire del Cinquecento, donde si è identifìcato il per-
33
A sinistra: SarcofagoconImprae ilí Ermle, marmo di
Luni, círca160d,C. Roma, GalleriaCorsini
Al centro: Sarcofagoa pilastú con Imprese ili
Etcole, marmo di Luni, cfuca790 il.C. Dalla uia
Cassia, km 12,500. Roma, Museo Nazionale
Romano
conImpreseili Ercole, marmo di
In basso: SarcoJago
Luni, cirea250 il.C., già collezioneLuilouisi. Roma,
MuseoNazionaleRomano,PalazzoAltemps
sonaggio in una serie sempre più rlcca di teste, derivate dall'onginale in bronzo. I1 Museo Nazionale Romano conserva quello della collezione Ludovisi tn Palazzo
Altemps: volto asciutto e austero, appena recLinato nella
presentazione frontale e concentrata,
che trovava il fulcro
nella congiunzione
delle mani.
Il realismo dei dettagli rivela una delle
prime e più incisive
prove di ritratto
individuale, nata
dall'impegno di rappresentare proprlo
della
l'inventore
biografia, diffusa
dalla scuola peripatetlca con un successo letterario senza trarnonto. Lisippo,
che era vissuto col
filosofo nel ritiro dr
Mieza,aveva iniziato
a praticare il genete
storico nell'icona di
Alessarrdro, dramnella
rnúizzandolo
colnmemorazionedei cadutial Granico,dovei dati personaliimrnortalavanoil contestoideologico dell'impresa panellenica.Battaglie,caccee la fondazionedi città
dei sovrano.
qualificavano la varia epifania
1'autonomia delriconosciuto
Aristotele stesso aveva
i limiti del1a
forzate
l'artista fìgurativo, la licenza dr
natura obiettiva per un programma d'arte. e Lisippo
era stato il primo a voler fare "g1i uondni non quali
sono bensì come sembra che siano" (Plinio,34,65).I
risultato dell'incontro tra i1 pensatore e l'artefice è
quello appunto che avevano colto i poeti nell'Aristotele: la traslìgurazione degli elementi fisici in una totale esoressività.
Il mento ampio e forte equilibra la massadella fronte e
dà al profilo un allineamento severo,I'immagine dell'uomo determinato. La bocca ha le labbra tese,come
per pronunciare un motto. Di qui Cristodoro induceva il significato delle guance contratte, come se Ia
parola fosse al punto di risolvere un dilemnla interio-
J+
re. Gli occhi poco aperti e infossati, contornati da palpebre spesse,palesanole veglie e la diuturna ricerca. L'onrbra
che li immerge nella profonda arcata sopracciliare faceva
spiccare alla luce 1'originaria policronúa degli smalti.
Come per altri aspetti in Alessandro,il bronzista traeva
partito da un'anomalia de1 soggetto per audaci
metafore. L'ipertrofia della calotta cranica diventa eloquente proiezione del cervello pensantc. Sulla fronte i
solchi dei sessantanniben portati rivelano I'attuale
svolgersi del pensiero. I capelli, accuratamente pettinati in avanti a nascondere la stempiatura, s'irradiano dal1'occipite in sottili serpentine, morbido chiaroscuro
che fonde la regolarità geometrica con I'atmosfera.
Plinio dava tra l'altro a Lisippo il merito di aver molto
innovato nel rappresentare la capigliatura, e ne abbiamo trovato esempi nella criniera di Alessandro e nelI'acconciatura di Eros. L'Aristotele si pone in continuità con rl Kairós, per la discesa delle ciocche sulla
fronte, che in quel caso inauguravano ia progressiva
afIèrmazione del concetto di momentaneità nella produzione di Lisippo collegata al sovrano.Il condottiero
al Granico frenava la cavalcatura per assestareun fendente mortale; l'Alessandro con la lancia "sta per dire"
a Zeis la propria pretesaal dominio terrestre(Asklepiídes, "Antologia greca", 16,120);l'Eros di Mindo
veniva interrotto mentre liberava I'arco dalla corda.
Aristotele nel ritratto intende pronunciarsi.
gli altri diadochi. LJn Seleuco "re" sarebbetardo
rispetto allabiografiadi Lisippo,che è diffìcile prolungarerispetto all'Eraclemeditante,di cui drremo,ínizrato dopo ll 314,e dichiarato"capolavoroprimo e insieme ultimo delle sue mani".
La negazionedel valore documentario del titolo, conle
fosseun'aggiunta erudita del Poliziano,cade all'esame
della trascrizionesul codice della Biblioteca AoostolicaVaticana:
vi è riprodotta l'epigraG antica (ora perduta) in simmetria assiale,
con la tipica sperequazionetra
la maggiore altezzadelle lettere nel primo rigo didascalico,rispetto al formato minore nella firma col verbo alf imoer{etto.
È ragionàvoleun compromesso.L'aggiunta della qualifica regalenon sarebbemoderna,bensì del momento
in cui l'opera d'arte grecaveniva presentataal pubblico romano.La definizione dí basileú.s
non precisava1o
stato in cui il ritratto era stato comnrissionato,bensì
venivainseritaper garantirein Roma la riconoscibilità
del personaggio.Si salvadunque la possibilitàdi riferire la partecipazionedi Lisippo alle vicende seguitealla
scomparsadiAlessandro (giugno 323), quando Seleuco ancoranon si fregiavadel titolo di basileús,
ma aveva ereditatola caricadr chílíarchos,
che era statadi Efestione e di Perdicca,ottenendo la satrapiadi Babilonia
nell'accordodi Tîiparadiso (321-320).
