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il perito agrario n.3 Paesaggio ed ambiente Fabbricati nascosti Cogepapi a Matera ITS Vigneti e Vini Conciliazione il perito agrario sommario 3 N° 3 EDITORIALE Maggio-Giugno 2011 Cui prodest? 22 di Andrea Bottaro 4 TERRITORIO Paesaggio ed ambiente in agricoltura: quali problemi? di Piero Pecciarini 6 Seminario di Studio sugli Standard Internazionali di Valutazione Immobiliare di Maria Grazia Passarelli 23 Piano ITS - per integrare istruzione, formazione e lavoro Vigneti e vini I.T.S. la solita storia? di Giuseppe Giordano CO.GE.PA.PI. A Teramo nasce l’istituto di alta formazione nell’agroalimentare A Matera è stato lanciato un sasso di Benedetta Pacelli 29 Matera, 3 giugno 2011 Sala della Mediateca 13 POLITICA AGRICOLA COMUNE di Paolo Vigato DIFESA DELLE PIANTE 30 di Maurizio Arduin di Leonardo Perronace 33 AGRO-CHEMICALS Agricoltura, approvato lo stato di emergenza fitosanitaria 18 FABBRICATI NASCOSTI Operatività Protocollo con Agenzia del Territorio Direttore responsabile: Andrea Bottaro Direttore di redazione: Piero Pecciarini Hanno collaborato: Andrea Bottaro, Maurizio Arduin, Mario Fregoni, Giuseppe Giordano, Benedetta Pacelli, Maria Grazia Passarelli, Piero Pecciarini, Leonardo Perronace, Gaia Pugliesi, Paolo Vigato Editrice: Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati Via Principe Amedeo 23 - 00185 Roma Tel. 06/4819801 - Fax. 06/4882150 ALLEVAMENTO La zootecnia italiana al tempo dell’Unità d’Italia Blastofago dei Pini (tomicus destruens) 17 CONCILIAZIONE Mediazione: il ruolo degli Ordini Professionali Quaderno degli appunti dalla U.E. 14 FORMAZIONE ENOLOGIA di Mario Fregoni 8 PROFESSIONE SICUREZZA Obblighi di sicurezza per i tirocinanti 34 35 40 Direzione: Via Principe Amedeo, 23 00185 Roma Tel. 06 48906713 - Fax 064882150 e-mail: [email protected] Consiglio Nazionale: Andrea Bottaro (presidente) Paolo Vigato (vice presidente) Domenico Di Biase (segretario) Giuseppe Giordano (tesoriere) Lorenzo Benanti (consigliere) Paolo Bertazzo (consigliere) Mario Calcagnile (consigliere) Sergio Lombardelli (consigliere) Filippo Ninci (consigliere) Angelo Antonio Orsini (consigliere) Lorenzo Salvan (consigliere) VITA DEI COLLEGI NEWS GIURISPRUDENZA AGRARIA Periodico bimestrale in abbonamento Abbonamento annuo: € 5,00 Una copia: € 2,00 Progetto Grafico e Stampa: Grafica Ripoli Via Paterno, 17 - 00010 Villa Adriana (RM) Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86 del 14/02/1986 Finito di stampare: Luglio 2011 Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli autori e non impegnano il CNPA né la redazione del periodico TERRORE RUGGINE? DA VALENTE IL NUOVO PALO IN ACCIAIO PER VIGNETO VOLTE PIU’ RESISTENTE ALLA CORROSIONE! 7 CONTATTACI VA L E N T E S PA Via Galvani, 2/4 - 35011 Campodarsego (PD) - ITALY - Tel. +39 049 5565855 - Fax +39 049 9200548 www.valentepali.com - [email protected] AFFIDABILI A FFIDABILI O OGNI GNI GIORNO GIORNO EDITORIALE Cui prodest? Dopo un periodo di relativa calma nel quale molti appartenenti al mondo politico si sono schierati apertamente contro le “lenzuolate bersaniane” si è passati attraverso momenti di euforia quando il Ministro della Giustizia Alfano ha ridato dignità ad Ordini e Collegi ricevendoli a Palazzo ed assicurando che “entro breve tempo” avrebbe messo mano alla tanto attesa riforma delle professioni. L’attenzione si è poi spostata sul lavoro che stava svolgendo l’On.le Siliquini , relatrice sul tema alla commissione Giustizia. Poi l’assordante silenzio che faceva presupporre una assenza di attenzione al tema ……. finché il 5 luglio non compare una “Bozza di legge delega governo liberalizzazione professioni regolamentate”. Presa visione del documento ho capito che era il risultato di un pasticciaccio che, tra altre cose, ha mischiato la professione con l’attività di impresa e commerciale, previsto (ancora) la abolizione dei minimi tariffari, divieto di pubblicità e, udite udite, introdurre per gli studenti universitari la facoltà di anticipare durante il corso di studi il periodo di praticantato obbligatorio (ma è già dal 2001 che grazie al dpr 328 questo già avviene regolarmente!). La ciliegina sulla torta è stata l’introduzione della possibilità di costituire società professionali di capitali “al fine di consentire la realizzazione di iniziative economiche congiunte tra professionisti e soci di mero investimento”; mi sono detto che, essendo una proposta di legge, avevamo qualche giorno per discuterla con i presentatori. Ma non è stato così, forse in considerazione che la proposta di legge avrebbe dilatato i termini di approvazione del progetto, che ritengo dequalificante delle attività dei professionisti, il 13 luglio di buon mattino è stato aggiunto al D.L. n. 98/2011 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria) l’art.39bis che, ricalcando per sommi capi quanto già scritto ma aggiungendo altre amenità quali, ad esempio la rimozione di alcuni divieti come quello “ di esercizio di una professione al di fuori di una certa area geografica e l’abilitazione a esercitarla solo all’interno di una determinata area e l’imposizione di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate all’esercizio della professione” nonché quello “di esercizio della professione in più sedi oppure in una o più aree geografiche; la limitazione dell’esercizio della professione ad alcune categorie professionali o divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di taluni prodotti” ecc.ecc. Mi sono detto, eufemisticamente, “allibito” di fronte a tali documenti che volevano rimuovere quello che non c’è. La frenetica attività di contestazione portata avanti dalle professioni ha permesso, in serata del 13 luglio, il ritiro dell’emendamento però previo avvertimento da parte degli interlocutori politici che qualche emendamento sul tema sarebbe stato comunque inserito. Infatti il giorno dopo è stato approvato l’emendamento 1-bis all’art.229 che “………..il Governo formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche; trascorso il termine di otto mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero.[..] Qualche considerazione sugli avvenimenti è d’obbligo. Prima di tutto sul metodo del colpo di mano a sorpresa. Dopo tanto nostro chiedere la riforma delle professioni quanto proposto non poteva passare senza una nostra risposta “politica” a questa azione che avrebbe inferto alla professioni un colpo mortale. Forse gli estensori pensavano che i professionisti avrebbero subito l’atto impositivo senza reagire. Come ho già pubblicamente espresso, siamo rimasti allibiti, da come sono stati trattati i due milioni di professionisti, ed altrettanti di indotto, che sono capaci di produrre il 15,1% del P.I.L. . Non una parola, non un confronto. Un provvedimento calato dall’alto con riferimenti specifici al mondo imprenditoriale che è l’unico a trarre benefici dal contenuto dell’emendamento. No, così non va proprio. Ritengo che la liberalizzazione non sia questa; questo non è favorire la libera concorrenza sul mercato delle professioni, questo è avvantaggiare chi vuole entrare da corsie privilegiate nelle attività professionali ed appropriarsi del lavoro dei liberi professionisti. Sono opportune alcune riflessioni sul triangolo virtuale ai cui vertici si trovano - accesso alla professione senza esame di abilitazione (dunque chiunque, oggi dipendente della società di capitali, opportunamente prevista nell’emendamento, può iscriversi direttamente ed esercitare una professione) - liberalizzazione della pubblicità (comunicazione a tutte le aziende con le quali sono in contatto la disponibilità dei professionisti a basso costo) - assenza totale delle tariffe (come imprenditore commerciale posso regalare il progetto a patto che il committente compri i miei prodotti). E da triangolo si può agevolmente passare al pentadecagono. Il risultato è sempre quello che verrebbe a mancare sul mercato del lavoro una buona fetta di incarichi professionali e grandi risparmi delle imprese (quelle vere). Infatti pare che da Confindustria siano venuti i cori di approvazione. Ecco la risposta all’interrogativo del titolo ma attenzione signori alle scelte perché questi blitz possono creare, e non risolvere, i problemi di Governo. La liberalizzazione è altra cosa. di Andrea Bottaro Perito Agrario 2/2011 E D I T O R I A L E 3 TERRITORIO Paesaggio ed ambiente in agricoltura: quali problemi? di Piero Pecciarini Ha richiamato la nostra attenzione la notizia comparsa sulla stampa di questi giorni (fine Giugno 2011) titolata “La rivolta contro il parco fotovoltaico da 35 ettari”. Si tratta di una protesta da parte degli abitanti di una zona in un bell’angolo di campagna Toscana in quel di S.Miniato (Pisa), contro la realizzazione di impianti di fotovoltaico. Là ove si trovano bei campi di coltivazioni di erbacee e vigne dovrebbe sorgere un enorme specchio della ampiezza di 35 ettari, anche se frazionato, messo a galleggiare sulla campagna che senza una valutazione di impatto ambientale modifica il panorama del luogo. Al di la del singolo caso e delle particolari questioni locali di ordine politicoambientale insorte ci vengono spontanee delle considerazioni di ordine generale in materia di paesaggio ed ambiente in agricoltura. In primis ci chiediamo se nel nostro Paese sussiste una normativa adeguata con i criteri di valutazione degli impatti ambientali, quando si realizzano impianti per fornire energia pulita o per altri insediamenti costruttivi e come questi possano conciliarsi con la tutela del Paesaggio. Teniamo presente che il paesaggio italiano è una ricchezza nazionale anche là dove si pratica una agricoltura di eccellenza, è un patrimonio di tutti i cittadini che non va sacrificato e tanto meno disperso. 4 Senza riportarsi alla Costituzione che assume l’impegno della tutela del Paesaggio, più volte in sedi tecnico-scientifiche si sono dibattute tematiche paesaggistiche che richiamavano interventi legislativi per la conservazione e pianificazione di tutti i paesaggi, non escludendo quelli agrari. Alla valenza estetica del paesaggio deve aggiungersi imprescindibilmente quella ambientale. Abbiamo trovato in tema una frase del Prof. Scaramuzzi, Presidente della Accademia dei Georgofoli, (Novembre 2008) che allargandone il concetto recita “Il “verde” delle piante riveste certamente un valore estetico (ornamentale e paesaggistico) ma costituisce innanzi tutto l’imprescindibile strumento attraverso il quale la natura provvede alla sopravvivenza del mondo vegetale ed animale, essendo Perito Agrario 3/2011 alla base della produzione di qualsiasi cibo ed allo stesso tempo della altrettanto imprescindibile regolazione dell’equilibrio atmosferico. Sono proprio le piante a consentire di nutrirci e di respirare in un ambiente che va quindi tutelato.”. Siamo tutti coscienti della necessità delle energie alternative e come queste in una ottica di progresso tecnico-scientifico dovranno anche se in modo graduale, previa apposita pianificazione, prendere corpo e realizzarsi nel comune interesse in un Paese carente di energie, senza centrali nucleari. Tanto che sono previsti incentivi per chi investe in questo settore emergente. A questo punto però ci chiediamo, è giusto destinare terreni agricoli pregiati od obbligare gli agricoltori a destinare i propri terreni secondo vincoli e prescrizioni pianificatrici, indipendentemente dalla remuneratività delle produzioni, ad usi diversi dalla coltura agricola. Non è che TERRITORIO si evidenzia che il rapporto fra lo sviluppo della agricoltura e la conservazione del suo attuale paesaggio divenga conflittuale, con insediamenti di altri settori. Ciò anche alla luce di normative nazionali e comunitarie che potrebbero essere superate. Sempre il Prof. Scaramuzzi si chiedeva se la negazione delle libere scelte imprenditoriali in attività produttive primarie può chiamare in causa una ragionevole valutazione di costituzionalità. Per chi vive ed opera nel mondo agricolo certe considerazioni sorgono spontanee e si chiede fino a quanto sia giusto sottrarre sempre più suolo all’agricoltura per le destinazioni più diverse. Senza schierarsi con quei movimenti che contrastano la moderna cultura dominante massificata che ha tolto il sapere delle vecchie tradizioni agricole e difendono paesaggi, biodiversità delle colture e chiedono giusta dignità al comporto agricolo per la sua primarietà, la sua polivalenza senza sminuirlo e relegarlo in ruoli ritenuti minori, si pensa nel confronto con altri settori produttivi sorti in epoche più recenti con la civiltà industriale e post-industriale che non sia venuto meno anche per il cittadino moderno il diritto al buono ed al bello. Il tema è importante e sicuramente complesso, di non fa- cile soluzione. Trovare equilibri che concilino le nuove costruzioni, l’applicazione delle tecnologie nel loro progredire, senza sottrarre suolo ed ostacolare e ridurre la valenza di una moderna agricoltura che tutela paesaggio ed ambiente è un compito prevalentemente politico. La scienza, la tecnica operano e si esprimono, ma le gestione del sistema è politica. Quando autorevoli studi urbanistici ci dicono che con la realizzazione di piani di sviluppo già approvati il ritmo di sottrazione dei suoli all’agricoltura segnerà ulteriori accellerazioni il legislatore deve intervenire dettando adeguate normative. Su questi temi sembra che il mondo politico italiano sia latitante, quando occorrerebbe invece che tutti i componenti dell’arco parlamentare, trasversalmente. fossero più sensibili ad affrontare concretamente queste reali problematiche. E questo per ricercare un sistema che comporti una evoluzione equilibrata, armonica delle situazione per evitare conflittualità fra settori produttivi Perito Agrario 3/2011 e proteste di cittadini. Mancano normative adeguate che disciplinino le scelte dei luoghi, gli espropi, il diritto di superficie e forniscano agli enti locali gli strumenti giuridici per una sana gestione dei territori. Si riscontrano vuoti normativi ai vari livelli comunitario, nazionale, regionale. Anche gli Enti locali, considerato la diversità delle caratteristiche territoriali delle zone geografiche italiane, dovranno responsabilmente impegnarsi a gestire il territorio senza creare scempi paesaggistici, inquinamenti ambientali. I pubblici addetti ai lavori, sindaci ed assessori dovranno sapere interpretare giustamente le normative. Sulla base della loro specifica conoscenza e sensibilità dovrà determinarsi quella azione pubblica tale da conservare ricchezze senza creare conflittualità. Le organizzazioni di categoria, gli organismi tecnico professionali dovranno richiamare l’attenzione di politici su questi importanti problemi e sollecitarli a risolverli nel comune interesse. Occorre quindi che tutto il sistema si evolva in maniera coordinata in un divenire di progresso senza ridurre e penalizzare il settore dell’agricoltura ed i cittadini che hanno il diritto che il loro ricco patrimonio paesaggistico ed ambientale non venga deturpato. Chiudiamo auspicando maggiore impegno politico, norme adeguate che facilitino la soluzione delle problematiche nel pubblico interesse. 