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Elenco schede brevi C Luogo normalmente chiuso al

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Elenco schede brevi C Luogo normalmente chiuso al
Elenco schede brevi
* Luogo fruibile a persone con disabilità fisica
C Luogo normalmente chiuso al pubblico
Delegazione de L’AQUILA
Le mura della Città dell’Aquila (*) - Edificate a partire dal dodicesimo secolo sono state recentemente
restaurate, mantengono la loro forma originale nonostante i crolli per il recente terremoto. Si estendono per oltre
5,5 km inglobando un'area di circa 157 ettari.
Castelvecchio Subequo
Catacomba (C) - Si trovano dove sorgeva l'antica civitas Superaequum menzionata da Ovidio e Plinio il
Vecchio, il monumento è composto da due gallerie dove sono state individuate 22 tombe a sepoltura singola e 46
tombe a sepoltura multipla. La catacomba venne usata quale cimitero ipogeo cristiano. È databile al quinto secolo.
Gagliano Aterno
Castello di Gagliano (C) - Situato al centro della Valle Subequana fu costruito da Isabella D'Acquaviva sui
ruderi di una fortezza, risale al 1178, nella cappella gentilizia è custodito il corpo di Santa Fiorenza, il complesso
ha un interessante cinta di mura e un ponte levatoio oltre notevoli affreschi.
Raiano
Eremo di San Venanzio - Le prime notizie risalgono ad una bolla di Adriano del 1156. Il complesso poggia sulla
sponda destra del fiume Aterno su una compatta massa rocciosa. Vanta la presenza di alcuni affreschi con
l'immagine dei quattro evangelisti, l'interno è coperto con volte a botte e la cappella conserva notevoli statue di
terracotta policroma risalenti al 1510.
Roio Piano
Chiesa di Santa Rufina - Si trova nell'antico villaggio e risale al 1500, fu edificata a Santa Rufina martire e
conserva nella parte centrale un quadro che riproduce la Madonna con il Bambino appartenente a un pittore
aquilano della scuola del Perugino. La facciata della chiesetta ha lo stemma dei Colonna. I Barberini fecero
realizzare l'affresco visibile sulla parete dell'altare.
Vittorito
Cantine storiche di Italo Pietrantonj - Le Cantine risalgono al 1791 da 8 generazioni le uve vengono vinificate
nelle cantine storiche aziendali. Situate nel centro del piccolo borgo medievale. Le grandiose cisterne dalla
capacità di 1402 ettolitri sono collocate a 14 metri sotto il livello stradale ed hanno come caratteristica peculiare il
rivestimento interno con piastrelle in vetro di Murano.
Sulmona
Convento e Chiesa di Santa Chiara (*) - La chiesa fu fondata nel 1260 dalla beata Florisenda da Palena, oltre
alla ricchezza degli Interni c'è un suggestivo cortile. La cappella interna ospita il museo Diocesano di arte sacra.
Pescomaggiore – Barisciano (fraz. Picenze) - Poggio Picenze - San Demetrio dei Vestini
Itinerario “Per le strade del pane” (C) - Un percorso tra antichi forni con itinerari ben definiti e con riferimento
alla storia degli stessi e al contesto architettonico.
Per tutti i luoghi della Provincia de l’Aquila:
Sabato 19 e Domenica 20 ore 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00
Delegazione di PESCARA
Popoli
Chiesa di San Francesco - Dalle fonti storiche risulta essere già costruita nel 1334 con l’annesso convento. Tutta
la struttura reca pesanti tracce di restauri succedutisi nei secoli. La facciata infatti presenta la parte bassa databile
al 1480 mentre la parte alta conserva le tracce dei restauri seguiti al sisma del 1688. Una imponente scalinata,
dominata da leoni lapidei sulla sommità, conduce alla facciata in pietra sulla quale campeggia un ricco portale
romanico e un rosone cinquecentesco caratterizzato dalla singolarità di ogni raggio. Al centro di questo spiccano
gli stemmi delle famiglie dei Cantelmo e dei Carafa sormontati dai simboli dei 4 evangelisti. All’interno degni di
nota solo un affresco della Pietà databile al XV secolo e un paliotto in maiolica di Castelli conservato nella
cappella di S. Francesco.
