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I verbi deboli 1. Le classi dei verbi deboli

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I verbi deboli 1. Le classi dei verbi deboli
Filologia germanica
a.a. 2008-2009
I verbi deboli
I verbi deboli rappresentano un’innovazione del germ., costituiscono cioè una classe morfologica
del tutto nuova rispetto all’ie. Si tratta in genere di formazioni “secondarie”, ovvero derivate da
nomi e aggettivi (denominativi) oppure da altri verbi (deverbativi, come germ. *sat-ja-n(an)
“sedersi , porre” derivato da *set-ja-n(an) “essere seduto”, vb. ft. di V classe). Si rilevano tuttavia
alcuni verbi primari, come il germ. *sōk-ja-n(an) “cercare”.
La coniugazione nell’intero paradigma dei verbi deboli avviene attraverso suffissazione: si
distinguono così, diverse classi, ciascuna caratterizzata da un diverso suffisso, cui si aggiungono
poi le desinenze delle varie persone. In base al formante si distinguono nelle lingue germaniche
antiche tre classi di verbi deboli; una quarta classe è attestata solo per il gotico.
A differenza dei verbi forti, che differenziano i tempi principali tramite il ricorso all’apofonia, nei
verbi deboli la vocale radicale resta invariata in tutto il paradigma. Per formare il preterito ed il
participio passato i verbi deboli aggiungono un suffisso in dentale al tema (= radice+vocale
tematica) del presente. Tale suffisso è ancora ben conservato nelle lingue moderne, si vedano ad
esempio i verbi deboli del tedesco oppure i verbi regolari dell’inglese.
1. Le classi dei verbi deboli
I Classe debole - suffisso in *-ja- (< ie. ỊO)
Il contrassegno è una /i/ oppure una /j/ (all’infinito -*jan, da cui ags. -an, aat. -en, as. -ian) derivato
da ie. /EI/, germ. */ij/> /i/, /j/ che segue la vocale tematica (unitiva) al presente. Si tratta di verbi in
origine causativi, derivati da verbi forti, oppure di fattitivi derivati da aggettivi; alcuni verbi
presentano anche alternanza grammaticale, in quanto in origine l’accento cadeva sul suffisso, come
nel caso di germ. *naz-ja-n:
germ. *naz-ja-n(an) <*nes-an(an)
I verbi deboli
GOT.
nasjan <ga-nisan
AGS.
nerian <nesan
AS.
nerian <nesan
AAT.
ner(r)en <gi-nesan
-1-
Lezioni prof.ssa C. Sipione
Filologia germanica
a.a. 2008-2009
Un esempio di causativo è il già citato verbo germ. sat-ja-n, got. satjan, an. setia, ags. settan, aat.
sezzen “porre, collare” derivato dal vb. ft. di V classe germ. *set-ja-n, got. sitan, an. sitia, ags.
sittan, aat. sizzen, as. sittian “stare seduto”.
Nei causativi la radice presenta la vocale /a/ che ricorre al pret. sg. del vb. forte. Il suffisso */ja/ del
presente/infinito provoca metafonia palatale della vocale radicale in an. e in germ. occ. e
geminazione consonantica nel germ. occ.
La geminata è soggetta poi alla II mutazione consonantica in aat.
germ. *sat-ja-n(an) “sedersi, porre” <*set-ja-n(an)
“essere seduto”
GOT.
sat-jan <sitan
AN.
setia <sitia
AGS.
settan <sittan
AS.
settian <sittian
AAT.
sezzen <sizzen
Un esempio di verbo fattitivo è germ. *hail-ja-n(an), got. hailjan, an. heilia, ags. hǣlan, aat.
heilen “guarire” derivato dall’agg. germ. *hailaz “sano”.
germ. *hail-ja-n(an) “guarire” <*hail-az “sano”
I verbi deboli
GOT.
hailjan < hails
AN.
heila < heill
AGS.
hǣlan < hāl
AS.
hēlian < hēl
AAT.
heilen < heil
-2-
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Filologia germanica
a.a. 2008-2009
II Classe debole - suffisso in */ō/ (< ie. Ā); questo suffisso può trovarsi ampliato in germ. */ōja/
<ie. ĀỊO (ad esempio in alcune forme del presente in ags.); si tratta di verbi in origine con
significato intensivo o iterativo, derivati da altre radici verbali o nominali. In questa classe
potevano trovarsi verbi con coniugazione atematica al presente. Un esempio di verbo
denominativo è il germ. salƀōn(an) derivato dal sost. germ. *salƀō- “unguento”.
germ. *salƀōn(an) “ungere” <*salƀōn “unguento”
GOT.
salbōn < salbōns
AN.
