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Internet e istituzioni_ quante sono le leggi in Italia_ Meglio chiederlo

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Internet e istituzioni_ quante sono le leggi in Italia_ Meglio chiederlo
24/12/2015
Internet e istituzioni: quante sono le leggi in Italia? Meglio chiederlo a Google che a Normattiva ­ Il Fatto Quotidiano
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Internet e istituzioni: quante sono le
leggi in Italia? Meglio chiederlo a
Google che a Normattiva
di Guido Scorza | 28 agosto 2014
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Cosa pensereste di un Paese nel quale non c’è nessuno in grado di
dire con certezza quante siano le Leggi, i Decreti e gli altri
provvedimenti aventi forza di legge in vigore? Cosa pensereste di
 Facebook
uno Stato nel quale vige una regola secondo la quale l’ignoranza di
una legge non ne giustifica la violazione da parte di cittadini ed
imprenditori ma che, al tempo stesso, non pone questi ultimi nella
condizione di conoscerla per davvero?
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Qualsiasi cosa pensereste, iniziate a pensarla del nostro Paese.
Docente, avvocato e
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In Italia, infatti, non c’è Istituzione – Presidenza della Repubblica,
Parlamento e Governo inclusi – che sia in grado di dire con certezza
quanti atti aventi forza di legge – e destinati, dunque, ad incidere
sulla vita dei cittadini e dello Stato medesimo – sono in vigore in
questo momento.
×
Secondo Normattiva, un progetto della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati –
in collaborazione con la Corte Suprema di Cassazione, l’Agenzia per
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l’Italia Digitale e l’Istituto poligrafico della Zecca dello Stato – che
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ha, proprio, l’obiettivo di classificare e rendere accessibile al
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cittadino la normativa vigente, nel 2009, in Italia,
il corpus normativo statale dei provvedimenti numerati (leggi,
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decreti legge, decreti legislativi, altri atti numerati), dalla nascita
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dello Stato unitario poteva essere valutato in “circa 75.000″ unità.
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Un numero immenso –
anche se successivamente
al 2009 sforbiciato da una
serie di provvedimenti di
semplificazione che hanno
abrogato decine di
migliaia di vecchie leggi,
decreti e regi decreti –
solo “stimabile” ma non
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/28/riforme­il­paese­soffoca­in­un­labirinto­di­leggi/1101193/
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24/12/2015
Internet e istituzioni: quante sono le leggi in Italia? Meglio chiederlo a Google che a Normattiva ­ Il Fatto Quotidiano
solo “stimabile” ma non
definibile con certezza al
Carichieti, per il cliente milionario
Anas non aveva problemi di conti
quale, peraltro, per avere
un quadro di tutte le norme che regolano la vita di un cittadino e di
un’impresa, occorrerebbe aggiungere quelle di matrice regionale, i
provvedimenti comunali oltre ai regolamenti di un’interminabile
sequenza di enti ed Autorità di regolamentazione.
E non esiste – nel senso che non ne dispone la Presidenza della
Repubblica, né il Governo, né il Parlamento – una banca dati, né un
altro qualsiasi strumento di ricerca che consenta ad un cittadino o
ad un’impresa di conoscere quanti e quali sono gli atti – non
importa di che livello – dei quali si debba tener conto prima di porre
in essere una qualsiasi condotta o avviare una qualsiasi attività.
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I grandi editori giuridici privati e, forse, persino Google, sono,
probabilmente, la fonte più attendibile per chi cerchi una risposta ad
una domanda di questo genere.
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Lo stesso
progetto Normattiva –
che è pure un mirabile
esempio di informatica
applicata al diritto o di
“informatica giuridica”
come si chiamava una
volta questa scienza nella
quale l’Università italiana
ha, a lungo, rappresentato
un’eccellenza
universalmente riconosciuta – non ha neppure l’ambizione di
risolvere il problema giacché il suo perimetro è “limitato” alla
classificazione e gestione del corpo normativo nazionale.