Chiesa della Madonna delle Grazie - Nata come chiesa rurale, venne costruita nel 1576 grazie alle offerte dei
contadini che, devoti alla Vergine, scelsero la "Madre della Grazia" a protezione dei loro campi. Dopo il
terremoto del 2009, è recentemente tornata ad essere agibile.
Chiesa della SS. Trinità - Attigua alla chiesa intitolata ai SS. Lorenzo e Biagio è databile al 1550 ma ha subito
profondi restauri all’inizio del Settecento. Ha una pianta centrale su base ottagonale sormontata da una cupola. La
facciata è baroccheggiante ed è scandita da paraste che marcano i due portali laterali, sovrastati da nicchie a guisa
di conchiglia, e il portale centrale, con una lunetta superiore percorsa a cornici scolpite. Sulla cima spiccano 4
anfore in pietra variamente decorate. Il campanile è coevo con la costruzione e i restauri della struttura. L’interno,
a pianta centrale, conserva una cripta, accessibile dalla sacrestia, utilizzata in passato per una sorta di inumazione
per “mummificazione” dei defunti. L’altare maggiore, degno di nota, è attribuito a Nicodemo Mancini e datato al
1750.
Chiesa Santi Lorenzo e Biagio - La chiesa di San Lorenzo è la più antica di Popoli, struttura originaria risale al
XII secolo, dalle fonti già nel 1138 e nel 1142 la chiesa era censita tra i possedimenti del territorio. La parte
antistante invece e databile al 1562. L’altare maggiore è degno di nota: è datato al 1745 ed è attribuito a Nicola
Mancini scultore di Pescocostanzo. L’interno conserva inoltre un pregevole coro in legno settecentesco dei fratelli
Bencivenga e un acquasantiera ricavata in un unico blocco di pietra del 1554 e una fonte battesimale del 1612, la
tela della madonna con Bambino, la tela della madonna di Costantinopoli (1623).
Chiesa di San Rocco - Costruita addossata alla omonima porta di città, probabilmente seconda la tradizione che
vide, dopo la peste del 1656, la costruzione di sacelli e cappelle votive come segno di gratitudine da parte dei
superstiti e come usanza apotropaica di porre simbolicamente il Santo protettore sulla porta della città per
scacciare le malattie. In origine fu annessa ad un palazzo gentilizio e ricostruita, secondo la testimonianza di
un’iscrizione in loco, in stile rococò nel 1774 dal Procuratore locale Giuseppe Muzii.
La Taverna Ducale e Taverna dell’Università - Edificata fra il 1333 ed il 1377, sotto il dominio di Giovanni
Cantelmo, IV signore di Popoli, questo gioiello dell’architettura medievale abruzzese conserva lo schema tipico
della casa-bottega tardo medievale, e fu quindi osteria, locanda, stazione di posta e cambio dei cavalli. Due i
portali che si aprono sulla strada. Di derivazione napoletana (anche se l’origine architettonica è senese) il primo
portale è ad arco acuto e dà accesso al salone centrale, in parte coperto da solaio ligneo ed in parte a volte in
pietra, mentre il secondo, laterale, consentiva originariamente l’accesso al piano superiore. La facciata è ornata da
8 scudi sanniti, rappresentanti simboli angioini, dei Cantelmo (signori di Popoli) o di famiglie con questa
imparentate. Gli scudi sono inframezzati da 7 bassorilievi con figure allegoriche; appena sopra gli scudi
ritroviamo 2 bifore divise centralmente da piastrini decorati a traforo e bassorilievo, chiuse da due piccole
sculture rappresentanti dei leoni. Sulla facciata è inoltre possibile osservare la tavola del pedaggio, voluta dal
duca Fabrizio Cantelmo a fine ‘500, contenente l’elenco delle tasse di passo dovute ai signori del feudo di Popoli.
