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Giulio Cesare - Pianeta Scuola Gallery
Modulo 4 IMP. (170-203) 28-09-2004 12:12 Pagina 178 178 6 Giulio Cesare: la fine della Repubblica Violenza e illegalità diventano una dimensione “naturale” 1 Le illegalità resero la violenza una dimensione “naturale” dell’Italia romana. Ormai nessuno era più certo dei propri diritti: il più forte e il più astuto potevano compiere ogni genere di prepotenza senza che alcuna autorità li punisse. La prima a essere colpita fu la proprietà terriera. Anche i latifondisti che avevano conservato miracolosamente le loro terre nonostante le confische ordinate da Silla – e persino quelli che, invece, se ne erano avvantaggiati – vedevano gli schiavi e i clienti di un altro proprietario più forte invadere le loro proprietà e, se non riuscivano a contrastarlo con le armi, dovevano cedergliele. Altre volte, più semplicemente, un vicino spostava le pietre di confine e restringeva la proprietà altrui, impadronendosi di ettari ed ettari di terreno senza che l’altro potesse appellarsi a un tribunale per ottenere giustizia. Ma non bastava. Anche la vita e la libertà degli uomini erano in pericolo. Nessuno ormai si allontanava da Roma senza una scorta armata. Subito fuori dalla città, infatCICERONE. LA CONGIURA DI CATILINA. Questo quadro moderno ricostruisce la scena in cui Cicerone (in piedi al centro) smaschera in Senato Catilina (seduto da solo a destra). Il quadro si trova a Roma, a Palazzo Madama, sede del Senato. ti, le strade erano infestate dalle bande dei briganti, formate da schiavi fuggitivi ma anche dalle vittime della Guerra sociale e delle proscrizioni di Silla: gente che aveva perso tutto e che ora rubava e uccideva per necessità, ma anche per odio e desiderio di vendetta. I briganti attaccavano i viaggiatori, li derubavano e, quando non li uccidevano, li vendevano come schiavi. 2 Catilina congiura contro il Senato Nel 63 a.C., in questa atmosfera cupa alla quale nessuno riusciva a trovare uno sbocco, il Senato affrontò la Congiura di Catilina (così chiamata dal capo dei congiurati), cioè un’azione decisa in tutta segretezza che prevedeva l’assassinio di uno dei consoli e la presa del potere. Qualcuno tuttavia parlò e il console Marco Tullio Cicerone poté denunciarla in Senato e stroncarla sul nascere. All’illegalità di Catilina, Cicerone rispose illegalmente facendo uccidere in carcere i congiurati che, come cittadini romani, avrebbero avuto invece diritto a un regolare processo. Modulo 4 IMP. (170-203) 28-09-2004 12:12 Pagina 179 6 - Giulio Cesare: la fine della Repubblica 179 GLI UOMINI DEL PRIMO TRIUMVIRATO Calpestando le leggi della Repubblica tre uomini creano il Primo triumvirato 3 In questo stesso periodo gli Ottimati trovarono un nuovo capo nel pupillo di Silla, Cneo Pompeo, mentre i Popolari si affidarono a Gaio Giulio Cesare, discendente di un’antica famiglia patrizia di tradizioni democratiche. Ben presto, però, Pompeo trovò più conveniente allearsi con il suo avversario che non fidarsi dell’ambiguo appoggio dei senatori e nel 60 a.C. strinse un patto segreto di governo con lui e con Marco Licinio Crasso, un personaggio politicamente debole, ma prezioso per le sue immense ricchezze. Questo patto, che calpestava tutte le leggi della Repubblica, è rimasto celebre come Primo triumvirato (“governo di tre uomini”, vir significa “uomo” in latino) e si basava sul fatto che tutti e tre avevano seguaci fedeli e clienti sufficienti per impadronirsi del potere con la forza, qualora il Senato avesse in qualche modo bloccato la loro scalata alle massime cariche della Repubblica. Impauriti dal triumvirato, i senatori non CRASSO l’uomo più ricco di Roma POMPEO amico degli Ottimati CESARE amico dei Popolari TRE UOMINI CON INTERESSI DIVERSI U N I T I D A L L A C O M U N E D I F F I D E N Z A V E R S O I L S E N AT O fecero più alcuna opposizione: Cesare fu nominato console nel 59 a.C. e Pompeo partì per l’Oriente. Tra