L’accesso, ad esempio, alla disciplina regionale è garantito
attraverso semplici link ad un numero di database pari al numero
delle regioni italiane, tutti caratterizzati – ovviamente – da
interfacce di ricerca diverse l’una dall’altra. Non esiste, invece,
proprio nessun modo attraverso il quale un cittadino o un’impresa
possa accedere a tutte le regole vigenti in una determinata materia
salvo, ovviamente, rassegnarsi ad un “porta a porta” normativo,
attraverso i siti web – quando ci sono e quando sono aggiornati –
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della miriade di enti di regolamentazione che producono norme e
regolamenti nel nostro Paese.
Le leggi sono le fondamenta della vita di qualsiasi società ed a
guardare alla nostra da questa caotica prospettiva, vien da chiedersi
come possa lo Stato reggersi ancora in piedi e vien voglia di gridare
DIRETTORE TESTATA ONLINE: PETER GOMEZ
SEGUI ILFATTOQUOTIDIANO.IT
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al miracolo etico, morale e culturale italiano. E’ solo il fatto – al
contrario di ciò che normalmente si pensa – che, tutto sommato,
siamo, nella media, brava gente che consente al Paese di non essersi
già da tempo accartocciato su stesso o di non essere imploso, vittima
delle sue stesse regole.
Ma è fuor di dubbio che una tanto caotica situazione regolamentare
è all’origine della più parte delle disfunzioni della macchina
democratica giacché la conoscenza delle regole costituisce un
privilegio straordinario del quale, pochi, approfittano in danno di
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/28/riforme­il­paese­soffoca­in­un­labirinto­di­leggi/1101193/
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24/12/2015
Internet e istituzioni: quante sono le leggi in Italia? Meglio chiederlo a Google che a Normattiva ­ Il Fatto Quotidiano
privilegio straordinario del quale, pochi, approfittano in danno di
molti. La riforma dello Stato, quella della quale sempre più stesso
si sente parlare, dovrebbe, forse, cominciare proprio da qui: offrire
al cittadino una porta di accesso unica, semplice, intuitiva, esaustiva
e democratica a tutte le regole che ne regolano la vita nello Stato.
Ma a guardare agli ultimi dati pubblicati da Senato e Camera dei
Deputati sul fenomeno della normazione – e parliamo solo di
quella statale – viene il sospetto che anziché iniziare a preoccuparci
sul serio di “mettere ordine” si continui a produrre disordine.
Prendiamo la XVII legislatura del nostro Parlamento nel corso
della quale, Deputati e Senatori, in carica solo dal 15 marzo 2013,
hanno già presentato 3877 tra disegni e progetti di legge che se
sommati a quelli presentati ad iniziativa dei Governi che si sono
succeduti alla guida del Paese, delle Regioni, dei cittadini e, persino,
del Cnel, arrivano alla cifra di 4094 disegni di legge in meno di un
anno e mezzo.
Ma, probabilmente, il dato più significativo è quello relativo al
numero di disegni di legge, tra le migliaia presentati, che, nello
stesso periodo, è diventato legge: appena 62. Numeri che danno la
sensazione di un Parlamento che “gira in tondo” o, forse, più
correttamente di un Parlamento ormai esautorato del primato della
funzione legislativa che la Costituzione gli assegna.
Una sensazione ancora più preoccupante della precedente che,
purtroppo, affonda le sue radici nei numeri: dei 62 disegni di legge
approvati nel corso della legislatura, infatti, ben 52 sono stati ad
iniziativa Governativa. Un numero di per sé significativo cui deve
aggiungersi quello non meno rilevante dei 45 decreti legge
complessivamente presentati in Parlamento per la conversione, dei
quali 39 già convertiti.
Dati che portano ad una sola inequivocabile conclusione che,
peraltro, non rappresenta certamente una “scoperta”, ma solo la
conferma aritmetica di una percezione diffusa: la potestà normativa
è ormai appannaggio pressoché esclusivo del Governo – e non si
tratta di quello attuale o di quello precedente ma della totalità dei
Governi che si succedono, da anni, alla guida del Paese – che, in
realtà, la Costituzione vorrebbe la esercitasse solo in via eccezionale
rispetto al Parlamento.