Al suo fianco è possibile ammirare la Taverna dell’Università (1574) fatta costruire dall’Università. Questa
presenta un portale in bugnato ed una finestra con cornici scolpite.
Castello Ducale Cantelmo - Il Castello di Popoli è una costruzione realizzata a scopo difensivo nel X secolo, tra
il 970 e il 1016 per il volere dei vescovi di Valva, diocesi a cui era soggetta Popoli. Situato a 485 metri sul livello
del mare, rappresentava uno dei primi Castelli della Valle Peligna e di fondamentale importanza visto il ruolo che
Popoli avrebbe assunto negli anni a seguire, in qualità di "Chiave dei tre Abruzzi". Il castello aveva una struttura a
pianta triangolare con tre torri, il tutto circondato da una doppia fila di muro attorniato dal fossato. Nel 1269 passò
ai Cantelmo che seppur mantennero il feudo di Popoli fino al XVIII secolo, a seguito della costruzione del
Palazzo Ducale in città, verso la fine del Quattrocento, decisero di abbandonarlo. Da allora, è rimasto
abbandonato fino al 1997, anno in cui l'amministrazione comunale decise di attuare un restauro.
Palazzo Ducale - Quella che oggi porta il nome di Piazza Duchi Cantelmo altro non è che il cortile interno di
Palazzo Ducale costruito nei primi decenni del XV secolo, dopo la conseguente perdita di importanza e
l'abbandono del castello, essendo ormai cessate le invasioni Barbariche e quindi le esigenze difensive. Il cortile,
abbastanza ben conservato, è ciò che resta della costruzione originaria (1480); è di forma trapezoidale e conserva
una loggia a tre arcate, raffinatissime bifore, qualcuna deturpata e mancante della colonnina divisoria, e la porta
d'ingresso secondaria, la quale, porta al di sopra della trabeazione, un mascherone in pietra, forse Giove o
Saturno. Questo è uno degli esempi più interessanti di architettura rinascimentale di tipo abruzzese, oggi
riconoscibile solo nella zona del cortile.
Casa natale di Corradino D’Ascanio - In questo signorile palazzo settecentesco, ebbe i natali il geniale progettista
Corradino D’Ascanio, sviluppatore in Italia e nel mondo dei primi prototipi di elicottero e della mitica Vespa per conto di
Enrico Piaggio.
Portale di Palazzo Verna - Portale del settecentesco Palazzo Verna
Palazzo Villa - Addossato alla Chiesa di San Rocco, Palazzo Villa è uno dei rari esempi di architettura gentilizia del
Settecento
Piazza della Libertà, Centro Storico Popoli - Itinerario nel centro storico di Popoli: la Torre Civica, la Fontana dei
Mascheroni e le facciate dei Palazzi nobiliari che si affacciano sulla piazza principale del borgo. La Signora delle Acque,
“Chiave dei Tre Abruzzi”: suggestivo crocevia tra storia, arte e natura.
Riserva Naturale Sorgenti del Pescara - Istituita con Legge Regionale n. 57 del 31 ottobre 1986, è una delle più
antiche aree protette d’Abruzzo. Posta interamente nel territorio comunale di Popoli (PE), si estende su una
superficie di circa 50 ettari ai quali vanno aggiunti gli 86 della fascia di protezione. Situata ai piedi del Colle di
Capo Pescara, la Riserva è costituita da un limpido e cristallino specchio d’acqua di rara bellezza originato da
una miriade di piccole e grandi polle, con una portata complessiva di circa 7.000 l/s. Questa grande quantità
d'acqua, che proviene da Campo Imperatore, permea la roccia calcarea e percorrendo un tragitto sotterraneo di 30
giorni, arriva ai piedi di Colle Capo Pescara dove riaffiora in superficie grazie alla presenza di un terreno
impermeabile. Da qui, dopo qualche km, confluendo nel fiume Aterno, da vita al Fiume Aterno-Pescara. Le
sponde circostanti sono occupate da un fitto canneto che, insieme allo specchio d’acqua, costituisce l’elemento
paesaggistico principale. Il rilievo di Capo Pescara, formato da rocce calcaree, rappresenta un ambiente a
carattere arido che arricchisce notevolmente la biodiversità dell’intera zona.