5 ENOLOGIA Vigneti e vini di Mario Fregoni Il Vino di terroir Da una stima dello scrivente solo il 10% dei vini viene etichettato con il nome geografico puro (Europa), il 20% con il nome varietale (Nuovo Mondo), il 70% con la formula mista, ossia nome del territorio più quella della varietà (Europa). E’ evidente che la soluzione mista tende al vino varietale. Rinviando ad un prossimo editoriale il vino varietale, in questo si tratterà brevemente del vino di terroir. Il terroir è l’ecosistema (varietà + clima + terreno + tecniche viticole e enologiche) compreso nel territorio di cui si usa il nome geografico; pertanto è solo la parte vocata alla qualità del territorio. Non è considerato vino di terroir quello che proviene da mescolanze di uve di territori molto vasti, non omogenei come terroir di base, vale a dire con mesoclima e terreno simile di limitata superficie territoriale. Il vino di terroir proviene per l’80% dalle caratteristiche del vigneto. Generalmente sono piccole o medie aziende che si sono assoggettate alle regole della DOC o DOCG e che applicano una viticoltura da vini di terroir (limitazione della quantità per conseguire la qualità), nel rispetto reale dei disciplinari, frutto della tradizione 6 viticola. I grandi vini si producono laddove vige questo spirito di rispetto del terroir. La qualità è, prima di tutto, uno stato dell’animo umano. Il vino di terroir nasce da un’enologia tradizionale ma anche tecnologicamente capace di estrarre il meglio dall’uva, di fornire tipicità e originalità e un carattere unico. A partire dalla vendemmia deve tenere conto che quella meccanica non consente di conservare la totale integrità dell’acino e che l’ossidazione enzimatica del mosto inizia già in campagna, così come lo sviluppo rapido dell’attività microbiologica. La raccolta in più tempi e la scelta dei grappoli o degli acini prima della pigiatura sono operazioni necessarie per i grandi vini. La fermentazione deve essere ottenuta in serbatoi o tini non grandi al fine di consentire la separazione dei vari vigneti (cru), delle diverse varietà, per preservare i loro caratteri di tipicità aromatica. La temperatura va controllata per evitare innalzamenti eccessiPerito Agrario 3/2011 vi, arresti di fermentazione, deviazioni aromatiche. I lieviti devono essere indigeni o comunque scelti dopo esperienze con la materia prima dell’azienda. L’invecchiamento deve realizzare l’evoluzione dei tannini e degli aromi, evitando l’eccessivo apporto dei tannini e degli aromi del legno, che spesso coprono la tipicità dei vini di terroir. La durata dell’invecchiamento in barrique deve essere funzione dell’annata e del terroir. Barrique nuove o già usate? Non è un problema secondario se si vuole evitare il vino del falegname. L’assemblaggio dei vini delle vigne differenti è un’arte che richiede esperienza e sensibilità sensoriale. I prodotti enologici non devono alterare la tipicità e pertanto il loro uso deve essere moderato, se non si vogliono produrre vini figli della tecnologia, in genere più adatta ai vini da tavola. ENOLOGIA Il vino varietale malmente irrigui e vigorosi, con sistemi di allevamento assai uniformi a spalliera. viticoltura La non ha regole restrittive ed è quindi libera di produrre dove, come e quanto vuole (generalmente con produzioni elevate sia per ceppo In contrapposizione al vino di terroir, sia in Europa, ma soprattutto nei Paesi del Nuovo Mondo, si producono i vini portanti in etichetta il nome di vitigno, con o senza indicazione geografica. Nel Nuovo Mondo i vini con nome di vitigno puro rappresentano circa il 20% della produzione mondiale. In Europa, in particolare, prevalgono i nomi di vitigni correlati alle denominazioni di origine (DOP) o alle indicazioni geografiche (IGP). Con la nuova OCM si possono produrre vini con nomi di vitigno senza indicazione geografica. In tal modo l’U.E. si è allineata ai Paesi del Nuovo Mondo. I vini varietali originariamente hanno avuto origine da una cultura anglo-sassone, ma sono stati amplificati in California nel secondo dopoguerra. Rappresentano vini industriali di marca, di grandi masse standardizzate anno su anno, prodotti dappertutto, a bassi costi di produzione e che tendono a soddisfare la grande massa dei consumatori, che facilmente possono identificare i nomi di pochi vitigni internazionali. Le aziende e le cantine produttrici sono di grandi dimensioni, applicano potature meccaniche semplificate su impianti larghi, a bassa densità di piantagione, spesso con l’uso del telerilevamento. I vigneti sono nor- che per ettaro). L’enologia dei vini varietali tende a esaltare l’aroma varietale, non avendo l’apporto di quello pedo-climatico. Sono vini giovani, che non resistono al lungo invecchiamento, facilmente ossidabili. Nell’U.E. il vino varietale collegato alla DOP e all’IGP deve contenere almeno l’85% della varietà indicata in etichetta (100% in Francia). La vendemmia meccanica in zone caldo-aride per evitare le ossidazioni richiede l’uso del metabisolfito sulle uve, dell’acido ascorbico e degli enzimi. Non esistono selezioni delle uve nei vigneti o in pre-pigiatura e la fermentazione avviene con l’uso di lieviti commerciali in grandi masse con vasche di acciaio termoregolate. La chiarifica dei vini bianchi avviene per centrifugazione o microfiltrazione tangenziale o con altri sistemi moderni. Il livello di ossigeno è regolarmente controllato e si usano iniezioni di azoto e anidride carbonica, nonché di fosfato di ammonio e di rame al fine di evitare la formazione di acido solfidrico (che dà cattivi odori). Per i vini rossi si adottano le moderne tecnologie della terPerito Agrario 3/2011 movinificazione, della flash-detente, della microossigenazione, per conseguire il più alto livello di aromi fruttati varietali. Di norma sono vini non invecchiati a lungo in barrique e l’assemblaggio ha il solo scopo di omogeneizzare le masse. In questa enologia trovano posto i trucioli e gli aromi del commercio. Il numero di varietà utilizzate per questi vini è limitato e di origine francese o tedesca (Riesling). Solo l’Italia usa i vitigni autoctoni, ma purtroppo poco conosciuti nel mondo e privi di prospettive simili ai vitigni internazionali. Quelli più noti sono i vitigni: Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot noir, Chenin, Viognier. Gli ultimi tre sono poco plastici e non costanti nell’espressione aromatica, per cui i veri vitigni internazionali dei vini varietali sono pochissimi. Ormai la concentrazione mondiale su poche varietà è veramente preoccupante. Biodiversità? A parole! L’avvenire? Cantine industriali giganti, una per Regione! 7 CO.GE.PA.PI A Matera è stato lanciato un sasso di Benedetta Pacelli T ra i Sassi di Matera, in un luogo dove il passato risale vertiginosamente verso le origini della civiltà umana incapsulando il fortunato visitatore in una straordinaria macchina del tempo, si è parlato il 3 giugno scorso – suggestiva contraddizione dei tempi! – di futuro. Di futuro delle professioni tecniche di primo livello. E il futuro (lo possiamo rivelare sin da ora) è apparso ai tanti convenuti nell’ampia sala della mediateca provinciale di Matera chiaro e trasparente. Ne è un’inequivocabile conferma il consenso all’albo unico, condizione indispensabile per sollecitare la politica ad un’assunzione di responsabilità, che ha ricevuto il sostegno esplicito ed univoco della nutrita rappresentanza dei professionisti dell’area del sud Italia. Nel confronto tra i vertici delle tre Categorie di Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali e la base è infatti emerso il pieno appoggio al progetto di riforma delle professioni che, attraverso la nascita di coordinamenti unitari tra le tre Categorie, possa condurre all’istituzione di un unico albo delle professioni dei 8 tecnici dell’ingegneria. I Passi significativi del Documento congiunto una condivisione piena, dunque, che ha lasciato traccia di sé in un documento congiunto firmato da tutti i rappresentanti delle tre professioni che non solo sollecitano la politica ad accelerare il processo di riforma, ma soprattutto chiedono ai rispettivi Consigli Nazionali di sollecitare nelle opportune sedi Parlamento e Governo, affinché il progetto si trasformi in concreta realtà. Del resto, così è scritto nel documento diffuso al termine dell’incontro di Matera: «si tratta di un percorso definito congiuntamente che trova concreta attuazione nei testi delle proposte di legge di iniziativa parlamentare». insomma, un dato balza immediato agli occhi: la base sembra ampiamente riconoscersi nel testo in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera e non invoca «terze vie», né gli altri trucchi dello strumentario politico – pausa di riflessione, verifica ecc. – pper rimandare tutto alle calende greche. È invece forte la necessità di concretezza e «di rappresentare in maniera netta l’indifferibilità della riforma delle professioni, specie in considerazione dell’evoluzione dei percorsi formativi già attuata dalle riforme dell’istruzione tecnica». Cosa fare quindi? I rappresentanti dei collegi dell’area del sud d’Italia non hanno dubbi e, nell’accogliere pienamente le tesi dei Consigli Nazionali, «invitano gli stessi a perseverare nell’azione fin qui intrapresa sostenendo la riforma delle professioni nei contenuti e nell’impostazione illustrata e approvata con le rappresentanze territoriali dell’area sud del Cogepapi». I Presidenti dei collegi, si legge infatti Perito Agrario 3/2011 nel documento, votano unitariamente «affinché i rispettivi Consigli Nazionali operino congiuntamente per giungere all’ormai indifferibile riforma delle professioni, creando le condizioni per la nascita di un albo unico che accolga sia i nuovi professionisti dell’area tecnica formati in coerenza con la normativa europea sulle professioni intellettuali, laurea o titolo equivalente, sia i professionisti provenienti dai tre esistenti albi dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali» una strada che per i rappresentanti del territorio non può che passare attraverso l’approvazione del disegno di legge targato Maria Grazia Siliquini che ora giace nei cassetti del Parlamento. Proprio in questo senso, così si chiude il documento, c’è «l’auspicio che il Parlamento, sollecitato dai Consigli Nazionali, possa approvare nell’arco dell’attuale legislatura il disegno di legge attualmente all’esame della Commissione giustizia della Camera». Il Dato L’appuntamento di Matera rappresenta, in questo senso, un’altra tessera di quel mosaico che pazientemente le tre professioni stanno componendo con l’obiettivo di condividere un disegno unico. E se ci vuole pazienza, che qualcuno interpreta come una lentezza della quale liberarsi al più presto, è anche perché, ovviamente, le voci discordi, le perplessità e anche qualche esplicito «Non ci sto» non mancano verso il progetto di unificazione. Ma al di là di tutto, il convegno lucano ha dimostrato come, seppure ancora tra molti dubbi e perplessità, sul territorio proseguano, talvolta in maniera assolutamente ca- CO.GE.PA.PI suale e magari non sempre ufficiale, le aggregazioni tra le tre Categorie. Del resto, ascoltando le voci che arrivano direttamente da queste regioni, un dato salta immediatamente all’occhio: le tre categorie, tra diffidenze e pregiudizi più o meno superati, iniziano a parlare tra di loro e a conoscersi, moltiplicando quelle iniziative di aggregazione fino ad un anno fa assolutamente impensabili. Ciò che, infatti, viene sottolineato di frequente in occasioni come quella di Matera è che, se le professioni evolvono insieme alla società, assecondare questa evoluzione non è solo compito dei sistemi formativi ma soprattutto delle stesse Categorie. Le professioni tecniche costituiscono una risorsa preziosa per il Paese, perché svolgono da sempre e con la massima competenza molti dei servizi di notevole interesse per la collettività: dal settore della progettazione e direzione di opere edili a quello degli impianti tecnologici, dal settore della sicurezza e della protezione dei luoghi di lavoro al risparmio energetico e alla tutela del territorio. Campi di applicazione professionale ampi e talvolta trasversali che devono, comunque, tenere il passo con i cambiamenti in atto, soprattutto quelli della tecnologia. Ecco perché c’è bisogno di qualificare e specializzare l’istruzione, ma soprattutto di creare una coalizione oltre che una sinergia tra le categorie tecniche per poter difendere e anche conquistare nuovi spazi di mercato. Le voci dal territorio La condivisione sempre più ampia di questi principi è stata confermata nel serrato dibattito tra i Presidenti dei collegi provinciali dell’area sud delle tre Categorie che hanno partecipato numerosi. a partire dal Corrado Urgo, Presidente del Collegio dei Periti Industriali della provincia di Matera che ha spiegato l’incontro come un modo per diffondere il messaggio della riforma: «dal punto di vista del nostro interesse non potevamo rimanere fermi. Il problema è che tutti parlano di riforma, di albo unico dei tecnici, ma molti non sanno di cosa si tratti in concreto». Per Urgo il nuovo orizzonte potrebbe assomigliare all’albo dei medici al cui interno sono presenti professionisti con la stessa formazione ma diversa speciap lizzazione. «È fondamentale», ha concluso Urgo, «discutere al nostro interno e approfondire il tema perché abbiamo ancora la possibilità di intervenire e apportare tutte quelle modifiche o quegli aggiustamenti che possono andar bene a tutti». Secondo il giudizio di Giovanni Cotrufo, Presidente del Collegio dei Geometri di Matera, invece, «la creazione di un ordine nuovo significherebbe poter svolgere anche un’azione sulle amministrazioni locali. Il mondo del lavoro per i professionisti è profondamente cambiato perché, se fino a pochi anni fa era possibile avere incarichi da privati e dal pubblico, ora questo è impensabile. Credo che il nuovo organismo potrà incidere anche su questa realtà». «Siamo nelle condizioni di chiamarci ordine», ha precisato Emanuele Genchi, il Presidente del Collegio dei Periti AgraPerito Agrario 3/2011 ri di Matera «perché assorbiremo anche i Laureati triennali. E questo non vuol dire in alcun modo perdere la nostra identità, ma al contrario rafforzarla. se siamo forti e uniti riusciremo a vincere, se siamo divisi moriremo. Ecco perché condivido pienamente la linea approvata dai nostri tre Consigli Nazionali che sono stati capaci di vedere lontano». Per Giuseppe Ingargiola, Presidente del Collegio dei Periti Industriali di comunTrapani, que, il processo di unificazione non è ancora così lineare come negli auspici dei promotori: «Noi al Coordinamento unitario tra le tre professioni abbiamo sempre creduto sia dal punto di vista personale che da quello territoriale. Ecco perché in questo senso abbiamo tentato tutti i diversi processi di avvicinamento con i Geometri, ma questo percorso fino ad ora non ha prodotto i risultati che ci attendevamo». Sulla stessa scia anche Federico Di Spirito, numero uno del Collegio dei Periti Industriali di Foggia che, pur condividendo la strategia messa in campo dai tre Consigli Nazionali, non ha trovato gli attesi riscontri dal territorio pugliese. «Abbiamo cercato di allearci con i Periti Agrari e i Geometri del territorio, ma fino ad ora ogni tentativo è stato vano. Sarebbe importante, invece, creare un ordine più compatto e più numeroso in modo che una voce unanime riesca a farsi sentire nelle opportune sedi». Insomma, a Matera, al di là di qualche sfumatura nelle reazioni della base, sembra che il processo di unificazione abbia ricevuto un nuovo impulso. A Matera il sasso è stato lanciato. Speriamo che lo stagno della politica non ne cancelli la traccia. 