E la fotografia non sarebbe diversa se si disponesse dei dati relativi
alla produzione normativa regionale ed a quella dei diversi Enti ed
Autorità che, ormai – all’insegna della delegificazione da un lato e
del federalismo dall’altro – esercitano, in modo ogni giorno
crescente, poteri che competerebbero al Parlamento o, meglio
ancora, che non competerebbero a nessuno giacché, in molti casi,
educazione, cultura, buon senso ed etica sarebbero sufficienti a
governare fenomeni che ci si ostina, invece, a voler normare.
E’ una situazione democraticamente insostenibile. Il Paese rischia di
morire prigioniero di un labirinto regolamentare nel quale
cittadini ed imprese non riescono ad orientarsi.
Forse la riforma dello Stato dovrebbe cominciare proprio da qui.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/28/riforme­il­paese­soffoca­in­un­labirinto­di­leggi/1101193/
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Internet e istituzioni: quante sono le leggi in Italia? Meglio chiederlo a Google che a Normattiva ­ Il Fatto Quotidiano
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103 Commenti
Il Fatto Quotidiano
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 Consiglia
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Mario • un anno fa
Totalmente d'accordo: forse proprio da qui dovrebbe avere inizio la riforma dello stato!
△ ▽
• Condividi › Andrea Bruni • un anno fa
tutto qui ? il bomba nazionale risolverà il tutto tra le 10,00 e le 10 e 07 di domani....ah no forse
dirà che ci vogliono 36 mesi...
1 △ ▽
• Condividi › elisabetta callegaro • un anno fa
relativamente poche regole, chiare e precise, immediatamente accessibili innalzerebbero
moltissimo il nostro livello di informazione, consapevolezza, libertà: cioè di democrazia. questo
tema merita una grande campagna di sensibilizzazione, perché riguarda il quadro d'insieme
della società e la sua capacità di guardare lontano dal punto di vista della qualità della vita e del
suo mantenimento.
2 △ ▽
• Condividi › vaffanculofq • un anno fa
mi bastano solo pochi mesi
△ ▽
• Condividi › Paolo C • un anno fa
il malcostume italiano di emettere provvedimenti che modificano articoli e/o paragrafi di
numerosi altri disposti (spesso nemmeno collegati logicamente) è una delle cause responsabili
della confusione legislativa che ci affligge.
Altro fattore negativo: le abrogazioni che a tutti gli effetti non sono categoriche e definitive.
Frequentemente si fa riferimento alla norma vigente al momento del fatto (complice la
lunghezza esasperante dei processi) oppure si è nell'assurdo di vacanza normativa ­
abrogazione senza sostituzione.
E poi l'ignoranza degli organi legislativi che emettono continuamente norme senza
preventivamente informarsi se esistono altri disposti precedenti sullo stesso tema, ingenerando
confusione, difficoltà applicative (e scappatoie legalizzate).
Ci vorrebbe un ferrato team di esperti (non solo legali, ma anche tecnici) che "ripulissero"
finalmente il corpus legislativo conglobando in testi unici tutte le leggi, leggine, decreti cui
dobbiamo riferirci.
E poi, il legislatore deve essere "educato" a non stravolgere a ripetizione i testi unici (per
esempio, vedere quello sulla sicurezza sul lavoro, che fu emenato nel 2008 e ad oggi del testo
originale rimane una percentuale ridotta ..)
Ce la faremo?
1 △ ▽
• Condividi › A&G • un anno fa
Forse il problema è proprio lo stato...
4 △ ▽
• Condividi › napoleone20002000 > A&G • un anno fa
senza forse
2 △ ▽
• Condividi › Remo • un anno fa
Il problema è che non servono assurde banche dati inutilizzabili di leggi, ma una
razionalizzazione delle leggi, forse servirebbero anche meno enti con potere normativo per
evitare appunto questa inflazione regolamentatoria.
△ ▽
• Condividi › http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/28/riforme­il­paese­soffoca­in­un­labirinto­di­leggi/1101193/
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Andrea Bruni > Remo • un anno fa
scusa remo senza alcuna provocazione...ma come fai a razionalizzare le leggi se non
sai quante e quali sono ?