Centro Visita del Lupo – Riserva di Monte Rotondo - Il Centro Visita del Lupo è una struttura di proprietà del
CFS (Corpo Forestale dello Stato) che si trova sopra l’abitato di Popoli all’interno della ex Azienda Pilota di
Monte Corvo (attuale Ufficio Territoriale per la Biodiversità). Ricadente all’interno del Parco Nazionale della
Majella, la struttura è inserita in un contesto paesaggistico molto suggestivo sovrastato dalla catena del Morrone,
gestito dalla cooperativa Il Bosso, famoso per l’attività di tutela del lupo italico. Il Centro visita gestisce recinti
faunistici dove sono presenti lupi, mufloni, cervi, caprioli, cinghiali e daini oltre che rapaci ospitati nelle voliere
didattiche.
Per tutti i luoghi di Popoli:
Sabato 19 e Domenica 20 ore 9.30 – 13.00 e 14.30 – 18.00
Delegazione di TERAMO
Tortoreto
Chiesa di Sant’Agostino - La chiesa di Sant’Agostino di Tortoreto sorge su una struttura preesistente 400500esca con annesso convento degli agostiniani, come si evince dalla Bolla del vescovo Porcelli del 1506. I lavori
di rifacimento, di risanamento e di restauro del vecchio impianto si svolsero nella prima metà del sec. XVII sotto
la direzione del maestro Agostino Tavani. Il 1645 si presume l’anno in cui fu completata la facciata della chiesa,
intitolata a Sant’Agostino e a Sant’Antonio Abate. La facciata in mattoni è segnata da un marcato cornicione a
dentelli e il portale in pietra ha timpano spezzato sporgente e accoglie tra gli spioventi un’altra edicola, dove è
posta la statua in terracotta di Sant’Antonio Abate, dello scultore modenese Romano Buffagni. A testimonianza
degli interventi avvenuti nel 600 ci sono i sei altari, tre per lato, disposti in modo speculare, tutti in stucco dipinto,
tranne il terzo di sinistra che è ligneo. Le statue presenti sugli altari sono ottocentesche, così come le teche.
Chiesa della Misericordia - La tradizione vuole che la cappella della Misericordia sia stata edificata alla fine del
XIV secolo come ringraziamento alla Madonna per la liberazione dalla peste del 1348, ma l’impianto geometrico
di tipo rinascimentale fa pensare ad una data successiva riferibile forse alla pestilenza del 1527.
All’esterno presenta un aspetto molto semplice, mentre l’abside poligonale è composta da nove spicchi e poggia
su un basamento di pietre di fiume e calcestruzzo romano. All’austerità della facciata e della navata unica, si
oppone la ricchezza del corredo pittorico interno con un ciclo di affreschi, attribuiti a Giacomo Bonfini da
Patrignone (AP), dalla storia della Passione sulle pareti laterali, la messa in croce di Cristo nella parte absidale,
alla Resurrezione sulla volta, purtroppo in parte lacunose. Tutti gli affreschi e i colori sono tornati a splendere
grazie al restauro del 1974 eseguito da un’equipe fiorentina, guidata dal professor G. Caponi.
Palazzo Liberati (Cantine e Grotta) - Il Palazzo Liberati, uno dei principali edifici storici dell’antico borgo di
Tortoreto Alto, presenta tracce dell’antico Castrum Salini nella cinta muraria e nella cisterna.