SELEUCO I DI SIRIA
IN CAMPO MARZIO
lJn'iscrizione trovataa
Roma fu ricopiata dal
Poliziano (Angelo
Ambrogini da Montepulciano, "Miscellanea", 1489): Séleukos
basileús / L!,sippos
e p o í e i ," S e l e u c o r e ,
Lisippo eseguiva";era
su "una sorta di base
marmorea", pertinente a una statua.
Il lavoro degli storici
sulla data di assunzione della basileía
da parte di SeleucoNicatore,
figlio di Antt oco, hetaîros,"compagno", di
Alessandro,ha portato
alla conclusioneche,
pur nei confronti der
sudditi delle satrapie
orientali, ciò è avvenuto solonel 306-305,
ln concomlta'fza
con
In alto, a sinistra: Ercole e Cerberc, fianco destro del sarcofago eon
Imprese ili Ercole. Roma, Galleria Corsiní
A sinistra: Ereole e Cerbero, pannello centuale dì sareofago strigilato,
marmo ili Luni, circa 180 d.C. Da Roma, Píazzale ilel Verano.
Roma, Musei Capitolini, Palazzo ilei Conseruatoú
In alto: Cristo porta Ailamofuori
dall'Inferno, pannello ilella Ttorta
in bronzo, ogterailí Teoiloro e ilelJonilitore Staarachio, Costantinopoli 1070. Roma, Basíliea di San Paolo
La provenienza orientale del Seleuco di Lisippo è
comunque coerente con la ricognizione asiana di
Agrippa nel 15, che portò al trasferimento del Leone
di Lampsaco. Soccorre il dato topografico: nelle parole del Poliziano, I'epigrafe apparla riadoperata come
materiale edilizio ne1la dimora dei Millini, di cui resta
laTor Millina, presso prazza Navona (foto a pag.27)Lavtctnanza all'atea del Campo Malrzio,organtzzata da
Agrippa, associa la statua a quella collezione lisippea,
comprendente il Leone di Lampsaco e7'Apoxyómenos,
dei quale direrno, secondo le convergenti notizle degli
In alto: Veilufa aereadel Campidoglio, Roma
scrittori antichi.
A sinistra: Eracle meilitante in ascolto dí Ofeo, cfuconilatoilalle
Muse, ffiesco, 40 d'C, eirca,Pompeí, Casa ili Epiilio Sabino
APOXYOMENOS
DAVANTI
La possibilitàdi contemplareI'opera di Lisippo attraverso il ritratto di Seleuco,sulle monete e nel busto in
bronzo dallaVilla dei Papiri di Ercolano,viene pregrudicatadall'etàdel personaggioeffigiato,più che settantenne: traguardo troppo avaîzato per entrare nella
produzione del nostro,dato che Seleucoera nato nel
358-357:per aver eseguitostatuedi Seleuco(ucciso
neI28L-280), sono ricordati inoltre gli ateniesiBriasside e Aristodemo. Quest'ultimo è noto per averripetuto un eserciziolisippeo sull'Esopo,trasmessoda un
altro bronzo al Museo di Napoli: la potente strutturadi
un Seleuco riferito ad Aristodemo continuerebbela
ricercalisippeache andavadal1afisionomradell'Agone
alla chioma dell'Apoxyómenos.
36
ALLE TERME DI AGRIPPA
IN CAMPO MARZIO
All'inaugurazione delle Terme ne| I2, Agrippa pose
all'entrata un'opeta plasmata da Lisippo al suo ritorno
in Sicione (322-318):fortunata nella fama tradizionale
e nella riscoperta moderna, fino a diventare embietnatica delf inizio della maniera nell'arte greca.
La più nota copia marmorea dell'Atleta che si deterge
con 1o strigile (alVaticano, Museo Pio Clementino) fu
rinvenuta il 1849 in Trastevere (vicolo delle Palme,
quindi vicolo dell'Atleta) pronta all'imbarco srrl fiume
con due bronzi: il Cavallo e la metà posteriore di un
grande Toro (Musei Capitolini); mancata spedizione a
Costantinopoli, di cui possiamo indurre la data. L'Atleta mostra sul braccio sinistro traccia dell'incendio
che fece crollare I'anrbiente nel quale le sculture erano
accantonate: ma arrivò nella Nuova Roma d'oriente la
sezione anteriore di quel Toro, colossale protome che
airdò a denominare rl ForunrTauri,itatgurato daTcodosio I nel 393 della nostra era.
L'originale dell'Atleta in bronzo è ricordato da Plinio
(34,62) nel catalogo di Lisippo, sia con la denominazione ellenica Apoxyómenos,siacon la traduzione latina destringensse, "che si deterge" (cfr. foto a pag'29).