(kalla)
AGS.
sealfian < sealf(e) (-ōjan> ējan> ijan> ian)
AS.
salƀōn < salƀa
AAT.
salbōn < salba
Un esempio di deverbativo è il verbo germ. *hwarƀ-ō-n(an) “mutare, cambiare” derivato dal vb. ft.
di III classe germ. *hwerfan(an), got. ¥aírban, an. hverfa, ags. hweorfan, as. hwerƀan, aat.
hwerban, werfan “girarsi”.
germ. *hwarƀ-ō-n(an) “girare, rotolare” <*hwerf-an(an) “mutare”
I verbi deboli
GOT.
¥aírb-ōn <¥aírb-an
AN.
hvarfa <hverfa
AGS.
hwearfian <hweorfan
AS.
gi-hwerƀian <hverƀan
AAT.
(hwerben) <hwerban, werfan “girarsi”
-3-
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Filologia germanica
a.a. 2008-2009
III Classe debole - suffisso in */ē/ (ie. -ĒI-/ -Ē-); si tratta di verbi che avevano significato
durativo/stativo. Anche in questo caso i verbi possono essere deverbativi o denominativi.
Il suffisso si conserva in aat. e compare sempre come /ē/, mentre in got. appare indebolito ad /ai/,
/a/.
In ags. e in as. in questa classe sono rimasti pochi verbi poiché si sono verificati passaggi alle altre
classi (I e II) e influssi analogici da parte di altri tipi di coniugazioni. Così in ags. la presenza del
suffisso /ja/ ha dato luogo a terminazioni analoghe ai verbi di I classe. In ags. questa classe è
rappresentata da cinque verbi, e in as. da tre verbi. La varie persone del presente in ags. e in as.
vengono formate secondo la I o la II classe oppure presentano forme atematiche.
In an. si hanno formazioni analogiche alla II classe, poiché l’originario suffisso /ai/> /ē/> /ĕ/ in
sillaba finale oppure cade per sincope.
germ. *haƀ-ē-(ja)-n
GOT.
haban
AN.
hafa
AGS.
habban
AS.
hebbian
AAT.
habēn
germ. *þag-ē-n(an) “tacere” cfr. lat. tac-ē-re
GOT.
þahan
AN.
þegja
AGS.
------
AS.
thagian (I cl.)
thagōn (II cl.)
AAT.
I verbi deboli
dagēn
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In ags. sono rimasti in questa classe i seguenti verbi:
habban,“avere”
libban “vivere”
hycgean “pensare”
secgean “dire”
fēogan “odiare”
In as. si trovano ancora nella III classe:
hebbian
seggian
libbian
-huggian
IV Classe debole - suffisso germ. *-na- /*-no- (<ie. NƎ- /-NĀ); si tratta di verbi in origine
intransitivo-incoativi; tale classe è produttiva solo in got., e presenta alcuni relitti in an.; mentre
negli altri dialetti i verbi relativi sono passati alle altre classi. Questi verbi non hanno part. pass.
germ. *full-na-n “riempirsi” < *fullaz “pieno”
GOT. full-na-n
AN.
fullna
AGS.
fyllan (I cl.)
AS.
fullian (I cl.)
full-nō-da
AAT. fullen (I cl.)
Per l’an. si vedano le coppie minime an. vak-na “svegliarsi” (incoativo) - vak-a “essere sveglio”,
an. sof-na “addormentarsi” - sof-a “dormire”. Per il got. si confrontino hailn-an “guarire” (intrans.)
e hail-ja-n “guarire” (trans., causativo).
I verbi deboli
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2. Il preterito dei verbi deboli
Il preterito dei verbi deboli si forma mediante suffissazione: si tratta di un’innovazione del
germanico. Il suffisso in dentale utilizzato, il germ. -đē / -đō risale probabilmente alle forme del
perfetto del tema ie. DHĒ-/ DHŌ- “fare” (cfr. gr. t…qhmi, scr. dá-dhā-mi “pongo”, lat. fē-ci). Il
medesimo tipo di formazione si riscontra anche nel part. passato, dove ricorre ugualmente un
suffisso in dentale (cfr. sotto cap. 3 e schemi di questo cap.).
Questo suffisso poteva essere aggiunto alla radice verbale con e senza raddoppiamento; ad esso poi
venivano apposte le desinenze personali (ie. -M, -S, -T, -NT).
In got. le forme senza raddoppiamento caratterizzano il singolare, mentre al plurale (e al duale) si
trovano quelle con raddoppiamento. Negli altri dialetti questa distinzione non esiste più: le forme
con raddoppiamento sono scomparse e il plurale viene formato analogamente al singolare, cioè
privo di raddoppiamento. Le desinenze per il sg. e il pl. sono le seguenti:
LE DESINENZE DEL PRETERITO DEBOLE
SINGOLARE
PLURALE
GERM.