Il volume più importante dell’edificio ha un aspetto tipico delle abitazioni nobiliari con soffitti affrescati e decori
vari, ad esso è aggregato un manufatto più vecchio situato ad ovest con reminiscenze medioevali con piccole
finestrature e feritoie proprie di un baluardo e rappresenta certamente il nucleo originario del castello sorto a
difesa del territorio, il tutto si completa con un’ulteriore costruzione quadrata, a suo tempo destinata a stalle e
rimessaggio, collegata al corpo principale da un arco con sovrastante passaggio coperto. Un’altra caratteristica
storico architettonica è rappresentata dalle cantine valorizzate dalla presenza di una grotta scavata nel sottostante
strato di terreno, adibita al mantenimento di prodotti alimentari. Un ampio giardino, circondante per due terzi la
proprietà mette in risalto la struttura.
Domus delle Muracchi - La villa, in parte distrutta dai lavori edilizi nel 1987 è stata oggetto di interventi da parte
della Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo nel 1988 e nel 1989. La villa si compone di una parte rustica e di
una parte urbana. Gli ambienti relativi alla parte rustica, pars fructuaria, sono destinati alla trasformazione e
conservazione dei prodotti agricoli e nella quale si individua una corte porticata. Gli ambienti retrostanti,
pavimentati in opus spicatum, sono l’ambiente dei torchi (torcularium) e ad esso adiacente la vasca per la
pigiatura dell’uva (calcatorium) e una vasca di dimensioni minori, ma più profonda, per la fermentazione del
mosto (lacus), comunicante con la prima per mezzo di un canale in pietra che termina con la testa di un leone.
L’elemento più interessante sono i pavimenti a mosaico geometrico bianco e nero, organizzati in diverso modo, la
cui descrizione imperfetta la rende un’opera complessa ed eccezionale.
Per tutti i luoghi:
Sabato 19 e Domenica 20 ore 9.30 – 19.00
Visite guidate dagli Apprendisti Ciceroni dell’IC di Tortoreto
Delegazione di VASTO
Carunchio
Chiesa di San Giovanni Battista (*) con il suo Organo Monumentale - La Chiesa sorge nel punto più alto del
borgo fortificato di Carunchio e risale al XVI sec.. Degno di rilievo è il portale settecentesco in pietra, opera di
scalpellini della bottega dei Calvitto di Pescopennataro. In fondo alla navata unica voltata a botte e decorata in un
raffinato barocco seicentesco, collocato su una coeva cantoria lignea settecentesca che sormonta l’altare, spicca il
monumentale organo del 1775, opera di F. P. D’Onofrio di Caccavone, con 45 tasti, 8 pedali e 31 canne, ancora
perfettamente funzionante. L'organo di Carunchio è tuttora considerato uno dei più eccezionali dell'Italia
Centrale, vista la presenza di tanti accessori e i particolari accorgimenti tecnici di straordinario valore armonico.
Sabato 19 ore 10.30 – 13.00 / 15.30 – 18.30 e domenica 20 15.30 – 18.30
Chiesa del Purgatorio o di Santa Maria (*) - La piccola Chiesa del Purgatorio è di chiare origini medievali e si
presenta con un prezioso rosone e un portale in pietra decorato con eleganti motivi a fogliame.
Al suo interno, invece, la navata unica custodisce un ciclo di affreschi rinascimentali, suddiviso in 9 riquadri,
probabilmente quattro-cinquecenteschi, della Passione di Cristo, scoperti solo nel 1997, dopo essere rimasti
sepolti sotto uno strato di calce dalla prima guerra mondiale. Tra tutte le scene, a destare maggiore interesse per la
sua unicità, è quella definita dell’Ultima Cena, dove, all’usuale rappresentazione del Cristo e dei discepoli, si
aggiungono due figure in piedi: sulla sinistra, una figura maschile, di profilo e palesemente estranea alla scena per
via dell’acconciatura e del berretto rinascimentali, rappresenta presumibilmente il committente dell’opera oppure
l’artista stesso; mentre, alle spalle di Cristo, occupa lo spazio centrale della scena una figura femminile dai lunghi
capelli e con un’ampolla tra le mani: una donna che va identificata con la protagonista di un episodio evangelico
avvenuto ben prima dell’Ultima Cena e di cui raccontano i quattro evangelisti sebbene in modo differente, Maria
Maddalena. Questa singolare presenza lascia ipotizzare che nell’affresco si potrebbe identificare la scena come la
Cena a Betania anziché l’Ultima Cena. E in questo caso ci troveremmo di fronte ad un’opera unica nel suo
genere. Le caratteristiche iconografiche di questo affresco hanno attirato l’attenzione di alcuni studiosi
dell’Università di Firenze e dell’Università Bordeaux Montaigne in Francia.
