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Leggi il pdf - Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari
il perito
agrario
n.3
Paesaggio ed ambiente
Fabbricati nascosti
Cogepapi a Matera
ITS
Vigneti e Vini
Conciliazione
il perito agrario
sommario
3
N° 3
EDITORIALE
Maggio-Giugno 2011
Cui prodest?
22
di Andrea Bottaro
4
TERRITORIO
Paesaggio ed ambiente in agricoltura:
quali problemi?
di Piero Pecciarini
6
Seminario di Studio sugli Standard
Internazionali di Valutazione Immobiliare
di Maria Grazia Passarelli
23
Piano ITS - per integrare istruzione,
formazione e lavoro
Vigneti e vini
I.T.S. la solita storia?
di Giuseppe Giordano
CO.GE.PA.PI.
A Teramo nasce l’istituto
di alta formazione nell’agroalimentare
A Matera è stato lanciato un sasso
di Benedetta Pacelli
29
Matera, 3 giugno 2011
Sala della Mediateca
13
POLITICA AGRICOLA COMUNE
di Paolo Vigato
DIFESA DELLE PIANTE
30
di Maurizio Arduin
di Leonardo Perronace
33
AGRO-CHEMICALS
Agricoltura, approvato lo
stato di emergenza fitosanitaria
18
FABBRICATI NASCOSTI
Operatività Protocollo
con Agenzia del Territorio
Direttore responsabile: Andrea Bottaro
Direttore di redazione: Piero Pecciarini
Hanno collaborato:
Andrea Bottaro, Maurizio Arduin,
Mario Fregoni, Giuseppe Giordano,
Benedetta Pacelli, Maria Grazia Passarelli,
Piero Pecciarini, Leonardo Perronace,
Gaia Pugliesi, Paolo Vigato
Editrice: Collegio Nazionale dei Periti Agrari
e dei Periti Agrari Laureati
Via Principe Amedeo 23 - 00185 Roma
Tel. 06/4819801 - Fax. 06/4882150
ALLEVAMENTO
La zootecnia italiana
al tempo dell’Unità d’Italia
Blastofago dei Pini (tomicus destruens)
17
CONCILIAZIONE
Mediazione: il ruolo
degli Ordini Professionali
Quaderno degli appunti dalla U.E.
14
FORMAZIONE
ENOLOGIA
di Mario Fregoni
8
PROFESSIONE
SICUREZZA
Obblighi di sicurezza per i tirocinanti
34
35
40
Direzione: Via Principe Amedeo, 23
00185 Roma
Tel. 06 48906713 - Fax 064882150
e-mail: [email protected]
Consiglio Nazionale:
Andrea Bottaro (presidente)
Paolo Vigato (vice presidente)
Domenico Di Biase (segretario)
Giuseppe Giordano (tesoriere)
Lorenzo Benanti (consigliere)
Paolo Bertazzo (consigliere)
Mario Calcagnile (consigliere)
Sergio Lombardelli (consigliere)
Filippo Ninci (consigliere)
Angelo Antonio Orsini (consigliere)
Lorenzo Salvan (consigliere)
VITA DEI COLLEGI
NEWS
GIURISPRUDENZA AGRARIA
Periodico bimestrale in abbonamento
Abbonamento annuo: € 5,00
Una copia: € 2,00
Progetto Grafico e Stampa: Grafica Ripoli
Via Paterno, 17 - 00010 Villa Adriana (RM)
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n.69/86 del 14/02/1986
Finito di stampare: Luglio 2011
Gli articoli esprimono soltanto il pensiero
degli autori e non impegnano il CNPA né la
redazione del periodico
TERRORE
RUGGINE?
DA VALENTE IL NUOVO PALO
IN ACCIAIO PER VIGNETO
VOLTE PIU’ RESISTENTE
ALLA CORROSIONE!
7
CONTATTACI
VA L E N T E S PA
Via Galvani, 2/4 - 35011 Campodarsego (PD) - ITALY - Tel. +39 049 5565855 - Fax +39 049 9200548
www.valentepali.com - [email protected]
AFFIDABILI
A
FFIDABILI O
OGNI
GNI GIORNO
GIORNO
EDITORIALE
Cui prodest?
Dopo un periodo di relativa calma nel quale molti appartenenti al mondo politico si sono schierati apertamente contro le “lenzuolate bersaniane” si è passati attraverso momenti di euforia quando il Ministro
della Giustizia Alfano ha ridato dignità ad Ordini e Collegi ricevendoli a Palazzo ed assicurando che
“entro breve tempo” avrebbe messo mano alla tanto attesa riforma delle professioni. L’attenzione si è poi
spostata sul lavoro che stava svolgendo l’On.le Siliquini , relatrice sul tema alla commissione Giustizia.
Poi l’assordante silenzio che faceva presupporre una assenza di attenzione al tema ……. finché il 5 luglio
non compare una “Bozza di legge delega governo liberalizzazione professioni regolamentate”. Presa visione del documento ho capito che era il risultato di un pasticciaccio che, tra altre cose, ha mischiato la
professione con l’attività di impresa e commerciale, previsto (ancora) la abolizione dei minimi tariffari,
divieto di pubblicità e, udite udite, introdurre per gli studenti universitari la facoltà di anticipare durante
il corso di studi il periodo di praticantato obbligatorio (ma è già dal 2001 che grazie al dpr 328 questo già
avviene regolarmente!). La ciliegina sulla torta è stata l’introduzione della possibilità di costituire società
professionali di capitali “al fine di consentire la realizzazione di iniziative economiche congiunte tra professionisti e soci di mero investimento”; mi sono detto che, essendo una proposta di legge, avevamo qualche
giorno per discuterla con i presentatori. Ma non è stato così, forse in considerazione che la proposta di
legge avrebbe dilatato i termini di approvazione del progetto, che ritengo dequalificante delle attività dei
professionisti, il 13 luglio di buon mattino è stato aggiunto al D.L. n. 98/2011 (Disposizioni urgenti per la
stabilizzazione finanziaria) l’art.39bis che, ricalcando per sommi capi quanto già scritto ma aggiungendo
altre amenità quali, ad esempio la rimozione di alcuni divieti come quello “ di esercizio di una professione
al di fuori di una certa area geografica e l’abilitazione a esercitarla solo all’interno di una determinata area
e l’imposizione di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate all’esercizio della professione”
nonché quello “di esercizio della professione in più sedi oppure in una o più aree geografiche; la limitazione
dell’esercizio della professione ad alcune categorie professionali o divieto, nei confronti di alcune categorie,
di commercializzazione di taluni prodotti” ecc.ecc. Mi sono detto, eufemisticamente, “allibito” di fronte a
tali documenti che volevano rimuovere quello che non c’è.
La frenetica attività di contestazione portata avanti dalle professioni ha permesso, in serata del 13 luglio, il
ritiro dell’emendamento però previo avvertimento da parte degli interlocutori politici che qualche emendamento sul tema sarebbe stato comunque inserito.
Infatti il giorno dopo è stato approvato l’emendamento 1-bis all’art.229 che “………..il Governo formulerà
alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche; trascorso il termine di otto mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente
decreto, ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero.[..]
Qualche considerazione sugli avvenimenti è d’obbligo.
Prima di tutto sul metodo del colpo di mano a sorpresa. Dopo tanto nostro chiedere la riforma delle
professioni quanto proposto non poteva passare senza una nostra risposta “politica” a questa azione che
avrebbe inferto alla professioni un colpo mortale. Forse gli estensori pensavano che i professionisti avrebbero subito l’atto impositivo senza reagire. Come ho già pubblicamente espresso, siamo rimasti allibiti, da
come sono stati trattati i due milioni di professionisti, ed altrettanti di indotto, che sono capaci di produrre
il 15,1% del P.I.L. . Non una parola, non un confronto. Un provvedimento calato dall’alto con riferimenti
specifici al mondo imprenditoriale che è l’unico a trarre benefici dal contenuto dell’emendamento. No, così
non va proprio. Ritengo che la liberalizzazione non sia questa; questo non è favorire la libera concorrenza
sul mercato delle professioni, questo è avvantaggiare chi vuole entrare da corsie privilegiate nelle attività
professionali ed appropriarsi del lavoro dei liberi professionisti.
Sono opportune alcune riflessioni sul triangolo virtuale ai cui vertici si trovano - accesso alla professione
senza esame di abilitazione (dunque chiunque, oggi dipendente della società di capitali, opportunamente
prevista nell’emendamento, può iscriversi direttamente ed esercitare una professione) - liberalizzazione della
pubblicità (comunicazione a tutte le aziende con le quali sono in contatto la disponibilità dei professionisti a
basso costo) - assenza totale delle tariffe (come imprenditore commerciale posso regalare il progetto a patto
che il committente compri i miei prodotti). E da triangolo si può agevolmente passare al pentadecagono.
Il risultato è sempre quello che verrebbe a mancare sul mercato del lavoro una buona fetta di incarichi
professionali e grandi risparmi delle imprese (quelle vere). Infatti pare che da Confindustria siano venuti
i cori di approvazione. Ecco la risposta all’interrogativo del titolo ma attenzione signori alle scelte perché
questi blitz possono creare, e non risolvere, i problemi di Governo.
La liberalizzazione è altra cosa.
di Andrea Bottaro
Perito Agrario 2/2011
E
D
I
T
O
R
I
A
L
E
3
TERRITORIO
Paesaggio ed ambiente in agricoltura:
quali problemi?
di Piero Pecciarini
Ha richiamato la nostra
attenzione la notizia
comparsa sulla stampa di
questi giorni (fine Giugno 2011) titolata “La rivolta contro il parco fotovoltaico da 35 ettari”.
Si tratta di una protesta
da parte degli abitanti di
una zona in un bell’angolo di campagna Toscana in quel di S.Miniato
(Pisa), contro la realizzazione di impianti di fotovoltaico. Là ove si trovano bei campi di coltivazioni di erbacee e vigne dovrebbe sorgere un
enorme specchio della ampiezza di
35 ettari, anche se frazionato, messo a
galleggiare sulla campagna che senza
una valutazione di impatto ambientale modifica il panorama del luogo. Al
di la del singolo caso e delle particolari questioni locali di ordine politicoambientale insorte ci vengono spontanee delle considerazioni di ordine
generale in materia di paesaggio ed
ambiente in agricoltura.
In primis ci chiediamo se nel nostro
Paese sussiste una normativa adeguata con i criteri di valutazione degli impatti ambientali, quando si realizzano
impianti per fornire energia pulita
o per altri insediamenti costruttivi e
come questi possano conciliarsi con
la tutela del Paesaggio. Teniamo presente che il paesaggio italiano è una
ricchezza nazionale anche là dove si
pratica una agricoltura di eccellenza, è un patrimonio di tutti i cittadini
che non va sacrificato e tanto meno
disperso.
4
Senza riportarsi alla
Costituzione che assume
l’impegno della tutela
del Paesaggio, più volte
in sedi tecnico-scientifiche si sono dibattute
tematiche paesaggistiche che richiamavano
interventi legislativi per
la conservazione e pianificazione di
tutti i paesaggi, non escludendo quelli agrari.
Alla valenza estetica del paesaggio
deve aggiungersi imprescindibilmente quella ambientale. Abbiamo
trovato in tema una frase del Prof.
Scaramuzzi, Presidente della Accademia dei Georgofoli, (Novembre
2008) che allargandone il concetto
recita “Il “verde” delle piante riveste
certamente un valore estetico (ornamentale e paesaggistico) ma costituisce innanzi tutto l’imprescindibile
strumento attraverso il quale la natura provvede alla sopravvivenza del
mondo vegetale ed animale, essendo
Perito Agrario 3/2011
alla base della produzione di qualsiasi cibo ed allo stesso tempo della altrettanto imprescindibile regolazione
dell’equilibrio atmosferico. Sono proprio le piante a consentire di nutrirci
e di respirare in un ambiente che va
quindi tutelato.”.
Siamo tutti coscienti della necessità delle energie alternative e come
queste in una ottica di progresso
tecnico-scientifico dovranno anche
se in modo graduale, previa apposita
pianificazione, prendere corpo e realizzarsi nel comune interesse in un
Paese carente di energie, senza centrali nucleari. Tanto che sono previsti
incentivi per chi investe in questo settore emergente.
A questo punto però ci chiediamo,
è giusto destinare terreni agricoli
pregiati od obbligare gli agricoltori
a destinare i propri terreni secondo
vincoli e prescrizioni pianificatrici,
indipendentemente dalla remuneratività delle produzioni, ad usi diversi dalla coltura agricola. Non è che
TERRITORIO
si evidenzia che il rapporto fra lo
sviluppo della agricoltura e la conservazione del suo attuale paesaggio
divenga conflittuale, con insediamenti di altri settori. Ciò anche alla luce
di normative nazionali e comunitarie
che potrebbero essere superate.
Sempre il Prof. Scaramuzzi si chiedeva se la negazione delle libere scelte
imprenditoriali in attività produttive
primarie può chiamare in causa una
ragionevole valutazione di costituzionalità. Per chi vive ed opera nel
mondo agricolo certe considerazioni
sorgono spontanee e si chiede fino
a quanto sia giusto sottrarre sempre
più suolo all’agricoltura per le destinazioni più diverse. Senza schierarsi
con quei movimenti che contrastano
la moderna cultura dominante massificata che ha tolto il sapere delle vecchie tradizioni agricole e difendono
paesaggi, biodiversità delle colture e
chiedono giusta dignità al comporto
agricolo per la sua primarietà, la sua
polivalenza senza sminuirlo e relegarlo in ruoli ritenuti minori, si pensa
nel confronto con altri settori produttivi sorti in epoche più recenti con la
civiltà industriale e post-industriale
che non sia venuto meno anche per
il cittadino moderno il diritto al buono ed al bello. Il tema è importante
e sicuramente complesso, di non fa-
cile soluzione. Trovare equilibri che
concilino le nuove costruzioni, l’applicazione delle tecnologie nel loro
progredire, senza sottrarre suolo ed
ostacolare e ridurre la valenza di una
moderna agricoltura che tutela paesaggio ed ambiente è un compito prevalentemente politico.
La scienza, la tecnica operano e si
esprimono, ma le gestione del sistema
è politica.
Quando autorevoli studi urbanistici
ci dicono che con la realizzazione di
piani di sviluppo già approvati il ritmo di sottrazione dei suoli all’agricoltura segnerà ulteriori accellerazioni il
legislatore deve intervenire dettando
adeguate normative. Su questi temi
sembra che il mondo politico italiano sia latitante, quando occorrerebbe invece che tutti i componenti
dell’arco parlamentare, trasversalmente.
fossero più sensibili
ad affrontare concretamente queste reali problematiche. E
questo per ricercare
un sistema che comporti una evoluzione
equilibrata, armonica
delle situazione per
evitare conflittualità
fra settori produttivi
Perito Agrario 3/2011
e proteste di cittadini. Mancano normative adeguate che disciplinino le
scelte dei luoghi, gli espropi, il diritto di superficie e forniscano agli enti
locali gli strumenti giuridici per una
sana gestione dei territori. Si riscontrano vuoti normativi ai vari livelli
comunitario, nazionale, regionale.
Anche gli Enti locali, considerato la
diversità delle caratteristiche territoriali delle zone geografiche italiane, dovranno responsabilmente impegnarsi a gestire il territorio senza
creare scempi paesaggistici, inquinamenti ambientali. I pubblici addetti ai
lavori, sindaci ed assessori dovranno
sapere interpretare giustamente le
normative. Sulla base della loro specifica conoscenza e sensibilità dovrà
determinarsi quella azione pubblica
tale da conservare ricchezze senza
creare conflittualità.
Le organizzazioni di categoria, gli organismi tecnico professionali dovranno richiamare l’attenzione di politici
su questi importanti problemi e sollecitarli a risolverli nel comune interesse. Occorre quindi che tutto il sistema
si evolva in maniera coordinata in un
divenire di progresso senza ridurre e
penalizzare il settore dell’agricoltura
ed i cittadini che hanno il diritto che
il loro ricco patrimonio paesaggistico
ed ambientale non venga deturpato.
Chiudiamo auspicando maggiore impegno politico, norme adeguate che
facilitino la soluzione delle problematiche nel pubblico interesse.
5
ENOLOGIA
Vigneti e vini
di Mario Fregoni
Il Vino di terroir
Da una stima dello
scrivente solo il 10%
dei vini viene etichettato con il nome geografico puro (Europa),
il 20% con il nome
varietale (Nuovo Mondo), il 70% con la formula mista, ossia nome
del territorio più quella della varietà (Europa). E’ evidente che la
soluzione mista tende
al vino varietale. Rinviando ad un prossimo
editoriale il vino varietale, in questo si tratterà brevemente del vino di terroir. Il terroir
è l’ecosistema (varietà + clima +
terreno + tecniche viticole e enologiche) compreso nel territorio di cui
si usa il nome geografico; pertanto è
solo la parte vocata alla qualità del
territorio. Non è considerato vino di
terroir quello che proviene da mescolanze di uve di territori molto
vasti, non omogenei come terroir
di base, vale a dire con mesoclima
e terreno simile di limitata superficie territoriale. Il vino di terroir
proviene per l’80% dalle caratteristiche del vigneto. Generalmente
sono piccole o medie aziende che si
sono assoggettate alle regole della
DOC o DOCG e che applicano una
viticoltura da vini di terroir (limitazione della quantità per conseguire
la qualità), nel rispetto reale dei
disciplinari, frutto della tradizione
6
viticola. I grandi vini
si producono laddove
vige questo spirito di
rispetto del terroir. La
qualità è, prima di tutto, uno stato dell’animo umano.