*-đō(n); *-đēs; *đē(þ)
*-đum(i); -*đuþ(i); -*đun(þ)
GOT.
-da; -dēs; -da
-dēdum; - dēduþ; dēdun
AN.
-þa (đa); -þer; -þe
-þom/-þum; -þoþ; -þo
AGS.
-de; -des(t); -de
-don
AAT.
-ta; tōs; -ta
-tum; -tut; -tun
AS.
-da; -dos; -da
-dun
ESEMPI DI FORMAZIONE DEL PRETERITO DEBOLE (I CLASSE)
germ. *naz-ja-n(an) < *nes-an(an)
germ. tal-ja-n(an)
I verbi deboli
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
GOT.
nasjan
nas-i-da
nas-i-þs
AN.
telia <*tal-ja-n(an)
tal-þa
tal-(e)-þ-r
AGS.
nerian
ner-e-de
gener-e-d
AS.
nerian
ner--ida
giner-i-d
AAT.
ner(r)-en
ner-i-ta
gi-ner-i-t
-6-
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Filologia germanica
a.a. 2008-2009
L’origine del suffisso in dentale -đē/-đō è incerta. Sono state avanzate varie ipotesi circa l’origine
di questo suffisso e di questa formazione.
1. Alcuni studiosi, basandosi soprattutto sulle forme a raddoppiamento del gotico, hanno proposto
una teoria perifrastica, secondo cui al tema del verbo principale sarebbe stata aggiunto il
preterito del verbo per “fare, diventare”; tale verbo mostra infatti raddoppiamento della radice
ie. DHĒ/- DHŌ al pret., come in ags. dōn - pret. dyde, dydon aat. tuon - pret. teta, tātum. Si
sarebbe trattato in origine di forme analitiche, in cui alla radice del verbo sarebbe stata suffissa,
secondo un procedimento di agglutinazione, la base ie. DHĒ - DHŌ; tali forme sarebbero poi
diventate sintetiche a seguito di un processo di grammaticalizzazione, analogo a quanto è
attestato, per altre lingue ie. in epoca storica; si vedano, ad esempio: lat. amā-bam < rad. -BHŪ
“essere”, scr. dātāsmi “donerò”< dātā asmi “sono un donatore”, it. darò, canterò <dare habēo,
cantāre habēo, queste forme, in origine analitiche, erano caratterizzate da una coniugazione
perifrastica, e sono divenute poi nuovamente sintetiche per un processo di agglutinazione1.
Questa teoria, anche se controversa e non sempre convincente, resta quella più accreditata
(Streitberg2, Fourquet3, Bammesberger4, Tops5); studi tipologici ne sembrano confermare la
validità (Lahiri6, Kiparsky7).
Secondo P. Ramat, ad esempio, le forme a raddoppiamento del got. sarebbero un’innovazione di
questo ramo linguistico e non una caratteristica ereditata dall’ie.8
Resta tuttavia il fatto che la radice radice ie. DHĒ - DHŌ non risulta attestata in tutto il germ.,
essendo sconosciuta sia al got. che all’an.
2. Quest’ultima circostanza avrebbe indotto alcuni studiosi a formulare una teoria per analogia
sulla formazione del preterito in dentale. Il suffisso in dentale deriverebbe così da forme
participiali con il formante ie. -TO> germ. *-đa, cui sarebbero state aggiunte desinenze
1
Cfr. P. Ramat, Introduzione alla linguistica germanica, Bologna 19862, p. 208, n. 38.
Cfr. W. Streitberg; Urgermanische Grammatik, Heidelberg 1896.
3
Cfr. J. Fourquet, Ags. eode, dyde et la théorie du préterit faible, in: A Philological Miscellany presented to
E, Eckwall, Studia Neophilologica 14 (1941), pp. 420-26.
4
Cfr. A. Bammesberger, Der Aufbau des germanischen Verbalsystems, Heidelberg 1986.
5
Cfr. G. A. J. Tops, The Origin of Germanic Dental Preterite. A Critical Research History since 1902,
Leiden 1974.
6
Cfr. A. Lahiri, Analogy, Levelling, Markedness: Principles of Change in Morphology and Phonology,
Berlin 2000.
7
Cfr. P. Kiparsky, The Germanic Weak Preterite, 2003; http://www.stanford.edu/~kiparsky/
8
Cfr. Ramat, Introduzione alla linguistica germanica, Bologna 19862, p. 208, n. 38.
2
I verbi deboli
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secondarie di preterito (Rauch9), oppure da originarie forme di aoristo di II sg., estesesi poi a
tutto il paradigma (Lehmann10, Jasanoff11).