La sistemazione nell'IJrbe diede luogo a un episodio
significativo del dissenso verso 1'autorltà imperiale:
Lisippo, "di arte assaifeconda, fece più opere di ogni
altro, come abbiamo detto, tra le quali quello che si
deterge, che Marco Agrippa dedicò davanti alle sue
Terme, straordinariamente gradito all'imperatore
Trberio. Per quanto capace di dominarsi aif inizio dei
principato, Tiberio non seppe controllarsi davanti a
quello, e se lo portò in camera (cubiculm),sostituendolo con un'altra statua: quando però fu tale I'opposizione del popolo romano, che in teatro si reclamò a gran
voce che l'Apoxyómenos venisse restituito (Apoxyomenln restitui).E I'imperatore, benché tanto I'amasse,1o
rimise al suo posto".
Dorninio
dello spazio
lJn secolo e rnezzo di
critica non ha esaurito ia
lettura di un'opera innovativa per I'apparente
casualità del contenuto
umano, gli effetti dt forza
e movimento, ìo srepitoso dominio del1o spaz i o , t a l e d a s u s c i t a r ei n
ogni generazione di studiosi nuove riflessioni
sulla capacità espressivadell'autore al vertice della produzione ellenica.
All'occasione della mostra "Lisippo, L'arte e la fortuna" del 1995,ll Laboratorio di restauro dei MuseiVaticani, per iniziativa di Carlo Pietrangeli, prowide a
smontare la ricomposizione ottocentesca degli arti
nella copia, riassestandol'insieme con materiali e procedimenti aggiornati. Ripulito dalle pesanti tracce di
olio, sapone e gesso,lasciate dai calchi richiesti per la
fanra del pezzo, I'Apoxyómenos dominava con la sua
potenziale rotazione il vano centrale del Palazzo delle
Esposizioni, sotto la cupola di Pio Piacentini, nell'allestimento dell'architetto Maurizio Di Puolo: così I'originale in bronzo aveva nobilitato le rerme di Agrippa,
che oggi afiìorano in via dell'Arco della Ciambella.
Il rnaggior peso cade sulla gamba sinistra, mentre la
destra è scartatalateralmente e alf indietro: solo la oarte anteriore del piede poggia al suolo e il rallone èiollevato. I1 fianco libero è portato avanti, e la mossa si
accentua fino alla memorabile proiezione del braccio
destro: venendo incontro all'azione dello strigile,
impugnato dalla sinistra, I'arto è oggetto di una varia
attività muscolare, che ne sostiene la torsione nello
spazio senza cesure fino alla mano.
l1 braccio sinistro esercita maggiore sforzo, dal lato della
gamba poftante, secondo il criterio antitetico. Piegato
davanti al busto, serra 1o strrlmento che tocca a sua volta
il braccio, segnando così un piano trasversale.Con una
complessa rotazione la testa è reclinata e girata a destra.
La visione frontale è sufficiente alla comprensione del
gesto di ripulirsi dall'olio, dalla sabbia e dal sudore
dopo la gara: si ha il senso che il giovane, nelf istintiva
oscillazione, sviluppi I'atto nella contingenza reale. Le
vedute laterali offrono impressioni tra loro opposre,
introducendo uno degli aspetti inquietanti dell'ultima
produzione dell'artista: la partizione delle forze secondo I'asse verticale è ormai elaborata in funzione della
polivalenza dei contenuti.Vista da sinistra,la statua del
Vaticano mostra la gamba allineata col busto, per cui
I'insieme risulta statico e solenne. Da destra, la flessione della gamba, 1'avanzamento del braccio e il girare
del capo trasmettono irrequietezza.
La riduzione nell'apertura delle palpebre e I'ombra da
cui affiora il globo trasmettono smarrimento, come
risultato della fatica affrontata.. una nota umana nell'eroico, la fine del sogno di Alessandro.
,,degli
In alto, a sinistra: Eracle meilitante, legenila HerakTeion,
Eracleioti", rouescío, aureo ilí Etaclea ili Lueania, 280. parigí,
Bihliothèque N ationale, C abinet iles Méilailles
In alto: Eracle meilitante, riiluzione in marmo tlal colossodi Lisíppo
a Tatanto. Da Ratiaúa, cfuca200 d.C. Già Vidín (Bulgaria), Museo
PRASSILLA
DA SICIONE
AT TEATRO
DI SCAI.IRO POI AL TEATRO
DI POMPEO IN CAMPO MARZIO
Se il trasporto da Sicione a Roma del Puledro nell'ambito del programma decorativodi Scauroemerge
da un ragionamento induttivo sugli esordi di Lisippo,
la presenzadella statuadi Prassilla,
poetessadi Sicione
(foto a1lepagg.30-31),nel teatro innalzatodal censore
nel 58 è accertatacome frutto della maturità dell'artista al suo ritorno nella città d'origine (322-318).
Quando la prowisoria struttura di spettacolonell'(Jrbe fu smontata,le sculturepassaronoall'ornamento del
teatro in muratura innalzato da Pompeo nella stessa
37
area (55):la Roma attuale ne conserva i ruderi sepolti
e l'impronta con l'andamento delle strade adiacenti e i1
semicerchio di piazza dei Satiri. Poco dopo si completavano i Portici con la Curia Pompeiana,là dove sarebbe stato pugnalato Cesare. Nel 52 a coronanento del
complesso fu inaugurato il tempio di Venere (palazzo
Orsini, su campo dei Fiori):il culto della dea giustificava le immagini di etere, che saranno deprecate insieme alla Prassilla dal misoginismo di Taziano, apologeta
del cristianesimo.