Il vino di terroir nasce
da un’enologia tradizionale ma anche tecnologicamente capace
di estrarre il meglio
dall’uva, di fornire tipicità e originalità e
un carattere unico. A
partire dalla vendemmia deve tenere conto che quella
meccanica non consente di conservare la totale integrità dell’acino
e che l’ossidazione enzimatica del
mosto inizia già in campagna, così
come lo sviluppo rapido dell’attività microbiologica. La raccolta in più
tempi e la scelta dei grappoli o degli acini prima della pigiatura sono
operazioni necessarie
per i grandi vini. La
fermentazione deve
essere ottenuta in serbatoi o tini non grandi
al fine di consentire la
separazione dei vari
vigneti (cru), delle diverse varietà, per preservare i loro caratteri
di tipicità aromatica.
La temperatura va
controllata per evitare
innalzamenti eccessiPerito Agrario 3/2011
vi, arresti di fermentazione, deviazioni aromatiche. I lieviti devono
essere indigeni o comunque scelti
dopo esperienze con la materia prima dell’azienda. L’invecchiamento deve realizzare l’evoluzione dei
tannini e degli aromi, evitando l’eccessivo apporto dei tannini e degli
aromi del legno, che spesso coprono la tipicità dei vini di terroir. La
durata dell’invecchiamento in barrique deve essere funzione dell’annata e del terroir. Barrique nuove
o già usate? Non è un problema secondario se si vuole evitare il vino
del falegname. L’assemblaggio dei
vini delle vigne differenti è un’arte
che richiede esperienza e sensibilità
sensoriale.
I prodotti enologici non devono alterare la tipicità e pertanto il loro
uso deve essere moderato, se non
si vogliono produrre vini figli della
tecnologia, in genere più adatta ai
vini da tavola.
ENOLOGIA
Il vino varietale
malmente irrigui
e vigorosi, con
sistemi di allevamento assai uniformi a spalliera.
viticoltura
La
non ha regole
restrittive ed è
quindi libera di
produrre dove,
come e quanto
vuole (generalmente con produzioni elevate
sia per ceppo
In contrapposizione al vino di terroir, sia in Europa, ma soprattutto
nei Paesi del Nuovo Mondo, si producono i vini portanti in etichetta il
nome di vitigno, con o senza indicazione geografica. Nel Nuovo Mondo i vini con nome di vitigno puro
rappresentano circa il 20% della
produzione mondiale. In Europa,
in particolare, prevalgono i nomi di
vitigni correlati alle denominazioni
di origine (DOP) o alle indicazioni
geografiche (IGP). Con la nuova
OCM si possono produrre vini con
nomi di vitigno senza indicazione
geografica. In tal modo l’U.E. si è allineata ai Paesi del Nuovo Mondo.
I vini varietali originariamente hanno avuto origine da una cultura anglo-sassone, ma sono stati amplificati
in California nel secondo dopoguerra. Rappresentano vini industriali di
marca, di grandi masse standardizzate anno su anno, prodotti dappertutto, a bassi costi di produzione e
che tendono a soddisfare la grande
massa dei consumatori, che facilmente possono identificare i nomi
di pochi vitigni internazionali. Le
aziende e le cantine produttrici
sono di grandi dimensioni, applicano potature meccaniche semplificate su impianti larghi, a bassa densità
di piantagione, spesso con l’uso del
telerilevamento. I vigneti sono nor-
che per ettaro).
L’enologia dei vini varietali tende
a esaltare l’aroma varietale, non
avendo l’apporto di quello pedo-climatico. Sono vini giovani, che non
resistono al lungo invecchiamento,
facilmente ossidabili. Nell’U.E. il
vino varietale collegato alla DOP
e all’IGP deve contenere almeno
l’85% della varietà indicata in etichetta (100% in Francia).
La vendemmia meccanica in zone
caldo-aride per evitare le ossidazioni richiede l’uso del metabisolfito
sulle uve, dell’acido ascorbico
e degli enzimi. Non esistono
selezioni delle uve nei vigneti
o in pre-pigiatura e la fermentazione avviene con l’uso di
lieviti commerciali in grandi
masse con vasche di acciaio
termoregolate. La chiarifica
dei vini bianchi avviene per
centrifugazione o microfiltrazione tangenziale o con altri
sistemi moderni. Il livello di
ossigeno è regolarmente controllato e si usano iniezioni di
azoto e anidride carbonica,
nonché di fosfato di ammonio e di rame al fine di evitare
la formazione di acido solfidrico (che dà cattivi odori).
Per i vini rossi si adottano le
moderne tecnologie della terPerito Agrario 3/2011
movinificazione, della flash-detente,
della microossigenazione, per conseguire il più alto livello di aromi
fruttati varietali. Di norma sono vini
non invecchiati a lungo in barrique
e l’assemblaggio ha il solo scopo di
omogeneizzare le masse. In questa
enologia trovano posto i trucioli e
gli aromi del commercio.
Il numero di varietà utilizzate per
questi vini è limitato e di origine francese o tedesca (Riesling).
Solo l’Italia usa i vitigni autoctoni,
ma purtroppo poco conosciuti nel
mondo e privi di prospettive simili ai vitigni internazionali. Quelli
più noti sono i vitigni: Chardonnay,
Sauvignon, Cabernet Sauvignon,
Merlot, Syrah, Pinot noir, Chenin,
Viognier. Gli ultimi tre sono poco
plastici e non costanti nell’espressione aromatica, per cui i veri vitigni internazionali dei vini varietali
sono pochissimi. Ormai la concentrazione mondiale su poche varietà
è veramente preoccupante.
Biodiversità? A parole!
L’avvenire? Cantine industriali giganti, una per Regione!
7
CO.GE.PA.PI
A Matera è stato lanciato un sasso
di Benedetta Pacelli
T
ra i Sassi di Matera, in un luogo
dove il passato risale vertiginosamente verso le origini della
civiltà umana incapsulando il fortunato
visitatore in una straordinaria macchina
del tempo, si è parlato il 3 giugno scorso
– suggestiva contraddizione dei tempi!
– di futuro. Di futuro delle professioni
tecniche di primo livello. E il futuro (lo
possiamo rivelare sin da ora) è apparso
ai tanti convenuti nell’ampia sala della
mediateca provinciale di Matera chiaro
e trasparente.
Ne è un’inequivocabile conferma il
consenso all’albo unico, condizione indispensabile per sollecitare la politica
ad un’assunzione di responsabilità, che
ha ricevuto il sostegno esplicito ed univoco della nutrita rappresentanza dei
professionisti dell’area del sud Italia.
Nel confronto tra i vertici delle tre Categorie di Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali e la base è infatti emerso
il pieno appoggio al progetto di riforma
delle professioni che, attraverso la nascita di coordinamenti unitari tra le tre
Categorie, possa condurre all’istituzione di un unico albo delle professioni dei
8
tecnici dell’ingegneria.
I Passi significativi del Documento
congiunto una condivisione piena, dunque, che ha lasciato traccia di sé in un
documento congiunto firmato da tutti
i rappresentanti delle tre professioni
che non solo sollecitano la politica ad
accelerare il processo di riforma, ma soprattutto chiedono ai rispettivi Consigli
Nazionali di sollecitare nelle opportune
sedi Parlamento e Governo, affinché il
progetto si trasformi in concreta realtà.
Del resto, così è scritto nel documento
diffuso al termine dell’incontro di Matera: «si tratta di un percorso definito
congiuntamente che trova concreta attuazione nei testi delle proposte di legge
di iniziativa parlamentare». insomma,
un dato balza immediato agli occhi: la
base sembra ampiamente riconoscersi
nel testo in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera e non
invoca «terze vie», né gli altri trucchi
dello strumentario politico – pausa di
riflessione, verifica ecc. – pper rimandare
tutto alle calende greche. È invece forte
la necessità di concretezza e «di rappresentare in maniera netta l’indifferibilità
della riforma delle professioni, specie in
considerazione dell’evoluzione dei percorsi formativi già attuata dalle riforme
dell’istruzione tecnica».
Cosa fare quindi? I rappresentanti dei
collegi dell’area del sud d’Italia non
hanno dubbi e, nell’accogliere pienamente le tesi dei Consigli Nazionali, «invitano gli stessi a perseverare nell’azione fin qui intrapresa sostenendo la
riforma delle professioni nei contenuti
e nell’impostazione illustrata e approvata con le rappresentanze territoriali
dell’area sud del Cogepapi».
I Presidenti dei collegi, si legge infatti
Perito Agrario 3/2011
nel documento, votano unitariamente
«affinché i rispettivi Consigli Nazionali
operino congiuntamente per giungere all’ormai indifferibile riforma delle
professioni, creando le condizioni per
la nascita di un albo unico che accolga
sia i nuovi professionisti dell’area tecnica formati in coerenza con la normativa
europea sulle professioni intellettuali,
laurea o titolo equivalente, sia i professionisti provenienti dai tre esistenti albi
dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali» una strada che per i rappresentanti del territorio non può che
passare attraverso l’approvazione del
disegno di legge targato Maria Grazia
Siliquini che ora giace nei cassetti del
Parlamento.
Proprio in questo senso, così si chiude il documento, c’è «l’auspicio che il
Parlamento, sollecitato dai Consigli
Nazionali, possa approvare nell’arco
dell’attuale legislatura il disegno di
legge attualmente all’esame della Commissione giustizia della Camera».
Il Dato
L’appuntamento di Matera rappresenta, in questo senso, un’altra tessera di
quel mosaico che pazientemente le tre
professioni stanno componendo con
l’obiettivo di condividere un disegno
unico. E se ci vuole pazienza, che qualcuno interpreta come una lentezza della quale liberarsi al più presto, è anche
perché, ovviamente, le voci discordi,
le perplessità e anche qualche esplicito «Non ci sto» non mancano verso il
progetto di unificazione. Ma al di là di
tutto, il convegno lucano ha dimostrato
come, seppure ancora tra molti dubbi e
perplessità, sul territorio proseguano,
talvolta in maniera assolutamente ca-
CO.GE.PA.PI
suale e magari non sempre ufficiale, le
aggregazioni tra le tre Categorie. Del
resto, ascoltando le voci che arrivano
direttamente da queste regioni, un dato
salta immediatamente all’occhio: le tre
categorie, tra diffidenze e pregiudizi più
o meno superati, iniziano a parlare tra
di loro e a conoscersi, moltiplicando
quelle iniziative di aggregazione fino ad
un anno fa assolutamente impensabili.
Ciò che, infatti, viene sottolineato di
frequente in occasioni
come quella di Matera
è che, se le professioni
evolvono insieme alla
società, assecondare
questa evoluzione non è
solo compito dei sistemi
formativi ma soprattutto delle stesse Categorie. Le professioni tecniche costituiscono una
risorsa preziosa per il
Paese, perché svolgono
da sempre e con la massima competenza molti
dei servizi di notevole
interesse per la collettività: dal settore
della progettazione e direzione di opere
edili a quello degli impianti tecnologici,
dal settore della sicurezza e della protezione dei luoghi di lavoro al risparmio
energetico e alla tutela del territorio.
Campi di applicazione professionale
ampi e talvolta trasversali che devono,
comunque, tenere il passo con i cambiamenti in atto, soprattutto quelli della
tecnologia. Ecco perché c’è bisogno di
qualificare e specializzare l’istruzione,
ma soprattutto di creare una coalizione
oltre che una sinergia tra le categorie
tecniche per poter difendere e anche
conquistare nuovi spazi di mercato.
Le voci dal territorio
La condivisione sempre più ampia di
questi principi è stata confermata nel
serrato dibattito tra i Presidenti dei
collegi provinciali dell’area sud delle
tre Categorie che hanno partecipato
numerosi. a partire dal Corrado Urgo,
Presidente del Collegio dei Periti Industriali della provincia di Matera che ha
spiegato l’incontro come un modo per
diffondere il messaggio della riforma:
«dal punto di vista del nostro interesse
non potevamo rimanere fermi. Il problema è che tutti parlano di riforma,
di albo unico dei tecnici, ma molti non
sanno di cosa si tratti in concreto».
Per Urgo il nuovo orizzonte potrebbe
assomigliare all’albo dei medici al cui
interno sono presenti professionisti con
la stessa formazione ma diversa speciap
lizzazione. «È fondamentale», ha concluso Urgo, «discutere al nostro interno
e approfondire il tema perché abbiamo
ancora la possibilità di intervenire e apportare tutte quelle modifiche o quegli
aggiustamenti che possono andar bene
a tutti».
Secondo il giudizio di Giovanni Cotrufo, Presidente del Collegio dei Geometri di Matera, invece, «la creazione di
un ordine nuovo significherebbe poter
svolgere anche un’azione sulle amministrazioni locali. Il mondo del lavoro
per i professionisti è profondamente
cambiato perché, se fino a pochi anni fa
era possibile avere incarichi da privati e
dal pubblico, ora questo è impensabile.
Credo che il nuovo organismo potrà incidere anche su questa realtà».
«Siamo nelle condizioni di chiamarci ordine», ha precisato Emanuele Genchi, il
Presidente del Collegio dei Periti AgraPerito Agrario 3/2011
ri di Matera «perché assorbiremo anche
i Laureati triennali. E questo non vuol
dire in alcun modo perdere la nostra
identità, ma al contrario rafforzarla. se
siamo forti e uniti riusciremo a vincere,
se siamo divisi moriremo. Ecco perché
condivido pienamente la linea approvata dai nostri tre Consigli Nazionali che
sono stati capaci di vedere lontano».
Per Giuseppe Ingargiola, Presidente
del Collegio dei Periti Industriali di
comunTrapani,
que, il processo di
unificazione non è
ancora così lineare
come negli auspici
dei promotori: «Noi
al Coordinamento
unitario tra le tre
professioni abbiamo sempre creduto sia dal punto di
vista personale che
da quello territoriale. Ecco perché
in questo senso abbiamo tentato tutti i
diversi processi di avvicinamento con i
Geometri, ma questo percorso fino ad
ora non ha prodotto i risultati che ci
attendevamo». Sulla stessa scia anche
Federico Di Spirito, numero uno del
Collegio dei Periti Industriali di Foggia
che, pur condividendo la strategia messa in campo dai tre Consigli Nazionali,
non ha trovato gli attesi riscontri dal
territorio pugliese. «Abbiamo cercato
di allearci con i Periti Agrari e i Geometri del territorio, ma fino ad ora ogni
tentativo è stato vano.
Sarebbe importante, invece, creare un
ordine più compatto e più numeroso in
modo che una voce unanime riesca a
farsi sentire nelle opportune sedi».
Insomma, a Matera, al di là di qualche
sfumatura nelle reazioni della base,
sembra che il processo di unificazione
abbia ricevuto un nuovo impulso. A
Matera il sasso è stato lanciato. Speriamo che lo stagno della politica non ne
cancelli la traccia.
9
CO.GE.PA.PI
Queste le dichiarazioni dei tre Presidenti
C
Combattiamo
per la certezza di un futuro
L’idea dell’unione tra le tre Categorie non è cosa nuova, ma parte da lontano. Dal 2004,
L
da quando a seguito della riforma del Ministro Moratti abbiamo capito che le sorti degli
d
iistituti tecnici e quindi di conseguenza delle tre professioni erano in difficoltà se non addirittura a rischio di estinzione. Ecco, è a quel punto che abbiamo deciso di unirci, mand
ttenendo ognuno la propria indipendenza. E lo abbiamo fatto non tanto per noi quanto
per poter garantire il futuro ai professionisti che verranno dopo di noi. Questa idea è
p
sstata sposata e condivisa da tutti i rappresentanti del nostro Parlamento che via via hanno presentato diversi progetti di legge in materia. Siamo sempre andati avanti compatti,
n
aanche se nel tempo sono comunque cambiati i motivi originari, perché si sono succeduti
diversii tentativi
di
t t ti i di riforma.
if
E continueremo a lottare perché vogliamo continuare ad operare per dare ai giovani e ai meno giovani la certezza di un futuro.