3. Altri studiosi infine, dal momento che il suffisso in dentale che entra nella formazione del pret.
debole può presentarsi sotto forme diverse (ad es. in got. /d/, /t/, /s/) rinunciano a ricostruire
un’unica origine e ipotizzano una cronologia ed una provenienza differente a seconda del tipo di
verbo. Infatti anche il verbo “volere” e i preterito-presenti presentano di formazioni analoghe a
quelli dei verbi deboli.
In particolare, alcune forme di preterito debole con Rückumlaut (del tipo got. brāhta oppure
þāhta)12 e il pret. dei verbi preterito-presenti non possono senz’altro essere ricondotti all’ipotesi
di un’origine perifrastica.
4. Così A. Bammerberger cerca di risolvere queste difficoltà, distinguendo diversi casi: il pret. dei
preterito-presenti, che rappresenterebbe un tipo arcaico, quello dei verbi con Rückumlaut, e il
pret. dei verbi deboli delle quattro classi, che sarebbe un tipo di formazione più recente. Per i
verbi preterito-presenti Bammesberger ipotizza l’origine in una forma di II pl. del perfetto o
dell’aoristo: tra la radice e il suffisso di questi verbi non compare infatti mai, sin dalla loro
origine, la vocale tematica.
Anche per i verbi con Rückumlaut A. Bammesberger ipotizza una provenienza analoga. La
formazione del pret. di questi verbi potrebbe essere fatta risalire al perfetto ie. e per essi viene
ricostruito un suffisso germ. *-t(o)- che non può essere spiegato a partire da un formante ie. DHĒ.
Infine, secondo lo studioso è sostenibile l’origine per i verbi deboli di I e II classe da una
formazione perifrastica, mentre i verbi di III classe pongono maggiori difficoltà. Per
quest’ultima classe, inoltre, il got. e l’aat. presentano formazioni diverse rispetto al gruppo
ingevone, spiegabili solo sulla base dell’alternanza della vocale tematica, che nelle prime due
lingue è lunga, rispetto al grado zero delle altre.
9
I. Rauch, The Germanic Dental Preterite, Language Origin and Linguistics Attitude, Indogermanische
Forschungen 77 (1972), pp. 215-233. Si tratterebbe secondo Ramat, di “nomi verbali suffissati” con l’ausilio
delle desinenze secondarie già viste; cfr. Ramat, nota prec.
10
W. P. Lehmann, The Germanic Weak Preterite Verbs, Language 19 (1943), pp. 313-319.
11
Jay. H. Jasanoff, OS habda and the Gmc. Weak Preterite, in: Indo-European Studies, Cambridge 1972, pp.
275-290.; id., The Gmc. Third Weak Class, Language 49 (1973), pp. 850-870; di recente è apparso: id.,
Hittite and the Indo-European Verb, Oxford University Press 2005, ISBN 019928198X, 9780199281985,
270 pp.
12
Cfr. sotto cap. 4.1.
I verbi deboli
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ALTRI ESEMPI DI FORMAZIONE DEL PRETERITO DEBOLE - I CLASSE
germ. *hail-ja-n(an) <*hail-az
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
GOT.
hailjan
hail-i-da
hail-i-þs
AN.
heila
heilþa
heilþr
AGS.
hǣlan
hǣl-de
gehǣl-e-d
AS.
hēlian
helda
(gihēlid)
AAT.
heilen
heil-ta
gi-heil-i-t
germ. *sat-ja-n(an) “sedersi , porre” <*set-ja-n(an) “essere seduto”
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
GOT.
sat-jan
sat-i-da
sat-i-þs
AN.
setia
setta
settr
AGS.
settan
sette
ge-sett
AS.
settian
satta/setta
-------
AAT.
sezzen
sazta
gisezzit
ALTRI ESEMPI DI FORMAZIONE DEL PRETERITO DEBOLE - II CLASSE
germ. *salƀōn(an) “ungere”<*salƀōn “unguento”
I verbi deboli
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
GOT.
salbōn
salb-ō-da
salb-ō-þs
AN.
kalla
kallaþa
kallaþr
AGS.
sealfian
sealfode
gesealfod
AS.
salƀōn
------
------
AAT.
salbōn
salbōta
gisalbōt
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germ. hwarƀ-ō-n(an) “girare, rotolare”
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
GOT.
¥aírb-ōn
¥arb -ō-da
¥arb -ō-þs
AN.
hvarfa
---------
-------
AGS.
hwearfian
hwearfode
hwearfod
AS.
gi-hwerƀian
------
-------
AAT.