9 CO.GE.PA.PI Queste le dichiarazioni dei tre Presidenti C Combattiamo per la certezza di un futuro L’idea dell’unione tra le tre Categorie non è cosa nuova, ma parte da lontano. Dal 2004, L da quando a seguito della riforma del Ministro Moratti abbiamo capito che le sorti degli d iistituti tecnici e quindi di conseguenza delle tre professioni erano in difficoltà se non addirittura a rischio di estinzione. Ecco, è a quel punto che abbiamo deciso di unirci, mand ttenendo ognuno la propria indipendenza. E lo abbiamo fatto non tanto per noi quanto per poter garantire il futuro ai professionisti che verranno dopo di noi. Questa idea è p sstata sposata e condivisa da tutti i rappresentanti del nostro Parlamento che via via hanno presentato diversi progetti di legge in materia. Siamo sempre andati avanti compatti, n aanche se nel tempo sono comunque cambiati i motivi originari, perché si sono succeduti diversii tentativi di t t ti i di riforma. if E continueremo a lottare perché vogliamo continuare ad operare per dare ai giovani e ai meno giovani la certezza di un futuro. Andrea Bottaro - Presidente del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati U Uniti riconoscendo le rispettive competenze Questo progetto di unificazione tra le tre Categorie insieme ai Laureati triennali è un’iniziativa mirata a valorizzare le specifiche competenze di ogni professione. u Quindi sostanzialmente un nuovo albo che ci consenta di dare valore alle singole specificità e quindi di assicurare un futuro certo per la nostra attività che riguarda più di 200 fi mila soggetti. m E guai a credere, come pensano in molti, che questo nuovo albo possa portare ad una perdita di identità dei singoli professionisti, perché non è così. In particolare, il sospetto p è che Geometri e Periti vogliano reciprocamente invadere i rispettivi campi operativi. Si ttratta di una preoccupazione del tutto infondata. Ciascuno, infatti, all’interno dell’Albo unico, i apparterrebbe t bb ad un ben determinato settore e ad una o più sezioni di specializzazione, queste ultime correlate ad una specifica abilitazione. Noi abbiamo in mano un gran mercato e riusciremo a conservarlo solo se operiamo bene. L’albo unico è l’unica via possibile non solo per riformare e semplificare, ma anche per creare una rappresentanza globale di categoria, ora più che mai assolutamente necessaria. Fausto Savoldi - Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati S Siamo pronti a far nascere un ordine nuovo È venuta l’ora della chiamata a raccolta di tutti coloro i quali hanno come principio il buon senso. b E in questa logica credo che non solo le professioni interessate, ma anche i cittadini di questo Paese devono essere pronti a dire la loro per l’operazione che abbiamo in menq tte. Vogliamo creare, cioè, un ordine autonomo e autosufficiente per la professione di primo livello del settore ingegneristico. In questo ordine nuovo che dovrà crescere con p un ordinamento nuovo e con competenze ben definite dovranno trovare collocazione, a u pieno titolo, i Geometri, i Periti Agrari e i Periti Industriali che fino ad adesso sono stati p ccollocati in tre organismi diversi. In questa logica le tre professioni interessate, ma anche i Laureati triennali devono mettere in campo tutte le risorse per fare andare avanti una proposta che è già alla Commissione Giustizia della Camera e che all’articolo 4 prevede proprio questo tipo di soluzione. Giuseppe Jogna - Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati 10 Perito Agrario 3/2011 CO.GE.PA.PI Matera, 3 giugno 2011 Sala della Mediateca Si è svolto, in una sala, colma di professionisti, l’incontro dibattito la cui organizzazione è stata affidata al nascente coordinamento CO.GE.PA.Pl. di Matera ed ha investito l’intera “Area Sud” d’Italia. I Presidenti Provinciali Dino Urgo, Emanuele Genchi e Giovanni Cotrufo hanno profuso ogni energia nella organizzazione cui hanno prontamente risposto i rispettivi Presidenti Nazionali, — Jogna, Bottaro e Savoldi che, puntualmente, hanno aderito all’incontro e fornito le forbite argomentazioni sulla improcrastinabile necessità di normare il futuro delle Professioni Tecniche alla luce della nuova organizzazione scolastica ed universitaria. I Presidenti Provinciali, convinti assertori della bontà delle argomentazioni le hanno fatte proprie, ed hanno invitato la platea a meditare sulla riforma e ad operare con ogni elemento utile perché la stessa, stante la necessità di, continuare a dare un futuro alle professioni che rischiano di scomparire dal pianeta professionistico, veda la concretizzazione nella corrente legislatura. A conclusione del vivace dibattito, e sentite le relazioni dei responsabili esponenziali delle Categorie è stato approvato, all’unanimità, “Documento Comune” con il quale impegnano i rispettivi Consigli Nazionali ad operare congiuntamente ed incisivamente sulla “indifferibile” riforma delle professioni attraverso la nascita di un Albo unico valido ad accogliere i nuovi professionisti e quelli provenienti dagli attuali Albi dei Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali. Perito Agrario 3/2011 11 CO.GE.PA.PI Ordine del giorno della riunione Il giorno 3 giugno dell’anno 2011 nella città di Matera, si sono riuniti gli esponenti dei Consigli Nazionali dei Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali, per illustrare lo stato dell’arte, della riforma delle professioni. Si tratta di un perFRUVR GHÀQLWR FRQgiuntamente che trova concreta attuazione nei testi delle proposte di legge di iniziativa parlamentare. Questa ampia condivisione è stata confermata nel serrato confronto dibattito con i Presidenti dei Collegi Provinciali dell’Area Sud delle tre Categorie che hanno partecipato numerosi all’incontro. Al termine, condividendo la necessità di rappresentare in maniera netta l’indifferibilità della riforma delle professioni, specie in considerazione dell’evoluzione dei percorsi formativi già attuata dalle riforme dell’istruzione tecnica, i convenuti hanno ritenuto di sottoscrivere un documento comune sui risultati dei dibattito. Proposta di documento comune Ascoltate le relazioni, esaminati gli interventi, i Presidenti dei Collegi presenti ritengono di accogliere pienamente le tesi dei Consigli Nazionali ed invitano gli stessi a perseverare nell’azione ÀQ TXL LQWUDSUHVD VRVWHQHQGR OD ULIRUma delle professione nei contenuti e nell’impostazione illustrata e approvata con le rappresentanze territoriali 12 dell’Area Sud del Co.Ge.Pa.Pi. I Presidenti dei Collegi fanno voti aff ÀQFKp L ULVSHWWLYL &RQVLJOL 1D]LRQDOL operino congiuntamente per giungere all’ormai indifferibile riforma delle professioni, creando le condizioni per la nascita di un Albo unico che accolga sia i nuovi professionisti dell’area tecnica formati in coerenza con la nor- Perito Agrario 3/2011 mativa europea sulle professioni intellettuali sia i professionisti provenienti dai tre esistenti Albi dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali. Auspicano che il Parlamento, sollecitato dai Consigli Nazionali, possa approvare nell’arco dell’attuale legislatura il disegno di legge attualmente all’esame della Commissione Giustizia. POLITICA AGRICOLA COMUNE Quaderno degli appunti dalla U.E. Un Amico a Bruxelles manda qualche appunto sulla situazione della Politica Agricola dopo il 2013: più verde, più equa e più competitiva, dopo l’approvazione del rapporto del relatore Dess dalla quale si evince che i Deputati Europarlamentari desiderano mantenere invariato fino al 2020 il bilancio UE per il settore agricolo, per far sì che agli agricoltori siano garantiti gli incentivi per fornire scorte di prodotti alimentari sicuri, per la protezione dell’ambiente, per creare nuovi posti di lavoro e per assicurare la competitività del settore agricolo comunitario. In vista delle proposte della Commissione sul futuro della politica agricola comune, il Parlamento presenta la sua posizione per il prossimo bilancio a lungo termine per il periodo 2014-2020 e, in reazione a voci sul taglio degli aiuti al secondo pilastro della PAC, i Deputati hanno ripetuto il loro sostegno per assicurare adeguate risorse finanziarie anche per lo sviluppo rurale. “Il voto invia un segnale chiaro e forte al commissario (Dacian Ciolo) e spero che la Commissione terrà presente il contenuto della relazione e lo incorporerà nella proposta legislativa finale”, ha dichiarato Albert Dess (PPE, DE), relatore della risoluzione e dunque i percorsi operativi portano a : Rendere la PAC più verde Se la politica agricola dell’UE mira a fornire prodotti alimentari sicuri e di alta qualità e contribuire alla protezione dell’ambiente e alle energie rinnovabili, tale politica deve essere finanziata adeguatamente, secondo gli eurodeputati, in modo da fornire agli agricoltori un incentivo all’utilizzo di tecniche moderne e ecocompatibili. I pagamenti diretti agli agricoltori dovrebbero essere più chiaramente legati alle “misure verdi” (basse emissioni di carbonio, basso consumo energetico). Un ampio sistema europeo di incentivi, finanziato dall’UE al 100%, dovrebbe essere istituito per sostenere gli agricoltori che appoggiano lo sviluppo sostenibile. Più equa distribuzione dei finanziamenti UE I finanziamenti agricoli dovrebbero essere distribuiti più equamente tra gli Stati membri e tra le diverse categorie di agricoltori. Il Parlamento propone che ogni paese dell’Unione Europea dovrebbe in futuro ricevere una percentuale minima della media UE dei pagamenti diretti. I deputati sono d’accordo con l’introduzione di un massimale per i pagamenti diretti per agricoltore, ma sottolineano che le nuove regole devono tener conto delle dimensioni delle aziende agricole e dei criteri oggettivi di occupazione nonché delle pratiche sostenibili. Per evitare un uso improprio del denaro pubblico, i pagamenti diretti dovrebbero essere riservati agli “agricoltori attivi”, Perito Agrario 3/2011 cioè a coloro che effettivamente utilizzano la loro terra per la produzione. Stabilità: speculazione, gestione delle crisi e potere contrattuale degli agricoltori La lotta alla speculazione per le materie prime agricole e l’estrema volatilità dei prezzi richiedono una soluzione a livello globale, secondo gli eurodeputati, in modo da garantire una maggiore stabilità per gli agricoltori e le forniture su larga scala di prodotti alimentari sicuri. Il Parlamento propone un sistema mondiale di notifica dello stato attuale delle scorte, per contrastare la speculazione selvaggia delle materie prime agricole. Situazione dei prodotti lattiero-caseari Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di prodotti lattierocaseari, i deputati hanno chiesto alla Commissione di monitorare il mercato lattiero-caseario per il periodo successivo al 2015. Il sistema attuale delle quote sarà soppresso nel 2014. I prossimi passi La risoluzione non legislativa è stata approvata per alzata di mano. La Commissione presenterà il suo progetto di pacchetto legislativo alla fine dell’autunno e Parlamento e Consiglio saranno chiamati a decidere insieme sul contenuto definitivo della legislazione. La Risoluzione del Parlamento europeo del 23 giugno 2011 sulla PAC verso il 2020: rispondere alle future sfide dell’alimentazione, delle risorse naturali e del territorio è disponibile sul sito www. peritiagrari.it/professione/attivitàprofessionale/ pac-agea 13 DIFESA DELLE PIANTE Blastofago dei Pini (tomicus destruens) di Leonardo Perronace Già nel numero 2 di questa rivista si evidenziavano i problemi connessi ai cambiamenti climatici e riguardanti la salute delle piante ( e di conseguenza la sicurezza di cose e/o persone) in ambiente urbano e periurbano. La notizia di un abbattimento di massa di 1500 Pinus Pinea vicino a Civitavecchia (Roma) a causa del Blastofago ci riporta di nuovo sull’argomento. L’abbattimento sembra essere stato necessario a causa di una infestazione incontrollata (ma non “incontrollabile”) di una pineta molto fitta, con esemplari filati e di scarso pregio paesaggistico se presi in maniera isolata e che sta facendo da “incubatrice” per futuri attacchi a pinete nelle zone limitrofe. Ebbene i primi deperimenti e le prime morie di Pini in Italia si sono verificati già a metà del secolo scorso, la diffusione massiccia del Blastofago dei Pini nei nostri territori 14 ha assunto proporzioni veramente preoccupanti a partire dalla fine degli anni ’90. Nel centro e nel meridione si è presto dimostrato estremamente temibile. E’ breve il periodo, 2-5 anni, durante il quale tale insetto riesce a portare a morte un esemplare originariamente sano. Il tempo impiegato per completare il ciclo di deperimento dell’ospite ovviamente si accorcia proporzionalmente all’aumentare delle condizioni avverse dell’ambiente in cui vegetano i Pini stessi; è evidente quindi che in città tale ciclo è molto più breve, con casi di alberi già stressati portati a morte in una sola stagione vegetativa. Il T. dèstruens è specie che ama vivere in luoghi caldi, infatti è normalmente diffuso nell’Europa meridionale e lungo le coste del Mediterraneo. In Italia è ormai stato segnalato ovunque, anche se tende a colonizzare più frequentemente le pinete p costiere e di bassa collina. È estremamente polifago in quanto in grado di attaccare tutte le specie appartenenti al genere Pinus. Si tratta di un insetto xilofago, che si nutre di tessuti vegetali di varia natura con prevalenza di quelli di zona floematica. L’adulto è di colore Perito Agrario 3/2011 bruno – nero lucente, lungo 4 mm circa. Sverna in vari stadi di sviluppo sia come adulto sulla chioma che come larva nelle gallerie all’interno dei tessuti floematici. I giovani sfarfallano in due ondate principali la prima tra la fine di aprile e la prima metà di maggio e la seconda tra la metà di maggio ed i primi di giugno; l’attività a carico dei germogli continua fino alla fine dell’estate, alcuni adulti si possono trovare ancora in autunno inoltrato. I giovani adulti penetrano alla base dei rametti terminali e li percorrono per quasi tutta la loro lunghezza fuoriuscendo solo in prossimità del ciuffetto di aghi posti all’estremità superiore; ciascuno esemplare ripete p più volte q questo p percorso su vari rametti. È importante notare come allo stadio larvale il Blastofago si insedi nei tessuti corticali di piante già deperienti; mentre gli adulti invece riescono a comportarsi da fitofagi DIFESA DELLE PIANTE Art.75 (Parassiti sottoposti a lotta in ambito regionale) primari ed attaccano i getti apicalidi piante vigorose più o meno vicine ai focolai di iniziale sviluppo. I pini così attaccati vengono predisposti agli attacchi secondari a carico dell’area floematica, con conseguenze tragiche per la pianta; in breve iniziano a morire gli esemplari arborei più deboli e sofferenti ed il focolaio si diffonde a macchia d’olio. Il ciclo del T. dèstruens può subire modifiche in relazione alle condizioni climatiche locali, si può infatti assistere a variazioni anche sensibili del numero di generazioni completate in un anno: in varie pinete del centro – sud Italia infatti il Blastofago si è dimostrato in grado di completare una seconda generazione entro l’autunno. La Regione Lazio, con la L.R. 28 Ottobre 2002, n.39 “Norme in materia di gestione delle risorse forestali” all’Art.75 (Parassiti sottoposti a lotta nel territorio regionale) stabilisce: I primi danni arrecati dal coleottero in questione sono l’effetto dell’attacco “primario” degli adulti sui getti terminali; questi cadono ancora verdi o disseccano pur rimanendo sulla chioma; tutto ciò porta le piante infestate a divenire velocemente suscettibili agli attacchi “secondari” al tronco, il cui esito è quasi sempre letale per le 1. Fermo restando quanto stabilito dalla normativa statale in materia di lotta fitosanitaria obbligatoria, su indicazione del servizio fitosanitario regionale, in cui si specifica l’estensione del territorio interessato, sono sottoposti a lotta su tutto il territorio regionale, i seguenti parassiti: a) Pytophthora spp.,agente del mal dell’inchiostro; b) Seiridium cardinale (Wag.) Sutton et Gibson, agente del cancro del cipresso; c)Sphaeropsis sapinea Fr. Dyko et Sutton, agente di seccumi su Pinus sspp; d)Tomicus destruens (Wollaston) e Tomicus piniperda L., I blastofagi del pino. 2. La Regione attua forme di prevenzione e lotta contro i parassiti del castagno secondo quanto stabilito dall’articolo 54. 