Andrea Bottaro - Presidente del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
U
Uniti
riconoscendo le rispettive competenze
Questo progetto di unificazione tra le tre Categorie insieme ai Laureati triennali è
un’iniziativa mirata a valorizzare le specifiche competenze di ogni professione.
u
Quindi sostanzialmente un nuovo albo che ci consenta di dare valore alle singole specificità e quindi di assicurare un futuro certo per la nostra attività che riguarda più di 200
fi
mila soggetti.
m
E guai a credere, come pensano in molti, che questo nuovo albo possa portare ad una
perdita di identità dei singoli professionisti, perché non è così. In particolare, il sospetto
p
è che Geometri e Periti vogliano reciprocamente invadere i rispettivi campi operativi. Si
ttratta di una preoccupazione del tutto infondata. Ciascuno, infatti, all’interno dell’Albo
unico,
i apparterrebbe
t
bb ad un ben determinato settore e ad una o più sezioni di specializzazione, queste ultime
correlate ad una specifica abilitazione. Noi abbiamo in mano un gran mercato e riusciremo a conservarlo solo
se operiamo bene.
L’albo unico è l’unica via possibile non solo per riformare e semplificare, ma anche per creare una rappresentanza globale di categoria, ora più che mai assolutamente necessaria.
Fausto Savoldi - Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati
S
Siamo
pronti a far nascere un ordine nuovo
È venuta l’ora della chiamata a raccolta di tutti coloro i quali hanno come principio il
buon senso.
b
E in questa logica credo che non solo le professioni interessate, ma anche i cittadini di
questo Paese devono essere pronti a dire la loro per l’operazione che abbiamo in menq
tte. Vogliamo creare, cioè, un ordine autonomo e autosufficiente per la professione di
primo livello del settore ingegneristico. In questo ordine nuovo che dovrà crescere con
p
un ordinamento nuovo e con competenze ben definite dovranno trovare collocazione, a
u
pieno titolo, i Geometri, i Periti Agrari e i Periti Industriali che fino ad adesso sono stati
p
ccollocati in tre organismi diversi. In questa logica le tre professioni interessate, ma anche
i Laureati triennali devono mettere in campo tutte le risorse per fare andare avanti una proposta che è già alla
Commissione Giustizia della Camera e che all’articolo 4 prevede proprio questo tipo di soluzione.
Giuseppe Jogna - Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati
10
Perito Agrario 3/2011
CO.GE.PA.PI
Matera, 3 giugno 2011
Sala della Mediateca
Si è svolto, in una sala, colma di professionisti, l’incontro dibattito la cui
organizzazione è stata affidata al nascente coordinamento CO.GE.PA.Pl.
di Matera ed ha investito l’intera
“Area Sud” d’Italia.
I Presidenti Provinciali Dino Urgo,
Emanuele Genchi e Giovanni Cotrufo hanno profuso ogni energia nella
organizzazione cui hanno prontamente risposto i rispettivi Presidenti
Nazionali, — Jogna, Bottaro e Savoldi che, puntualmente, hanno aderito
all’incontro e fornito le forbite argomentazioni sulla improcrastinabile
necessità di normare il futuro delle
Professioni Tecniche alla luce della
nuova organizzazione scolastica ed
universitaria.
I Presidenti Provinciali, convinti assertori della bontà delle argomentazioni le hanno fatte proprie, ed
hanno invitato la platea a meditare
sulla riforma e ad operare con ogni
elemento utile perché la stessa, stante
la necessità di, continuare a dare un
futuro alle professioni che rischiano
di scomparire dal pianeta professionistico, veda la concretizzazione nella
corrente legislatura.
A conclusione del vivace dibattito, e
sentite le relazioni dei responsabili
esponenziali delle Categorie è stato
approvato, all’unanimità, “Documento Comune” con il quale impegnano
i rispettivi Consigli Nazionali ad operare congiuntamente ed incisivamente sulla “indifferibile” riforma delle
professioni attraverso la nascita di un
Albo unico valido ad accogliere i nuovi professionisti e quelli provenienti
dagli attuali Albi dei Geometri, Periti
Agrari e Periti Industriali.
Perito Agrario 3/2011
11
CO.GE.PA.PI
Ordine del giorno della riunione
Il giorno 3 giugno
dell’anno 2011 nella città di Matera, si
sono riuniti gli esponenti dei Consigli Nazionali dei Geometri,
Periti Agrari e Periti
Industriali, per illustrare lo stato dell’arte, della riforma delle
professioni.
Si tratta di un perFRUVR GHÀQLWR FRQgiuntamente
che
trova concreta attuazione nei testi
delle proposte di legge di iniziativa
parlamentare.
Questa ampia condivisione è stata
confermata nel serrato confronto dibattito con i Presidenti dei Collegi
Provinciali dell’Area Sud delle tre
Categorie che hanno partecipato numerosi all’incontro.
Al termine, condividendo la necessità di rappresentare in maniera netta l’indifferibilità della riforma delle
professioni, specie in considerazione
dell’evoluzione dei percorsi formativi
già attuata dalle riforme dell’istruzione tecnica, i convenuti hanno ritenuto
di sottoscrivere un documento comune sui risultati dei dibattito.
Proposta di documento comune
Ascoltate le relazioni, esaminati gli interventi, i Presidenti dei Collegi presenti ritengono di accogliere pienamente
le tesi dei Consigli Nazionali ed invitano gli stessi a perseverare nell’azione
ÀQ TXL LQWUDSUHVD VRVWHQHQGR OD ULIRUma delle professione nei contenuti e
nell’impostazione illustrata e approvata con le rappresentanze territoriali
12
dell’Area Sud del Co.Ge.Pa.Pi.
I Presidenti dei Collegi fanno voti aff
ÀQFKp L ULVSHWWLYL &RQVLJOL 1D]LRQDOL
operino congiuntamente per giungere
all’ormai indifferibile riforma delle
professioni, creando le condizioni per
la nascita di un Albo unico che accolga sia i nuovi professionisti dell’area
tecnica formati in coerenza con la nor-
Perito Agrario 3/2011
mativa europea sulle professioni intellettuali sia i professionisti provenienti
dai tre esistenti Albi dei Geometri, dei
Periti Agrari e dei Periti Industriali.
Auspicano che il Parlamento, sollecitato dai Consigli Nazionali, possa approvare nell’arco dell’attuale legislatura il
disegno di legge attualmente all’esame
della Commissione Giustizia.
POLITICA AGRICOLA COMUNE
Quaderno degli appunti dalla U.E.
Un Amico a Bruxelles manda qualche
appunto sulla situazione della Politica
Agricola dopo il 2013: più verde, più
equa e più competitiva, dopo l’approvazione del rapporto del relatore Dess
dalla quale si evince che i Deputati
Europarlamentari desiderano mantenere invariato fino al 2020 il bilancio
UE per il settore agricolo, per far sì
che agli agricoltori siano garantiti gli
incentivi per fornire scorte di prodotti alimentari sicuri, per la protezione
dell’ambiente, per creare nuovi posti
di lavoro e per assicurare la competitività del settore agricolo comunitario.
In vista delle proposte della Commissione sul futuro della politica agricola
comune, il Parlamento presenta la sua
posizione per il prossimo bilancio a
lungo termine per il periodo 2014-2020
e, in reazione a voci sul taglio degli aiuti al secondo pilastro della PAC, i Deputati hanno ripetuto il loro sostegno
per assicurare adeguate risorse finanziarie anche per lo sviluppo rurale.
“Il voto invia un segnale chiaro e forte
al commissario (Dacian Ciolo) e spero
che la Commissione terrà presente il
contenuto della relazione e lo incorporerà nella proposta legislativa finale”,
ha dichiarato Albert Dess (PPE, DE),
relatore della risoluzione e dunque i
percorsi operativi portano a :
Rendere la PAC più verde
Se la politica agricola dell’UE mira
a fornire prodotti alimentari sicuri e
di alta qualità e contribuire alla protezione dell’ambiente e alle energie
rinnovabili, tale politica deve essere
finanziata adeguatamente, secondo gli
eurodeputati, in modo da fornire agli
agricoltori un incentivo all’utilizzo di
tecniche moderne e ecocompatibili.
I pagamenti diretti agli agricoltori dovrebbero essere più chiaramente legati
alle “misure verdi” (basse emissioni di
carbonio, basso consumo energetico).
Un ampio sistema europeo di incentivi, finanziato dall’UE al 100%, dovrebbe essere istituito per sostenere gli
agricoltori che appoggiano lo sviluppo
sostenibile.
Più equa distribuzione dei
finanziamenti UE
I finanziamenti agricoli dovrebbero
essere distribuiti più equamente tra
gli Stati membri e tra le diverse categorie di agricoltori. Il Parlamento
propone che ogni paese dell’Unione
Europea dovrebbe in futuro ricevere
una percentuale minima della media
UE dei pagamenti diretti. I deputati
sono d’accordo con l’introduzione di
un massimale per i pagamenti diretti
per agricoltore, ma sottolineano che le
nuove regole devono tener conto delle dimensioni delle aziende agricole e
dei criteri oggettivi di occupazione nonché delle
pratiche sostenibili.
Per evitare un uso improprio del denaro pubblico,
i pagamenti diretti dovrebbero essere riservati
agli “agricoltori attivi”,
Perito Agrario 3/2011
cioè a coloro che effettivamente utilizzano la loro terra per la produzione.
Stabilità: speculazione, gestione delle crisi e potere contrattuale degli agricoltori
La lotta alla speculazione per le materie prime agricole e l’estrema volatilità
dei prezzi richiedono una soluzione a
livello globale, secondo gli eurodeputati, in modo da garantire una maggiore stabilità per gli agricoltori e le
forniture su larga scala di prodotti alimentari sicuri. Il Parlamento propone
un sistema mondiale di notifica dello
stato attuale delle scorte, per contrastare la speculazione selvaggia delle
materie prime agricole.
Situazione dei prodotti lattiero-caseari
Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di prodotti lattierocaseari, i deputati hanno chiesto alla
Commissione di monitorare il mercato
lattiero-caseario per il periodo successivo al 2015. Il sistema attuale delle
quote sarà soppresso nel 2014.
I prossimi passi
La risoluzione non legislativa è stata approvata per alzata di mano. La
Commissione presenterà il suo progetto di pacchetto legislativo alla fine
dell’autunno e Parlamento e Consiglio
saranno chiamati a decidere insieme
sul contenuto definitivo della legislazione. La Risoluzione del Parlamento
europeo del 23 giugno 2011 sulla PAC
verso il 2020: rispondere
alle future sfide dell’alimentazione, delle risorse
naturali e del territorio è
disponibile sul sito www.
peritiagrari.it/professione/attivitàprofessionale/
pac-agea
13
DIFESA DELLE PIANTE
Blastofago dei Pini
(tomicus destruens)
di Leonardo Perronace
Già nel numero 2 di
questa rivista si evidenziavano i problemi connessi ai cambiamenti
climatici e riguardanti la
salute delle piante ( e di
conseguenza la sicurezza
di cose e/o persone) in
ambiente urbano e periurbano. La notizia di un
abbattimento di massa di 1500 Pinus
Pinea vicino a Civitavecchia (Roma)
a causa del Blastofago ci riporta di
nuovo sull’argomento.
L’abbattimento sembra essere stato
necessario a causa di una infestazione incontrollata (ma non “incontrollabile”) di una pineta molto fitta, con
esemplari filati e di scarso pregio paesaggistico se presi in maniera isolata
e che sta facendo da “incubatrice”
per futuri attacchi a pinete nelle zone
limitrofe. Ebbene i primi deperimenti e le prime morie di Pini in Italia si
sono verificati già a metà del secolo
scorso, la diffusione massiccia del
Blastofago dei Pini nei nostri territori
14
ha assunto proporzioni
veramente preoccupanti
a partire dalla fine degli
anni ’90. Nel centro e nel
meridione si è presto dimostrato estremamente
temibile. E’ breve il periodo, 2-5 anni, durante
il quale tale insetto riesce a portare a morte un
esemplare originariamente sano. Il
tempo impiegato per completare il ciclo di deperimento dell’ospite ovviamente si accorcia proporzionalmente
all’aumentare delle condizioni avverse dell’ambiente in cui vegetano i Pini
stessi; è evidente quindi che in città
tale ciclo è molto più breve, con casi
di alberi già stressati portati a morte
in una sola stagione vegetativa.
Il T. dèstruens è specie che ama vivere
in luoghi caldi, infatti è normalmente
diffuso nell’Europa meridionale e
lungo le coste del Mediterraneo. In
Italia è ormai stato segnalato ovunque, anche se tende a colonizzare più
frequentemente le pinete
p
costiere e
di bassa collina. È
estremamente polifago in quanto in
grado di attaccare
tutte le specie appartenenti al genere Pinus. Si tratta di
un insetto xilofago,
che si nutre di tessuti vegetali di varia natura con prevalenza di quelli
di zona floematica.
L’adulto è di colore
Perito Agrario 3/2011
bruno – nero lucente, lungo 4 mm circa. Sverna in vari stadi di sviluppo sia
come adulto sulla chioma che come
larva nelle gallerie all’interno dei tessuti floematici. I giovani sfarfallano in
due ondate principali la prima tra la
fine di aprile e la prima metà di maggio e la seconda tra la metà di maggio
ed i primi di giugno; l’attività a carico
dei germogli continua fino alla fine
dell’estate, alcuni adulti si possono
trovare ancora in autunno inoltrato.
I giovani adulti penetrano alla base
dei rametti terminali e li percorrono per quasi tutta la loro lunghezza
fuoriuscendo solo in prossimità del
ciuffetto di aghi posti all’estremità
superiore; ciascuno esemplare ripete p
più volte q
questo p
percorso su vari
rametti. È importante notare come
allo stadio larvale il Blastofago si insedi nei tessuti corticali di piante già
deperienti; mentre gli adulti invece
riescono a comportarsi da fitofagi
DIFESA DELLE PIANTE
Art.75
(Parassiti sottoposti a lotta in ambito regionale)
primari ed attaccano i getti apicalidi
piante vigorose più o meno vicine ai
focolai di iniziale sviluppo. I pini così
attaccati vengono predisposti agli
attacchi secondari a carico dell’area
floematica, con conseguenze tragiche
per la pianta; in breve iniziano a morire gli esemplari arborei più deboli
e sofferenti ed il focolaio si diffonde
a macchia d’olio. Il ciclo del T. dèstruens può subire modifiche in relazione alle condizioni climatiche locali, si può infatti assistere a variazioni
anche sensibili del numero di generazioni completate in un anno: in varie
pinete del centro – sud Italia infatti il
Blastofago si è dimostrato in grado di
completare una seconda generazione
entro l’autunno.
La Regione Lazio, con la L.R. 28 Ottobre 2002, n.39 “Norme in materia
di gestione delle risorse forestali”
all’Art.75 (Parassiti sottoposti a lotta
nel territorio regionale) stabilisce:
I primi danni arrecati dal coleottero
in questione sono l’effetto dell’attacco “primario” degli adulti sui getti terminali; questi cadono ancora verdi o
disseccano pur rimanendo sulla chioma; tutto ciò porta le piante infestate
a divenire velocemente suscettibili
agli attacchi “secondari” al tronco, il
cui esito è quasi sempre letale per le
1. Fermo restando quanto stabilito dalla normativa statale in materia
di lotta fitosanitaria obbligatoria, su indicazione del servizio fitosanitario regionale, in cui si specifica l’estensione del territorio interessato, sono sottoposti a lotta su tutto il territorio regionale, i seguenti
parassiti:
a) Pytophthora spp.,agente del mal dell’inchiostro;
b) Seiridium cardinale (Wag.) Sutton et Gibson, agente del cancro
del cipresso;
c)Sphaeropsis sapinea Fr. Dyko et Sutton, agente di seccumi su Pinus
sspp;
d)Tomicus destruens (Wollaston) e Tomicus piniperda L., I blastofagi
del pino.
2. La Regione attua forme di prevenzione e lotta contro i parassiti del
castagno secondo quanto stabilito dall’articolo 54.
3. Le modalità di lotta contro i parassiti di cui al comma 1 sono indicate nel regolamento forestale.
4. La Giunta regionale, con propria delibera, può aggiornare l’elenco
dei parassiti sottoposti a lotta ai sensi del comma 1.
Mentre nel relativo Regolamento Attuativo n°7 del 18 aprile2005
all’Art.98 si stabilisce:
Art. 78
(Parassiti sottoposti a lotta in ambito ragionale)
Comma 2. La lotta ai parassiti indicati dall’art.75 della legge forestale
è effettuata secondo le seguenti modalità:
a)………..
b)………..
c) il Tomicus destruens (Wollaston) e Tomicus piniperde L., i blastofagi del pino, mediante interventi di distruzione delle piante il cui tronco presenti numerosi fori di sfarfallamento.
Comma 3. Per i parassiti di cui al comma 2 è obbligatoria la segnalazione all’ente competente e al Servizio Fitosanitario Regionale, mediante lettera raccomandata.
Comma 4. In essenza di vincoli ed altre disposizioni specifiche sui
criteri e le modalità per l’abbattimento delle piante, gli interessati
possono procedere all’abbattimento delle piante infestate dai patogeni senza necessità dell’autorizzazione o della comunicazione di cui
all’articolo 7, purché l’intervento, da realizzarsi nell’arco di un biennio, riguardi piante isolate o piccoli nuclei di non oltre cinque piante
per ettaro, ovvero determini una superficie continua scoperta di non
oltre 1.000 metri quadrati per ettaro. Negli altri casi è richiesta la valutazione di un tecnico agroforestale abilitato. Qualsiasi intervento
di abbattimento deve essere comunicati mediante raccomandata con
ricevuta di ritorno, al Servizio fitosanitario regionale, all’ente competente, al Corpo Forestale dello Stato competente per territorio e,
qualora l’intervento riguardi un’ area ricadente all’interno di un’ area
protetta, all’ente gestore dell’area stessa.