i senatori si accese però l’odio per Cesare. Cicerone chiamò il triumvirato il “mostro a tre teste” e gli aristocratici dissero che c’erano due consoli, “Giulio” e “Cesare”, per sottintendere che egli in realtà governava da solo. ritratto di... Giulio Cesare Cesare veniva da una famiglia aristocratica impoverita che sosteneva di avere come antenati il figlio di Enea, Iulo (ovvero “Giulio”), e quindi la dea Venere, che di Enea, secondo la leggenda, era la madre. Nel corso dei secoli, tuttavia, questa famiglia non aveva dato alla Repubblica personaggi di grido; c’erano stati dei Giuli questori, pretori e anche consoli, ma nessuno aveva raggiunto una particolare gloria militare. La stessa casa di Cesare non si trovava in una zona elegante, ma nella Suburra, il quartiere malfamato di Roma, dove qualcuno dice che egli nacque nel 100, altri nel 102 a.C. Durante l’infanzia ebbe come maestro uno schiavo intelligente e colto, proveniente dalla Gallia, che gli insegnò non solo il latino e il greco, ma anche molte notizie sui propri compatrioti che un giorno sarebbero tornate molto utili al suo allievo. Pare che da adolescente Cesare soffrisse di attacchi di mal di testa e di epilessia. Era un abile cavaliere, ma era capace anche di marciare a piedi per giorni interi senza stan- carsi. Divenne calvo molto presto e questo fu sempre un suo cruccio, che cercò di mascherare tirandosi i capelli dalla nuca alla fronte. Ebbe grande fortuna con le donne: ne sposò quattro, divorziando tre volte, ma collezionò un numero infinito di amori extraconiugali. Era insomma un perfetto uomo di mondo, elegante, spregiudicato, ricco di umorismo, capace di perdonare i vizi altrui, nella perfetta consapevolezza di averne altrettanti. Non avendo denari, si era alleato a Crasso, che era ricchissimo e aveva finanziato la sua carriera politica. Nessuno però aveva fatto i conti con la sua grande ambizione e con la sua acutissima intelligenza. Modulo 4 IMP. (170-203) 28-09-2004 12:12 Pagina 180 180 MODULO 4 - Roma nell’età della Repubblica 4 Cesare va in Gallia Prima che scadesse il suo consolato, Cesare si fece assegnare per cinque anni il proconsolato delle Gallie. Con questo incarico, secondo la legge, egli avrebbe dovuto limitarsi ad amministrare la Gallia Cisalpina e la Gallia Narbonense, cioè le due Gallie già sottoposte al dominio romano, che corrispondevano nell’ordine alla Pianura Padana e alla Provenza (la regione meridionale della Francia). Questa però non era l’intenzione di Cesare. Egli voleva conquistare il prestigio che deriva da una guerra vinta e il potere fornito da un esercito devoto per usarli al momento opportuno nella lotta politica. Quando nel 58 a.C. giunse nelle Gallie romane, l’odierna Francia per il resto del mondo era soltanto un nome. I Romani ne conoscevano solo le province meridionali, che avevano conquistato per assicurarsi le comunicazioni con la Spagna, ma ignoravano che cosa ci fosse più a nord. Nella Francia centro-settentrionale, come hai letto nella UNITÀ 1 di questo Modulo, non c’era ciò che oggi chiamiamo “nazione”, ma soltanto sparpagliate tribù celtiche, quasi sempre in guerra tra loro. Le campagne di Giulio Cesare in Gallia. BRITANNIA GERMANI CANALE DELLA MANICA Reims PARISII Parigi VE NE TI CARNUTI Alesia UI ED Nantes BITURIGI ZI VE EL Bourges OCEANO ATLANTICO Gergovia Lione Bordeaux ARVERNI La “Gallia libera” diventa provincia romana 5 GALLIA CISALPINA GALLIA NARBONENSE SPAGNA MARE MEDITERRANEO Province romane Territorio gallico Strada tra Italia e Spagna Zone dell’insurrezione gallica (Vercingetorìge) Confini attuali della Francia Percorso delle legioni romane All’inizio della sua campagna militare Cesare non aveva le forze necessarie per conquistare quel territorio sterminato. Il Senato gli aveva dato solo quattro legioni, neanche 30 000 uomini, e proprio nel momento in cui ne assumeva il comando, 400 000 Galli della tribù degli Elvezi stavano straripando dalla Svizzera nella Gallia