△ ▽
• Condividi › Remo > Andrea Bruni • un anno fa
Le banche dati servono per il cittadino, i ministeri e le istituzioni sanno già
comunque quali sono le leggi, altrimenti secondo te come farebbero a
modificarle con i richiami.
△ ▽
• Condividi › Bastian • un anno fa
Caro Guido,
un Paese di cui le leggi promulgate vengono cambiate da chi dovrebbe applicarle ti fa capire
perchè il tuo vicedirettore abbia ancora titolo a scrivere. Una legge, decine di "criteri
orientatori". La NOSTRA storia non la scrive il potere legislativo ma il potere giudiziario.
3 △ ▽
• Condividi › Vincenzo Giancristofaro • un anno fa
Un Paese dove vi sono un numero abnorme di leggi, significa che non ha leggi, la legge ha
valenza, quando ogni singolo cittadino di questo Stato ne ha piena contezza, diversamente è la
giungla!
1 △ ▽
• Condividi › Michele B > Vincenzo Giancristofaro • un anno fa
Si, una giungla di norme in cui solo gli addetti ai lavori, e a fatica, riescono a districarsi.
1 △ ▽
• Condividi › Vincenzo Giancristofaro > Michele B • un anno fa
Ma forse neanche loro..
△ ▽
• Condividi › Marco • un anno fa
Il problema delle leggi è che (appunto) sono scritte in legalese: un linguaggio solo
apparentemente chiaro, ma che in realtà è volutamente ambiguo e atto ad interpretazioni.
Invece le leggi dovrebbero essere scritte in un linguaggio il più possibile simile a quello
matematico: univoco, inequivocabile, sintetico.
8 △ ▽
• Condividi › Guest • un anno fa
ma il bello è che la legge non ammette ignoranza...
3 △ ▽
• Condividi › Luca Tutino • un anno fa
...inoltre anche con l'aiuto della pregevolissima Normattiva, per cercare di capire veramente lo
stato di norme elementari ma di grande importanza nella vita pratica per del singolo, ci vogliono
quasi sempre un computer, almeno due schermi, un paio di blocchi per appunti e qualche ora a
disposizione per incrociare l'assurda ragnatela di rimandi creata dalle norme. Per poi giungere
spesso alla conclusione che la situazione è così labirintica da essere sostanzialmente
indecidibile (e quindi a disposizione del più forte).
5 △ ▽
• Condividi › frattale • un anno fa
Un esempio?
"Nei 2.159 giorni trascorsi dal 29 aprile 2008 al 28 marzo del 2014 sono state approvate attraverso 41 diversi provvedimenti qualcosa come 629 norme fiscali: fra queste, 72 di semplificazione ma ben 389 di complicazione ulteriore."
(Sergio Rizzo corriere della sera 11/06/2014)
2 △ ▽
• Condividi › mida98 • un anno fa
Basta richiamare Calderoli che con un bel falò brucia decine di cartoni vuoti e tutto si
aggiusta..... vero renzi????
2 △ ▽
• Condividi › Pizer • un anno fa
Cosa pensereste di un Paese nel quale vige una regola secondo la quale l’ignoranza di una
legge non ne giustifica la violazione ma che, al tempo stesso, non pone http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/28/riforme­il­paese­soffoca­in­un­labirinto­di­leggi/1101193/
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Internet e istituzioni: quante sono le leggi in Italia? Meglio chiederlo a Google che a Normattiva ­ Il Fatto Quotidiano
legge non ne giustifica la violazione ma che, al tempo stesso, non pone questi ultimi nella condizione di conoscerla per davvero?
...
Cosa penso?
Semplice, quello che penso da decenni.
Che in quello Stato non vi sono cittadini ma sudditi.
Soggetti esposti all'arbitrio di chiunque indossi una divisa o rivesta una qualche funzione
pubblica.
Ma. quel che è peggio, complice una sciatteria civica imperante, il fenomeno in Italia è
connotato da elementi di masochismo.
Ci piace essere sommersi di leggi.