Perito Agrario 3/2011
15
DIFESA DELLE PIANTE
La lotta al Blastofago è particolarmente
difficile ma non impossibile. Solo una
sequenza di interventi mirati e seguiti
da un Tecnico specializzato può portare all’eradicazione
del temibile fitofago.
Una volta scoperta la
presenza in pineta si
dovrà procedere urpiante stesse. Sintomi precisi della
presenza dell’insetto sono quindi:
- La frequente presenza a terra dei
getti terminali ancora verdi;
- Chiome rade, trasparenti di colore verde chiaro – giallastro viranti,
con il passare del tempo, verso il
bruno;
- Chiome dall’aspetto opaco e non
lucente come nel caso di esemplari sani;
- Sugli esemplari più giovani è facile notare chiome avvizzite con
ciuffetti terminali rivolti verso il
basso;
- Sui fusti con corteccia ancora sottile, sulle branche e sui rametti
terminali è possibile notare le caratteristiche concrezioni di resina
cristallizzata generatisi alla base
dei fori di entrata e di uscita degli
insetti.
16
gentemente a:
- Abbattimento degli esemplari irrimediabilmente compromessi in
quanto troppo avanti nel ciclo di
deperimento;
- Allontanamento del materiale risulta senza ulteriori lavorazioni in
situ onde evitare la fuoriuscita di
adulti da tessuti infestati con relativo smaltimento in fornace;
- Realizzazione di trappole (da effettuarsi in pineta) con l’ ausilio
di toppi di Pino sani accatastati in
numero adeguato in relazione al
grado di infestazione ed al sesto
d’impianto. La catasta dovrà essere monitorata frequentemente ed
eliminata con le modalità di cui al
punto precedente non appena sia
stata rilevata una buona presenza
di insetti.
- Trattamento fitosanitario endoterapico curativo, da effettuarsi due
volte l’anno; la prima tra aprile e
giugno e la seconda tra la fine di
agosto e la fine di
settembre, quando la popolazione
dell’insetto è costituita da soli adulti
e prima della deposizione delle uova.
In tale fase del suo
ciclo biologico il
Blastofago si trova
posizionato sulla
chioma e quindi
più vulnerabile in
Perito Agrario 3/2011
quanto facilmente raggiungibile
dal fitofarmaco iniettato nel sistema linfatico dell’albero.
Trattamento endoterapico di supporto. Somministrazione di nutrienti e
bioattivatori con lo scopo di favorire
la ripresa fisiologica e vegetativa degli alberi colpiti favorendo al contempo la regolare circolazione linfatica
(fondamentale per la traslocazione
dell’insetticida).
E’ inutile ricordare a noi, ma sarebbe utile ricordarlo alle Amministrazioni Locali Pubbliche, come i Periti
Agrari siano in grado di intervenire e
proporsi quali professionisti preparati a risolvere tempestivamente danni
ambientali gravissimi.
AGRO-CHEMICALS
Agricoltura, approvato lo
stato di emergenza fitosanitaria
P
er fronteggiare al meglio i
danni provocati dalla diffusione dei parassiti in agricoltura, il Consiglio dei Ministri, nella
riunione del 31 maggio 2011, ha
proclamato lo stato di emergenza
fitosanitaria.
Il provvedimento, proposto dal
ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Saverio
Romano, si è reso necessario per
realizzare un potenziamento ed
un maggiore coordinamento nella
lotta ai vari organismi nocivi che,
soprattutto nell’ultimo periodo,
hanno causato rilevanti danni alle
produzioni agricole e all’ambiente,
con ripercussioni economiche e
paesaggistiche.
Anche a causa della globalizzazione dei mercati, infatti, alcune
specie di insetti e microrganismi
patogeni sono stati introdotti accidentalmente in Italia da altre
aree geografiche con il trasporto
di mezzi e persone, dopo di che si
sono acclimatati e diffusi con rapidità. Le piante colpite da parassiti
potrebbero, indirettamente, diventare un rischio per l’incolumità
pubblica, in quanto le larve degli
insetti scavano profonde gallerie
all’interno della pianta, non visibili dall’esterno, che possono provocarne la caduta. Evidenti, poi, i
danni provocati direttamente agli
agricoltori a causa della perdita
delle produzioni, dell’obbligo di
distruzione delle piante infette, e
le perdite dirette dovute al possibile blocco delle esportazioni di
produzioni agroalimentari.
Questi alcuni degli strumenti indicati nel provvedimento per fronteggiare la crisi:
s INDIVIDUAZIONE URGENTE DELLE
aree di intervento per il contenimento dell’emergenza fitosanitaria relativamente ad alcuni
organismi nocivi, nonché individuazione delle misure di messa in sicurezza;
s COORDINAMENTO DEI SERVIZI lTOsanitari regionali, delle Regioni
e degli enti locali per le suddette azioni;
s COORDINAMENTO DELLATTIVITÌ DI
formazione, ricerca e sperimentazione, prevedendo l’istituzione di un tavolo di concertazione con enti ed istituti di ricerca
pubblici e privati;
s PREDISPOSIZIONE E GESTIONE DI
un albo degli operatori economici che possono effettuare interventi per l’eradicazione o il
contenimento degli organismi;
Perito Agrario 3/2011
s ADOZIONE DI AZIONI INFORMATIVE
per fornire indicazioni circa i
rischi della diffusione degli organismi nocivi, anche attraverso un piano di comunicazione a
supporto dell’attuazione degli
interventi previsti;
s REALIZZAZIONE DI UNA TASKFORCE
dedicata specificatamente a
questa tematica.
Tra i vari agenti dannosi che hanno
determinato l’emergenza, il tarlo
asiatico (Anoplophora chinensis),
che si sta diffondendo in alcuni
comuni della Lombardia, del Lazio e del Veneto, colpendo diverse
piante forestali come aceri, faggi,
platani e pioppi, ma che potrebbe
presto interessare anche molte altre specie, tra cui varie piante da
frutto dei generi prunus, malus e
citrus. Nel caso delle palme, invece, colpite dal punteruolo rosso, la forte diffusione dell’insetto
sta portando ad un cambiamento
del paesaggio in tutte le regioni
interessate.
Fonte: Ministero delle Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali
Redazione governo.it - Maddalena Baldi
17
FABBRICATI NASCOSTI
2SHUDWLYLWD¶3URWRFROOR
FRQ$JHQ]LDGHO7HUULWRULR
I
n premessa occorre precisare
che l’Agenzia del Territorio
allo scadere del termine del
30/04/2011, come definito dal D.L.
18
29/12/2010 n. 225, ha attivato le procedure per
assegnare in via speditiva rendite presunte
agli immobili “mai
dichiarati”;
questo
in base agli elementi
desunti dai noti rilievi
aerofotogrammetrici
integrati da elementi
acquisiti con sommari
sopralluoghi “a vista”
(rispondenza agli obblighi, tipologia d’uso
presunta, numero dei
piani presunto, ecc.)
nonché con riprese fotografiche dirette.
Tali informazioni saranno poi inserite in
un software, una specie di Docfa
semplificato, che oltre a schedare
gli immobili predisporrà l’inserimento in banca dati di una Rendita
Presunta.
Come noto,tali
rendite avranno rilevanza
fiscale con decorrenza dal
01/01/2007 e
non saranno
notificate ma
affisse
solo
nell’albo pretorio di ogni
Comune, con
avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale,
oltre a poter
Perito Agrario 3/2011
essere visionate negli Uffici Catastali; gli Uffici locali dell’Agenzia
del Territorio stanno già predisponendo i cosiddetti fascicoli per i
controlli.
Si evidenzia che tale azione certamente sarà soggetta alla applicazione di diritti catastali e comunque non esimerà l’interessato al
completo accatastamento dell’immobile in base alla vigente normativa, pena la ulteriore azione
di surroga da parte dell’Agenzia
del Territorio. Inoltre si sottolinea
che tale rendita ovviamente non
assolverà gli obblighi di conformità catastale dei beni di cui al D.L.
31/05/2010 n. 78.
In considerazione della rilevanza di
tale scadenza ed azioni successive,
nonché per la rilevanza delle sanzioni ora quadruplicate, come già in
precedenza indicato, su indicazione
del CNPA i Periti Agrari attivi nel
settore svolgano, anche in sintonia
con le locali sedi dell’Agenzia del
FABBRICATI NASCOSTI
Territorio, ulteriori azioni di sensibilizzazione dei soggetti potenzialmente interessati a tali controlli.
In data 12/04/2011 la Direzione
Centrale del Catasto ha interessato, riprendendo un discorso interrotto l’autunno scorso, i sei Ordini
e Collegi del settore proponendo
la sottoscrizione di un protocollo
di intesa per attività di collaborazione gratuita dei Collegi Provinciali e dei liberi professionisti
nelle attività di sopralluogo per
la determinazione delle rendite
presunte su alcune delle province
interessate.
Il CNPA, in considerazione di alcuni aspetti di rilevanza professionale e deontologica della forma di
intesa, dopo aver espletato le valutazioni del caso e di opportunità, in
data 3 maggio 2011, ha siglato con
l’Agenzia del Territorio il protocollo d’intesa per attività di collaborazione gratuita dei Collegi Provinciali e dei liberi professionisti nelle
attività di sopralluogo per la deterr
minazione delle rendite presunte su
alcune delle province.
Tale documento è stato divulgato
ai Collegi provinciali per l’opportuna conoscenza.
La Dr.ssa Gabriella Alemanno,
Direttore Generale dell’Agenzia
del Territorio, ha reso noto che per
alcune di queste Province possono
essere attivate le operazioni previste dal Protocollo stesso inviando
Perito Agrario 3/2011
l’elenco di quelle interessate con il
relativo numero di particelle trattabili che verranno ripartite tra le categorie professionali i cui Consigli
Nazionali hanno sottoscritto l’apposito Protocollo. A livello locale
gli Uffici dell’Agenzia del Territorio sono stati autorizzati a prendere contatto con i Collegi provinciali
che possono essere interessati fornendo loro il software stand-alone
per la redazione della proposta di
aggiornamento catastale e le istruzioni operative da applicare per
l’attività in discussione.
Sarà effettuata la ripartizione delle
particelle da trattare, tra le diverse
Categorie professionali rispettando criteri di proporzionalità, sulla
scorta delle percentuali di pratiche
Docfa presentate nel corso dell’anno 2009 dai professionisti appartenenti ai diversi Ordini/Collegi
professionali con possibilità di ulteriore ridistribuzione, in caso di rinuncia di qualche Ordine/Collegio
professionale provinciale.
Viene, comunque, lasciata ad accordi a livello locale la possibilità di variazioni dei criteri qualora il numero dei tecnici non risulti coerente
con i parametri di proporzionalità.
Naturalmente, e non può essere
diversamente, i Periti Agrari che
daranno al Collegio provinciale
territorialmente competente la disponibilità ad operare dovranno
possedere una riconosciuta esperienza in materia catastale e non
avere ricevuto sentenze di condanna passate ingiudicato o sanzioni
disciplinari ricevute dal Consiglio
del Collegio.
Alla presentazione del Rapporto
annuale dell’Agenzia del Territorio
della Sicilia, avvenuto il 16 giugno
2011 a Catania, il Direttore, Ing.
Marco Selleri, ha presentato la situazione che, per il raggiungimento
degli obiettivi comuni entro i termini prefissati, vede opportuno e ne-
19
FABBRICATI NASCOSTI
Art. 19, comma 10, decreto legge n. 78 del 2010
Province interessate e numero di particelle
oggetto di collaborazione con le categorie professionali
Agrigento
6.000 Palermo
6.000
Benevento
5.000 Perugia
8.000
Bergamo
5.000 Potenza
22.000
Brescia
5.000 Ragusa
6.000
Cagliari
13.000 Salerno
34.000
Catania
7.000 Siracusa
14.000
Catanzaro
15.000 Torino
5.000
Crotone
10.000 Trapani
5.000
Milano
5.000 Verona
6.000
Napoli
10.000 Totali
185.000
(dati riferiti al 2 aggio 2011
cessario il Protocollo stipulato con i
Collegi dei Geometri, Periti Agrari,
Periti Industriali e l’Ordine degli
Agronomi. L’ Ing. Franco Maggio,
Direttore Centrale Catasto e Cartografia dell’Agenzia del Territorio
nel ripercorrere la strada fin qui fatta, che ha portato alla regolarizzazione agevolata di parte delle case
fantasma con conseguente recupero
del gettito fiscale Ici, Irpef e delle
imposte indirette, nel considerare
ancora impegnativo il percorso si è
detto convinto che dalla collaborazione Agenzia del Territorio/Colle-
20
gi ed Ordini potranno venire ottimi
risultati.
Stiamo parlando di una regolarizzazione che ha portato coinvolto
560.837 unità immobiliari per una
rendita catastale complessiva di
415,5 milioni. E se ne aspettano circa altrettanti.
Altro dato interessante, fornito
dall’Agenzia del Territorio, porta
a 2.228.143 le particelle di Catasto
dove sono stati individuati fabbricati non accatastati e su queste 1.065.484 sono stati eseguiti gli
accertamenti.
Perito Agrario 3/2011
Alle rimanenti 1.162.000 (ancora da
verificare) l’Agenzia del Territorio
dovrà attribuire la rendita presunta e questo grazie alle squadre dei
Tecnici dell’Agenzia e dei Tecnici
esterni, aderenti al protocollo, che
inizieranno i rilievi fotografici ed
esterni agli edifici individuati nelle
foto aeree.
Ringraziamo i Periti Agrari per la
collaborazione che, con competenza
e professionalità, vorranno prestare
ed auguriamo loro un buon lavoro.
La rendita presunta verrà successivamente notificata, con la semplice
affissione all’albo Pretorio Comunale territorialmente competente,
con l’aggravio delle spese sostenute
e della sanzione dovuta per la ritardata presentazione.
Dopo la notifica della rendita presunta i proprietari potranno presentare una loro “proposta di rendita”
che verrà valutata dalla Agenzia del
Territorio che assegnerà la rendita
“attribuita” definitiva contro la
quale è ammesso ricorso.
Considerato che le rendite valgono dal 2007 tra interessi e sanzioni
per i mancati adempimenti relativi all’ICI (con l’esclusione per la
prima casa), Irpef ed altre imposte
dirette sarà un bel salasso fiscale. E
come la mettiamo con la conformità alle norme urbanistico-edilizie
comunali……… arriveremo alla
demolizione?
PROFESSIONE
Seminario di Studio sugli Standard
Internazionali di Valutazione Immobiliare
Il Collegio Provinciale dei Periti
Agrari e dei Periti Agrari Laureati di
Latina ed E-Valuations® hanno organizzato, il giorno 31/05/2011 presso
l’ISPAA “San Benedetto” di Borgo
Piave in Latina l’evento informativo,
al fine di presentare a tutti i Professionisti interessati al settore delle valutazioni immobiliari le principali novità
operative nell’ ambito estimativo, con
una particolare attenzione alle stime
in campo Giudiziario.
Infatti, una valutazione corretta e trasparente del compendio immobiliare è
un diritto delle parti in causa pertanto
occorre promuovere la figura specialistica del Valutatore Indipendente, soggetto in grado di applicare principi e
criteri estimativi univoci, che possano
condurre a risultati certi, condivisibili
replicabili.
Pertanto con questo Seminario si è
inteso svolgere una panoramica sugli
standard internazionali di valutazione
immobiliare (IVS) e fare il punto della
situazione sulla loro applicazione nel
nostro Paese.
22
Una valutazione immobiliare oggettiva,
basata su procedimenti scientifici, è un
diritto del cittadino consumatore e degli
operatori economici,
oltre che uno strumento funzionale a
garantire i presupposti di giustizia economica e di perequazione fiscale.
Pertanto i Professionisti chiamati a svolgere tale attività
debbono preoccuparsi di curare il
proprio costante aggiornamento professionale, in modo da garantire l’
utilizzo delle più adeguate procedure
valutative.
Hanno portato il loro contributo intervenendo su temi specifici e correlati :
Ing. Nicola Di Battista, Preside dell’IPSAA S.Benedetto di Latina, Per. Agr.
Bottaro Andrea, Presidente Consiglio
Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, Dott. Agr. Angelo
Donato Berloco, Presidente E-Valua-
Perito Agrario 3/2011
tions, Arch. Gianni Borsa, Ordine Architetti di Latina, Dott. Agr. Giovanni
Gaetano Capotosti, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Latina, Per.
Agr. Maria Grazia Passarelli, Presidente del Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
di Latina, Geom. Antonello Trovato,
Collegio Provinciale Geometri.