Infatti, gli affreschi di Carunchio sono citati nel video “Le Cénacle di Andrea Del Sarto” girato dalla dr.ssa
Selvaggia Oricchio per il progetto «Histoires d’Art» coordinato dalla Prof.ssa Dominique Fratani, e pubblicato
online sulla WEB-TV dell’Università Bordeaux Montaigne (dal minuto 17,29 al 18,54) http://webtv.ubordeaux3.fr/etudiants/andrea-del-sarto; e ad esso è dedicato un saggio a cura di Manuela Cilè nel libro di
Vladimiro Furlani “Carunchio tra territorio, arte e storia”, Editrice il Nuovo, Vasto, 2004; infine, l’Opificio delle
Pietre Dure di Firenze, interpellato per i restauri necessari a disvelare il mistero che si nasconde nei dipinti, già
conosceva gli affreschi della Chiesa del Purgatorio ed ha mostrato vivo interesse per l’opera.
L’affresco ha bisogno di interventi e restauri, e di finanziamenti. L’Amministrazione Comunale e il Sindaco,
molto attenti a questo tesoro e alla tutela del territorio, vanno incoraggiati e sostenuti in ogni iniziativa idonea a
conservare, far conoscere e salvaguardare il ciclo di affreschi appena descritto.
Sabato 19: ore 10.30 – 13.30 / 15.30 – 17.45; Domenica 20: 10.30 – 13.00 / 15.30 – 19.00
Delegazione di CHIETI
Saloni storici di rappresentanza della Prefettura - A fronte del successo del 2012, la Delegazione di Chieti
riaprirà le splendide sale di rappresentanza dell’alloggio privato del Prefetto, di norma non aperte al pubblico.
L’edificio della Provincia di Chieti, che include la Prefettura, fu progettato ed edificato nell’area dedicata a San
Domenico, edificio sacro abbattuto alla fine del secolo precedente; dal 1912 esso costituisce una delle ossature
principali dell’urbanistica del Corso Marrucino di Chieti. Le belle stanze della residenza del Prefetto sono
impreziosite dalle due importanti tele di due protagonisti della scena pittorica abruzzese del XIX secolo: il
“Christus Imperat” di Valerico Laccetti, un olio su tela di oltre tre metri di altezza per quasi cinque di larghezza,
firmato dall’artista e datato 1884; e “Il suono e il sonno” di Basilio Cascella, opera olio su tela di 2,65 m. di
altezza per 3,5 m. di larghezza, firmato dall’artista e datato 1894. La prima opera fu presentata nell’Esposizione
Internazionale di Roma del 1882. Tale data, indicata nel primo catalogo della “Pinacoteca” cittadina da Francesco
Verlengia nel 1956, appare, secondo Bianca Saletti, corrispondere alla notizia che il pittore dal 1880 per quattro
anni si dedicò all’esecuzione di quest’opera che venne esposta a Roma nel 1883 all’Esposizione Internazionale in
cui era presente anche Il Voto di Francesco Paolo Michetti. La scena rappresenta il momento culminante del
trionfo del Cristianesimo sul Paganesimo, “quando, sul passaggio del Cristo, una folla iconoclasta e selvaggia
incoraggiata dai ministri della religione nuova, abbatte e distrugge le immagini dei vecchi numi, le statue, le
colonne, i templi, gli edifici […]. Una scena terribile ed una epopea” (F. Netti, 1883). La seconda opera, la più
nota di Basilio Cascella, fu presentata all’Esposizione di Brera del 1894 dopo una non ufficiale, presso la
Promotrice Salvator Rosa di Napoli. Per il tema, decisamente inconsueto, e per le dimensioni, essa suscitò un