(hwerben)
------
-------
ALTRI ESEMPI DI FORMAZIONE DEL PRETERITO DEBOLE - III CLASSE
germ. *haƀ-ē-(ja)-n
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
GOT.
haban
hab-ai-da
hab-ai-þ-s
AN.
hafa
haf-þa
haf-a-þ-r
AGS.
habban
hæf-de
hæf-d
AS.
hebbian
habda
(behabd)
AAT.
habēn
hab-ē-ta
gi-hab-ē-t
germ. *þag-ē-n(an) “tacere” cfr. lat. tac-ē-re
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
GOT.
þahan
þah-ai-da
hab-ai-þ-s
AN.
þegja
þag-þa
þag-þr
AGS.
------
--------
-------
AS.
thagian (I cl.)
--------
-------
thagōn (II cl.)
thagōda
-------
dagēn
dag-ē-ta
gi-dag-ē-t
AAT.
I verbi deboli
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Filologia germanica
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3. Il participio passato dei verbi deboli
Il suffisso del participio preterito dei verbi deboli in germ. risale al suffisso ie. -TÓS > germ. *-đaz:
GERM. -đaz
GOT.
-þs
AN.
-þr (-đr)
AGS.
-d
AAT.
-t
AS.
-d
da cfr. con il lat. ama-tus, nō-tus, gr. dÒ-toj.
Per gli esempi relativi alle varie classi, vedi gli schemi precedenti.
I verbi deboli
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4. Formazione del preterito e del participio dei verbi deboli
di I classe
In base alla formazione del preterito e del participio preterito i verbi deboli di I classe possono
essere distinti in due gruppi:
1) verbi con sillaba radicale breve;
2) verbi con sillaba radicale lunga;
Mentre in got. non si rileva, al preterito, alcuna differenza tra l’uno e l’altro gruppo, tale differenza
si nota invece negli altri dialetti germanici. Vediamo più da vicino le modalità di formazione del
preterito nelle singole lingue.
 In got. sia l’uno che l’altro gruppo (che si differenziano al presente) formano preterito e part.
pass. tramite la vocale unitiva (tematica) /i/ cui si aggiungono i suffissi -da, ecc. e -þs.
 In an. la vocale tematica è scomparsa, sia nei verbi a sillaba radicale lunga che in quelli a sillaba
radicale breve; tuttavia, mentre in questi ultimi (radicale breve), la vocale radicale non subisce
metafonia, in quelli a radicale lunga avviene metafonia ad opera della vocale tematica /i/ (cfr.
an. talþa vs. heyrþa).
 In ags. i verbi con radicale breve mantengono la vocale tematica /e/ (</i/) al pret. e al part. pass.;
la vocale della sillaba radicale subisce metafonia (ags. fremman, fremede <*fram-jan, *fram-ideþ). Nei verbi a sillaba radicale lunga la vocale tematica è soggetta a sincope al pret., mentre al
part. pass., nelle forme non declinate si conserva; cade invece nelle forme declinate. La vocale
radicale subisce comunque metafonia: dēman - dēmde - gedēmed < *dōm-jan. I verbi a sillaba
radicale lunga non presentano geminazione al presente e all’infinito.
 In aat., nei verbi a sillaba radicale breve, la vocale tematica si mantiene e provoca metafonia
(soltanto in caso di /a/ nel periodo aat.); nei verbi con radicale lunga al pret. cade e la vocale
radicale non subisce metafonia; al part. pass. /i/ è soggetta sincope solo nelle forme declinate, e
resta, invece, nelle forme non declinate. Anche in aat. i verbi a sillaba radicale originariamente
lunga non presentano geminazione al presente e all’infinito.
 In as. il pret. dei verbi a sillaba radicale breve è formato con aggiunta di vocale tematica alla
desinenza -da, -d; mentre i verbi a sillaba radicale lunga sono privi al pret. di vocale tematica,
che si propone invece al part. pass. Si rilevano numerose nuove formazione analogiche che
presentano vocale tematica.
I verbi deboli
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ESEMPIO DI CONIUGAZIONE DI PRETERITO (SILLABA RADICALE BREVE)
Verbi: got. nasian “sanare, salvare”, an. telia (germ. *tal-jan) “dire”, ags. fremman “compiere”, as.
fremmian “compiere” (germ. *framjan), aat. frummen “favorire” (germ. *frum-jan).
GERM.
GOT.
AN
AGS.
AAT.
AS.
I SG.
*-đō(m)
nas-i-da
tal-þa
frem-e-de
frum-i-ta
frem-i-da
II SG.
*-đēs
nas-i-dēs
tal-þer
frem-e-des(t)
frum-i-tōs
frem-i-des
III SG.