Il riscontro sull’attualità e l’interesse della tematica è dato dalla pronta
adesione al Seminario, che si è svolto
con il patrocinio della Regione Lazio, del Collegio Nazionale dei Periti
Agrari e dei Periti Agrari Laureati ,
della CCIAA di Latina, dall’ATER di
Latina, dall’ASTRAL , della Provincia di Latina , del Collegio dei Geometri di Latina, del Collegio dei Periti Industriali di Latina, dell’Ordine
degli Architetti di Latina, dell’Ordine
dei Dottori Agronomi e Forestali di
Latina, della Banca Cassa Rurale
e dell’Artigianato di Latina e delle
aziende agricole che hanno offerto
i loro prodotti per far conoscere ai
partecipanti i sapori della agricoltura
Pontina.
FORMAZIONE
Piano ITS - per integrare istruzione,
formazione e lavoro
Il Ministro Mariastella Gelmini ha presentato il 24 maggio a Palazzo Marini,
presso la Sala delle Conferenze della
Camera dei Deputati il Piano Istituti
Tecnici Superiori (ITS), per l’istituzione
di un canale di istruzione terziaria non
universitaria.
Saranno scuole speciali di tecnologia e
da settembre ne saranno attivate 58.
Gli Istituti Tecnici Superiori sono “centri
speciali di alta tecnologia” istituiti con
l’intento di creare il canale di formazione superiore terziario non universitario.
Sono stati introdotti nell’ordinamento
nazionale e sono un’alternativa all’Università per chi vuole completare una
formazione tecnologica di livello, pensata per i giovani e le aziende ad alto
contenuto di innovazione.
L’idea generale è raccordare le competenze e le risorse già
esistenti sul territorio e
indirizzarle all’alta formazione tecnica nei settori strategici per il Paese.
Agli ITS può iscriversi chi
è in possesso di un diploma di scuola media superiore; il corso ha durata
di 1.800-2.000 ore, con il
30% di tirocinio in azienda e all’estero.
Il 50% dei docenti deve
provenire dal mondo del
lavoro e delle professioni
e il titolo rilasciato è quello di“Diploma di Tecnico
Superiore” con CFU riconosciuti.
Il Diploma ha l’indicazione dell’area
tecnologica e della figura nazionale di
riferimento, pari al V livello del Quadro
europeo delle qualifiche.
Gli ITS si collocano all’interno di
un nuovo settore non esistente in
Italia,quale quello del sistema “terziario
post-secondario” ed hanno senso se in
rapporto con il mondo della ricerca, con
il mondo accademico e il lavoro e l’esigenze del mercato del lavoro e vogliono
accompagnare e formare i giovani alla
valorizzazione dei risultati della ricerca
tecnologica più avanzata e vitalizzare
le capacità di progettazione di percorsi
innovativi con l’obiettivo di rafforzare e
qualificare esperienze di specializzazione Tecnica Superiore nelle aree tecnologiche di “Industria 2015”.
Come ha stabilito la recente Legge 240
di riforma del sistema universitario con
gli artt. 3 e 14, gli ITS rappresentano una
concreta proposta formativa, dotata di
una propria specificità didattica, votata
alla premialità di una costante attività
laboratoriale in situazione sono attivati
e gestiti da una Fondazione di partecipaPerito Agrario 3/2011
zione di diritto privato con apporto pubblico in cui scuola, struttura formativa
accreditata dalla Regione, impresa del
settore produttivo, dipartimento universitario, ed ente locale, esercitano il ruolo di soggetti fondatori per assicurare
standard organizzativi adeguati e piena
occupabilità giovanile al termine di un
percorso selettivo di durata biennale.
Gli Istituti Tecnici Superiori devono essere messi in grado di dare una risposta
di sistema tra domanda e offerta di lavoro altamente qualificato, a condizione
che sappiano recepire i fabbisogni formativi ed innovativi espressi dal mondo
dell’impresa e realizzare una forte azione di orientamento rivolta alle famiglie, agli studenti, agli insegnanti e devono segnare una discontinuità rispetto ai
percorsi formativi della scuola secondaria di secondo grado.
La didattica dovrà abbandonare schemi e vincoli
disciplinaristici per privilegiare metodologie più
specificatamente legate
alle realtà aziendali e, in
generale, al mercato del
lavoro.
Non interessando alcuna
prosecuzione verticalizzata della formazione secondaria, interessa che i
percorsi ITS costituiscano
un punto essenziale di interazione tra Formazione
e Impresa, abbandonando obsolete dispute tra Istruzione e
Apprendistato.
Fonte: Ministero dell’ Istruzione, dell’
Università e della Ricerca
23
FORMAZIONE
I.T.S. la solita storia?
di Giuseppe Giordano
A settembre 2011,
forse, vedranno la
luce i primi corsi I. T.
S. (Istruzione Tecnica
Superiore).
I gruppi di lavoro costituiti dal Ministero
per le specifiche aree
tecnologiche
hanno
portato a termine i
compiti assegnati e cioè di definire le figure e i percorsi didattici
per la formazione dei neo tecnici
superiori.
Come Collegio Nazionale siamo
stati coinvolti nel lavoro di gruppo
dell’ambito di nostra competenza, il
Sistema Agro-Alimentare della macro area “Made in Italy”.
I lavori sono stati coordinati con
diligenza dalla Dirigente Scolastico Prof.ssa Patrizia Marini che con
energica diplomazia è riuscita a facilitare il confronto sino al raggiungimento di risultati condivisi.
Il nostro coinvolgimento è stato,
comunque, a volte più formale che
sostanziale, infatti qualche nostro
consiglio, nonostante gli sforzi della
Coordinatrice volti alla concretezza, è stato disatteso, preferendo le
stesse e perpetue correnti di pensiero legate più alla teoria che alla
richiesta del mercato .
Nei fatti si è parlato d’innovazione,
di svolta storica, di progetto diverso e originale, di risposta concreta
alla domanda di lavoro dei giovani,
di percorso completamente diverso
rispetto agli I.F.T.S. e speriamo che
24
ancora una volta l’elefante non partorisca il
topolino.
Tutti i buoni propositi
si scioglieranno come
nebbia al sole se non si
interverrà con energia
affinché risultino dissimili ai vecchi corsi
I.F.T.S..
Il nostro pensiero è che la svolta
non ci sarà se non si avrà il coraggio
di progettare adeguati e innovativi
curricola dei percorsi didattici con i
relativi presupposti epistemologici.
Infatti è nostra convinzione che i
curricola non dovranno essere rigidi, ma aperti e completati nella
scuola, considerando quindi la stessa come luogo di ricerca e come terreno d’innovazione formativa e di
confronto tra le realtà differenti.
Dovendo progettare un percorso
didattico originale non possiamo, di
certo, prescindere dall’analisi dello
stato dell’arte dei modelli d’insegnamento attualmente in essere
e, quindi, per essere innovativi occorre
adottare
metodi e sistemi
d’insegnamento
originali mediante l’attivazione di
laboratori didattici con momenti
di tirocinio e di
stage aziendali
significativi, monitorando
oggettivamente le
Perito Agrario 3/2011
competenze e certificando e garantendo le stesse in uscita.
Pertanto l’osservazione, il controllo
e la misurazione degli elementi del
contesto formativo, così come l’applicazione pratica costante e rigorosa di quanto appreso teoricamente,
dovranno divenire prassi quotidiana con la consapevolezza che per
diventare tecnici in agricoltura e
rispondere all’odierna domanda di
un mercato ormai trans europeo, è
necessario possedere conoscenze
fondamentali e abilità specifiche,
nonché alcune competenze che si
sviluppano e si consolidano mediante stage aziendali e assidue
esercitazioni.
Per poter realizzare compiutamente
questo percorso non si può prescindere dal coinvolgimento sinergico
delle imprese, del corpo docente e
dei collegi dei liberi professionisti.
Le imprese presenti nel territorio
assumono, infatti, notevole importanza ed è fondamentale la loro
partecipazione attiva perché solo
facendosi parte integrante del pro-
FORMAZIONE
getto non si correrà il rischio
di fallire.
Per quanto riguarda il corpo
docente è necessario sapere
quali insegnanti coinvolgere
per non riproporre percorsi
formativi improduttivi già sperimentati e per non commettere l’errore di replicare modelli di trasposizione didattica
tradizionale.
Occorre avere, quindi, la fermezza di rinunciare al corpo
docente dei corsi tradizionali,
al personale docente in pensione e
ai docenti Universitari a prescindere, ovviamente con le dovute eccezioni per gli insegnanti che hanno
acquisito peculiari competenze.
Per il reclutamento del corpo docente si dovrebbe tenere, per esempio, in debito conto l’esperienza
S.S.I.S. (scuola di specializzazione
per la formazione dei docenti) e in
particolare le figure dei docenti Supervisori e quella dei Docenti Accoglienti o Tutor.
Figure che hanno acquisito competenze di tipo tecnico e specialistico che consentono di pianificare, attuare e valutare il proprio
insegnamento.
Docenti in grado di ascoltare, osservare, comprendere gli allievi durante
lo svolgimento delle attività formative, assumendo consapevolmente
e collegialmente i loro bisogni formativi, approfondendo le proprie
conoscenze e le proprie competen-
ze professionali, con permanente
attenzione alle nuove acquisizioni
scientifiche, anche in collaborazione
con altre scuole e con il mondo del
lavoro, ma soprattutto docenti capaci di verificare e valutare, anche attraverso gli strumenti docimologici
più aggiornati, le attività di insegnamento, di apprendimento e l’attività
complessiva della scuola.
Il coinvolgimento dei Collegi Nazionali dei liberi professionisti è
altrettanto importante perché garantirebbe la presenza nelle attività
laboratoriali di Tutor preparati perché provenienti dal mondo del lavoro e certificati perché proposti dai
rispettivi Collegi professionali, figure queste, con competenze di tipo
relazionale e pratiche, capaci di creare, sviluppare e mantenere legami
proficui tra la propria professione e
le imprese alla scuola collegate.
Forse è semplice palesare originalità con le parole, poi nei fatti non
Perito Agrario 3/2011
è altrettanto facile, ma con il
coraggio di chi vuole veramente accettare la sfida possiamo
stimolare la rinascita dell’Istruzione tecnica proponendo soluzione diverse e nuove.
Gli ITS possono divenire, per
esempio, percorsi didattici più
appetibili, allettanti e alternativi se i futuri tecnici superiori
saranno riconosciuti a pieno titolo come tecnici di riferimento
Nazionale se sarà loro possibile
iscriversi direttamente ai rispettivi albi per poter esercitare la
libera professione.
Una proposta è sostanzialmente
quella di arricchire il 2° e il 3° anno di
corso degli ITS con il “T.F.A.A.” (tirocinio formativo attivo abilitante),
150 ore di tirocinio osservativo e 150
di tirocinio operativo, cioè un percorso di praticantato e di tirocinio in
grado di consolidare e rafforzare le
competenze per consentire alla fine
del corso l’espletamento dell’esame
di stato per l’abilitazione all’esercizio della libera professione in coincidenza con l’esame di stato ITS.
In questo modo si potrà realizzare
un percorso didattico volto a formare tecnici in grado di operare, mediante esame critico dell’efficienza
aziendale, nei processi produttivi
e trasformativi, tecnici capaci d’intervenire nei processi tesi a realizzare un’agricoltura sostenibile,
contribuendo al rilevamento delle
necessità per la salvaguardia degli
ambienti rurali.
Di tutto questo, nei corsi I.T.S., oggi
poco o quasi, è la solita storia?
Abbiamo avuto l’esperienza di lavoro nella commissione per il Sistema
Agro-Alimentare della macro area
“Made in Italy” che ha affrontato
il problema riuscendo a scrollarsi
di dosso alcuni retaggi d’altra epoca. E questo è un buon segnale così
come da Teramo giunge la notizia
…………………
25
FORMAZIONE
$7HUDPRQDVFHO¶LVWLWXWR
GLDOWDIRUPD]LRQHQHOO¶DJURDOLPHQWDUH
Dal prossimo settembre a Teramo sarà attivo l’Istituto Tecnico
Superiore Nuove Tecnologie per
il Made in Italy-Sistema Agroalimentare. Una sorta di “speciale
politecnico” che propone un’offerta formativa post-diploma alternativa e differenziata da quella
universitaria, perché più marcatamente professionalizzante e finalizzata a un ingresso immediato e
coerente nel mondo del lavoro e
delle professioni. «Si tratta di una
nuova offerta formativa che colma
un gap di oltre 40 anni nel nostro
sistema formativo. L’aspetto più
innovativo è l’elevato contenuto
tecnologico, consapevoli che solo
con l’innovazione il sistema produttivo italiano è in grado di competere. Questo particolare Istituto
nasce nell’ambito del Fondo Socia-
26
le Europeo», ha spiegato Michele
Pisante, Presidente della Fondazione ITS per il Made in Italy sistema agroalimentare di Teramo, nel
corso dell’agroforum “Orientare
per innovare”, svoltosi il 9 giugno
nella città abruzzese.
Con quello di Teramo sono complessivamente 59 gli ITS costituiti
che debutteranno da settembre
2011, nati dall’esigenza di realizzare percorsi formativi finalizzati
al conseguimento del Diploma di
“Tecnico Superiore”, per rispondere ai fabbisogni formativi diffusi sul territorio nazionale, con
riferimento ad ampie aree tecnologiche indicate dalla legge finanziaria 2007. Le imprese possono
così riscoprire, nei diplomati degli
ITS, quella figura molto desiderata e oggi non più reperibile nel
Perito Agrario 3/2011
panorama dell’offerta scolastica,
un “super tecnico” che può contribuire alla crescita e allo sviluppo
del sistema produttivo italiano. La
presenza dell’Università all’interno della Fondazione ITS costituisce un elemento di notevole valore
aggiunto, poiché potrà assicurare
quell’approfondimento scientifico
tecnologico tipico dell’alta formazione e a garanzia di un elevato
grado di conoscenza.
Gli ITS potranno contribuire a ridurre il gap attualmente esistente
tra la domanda di tecnici proveniente dal mondo del lavoro e l’offerta che il sistema scolastico è in
grado di proporre.
«Da una parte c’è stata un’agricoltura che è cresciuta esponenzialmente dal punto di vista tecnico e
tecnologico e dall’altra una scuola
FORMAZIONE
media superiore ancora a vecchi programmi. Gli ITS possono
rappresentare l’anello
di congiunzione tra
il mercato e i giovani
in attesa di occupazione», ha evidenziato Andrea Bottaro,
Presidente Consiglio
Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti
Agrari Laureati, che fin da subito
ha sostenuto il progetto: la frequenza del biennio di formazione
darà infatti la possibilità di accedere immediatamente all’esame di
abilitazione per la libera professione di perito agrario. Bottaro lancia
poi una riflessione. «Proponiamo
di estendere il percorso formativo
a 3 anni, in modo da offrire competenze ancora maggiori ai giovani».
Ha raccolto il suggerimento Mi-
chele Pisante, per cui
«la prospettiva di un
triennio è da prevedere, ma va ricordato
che siamo in una fase
di
sperimentazione.
p
È importante porre
l’attenzione sui requisiti di accesso: gli ITS
sono a numero chiuso
e sono rivolti a quei diplomati di ogni scuola
superiore di secondo grado che abbiano delle competenze certificate
soprattutto per quanto riguarda la
lingua inglese e l’informatica».
La frequenza ai corsi ITS fornisce
anche crediti formativi riconosciuti all’Università: si tratta dunque di
un percorso indirizzato al mondo
del lavoro, ma comunque versatile
per quanti desiderassero poi proseguire gli studi.
«L’agroalimentare è una vocazio-
Perito Agrario 3/2011
ne evidente del nostro territorio —
ha sottolineato Paolo Gatti, Assessore alla Formazione e Istruzione
della Regione Abruzzo —-. Queste
scuole speciali di alta tecnologia
consentono da un lato ai ragazzi di
conseguire delle competenze spendibili immediatamente sul mercato
del lavoro, dall’altro dalle imprese
di avere quel capitale umano che
spesso manca. Si tratta di percorsi
molto pratici dove le materie vengono decise rispettando le esigenze delle imprese. Attualmente la
nostra Regione ha costituito 3 ITS
e il prossimo anno ne nascerà un
quarto».
(Fondazione ITS Istituto Tecnico Superiore “Nuove Tecnologie per il Made in Italy” Sistema Agroalimentare, Via A. De
Benedictis 1 - 64100 Teramoits.
[email protected] - its.
agroforum.eu)
27
CONCILIAZIONE
Mediazione: il ruolo
degli Ordini Professionali
di Paolo Vigato
U
n’altra giornata
importante per
la
Conciliazione quella di mercoledì 6
Luglio, quando a Roma
nell’Aula Magna della
Corte di Cassazione, il “Sistema di Conciliazione”,
Associazione tra gli Enti
promotori di attività di soluzioni alternative delle controversie, ha
promosso il Convegno in titolo al quale
abbiamo assistito assieme ad una platea
di rappresentanti del mondo delle professioni .