ampio interesse di critica e di pubblico. Immersa in una quiete bucolica, la composizione accoglie l’immagine del
pastore musicante della tradizione, della donna addormentata e dei nudi femminili, evocazione simbolica dei
sogni. Nel 1916 Giannelli menziona, nel suo studio sugli artisti napoletani viventi, l’opera di Cascella definendola
“disinvolta”, soprattutto per quel che riguarda, nel primo piano, la descrizione dettagliata della “natura morta” (i
fiori e gli arbusti), e la rapidità della sua tecnica diviene caratteristica di pregio assoluto. Acquistata dalla
Provincia di Chieti, essa è stata esposta nella mostra personale di Basilio Cascella, Mostre di “Fiamma” del 1930
e alla personale organizzata dal figlio Michele presso l’Associazione Abruzzese Circolo di Roma a Palazzo
Barberini, con una presentazione di Giorgio de Chirico.
Sabato 19 e Domenica 20 ore 10.00 – 13.00
Ortona - Istituto Nazionale Tostiano - Il centenario della morte di Tosti rappresenta un appuntamento centrale
per l’intera Regione: Francesco Paolo Tosti è patrimonio internazionale condiviso da tutto l’Abruzzo e la
Delegazione di Chieti aderisce con la Giornata di Primavera “all’Anno tostiano 2016”, promosso dall’Istituto
Nazionale Tostiano. Tosti fu un personaggio originale nel panorama otto-novecentesco dei musicisti italiani, una
figura assolutamente moderna e versatile che tutt’oggi gode di un rinnovato successo planetario. In questo
periodo di grandi difficoltà per gli enti locali nel sostenere il settore culturale, il FAI vuole porre l’attenzione
anche sulla necessità di preservare dal decadimento le migliori istituzioni regionali. L’Istituto Nazionale Tostiano,
col suo ricco patrimonio e l’intenso lavoro di studio e ricerca, rappresenta per la Regione l’eccellenza in campo
musicologico e una realtà che funziona e restituisce cultura sul territorio. L’Istituto si occupa anche degli altri
musicisti abruzzesi e più in generale della musica vocale da camera e di vari settori della cultura musicale, un
lavoro viene svolto in sinergia con istituzioni di cultura, editoria musicale di rilevanza internazionale e con
un'intensa attività musicale, editoriale e discografica, l'attivazione di corsi di perfezionamento internazionali e
l'organizzazione di mostre, seminari e convegni e di concorsi in Italia e all'estero. Da oltre 25 anni collabora con
le più importanti università europee, asiatiche e americane e con i più prestigiosi teatri e accademie del mondo.
L’Istituto è ospitato nei locali di Palazzo Corvo, antico edificio ubicato nel centro storico di Ortona. Esso possiede
un ricco patrimonio di oggetti e documenti di notevole interesse storico ed artistico legato, oltre che alla figura di
Tosti, al musicista G. Albanese, al baritono G. De Luca e ad altre personalità della vita italiana. L’Istituto
Nazionale Tostiano, dal 2009, è riconosciuto istituto culturale di rilevanza nazionale ai sensi della L. 534/96 (DM
17/11/2009-G.U. n.294 18/12/2009). Oltre alle attività artistico-musicali, la produzione scientifica e di
formazione, l’Istituto ha una biblioteca, che contiene circa quindicimila documenti musicali e quattro archivi di
notevole interesse storico, e il Museo Musicale d’ Abruzzo – Archivio F. P. Tosti.
Sabato 19 ore 9.00 – 13 ingresso riservato alle scuole su prenotazione.