3. Le modalità di lotta contro i parassiti di cui al comma 1 sono indicate nel regolamento forestale. 4. La Giunta regionale, con propria delibera, può aggiornare l’elenco dei parassiti sottoposti a lotta ai sensi del comma 1. Mentre nel relativo Regolamento Attuativo n°7 del 18 aprile2005 all’Art.98 si stabilisce: Art. 78 (Parassiti sottoposti a lotta in ambito ragionale) Comma 2. La lotta ai parassiti indicati dall’art.75 della legge forestale è effettuata secondo le seguenti modalità: a)……….. b)……….. c) il Tomicus destruens (Wollaston) e Tomicus piniperde L., i blastofagi del pino, mediante interventi di distruzione delle piante il cui tronco presenti numerosi fori di sfarfallamento. Comma 3. Per i parassiti di cui al comma 2 è obbligatoria la segnalazione all’ente competente e al Servizio Fitosanitario Regionale, mediante lettera raccomandata. Comma 4. In essenza di vincoli ed altre disposizioni specifiche sui criteri e le modalità per l’abbattimento delle piante, gli interessati possono procedere all’abbattimento delle piante infestate dai patogeni senza necessità dell’autorizzazione o della comunicazione di cui all’articolo 7, purché l’intervento, da realizzarsi nell’arco di un biennio, riguardi piante isolate o piccoli nuclei di non oltre cinque piante per ettaro, ovvero determini una superficie continua scoperta di non oltre 1.000 metri quadrati per ettaro. Negli altri casi è richiesta la valutazione di un tecnico agroforestale abilitato. Qualsiasi intervento di abbattimento deve essere comunicati mediante raccomandata con ricevuta di ritorno, al Servizio fitosanitario regionale, all’ente competente, al Corpo Forestale dello Stato competente per territorio e, qualora l’intervento riguardi un’ area ricadente all’interno di un’ area protetta, all’ente gestore dell’area stessa. Perito Agrario 3/2011 15 DIFESA DELLE PIANTE La lotta al Blastofago è particolarmente difficile ma non impossibile. Solo una sequenza di interventi mirati e seguiti da un Tecnico specializzato può portare all’eradicazione del temibile fitofago. Una volta scoperta la presenza in pineta si dovrà procedere urpiante stesse. Sintomi precisi della presenza dell’insetto sono quindi: - La frequente presenza a terra dei getti terminali ancora verdi; - Chiome rade, trasparenti di colore verde chiaro – giallastro viranti, con il passare del tempo, verso il bruno; - Chiome dall’aspetto opaco e non lucente come nel caso di esemplari sani; - Sugli esemplari più giovani è facile notare chiome avvizzite con ciuffetti terminali rivolti verso il basso; - Sui fusti con corteccia ancora sottile, sulle branche e sui rametti terminali è possibile notare le caratteristiche concrezioni di resina cristallizzata generatisi alla base dei fori di entrata e di uscita degli insetti. 16 gentemente a: - Abbattimento degli esemplari irrimediabilmente compromessi in quanto troppo avanti nel ciclo di deperimento; - Allontanamento del materiale risulta senza ulteriori lavorazioni in situ onde evitare la fuoriuscita di adulti da tessuti infestati con relativo smaltimento in fornace; - Realizzazione di trappole (da effettuarsi in pineta) con l’ ausilio di toppi di Pino sani accatastati in numero adeguato in relazione al grado di infestazione ed al sesto d’impianto. La catasta dovrà essere monitorata frequentemente ed eliminata con le modalità di cui al punto precedente non appena sia stata rilevata una buona presenza di insetti. - Trattamento fitosanitario endoterapico curativo, da effettuarsi due volte l’anno; la prima tra aprile e giugno e la seconda tra la fine di agosto e la fine di settembre, quando la popolazione dell’insetto è costituita da soli adulti e prima della deposizione delle uova. In tale fase del suo ciclo biologico il Blastofago si trova posizionato sulla chioma e quindi più vulnerabile in Perito Agrario 3/2011 quanto facilmente raggiungibile dal fitofarmaco iniettato nel sistema linfatico dell’albero. Trattamento endoterapico di supporto. Somministrazione di nutrienti e bioattivatori con lo scopo di favorire la ripresa fisiologica e vegetativa degli alberi colpiti favorendo al contempo la regolare circolazione linfatica (fondamentale per la traslocazione dell’insetticida). E’ inutile ricordare a noi, ma sarebbe utile ricordarlo alle Amministrazioni Locali Pubbliche, come i Periti Agrari siano in grado di intervenire e proporsi quali professionisti preparati a risolvere tempestivamente danni ambientali gravissimi. AGRO-CHEMICALS Agricoltura, approvato lo stato di emergenza fitosanitaria P er fronteggiare al meglio i danni provocati dalla diffusione dei parassiti in agricoltura, il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 31 maggio 2011, ha proclamato lo stato di emergenza fitosanitaria. Il provvedimento, proposto dal ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Saverio Romano, si è reso necessario per realizzare un potenziamento ed un maggiore coordinamento nella lotta ai vari organismi nocivi che, soprattutto nell’ultimo periodo, hanno causato rilevanti danni alle produzioni agricole e all’ambiente, con ripercussioni economiche e paesaggistiche. Anche a causa della globalizzazione dei mercati, infatti, alcune specie di insetti e microrganismi patogeni sono stati introdotti accidentalmente in Italia da altre aree geografiche con il trasporto di mezzi e persone, dopo di che si sono acclimatati e diffusi con rapidità. Le piante colpite da parassiti potrebbero, indirettamente, diventare un rischio per l’incolumità pubblica, in quanto le larve degli insetti scavano profonde gallerie all’interno della pianta, non visibili dall’esterno, che possono provocarne la caduta. Evidenti, poi, i danni provocati direttamente agli agricoltori a causa della perdita delle produzioni, dell’obbligo di distruzione delle piante infette, e le perdite dirette dovute al possibile blocco delle esportazioni di produzioni agroalimentari. Questi alcuni degli strumenti indicati nel provvedimento per fronteggiare la crisi: s INDIVIDUAZIONE URGENTE DELLE aree di intervento per il contenimento dell’emergenza fitosanitaria relativamente ad alcuni organismi nocivi, nonché individuazione delle misure di messa in sicurezza; s COORDINAMENTO DEI SERVIZI lTOsanitari regionali, delle Regioni e degli enti locali per le suddette azioni; s COORDINAMENTO DELLATTIVITÌ DI formazione, ricerca e sperimentazione, prevedendo l’istituzione di un tavolo di concertazione con enti ed istituti di ricerca pubblici e privati; s PREDISPOSIZIONE E GESTIONE DI un albo degli operatori economici che possono effettuare interventi per l’eradicazione o il contenimento degli organismi; Perito Agrario 3/2011 s ADOZIONE DI AZIONI INFORMATIVE per fornire indicazioni circa i rischi della diffusione degli organismi nocivi, anche attraverso un piano di comunicazione a supporto dell’attuazione degli interventi previsti; s REALIZZAZIONE DI UNA TASKFORCE dedicata specificatamente a questa tematica. Tra i vari agenti dannosi che hanno determinato l’emergenza, il tarlo asiatico (Anoplophora chinensis), che si sta diffondendo in alcuni comuni della Lombardia, del Lazio e del Veneto, colpendo diverse piante forestali come aceri, faggi, platani e pioppi, ma che potrebbe presto interessare anche molte altre specie, tra cui varie piante da frutto dei generi prunus, malus e citrus. Nel caso delle palme, invece, colpite dal punteruolo rosso, la forte diffusione dell’insetto sta portando ad un cambiamento del paesaggio in tutte le regioni interessate. Fonte: Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Redazione governo.it - Maddalena Baldi 17 FABBRICATI NASCOSTI 2SHUDWLYLWD¶3URWRFROOR FRQ$JHQ]LDGHO7HUULWRULR I n premessa occorre precisare che l’Agenzia del Territorio allo scadere del termine del 30/04/2011, come definito dal D.L. 18 29/12/2010 n. 225, ha attivato le procedure per assegnare in via speditiva rendite presunte agli immobili “mai dichiarati”; questo in base agli elementi desunti dai noti rilievi aerofotogrammetrici integrati da elementi acquisiti con sommari sopralluoghi “a vista” (rispondenza agli obblighi, tipologia d’uso presunta, numero dei piani presunto, ecc.) nonché con riprese fotografiche dirette. Tali informazioni saranno poi inserite in un software, una specie di Docfa semplificato, che oltre a schedare gli immobili predisporrà l’inserimento in banca dati di una Rendita Presunta. Come noto,tali rendite avranno rilevanza fiscale con decorrenza dal 01/01/2007 e non saranno notificate ma affisse solo nell’albo pretorio di ogni Comune, con avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, oltre a poter Perito Agrario 3/2011 essere visionate negli Uffici Catastali; gli Uffici locali dell’Agenzia del Territorio stanno già predisponendo i cosiddetti fascicoli per i controlli. Si evidenzia che tale azione certamente sarà soggetta alla applicazione di diritti catastali e comunque non esimerà l’interessato al completo accatastamento dell’immobile in base alla vigente normativa, pena la ulteriore azione di surroga da parte dell’Agenzia del Territorio. Inoltre si sottolinea che tale rendita ovviamente non assolverà gli obblighi di conformità catastale dei beni di cui al D.L. 31/05/2010 n. 78. In considerazione della rilevanza di tale scadenza ed azioni successive, nonché per la rilevanza delle sanzioni ora quadruplicate, come già in precedenza indicato, su indicazione del CNPA i Periti Agrari attivi nel settore svolgano, anche in sintonia con le locali sedi dell’Agenzia del FABBRICATI NASCOSTI Territorio, ulteriori azioni di sensibilizzazione dei soggetti potenzialmente interessati a tali controlli. In data 12/04/2011 la Direzione Centrale del Catasto ha interessato, riprendendo un discorso interrotto l’autunno scorso, i sei Ordini e Collegi del settore proponendo la sottoscrizione di un protocollo di intesa per attività di collaborazione gratuita dei Collegi Provinciali e dei liberi professionisti nelle attività di sopralluogo per la determinazione delle rendite presunte su alcune delle province interessate. Il CNPA, in considerazione di alcuni aspetti di rilevanza professionale e deontologica della forma di intesa, dopo aver espletato le valutazioni del caso e di opportunità, in data 3 maggio 2011, ha siglato con l’Agenzia del Territorio il protocollo d’intesa per attività di collaborazione gratuita dei Collegi Provinciali e dei liberi professionisti nelle attività di sopralluogo per la deterr minazione delle rendite presunte su alcune delle province. Tale documento è stato divulgato ai Collegi provinciali per l’opportuna conoscenza. La Dr.ssa Gabriella Alemanno, Direttore Generale dell’Agenzia del Territorio, ha reso noto che per alcune di queste Province possono essere attivate le operazioni previste dal Protocollo stesso inviando Perito Agrario 3/2011 l’elenco di quelle interessate con il relativo numero di particelle trattabili che verranno ripartite tra le categorie professionali i cui Consigli Nazionali hanno sottoscritto l’apposito Protocollo. A livello locale gli Uffici dell’Agenzia del Territorio sono stati autorizzati a prendere contatto con i Collegi provinciali che possono essere interessati fornendo loro il software stand-alone per la redazione della proposta di aggiornamento catastale e le istruzioni operative da applicare per l’attività in discussione. Sarà effettuata la ripartizione delle particelle da trattare, tra le diverse Categorie professionali rispettando criteri di proporzionalità, sulla scorta delle percentuali di pratiche Docfa presentate nel corso dell’anno 2009 dai professionisti appartenenti ai diversi Ordini/Collegi professionali con possibilità di ulteriore ridistribuzione, in caso di rinuncia di qualche Ordine/Collegio professionale provinciale. Viene, comunque, lasciata ad accordi a livello locale la possibilità di variazioni dei criteri qualora il numero dei tecnici non risulti coerente con i parametri di proporzionalità. Naturalmente, e non può essere diversamente, i Periti Agrari che daranno al Collegio provinciale territorialmente competente la disponibilità ad operare dovranno possedere una riconosciuta esperienza in materia catastale e non avere ricevuto sentenze di condanna passate ingiudicato o sanzioni disciplinari ricevute dal Consiglio del Collegio. Alla presentazione del Rapporto annuale dell’Agenzia del Territorio della Sicilia, avvenuto il 16 giugno 2011 a Catania, il Direttore, Ing. Marco Selleri, ha presentato la situazione che, per il raggiungimento degli obiettivi comuni entro i termini prefissati, vede opportuno e ne- 19 FABBRICATI NASCOSTI Art. 19, comma 10, decreto legge n. 78 del 2010 Province interessate e numero di particelle oggetto di collaborazione con le categorie professionali Agrigento 6.000 Palermo 6.000 Benevento 5.000 Perugia 8.000 Bergamo 5.000 Potenza 22.000 Brescia 5.000 Ragusa 6.000 Cagliari 13.000 Salerno 34.000 Catania 7.000 Siracusa 14.000 Catanzaro 15.000 Torino 5.000 Crotone 10.000 Trapani 5.000 Milano 5.000 Verona 6.000 Napoli 10.000 Totali 185.000 (dati riferiti al 2 aggio 2011 cessario il Protocollo stipulato con i Collegi dei Geometri, Periti Agrari, Periti Industriali e l’Ordine degli Agronomi. L’ Ing. Franco Maggio, Direttore Centrale Catasto e Cartografia dell’Agenzia del Territorio nel ripercorrere la strada fin qui fatta, che ha portato alla regolarizzazione agevolata di parte delle case fantasma con conseguente recupero del gettito fiscale Ici, Irpef e delle imposte indirette, nel considerare ancora impegnativo il percorso si è detto convinto che dalla collaborazione Agenzia del Territorio/Colle- 20 gi ed Ordini potranno venire ottimi risultati. Stiamo parlando di una regolarizzazione che ha portato coinvolto 560.837 unità immobiliari per una rendita catastale complessiva di 415,5 milioni. E se ne aspettano circa altrettanti. Altro dato interessante, fornito dall’Agenzia del Territorio, porta a 2.228.143 le particelle di Catasto dove sono stati individuati fabbricati non accatastati e su queste 1.065.484 sono stati eseguiti gli accertamenti. Perito Agrario 3/2011 Alle rimanenti 1.162.000 (ancora da verificare) l’Agenzia del Territorio dovrà attribuire la rendita presunta e questo grazie alle squadre dei Tecnici dell’Agenzia e dei Tecnici esterni, aderenti al protocollo, che inizieranno i rilievi fotografici ed esterni agli edifici individuati nelle foto aeree. Ringraziamo i Periti Agrari per la collaborazione che, con competenza e professionalità, vorranno prestare ed auguriamo loro un buon lavoro. La rendita presunta verrà successivamente notificata, con la semplice affissione all’albo Pretorio Comunale territorialmente competente, con l’aggravio delle spese sostenute e della sanzione dovuta per la ritardata presentazione. Dopo la notifica della rendita presunta i proprietari potranno presentare una loro “proposta di rendita” che verrà valutata dalla Agenzia del Territorio che assegnerà la rendita “attribuita” definitiva contro la quale è ammesso ricorso. Considerato che le rendite valgono dal 2007 tra interessi e sanzioni per i mancati adempimenti relativi all’ICI (con l’esclusione per la prima casa), Irpef ed altre imposte dirette sarà un bel salasso fiscale. E come la mettiamo con la conformità alle norme urbanistico-edilizie comunali……… arriveremo alla demolizione? PROFESSIONE Seminario di Studio sugli Standard Internazionali di Valutazione Immobiliare Il Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Latina ed E-Valuations® hanno organizzato, il giorno 31/05/2011 presso l’ISPAA “San Benedetto” di Borgo Piave in Latina l’evento informativo, al fine di presentare a tutti i Professionisti interessati al settore delle valutazioni immobiliari le principali novità operative nell’ ambito estimativo, con una particolare attenzione alle stime in campo Giudiziario. Infatti, una valutazione corretta e trasparente del compendio immobiliare è un diritto delle parti in causa pertanto occorre promuovere la figura specialistica del Valutatore Indipendente, soggetto in grado di applicare principi e criteri estimativi univoci, che possano condurre a risultati certi, condivisibili replicabili. Pertanto con questo Seminario si è inteso svolgere una panoramica sugli standard internazionali di valutazione immobiliare (IVS) e fare il punto della situazione sulla loro applicazione nel nostro Paese. 