I lavori sono stati aperti da Vincenzo
Proto, Presidente della Sezione Civile
Corte di Cassazione cui ha fatto seguito
Alberto Vladimiro Capasso, Presidente
della Associazione che, nata nel 2008, ha
come l’obiettivo di promuovere una cultura della Conciliazione.
Il Prof. Francesco Paolo Luiso, Ordinario di Diritto Processuale Civile all’Università di Pisa, ha illustrato il ruolo delle
clausole di mediazione nei contratti
definendo cosa viene comunemente inteso con il termine clausole che rappresentano accordi che vengono stipulati
dalle parti, in relazione a diverse realtà
oggettive. Tutti uniti da una logica comune ossia quella che, per cercare delle
soluzioni non contenziose ed arrivare
quindi ad una mediazione, è necessario
un atteggiamento diverso, più culturale.
Il diritto dovrebbe essere visto come
uno strumento per raggiungere un risultato e, la mediazione/negoziazione, un
tentativo per arrivare ad una soluzione
che riesca a rispecchiare a pieno gli interessi e i bisogni delle parti, che però
molto spesso si trovano a
scontrarsi per un interesse
comune, visto sotto punti
di vista diversi, ma unico
nella sostanza.
Il Prof. Luiso, sostiene
l’importanza di un ritorno
alla vecchia funzione della professione di avvocato,
che ai giorni nostri viene
sempre più spesso visto, come una sorta
di passacarte tra il giudice ed il cliente.
La Dr.ssa Augusta Iannini, Capo Ufficio
Legislativo del Ministero della Giustizia
ha chiarito quale debba essere la funzione del mediatore che sarà colui che
ci accompagnerà nelle scelte e nel intraprendere il percorso più appropriato
per raggiungere un obiettivo.
Percorso “appropriato” in quanto più
idoneo e consono a risolvere le controversie, mentre se usassimo l’aggettivo alternativo ciò potrebbe indurre a pensare
che “l’altro” sia in qualche modo errato. Il futuro della mediazione non è nella sua obbligatorietà, ma nella clausola
contrattuale, e deve essere visto come la
strada maestra della volontarietà.
Argomento estremamente importante
che è stato toccato dalla dr.ssa
Iannini è quello della professionalità, tema che sta molto
a cuore a tutti, e che nasce
dalle numerose segnalazioni
di inadeguatezza dei professionisti incaricati di svolgere
le procedure.
Da qui la necessità di elevare
la qualità attraverso continui
aggiornamenti formativi arrivando anche all’imposizione
Perito Agrario 3/2011
al mediatore di un biennio successivo di
tirocinio assistito che preveda la partecipazione del mediatore ad almeno 20
diversi casi di lite.
Nei prossimi giorni sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il nuovo decreto
del Ministero della Giustizia, che mira
appunto alla massima qualificazione
dei mediatori e interviene sui costi della procedura.
Gli organismi di conciliazione dovranno, per parte loro, anche indicare
nei propri regolamenti i criteri per l’
assegnazione delle controversie, che
siano rispettosi della competenza professionale del mediatore designato, tenendo anche conto del titolo di studio
posseduto rispettando i vari settori di
preparazione.
Anche sul fronte della spesa ci saranno
delle novità, il decreto ministeriale stabilirà che le tariffe saranno derogabili e
che dovranno essere ridotti i costi delle
indennità nelle ipotesi di mediazione
obbligatoria, questo per evitare che la
parte che si è presentata al tentativo di
negoziazione sia penalizzata .
Non ci resta che aspettare l’arrivo del
decreto sui mediatori.
29
ALLEVAMENTO
La zootecnia italiana
DOWHPSRGHOO¶8QLWjG¶,WDOLD
di Maurizio Arduin
Il nostro Paese sta festeggiando 150 anni dell’Unità d’Italia e credo sia doveroso riportare, anche
se velocemente, la strada
degli allevamenti zootecnici, le razze, i successi, i
problemi.
Un’immagine delle differenze dell’Italia unita, i punti di forza e le
criticità di un gruppo di
regioni autonome che
un secolo e mezzo fa
iniziarono un cammino
unitario.
L’allevamento
di asini e muli
Al tempo dell’Unità d’Italia
il nuovo Regno poteva contare sulle migliori razze asinine
presenti in Europa. Anche in
questo settore i Comizi Agrari
si impegnarono per recuperare
idonei riproduttori per migliorare le razze locali.
L’allevamento è comunque
molto limitato e più sviluppato
al sud. All’inizio del Regno le
importazioni, sia di muli che di
asini, superavano di gran lunga
le esportazioni.
30
Perito Agrario 3/2011
ALLEVAMENTO
L’allevamento
dei Bovini
D
Dopo
l’Unità d’Italia l’incremento del
bestiame bovino fu garantito dall’introb
duzione di buoni riproduttori di pregiate
d
rrazze straniere. Purtroppo gli studiosi del
ttempo preferivano acquistare all’estero
materiale già selezionato piuttosto che
m
iintraprendere, se ben lunghi, programmi
di selezione.
d
IIl miglioramento del patrimonio bovino
avvenne quindi attraverso l’acquisto di
rriproduttori selezionati, l’istituzione di
sstazioni di monta e la distribuzione di
premi a privati che destinavano i propri
p
ttori alla monta pubblica.
Anche all’Esposizione Universale di PaA
rrigi (1878) la presenza italiana fu ridotta
ccon solo quattro razze presentate: Pugliesse, Romagnola, Reggiana e Chianina.
Non mancavano comunque tentativi di
N
utilizzare razze locali come nel caso del
u
Comizio di Savigliano che, con più tenttativi, riuscì nell’intento di utilizzare, a
sscopo di monta pubblica, la locale Piemontese di Pianura.
m
La qualità delle produzioni migliora
L
anche grazie a una maggior cura degli
animali, una più razionale coltivazione
dei terreni e di conseguenza un migliod
rramento della loro alimentazione. Aumenta anche l’esportazione di animali da
m
macello e di conseguenza il loro prezzo
m
cche stimola gli allevatori.
L’allevamento delle api
L’allevamento delle api non è ancora gestito nel modo corretto: gli
alveari sono in genere a favo fisso.
L’allevamento è uno svago di pochi
tra dilettanti, ortolani e giardinieri.
La raccolta del miele non è ancora
razionale e a volte questa operazione prevede l’uccisione delle api.
Anche la vendita del miele non è
sviluppata dato che questo prodotto serve per pochi usi industriali e
farmaceutici.
Perito Agrario 3/2011
31
ALLEVAMENTO
L’allevamento del bestiame
ovino e caprino
L’allevamento del bestiame suino
L’allevamento delle pecore era considerato, già
al tempo dell’Unità d’Italia, un’attività marginale giustificata solo per quelle aree dove la scarsità
del pascolo e l’eccessiva pendenza non permetteva
l’allevamento bovino. Inoltre le attività di bonifica
e dissodamento dei terreni relegava sempre più la
pastorizia alle aree marginali. Per nascondere l’incapacità di selezionare il materiale locale si iniziò
l’importazione di razze estere presso la Scuola Superiore di Agricoltura di Portici e presso lo Stabilimento Sperimentale Zootecnico di Reggio Emilia.
Resistevano a questo inquinamento genetico alcune
razze locali come la Bergamasca.
L’allevamento del maiale era un’attività molto remunerativa grazie alle esportazioni che erano a quel tempo
molto importanti. Questo successo economico portava
però alla ricerca di soluzioni sempre innovative che si
traducevano con l’importazione e la diffusione, nel nostro paese, di razze estere, principalmente inglesi, considerate di più facile ingrassamento, ossatura leggera e
migliore qualità delle carni. Dalla formazione della giovane Italia in soli 20 anni le esportazioni aumentarono
del 400% mentre le importazioni scesero al 10%.
A quel tempo era apprezzata la razza Casertana il cui
allevamento era promosso dalla Règia scuola di Agricoltura di Portici. Questa razza però non riusciva a trovare il consenso degli esperti europei che non erano in
grado di apprezzare le caratteristiche dei maiali mediterranei preferendo la grossa mole dei suini continentali. Largamente diffusi erano pertanto, in Italia, i maiali
inglesi di razza Berkshire.
L’allevamento del Pollame
A tempo dell’Unità d’Italia l’allevamento del pollame era particolarmente
Al
ssviluppato nell’Italia settentrionale e centrale. L’allevamento era praticato
iin larga misura dai contadini e non era ben visto dai proprietari terrieri che
mal sopportavano il saccheggio delle sementi ad opera del pollame consim
derato “insazievole e predatore”. L’industria del pollame era incoraggiata
d
dalla notevole richiesta si esportazione verso la Francia e l’Austria.
d
Le richieste di esportazione erano favorite anche dall’alta qualità del pollaL
me comune come polli, conigli, piccioni, tacchini e oche.
m
Apprezzati e ricercati erano, a quel tempo, le galline di razza Comune, le
A
ggalline Padovane, le galline di Cremona, le tacchine degli Abruzzi, i piccioni
di Reggio, il coniglio Argentato, le oche di Novara e del Polesine.
d
Per quanto riguarda le uova la maggior parte di quelle destinate all’esportaP
zzione venivano prodotte nel Veneto e lungo la valle del Po.
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Perito Agrario 3/2011
SICUREZZA
Obblighi di sicurezza per i tirocinanti
N
ei luoghi di lavoro è necessario operare in maniera da creare le condizioni di massima
sicurezza e dunque, considerato che
molto è stato detto per le aziende in
generale, siano esse di produzione, trasformazione e commercializzazione, è
stata posta la domanda se i praticanti,
stagisti e tirocinanti sono equiparati
ai lavoratori. La loro presenza in uno
studio professionale senza dipendenti
comporta obblighi di prevenzione? Il
titolare dello studio è tenuto a particolari obblighi per se stesso? (Di R.
Dubini).
Quesito: Nel caso di uno studio professionale senza dipendenti, in cui
siano presenti soggetti obbligati a un
periodo minimo di praticantato per
l’accesso alla professione, il titolare
dello studio è tenuto a particolari obblighi per se stesso? E per il tirocinante a titolo gratuito?
Risposta: Il Dlgs 81/08 ha stabilito
all’art. 2, comma 1, lettera a) del D.Lgs.
81/2008, che praticanti, stagisti e tirocinanti sono equiparati ai lavoratori.
a) «lavoratore»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa
nell’ambito dell’organizzazione di un
datore di lavoro pubblico o privato,
con o senza retribuzione, anche al
solo fine di apprendere un mestiere,
un’arte o una professione, esclusi gli
addetti ai servizi domestici e familiari.
Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa
o di società, anche di fatto, che presta
la sua attività per conto delle società
e dell’ente stesso; l’associato in partecipazione di cui all’articolo 2549, e
seguenti del codice civile; il soggetto
beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui
all ’articolo 18 della legge 24 giugno
1997, n. 196, e di cui a specifiche disposizioni delle leggi regionali promosse
al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante
la conoscenza diretta del mondo del
lavoro;[...]
Questi sono quindi i principali adempimenti per la sicurezza nei luoghi di
lavoro per gli studi professionali.
Gli articoli 17 e 31 e segg. del D.Lgs.
81/2008 prevedono l’obbligo per il
datore di lavoro di nominare il Responsabile del Servizio Prevenzione e
Protezione (RSPP). Tale ruolo può essere assunto da un consulente esterno
oppure dal datore di lavoro stesso se
adempia al requisito di aver frequentato un corso di formazione specifico
di almeno 16 ore.
Il datore di lavoro deve inoltre nominare degli addetti del primo soccorso
e alla prevenzione incendi e gestione dell’emergenza. Anche in questo
Perito Agrario 3/2011
caso, ma solo nelle imprese o unità
produttive fino a cinque lavoratori,
questi ruoli possono essere svolti direttamente dal datore di lavoro, sempre a seguito di specifici corsi formazione previsti agli articoli 45 e 46 del
D.Lgs. 81/2008.
Ulteriore adempimento previsto
dall’art. 47 del d.lgs. 81/2008 per le
aziende in cui c’è almeno un lavoratore (quindi anche un solo praticante) è l’elezione o la designazione
del rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza ( RLS) che, a norma
dell’art. 37 comma 11, deve frequentare un corso specifico di almeno 32
ore (ricordiamo che in alternativa il
RLS può oppure essere individuato
per più aziende nell’ambito territoriale o del comparto produttivo secondo quanto previsto dall’articolo
48 del D.Lgs. 81/2008).
Ricordiamo che l’art. 55 del suddetto decreto sanziona penalmente la
mancata designazione dei lavoratori
incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi, evacuazione, pronto soccorso e gestione
delle emergenze nonché per non aver
informato i propri dipendenti sui rischi presenti sul luogo di lavoro. Così
come sono penalmente sanzionate la
mancata formazione del rappresentante dei lavoratori e l’omessa redazione del documento di valutazione
dei rischi.
Fonte (punto sicuro)
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VITA DEI COLLEGI
Periti Agrari e cooperazione internazionale allo sviluppo
L Fai Cisl di Ragusa, con il patrocinio dell’assessorato alle Politiche Sociali
La
ddella Provincia, dei comuni di Ragusa, Vittoria e dell’Università di Catania
e Ragusa, ha promosso la Terza giornata della settimana di studi e scambi
cculturali con la città di Annaba (Algeria) e, il giorno 25 giugno si è tenuto
ll’incontro alla Facoltà di Lingue di Ibla per dibattere con gli studenti della
Facoltà sul tema: “Lingua e Letteratura Araba”. Sono intervenuti il Professore
F
$Ou.KHÀIGHOOD)DFROWjGL$QQDEDHOD'RWWRUHVVD6RXDGRX/DJGDIGRFHQWH
$
ddi lingua araba alla Facoltà di Ibla; nel pomeriggio, sempre nell’ambito dei
cconfronti tecnico-culturali al Teatro comunale di Vittoria si è tenuto il conveJQRVXOWHPD´$QQDED9LWWRULD$JULFROWXUDH6RVWHJQR3URIHVVLRQDOHµ'RSRLVDOXWLGHOVLQGDFR
Giuseppe Nicosia e l’introduzione al tema del segretario della Fai-Cisl Giovanni Fracanzino sono
intervenuti il Per. Agr. Corrado Balloni, Presidente del Collegio dei Periti Agrari, Sandra Sabrina
Triki dell’Università di Annaba, Giuseppe Re, presidente dell’Ordine degli Agronomi ed Angelo
Macca, Perito Agrario i quali hanno portato contributi utili alla collaborazione internazionale ed
agli scambi di esperienze sulla azione dei professionisti a sostegno dell’agricoltura.
Sono previsti ulteriori scambi culturali e tecnici.
Collegio di
Pistoia
Collegio di
Messina
Collegio di
Ferrara
A seguito delle elezioni avvenute nel
giorno 28 Aprile 2011 il nuovo Consiglio del Collegio risulta così composto:
A seguito delle elezioni avvenute nel
giorno 23 Maggio 2011 il nuovo Consiglio del Collegio risulta così composto:
A seguito delle dimissioni di un consigliere il nuovo Consiglio del Collegio
risulta così composto:
Consiglio del Collegio
Consiglio del Collegio
Consiglio del Collegio
Presidente
VicePresidente
Segretario
Tesoriere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Presidente
VicePresidente
Segretario
Tesoriere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Presidente
VicePresidente
Segretario
Tesoriere
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Guidi Leonardo
Paganelli Silvia
Fioravanti Gianluca
Bastianoni Giuliano
Giuntini Maurizio
Andreani Alessandro
Marchini Alfio
Tripoli Salvatore
Cuscunà Umberto
Milio Renato
Giordano Giuseppe
Natoli Dario
La Rosa Felice
Cacciola Biagio
Bernardini Mario
Canetto Alberto
Costa Eugenio
Marchioni Paolo
Galeotti Fabio
Lazzari Raffaella
Rocchi Stefano
Collegio dei Revisori dei Conti
Collegio dei Revisori dei Conti
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Membro Eff.
Membro Eff.
Membro Supp.
Membro
Membro
Membro
Membro
Presidente
Membro Eff.
Membro Eff.
Membro Supp.
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Marchioni Valerio
Bindi Maurizio
Chiostri Remo
Bellandi Marco
Latino Amedeo
Mario Vito Pino
Catalano Salvatore
Carollo Pietro
Perito Agrario 3/2011
Emanuela Finotello
Claudio Bellan
Bernardo Bombonato
Romano Rampazzo
NEWS
Periti Agrari ed olio
L’
apporto professionale ed
appassionato dei Periti
Agrari della provincia di
Reggio Calabria ha anch’esso contribuito ad elevare la qualità della produzione olivicola ed olearia
della Tenuta San Mauro dei fratelli
Fazari e, conseguentemente, al successo aziendale generale dell’Olearia
San Giorgio, che si
è sempre avvalsa dell’assistenza
tecnica dei Periti
Agrari Beniamino
Denisi e Girolamo Fazari. Il più
recente riconoscimento l’azienda
di San Giorgio
Morgeto lo ha ottenuto in Canada,
alla manifestazione SIAL(svoltasi
a Montreal e Toronto), con il primo posto assoluto
all’olio extravergine monovarietale
L’Ottobratico ed il
posto d’onore dell’olio bio certificato Terre di San Mauro.