Antipatro di Tessalonica ("Antologia Greca", 9, 26), al
tempo di Augusto, apre nel nome di Prassillaun canone di nove poetesse,attingendo a1lasfilata di statuaria
Eraclc medítante, testa ilella riilazíone in mavmo ili Pavo dal colossodi
comissíonata ila Fabío Massimo, 209-208. Taranto, Museo Nazionale
classicaed ellenisticanel teatro di Pomoeo.La concretezza del7avisione scaturiscedall'aggetiivo dimostrativo, tipico inizio degli epigrammi dedicatia opere d'arte: "queste ltósde,che qui vedi in effìge] donne dai
divini accenti,I'Elicona e la rupe macedonedi Pieria
38
le nutrirono di canti:Prassilla;Miró;le labbra di Anite;
Saffo,l'Omero donna,onore delle Lesbieda1lachioma
inanellata;Erinna;Telesillainsigne;e anchete Corinna,
che hai cantato l'impetuoso scudo di Atena; Nosside
dalla voce delicata e la dolcesonanteMirtide, tutte
laboriose creatrici di pagine perenni. Nove le Muse
generate da lJrano, nove queste che Gea generò ai
mortali, imperitura Ietizia" .
L'attribuzione della Prassillaè dichiarata da Taziano
("Discorsoai Greci",33),che raccoglieotto dellenove
poetessedi Antipatro, e altre ne assommacon etere o
persone,a suo arbitrio, di dubbia moralità, per denigrare gli artisti che avevanocostruito la loro fama str
tali soggetti: " Lisippo forgio in
bronzo (echalkoúrgeserz)
Prassilla,che
nulla di utile ha detto attraverso le
suepoesre".
Lasciando il proprio norne al verso
praxílleion,lapoetessalirica era vissuta intorno al 450, autrice di inni e di
p o p o l a r i s k ó l i a .r e c i t a t i i n s e q u e n z a
r^; ^.*r-^;^^-,; ^l convivio. A
distanza di tempo, I'evocazione in
Sicione della gloria cittadina
mediante la statua rientra nei progetti del secondo tiranno di nome
Eufrone, quando le città greche,
morto Alessandro, si oppongono al
controllo macedone. Lisippo ricostruisce I'icona di una personalità
che gli era congcnialc nclla sfera
dionisiaca, cornprensiva in Sicione
della cultura teatrale cor-rla farsa dei
Fliaci. Riandando alla propria formazione mistica. e al Dioniso da lui
collocato sr-rll'Elicona,plasmava la
poetessa all'atto di esprimere la
"divina l11ania".Piinio (34,63 e 67),
che chiama sectatl tiaso artistico di
figli, allievi ed epigoni di Lisippo,
parla della Prassilla corne "flautista
ebra" (temulentatibicina),tra i massirni raggiungimenti del maestro: /ióicína è \a suonatrice di tibia, in greco
auletrís da ault5s;il singolare (aulós,
tibia) vale indifferenternente per il
doppio flauto (auloí, tibiae), più frequente nell'uso e nelf iconografia,
come nel nostro caso.I flauti accom
Lisiytpto, probahilmente
pagnavano il ditirarnbo, canto corale
Archeologico
in onore di Dioniso, nella cui storia i
Greci distinguevano una fase orale
di origine frigia,la sistemazione 1etteraria in età.arcaica e il rinnovamento in cui Prassilla
era intervenuta curando la preminenza della musica.
Di lei si ricordavano composizioni che esaltavano il
vino (paroínia):in Plinio temulentusindica l'abbandono
estatico dei vaticinanti e la consesuente esaltazione.
Pochi anni dopo la pubblicazionedella "Storra naturale", nell'ultimo libro degli "Epigrammi" di Marziale
(I4,63 @ 6a],1) troviamotra i doni convivialiil titoIo Tibiae.Yi appareun'ebriatíbícina,vivente e ironico
"ebra con le gote sudate
corrispettivo della temulenta:
la tibicina ci rompe, ora ha le tibie in coppia,ora la singola canna".
Ricongiunzione
Alla riprovazione della Prassilla da parte diTaziano concorreva l'inquietante immagine, quale ci viene offerta
da un bronzetto di provenienza anatolica (Santa Barbara Museum of Art, California): figura tortile che, nello
squilibrio della mossa, palesa la libertà orgiastica, in
sequenza evolutiva rispetto alla danza del Satiro in estasi di Prassitele(circa 360, originale aMazara delVallo) e
della Menade di Scopa (355-350, replica a Dresda).
Da Roma viene la copia marmorea del1a Prassiila al
Pergamonmuseum di Berlino, dove la flautista sta per
liberarsi di un sandalo; recentemente è stata dimostrata da Rita Cittadini la pertinenza alla statua di una testa
che si trovava, non amrressa come tale, nei depositi
degli stessiMusei di Berlino. Al contempo la studiosa
ha identificato il disegno (completo della testa) della
cosiddetta Menade Pamphilj, ritenura dispersa,col torso deila Prassilla superstite a Francoforte (Liebighaus).