*-đē(þ)
nas-i-da
tal-þe
frem-e-de
frum-i-ta
frem-i-da
I Duale
*-đu(n)
nas-i-dēdu
------
------
------
------
II Duale
*-đuþ(i)z
nas-i-dēduts
------
------
------
------
I PL.
*-đum(i)
nas-i-dēdum
tǫl-þom
frem-e-don
frum-i-tum
frem-i-dun
II PL.
*-đuþ(i)
nas-i-duduþ
tǫl-þoþ
frem-e-don
frum-i-tut
frem-i-dun
III PL.
*đun(þ)
nas-i-dēdun
tǫl-þo
frem-e-don
frum-i-tun
frem-i-dun
ESEMPIO DI CONIUGAZIONE DI PRETERITO (SILLABA RADICALE LUNGA)
Verbi: got. hausian, an. heyra, as. hōrian “ascoltare” (germ. *hauz-jan), ags. dǣlan, aat. teilen
(germ. *dail-jan) “dividere”.
GERM.
GOT.
AN
AGS.
AAT.
AS.
I SG.
*-đō(m)
haus-ida
heyr-þa
dǣl-de
teil-ta
hōr-da
II SG.
*-đēs
haus-idēs
heyr-þer
dǣl-des(t)
teil-tōs
hōr -des
III SG.
*-đē(þ)
haus-i-da
heyr-þe
dǣl-de
teil-ta
hōr-da
I Duale
*-đu(n)
haus-i-dēdu
------
------
------
------
II Duale
*-đuþ(i)z
haus-dēduts
------
------
------
------
I PL.
*-đum(i)
haus-i-dēdum
heyr-þom
dǣl-don
teil-tum
hōr-dun
II PL.
*-đuþ(i)
haus-i-duduþ
heyr-þoþ
dǣl-don
teil-tut
hōr-dun
III PL.
*đun(þ)
haus-i-dēdun
heyr-þo
dǣl-don
teil-tun
hōr-dun
I verbi deboli
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Filologia germanica
a.a. 2008-2009
ESEMPIO DI CONIUGAZIONE DI PARTICIPIO
GERM.
I verbi deboli
-đaz
RADICALE
RADICALE
BREVE
LUNGA
GOT.
-þs
nasiþs
hausiþs
AN.
-þr (-đr)
talþr
heyrþr
AGS.
-d
ge-frem-ed
ge-dǣl-ed
AAT.
-t
ge-frum-it
gi-teil-it
AS.
-d
gi-frem-id
gi-hōr-id
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4.1 Particolarità dei verbi deboli di I classe
Alcuni verbi deboli di I classe formavano il pret. e il part. pass. già nel protogermanico senza
l’ausilio della vocale unitiva (tematica). In sostanza, alla radice verbale si univa direttamente il
suffisso privo di vocale tematica. Questi verbi presentano metafonia palatale al presente, dovuta al
suffisso contenente /j/, ma non al preterito e al part. pass. dove manca sin dall’inizio la vocale
tematica /i/. Tali verbi vennero definiti da J. Grimm come verbi deboli con Rückumlaut, cioè verbi
con “Umlaut all’indietro”.
Si tratta di verbi la cui radice terminava in velare, come ad esempio:
GERM.
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
*wurk-ja-n(an) “fare”
*wurk-(i)đō(n)> *wurk-tō>
*wurk-taz
*wurhtō
GOT.
wáurkjan
wáurhta
wáurhts
AN.
yrkia
orkta
orktr
AGS.
wyrcean
worhte
geworht
AAT
wurchen /wurken
worhta
giworht
wirkian
warhta
giwarht
INFINITO
PRETERITO SG.
PARTICIPIO
*þank-ja-n(an)
*þank-(i)đō(n)> *þank-tō>
*þank-taz ecc.
“pensare”
*þāh-tō ?
GOT.
þagkjan
þāhta
-þāhts
AN.
þekkia
þátta
þáttr
AGS.
dencean
þōhte
geþōht
AAT
denken
dāhta
gidāht
AS.
thenkian
thāhta
-----
/wirkian
AS.
GERM.
I verbi deboli
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INFINITO
GERM. *sōk-ja-n(an)
“cercare”
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PRETERITO SG.
PARTICIPIO
*sōk-(i)đō(n)> *sōk-tō>
*sōh-tō ?
*sōk-taz ecc.
GOT.
sōkjan
(sōkita)
(sōkiþs)
AN.
sǿkia
sótta
sóttr
AGS.
sÊcean
sōhte
gesōht
AAT
suohhen
suohta
gisuohhit
AS.
sōkian
sōhta
gisōht
IPOTESI SULLA FORMAZIONE DI QUESTO TIPO DI PRETERITO
Si è già detto del dibattito intorno alla formazione di questo tipo di verbi. Adesso si esporranno, in
maniera schematica, alcune delle teorie più comuni.