Questo del Canada è un gradito bis al
successo dello scorso anno ottenuto
dagli oli extravergini L’Ottobratico
– al I° posto- e L’Aspromontano –
al II° posto - al concorso organizzato nell’ambito della manifestazione
International Grand Champion
Trophy -Terra Olivo 2010, svoltasi
in Israele, a Gerusalemme. Il succes-
so del Canada costituisce per i fratelli Fazari, laboriosi e lungimiranti
olivicoltori calabresi, un’ulteriore
soddisfazione per quanto essi hanno
realizzato in contrada San Mauro,
una zona alto-collinare. La famiglia
Fazari risiede ed opera a San Giorgio Morgeto, un borgo medioevale
alle pendici dell’Aspromonte reggino che ricade nel Parco Nazionale
d’Aspromonte e la tenuta San Mauro è in agro di quel Comune, situata
a circa 500 metri s.l.m. e raggiunge
una superficie complessiva di Ha
11 circa. Essa sovrasta la Piana di
Gioia Tauro e presenta particolare
pregio, non solo dal punto di vista
produttivo, ma anche p
p
paesaggistigg
co e naturalistico. È coltivata ad
Perito Agrario 3/2011
uliveto specializzato, in agricoltura biologica certificata. Il terreno
ha una giacitura pianeggiante per
il 25% della sua estensione e terrazze circolari per quella restante.
Il soprassuolo è costituito da ulivi
di varietà Ottobratica (autoctona),
carolea, sinopolese, roggianella e coratina, con prevalenza della prima
cultivar. L’età delle piante è,nella
maggior parte dei
casi, giovane con
un impianto di circa 10 anni. Vi sono
pure le piante secolari, che evidenziano un ottimale
stato vegetativo e
produttivo. Il sesto d’impianto è
sufficientemente
ampio, tale da consentire l’agevole
transito delle macchine per la lavorazione del terreno e
per la raccolta delle olive. La forma
di allevamento degli ulivi è definibile naturale, dal momento che le
piante tendono ad assumere il naturale habitus.
La raccolta delle olive viene prevalentemente effettuata con gli scuotitori ed eventualmente con le reti
in più interventi e sempre con mezzi
meccanici. La separazione delle foglie viene effettuata direttamente in
campo con cernitrici meccaniche.
35
NEWS
Aumento del contributo pensionistico
per i Liberi Professionisti iscritti agli Albi
Il contributo integrativo delle casse
di previdenza dei professionisti che
calcolano le pensioni con il sistema contributivo, nate con il decreto
legislativo 103/1996 e tra queste
quella dei Periti Agrari e dei Periti
Agrari Laureati, potrà essere increPHQWDWRÀQRDOSHUFHQWR(·TXHVWRO·HVLWRGHLODYRULGHOOD&DPHUD
dei Deputati che ha dato il via libeUDGHÀQLWLYRDOODSURSRVWDGLOHJJH
´/R3UHVWLµFKHULJXDUGDO·DXPHQWR
del contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionale iscritti in
DOELHGHOHQFKL
/·LPSRUWRGHOFRQWULEXWRLQWHJUDWLvo, non inferiore al 2%, non deve
VXSHUDUH LO H SRWUj HVVHUH XWLlizzato per migliorare i trattamenti
pensionistici degli iscritti alle casse
che adottano il sistema contributiYRPHGLDQWHO·LQFUHPHQWRGHLPRQWDQWLLQGLYLGXDOL
Convenzione Agea
Il CNPA, rispondendo alle esigenze dei Periti Agrari che hanno manifestato disagio rispetto
alla impossibilità di avere a disposizione le opportunità che
oggi sono patrimonio dei Centri
Autorizzati di Assistenza Agricola, ha nuovamente stipulato
con AGEA una convenzione relativa alla possibilità per i Periti
Agrari di predisporre le domande di aiuto e/o dichiarazioni da
presentare da parte di produttori
agricoli che intendano avvalersi
dei professionisti stessi ai sensi
della circolare AGEA n. 13 del
12 marzo 2009 valida ai fini della
predisposizione delle domande
di accesso al regime unico di
pagamento, di cui al reg. CE)
n.73/2009, per l’annualità 2011.
Costituzione delle
Camere di Conciliazione
A seguito della ultimazione di molti corsi che hanno
formato i “conciliatori” si è
svolta una riunione il giorno 18 giugno 2011, cui hanno partecipato i rappresentanti dei Collegi di Bari,
Barletta-Andria-Trani, Benevento, Bergamo, Bolzano, Campobasso, Caserta,
Catanzaro, Chieti, Foggia,
Grosseto, Napoli, Pesaro,
Potenza, Roma, Taranto,
Udine, Viterbo, mentre
36
h
hanno
dovuto soprassederre per improvvisi impegni i
Collegi di Milano e Torino.
C
Oggetto della riunione
O
è stato l’iter necessario
per la costituzione delle
p
Camere di Conciliazione
C
e fornita l‘informazione
ssulla documentazione neccessaria . Il prossimo appuntamento sarà per la
p
ccostituzione delle Camere
di Conciliazione a livello
d
tterritoriale.
Perito Agrario 3/2011
NEWS
C
Coordinamento
delle Reti degli Istituti Agrari
A seguito dell’incontro nazionale degli Istituti Agrari Italiani del
223 maggio 2011, svoltosi a Perugia grazie all’azione propulsiva
del Sottosegretario di Stato, Sen. Guido Viceconte e della Did
rrezione Generale per l’Istruzione e Formazione Tecnica Superriore, il giorno 31 maggio u.s., presso la sede del MIUR di via
IIppolito Nievo, si sono riuniti i rappresentanti delle “Reti” degli
IIstituti Agrari del Veneto – Friuli, Lombardia, Lazio, Rete Enollogica, ITA Senza Frontiere, Scuole Forestali, Consulta Nazionalle dell’Istruzione Agraria e della costituenda Rete degli istituti
aagrari della Sardegna. Alla riunione sono stati invitati anche i
rrappresentanti dei Collegi Nazionali dei Periti Agrari e degli
Agrotecnici
Agrotecnici.
L’accordo di Rete, stipulato tra i partecipanti, persegue le finalità di rappresentare le esigenze degli Istituti
in parola presso gli Enti Pubblici, privati ed organismi legati alla agricoltura, favorendone il potenziamento
con scambi di esperienze didattiche e professionali, già in essere tra scuole e studenti.
I partecipanti alla riunione del 31 maggio u.s. hanno concordato di costituire un Coordinamento, tra le reti
esistenti, con il compito di elaborare e formalizzare lo statuto di una “Rete Nazionale” e di iniziare l’attività
di raccolta delle problematiche comuni agli Istituti Agrari da rappresentare, in modo unitario, agli Uffici
competenti per le soluzioni più adatte alle necessità. La “Rete” costituirà uno strumento atto a favorire una
sempre maggiore aggregazione dell’Istruzione Agraria. Il Coordinamento costituito rappresenta uno strumento iniziale del “Cantiere” di lavoro per la formazione di altre “Reti” favorendo, tra l’altro, l’adesione di
quegli Istituti Agrari, oggi non fidelizzati alla “Rete” locale.
Il programma sarà portato avanti dal Consiglio Direttivo composto da:
Prof.ssa Patrizia Marini
(Rete del Lazio);
Prof.ssa Gabriella Epicureo
(Rete della Sardegna);
Prof. Franco Pivotti
(Rete del Triveneto);
Prof.ssa Paola Adami
(Rete Istituti Agrari Senza Frontiere);
Prof. Ezio Busetto
(Rete della Lombardia).
Alla Prof.ssa Patrizia Marini, Dirigente Scolastico dell’ITAS “Emilio Sereni” di Roma, è stato rimesso il
compito di seguire il coordinamento di questa importante fase di ottimizzazione delle risorse impegnate
per il raggiungimento dei preminenti obiettivi degli Istituti Agrari.
Il CNPA ha prontamente espresso la disponibilità ad allargare agli studenti delle ultime classi le iniziative
che verranno poste in essere per l’aggiornamento tecnico dei Periti Agrari Liberi Professionisti e dei Periti
Agrari Tirocinanti.
Carte Antiche della Sardegna, Volume IV Carte Conservate nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
e presso l’Istituto Geografico Militare
I giorno 27 maggio 2011, con il patronato della Regione Autonoma Della SarIl
degna, Assessorato Della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione,
d
Spettacolo E Sport, presso il Salone Monumentale della Biblioteca CasanatenS
sse in Roma, Patrizia Formica, Iolanda Olivieri e Sergio Frau hanno presentato
iil volume di Cristina Cocco e Antonio Franco Fadda
Perito Agrario 3/2011
37
NEWS
P
Professioni
e Informatica tra presente e futuro è il titollo del convegno promosso dai rappresentanti dei Notai
dell’Emilia Romagna, che si è tenuto a Bologna - oratod
rrio San Filippo Neri il giorno lunedì 4 luglio 2011.
Qual è il futuro che ci aspetta con l’informatizzazione
cche, sempre più, investe i vari settori di lavoro, professsioni comprese? Le nuove tecnologie faranno sparire
posti di lavoro o, al contrario, sono destinate ad aumenp
ttare il volume e gli effetti del lavoro stesso?
Dobbiamo
D
bbi
ttemere l’
l’avvento
t d
dell’informatizzazione,
ll’i f
ti
i
così come i contadini nelle campagne del primo Novecento, temevano che l’avvento delle prime macchine agricole compromettesse il loro pane quotidiano? O, al contrario, è ragionevole essere lungimiranti, e vedere nell’informatizzazione un veicolo determinante di progresso
e della valorizzazione dei posti di lavoro?
Il Forum ‘Informatizzazione e Professioni’ si propone - attraverso l’intervento di speaker qualificati provenienti sia dal mondo universitario che da quello delle professioni e dell’industria - di fare il punto sullo ‘stato
dell’arte’ dell’informatizzazione nei vari settori professionali, per evidenziarne, al di là di ogni pre-concetto
politico-culturale, i punti di forza e quelli di debolezza.Il Forum apre una discussione sul tema nevralgico del
futuro delle professioni, che è strettamente connesso con quello dei posti di lavoro stimolando una rifessione
politico-economica.
Ha partecipato al momento formativo il Per. Agr. Letizia Lotti, Segretario del Collegio dei Periti Agrari e dei
Periti Agrari Laureati di Bologna.
Estimo al centro dell’economia del Paese:
un “patto” fra professioni e Università per la rinascita
Il 9 giugno 2011 a Roma si sono svolti
gli Stati generali dell’estimo, organizzati dal Consiglio dell’Ordine Nazionale
dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (Conaf), in collaborazione con
la Conferenza dei Presidi delle Facoltà
di Agraria e del Centro studi di estimo ed economia (Ceset). Il convegno
si è aperto con gli interventi di saluto
delle autorità cui hanno fatto seguito le relazioni ufficiali : Stati Generali
dell’Estimo - Dr. Agr. Gianni Guizzardi - Coordinatore dipartimento Estimo ed Economia - Estimo Territoriale
- Prof. Tiziano Tempesta - Università
di Padova - Valutazione: risultato di
un procedimento empirico, scientifico
o euristico? - Giampiero Bambagioni
- Responsabile delle Attività Scienti-
38
fiche e Vicepresidente Tecnoborsa Estimo Ambientale - Giovanni Signorello - Università di Catania.
Ha fatto seguito una tavola rotonda su
“L’estimo: una disciplina irrinunciabile nell’economia, nella finanza, nella
giustizia, nell’ambiente, nell’istruzione con: Leopoldo Freyrie, Presidente
Consiglio Nazionale Architetti; Roberto Brandi, Consigliere del Consiglio
Nazionale degli Ingegneri; Fausto Savoldi, Presidente Consiglio Nazionale
Geometri; Andrea Bottaro, Presidente
del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati; Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere; Giuseppe Fierro, Ismea; Saverio
Miccoli, Comitato scientifico Ceset. Un
convegno importante perché ha trovato tutti d’accordo sulla necessità di
rilancio dell’estimo in quanto materia
al centro dello sviluppo economico del
Paese. «Da oggi c’è un rinascimento
dell’estimo – ha sottolineato Andrea
Sisti, Presidente del Conaf -; insieme
ai soggetti interessati alla materia estimativa abbiamo tracciato la strada, attraverso una discussione approfondita,
Perito Agrario 3/2011
affinché si riporti la cultura dell’estimo
al centro della nostra società. L’estimo
può e deve tornare ad essere una disciplina fondamentale e strategica, protagonista nella formazione accademica
e strumento per garantire i processi di
sviluppo del Paese» . Alla base di questo ambito la formazione ed aggiornamento: «Non dobbiamo mai smettere
di aggiornarci – ha concluso Sisti - e di
studiare i nuovi scenari. In tal senso il
Conaf predisporrà una serie di corsi di
aggiornamento in collaborazione con
il Ceset e le università italiane e con
centri di studio e ricerca per contribuire alla crescita professionale degli
iscritti».
NEWS
All’ultima ora……. prima di andare in stampa ….
L’Informatore Agrario in collaborazione con Unacoma sta organizzando il
“Salone dei finanziamenti per le aziende agricole del centro-sud Italia”.
Il Salone, che ospiterà anche una rappresentanza dei Collegi dei Periti Agrari
e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali caratterizzerà la prossima fiera
del Levante di Bari (dal 13 al 16 ottobre 2011).
Verranno presentate le opportunità di reperire risorse finanziarie per gli investimenti nei settori innovazione, multifunzionalità e energia rinnovabile.
Un’occasione per conoscere gli strumenti a disposizione degli imprenditori del
centro sud e per costatare con mano che e’ ancora possibile fare reddito con l’attività agricola.
Quote speciali di abbonamento per Periti Agrari
Grazie ad un accordo di collaborazione tra
Edizioni L’Informatore Agrario e
Collegio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati
i Periti Agrari iscritti ai collegi provinciali possono usufruire delle seguenti quote speciali di abbonamento 2011.
Periodici e condizioni
L’Informatore Agrario (settimanale) 1 anno Italia Euro 75,00
MAD - Macchine Agricole Domani (mensile) 1 anno Italia Euro 50,00
Vita in Campagna (mensile) 1 anno Italia Euro 38,00
Vita in Campagna (mensile) + Vivere La Casa in Campagna (trimestrale) 1 anno Italia Euro 44,00
(*)
*) Nota bene: p
per poter usufruire della quota agevolata è indispensabile indicare il proprio numero di iscrizione al Collegio
provinciale di appartenenza o di apporre il relativo timbro sul bollettino postale (spazio causale) oppure inviare per posta
(C.P. 520 – 37100 Verona) o via fax 045.8012980/045.597510 o per e-mail ([email protected])) copia della documentazione attestante l’iscrizione all’Albo dei Periti Agrari.
Altre forme di pagamento:
- mediante bollettino postale sul ccp n.10846376 intestato a Edizioni L’Informatore Agrario - C.P.520 - 37100 Verona;
- con assegno non trasferibile intestato alle Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.;
- con carta di credito: Visa, Eurocard-Mastercard.
Perito Agrario 3/2011
39
GIURISPRUDENZA AGRARIA
Acque
Diritto delle acque - nozione di acque
reflue industriali - scarico di acque reflue industriali - assenza di autorizzazione - integrazione del reato di cui all’art.
137, d.lgs. 152/06 (prima art. 59, d.lgs.
n. 152/1999) - art. 74, comma 1, lett. h),
d.lgs. n. 152/2006 (come mod. dal d.lgs. n.
4/2008) - Cass. sez. III pen. 24 gennaio
2011, n. 2313
Agricoltura e foreste
Boschi e foreste - Proprietà dell’amministrazione comunale - Operazioni di
taglio eseguite da un privato - Contratto
con la pubblica amministrazione - Assenza delle necessarie autorizzazioni
- Illecito amministrativo - Responsabilità del privato contraente - Qualità del
soggetto autorizzante - Legittimo affidamento del privato contraente - Errore incolpevole - Presunzione di colpa
- Elemento soggettivo - Non sussiste Trib. Viterbo 20 gennaio 2010, n. 34
Incendi - boschi e foreste - realizzazione di costruzioni in soprasuoli percorsi dal fuoco - Specifica localizzazione
dell’area antecedente all’incendio dagli
strumenti urbanistici - Art. 10, Legge N.
353/2000 -Cass. Sez. III Pen. 28 Aprile
2011, N. 16592 (C.C.)
Incendi - Boschi e foreste - Aree percorse dal fuoco - Divieto decennale di inedificabilità - Applicazione e limiti - Localizzazione di area e Prg - Art. 7, Legge
N. 1150/1942 - Art. 27, Legge N. 457/1978
- Art. 10, Legge N. 353/2000 - Cass. Sez.
III Pen. 28 Aprile 2011, N. 16592 (C.C.)
Incendi - Boschi e foreste - Zona boscata - Natura e tutela - Art. 142, Comma 1,
Lett. G), D.Lgs. N. 42/2004 -Cass. Sez. III
Pen. 28 Aprile 2011, N. 16592 (C.C.)