L'esemplare da Villa Adriana, al Museo Nazionale
Romano, conserva la flessione del braccio destro che
innalzava la spirale delf intera figura, secondo la testim.onianza della statuetta a Santa Monica.
SOCRATE NEL POMPEÎON DI ATENE
Diogene Laerzio ("Vite dei Filosofì",2, 43) riferisce
che ad Atene era stata posta una statua di Socrate, opera di Lisippo , nel Pompeîore.
L'edificio, tra le Porre Sacre
e 11Dípylon, prendeva nome da pompé, "processione",
perché vi si organizzavarto i cortei per determinate
feste religiose. L'immagine è datata poco dopo (euthys)
Ia morte di Socrate (marzo 399), come risultato de11a
volontà popolare di redimere la memoria del filosofo
condannato. Evidente 1'anacronismo: Lisippo allora
non era nato.
Si salvano tuttavia nel testo, come realtà indipendenti,
entrambi gli elementi storici confusi nel racconto: l'iniziativa per una prima statua onoraria di Socrate, a
non molta distanza dalla condanna. e la oresenza nel
Pompeiondel più tardo bronzo lisippeo.
A testimomanza della sollecita riabfitazione, conosciamo
effeffivamente da copie un primo trpo del ritratto di Socrate.
Genio della rnaniera
Il bronzo nel Pompeîonfu commissionato a Lisippo da
Demetrio del Falero, autore di "Dialoghi socratici" e
di una "Apologia di Socrate", in quella molteplicità di
Poliilamante, testa, bronzo dí Lisipryro,eirca 338, Dalle Terme dí
C o s t a n t i n o , R o m a , M u s e o Nazíonale Romano. Palazzo Massimo
alle Terme
approcci culturali che è il genio della maniera (circa
317). Durante I'assedio di Silla nell'86 il complesso
andò bruciato, il che ha influito in età imperiale sulla
confusione di Tertulliano ("Apologetico", 14, 8) che
parlava della statua "dorata" di Lisippo in un "tempio", e sull'imprecisione cronologica che abbiamo
rilevato in Diogene Laerzio né sappiamo se il bronzo
lisippeo fosse stato replicato prima della guerra mitridatica, o recuperato dopo 1a caduta di Atene.
Nello spazio del fruitore
La fase classica del Pompeîoí conserva elementi di
un'unica base allungata, all'interno del propileo, per un
Socrate seduto, in rapporto simbolico con la panchina
che correva lungo la parete meridionale de7Pompeîon:
ambiguità nel vissuto dei contemporanei, come più
tardi i Giganti sulla gradinata dell'Altare di Pergamo, e
oggi il popolare bronzo di Fernando Pessoaal tavolo
del caflè "A Brasileira" in Lisbona (foto apag.32).
ljn affresco dalle Case del Pendio di Efeso. nel orimo
secolo delf impero, riproduce il bronzo del Pompeion,
accompagnato dalf iscrizione L!,sippos. Nella figura
assisain obliquo c'è la sintesi di precedenti creazioni
del maestro: Polidamante sul leone ucciso, che abbiamo visto nel rilievo di Olimpia,l'Ermete
seduto e il
Dioniso dell'Elicona. Rivolto all'entrata, il viso risultava in luce, come nel dipinto. Il mantello a'"'volgeil corpo fin sotto il petto e gira dietro, coprendo parte della
39
spalla sinistra: il panneggio si riconosce nell'erma con
ritratto di Socrate (foto a pag.32) del cosiddetto
secondo tipo, a1 Museo Nazionale di Napoli (già a
Roma anch'essa,nella collezione Farnese). L'andamento sghembo della barba conferma che il filosofo era
colto nel momento di volgersi, secondo 1o spirito riconosciuto nel Pusile delle Terme e nell'Eros di Mindo.
Calco in resina ilalla testd in marmo ilí Paro ilell'Eracle meilítante,
ríportato alla scala ilel colossodi Lisippo. Taranto, Museo Nazionale
Archeologico
Le analogiecon 1'ermaconsentonodi estendere1'attribuzione dalia rara testimonianzaoittorica delf intera
figura all'abbondantetradizione icultorea della sola
testa.Rimangono in Roma le due copie ai Musei Capitoliru, l'unaAlbani ne1PalazzoNuovo, l'altra ai Conservatori, e due al Museo NazionaleRomano.
Sul fusto de1l'ermadi Napoli sono incisele parole che
Socrateavevapronunciato in accettazionedella morte:
"non oggi per la prima volta, ma semprefui tale che a
nulla di ciò che mi riguardasono solito piegarela mra
volontà,senon allaragione che ragionandomi sembra
rnigliore" (Platone,"Critone", 46 b). Pur senzadidascalie,il messaggiodi Lisippo viveva nelf immediatezza del gesto;col bastonedi traverso,Socratecontinua40
va a inquietare il passaggio degli Ateniesi, come un
tempo li aveva fermati ponendo loro le domande che
portano alla filosofia.
IMPRESE DI ERACLE DA ALIZTA
Ultima commissione di Cassandro a Lisippo furono
neI31"4le Imprese di Eracle per il santuario dell'eroe
nel porto di Alizia. Agli Acarnani, che conservavano in
età classicauno statuto tribale, il Macedone impose di
costituirsi rn città murate, per le operazioni contro 1a
lega degli Etoli.