A) Se si suppone una formazione analoga a quella degli altri verbi deboli di I classe, bisogna
ipotizzare che all’origine del pret. sia il suffisso germ. *đō(n)/*đē che, già nel germ., si sarebbe
unito alla radice verbale senza vocale tematica; in questo modo il pret. di questi verbi avrebbe
subito una complessa serie di fenomeni di assimilazione e di trasformazioni, secondo lo schema
seguente:
1) þank-(i)-đō(n) > 2) þank-tō > 3) þanh-tō > 4) þāhtō
1) la caduta o la mancanza della vocale unitiva porta a contatto la consonante (/k/) che chiude la
radice con la fricativa del suffisso,
2) si verifica assimilazione del tratto sordo alla dentale del suffisso (/đ, d/> /t/) per via
dell’occlusiva /k/;
3) si ha fricativizzazione di /k/> /h/ [c] per la I mutazione consonantica;
4) si verifica la caduta della nasale dinanzi fricativa velare /h/[c], con allungamento compensatorio
della vocale che la precede; in ags. þōhte il timbro velare della vocale è dovuto al fatto che la
nasale, prima di cadere ha oscurato l’originaria /a/ (isoglossa ingevone). In an. si hanno invece esiti
per assimilazione sia al pret. che al part. pass.
I verbi deboli
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B) La seconda ipotesi invece prevede un numero minore di fenomeni e di passaggi e fa derivare
questi preteriti da forme in cui era presente un suffisso ie. -TOS, tipico dei participi; tale suffisso si
sarebbe unito direttamente alla radice uscente in velare, che sarebbe divenuta fricativa secondo la I
mutazione germanica; sarebbero poi avvenuti i fenomeni successivi, che conosciamo già, relativi
alla caduta della velare e all’allungamento della vocale radicale:
*þank-tō(s) >
*þanh-tō >
*þāhtō
4.2 Particolarità dell’anglosassone
1) Oltre ai verbi uscenti in velare (/h/, /ǥ/), in ags. anche i verbi uscenti in /l/ (come germ. tal-jan >
ags. tellan “narrare”) formavano il pret. senza vocale tematica; tali verbi in ags. non presentano
metafonia al preterito, ma essendo la vocale radicale seguita da /l+cons./ (d-e) subiscono frattura. Il
medesimo fenomeno si verifica al part. pass.
GERM. *tal-ja-n(an) “narrare”
*sal-ja-n(an) “dare, vendere”
AGS.
tellan
tealde
geteald
AGS.
sellan
sealde
geseald
2) I verbi uscenti in /t/, /d/ presentano sincope della vocale tematica e assimilazione della
consonante del suffisso del pret. e del part. pass.:
GERM. *sat-ja-n(an) “porre, collocare”
AGS.
I verbi deboli
settan
sette (<set-de)
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gesett (<ge-set-d)
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5. Formazione del preterito e del participio passato dei verbi
deboli di II classe
I verbi deboli di II classe formano preterito e participio preterito aggiungendo il solito suffisso in
dentale. La vocale tematica (germ. /ō/, got. /ō/, an. /a/, ags. /o/, aat. /ō/, as. /o/) si mantiene durante
tutta la coniugazione.
ESEMPIO DI CONIUGAZIONE DI PRETERITO
got. salbōn “ungere”, an. kalla “chiamare”, ags. sealfian, aat. salbōn, as. salƀon “ungere”
GERM.
GOT.
AN
AGS.
AAT.
AS.
I SG.
*-đō(m)
salb-ō-da
kall-a-þa
sealf-o-de
salb-ō-ta
salƀ-o-da
II SG.
*-đēs
salb-ō-dēs
kall-a-þer
sealf-o-des(t)
salb-ō-tōs
salƀ-o-dos
III SG.
*-đē(þ)
salb-ō-da
kall-a-þe
sealf-o-de
salb-ō-ta
salƀ-o-da
I Duale
*-đu(n)
salb-ō-dēdu
------
------
------
------
II Duale
*-đuþ(i)z
salb-ō-dēduts
------
------
------
------
I PL.
*-đum(i)
salb-ō-dēdum
kǫll-u-þom
sealf-o-don
salb-ō-tum
salƀ-o-dun
II PL.
*-đuþ(i)
salb-ō-duduþ
kǫll-u-þoþ
sealf-o-don
salb-ō-tut
salƀ-o-dun
III PL.
*đun(þ)
salb-ō-dēdun
kǫll-u-þo
sealf-o-don
salb-ō-tun
salƀ-o-dun
ESEMPIO DI CONIUGAZIONE DI PARTICIPIO
I verbi deboli
GERM.
-đaz
GOT.