Se un cane morde un passante spunta immediatamente qualche imbecille che parla di "vuoto
normativo", mentre l'unica cosa vuota è la sua testa.
Come se una legge (un pezzo di carta) potesse modificare alcunché.
Quel che è grave, l'ipertrofia normativa si accompagnia all'ipotrofia amministrativa.
Siamo pieni di legislatori ma ci manca chi ­ MATERIALMENTE ­ si occupi della manutenzione
delle strade ...
Ma, gli imbecilli di cui sopra, cianciano di "produttività del Parlamento", ovverossia lamentano
che quello che c'è produca poche leggi.
Ma si può ssere più schizofrenici???
5 △ ▽
• Condividi › Francesco • un anno fa
Più che il numero delle leggi, il problema del legiferare italico è la lunghezza abnome di molte
norme, da far invidia a Guerra e Pace, il periodare contorto , incomprensibile e spesso
contraddittorio, lo stile pedestre, giuridicamente e sintatticamente, il fatto che le cambino da un
giorno all'altro. Eravamo i maestri del diritto, dagli anni 80 in poi in questo campo sembriamo i
dilettanti allo sbaraglio. Abbiamo abbandonato la lezione carrariana delle norme generali ed
astratte, che lasciano i giusti spazi all'interpretazione dei pratici, per tentare di imitare (male) i
modelli anglosassoni delle leggi minuziose che pretendono di coprire ogni possibile aspetto
della fattispecie normata e facendo così lasciano­ al contrario­ buchi enormi. E poi ce la prendiamo con giudici (oggi c'è una giurisprudenza schizofrenica, al pari della
legislazione) e con i burocrati, i quali però non hanno colpe se il legislatore gli apparecchia leggi
del genere, che loro dovrebbero applicare.
4 △ ▽
• Condividi › Remo > Francesco • un anno fa
Basta vedere lo stile semplice e lineare in cui era scritta la prima Costituzione e quello
contorno delle attuali parti che hanno modificato.
△ ▽
• Condividi › Francesco Galesso • un anno fa
Sono migliaia i dipendenti pubblici che si occupano di queste cose ­ prendono fior fiori di
stipendi e i dirigenti si danno pure il premio produzione ­ ma tutto il giorno cosa fanno costoro
mi domando?
Non solo ­ si riempiono di soldi pubblici moltitudini di consulenti esterni perché i dipendenti non
c'arrivano ­ ma anche qui sorge la domanda questi di che sono esperti?
Il bello che i nostri governanti ogni sei mesi dicono che adesso semplificheranno ­ ma succede
regolarmente l'esatto opposto ­ mettono nuovi inghippi burocratici che rende indispensabile
l'aiuto dell'azzeccagarbugli per districarsi in mezzo ai cavilli e alle virgole ­ sapere giuridico
ormai diventato il dominus delle competenze in Italia. Lasciando il nostro futuro nelle mani degli azzeccagarbugli la vedo però dura per il nostro
Paese uscire dal coma.
2 △ ▽
• Condividi › Francesco > Francesco Galesso • un anno fa
Se lei si riferisce ai dipendenti di Camera e Senato o di Palazzo Chigi ­visto che parla di
fior di stipendi e tenuto conto che gli altri dipendenti pubblici nulla hanno a che vedere
con la redazione delle leggi­ dubito fortemente che siano loro a scriverle . E' un lavoro
che fanno, a mio avviso, i portaborse dei deputati, sulla scia delle direttive cervellotiche
dei loro datori di lavoro.
△ ▽
• Condividi › Francesco Galesso > Francesco • un anno fa
Più che i portaborse le leggi con le virgole al punto giusto credo le scrivano gli
"amici" lobbisti ­ leggi che in Italia sono anche ad personam cioè soggettive (e
non solo per il Burlesca ma anche per loro stessi ­per i mandarini di Stato).
Si mi riferisco a quei dipendenti ­ che per stenografare, spolverare i
soprammobili o fare i buttafuori ci costano un patrimonio.