Narbonense, incalzati da 150 000 Germani che stavano attraversando il Reno. I Germani erano un popolo diverso dai Galli: erano nomadi, provenivano dalle terre del nord e dell’est europeo, parlavano un’altra lingua e rappresentavano un enorme pericolo sia per i Romani sia per i Galli stessi. Cesare arruolò quattro legioni galliche mantenendole con il proprio patrimonio personale, batté gli Elvezi, ricacciò i Germani al di là del Reno, quindi attaccò i Galli Belgi e li sottomise. Successivamente, nel 54 a.C., effettuò una spedizione in Britannia (l’odierna Inghilterra), spingendosi fino al Tamigi. Mentre raccoglieva questi successi, tuttavia, a Cesare giunse notizia che tutta la Gallia stava insorgendo contro i Romani sotto la guida di un capo di grande prestigio, Vercingetorìge, che era riuscito a riunire le tribù grazie all’appoggio dei loro drùidi. Scoppiò così una guerra durissima che culminò nel 52 a.C. con l’assedio di Alesia in cui Galli e Romani si trovarono entrambi in una situazione di estremo pericolo, ma che finì con la resa di Vercingetorìge. Cesare risparmiò la città dal saccheggio, ma fece schiavi tutti i combattenti e li regalò alle sue truppe. Nei due anni successivi, fino al 50 a.C., il condottiero procedette alla completa sottomissione della Gallia Transalpina, cioè della “Gallia libera” che non aveva ancora mai subìto la dominazione romana e la rese provincia. Il bilancio finale fu un milione di morti e un milione di Galli liberi divenuti schiavi, ma la provincia presto rifiorì e fu tra quelle che maggiormente si integrarono nel mondo romano e si arricchirono con i suoi commerci. Modulo 4 IMP. (170-203) 28-09-2004 12:12 Pagina 181 6 - Giulio Cesare: la fine della Repubblica 181 DUE CINTE Una interna da cui colpire la città. Una esterna per difendersi dagli eventuali alleati degli assediati. MURO D’ATTACCO Da questa palizzata le legioni colpivano la città assediata con proiettili di pietra o incendiari. POCHI CONTRO TANTI Con questa tecnica Cesare con 60 mila legionari vinse un esercito di oltre 300 mila uomini. LE CATAPULTE Gettavano pesi di 50 chili a 400 metri con effetti devastanti. LE TORRI La palizzata era interrotta da posti di avvistamento. Nello spazio tra le mura c’erano campi trincerati. Sulla conquista della Gallia Giulio Cesare ci ha lasciato il De Bello Gallico, La guerra gallica, un resoconto scritto in terza persona, come se egli fosse un estraneo che descrive imparzialmente le azioni di Cesare. Quest’opera costituisce per noi un documento storico di eccezionale importanza e rivela in Cesare le doti di un grandissimo scrittore. Il triumvirato si scioglie e scoppia una Guerra civile tra Cesare e Pompeo 6 Con la conquista della Gallia un immenso territorio, grande tre volte l’Italia e fertile più di ogni altra regione europea, si apriva allo sfruttamento di Roma. Ma né il Senato, né Pompeo erano contenti, perché Cesare aveva acquistato troppo potere e la gloria militare lo aveva reso troppo popolare presso la plebe. Il triumvirato si sciolse, Pompeo si riavvicinò al Senato e quando Cesare chiese il rinnovo del proconsolato in Gallia, i senatori glielo negarono e gli ordinarono di congedare l’esercito. Cesare ignorò l’ordine e marciò sull’Italia con una legione. Il confine tra Italia e Gallia Cisalpina, cioè tra la patria e le province, era segnato da un fiumiciattolo che scorre nei pressi di Rimini, il Rubicone. Varcandolo in armi nel 49 a.C., Cesare compì un’azione grave e illegale, dalla quale non poteva più ritirarsi: iniziava così una nuova fase delle LE PALIZZATE Precedute da opere di difesa (pali appuntiti, fossati…) dalle cariche nemiche dall’esterno. Guerre civili. Cesariani e pompeiani si combatterono ferocemente per quattro anni in Grecia, in Asia, in Egitto e in Spagna, finché Cesare, dopo aver sconfitto il rivale, batté anche i suoi ultimi seguaci, concludendo nel 45 a.C. un altro periodo di guerre tra cittadini romani. Anche su questi avvenimenti