22 Una valutazione immobiliare oggettiva, basata su procedimenti scientifici, è un diritto del cittadino consumatore e degli operatori economici, oltre che uno strumento funzionale a garantire i presupposti di giustizia economica e di perequazione fiscale. Pertanto i Professionisti chiamati a svolgere tale attività debbono preoccuparsi di curare il proprio costante aggiornamento professionale, in modo da garantire l’ utilizzo delle più adeguate procedure valutative. Hanno portato il loro contributo intervenendo su temi specifici e correlati : Ing. Nicola Di Battista, Preside dell’IPSAA S.Benedetto di Latina, Per. Agr. Bottaro Andrea, Presidente Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, Dott. Agr. Angelo Donato Berloco, Presidente E-Valua- Perito Agrario 3/2011 tions, Arch. Gianni Borsa, Ordine Architetti di Latina, Dott. Agr. Giovanni Gaetano Capotosti, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Latina, Per. Agr. Maria Grazia Passarelli, Presidente del Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Latina, Geom. Antonello Trovato, Collegio Provinciale Geometri. Il riscontro sull’attualità e l’interesse della tematica è dato dalla pronta adesione al Seminario, che si è svolto con il patrocinio della Regione Lazio, del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati , della CCIAA di Latina, dall’ATER di Latina, dall’ASTRAL , della Provincia di Latina , del Collegio dei Geometri di Latina, del Collegio dei Periti Industriali di Latina, dell’Ordine degli Architetti di Latina, dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Latina, della Banca Cassa Rurale e dell’Artigianato di Latina e delle aziende agricole che hanno offerto i loro prodotti per far conoscere ai partecipanti i sapori della agricoltura Pontina. FORMAZIONE Piano ITS - per integrare istruzione, formazione e lavoro Il Ministro Mariastella Gelmini ha presentato il 24 maggio a Palazzo Marini, presso la Sala delle Conferenze della Camera dei Deputati il Piano Istituti Tecnici Superiori (ITS), per l’istituzione di un canale di istruzione terziaria non universitaria. Saranno scuole speciali di tecnologia e da settembre ne saranno attivate 58. Gli Istituti Tecnici Superiori sono “centri speciali di alta tecnologia” istituiti con l’intento di creare il canale di formazione superiore terziario non universitario. Sono stati introdotti nell’ordinamento nazionale e sono un’alternativa all’Università per chi vuole completare una formazione tecnologica di livello, pensata per i giovani e le aziende ad alto contenuto di innovazione. L’idea generale è raccordare le competenze e le risorse già esistenti sul territorio e indirizzarle all’alta formazione tecnica nei settori strategici per il Paese. Agli ITS può iscriversi chi è in possesso di un diploma di scuola media superiore; il corso ha durata di 1.800-2.000 ore, con il 30% di tirocinio in azienda e all’estero. Il 50% dei docenti deve provenire dal mondo del lavoro e delle professioni e il titolo rilasciato è quello di“Diploma di Tecnico Superiore” con CFU riconosciuti. Il Diploma ha l’indicazione dell’area tecnologica e della figura nazionale di riferimento, pari al V livello del Quadro europeo delle qualifiche. Gli ITS si collocano all’interno di un nuovo settore non esistente in Italia,quale quello del sistema “terziario post-secondario” ed hanno senso se in rapporto con il mondo della ricerca, con il mondo accademico e il lavoro e l’esigenze del mercato del lavoro e vogliono accompagnare e formare i giovani alla valorizzazione dei risultati della ricerca tecnologica più avanzata e vitalizzare le capacità di progettazione di percorsi innovativi con l’obiettivo di rafforzare e qualificare esperienze di specializzazione Tecnica Superiore nelle aree tecnologiche di “Industria 2015”. Come ha stabilito la recente Legge 240 di riforma del sistema universitario con gli artt. 3 e 14, gli ITS rappresentano una concreta proposta formativa, dotata di una propria specificità didattica, votata alla premialità di una costante attività laboratoriale in situazione sono attivati e gestiti da una Fondazione di partecipaPerito Agrario 3/2011 zione di diritto privato con apporto pubblico in cui scuola, struttura formativa accreditata dalla Regione, impresa del settore produttivo, dipartimento universitario, ed ente locale, esercitano il ruolo di soggetti fondatori per assicurare standard organizzativi adeguati e piena occupabilità giovanile al termine di un percorso selettivo di durata biennale. Gli Istituti Tecnici Superiori devono essere messi in grado di dare una risposta di sistema tra domanda e offerta di lavoro altamente qualificato, a condizione che sappiano recepire i fabbisogni formativi ed innovativi espressi dal mondo dell’impresa e realizzare una forte azione di orientamento rivolta alle famiglie, agli studenti, agli insegnanti e devono segnare una discontinuità rispetto ai percorsi formativi della scuola secondaria di secondo grado. La didattica dovrà abbandonare schemi e vincoli disciplinaristici per privilegiare metodologie più specificatamente legate alle realtà aziendali e, in generale, al mercato del lavoro. Non interessando alcuna prosecuzione verticalizzata della formazione secondaria, interessa che i percorsi ITS costituiscano un punto essenziale di interazione tra Formazione e Impresa, abbandonando obsolete dispute tra Istruzione e Apprendistato. Fonte: Ministero dell’ Istruzione, dell’ Università e della Ricerca 23 FORMAZIONE I.T.S. la solita storia? di Giuseppe Giordano A settembre 2011, forse, vedranno la luce i primi corsi I. T. S. (Istruzione Tecnica Superiore). I gruppi di lavoro costituiti dal Ministero per le specifiche aree tecnologiche hanno portato a termine i compiti assegnati e cioè di definire le figure e i percorsi didattici per la formazione dei neo tecnici superiori. Come Collegio Nazionale siamo stati coinvolti nel lavoro di gruppo dell’ambito di nostra competenza, il Sistema Agro-Alimentare della macro area “Made in Italy”. I lavori sono stati coordinati con diligenza dalla Dirigente Scolastico Prof.ssa Patrizia Marini che con energica diplomazia è riuscita a facilitare il confronto sino al raggiungimento di risultati condivisi. Il nostro coinvolgimento è stato, comunque, a volte più formale che sostanziale, infatti qualche nostro consiglio, nonostante gli sforzi della Coordinatrice volti alla concretezza, è stato disatteso, preferendo le stesse e perpetue correnti di pensiero legate più alla teoria che alla richiesta del mercato . Nei fatti si è parlato d’innovazione, di svolta storica, di progetto diverso e originale, di risposta concreta alla domanda di lavoro dei giovani, di percorso completamente diverso rispetto agli I.F.T.S. e speriamo che 24 ancora una volta l’elefante non partorisca il topolino. Tutti i buoni propositi si scioglieranno come nebbia al sole se non si interverrà con energia affinché risultino dissimili ai vecchi corsi I.F.T.S.. Il nostro pensiero è che la svolta non ci sarà se non si avrà il coraggio di progettare adeguati e innovativi curricola dei percorsi didattici con i relativi presupposti epistemologici. Infatti è nostra convinzione che i curricola non dovranno essere rigidi, ma aperti e completati nella scuola, considerando quindi la stessa come luogo di ricerca e come terreno d’innovazione formativa e di confronto tra le realtà differenti. Dovendo progettare un percorso didattico originale non possiamo, di certo, prescindere dall’analisi dello stato dell’arte dei modelli d’insegnamento attualmente in essere e, quindi, per essere innovativi occorre adottare metodi e sistemi d’insegnamento originali mediante l’attivazione di laboratori didattici con momenti di tirocinio e di stage aziendali significativi, monitorando oggettivamente le Perito Agrario 3/2011 competenze e certificando e garantendo le stesse in uscita. Pertanto l’osservazione, il controllo e la misurazione degli elementi del contesto formativo, così come l’applicazione pratica costante e rigorosa di quanto appreso teoricamente, dovranno divenire prassi quotidiana con la consapevolezza che per diventare tecnici in agricoltura e rispondere all’odierna domanda di un mercato ormai trans europeo, è necessario possedere conoscenze fondamentali e abilità specifiche, nonché alcune competenze che si sviluppano e si consolidano mediante stage aziendali e assidue esercitazioni. Per poter realizzare compiutamente questo percorso non si può prescindere dal coinvolgimento sinergico delle imprese, del corpo docente e dei collegi dei liberi professionisti. Le imprese presenti nel territorio assumono, infatti, notevole importanza ed è fondamentale la loro partecipazione attiva perché solo facendosi parte integrante del pro- FORMAZIONE getto non si correrà il rischio di fallire. Per quanto riguarda il corpo docente è necessario sapere quali insegnanti coinvolgere per non riproporre percorsi formativi improduttivi già sperimentati e per non commettere l’errore di replicare modelli di trasposizione didattica tradizionale. Occorre avere, quindi, la fermezza di rinunciare al corpo docente dei corsi tradizionali, al personale docente in pensione e ai docenti Universitari a prescindere, ovviamente con le dovute eccezioni per gli insegnanti che hanno acquisito peculiari competenze. Per il reclutamento del corpo docente si dovrebbe tenere, per esempio, in debito conto l’esperienza S.S.I.S. (scuola di specializzazione per la formazione dei docenti) e in particolare le figure dei docenti Supervisori e quella dei Docenti Accoglienti o Tutor. Figure che hanno acquisito competenze di tipo tecnico e specialistico che consentono di pianificare, attuare e valutare il proprio insegnamento. Docenti in grado di ascoltare, osservare, comprendere gli allievi durante lo svolgimento delle attività formative, assumendo consapevolmente e collegialmente i loro bisogni formativi, approfondendo le proprie conoscenze e le proprie competen- ze professionali, con permanente attenzione alle nuove acquisizioni scientifiche, anche in collaborazione con altre scuole e con il mondo del lavoro, ma soprattutto docenti capaci di verificare e valutare, anche attraverso gli strumenti docimologici più aggiornati, le attività di insegnamento, di apprendimento e l’attività complessiva della scuola. Il coinvolgimento dei Collegi Nazionali dei liberi professionisti è altrettanto importante perché garantirebbe la presenza nelle attività laboratoriali di Tutor preparati perché provenienti dal mondo del lavoro e certificati perché proposti dai rispettivi Collegi professionali, figure queste, con competenze di tipo relazionale e pratiche, capaci di creare, sviluppare e mantenere legami proficui tra la propria professione e le imprese alla scuola collegate. Forse è semplice palesare originalità con le parole, poi nei fatti non Perito Agrario 3/2011 è altrettanto facile, ma con il coraggio di chi vuole veramente accettare la sfida possiamo stimolare la rinascita dell’Istruzione tecnica proponendo soluzione diverse e nuove. Gli ITS possono divenire, per esempio, percorsi didattici più appetibili, allettanti e alternativi se i futuri tecnici superiori saranno riconosciuti a pieno titolo come tecnici di riferimento Nazionale se sarà loro possibile iscriversi direttamente ai rispettivi albi per poter esercitare la libera professione. Una proposta è sostanzialmente quella di arricchire il 2° e il 3° anno di corso degli ITS con il “T.F.A.A.” (tirocinio formativo attivo abilitante), 150 ore di tirocinio osservativo e 150 di tirocinio operativo, cioè un percorso di praticantato e di tirocinio in grado di consolidare e rafforzare le competenze per consentire alla fine del corso l’espletamento dell’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della libera professione in coincidenza con l’esame di stato ITS. In questo modo si potrà realizzare un percorso didattico volto a formare tecnici in grado di operare, mediante esame critico dell’efficienza aziendale, nei processi produttivi e trasformativi, tecnici capaci d’intervenire nei processi tesi a realizzare un’agricoltura sostenibile, contribuendo al rilevamento delle necessità per la salvaguardia degli ambienti rurali. Di tutto questo, nei corsi I.T.S., oggi poco o quasi, è la solita storia? Abbiamo avuto l’esperienza di lavoro nella commissione per il Sistema Agro-Alimentare della macro area “Made in Italy” che ha affrontato il problema riuscendo a scrollarsi di dosso alcuni retaggi d’altra epoca. E questo è un buon segnale così come da Teramo giunge la notizia ………………… 25 FORMAZIONE $7HUDPRQDVFHO¶LVWLWXWR GLDOWDIRUPD]LRQHQHOO¶DJURDOLPHQWDUH Dal prossimo settembre a Teramo sarà attivo l’Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy-Sistema Agroalimentare. Una sorta di “speciale politecnico” che propone un’offerta formativa post-diploma alternativa e differenziata da quella universitaria, perché più marcatamente professionalizzante e finalizzata a un ingresso immediato e coerente nel mondo del lavoro e delle professioni. «Si tratta di una nuova offerta formativa che colma un gap di oltre 40 anni nel nostro sistema formativo. L’aspetto più innovativo è l’elevato contenuto tecnologico, consapevoli che solo con l’innovazione il sistema produttivo italiano è in grado di competere. Questo particolare Istituto nasce nell’ambito del Fondo Socia- 26 le Europeo», ha spiegato Michele Pisante, Presidente della Fondazione ITS per il Made in Italy sistema agroalimentare di Teramo, nel corso dell’agroforum “Orientare per innovare”, svoltosi il 9 giugno nella città abruzzese. Con quello di Teramo sono complessivamente 59 gli ITS costituiti che debutteranno da settembre 2011, nati dall’esigenza di realizzare percorsi formativi finalizzati al