△ ▽
• Condividi › http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/28/riforme­il­paese­soffoca­in­un­labirinto­di­leggi/1101193/
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Internet e istituzioni: quante sono le leggi in Italia? Meglio chiederlo a Google che a Normattiva ­ Il Fatto Quotidiano
Leopoldo • un anno fa
sono veramente tante, troppe. conseguenza di una politica fatta di piccoli favori a ogni
categoria, a ogni gruppuscolo di interesse. De Mita, Craxi, Andreotti, ecc... hanno aiutato tutti
parcellizzando l'italia in campanili e sub campanili. ciò produce una totale mancanza di
certezza del diritto. ci vogliono super esperti per muoversi nel dedalo di leggi e leggine con il
rischio di sbagliare e di dover pagare . tutto questo pesa : sull'economia, sulla vita, sulla
depressione degli italiani figli di un dio minore.
2 △ ▽
• Condividi › NoVat • un anno fa
Ma Calderoli non aveva innalzato un muro di carta alto 16 metri, 32 metri cubi, circa 150
scatoloni di carta, 28 tonnellate e 585 chili per 4.754.642 pagine, mandando al rogo 375 mila atti
normativi inutili? Quanti ce ne sono ancora?
1 △ ▽
• Condividi › z f k > NoVat • un anno fa
375mila, a una al giorno, compresi i festivi, fanno circa 10 secoli, ossia un millennio.
CYA
△ ▽
• Condividi › Remo > NoVat • un anno fa
Calderoli di fratto non ha semplificato un bel nulla, perché non semplifichi nulla ad
abolire leggi che di fatto sono già cadute perché sostituite da altre.
Solo l'organo che emana leggi le può riordinare, pensa te che il nostro codice penale ha
80 anni: in pratica usiamo ancora il codice penale che era in vigore nel Fasciamo.
△ ▽
• Condividi › NoVat > Remo • un anno fa
Non solo, pensa te che abbiamo al governo i fascisti dell'ultima ora come
Alemanno e La Russa, tanto per citarne qualcuno
△ ▽
• Condividi › Guest > NoVat • un anno fa
75.000 solo statali.
△ ▽
• Condividi › Peter Hammer • un anno fa
io sono un asino ma la voce degli asini non arriva al cielo, ho sempre ragliato cercando di
esprimere il seguente concetto: in italia c'è bisogno di ridurre e decimare il numero di leggi,
addiritura bisogna rifare tutto da capo e portarle se non ai 10 comandamenti ad almeno
suddividerle per argomenti stagni. sennò nemmeno una lince, nota per lòa sua acutezza riesce
chiaramente a vedere se è lei stessa legale, immaginiamoci l'asino come me che invece ha
bassa acutezza e completo disinteresse verso i cavilli
1 △ ▽
• Condividi › Respf • un anno fa
Sarebbe tutto a costo zero.
Per "ripulire" le leggi, aggiornarle e non avere rimandi legislativi ad altre leggi, basterebbe che i
parlamentari "lavorassero" anche il Lunedì e il Venerdì come previsto.
3 △ ▽
• Condividi › ExNihiloQuodLibet • un anno fa
Guardate che neanche nei mitologici Stati Uniti sanno quante leggi hanno, sebbene si sappia
che esistono circa 23.000 pagine di leggi federali. Nota bene: pagine, non leggi.
Infatti il numero di leggi, come unità di misura, è molto approssimativa: si potrebbe avere 1
legge di 200 pagine o 200 leggi da 1 pagina.
A monte, credo che l'ipertrofia legislativa (tantissime leggi) sia dovuta al fatto che 1) di fatto
molte leggi sono applicate solo in casi particolari 2) a nessuno, tranne chi subisce un torto o
crede di subirlo, frega un c***o 3) in genere, solo i potenti possono permettersi avvocati
competenti ed informati, quindi 4) gli avvocati sono i primi a NON volere una semplificazione,
perché se diventasse tutto troppo facile perderebbero lavoro e infine 5) perché sintetizzare
molte leggi è tutt'altro che facile (sebbene possibile)..il metodo Calderoli (taglia tutto, anzi brucia
tutto) è populisticamente perfetto, ottima propaganda, peccato che poi nel calderone finiscano
anche leggi ancora utili (ad es la Consob fu di fatto abolita da quell'intervento, poi credo
ritoccato per salvarla..che poi la Consob sia in revolving door, è un'altra questione).