Cesare ci ha lasciato un libro prezioso, il De Bello Civili, La guerra civile, che tenta di raccontare gli eventi con la massima obiettività e il massimo rispetto per il nemico. Tra le frasi celebri delle sue opere, è rimasta famosissima per la sua capacità di sintesi quella relativa a una sua fulminea campagna sulle coste del Mar Nero, nel Ponto: Veni, vidi, vici: «Giunsi, vidi, vinsi». L’ASSEDIO DI ALESIA. LA GALLIA DOPO CESARE. Dopo che l’esercito di Cesare ebbe sottomesso la Gallia, nei territori conquistati giunsero i mercanti. L’Europa centrale si aprì così ai traffici e quella regione diventò parte integrante del mondo romano. Grazie ai Romani, i Galli impararono a piantare e coltivare la vite, finché i loro vini divennero celebri. Inoltre, dove vi erano solo villaggi di capanne, sorsero centri urbani dotati di grandi comodità. Modulo 4 IMP. (170-203) 28-09-2004 12:12 Pagina 182 182 MODULO 4 - Roma nell’età della Repubblica La dittatura e le riforme di Cesare 7 IL SOGNO DI CALPURNIA. Il mattino delle Idi di marzo, come vedi in questo quadro di un pittore inglese del XIX secolo, la moglie di Cesare, Calpurnia, scongiurò il marito di non recarsi in Senato. Era scossa da un terribile sogno, sicuro presagio di morte, fatto durante la notte. Quando Cesare fece ritorno a Roma, dimostrò subito che, dopo più di quarant’anni di illegalità, non credeva più nelle istituzioni repubblicane e nella capacità di governo del Senato e delle Assemblee. «La Repubblica – soleva dire – è ormai un fantasma senza corpo». Era convinto che i tempi fossero maturi per passare a un regime forte, di tipo monarchico, accentrato nelle mani di uno solo. Si fece quindi nominare – come Silla – dittatore a vita e con questi poteri varò alcune prime riforme che facevano parte di un progetto ben più vasto, mirato a risanare sia la situazione politica, sia quella economica. Le iniziative più importanti furono: • una grande riforma agraria simile a quella dei Gracchi, con la quale molte terre dei senatori furono distribuite ai veterani della Guerra gallica e della Guerra civile, i quali divennero così piccoli proprietari contadini; • una vasta serie di opere pubbliche che diede lavoro ai numerosi nullatenenti della capitale; • la fondazione di colonie romane nelle province, che diede terra ai proletari; • l’aumento del numero dei senatori da 600 a 900, con l’immissione di personaggi che gli erano fedeli e che garantivano di votare leggi in armonia con le sue riforme. 8 Le Idi di marzo La plebe idolatrava Cesare. Volle che gli fosse concesso a vita il titolo di imperator (che si dava solo ai generali vittoriosi il giorno del trionfo); inoltre il nome del quinto mese del calendario romano, Quintilis, fu cambiato in Iulius, luglio. Il Senato, per ingraziarselo, stabilì addirittura (cosa inaudita a Roma) che fosse divinizzato dopo la morte. In cuor suo, però, la maggioranza dei senatori lo odiava per la legge agraria e per le decisioni che prendeva da monarca assoluto; più di tutti, lo avversava Cicerone, l’accusatore di Catilina. Cesare sapeva che contro di lui gli Ottimati ordivano complotti, ma non volle farci caso. Il 15 marzo del 44 a.C. (le Idi di marzo, secondo il calendario romano) un gruppo di senatori, che vedeva in lui il nemico della Costituzione repubblicana e il futuro padrone di Roma, lo uccise a pugnalate mentre entrava nell’aula del Senato. Tra loro vi erano anche uno dei suoi figli adottivi, Marco Bruto, e un uomo che egli riteneva un amico, Cassio. In sintesi 1-2-3 In Italia violenza e illegalità si diffondono ovunque. Nel 63 a.C. il Senato affronta la Congiura di Catilina, sventata dal console Marco Tullio Cicerone che, all’illegalità di Catilina, risponde con l’illegalità dell’uccisione in carcere dei congiurati. Intanto gli Ottimati si scelgono come capo Cneo Pompeo mentre i Popolari si affidano a Gaio Giulio Cesare. Nel 60 a.C. Pompeo stringe un patto segreto di governo con Cesare e con il ricchissimo Marco Licinio Crasso: è il Primo Triumvirato, governo di tre uomini. Il Senato non si oppone alla loro forza e nel 59 a.C. Cesare è nominato console mentre Pompeo parte per l’Oriente. 