conseguimento del Diploma di “Tecnico Superiore”, per rispondere ai fabbisogni formativi diffusi sul territorio nazionale, con riferimento ad ampie aree tecnologiche indicate dalla legge finanziaria 2007. Le imprese possono così riscoprire, nei diplomati degli ITS, quella figura molto desiderata e oggi non più reperibile nel Perito Agrario 3/2011 panorama dell’offerta scolastica, un “super tecnico” che può contribuire alla crescita e allo sviluppo del sistema produttivo italiano. La presenza dell’Università all’interno della Fondazione ITS costituisce un elemento di notevole valore aggiunto, poiché potrà assicurare quell’approfondimento scientifico tecnologico tipico dell’alta formazione e a garanzia di un elevato grado di conoscenza. Gli ITS potranno contribuire a ridurre il gap attualmente esistente tra la domanda di tecnici proveniente dal mondo del lavoro e l’offerta che il sistema scolastico è in grado di proporre. «Da una parte c’è stata un’agricoltura che è cresciuta esponenzialmente dal punto di vista tecnico e tecnologico e dall’altra una scuola FORMAZIONE media superiore ancora a vecchi programmi. Gli ITS possono rappresentare l’anello di congiunzione tra il mercato e i giovani in attesa di occupazione», ha evidenziato Andrea Bottaro, Presidente Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, che fin da subito ha sostenuto il progetto: la frequenza del biennio di formazione darà infatti la possibilità di accedere immediatamente all’esame di abilitazione per la libera professione di perito agrario. Bottaro lancia poi una riflessione. «Proponiamo di estendere il percorso formativo a 3 anni, in modo da offrire competenze ancora maggiori ai giovani». Ha raccolto il suggerimento Mi- chele Pisante, per cui «la prospettiva di un triennio è da prevedere, ma va ricordato che siamo in una fase di sperimentazione. p È importante porre l’attenzione sui requisiti di accesso: gli ITS sono a numero chiuso e sono rivolti a quei diplomati di ogni scuola superiore di secondo grado che abbiano delle competenze certificate soprattutto per quanto riguarda la lingua inglese e l’informatica». La frequenza ai corsi ITS fornisce anche crediti formativi riconosciuti all’Università: si tratta dunque di un percorso indirizzato al mondo del lavoro, ma comunque versatile per quanti desiderassero poi proseguire gli studi. «L’agroalimentare è una vocazio- Perito Agrario 3/2011 ne evidente del nostro territorio — ha sottolineato Paolo Gatti, Assessore alla Formazione e Istruzione della Regione Abruzzo —-. Queste scuole speciali di alta tecnologia consentono da un lato ai ragazzi di conseguire delle competenze spendibili immediatamente sul mercato del lavoro, dall’altro dalle imprese di avere quel capitale umano che spesso manca. Si tratta di percorsi molto pratici dove le materie vengono decise rispettando le esigenze delle imprese. Attualmente la nostra Regione ha costituito 3 ITS e il prossimo anno ne nascerà un quarto». (Fondazione ITS Istituto Tecnico Superiore “Nuove Tecnologie per il Made in Italy” Sistema Agroalimentare, Via A. De Benedictis 1 - 64100 Teramoits. [email protected] - its. agroforum.eu) 27 CONCILIAZIONE Mediazione: il ruolo degli Ordini Professionali di Paolo Vigato U n’altra giornata importante per la Conciliazione quella di mercoledì 6 Luglio, quando a Roma nell’Aula Magna della Corte di Cassazione, il “Sistema di Conciliazione”, Associazione tra gli Enti promotori di attività di soluzioni alternative delle controversie, ha promosso il Convegno in titolo al quale abbiamo assistito assieme ad una platea di rappresentanti del mondo delle professioni . I lavori sono stati aperti da Vincenzo Proto, Presidente della Sezione Civile Corte di Cassazione cui ha fatto seguito Alberto Vladimiro Capasso, Presidente della Associazione che, nata nel 2008, ha come l’obiettivo di promuovere una cultura della Conciliazione. Il Prof. Francesco Paolo Luiso, Ordinario di Diritto Processuale Civile all’Università di Pisa, ha illustrato il ruolo delle clausole di mediazione nei contratti definendo cosa viene comunemente inteso con il termine clausole che rappresentano accordi che vengono stipulati dalle parti, in relazione a diverse realtà oggettive. Tutti uniti da una logica comune ossia quella che, per cercare delle soluzioni non contenziose ed arrivare quindi ad una mediazione, è necessario un atteggiamento diverso, più culturale. Il diritto dovrebbe essere visto come uno strumento per raggiungere un risultato e, la mediazione/negoziazione, un tentativo per arrivare ad una soluzione che riesca a rispecchiare a pieno gli interessi e i bisogni delle parti, che però molto spesso si trovano a scontrarsi per un interesse comune, visto sotto punti di vista diversi, ma unico nella sostanza. Il Prof. Luiso, sostiene l’importanza di un ritorno alla vecchia funzione della professione di avvocato, che ai giorni nostri viene sempre più spesso visto, come una sorta di passacarte tra il giudice ed il cliente. La Dr.ssa Augusta Iannini, Capo Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia ha chiarito quale debba essere la funzione del mediatore che sarà colui che ci accompagnerà nelle scelte e nel intraprendere il percorso più appropriato per raggiungere un obiettivo. Percorso “appropriato” in quanto più idoneo e consono a risolvere le controversie, mentre se usassimo l’aggettivo alternativo ciò potrebbe indurre a pensare che “l’altro” sia in qualche modo errato. Il futuro della mediazione non è nella sua obbligatorietà, ma nella clausola contrattuale, e deve essere visto come la strada maestra della volontarietà. Argomento estremamente importante che è stato toccato dalla dr.ssa Iannini è quello della professionalità, tema che sta molto a cuore a tutti, e che nasce dalle numerose segnalazioni di inadeguatezza dei professionisti incaricati di svolgere le procedure. Da qui la necessità di elevare la qualità attraverso continui aggiornamenti formativi arrivando anche all’imposizione Perito Agrario 3/2011 al mediatore di un biennio successivo di tirocinio assistito che preveda la partecipazione del mediatore ad almeno 20 diversi casi di lite. Nei prossimi giorni sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il nuovo decreto del Ministero della Giustizia, che mira appunto alla massima qualificazione dei mediatori e interviene sui costi della procedura. Gli organismi di conciliazione dovranno, per parte loro, anche indicare nei propri regolamenti i criteri per l’ assegnazione delle controversie, che siano rispettosi della competenza professionale del mediatore designato, tenendo anche conto del titolo di studio posseduto rispettando i vari settori di preparazione. Anche sul fronte della spesa ci saranno delle novità, il decreto ministeriale stabilirà che le tariffe saranno derogabili e che dovranno essere ridotti i costi delle indennità nelle ipotesi di mediazione obbligatoria, questo per evitare che la parte che si è presentata al tentativo di negoziazione sia penalizzata . Non ci resta che aspettare l’arrivo del decreto sui mediatori. 29 ALLEVAMENTO La zootecnia italiana DOWHPSRGHOO¶8QLWjG¶,WDOLD di Maurizio Arduin Il nostro Paese sta festeggiando 150 anni dell’Unità d’Italia e credo sia doveroso riportare, anche se velocemente, la strada degli allevamenti zootecnici, le razze, i successi, i problemi. Un’immagine delle differenze dell’Italia unita, i punti di forza e le criticità di un gruppo di regioni autonome che un secolo e mezzo fa iniziarono un cammino unitario. L’allevamento di asini e muli Al tempo dell’Unità d’Italia il nuovo Regno poteva contare sulle migliori razze asinine presenti in Europa. Anche in questo settore i Comizi Agrari si impegnarono per recuperare idonei riproduttori per migliorare le razze locali. L’allevamento è comunque molto limitato e più sviluppato al sud. All’inizio del Regno le importazioni, sia di muli che di asini, superavano di gran lunga le esportazioni. 30 Perito Agrario 3/2011 ALLEVAMENTO L’allevamento dei Bovini D Dopo l’Unità d’Italia l’incremento del bestiame bovino fu garantito dall’introb duzione di buoni riproduttori di pregiate d rrazze straniere. Purtroppo gli studiosi del ttempo preferivano acquistare all’estero materiale già selezionato piuttosto che m iintraprendere, se ben lunghi, programmi di selezione. d IIl miglioramento del patrimonio bovino avvenne quindi attraverso l’acquisto di rriproduttori selezionati, l’istituzione di sstazioni di monta e la distribuzione di premi a privati che destinavano i propri p ttori alla monta pubblica. Anche all’Esposizione Universale di PaA rrigi (1878) la presenza italiana fu ridotta ccon solo quattro razze presentate: Pugliesse, Romagnola, Reggiana e Chianina. Non mancavano comunque tentativi di N utilizzare razze locali come nel caso del u Comizio di Savigliano che, con più tenttativi, riuscì nell’intento di utilizzare, a sscopo di monta pubblica, la locale Piemontese di Pianura. m La qualità delle produzioni migliora L anche grazie a una maggior cura degli animali, una più razionale coltivazione dei terreni e di conseguenza un migliod rramento della loro alimentazione. Aumenta anche l’esportazione di animali da m macello e di conseguenza il loro prezzo m cche stimola gli allevatori. L’allevamento delle api L’allevamento delle api non è ancora gestito nel modo corretto: gli alveari sono in genere a favo fisso. L’allevamento è uno svago di pochi tra dilettanti, ortolani e giardinieri. La raccolta del miele non è ancora razionale e a volte questa operazione prevede l’uccisione delle api. Anche la vendita del miele non è sviluppata dato che questo prodotto serve per pochi usi industriali e farmaceutici. Perito Agrario 3/2011 31 ALLEVAMENTO L’allevamento del bestiame ovino e caprino L’allevamento del bestiame suino L’allevamento delle pecore era considerato, già al tempo dell’Unità d’Italia, un’attività marginale giustificata solo per quelle aree dove la scarsità del pascolo e l’eccessiva pendenza non permetteva l’allevamento bovino. Inoltre le attività di bonifica e dissodamento dei terreni relegava sempre più la pastorizia alle aree marginali. Per nascondere l’incapacità di selezionare il materiale locale si iniziò l’importazione di razze estere presso la Scuola Superiore di Agricoltura di Portici e presso lo Stabilimento Sperimentale Zootecnico di Reggio Emilia. Resistevano a questo inquinamento genetico alcune razze locali come la Bergamasca. L’allevamento del maiale era un’attività molto remunerativa grazie alle esportazioni che erano a quel tempo molto importanti. Questo successo economico portava però alla ricerca di soluzioni sempre innovative che si traducevano con l’importazione e la diffusione, nel nostro paese, di razze estere, principalmente inglesi, considerate di più facile ingrassamento, ossatura leggera e migliore qualità delle carni. Dalla formazione della giovane Italia in soli 20 anni le esportazioni aumentarono del 400% mentre le importazioni scesero al 10%. A quel tempo era apprezzata la razza Casertana il cui allevamento era promosso dalla Règia scuola di Agricoltura di Portici. Questa razza però non riusciva a trovare il consenso degli esperti europei che non erano in grado di apprezzare le caratteristiche dei maiali mediterranei preferendo la grossa mole dei suini continentali. Largamente diffusi erano pertanto, in Italia, i maiali inglesi di razza Berkshire. L’allevamento del Pollame A tempo dell’Unità d’Italia l’allevamento del pollame era particolarmente Al ssviluppato nell’Italia settentrionale e centrale. L’allevamento era praticato iin larga misura dai contadini e non era ben visto dai proprietari terrieri che mal sopportavano il saccheggio delle sementi ad opera del pollame consim derato “insazievole e predatore”. L’industria del pollame era incoraggiata d dalla notevole richiesta si esportazione verso la Francia e l’Austria. d Le richieste di esportazione erano favorite anche dall’alta qualità del pollaL me comune come polli, conigli, piccioni, tacchini e oche. m Apprezzati e ricercati erano, a quel tempo, le galline di razza Comune, le A ggalline Padovane, le galline di Cremona, le tacchine degli Abruzzi, i piccioni di Reggio, il coniglio Argentato, le oche di Novara e del Polesine. d Per quanto riguarda le uova la maggior parte di quelle destinate all’esportaP zzione venivano prodotte nel Veneto e lungo la valle del Po. 32 Perito Agrario 3/2011 SICUREZZA Obblighi di sicurezza per i tirocinanti N ei luoghi di lavoro è necessario operare in maniera da creare le condizioni di massima sicurezza e dunque, considerato che molto è stato detto per le aziende in generale, siano esse di produzione, trasformazione e commercializzazione, è stata posta la domanda se i praticanti, stagisti e tirocinanti sono equiparati ai lavoratori. La loro presenza in uno studio professionale senza dipendenti comporta obblighi di prevenzione? Il titolare dello studio è tenuto a particolari obblighi per se stesso? (Di R. Dubini). Quesito: Nel caso di uno studio professionale senza dipendenti, in cui siano presenti soggetti obbligati a un periodo minimo di praticantato per l’accesso alla professione, il titolare dello studio è tenuto a particolari obblighi per se stesso? E per il tirocinante a titolo gratuito? Risposta: Il Dlgs 81/08 ha stabilito all’art. 2, comma 1, lettera a) del D.Lgs. 81/2008, che praticanti, stagisti e tirocinanti sono equiparati ai lavoratori. a) «lavoratore»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell’ente stesso; l’associato in partecipazione di cui all’articolo 2549, e seguenti del codice civile; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui all ’articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a specifiche disposizioni delle leggi regionali promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro;[...] Questi sono quindi i principali adempimenti per la sicurezza nei luoghi di lavoro per gli studi professionali. Gli articoli 17 e 31 e segg. del D.Lgs. 81/2008 prevedono l’obbligo per il datore di lavoro di nominare il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP). Tale ruolo può essere assunto da un consulente esterno oppure dal datore di lavoro stesso se adempia al requisito di aver frequentato un corso di formazione specifico di almeno 16 ore. Il datore di lavoro deve inoltre nominare degli addetti del primo soccorso e alla prevenzione incendi e gestione dell’emergenza. Anche in questo Perito Agrario 3/2011 caso, ma solo nelle imprese o unità produttive fino a cinque lavoratori, questi ruoli possono essere svolti direttamente dal datore di lavoro, sempre a seguito di specifici corsi formazione previsti agli articoli 45 e 46 del D.Lgs. 81/2008. Ulteriore adempimento previsto dall’art. 47 del d.lgs. 81/2008 per le aziende in cui c’è almeno un lavoratore (quindi anche un solo praticante) è l’elezione o la designazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ( RLS) che, a norma dell’art. 37 comma 11, deve frequentare un corso specifico di almeno 32 ore (ricordiamo che in alternativa il RLS può oppure essere individuato per più aziende nell’ambito territoriale o del comparto produttivo secondo quanto previsto dall’articolo 48 del D.Lgs. 81/2008). Ricordiamo che l’art. 55 del suddetto decreto sanziona penalmente la mancata designazione dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi, evacuazione, pronto soccorso e gestione delle emergenze nonché per non aver informato i propri dipendenti sui rischi presenti sul luogo di