Comments
Transcript
Violenza assistita … quando i bambini guardano
Violenza assistita … quando i bambini guardano … Violenza Assistita Intrafamiliare “Per violenza assistita intrafamiliare si intende qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuta su figure di riferimento o su altre figure significative, adulte o minori; di tale violenza il/la bambino/a può fare esperienza direttamente (quando essa avviene nel suo campo percettivo), indirettamente (quando il minore è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti”. (CISMAI, 2002/03) “Chi è stato testimone dell’orrore della reificazione a danno di altri esseri viventi, diventa anch’egli un sopravvissuto all’orrore dell’effrazione, ma con la qualità della trasparenza. Infatti c’era, ma come persona insignificante, perché non aveva previsto, non sapeva, non è stato in grado di far niente. Forse ha cercato l’invisibilità, per il terrore di subire quanto subiva la vittima. Ma il passaggio all’ invisibilità diventa anch’esso marchiatura psichica e stigma.” (Luberti R, Pedrocco Biancardi M. T., 2005, “La violenza assistita intrafamiliare. Percorsi di aiuto per bambini che vivono in famiglie in famiglie violente”, F. Angeli) Qualche dato … Violenza come trauma La violenza assistita provoca due tipi di trauma sul bambino: trauma cronico (provocato in maniera pervasiva dal vivere in un contesto e in un clima familiare caratterizzati da stili relazionali violenti) e trauma acuto (dovuto alla presenza di episodi di violenza improvvisi). I bambini crescono in un clima di tensioni, pesante e cupo, dove la violenza diventa pervasiva, blocca l’espressione emotiva, trasmette un senso di insicurezza e toglie la possibilità di fidarsi ed affidarsi all’altro La violenza assistita è una forma di maltrattamento psicologico che comporta effetti a breve o lungo termine su più livelli, emotivo, cognitivo, fisico e relazionale. Conseguenze della violenza assistita sui bambini • Sindrome da stress post traumatico/Disturbo acuto da stress • Sintomi depressivi • Ritardi nello sviluppo • Somatizzazioni • Difficoltà scolastiche • • Disturbi dell’attaccamento (modalità insicura, soprattutto legata alla possibile depressione materna, o disorganizzata) Ridotte capacità empatiche e di coping • Bassa autostima e svalutazione di sè • Adultizzazione precoce Cosa provano i bambini … Violenza assistita… non SOLO assistere… ma ASSISTERE - La cronicizzazione della vittimizzazione infantile fa credere che senza violenza non si viva: i bambini subiscono un trauma all’identità interiore - Esprimere bisogni, emozioni e pensieri è considerato pericoloso perché può scatenare violenza: l’acting prevale sulla parola e l’espressione - Si sviluppano continui pensieri su come prevenire gli atti violenti (dire bugie, compiacere il genitore maltrattante, adattarsi a varie situazioni) La violenza assistita rappresenta un fattore di rischio: Nell’ immediato aumenta il rischio di essere vittima di altre forme di abuso, come quello sessuale, o di maltrattamento. In futuro aumenta il rischio di sviluppare comportamenti violenti in età adulta e di assumere la violenza come strumento relazionale soprattutto nei rapporti di coppia Come intervenire Importanza della protezione: un bambino che non mostra segni fisici e visibili della violenza non viene considerato vittima né da proteggere Fondamentale percepire i reali bisogni del minore e considerare gli strumenti e i mezzi per assumersi la responsabilità di garantire il suo benessere Aiutare i bambini a capire cosa succede loro internamente senza stigmatizzare l’adulto ma riconoscendone le responsabilità Le donne faticano a riconoscere gli effetti che le violenze da loro subite possono avere sui figli: spesso affermano che i bambini dormivano, non erano presenti o non hanno sentito o capito ciò che stava accadendo durante il maltrattamento, in un inutile tentativo di tenerli fuori dalle violenze domestiche. Competenze genitoriali Si intende la capacità di rappresentare mentalmente sé stesse come madri e il bambino come figlio ma anche la capacità di cura ed interazione Nei casi di violenza domestica non si può prescindere da una valutazione del danno inferto all’area della genitorialità. Va inoltre considerata la trasmissione intergenerazionale della violenza e il suo impatto sul processo di sviluppo dei bambini La violenza crea danni alle persone e alle relazioni familiari, indebolendo fortemente il legame madre (vittima) e bambino (spettatore). La capacità protettiva delle donne nei confronti dei figli viene meno ma ciò non significa che siano “cattive madri”. Conseguenze della violenza sulle capacità genitoriali delle madri vittime Diventano incapaci di raccogliere e soddisfare adeguatamente i bisogni dei figli a causa dello stato di terrore cronico in cui vivono Utilizzano modelli rigidi e punitivi a causa del continuo stato di ansia e della necessità di tenere ogni cosa sotto controllo Come intervenire Lavoro con le donne per cercare di far capire loro gli effetti delle violenze su tutti i componenti del nucleo familiare, in particolare sui figli Lavoro sulla valutazione e la riparazione del danno alla genitorialità Lavoro con i bambini per elaborare e comprendere quanto accaduto, per educare alla scoperta di modalità relazionali alternative rispetto alla violenza Lavoro con la diade madre-bambino con obiettivi educativi, di contenimento e di valorizzazione Violenza assistita su fratelli/sorelle Possibili reazioni Vissuto di protezione nei confronti della vittima Senso di colpa e impotenza per il diverso trattamento subito Identificazione con la vittima e attuazione di suoi comportamenti caratteristici Fuga e negazione con possibile omertà e complicità verso il maltrattante Bisogno di punire la vittima e aggressività, per identificazione con il maltrattante Incapacità di scegliere “da che parte stare” Come intervenire? Gli effetti della violenza assistita sui fratelli possono essere anche più gravi di quelli causati dall’assistere alla vittimizzazione di un genitore per svariati motivi: vicinanza di età, comune condizione di dipendenza, naturale solidarietà tra pari, relazione simmetrica, assenza di un riferimento adulto che contenga e rassicuri. E’ importante allargare il contesto di intervento, prendendo in carico non solo la vittima diretta delle violenze ma anche gli altri soggetti più deboli, coinvolgendoli nel processo riparativo e chiarendo cosa sia accaduto