4-5 Prima che scada il suo consolato Cesare ottiene per cinque anni il proconsolato delle Gallie: la Gallia Cisalpina (Pianura Padana) e la Gallia Narbonense (Provenza). Nel 58 a.C. parte alla conquista dell’intera Gallia battendo gli Elvezi e attaccando i Galli Belgi. Nel 54 a.C. conduce una spedizione in Britannia, ma intanto la Gallia insorge contro i Romani sotto la guida di Vercingetorìge. Scoppia una guerra che culmina nel 52 a.C. con l’assedio di Alesia e la vittoria di Cesare. Nel 50 a.C. tutta la Gallia Transalpina è sottomessa e diviene provincia romana. Cesare scrive sulla sua conquista il De Bello Gallico. 6 Il Senato e Pompeo temono ora il potere di Cesare e nel 49 a.C. gli ordinano di congedare l’esercito. Cesare ignora l’ordine e passa con l’esercito in armi il Rubicone, confine tra l’Italia e le province, compiendo un’azione illegale. Inizia una nuova fase di Guerre civili che si protraggono fino al 45 a.C. Cesare, vincitore, scrive anche su questi eventi il De Bello Civili. 7-8 Cesare torna a Roma e, convinto della necessità di un regime forte, si fa nominare dittatore a vita e vara alcune riforme: una riforma agraria; l’avvio di opere pubbliche; la fondazione di colonie romane nelle province e l’aumento del numero dei senatori. Per iniziativa della plebe viene nominato imperator e il Senato, per ingraziarselo, stabilisce che sia divinizzato dopo la morte. Un gruppo di senatori lo uccide in Senato il 15 marzo (le Idi di marzo) del 44 a.C. Tra i congiurati vi sono il figlio adottivo Marco Bruto e l’amico Cassio. Modulo 4 IMP. (170-203) 28-09-2004 12:12 Pagina 183 6 - Giulio Cesare: la fine della Repubblica 183 Pagine operative Per ognuna delle seguenti frasi, indica con una crocetta il completamento corretto. 1 La violenza scatenata dagli atti illegali compiuti negli ultimi decenni della Repubblica colpì la proprietà terriera. provocò una rivolta degli schiavi. Le bande dei briganti erano formate da schiavi fuggitivi e vittime della Guerra sociale. malviventi scappati dal carcere. La Congiura di Catilina fu stroncata da Gaio Giulio Cesare. Marco Tullio Cicerone. Il Primo triumvirato fu formato da Marco Tullio Cicerone, Gaio Giulio Cesare, Cneo Pompeo. Cneo Pompeo, Gaio Giulio Cesare, Marco Licinio Crasso. Il triumvirato era un patto che calpestava tutte le leggi della Repubblica. rispettava la legge di Roma. Nel 59 a.C. Cesare partì per l’Oriente. fu nominato console. Cesare si fece nominare proconsole delle Gallie per amministrarle in nome di Roma. conquistare prestigio e potere. Completa la tabella seguente, relativa all’operato di Cesare, inserendo correttamente i termini indicati sotto. 2 In campo politico ................................... contro il potere del Senato ................................... In campo militare In campo sociale ................................... ................................... ................................... per dare ai veterani le terre dei senatori contro Vercingetorìge ................................... per varare riforme malgrado l’opposizione del Senato ................................... ................................... per dare lavoro ai nullatenenti ................................... contro Pompeo ................................... ................................... ................................... per assicurarsi l’appoggio di persone fidate In campo letterario ................................... per raccontare la conquista delle Gallie ................................... per raccontare la guerra contro Pompeo per dare terra ai proletari Guerre galliche – opere pubbliche – De Bello Gallico – aumento del numero dei senatori – guerra civile – dittatura a vita – De Bello Civili – riforma agraria – triumvirato – fondazione di colonie nelle province