Ambiente
Impianti di produzione di energia da
fonti rinnovabili - Norme della Regione
Puglia - Realizzazione di impianti eolici
composti da un unico aerogeneratore
con capacità produttiva superiore a 60
kw (e fino a 1 Mw) - Assoggettamento
alla denuncia di inizio di attività - ille-
40
gittimità costituzionale - Corte Cost. 22
Dicembre 2010, N. 366
Inquinamento - Lesione dell’ambiente risarcimento del danno - Stato - Unico
soggetto legittimato -Cass. Sez. III Pen.
22 Novembre 2010, N. 41015
Impianti di generazione di energia eolica - Autorizzazione unica - Installazione
- Mancato inizio lavori - Decadenza Art. 15, D.P.R. N. 380 del 2001 - Inapplicabilità - Termini - Fatti impeditivi - Individuazione - T.A.R. Lazio - Roma, Sez.
II 2 Dicembre 2010
Centrale termoelettrica funzionante ad
olio combustibile - Trasformazione in
centrale alimentata a carbone e biomasse vergini - Inquinamento atmosferico Documenti bref - Natura - Bat - Livelli
di emissione - Modelli di riferimento
- Obiettivi da raggiungere nel tempo Adeguamento dei limiti emissivi realistico e realizzabile - T.A.R. Lazio - Roma,
Sez. II 14 Ottobre 2010, N. 32824
Beni Ambientali - Tutela - Rapporti tra
legislazione nazionale e quella regionale - Livelli più elevati di tutela previsti
dalla regione - Legittimità - Cons. Stato,
Sez. IV 23 Dicembre 2010, N. 9375
Inquinamento - Inquinamento acustico
- Provenienza da infrastrutture ferroviarie - Piani di contenimento - Competenza comunale - Esclusione - Competenza
statale - Sussiste - T.A.R. Lombardia,
Sez. IV 15 Novembre 2010, N. 7253
Direttiva 2001/81/Ce - Limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti
atmosferici - Potere degli stati membri
durante il periodo transitorio - Effetto
diretto - Corte di Giustizia Ce Sez. I 26
Maggio 2011, In Cause Riunite C-165/09
E C-167/09
Istanza di aggiornamento autorizzazione
ad emetter gas a effetto serra per assegnazione di nuove quote - T.A.R. Lazio,
Sez. II Bis 16 Maggio 2011, N. 4232
Enti Locali - Sindaco - Ordinanze contingibili E Urgenti Ex Art. 54, Comma
2, Tuel - Insediamento industriale - Ordinanza bonifica materiali contenenti amianto - Illegittimità - Fattispecie
Perito Agrario 3/2011
- T.A.R. Puglia - Bari Sez. I 13 Maggio
2011, N. 718
Amianto - Ordinanza di bonifica emessa
ai sensi dell’art. 54 D.Lgs. N. 267/2000Termine di sessanta giorni - Incongruità
- Ragioni - T.A.R. Puglia - Bari, Sez. I 12
Maggio 2011, N. 718
Diritto dell’energia - Impianti fotovoltaici - Disciplina urbanistica comunale Indifferenziato divieto di installazione Illegittimità - Autorizzazione Ex Art. 12,
D.Lgs. N. 387/2003 - Valenza di variante
urbanistica -T.A.R. Piemonte, Sez. I 4
Maggio 2011, N. 451
Ricorso giurisdizionale - Delibera di
localizzazione di una discarica di rifiuti
- Comune - interesse a ricorrere - Titolarità - T.A.R. Veneto, Sez. III 3 Maggio
2011, N. 721
Inquinamento - Fuoriuscita di carburante su fondo agricolo - Bonifica siti contaminati - Omissione - Omessa segnalazione - Sanzione - Cass. Sez. III Pen. 29
Aprile 2011, N. 16702
Contratti Agrari
Fondo Rustico - Eredi - Comunione
Indivisa - Usucapione Da Parte Di Un
Coerede - Interversione Del Titolo - Necessità - Esclusione - Cass. Sez. II CIV.
24 Gennaio 2011, N. 1558
Prelazione e riscatto
Riforma fondiaria - Assegnazione - Fondi assegnati da enti di sviluppo fondiario
- Atti di disposizione - Diritto di prelazione e riscatto del proprietario confinante - Esercizio - condizioni - Contiguità fisica e materiale dei fondi - Necessità
- Fondamento - Mera contiguità funzionale - Irrilevanza - Conseguenze - Fondi separati da un corso d’acqua ovvero
da ostacoli materiali di proprietà aliena
- Diritto di prelazione e riscatto - Configurabilità - esclusione - Cass. Sez. III
CIV. 11 Maggio 2010, N. 11377
Riscatto - Simulazione della vendita Terzietà dell’affittuario - Retratto - Opponibilità della simulazione - Esclusione
- Cass. Sez. III CIV. 25 Ottobre 2010, N.
21822
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Agrigento
Via Alcide De Gasperi 127/D
92019 Sciacca (AG) - Tel. 0925/905090
Pres. Domenico Terlizzese
Alessandria
Via Marengo 27
15121 Alessandria (AL) - Tel. 0131/52793
Pres. Massimiliano Ricci
Ancona
Via del Consorzio 21
60015 Falconara Mar.ma (AN) - Tel.
071/9188973
Pres. Carlo Zoppi
Ascoli Piceno
Via delle Zeppelle 192
63100 Ascoli Piceno (AP) - Tel. 0736/41829
Pres. Pietro Ciabattoni
L’Aquila
Via Colle Pretara 68
67100 L’Aquila (AQ) - Tel. 0862/317931
Pres. Elli Ciampa
Arezzo
Piazza Guido Monaco 5
52100 Arezzo (AR) - Tel. 0575/21307
Pres. Giuliano Giuliarini
Asti
Via Carducci 50/A
14100 Asti (AT) - Tel.0141/353857
Pres. Angelo Dezzani
Avellino
Via L. Iannacchini 38
83100 Avellino (AV) - Tel. 0825/26377
Pres. Celestino Nardone
Bari
Via Annibale Di Francia 13
70125 Bari (BA) - Tel. 080/5428141
Pres. Bernardino Lattarulo
Bat (Barletta-Andria-Trani)
Via Vittoria 84/A
76123 Andria (BA) - Tel. 0883/592789
Comm. Straord. Antonio Memeo
Belluno
Viale Fantuzzi 17 c/o Coldiretti
32100 Belluno (BL) - Tel. 0437/949640
Pres. Manlio Nicola
Benevento
Viale Melluso 80
82100 Benevento (BN) - tel. 0824/317017
Pres. Cristiano Fontanarosa
Bergamo
Via Zelasco 1
24122 Bergamo (BG) - tel. 035/238727
Pres. Francesco Possenti
Bologna
Viale Filopanti 4/c
40126 Bologna (BO) - Tel. 051/252978
Pres. Luca Natalini
Bolzano
Via Del Monte 18
39040 Ora (BZ) - Tel. 0471/811260
Pres. Christian Vorhauser
Brescia
Via Marsala 17
25100 Brescia (BS) - Tel. 030/296424
Pres. Sergio Caprioli
Brindisi
Via N. Sansone 16 - C.P. 321
72017 Ostuni (BR) - Tel. 0831/305566
Pres. Rocco Cucci
Cagliari
Via Mestre 8
09124 Cagliari (CA) - Tel. 070/300304
Pres. Marco Fanunza
Caltanissetta
Via Monsignor Guttadauria 2 - C.P. 25
93100 Caltanissetta (CL) - Tel. 0934/585810
Pres. Michele Riggi
Campobasso
Via D’amato 15
86100 Campobasso (CB) - Tel. 0874/66248
Pres. Giacomo Picone
Caserta
Piazza Roma 79
81016 Piedim. Matese (CE)
Tel. 0823/913594
Pres. Domenico Di Baia
Catania
Via Grotte Bianche 150
95129 Catania (CT) - Tel. 095/436393
Pres. Francesco Intrisano
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INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI
Catanzaro
Via Italo Paparazzo 5/A
88100 Catanzaro (CZ) - Tel. 0961/754488
Pres. Domenico Russo
Chieti
Via Colle Comune 1 - c/o ITAS
66120 Scerni (CH) - Tel. 0873/914513
Pres. Nicola D’Ortona
Como
Piazzale Carmelata 9
22100 Como (CO) - Tel. 031/526019
Pres. Salvatore Raso
Cosenza
Via E. Capizzano 56
87100 Cosenza (CS) - Tel. 0984/392175
Pres. Mario Chiappetta
Cremona
Via Palestro 66
26100 Cremona (CR) - Tel. 0372/535411
Pres. Amedeo Ardigò
Cuneo
Via Alfieri 10
12038 Savigliano (CN) - Tel. 0172/713087
Pres. Giuseppe Serra
Enna
Corso Umberto 109
94019 Leonforte (EN) - Tel. 0935/956078
Pres. Francesco Ferragosto
Ferrara
Piazza Luciano Chiappini 2 int. 3
44123 Ferrara (FE) - Tel. 0532/204637
Pres. Bernardini Mario
Firenze
Via Bezzecca 2
50122 Firenze (FI) - Tel. 055/2340202
Pres. Edoardo Boscherini
Foggia
Via Piave 41
71100 Foggia (FG) - tel. 0881/723401
Pres. Antonio Dell’ Aquila
Forlì / Cesena
Corso Repubblica 93
47100 Forlì-Cesena (FC) - Tel. 0543/32505
Pres. Gianluca Bagnara
Frosinone
Via S. Nicola 1
03041 Alvito (FR) - tel. 0776/344231
Pres. Domenico Cistrone
Grosseto
Via Aurelia Nord 8
58100 Grosseto (GR) - Tel. 0564/23107
Pres. Giuseppina Pino
Imperia
Corso Garibaldi 13
18100 Imperia (IM) - Tel. 0183/651525
Pres. Elio Diversi
Latina
Via M. Siciliano
04010 Borgo Piave (LT) - Tel. 0773/416017
Pres. Maria Grazia Passarelli
Lecce
Via Capitano Ritucci 41
73100 Lecce (LE) - Tel. 0832/346996
Pres. Massimo De Nitto
Livorno
Via Mogadiscio 20/B
57012 Castiglioncello (LI) - Tel. 0586/752403
Pres. Paolo Giomi
Lucca
Viale A. Diaz 28
55100 Lucca (LU) - Tel. 0583/957027
Pres. Stefano Belgrano
Macerata
C. Da Lornano 7/A
62100 Macerata (MC) - Tel. 0733/235335
Pres. Gianni Calamante
Mantova
Viale Risorgimento 27/B
46100 Mantova (MN) - Tel. 0376/329701
Pres. Isaia Rossi
Massa
Via Fermi 19
54100 Massa (MS) - Tel. 0585/45848
Pres. Mirella Tongiani
Matera
Piazza Matteotti 7
75100 Matera (MT) - Tel. 0835/334901
Pres. Emanuele Genchi
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Messina
Via Romagnosi 7
98100 Messina (ME) - Tel. 0941/785382
Pres. Salvatore Tripoli
Milano
Via Ripamonti 35
20122 Milano (MI) - Tel. 02/58305333
Pres. Alessandro Gnocchi
Modena
Via Elia Rainusso 144 - 4° piano
41124 Modena (MO) - Tel. 059/828846
Pres. Claudio Losi
Napoli
Via Argine 1085
80147 Napoli (NA) - Tel.081/5770190
Pres. Biagio Scognamiglio
Novara
Corso Risorgimento 405
28070 Novara Vignale - (NO) Tel.0321/56178
Pres. Fabrizio Gaboardi
Nuoro
Via Lamarmora 2
08100 Nuoro (NU) - Tel. 0784/232547
Pres. Peppino Piquereddu
Padova
Via Tito Livio 5
35123 Padova (PD) - Tel.049/661808
Pres. Mariano Schiavon
Palermo
Via Pindemonte 17
90014 Casteldaccia (PA) - Tel. 091/942562
Pres. Bartolomeo Amato
Parma
Via Ponchielli 2
43011 Busseto (PR) - Tel. 0524/97012
Pres. Giorgio Faroldi
Pavia
Piazza S. Bovo 37
27058 Voghera (PV) - tel. 0383/369776
Pres. Gloria Gariboldi
Perugia
Borgo XX Giugno 74
06121 Perugia (PG) - Tel. 075/35675
Pres. Massimo Moncelli
Pesaro
Via Domenico Mazza 9
61100 Pesaro (PU) - Tel. 0721/30154
Pres. Stefano Bartolucci
Pescara
Via del Circuito 71
65134 Pescara (PE) - Tel. 085/294117
Pres. Pasqualino Lupone
Piacenza
Via San Giovanni 20
29100 Piacenza (PC) - Tel. 0523/338910
Pres. Nuvolati Paolo
Pisa
Via De Chirico 11
56037 Peccioli (PI) - Tel. 0564/411877
Pres. Giulia Parri
Pistoia
Via Fiorentina 21 - C.P. 73
51017 Pescia (PT) - Tel. 0572/478321
Pres. Leonardo Guidi
Potenza
Via Cardinale De Luca 56
85024 Lavello (PZ) - Tel. 0972/81389
Pres. Mauro Finiguerra
Ragusa
Via Archimede 183
97100 Ragusa (RG) - Tel. 0932/624649
Pres. Corrado Balloni
Ravenna
Via Antica Zecca 6
48100 Ravenna (RA) - Tel. 0544/38086
Pres. Alessandro Genovesi
Reggio Calabria
Via Dante 1
89015 Palmi (RC) - Tel. 0966/23552
Pres. Beniamino Denisi
Reggio Emilia
Via Martiri di Cervarolo 74/10
42122 Reggio Emilia (RE) - Tel. 0522/554231
Pres. Corrado Fantuzzi
Rieti
c/o Istituto Agrario Agroalimentare
Agroindustria di Rieti (Polodidattico)
Via Palmiro Togliatti snc - 02100 Rieti (RI)
Pres. Angelo Caffarelli
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Rimini
Via Secchiano 1
47900 Rimini (RN) - Tel. 0541/775357
Pres. Pier Leonardo Zangheri
Roma
Via Cerveteri 18 int. 6
00183 Roma (RM) - Tel. 06/70454739
Pres. Leonardo Perronace
Rovigo
Via Silvestri 41
45100 Rovigo (RO) - Tel. 0425/699154
Pres. Gianfranco Rezzadore
Salerno
Via Luigi Guercio 197
84134 Salerno (SA) - Tel. 089/251488
Pres. Antonio Landi
Sassari
Via Mazzini 6
07100 Sassari (SS) - Tel. 079/236750
Pres. Giannetto Arru Bartoli
Savona
Via Gin Noberasco 14
17031 Savona Albenga (SV)
Tel. 0182/540940
Pres. Antonio Michelucci
Siena
Strada Massetana Romana 54
53100 Siena (SI) - Tel. 0577/271834
Pres. Raffaello Biagiotti
Siracusa
Vicolo a Viale Tica 19
96100 Siracusa (SR) - Tel. 0931/441037
Pres. Francesco Altamore
Sondrio
Via A. Moro 26/A
23100 Sondrio (SO) - Tel. 0342/511229
Pres. Rosario Alessi
Taranto
Via Pisanelli 44 - C.P. 185
74100 Taranto (TA) - Tel. 099/4527447
Pres. Pasquale Mariano Carmignano
Teramo
Piazza Martiri Pennesi 17
64100 Teramo (TE) - Tel. 0861/242639
Pres. Giovanni De Luca
Torino
Via Massena 13 bis
10137 Torino (TO) - Tel. 011/547505
Pres. Roberto Frova
Trapani
Via Vaccari 16
91025 Marsala (TP) - Tel. 0923/713008
Pres. Giovanni Giacalone
Trento
Via Giusti 40 c/o Impresa Verde T.A.A. S.r.l.
38100 Trento (TN) - Tel. 0461/915575
Pres. Guido Sicher
Treviso
Via Veneto 40
31015 Conegliano (TV) - Tel. 0438/410302
Pres. Gino Dall’Armellina
Udine
Via Corte Savorgnan 6
33100 Udine (UD) - Tel. 0432/512527
Pres. Enore Venir
Venezia
Via Miranese 426
30174 Venezia (VE)
Tel. 041/923429 - Fax. 041/5150200
Pres. Nicola Gastaldi Cibola
Vercelli
Piazza della Vittoria 3 - c/o ITAS
13100 Vercelli (VC) - Tel. 0161/217310
Pres. Stefano Bondesan
Verona
Via Berni 9
37122 Verona (VR) - Tel. 045/590559
Pres. Elia Sandrini
Vicenza
Contrà S. Marco 9
36100 Vicenza (VI) - Tel. 0444/547443
Pres. Silvano Faltracco
Viterbo
Via Paradiso 3
01100 Viterbo (VT) - Tel. 0761/226934
Pres. Mario Morano
Consiglio Nazionale dei Periti Agrari - Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 Fax. 06/4882150 e-mail: [email protected]
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