La notrzra del trasporto a Roma viene da Strabone
("Geografia" ,10,459): " A\zia dista dal mare quindici
stadi; presso la città c'è un porto sacro a Eracle e un
santuario dal quale uno dei condottieri trasportò a
Roma le Imprese di Eracle, opere di Lisippo che giacevano fuori posto in abbandono". La lontananza nel
tempo con la vaga evocazione di un comandante
(hegemón)è tanto più indicativa se la rapportrarno ad
Artemidoro di Efeso (attuale nei nostri rnedia per la
discussapaternità del papiro geografico, in deposito al
Museo Egizio di Torino) che scriveva intorno al 100,
fonte di Strabone per il territorio che questi non àveva v1s1tato.
Promotore della traslazione dei bronzi fu Lucio Qninzio Flaminino, responsabile della flotta al fianco de1pitì
famoso fratello Tito. Dopo che questi aveva vinto
FilippoV di Macedonia a Cinoscefale,l'estatedel 197,
Lucio stabilì accordi con gli Acarnani, ottenendo il
controllo deli'isola di Leucade, che fronteggia Alizia.
L'aver descritto I'asportazione del ciclo come recupero dall'incuria, anziché bottino bellico, rientra nella
visione filoromana che Strabone non nascondeva nelle sue "Memorie storiche" (per noi perdute), che continuavano l'opera di Polibio, dopo la distruzione di
Corinto, di cui si è detto.
Il 194 Lucio organizzò 1l ritorno dell'armata, e il complesso bronzeo fu certo esibito nel trionfo del fratello per
1'alto significato del soggetto nel rituale della vittoria.
Le parole di Strabone furono profetiche, poiché la
nuova collocazione consentì la perenne fortuna del
monumento. Il primo riflesso è rn un epigramma di
Archia: il poeta era giunto in Italia nel 102, entrando
nella cerchia di Cicerone che l'avrebbe difeso al orocessodel 62.
Poema figurativo
Direttamente ispirati alla sequenza del Sicionio sono
in età imperiale i sarcofagi di ofIìcina urbana a fregio
continuo decorati con 1eimprese di Ercole, di cui sono
esposti nei musei di Roma importanti esemplari (foto
a pag. 34): altri, parimenti provenienti da Roma, sono
in diverse collezioni italiane ed eurooee.
tornare alla staticità accanto all'albero delle Esoeridi.
attraverso ogni espressionedi movimento e di cÀntesa.
Senza il ciclo di Alizia, non solo l'arte ellenistica sarebbe stata altra da quella che sappiamo:né Michelangelo
avrebbe risc op erto, attraverso le riproduzioni dec orative di età romana, quei ritmi decisivi che Lisrppo aveva
imposto alle dodici stazioni, e che la maniera moderna
avrebbe portato alla fortuna di un genere universale.
Da qui all'eternità
Il sarcofago Corsini conserva la cattura di Cerbero sul
fianco destro della cassa:l'eroe risale dal mondo dei
morti portando con il mostro alla catena. Il mito transita dal politeismo al cristianesimo con un'affinità di
concetti più profonda di quanto non venga comunemente awertita: Eracle era stato vincitore nella lotta
con Thónatos (personificazione maschile della rnorte),
facendo tornare Alceste dall'Ade. L'iconografia delI'awentura con Cerbero illustra un prodigio del "Vangelo di Nicodemo":dopo la sepoltura e prima di riapparire tra gli uomini, il Cristo scende tra i morri per
salvare con Adamo i gir.rstiscomparsi prima della divina íncarnazione. I1 momento espresso da núniature e
mosaici è quel1o in cui il trionfaiore sulla morte risale
portando per mano il primo Llomo, e si volge a lui nella stessaguisa con cui ii figlio di Zeus traeva Cerbero
dall'Ade:1o testimonia in Rorna un pannello della porta in bronzo di Santa Sabina nel 1070 (foto a pag.35).
Eracle meilítante, úduzíone in bronzo,
peiano, già collezione Santangelo
70d.c.
Dall'agro pom-
Capostipite della serie, negli anru di Antoino Pio, è il
sarcofago a Palazzo Corsini, eroso dall'uso secolare
c()n1e vasca di fontana, ma fedele nella scansione dei
gruppi, nella snellezza dei corpi, nella vitalità delle azioni. Tra i pitì tardi quello Ludovisi al Museo Nazionale
Rornano (palazzo Altemps) dove la molteplice apparizione dell'eroe si mischia agli antagonisti in un nesso
inestricabile, orrnai lontano dal comporre sicionio
(240-250 d.C.). Caso particolare il sarcofago ad archetti
dalla via Cassia(Museo Nazionale Romano) - eseguito
in marmo di Luni a conGrma della produzione urbana
dove la struttura architettonica irnita rnodelli asiatici,
rìrentre la figurazione delle fatiche di Ercole è fedele al
modello lisippeo che era sotto gli occhi dei mannorari
di Roma:l'enfasi del particolare espressivo,propria della svolta nel gusto al tempo di Càmmodó (cìrca t90
d.C-), restituisce l'antologia dei gesti e degli attributi,
alienati dalle proporzioru lisippee.