3 △ ▽
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24/12/2015
Internet e istituzioni: quante sono le leggi in Italia? Meglio chiederlo a Google che a Normattiva ­ Il Fatto Quotidiano
Andrea Cappelletti > ExNihiloQuodLibet • un anno fa
Ti invito a farti una cultura sulle differenze tra diritto anglosassone e diritto romano prima
di parlare di Stati Uniti, cordialità.
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• Condividi › Diesira3 • un anno fa
Questa è l'ennesima conferma che siamo dei cialtroni.
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• Condividi › Parlapoco • un anno fa
Se si elimina l' efficientissimo ufficio " impicciamento pratiche semplici " tutti i MAGNA A
SBAFO che fanno tutto il giorno ?
6 △ ▽
• Condividi › Andrea Bruni > Parlapoco • un anno fa
da noi si chiama U.C.A.S. ufficio complicazione affari semplici :­)
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• Condividi › flaccido • un anno fa
defono fare le leggi a scadenza... una normativa dopo 40 50 anni non vale più e ramen!
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• Condividi › uppercut > flaccido • un anno fa
Non mi sembra una proposta molto funzionale. Ci sono leggi che vanno benissimo per
sempre.
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• Condividi › flaccido > uppercut • un anno fa
basta rinnovarle e confermarle... mentre quelle stupide scadono da sole... a me
sembra un ottimo sistema
△ ▽
• Condividi › Luca Lindholm > uppercut • un anno fa
Concordo: la legge sull'istituzione e la definizione delle competenze dei bagnini
pare risalga, se non erro, addirittura ai tempi di Vittorio Emanuele II/Umberto I
(anno 1880 circa) e non è che sia tutto questo disastro ...
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• Condividi › StriderWhite > flaccido • un anno fa
ramen? stasera giapponese per tutti!!
1 △ ▽
• Condividi › aldobaldoidd • un anno fa
ma meno male che sono passati solo 62 provvedimenti su 4000! al Parlamento dovrebbe
essere PROIBITO di fare nuove leggi, e dovrebbe essere invece riorganizzato in seduta
permanente per razionalizzare e sforbiciare le leggi esistenti, che dovrebbero essere massimo
10000, accessibili gratuitamente a tutti in forma ipertestuale, scritte in italiano giornalistico e con
esempi di applicazione. In quanto alle normative regionali provinciali eccetera dovrebbero
semplicemente sparire.
Finché non succederà saremo nella dittatura del caos.
13 △ ▽
• Condividi › uppercut > aldobaldoidd • un anno fa
La classe politica italiana non accettera mai una legge semplice da applicare e
interpretare. Altrimenti non potrebbero piegarla ai loro bisogni quando si trovano
dall'altra parte del banco degli imputati...
△ ▽
• Condividi › oi17425 • un anno fa
se diventa tutto più semplice, dopo, che si fa di tutti gli avvocati che abbiamo? è un principio
fisico­politico. più una cosa è complicata più occupati richiede.
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• Condividi › Andrea Cappelletti > oi17425 • un anno fa
Non solo, una legge semplice e poco interpretabile non lascia spazio di manovra ai
ricchi che potendo permettersi studi legali "esperti" riescono a dilungare e/o deragliare il
treno della giustizia cavandosela.
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Internet e istituzioni: quante sono le leggi in Italia? Meglio chiederlo a Google che a Normattiva ­ Il Fatto Quotidiano
Angelo N > oi17425 • un anno fa
Per lo stesso principio saremo anche sempre una nazione da terzo mondo.
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• Condividi › terpri > oi17425 • un anno fa
Ecco perché nella sola Roma ci sono più avvocati che in tutta la Francia.
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• Condividi › Ale • un anno fa
"vien da chiedersi come possa lo Stato reggersi ancora in piedi" basta applicare le leggi in modo discrezionale, in perfetto stile MonarcaAssolutoVsSudditi
3 △ ▽
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