Domenica 20 ore 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 apertura a tutti
Delegazione di LANCIANO
Canosa Sannita
Palazzo martucci – Museo della Guerra per la pace (C) - Palazzo Martucci – Museo della Guerra per la Pace a
Canosa Sannita aprirà le sue porte ai visitatori Sabato 19, ore 10:00 - ore 12:30 ore 16:00 - ore 19:00 e Domenica
20, ore 10:00 - ore 12:30 ore 16:00 - ore 19:00. L’edificio nobiliare, tuttora residenza private della famiglia dei
Conti Martucci, sorge su strutture del XVI secolo e nel corso del tempo ha subito numerose modificazioni. Le
sale dell’aristocratica dimora ospitano un Museo, riconosciuto dalla Regione Abruzzo nel 2002, che ripercorre la
storia secolare della famiglia e al tempo stesso, attraverso rari cimeli, divise, armi e immagini ricostruiscono uno
straordinario e percorso attraverso i principali eventi bellici che hanno interessato il nostro Paese, a partire dalle
Guerre di Indipendenza, per arrivare all'ultimo conflitto mondiale.
Tra le cose più curiose che riguardano i sue siti aperti dalla Delegazione FAI di Lanciano segnaliamo a Canosa
Sannita il complesso sistema ipogeo che si sviluppa sotto Palazzo Martucci che comprende la cisterna e la
neviera, ambienti entrambi visitabili e di grande suggestione.
Venerdì 18 ore 10.00 - 12.30
Sabato 19 e Domenica 20 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.00
Castel Frentano
Cappella della Santissima Trinità annessa al palazzo dei baroni Vergilj (C) - La cappella della Santissima
Trinità annessa al palazzo dei Baroni Vergilj a Castel Frentano apre al pubblico per la prima volta dopo oltre un
quarantennio di chiusura e di abbandono grazie all’impegno della Delegazione FAI di Lanciano che si è adoperata
per rendere possibile un progressivo recupero dell’edificio che custodisce tra le sue mura numerose opere d’arte
realizzate a cavallo tra ‘600 e ‘700 e preziose suppellettili che potranno finalmente tornare ad essere ammirate da
un più vasto pubblico. L’apertura ufficiale è sabato 19 dalle ore 10: 00 alle 12:30 e poi dalle 16:00 alle ore 19:00
e Domenica 20 dalle ore 10:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle ore 19:00. La mattinata di Venerdì 18, dalle ore 10:00
alle ore 12:30 l’ingresso sarà riservato alle scuole con gli Apprendisti Ciceroni della Scuola Secondaria di
Secondo Grado "Eduardo Di Loreto" di Castel Frentano. La cappella della Santissima Trinità custodisce le
spoglie di Mons. Iginio Vergilj nato nel 1674 e morto nel 1739, le cui spoglie furono ritrovate incorrotte nel 1849
dando origine alla leggendaria figura del “Beato” che sarebbe stato preservato dalla corruzione del corpo come
segno degli alti meriti spirituali. Più ragionevolmente si può pensare che la conservazione del cadavere sia
avvenuta grazie al verificarsi di particolari condizioni fisiche, chimiche e microbiologiche che ne ha arrestato i
processi di decomposizione. Castel Frentano sarà pronta ad accogliere i visitatori con l’apertura, a cura del
comitato “Ripensiamo il Centro Storico di Castel Frentano”, anche degli altri edifici monumentali della sua parte
antica e ospiterà altri eventi locali tra i quali si segnala, a chiusura della manifestazione Domenica 20 Marzo alle
ore 21.00, presso il teatro comunale di Castel Frentano, la commedia di teatro "La Santa Passione". Cinque quadri
scenici della Settimana Santa a Castannove con i canti antichi delle "cumpagnie" portati sul palcoscenico dalla
compagnia Teatrale “Di Loreto – Liberati”.
Venerdì 18 ore 10.00 - 12.30
Sabato 19 e Domenica 20 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.00
Fly UP