-þs
salb-ō-þs
AN.
-þr (-đr)
kall-a-þr
AGS.
-d
sealf-o-d
AAT.
-t
gi-salb-ō-t
AS.
-d
gi- salƀ-od
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6. Formazione del preterito e del participio passato dei verbi
deboli di III classe
Nella formazione del preterito e del part. passato dei verbi deboli di III classe i vari dialetti
germanici si differenziano notevolmente.

In got. si ha la solita formazione mediante vocale tematica /ai/ e suffisso (-da, -þs).

In an. si ha il suffisso -þa, -þr, ma la vocale tematica /a/ (proto nord. /ē/ < germ. /ai/) al pret.
è soggetta a sincope, mentre al part. pass. di solito resta; alcuni verbi però presentano anche
in questo caso sincope come al pret.

In ags. i pochi resti di questa classe formano il pret. e il part. pass. senza vocale tematica,
aggiungendo direttamente il suffisso -de, -d alla radice verbale.

In aat. si ha sempre la vocale tematica /ē/ che si aggiunge al suffisso -ta, -t.

In as. le poche forme attestate sono sempre prive di vocale tematica.
In ags. appartengono a questa classe i seguenti verbi:
habban - hæfde - gehæfd
“avere”
libban - lifde - gelifd “vivere”
hycgean - hogde - gehogod “pensare”
secgean sægde - gesægd
fēogan
“dire”
“odiare”
In as. si trovano ancora nella III classe:
hebbian - habda - (behabd)
seggian - sagda - gisagd
libbian - libdun - gilibd
-huggian - -hogda-
I verbi deboli
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ESEMPIO DI CONIUGAZIONE DI PRETERITO
got. haban “avere”, an. hafa, ags. habban, aat. habēn, as. hebbian
I SG.
GERM.
GOT.
AN
AGS.
AAT.
AS.
*-đō(m)
hab-ai-da
haf-þa
hæf-de
hab-ē-ta
haƀ-da
/habda
II SG.
*-đēs
hab-ai-dēs
haf-þer
hæf-des(t)
hab-ē-tōs
haƀ-dos
III SG.
*-đē(þ)
hab-ai-da
haf-þe
hæf-de
hab-ē-ta
haƀ-da
/habda
I Duale
*-đu(n)
hab-ai-dēdu
------
------
------
------
II Duale
*-đuþ(i)z
hab-ai-dēduts ------
------
------
------
I PL.
*-đum(i)
hab-ai-
hǫf-þom
hæf-don
hab-ē-tum
haƀ-dun
dēdum
II PL.
*-đuþ(i)
hab-ai-duduþ
hǫf-þoþ
hæf-don
hab-ē-tut
haƀ-dun
III PL.
*đun(þ)
hab-ai-dēdun
hǫf-þo
hæf-don
hab-ē-tun
haƀ-dun
ESEMPIO DI CONIUGAZIONE DI PARTICIPIO
I verbi deboli
GERM.
-đaz
GOT.
-þs
habai-þs
AN.
-þr (-đr)
haf-þr /hafat
AGS.
-d
ge-hæf-d
AAT.
-t
gi-hab-ē-t
AS.
-d
gi- hafd
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TABELLA SINOTTICA DI CONIUGAZIONE DEL PRETERITO DI I CLASSE
GERM.
I verbi deboli
GOT.
AN
AGS. (RADICE
AGS.
AAT.
AAT.
BREVE)
(RADICE
(RADICE
(RADICE
LUNGA)
BREVE)
LUNGA)
AS.
I SG.
*-đō(m)
nas-i-da
tal-þa
ner-e-de
dēm-de
ner-i-ta
hōr-ta
ner-i-da
II SG.
*-đēs
nas-i-dēs
tal-þer
ner-e-des(t)
dēm-des(t)
ner-i-tōs
hōr-tōs
ner-i-des
III SG.
*-đē(þ)
nas-i-da
tal-þe
ner-e-de
dēm-de
ner-i-ta
hōr-ta
ner-i-da
I Duale
*-đu(n)
nas-i-dēdu
------
------
------
------
------
------
II Duale *-đuþ(i)z
nas-i-dēduts
------
------
------
------
------
------
I PL.
*-đum(i)
nas-i-dēdum
tǫl-þom
ner-e-don
dēm-don
ner-i-tum
hōr-tum
ner-i-dun
II PL.
*-đuþ(i)
nas-i-duduþ
tǫl-þoþ
ner-e-don
dēm-don
ner-i-tut
hōr-tut
ner-i-dun
III PL.
*đun(þ)
nas-i-dēdun
tǫl-þo
ner-e-don
dēm-don
ner-i-tun
hōr-tun
ner-i-dun
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