lavoro. Così come sono penalmente sanzionate la mancata formazione del rappresentante dei lavoratori e l’omessa redazione del documento di valutazione dei rischi. Fonte (punto sicuro) 33 VITA DEI COLLEGI Periti Agrari e cooperazione internazionale allo sviluppo L Fai Cisl di Ragusa, con il patrocinio dell’assessorato alle Politiche Sociali La ddella Provincia, dei comuni di Ragusa, Vittoria e dell’Università di Catania e Ragusa, ha promosso la Terza giornata della settimana di studi e scambi cculturali con la città di Annaba (Algeria) e, il giorno 25 giugno si è tenuto ll’incontro alla Facoltà di Lingue di Ibla per dibattere con gli studenti della Facoltà sul tema: “Lingua e Letteratura Araba”. Sono intervenuti il Professore F $Ou.KHÀIGHOOD)DFROWjGL$QQDEDHOD'RWWRUHVVD6RXDGRX/DJGDIGRFHQWH $ ddi lingua araba alla Facoltà di Ibla; nel pomeriggio, sempre nell’ambito dei cconfronti tecnico-culturali al Teatro comunale di Vittoria si è tenuto il conveJQRVXOWHPD´$QQDED9LWWRULD$JULFROWXUDH6RVWHJQR3URIHVVLRQDOHµ'RSRLVDOXWLGHOVLQGDFR Giuseppe Nicosia e l’introduzione al tema del segretario della Fai-Cisl Giovanni Fracanzino sono intervenuti il Per. Agr. Corrado Balloni, Presidente del Collegio dei Periti Agrari, Sandra Sabrina Triki dell’Università di Annaba, Giuseppe Re, presidente dell’Ordine degli Agronomi ed Angelo Macca, Perito Agrario i quali hanno portato contributi utili alla collaborazione internazionale ed agli scambi di esperienze sulla azione dei professionisti a sostegno dell’agricoltura. Sono previsti ulteriori scambi culturali e tecnici. Collegio di Pistoia Collegio di Messina Collegio di Ferrara A seguito delle elezioni avvenute nel giorno 28 Aprile 2011 il nuovo Consiglio del Collegio risulta così composto: A seguito delle elezioni avvenute nel giorno 23 Maggio 2011 il nuovo Consiglio del Collegio risulta così composto: A seguito delle dimissioni di un consigliere il nuovo Consiglio del Collegio risulta così composto: Consiglio del Collegio Consiglio del Collegio Consiglio del Collegio Presidente VicePresidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Presidente VicePresidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Presidente VicePresidente Segretario Tesoriere Consigliere Consigliere Consigliere Guidi Leonardo Paganelli Silvia Fioravanti Gianluca Bastianoni Giuliano Giuntini Maurizio Andreani Alessandro Marchini Alfio Tripoli Salvatore Cuscunà Umberto Milio Renato Giordano Giuseppe Natoli Dario La Rosa Felice Cacciola Biagio Bernardini Mario Canetto Alberto Costa Eugenio Marchioni Paolo Galeotti Fabio Lazzari Raffaella Rocchi Stefano Collegio dei Revisori dei Conti Collegio dei Revisori dei Conti Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Membro Eff. Membro Eff. Membro Supp. Membro Membro Membro Membro Presidente Membro Eff. Membro Eff. Membro Supp. 34 Marchioni Valerio Bindi Maurizio Chiostri Remo Bellandi Marco Latino Amedeo Mario Vito Pino Catalano Salvatore Carollo Pietro Perito Agrario 3/2011 Emanuela Finotello Claudio Bellan Bernardo Bombonato Romano Rampazzo NEWS Periti Agrari ed olio L’ apporto professionale ed appassionato dei Periti Agrari della provincia di Reggio Calabria ha anch’esso contribuito ad elevare la qualità della produzione olivicola ed olearia della Tenuta San Mauro dei fratelli Fazari e, conseguentemente, al successo aziendale generale dell’Olearia San Giorgio, che si è sempre avvalsa dell’assistenza tecnica dei Periti Agrari Beniamino Denisi e Girolamo Fazari. Il più recente riconoscimento l’azienda di San Giorgio Morgeto lo ha ottenuto in Canada, alla manifestazione SIAL(svoltasi a Montreal e Toronto), con il primo posto assoluto all’olio extravergine monovarietale L’Ottobratico ed il posto d’onore dell’olio bio certificato Terre di San Mauro. Questo del Canada è un gradito bis al successo dello scorso anno ottenuto dagli oli extravergini L’Ottobratico – al I° posto- e L’Aspromontano – al II° posto - al concorso organizzato nell’ambito della manifestazione International Grand Champion Trophy -Terra Olivo 2010, svoltasi in Israele, a Gerusalemme. Il succes- so del Canada costituisce per i fratelli Fazari, laboriosi e lungimiranti olivicoltori calabresi, un’ulteriore soddisfazione per quanto essi hanno realizzato in contrada San Mauro, una zona alto-collinare. La famiglia Fazari risiede ed opera a San Giorgio Morgeto, un borgo medioevale alle pendici dell’Aspromonte reggino che ricade nel Parco Nazionale d’Aspromonte e la tenuta San Mauro è in agro di quel Comune, situata a circa 500 metri s.l.m. e raggiunge una superficie complessiva di Ha 11 circa. Essa sovrasta la Piana di Gioia Tauro e presenta particolare pregio, non solo dal punto di vista produttivo, ma anche p p paesaggistigg co e naturalistico. È coltivata ad Perito Agrario 3/2011 uliveto specializzato, in agricoltura biologica certificata. Il terreno ha una giacitura pianeggiante per il 25% della sua estensione e terrazze circolari per quella restante. Il soprassuolo è costituito da ulivi di varietà Ottobratica (autoctona), carolea, sinopolese, roggianella e coratina, con prevalenza della prima cultivar. L’età delle piante è,nella maggior parte dei casi, giovane con un impianto di circa 10 anni. Vi sono pure le piante secolari, che evidenziano un ottimale stato vegetativo e produttivo. Il sesto d’impianto è sufficientemente ampio, tale da consentire l’agevole transito delle macchine per la lavorazione del terreno e per la raccolta delle olive. La forma di allevamento degli ulivi è definibile naturale, dal momento che le piante tendono ad assumere il naturale habitus. La raccolta delle olive viene prevalentemente effettuata con gli scuotitori ed eventualmente con le reti in più interventi e sempre con mezzi meccanici. La separazione delle foglie viene effettuata direttamente in campo con cernitrici meccaniche. 35 NEWS Aumento del contributo pensionistico per i Liberi Professionisti iscritti agli Albi Il contributo integrativo delle casse di previdenza dei professionisti che calcolano le pensioni con il sistema contributivo, nate con il decreto legislativo 103/1996 e tra queste quella dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, potrà essere increPHQWDWRÀQRDOSHUFHQWR(·TXHVWRO·HVLWRGHLODYRULGHOOD&DPHUD dei Deputati che ha dato il via libeUDGHÀQLWLYRDOODSURSRVWDGLOHJJH ´/R3UHVWLµFKHULJXDUGDO·DXPHQWR del contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionale iscritti in DOELHGHOHQFKL /·LPSRUWRGHOFRQWULEXWRLQWHJUDWLvo, non inferiore al 2%, non deve VXSHUDUH LO H SRWUj HVVHUH XWLlizzato per migliorare i trattamenti pensionistici degli iscritti alle casse che adottano il sistema contributiYRPHGLDQWHO·LQFUHPHQWRGHLPRQWDQWLLQGLYLGXDOL Convenzione Agea Il CNPA, rispondendo alle esigenze dei Periti Agrari che hanno manifestato disagio rispetto alla impossibilità di avere a disposizione le opportunità che oggi sono patrimonio dei Centri Autorizzati di Assistenza Agricola, ha nuovamente stipulato con AGEA una convenzione relativa alla possibilità per i Periti Agrari di predisporre le domande di aiuto e/o dichiarazioni da presentare da parte di produttori agricoli che intendano avvalersi dei professionisti stessi ai sensi della circolare AGEA n. 13 del 12 marzo 2009 valida ai fini della predisposizione delle domande di accesso al regime unico di pagamento, di cui al reg. CE) n.73/2009, per l’annualità 2011. Costituzione delle Camere di Conciliazione A seguito della ultimazione di molti corsi che hanno formato i “conciliatori” si è svolta una riunione il giorno 18 giugno 2011, cui hanno partecipato i rappresentanti dei Collegi di Bari, Barletta-Andria-Trani, Benevento, Bergamo, Bolzano, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Chieti, Foggia, Grosseto, Napoli, Pesaro, Potenza, Roma, Taranto, Udine, Viterbo, mentre 36 h hanno dovuto soprassederre per improvvisi impegni i Collegi di Milano e Torino. C Oggetto della riunione O è stato l’iter necessario per la costituzione delle p Camere di Conciliazione C e fornita l‘informazione ssulla documentazione neccessaria . Il prossimo appuntamento sarà per la p ccostituzione delle Camere di Conciliazione a livello d tterritoriale. Perito Agrario 3/2011 NEWS C Coordinamento delle Reti degli Istituti Agrari A seguito dell’incontro nazionale degli Istituti Agrari Italiani del 223 maggio 2011, svoltosi a Perugia grazie all’azione propulsiva del Sottosegretario di Stato, Sen. Guido Viceconte e della Did rrezione Generale per l’Istruzione e Formazione Tecnica Superriore, il giorno 31 maggio u.s., presso la sede del MIUR di via IIppolito Nievo, si sono riuniti i rappresentanti delle “Reti” degli IIstituti Agrari del Veneto – Friuli, Lombardia, Lazio, Rete Enollogica, ITA Senza Frontiere, Scuole Forestali, Consulta Nazionalle dell’Istruzione Agraria e della costituenda Rete degli istituti aagrari della Sardegna. Alla riunione sono stati invitati anche i rrappresentanti dei Collegi Nazionali dei Periti Agrari e degli Agrotecnici Agrotecnici. L’accordo di Rete, stipulato tra i partecipanti, persegue le finalità di rappresentare le esigenze degli Istituti in parola presso gli Enti Pubblici, privati ed organismi legati alla agricoltura, favorendone il potenziamento con scambi di esperienze didattiche e professionali, già in essere tra scuole e studenti. I partecipanti alla riunione del 31 maggio u.s. hanno concordato di costituire un Coordinamento, tra le reti esistenti, con il compito di elaborare e formalizzare lo statuto di una “Rete Nazionale” e di iniziare l’attività di raccolta delle problematiche comuni agli Istituti Agrari da rappresentare, in modo unitario, agli Uffici competenti per le soluzioni più adatte alle necessità. La “Rete” costituirà uno strumento atto a favorire una sempre maggiore aggregazione dell’Istruzione Agraria. Il Coordinamento costituito rappresenta uno strumento iniziale del “Cantiere” di lavoro per la formazione di altre “Reti” favorendo, tra l’altro, l’adesione di quegli Istituti Agrari, oggi non fidelizzati alla “Rete” locale. Il programma sarà portato avanti dal Consiglio Direttivo composto da: Prof.ssa Patrizia Marini (Rete del Lazio); Prof.ssa Gabriella Epicureo (Rete della Sardegna); Prof. Franco Pivotti (Rete del Triveneto); Prof.ssa Paola Adami (Rete Istituti Agrari Senza Frontiere); Prof. Ezio Busetto (Rete della Lombardia). Alla Prof.ssa Patrizia Marini, Dirigente Scolastico dell’ITAS “Emilio Sereni” di Roma, è stato rimesso il compito di seguire il coordinamento di questa importante fase di ottimizzazione delle risorse impegnate per il raggiungimento dei preminenti obiettivi degli Istituti Agrari. Il CNPA ha prontamente espresso la disponibilità ad allargare agli studenti delle ultime classi le iniziative che verranno poste in essere per l’aggiornamento tecnico dei Periti Agrari Liberi Professionisti e dei Periti Agrari Tirocinanti. Carte Antiche della Sardegna, Volume IV Carte Conservate nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e presso l’Istituto Geografico Militare I giorno 27 maggio 2011, con il patronato della Regione Autonoma Della SarIl degna, Assessorato Della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, d Spettacolo E Sport, presso il Salone Monumentale della Biblioteca CasanatenS sse in Roma, Patrizia Formica, Iolanda Olivieri e Sergio Frau hanno presentato iil volume di Cristina Cocco e Antonio Franco Fadda Perito Agrario 3/2011 37 NEWS P Professioni e Informatica tra presente e futuro è il titollo del convegno promosso dai rappresentanti dei Notai dell’Emilia Romagna, che si è tenuto a Bologna - oratod rrio San Filippo Neri il giorno lunedì 4 luglio 2011. Qual è il futuro che ci aspetta con l’informatizzazione cche, sempre più, investe i vari settori di lavoro, professsioni comprese? Le nuove tecnologie faranno sparire posti di lavoro o, al contrario, sono destinate ad aumenp ttare il volume e gli effetti del lavoro stesso? Dobbiamo D bbi ttemere l’ l’avvento t d dell’informatizzazione, ll’i f ti i così come i contadini nelle campagne del primo Novecento, temevano che l’avvento delle prime macchine agricole compromettesse il loro pane quotidiano? O, al contrario, è ragionevole essere lungimiranti, e vedere nell’informatizzazione un veicolo determinante di progresso e della valorizzazione dei posti di lavoro? Il Forum ‘Informatizzazione e Professioni’ si propone - attraverso l’intervento di speaker qualificati provenienti sia dal mondo universitario che da quello delle professioni e dell’industria - di fare il punto sullo ‘stato dell’arte’ dell’informatizzazione nei vari settori professionali, per evidenziarne, al di là di ogni pre-concetto politico-culturale, i punti di forza e quelli di debolezza.Il Forum apre una discussione sul tema nevralgico del futuro delle professioni, che è strettamente connesso con quello dei posti di lavoro stimolando una rifessione politico-economica. Ha partecipato al momento formativo il Per. Agr. Letizia Lotti, Segretario del Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Bologna. Estimo al centro dell’economia del Paese: un “patto” fra professioni e Università per la rinascita Il 9 giugno 2011 a Roma si sono svolti gli Stati generali dell’estimo, organizzati dal Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (Conaf), in collaborazione con la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Agraria e del Centro studi di estimo ed economia (Ceset). Il convegno si è aperto con gli interventi di saluto delle autorità cui hanno fatto seguito le relazioni ufficiali : Stati Generali dell’Estimo - Dr. Agr. Gianni Guizzardi - Coordinatore dipartimento Estimo ed Economia - Estimo Territoriale - Prof. Tiziano Tempesta - Università di Padova - Valutazione: risultato di un procedimento empirico, scientifico o euristico? - Giampiero Bambagioni - Responsabile delle Attività Scienti- 38 fiche e Vicepresidente Tecnoborsa Estimo Ambientale - Giovanni Signorello - Università di Catania. Ha fatto seguito una tavola rotonda su “L’estimo: una disciplina irrinunciabile nell’economia, nella finanza, nella giustizia, nell’ambiente, nell’istruzione con: Leopoldo Freyrie, Presidente Consiglio Nazionale Architetti; Roberto Brandi, Consigliere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri; Fausto Savoldi, Presidente Consiglio Nazionale Geometri; Andrea Bottaro, Presidente del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati; Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere; Giuseppe Fierro, Ismea; Saverio Miccoli, Comitato scientifico Ceset. Un convegno importante perché ha trovato tutti d’accordo sulla necessità di rilancio dell’estimo in quanto materia al centro dello sviluppo economico del Paese. «Da oggi c’è un rinascimento dell’estimo – ha sottolineato Andrea Sisti, Presidente del Conaf -; insieme ai soggetti interessati alla materia estimativa abbiamo tracciato la strada, attraverso una discussione approfondita, Perito Agrario 3/2011 affinché si riporti la cultura dell’estimo al centro della nostra società. L’estimo può e deve tornare ad essere una disciplina fondamentale e strategica, protagonista nella formazione accademica e strumento per garantire i processi di sviluppo del Paese» . Alla base di questo ambito la formazione ed aggiornamento: «Non dobbiamo mai smettere di aggiornarci – ha concluso Sisti - e di studiare i nuovi scenari. In tal senso il Conaf predisporrà una serie di corsi di aggiornamento in collaborazione con il Ceset e le università italiane e con centri di studio e ricerca