Simmetrie e rispondenze ricorrenti tra le printe e Ie
ultime scene rivelano 1'originaria disposizione dei
bronzi in cerchio, che incalzava lo spettatore con inesauribili combinazioni di schemi statuari già sperimentati dal maestro, e d'impreviste trovate: poema
figurativo in dodici strofe, dove i1 semidio parte da fermo nella figura che domina il Leone abbattuto, per
ERACLEVINTO
In relazionealle imprese di Eracle,che nella produzione
di Lisippo precedevanoil viaggio in occidenre,veniva
contemplatain Roma la melanconiadi un Eracleassiso,
disarmato e vinto da Eros,preludio a quello rneditante
che vedremoportato daTarantosul Campidogho.
Gemino, consolenel 18 d.C., vede in Roma f insoLito
so€J€letto
("Antologia Greca",16, 103):"Eracle,dov'è la
tua grande clavao il manto Nemeio e la faretrapiena di
saette?Dove il terribile sdegno?PerchéLisippo ti plasmò
cosìabbattutoe infuse al bronzo I'aflizione (odi,ne)?
Soffri spogliato delle tue armi, ma chi ti rovinò? - L'alato
Eros,un'impresarealmencedura" (foto da pag.36 a 41).
Fihppo diTessalonica(che abbiamoincontrato trattando del Puledro di Lisippo) awerte nel mito la successione temporaletra le impresecanonichee I'awentura d'amore con Onfale, regina di f idia, che sottraeal
protagonistail suo corredo eroico.E i'estremo affronto nella persecuzionedell'eroe da parte della sposadi
Zeus ("Antologia Greca",16,1,04):"questo certo per
ultimo ancoravolevaEra dopo tutte le fatiche,vedere
il coraggiosoEracle spogliatodelle armi. Dov'è I'ammanto di pelle leonina, e il dardo sibilantesulle spalle,
e la clavadal piede pesanteche abbattele {ìere?Di tutto Eros ti ha spogliatoe non è stranose dopo averfatto di Zeus un Cigno ha privatoEracledellearrni".
4I
Come i1 Puledro e l'Eracle meditante diTaranto, anche
i'Eracle vittima di Eros fu tra i bronzi portati da Roma
a Costantinopoli, e qui distrutti o sottratti dai crociati
nel 1204. La vicenda è corroborata dalla trascrizione
dell'epigramma di Gemino su una base di marmo (ora
irreperibile), che fu esaminata aYenezia da Jacques
Spon nel 1685 presso llpalazzo degliErizzi-
COLOSSO DI ERACLE MEDITANTE
DALL'ACROPOLI
DI TARANTO
ALL'AREA
CAPITOIf,NA
L'ultimo bronzo noto nella lunga operosità del maestro,
I'Eracle di Taranto, è i1 primo tra quelli di cui conosciamo il trasporto a Roma, rimasto ineguagliato per imporretrza)contenuto etico e perenrutà della fama.
Durante la seconda guerra punica, quando Quinto
Fabio Massimo tolse Taranto ad Annibale (209), lasciò
sul1'Agorà l'altro colosso di Lisippo,lo Zeus folgorante alto quaranta cubiti, forse per f impossibilità di
rimuoverlo (Plinio, 34,40), comunque per la diffìcoltà
a introdurre nel pomerium, sacro linrite dell'lJrbe, una
divinità straniera in atto guerresco.
Decise invece di trasferire 1'umana passione dell'Eracle
che nei 208, celebrato il trionfo, dedicò sul Campidoglio in vista del Foro. Si rinnovava così 1'originaria collocazione sull'Acropoli di Taranto, dove Annibale non
era potuto entrare quando occupava Ia póIk, e dove il
nume aveva contlnuato a ricevere onori da1 presidio
romano e dagli aristocratici tarantini favorevoli ai Quiriti. Strabone usa il termine anúthemaper f iniziativa di
Fabio, poiché era l'offerta rituale di un'immagine di
Ercole, nella formula che abbiamo ricordato a proposito di altri reduci gloriosi, Lucio Mummio con I'EracleVincitore, e i fratelli Lucio e Tito Quinzio Flaminino con le Imprese dell'eroe.
Fortuna del caPolavoro
Tra gli echi ellemstici prodotti dal colosso quando
dominava I'importante scalo italiota, il Museo Gregoriano Egizio al Vaticano conserva una riproduzione
mrniaturistica in bronzo che ornava la testa di un ago
crinale, diffuso ornamento nel1a moda alessandrina.
L' tnrziatíva del Temp o re ggiatore deter mrnò una nu ova
catena di continuità iconografica. A Taranto, comnrissionata da Fabio, rimase una copia a scala naturale: la
testa al Museo Nazionale di Taranto mostra la ttaccia
della mano sotto il mento, il collo girato a sinistra, i
tratti del volto affaticato e la riccia chioma. Questa
versione in marmo pario avrebbe garantito la permanerrza de1 culto nella Colonia maritima I'Jeptunia,
impiantata ll122 presso l'abitato greco, quando ne fu
dedicata I'ulteriore replica di cui vediamo la base in
oietra tenera al Museo della città bimare.
ba Roma il modello si moltiplica nei bronzetti, tra i
quali un esemplare,già nelia collezione Santangelo, era
42
Giona, tiTtoErade meilitante,affresco,340 d'C' cfuca.Roma, Catacomhailella Via Latina
anteriore all'eruzione vesuviana del 79 d.C', provenendo da1l'agropompeiano.Del1aportataformale delI'Eracle, il campione più persuasivoè di età severiana
(trafugato,già al Museo diVidin): veniva dal campo
militare dt Ratiaria (Arcar sul Danubio). Nel finale di
Lisippo scompare ogni elemento di pttcevolezza.La
massamuscolare e il volume piramidale esprimono
sovrumanapotenza.Dal largo impianto delle gambe,
parallelismre convergenzescandisconola trronumentaie geometria,che cuhnina nella testapensosa-Estrema evoluzionedal Pugile delleTerme,il blocco si apriva con 1o sguardolontanantesopragli attoniti devoti.
Anteriore al trasportodell'originalea Costantinopohè
la derivazionecome Giona corrucciato in un affresco
della Catacomba dellaVia Latina (foto in aito): tramrte
preliminare alla fortuna medievalee moderna di questa
iconograÉalisippea,che tornerà in occidentepiuttosto
attraversole rielaborazioni bizantine come Adamo, EIia,
San Giuseppe e San Giovanni Evangelista,nate a loro
voita dalla visione del bronzo nell'Ippodromo delia
Nuova Roma.
Scrittori btzantiri ci offiono i dati per calcolareI'aftezza
del gigante assiso,circa cinque metri. Niceta di Coma
("Storia,Statuedi Costantinopoli",5), che l'avevaancora
amrrriratodi persona,prima che venissedistrutto dagl'invasorilarini il 1204,pur scrivendoerronearnenteLysímachosperLfsippos,Lodichiarava"capolavoroprimo e insieme ultimo (pr6tonhúmakaì h!*aton) delle suemani".
Petronio ("Satirico", 88, 5) narra che Lisippo si era
spentoper avertrascuratodi nutrirsi, mentre si dedicava alla fìnitura della suaultima statua.La critica antica
vide qualcosadi autobiograficonel viso scavatodell'eroe: i'infaticabile liberatore perpetuavanel colossoil
travagliodell'artista.
MUSEI DELLA CITTA
LTSIPPO OGGI A ROMA
BIBLIOTECA APO STOLICA VATICANA
MEDAGLIERE
Monetadi Nicea,rovescio,
Erosdi Tespie
CATACOMBA DELLA VIA LATINA
CUBICOLO A
GALLERIA GEOGRAFICA
Socrate, testa su erma moderna
LOGGIA SCOPERIA
Rilievo,ErcoleVincitorecon altredivinità
MUSEO GREGORIANO EGTZTO
Eracle meditante, bronzetto
Giona, affresco,tipo Eracle meditante
MUSEO GREGORIANO
GALLERIA
Eros di Tespie
Sarcofago,
fanciullo vincitore tipo Agone Getty
CORSINI
PROFANO
SCALONE
Sarcofago,Impresedi Eracle
MUSEO BARRACCO
GALLERIA
Cagnaferita, dalla cacciaal leone di Alessandroe
Lratero
SPADA
Eraclein riposo tipo Argo
MUSEO E GALLERIA
MUSEI CAPITOLINI
CENTRALE
NUOVO
GALLERIA
Eros di Tespie
STANZA DEI FILOSOFI
Socrate.busto.inv. 509
Socrate,testasu busto moderno, inv. 508
PALAZZO
AlessandroAchille, testasu busto moderno
MONTEMARTINI
SALA CALDAIE
Eros di Tespie
PALAZZO
BORGHESE
DEI CONSERVATORI
S A L A D E L L EA Q U I L E
Socrate.
erma.iscrizionemodena
DEPOSITI
LastraCampana,terracotta,scenadi palestra,
arìetavinciòre ripo Asone Getw
Sarcofagoinfantile,fÍammentó,fanciullo vincirore
tipo Agòne Gety
MUSEIVATICANI
MUSEO CHIARAMONTI
GALLERIA
ErcoleVincitore
Eros di Tesoie
^infantile,
fanciullo vincirore tipo Agone
larcofago
Getfv
MUSEO PIO CLEMENTINO
GABI N ETTO DELL',4 POX YOMENOS
Apoxyómenos
Istrizlone di Mummro per l'ErcoleVincitore
MUSEO
GIULIA
NAZIONALE
ETRUSCO
DI VILLA
COLLEZIONE AUGUSTO CASTELLANI
Alessandroa cavallo,bronzetto
MUSEO NAZIONALE
ROMANO
AIJLE DELLE TERME
DI DIOCLEZIANO
Coperchio di sarcofaso,Eracle e le Esperidi
Coirerchio di sarcofa$o,
fanciullo vincr'roretipo Agone
LtetfV
Sarcófagoa pilastri,Impresedi Eracle
PALAZZO
AREMPS
Aristotele,testasu busto moderno
Sarcofago,Impresedi Eracle
PALAZZO
MASSIMO
ALLE TERME
A poxyó
men os,copia
inversa
'
Aiistótele.testa
Eros di Te-soie
Prassilla
Pugile delleTerme,bronzo
Soòrate.testa.inv. | 236
Socrate.testa.inv. 124487
MUSEO TORLONIA
(inagibile)
Eros di Tespie
VILLA
ALBANI
Eros di Tespie
Socrate,buìto in un clipeo
A2
Fly UP