per contribuire alla crescita professionale degli iscritti». NEWS All’ultima ora……. prima di andare in stampa …. L’Informatore Agrario in collaborazione con Unacoma sta organizzando il “Salone dei finanziamenti per le aziende agricole del centro-sud Italia”. Il Salone, che ospiterà anche una rappresentanza dei Collegi dei Periti Agrari e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali caratterizzerà la prossima fiera del Levante di Bari (dal 13 al 16 ottobre 2011). Verranno presentate le opportunità di reperire risorse finanziarie per gli investimenti nei settori innovazione, multifunzionalità e energia rinnovabile. Un’occasione per conoscere gli strumenti a disposizione degli imprenditori del centro sud e per costatare con mano che e’ ancora possibile fare reddito con l’attività agricola. Quote speciali di abbonamento per Periti Agrari Grazie ad un accordo di collaborazione tra Edizioni L’Informatore Agrario e Collegio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati i Periti Agrari iscritti ai collegi provinciali possono usufruire delle seguenti quote speciali di abbonamento 2011. Periodici e condizioni L’Informatore Agrario (settimanale) 1 anno Italia Euro 75,00 MAD - Macchine Agricole Domani (mensile) 1 anno Italia Euro 50,00 Vita in Campagna (mensile) 1 anno Italia Euro 38,00 Vita in Campagna (mensile) + Vivere La Casa in Campagna (trimestrale) 1 anno Italia Euro 44,00 (*) *) Nota bene: p per poter usufruire della quota agevolata è indispensabile indicare il proprio numero di iscrizione al Collegio provinciale di appartenenza o di apporre il relativo timbro sul bollettino postale (spazio causale) oppure inviare per posta (C.P. 520 – 37100 Verona) o via fax 045.8012980/045.597510 o per e-mail ([email protected])) copia della documentazione attestante l’iscrizione all’Albo dei Periti Agrari. Altre forme di pagamento: - mediante bollettino postale sul ccp n.10846376 intestato a Edizioni L’Informatore Agrario - C.P.520 - 37100 Verona; - con assegno non trasferibile intestato alle Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.; - con carta di credito: Visa, Eurocard-Mastercard. Perito Agrario 3/2011 39 GIURISPRUDENZA AGRARIA Acque Diritto delle acque - nozione di acque reflue industriali - scarico di acque reflue industriali - assenza di autorizzazione - integrazione del reato di cui all’art. 137, d.lgs. 152/06 (prima art. 59, d.lgs. n. 152/1999) - art. 74, comma 1, lett. h), d.lgs. n. 152/2006 (come mod. dal d.lgs. n. 4/2008) - Cass. sez. III pen. 24 gennaio 2011, n. 2313 Agricoltura e foreste Boschi e foreste - Proprietà dell’amministrazione comunale - Operazioni di taglio eseguite da un privato - Contratto con la pubblica amministrazione - Assenza delle necessarie autorizzazioni - Illecito amministrativo - Responsabilità del privato contraente - Qualità del soggetto autorizzante - Legittimo affidamento del privato contraente - Errore incolpevole - Presunzione di colpa - Elemento soggettivo - Non sussiste Trib. Viterbo 20 gennaio 2010, n. 34 Incendi - boschi e foreste - realizzazione di costruzioni in soprasuoli percorsi dal fuoco - Specifica localizzazione dell’area antecedente all’incendio dagli strumenti urbanistici - Art. 10, Legge N. 353/2000 -Cass. Sez. III Pen. 28 Aprile 2011, N. 16592 (C.C.) Incendi - Boschi e foreste - Aree percorse dal fuoco - Divieto decennale di inedificabilità - Applicazione e limiti - Localizzazione di area e Prg - Art. 7, Legge N. 1150/1942 - Art. 27, Legge N. 457/1978 - Art. 10, Legge N. 353/2000 - Cass. Sez. III Pen. 28 Aprile 2011, N. 16592 (C.C.) Incendi - Boschi e foreste - Zona boscata - Natura e tutela - Art. 142, Comma 1, Lett. G), D.Lgs. N. 42/2004 -Cass. Sez. III Pen. 28 Aprile 2011, N. 16592 (C.C.) Ambiente Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili - Norme della Regione Puglia - Realizzazione di impianti eolici composti da un unico aerogeneratore con capacità produttiva superiore a 60 kw (e fino a 1 Mw) - Assoggettamento alla denuncia di inizio di attività - ille- 40 gittimità costituzionale - Corte Cost. 22 Dicembre 2010, N. 366 Inquinamento - Lesione dell’ambiente risarcimento del danno - Stato - Unico soggetto legittimato -Cass. Sez. III Pen. 22 Novembre 2010, N. 41015 Impianti di generazione di energia eolica - Autorizzazione unica - Installazione - Mancato inizio lavori - Decadenza Art. 15, D.P.R. N. 380 del 2001 - Inapplicabilità - Termini - Fatti impeditivi - Individuazione - T.A.R. Lazio - Roma, Sez. II 2 Dicembre 2010 Centrale termoelettrica funzionante ad olio combustibile - Trasformazione in centrale alimentata a carbone e biomasse vergini - Inquinamento atmosferico Documenti bref - Natura - Bat - Livelli di emissione - Modelli di riferimento - Obiettivi da raggiungere nel tempo Adeguamento dei limiti emissivi realistico e realizzabile - T.A.R. Lazio - Roma, Sez. II 14 Ottobre 2010, N. 32824 Beni Ambientali - Tutela - Rapporti tra legislazione nazionale e quella regionale - Livelli più elevati di tutela previsti dalla regione - Legittimità - Cons. Stato, Sez. IV 23 Dicembre 2010, N. 9375 Inquinamento - Inquinamento acustico - Provenienza da infrastrutture ferroviarie - Piani di contenimento - Competenza comunale - Esclusione - Competenza statale - Sussiste - T.A.R. Lombardia, Sez. IV 15 Novembre 2010, N. 7253 Direttiva 2001/81/Ce - Limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici - Potere degli stati membri durante il periodo transitorio - Effetto diretto - Corte di Giustizia Ce Sez. I 26 Maggio 2011, In Cause Riunite C-165/09 E C-167/09 Istanza di aggiornamento autorizzazione ad emetter gas a effetto serra per assegnazione di nuove quote - T.A.R. Lazio, Sez. II Bis 16 Maggio 2011, N. 4232 Enti Locali - Sindaco - Ordinanze contingibili E Urgenti Ex Art. 54, Comma 2, Tuel - Insediamento industriale - Ordinanza bonifica materiali contenenti amianto - Illegittimità - Fattispecie Perito Agrario 3/2011 - T.A.R. Puglia - Bari Sez. I 13 Maggio 2011, N. 718 Amianto - Ordinanza di bonifica emessa ai sensi dell’art. 54 D.Lgs. N. 267/2000Termine di sessanta giorni - Incongruità - Ragioni - T.A.R. Puglia - Bari, Sez. I 12 Maggio 2011, N. 718 Diritto dell’energia - Impianti fotovoltaici - Disciplina urbanistica comunale Indifferenziato divieto di installazione Illegittimità - Autorizzazione Ex Art. 12, D.Lgs. N. 387/2003 - Valenza di variante urbanistica -T.A.R. Piemonte, Sez. I 4 Maggio 2011, N. 451 Ricorso giurisdizionale - Delibera di localizzazione di una discarica di rifiuti - Comune - interesse a ricorrere - Titolarità - T.A.R. Veneto, Sez. III 3 Maggio 2011, N. 721 Inquinamento - Fuoriuscita di carburante su fondo agricolo - Bonifica siti contaminati - Omissione - Omessa segnalazione - Sanzione - Cass. Sez. III Pen. 29 Aprile 2011, N. 16702 Contratti Agrari Fondo Rustico - Eredi - Comunione Indivisa - Usucapione Da Parte Di Un Coerede - Interversione Del Titolo - Necessità - Esclusione - Cass. Sez. II CIV. 24 Gennaio 2011, N. 1558 Prelazione e riscatto Riforma fondiaria - Assegnazione - Fondi assegnati da enti di sviluppo fondiario - Atti di disposizione - Diritto di prelazione e riscatto del proprietario confinante - Esercizio - condizioni - Contiguità fisica e materiale dei fondi - Necessità - Fondamento - Mera contiguità funzionale - Irrilevanza - Conseguenze - Fondi separati da un corso d’acqua ovvero da ostacoli materiali di proprietà aliena - Diritto di prelazione e riscatto - Configurabilità - esclusione - Cass. Sez. III CIV. 11 Maggio 2010, N. 11377 Riscatto - Simulazione della vendita Terzietà dell’affittuario - Retratto - Opponibilità della simulazione - Esclusione - Cass. Sez. III CIV. 25 Ottobre 2010, N. 21822 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Agrigento Via Alcide De Gasperi 127/D 92019 Sciacca (AG) - Tel. 0925/905090 Pres. Domenico Terlizzese Alessandria Via Marengo 27 15121 Alessandria (AL) - Tel. 0131/52793 Pres. Massimiliano Ricci Ancona Via del Consorzio 21 60015 Falconara Mar.ma (AN) - Tel. 071/9188973 Pres. Carlo Zoppi Ascoli Piceno Via delle Zeppelle 192 63100 Ascoli Piceno (AP) - Tel. 0736/41829 Pres. Pietro Ciabattoni L’Aquila Via Colle Pretara 68 67100 L’Aquila (AQ) - Tel. 0862/317931 Pres. Elli Ciampa Arezzo Piazza Guido Monaco 5 52100 Arezzo (AR) - Tel. 0575/21307 Pres. Giuliano Giuliarini Asti Via Carducci 50/A 14100 Asti (AT) - Tel.0141/353857 Pres. Angelo Dezzani Avellino Via L. Iannacchini 38 83100 Avellino (AV) - Tel. 0825/26377 Pres. Celestino Nardone Bari Via Annibale Di Francia 13 70125 Bari (BA) - Tel. 080/5428141 Pres. Bernardino Lattarulo Bat (Barletta-Andria-Trani) Via Vittoria 84/A 76123 Andria (BA) - Tel. 0883/592789 Comm. Straord. Antonio Memeo Belluno Viale Fantuzzi 17 c/o Coldiretti 32100 Belluno (BL) - Tel. 0437/949640 Pres. Manlio Nicola Benevento Viale Melluso 80 82100 Benevento (BN) - tel. 0824/317017 Pres. Cristiano Fontanarosa Bergamo Via Zelasco 1 24122 Bergamo (BG) - tel. 035/238727 Pres. Francesco Possenti Bologna Viale Filopanti 4/c 40126 Bologna (BO) - Tel. 051/252978 Pres. Luca Natalini Bolzano Via Del Monte 18 39040 Ora (BZ) - Tel. 0471/811260 Pres. Christian Vorhauser Brescia Via Marsala 17 25100 Brescia (BS) - Tel. 030/296424 Pres. Sergio Caprioli Brindisi Via N. Sansone 16 - C.P. 321 72017 Ostuni (BR) - Tel. 0831/305566 Pres. Rocco Cucci Cagliari Via Mestre 8 09124 Cagliari (CA) - Tel. 070/300304 Pres. Marco Fanunza Caltanissetta Via Monsignor Guttadauria 2 - C.P. 25 93100 Caltanissetta (CL) - Tel. 0934/585810 Pres. Michele Riggi Campobasso Via D’amato 15 86100 Campobasso (CB) - Tel. 0874/66248 Pres. Giacomo Picone Caserta Piazza Roma 79 81016 Piedim. Matese (CE) Tel. 0823/913594 Pres. Domenico Di Baia Catania Via Grotte Bianche 150 95129 Catania (CT) - Tel. 095/436393 Pres. Francesco Intrisano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI Catanzaro Via Italo Paparazzo 5/A 88100 Catanzaro (CZ) - Tel. 0961/754488 Pres. Domenico Russo Chieti Via Colle Comune 1 - c/o ITAS 66120 Scerni (CH) - Tel. 0873/914513 Pres. Nicola D’Ortona Como Piazzale Carmelata 9 22100 Como (CO) - Tel. 031/526019 Pres. Salvatore Raso Cosenza Via E. Capizzano 56 87100 Cosenza (CS) - Tel. 0984/392175 Pres. Mario Chiappetta Cremona Via Palestro 66 26100 Cremona (CR) - Tel. 0372/535411 Pres. Amedeo Ardigò Cuneo Via Alfieri 10 12038 Savigliano (CN) - Tel. 0172/713087 Pres. Giuseppe Serra Enna Corso Umberto 109 94019 Leonforte (EN) - Tel. 0935/956078 Pres. Francesco Ferragosto Ferrara Piazza Luciano Chiappini 2 int. 3 44123 Ferrara (FE) - Tel. 0532/204637 Pres. Bernardini Mario Firenze Via Bezzecca 2 50122 Firenze (FI) - Tel. 055/2340202 Pres. Edoardo Boscherini Foggia Via Piave 41 71100 Foggia (FG) - tel. 0881/723401 Pres. Antonio Dell’ Aquila Forlì / Cesena Corso Repubblica 93 47100 Forlì-Cesena (FC) - Tel. 0543/32505 Pres. Gianluca Bagnara Frosinone Via S. Nicola 1 03041 Alvito (FR) - tel. 0776/344231 Pres. Domenico Cistrone Grosseto Via Aurelia Nord 8 58100 Grosseto (GR) - Tel. 0564/23107 Pres. Giuseppina Pino Imperia Corso Garibaldi 13 18100 Imperia (IM) - Tel. 0183/651525 Pres. Elio Diversi Latina Via M. Siciliano 04010 Borgo Piave (LT) - Tel. 0773/416017 Pres. Maria Grazia Passarelli Lecce Via Capitano Ritucci 41 73100 Lecce (LE) - Tel. 0832/346996 Pres. Massimo De Nitto Livorno Via Mogadiscio 20/B 57012 Castiglioncello (LI) - Tel. 0586/752403 Pres. Paolo Giomi Lucca Viale A. Diaz 28 55100 Lucca (LU) - Tel. 0583/957027 Pres. Stefano Belgrano Macerata C. Da Lornano 7/A 62100 Macerata (MC) - Tel. 0733/235335 Pres. Gianni Calamante Mantova Viale Risorgimento 27/B 46100 Mantova (MN) - Tel. 0376/329701 Pres. Isaia Rossi Massa Via Fermi 19 54100 Massa (MS) - Tel. 0585/45848 Pres. Mirella Tongiani Matera Piazza Matteotti 7 75100 Matera (MT) - Tel. 0835/334901 Pres. Emanuele Genchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Messina Via Romagnosi 7 98100 Messina (ME) - Tel. 0941/785382 Pres. Salvatore Tripoli Milano Via Ripamonti 35 20122 Milano (MI) - Tel. 02/58305333 Pres. Alessandro Gnocchi Modena Via Elia Rainusso 144 - 4° piano 41124 Modena (MO) - Tel. 059/828846 Pres. Claudio Losi Napoli Via Argine 1085 80147 Napoli (NA) - Tel.081/5770190 Pres. Biagio Scognamiglio Novara Corso Risorgimento 405 28070 Novara Vignale - (NO) Tel.0321/56178 Pres. Fabrizio Gaboardi Nuoro Via Lamarmora 2 08100 Nuoro (NU) - Tel. 0784/232547 Pres. Peppino Piquereddu Padova Via Tito Livio 5 35123 Padova (PD) - Tel.049/661808 Pres. Mariano Schiavon Palermo Via Pindemonte 17 90014 Casteldaccia (PA) - Tel. 091/942562 Pres. Bartolomeo Amato Parma Via Ponchielli 2 43011 Busseto (PR) - Tel. 0524/97012 Pres. Giorgio Faroldi Pavia Piazza S. Bovo 37 27058 Voghera (PV) - tel. 0383/369776 Pres. Gloria Gariboldi Perugia Borgo XX Giugno 74 06121 Perugia (PG) - Tel. 075/35675 Pres. Massimo Moncelli Pesaro Via Domenico Mazza 9 61100 Pesaro (PU) - Tel. 0721/30154 Pres. Stefano Bartolucci Pescara Via del Circuito 71 65134 Pescara (PE) - Tel. 085/294117 Pres. Pasqualino Lupone Piacenza Via San Giovanni 20 29100 Piacenza (PC) - Tel. 0523/338910 Pres. Nuvolati Paolo Pisa Via De Chirico 11 56037 Peccioli (PI) - Tel. 0564/411877 Pres. Giulia Parri Pistoia Via Fiorentina 21 - C.P. 73 51017 Pescia (PT) - Tel. 0572/478321 Pres. Leonardo Guidi Potenza Via Cardinale De Luca 56 85024 Lavello (PZ) - Tel. 0972/81389 Pres. Mauro Finiguerra Ragusa Via Archimede 183 97100 Ragusa (RG) - Tel. 0932/624649 Pres. Corrado Balloni Ravenna Via Antica Zecca 6 48100 Ravenna (RA) - Tel. 0544/38086 Pres. Alessandro Genovesi Reggio Calabria Via Dante 1 89015 Palmi (RC) - Tel. 0966/23552 Pres. Beniamino Denisi Reggio Emilia Via Martiri di Cervarolo 74/10 42122 Reggio Emilia (RE) - Tel. 0522/554231 Pres. Corrado Fantuzzi Rieti c/o Istituto Agrario Agroalimentare Agroindustria di Rieti (Polodidattico) Via Palmiro Togliatti snc - 02100 Rieti (RI) Pres. Angelo Caffarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Rimini Via Secchiano 1 47900 Rimini (RN) - Tel. 0541/775357 Pres. Pier Leonardo Zangheri Roma Via Cerveteri 18 int. 6 00183 Roma (RM) - Tel. 06/70454739 Pres. Leonardo Perronace Rovigo Via Silvestri 41 45100 Rovigo (RO) - Tel. 0425/699154 Pres. Gianfranco Rezzadore Salerno Via Luigi Guercio 197 84134 Salerno (SA) - Tel. 089/251488 Pres. Antonio Landi Sassari Via Mazzini 6 07100 Sassari (SS) - Tel. 079/236750 Pres. Giannetto Arru Bartoli Savona Via Gin Noberasco 14 17031 Savona Albenga (SV) Tel. 0182/540940 Pres. Antonio Michelucci Siena Strada Massetana Romana 54 53100 Siena (SI) - Tel. 0577/271834 Pres. Raffaello Biagiotti Siracusa Vicolo a Viale Tica 19 96100 Siracusa (SR) - Tel. 0931/441037 Pres. Francesco Altamore Sondrio Via A. Moro 26/A 23100 Sondrio (SO) - Tel. 0342/511229 Pres. Rosario Alessi Taranto Via Pisanelli 44 - C.P. 185 74100 Taranto (TA) - Tel. 099/4527447 Pres. Pasquale Mariano Carmignano Teramo Piazza Martiri Pennesi 17 64100 Teramo (TE) - Tel. 0861/242639 Pres. Giovanni De Luca Torino Via Massena 13 bis 10137 Torino (TO) - Tel. 011/547505 Pres. Roberto Frova Trapani Via Vaccari 16 91025 Marsala (TP) - Tel. 0923/713008 Pres. Giovanni Giacalone Trento Via Giusti 40 c/o Impresa Verde T.A.A. S.r.l. 38100 Trento (TN) - Tel. 0461/915575 Pres. Guido Sicher Treviso Via Veneto 40 31015 Conegliano (TV) - Tel. 0438/410302 Pres. Gino Dall’Armellina Udine Via Corte Savorgnan 6 33100 Udine (UD) - Tel. 0432/512527 Pres. Enore Venir Venezia Via Miranese 426 30174 Venezia (VE) Tel. 041/923429 - Fax. 041/5150200 Pres. 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